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DON GJIOV .A.~M l G ! k\.CO ThTiO
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DELL'ECCELLENTISSIMO SOVR ANO SENATO
DI GLARONA .
ORAZIONE Dedicata allo fhff o I!laftriffi 11. ' Signore Il
LJ:\NDJF·ot~To Il DALLA DETTA PREFETTURA DI MENDRISlO:>E ~ALERNA
COMPOST A , E R.EC IT .JlT ./l
Dal fuo Caoce!liere Soilituito
. ANTONIO ISIDORO RVSCAo
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PorENTISSIMI S1 .NoRJ.
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IL ·fentimento dell'onore, che mi li accorda, di par-lare in queflo augufto ricinto, e al cofpetto vofiro Eccellentiffimi e Potentiffimi Signori , ficcome altre fiate ~ così quefta ancora tanto _lo f pirito mio l:O~prende , innalza , ed avvalora , che m1 fa per un ifìantc dimenticare la picciolezza inia, e la mia inettitudine a formare un difcorfo, che proporzionato fia all' altezza dell' addoffatomi argon'l.ento , e alla maeftà del luogo, in cui ragiono, e del Confeflo , che mi afcolta . Ma
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;queA:o fentìmento .. per· altro sì dolce, e sì giufto cede " in qudto g,iorn~-. ,. ~, r~g~i0ne)~e_iU,ù!n~e· cede; alla:. forza - ~ ,un" altro.fifat p1u ~iv:o, .-· :nei correnti torbidi dai Lodevoli Cantoni Svizzeri:,; quanto alla prudenza e. fagacità degl' IBuftriilìmi Rapprefentanti dei Baliaggi fuddettì , i quali premendo con fèrmezz'! il cammino. loro indicato e prefèritta dalla.. illum1riatifli111a Sovrani-· tà,, feppero far v·alcre le ottìme politiche mifure. da Lei prefè,. condurre: it grand;· uopo a fine perfettamente lie-to, ed aflìcurare così a queih fortunati Paefi la conti-nuazione. della loro. tranquillità, e: del loro ripo.fo ?.·· ~
·E qui fpecialmeute· .inte~do,.. paulare di T~"" _jJluftr~ e faggio. Heiiffy , ~he: alle gra:ndiu qualità app.~rt.e\1entì 4\. .un buon .Gìudic~: ·~çctjppia~ , fàpefti ·qq~lle 'di ,•µrt •Bile. lVlinift~Q per j~ vaµtaig~oc t e ~p~ì;:i~ 1eey:. ffSll1~ Pr~fettura d1 Mendnfio. e· Balerna a te .afficfata , f.! . .che· con tanto decoro, ed .iniegrità. regger.ti · nel lum!nofo. ·corfo del tuo · Biennio ..
. Ah perchè non fon qui tutti .rac_còlti i miei Con-tìttadinì ,. tuttì. quelli, cher ebbero la forte di vìvere· fotto. il tuo· Governo?.· Vedre.fti, e l: animQ tuo gentile:·
ne.
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o( y. )o ne-iar~b,~e dQlC~ntente lusing,ato .e commof.fò ,, vedre{H fui loro Ltyòlti dipin"to , il , diiJ?iacenr di ·perderti , e nel lo~Q· ~\ie-re: -:'pr'"ofondamen_te. fcolpìta · 1a ricordanza delle lui·-·iùi~ ~ e" dè tu~i benefi.zj'.. ' ~. Q~e1 turbine orribile di mai.~avventurofà Guerra, che d·~ Jiju a\1ni .ingroffato(i. dì H:ragi e fangue " tante Provin-~e pèrcorfe: ,, 'i- .. t'anti Stati ' lafèiando. :1 dietro a: re. lo fqùallore,. la dèfòla'zloné·, e. la mor,te' ;, romoreggiò per pòCO full" Vetta _ delf',arlpi ,. indi colla fflpidità. del vento. t.r~poc,"CÒ e si fpa1Je fulle contrade· d' ltalia:. Fu allora il inoni,ento. in' cui la _mi(J. Patria pofta. al confine· del ~aefe conquiftato,.· febben . fìcura dii non vetlere a infe-rc~d:i .. e: nel proprio. feno il fiero -Nunie deli armi,. ·mercè· l:)nap.prezziapìl forte di trovarsi fotto l"Efvetico Cieio ,1 iiuré tciµe~te e· paventò la ferie· di quei mali , che in-fepàrab.ili fono da.Ll~ proili1nità· del Teatro.della.Gu-erra, e la m'anca~za fopratutto di q .ié generi,. che· necefrarj erano. alla. fuffiftenza: de~ num.erofi fuoi figlf .. Fu alfora J>• che: Efla, I~ afflitte . luci rivolfe al fo.o Reggitore, al fun Amko,, al fuo; çonfolatore, a. te Heiissy generofo ,, e' moftrandoti. 1' eftensione del fuo dolore 'ti affidò I~ fila .falvezza, e la fu'1 _fperanz,a Ì'll te ripofe · .. Ma il be~ nienco . tuo, cuò1:è ,, e r antiveggente' ~: provido tuo fpi--rito i di lei deiìderj prevenne , e. i di lei bifogpi . ~eoefti -~l Vincitore,, parlafti, e tenefti verio di lui sì prudente., cond'otta ,. che il Paefe a te confidato. vidde. rit:ntrar nel fuo. feno1 r abbondanza . delle· fuffiUenze ,,, v.ìdd'e· la:., pubblica tranq.uillità , e· l' ordine pubblico-mantenerfi. illefr, ed inviolati fotto i tuoi aufpicJ; vidde in fine· crefcere· ovunque intorno a fe, e. profperare il pa.cifico· ulivo· nel tempo ftefio' che r ombra: luttuofa.
· del
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o( VI. )o
de1 ferale ciprefso fpandevafi in tanti luoghi e tanti fulle vittime in felici del braccio furibondo di Matte .
Softegno della mia 'Patria , gioifci pur -dunque~ che ben lo meriti , gioifci della felicità dei popoli , che da Te la riconofcoao , e accetta il fentimento di quella gratitudine , e di quell'amore, che effi ti tribu-tano non meno come a loro Padre, che come a loro rettiffin10 l\1agi(l:rato .
Nato Heiissy con tutte le · doti neceffarie a queH:o grande impiego, bella, e dolce cofa fu il ve-derlo nel tempo del fuo Governo opporfi non fola-n1ente aUe brighe~ e alle parzialità, èhe corrompono lintegri tà della Giu ftizia, e alle prevenzioni , che ne ofcurano i lumi , ma ancera alle ftrade irregolari, e ftra vaganti, in cui Ella perde colla fua coftanza la ve-race autorità de' fuoi giudizj. E bella , e dolce cofa fu il vedere in lui tutto io fpirito, e tutte le maf-fime di un Giudice, che feguace della regola non porta nel fuo Tribunale i fuoi proprj penfieri , e sfugge e detdla tanto gii ingiuH:i e pericololì raddolcimenti- 1 __ quanto gli arbitrarj rigori, di un Giudice, che vuole 1 1 che non l' uomo , ma la Legge governi , e decida. Che fe in qualche ftraordinario caf o deve la prudenza: del Magifl:rato fupplire alla previdenza della Legge, Egli sà , che è d' uopo farlo fenza allontanarsi dallo f pirito della. medefima , e che non lice fortir dalla regola , che feguendo un filo, il quale per dir così alla regola fteffa riconduca ..
Dotato Egli della. più profonda penetrazione feppe [mascherare, e confondere la cabala, e la frode, febbene innanzi a lui veft:ite delle pit1 belle apparenze, e sotto
i fio-
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o( VII. )o i fiori medefimi Egli scorse e diftinse la marcia tortuo-sa e nascofta di quefte serpi infidiatrici dell'innocenza. Di un acceffo egualmente facile all'opulento, e al po-vero, di un aspetto egualmente doke al potente} e al debole , le sue rispoiìe erano piene di saggiezza non meno, che di dignità , i suoi conGglj venivano det-tati dallo spirito di prudenza , e di pace , e il suo linguaggio era il linguaggio della Legg~ . La moltitu-dine , la varietà, la difficoltà degli affari non lo sbi-gottirono giammai, ne lo infievolirono: Nulla v'era di più malagevole infieme, e di più pericoloso che il sor-prenderlo ; e fin dal principio del suo reggimento que-fta irrevocao1le sentenza sortì dalle sue labbra , che il delitto cioè d' ingannarlo sarebbe H:ato il deìitto meno perdonabile. Compatì, diffimulò l' in volontario errore, ma rintracciò , perfeguitò , sorprese la sceleratezza, e il tradimento fin nei tenebrofi loro covili, perchè l' e-semplare rigor della legge li colpifle, ed efl:erminafle . Spegnere coi mezz~ a lui poffibili le infernali vampe dalla truce discordia agitate , appoggiar la causa della V. edova , e del Pupill
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o{ VIII. )e
\Jvf 11 08 A 1\ A 6 4~c:;. st,t ~62.S.2-b
ta dcl tempo - a- ragionai: ~ò11ee~~mi- , -co~ _.pub ~licare corle flampe fa Racc;Q1ta