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ACCOGLIERE UN NUOVO NATO La salute in centro storico e nelle isole. La povertà fa ammalare di più. Oncologia. Il centro di cura dei tumori della testa e del collo nella Ulss 12 ALL’INTERNO MAGGIO / GIUGNO 2014 - NUMERO 9 è V E N E Z I A I N S A L U T E

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ACCOGLIERE UN NUOVO NATO

La salute in centro storico e nelle isole.La povertà fa ammalare di più.

Oncologia. Il centro di cura dei tumori della testa

e del collo nella Ulss 12

ALL’INTERNO

MAGGIO / GIUGNO 2014 - NUMERO 9

èèV E N E Z I A I N S A L U T E

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sommarioP R I M O P I A N O

g Un figlio in tempo di crisi. Un'opportunità per “reinventare la vita”.Intervista alla psicoterapeuta Paola Scalari

g Percorso Nascita, dalla gravidanza al post partum per ridurre al massimo i rischi.Forum di confronto con Tiziano Maggino primario di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale dell'Angelo

g A febbraio è stato chiuso il Punto Nascita di Villa Salus. Resta un grande patrimonio di esperienza umana e professionale.A cura di Roberto Fraioli, già responsabile della Attività Sala Parto Ospedale Classificato Villa Salus

P U N T I D I V I S TA / C O N S U LTA D E L L E C I T TA D I N E

g Dalla tutela della salute alla nuova visione della medicina di genere e dell'integrazione sociosanitaria.Intervista a Maria Teresa Menotto, presidente della Consulta delle Cittadine, CristinaGiadresco, vice presidente, e Franca Marcomin, responsabile Commissione Salute

F O C U S U L S S 1 2

g Strategie e servizi. Verso una presa in carico complessiva del paziente. Entro fine anno le strutture intermedie, ma la sfida resta costante

g Oncologia. Tumori della testa e del collo. Nell'Ulss 12 un centro di cura con approcciomultidisciplinare.A cura di Paolo Morandi, direttore Unità complessa di Oncologia dell'Ulss 12

S T U D I E R I C E R C H E

g La salute in centro storico e nelle isole. La povertà fa ammalare di più, soprattutto le donne.A cura di Lorenzo Simonato, Laboratorio di Sanità Pubblica e Studi di Popolazione,Università di Padova

E V E N T I

g L'edizione di Venezia in salute 2013 al Forte Marghera. Cultura della salute in progress.Di Moreno Scevola, presidente Fondazione ARS Medica, Ordine Medici di Venezia

S P A Z I O R I F L E S S I O N I

g In ricordo di Francesca Corsi, responsabile del Servizio Anziani, Disabili e Salute Mentale del Comune di Venezia. Competente ed instancabile nella difesa dei diritti di cittadinanza.A cura di Sandro Simionato, già assessore alle Politiche Sociali e vice sindaco di Venezia

g Nel primo Piano di Zona, approvato nel 2001, i principi ispiratori della "domiciliarietà".A cura di Sandro Del Todesco, dirigente del Comune di Venezia

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primo piano

Un figlio in tempo di crisi.Una opportunità per“reinventare la vita”Intervista alla psicoterapeuta Paola Scalari

Accogliere un nuovo nato

La rappresentazione della prole ha subito unamodifica epocale a partire dalla diffusione dellacontraccezione e dalla legge sulla interruzionevolontaria di gravidanza: oggi un figlio è quasi semprescelto. Nella società attuale però la famiglia cambia e con essa l'educazione dei figli, ma ciò che restafondamentale è il rispetto tra genitori, anche daseparati, e tra adulti che fanno parte della stessacomunità familiare o educativa.“I bambini più piccoli ed anche gli adolescenti hannobisogno di non sentirsi sovraccaricati di aspettative evanno sostenuti a rivelare, prima di tutto a se stessi,ciò che sono e che possono diventare – sottolineaPaola Scalari psicologa e psicoterapeuta espertasoprattutto di età evolutiva –. Un figlio resta altro dasé e va amato, ma anche aiutato a trovare la propriastrada, qualunque essa sia. La crisi contribuisce acambiare il modo di educare, tutto cambiarepentinamente e quasi nulla è prevedibile. A mammee papà non rimane che offrire al figlio gli strumentiper affrontare quel che verrà. Senza mai dimenticareche Comune di Venezia, Ulss 12 e terzo settorecollaborano da anni per fornire ottimi servizi asostegno della crescita dei bambini e dell'impegnoeducativo di genitori ed altri adulti di riferimento”.

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Dottoressa Scalari, come era vissuta la nascitadi un figlio qualche decennio fa e come vienevissuta oggi? La rappresentazione della prole ha subito unamodifica epocale a partire dalla diffusione dellacontraccezione e dalla legge sulla interruzionevolontaria di gravidanza: oggi un figlio è quasisempre scelto.Il figlio come “scelta”, e non per “volere divino”,comporta però anche un rischio che include lafantasia da parte dei genitori di poter avere unfiglio perfetto, dotato di tutte le attitudinidesiderate. Pertanto invece di assecondare lanatura di ogni bambino, i genitori di oggi tendonoa volere che ogni piccolo si conformi alle proprieaspettative. E visto di figli se ne fanno pochi, sicrede che quell'unico discendente debbarispondere a tutti i propri sogni.L'operazione tentata dai genitori di forgiare ilbambino sul proprio desiderio, fortunatamente,non riesce spesso, perché ogni piccino ha la suaspecifica personalità, ma si tratta comunque di unatteggiamento pericoloso da parte dei genitori.Ma il rischio non è quello di desiderare un figlioperfetto, più mitico che reale?Queste altissime aspettative da parte dei genitorisono errate. La pretesa di avere un figlio perfettoproviene da un clima culturale perverso, nel qualeprevale il dominio sull'altro. In realtà un figlio nonsi sottomette, si educa. Ed educare implica unprocesso che darà i suoi risultati senza pretenderel'immediato riscontro. La caduta dell'idea dieducare con pazienza, perseveranza, fiducia,capacità di attesa, speranza sta forse subendo uncolpo mortale dentro ad un contesto socialeconsumistico dominato dall'usa e getta, avvilitodall'idea di successo. La fantasia è che le personesono al servizio dei nostri desideri e se non li

soddisfano, possono essere messe da parte...Oggi tra l'altro osserviamo che le attese disuccesso sono troppe e troppo concentrate supochi bambini. Tutto ciò crea una miscelaesplosiva nei rapporti familiari e interpersonali...La nostra è una società a misura di bambino? Devo dire che in verità la nostra società è amisura di bambino. O almeno lo è molto più diquanto lo sia mai stata. Oggi più di ieri, e quindi disempre, il bambino ha uno stato di diritto che loha liberato dal “possesso familiare”. Le madri untempo dicevano: “Così come ti ho fatto, ti disfo”. Ipadri educavano facendo paura e affermavano:“Ti picchio per il tuo bene”. Per fortuna nessuno –almeno apertamente – afferma più il diritto aessere così duro con il “suo” bambino.La nostra società dunque sembra aver fattomolti passi avanti nella tutela dei più piccoli...Il rispetto verso l'infanzia è una grande conquistadel terzo millennio.I bambini non possono più essere maltrattati,trascurati, abusati, fatti oggetto di ogni sopruso.I bambini lavoratori, i bambini sfruttati, i bambininon scolarizzati, speriamo rimangano una piagadel passato. Una piaga che, si guardi bene, venivalegittimata da tutta la comunità e perciò ritenutanormale e naturale.Ora invece se un bambino subisce delle ingiustizieil sistema di Tutela Minori lo protegge. Lo mette insalvo da genitori incapaci, fragili, maltrattanti.Perciò questa è la miglior società, almeno inOccidente, dalla notte dei tempi, per tutti i piccoli.Ora i bambini possono essere piuttostoiperprotetti, iperstimolati, talvolta sono costretti avivere in un mondo accelerato e a sentire su di sétante aspettative da assolvere, ma sono ancheminori con tanti diritti. Primo fra questi il dirittoad essere educati e il diritto all'istruzione.

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Certamente molte volte la famiglia si puòlamentare della realtà scolastica attuale con tuttele sue falle. Ma non dimentichiamo che essa èaperta a tutti, che rappresenta il luogo privilegiatodello stare insieme agli altri bambini per impararea vivere nel gruppo e godere del sapere collettivo.Queste sono grandi conquiste. Dobbiamo sapereche i bambini italiani sono figli di un mondoprivilegiato dove banchi, carta, penne, colori – enon solo – non mancano a nessuno. La scuola, cheè la casa dei bambini, è un luogo garantito a tutti.Quali sono invece i rischi a cui la societàcontemporanea espone i bambini?Forse la piaga che sta emergendo ora nella nostrasocietà è la pedofilia. Anche la Chiesa nonvorrebbe più tollerare il prete che approfittasessualmente del bambino. L'emergere di questoproblema richiede anche di mettere il bambino alprimo posto, prima dell'istituzione sia essa lachiesa, la scuola o la famiglia: si tratta di unanovità importante. L'abuso però può essereperpetrato anche a livello psicologico, all'internodella famiglia stessa. Ed esso avviene spessoquando l'eccesso di amore asfissia i figli, quandola libido non rimane dentro alla copia coniugale esi celebrano matrimoni mentali con il figlio cheviene caricato di significati che lo trascendono.In una società che si basa sull'immagine, ibambini rischiano di essere “usati” anche nellepubblicità o di essere costretti a subire il pesodi modelli irreali?I bambini attraggono perché sono innocenti maanche seduttivi e perciò la pubblicità li usa persedurre attrarre i potenziali clienti. Molti spot“usano” l'infanzia anche per stimolare nei piccoli ildesiderio di comprare determinati prodotti. Ma ilgenitore competente può sempre aiutare il figlio acapire che si può essere felici anche senza tutti i

prodotti propagandati dai media. Anzi forse questobambino sarà più felice, perché meno alienato..Il mercato fa la sua parte, la realtà della coscienzasoggettiva fa la sua. E in mezzo ci sta la cultura chepermette di decifrare i possibili inganni! E per culturasi intende il sapere sulla genitorialità che nasce dalconfronto, dalle reti tra famiglie, dalla solidarietà tradonne, dalla vicinanza tra le generazioni.Cosa significa desiderare un figlio, aspettareun figlio, accogliere un figlio? Il percorso che porta un uomo ed una donna adesiderare un figlio nasce nella storia familiare diciascun coniuge e si sviluppa all'interno della lorostoria di coppia. La coppia – più o menoconsciamente – sente che la sua naturaleprogettualità è dare vita a qualcosa che primanon esisteva. È la spinta creativa dell'incontro tradiversità che avverte l'urgenza di uscire, direndersi visibile, di farsi strada.La diversità è generativa. E all'interno dellarelazione amorosa la strada più consueta è darevita ad una nuova creatura, allevarla, farla divenireun uomo ed una donna. È l'essere in due chechiede di generare. In qualsiasi modo e in qualsiasiforma questo generare si possa esprimere. Il figliogenerato diventa la forza d'animo per continuare amediare le differenze, per negoziare le diversità,per dirimere i conflitti. Gli ostacoli non mancano,ma neppure le mille soddisfazioni di vedere ilprogetto procedere, seppur tra milletrasformazioni, adattamenti, innovazioni. Ognunodei due genitori, se ne è capace, può trarre dallacrescita di un figlio una grande lezione di vita. Leparole rinuncia, perdita, sacrificio diventanoleggere e foriere di soddisfazione. Lo sa ognimamma che di notte si alza per tranquillizzare ilbebè, lo impara presto ogni papà che chiude l' Ipodper giocare a palla con il suo bimbo.Non c'è dolore in queste privazioni, bensì c'è lagioia di veder crescere chi si ama.Oggi sembrano prevalere le proiezioninarcisistiche a danno di una reale accettazionedell’ingresso di una nuova creatura nella vitafamiliare?In questi casi si tratta di un amore che non è piùsano ma è alimentato dal bisogno di soddisfare sestessi, di stare bene a discapito del prossimo, dirompere ogni solidarietà con chi è fragile.I genitori che avvertono il peso e non sopportanola fatica dell'allevare un figlio, lo devono al fattoche smarriscono il senso di farlo insieme –sposati o separati che siano –. Sono madri cheprovano invidia per chi ha figli, a loro modo divedere, migliori del loro. Sono padri che vivonocome un incubo la mortificazione di avere unfiglio non vincente. Si tratta di genitori chepatiscono per paura di cosa penseranno odiranno gli altri del loro figlio, inteso quasi comefosse un “prodotto”.Quali sono i bisogni principali di un bambino da 0 a 6 anni? Quali sono le difficoltà che

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incontrano i genitori di bambini così piccoli?I bambini piccoli hanno bisogno del tempo deiloro genitori. Ne godono perché dà lor sicurezzavedere i genitori a casa e non avvertire se stessicome precocemente abbandonati.I piccini richiedono presenza, attenzione, dedizionee ne usufruiscono per raccontarsi con il gioco,comunicando con il pianto e con il riso condiviso,creando la struttura mentale con le parole di chi hala possibilità di raccontar loro il mondo.Dentro a questo primo elemento temporaleavviene tutto il resto.La dolcezza delle cure, la pazienza dell'insegnare,la pacatezza nel ripetere, la curiosità dell'ascoltare,la fermezza nel guidare entro i limiti. Ma senzatempo non si può, per esempio, sgridare un piccinoal mattino e rivederlo a tarda sera. Quindi si lasciaperdere. Senza tempo non si può tollerare uncapriccio sapendo che poi finirà e si pone fine alladiatriba, cedendo. E si concede troppo. I figli alloraperdono la guida e si sentono allo sbando.I bambini per crescere hanno bisogno di regolaritàdentro alla quale cresce il senso della regola.I piccini quindi hanno bisogno di madre e padreper assimilare le basi del vivere.Anche altri adulti, oltre ai genitori, possonocontribuire all'educazione dei bambini moltopiccoli?Possono integrare questo lavoro nonni solleciti,tate amorevoli, educatrici professionali.Quindi il problema di dare risposte ai bisogniemotivi dei piccini non è affare solo dei genitori.Una società, che vede sempre più entrambi igenitori lavorare, ha bisogno di un maggior numerodi adulti di riferimento capaci di accudire conamore e con determinazione il piccino. La curadell'infanzia, oggi, dunque deve essere assunta dauna comunità allargata che deve cooperare,ascoltarsi, condividere, co-costruire spazi e tempiche garantiscano la crescita dei piccini.Ai genitori spetta il compito di vigilare su questefigure educative, senza pretendere però dicomandarle a bacchetta.Il bambino fin dalla più tenera età sa regolarsi aseconda dell'adulto con cui ha a che fare. Ilbisogno fondamentale del bambino è quello disentire che gli adulti che si occupano di lui sirispettano tra di loro. Quindi uno dei nuovi compitidel genitore di oggi è prendersi cura dei legami tragli adulti che si prendono cura del piccolo.Quali sono invece le caratteristiche deipreadolescenti dai 6 ai 12 anni? Qual èl'atteggiamento migliore da parte dei genitoriper aiutarli a crescere e a inserirsi nella scuolae nel mondo esterno?La preadolescenza mette a dura prova madri epadri poiché hanno l'impressione di perdere ilterreno conquistato. Il figlio, che era educato,diventa sboccato, distratto, scostante... Ilbambino che si lasciava guidare, non vuoleascoltare nessuna indicazione proveniente dai

suoi familiari. Il piccino che li guardava con occhiammirati, adesso li osserva con occhi torvi. Permamma e papà è dura. Dopo tanto lavoro, tuttosembra svanire. Ma non è così. Il figlio che è statoamato, sente tutta la fatica di staccarsi dallebraccia rassicuranti del padre e avverte una fittadolorosa nel dover rinunciare ad essere“l'innamorato di mamma”. Allora si svincola conprepotenza. E la necessità di staccarsi, glielaimpone la sessualità nascente che, se colmatadalla vita domestica, diventerebbe incestuosa e lochiuderebbe in un mondo asfittico. Allora ilragazzino cerca di agire con la sua testa. E magariprova a studiare poco, a dire qualche bugia in piùper dimostrare a se stesso che è capace di stareda solo. E questo mettersi alla prova senza laprotezione dei familiari, è un bene, lo fa maturare,lo rende responsabile di se stesso.Se il genitore non va troppo in ansia, non lo tiraindietro, non esige obbedienza acritica, nonimpone regole per la sua tranquillità, la parte piùturbolenta della vita di un figlio passa e, un po'come le malattie esantematiche, finisce.I genitori quindi devono guardare, osservare, starea debita distanza, vigilare, ma non occupare lospazio dei figli. Il difficile adesso che sono giuntialla soglia dell'adolescenza, è lasciarli andarefidandosi dello “zainetto” con cui li si è riforniti dionestà, voglia di vivere, attenzione all'altro.Quali potenzialità dimostrano gli adolescenti di oggi?Gli adolescenti di oggi sono molto belli.Affascinanti fuori per i loro look curati, originali,individuali. Affascinanti dentro perché quelli dioggi sono ragazzi che non hanno paura degli

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adulti quindi dialogano con madri, padri,insegnanti senza remore. E poiché la fasespecifica richiede lo sviluppo della capacitàcritica, la determinazione a riflettere, il piaceredell'introspezione, dialogare con loro è un veroprivilegio. Sono in linea di massima dei braviragazzi, amano fare progetti che li vedonocittadini del mondo, coltivano tribù amicali ricchedi grande eterogeneità, si incontrano in più gruppiamicali. La ricchezza del loro mondo relazionale èil segno della loro maturità e la molteplicità deilinguaggi che usano per creare comunità, li rendecapaci di spaziare nelle più svariate dimensionisociali. Il web è la loro specifica conquista. Esserecittadini senza confini è la loro “divisa”.Quali problemi invece pongono gli adolescentidi oggi?In questo mondo complesso e in continuomovimento i ragazzi che non hanno ricevuto acasa e a scuola basi sicure, possono peròsmarrirsi. Possono cioè rimanere piccini, purabitando corpi adulti. E la loro paura di crescerepuò diventare voglia di distruggere e didistruggersi. Diventano allora violenti. Attaccanogli altri sentiti come ostacoli o si attaccano sestessi percependosi come impedimento allapropria realizzazione. Si danno la mortedirettamente per fame o per l'uso di sostanzevarie o ancora per “falsi” incidenti o danno lamorte perché l'altro non è tollerabile nella suaautonomia. Bebè nell'animo, devono gestire corpiadulti e spesso non ne sono capaci perchénessun adulto glielo ha insegnato educandoliaffettivamente. In questa cattiva gestione delcorpo, si insinua la mercificazione dello stesso. El'abbassarsi dell'età in cui ragazzine di buonafamiglia lo vendono, sta diventando un vero eproprio campanello d'allarme. Ma ad ogni nuovababy escort corrisponde una stuola di adulti chele usano. Ed è di questo che bisogna inorridire.

È importante riscoprire il ruolo guida delgenitore capace di dire anche dei no? Che i no aiutino a crescere, non c'è dubbio. I divietioffrono precocemente quell'esperienza difrustrazione dalla quale nasce la capacità di viverecreativamente entro i limiti che la realtà impone.Nessun genitore crede inutile limitare il figlio, ilproblema del farsi obbedire si pone nella forzad'animo con cui mamma e papà possonosostenere la rabbia che il figlio prova nei loroconfronti quando si vede negare ciò che desidera.La paura di non essere amabili è il tallone d'Achilledi genitori che concedono troppo ai figli, perchénon riesco a sopportare il dolore che provanoquando si sentono odiati, detestati, criticati.Quali sono i compiti specifici della madre equali quelli del padre per un migliore rapportocon i figli?Il ruolo dei due genitori è oggi paritario. Ognuno deidue ama, consola, contiene e pone stop, sgrida,punisce. I padri materni devono saper accontentaree limitare i loro bambini, così come madri paternedevono saperli deludere e soddisfare. Ognunoagendo la regola e la determinazione a farlarispettare. In questo lavoro però un ruolofondamentale, oggi più di ieri, lo hanno anche tuttele altre figure educative che, anziché criticare gliinsuccessi dei genitori, dovrebbero affiancarli inmodo da aiutarli a diventare meno fragili di frontealla disobbedienza del bambino.Ogni disappunto di un adulto verso un altro adulto,lascia varchi nel confine tra lecito e illecito. Se gliadulti non si rispettano, come faranno i bambiniad imparare il rispetto, la buona educazione, lacapacità di non voler avere sempre ragione? Quali sono le differenze principali nell’educareuna figlia femmina o un figlio maschio nellediverse età della crescita?La differenza di genere rende più agevole lacrescita del maschio che fin dalla nascita ama la

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madre e può continuare a sentirla come l'oggettoprivilegiato del suo amore. La femmina invece purall'alba della sua vita, essendo fusasimbioticamente dentro all'ambiente affettivomaterno, ne esce precocemente per cercare diottenere l'amore esclusivo del padre. Quindi lafiglia rinuncia al primo amore e si avventura versoun nuovo innamoramento. Questo la rende piùcritica verso la madre durante l'adolescenza,epoca nella quale la sua rivalità con il corpomaturo materno, si fa sentire maggiormente.Le madri quindi tribolano di più con le figliefemmine e i padri non sempre riescono ad aiutare laloro compagna. Questo essere coppia coniugale,oltre che genitoriale, aiuta anche i figli maschi arinunciare alle lusinganti affettuosità della madre ea cercarsi l'innamorata fuori casa. I genitori quindisono chiamati a deludere in modo da aiutare i figli acercare altrove affetto, amore, completezza,soddisfazione. Amore. E alle volte è più faciledeludere una figlia femmina in quanto padri,piuttosto che far soffrire un figlio maschio in quantomadri. I papà possono farsi ammirare perchéamano il mondo esterno e trascinare con sé le figliedesiderose di occupare un posto nel mondo.Oggi madri e padri consapevoli dell'eguale valoredei due sessi offrono inoltre pari opportunità divita, di realizzazione, di studio a figlie e figli. Eanche questa è una grande conquista dei nostrigiorni. Fare il genitore dunque significa “partorire”più volte. La prima, assecondando la spintaimprenditoriale del bambino che esige di usciredall'utero, perché ormai vi sta scomodo, e poi viavia milioni di altre volte, assecondando la forzad'animo del figlio che vuole andare per il mondo.Quale rapporto dovrebbero avere genitori efigli per superare insieme gli stili di vita

imposti dalla società dell’apparenza? È giustoparlarne in casa, e come?Più della parola vele vale l'esempio. I genitori chescelgono valori controcorrente basta che facciano“respirare” quest'aria in casa. E le domande casomai sorgeranno spontanee dalla curiosità delfiglio, il dialogo diventerà stile di vita, l'interrogarsipiacere di discutere tutti insieme. Non dunquesermoni, ma ricerca di senso, guidano l'analisi deidisvalori sociali, delle brutture e delle devianzeproposte da un mondo complesso e intrasformazione. Credo che il genitore debba fareciò che dice, più che predicare ciò che nonpratica. Il resto viene di conseguenza.Qual è oggi l’offerta dei servizi a supporto deigenitori, da parte del Comune di Venezia edell'azienda Ulss 12?Il sistema dei servizi erogati dall'Ente Locale edall'Azienda Sanitaria ha sempre tenuto alla crescitadelle nuove generazioni approntando interventispecifici che coprono l'ambito della prevenzione,della cura e della tutela del minore. E il minore non losi può aiutare, se non si sostengono i suoi genitori.Su questo principio tutti sono concordi.Molte dunque sono le offerte di interventi chevedono il minore come oggetto della cura, matutti questi dispositivi si occupano anche deigenitori, degli insegnati, della rete delle famigliesolidali, poiché aiutare un piccino significadialogare con i suoi adulti di riferimento.Il pensiero, che ha orientato la progettazione siadel Comune sia dei Servizi sociosanitari, è quellodell'integrazione, del mettersi insieme, delcollaborare. Co-costruire progettualità – ognunocon le proprie competenze – ha rappresentato erappresenta la filosofia che guida l'agire deiservizi nel territorio comunale veneziano.Quanto conta per gli operatori lavorare “in rete”?Il concetto di “rete” è sempre stato nello spiritodei progetti approntati dagli operatori che si sonodedicati allo sviluppo dell'identità delle nuovegenerazioni, sia lavorando con i bambini siasostenendo i loro genitori. Educare alla sessualità,farsi carico dei momenti di crisi dell'adolescente,affiancare il ragazzo affinché le vecchie e nuovedipendenze non lo risucchino, rappresentano ipunti di forza della progettazione dei due Enti incollaborazione con il Terzo Settore in un'ottica diwelfare sociale che non manca di conflitti, ma cheorienta le azioni.E nessun minore può dirsi realmente aiutato, senon si ascoltano, orientano, curano gli adulti che locircondano. Perciò il lavoro con madri e padri vedecostantemente occupati e pre-occupati glioperatori che incontrano le fragilità di tutti i figli in crescita, ma anche dei ragazzini smarriti,arrabbiati, devianti, trascurai, maltrattati, abusati...La famiglia dunque al centro dell'attenzione delsistema dei servizi affinché grandi e piccolipossano godere nei vari momenti di “crisi”, cioè dicambiamento, del supporto di validi professionisti.

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Possiamo fare alcuni esempi di serviziparticolarmente interessanti per la loro offerta?Una decina d'anni fa ho contributo alla nascita dei“Laboratori relazionali” promossi dalla FondazioneGroggia in collaborazione con il Comune diVenezia e l'azienda sanitaria di Venezia. Esempiodi co-costruzione progettuale e di collaborazionefattiva affinché le famiglie più fragili della cittàfossero aiutate nell'educazione dei figli.In questi ultimi anni molto impegno si è profusoper i minori stranieri non accompagnati.Certamente sono giovani arrivati in Italia senza i genitori e tutti con legami familiari tranciati.Ma nei servizi cittadini molto si fa per la famigliaadottiva, la famiglia affidataria, la famiglia solidale.La famiglia sociale diviene dunque un punto diforza dell'intervento del sistema pubblico eprivato. Infine ci sono eccellenze come il CentroPrima Infanzia della Municipalità di Mestrediventano il luogo dove l'identità genitoriale trovasempre nuova linfa, sostegno, aiuto.La crisi apre a nuovi scenari anche nellefamiglie? Quanto possono subirne i dannibambini e adolescenti? La crisi fa perdere la prospettiva del futuro.Ai genitori non è possibile immaginarlo.Tutto cambia repentinamente e quasi nulla èprevedibile. Quindi a mamme e papà non rimaneche offrire al figlio gli strumenti per affrontarequel che verrà. E perciò la flessibilità, la capacitàdi uscire da false verità, la rottura degli stereotipidiventano punti di forza dell'educazione in tempidi crisi. I genitori non possono accompagnare ilfiglio verso un mondo che non sanno interpretare,ma possono e devono aiutare le nuovegenerazioni a sapersi inventare creativamente

una vita, qualsiasi siano le condizioni nelle quali si troveranno a costruirla.La trasformazione della famiglia tradizionale infamiglia allargata, con separazioni e nuoveunioni dei genitori, quanto incide e come sullacrescita dei figli?La famiglia è ormai un concetto desueto.I bambini crescono dentro a tanti tipi di famiglie.Quindi mamme e papà sanno che educano il figliodentro ad un sistema familiare dalle strutture piùsvariate. E loro stessi potranno trovarsi a viverelontani l'uno dall'altro, potranno incontrare altripartner con o senza figli, potranno costruirerealtà familiare multietniche... Ad ogni adulto delterzo millennio è quindi richiesta la modificaprofonda dell'idea di famiglia. Se egli ci riuscirà,che viva sposato o no, che si separi e siricostruisca una vita altrove, poco importa alfiglio. Il bambino ha solo bisogno che i legami tra i suoi adulti di riferimento siano basati sulrispetto. È del rispetto che dobbiamo farci caricocome adulti, non della forma della famiglia. Leseparazioni coniugali dunque non sono che unodei possibili esiti di una famiglia e possono esseremetabolizzate dai piccoli di casa, tanto quanto i genitori rimangono tali, rinunciando alle guerrein nome del figlio. Il divorzio comporta un luttopoiché finisce un progetto, ma il lutto non devastanessuno se è vissuto con la pacatezza del doloreintimo e non urlato.

PER INFORMAZIONIPaola Scalari, psicoterapeuta e psicosocioanalistasito internet www.paolascalari.it

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Percorso Nascita, dalla gravidanza al postpartum per ridurre al massimo i rischi.Forum di confronto con Tiziano Magginoprimario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale dell'Angelo

Accogliere un nuovo nato

a cura di Nicoletta Benatelli

Il Punto Nascita dell'ospedale dell'Angelo è andato consolidandosi a partire dal 2007fino a raggiungere attualmente i 150 parti al mese per un totale di quasi 2mila partiall'anno. Si tratta di un Punto Nascita all'avanguardia non solo per le competenzetecniche di alta specializzazione, che permettono di intervenire anche in caso digravidanze e parti con aspetti patologici, ma anche per l'approccio che punta afacilitare, là dove possibile, il parto fisiologico nella sua naturalità favorendo le esigenzedella donna e il rapporto della madre con il neonato. Quest'anno poi l'équipe, già digrande esperienza, dell'Unità di Ostetricia e Ginecologia, guidata dal primario TizianoMaggino, è andata arricchendosi anche delle professionalità di ginecologi e ostetricheprovenienti dal Punto Nascita di Villa Salus che ha chiuso nel febbraio scorso.Abbiamo incontrato il primario Tiziano Maggino con Donatella Milan, capo ostetricadell'ospedale dell'Angelo, ed Onofrio Lamanna, direttore dell'ospedale dell'Angelo, inun forum di confronto promosso dalla rivista “Venezia in salute” e tenutosi inMunicipio a Mestre nel marzo scorso.Al forum hanno partecipato: Barbara Guarinoni, presidente del Collegio interprovincialedelle Ostetriche; Franca Marcomin, ostetrica e responsabile Commissione SaluteConsulta delle Donne; Cristiana Giadresco, vice presidente Consulta delle Donne;Debora Turchetto, ginecologa e componente della Consulta per la Tutela della Salute;Giuliana Di Girolamo, ostetrica del Consultorio Familiare di Venezia; Silvia Bologna,presidente Associazione Italiana Persone Down sezione di Venezia- Mestre; NicolettaCodato, responsabile Servizio Programmazione Sanitaria Comune di Venezia; StefaniaBarbado, Servizio Programmazione Sanitaria Comune di Venezia, e Sandro Simionato,già assessore alle Politiche Sociali e vice sindaco di Venezia.

primo piano

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Dottor Maggino, come possiamo descrivere ilPunto Nascita dell'ospedale dell'Angelo?Si tratta di un Punto Nascita di secondo livelloche accoglie, oltre ai parti fisiologici, anchepazienti che presentano gravidanze o parti arischio o comunque con aspetti patologici.Possiamo accogliere infatti anche neonatiprematuri a partire dalla trentesima settimana digestazione in poi, grazie alla collaborazione conl'équipe di Patologia Neonatale dell'Unità diPediatria. L'Unità di Ostetricia dell'Ospedaledell'Angelo può contare su una équipe vasta edalle variegate ed elevate competenze per quantoriguarda i medici ginecologi, le ostetriche, ilpersonale infermieristico, ecc. Abbiamo giàavviato una ottima collaborazione anche con iprofessionisti che provengono da Villa Salus. Citengo a precisare che è fondamentale che tutto ilPercorso Nascita sia valutato con la giusta curaed attenzione perché è il sostegno adeguato adogni tipo di gravidanza che ci permette di arrivare

a un parto senza particolari rischi o emergenze equindi pressoché in totale sicurezza. Ed ilPercorso Nascita è costruito insieme aiprofessionisti sanitari – ginecologi, ostetriche,ecc. – che operano anche nei Consultori Familiaridiffusi sul territorio: a Venezia centro storico e neivari quartieri della terraferma. Sono questiprofessionisti che prendono in carico la donna findall'inizio della gravidanza e hanno il compito disegnalare i vari problemi che possono presentarsisia per la madre che per il nascituro.Il “parto sicuro” dunque dipende dalla presa incarico complessiva della donna in gravidanza?La continuità assistenziale è fondamentale per lasicurezza di madre e nascituro. È' necessaria unagrande collaborazione tra tutti gli operatoricoinvolti, dal momento in cui la donna scopre diessere incinta, e poi durante tutto il periodo dellagravidanza, fino al parto ed al rientro a casa. I rischivengono notevolmente ridotti, se c'è una buonapresa in carico della donna, e se vi è unaosservazione attenta e costante dell'evoluzionedella gravidanza. Ritengo perciò essenziale il ruolosvolto in questo senso dai Consultori Familiari edaggiungo che vanno sempre più coinvolticomunque tutti gli operatori. Va ricordato infatti chenon c'è più una sola figura in grado di seguire lagravidanza in tutte le sue fasi, ma esistonol'ostetrica e il ginecologo che seguono l'evoluzionenei tre trimestri, il ginecologo ecografista, l'ostetricae il ginecologo che seguono travaglio e parto, ecc. Èimportante che vi sia una buona sinergia e unoscambio tempestivo e preciso delle informazioninelle diverse fasi, altrimenti i rischi aumentano siaper la madre che per il nascituro e si presentanoall'improvviso magari proprio al momento del parto.Certamente c'è sempre un minimo rischio che faparte dell'imponderabile, ma nella maggioranza deicasi, avere tutte le informazioni permette diprevenire possibili gravi problemi.Un Punto Nascita in grado di collaborare con ipresidi del territorio e ben attrezzato dal puntodi vista delle competenze e della tecnologiacostituisce uno spazio d'eccellenza per la tuteladella salute della madre e del nascituro...Certamente ed in questo senso bisogna avere ilcoraggio di dire che i piccoli Punti Nascita, menoattrezzati e soprattutto meno abituati a gestireimprevisti ed emergenze, andrebberoprogressivamente chiusi perché non permettonodi offrire un altissimo margine di sicurezza. Noilavoriamo in perfetta sinergia anche con il PuntoNascita dell'ospedale civile di Venezia, dovenascono in media 400 bambini all'anno e propriaquesta collaborazione costante permette diaumentare il grado di sicurezza anche in centrostorico. Ma non sempre è così ed alcuni PuntiNascita vedono troppi pochi casi per essereall'altezza di una improvvisa emergenza o persaper cogliere tempestivamente una realesituazione d'allarme.

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Come è organizzato il Punto Nascitadell'ospedale dell'Angelo?L'Unità di Ostetricia dell'ospedale dell'Angelo puòcontare su sette sale parto e travaglio. Di questesale cinque sono tradizionali e due sono veri epropri “appartamenti da parto”. Inoltre siamoattrezzati con una sala operatoria per i cesareid'urgenza e una sala parto è facilmentetrasformabile in una seconda sala operatoria perle emergenze. Attualmente contiamo 35 postiletto di Ostetricia. È evidente che il parto è unevento di per sé imprevedibile, che avvienequando decide la natura e quindi è importanteessere preparati e disporre di personale edattrezzature adeguate alle diverse esigenze che sipresentano di volta in volta. In questi decenniabbiamo ridotto al minimo i rischi e si puòoperare con sempre maggiore sicurezza. Ancheper questo vogliamo tenere nel giusto contoanche l'aspetto umano, psicologico edemozionale del travaglio e del parto chepermettono ad un neonato di venire al mondo.Quale valore rappresenta l'”appartamento daparto”? In quale modo questo spazio puòfavorire una nascita naturale?L'”appartamento da parto” rappresenta unbellissimo spazio di accoglienza per la donna, ilnascituro, il compagno ed altri membri dellafamiglia. Si tratta di uno spazio arredato come unapiccola casa, con un grande letto matrimoniale, ingrado di ospitare il travaglio ed il parto in unambiente e una atmosfera assolutamente naturalisotto tutti i punti di vista. Uno spazio di questotipo permette anche alle emozioni di fluire serenesecondo le diverse fasi del travaglio e del parto. Vachiarito che all'ospedale dell'Angelo sono due gliappartamenti da parto e che sono rivolti adospitare però solo parti che hanno tutte leprerogative per essere assolutamente naturali.Questi spazi non sono adatti alle pazienti congravidanze che hanno presentato problemi ed aiparti che si presume possano essere a rischio perqualche fattore.Che differenza c'è tra ”l'appartamento daparto” e una vera e propria “Casa del Parto”esterna all'ospedale?I due “appartamenti da parto”, su cui possiamocontare a Mestre, sono spazi bellissimi adisposizione di donne e neonati e delle lorofamiglie. Si tratta di rendere concretal'indicazione che l'Organizzazione Mondiale dellaSanità dà riguardo alla umanizzazione del parto.In questi spazi la medicalizzazione è ridotta alminimo. Nello specifico la Casa del parto esternaall'ospedale è un luogo molto interessante, madiverso, non fosse altro che per il fatto che sipone come struttura appunto completamentefuori dal luogo tradizionale della cura e dellaterapia. Vi sono splendidi esempi di Case da Partoin Italia, a Torino, a Firenze ecc. Sarebbe bellopoter avere una Casa da Parto anche qui da noi,

ma bisogna essere realisti: per avere un rapportoefficace tra costi e benefici, occorre che questestrutture accolgano oltre 2500 parti all'anno. Ciòsignifica che una Casa da Parto venezianaavrebbe senso solo se potesse contare su unbacino di utenza a livello provinciale includendoanche le pazienti provenienti dalle Ulss delmiranese e di san Donà-Portogruaro.Attualmente possiamo descrivere quali sono lepercentuali di parti fisiologici e non, ecc.?Per l'Unità di Ostetricia dell'ospedale dell'Angelopossiamo dire che abbiamo un 22 per cento di taglicesarei, una percentuale del 35 per cento circa digravidanze a rischio e un complessivo 65 per centodi gravidanze fisiologiche. I problemi o le vere eproprie emergenze si presentano per le gravidanzeche non sono state adeguatamente seguite e perquesto motivo è fondamentale che riusciamo adintercettare un numero sempre maggiore di donne,anche e soprattutto tra le classi più sprovviste dimezzi economici e culturali e tra le immigrate.Sono queste fasce sociali infatti che presentano icasi a rischio che, se trascurati, possono portare adeventi anche infausti. Un terzo delle nostre utentiormai sono donne straniere: noi cerchiamo sempredi rispettare la loro cultura, ma talvolta questedonne corrono anche un certo rischio di esclusionesociale che può concretizzarsi in rischi per la salutegenerale della madre e in particolare in gravidanzepatologiche e parti complessi.In questi ultimi anni come è cambiata latipologia delle donne che partoriscono?Abbiamo già parlato dell'alto numero di donneimmigrate che costituiscono circa un 30 percento delle nostre utenti. Le donne immigratecontinuano a fare più figli ed in età più giovanerispetto alle italiane. Ma è vero che queste donnestraniere vanno seguite molto bene, tenendoconto del loro stato di salute generale,dell'evoluzione della gravidanza e delle possibiliricadute di questi due elementi sul parto. Nonsempre infatti alla base ci sono corretti stili di vitao una buona conoscenza del proprio stato disalute. Ad esempio alcune immigrate presentanospecifici ed importanti rischi di diabete ecc.Ripeto: è fondamentale raggiungere tutte questedonne superando problemi di comunicazione eculturali. Raggiungerle significa ridurre i rischi perla madre e per il nascituro.In generale va detto che per le italiane l'età mediadella prima gravidanza va innalzandosi semprepiù e tende ad essere oggi quasi vicina ai 35 anni,ma si tratta di donne che sono seguite moltobene dai servizi, rispetto alle quali le sorpresesono minori... Un altro dato importante è cheormai il 10 per cento delle gravidanze deriva dauna fecondazione assistita, anche questi casivanno seguiti con particolare attenzione.Donatella Milan, quanto conta anche oggi lafigura dell'ostetrica nel Percorso Nascita?Come capo ostetrica all'ospedale dell'Angelo,

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posso dire che superare la forte medicalizzazionedella gravidanza e del parto, va di pari passo aduna sempre maggiore rivalutazione del ruolodell'ostetrica che è la professionista deputata aseguire gravidanza ed il parto fisiologici. Unabattaglia va fatta anche per la presenza delleostetriche in corsia, fuori dalla sala parto accantoalle puerpere ed ai loro piccoli. Ed infine concordocon il primario riguardo all'importanza dei presididel territorio: anche e soprattutto nei ConsultoriFamiliari la figura dell'ostetrica deve esserevalorizzata, per poter contribuire al meglio alsostegno della donna e all'osservazione dellagravidanza in tutte le sue fasi segnalandotempestivamente anomalie e possibili problemi.Giuliana Di Girolamo, torniamo dunque aparlare dell'importanza dei presidi territorialianche riguardo alla figura dell'ostetrica...Se vogliamo applicare davvero i principi dellaprevenzione e della continuità assistenziale nelperiodo della gravidanza e nel post partum opuerperio, non possiamo che mettere al centrodegli interventi la figura dell'ostetrica comegarante dell'osservazione dello stato di salutedella donna inteso nel suo complesso fisico,psichico ed emotivo.Franca Marcomin, dare pieno spessore allafigura dell'ostetrica significa anche ricollocareil parto nel suo contesto naturale, senza perònessuna sottovalutazione di possibili segnalipreoccupanti nell'evoluzione della gravidanza...Come Consulta delle Donne ci poniamo propriol'obiettivo che sia favorito al massimol'andamento naturale della gravidanza e del partocome eventi fisiologici. Per questo apprezziamo ilbasso numero di tagli cesarei raggiunto

all'ospedale dell'Angelo ed apprezziamo moltol'approccio dei professionisti attenti alla umanitàdell'evento nascita così come realizzato anche dalprimario Maggino e dalla sua équipe.Direttore Lamanna, è comunque importantesegnalare anche la collaborazione tra i PuntiNascita di Venezia e di Mestre...Il Punto Nascita di Venezia, dove nascono circa 400bambini all'anno, è stato mantenuto e funziona inpiena sinergia con il Punto Nascita dell'ospedaledell'Angelo. A Venezia l'Ulss 12 offre ogni assistenzautile per il parto fisiologico e il parto con tagliocesareo, se necessario. Per qualsiasi altro aspettoproblematico o specificatamente patologico, ilriferimento è l'ospedale dell'Angelo che conta bensette sale parto in grado ciascuna di accoglierecomplessivamente 500 parti. L'ospedaledell'Angelo inaugurato nel 2007 si sta assestandocome ospedale per acuti di riferimento provincialecon altissime specializzazioni come cardiochirurgiao neurochirurgia, ma il reparto di Ostetricia resta unfiore all'occhiello e presenta un'offerta che unisceeccellenti competenze tecniche e grande capacitàdi accoglienza dei bisogni di madre e neonato.

PER INFORMAZIONIOspedale dell'AngeloOstetricia tel. 041 9657429Ginecologia 041 9657424Segreteria tel. 041 9657422.Coordinatrice infermieristica di Ostetricia eGinecologia: Marta Perin, tel. 041 9657333.Coordinatrice Ostetrica di Sala Parto:Donatella Milan, tel. 041 9658580

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A febbraio è stato chiuso il PuntoNascita di Villa Salus.Resta un grande patrimonio diesperienza umana e professionale

Accogliere un nuovo nato

a cura di Roberto Fraioli,ginecologo già responsabile della Attività Sala Parto

Ospedale Classificato Villa Salus

primo piano

Martedì 11 febbraio 2014 è stata chiusa la salaparto dell’Ospedale Villa Salus di Mestre.Finisce così la splendida storia di eccellenzaostetrica, iniziata nel 1977, che ha permesso a oltre venticinquemila bambine e bambini di venire al mondo in modo dolce e rispettoso.Della nascita dolce, infatti, il Punto Nascitadell’ospedale sul Terraglio aveva fatto unabandiera e un impegno portati avanti neglianni, con entusiasmo e professionalità.L’indicazione dell' Organizzazione Mondialedella Sanità – “Mantenere normale la nascita”(Keep chilbirth normal) – è stata tradotta in pratica quotidiana attraverso i decenni.

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L'INSEGNAMENTO DEL PRIMARIO BRUNOMAURIZIO: L'ASSISTENZA ALLA NASCITA“CON LE MANI DIETRO LA SCHIENA” E TUTTALA COMPETENZA NECESSARIABruno Maurizio fu il primario che diresse perprimo, dalla fine degli anni Settanta fino al 1990,il reparto di Ostetricia di Villa Salus.Da lui noi tutti abbiamo imparato che l'assistenzaal travaglio e al parto fisiologico si pratica “con lemani dietro la schiena”, come era solito ripetere.Significa che bisogna avere fiducia nella natura enella capacità di partorire che tutte le donnehanno. Significa che bisogna conoscere la fisiologiaed assecondarla, senza interferire, sempre pronti evigili a mettere in campo tutte le conoscenzenecessarie e le abilità umane e tecnologiche sel’andamento del travaglio devia dalla fisiologia ediventa patologico.Questo insegnamento ha formato un'interagenerazione di ginecologi e di ostetriche che giornoper giorno lo hanno messo in pratica e tradottoanche in pubblicazioni scientifiche e relazionipresentate a convegni nazionali e internazionalisulla nascita. La porta dello studio del primarioBruno Maurizio era sempre aperta e la suamonumentale biblioteca (indispensabile in queitempi senza internet) era sempre a disposizione dichi volesse compiere ricerche. Un trattocaratteristico che ha plasmato l’intera equipe era lasemplicità e umanità con cui il dottor Maurizioinsegnava a tutti noi che il nostro lavoro era per ledonne, dalla parte delle donne e dei loro bambini.

DALLA FINE DEGLI ANNI SETTANTA,ULTERIORI NUOVE PRATICHE PERASSECONDARE LA NASCITA NATURALE Si iniziarono quindi a tenere, già dalla fine deglianni Settanta, i primi corsi di preparazione alparto (come si chiamavano allora) per le coppie ei mariti vennero invitati ad entrare in Sala Parto ea vivere la straordinaria esperienza della nascitadel loro figlio assieme alle proprie compagne. Lavoglia di migliorare l’assistenza alle donne conmodalità nuove ci portò in quegli anni aconfrontarci con realtà che in quel periodo eranoall'avanguardia, come l’Ospedale di Zevio.Crebbe così la professionalità delle ostetriche e laconsapevolezza dei medici che non si dovevainterferire con il processo naturale del parto, maassecondarlo. Applicammo così da subito leraccomandazioni, appena emanatedall'Organizzazione Mondiale della Sanità per unaassistenza appropriata al parto. Abbandonammole pratiche ormai obsolete (tricotomia, clistere,episiotomia di routine etc.), lasciammo la libertàdi movimento alle donne durante il travaglio diparto e la libertà di bere e alimentarsi in modoleggero. Si introdusse l’auscultazione del battitocardiaco fetale in modo discontinuo.Dalla metà degli anni Ottanta, uno spazio adattoper lasciare libertà di posizione alla donna in Sala

Parto e la consuetudine del “roomming in”Sopra ogni cosa ci caratterizzava una grandeattenzione al processo della nascita e un granderispetto per la madre e il suo bambino. Per questomotivo nella seconda metà degli anni Ottantavennero introdotte in Sala Parto utili e innovativistrumenti come lo sgabello da parto olandese(birth-mate), lo sgabello da parto svizzero (Maya),la spalliera da parto svedese per mantenere laposizione verticale o accovacciata durante il parto.Grazie alla collaborazione con la responsabile delservizio di assistenza neonatale, DottoressaAnnalisa Piovesan, che ha sempre assecondato eincoraggiato le proposte degli ostetrici, si iniziò apraticare il rooming in, così mamma e bambinonon furono più separati, dando loro la possibilità diinstaurare subito dopo la nascita il necessario eprezioso legame (bonding) tra madre e bambino,promuovendo, con convinzione, l’allattamento alseno in modo esclusivo, sostenendolo emantendendolo a lungo nel tempo.

DAL 1990, SOTTO LA GUIDA DEL PRIMARIOGIORGIO BUOSO, LE OSTETRICHEACQUISISCONO SEMPRE MAGGIOREAUTONOMIA E VIENE INTRODOTTA ANCHEL'ANALGESIA PERIDURALENel 1990 arrivò a dirigere il reparto di ostetricia ilprimario Giorgio Buoso che, pur avendo spiccatapredilezione per l’attività operatoria ginecologica(fu lui ad utilizzare per primo a Mestre la tecnicachirurgica laparoscopica per gli interventiginecologici) dimostrò grande interesse e

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attenzione alla naturalità del parto.Un incentivo forte a perseverare sulla nostra stradaci venne dall’incontro con uno dei padri riconosciutidell’ostetricia moderna e fondatore della Medicinabasata sulle prove di efficacia (E.B.M.), il Prof.Murray Enkin, che ha dato vita alla CochraneCollaboration, e che tenne una memorabile lezionemagistrale presso il nostro ospedale. Iniziò così unosplendido ed entusiasmante decennio per VillaSalus. Sulla scorta delle nuove acquisizioni sullaappropriatezza dell’assistenza, le ostetricheconquistarono una sempre maggiore autonomiaprofessionale. Venne introdotta l’analgesiaperidurale gratuita 24 ore su 24.

DAL 2000, SI AVVIA L'ESPERIENZADI TRAVAGLIO E PARTO IN ACQUA.Nel 2000 si superò il record di 1300 parti in unanno. Con il passaggio al nuovo millennio si cambiòradicalmente l’ambiente del Punto Nascita,rendendolo ancora più accogliente e dando il viaalla grande esperienza dell’utilizzo dellaimmersione in acqua per il travaglio e il parto.Soprattutto questa modalità di assistenza ci haportato ad essere un' eccellenza nota in tutta Italia,ed ha attratto le donne in dolce attesa di tutto ilNord-Est. L’equipe dei ginecologi, neonatologi eostetriche è stata invitata a fare formazione inmolti ospedali italiani ed esteri.

LE “GIORNATE DI OSTETRICIAE GINECOLOGIA A MESTRE” E I CORSI DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA NASCITACon una felice intuizione e con grande impegno e sacrificio il primario Giorgio Buoso e la suaequipe si impegnarono in un ambizioso progettodidattico-formativo che fu chiamato “Giornate diOstetricia e Ginecologia a Mestre” che, nell’arcodi otto anni, ha richiamato a Mestre i miglioridocenti nelle discipline ostetriche e ginecologicheed è stato apprezzato da moltissimi colleghianche delle regioni vicine.Tra le moltissime personalità di spicco cheabbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare aMestre due vanno ricordati tra tutti: il ProfessorUmberto Nicolini, che, con grande generosità ecompetenza, ci aiutò a formulare le nostre lineeguida relativamente alle emergenze in sala parto;Il Dott. Michel Odent che ci illuminò con le sueteorie e ci incoraggiò a continuare sulla nostrastrada.Dal 2000 al 2010 ci fu una ulteriore evoluzionesul cammino dell'attenzione ai bisogni dellemamme, delle coppie e dei nuovi nati,ristrutturando i corsi che vennero chiamati di“accompagnamento alla nascita”.Grazie all’apporto di Isabella Robbiani, psicologaprenatale, e con il contributo delle ostetriche, deiginecologi e dei neonatologi venne ulteriormentepromossa la consapevolezza del diventare madrie padri e rinforzata la capacità procreatrice delledonne, nonché promosso e ulteriormentesostenuto l’allattamento integrale al seno.

L'ACCOGLIENZA DELLE MADRI IMMIGRATE E IL CONSOLIDAMENTO DI TRAVAGLIO E PARTO IN ACQUAL’equipe era pronta ad affrontare le mutatecondizioni sociali, rappresentate soprattutto dallapopolazione delle donne straniere immigrate. Peruno studio nazionale su tale fenomeno, fu sceltodall’Istituto Superiore di Sanità proprio il PuntoNascita di Villa Salus .Sul finire del primo decennio del nuovo millennioVilla Salus era dotata di due vasche per iltravaglio e il parto, ed erano già avvenuti 1020parti in acqua.Una di queste vasche venne installata in unospazio apposito, denominato “stanza familiare”dove la mamma, dopo aver partorito, potevarestare con il proprio compagno e il nuovo natofino alla dimissione, dormendo insieme nellostesso letto matrimoniale, iniziando da subito, atre, il contatto pelle a pelle, promuovendo inmodo esemplare il processo della genitorialità.

VERSO LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITADI VILLA SALUSSi avvicinavano però i tristi presagi della possibilechiusura del Punto Nascita e delle difficoltàeconomiche della nostra struttura, che hanno

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portato per qualche tempo il personale a lavoraresenza la certezza di percepire lo stipendio.Come è stato evidenziato in molte occasioni dalleutenti, in nessun momento, pur con questedifficoltà, la qualità dell’assistenza e dellarelazione tra il personale e le mamme ne haminimamente risentito.Dopo il pensionamento del primario Buoso, ilcompito di condurre a fine corsa l’esperienza delpunto nascita di Villa Salus è toccato al dottorCosimo Capoti, che è riuscito nel difficile compitodi tenere coesa un'equipe che andava via viaassottigliandosi, ma che non ha mai smesso diessere unita e motivata.

UNA ESPERIENZA BASATA SU COMPETENZAE AMOREIo ho compiuto 60 anni, e più della metà della miavita è trascorsa nella sala parto di Villa Salus. Hocapito che il segreto del “modello Villa Salus” stasicuramente nella voglia costante di migliorarel’assistenza alle mamme e ai bambini, secondo leindicazioni fornite dagli studi scientifici migliori.Sicuramente è determinante il saper ascoltare ibisogni e i desideri espressi dalle persone.Ma più di tutto, è necessario, nel luogo dovenascono nuove vite, lasciare spazio all’amore.Questo in Villa Salus è avvenuto.C’era amore per le persone assistite. C’era amoreper le mamme, i papà e i loro bambini. C’era amoree stima tra medici, ostetriche e infermiere. C’era la

consapevolezza che tutti, nessuno escluso, eranoimportanti per il grande progetto collettivo.

LA STORIA E LE TESTIMONIANZE DEL PUNTONASCITA DI VILLA SALUS RACCOLTE IN UNLIBROQuesto amore è stato generosamente ricambiatodalle donne di Mestre.Testimonianze ed esperienza di questa storiastraordinaria sono state raccolte nel libro “Voci incapitolo, per una nascita migliore” (edizioniilmiolibro.it). In questo libro, concepito come unascrittura collettiva, sono raccolte, in capitoli, le vocidelle mamme e dei papà attraverso i messaggi daessi lasciati nel libro ospiti della “Stanza familiare”,su Facebook e nelle e-mail, ai quali sono statiaggiunti i ricordi e i progetti del personale sanitario.Questo ci è sembrato il modo migliore per nonperdere la memoria di tutto ciò che è stato fattoin tanti anni in Villa Salus.

INFORMAZIONI dottor Roberto FraioliEmail [email protected] libro “Voci in capitolo per una nascitamigliore”, edizioni ilmiolibro.it, è possibiletrovarlo alla libreria Feltrinelli di Mestre.

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I compiti della Consulta delle Cittadine del Comune di Venezia sono di naturasia consultiva che propositiva e si realizzano attraverso la formulazione dipareri e di elaborazione di proposte per un'azione culturale e di stimolo o laformulazione di raccomandazioni al Consiglio Comunale. La Consulta agiscepertanto nella sfera che riguarda la qualità urbana complessiva nelle suevarie articolazioni e opera per la valorizzazione delle differenze.Opera in collaborazione con l'Assessorato di riferimento in merito alleproposte e agli atti deliberativi più significativi del Comune di Venezia.Può chiedere un'audizione, tramite una sua rappresentante, nellecommissioni permanenti o nel Consiglio Comunale in merito a deliberazionie/o in merito a questioni che attengono alla sua sfera di competenza.La Consulta può elaborare proposte relative alle materie di sua competenza,ma anche proposte che possono fare riferimento a tutti gli Assessorati,alle Commissioni Consiliari competenti, al Consiglio Comunale, a uno o piùConsigli di Municipalità e, laddove sia richiesto dalla Consulta stessa, sonodiscusse nei competenti organismi comunali.

Dalla tutela della salutealla nuova visione della medicina di generee dell’integrazionesociosanitariaIntervista a Maria Teresa Menotto, presidentedella Consulta delle Cittadine, Cristina Giadresco,vice presidente, e Franca Marcomin, responsabileCommissione Salute

Consulta delle Cittadine

punti di vista

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Quali sono i compiti specifici della Consultadelle Cittadine?La Consulta può svolgere all’interno del suoprogramma iniziative di promozione culturale epolitica finalizzata al ri-orientamento dell’azionepubblica secondo una sensibilità volta alriequilibrio delle disuguaglianze di genere.Le cittadine e i cittadini, infatti, sono ancheportatori di culture, di esigenze e di interessidiversi nella famiglia, nell’economia e nellasocietà, secondo le diverse età e peculiarità deicontesti socio-culturali. Per la realizzazione di taliazioni la Consulta ha un proprio finanziamentoall’interno del bilancio comunale.La Consulta formula periodicamenteraccomandazioni alla Giunta, al ConsiglioComunale e alle Municipalità per un orientamentodelle loro decisioni, in particolare per sollecitare intutte le articolazioni del Comune di Venezial’integrazione della prospettiva di generenell’azione amministrativa, la rimozione delle causedelle disuguaglianze di genere, la promozione del riconoscimento delle culture di genere.

Qual è il vostro impegno rispetto alla salutedelle donne? Potete riassumere le piùimportanti attività che finora avete svoltorispetto a questo specifico tema?All'interno della Consulta delle Cittadine opera ilgruppo "Welfare e salute delle donne". In questiquattro anni abbiamo incontrato numeroseassociazioni del territorio che si impegnano sullasalute, tra le altre il Tribunale dei Diritti del malatoe l'Associazione Nascere meglio che si occupa disostengo alla gravidanza e alla nascita naturale.Più volte abbiamo lavorato con la Consulta dellaSalute del Comune e abbiamo collaborato con larivista. “Venezia in salute”.Tra i temi affrontati sulla salute delle donne sonoda ricordare il nostro impegno per il mantenimento

dei servizi alla maternità in Centro Storico; per laraccolta dati sui Consultori Familiari con l'obiettivodi delineare l'evoluzione di questo importanteservizio nato su richiesta delle donne; per laproposta regionale riguardo all'assistenza delledonne che interrompono la gravidanza; per favorireun approccio naturale alla nascita anche all'internodell'Ospedale all'Angelo dopo la chiusura del PuntoNascita di Villa Salus. Infine ci siamo occupate diMedicina di genere, organizzando sul tema dueincontri pubblici molto partecipati.

Quali ritenete siano le grandi questioni cheriguardano oggi la salute delle donne veneziane?Sicuramente uno degli aspetti più rilevanti èl’invecchiamento della popolazione con lapresenza di un’alta percentuale di donne anziane.Nel Comune di Venezia il 56 per cento di anziani –dai 65 ai 99 anni – sono donne.La mortalità delle donne nel nostro territorio è piùelevata rispetto alla media regionale e le causeprincipali sono: le malattie al sistema circolatorio, itumori, le malattie respiratorie, i disturbi psichici.Anche gli utenti psichiatrici sono in prevalenzadonne e soffrono di schizofrenia, depressione,sindromi nevrotiche e psicosi affettive.Nella fascia riproduttiva stiamo assistendo a unaripresa della natalità per la presenza di donnestraniere e ad un aumento del numero di donne chepartoriscono in età avanzata e che richiedonoassistenza, fecondazione assistita, indagini prenatali.Nelle giovani donne e adolescenti vi è unabbassamento dell’età dei primi rapporti sessualicon il rischio di gravidanze indesiderate e vi èanche una scarsa consapevolezza dei pericoli checomportano l’abuso di alcool, fumo, droghe.Spesso queste giovani sono in sovrappeso ancheper una carente attività fisica e in questo modoaumenta il rischio per la salute.

A proposito di prevenzione e diagnosi precoce,avete promosso anche degli incontri suiprogetti di Screening dell’Ulss 12. C’è qualcherichiesta da fare in particolare per lo Screeningdel Pap test o altri ritenuti essenziali? Come Consulta delle Cittadine abbiamo incontratoil responsabile degli screening per l'Ulss 12, dott.Rocco Sciarrone, nello specifico per un confrontosui servizi di prevenzione ai tumori del collodell'utero, al colon-retto e alla mammella. In quellasede siamo state informate che vi è una scarsaadesione alla lettera di invito per tutti e tre gliscreening: nel 2012 l'adesione è stata di circa il 53per cento per il Pap-test, del 58 per cento per lemammografie e del 47 per cento per il colon-retto(quest'ultimo screening ovviamente coinvolgeanche la popolazione maschile). Abbiamo dunqueofferto anche la nostra collaborazione al fine diampliare l'informazione alle nostre reti femminili.Abbiamo incontrato anche la direttrice sanitariadell'Ulss 12, dott.ssa Rita Finotto, per offrire la

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nostra disponibilità per un maggiorecoinvolgimento della popolazione negli screening.Pensiamo infatti si possa ulteriormente interveniremagari con un maggior coinvolgimento dei medicidi famiglia e delle associazioni delle donneimmigrate. Inoltre, sarebbe importante coinvolgerenegli screening soprattutto fasce di popolazionecon disagio sociale che meno si sottopongono aindagini sulle salute e con stili di vita che sono piùalto rischio di malattie.

I servizi evolvono: come inquadrate oggi ilruolo dei Consultori Familiari? I Consultori Familiari fino a poco tempo fa sioccupavano essenzialmente di salute delledonne, prendendo in carico le utenti di tutte lefasce d'età. Ora, su indicazione regionale, sonopiù indirizzati alla famiglia. Nel tempo sono natiall'interno dei Consultori servizi per leadolescenti, corsi di preparazione al parto,interventi mirati per la popolazione stranierapresente nel territorio e interventi di mediazionefamiliare. Ma sono state escluse dai servizi ledonne ultrasessantenni che sono costrette arivolgersi agli ambulatori ginecologici di Distretto.Su questo siamo intervenute più volterivolgendoci al Comune di Venezia e all'Ulss 12,poichè riteniamo importante che tutte le donne

siano accolte da un servizio che non eroga soloprestazioni sanitarie ma socio-sanitarie per comeerano concepiti i Consultori all’inizio, e con unaparticolare attenzione alla modalità operativa di"presa in carico" che investe su un benessere nonsolo inteso come assenza di malattia.In questa direzione vanno anche gli interventi diprevenzione che sono offerti dai ConsultoriFamiliari sia rispetto alle gravidanze non desiderateche ai controlli per la diagnosi precoce di primolivello per tutti i tumori femminili, prevenzione cheandrebbe valorizzata e potenziata.Avete osservazioni da fare, magari per la tuteladella salute delle donne ultrasessantenni?Il Consultorio, rivolto prevalentemente alla tuteladella salute riproduttiva della donna, a frontedell’allungamento della vita media, necessita di unadeguamento a nuove esigenze che ora non sonosoddisfatte. La sessualità e il benessere delladonna infatti sono oggi sottovalutati o ignorati perle ultracinquantenni e le ultrasessantenni.Le donne vivono più di un terzo della loro vita inpost menopausa, ma sono socialmente più attivee richiedono una qualità di vita con la quale ilConsultorio e i servizi sanitari in genere,dovrebbero meglio confrontarsi. Ciò significaaffrontare problemi sociali, culturali, dandorisposte complesse e non solo sanitarie.

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Quindi occorre avere maggior attenzione sia allemalattie croniche degenerative della terza età(ipertensione, obesità, osteoporosi ecc.) sia aglistili di vita, ai ruoli sociali e famigliari.Il Consultorio dovrebbe farsi carico della donna,con tutte le sue specificità fisiche e psicologiche,dalla fase iniziale della menopausa alla terza età.

Tra le vostre richieste c'è anche la valorizzazionedell'esperienza maturata al Punto Nascita diVilla Salus, chiuso nel febbraio scorso...Sulla chiusura del punto nascita di Villa Salus,avvenuta a febbraio, ma prospettata da anni, siamointervenute con una raccomandazione al ConsiglioComunale, preoccupate di capire come si sarebbepotuta mantenere l'esperienza che le ostetriche elo staff medico e infermieristico avevano maturatonegli anni con un lavoro di equipe di notevolelivello. Villa Salus ospitava un Punto Nascita chegarantiva l'assistenza alle nascite a basso rischioostetrico e negli anni erano state create sale partodiversificate, una delle quali dotata di vasca per ilparto in acqua. Tutto questo andava nella direzionedi una richiesta che le donne e le ostetricheavevano rivolto alle strutture sanitarie perun'assistenza al parto il più naturale possibile,umanizzato e de-medicalizzato.

Quali prospettive si aprono, ora, secondo voi, peril reparto di Ostetricia dell’ospedale dell’Angeloche è punto di riferimento provinciale? Èpossibile pensare ad una migliore integrazionetra assistenza ospedaliera e parto naturale? Negli incontri avvenuti in questi mesi con laDirezione Generale dell'Ulss 12, avevamo ancheformulato la richiesta di una Casa di Maternitàdentro l'Ospedale all'Angelo.Abbiamo partecipato ad un Consiglio Comunaleorganizzato a Mestre sul tema della salute nelnostro territorio, dove erano state fornite daldirettore generale dott. Giuseppe Dal Ben dellerassicurazioni in proposito. La richiesta di Casa diMaternità, sostenuta da molte donne eAssociazioni del territorio, non è stata accolta, e inalternativa l'Ospedale all'Angelo ha ristrutturato ilPunto Nascita per accogliere un maggior numerodi parti, dotandosi di 7 sale parto, tra le quali duecon caratteristiche "familiari", cioè dotate diun'accoglienza anche per il padre del/la neonato/ae di vasche per il parto in acqua. Anche i letti didegenza sono aumentati e quasi tutto il personaledi Villa Salus è stato integrato nell'Ospedale diMestre. Di tutto ciò siamo molto contente perchèsono state accolte le nostre richieste e quelle dimolte donne della città.Ora pensiamo di continuare a porre attenzione aiservizi sulla nascita al fine di rendere sempre piùpossibile un assistenza tarata sui bisogni delladonna, della coppia e del/la nuovo/a nato/a.A fronte di una casistica che vede il 65 per centodei parti a basso rischio nella nostra Ulss, servizi

e assistenza a basso interventismo medico vannosia nella direzione della de-medicalizzazione delparto che di minor spesa per la collettività.

Siete molto impegnate nella diffusione dellacultura della Medicina di Genere: si tratta di un approccio strategico, perchè? Negli ultimi decenni gli studi prodotti dallacomunità scientifica, si sono concentratisull’apparato riproduttivo e sul seno, mentre èl'intero organismo femminile a funzionare in mododiverso da quello maschile. Da questa nuovaconsapevolezza deriva la necessità della Medicinadi Genere, che non va intesa come la medicina chestudia le malattie che colpiscono prevalentementele donne, ma come la scienza che studia l’influenzadel sesso (nella accezione biologica) e del genere(nella accezione sociale) su fisiologia, fisiopatologiae clinica di tutte le malattie, per giungere a decisioniterapeutiche basate sull’evidenza scientifica sianell’uomo che nella donna.La Medicina di Genere è quindi una scienzamultidisciplinare che vuole dedicarsi alla ricercaper descrivere le differenze anatomo-fisiologiche di tutti gli organi e sistemi nell’uomo e nella donna.

Quali sono le sfide per una nuova cultura della salute?Negli ultimi quarant'anni i progressi della medicinasono stati eccezionali, soprattutto in alcuni settori,ma la ricerca riguardo patologie e terapiecorrelate, si basa molto spesso su sperimentazionirealizzate esclusivamente su pazienti maschi. Inrealtà nuove evidenze stanno emergendo sulledifferenze, tra organismo femminile e organismomaschile, nel manifestare i sintomi delle malattie enella risposta alle cure. Queste evidenze vannosenz'altro approfondite per adeguare sempre piùla medicina e la farmacologia ai bisogni reali dellepersone. La sfida della medicina contemporanea èprocedere verso terapie individualizzate e in gradodi comprendere anche le differenti risposte tradonne e uomini. L'obiettivo non deve più esseresolo allungare la vita, ma soprattutto migliorarnela qualità.Alla luce di queste importanti premesse, l'impegnodella Consulta delle Cittadine è quello disensibilizzare e informare l'opinione pubblica suquesto tema, diffondere una nuova cultura dellasalute che tenga conto della differenza tra i generie offrire spunti concreti per adeguare gli interventisocio-sanitari alle reali esigenze delle donne.

PER INFORMAZIONIConsulta delle CittadineEmail: [email protected] Teresa MenottoEmail: [email protected] MarcominEmail: marcomin.f@alice

focus ulss 12

Verso una presa in carico complessiva del paziente. Entro fine anno le struttureintermedie, ma la sfida resta costante

Strategie e servizi

L'ospedale di Mestre, inaugurato nel 2007, offre servizi ai pazienti acuti e si integra con l'ospedale civile di Venezia che è invece un ospedale di rete,anche riguardo a servizi strategici come quelli per la gestione dell'infarto,la rianimazione ed altre urgenze o emergenze.“Il punto di forza dell'ospedale dell'Angelo – spiega il dottor Onofrio Lamanna,direttore dell'ospedale mestrino – è la presenza di tutte le alte specialitá chenecessitano per la gestione dei casi, ad eccezione di servizi di rilievo regionale,come quelli rivolti agli ustionati o ai neonati prematuri inferiori alla trentesimasettimana di gestazione. Si tratta in generale di un ospedale che offreassistenza ai pazienti acuti, grazie a servizi specifici in cui operano medici epersonale sanitario con grande esperienza, come nella gestione delle varietipologie di emergenze-urgenze o nella chirurgia oncologica, ecc.“.

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L'OBIETTIVO DELLA PRESA IN CARICOCOMPLESSIVA DEL PAZIENTENELL'ORGANIZZAZIONE SANITARIAL'organizzazione della sanità attuale prevede varipresidi che si integrano l'un l'altro offrendo servizie competenze diverse per tipo di utenza e diprestazione. Certamente la presa in caricocomplessiva del paziente, in una città multiformeanche dal punto di vista geografico come ilterritorio del Comune di Venezia, resta una sfidacomplessa e costantemente aperta, comesegnalano anche i Comitati dei cittadini per ladifesa della sanità veneziana.“Per forza di cose, l'ospedale dell'Angelo, che è unospedale per acuti, non può farsi carico dipazienti che hanno bisogno di degenze lunghe edi prestazioni sociosanitarie – afferma il direttoreLamanna –. Ecco perché si inviano i pazienti allestrutture accreditate dotate di riabilitazione e dihospice. Il ruolo delle strutture intermedie èquello ben specificato dal Piano Socio SanitarioRegionale e cioè offrire un setting assistenzialeappropriato per pazienti non più acuti, ma chenon sono ancora in grado di ancora rientrare acasa o in altre strutture residenziali”.

DIMISSIONI PROTETTE E STRUTTUREINTERMEDIE, UNA SFIDA PER L'ULSS 12 MAANCHE PER IL COMUNE DI VENEZIACertamente per una presa in carico complessivadel paziente, sono fondamentali le sinergie con iDistretti Socio Sanitari e i medici di medicinagenerale. L'obiettivo comune è puntare arealizzare delle dimissioni protette più attente aibisogni anche sociosanitari del paziente e dellasua famiglia.Entro fine anno la Direzione Generale dell'Ulss 12,in accordo con le richieste avanzate dal Comunedi Venezia, ha stabilito che non diventeràesecutivo nessun taglio di posti letto negliospedali veneziani. La strategia prevede lacreazione di alcune decine di posti letto instrutture intermedie in grado di assorbire ipazienti dimessi dall'ospedale.Il Comune di Venezia ha avuto e continua adavere un ruolo di controllo e di collaborazione conl'Ulss 12 su tutto l'assetto della sanità veneziana.In particolare è seguita da vicino la delicatissimaquestione del taglio dei posti letto previsto dalPiano Regionale, soprattutto all'ospedale civiledel centro storico. Nessun taglio dovrebbeavvenire infatti senza che prima siano a regime lestrutture intermedie deputate a garantire unapresa in carico dei pazienti nell'ambito di unprogetto di dimissioni protette.

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focus ulss 12

Tumori della testa e del collo.Nell’Ulss 12 un centro di curacon approccio multidisciplinare

Oncologia

I tumori maligni della testa e del collo rappresentano in Italia circa il 5 per cento di tutti i tumori maligni e si trovano al quinto postocome frequenza. Ogni anno si diagnosticano in Italia circa 12.000nuovi casi. Il tasso di incidenza (standardizzato sulla popolazioneeuropea) è di 16 casi per 100.000 italiani all’anno, mentre in Europa(paesi dell’Unione Europea) è pari a 18 per 100.000. Generalmente imaschi sono più colpiti delle femmine, con un rapporto pari a 6 a 1; lafascia di età più colpita è quella fra i 50 e 70 anni.In Italia i tassi di incidenza sono più elevati nelle regioni settentrionalirispetto a quelle centro-meridionali e insulari. Sempre in Italia, ilrischio di ammalarsi è 7 volte più alto nei maschi che nelle femmine;l’incidenza è particolarmente alta in Veneto con un tasso di 48 per100.000 negli uomini e 8 per 100.000 nelle donne.

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a cura di Paolo Morandi,direttore Unità complessa di Oncologia dell'Ulss 12

TIPOLOGIA DEI TUMORI DEL CAPO E DEL COLLO E FATTORI DI RISCHIO Il 90 per cento dei tumori maligni della testa e delcollo sono carcinomi squamosi, mentre il restante10 per cento è rappresentato da melanomi, linfomi,sarcomi e tumori con diversa istologia; tra questiultimi rientrano anche i tumori delle ghiandolesalivari che pure non sono molto frequenti.I fattori di rischio più frequentemente associati conlo sviluppo di queste neoplasie sono il fumo, l’abusodi alcool ed alcune infezioni virali fra cui l’infezioneda papilloma-virus (HPV) per i tumori orofaringei el’infezione da virus di Epstein Barr per i tumori del

rinofaringe. È importante sottolineare che i pazientiche continuano a fumare e ad abusare di alcolici siadurante che dopo il trattamento (qualunque sia iltipo) hanno minori probabilità di guarigione epresentano un rischio maggiore di effetti collateralipiù severi con le terapie Poiché alcuni dei fattori di rischio coinvolti nellosviluppo di queste neoplasie sono comuni a quelli dialtri tumori (per esempio esofago e polmone), nonè infrequente riscontrare neoplasie primitivemultiple con tutte le implicazioni e le difficoltà chequesto comporta sia per il paziente che per glispecialisti che devono programmare il trattamento.

L'INFEZIONE DA PAPILLOMA VIRUS (HPV)COME FATTORE DI RISCHIO SPECIFICO PER ITUMORI OROFARINGEIÈ di recente acquisizione il dato che l’infezione daHPV è spesso alla base dello sviluppo di neoplasieorofaringee soprattutto quando non sianopresenti i comuni fattori di rischio. L’interesseverso HPV è motivato anche dai recenti progressisulle possibilità di prevenzione legate allavaccinazione contro HPV per il cancro dellacervice uterina e dalle implicazioni che questopotrebbe avere anche per i tumori del testa-colloin un futuro speriamo non troppo lontano.Le ultime acquisizioni scientifiche attribuisconoalla presenza dell’infezione virale da HPV unvalore prognostico favorevole (ovvero i pazientisopravvivono più a lungo), anche se al momento ilriconoscimento della infezione virale non è unelemento utile ai fini della scelta terapeutica.

TRATTAMENTI INTEGRATI CHIRURGICI, RADIOE /O CHEMIOTERAPICI E NUOVI FARMACII tumori della testa e del collo sono dunque

neoplasie potenzialmente guaribili, anche quandola malattia si presenta in stadio avanzato e insituazioni in cui l’intervento chirurgico non possaessere attuato per altre patologie o nelle situazioniin cui una demolizione chirurgicacomprometterebbe gravemente la qualità di vitadel paziente. In tali situazioni la radioterapia, lachemioterapia e i nuovi farmaci biologici sono learmi a disposizione per combattere tali neoplasie.

Da qualche anno a questa parte sono anche stateintrodotte nuove e più sofisticate tecniche diradioterapia, come la radioterapia ad intensitàmodulata (IMRT), che consente di incrementare la dose solo sulla malattia, limitando l’irradiazionedei normali tessuti adiacenti e riducendo quindi la tossicità correlata al trattamento.Anche il ruolo della terapia medica èprofondamente cambiato negli ultimi 15 anni,trovando una collocazione anche in fasi dimalattia più precoci rispetto al passato. Oggiabbiamo a disposizione nuovi farmacichemioterapici, ma anche farmaci biologici abersaglio molecolare. Tra questi ultimi il più utilesi è rivelato un anticorpo monoclonale rivoltocontro un recettore per un fattore di crescita chedi fatto stimola ad una replicazione non piùregolata ed armonica le cellule di questaneoplasia. Questo nuovo farmaco, utilizzatoinsieme alla radioterapia o alla chemioterapia,ha dato una nuova importante chance di cura.

NELL'ULSS 12 IL CENTRO PER IL TRATTAMENTODEI TUMORI DELLA TESTA E DEL COLLOLa scelta terapeutica del trattamento più adattodeve essere concordata dai vari specialisti coinvoltinella cura di questi tumori: il chirurgootorinolaringoiatra o maxillo-facciale, ilradioterapista e l’oncologo medico. È bene tuttaviache anche altre figure professionali quali ilgastroenterologo, il nutrizionista, lo psicologo sianocoinvolti precocemente nella gestione di questipazienti per contribuire a prevenire o per trattare i

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sintomi della malattia quali la compromissione dellostato nutrizionale, ma anche gestire le complicanzelegate al trattamento.Nella Ulss 12 è attivo ormai da diversi anni unambulatorio multidisciplinare negli ospedali diMestre e Venezia, nel quale i vari specialisti sonochiamati a individuare insieme un percorsodiagnostico e terapeutico personalizzato sulsingolo paziente, in rapporto non solo al tipo ditumore ed alla sua estensione, ma anche allecondizioni psicofisiche del paziente e allapresenza di altre patologie.

IL RUOLO ATTIVO DELLA ASSOCIAZIONE AVAPONEI PROGETTI DI RICERCA PROMOSSI DALLADIVISIONE DI ONCOLOGIA DELL'ULSS 12 La Divisione di Oncologia della Ulss 12 Venezianasi è anche resa protagonista attiva della ricercaindipendente, progettando e coordinando unimportante studio clinico nazionale. Lo studio èstato “sponsorizzato” dall’associazione no-profitAVAPO di Venezia che è impegnata anche sulfronte della ricerca, oltre che nell’attività diassistenza e volontariato per i pazienti oncologicie per le loro famiglie.Lo sponsor AVAPO Ricerche-Venezia sarà quindi ilproprietario dei dati generati dallo studio e

garante dell’assenza di interessi economici especulativi oltre che della eticità della ricerca.

UNO STUDIO CHE COINVOLGE BEN 48OSPEDALI ITALIANI, LA PIÙ IMPORTANTERICERCA NAZIONALE PER QUESTO TIPO DI PATOLOGIACon il coinvolgimento di ben 48 Ospedali Italiani(più di 400 pazienti trattati), questo studio sicolloca come il più importante studio cooperativonazionale per questa patologia e pone le basi percollaborazioni future su tutto il territorionazionale. Il personale medico, dell'assistenza etecnico ha svolto la propria attività in manieragratuita e nessun compenso è mai stato devolutoper studio questa attività. È stata inoltre stipulatauna apposita polizza assicurativa a tutela deipazienti partecipanti ed è stata attivata unacollaborazione con l'Istituto di RicercheFarmacologiche Mario Negri di Milano – il piùprestigioso in Italia – per la raccolta e l’analisi deidati provenienti dai vari ospedali italiani. I risultatifinali della ricerca saranno disponibili a breve,mentre i risultati preliminari sono stati presentatilo scorso anno nel corso dei più prestigiosimeeting internazionali (USA e EU) e nazionali.

L'IMPEGNO, ANCHE DELLA DIVISIONE DIONCOLOGIA DELL'ULSS 12, PER LA RICERCA EL'IMPIEGO DI TERAPIE SEMPRE PIÙ EFFICACI L’attività di ricerca sul cancro procedecontinuamente anche in questo campo testandol’utilità di nuove molecole biologiche e nuovifarmaci chemioterapici nell’ambito disperimentazioni cliniche controllate. La Divisione diOncologia dell'Ulss 12 ha sin da ora a disposizionealcuni di questi nuovi farmaci, così come giàavvenuto in passato. Resta quindi di fondamentaleimportanza mantenere e migliorare questomodello di attività multidisciplinare e di percorsidiagnostico-assistenziali e terapeutici anche tra levarie aziende ospedaliere del territorio nell’ambitodella Rete Oncologica Regionale Compito della ricerca, anche all’interno di modellioriginali di sponsorizzazione, sarà quello diidentificare nuovi fattori prognostici e predittivi dirisposta ai trattamenti che possano essereapplicabili e utili nella pianificazione deltrattamento più efficace ed appropriato per ilsingolo ammalato.

PER INFORMAZIONIPaolo MorandiDirettore UOC Oncologia Ospedale dell’ Angelo MestreTel. 041 965 8320Ospedale San Giovanni e Paolo VeneziaTel. 041 529 4539Email: [email protected]

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La salute in centro storico e nelleisole. La povertà fa ammalare di più

Epidemiologia

a cura di Lorenzo Simonato,Laboratorio di Sanità Pubblica e Studi di Popolazione,

Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova

Grazie alla collaborazione fra il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss12 Veneziana, il Comune di Venezia e l’Università di Padova è statoprogettato e realizzato un Sistema Epidemiologico Integrato (SEI) che, utilizzando gli archivi sanitari dell’Ulss e i dati del censimento2001 del Comune ha permesso la creazione di una coorte censuale“Veneziana” che è entrata a far parte del Piano Statistico Nazionale.Questa coorte è un prezioso patrimonio a disposizione delle istituzionisanitarie e politiche di Venezia per monitorare e programmare gli interventi sulla popolazione ai fini di promozione della salute.Qui di seguito la valutazione dell'incidenza di alcune tipologie dimalattie nel centro storico di Venezia e nelle isole della laguna.Allo scopo di fare una valutazione mirata dello stato di salute dellapopolazione residente nei sestieri e nelle isole della laguna veneziana,abbiamo selezionato le patologie più significative per dare un quadropiù completo possibile della situazione sanitaria di questa popolazione.Di particolare valore, la disponibilità dell’informazione sul livello diistruzione che è stata utilizzata nell’analisi come indicatore di statosocio economico (SSE). L’obiettivo rimane quello di una correttainterpretazione dei dati disponibili e quello di fornire uno strumentoconoscitivo e programmatorio ai decisori che hanno responsabilità in ambito sanitario.

studi e ricerche

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LA MORTALITÀ PER TUTTE LE CAUSELa mortalità per tutte la cause presentata in tabella 1 mostra valori vicini agli attesiper il maggiore numero di sottoinsiemi di popolazione con tre aree, Giudecca,Pellestrina e Castello che invece mostrano indici di mortalità significativamentesuperiori alla media. Questi valori risentono, tranne che per la popolazione diCastello, dell’introduzione nell’analisi della covariata socioeconomica che riducenotevolmente l’eccesso di mortalità.Quando i risultati vengono presentati separatamente nei due sessi (tabella 2) ilquadro mostra chiaramente come l’eccesso di mortalità si concentri nellapopolazione femminile con valori di RSM molto elevati che raggiungono, come nelcaso di Pellestrina, anche il 31 per cento. Tutti gli eccessi sono notevolmenteridimensionati dopo l’introduzione in analisi della covariata socioeconomica conl’eccezione di Castello, dove il quadro rimane sostanzialmente invariato.

LA MORTALITÀ PER TUMORILa mortalità per tumori presentata in tabella 3 non mostra deviazionistatisticamente significative dal valore 1, tranne per un deficit a Dorsoduro. Trevalori sono moderatamente in eccesso a Murano, Giudecca e S.Marco.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 1Mortalità totale(ICD IX 001-999)

Tabella 2Mortalità totale.Uomini e donne(ICD IX 001-999)

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Interessante notare l’effetto della covariata socioeconomica che spiega la quasitotalità dell’eccesso a Murano e Giudecca, mentre aumenta il valore del RSM a S.Marco, l’area dove l’indice di livello socioeconomico è più elevato.

IL DIABETEIl diabete di tipo II rappresenta una delle emergenze sanitarie nelle popolazionioccidentali. I risultati dell’analisi della prevalenza per questa malattia nellapopolazione di Venezia (tabella 4) mostra una notevole disomogeneità nella suadistribuzione per area. Risultano ancora una volta a più alto rischio le popolazionidelle isole (Pellestrina, Murano, Burano) e del sestiere di Giudecca e questo apparechiaramente legato allo stato socioeconomico. L’analisi separatamente nei duesessi (tabella 5) indica una concentrazione del rischio nella popolazione femminilecon differenze molto elevate dei valori che vanno dal 40 per cento di deficit al 77per cento di eccesso di Pellestrina. Queste diseguaglianze sono drasticamenteridotte dopo l’introduzione in analisi della variabile socioeconomica.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 3Mortalità tumori maligni.Totalità uomini e donne(ICD IX 001-999)

Tabella 4Prevalenzadiabete.Totalità uomini e donne(AlgoritmoAIE/SISMAEC)

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LE MALATTIE DEL SISTEMA CIRCOLATORIOCostituiscono la prima causa di morte nelle popolazioni occidentali. Lasituazione della mortalità per questo importante gruppo di cause è presentatanella tabella 6 e appare distribuita in maniera meno disomogenea che per altrepatologia. Oltre ad un deficit al Lido, che perde però significatività statistica dopoaggiustamento per livello socioeconomico, spiccano gli eccessi a Pellestrina eCastello che mantengono significatività statistica anche dopo l’introduzionedella variabile socioeconomica.Quando i risultati vengono presentati nella tabella 7, separatamente nei duesessi, oltre alla comparsa di un eccesso statisticamente significativo nellapopolazione maschile di Cannaregio, appare evidente che l’eccesso riscontrato èa totale carico della popolazione femminile ed è influenzato solo parzialmentedallo stato socioeconomico.

LA CARDIOPATIA ISCHEMICAGrazie al sistema SEI è stato possibile per questo gruppo di patologie studiare anchealcune tendenze della prevalenza e dell’incidenza. Nella tabella 8 viene presentato ilquadro che riguarda la prevalenza per cardiopatia ischemica con una tendenza a

Tabella 5Prevalenzadiabete.Uomini e donne(AlgoritmoAIE/SISMAEC)

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 6Mortalitàmalattie sistemacircolatorio.Totalità uomini e donne(ICD IX 390-459)

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valori più elevati nelle isole rispetto al centro storico. Questa diseguaglianza vieneridotta dal controllo della distribuzione dello stato socioeconomico.Questa tendenza si accentua quando l’analisi viene condotta nei due sessiseparatamente (tabella 9) mostrando una maggiore o totale concentrazionedegli eccessi nella popolazione femminile. Anche questo quadro è fortementeinfluenzato dallo stato socioeconomico che tende a spiegare la maggiorecomponente delle differenze riscontrate.

L'INCIDENZA PER INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIONelle tabelle 10-11 sono riportati i risultati dell’analisi dell’incidenza per infartomiocardico acuto (IMA) che mostrano una minore disomogeneità rispetto allacardiopatia ischemica e sono limitati, in quanto basati prevalentemente suiricoveri ospedalieri, da una scarsa numerosità. Va segnalato comunque unelevato rischio per questa patologia nella popolazione femminile di Pellestrinanella quale il RSI è quasi il doppio.

LE MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIOCostituiscono la terza causa di morte nelle nostre popolazioni con profili sanitari di

Tabella 7MortalitàMalattie SistemaCircolatorio.Uomini e donne(ICD IX 390-459)

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 8Prevalenzacardiopatiaischemica.Totalità uomini e donne(AlgoritmoAIE/SISMAEC)

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tipo occidentale. Viene qui presentata (tabella 12) la prevalenza per bronchitepolmonare cronica ostruttiva (BPCO) che è caratterizzata, con l’eccezione diCannaregio, da valori più elevati e statisticamente significativi in Giudecca e nelleisole di Murano e Burano. Questi eccessi sono totalmente o prevalentementeeliminati con l’introduzione della variabile socioeconomica. Nelle tabelle 13 e 14 irisultati vengono presentati in rapporto al sesso che non appare influenzare inmaniera univoca, come accade invece per alcune precedenti patologie,l’andamento della malattia. A completamento del quadro sulle malattie respiratorievengono presentati nella tabella 15 i risultati dell’analisi per asma bronchialenell’età giovanile. Eccessi statisticamente significativi vengono segnalati ancora unavolta in nelle isole di Murano e Burano tutti fortemente influenzati dallo statosocioeconomico, mentre tutti gli altri valori sono vicini all’1.

CASTELLO, GIUDECCA, MURANO, BURANO E PELLESTRINA HANNO UN INDICE DI SALUTE INFERIORE ALLA MEDIAI risultati dell’analisi delle maggiori patologie che affliggono la popolazione che vivenell’area insulare del Comune di Venezia forniscono un quadro composito dal qualeemergono tre tendenze molto stabili. Una notevole diseguaglianza dello stato di

Tabella 9Prevalenzacardiopatiaischemica.Totalità uomini e donneCov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 10Incidenza infartomiocardio acuto.Totalità uomini e donne

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salute fra la popolazione che vive nel centro storico, con l’esclusione di Castello edella Giudecca, e quella che abita nelle isole, con l’esclusione del Lido. All’internodella popolazione insulare veneziana il profilo sanitario appare dividersi in duegrandi gruppi omogenei: il primo che comprende gli abitanti di S. Marco,Cannaregio, Dorsoduro, S.Croce, e l’isola del Lido con indici di salute decisamentesuperiori alla media della popolazione del Comune di Venezia, compresa laterraferma. Il secondo che comprende gli abitanti di Castello, della Giudecca, edelle isole di Murano, Burano, e Pellestrina con parametri di salute decisamenteinferiori a quello della media della popolazione veneziana nel suo complesso.

LE DONNE SONO PIÙ COLPITE DALLE MALATTIEIl secondo aspetto che si può notare esaminando i risultati di questo studio è losquilibrio di salute fra i sessi che si evidenzia in quasi tutte le patologie indicando cosìche nei sestieri e nelle isole dove più elevato è il carico di malattie è nella popolazionefemminile che esso si concentra. La terza tendenza importante che emerge con forzada questo studio è il parallelo fra indici di salute e indici di stato socio economicomisurati e collegabili grazie all’esistenza della coorte censuale veneziana.

Tabella 11Incidenza infartomiocardio acuto.Donne

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 12Prevalenza BPCO+35 anni di età.Uomini e donne

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PIÙ COLPITE LE PERSONE CON BASSO LIVELLO SOCIOECONOMICOÈ noto da numerosi studi sia in Italia che in altri stati a livello internazionale che ilmaggiore determinante degli squilibri dei livelli di salute sono le diseguaglianzesocioeconomiche che sono state infatti definite dall’Organizzazione Mondialedella Sanità la “causa delle cause”, ma colpisce tuttavia l’evidenza che risultadallo studio della coorte censuale veneziana sia per l’entità del fenomeno che perla dimensione molto piccola della popolazione attraendo così l’attenzionesull’importanza di studiare le popolazioni anche a livello di microarea.

LE MALATTIE DI OGGI RISALGONO A FATTORI DI QUALCHE DECENNIO FAQuesto quadro è quasi totalmente determinato dalle malattie a carattere cronicodegenerativo, il che implica una lunga gestazione dei processi patologici che oggiosserviamo. Ovvero il quadro che noi stiamo osservando oggi è statodeterminato da fattori che risalgono a decine di anni fa, mentre la maggioranzadegli eventi patologici registrati colpiscono la popolazione nata fra la due guerremondiali nella quale si concentra la maggior parte degli eventi sanitari.

Tabella 13Prevalenza BPCO+35 anni di età.Uomini

Tabella 14Prevalenza BPCO+35 anni di età.Donne

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

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DAL CENSIMENTO VENEZIANO DEL 1810 ALCUNE CONFERMEÈ interessante infine notare come le caratteristiche di natura socioeconomicasembrino essere radicate storicamente nel tessuto urbanistico di Venezia, comesi può desumere da uno studio condotto dal Prof. Fiorenzo Rossi delDipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova sui dati delcensimento del 1810 dal quale risulta una distribuzione molto diseguale diclassici indici di significato socio demografico, quali il numero di persone perabitazione, l’indice di vecchiaia, il tipo di occupazione, ecc, fra sestieri “ricchi”come S. Marco e sestieri “poveri” come quello della Giudecca.Questa evidenza suggerisce che la particolare struttura urbanistica di Venezia,oggettivamente poco modificabile nel corso degli ultimi secoli, possa averfavorito la persistenza della distribuzione delle classi socio economiche nellediverse aree della città e dei profili di salute ad esse collegati.

PER INFORMAZIONILorenzo SimonatoDipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, Laboratoriodi Sanità Pubblica e Studi di Popolazione Via Loredan 1835131 PadovaEmail: [email protected]

Cov: analisi aggiustata concovariata socio-economica.R.S.M. (RapportoStandardizzato diMortalità):Osservati/Attesi.In grassetto gli RSM statisticamente significativial 95%.

Tabella 15Prevalenza ASMA0-34 anni di età.Uomini e donne

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L’edizione di Venezia in salute2013 al Forte Marghera.Cultura della salute in progress

eventi

Anche nel 2013 si è celebrata la manifestazione “Venezia in salute”promossa da Ordine Medici di Venezia, Fondazione ARS Medica eComune di Venezia con la collaborazione delle aziende Ulss delveneziano per la diffusione della cultura della salute e lapromozione dei servizi sanitari.La nuova edizione 2013 della manifestazione ha rilanciato edampliato l'impegno della Fondazione Ars Medica e dell'Ordine deiMedici di Venezia rispetto a questo importante progetto didiffusione della cultura della salute.

Abbiamo cercato di rilanciare Venezia in salutecome manifestazione di spessoreprovinciale/metropolitano che coinvolge mediciospedalieri e medici di medicina generale cheoperano sul territorio veneziano. Inoltre abbiamopuntato a coinvolgere anche i direttori generalidelle quattro Ulss della provincia di Veneziarispetto al tema centrale dell’evento “L'aderenza,l'appropriatezza e l'alleanza terapeutica”.

INSIEME OPERATORI DEL SETTORE DELLE DIVERSE ULSS, ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E STRUTTURECONVENZIONATEUn importante contributo è stato dato dai medicispecialisti e dai medici di medicina generale dellediverse Ulss che sono intervenuti nel programmadell'iniziativa.

Fondamentale per l'efficacia della manifestazioneè stato, come sempre, lo spazio informativogestito da diverse organizzazioni e strutture chesi sono rese disponibili per dimostrazioni,promozioni ecc. È davvero notevole il numero diassociazioni di volontariato, strutture private oconvenzionate che lavorano con grande impegnoe competenza nel territorio veneziano.Quest'anno è da segnalare anche la collaborazionecon i comitati etici delle Ulss e con associazioni dicittadinanza attiva e Tribunale del malato.

LA COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI VENEZIAUna riflessione speciale riguarda la partnershipcon il Comune di Venezia, fin dall'inizio co-autoredella manifestazione Venezia in salute insiemeall’Ordine dei Medici di Venezia. Si tratta di una

Convegno

a cura di Moreno Scevola,presidente Fondazione ARS Medica, Ordine Medici di Venezia

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cooperazione nata dal convincimento che glioperatori della salute sono, in quanto cittadini,membri effettivi di quel corpo sociale che, inistituzioni come il comune, trova strumenti dipartecipazione e di condivisione di risorse e diobiettivi, primo fra tutti il perseguimento del benedella collettività, secondo l’ottica della solidarietàe del sostegno al più debole.

VENEZIA IN SALUTE 2013, UN PATRIMONIOPREZIOSO DA CUI RIPARTIREAnche l'edizione 2013 di Venezia in salute dunquelascia una eredità da coltivare: nello stile dellacondivisione e del superamento di ogni steccatomentale, la forza del lavoro di équipe dissolveinfatti anche le assurde – ma tutt’ora persistenti– contrapposizioni fra le diverse aree mediche, enon solo.L'attività del medico trova nella collaborazionecon istituzioni come Comune di Venezia e aziende

Ulss, associazioni di volontariato e strutturesanitarie private e/o convenzionate, uno spazio incui riaffermare il valore della professione ericonoscerne le finalità di servizio, in uno spirito dicollaborazione per il bene comune e soprattuttoper il benessere del malato.

IL VALORE DELLA SINERGIAQueste riflessioni sono già state esposte nelnotiziario dell’Ordine dei Medici di Venezia a fine2013. Colgo ancora l'occasione per ringraziaretutto il consiglio dell’ARS Medica che ha semprefattivamente collaborato all'iniziativa. Unringraziamento anche a: Maurizio Scassola,presidente dell'Ordine dei Medici di Venezia, contutto lo staff della segreteria; a Bruno Centanini,già coadiutore del Sindaco per la sanità, a SandroSimionato, già vice sindaco di Venezia e a tutti gliUffici del Comune di Venezia che si sonoimpegnati con generosità.

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spazio riflessioni

In ricordo di Francesca Corsi, responsabile delServizio Anziani, Disabili e Salute Mentale delComune di Venezia. Competente e instancabilenella difesa dei diritti di cittadinanza

Francesca Corsi è stata presidente dell'Ulss 18 Riviera del Brenta, assessore eSindaco del Comune di Mira, in vari periodi, tra il 1980 ed il 1992. In particolareè stata Sindaco nel biennio 1991-1992. Successivamente ha ricoperto il ruolo diresponsabile del Servizio Anziani, Disabili e Salute Mentale del Comune diVenezia. È morta il 18 gennaio 2014. Avrebbe compiuto 63 anni il 20 marzo.Francesca Corsi non mancherà solo all’Amministrazione comunale veneziana,alla quale ha dedicato più di vent’anni della propria straordinaria attivitàprofessionale, ma a tutta la città. Se Venezia è oggi all’avanguardia nella gestionedei servizi dedicati alla disabilità, alla non autosufficienza e alla malattiapsichiatrica, lo dobbiamo proprio a lei, alla sua capacità di tenere insieme lafaticosa gestione quotidiana dei problemi ordinari con l’urgente necessità dipensare a soluzioni innovative in grado di rispondere a vecchi e nuovi bisogni.

IL FARO GUIDA: LA DIFESA DEI DIRITTI DEI PIÙ DEBOLIIn apparenza complessa e spigolosa, era invecedotata di una grandissima umanità che riusciva atrasmettere attraverso un’intelligenza vivida,acuta e flessibile. Ciò che stupiva di Francesca erala tenacia con la quale sosteneva le proprieconvinzioni e la passione che l’animava quando sitrattava di difendere i diritti di chi si trovava avivere in una condizione di debolezza e fragilità.L’affermazione dei diritti dei più deboli era, primadi ogni altra cosa, il “faro guida” della sua azione.

Diritti che voleva fossero riconosciuti non domanio dopodomani, ma oggi, attraverso scelteconcrete, servizi dedicati, risorse da investire.

LA BATTAGLIA PER L'INCLUSIONEAUTENTICA, NON DI FACCIATASi è battuta e ha lavorato instancabilmente perprodurre servizi innovativi per disabili, a scuola,oltre il CEOD, per le persone disabili adulte eanziane, per l’inclusione autentica (non di facciata)in nome dei diritti esigibili, non ultimi quelli dedicatialla mobilità, per il diritto ad un tempo libero

Commemorazione

a cura di Sandro Simionato,già assessore alle Politiche Sociali e vice sindaco di Venezia

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davvero “liberato” e di qualità. E altrettantaconvinzione l’ha animata quando si è trattato dipromuovere la domiciliarietà per gli anziani nonautosufficienti, certa che nulla fosse più appropriatoche consentire loro di vivere in un ambiente umano,circondati dall’affetto dei propri familiari.

FRANCESCA HA SOSTENUTO L'AUTONOMIADEL COMUNE DI VENEZIA, PURE INCONFRONTO APERTO CON ULSS 12 E REGIONEFrancesca era instancabile, non si fermava mai ela sua disponibilità andava ben oltre ai suoiobblighi contrattuali, anche quando la malattial’ha colpita, riuscendo a dare fino alla fine uncontributo decisivo alla configurazione del nuovomodello di assistenza domiciliare cherappresenterà la prossima sfida a cui sono attesi iservizi. Aveva una visione “politica” e alta delproprio lavoro e a fianco agli amministratori èstata determinante nell’affermare l’autonomia delComune di Venezia, in campo assistenziale esocio sanitario, pur senza rinunciare adalimentare e a sostenere un rapporto dialetticocon l’Azienda Ulss 12 e la Regione.

LA DEFINIZIONE DI NUOVE FIGURE COMEL'ASSISTENTE FAMILIARE E L'ASSISTENTESOCIO SANITARIOSapeva che i servizi per rinnovarsi hanno bisognodi professionalità, che da un lato vannoconsolidate e dall’altro coraggiosamente riformatee innovate. Così s’impegnò nel definire e innovarela figura dell’assistente familiare e stava lavorandoalla nuova figura dell’assistente socio sanitarionell’accudienza scolastica. Era in grado diesprimere una conoscenza legislativa che andavaben oltre la mera applicazione burocratica dellanorma. Anzi, spesso si muoveva con grande agilitàproprio per criticare e riformare quelle stessenorme, contribuendo, quando le era possibile, amigliorarle sensibilmente.

I SERVIZI RIVOLTI A PERSONE,NON A UTENTI O PAZIENTIFrancesca non arretrava mai di fronte allanecessità di garantire l’alta qualità dei servizi,anche quando le risorse economiche sicontraevano e il quadro normativo era segnato dapoco chiarezza. Perché era profondamenteconvinta che i servizi, che lei stessa contribuiva aorganizzare, erano rivolti a persone e mai a “utenti”o a “pazienti” ed il suo era un convincimentoculturale prima ancora che linguistico.Come a sottolineare senza sosta che le personevengono prima dei loro problemi. A noi, a mepersonalmente, Francesca Corsi mancheràdavvero molto, ma resterà un punto di riferimentoper affrontare il futuro. Senza di lei, difficile daimmaginare.

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spazio riflessioni

Nel primo Piano di Zona,approvato nel 2001, i principiispiratori della “domiciliarietà”

AL CENTRO, LE PERSONE CON LA LOROSPECIFICITÀAl centro di tutto questo: le persone, la lorospecificità. Persone verso le quali “l’operativitàrichiesta non doveva essere deterministica, ma, alcontrario, l’approccio doveva esseresperimentale, adattarsi al mutare dellecircostanze e passibile di tutte le necessariemodificazioni utili alla promozione ed almantenimento delle potenzialità individuali, apartire dalle garanzie di benessere e di rispettodella dignità delle persone, attraverso l’accessoad una gamma di servizi contigui tra loro”.

I LUOGHI DI VITA E DI LAVORO COME SPAZIPER RIABILITAZIONE ED INTEGRAZIONEFrancesca era fortemente convinta che i luoghi divita delle persone: la famiglia, la scuola, il lavoro,le attività del tempo libero, contenessero unaforte valenza riabilitativa e fossero presuppostodell’integrazione. La persona disabile è stata ilriferimento fondamentale del suo impegnopersonale e professionale e del suo metodo dilavoro. Promuovere interventi su misura per lepersone con i loro bisogni reali e differentipresupponeva la dimensione di progetto intesocome processo “un percorso che permette

Commemorazione

Chi volesse ritrovare il pensiero di Francesca Corsi ispiratore di linee eazioni politiche dell’Amministrazione Comunale di Venezia in questi ultimiventi anni, può riprendere in mano il Piano di Zona dei Servizi SocioSanitari 2000-2002 per le aree anziani, disabili e salute mentale.Il Piano, approvato nel settembre 2001 dopo un intenso lavoro

preparatorio, si caratterizzava, in quanto motore di sviluppo di una nuovamodalità di pianificazione, per uno spiccato profilo culturale che dava aidati, alle cifre e agli obiettivi una ricca cornice di principi e di riferimenti.Rileggere oggi quelle pagine non solo ci fa ritrovare le parole chiave cheFrancesca aveva individuato e che sarebbero diventate di uso comune, maci fa percorrere un tratto di strada di grande impatto per gli sviluppi delwelfare comunale e di tante acquisizioni che si sarebbero via viaconsolidate nel tempo nella dimensione dei servizi.

a cura di Sandro Del Todesco,dirigente del Comune di Venezia

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l’aggregarsi progressivo di elementi cheinteragiscono e si strutturano a vicenda,definendosi e ridefinendosi reciprocamente e maistabilmente”.

FLESSIBILITÀ E COSTANTE ATTENZIONEALLA PERSONA CONTRO OGNI APPROCCIODI TIPO BUROCRATICOFrancesca sosteneva che, a rigidità e attenzioneburocratica, doveva contrapporsi flessibilità ecostante umana attenzione alla persona.“Contrastare standardizzazione e routinarietàsignifica contrastare quegli elementi che, quandoprevalgono sugli eventi delle persone, leistituzionalizzano, qualunque sia il luogo di vita”.Paradossalmente, infatti, le modalità di operare inun servizio di aiuto alla persona possono produrrequesto risultato, diceva, anche se lo sfondo è ilterritorio.In questo senso i servizi “domiciliari” o i servizialla persona costituiscono per eccellenza lospecchio e la cartina di tornasole sia per leaspettative di cui è stata ed è oggetto l’assistenzaterritoriale in contrapposizione ad altre modalitàassistenziali, sia per la sua intrinsecacomplessità, sia infine per la difficoltà diassicurare la necessaria interrelazione traefficacia ed efficienza e, con ciò, di mantenere ilsenso stesso del servizio.

MODELLI INNOVATIVI DI INTERVENTOLeggere oggi questi passaggi ci aiuta acontestualizzare i punti fondanti di un lavoro cheha prodotto modelli innovativi di intervento, poirecepiti anche a livello di pianificazione regionale,secondo un approccio costantemente proiettatoalla salvaguardia dei diritti della persona, della

cittadinanza, dell’autonomia, dell’autosufficienza.Da qui sono nati una molteplicità di azioni einterventi tra loro interconnessi nel campo delladomiciliarietà come della residenzialità,prestazioni ed opportunità per la vitaindipendente, la mobilità, l’accessibilità,l’integrazione scolastica, sociale, lavorativa,l’inclusione.

IL WELFARE URBANO COME INSIEME DIINTERVENTI DOVE LE ISTITUZIONI FANNOGOVERNANCE E LAVORANO “ACCANTO A”Richiamando uno dei temi a lei più cari, quellodella sussidiarietà, ribadiva che tale principio nondoveva essere messo in relazione alla riduzione dirisorse pubbliche, ma alla innovazione di unwelfare urbano inteso come insieme di interventidove le istituzioni spesso ricoprono un ruolo digovernance e comunque lavorano “accanto a”. “Lasussidiarietà allarga la possibilità di interventodando spazio alla solidarietà”.

FRANCESCA HA LAVORATO PER DAREGARANZIE E PROMUOVERE OPPORTUNITÀIn questa dimensione, in cui Francesca ha speso ilsuo straordinario impegno, intelligente, tenace edappassionato, sono appunto cresciute leistituzioni, le realtà organizzate, i servizi, glioperatori, la comunità di persone che attorno aqueste attività si è sviluppata nel tempo e neltempo ha visto definirsi un quadro di servizi cheormai rappresenta un punto di non ritorno. Unagaranzia. E Francesca ha lavorato, come usavadire, per dare garanzie, conquistate, mantenute evalorizzate, e per promuovere opportunità,sempre nuove, per la migliore possibile qualitàdella vita.

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Rivista ViS “Venezia in Salute”registrazione al Tribunale di Venezia numero 12 del 31/03/2012numero 9 – maggio/giugno 2014

direttrice responsabileNicoletta Benatelli

editoreComune di Venezia,Direzione Affari Istituzionali

segreteria di redazioneNicoletta Codato, Stefania BarbadoServizio Programmazione Sanitaria del Comune di VeneziaAnna Zanetti, Cinzia TrevisanSegreteria Direzione Affari IstituzionaliGabinetto del Sindaco

realizzazione grafica di VisElisabetta Cattaneo Centro Produzione Multimediale del Comune di Venezia

La rivista VIS è solo on line, pubblicata sul sito del Comune di Venezia www.comune.venezia.it,sezione “Mi interessa” e poi sezione “Vivere in salute”ed infine “Venezia in salute”

per informazionicell 347 1332848

V E N E Z I A I N S A L U T E

èèMEDICI SENZAFRONTIERE (MSF)

Al cuore dell’identità di MSF c’è l’impegno a essereindipendenti, neutrali e imparziali. Questi principiguidano tutte le attività – dall’assistenza medica elogistica agli aspetti finanziari e alla comunicazione –fin da quando MSF è stata fondata nel 1971.Etica medica. Le azioni di MSF sono prima di tuttomediche. Operiamo nel rispetto dei principidell'etica medica, in particolare l'obbligo di fornireassistenza senza causare danni a individui o gruppi.Indipendenti. Le donazioni dei privati sono la linfavitale di Medici Senza Frontiere Italia,rappresentando oltre il 99% dei fondi raccolti.Imparziali. Forniamo assistenza medica gratuitaalle persone che ne hanno bisogno. Non importada dove provengano, a che religione o partitopolitico appartengano. Quello che conta è chesiano esseri umani in difficoltà. Tutti gli individuisono uguali davanti alla sofferenza.Neutrali. In un conflitto non prendiamo posizionema interveniamo dove le azioni di soccorso medicosono più urgenti.Essere testimoni. I principi di imparzialità eneutralità non sono sinonimo di silenzio. Quandosiamo testimoni di atti di violenza estrema versopersone o gruppi, lo denunciamo pubblicamente.Essere responsabili. MSF si impegna a valutareregolarmente gli effetti delle sue azioni. Ciassumiamo la responsabilità di rendere conto dellenostre attività ai nostri pazienti e sostenitori.Premio Nobel. Nel 1999 MSF ha ricevuto il PremioNobel per la Pace in riconoscimento del suo“lavoro umanitario pioneristico realizzato in varicontinenti”.

PER INFORMAZIONIMedici Senza Frontiere ItaliaVia Magenta, 500185 Roma Tel. 06 88806000Fax 06 88806020CF 97096120585 E-mail: [email protected]