adeguatezza e sostenibilitÀ delle pensioni · sezione 3 identifica le leve per affrontare tali...
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1. INTRODUZIONE
In Europa le pensioni, erogate
essenzialmente con regimi pubblici a ripartizione, rappresentano la fonte di
reddito principale per gli anziani. Le persone che percepiscono una pensione
costituiscono una quota significativa e — a
causa dell'invecchiamento demografico — crescente della popolazione dell'UE
(circa 124 milioni, pari a un quarto della popolazione totale1).
I sistemi pensionistici europei si trovano
dinanzi a una duplice sfida: da un lato
mantenere la sostenibilità finanziaria e dall'altro fornire ai cittadini europei un
reddito adeguato durante la pensione. La finalità ultima dei sistemi pensionistici è
proteggere gli anziani dalla povertà, consentendo loro di godere di un tenore di
vita dignitoso e di essere economicamente indipendenti in vecchiaia. La sostenibilità
finanziaria dei regimi pensionistici è
indispensabile a tal fine. Le pensioni hanno ripercussioni significative sui bilanci
pubblici e sull'offerta di lavoro che le politiche pensionistiche devono prendere
in considerazione.
In base al principio 15 del pilastro europeo
dei diritti sociali, i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi in pensione hanno
diritto a una pensione commisurata ai loro
1 2013, fonte: Commissione europea
(DG ECFIN) e Comitato per la politica economica (CPE). Relazione 2015 sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio dei 28 Stati membri
dell'UE (2013-2060). European Economy 3/2015.
contributi e che garantisca un reddito
adeguato. Detto principio cita espressamente il criterio delle pari
opportunità tra donne e uomini nell'acquisizione dei diritti pensionistici e
sancisce il diritto a risorse che garantiscono una vita dignitosa.
I principali obiettivi delle politiche in materia di pensioni e pensionamento
sono: i) fornire un reddito adeguato in vecchiaia, garantendo (ii) sostenibilità
finanziaria e iii) massimizzando l'occupazione (nello specifico, mediante
incentivi a favore di carriere formali stabili e l'allungamento della durata della vita
attiva per donne e uomini).
La sezione 2 del presente documento
descrive le principali sfide strategiche, la sezione 3 identifica le leve per affrontare
tali sfide e la sezione 4 analizza le politiche degli Stati membri.
2. SFIDE STRATEGICHE: PANORAMICA DEI RISULTATI NEI
PAESI DELL'UE
Il progressivo invecchiamento della
popolazione nell'arco dei prossimi trenta-cinquant'anni complicherà
significativamente la sfida rappresentata dalla realizzazione dei suddetti obiettivi. La
transizione a una popolazione in età attiva più ridotta, dovuta ai bassi tassi di fertilità
e all'aumento della longevità, richiederà un adeguamento dei regimi pensionistici e
degli accordi sulle pensioni in tutti gli Stati
membri. Con l'approssimarsi all'età della pensione dei primi figli del "baby-boom",
le ripercussioni sull'adeguatezza e sulla
SCHEDA TEMATICA PER IL SEMESTRE EUROPEO
ADEGUATEZZA E SOSTENIBILITÀ DELLE PENSIONI
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sostenibilità dei sistemi pensionistici non sono più così remote.
Oggi la popolazione di over-60 aumenta di circa due milioni l'anno, quasi il doppio
rispetto all'incremento osservato alla fine degli anni '90 e agli inizi del 20002. Allo
stesso tempo, nei prossimi decenni il numero di persone in età lavorativa
primaria (20-59) continuerà a calare di anno in anno, considerato che la
popolazione in età attiva che va a
sostituire la generazione del "baby boom" è molto meno numerosa. A lungo termine
l'aspettativa di vita a 65 anni nell'UE3 aumenterà di circa 4 anni, passando da
17,9/21,2 (uomini/donne) anni nel 2015 a 22,4/25,6 nel 2060. Le stime per il 2060
sono tratte dalla relazione 2015 sull'invecchiamento demografico4 (cfr. il
Grafico A1 nell'allegato).
2.1. La sfida dell'adeguatezza
I parametri per misurare l'adeguatezza
delle pensioni sono:
1) la capacità di prevenire la povertà;
2) la misura in cui sostituiscono il reddito da lavoro;
3) la durata del percepimento.
Grafico 1 -Percentuale di over 65 a rischio di povertà o esclusione sociale, 2016
2 Ibid. 3 Salvo diversa indicazione, i dati contenuti nella presente scheda si riferiscono ai paesi dell'UE-28. 4 Cfr. nota a piè di pagina 1.
Fonte: Eurostat, EU-SILC. Data di estrazione dei dati:
31 ottobre 2017, *-dati del 2015 per l'Irlanda.
Nota. dati standardizzati (UE-28=0), rosso (a destra)
- sopra la media UE, blu (a sinistra) - sotto la media
UE.
Il grafico 1 illustra una parte essenziale
della sfida relativa all'adeguatezza delle pensioni per gli Stati membri,
evidenziando la loro posizione rispetto alla media dell'UE in termini di percentuale di
over 65 a rischio di povertà o esclusione sociale. I paesi che superano la media
sono indicati in rosso a destra, con il livello più adeguato per la Bulgaria, che
oltrepassa di circa 30 punti percentuali la
media dell'UE.
Nel 2016 il 14,7% degli over 65 anni era a rischio di povertà (cioè, con meno
del 60% del reddito medio di un determinato paese), rispetto al 17,9% del
resto della popolazione. Tra i diversi paesi
esistono comunque notevoli differenze nei tassi di povertà, che vanno dal 5,7% della
Slovacchia al 40,2% dell'Estonia (cfr. grafico A3). Nell'UE in media il divario di
povertà per gli over 65 anni si attestava nel 2015 al 16,5% (cfr. grafico A4). In
altri termini, il reddito medio degli anziani in situazione di povertà era pari all'83,5%
della rispettiva soglia di povertà nazionale.
In tutta l'UE i pensionati sono stati nella
maggior parte dei casi meno colpiti dalla crisi rispetto alle generazioni più giovani e
durante la crisi hanno mantenuto in larga misura il loro tenore di vita. Mentre
BGLV
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Sotto la media (UE-28 = 0) Sopra la media
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dall'insorgere della crisi il rischio di povertà si è acuito per le persone al di
sotto dei 65 anni, passando da circa il
16% nel 2008 al 17,9% nel 2016, per gli over 65 il tasso è sceso nello stesso
periodo, passando dal 17,8% nel 2008 al 14,7% nel 2016 - un'evoluzione che ha
interessato sia uomini che donne, sia pensionati più anziani che più giovani.
Eppure in alcuni paesi la povertà tra gli anziani continua a rappresentare un
problema, in particolare per le donne.
In futuro, in molti paesi il reddito da
pensione disponibile per una persona con bassi guadagni e una carriera breve
resterà al di sotto della soglia di povertà, nonostante le disposizioni sul reddito
minimo. In diversi Stati membri l'importo del reddito minimo non raggiunge neppure
la metà della soglia di povertà. Solo in
alcuni paesi le disposizioni sul reddito minimo - senza risorse aggiuntive - sono
sufficienti ad eliminare il rischio di povertà per gli anziani.
Per quanto concerne la capacità delle
pensioni di sostituire il reddito da
lavoro precedente il pensionamento, il reddito da pensione netto percepibile in
diversi Stati membri dopo una carriera di 40 anni con retribuzione media fino
all'età pensionabile standard è compreso tra il 50% e il 114% delle retribuzioni
medie5(nel 2013). In genere, i tassi di sostituzione tendono a essere maggiori
per le persone con un basso profilo
retributivo e relativamente minori per i lavoratori con guadagni elevati, a causa
del carattere redistributivo della maggior parte dei regimi pensionistici pubblici.
Sebbene le pensioni rappresentino la fonte
principale di reddito per gli anziani in
Europa, il tenore di vita nella terza età dipende anche da altri fattori, come ad
esempio la proprietà immobiliare e la ricchezza finanziaria, l'accesso ad altre
5 Commissione europea [Direzione generale
per l'Occupazione (DG EMPL)] e Comitato per
la protezione sociale (SPC). Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni. attuale e futura
adeguatezza del reddito nella vecchiaia nell'UE. Volume I. Commissione europea. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
prestazioni (quali i sussidi per l'alloggio o la fornitura di riscaldamento) e servizi,
nonché dalle opportunità di lavoro. È
altresì importante valutare se il reddito da pensione permetta ai pensionati di
soddisfare adeguatamente le loro esigenze in generale e, in particolare, quelle relative
all'assistenza sanitaria, ai servizi sociali e all'assistenza a lungo termine, che
aumentano con l'età.
Il tempo trascorso in pensione è collegato
alle questioni di sostenibilità, poiché con la durata della pensione aumentano anche i
costi correlati. In base alle stime nell'UE, nel 2016 la durata della pensione variava
da 16,5 anni in Bulgaria a 24,5 anni in Francia (cfr. grafico 3).
2.1.1. Gruppi di pensionati meno tutelati tra i pensionati attuali
In tutta l'UE le donne percepiscono una
pensione inferiore rispetto agli uomini, in media del 36% in meno. Nei diversi Stati
membri il divario pensionistico di
genere6 per la fascia di età dai 65 ai 79 anni (tenendo conto di coloro che
percepiscono un reddito da pensione) andava nel 2016 da un valore basso come
l'1,8% dell'Estonia a un valore elevato quale il 48,7% di Cipro
(grafico A7). Inoltre, in alcuni Stati membri le donne che hanno diritto alla
pensione sono meno rispetto agli uomini
(Spagna). Tale divario è dovuto principalmente alle differenze nei diritti
pensionistici in base al reddito da lavoro formale. In altri termini, le disparità sono
frutto delle retribuzioni inferiori, dei maggiori contratti part-time e delle
carriere lavorative più brevi delle donne rispetto agli uomini7. Tuttavia, anche la
configurazione del sistema pensionistico
riveste la propria importanza. Benché a lungo termine il divario di genere nelle
pensioni possa essere ridotto garantendo maggiori pari opportunità nell'occupazione
per donne e uomini, altri elementi specifici dei regimi pensionistici, quali il
6 La differenza, in percentuale, tra la pensione media percepita dalle donne e dagli uomini. 7 Per maggiori informazioni, cfr. la scheda tematica per il semestre europeo sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
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riconoscimento a fini pensionistici dei periodi dedicati all'assistenza e le
prestazioni ai superstiti, continueranno a
svolgere un ruolo essenziale per colmare il divario. In alcuni paesi le donne hanno
diritto al riconoscimento a fini pensionistici dei periodi dedicati all'assistenza dei figli.
A causa della più elevata aspettativa di
vita delle donne rispetto agli uomini, nella maggior parte degli Stati membri le
pensioni delle donne sono maggiormente
influenzate, , dalle conseguenze a lungo termine dell'indicizzazione incompleta
delle pensioni alle retribuzioni. Le donne sono inoltre maggiormente esposte alla
povertà in vecchiaia (16,8% nel 2016) rispetto agli uomini (12,1%) perché,
vivendo in genere più a lungo dei partner, restano vedove e vivono in famiglie
monoparentali (grafico A3; cfr. altresì
grafici A5 e A6). Le pensioni dei superstiti possono garantire un'efficace protezione
contro il rischio di difficoltà economiche causato dal decesso del partner.
Le persone anziane sono in una migliore
posizione rispetto alla popolazione in età
attiva in termini di proprietà abitativa e ricchezza finanziaria. Tuttavia, tra la
popolazione di anziani esistono notevoli differenze di genere in molti Stati membri,
per quanto concerne l'abitazione di proprietà e l'esposizione a disagio
abitativo grave. Le donne over 65 tendono a essere proprietarie di abitazione e
ricchezze finanziarie in proporzioni
nettamente inferiori rispetto agli uomini.
Per quanto concerne l'abitazione, la situazione presenta notevoli differenze
nell'UE. Oltre tre quarti della popolazione dell'UE dai 65 anni in su vive in abitazioni
occupate dal proprietario e i tassi nazionali vanno da percentuali leggermente
superiori alla metà (Cipro, Paesi Bassi e
Austria) sino a quasi il 100% (Croazia, Lituania, Romania, Slovacchia). Tuttavia,
in alcuni paesi (Bulgaria e Grecia) una porzione significativa di persone ha speso
oltre il 40% del reddito equivalente disponibile per l'alloggio, percentuale
riconosciuta quale soglia per considerare le famiglie oberate dai costi per l'alloggio.
2.1.2. Sostituzione del reddito: adeguatezza futura
Anche se le recenti riforme delle pensioni pubbliche sono tese a migliorare o
mantenere il ruolo svolto dalle pensioni per la protezione dalla povertà, in futuro la
maggior parte di tali riforme provocherà
una diminuzione dei tassi di sostituzione (pensioni rispetto ai redditi precedenti). I
tassi di sostituzione teorici dovrebbero andare approssimativamente dal 40,1% al
92,5% nel 2053 (tabella 2 in allegato).
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Grafico 2 – Differenza in punti percentuali tra il 2013 e il 2053 dei tassi di sostituzione teorici lordi, per tipo di pensione, lavoratore con retribuzione media
Fonte: Commissione, SPC. Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni.
Nota. Fonte dei dati: Stati membri e OCSE. La differenza positiva indica un tasso di sostituzione teorico lordo più
elevato nel 2053 rispetto al 2013. I dati del 2013 per la Grecia non sono disponibili. Suddivisi per cambiamento
totale del tasso di sostituzione teorico lordo per una carriera di 40 anni a retribuzione media to sino alla normale età pensionabile (SPA)]. In caso di differenze di genere, i risultati riportati si riferiscono agli uomini.
Il grafico 2 illustra l'evoluzione prevista nei
tassi di sostituzione lordi tra il 2013 e il 2053 per una carriera di 40 anni
lavorativi con un guadagno medio sino
all'età pensionale specifica del paese8.
Il grafico 2 indica altresì l'evoluzione prevista dei vari pilastri del sistema
pensionistico. Nel complesso, non si osserva una netta tendenza a livello di UE:
i cambiamenti previsti nel tasso di
sostituzione teorico lordo tra il 2013 e il 2053 vanno da -30 a +12 punti
percentuali per la situazione professionale di base (linee orizzontali azzurre).
Tuttavia, è importante sottolineare che la suddivisione in componenti dei
8 Si tratta di un'unità di misura concordata dell'adeguatezza delle pensioni, che indica la
pensione in percentuale del reddito di lavoro
nell'ultimo anno precedente il pensionamento per un lavoratore con una determinata carriera
professionale. In questo caso specifico, fa riferimento a una carriera senza interruzioni, a retribuzione media, dall'età di 25 anni fino alla normale età pensionabile.
cambiamenti dei tassi di sostituzione
teorici lordi rivela un declino generale dei diritti pensionistici nei regimi pensionistici
pubblici (indicato dalle linee blu). Per un
lavoratore con una retribuzione media, i tassi di sostituzione dei regimi pubblici a
ripartizione dovrebbero scendere di oltre cinque punti percentuali in 16 Stati
membri e di oltre 15 punti percentuali in sei Stati membri. Secondo le previsioni,
questo divario dovrebbe essere in parte compensato dall'aumento dei diritti nei
regimi a capitalizzazione in 16 Stati
membri. I diritti pensionistici proverranno sempre più da regimi a capitalizzazione e
l'adeguatezza delle pensioni sarà sempre più dipendente dai mercati finanziari.
Le tendenze riguardo alla futura
adeguatezza delle pensioni possono essere
valutate anche con indicatori derivati da proiezioni sulla spesa. Diversamente dai
tassi di sostituzione teorici, il rapporto dei
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Pubblici diretti Pubblici pre-finanziati Regimi privati occupazionali e altri regimi pre-finanziati Totale
Differenza in punti percentuali,2013-2053
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benefici9 e il tasso di sostituzione lordo medio10 rispecchiano la spesa
pensionistica complessiva (tabella 2,
colonne 2 e 3). In linea generale le proiezioni per il rapporto dei benefici e il
tasso di sostituzione lordo medio nel periodo 2013-2060 confermano la
tendenza che vede un declino dei futuri tassi di sostituzione delle pensioni
pubbliche.
2.1.3. Durata del pensionamento
È necessario che le pensioni sostengano i
beneficiari per un periodo di tempo sufficiente. Considerato l'aumento
dell'aspettativa di vita, è imperativo adattare i regimi pensionistici. Oggi la vita
lavorativa inizia più tardi e si allunga,
mentre le persone vivono in genere più a lungo. È quindi importante calcolare la
proporzione tra gli anni trascorsi al lavoro e quelli in pensione (cfr.
grafico 3).
Grafico 3 — Tempo trascorso in diverse condizioni professionali, 2013
9 Il rapporto dei benefici è rappresentato dei benefici medi delle pensioni pubbliche o pubbliche e private, rispettivamente in
proporzione alla retribuzione media a livello di economia (stipendi e remunerazioni lorde per i dipendenti) (Commissione, PCE). 10 Il "tasso lordo di sostituzione media"
corrisponde alla prima pensione media in proporzione alla retribuzione media al
momento del pensionamento. I dati sono stati forniti dagli Stati membri nell'ambito degli esercizi di proiezione del gruppo di lavoro sull'invecchiamento.
Fonte: Eurostat e relazione 2015 sull'invecchiamento
In media gli anni trascorsi in pensione vanno dai 16,5 ai 24,5. Ancor più
importante è il fatto che la proporzione del tempo trascorso in pensione e al lavoro è
in media del 50% nell'UE, e varia dal 37% della Lettonia al 61% del Lussemburgo.
2.2. La sfida dell'occupazione
Un indicatore standard per la sfida dell'occupazione connessa alle pensioni è il
tasso di occupazione dei lavoratori anziani della fascia di età tra i 55 e i 64 anni. Un
incremento del tasso di occupazione per le
persone di tale fascia di età consentirebbe loro di provvedere meglio a se stesse sino
al raggiungimento dell'età pensionabile e contribuirebbe altresì al conseguimento
dell'obiettivo generale di Europa 2020 volto a raggiungere un tasso di
occupazione del 75% per le persone dai 20 ai 64 anni.
Poiché l'età pensionabile statutaria è in aumento, la sfida da vincere in materia di
adeguatezza delle pensioni è riuscire ad accrescere la partecipazione degli anziani
al mondo del lavoro, al fine di colmare lo
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90
EU
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prima dell'attività lavorativa durante l'attività lavorativa in pensione
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scarto tra vita attiva e percepimento della pensione massima.
Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani è influenzato da una serie di fattori
sia a livello di domanda e di offerta che di meccanismi fiscali e previdenziali.
Tuttavia, l'equilibrio tra anni contributivi e anni di pensionamento non dipende
soltanto dal tasso di occupazione al termine della vita lavorativa. Anche l'età di
prima occupazione e la stabilità del lavoro nel corso della carriera sono fattori
essenziali. In effetti, un indicatore ancora più pertinente è la durata media della
vita attiva.
Nel grafico 4 la sfida dell'occupazione
correlata alle pensioni è illustrata dalla differenza tra i risultati ottenuti dagli Stati
membri rispetto alla media dell'UE in termini di durata della vita attiva e tasso
di occupazione dei lavoratori anziani. I paesi che hanno raggiunto risultati inferiori
alla media sono elencati a sinistra della
linea verticale che rappresenta la media dell'UE (UE = 0), mentre quelli che hanno
ottenuto risultati superiori a destra.
Nel 2016 il tasso di occupazione per i lavoratori di età compresa tra i 55 e
i 64 anni andava dal 36,3% in Grecia
al 75,5% in Svezia, con una media dell'UE pari al 55,3% (cfr. tabella 3 e grafico A8
nell'allegato). In quattro paesi aveva un lavoro meno del 40% dei lavoratori anziani
(Grecia, Croazia, Lussemburgo e Slovenia). Il tasso di occupazione delle
donne della fascia di età dai 55 ai 64 anni andava dal bassissimo 26,4% di Malta
al 73,5% della Svezia, mentre la media
dell'UE era del 48,9%. In due paesi il tasso di occupazione delle donne anziane
era inferiore al 30% (Grecia e Malta). L'occupazione delle donne anziane è
ostacolata nei seguenti ambiti:
sistemi pensionistici (ad esempio, età
pensionabile più bassa per le donne); equilibrio tra attività professionale e
vita familiare (ad esempio, accesso inadeguato all'assistenza di bambini e
anziani); luoghi di lavoro e mercato del lavoro
(ad esempio, mancanza di approcci
gestionali che tengano conto di età e genere)11.
Nel 2016 il divario di genere nella durata della vita attiva era ancora significativo e
la partecipazione nel mercato del lavoro per le donne era in media di 4,9 anni in
meno (33,1 anni) rispetto agli uomini (38 anni) (grafico A9 nell'allegato). La media
presenta variazioni significative tra gli Stati membri, ad esempio con un divario
di 12,8 anni a Malta, di 9,5 anni in Italia e
di 7,7 anni in Irlanda. Nel 2015 l'aspettativa di vita a 65 anni andava dai
16,0 anni in Bulgaria ai 21,6 anni in Francia (cfr. tabella 3).
Grafico 4 — Durata media della vita attiva
e tasso di occupazione dei lavoratori anziani (55-64) (2016)
Fonte: Eurostat.
Nota: dati standardizzati (UE-28 = 0); data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017.
In seguito alle recenti riforme pensionistiche, l'orario di lavoro e la
durata della carriera professionale
assumeranno un peso molto maggiore per la futura adeguatezza delle pensioni.
Cambiamenti quali la più stretta correlazione tra i contributi basati sul
11 Per maggiori informazioni, cfr. la scheda tematica per il semestre europeo sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro).
SEDE
DKEE
LTNLUK
LVFI
CZIE
Euro-19BG
CYPT
ITFR
HUATESSK
PLBE
MTRO
LUSI
HREL
-25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25
Tasso di occupazione dei lavoratori piùanziani (55-64), 2016 (valorestandardizzato UE-28=0)
Durata della vita lavorativa, 2016(valore standardizzato UE-28=0)
-20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25
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reddito da lavoro e l'aumento dei diritti pensionistici, l'innalzamento dell'età
pensionabile e le limitazioni al
pensionamento anticipato sono volti nella loro totalità a rafforzare il ruolo di una vita
professionale a tempo pieno più lunga e meno saltuaria per sostenere lo sforzo
teso ad accumulare diritti sufficienti per una pensione dignitosa.
Il grafico A10 illustra le ripercussioni del
prepensionamento obbligatorio di 5 anni
per disoccupazione sui futuri tassi di sostituzione (nel 2053+), rispetto ai tassi
di sostituzione di coloro che riescono a completare la carriera sino alla normale
età pensionabile.
Sono previste riduzioni anche superiori per
chi non conclude una carriera completa di 40 anni di contributi. Dopo una carriera di
soli 30 anni12, il tasso di sostituzione netto per le persone con un reddito sia medio
che basso dovrebbe diminuire, in 23 Stati membri, di oltre 10 punti percentuali
rispetto a quello di una persona che ha avuto una carriera completa e, in sei Stati
membri, di oltre 20 punti percentuali.
Nonostante nell'ultimo decennio in molti
paesi si siano registrati miglioramenti significativi nella durata della vita attiva,
per il momento solo in alcuni Stati membri si arriva ai 40 anni per gli uomini, e in
nessun paese per le donne. Oggi ancora
molte persone riescono a concludere la carriera 5-10 anni prima del numero di
anni necessario per la pensione massima.
2.3. La sfida della sostenibilità
La sostenibilità si riferisce all'equilibrio
fiscale e finanziario tra attività e passività (e al rapporto tra lavoratori/
contribuenti e pensionati/beneficiari) nei regimi pensionistici. Per esseri sostenibili a
lungo termine, i regimi pensionistici pubblici devono potere assorbire gli effetti
12 Commissione europea (DG EMPL) e
comitato per la protezione sociale (SPC), 2015. Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni.
adeguatezza del reddito nella vecchiaia nell'UE oggi e domani. Volume I. Commissione europea. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
dell'invecchiamento senza destabilizzare le finanze pubbliche.
I costi delle pensioni rappresentano larga parte della spesa pubblica (nel 2013
l'11,3% del PIL nell'UE, ma dal 6,9% nei Paesi Bassi al 16,2% in Grecia -
Tabella 3), nonché uno dei fattori principali riguardo alla posizione attuale, oltre che a
medio e lungo termine, del bilancio pubblico.
Grafico 5 — Proiezioni delle modifiche alla spesa pubblica lorda per le pensioni in p.p. del PIL (2013-2060)
Fonte: Commissione europea (DG ECFIN) e Comitato
per la politica economica (CPE). Relazione 2015
sull’invecchiamento demografico: proiezioni
economiche e di bilancio dei 28 Stati membri dell'UE
(2013-2060). European Economy 3/2015.
In base alle stime attuali, nel periodo 2013-2040 la spesa pensionistica pubblica
nell'UE dovrebbe aumentare di 0,4 punti percentuali, raggiungendo l'11,7% del PIL,
prima di assestarsi a circa l'11% nel 2060. Nel periodo dal 2013 al 2060 si prevede
un calo di circa 0,2 punti percentuali.
Tuttavia, la rosa delle proiezioni
riguardanti l'evoluzione della spesa pensionistica pubblica presenta notevoli
differenze tra Stati membri (cfr. il Grafico 5 e tabella 3 dell'allegato).
La Croazia registrerebbe il maggior calo nella dotazione della spesa pubblica per le
pensioni (3,9 punti percentuali del PIL),
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assieme a Lettonia, Danimarca (entrambe a 3,1 punti percentuali) e Francia (2,8
punti percentuali). In Italia, Grecia,
Svezia, Estonia, Spagna, Portogallo e Polonia la diminuzione andrebbe dai 2
agli 0,7 punti percentuali del PIL. Per questi paesi la riduzione è riconducibile
principalmente al rapporto della copertura, al tasso di occupazione e al rapporto dei
benefici.
D'altro canto, il Lussemburgo
registrerebbe l'incremento più elevato della dotazione della spesa pubblica per le
pensioni (4,1 punti percentuali del PIL), seguito da Slovenia (3,5 punti
percentuali), Belgio (3,3 punti percentuali) e Malta (3,2 punti percentuali). In
Germania e Slovacchia si registrerebbero aumenti tra i 2 e i 3 punti percentuali del
PIL, mentre in Repubblica ceca, Irlanda,
Paesi Bassi e Regno Unito l'incremento sarebbe moderato (da 0,7 a 1.1 punti
percentuali). In Bulgaria, a Cipro, in Lituania, Ungheria, Austria, Romania e
Finlandia, la quota della spesa pensionistica pubblica resterebbe in larga
misura stabile (+/- 0,5 punti percentuali).
Nei paesi per i quali si prevedono i
maggiori aumenti nella spesa per le pensioni sarà necessario adottare altre
riforme pensionistiche, per contenere l'incremento dei costi.
I paesi in cui è prevista una riduzione della spesa pubblica per le pensioni nonostante
il considerevole invecchiamento della popolazione correranno il rischio di
importanti ribaltamenti politici, considerato il maggior numero di donne e
uomini che percepiranno pensioni inadeguate e saranno esposti al rischio di
povertà nell'età avanzata.
Potrebbe quindi essere necessario
perseguire l'adeguatezza delle pensioni con altri mezzi, ad esempio attraverso
l'allungamento della vita attiva e tramite incentivi per regimi pensionistici
complementari.
3. INDIVIDUAZIONE DELLE LEVE
STRATEGICHE PER AFFRONTARE LE SFIDE
I meccanismi occupazionali e la sostenibilità e l'adeguatezza dei
regimi pensionistici sono fattori strettamente interconnessi. In società che
invecchiano sarà in genere necessario
lavorare più a lungo prima di raggiungere il pensionamento, al fine di garantire un
collegamento sostenibile tra la vita attiva e la durata della pensione e di acquisire
diritti per una pensione adeguata. Per mantenere il reddito da pensione generale
a livelli di sostituzione simili a quelli ottenibili negli anni '90 e 2000, molte
persone dovranno aumentare il risparmio complementare a fini pensionistici.
Con l'aumento della durata di vita e la contrazione della popolazione in età attiva,
l'incremento della spesa necessario potrebbe diventare insostenibile. Senza
aumentare quantità e durata del lavoro prima del pensionamento, non sarà
possibile garantire l'adeguatezza delle
pensioni. Sarà necessario diminuire le prestazioni pensionistiche cui si ha diritto
con un anno lavorativo di contributi, mentre i diritti pensionistici dovranno
rispecchiare maggiormente i contributi versati ed essere calcolati su base
fattuale. Le riforme delle pensioni possono essere strumentali a tal fine, introducendo
quale base per i calcoli delle prestazioni la
media contributiva della carriera professionale.
I regimi pensionistici possono contribuire a
ottimizzare l'offerta di lavoro nel corso della vita attiva, in particolare per i
lavoratori anziani, creando forti incentivi
per il lavoro nelle norme sui diritti pensionistici e restringendo l'accesso al
prepensionamento.
Posticipare il pensionamento e il percepimento della pensione lavorando più
a lungo – e quindi versando per più
tempo i contributi per l'acquisizione di diritti – si potrà contribuire in misura
significativa al miglioramento parallelo della sostenibilità e dell'adeguatezza delle
pensioni.
Abbreviare e/o evitare un aumento della
durata media del pensionamento consente agli Stati membri di destinare
risorse da utilizzare per potenziare o conservare l'adeguatezza attuale delle
prestazioni pensionistiche o, per lo meno, per limitare la portata dei futuri tagli.
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L'introduzione della stessa età pensionabile per donne e uomini è un
fattore essenziale per colmare il divario
pensionistico di genere.
Correlare l'età pensionabile legale all'aspettativa di vita permette di
conciliare la sostenibilità e l'adeguatezza del sistema pensionistico, in un conteso di
invecchiamento della popolazione. Sapere che vivere più a lungo implica lavorare più
a lungo per finanziare il sistema
pensionistico, crea forti incentivi a posticipare l'età di pensionamento
effettiva, in linea con l'aumento dell'aspettativa di vita.
La relazione del 2015 sull'adeguatezza
delle pensioni ha dimostrato che
prolungare la vita attiva può aiutare a mantenere o addirittura ad aumentare il
livello dei futuri tassi di sostituzione. Il Grafico A11 illustra la portata dell'aumento
del tasso di sostituzione netto per una persona che lavora due anni in più dopo il
raggiungimento dell'età pensionabile nazionale, rispetto a chi va in pensione a
tale età. In nove Stati membri, posticipare
il pensionamento di due anni oltre la normale età pensionabile dovrebbe
comportare un aumento del tasso di sostituzione netto di almeno 5 punti
percentuali per una persona con un reddito medio. Gli effetti sul tasso di
sostituzione per una persona con un reddito basso (ad esempio, con due terzi
del reddito medio) sono perlopiù simili. In
questi paesi, lavorare più a lungo è un modo efficace per migliorare le future
prestazioni pensionistiche. Per contro, i meccanismi di incentivo finanziario sono
ancora insufficienti in altri Stati membri, dove lavorare più a lungo comporta un
incremento relativamente ridotto del tasso di sostituzione. In futuro nella maggior
parte degli Stati membri saranno istituiti
solidi meccanismi volti a dissuadere dal prepensionamento, che introdurranno un
calo significativo del tasso di sostituzione nel caso di pensionamento anticipato di
due anni rispetto all'età pensionabile. Tuttavia, in alcuni paesi queste misure
avranno effetti trascurabili sulle prestazioni pensionistiche.
Per affrontare le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione
occorrono riforme pensionistiche che: i) garantiscano un migliore equilibrio tra
contributi e diritti; ii) riducano il
pensionamento anticipato e iii) innalzino l'età pensionabile. Ma da sole queste
riforme non sono sufficienti.
Il successo di riforme pensionistiche che limitano il pensionamento anticipato,
alzano l'età pensionabile e, se possibile, correlano le prestazioni pensionistiche o di
altro tipo all'aumento dell'aspettativa di
vita dipende infatti da misure relative ai luoghi di lavoro e al mercato del
lavoro, che favoriscano carriere lavorative di maggior durata e senza interruzioni per
donne e uomini. Incentivi di questo tipo possono influire sulle pratiche di gestione
dell'età nel mondo del lavoro solo in una certa misura. Sono altresì necessarie
politiche specifiche per i lavoratori anziani,
sia sul versante della domanda che dell'offerta a livello del mercato del lavoro,
in stretta cooperazione con le parti sociali.
Negli Stati membri esistono ancora diversi accordi in materia di pensioni speciali
per alcuni settori o categorie. In alcuni
casi, le norme riguardanti le pensioni non contributive preferenziali sono soggette a
ingenti contributi incrociati e devono essere allineate al sistema pensionistico
generale per tutelarne la sostenibilità e l'adeguatezza.
Per consentire vite attive di maggior durata, è necessario garantire ai lavoratori
il mantenimento delle condizioni di salute e delle competenze
professionali con l'avanzare dell'età, nonché la corrispondenza tra competenze
ed esigenze e la mobilità anche per i lavoratori anziani. La flessibilità delle
forme di lavoro si è dimostrata uno
strumento utile per incoraggiare i cittadini a lavorare più a lungo e per permettere
loro di farlo. Il livello di autonomia nell'organizzazione del lavoro, l'accesso
alla rotazione del posto di lavoro e la capacità di adattare gli orari di lavoro sono
misure importanti per migliorare l'equilibrio tra attività professionale e vita
familiare.
Tuttavia, l'attenzione non deve essere
posta solo sull'ultima fase della vita lavorativa. Anche misure volte a ridurre la
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disoccupazione di lunga durata tra i giovani e a garantire un'integrazione
precoce nel mercato del lavoro in
condizioni contrattuali normali, tra cui un'adeguata copertura sociale,
contribuiranno a ridurre i rischi per l'adeguatezza delle pensioni. L'agenda per
un'integrazione precoce e migliore dei migranti di paesi terzi nel mercato del
lavoro e nella società è un altro mezzo essenziale per ridurre i rischi per il
mantenimento del reddito in vecchiaia. Le politiche volte a ridurre le differenze tra
donne e uomini in materia di retribuzioni,
orari di lavoro e durata della carriera rappresentano verosimilmente misure
attive per ridurre il divario di genere nei diritti pensionistici (cfr. scheda tematica
per il semestre europeo sulla partecipazione delle donne al mercato del
lavoro).
L'obiettivo delle politiche occupazionali e
pensionistiche è garantire buone opportunità professionali per tutti.
Purtroppo, queste opportunità tendono ancora a essere distribuite in modo
disomogeneo tra la popolazione. Considerato che l'adeguatezza delle
pensioni dipende sempre più dai periodi
contributivi, i decisori politici nell'ambito della protezione sociale devono tenere
conto anche di coloro che, per ragioni diverse, non possono condurre carriere più
lunghe o meno discontinue.
Saranno necessarie misure specifiche
per proteggere dalla povertà chi non è in grado di soddisfare i requisiti
contributivi di lunga durata, come ad esempio le pensioni minime e altre
disposizioni relative al reddito minimo degli anziani. Dovranno inoltre essere
riconosciuti in qualche misura i periodi di assenza involontaria dal lavoro, al fine di
attenuare le ripercussioni sui diritti
pensionistici causate da lunghi periodi di malattia, disoccupazione, incombenze di
assistenza, eccetera.
In aggiunta, le politiche in materia di pensioni dovranno dedicare maggiore
attenzione e più risorse al loro ruolo in
termini di protezione dalla povertà.
Tuttavia, è importante garantire che le misure finalizzate all'erogazione di
pensioni adeguate per coloro che hanno avuto poche opportunità lavorative non
incoraggino percorsi di uscita anticipata
dal mercato del lavoro per chi ha la possibilità di portare a termine una
carriera completa. Questa situazione si è verificata spesso in passato, nell'ambito di
taluni regimi di prestazioni per pensionamento anticipato, invalidità e
disoccupazione.
Per garantire tassi di sostituzione adeguati
in futuro, in molti paesi occorrerà integrare forme di risparmio a fini
pensionistici complementari. Le pensioni integrative possono essere
costituite da pensioni professionali, ossia regimi pensionistici organizzati a livello di
azienda o settore e accessibili nell'ambito del rapporto lavorativo, oppure da piani
pensionistici individuali, cioè contratti
individuali di assicurazione pensionistica. La diffusione delle pensioni integrative
varia significativamente da uno Stato membro all'altro. In alcuni paesi
(Danimarca, Paesi Bassi), le pensioni pubbliche garantiscono semplicemente
una tutela dalla povertà e la sostituzione del reddito nella terza età dipende dalle
pensioni professionali, mentre nella
maggior parte degli Stati membri il ruolo di eventuali pensioni integrative resta
marginale.
In effetti, solo in pochi Stati membri la copertura delle pensioni professionali
è superiore all'80% (Danimarca,
Finlandia, Paesi Bassi e Svezia), grazie all'adesione obbligatoria o semi-
obbligatoria. In pochi paesi la copertura è di oltre il 50% (Belgio e
Germania), mentre in altri (Irlanda e Regno Unito) è limitata ma in aumento
(>30%)13. Nella maggior parte dei paesi tuttavia la copertura è bassa o
inesistente.
Le pensioni individuali stanno
prendendo relativamente piede solo in alcuni paesi (>60% i Repubblica ceca,
>30% in Germania e Svezia)14, mentre nella maggior parte dei paesi
l'adesione è ancora modesta e
13 OECD (2015), Pensions at a Glance 2015. 14 Ibid.
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frammentaria e in molti altri è talmente bassa da non avere alcuna
rilevanza in termini di sostituzione
media del reddito.
La riduzione dell'erogazione delle pensioni pubbliche in seguito alle recenti riforme
non è stata accompagnata da riforme per il potenziamento dei risparmi
integrativi, ad eccezione dei paesi dotati per tradizione di un'ampia copertura. Il
peso stimato del reddito da regimi a
capitalizzazione nel pacchetto pensionistico totale nel 2013 e 2053 è
illustrato nelle tabelle A12 e A13.
Le pensioni integrative dovranno assumere un peso ancora maggiore per garantire la
futura adeguatezza delle pensioni, in
particolare laddove è previsto un deterioramento. Le politiche pubbliche
possono promuovere la copertura delle pensioni professionali, mediante
obbligatorietà (rendendole vincolanti), auto-adesione (introducendo l'obbligo per i
datori di lavoro di proporre pensioni professionali facoltative) o contratto
collettivo, a seconda del contesto
nazionale. Gli incentivi fiscali e finanziari di altro tipo (sussidi, equivalenza dei
contributi) sono parte importante dell'insieme di politiche per lo sviluppo di
pensioni professionali e individuali. In ogni caso i mezzi utilizzati a tal fine dovranno
essere efficaci sotto il profilo dei costi, sicuri e trasparenti.
4. ANALISI DELLA SITUAZIONE NEGLI STATI MEMBRI
Nell'ambito della procedura di
monitoraggio finanziario del semestre
europeo della Commissione, la maggior parte degli Stati membri ha ricevuto
raccomandazioni specifiche per paese sulle pensioni, 16 nel 2011, 17 nel 2012, 15
nel 2013, 18 nel 2014, 14 nel 2015, 12 nel 2016 e 10 nel 2017. In tali
raccomandazioni, gli Stati membri erano invitati a introdurre riforme per
modernizzare i regimi pensionistici,
mediante:
l'innalzamento e l'allineamento dell'età pensionabile alla crescente aspettativa
di vita;
la riduzione di percorsi di uscita anticipata;
la promozione del risparmio a fini
pensionistici complementari; la definizione di riforme pensionistiche
basate su misure che permettano a uomini e donne di lavorare più a lungo.
24 Stati membri hanno innalzato o stanno
provvedendo a farlo, l'età pensionabile, anche associando l'età pensionabile
all'aspettativa di vita. La tabella 4
nell'allegato presenta una panoramica dell'evoluzione dell'età pensionabile in
seguito alle riforme.
Sebbene nel corso dell'ultimo decennio tutti gli Stati membri abbiano invertito la
tendenza al pensionamento anticipato, il
prepensionamento continua a rappresentare un serio problema in diversi
paesi.
Il principale ostacolo a vite lavorative più lunghe è inerente ai mercati del lavoro. In
nessuno Stato membro il mercato del
lavoro è ottimale per le persone di età superiore ai 55 anni. Attualmente,
l'allungamento della vita attiva dipende nella stragrande maggioranza dalla
possibilità di continuare a lavorare per lo stesso datore. Tuttavia, qualora una
persona di più di 55 anni perda il proprio lavoro, le opportunità di trovare un'altra
occupazione sono tanto remote da rendere
minima la prospettiva di allungare la vita attiva grazie alla riassunzione.
Eccetto cinque paesi, particolarmente
colpiti dalla crisi economica, il tasso di occupazione dei lavoratori anziani ha
continuato a crescere nell'ultimo decennio,
grazie alle tendenze demografiche e agli effetti delle riforme.
Nella maggior parte degli Stati membri che
hanno innalzato l'età pensionabile in correlazione all'aspettativa di vita e
ridotto significativamente l'accesso alle
pensioni anticipate, vi è ancora margine per nuove misure, di più ampio respiro,
volte a fondare le riforme su modifiche delle politiche occupazionali e delle
pratiche lavorative. Le riforme permetteranno di restare nel mercato del
lavoro, di pari passo con l'aumento dell'età pensionabile. Senza misure di questo tipo
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cresce il rischio di maggiori pressioni sulle prestazioni di disoccupazione, malattia e
assistenza sociale, perché le persone non
possono continuare a lavorare fino al raggiungimento di un'età pensionabile più
alta.
Grazie alle riforme già attuate o pianificate nella maggior parte degli Stati membri, la
sostenibilità della spesa pubblica per le pensioni ha subito un netto
miglioramento. Resta tuttavia una fonte di
preoccupazione in diversi paesi dell'UE e alcuni potrebbero anche affrontare
problemi di sostenibilità nel breve e medio termine. In sei Stati membri (Belgio,
Germania, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia) si registra ancora
un incremento significativo della spesa pensionistica pubblica (cfr. il grafico 4).
Occorre inoltre valutare in che modo il calo della spesa pubblica per le pensioni in altri
Stati membri (Croazia, Danimarca,
Francia, Italia, Lettonia) inciderà sull'adeguatezza della protezione generale
del reddito per gli anziani. Negli Stati membri in cui la spesa pensionistica
pubblica è in calo, l'aumento delle adesioni a pensioni private dovrebbe compensare
gran parte delle eventuali lacune di adeguatezza. Ciononostante, lo sviluppo di
mezzi efficaci in termini di costi per incentivare il risparmio destinato alle
pensioni complementari resta una
questione centrale in diversi dei suddetti paesi.
Data: 31.10.2017
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5. RIFERIMENTI E RISORSE UTILI
Commissione europea (DG EMPL) e comitato per la protezione sociale (SPC), 2015.
Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni: adeguatezza del reddito attuale e futuro nella terza età nell'UE. Volume I. Commissione europea. Lussemburgo: Ufficio
delle pubblicazioni dell'Unione europea.
Commissione europea (DG EMPL) e comitato per la protezione sociale (SPC), 2015.
Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni: adeguatezza del reddito attuale e futuro nella terza età nell'UE. Profili per paese. Volume II. Commissione europea. Lussemburgo:
Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
Commissione europea (DG EMPL) e comitato per la protezione sociale (SPC), 2012.
Adeguatezza delle pensioni nell'Unione europea 2010-2050. Commissione europea
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
Commissione europea [Direzione generale degli Affari economici e finanziari (DG ECFIN)]
e comitato per la politica economica (CPE). Relazione 2015 sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio dei 28 Stati membri dell'UE (2013-
2060). European Economy 3/2015.
Commissione europea (Direzione generale della Giustizia e dei consumatori (DG JUST),
2013 The Gender Gap in Pensions in the EU [Il divario di genere nelle pensioni dell'UE]. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
Scheda tematica per il semestre europeo sulla partecipazione delle donne al mercato del
lavoro.
EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
COM(2019) 2020 final. Sito Internet di Europa 2020: http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm
Libro bianco della Commissione europea "Un'agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili", COM(2012) 55 final, adottato il 16 febbraio 2012.
Commissione europea, COM(2013)83, "Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo
2014-2020", febbraio 2013.
Commissione europea, COM(2017)250 final. Comunicazione sul Pilastro europeo dei diritti sociali.
OECD (2015), Pensions at a Glance 2015: OECD and G20 indicators, OECD Publishing, Parigi.
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ALLEGATO. INDICATORI STATISTICI E GRAFICI
Tabella 1 — adeguatezza attuale (2016)
Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne < 65 > 65
UE-28 18.3 15.1 20.7 14.8 11.4 17.7 19.9 15.5 22.9 14.7 12.1 16.8 5.8 4.7 6.7 0.93* 0.97* 0.91* 0.57* 0.59* 0.55* 5.4 4.1
Euro-19 17.4 14.9 19.4 14.7 11.9 17.2 18.3 14.6 21.0 14.3 12.2 16.0 5.2 4.3 5.8 0.95* 0.98* 0.92* 0.58* 0.59* 0.55* 5.4 4.2
BE 16.4 16.0 16.8 14.6 13.4 15.5 16.9 16.9 16.9 15.4 15.2 15.5 2.1 1.9 2.2 0.76 0.77 0.76 0.48 0.51 0.47 4.0 3.2
BG 45.9 36.5 52.3 23.2 16.1 29.4 53.1 40.5 60.4 24.3 15.9 30.1 37.5 30.6 42.2 0.80 0.87 0.73 0.45 0.50 0.42 9.1 4.3
CZ 10.1 5.1 13.7 13.8 6.7 19.3 12.1 3.7 17.3 8.1 3.6 11.4 3.0 2.4 3.4 0.79 0.80 0.78 0.50 0.51 0.57 3.7 2.4
DK 9.2 8.1 10.2 10.5 8.9 12.3 15.4 12.1 17.8 8.5 7.1 9.6 0.7 0.9 0.6 0.75 0.76 0.75 0.47 0.43 0.49 4.2 3.2
DE 18.3 15.6 20.8 18.6 16.4 20.4 16.5 12.2 20.6 17.6 14.9 20.1 2.7 2.3 3.1 0.84 0.86 0.84 0.46 0.46 0.48 4.7 4.1
EE 41.4 27.4 48.6 31.8 17.2 42.2 49.2 27.7 57.9 40.2 26.1 47.4 5.4 4.9 5.6 0.60 0.65 0.56 0.45 0.39 0.51 5.7 3.5
IE 16.5* 15.4* 17.4* 8.3* 7.6* 9.1* 16.7* 14.3* 18.5* 14.2* 13.1* 15.2* 3.1 3.3 2.9 0.87* 0.9* 0.87* 0.38* 0.41* 0.43* 4.6* 4.2*
EL 22.0 19.0 24.4 13.0 10.6 15.2 22.3 17.4 26.0 12.4 10.6 13.8 15.2 13.2 16.8 1.07 1.11 1.03 0.63 0.68 0.55 7.4 3.9
ES 14.4 13.8 14.9 9.4 8.0 10.8 15.4 15.0 15.7 13.0 12.7 13.2 2.5 1.9 2.9 1.01 1.05 0.98 0.66 0.69 0.51 7.3 4.3
FR 10.0 8.2 11.4 10.3 8.0 12.2 10.8 8.5 12.3 8.2 6.7 9.4 2.9 2.4 3.2 1.02 1.05 1.00 0.68 0.68 0.67 4.3 4.4
HR 32.8 28.0 36.0 22.1 16.1 27.5 36.9 30.5 40.5 26.5 21.9 29.5 14.5 13.3 15.3 0.84 0.88 0.80 0.39 0.42 0.42 5.0 4.6
IT 23.9 20.6 26.4 17.6 13.9 20.9 25.9 20.9 29.1 16.1 13.6 18.0 11.1 9.9 12.0 0.99* 1.02* 0.97* 0.66* 0.66* 0.57* 6.6 4.8
CY 22.9 19.5 25.8 11.5 10.1 12.8 29.9 21.8 36.3 19.5 15.8 22.8 5.4 5.4 5.5 0.79 0.86 0.77 0.44 0.53 0.38 4.9 4.8
LV 43.1 33.5 47.8 29.6 18.2 37.9 49.1 37.1 53.7 38.1 28.4 42.9 14.9 11.6 16.5 0.63 0.67 0.61 0.42 0.40 0.43 6.2 4.6
LT 37.4 26.2 43.1 23.4 12.7 31.7 38.7 25.5 44.1 27.7 16.7 33.2 17.3 13.7 19.0 0.71 0.77 0.67 0.45 0.47 0.44 7.7 4.4
LU 9.1 6.9 11.0 6.1 3.7 6.7 7.7 5.9 9.2 9.0 6.8 10.8 0.2 0.2 0.3 1.08* 1.12* 1.04* 0.8* 0.77* 0.79* 4.9 4.6
HU 15.1 11.8 17.0 9.8 6.1 13.1 13.0 9.4 15.0 6.8 5.9 7.3 10.2 7.5 11.8 1.01 1.05 0.98 0.67 0.71 0.66 4.5 3.1
MT 26.1 24.6 27.5 23.5 20.9 25.6 24.6 20.4 27.7 24.2 22.8 25.4 3.5 3.5 3.5 0.72 0.75 0.69 0.54 0.55 0.46 4.3 3.3
NL 10.0 9.7 10.2 10.5 9.9 11.1 12.1 12.1 12.0 9.0 8.5 9.3 1.2 1.4 1.1 0.82 0.85 0.82 0.50 0.56 0.48 4.1 3.0
AT 13.7 10.2 16.4 13.7 9.6 17.3 15.6 12.4 17.7 13.2 10.0 15.7 1.2 0.6 1.6 0.97 1.01 0.93 0.62 0.69 0.58 4.2 3.7
PL 16.1 11.7 19.0 11.8 7.0 16.2 15.2 9.9 17.8 12.8 9.1 15.2 5.9 4.3 6.9 0.97 1.04 0.92 0.62 0.72 0.61 5.0 3.5
PT 21.8 18.9 24.0 18.0 14.2 21.1 25.2 21.9 27.3 18.3 16.0 19.9 6.7 4.9 8.0 0.91 0.97 0.88 0.64 0.68 0.60 6.0 5.4
RO 34.0 27.0 38.7 15.2 10.2 19.6 39.9 28.2 46.5 19.1 12.2 23.7 22.5 18.9 25.0 0.97 1.10 0.89 0.66 0.68 0.57 8.0 4.4
SI 19.9 12.9 25.0 18.6 11.2 24.6 22.8 12.1 29.1 17.6 10.8 22.5 5.8 4.1 6.9 0.89 0.96 0.84 0.47 0.50 0.45 3.5 3.6
SK 12.3 10.3 13.5 9.7 6.5 12.7 14.9 9.1 18.0 5.7 4.3 6.5 8.0 7.0 8.6 0.91 0.94 0.90 0.62 0.60 0.67 3.9 2.4
FI 13.6 9.0 17.3 16.7 9.8 23.5 20.0 13.1 24.3 12.3 8.1 15.5 1.7 1.4 1.9 0.83 0.89 0.79 0.53 0.51 0.51 3.7 3.1
SE 17.0 11.3 21.9 18.5 12.0 24.0 24.7 14.9 31.7 16.8 11.1 21.7 0.3 0.3 0.3 0.77 0.84 0.71 0.57 0.59 0.54 4.3 3.8
UK 18.0 15.1 20.4 14.8 12.2 17.2 22.1 19.2 24.3 17.1 14.4 19.4 1.2 1.0 1.3 0.89 0.91 0.86 0.53 0.58 0.51 5.3 4.5
Persone (over 65) a
rischio di povertà o di
esclusione sociale
(AROPE) (% della
popolazione)
(1)
Percentuale di persone (over
65) a rischio di povertà o di
esclusione sociale rispetto alla
popolazione totale a rischio di
povertà o esclusione sociale (%
AROPE totale)
(2)
Persone (over 75) a
rischio di povertà o di
esclusione sociale
(AROPE) (% della
popolazione)
(3)
Tasso di a rischio di
povertà (AROP) degli
anziani (% della
popolazione over 65)
(4)
Tasso di grave
deprivazione materiale
degli anziani (% della
popolazione over 65+)
(5)
Rapporto di reddito
medio relativo (65+)
(6)
Rapporto di sostituzione
aggregato
(7)
Disuguaglianza nella
distribuzione del
reddito - rapporto
reddito/quintile
s80/s20,
(8)
Pagina 16 |
Fonte: Eurostat. Nota: data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. 4) Punto di demarcazione: 60% del reddito medio equivalente al netto dei trasferimenti sociali; 6) Persone over
65 anni rispetto alle persone di età inferiore a 65 anni; 7) Rapporto tra il reddito da pensione delle persone di età compresa tra 65 e 74 anni e il reddito da lavoro delle persone di età compresa tra 50 e 59 anni. * — dati relativi al 2015.
Pagina 17 |
Tabella 2 — Adeguatezza futura: indicatori futuri
Note e fonti:
1) Il rapporto tra la pensione di vecchiaia percepita da un ipotetico lavoratore (che lavora da 25 anni e va in
pensione quando ha raggiunto la normale età pensionabile) e la retribuzione individuale al momento del
percepimento della pensione. Il tasso di sostituzione teorico netto è calcolato al netto delle imposte sul reddito e dei contributi dei dipendenti.
Fonte: Commissione europea (DG EMPL) e comitato per la protezione sociale (SPC). Relazione 2015
sull'adeguatezza delle pensioni: adeguatezza del reddito attuale e futuro nella terza età nell'UE. Volume I. Commissione europea. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.
Nota: I dati relativi al Belgio sono aggiornati alla fine del 2014. Le riforme adottate dopo tale data non trovano riscontro nelle cifre.
2) Beneficio medio delle pensioni pubbliche (pensioni pubbliche e private per Bulgaria, Danimarca, Germania,
Estonia, Spagna, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia,
Slovacchia e Svezia) in percentuale del salario medio dell'intera economia (retribuzioni lorde in rapporto ai dipendenti).
Fonte: Commissione europea (DG ECFIN) e Comitato per la politica economica (CPE). Relazione 2015
sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio dei 28 Stati membri dell'UE (2013-2060). European Economy 3/2015.
3) Il "tasso lordo di sostituzione media" corrisponde alla prima pensione media quale proporzione della retribuzione media al momento del pensionamento.
Fonte: Commissione europea (DG ECFIN) e Comitato per la politica economica (CPE). Relazione 2015
sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio dei 28 Stati membri dell'UE (2013-2060). European Economy 3/2015.
2013 2053SPA (nel
2053)
Variazione in
p.p.
(2013-2053)
2013 2053
SPA
(nel
2053)
Variazione in
p.p.
(2013-2053)
2013 2060
Variazione in
p.p. (2013-
2060)
2013 2060
Variazione in
p.p.
(2013-2060)
UE-28 : : : : : : : : 44.0 34.9 -9.1 42.5 35.9 -6.5
BE 78.6 74.7 65.0 -3.9 78.6 74.7 65.0 -3.9 42.5 41.8 -0.7 39.5 38.8 -0.7
BG 55.3 83.3 65.0 28.0 51.1 75.7 63.0 24.6 34.2 27.5 -6.7 29.5 31.9 2.4
CZ 52.2 61.4 68.3 9.2 48.9 61.4 68.3 12.5 42.8 39.5 -3.3 32.2 33.7 1.5
DK 68.4 81.7 72.0 13.3 68.4 81.7 72.0 13.3 42.5 35.1 -7.4 39.7 32.8 -6.9
DE 57.6 74.4 67.0 16.8 57.6 74.4 67.0 16.8 44.6 37.3 -7.4 42.5 35.5 -7.0
EE 49.2 55.9 65.0 6.7 61.0 55.9 65.0 -5.1 30.4 18.8 -11.6 40.1 25.2 -14.9
IE 83.1 71.4 68.0 -11.7 83.1 71.4 68.0 -11.7 27.9 26.1 -1.8 31.2 28.7 -2.4
EL : 47.0 62.0 : : 47.0 62.0 : 65.6 51.7 -14.0 : 22.3 :
ES 96.2 86.8 65.0 -9.4 96.2 86.8 65.0 -9.4 59.7 39.8 -19.9 79.0 48.6 -30.4
FR 80.2 69.0 67.0 -11.2 80.2 69.0 67.0 -11.2 51.3 38.9 -12.4 50.6 39.2 -11.4
HR 55.5 43.5 67.0 -12.0 49.6 43.5 67.0 -6.1 30.8 17.6 -13.2 27.9 16.5 -11.4
IT 83.9 89.3 70.3 5.4 75.7 89.3 70.3 13.6 58.8 50.7 -8.1 59.9 51.8 -8.0
CY 58.0 75.0 68.5 17.0 58.0 75.0 68.5 17.0 64.4 43.5 -20.9 : 49.2 :
LV 61.1 51.2 65.0 -9.9 61.1 51.2 65.0 -9.9 27.7 13.2 -14.5 33.4 18.1 -15.3
LT 49.9 71.3 65.0 21.4 47.3 71.3 65.0 24.0 35.1 33.0 -2.1 : 34.8 :
LU 93.5 83.7 60.0 -9.8 93.5 83.7 60.0 -9.8 51.3 53.4 2.1 : 64.6 :
HU 80.6 81.9 65.0 1.3 80.6 81.9 65.0 1.3 40.8 31.9 -8.9 33.0 29.1 -3.9
MT 79.0 73.8 65.0 -5.2 79.0 73.8 65.0 -5.2 48.3 44.1 -4.2 : 45.6 :
NL 114.0 92.5 67.0 -21.5 114.0 92.5 67.0 -21.5 35.9 34.2 -1.7 29.8 28.3 -1.4
AT 85.1 86.1 65.0 1.0 77.1 86.1 65.0 9.0 41.2 37.0 -4.1 51.0 44.7 -6.3
PL 75.5 43.4 67.0 -32.1 66.6 43.4 67.0 -23.2 47.9 29.4 -18.5 53.0 28.7 -24.4
PT 92.3 84.2 68.4 -8.1 92.3 84.2 68.4 -8.1 61.8 41.7 -20.0 57.5 30.7 -26.7
RO 71.3 41.1 65.0 -30.2 59.5 39.1 63.0 -20.4 37.0 23.4 -13.6 35.6 33.7 -1.9
SI 55.4 60.9 60.0 5.5 55.9 63.6 60.0 7.7 33.8 30.2 -3.6 36.1 34.1 -2.1
SK 59.6 69.6 66.0 10.0 58.8 69.6 66.0 10.8 45.7 33.3 -12.4 51.7 49.4 -2.4
FI 69.5 59.1 65.0 -10.4 69.5 59.1 65.0 -10.4 52.1 43.8 -8.3 46.0 44.1 -0.6
SE 69.3 55.3 65.0 -14.0 69.3 55.3 65.0 -14.0 42.1 26.3 -15.8 35.6 29.0 -6.7
UK 83.4 80.4 68.0 -3.0 71.4 80.4 68.0 9.0 36.4 33.9 -2.5 : : :
Tasso di sostituzione teorico netto, caso "età pensionabile prolungata"
(carriera dall'età di 25 anni alla normale età pensionabile (SPA)), guadagni
medi
(1)
Rapporto prestazioni
(pensioni pubbliche), in %
(2)
Tasso di sostituzione lordo al
pensionamento (pensioni
pubbliche), in %
(3)
Uomini Donne
Pagina 18 |
: — dati non disponibili
Tabella 3 — Occupazione e sostenibilità
Fonte:
(1) (3) (4) Eurostat;
(2) Eurostat (Euro pop);
(5) Fonte: Commissione europea (DG ECFIN) e Comitato per la politica economica (CPE). Relazione 2015
sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio dei 28 Stati membri dell'UE (2013-2060).
European Economy 3/2015.
Nota:
* — Euro-18
(3) Occupazione (principali caratteristiche e tassi) - medie annue. Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani è
calcolato dividendo il numero di persone occupate di età compresa tra 55 e 64 anni per la popolazione totale della
stessa fascia di età. L'indicatore si basa sull'indagine sulle forze di lavoro dell'UE. L'indagine copre l'intera
popolazione che vive in nuclei familiari privati ed esclude le persone che vivono in nuclei familiari come le pensioni,
le residenze e gli ospedali. La popolazione attiva è costituita dalle persone che durante la settimana di riferimento
hanno svolto un lavoro retribuito o retribuito per almeno un'ora, o non hanno lavorato, ma avevano un lavoro dal
quale erano temporaneamente assenti.
: — non disponibile
Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne 2013 2060 Variazione p.p.
UE-28 59.1 59.4 58.8 19.7 17.9 21.2 55.3 62.0 48.9 35.6 38.0 33.1 11.3 11.2 -0.2
Euro-19 59.6* 59.6* 59.6* 20.3 18.5 21.9 55.3 61.6 49.4 35.4 37.8 32.8 12.3 12.3 0.0
BE 60.8 60.9 60.6 20.0 18.2 21.5 45.4 50.7 40.2 32.6 34.7 30.4 11.8 15.1 3.3
BG 57.5 58.1 57.0 16.0 14.0 17.6 54.5 58.3 51.0 31.7 33.1 30.2 9.9 9.4 -0.4
CZ 58.9 60.8 57.7 17.8 15.9 19.4 58.5 68.2 49.3 35.6 38.6 32.4 9.0 9.7 0.7
DK 62.0 62.2 61.7 19.4 18.0 20.7 67.8 71.9 63.6 40.3 41.8 38.6 10.3 7.2 -3.1
DE 61.1 61.2 61.0 19.5 17.9 21.0 68.6 73.7 63.5 38.1 40.1 36.0 10.0 12.7 2.7
EE 59.5 60.7 58.7 18.6 15.5 20.7 65.2 63.7 66.5 37.8 38.7 36.9 7.6 6.3 -1.3
IE 60.9 60.9 60.8 19.8 18.4 21.0 57.2 65.7 48.9 35.4 39.2 31.5 7.4 8.4 1.1
EL 57.8 58.0 57.5 19.9 18.5 21.3 36.3 46.2 27.2 32.5 35.7 29.1 16.2 14.3 -1.9
ES 61.8 61.7 61.9 21.1 19.0 23.0 49.1 55.7 42.8 35.0 37.2 32.7 11.8 11.0 -0.8
FR 58.9 58.6 59.3 21.6 19.4 23.5 49.8 51.6 48.2 35.0 36.7 33.2 14.9 12.1 -2.8
HR 57.7 60.1 56.0 17.1 15.2 18.7 38.1 45.1 31.6 32.1 33.9 30.2 10.8 6.9 -3.9
IT 58.0 57.8 58.4 20.6 18.9 22.2 50.3 61.7 39.7 31.2 35.8 26.3 15.7 13.8 -1.9
CY 61.5 61.2 61.9 19.6 18.4 20.8 52.2 61.0 43.7 35.9 38.7 33.0 9.5 9.3 -0.1
LV 59.5 60.5 58.9 17.0 14.2 18.9 61.4 61.3 61.4 35.6 35.5 35.6 7.7 4.6 -3.1
LT 59.5 60.6 58.9 17.1 14.1 19.2 64.6 66.8 62.8 35.6 35.3 35.9 7.2 7.5 0.3
LU 58.9 58.7 59.3 20.5 18.9 21.8 39.6 46.4 32.4 32.9 35.2 30.5 9.4 13.4 4.1
HU 58.5 59.8 57.5 16.6 14.5 18.2 49.8 59.7 41.5 33.2 35.8 30.5 11.5 11.4 -0.1
MT 59.1 59.1 58.8 20.3 18.7 21.6 44.1 61.8 26.4 33.6 40.1 27.3 9.6 12.8 3.2
NL 62.7 62.7 62.7 19.8 18.4 21.1 63.5 72.8 54.2 40.0 42.5 37.3 6.9 7.8 0.9
AT 58.5 59.3 57.8 19.8 18.1 21.3 49.2 57.6 41.1 37.1 39.1 34.9 13.9 14.4 0.5
PL 57.0 58.5 56.1 18.2 15.7 20.1 46.2 55.7 37.6 32.9 35.5 30.2 11.3 10.7 -0.7
PT 59.9 59.6 60.3 20.0 18.0 21.7 52.1 58.5 46.3 37.1 38.7 35.4 13.8 13.1 -0.7
RO 56.9 58.0 56.0 16.4 14.5 18.0 42.8 53.0 33.6 32.4 35.6 29.0 8.2 8.1 -0.1
SI 56.6 58.3 55.2 19.7 17.6 21.4 38.5 43.6 33.4 34.2 35.2 33.0 11.8 15.3 3.5
SK 57.4 59.8 56.1 17.2 15.0 18.8 49.0 55.1 43.5 33.8 36.2 31.4 8.1 10.2 2.1
FI 61.4 61.4 61.5 20.2 18.3 21.9 61.4 59.8 63.0 37.7 38.3 37.0 12.9 12.9 0.1
SE 63.6 63.6 63.6 20.2 18.9 21.5 75.5 77.5 73.5 41.3 42.2 40.3 8.9 7.5 -1.4
UK 58.3 58.0 58.6 19.8 18.6 20.8 63.4 69.6 57.4 38.8 41.3 36.2 7.7 8.4 0.7
Età media in cui le
persone hanno ricevuto
per la prima volta la
pensione di vecchiaia
(anni), 2012
(1)
Aspettativa di vita a 65
anni, 2015
(2)
Tasso di occupazione
dei lavoratori anziani (di
età compresa tra 55 e
64 anni), 2016
(3)
Durata della vita
lavorativa, 2016
(4)
Spesa pubblica lorda per le
pensioni, in % del PIL
(5)
Pagina 19 |
Tabella4 — Variazioni dell'età pensionabile in seguito a riforme, anni diversi (al 1° gennaio dell'anno di riferimento)
Stato membro
2017 2020 Dopo il 2020
Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne
BE 65 65 67 (nel 2030)
BG 64 61 64a 3m 61a 6m 65 (nel 2037)+LE (1)
CZ 63 58a 4m-
62a 4m (2) 63a 8m
60a 2m- 63a 8m (2)
65 (entro il 2037)
DK 65 66 67 (nel 2022)+LE
DE 63a 4m-65a 6m (3) 63a 10m-65a 9m (3) 65-67 (3) (nel 2029)
EE 63 63a 9m 65 (nel 2026)
IE 66 66 68 (nel 2028)
EL 62-67 (3) 62-67 (3) +LE
ES 65-65a 4m (3) 65-65a 10m (3) 65-67 (3) (nel 2027)
FR 62-65a 4m (3) 62-66a 2m (3) 62-67 (3) (nel 2022)
HR 60-65 (3) 60-
61a 6m (3) 60-65 (3)
60- 62a 6m (3)
60-67 (3) (nel 2038)
IT 66a 7m 65a 7m-
66a 7m (4) +LE ≥67 (nel 2021)+LE
CY 65 65 +LE
LV 62a 9m 63a 9m 65 (nel 2025)
LT 63a 4m 61a 8m 64 63 65 (nel 2026)
LU 65 65 65
HU 63a 5m 64a 5m 65 (nel 2022)
MT 62 63 65 (nel 2027)
NL 65a 9m 66a 8m 67 (nel 2021)+LE
AT 65 60 65 60 65 (nel 2033)
PL 66a 1m 61a 1m 65 60 65 60
PT 65-66a 3m (3) +LE +LE
RO 65 60a 6m 65 61 65 63 (nel
2030)
SI 60-65 (3) 60-65 (3) 60-65 (3)
SK 62a 76g 59-
62a 76g (2) +LE
+LE
FI 63-68 (5) 63a 9m-68a 9m (5) 65-70 (5) (nel
2027)+LE
SE 61-67 (5) 61-67 (5) 61-67 (5)
UK 65 63a 5m 66 68 (nel 2046)+LE
Fonte: informazioni fornite dagli Stati membri.
Nota: Età alla quale può essere richiesta una pensione di vecchiaia completa senza riduzioni nell'ambito del regime
generale delle pensioni.
(1) +LE: adeguato all'aumento dell'aspettativa di vita.
(2) A seconda del numero di figli cresciuti.
(3) A seconda del periodo di contribuzione.
(4) A seconda del settore di occupazione.
(5) Età pensionabile flessibile in funzione del livello delle prestazioni.
Pagina 20 |
Grafico A1: Aspettativa di vita ai 65 anni nel 2015 e nel 2060
Fonte: Eurostat (Euro pop). Le stime per il 2060 sono tratte dalla relazione 2015 sull'invecchiamento demografico.
Nota: Data di estrazione dei dati per il 2015: 31 ottobre 2017.
Grafico A2: Rapporto di reddito medio relativo (65+), totale e per genere, 2016
Fonte: Eurostat, EU-SILC. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. * — dati relativi al 2015
LU* EL FR ES HU IT* AT PL ROEuro-19*
EU-28*
PT SK SI UK IE* DE HR FI NL BG CZ CY SE BE DK MT LT LV EE
Uomini 1.12 1.11 1.05 1.05 1.05 1.02 1.01 1.04 1.10 0.98 0.97 0.97 0.94 0.96 0.91 0.90 0.86 0.88 0.89 0.85 0.87 0.80 0.86 0.84 0.77 0.76 0.75 0.77 0.67 0.65
Donne 1.04 1.03 1.00 0.98 0.98 0.97 0.93 0.92 0.89 0.92 0.91 0.88 0.90 0.84 0.86 0.87 0.84 0.80 0.79 0.82 0.73 0.78 0.77 0.71 0.76 0.75 0.69 0.67 0.61 0.56
Totale 1.08 1.07 1.02 1.01 1.01 0.99 0.97 0.97 0.97 0.95 0.93 0.91 0.91 0.89 0.89 0.87 0.84 0.84 0.83 0.82 0.80 0.79 0.79 0.77 0.76 0.75 0.72 0.71 0.63 0.60
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
1.2
Rapporto di reddito medio relativo
Pagina 21 |
Grafico A3: Tasso di rischio di povertà (popolazione di età superiore ai 65 anni) per genere, 2016
Fonte: Eurostat, EU-SILC; Anno di reddito 2014. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. Punto di
demarcazione: 60% del reddito medio equivalente al netto dei trasferimenti sociali. * — dati relativi al 2015
Grafico A4: Divario relativo tra rischio di povertà (AROP) (per fascia d'età) e AROP per la popolazione di età superiore ai 65 anni, 2016
Fonte: Eurostat. Nota: divario a rischio di povertà pari al 60% del reddito disponibile equivalente medio nazionale.
Classificato in base al divario di povertà per la popolazione di età superiore ai 65 anni. Data di estrazione dei dati:
31 ottobre 2017, * — dati relativi al 2015
SK HU CZ FR DK LU NL FI EL PL ES AT IE*Euro-19
EU-28
BE IT SE UK DE SI PT RO CY MT BG HR LT LV EE
Uomini 4.3 5.9 3.6 6.7 7.1 6.8 8.5 8.1 10.6 9.1 12.7 10.0 13.1 12.2 12.1 15.2 13.6 11.1 14.4 14.9 10.8 16.0 12.2 15.8 22.8 15.9 21.9 16.7 28.4 26.1
Donne 6.5 7.3 11.4 9.4 9.6 10.8 9.3 15.5 13.8 15.2 13.2 15.7 15.2 16.0 16.8 15.5 18.0 21.7 19.4 20.1 22.5 19.9 23.7 22.8 25.4 30.1 29.5 33.2 42.9 47.4
Totale 5.7 6.8 8.1 8.2 8.5 9.0 9.0 12.3 12.4 12.8 13.0 13.2 14.2 14.3 14.7 15.4 16.1 16.8 17.1 17.6 17.6 18.3 19.1 19.5 24.2 24.3 26.5 27.7 38.1 40.2
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Percentuale della popolazione (over 65)
DK FI CZ SK SE FR MT NL IE* LU* BE ES CY HU EE IT*Euro-19*
AT BG PLEU-28*
PT DE EL LT SI RO LV UK HR
Divario di povertà: età 18-64 26.7 16.9 20.7 26.4 24.7 19.4 17.0 19.3 19.7 19.2 21.2 33.2 18.1 20.7 28.7 32.8 27.5 20.6 36.3 25.6 27.2 29.3 23.6 34.6 32.0 22.0 38.3 30.8 25.0 30.7
Divario di povertà: età 65+ 5.7 8.9 10.2 10.3 10.9 11.0 11.1 11.4 11.8 12.9 13.3 13.9 14.3 14.3 14.7 15.1 15.6 16.1 16.3 16.3 16.5 18.0 18.6 18.7 18.9 19.1 20.1 20.4 20.8 25.1
AROP: età 65+ 8.5 12.3 8.1 5.7 16.8 8.2 24.2 9.0 14.2 9.0 15.4 13.0 19.5 6.8 40.2 16.1 14.3 13.2 24.3 12.8 14.7 18.3 17.6 12.4 27.7 17.6 19.1 38.1 17.1 26.5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45%
Pagina 22 |
Grafico A5: Grave deprivazione materiale (popolazione di età pari o superiore a 65 anni) per genere, 2016
Fonte: Eurostat, EU-SILC. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. * — dati relativi al 2015
Grafico A6: Tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE) (65 anni o più) per genere, 2016
Fonte: Eurostat, EU-SILC; Anno di reddito 2015. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. * — dati
relativi al 2015
LU SE DK NL AT UK FI BE ES DE FR CZ IE MTEuro-19
EE CYEU-28
SI PL PT SK HU IT HR LV EL LT RO BG
Uomini 0.2 0.3 0.9 1.4 0.6 1 1.4 1.9 1.9 2.3 2.4 2.4 3.3 3.5 4.3 4.9 5.4 4.7 4.1 4.3 4.9 7 7.5 9.9 13.3 11.6 13.2 13.7 18.9 30.6
Donne 0.3 0.3 0.6 1.1 1.6 1.3 1.9 2.2 2.9 3.1 3.2 3.4 2.9 3.5 5.8 5.6 5.5 6.7 6.9 6.9 8 8.6 11.8 12 15.3 16.5 16.8 19 25 42.2
Totale 0.2 0.3 0.7 1.2 1.2 1.2 1.7 2.1 2.5 2.7 2.9 3 3.1 3.5 5.2 5.4 5.4 5.8 5.8 5.9 6.7 8 10.2 11.1 14.5 14.9 15.2 17.3 22.5 37.5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Percentuale della popolazione (over 65)
LU DK FR NL CZ SK FI AT ES HU PL BE IE* SEEuro-19
UKEU-28
DE SI PT EL CY IT MT HR RO LT EE LV BG
Uomini 6.9 8.1 8.2 9.7 5.1 10.3 9.0 10.2 13.8 11.8 11.7 16.0 15.4 11.3 14.9 15.1 15.1 15.6 12.9 18.9 19.0 19.5 20.6 24.6 28.0 27.0 26.2 27.4 33.5 36.5
Donne 11.0 10.2 11.4 10.2 13.7 13.5 17.3 16.4 14.9 17.0 19.0 16.8 17.4 21.9 19.4 20.4 20.7 20.8 25.0 24.0 24.4 25.8 26.4 27.5 36.0 38.7 43.1 48.6 47.8 52.3
Totale 9.1 9.2 10.0 10.0 10.1 12.3 13.6 13.7 14.4 15.1 16.1 16.4 16.5 17.0 17.4 18.0 18.3 18.3 19.9 21.8 22.0 22.9 23.9 26.1 32.8 34.0 37.4 41.4 43.1 45.9
0
10
20
30
40
50
60
Percentuale della popolazione (over 65)
Pagina 23 |
Grafico A7: Divario di genere nelle pensioni (in %), pensionati di età superiore ai 65 anni e 65-79 anni, 2016
Fonte: Eurostat. Nota: * — dati relativi al 2015.
Grafico A8. Tasso di occupazione dei lavoratori anziani (di età compresa tra i 55 e i 64 anni), 2016
Fonte: Eurostat, Indagine sulle forze di lavoro. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017.
SE DE DK EE LT NL UK LV FI CZ IEEU-28
Euro-19
BG CY PT IT FR HU AT ES SK PL BE MT RO LU SI HR EL
Uomini 77.5 73.7 71.9 63.7 66.8 72.8 69.6 61.3 59.8 68.2 65.7 62 61.6 58.3 61 58.5 61.7 51.6 59.7 57.6 55.7 55.1 55.7 50.7 61.8 53 46.4 43.6 45.1 46.2
Donne 73.5 63.5 63.6 66.5 62.8 54.2 57.4 61.4 63 49.3 48.9 48.9 49.4 51 43.7 46.3 39.7 48.2 41.5 41.1 42.8 43.5 37.6 40.2 26.4 33.6 32.4 33.4 31.6 27.2
Totale 75.5 68.6 67.8 65.2 64.6 63.5 63.4 61.4 61.4 58.5 57.2 55.3 55.3 54.5 52.2 52.1 50.3 49.8 49.8 49.2 49.1 49 46.2 45.4 44.1 42.8 39.6 38.5 38.1 36.3
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Percentuale della corrispondente popolazione (di età compresa tra 55 e 64 anni)
Pagina 24 |
Grafico A9. Durata della vita lavorativa, 2016
Fonte: Eurostat, Indagine sulle forze di lavoro. Nota: Data di estrazione dei dati: 31 ottobre 2017. Grafico A10. Differenza di punti percentuali in termini di tassi di sostituzione teorici netti prospettici (2053), confrontando il prepensionamento dovuto alla disoccupazione con una carriera a pieno titolo e i redditi medi e bassi
Fonte: Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni.
Nota: Fonte dei dati: Stati membri e OCSE Nota: Una differenza positiva indica un tasso di sostituzione periodico più
elevato per un lavoratore che diventa disoccupato. Ordinato per profilo salariale medio. In caso di differenze di
genere, i risultati riportati si riferiscono alle donne.
SE DK NL UK DE EE FI AT PT CYEU-28
CZ LV LTEuro-19
IE ES FR SI SK MT HU LU PL BE EL RO HR BG IT
Uomini 42.2 41.8 42.5 41.3 40.1 38.7 38.3 39.1 38.7 38.7 38.0 38.6 35.5 35.3 37.8 39.2 37.2 36.7 35.2 36.2 40.1 35.8 35.2 35.5 34.7 35.7 35.6 33.9 33.1 35.8
Donne 40.3 38.6 37.3 36.2 36.0 36.9 37.0 34.9 35.4 33.0 33.1 32.4 35.6 35.9 32.8 31.5 32.7 33.2 33.0 31.4 27.3 30.5 30.5 30.2 30.4 29.1 29.0 30.2 30.2 26.3
Totale 41.3 40.3 40.0 38.8 38.1 37.8 37.7 37.1 37.1 35.9 35.6 35.6 35.6 35.6 35.4 35.4 35.0 35.0 34.2 33.8 33.6 33.2 32.9 32.9 32.6 32.5 32.4 32.1 31.7 31.2
20
25
30
35
40
45
Durata (anni)
-20
-15
-10
-5
0
5
10
MT FR EL NL HU SE IE DK AT BE SI DE PT EE LU RO LV UK CZ CY PL FI SK LT HR ES IT
bassa media
Differenza in punti percentuali, rispetto al caso dell'aumento della normale età pensionabile
Pagina 25 |
Grafico A11. Differenza in punti percentuali in termini di tassi di sostituzione teorici netti prospettici (2053) per lavorare 2 anni in più / in meno rispetto a una carriera completa, lavoratori a basso e medio salario
Fonte: Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni.
Nota: Fonte dei dati: Stati membri e OCSE. Una differenza positiva indica un tasso di sostituzione teorico più
elevato rispetto a una carriera dai 25 anni alla normale età pensionabile. Ordinati per pensionamento nella normale
età pensionabile +2 (lavoratore medio). I tassi di sostituzione teorici per il pensionamento nella SPA-2 non sono
riportati per Belgio, Bulgaria, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Romania e Ungheria a causa
dell'inammissibilità alle pensioni pubbliche nella SPA-2. Se esistono differenze di genere, vengono riportati i risultati
per le donne.
Grafico A12. Quote dei diversi regimi pensionistici nei tassi di sostituzione teorici lordi per una persona che percepisce un reddito medio, 2013
Fonte: Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni. Fonte dei dati: Stati membri. Rif. variante II dello scenario di
base (40 anni fino alla SPA). Basato unicamente sui regimi inclusi nei calcoli dei tassi di sostituzione teorici. I dati
per la Grecia non sono disponibili. In caso di differenze di genere, i risultati riportati si riferiscono agli uomini.
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
25
PT EE LT DE CZ AT SK SI LV FI DK SE FR ES PL HR CY IT EL MT HU NL LU IE RO BG BE UK
Pensionamento tardivo: SPA+2, lavoratore con una retribuzione media Pensionamento tardivo: SPA+2, lavoratore con una retribuzione bassa
Pre-pensionamento: SPA-2, lavoratore con una retribuzione media Pre-pensionamento: SPA-2, lavoratore con una retribuzione bassa
Differenza in punti percentuali, rispetto al caso dell'aumento della normale età pensionabile
Pensioni pubbliche non accessibili in SPA-2
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
BE BG CZ DK DE EE IE EL ES FR HR IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT RO SI SK FI SE UK
Lavoratore con retribuzione media
Pubblici diretti Pubblici pre-finanziati Regimi privati occupazionali e altri regimi pre-finanziati
Pagina 26 |
Grafico A13. Quote dei vari regimi pensionistici nei tassi di sostituzione teorici lordi per i redditi medi, 2053
Fonte: Relazione 2015 sull'adeguatezza delle pensioni. Fonte dei dati: Stati membri e OCSE. (base di rif. caso II).
In caso di differenze di genere, i risultati riportati si riferiscono agli uomini.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
BE BG CZ DK DE EE IE EL ES FR HR IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT RO SI SK FI SE UK
Lavoratore con retribuzione media
Pubblici diretti Pubblici pre-finanziati Regimi privati occupazionali e altri regimi pre-finanziati