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Anno XI - n. 11 Dicembre 2017 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 15 - 38122 Trento

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Anno XI - n. 11

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2 dicembre 2017

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione23 novembre 2017

Editoriale In attesa della luce………………………………………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità Gesù nel suo Natale guarda anche te! ……………pag. 4

Attualità I gemellaggi: scambi culturali e strumenti di amicizia …………………………………………………………………………………………………pag. 6

Vita di Ac L’arte come strumento di preghiera……………………………pag. 8

Una giornata da incorniciare! …………………………………………………………pag. 9

La preghiera: dare sapore alla vita ……………………………pag. 10

La nostra storia Grandi storie, piccole storie ……………………………………………………………………pag. 12

Approfondimento “Al vedere la stella” …………………………………………………………………………………………………………………pag. 13

Il libro Martin Luther King …………………………………………………………………………………………………………………………pag. 14

Agenda Appuntamenti di gennaio……………………………………………………………………………………pag. 15

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30venerdì dalle 14.30 alle 18.30

Azione cattolica Diocesi di TrentoVia Borsieri, 15 - 38122 Trento • tel. 0461 260985segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

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Nave San Rocco, 18 novembre - II Giornata di spiritualità

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

L’assistente diocesano don Giulio Viviani è presente in sede al venerdì dalle ore 15.00 alle 16.30

La segreteria diocesana è chiusa per ferie dal 23 dicembre all’1 gennaio.

3dicembre 2017

Camminiamo Insieme

In attesa della luceEditoriale

Siamo preparati ad accogliereil Signore che viene? Qualespazio gli riserviamo nel cuo-re e nelle ore delle nostregiornate di attesa del Natale?Nonostante la comunità cri-stiana e il tempo liturgico ciaiutino con il Tempo di Av-vento e con la festa speciale dell’Immacolata, mai come in questo periodo ci ren-diamo conto come essere cristiani sia andare controcorrente rispetto al “mondo”.Mondo che offre distrazioni dolci e brillanti, che distoglie dal necessario silenziodell’attesa, a cui invece la natura ci prepara, con il buio e il freddo in cui la terrariposa e si prepara al nuovo sbocciare della vita. Il buio è culla della luce e il fred-do richiama il desiderio di una casa, del tepore domestico, di abbracci materni…Da qui nasce anche il contrasto tra l’apparenza fatta di lustrini e la verità fatta diaffidamento e serena accettazione del disegno di Dio su di noi.La Festa dell’Adesione porta con sé il senso del nostro servizio, che, come affer-ma Bachelet nella lettera citata, è libertà e semplicità.Libertà di dire “Sì” con l’umile offerta di quel che siamo, con i nostri limiti e i no-stri talenti, con il timore dell’ignoto ma anche con la consapevolezza che il pre-

sente e il futuro sono abitati da Dio, quel Dio che ha portato la bellez-za e l’Amore nel mondo.Semplicità, perché questa scelta non è frutto di ragionamenti e di calco-li, non richiede intelligenza superiore o capacità speciali: basta l’amore,quello ricevuto in sovrabbondanza e ridonato con gratuità e spontaneità.Accogliere e coltivare la sua voce e la sua luce è l’unica sapienza ne-cessaria, che richiede di fargli posto, di aprire la porta del cuore al suobussare, svuotandoci da ogni smania di potere, dalla paura di non es-sere all’altezza, dal desiderio di sicurezza e stabilità. Partendo propriodal luogo e dal tempo più banale e più difficile: la routine della nostravita quotidiana, palestra preferenziale della nostra “scelta religiosa”.Se sapremo essere fedeli alla libertà e alla luce che Dio ha posto in noi,aderire a una scelta esigente e vitale come quella che ci chiede – e chein Azione cattolica si fa scelta preferenziale – ci farà gustare il sapore

ricco e delicato della vita. Buona attesa del Natale a tutti!

Anna

«La nostra “scelta religiosa” è la capacità di accogliere e di coltivare nel cuore quella libertà e quella semplicitàche ci consentono di ascoltare la Sua voce che chiama, di vedere la Sua luce che guida, di partire dalla routinedella nostra vita quotidiana per andare ad adorarLo» (Vittorio Bachelet, lettera ai presidenti diocesani,Epifania 1973)

4 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Gesù nel suo Natale guarda anche te!Spiritualità

Che cosa c’è? Una salvezza gratui-ta, la definisce San Paolo; arriva iltuo Salvatore, dichiara il profetaIsaia, e tu devi andargli incon-tro e riconoscerlo! Sant’Ago-stino dice: «Svegliati, uomo,perché per te Dio si è fatto uo-mo!». Viene da noi per fare dinoi la sua famiglia, la sua casa,la sua città, il suo popolo, il suogregge: non siamo più abbando-nati. Abbiamo un pastore: unoche ci fa suoi, ci rende giusti esanti. Oggi allora ridiventiamocome bambini, non per essereinfantili, ma per riconoscere e acco-gliere con gioia il dono, la presenza delSignore Gesù; anche noi, come i pasto-ri, semplici e umili. Gesù ti vede, ti guar-da là dove sei; Gesù accoglie e accettai tuoi piccoli e poveri doni: abbi l’umil-tà di fidarti e di affidarti a lui.Come figlio di un casaro, mi ha colpito annifa un racconto di Natale che ho conservato eche mi pare un bel commento al nostro mot-to annuale “Tutto quanto aveva per vivere”.Narra di una statuina del presepe, un picco-lo pastorello, che porta a Gesù Bambino quelpoco che ha, un po’ di formaggio. È lo stesso piccolo protagonista che racconta…«Anche quest’anno mi hanno messoquaggiù, lontano dalla capanna. Mi

chiedo che cosa ci sto a fare.Ogni anno sono qui, insieme

agli altri, ma non riesco mai adavvicinarmi al Bambino. Tuttigli altri almeno, stupiti e sor-ridenti, guardano verso la ca-panna, io neanche la vedo,dietro a quest’albero. Perfinoquello nuovo l’hanno messopiù avanti di me, e non haneanche nulla in mano. Mi

piacerebbe almeno una voltavedere quello che succede làdentro. E invece, anche que-

sta volta niente. Comincio apensare che ce l’abbiano con me. Forse è l’odore del mio formaggio, mase non riesco mai a consegnarlo, è ov-vio che dopo qualche anno cominci apuzzare... E dire che le ho provate tut-te. L’anno scorso, approfittando degliscossoni della scatola nel tragitto dallacantina alla casa, mi sono aggrappatocon il mio bastone al piede di uno deiRe Magi: quelli hanno sempre un postoin prima fila, anche se arrivano regolar-mente in ritardo. Ma, ho pensato, me-glio tardi che mai; se mi mettono conloro, almeno qualcosa riesco a vedere.Invece niente. Mi hanno visto, mi han-no staccato e sono finito dietro il solitoalbero. Pazienza!

Anche noi, come i pastori della notte di Betlemme, a Natale siamo lieti e sorpresi, ammirati e coinvolti da quel grande mistero e comeMaria meditiamo tutto nel nostro cuore.

5dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Il momento è arrivato, suonano le cam-pane, tra poco torneranno tutti, e ilbambino più piccolo riporrà Gesù nellamangiatoia. Almeno credo. Eccoli, co-me invidio i miei amici che lo possonovedere, sia pure da lontano. Ecco fatto,il presepe è completo, è Natale. A pocoa poco, si spengono le luci, tutti vannoa dormire, che silenzio... Vedo la facciadi Gedeone, che ogni tanto diventa ros-sa. Lo so perché: riflette la piccola luceintermittente che sta nella capanna. Im-provvisamente la luce si fa più forte, enon lampeggia più, anzi, diventa bian-ca. Ma che succede? Mi dà fastidio agliocchi, devo ripararmi, ma non ho nien-te, solo le mani... Ehi!.. ma allora possomuovermi! Beh, che faccio? Forse èl’occasione buona, forse l’unica... Cam-mino, supero l’albero, mi volto, final-mente vedo la capanna: quanto è gran-de! E quella luce vien proprio da lì...Cammino sempre più velocemente,quasi senza accorgermene. Cammino,cammino, corro. Non credevo che fos-se così ripida questa salita... sarà chenon ci sono abituato... Sono arrivato. Eadesso che sono qui, non ho il corag-gio di entrare. Mi affaccio all’ingresso.Giuseppe e Maria (sono proprio loro, ve-ro? Li ho sempre visti di sfuggita, mentreli toglievano dalla scatola) mi sorridonoe mi fanno cenno di avvicinarmi. Faccioqualche passo verso la culla. Il miosguardo si incrocia con quello del Bam-bino. Che mi lancia un’occhiata strana,un po’ ironica, mi sembra... Anzi, parequasi che mi dica di voltarmi... Mi voltoverso quello che era il mio posto e vedotutti gli altri immobili, che guardano ver-so la capanna. Da quassù, sembra qua-

si che guardino me. Ma cosa succede?Quanta gente c’è? Quanti alberi, quantepersone... Io non li ho mai visti nel pre-sepe! E il presepe, visto da qua, sembraimmenso. E poi, quanti colori, da quas-sù si vede tutto il mondo! Ma se di quasi vede tutto, Gesù vedeva anche me,dietro l’albero, dove adesso c’è un po-sto vuoto... Già, lo vedo il mio posto, ec-colo là... Guardo di nuovo Gesù. Adessomi sorride. Gli posso lasciare solo il mioformaggio, è un po’ vecchio, ma è tuttoquello che ho; finalmente riesco a dar-glielo. Mentre scendo, tornando al mioposto, mi viene da cantare. È la stessacanzone che stanno cantando tutti» (daÈ Natale di D. Frasnelli e F. Maltarello,Gribaudi, Milano 1995).Buon Natale, cara amica e caro amico,e sappi che Gesù guarda anche te, co-me un giorno ha osservato quella po-vera vedova nel tempio di Gerusalem-me. Lui, che si è fatto uno di noi, tivede e ti apprezza per tutto quello chesei e per quello che fai.

don Giulio

6 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Durante i lavori del Convegno diocesano difine maggio 2017 i responsabili dell’Azionecattolica trentina hanno riflettuto su cosa si-gnifica promuovere la fraternità e, tra le pro-poste, è emersa la necessità di seminare nei“solchi di speranza”, anche attraverso i gemellaggi. Recuperando e partecipando all’esperienze di gemellaggio già consolidatesul territorio e/o avviando percorsi di cono-scenza e accompagnamento di altre realtà as-sociative o sociali.Per approfondire un tema d’attualitàmolto presente in Trentino, ma anchenel resto d’Italia, parliamo oggi dei ge-mellaggi tra comuni e tra diverse realtà.Innanzitutto “gemellaggio”, parola mol-to forte, presuppone una messa in co-mune di alcuni aspetti inerenti alla cul-tura dei vari popoli, sianoessi stranieri o italiani, maanche le tradizioni, la cu-cina e soprattutto lo spiri-to della gente comune,con le proprie certezze e icontinui problemi.I gemellaggi sono accompa-gnati da iniziative più ampieche li accompagnano (Con-ferenze, Convegni, Semina-ri di formazione ecc.); nonsono solo un “fare” insie-me, ma soprattutto un ope-rare che ha le sue radici invalide motivazioni, in unavera e propria “filosofia”che li ispira, collaudata daanni di esperienze, sempre

arricchenti e da rinnovare. I gemellaggitra paesi di Stati diversi hanno il duplicee convergente obiettivo di contribuiredal basso all’unificazione europea, am-pliando la visione culturale e sociale del-le nostre comunità locali. Una precisazione è necessaria. Per rea-lizzare un gemellaggio, così come persposarsi, bisogna essere in due: l’indi-viduazione del partner è quindi, ovvia-mente, essenziale. Avviene a volte percaso, quando un evento catastroficocome un’alluvione si abbatte su unacittà e l’altra va in soccorso. Ricordia-mo Praga sott’acqua e il Trentino mo-bilitatosi per venire in soccorso allepopolazioni stremate. Da qui nacque ilgemellaggio nell’aprile 2002, firmato

Attualità I gemellaggi: scambi culturali e strumenti di amicizia

7dicembre 2017

Camminiamo Insieme

dall’allora sindaco di Trento AlbertoPacher. Ma non possiamo dimenticarel’iniziale scambio culturale poi divenu-to gemellaggio nel maggio del 1966 tral’allora sindaco di Trento Edo Bene-detti e il primo cittadino di Berlino-Charlottenburg. Le motivazioni alla ba-se del patto di gemellaggio si sonorinsaldate negli anni attraverso i tradi-zionali scambi di visite, ma anche nel-le relazioni interpersonali avviate fra icittadini delle due comunità. Semprepiù numerosi sono i viaggi dei trentiniverso Berlino-Charlottenburg-Wilmers -dorf; scolaresche, ordini professionali,associazioni sportive, gruppi musicalie privati cittadini possono avere, tra-mite i competenti uffici per il gemel-laggio, appoggio e collaborazione perl’organizzazione di soggiorni e visite aTrento e a Berlino Charlottenburg-Wil-mersdorf.

L’attenzione da sempre dedicata agliinterscambi giovanili permette di ri-scontrare con il passare degli anniun’aumentata sensibilità verso i rap-porti di amicizia tra i cittadini delle duecittà, comprovata dall’incremento delnumero di richieste di informazioni esuccessive organizzazioni di trasferteverso Berlino Charlottenburg-Wilmers -dorf e di iniziative a Trento, nelle qualii rappresentanti tedeschi vengonosempre caldamente invitati.Estendendo i confini dei gemellaggianche oltre Europa, come in Brasile,Africa, Asia, il rapporto di interscambioculturale deve essere concepito, oltreche come strumento di amicizia, comeaccoglienza del “diverso”, confrontotra varie culture, contro ogni tentazio-ne di xenofobia, di chiusura etnica oreligiosa, di razzismo. Solo ponendo lebasi di un gemellaggio promosso dallesingole amministrazioni comunali sot-to il profilo etico-sociale, promuo-vendo un agire popolare attraverso ilcoinvolgimento della gente comune ecreando un interscambio culturale/reli-gioso/interetnico, e trovando poi oc-casioni propizie per visitare i luoghi ge-mellati… solo allora il progetto dimessa in comune delle proprie civiltàavrà uno scopo concreto e durata ga-rantita.

Alessandro Cagol

I gemellaggi sono una via ordinaria per cre-scere come Ac nella comunione tra Chiesesorelle e tra Ac sorelle.Concretamente, un gemellaggio è un lega-me di amicizia tra due Ac che può esserecoltivato in molti modi: iniziative comuni,visite nei rispettivi paesi, campiscuola fattiinsieme, scambio di materiali formativi,partecipazione ad una o più attività parti-colarmente rilevanti di ciascuna associa-zione, ecc. (dal sito www.azionecattolica.it)

Annuncio, incontro, relazione, reciprocità, servizio, amicizia, fraternità, sobrietà… Un impegnoche in quasi 50 diocesi italiane si traduce in un gemellaggio con la Chiesa di un altro paese delmondo, in particolare attraverso le Ac che aderiscono al Fiac, dalla Birmania alla Romania, dal-la Bulgaria al Kenya. Tutti poi siamo chiamati ad esprimere in varie forme amore e solidarietàalla Terra Santa, a camminare con i cristiani che la custodiscono.

8 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

L’arte come strumento di preghieraVita di Ac

Il tema sulla relazione arte-preghiera siè svolto a partire dall’arte che primaagisce nella sfera spirituale dell’uomo,quindi favorisce attraverso l’opera del-l’artista la preghiera, fino a fare delprodotto artistico una vera e propriatestimonianza di fede.Il pubblico ha potuto gradevolmentepercorrere questo tragitto attraverso laproiezione e relativa spiegazione di seiopere di Mirta De Simoni: Il Magnificat,Senza stella, l’Idea dell’essere, La Misericor-dia, La Carità (nel trittico rosminiano) eIn Cammino.

L’arte astratta in questi casi induce edevidenzia l’incompletezza della perso-na, la ricerca dell’io nel tu, il suo biso-gno di decentrarsi facendo spazio all’altro (vedi Maria ne Il Magnificat). De-scrive ancora la persona ferita e im-mersa nella contraddizione dolorosadell’umanità, dove può covare la dispe-razione (vedi il campo rosso nell’operaSenza stella), dove la preghiera segna il ri-torno alla consolazione, alla vita.L’astrazione inoltre mostra il senso delcolore e della luce (il bianco, il blu, ilrosso…), elementi fondamentali perogni espressione di esistenza (vedi an-che l’opera In cammino con il biancoche rigenera, il blu come sguardo alleorigini, il verde, la vita…).Non manca infine un richiamo silenteall’icona russa (vedi il giallo dorato sul-la croce del trittico rosminiano e nonsolo), quasi a ricordare che il dipintoproposto induce a non fermarsi allamaterialità oggettiva, ma ad andare ol-tre, nel mondo dello Spirito di Dio, ap-punto come nell’agire della preghiera.

Roberto

Giovedì 26 ottobre presso il polo culturale Vigilianum è proseguito il secondo incontro pubblico sul tema della preghiera. La relazione èstata offerta da una carrellata di opere della pittrice Mirta De SimoniLasta, commentata da Giuseppe Calliari, insegnante, artista,musicologo, entrambi legati all’Unione Artisti Cattolici Italiani (UCAI).

L’Azione cattolica della parrocchia Duomo - Santa Maria Maggiore di Trento invita quanti so-no interessati alla visita della mostra di Avvento “Verrà nello splendore della gloria”, allesti-ta dall’UCAI nella sala San Giovanni in Duomo martedì 12 dicembre dalle 17.15 alle 18.15, conmeditazione guidata dal mons. Lodovico Maule.

9dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Una giornata da incorniciare!Vita di Ac

E proprio una cornice è stata il filoconduttore dell’attività dei ragazzi; unacornice di cui all’inizio avevamo solo ipezzi (i 4 lati che la compongono),conquistati con fatica e sudore dalledue squadre di ragazzi che si sono sfi-date in giochi di abilità, di ingegno, di ve-locità e di equilibrio… I ragazzi si sonotrasformati dapprima in architetti, dise-gnando con i loro corpi i monumenti piùfamosi al mondo, poi hanno ricostruitoun puzzle di cui era necessario andare arecuperare i pezzi; si sono quindi tra-sformati in piccoli scrittori, sfidandosinel comporre la parola più lunga, poi inatleti e infine in cercatori di tesori neicorridoi del Seminario. Una volta recu-perati i 4 pezzi della cornice, siamo pas-sati all’assemblaggio e finalmente siamoriusciti a costruirla. Ci siamo quindi chie-sti a che cosa potesse servire una corni-ce, quei 4 pezzi di legno messi assie-me… Dalle nostre esperienze è emersoche nelle cornici vengono inserite foto-grafie, ricordi, frasi, quadri famosi,specchi… Tutte queste cose hanno incomune la caratteristica di essere im-portanti, di piacere a chi le ha scelte o diessere belle. Non incorniciamo quadri

brutti, fotografie mosse o fuori fuoco,persone che ci sono indifferenti o addi-rittura antipatiche, piuttosto le personea cui vogliamo bene, luoghi in cui ci sen-tiamo a casa, momenti speciali da ricor-dare. Anche nella nostra vita abbiamo,per fortuna, tanto da incorniciare; ognu-no di noi ha quindi scritto su una picco-la cornice di carta quello che vuole in-corniciare della propria vita: persone,esperienze, luoghi, momenti… La cor-nice è stata riempita dagli adulti, che suun poster hanno scritto cosa secondoloro dà sapore alla vita. Siamo quinditornati a casa con impresse nella mentele tante belle cose di cui sono costella-te le nostre vite, di cui magari, moltospesso, tendiamo a dimenticarci.

Maddalena

Anche i nostri ragazzi hanno partecipato, domenica 5 novembre, alla Giornata diocesana che, come ogni anno, ha riunito tutta l’Actrentina in Seminario a Trento per un momento unitario di formazione e di preghiera, incorniciato dalla gioia semplice dello stare insieme.

Grazie alla generosità dei partecipanti, durante la Santa Messa sono stati raccolti 440 €, che sa-ranno destinati all’Azione cattolica di Ischia, come proposto dal Centro Nazionale con l’inizia-tiva “Sosteniamo l’isola di Ischia” colpita dal terremoto dello scorso 21 agosto.

10 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

La preghiera: dare sapore alla vitaVita di Ac

Proponiamo una breve sintesi dell’interventodi Paola Bignardi alla Giornata unitaria del5 novembre a Trento, 3° incontro del ciclo “Eper favore non dimenticatevi di pregare perme! (Papa Francesco)” Ognuno si è fatto la propria idea di pre-ghiera. La maggior parte delle personela identifica con la messa della dome-nica e con le preghiere del mattino edella sera, che una certa generazioneha imparato a considerare abitudini delbuon cristiano; altri la identificano conesperienze di solitudine e di silenzioche, essendo impossibili nella vita or-dinaria dei cristiani comuni, finisconocon il considerare la preghiera veraquella di esperienze un po’ straordina-rie e alla portata di pochi.

Oggi sono presenti sostanzialmentedue modelli di preghiera: quella liturgi-ca delle parrocchie e quella monastica.La preghiera di una comunità si svi-luppa dentro un’esperienza dinamica:l’essere comunità non è un punto dipartenza per la liturgia, ma è dalla pre-ghiera che la comunità stessa viene a

poco a poco costruita. Si tratta di unaprospettiva impegnativa, che molti lai-ci non accettano, soprattutto quelliche cercano una preghiera che fungaun po’ da rifugio, da riparo dalla com-plessità della vita di ogni giorno.Esperienze di preghieraCome prega un laico? Difficile che i laici abbiano una scuola di preghieraadeguata: come in molti altri ambitidella loro vita, la loro preghiera acqui-sisce elementi da altre vocazioni, e ciòche ne soffre è, oltre che complessiva-mente la loro vita spirituale, la loro vi-ta: la esistenza concreta tende ancoraad essere percepita come un ostacoloalla preghiera, una distrazione, unoschermo opaco che rende difficile lacomunione con Dio. La domanda alla quale cercheremo dirispondere insieme sarà: che cosa si-gnifica pregare da laici, cioè senza sa-crificare i caratteri, gli impegni, le espe-rienze, le responsabilità di una vitalaicale? La preghiera è espressione della fedeche si traduce in relazione, in dialogo,in parola, e cambia con noi, prenden-do il colore della nostra età, delle si-tuazioni della nostra esistenza, dellenostre esperienze.Vi è una definizione della preghiera chetrovo essere una sintesi illuminante (eflessibile): quella di Charles De Fou-cauld: «pregare è pensare a Dio aman-dolo». Vi sono in essa due elementifondamentali della preghiera: la razio-

11dicembre 2017

Camminiamo Insieme

nalità e il cuore, in una sintesi cheesprime il rapporto quasi di identità trapreghiera e fede.La preghiera dentro la vitaIl laico sperimenta una vita che non gliappartiene, divisa com’è tra lavoro, fa-miglia, responsabilità, relazioni… Lapreghiera deve imparare a stare insie-me a tutto questo, diventa la scelta diogni giorno. Si è laici perché si sa ac-cettare la realtà e costruire in rapportocon essa il proprio progetto di vita.Questo non significa che ogni giorno siimprovvisi la propria preghiera, ma cia-scuno sa e sceglie quali sono i punti fer-mi di essa e quali sono gli elementi chedevono adattarsi al ritmo e alla com-plessità della sua esistenza quotidiana. Penso che si è superata la prova dellamaturità laicale il giorno in cui si co-mincia a incontrare Dio dentro questaricchezza di vita, nel mistero della vita,mistero dentro il Mistero. Con le paro-le della fede, penso si possa dire che loSpirito guida la coscienza in un “viag-gio interiore” alla scoperta della pro-fondità di noi stessi e del mistero dellanostra stessa vita, ci porta a scoprireche il Dio che cerchiamo abita nel cuo-re della nostra esistenza e del mondo. La preghiera è scrutare la vita per co-gliere in essa i segni della presenza diDio. Così quanto accade nella vita, dal-la Parola può essere illuminato; quan-to si legge nella Scrittura può venire il-luminato – ricreato, rivissuto, resocontemporaneo – dai fatti.

La Bibbia è scuola di preghiera soprat-tutto attraverso i Salmi, in cui Dio ciinsegna le parole e gli atteggiamenticon cui rivolgerci a Lui e con cui staredentro la vita. E poi c’è la comunità cristiana, scuo-la ed esperienza di preghiera. Alla scuola di chi prega, si impara chese la preghiera è dialogo, è necessaria-mente ascolto. Ascolto di Dio che par-la a ciascuno di noi e all’umanità inte-ra. L’incontro con la Parola di Dio èscoperta di un atteggiamento spiritua-le: stare in ascolto di Dio, scoprire cheDio ha qualcosa da dirci, e che le sueparole sono parole d’amore, di re-sponsabilità, di vita, di misericordia. Accanto a una comunità parrocchialeche vive con serietà e impegno la pro-pria vita di preghiera, l’Azione catto-lica è l’esperienza laicale in cui si im-para, insieme all’amore per la Chiesa, ilvalore di una preghiera che va d’accor-do con la vita e non la percepisce co-me antagonista di Dio.

Tutti i contributi degli incontri culturali sulla preghiera sono disponibili online sul sitowww.azionecattolica.trento.it alla pagina “incontri diocesani - incontri di approfondimento”. Abreve le relazioni saranno stampate in un fascicolo richiedibile presso la segreteria diocesana.

12 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Faccio parte dell’Azione cattolica dacirca 70 anni, con alti e bassi a se-conda dei vari decenni, dell’età mia,degli impegni di lavoro e di famiglia.L’esperienza fatta in Ac, sia in parroc-chia che in diocesi, è stata il filo con-duttore di tutta la mia vita: mi sonosempre sentita accompagnata, soste-nuta e aiutata.“Tu hai il pallino dell’Ac”, mi è statodetto in una riunione parrocchiale,quasi a sottolineare che non mi inte-ressavo di altro. Al che ho risposto cheforse era vero, ma che questo mi aiu-

tava ad avere il “pallino” della par-rocchia con le sue attività e quindiun’apertura di preghiera e amore ver-so tutta la Chiesa e il mondo.

Non ho nostalgia dei decenni tra-scorsi, né del modo di vivere nel pas-sato l’impegno in associazione. Se cipenso, vedo un lungo cammino cheparte da molto lontano e mi portagradatamente ad oggi attraverso per-sone, impegni concreti, turni di cate-chesi e di preghiera che sembranoadattarsi alla mia età, ai miei ritmi, al-le circostanze attuali, alle esigenzedella vita famigliare e parrocchialeche mi ritrovo.Ripercorrendo gli anni passati ricordo ilgrande lavoro di formazione, di impe-gno nella Chiesa e negli ambienti di vi-ta quotidiana portato avanti dall’Ac.Ora vedo lo stesso impegno, anche secon numeri diversi, per la formazionepersonale e di gruppo, per l’attivitànella Chiesa e per la sensibilità nella vita sociale.È naturale che il modo di presentarsidell’associazione, il suo agire, le sueproposte, siano diversi. Ma l’essenza,l’intimo sentimento, il desiderio di es-sere in sintonia con la Chiesa, di esse-re lievito nel mondo è rimasto forte.Oggi abbiamo tanto bisogno di fer-marci a pensare, a riflettere, a pregare.Approfittiamo delle molteplici occa-sioni che l’Ac ancora ci offre in abbon-danza.

Amelia

Grandi storie, piccole storie

Attraverso la nostra stampa stiamo ricordando l’anniversario della nascita di Azione cattolica a livello nazionale e in diocesi,rispettivamente i 150 e i 120 anni dalla fondazione. In parrocchia a Lavis l’Ac c’è da circa 90-100 anni.

120 ANNI

13dicembre 2017

Camminiamo Insieme

Pensare alla Terra Santa non è solo pen-sare a un luogo geografico, è pensare auna storia che ci appartiene e ci inter-pella, è sentire il profumo di casa e il ca-lore delle relazioni più profonde. Que-sto progetto nasce dalla scelta dellaPresidenza nazionale di rendere grazieper i 150 anni di Ac regalandosi un cam-mino di solidarietà con la Terra Santa, ein particolare con Betlemme e i bambi-ni dell’Hogar Niño Dios. L’Hogar NiñoDios è una casa di accoglienza per bam-bini disabili fisici e mentali, abbandona-ti o in grave necessità, gestita dalle reli-giose e dai religiosi della Famiglia delVerbo Incarnato. La casa è una famiglia

per 28 bambini e ragazze che altrimentinon avrebbero dove andare.

Il progetto è partito nel luglio del 2017 emolti hanno già aderito con entusiasmoe generosità, ora si sta approntando laprogrammazione per il prossimo 2018. Per informazioni, contatti e testimo-nianze di chi ha partecipato è possi-bile visitare la pagina Facebook “Alvedere la stella”, o scrivendo ad [email protected]. Per so-stenere il progetto è possibile versareuna libera sottoscrizione attraverso il si-to nazionale dell’Azione cattolica (ri-quadro “Sostieni l’Ac”) o acquistandol’agendina Ave 2018.

Fabiola

“Al vedere la stella”Un’esperienza di servizio dell’Azione cattolica con i bambini di Betlemme

ACI

La Presidenza nazionale dell’Azione Cattoli-ca Italiana propone a tutti coloro che voles-sero ritagliarsi un po’ di “tempo santo” unapermanenza di 10 giorni a Betlemme, per da-re una mano alle suore che gestiscono la ca-sa aiutandole a prendersi cura dei bambiniche vivono all’Hogar. Il sogno che ci guida èpoter portare ogni mese massimo 4 persone(o almeno 3), dai 18 anni in su, per far servi-zio in un luogo particolarmente caro a noicristiani. L’Hogar si trova a “due passi” dallaBasilica della Natività di Betlemme. Tutti ivolontari saranno sistemati nella casa SanJosè che si trova a poca distanza. Oltre al-l’esperienza di servizio, quindi, avranno an-che modo di rivedere la propria vita, recarsinei luoghi santi, conoscere altri volontari egli abitanti del posto. È previsto un contri-buto per sostenere le spese di viaggio e dipermanenza.

14 dicembre 2017

Camminiamo Insieme

“Martin Luther King”, scritto da Tere-sio Bosco nel 1983, è un libro trovato inuna bancarella qualche anno fa; l’anni-versario della Dichiarazione dei DirittiUmani del prossimo 10 dicembre, oltreal clima spesso infervorato che si respi-ra su questi temi, mi ha incoraggiata aleggerlo per conoscere la storia di que-st’uomo, premio Nobel per la Pace nel1964. È vissuto in America tra il 1929 eil 1968, quando fu ucciso. La sua vita siè svolta per gran parte a sostegno deidiritti dei neri. Ha “combattuto” affin-ché cadessero le differenze di razza chetrasformavano i cittadini neri in personedi serie B, in persone senza diritti, chepotevano essere sfruttate, violate; per-sone che era lecito addirittura non pen-sare fossero persone. Luther King ha“combattuto” perché questo finisse. Ilmodo con cui ha portato avanti questalotta l’ha appreso negli anni di studio,quando ha incrociato la biografia diGandhi: lo ha studiato, ha approfondi-to la teoria della non violenzada lui praticata e ne ha fattola sua dottrina, il suo modusoperandi. E così un giovane – epoi un uomo – che esterior-mente non sembrava un tra-scinatore di folle si è ritrova-to a guidare la rivoluzionenera. Non tutto, non sempreè andato come lui sognava.

Per difficoltà, per disorganizzazione, peringenuità, per incapacità; anche per lacattiveria dei molti bianchi, che si sen-tivano defraudati dei loro diritti a pen-sare di doverli “condividere” con perso-ne di razza diversa, o dei neri che noncondividevano il suo stile. Una battaglianon violenta quella che ha guidato dal1955, iniziata con il caso Rosa Parks peri posti sugli autobus; da allora, subirepestaggi o essere incarcerati è diventa-to il prezzo da pagare perché fossechiaro che ciò che stava a cuore nonera la salvezza dei singoli, ma il riscattodi un intero popolo e la richiesta era ilcambio di mentalità dell’intera nazione.Nel libro più volte si fa riferimento allapaura: proprio questa vuole sconfigge-re Martin Luther King, offrendo oltre al-la Speranza della giustizia eterna anchela certezza che insieme è possibile tra-sformare questo mondo, perché diven-ti più giusto e accogliente per ogni uo-mo. Il suo discorso, quello che parla del

sogno di uguaglianza, in que-sti 50 anni ha fatto molti pas-si in avanti. Il lavoro perònon è compiuto, l’umanitàha ancora bisogno di uominie donne che lottino perché laDichiarazione dei Diritti Uma-ni trovi compimento in ogniangolo della Terra.

Roberta

Martin Luther King «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essisono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altriin spirito di fratellanza». (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 1)

15dicembre 2017

Camminiamo Insieme

L’Agenda di AcAppuntamenti di gennaio

Sabato 20 gennaio

presso l’oratorio di Pomarolo

(Via S. Cristoforo, 3/A)

III Giornata di Spiritualità

dell’itinerario “Vivere il Vangelo oggi”

sul tema “Discepoli-missionari”

animata dall’assistente

don Giulio Viviani

Iscrizioni entro mercoledì 17 gennaio

.

Domenica 28 gennaio dalle ore 9 alle ore 16.30presso il Seminario di Trento(Corso 3 novembre, 46)II Giornata diocesana unitaria “Tutto quanto aveva per vivere. Il posto privilegiato dei poveri

nel Popolo di Dio”con Festa della Pace Acr.Iscrizioni entro mercoledì 24 gennaio, possibilità di trasporto con pullman.Programma e note tecniche sul prossimo numero.

NB: sarà con noi l’ArcivescovoLauro dalla Santa Messa delle ore 9 al pranzo.

DA SEgnArE In AgEnDA!Da venerdì 15 a domenica 17 giugno gita associativa a Roma, per conoscere i luoghiin cui l’Azione cattolica nazionale vive oggi e quelli che hanno fatto grande e bella lasua storia nel tempo, con visita all’archivio storico nella Domus Mariae, dove potre-mo visionare anche i nostri documenti diocesani.Sarà un fine settimana per stare insieme, per girare per Roma guidati dal nostroesperto assistente diocesano don Giulio Viviani, per sostare davanti ai monumenticelebri e dentro la nostra culla spirituale. Per cominciare a festeggiare l’Ac diocesa-na sulla soglia dei suoi primi 120 anni!

Maggiori informazioni sui prossimi numeri.

«Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio»(Gv 1, 9-12)

Buon Natale e lieto 2018ai tutti i lettori!