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Abitare l’inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza Dossier di candidatura a titolo della sponsorizzazione e partnership culturale alle imprese interessate UPA per la Cultura Gennaio 2016 www.casabossinovara.com

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Abitare l’inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza

Dossier di candidatura a titolo della sponsorizzazione e partnership culturale alle imprese

interessate UPA per la Cultura

Gennaio 2016

www.casabossinovara.com

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INDICE

INDICE ............................................................................................................................................................ 1

1 - PREMESSA ................................................................................................................................................ 2

1.1 - Casa Bossi: il più bel palazzo neoclassico d’Italia .............................................................................. 2

1.2 - Novara città neoclassica .................................................................................................................... 3

1.3 - Piemonte antonelliano ...................................................................................................................... 4

1.4 - Il Comitato d’Amore per Casa Bossi e il Cantiere di Bellezza ............................................................ 5

2 - UNA CASA PIENA DI STORIE ..................................................................................................................... 7

3 - CASA BOSSI ETEROTOPÌA NOVARESE ..................................................................................................... 12

3.1 - Edmondo Poletti pittore e il cenacolo culturale di via Pier Lombardo ........................................... 13

3.2 - Per la valorizzazione del genius loci letterario da Casa Bossi verso il territorio .............................. 14

3.3 - Un territorio letterario: i luoghi della chimera e le altre storie novaresi di Vassalli ....................... 16

4 - SPAZIO DI ESPLORAZIONI DEL CONTEMPORANEO ................................................................................ 16

4.1 - Tetralogia della polvere. Un’installazione ambientale per restituire Casa Bossi alla città di Novara,

2012 ......................................................................................................................................................... 17

4.2 - Sentieri che si perdono nella mente. Sul filo tra follia e speranza, 2012 ........................................ 18

4.3 - Attualità del passato a Casa Bossi, 2014 ......................................................................................... 20

4.4 - Cos’altro sono le città se non persone, 2015 .................................................................................. 22

5 - ABITARE L’INABITABILE .......................................................................................................................... 25

5. 1 - “Abitare l’inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza” concept di progetto ............. 25

5.2 - Reti di collaborazione, sviluppo e supporto al progetto ................................................................ 26

6 - Business plan .......................................................................................................................................... 29

Appendice: videografia essenziale .............................................................................................................. 31

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1 - PREMESSA

“Abitare l‟inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza” è un progetto di sviluppo culturale che costituisce il dossier di candidatura presentato a titolo della sponsorizzazione e partnership culturale alle imprese interessate UPA per la Cultura. Il progetto coerentemente con i 6 anni di mobilitazione civica che hanno caratterizzato l‟azione del Comitato d‟Amore per Casa Bossi può essere un‟ottima opportunità di legare il brand aziendale ad una delle esperienze di riuso innovativo d‟Italia. Si richiamano di seguito alcuni cenni sulla natura del patrimonio in oggetto, altre all‟esposizione dei principali elementi del contesto storico di riferimento oltre alle vicende recenti di rinascita e rigenerazione del bene che attengono direttamente al concept progettuale.

1.1 - Casa Bossi: il più bel palazzo neoclassico d’Italia

Casa Bossi è un edificio neoclassico commissionato nel 1857 all'architetto Alessandro Antonelli, il più importante architetto italiano del XIX secolo. Essa è ubicata nel punto più alto della città e fa da collegamento fra il nucleo antico e il panorama sulle Alpi e il Monte Rosa a pochi metri dalla Basilica di San Gaudenzio che con la sua cupola, anch‟essa opera dell‟architetto Antonelli, rappresenta il simbolo di Novara e che, insieme alla Mole Antonelliana di Torino, è tra gli edifici più alti del mondo in muratura. La casa è stata abitata dai suoi proprietari prima i Desanti e poi i Bossi per due generazioni con molti inquilini alcuni dei quali furono personaggi importanti: poeti, pittori e artisti come l‟aeropittrice futurista Olga Biglieri Scurto in arte “Barbara”, il pittore Antonio Calderara, e scrittori come Sebastiano Vassalli. Dopo decenni di abbandono Casa Bossi è oggetto di tutela e valorizzazione da parte di gruppo di cittadini attivi costituitosi come Comitato d‟Amore per Casa Bossi.

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1.2 - Novara città neoclassica

La specificità di Casa Bossi, il suo essere "monumento assoluto", il fatto di rappresentare il modello perfetto dello stile (il neoclassicismo) e dell'epoca (l'"ottocento") che più di ogni altro hanno forgiato il carattere di Novara. E‟ l‟ottocento che proietta Novara nella modernità assegnandole quel ruolo di integrazione e ibridazione tra Piemonte e Lombardia che conserva tuttora. In quell‟epoca si rafforza un tessuto produttivo plurisettoriale che ancora oggi contraddistingue l‟economia novarese e si configurano le grandi istituzioni urbane, nel sistema delle caserme, delle scuole, degli ospedali, della banca e dei grandi opifici nei settori del tessile, della meccanica della chimica, dei trasporti e dell‟agroalimentare. Sono oltre cinquanta le architetture neoclassiche che caratterizzano ancora oggi la città. Oltre all‟Arch. Alessandro Antonelli gli altri protagonisti di quel periodo sono: Arch. Stefano Ignazio Melchioni, Arch. Giovanni Antonio Melchioni, Arch. Luigi Orelli Ing.re Civico, Antonio Agnelli, Ing. Antonio Busser, Arch. Paolo Gaudenzio Rivolta, Don Ercole Marietti.

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1.3 - Piemonte antonelliano

Alessandro Antonelli Architetto (Ghemme, Novara, 1798 - Torino 1888) studia a Torino e si perfeziona all‟Accademia di San Luca a Roma. Formalmente ispirato alla grammatica neoclassica, non senza le influenze dei principali trattatisti d‟architettura francesi, interpreta e sperimenta soluzioni costruttive audaci, con forti accenti verticali, portando alle massime configurazioni statiche possibili la muratura e il ferro. Sua opera più conosciuta è la Mole Antonelliana, alta m. 167,50, iniziata nel 1863 come tempio israelitico e poi acquistata e condotta a termine dal comune di Torino. Altro esempio ancor più mirabile di tecnica costruttiva è la cupola di S. Gaudenzio a Novara, alta m 125. Oltre a Casa Bossi a Novara l‟opera di Antonelli consiste in importanti palazzi civili e religiosi. A Torino: casa "delle colonne" del 1854, Casa Scaccabarozzi, familiarmente nota come Fetta di polenta, edificio del quartiere Vanchiglia, costruito nel 1840 e sopralzato nel 1881. In provincia di Novara: il Duomo di Novara, la parrocchiale di Oleggio, l‟asilo di Bellinzago, il Santuario di Boca. Piemonte antonelliano proietta Casa Bossi come baricentro di un itinerario culturale e turistico sulla figura e l‟opera dell‟architetto Antonelli, il più grande progettista italiano del XIX secolo. Si propone di animare la rete dei siti “antonelliani” del Piemonte e della Lombardia, costituito da circa 100 episodi tra architetture realizzate e progettate.

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1.4 - Il Comitato d’Amore per Casa Bossi e il Cantiere di Bellezza

Casa Bossi costituisce a livello nazionale una delle più interessanti e originali operazioni di rigenerazione urbana da parte di un gruppo di cittadini attivi: il COMITATO D‟AMORE PER CASA BOSSI. Il Comitato è attivo per promuovere la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione e il recupero di “CASA BOSSI” di Novara d‟intesa con l‟Amministrazione Comunale che ne è proprietaria. Con il progetto denominato CASABOSSI - CANTIERE DI BELLEZZA si intende far rinascere la Casa come Centro di sviluppo nei settori delle industrie culturali e creative. Cantiere Conoscenza Cantiere della Conoscenza è un percorso di contaminazione tra artigianato tradizionale e digitale, design e mestieri dei settori culturali e creativi. Casa Bossi si è affermata in questi anni di primo riuso creativo come straordinaria location per shooting video-fotografici. Hanno effettuato riprese di moda particolarmente significative: Brunello Cucinelli, Odda magazine con la collezione dell‟archivio Moschino, Made in Milan, Christian Fischbacher, Alivar e tanti altri. Ri-costruzione. È il programma di animazione socio-culturale avviato nell‟estate del 2013 finalizzato a sviluppare attraverso pluralità di linguaggi, modelli e forme espressive nuovi contenuti e senso di comunità. La musica, il teatro, la letteratura e la libera discussione rappresentano le principali aree di iniziativa. Spazio di esplorazioni del contemporaneo. E il modo di intendere Casa Bossi come spazio per grandi eventi culturali a partire dalle mostre e le esposizioni d‟arte.

Il Cantiere di Bellezza consiste nell‟utilizzo della Casa come attivatore e catalizzatore di energie sull‟attuale fase di transizione economica. Le principali linee di intervento sono: a)

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Softlab, una fabbrica “dolce” per una soffice manifattura digitale. Basata sull‟ibridazione del lavoro manuale col lavoro intellettuale e di contaminazione tra artigianato tradizionale e il nuovo artigianato digitale; b) Novara Glocal, Casa Bossi iperluogo dell‟innovazione aperta si rivolge a cittadini, imprenditori, banchieri, professionisti, intellettuali a confrontare le loro idee e proposte con un nuovo Codice Economico Creativo; c) Spazio Agorà - contesto conviviale per lo scambio di conoscenze – Scuola di connessione. Un nuovo modo di concepire la formazione per tutti, attraverso lezioni partecipate, corsi, cicli formativi, workshop, seminari, nonché lo sviluppo di forme sperimentali di insegnamento e apprendimento; d) Casa Pensante - spazio coworking. Una comunità collaborativa rivolta a designer, giovani creativi, artisti e start up della cultura e del turismo, ved. immagini seguenti.

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2 - UNA CASA PIENA DI STORIE

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Il Comitato d‟Amore per Casa Bossi nel corso del 2014 e 2015 ha prodotto un Film Documentario in due parti “Le Storie della Casa – parte I e II” con i racconti (per voci e immagini) di coloro che Casa Bossi l‟hanno vissuta davvero. I docufilm sono stati presentati in anteprima in due serate a Casa Bossi nel calendario di eventi dimostrando che il vento continua a viaggiare tra le stanze della casa: ha imparato ad attraversare i corridoi e a salire le scale e adesso arriva in ogni angolo, fino a sotto il tetto. Il vento della casa fa amicizia con quello che proviene da fuori con le infinite storie di una città e di un territorio. Storie di chi l‟ha abitata, storie di chi è entrato per incontrare parenti, storie di chi è nato tra le mura di Casa Bossi. Voci di donne e di uomini da ascoltare, persone che racchiudono ricordi precisi anche se a volte lontani. Voci che ancora oggi volteggiano negli angoli bui della casa e si rincorrono soprattutto quando la luce del sole a poco a poco spegne le stanze. In questi momenti, facendo attenzione, si possono ancora ascoltare racconti di altri tempi. È un viaggio nella memoria con grandi suggestioni; adatte a tutti i pubblici. Chiunque potrà entrare nell‟atmosfera della Casa e conoscerla e amarla ancora di più.

Ma ci sono altre storie da raccontare: sono quelle degli illustri inquilini cui si è già fatto cenno e che hanno abitato o frequentato la Casa per oltre 150 di storia che rappresentano una delle eredità da interpretare nella progressiva realizzazione del progetto. Si tratta di personaggi notevoli che sono stati residenti importanti e che con il loro lavoro, la loro arte

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e il loro passaggio hanno impresso un incanto e un‟energia che rimarrà per sempre nelle atmosfere della Casa.

Di seguito un sintetico profilo dei principali personaggi che hanno abitato e/o frequentato Casa Bossi.

Alessandro Antonelli Aa legato il suo nome alla celeberrima Mole Antonelliana di Torino, progettata nel 1863 e conclusa nel 1887, caratterizzata dalla struttura in muratura di mattoni. A Novara edifica l‟imponente cupola, alta 121 metri, della basilica di San Gaudenzio la cui innovativa costruzione, terminata nel 1887, viene realizzata interamente in mattoni.

Olga Biglieri Scurto “Barbara” Nel 1938 Marinetti, fondatore del Movimento Futurista, scriveva di lei: “Sono lieto di dichiarare che la signorina Barbara è un‟aeropittrice geniale […] ho molta fiducia nel suo ingegno pittorico”.Olga affianca la passione per il disegno a quella del volo, tanto da conseguire all‟Aeroclub di Cameri, a diciotto anni, di nascosto, il brevetto di volo.

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Severino Borotti Noto restauratore novarese. Diplomatosi all‟Accademia Albertina, allievo del maestro Carlo Fornara.

Carlo Bossi Il 29 dicembre del 1880 Carlotta Talenti, Luigia Penazzo e Bianca Merialdi vendono l‟edificio di loro proprietà al cavaliere Carlo Bossi. Si tratta di un palazzo commissionato nel 1857 da loro padre Luigi Desanti al grande architetto Alessandro Antonelli.

Ettore Bossi Personaggio di carattere versatile e partecipativo, amato e stimato da tutti grazie alla sua cordialità e alla sua generosità, si laurea nel 1898 presso la facoltà di giurisprudenza all‟Università di Torino. L‟avvocato Bossi fu anche munifico soprattutto verso gli enti che aveva presieduto: l‟Ospedale Maggiore di Novara, la pia Casa della Divina Provvidenza e l‟ospedale di Orta.

Maria Camusso Bossi La storia di Maria Camusso Bossi è profondamente legata a quella di Casa Bossi, che abitò insieme al marito Ettore e, dopo la sua morte, fino al 1968.

Antonio Calderara Di formazione autodidatta, Antonio Calderara eredita la passione per il disegno dal padre. Tra il 1957 e il 1958 la luce inizia a diventare la protagonista dei suoi quadri. A Vacciago, il 10 gennaio 1979, in esecuzione delle volontà del pittore, è stata costituita la Fondazione Calderara per la gestione del museo aperto al pubblico allestito nella sua casa-studio.

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Arialdo Daverio Laureatosi nel 1933 in Ingegneria Industriale e Meccanica al Politecnico di Milano, oltre ad occuparsi di architettura e urbanistica, è stato ecologo convinto. La cupola di S. Gaudenzio è un suo importante saggio, pubblicato nel 1940, nel quale si rivela tra i più documentati e competenti studiosi dell‟architetto Antonelli. Dopo la guerra ha illustrato la sua analisi della storia delle cupole in qualificate sedi europee.

Franco Francese La formazione di Franco Francese comincia con la frequenza ai corsi d‟incisione e bulino. Nel 1945, il critico Mario De Micheli presenta la sua prima personale alla Galleria La Colonna di Milano. A testimonianza del suo impegno e del suo rilievo nel panorama artistico della sua epoca rimane la lunga serie di mostre tenute in Italia e all‟estero.

Alfredo Giannoni Risale al 1927 la prima donazione al Comune di Novara della raccolta di opere d‟arte del collezionista Alfredo Giannoni, che intendeva mostrarle al pubblico in una galleria intitolata ai suoi genitori Paolo e Adele.

Ignazio Scurto Scrittore, poeta e commediografo di origine veronese, fa presto parte del gruppo Futurista della sua città, costituito nel 1931, insieme ad altri noti artisti e letterati

Sebastiano Vassalli Scrittore e grande narratore, con il romanzo Cuore di pietra, pubblicato nel 1996, assegna ad una grande casa sui bastioni della città il ruolo di protagonista. Sullo sfondo la storia d‟Italia raccontata da una città di provincia.

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Luigi Vietti Architetto e urbanista. Nel 1929 vince il concorso per la realizzazione di una casa modello alla Garbatella, diventando così uno dei più giovani architetti dell‟architettura di regime. Nel 1964 verrà incaricato dal principe Karim Aga Khan IV, insieme a Jacques Couelle e a Michele Busiri Vici, di progettare in Sardegna interventi nella Costa Smeralda.

3 - CASA BOSSI ETEROTOPÌA NOVARESE

La densità tra le relazioni interne ed esterne che Casa Bossi ha innescato in ogni epoca, la sua vocazione a creare storie e legami tra simili e tra diversi, tra residenti e visitatori o frequentatori, tra differenti strati della società, dell‟economia e della cultura, ne fanno un luogo speciale della novaresità con forte apertura verso ideali alti e universali. Le storie da raccontare sarebbero infinite, così come sterminato il potenziale per raccontare altre storie nel processo di ricostruzione recentemente innescato. Una ricostruzione articolata su iù linguaggi e significati, dove anche la filosofia di Derrida può ritrovarsi se si ricorre, quanto meno sul piano simbolico al concetto di “decostruzione”. Qui il testo si apre in un certo modo al futuro, a ciò che la filosofia approderà. Decostruire un testo permette infatti di “agitarne” in qualche modo il contenuto: è da questa agitazione che è possibile far uscire quella parte di senso che era rimasta chiusa nell' “inconscio del testo” e che indicherà in qualche modo la strada del possibile e del non ancora attuato. Ci piace ricordare in tale ottica un pensiero che vuol essere anche un omaggio al già citato Arialdo Daverio, l‟ingegnere novarese, che per primo ha “scoperto” l‟Antonelli e l‟ha fatto conoscere al mondo studiandone l‟opera e sollecitando gli interventi di tutela strutturale della Cupola di San Gaudenzio. Ma anche rispetto a Casa Bossi siamo debitori a Daverio. Egli ci ha infatti regalato una straordinaria “profezia” quando la casa era normalmente abitata e nessuno poteva immaginare quanto sarebbe avvenuto dopo, affermando cioè oltre 75 anni fa, che in questa casa sarà il Quartier Generale della Città Nuova (Arialdo Daverio, La cupola si S. Gaudenzio, l‟opera del massimo architetto italiano del secolo XIX, Novara, 1940). Su tali basi se si provano a declinare le istanze di innovazione e di integrazione sottesi alla trasversalità di questa visione tra geografia umana e situazionismo, si arriva a definire una traiettoria che partendo dalla passione che ha animato un gruppo di cittadini con la prima riapertura della Casa nel 2010 dopo 30 anni di oblio, porta a fare i conti anche con il concetto di “Eterotopia” coniato dal filosofo francese Michel Foucault, per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano1. Una chiave interpretativa più aperta ad esiti antropologici per considerare la Cultura come frontiera di nuovi comportamenti da considerare nella capacità di costruire legami e fondare insediamenti con motivazioni comuni, insomma quello che gli antropologi chiamavano «cultura» e che sarebbe il mondo, costruito e non, delle relazioni tra persone e luoghi, la rete di reciprocità che tiene in piedi e spinge una società2.

1 M. Foucault, conferenza tunisina Des espaces autres, marzo 1967 (tradotta con il titolo Eterotopie in Archivio Foucault,

Milano Feltrinelli 1998). 2 Franco La Cecla, Contro l‟urbanistica, Einaudi, 2015.

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Ne derivano alcune chiavi di lettura sullo storytelling che dall‟interno della Casa va verso l‟esterno della città o del territorio o viceversa dalla città o dal territorio (o anche più da lontano forse per arcani fenomeni come l‟entanglement) viaggia verso la Casa. Di seguito ne diamo alcuni spunti agli sviluppi del progetto “Abitare l‟inabitabile” anche se certamente non esaustivi degli intrinseci potenziali narrativi e poetici.

3.1 - Edmondo Poletti pittore e il cenacolo culturale di via Pier Lombardo

La figura di Edmondo Poletti è certamente una figura di spicco nel panorama culturale e artistico novarese del '900, purtroppo non adeguatamente conosciuta e valorizzata, come peraltro altri esponenti che il nostro territorio ha purtroppo pressoché dimenticato. Poletti inizia giovanissimo il suo lavoro di artista portato dal suo talento e dall'istinto. Spinto dalla madre, a 19 anni, apre già il suo atelier in una soffitta situata in Via Pier Lombardo (1927), proprio di fronte a Casa Bossi. Svariate sono le tecniche da lui praticate in quasi sessant'anni di carriera, tutte con considerevole talento e maestria: pittura ad olio, affresco, acquerello, tempera, scultura a tutto tondo e bassorilievi. Inoltre è attivo praticando con perizia l'arte della decorazione e della grafica e cimentandosi con decori, disegni e stampe, il tutto con eccezionale forza espressiva. Ben presto la sua opera esce dal territorio provinciale e approda a Milano, Roma, a Torino, in Toscana; poi, a livello internazionale, espone più volte in Olanda, a Londra e più tardi a New York. È il periodo dei suoi grandi ed importanti quadri che sono stati definiti, per comodità di linguaggio, di influenza picassiana. Ma questo è solo uno dei connotati espressivi nella lunga carriera di Poletti. Da "la città morta" (1928-29), con "straordinaria visione quasi aeropittorica di un enorme quartiere razionalista alla Le Corbusier"; alla celebre "Venere delle rane", dove "la provincia diventa mito"; a "le mondine" (1937) fino, per ricordarne solo alcuni, alla Tragedia, ai Duelli, all'Aggressore, all'"Assalto" in cui traspare il dolore umano e la pietà per questo dolore. Poi alcuni simboli iconici: S.Gaudenzio, don Chisciotte, la serie degli uccelli, Loth...un'ultima operosità di gioco e avanguardia.

Proprio la soffitta di Via Pier Lombardo, il suo studio-atelier, diventerà via via uno straordinario centro conviviale, un vero e proprio cenacolo, di assidua frequentazione e di incontro con i più noti pittori, artisti, musicisti e in genere intellettuali e letterati novaresi. Decine furono i frequentatori del cenacolo, dai fondatori come - tra gli altri - Emanuelli, Mella, Pasquali, sino a Vietti, Scurto, Bonfantini, Bonomi, Bermani e altri ancora. Lì si è contribuito in modo considerevole a creare lo straordinario clima culturale che a Novara ha visto il proprio apice nei favolosi anni trenta, caratterizzati da una fertilissima attività

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intellettuale e, oggi diremmo, multidisciplinare che in quegli anni vedeva appunto l'attuazione di una politica culturale nazionale di considerevole vigore e ineguagliato fervore. In emblematici anni difficili, come quelli che stiamo vivendo, sarebbe auspicabile riproporre un analogo modello di rigenerazione e ricostruzione, anche e soprattutto culturale, proprio partendo da una nuova riflessione che proponga e crei basi per un fertile humus e vivace fermento. Casa Bossi, accanto alla storica soffitta di via Pier Lombardo può ancora, a quasi un secolo di distanza, costituire un "nuovo cenacolo" così come già, per certi versi, è da tempo una considerevole realtà in tal senso. Ha detto Marco Rosci: Poletti, come Emanuelli, come Mario Bonfantini, giustamente rifiutava l'incompatibilità fra la "provincia" e le più avanzate proiezioni nel vasto mondo culturale. Come loro e con loro, operando sin dagli inizi, dagli anni fervidi de "La Libra" (rivista letteraria d'avanguardia dell‟epoca), si era subito reso conto che il chiuder gli occhi, il non voler conoscere, il non rischiare l'avventura, nascono da noi stessi, non dal luogo, maggiore o minore, dove abbiamo deciso di vivere, di operare, di realizzarci. È una questione di scelta, di temperamento, anche di incontri e rapporti spirituali, per cui, per taluni, e Poletti fu tra essi, il relativo distacco dai grandi centri "che fanno cultura" (ma anche consumano, disperdono, volgarizzano cultura) è incentivo di più schietta e pensosa, ma non ritardataria, creatività e inventività.

3.2 - Per la valorizzazione del genius loci letterario da Casa Bossi verso il

territorio

Non può mancare in questo percorso di progettazione aperta anche il tentativo di ragionare sul genius loci letterario di Casa Bossi, soprattutto per la rilevanza della figura di Sebastiano Vassalli, che proprio pochi mesi prima della sua prematura scomparsa, aveva ricevuto ufficiale candidatura al premio Nobel per la letteratura, direttamente dall‟Accademia di Svezia. Il riferimento centrale è “Cuore di pietra” il romanzo di Sebastiano Vassalli pubblicato nel 1996 dalla casa editrice Einaudi. La storia è ispirata proprio a Casa Bossi, che ne diventa la principale ambientazione, assurgendo in qualche modo a vera “protagonista” della narrazione anche se in termini formalmente dissimulati. Da wikipedia: il romanzo non contiene alcun riferimento preciso, bensì solo indicazioni sempre vaghe e indeterminate: spaziali, temporali o storiche che siano. La vicenda si svolge dalla costruzione della casa (all'epoca della spedizione dei mille) fino all'epoca contemporanea, ed è in realtà la composizione di decine di storie diverse, il cui filo comune o meglio pretesto è proprio la sedicente protagonista: attraverso queste vicende si toccano tutti gli eventi e le ideologie importanti della storia d'Italia a partire dall'unificazione, che viene così delineata e interpretata in maniera molto più puntuale di quanto lascerebbe supporre l'anzidetta indeterminatezza (il che permette di parlare di romanzo storico).

L'autore non si nasconde dietro un narratore imparziale, silenzioso e invisibile, bensì fa sempre ben trasparire la propria interpretazione, anche se quasi sempre in modo molto

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discreto, generalmente attraverso i propri personaggi – e i loro discorsi riportati collo strumento del discorso indiretto libero –, ma anche con dei giudizi più o meno palesi dello stesso narratore. L‟importanza di Vassalli permette poi si può articolare attraverso varie riflessioni e percorsi lungo altissimi itinerari della letteratura italiana contemporanea. Si veda a riguardo la trascrizione di una parte della video-intervista a Sebastiano Vassalli di Alberto Cicala “Abitare un cuore di pietra” realizzata nel 2011 per Casa Bossi Movies (https://www.youtube.com/watch?v=rf1SKOacCNM). Una produzione Butterfly Cinematografica 2011 con la collaborazione del Centro Studi Letterari Novaresi.Casa Bossi incidentalmente, sia pure per un attimo, entra nella grande letteratura del novecento, non per merito di chi ci ha abitato. Ci furono anche degli scrittori e nessuno, tranne un caso, si occupò di Casa Bossi, ma è entrata nella grande letteratura del novecento per merito di chi ci è passato davanti, una volta e per caso. L‟ultima poesia, probabilmente fu proprio l‟ultima, di Dino Campana, uno dei grandi del nostro novecento, che s‟intitola “La dolce Lombardia con i suoi giardini”, descrive proprio quest‟angolo visuale che c‟è tra i baluardi di Novara, con la veduta delle Alpi di fronte, la prospettiva di via Pier Lombardo e la basilica di San Gaudenzio, con la cupola dell‟Antonelli. Antonelli aveva costruito Casa Bossi, già Desanti, insomma aveva costruito questa villa monumentale per creare quello scorcio, per dare questa veduta e questo attimo che poi è servito appunto a Campana – e siamo nel 1917, siamo alla vigilia di Caporetto-, è servito a Campana per pensare quella poesia, probabilmente l‟avrà scritta dopo, ma certamente è stata pensata lì. E non è cosa da poco. «La dolce Lombardia coi suoi giardini» La dolce Lombardia coi suoi giardini Il monte Rosa È un grande macigno Ci corrono le vette A destra e a sinistra all'infinito Come negli occhi del prigioniero. È grigio il cielo, laggiù si stendono Al piano Infinitamente I pennacchi tremuli delle betulle Come un tabernacolo gotico. Il cielo è pieno di picchi Bianchi che corrono, Ma la Forra di San Gaudenzio Instaura un panteon aereo Di archi dorici di marmo. Sugli spalti una solitaria Cerca l'amore. L'aspro vino mi ha riconfortato E dal baluardo un azzurro Sconfinato Posa sulle betulle, Panteon aereo di colonne Sopra un giardino di Lombardia. Settembre solare denso Dove le betulle emergono nel

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Piano Lontano Il macigno bianco.

3.3 - Un territorio letterario: i luoghi della chimera e le altre storie novaresi di

Vassalli

Grazie a una guida pubblicata nel 2013 dal titolo "Tra i castelli novaresi della Chimera con il brigante Caccetta", sono stati definiti quattro itinerari ispirati ai racconti di Sebastiano Vassalli. Un progetto ideato da Roberto Cicala per il Centro Novarese di Studi Letterari e promosso dall‟ATL della Provincia di Novara con la collaborazione degli Amici della Bici. Il romanzo di Antonia accusata di stregoneria, premio Strega 1990, ci riporta nel Seicento: dal capoluogo Novara al tempo del vescovo Bascapè al fiume Sesia attraverso gli oratori della pietà popolari e i castelli di manzoniana memoria, arrivando al Ticino dei cercatori d‟oro. La pianura delle risaie diventa un libro aperto, un nuovo modo di invitare alla lettura unitamente al viaggio e alla scoperta da effettuarsi naturalmente in bicicletta prendendosi i ritmi, le pause e la serenità di un ritrovato contatto tra storia e natura.

Il volume è: Roberto Cicala, (a cura di), Nella pianura delle storie di Sebastiano Vassalli. Itinerari letterari nella terra d‟acque narrata dall‟autore della Chimera, Novara 2013, Interlinea edizioni, ATL Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale della Provincia di Novara e i quattro itinerari sono connotati coi seguenti titoli (ved. cartina sottostante): Il “cuore di pietra” di Novara: tra un vescovo e un architetto; I luoghi della Chimera: nelle risaie con la strega Antonia; Tra i castelli con il brigante Caccetta: memorie manzoniane; Lungo il Ticino, fiume azzurro dei cercatori d‟oro.

4 - SPAZIO DI ESPLORAZIONI DEL CONTEMPORANEO

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“Spazio di esplorazioni del contemporaneo” è il context messo a punto nel 2012 per fare di Casa Bossi il punto di riferimento dei linguaggi del contemporaneo a Novara nell‟ambito della messa a punto del progetto strategico CASA BOSSI – CANTIERE DI BELLEZZA. È quindi sa intendersi uno contesto cognitivo per implementare il sistema Novara/Mondo dove è possibile rinvenire, evidenziare e valorizzare tracce di identità, secondo le più svariate dinamiche relazionali, dirette o indirette, tacite o palesi, effettive o strumentali, che siano, dove tra le più importanti ed evidenti si può riscontrare la presenza storica di esploratori di prima grandezza quali Ugo Ferrandi, Guido Boggiani, Alessandro Faraggiana, Enrico Verjus, Alberto Maria De Agostini, oltre alla presenza stessa dell‟Istituto geografico De Agostini. Casa Bossi come “Spazio di esplorazioni del contemporaneo” può altresì rafforzarsi nello sviluppo del sistema di simboli antonelliani, con particolare riguardo al rapporto di simbiosi con la Cupola di San Gaudenzio rispetto alla quale, attraverso alcuni affiancamenti logici e iconografici è possibile definire visioni di particolare pregnanza semantica, quali: La verticalità e il rapporto con il cielo con i rimandi ai concetti di Utopia e Hybris, le metafore cosmologiche i rimandi alle Geometrie tra asse e intersezione, tra fulcro e reticolo che portano alla più interminabile tra le dialettiche di posizionamento geografico e infrastruttura tra nodo e polo. Escludendo gli episodi minori, sono state prodotte in questi anni quattro grandi mostre che hanno ormai aperto in modo significativo questo “Spazio di esplorazioni del contemporaneo” di cui si rammenta qualche cenno ai punti seguenti.

4.1 - Tetralogia della polvere. Un’installazione ambientale per restituire Casa

Bossi alla città di Novara, 2012

Tetralogia della polvere è consistita in una grande installazione ambientale dell’artista Gian Maria Tosatti che ha occupato per intero Casa Bossi e i suoi oltre 6000 metri quadri disposti su otto livelli. Curata da Julia Draganovic e Alessandro Facente l’opera ha inteso proporre una lettura di quello spazio e delle sue testimonianze secondo un’ottica non filologica. Al centro dell’indagine artistica è stato messo proprio il vuoto primordiale di un edificio rimasto per anni a seccare come lo scheletro di un dinosauro al sole. Ed è proprio come nei libri lasciati accanto alle finestre - che lentamente scolorano fino a scomparire - che la casa si è consumata nei suoi interni continuamente trafitti dalla luce, fino a rimanere vuota. Sono spariti dapprima i corpi, poi gli arredi in legno, quelli in metallo, fino a che pochissime tracce sono rimaste, nascoste negli angoli più bui, corpi di vecchi termosifoni in ghisa, staccati dai muri e quasi rifugiatisi al buio per non svanire.

Uno studio sulla luce realizzato dall’artista per Tetralogia della polvere

In queste condizioni, il palazzo ha assunto una sua vita post-umana, primordiale di una nuova preistoria, in cui la vernice dei muri si è staccata in piccoli frammenti che hanno preso il volo come un gruppo di farfalle, in cui le pareti si sono piegate, aperte, come fossero parti di un grande

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organismo vivente. Casa Bossi, nel lavoro di Tosatti è diventato l’illusione di una grande foresta pluviale dotata di una propria vita e di una propria consunzione fisica, che, tuttavia, ad ogni angolo, come nel finale del Pianeta delle scimmie - quando il protagonista riconosce la sagoma della Statua della Libertà nel fango di quello che credeva un pianeta alieno - riporta il visitatore alle tracce umane che nei decenni hanno dato forma a quei luoghi prima di sparire. L’intervento dunque si è concentrato nell’esaltare queste dinamiche della sparizione. Tetralogia della polvere si è posto come un grande disegno sul pavimento, realizzato da Tosatti rimuovendo dai fasci di luce che attraversano la casa gli strati di polvere accumulatisi negli anni di abbandono. La trama che è emersa ha costruito un gioco di chiaroscuri fatti con la polvere che diventa rada nei punti più illuminati e s’infittisce in molteplici gradazioni nelle zone d’ombra. Da questo ordito di base si sono sviluppate le quattro parti dell’intervento, ognuna lungo una delle quattro differenti scale dell’edificio. La scala nobiliare, quella della servitù, quella degli inquilini e poi quella di servizio, sono diventati accessi a mondi differenti fra loro, tutti però raccolti nell’unico involucro di pietra. Aveva dichiarato Gian Maria Tosatti in occasione della mostra questo pensiero: Non penso sia possibile restituire a una città un suo luogo simbolico, scomparso per trent’anni, semplicemente aprendo una porta. Per ricostruire i ponti caduti, per rammendare il tessuto memoriale di una comunità reintroducendo un elemento obliato per due generazioni, l’arte è forse l’unico strumento capace di una chirurgia tanto profonda. Quel che dunque intendo fare non è solo far entrare le persone nell’edificio, ma creare un incontro fra dimenticanze. Da una parte quella dei Novaresi per Casa Bossi, dall’altra quella di Casa Bossi per il resto del mondo. Vorrei creare l’incidente che permetta a queste due dimenticanze di guardarsi l’una nell’altra come dentro uno specchio e di contro dunque tornare a riconoscersi reciprocamente.

l’artista all’opera e altre immagini dell’installazione.

4.2 - Sentieri che si perdono nella mente. Sul filo tra follia e speranza, 2012

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“Sentieri che si perdono nella mente sul filo tra follia e speranza” ha costituito la nostra seconda produzione del 2012. Questo intervento è partito da presupposti del tutto diversi da “Tetralogia della polvere” riproponendo l‟utilizzo della Casa al solo piano terra. La proposta ha rappresentato innanzitutto un‟offerta “plurale” da molti punti di vista, a partire dal numero e dalle specificità degli artisti coinvolti e dai loro legami diretti e indiretti che vanno a costituire i punti cardinali di un sistema di rappresentazione visivo, dove l‟asse magnetico è dato dalla centralità di Carlo Zinelli con la sue vibranti allegorie oniriche e con la necessità di molteplice ribaltamento interpretativo. Ribaltamento fisico che caratterizza la dualità di alcune sue opere dipinte su entrambi i lati del supporto e che richiedono una particolare modalità di fruizione, ma anche ribaltamento metafisico per come la sua vicenda umana ha potuto svolgersi dentro e fuori i confini della “normalità” comunemente intesa. Intorno alle opere di Zinelli (Verona 1916-1974), la cui vita, è stata dominata dalla sua psicosi, una serie di altri interventi artistici, quali: le videoinstallazioni del gruppo di ricerca artistica Nu De Dos Arte, le opere di Giovanni Sesia (Magenta 1955) e le fotografie di Gianni Berengo Gardin e Donatella Pollini.

Opere di Carlo Zinelli

Fotogrammi di videoinstallazioni del gruppo Nu De Dos Arte

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Opere di Giovanni Sesia

4.3 - Attualità del passato a Casa Bossi, 2014

L‟evento “Attualità del passato a Casa Bossi” si è proposto come punto di svolta verso il recupero e la valorizzazione del grande monumento antonelliano con forma interrogativa. Come ci si prende cura del passato? Questa è la domanda a cui si ci trova a dover rispondere a Novara, come altrove in Italia. Le iniziative a Casa Bossi sono state pensate per favorire una riflessione sulla cura di ciò che il passato ci consegna, per evitare che quel passato cada nell‟incuria e nell‟abbandono. Gli appuntamenti espositivi, gli incontri, i laboratori previsti, hanno avuto come scopo di renderci più consapevoli dei modi attraverso cui ci relazioniamo alla tradizione, alla cultura, all‟arte, al vissuto non più attuale. I mezzi stessi dell‟aver cura sono di grande importanza per comprendere il senso della nostra relazione con il passato, rispettandolo, senza per questo estraniarlo dalla nostra vita. I musei stessi, luoghi per eccellenza della conservazione delle tracce del passato, si vengono organizzando per rendere disponibili le loro opere non solo mediante visite in loco o complessi trasferimenti di manufatti. Grazie alle nuove tecniche di riproduzione e di comunicazione, viene così favorita la fruizione di un bene e la sua conoscenza. E‟ evidente che in questo orizzonte che viene mutando, profondamente segnato dalle tecnologie riproduttive e dalla comunicazione, la formazione gioca un ruolo fondamentale. Per questo “Attualità del passato” ha riservato una grande attenzione a quel che riguarda la sfera formativa: dagli ambiti del lavoro alla scuola stessa. In particolare quest‟ultima rappresenta uno straordinario potenziale per rileggere creativamente il lascito che abbiamo ricevuto e il senso dell‟averne cura. La mostra è stata allestita a piano terra anche in spazi che, in seguito a interventi minimi di riordino e pulizia, sono stati aperti al pubblico per la prima volta. Il percorso attraverso le cinque sezioni della mostra si distribuiva in 20 stanze e ciò ha permesso di prendere atto

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in modo più completo e articolato delle potenzialità della Casa come spazio di sperimentazione culturale. I - Rinascimento ad alta definizione. In collaborazione con: Haltadefinizione® Dieci capolavori assoluti della storia dell‟arte italiana riprodotti con straordinaria fedeltà all‟originale: da Beato Angelico a Leonardo, da Botticelli a Caravaggio. Uno spazio didattico ha proposto inoltre il video del backstage della campagna di acquisizione digitale de “L‟ultima Cena” di Leonardo Da Vinci. Un‟occasione per riflettere su come le nuove tecnologie possono supportare inediti percorsi di fruizione, diffusione e formazione della cultura visiva. Un approccio rinnovato per produrre l‟ineffabile e riprodurre l‟inamovibile, frutto della ricerca di Haltadefinizione®, marchio della società novarese HAL9000. II – Un architetto neoclassico a Novara Una rilettura dell‟opera dell‟Antonelli attraverso studi, rilievi e progetti da parte di vari enti di formazione di ordine e grado diverso, finalizzati a riprodurre il sublime e reinventare la regola d‟arte. Tra i vari apparati conoscitivi: disegni, modelli e particolari costruttivi degli studenti del Liceo artistico musicale e coreutico statale “Felice Casorati” di Novara e Romagnano Sesia; modelli e elaborazioni degli studenti "Laboratorio di conservazione" delle Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano; elaborati del “Progetto di valorizzazione di Casa Bossi a Novara” tesi del Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano e infine concept degli studenti del Master in Business Design - Intake 2014 di Domus Academy.

Alcune immagini dell‟allestimento della sezione “Rinascimento in alta definizione”

III – Casorati oggi

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Il Liceo Artistico Musicale Statale Felice Casorati ha sviluppato il Progetto Connessioni sulla figura e l‟opera artistica di Felice Casorati, a cui è per altro intitolato il Liceo e di cui ricorrono i cinquant‟anni dalla morte. Il Progetto si è proposto di studiare ed indagare la poliedrica figura dell‟artista: novarese di nascita (nasce in corso di Porta Milano, oggi corso Cavallotti, il 4 dicembre 1883) attivo a Torino dal 1917. Ne sono scaturiti materiali e produzioni che dimostrano la grande sensibilità dei ragazzi per i linguaggi del contemporaneo. Sono stati esposti lavori che rievocano le atmosfere delle opere casoratiane attraverso la fotografia, l‟installazione, i modellini scenografici, oltre a opere pittoriche che indagano alcune tematiche dell‟artista: la natura morta e la figura, quindi studi calcografici e sperimentazioni relative alle varie tecniche utilizzate. IV – Uno spazio alla moda Casa Bossi si è affermata in questi anni di primo riuso creativo come straordinaria location per shooting video-fotografici. Hanno effettuato riprese di moda particolarmente significative: Brunello Cucinelli con la collezione primavera estate 2014 per il suo mercato americano; Odda magazine con la collezione dell‟archivio Moschino; Made in Milan con uno specifico progetto per il mercato cinese. Gli ambienti sono stati utilizzati per workshop fotografici di fine art con il gruppo CreAttivi nell‟ambito del progetto Photocomics e in collegamento con il cantiere della conoscenza è in corso di messa a punto una collaborazione con “L'HUB un'idea di Barbara Zucchi Frua” di Milano per la realizzazione di percorsi creativi in ambito tessile aperti a tutti. V – Cantiere della Conoscenza Cantiere della Conoscenza è un percorso di contaminazione tra artigianato tradizionale e digitale, design e mestieri dei settori culturali e creativi. È un‟azione di sviluppo economico per fare di Casa Bossi un “Cantiere formativo e dimostrativo” utile ad implementare competenze da riutilizzare in tutte le grandi operazioni di restauro del patrimonio architettonico e urbanistico pubblico e privato della città, in particolare quello dell‟‟800 e del primo „900.

4.4 - Cos’altro sono le città se non persone, 2015

Le iniziative per l‟estate/autunno 2015 di Casa Bossi sono state ispirate ad un interrogativo tratto da Re Lear di William Shakespeare: “Cos‟altro sono le città se non persone?“. Una suggestione per dare rappresentazione della vitalità e del protagonismo dei soggetti che internamente ed esternamente ne stanno accompagnando la rigenerazione. Un insieme quindi di installazioni, video, immagini, progetti e opere che restituiscono lo stato delle cose, delle volontà, delle passioni di “persone” che hanno deciso di reinventare un luogo speciale come metafora di quella “città nuova” da vivere e reinventare, passando come suggerisce qualcuno, “dall'Ego al We-go”: un modo per esaltare l'interazione tra individuo e società. Con due fasi distinte e al tempo stesso fortemente interrelate, la prima estiva e la seconda autunnale, si sono susseguiti diversi appuntamenti espositivi, convegnistici, seminariali, musicali. Il tutto con un filo comune, ispirato dal verso di Shakespeare, che descrive efficacemente quel che continua ad essere il senso delle iniziative e le molteplici vocazioni di Casa Bossi. Un luogo dove una città possa ritrovarsi, riflettere sulla propria storia e su un futuro possibile legato al recupero di spazi urbani, come è il caso dello straordinario edificio dell‟Antonelli, e alle nuove forme di relazione fra cultura e società, artigianato e

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modalità soft di recupero edilizio, insediamento di nuove forme di impresa in grado di privilegiare idee e persone. Quattro le sezioni della mostra di seguito illustrate.

Lo scultore Costantino Peroni a Casa Bossi con uno dei suoi “Sonnambuli”

Chiaro Scuro. Sculture di Costantino Peroni La personale Chiaro Scuro dello scultore novarese Costantino Peroni, ha permesso di vedere per le prima volta insieme i lavori che compongono le distinte serie della Folla Ombra e dei Sonnambuli, oltre agli spazi parzialmente recuperati al primo piano della Casa, fra cui le stanze che ospitavano la redazione del Corriere di Novara. Una mostra di grande suggestione, che ha evidenziato ancora una volta le straordinarie potenzialità del monumento antonelliano. Mano Libera. Matteo "Ufo 5" Capobianco , Diego" Wave" De Ieso, Andrea "Ravo" Mattoni, Werther Nata da una proposta dell‟artista novarese Diego De Ieso, con studi compiuti all‟Accademia di Belle Arti di Venezia, la mostra ha raccolto i lavori di quattro artisti evidenziando, grazie ad una notevole attenzione al disegno, alla pittura, all‟elaborazione grafica, alla installazione scenografica, una capacità di restituire pienamente con immagini e ambienti molto evocativi ai limiti della visionarietà, la condizione a sua volta temporalmente sospesa delle stanze della Casa. DocumentAria. Le parole e i volti di un’atmosfera urbana Attraverso opere video fotografiche e iconografiche si è cercato di restituire un mosaico di testimonianze, di passaggi e presenze in grado di rappresentare la comunità di interessi socio-culturali che si riconosce e contribuisce attivamente alla rinascita della Casa. La rassegna si è caratterizzata in due allestimenti parzialmente distinti, il primo (in estate) rivolto a memorie recenti e non, il secondo (in autunno) proiettato invece sul futuro con testimonianze di alcuni protagonisti che si sono candidati per “fare” attività in Casa Bossi. Ha costituito un episodio speciale di questa sezione l‟esposizione di cimeli e ricordi del Corriere di Novara con il sottofondo sonoro della redazione al lavoro, a testimonianza della vecchia sede in Casa Bossi attiva fino al 1977. FumettoPolis. L’immagine urbana del fumetto indipendente La mostra ha costituito il primo appuntamento a livello nazionale dedicato ai fumetti e agli autori che si autoproducono utilizzando le nuove tecnologie. Un‟iniziativa inedita, per gli operatori e per il pubblico, che si è proposta di strutturare una comunità in espansione attraverso mostre di stampe fine art di altissima qualità. Sono stati realizzati momenti di

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workshop e laboratori in coordinamento con la rassegna novaraArchitettura sul tema disegnare architettura. Tra i protagonisti della mostra: Andrea Longhi con storie di "viaggio" tra città e continenti, Francesco Corni con i disegni dei capolavori dell‟architettura (le indimenticabili illustrazioni di Bell'Italia e Bell'Europa) e Ilaria Urbinati con un'esclusiva graphic novel a fumetti sulla vita e le vicende di Alessandro Antonelli.

Alcune ambientazioni dei “Sonnambuli” di Costantino Peroni

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5 - ABITARE L’INABITABILE

La condizione di crisi epocale in cui da molti anni siamo immersi sia nel senso tragico che di palingenesi o di transizione creativa ci obbliga a sviluppare continuamente visioni e pensieri laterali. Serve allora delineare processi più che progetti, dove l‟approccio per tentativi diventa il nuovo paradigma possibile o desiderabile. Servono strumenti per “accompagnare” i processi, per allargare la ricerca di protagonisti e di soggetti attivi, per ridurre i rischi e per correggere gli inevitabili errori strada facendo. L‟esperienza che è stata condotta a Casa Bossi va in questa direzione ed è intorno a questo stato delle cose che si intende esplorare i tempi nuovi con quello spirito che Anthony Burgess aveva argutamente commentato con il motto: quando il nostro modo di pensare e di sentire, e soprattutto il nostro sistema nervoso rifiutano certe innovazioni, vuol dire che il futuro è arrivato e che ciò che si deve fare è mettersi al passo con esso.

5. 1 - “Abitare l’inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza” concept

di progetto

L‟idea che muove le attività connesse al nuovo progetto per Casa Bossi mette in luce una serie di questioni riguardanti le possibili modalità di fruizione di strutture, come nel caso emblematico dell‟edificio antonelliano, la cui originaria funzione, nello specifico quella residenziale, non è più fra le opzioni possibili. Caso emblematico, ma non certo unico caso. In Italia dato sia l‟ingente patrimonio storico, sia i più recenti e certamente ancor più problematici lasciti a seguito dei processi di abbandono di strutture, di diverse dimensioni, che non svolgono più le attività per cui erano state realizzate (dalla produzione alla distribuzione, dall‟agricoltura alla difesa), la riflessione intorno a quel che vuol dire abitare, implica riflettere su cosa voglia dire il riutilizzo a fini evidentemente pubblici, di tali situazioni. Abitare, inteso in senso allargato al vivere quotidiano, al benessere urbano, alle forme di attiva partecipazione, significa riflettere su che specie di spazi si abbia ora bisogno. Possiamo ancora pensare in termini di spazi monofunzione? E dunque in termini di pianificazione urbana che nettamente distingua fra centro storico, periferia, aree commerciali, residenziali, piuttosto che produttive, fra quartieri di qualità e banlieu, fra aree verdi e spianate di parcheggi? E la stessa residenzialità può ancora essere pensata, come argutamente scriveva George Perec, solo come “lo spazio parsimonioso della proprietà privata”? La riflessione sull‟abitare dunque chiama in causa non solo la residenzialità, ma lo stesso concetto di attività produttiva che non può più essere concepita solo nell‟ambito „hardware‟ insediato in grandi strutture, essendo ora molto più legato invece alla pervasività del „software‟ contemporaneo, cioè alla rivoluzione del digitale, vero e proprio cambiamento di orizzonte che tocca ormai ogni ambito dell‟esistenza, rendendo molto più fluida la distinzione fra tempo libero e tempo di lavoro, e fra luogo di produzione e luoghi di residenza. Questo mutamento pur non avendo avuto lo stesso impatto fisico sui territori che ha avuto il processo di industrializzazione, è non meno concreto, anzi, nel suo impatto sulla vita di ognuno. La rivoluzione digitale implica lo sviluppo esponenziale di „applicazioni‟ cioè di ricadute operative che coinvolgono la quotidianità e ogni settore produttivo. Riflettere su come abitare l‟inabitabile significa riflettere, concretamente, su

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quali siano le „applicazioni‟ che ci possano permettere di riconsiderare il concetto di spazio, di produzione, di comunità, consapevoli che i bordi fra questi ambiti si sono fatti porosi, permeabili, ma non necessariamente più confusi. La sfida per ripensare l‟abitare implica che si sappia accettare le nuove distinzioni possibili nella età dell‟ E, della congiunzione, non della disgiunzione, di cui ha parlato già alla metà degli anni novanta anni Ulrich Beck. In una situazione quale è l‟attuale che corre il rischio di irrigidirsi nella distinzione frontale fra „noi‟ e „loro‟, va ripensato fino in fondo il concetto di rispetto delle differenze ai fini di un ritrovato senso della convivenza, cioè del senso della E, basato sull‟accettazione del „noi e loro‟ e non sul „o noi o loro‟. Abitare l’inabitabile, entrando nel merito della proposta, si inquadra in questa più generale riflessione, e vuole provare concretamente a concepire un‟idea di „casa‟ non più limitata dal senso negativo e oppositivo, ancora Perec, del rinchiuso, del vietato, dell‟ingabbiato, dell‟inchiavistellato, con “i muri irti di cocci di bottiglie, gli spioncini, i blindaggi”. Casa Bossi dunque come luogo del concretizzarsi progressivo di un arts and community center di nuova concezione, che mette insieme le arti (visive, musicali, letterarie), le produzioni e le relazioni fra le diverse modalità di informazione e comunicazione aperte dalla rivoluzione digitale. Abitare l‟inabitabile è un programma di iniziative che verranno realizzate nell‟arco di circa un anno fra la primavera/estate 2016 e la primavera/estate 2017. Esse comprendono prioritariamente quattro tipologie di attività e realizzazioni: a) un‟ampia esposizione di opere contemporanee negli spazi del primo piano di Casa Bossi, aprendo un nuovo percorso possibile di fruizione dell‟edificio; b) una seconda esposizione al piano terra legata ad opere ed elaborazioni nell‟ambito del design e dell‟architettura; c) una nuova sessione di DocumentAria (Le parole e i volti di un‟atmosfera urbana), dedicata ad eventi della recente storia culturale novarese; d) cicli di incontri e conferenze che mettano a confronto esperienze di „riuso‟ di spazi e strutture a livello italiano.

5.2 - Reti di collaborazione, sviluppo e supporto al progetto

Il progetto “Abitare l‟inabitabile a Casa Bossi: un viaggio tra storia e bellezza” si avvarrà di una vasta Reti di collaborazione, sviluppo e supporto maturato durante le tante articolate esperienze del Comitato d‟amore per Casa Bossi. In particolare esso interpreterà alcuni elementi di continuità con gli esiti del Convegno – evento del 9 Ottobre 2015 dal titolo “Casa Bossi: il Cantiere di bellezza e i modelli italiani di rigenerazione urbana” organizzato in collaborazione con Fondazione Italia Patria Della Bellezza e Genius Loci, l‟Archivio della Generatività Italiana accogliendo la testimonianza delle esperienze di:

Asilo Bianco, Ameno (NO), www.asilobianco.it

Borgo Cometa e Contrada degli artigiani, Como, www.contradadegliartigiani.com

Cascina Cuccagna, Milano www.cuccagna.org

Castello di Padernello, Borgo San Giacomo (BS), www.castellodipadernello.it/

Faberlab, Contenuti digitali, Tradate (VA)www.faberlab.org

Farm Cultural Park, parco turistico culturale, Favara (AG), www.farm-culturalpark.com

Fondazione La Raia - arte cultura territorio, Novi Ligure (AL), www.fondazionelaraia.it

Homers, Soluzioni residenziali partecipative, Torino, http://homers.co

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NOVA, Nuovo Opificio Vaccari per le Arti, Santo Stefano Magra, www.progettonova.it,

Teatro Sociale di Gualtieri, Gualtieri (RE), www.teatrosocialegualtieri.it

Villa Fabris, Centro Europeo per i Mestieri del Patrimonio, Thiene (VI), www.villafabris.eu

Villa Mansi, The Sentiment of Beauty, Lucca www.progettovitalitaonlus.com La caratteristica distintiva di tutte queste realtà è che hanno uno spazio “affettivo” di lavoro: che sia un castello o una vigna, che sia una villa o un territorio poco importa, deve essere un luogo che mette insieme fatica, bellezza e condivisione. Nello sviluppo del progetto il Comitato d‟Amore per Casa Bossi, si avvarrà anche del supporto e del dialogo con Università, Scuole, Centri di competenza e di Alta formazione, con cui ha sottoscritto Accordi di collaborazione, ovvero (in ordine cronologico): 1. Dipartimento di Studi per l‟Economia e l‟Impresa (DiSEI) Università del Piemonte

Orientale 2. Fondazione Cologni – Milano 3. Università Cattolica del Sacri Cuore – Milano 4. Associazione Culturale Asilo Bianco di Ameno (NO) 5. Consorzio Scuola Comunità impresa - Novara 6. Diotima society – Milano 7. Fondazione Giannino Bassetti – Milano 8. Fondazione Villa Fabris - Centro Europeo per i Mestieri del Patrimonio, Thiene (VI) 9. Istituto di Istruzione Superiore Biagio Pascal di Romentino (NO) 10. Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) 11. Società per Azioni Esercizi Aeroportuali - S.E.A. Infine si potrà contare su di una fitta rete di supporto alimentata da relazioni informali o strutturate con i seguenti soggetti: 1. Liceo artistico musicale e coreutico statale “Felice Casorati” di Novara e Romagnano

Sesia 2. Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Province di Novara e

VCO 3. Domus Academy Milano - scuola post-universitaria di design 4. AIN (Associazione Industriali di Novara) – Gruppo Giovani Imprenditori 5. API (Associazione piccole e medie imprese delle province di Novara e VCO) 6. ASCOM CONFCOMMERCIO (Associazione del Commercio del Turismo e dei Servizi

della Provincia di Novara) 7. ATL (Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale Provincia Di Novara) 8. CNA (Confederazione Nazionale Artigianato, Piemonte Nord Novara – Vercelli - VCO) 9. CONFARTIGIANATO Imprese Piemonte Orientale 10. Confersercenti Novara e Verbano Cusio Ossola 11. Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio 12. Fondazione Comunità Novarese onlus 13. Associazione Milano Makers, Milano 14. Legambiente Novara 15. Wooooow – io e il mio futuro – Novara 16. Fondazione Piemonte dal Vivo - Torino 17. Fondazione Pier Lombardo - Milano 18. Lions Club Novara Host – Novara 19. Associazione Amici del Parco della Battaglia– Novara

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20. Associazione Culturale il Teatro dell‟Equinozio - Carnate (MB) 21. CST (Centri servizi per il volontariato della provincia di Novara e del Verbano Cusio

Ossola) – Novara 22. MFE – Associazione Novara Europa – Novara 23. FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori) 24. Limes Club Cisalpino – Novara/Torino 25. Associazione per la Pace – Novara 26. Scuola di musica Dedalo – Novara 27. Associazione Novara „900 – Novara 28. Nuares.it – Novara 29. Assa spa – Novara 30. Aster s.r.l. Archeologia Storia e Territorio – Novara 31. Immagina srl – Novara 32. Haltadefinizione – Novara 33. Locauto Novara, Concessionario Volvo per Novara e Provincia 34. Consorzio Mutue, Novara 35. BNI Piemonte Nord e Valle d'Aosta Local Business - Global Network 36. CreAttivi – Officina di idee – Novara 37. L'HUB un'idea di Barbara Zucchi Frua, Milano 38. Made in Milan - Milano 39. Odda Magazine – Milano 40. Azimut Globol Advisory, Torino-Novara 41. Banca Prossima 42. Banca Mediolanum 43. ACME, Accademia di Belle Arti – Novara 44. We.care, welfare.cantiere regionale, Torino 45. Liceo scientifico statale “A. Antonelli”, Novara. 46. Istituto Tecnico Industriale "Giuseppe Omar", NOVARA 47. Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Onlus, Novara

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6 - Business plan

IPOTESI BUDGET X MOSTRA ABITARE L'INABITABILE

1 COLLABORAZIONI direzione artistica 5.000,00 gettoni comitato scientifico 5.000,00 consulenze specialistiche 5.000,00 cachet e rimborsi spese artisti 10.000,00 25.000,00

2 SERVIZI trasporti e logistica 3.000,00 sicurezza e antincendio 4.000,00 spese assicurative 3.000,00 custodia e controllo 5.000,00 manutenzioni installazioni e percorsi 3.000,00 manutenzione attrezzature 2.000,00 20.000,00

3 BENI apparecchiature (proiettori, schermi ecc.) 6.000,00 segnaletica 3.000,00 opere provvisionali e impianti ad hoc 5.000,00 allestimento e relativi apparati 8.000,00 dispositivi anti-intrusione 5.000,00 27.000,00

4 COMUNICAZIONE progetto di comunicazione 5.000,00 social web management 6.000,00 campagna affissioni 12.000,00 ufficio stampa 10.000,00 materiali di informazione e promozione 5.000,00 reportistica e documentazione audiovisiva 8.000,00 reportistica e pubblicistica 8.000,00 54.000,00

5 DIFFUSIONE road show scuole di novara e provincia 6.000,00 road show presso stakeholders 5.000,00 corner informativi nodi di transito 10.000,00 vernissage e p.r. 3.000,00 coordinamento con servizi turistici 5.000,00 29.000,00

6 EVENTI COLLATERALI seminari e workshop 6.000,00 lectio magistralis personalità chiara fama 5.000,00 percorsi formativi collegati 7.000,00

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attività teatrali e performative collegate 8.000,00 aperture speciali con eventi 5.000,00 laboratori didattici ad hoc 5.000,00 dialoghi strutturati cultura/economia 6.000,00 42.000,00

7 GENERALI project management 8.000,00 gestione amministrativa e finanziaria 4.000,00 assistenza legale 3.000,00 assistenza fiscale 4.000,00 coordinamento operativo 5.000,00 coordinamento della produzione 6.000,00 varie e imprevisti 5.000,00 35.000,00

TOTALE USCITE

232.000,00

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Appendice: videografia essenziale

https://www.youtube.com/watch?v=53MBAfCQWVo 6:46 (Novara: Casa Bossi e Alessandro Antonelli documentario Galliano, 2011) https://www.youtube.com/watch?v=3Je8pZQZHIM 1:34 (Le storie della casa - promo, Vanni Vallino, 2014) https://www.youtube.com/watch?v=YAohfKSh0js 4:51 (Eva‟s Milk – Al tempo di Caronte, 2011) https://www.youtube.com/watch?v=ivX_bEM0nUI 8:23 (Tetralogia della polvere di Gian Maria Tosatti. Casa Bossi - Novara. 23 aprile - 3 giugno 2012. A cura di Julia Draganovic e Alessandro Facente. Riprese e montaggio di Ruggero Loria, 2012) https://www.youtube.com/watch?v=gT28exec1EM 4:25 (Park avenue – Ossigeno, 2014) https://www.youtube.com/watch?v=sIzDYGg44Dc 5:41 (Casa Bossi come rappresentazione dell'inconscio di Evangelina Alciati, scene del film "La libertà allo specchio", Vanni Vallino, 2014) https://vimeo.com/87992754 2:14 (Moschino y Olé - ODDA Magazine, 2014) https://www.youtube.com/watch?v=PNfne7I-nEc 3:49 (Negrita – Il gioco, 2014) https://vimeo.com/129312597 (The Awakening, Matteo Linguiti, 2015)