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Report Commissione Pari Opportunità La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere Gennaio 2020

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FeLSA CISLFederazione LavoratoriSomministrati Autonomi Atipici

1° Report

Commissione Pari Opportunità

La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere

Gennaio 2020

1° Report

Commissione Pari Opportunità

La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere

Gennaio 2020

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Commissione Pari Opportunità

La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere

Gennaio 2020

1° Report

Commissione Pari Opportunità

La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere

Gennaio 2020 Gennaio 2020

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INDICE

PREFAZIONE 4

SOMMARIO 5

1 L’economia e il mercato del lavoro nel 2018 6

1.1 L’Occupazione ai tempi della stagnazione economica: part time inv olontario e sottoccupazione 6

1.2 Le dinamiche dell’occupazione e le differenze di genere nell’analisi dei flussi occupazionali. 17

1.3 Occupazione e intensità di lavoro nei primi dati del 20191 20

1.4 Il confronto con i Paesi UE 21

2 La Somministrazione di Lavoro 25 25

29

30

33

2.1 La Somministrazione di Lavoro in ottica di Genere

2.2 Differenze di genere nella distribuzione fra part time e tempo pieno nella somministrazione di lavoro

2.3 La distribuzione territoriale per genere dei lavoratori in somministrazione e le differenze regionali nelle quote di occupazione femminile

2.4 Incidenza della somministrazione sull’occupazione complessiva per genere

2.5 La distribuzione dell’occupazione femminile in somministrazione per settore 34

1 ISTAT, Il mercato del lavoro nel II trimestre 2019, una lettura integrata, 12 settembre 2019.

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3

36

37

41

2.6 Somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato

2.7 Durata delle missioni e turnover

2.8 “fLa emminilizzazione” delle professioni

2.9 Le retribuzioni 43

APPENDICE 46

Le prestazioni di welfare EBITEMP nel 2018 secondo il genere dei richiedenti 47

Le fonti dei dati 51

__________________________

Il Report qui presentato ha elaborato dati disponibili alla data del 31 dicembre 2019.

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PREFAZIONE La Commissione per le Pari Opportunità EBITEMP, sulla base delle finalità che le sono affidate dal CCNL di settore, ha promosso un’indagine specifica dei flussi della somministrazione di lavoro (ex lavoro interinale), in un’ottica di genere attraverso un’analisi dell’andamento occupazionale femminile e un monitoraggio delle prestazioni di welfare erogate alle lavoratrici e ai lavoratori in somministrazione dal sistema bilaterale.

Il primo report qui presentato, curato dall’Osservatorio EBITEMP, sarà periodicamente aggiornato, e -di volta in volta- approfondirà aspetti specifici del mercato del lavoro, sempre in un’ottica di genere.

Tale report è realizzato con l’obiettivo di fornire alle Parti Sociali uno “strumento di lavoro” agile e utile ad intercettare ed analizzare, in modo sempre più puntuale, le evoluzioni in atto nel mercato del lavoro, al fine di promuovere azioni positive, per favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché contrastare le discriminazioni sul lavoro in una logica di parità e di pari opportunità per tutti.

Si ringrazia la Direzione e lo staff di EBITEMP per il prezioso contributo offerto e per il supporto operativo.

Buona lettura!

4

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SOMMARIO

• Nel 2018 circa 189 mila donne hanno lavorato con un contratto di lavoro in somministrazione2 su

un totale di circa 486 mila lavoratori (pari al 38,8%). La quota di lavoratrici in somministrazione è

diminuita costantemente negli anni successivi alla recessione economica del 2009.

• I livelli di occupazione femminile nella somministrazione, in confronto a quelli maschili, mostrano

una minore variabilità rispetto al ciclo economico. Ciò deriva, verosimilmente, dalla diversa

distribuzione settoriale delle assunzioni fra uomini e donne: le assunzioni di uomini nel lavoro in

somministrazione nell’industria in senso stretto, (industria al netto delle costruzioni e

comprendente i settori dell’energia e dell’acqua), settore maggiormente sensibile al ciclo

economico, sono il 42% del totale contro il 22% delle assunzioni di donne, (dati 2018).

• Le donne svolgono missioni più brevi e sono sottoposte a un maggior turnover rispetto agli

uomini. Inoltre, circa il 34% delle donne in somministrazione sono occupate a tempo parziale

contro il 12% circa dei colleghi maschi.

• La distribuzione di uomini e donne in somministrazione per il tipo di professione svolta vede una

maggiore presenza relativa delle donne nelle professioni tecniche, in quelle esecutive di ufficio e

nelle professioni qualificate del commercio e dei servizi.

2 Il Lavoro Temporaneo, introdotto dalla legge 196/97, cosiddetto “Pacchetto Treu”, viene di solito richiamato come “ex interinale”. Con il Decreto Legislativo n. 276 del 2003 è stato introdotto il Lavoro in Somministrazione in luogo del Lavoro Temporaneo

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1 L’economia e il mercato del lavoro nel 2018

1.1 L’Occupazione ai tempi della stagnazione economica: part time involontario e sottoccupazione

A partire dal secondo trimestre 2018 l’economia italiana è entrata in una fase mista di stagnazione e di

recessione tecnica (variazioni negative del PIL per due trimestri consecutivi). Nel primo semestre del 2019

la recessione tecnica si è trasformata nuovamente in stagnazione con variazioni del PIL prossime allo zero.

Le previsioni per il 2019 parlano di una conferma della stagnazione per il secondo semestre 2019 che

porterà la crescita rispetto al 2018 su valori vicino allo zero (+0,1% secondo l’UE e il Fondo Monetario

Internazionale).

0,2%

0,4%

0,3%

0,4%

0,2% 0,2%

0,4%

0,5%

0,6%

0,4%0,4%

0,4%

0,2%

0,0%

-0,1%

-0,1%

0,1%

0,0%

T1-2015 T2-2015 T3-2015 T4-2015 T1-2016 T2-2016 T3-2016 T4-2016 T1-2017 T2-2017 T3-2017 T4-2017 T1-2018 T2-2018 T3-2018 T4-2018 T1-2019 T2-2019

PIL a valori costanti: variazioni trimestre su trimestre.Primo trim. 2015 - secondo trim. 2019

Nonostante il forte rallentamento dell’economia, nel 2018 l’occupazione è aumentata di circa un punto

in percentuale rispetto al 2017. La componente femminile ha mostrato una crescita leggermente superiore

alla media con un incremento dell’1,1% contro il +0,7% della componente maschile.

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Il tasso di occupazione aumenta al 58,5% nel 2018 rispetto al 57,9% del 2017. Dopo la recessione del 2009

la crescita del tasso di occupazione sembra interessare le classi più anziane degli occupati con età superiore

ai 50 anni e solo marginalmente le classi di età più giovani.

Il tasso di occupazione femminile è pari, nel 2018, al 49,5% per le donne contro il 67,6% degli uomini. Pur

in presenza di un permanente divario fra tasso di occupazione femminile e quello maschile si deve rilevare

che, per le donne, il tasso di occupazione femminile ha mostrato nel lungo periodo una crescita continua

che soltanto la recessione del 2009 sembra aver marginalmente rallentato. Il tasso di occupazione

maschile, al contrario, ha mostrato una forte caduta nel periodo compreso fra le due fasi recessive che si

sono manifestate nel 2009 e negli anni 2012 e 2013. Nel 2018 il tasso di occupazione maschile risultava

inferiore di 2,7 punti al dato medio del triennio precedente la crisi del 2009. Per il tasso di occupazione

femminile la dinamica nel periodo compreso fra gli anni precedenti la recessione del 2009 e il 2018 mostra

un andamento opposto a quello maschile con un incremento di circa 3 punti rispetto al periodo precedente

la recessione del 2009.

43,0

44,0

45,0

46,0

47,0

48,0

49,0

50,0

51,0

61,0

62,0

63,0

64,0

65,0

66,0

67,0

68,0

69,0

70,0

71,0

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Tasso di occupazione femminile e maschile 2004-2019*

uomini donne

*) Il dato del 2019 è riferito al primo semestre

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8

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

110,0

120,0

130,0

140,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Tasso di occupazione per classi di età. Indici 2009 =100

15-24 25-34 35-39 50 e oltre totale

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

15-24 25-34 35-39 50 e oltre Totale

Tassi di occupazione per classi di età, confronto 2009 e 2018

2018 2009

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L’occupazione dipendente mostra una crescita leggermente superiore alla media con un aumento

dell’1,2% rispetto al 2017. L’aumento dell’occupazione dipendente del 2018 presenta alcune differenze di

rilievo se si confronta l’andamento per genere dei lavoratori. Mentre per gli uomini l’aumento

dell’occupazione è dovuto interamente al tempo pieno che aumenta dell’1,7%, il tempo parziale mostra

una contrazione del 2,5%. Sul versante dell’occupazione femminile alle dipendenze tempo pieno e tempo

parziale crescono allo stesso tasso (+1,1%) rispetto al 2017. Ciò significa che l’aumento del lavoro a tempo

parziale alle dipendenze per il 2018 rispetto al 2017 è dovuto interamente alla componente femminile.

All’interno del lavoro a tempo parziale la componente femminile passa dal 76,1% del 2017 al 76,7% del

2018.

A conferma del fatto che l’aumento del lavoro a tempo parziale dipenda dalla congiuntura economica e non

da una libera scelta delle lavoratrici e dei lavoratori si può richiamare il dato sul part time involontario, che

insieme, al dato sulla sotto occupazione3 costituisce un indicatore dell’adeguamento dell’intensità

dell’occupazione all’andamento dell’economia. Nel 2018 la quota di lavoratori a tempo parziale

involontario sul totale del part time passa al 60,2% contro il 56,3% del 2017. Per la componente maschile

si passa al 75% circa del 2018 contro il 73,6% del 2017. È importante ricordare che nel quinquennio che

precede la crisi del 2009 la quota di part time involontario si attestava su percentuali prossime al 30% per le

donne e al 50% per gli uomini. In termini assoluti il numero di lavoratrici e di lavoratori in par time

involontario è praticamente raddoppiato nel 2018 rispetto al periodo precedente la recessione del 2009

raggiungendo 1,65 milioni per le donne e 620 mila per gli uomini.

La sotto occupazione rappresenta un ulteriore aspetto della presenza di quote marginalizzate di occupati

all’interno del nostro mercato del lavoro e, allo stesso tempo, di adeguamento del carico di lavoro alla

congiuntura economica. Sebbene la quota di sottoccupate e sottoccupati appaia in (lieve) declino negli anni

recenti, si riscontra, tuttavia, una quota di sottoccupazione delle donne doppia rispetto alla componente

maschile. Nel 2018 la quota donne che dichiaravano di voler lavorare più ore rispetto a quelle

effettivamente lavorate passava al 3,7% delle forze di lavoro (occupati più disoccupati) rispetto al 3,9% del

2017. Per gli uomini la sottoccupazione si attestava all’1,8% delle forze lavoro contro il 2% del 2017. I tassi

di sottoccupazione, sia di donne che di uomini, risultano sensibilmente superiori rispetto agli anni

precedenti la crisi del 2009 periodo nel quale i tassi di occupazione erano prossimi al 2%-2,4% per le donne

e inferiori all’1% per gli uomini.

3 I lavoratori sotto occupati sono quelli che nell’indagine sulle Forze di Lavoro di chiarano di aver lavorato meno ore di quelle che avrebbero voluto o potuto fare.

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24,3%25,4%

26,3%27,1%

28,1% 28,4%29,5% 29,8%

31,7%32,5% 33,1% 33,6% 34,0% 33,7% 33,7%

3,7% 3,8% 4,0% 4,3% 4,6% 4,6% 5,0% 5,5%6,7%

7,5% 8,0% 8,3% 8,6% 8,8% 8,5%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

40,0%

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Incidenza del part time sugli occupati per donne e uomini, 2004- 2018

quota partt donne quota partt uomini

30,0

35,0

40,0

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di part time involontario 15 anni e oltre (su 100 occupati part-time 15 anni e oltre).2004 - 2018

Uomini Donne

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11

1.114 1.155 1.246 1.274 1.312 1.217 1.185 1.131 1.121 1.038 1.015 1.040 1.110 1.184 1.090

550,5 624,2

639,1 695,3 786,8 899,1 1.014,3 1.126,1

1.305,6 1.426,9 1.504,9 1.534,2 1.545,3

1.524,9 1.648,3

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Numero di donne in part time volontario e involontario 2004-2018, dati in migliaia

Volontario Involontario

187,4 179,8 203,2 212,4 225,5193,7 190,1 187,9 205,2 196,8 187,7 189,1 210,1 225,2 209,3

159,1 183,0 181,1

204,5 221,7

241,7 277,1 323,6

419,3 487,2

547,0 582,6

609,0 626,4

621,4

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Numero di uomini in part time volontario e involontario 2004-2018, dati in migliaia

Volontario Involontario

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12

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

350,0

400,0

450,0

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Part time volontario e involontario donne e uomini.Indici sul numero di occupate e occupati 2004 = 100

Uomini Volontario Uomini Involontario Donne Volontario Donne Involontario

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13

3,1

2,7 2,4 2,4

2,6 2,8 2,8 2,8

3,5 3,6

4,2 4,2 4,0 3,9

3,7

1,1 0,9 0,9 0,8 0,9 0,9 0,9

1,1

1,4 1,6

2,0 2,0 2,0 2,0 1,8

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Quota di sottoccupati sulle forze di lavoro ( dati in %). Uomini e donne 2004-2018

Donne Uomini

In senso opposto alle dinamiche descritte, vi è la crescita, avvenuta nel corso del triennio 2016 – 2018, della

quota di occupati che hanno effettivamente lavorato un numero di ore settimanali pari o superiore alle 40

ore. Il processo ha interessato tutti i settori produttivi coinvolgendo sia gli uomini che le donne, seppur con

percentuali diverse. Sulla base degli ultimi dati disponibili, riferiti al 2018, la quota di donne con ore

settimanali effettivamente lavorate passa dal 32% del 2015 al 33,8% del 2018 mentre per gli uomini si

passa dal 61% al 65%. L’incremento della quota di lavoratori “a tempo pieno” è speculare alla riduzione

della quota di sottoccupati ma si accompagna a tassi di part time in crescita, soprattutto nella componente

involontaria. Tutto questo potrebbe indicare che siamo in presenza di una divaricazione fra una

componente forte e una debole e marginalizzata del nostro mercato del lavoro con la prima che accresce il

numero di ore lavorate settimanalmente e la seconda che subisce il part time involontario4.

4 Teoricamente l’aumento delle ora lavorate potrebbe accompagnarsi, paradossalmente, alla crescita del part time, anche involontario, qualora ci fossero quote di occupati che fanno ricorso a part time multipli.

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14

36,7%37,1%

36,9% 36,8%

35,7%

34,4%

35,2%

34,6%

32,9%32,5%

32,0% 32,0%

32,7%33,0%

33,8%

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Quota delle donne lavoratrici con ore settimanali effettivamente lavorate pari o superioni a 40.2004 - 2018

64,5%

66,0%66,3%

67,5%

66,1%

64,2%

66,3%66,7%

63,1%

62,1%

61,1% 61,0%

62,8% 63,0%

65,0%

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Quota dei lavoratori con ore settimanali effettivamente lavorate pari o superioni a 40.

2004 - 2018

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15

49,3%

55,2%

76,7%79,8%

38,1%

51,2%

59,7%

78,7%82,0%

39,7%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

90,0%

TOTALE agricoltura, silvicoltura epesca

TOTALE INDUSTRIA (b-f) di cui costruzioni TOTALE SERVIZI (g-u)

Quota degli occupati con ore settimanali effettivamente lavorate di almeno 40 ore.Settori e codici ATECO 2007 , confronto 2017 - 2018

2017 2018

Per ciò che riguarda il tipo di rapporto di lavoro, a tempo determinato e indeterminato, si osserva che la

quota di uomini con un rapporto di lavoro a termine sul totale del lavoro dipendente tende negli anni a

convergere verso i livelli della componente femminile partendo da percentuali sensibilmente inferiori. Se

nel periodo immediatamente precedente la crisi del 2019 la quota di dipendenti maschi con un lavoro a

termine era compresa fra il 10 e il 12%, quella riferita alle donne è arrivata a superare il 16%. Secondo i dati

più recenti (2018 e secondo trimestre 2019) la quota del lavoro a termine sul totale del lavoro dipendente

si attesta fra il 18 e il 17% per entrambi i sessi.

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16

8,0%

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

20,0%

T4-1

992

T2-1

993

T4-1

993

T2-1

994

T4-1

994

T2-1

995

T4-1

995

T2-1

996

T4-1

996

T2-1

997

T4-1

997

T2-1

998

T4-1

998

T2-1

999

T4-1

999

T2-2

000

T4-2

000

T2-2

001

T4-2

001

T2-2

002

T4-2

002

T2-2

003

T4-2

003

T2-2

004

T4-2

004

T2-2

005

T4-2

005

T2-2

006

T4-2

006

T2-2

007

T4-2

007

T2-2

008

T4-2

008

T2-2

009

T4-2

009

T2-2

010

T4-2

010

T2-2

011

T4-2

011

T2-2

012

T4-2

012

T2-2

013

T4-2

013

T2-2

014

T4-2

014

T2-2

015

T4-2

015

T2-2

016

T4-2

016

T2-2

017

T4-2

017

T2-2

018

T4-2

018

T2-2

019

Quota delle lavoratrici e dei lavoratori a tempo determinato sul lavoro dipendente. Dati trimestrali 1992-2019

Uomini Donne Totale

Indicatori del mercato del lavoro per donne e uomini, 2018, dai in percentuale (FONTE ISTAT) Donne Uomini Totale

Tasso di occupazione (occupati su pop. 15 - 64 anni) 49,5 67,6 58,5 Tasso di attività (occupati e in cerca di lavoro su pop. 15 -64 anni) 56,2 75,1 65,6 Tasso di disoccupazione 11,8 9,8 10,6 Quota occupati dipendenti a Tempo Determinato 18,1 16,3 17,1 Quota occupati dipendenti a tempo parziale 33,7 8,5 19,9 Quota tempo parziale involontario 60,2 74,8 64,1 Quota sottoccupati 4,2 1,9 2,9

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1.2 Le dinamiche dell’occupazione e le differenze di genere nell’analisi dei flussi occupazionali.

• Permanenza e transizioni dallo stato di disoccupazione

I tassi di transizione dalla disoccupazione all’occupazione vede le donne penalizzate rispetto agli uomini,

con il 21,8% delle disoccupate che trovano un’occupazione nell’arco dei 12 mesi contro il 25,7% degli

uomini. Il 32,5% delle donne rimangono nello stato di disoccupazione contro il 41% degli uomini,

mostrando come questi ultimi siano maggiormente esposti al rischio della disoccupazione di lungo periodo

rispetto alle donne. Infine il passaggio dalla disoccupazione all’inattività nel periodo 2017-2018 riguarda il

46% circa delle disoccupate contro il 33,4% dei disoccupati maschi. In questo caso si può ipotizzare che le

donne siano maggiormente sottoposte al rischio di passare nei ranghi dei “disoccupati scoraggiati” coloro,

cioè che smettono di cercare un’occupazione perché sfiduciati.

• Permanenza nello stato di inattività

L’Italia presenta un basso tasso di attività (rapporto fra la somma di occupati e disoccupati e popolazione in

età lavorativa) nei confronti con il resto dell’Unione Europea (65,6% nel 2018 contro il 73,7 della media UE

nel 2018). A influenzare il tasso di attività contribuisce il tasso di permanenza nello stato di inattività (quota

di persone in età lavorativa che non lavorano e non cercano lavoro). Circa l’88% delle donne inattive nel

2017 permane in questa situazione nei 12 mesi successivi contro l’82% degli uomini.

• Transizioni e permanenze nell’occupazione a termine

Altro elemento di interesse che emerge dall’osservazione dei flussi occupazionali riguarda il tasso di

transizione dall’occupazione a termine5 verso il tempo indeterminato. Prendendo in considerazione il

periodo 2014 - primo semestre 2019 si osserva un aumento dei tassi di transizione al tempo indeterminato

nel triennio 2014 – 20166 e una successiva riduzione nel successivo biennio 2017-2018. I dati del 2019,

riferiti al primo semestre, mostrano una sensibile crescita del tasso di transizione che passa al 22% circa sia

5 L’occupazione a termine comprende la somministrazione di lavoro. Il dato deriva dai risultati della Rilevazione sulle Forze di Lavoro nella parte dedicata alla sezione “Durata del lavoro” e che comprende le domande relative al “lavoro interinale”. Si veda ISTAT, Rilevazione sulle Forze di lavoro, Questionario IV trimestre 2017, sezione C 2Attività lavorativa principale”. 6 Con il comma 118 e ss. della Legge di Stabilità 2015 viene introdotto un incentivo generale per le assunzioni a tempo indeterminato a decorrere dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre del 2015.

17

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18

per le donne che per gli uomini rispetto al 16,8% per la componente maschile e al 14,8% per quella

femminile nel 2018. In questo caso l’aumento delle transizioni al tempo indeterminato può essere

ricondotto alla riforma dei rapporti di lavoro a tempo determinato attuata con il Decreto Legge 87/2018,

c.d. “Decreto dignità”, convertito in legge con la Legge 9 agosto 2018, n. 96.

21,8

32,5

45,6

25,7

40,9

33,4

Tasso di transizione dalla disoccupazione versol'occupazione

Tasso di permanenza nella disoccupazione Tasso di transizione dalla disoccupazione versol'inattività

Permanenza nella stato di disoccupazione e transizioni verso l'occupazione e l'inattività, Confronto uomini - donne 2018 (totale per ciascun genere = 100)

Donne Uomini

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19

81,7 81,4 80,4 80,1 80,7

82,0

88,3 88,7

87,4 87,5 88,1

88,6

2014 2015 2016 2017 2018 2019

Tasso di permanenza nell'inattività (%).Confronto Uomini - Donne, 2014 - 2019 (primo semestre)

Uomini Donne

18,9 20,0

23,9

17,5

16,8

22,5

17,0

19,6 20,9

16,2 14,8

22,2

2014 2015 2016 2017 2018 2019

Tasso di transizione dall'occupazione dipendente a termine verso l'occupazione a tempo indeterminato(%).

Confronto Uomini - Donne, 2014 - 2019 (primo semestre)

Uomini Donne

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20

1.3 Occupazione e intensità di lavoro nei primi dati del 20197 Da quanto detto sin qui emerge come il rallentamento dell’economia del 2018, ma anche dell’inizio del 2019, abbia avuto l’effetto di una rimodulazione dell’intensità del lavoro piuttosto che dei livelli di occupazione. Questo processo sembra aver interessato maggiormente le donne con un incremento del part time specie quello involontario. I dati recenti dell’ISTAT confermano le dinamiche descritte sino al 2018. L’Istituto di Statistica rileva, infatti, che “l’aumento tendenziale dell’occupazione nel secondo trimestre 2019 è stato sostenuto interamente dal part time, cresciuto in un anno di 83 mila unità (+1,9%) a fronte della stabilità del tempo pieno.”

L’ISTAT rileva inoltre come “analizzando la dinamica di lungo periodo, in diverse fasi del ciclo economico il part time ha rivestito un ruolo di sostegno dell’occupazione. .... Il lavoro a tempo parziale ha ripreso forza negli ultimi tre trimestri tornando ad essere l’unica componente in aumento nel secondo trimestre 2019.” La crescita di oltre 1 milione di occupati part time dal periodo pre-crisi (+31,2% tra il secondo trimestre 2008 e il secondo 2019) è tuttavia dovuta soltanto al part time di tipo involontario.

Un fattore che ha contribuito alla crescita del lavoro a orario ridotto è la progressiva terziarizzazione del mercato del lavoro, in particolare nei comparti dove il part time è più diffuso, a cui si associa la diminuzione nei settori dove il lavoro a tempo parziale è meno presente. Nel secondo trimestre 2019 l’incidenza del tempo parziale oscilla da un minimo del 7,5% nelle costruzioni (-619 mila occupati in confronto al secondo trimestre 2008) a un massimo del 57% nei servizi alle famiglie (+332 mila occupati) e del 35% di alberghi e ristorazione (+311 mila occupati). Rispetto al 2008 si può stimare che circa un terzo dell’aumento del lavoro a orario ridotto sia dovuto al cambiamento della struttura dell’occupazione per settore di attività economica. Anche l’andamento per professioni, legato a quello settoriale, ha portato un aumento di quelle svolte nelle attività commerciali e non qualificate (+774 mila e +479 mila occupati, rispettivamente) dove il part time è più diffuso (30,3% e 36,9%) e la diminuzione delle professioni operaie e qualificate (-991 mila e -165 mila) per le quali il lavoro a tempo parziale rimane meno diffuso (7,7% e 13,3%).

In definitiva, sottolinea l’ISTAT, più fattori concorrono a spiegare il forte aumento del part time negli anni: dal lato dell’offerta la maggiore presenza delle donne che, in alcuni casi, utilizzano questa forma di impiego per conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari, da quello della domanda come strumento da parte delle imprese per fronteggiare il ciclo economico sfavorevole, nonché la ricomposizione verso il terziario – soprattutto nei comparti a basso valore aggiunto – e verso le professioni dei servizi e non qualificate.

7 ISTAT, Il mercato del lavoro nel II trimestre 2019, una lettura integrata, 12 settembre 2019

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21

1.4 Il confronto con i Paesi UE Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da un basso tasso di occupazione (quota degli occupati sulla

popolazione con età compresa fra i 15 e i 64 anni) nel confronto con la media dei Paesi UE: 58,5% contro il

68,6% dell’Unione Europea. Il divario fra il tasso di occupazione femminile italiano e quello medio europeo

è ancora più elevato e pari 13,3 punti: 49,5% per le donne italiane contro il 63,4% della media UE (Dati

EUROSTAT 2016).

A un basso tasso di occupazione, l’Italia associa il più alto divario, se si fa l’eccezione di Malta e Grecia, fra

tasso di occupazione femminile e maschile. Il distacco, in questo caso, è di 19,4 punti a sfavore delle donne.

76,0

72,8 72,6 72,1 71,6 71,470,6 70,3 70,1

68,667,6 67,5 66,9

64,2 63,9 63,4 63,4 63,362,3 61,9

61,2 60,8 60,8 60,7

56,956,2 55,9

49,5

45,3

40,0

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

Tassi di occupazione femminile nei Paesi UE, 2018

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22

81,8 81,6 81,279,7 79,1 79,0

78,1 78,0 77,476,3

74,5 74,1 74,0 73,9 73,9 73,6 73,5 73,3 73,3 73,2 72,771,5

70,668,9 68,2 67,9 67,6

65,4 64,7

40,0

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

Tassi di occupazione maschile nei Paesi UE, 2018

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Differenze fra i tassi di occupazione UE - Italia per uomini, donne e totale e 2004-2019

Totale Uomini Donne

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23

20,419,4

18,117,0

14,2 14,013,2

12,7

11,0 10,8 10,59,5 9,1 8,8 8,8 8,8

7,6 7,6 7,5 7,2 7,0 7,0 6,75,8 5,4

3,53,0 2,9

1,7 -

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

Divario di genere nei Tassi di occupazione nei Paesi UE, 2018. Differenza in punti percentuali T. di occ. maschile - T. di occ. femminile.

Riguardo al tasso di disoccupazione l’Italia, con un valore medio del 10,6% nel 2018, si colloca al terzo

posto, risultato di un tasso di disoccupazione femminile del’11,8% del 9,7% per gli uomini.

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24

- 5

,0 1

0,0

15,

0 2

0,0

25,

0

Gree

ceSp

ain

Italy

Fran

ceCr

oatia

Cypr

usFi

nlan

dLa

tvia

Portu

gal

Euro

pean

Uni

on -

28…

Slov

akia

Swed

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huan

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land

Luxe

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Esto

nia

Bulg

aria

Denm

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Slov

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alta

Germ

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Czec

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upaz

ione

per

gene

re n

ei P

aesi

UE 2

018

donn

euo

min

i

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25

2. La Somministrazione di Lavoro

2.1 La Somministrazione di Lavoro in ottica di Genere

Nel periodo compreso fra tutto il 2018 e gennaio settembre 2019 la somministrazione di lavoro ha

sperimentato una rallentamento prima e una variazione negativa poi dei volumi di occupazione. Nei primi 3

trimestri del 2019 l’occupazione in somministrazione si è ridotta del 6% circa rispetto allo stesso periodo del

2018. In compenso, nel corso del 2019 è cresciuta sensibilmente la quota degli occupati in somministrazione a

tempo indeterminato passata al 16% contro l’8% circa del 2018.

Nel 2018 circa 189 mila donne hanno lavorato con un contratto di lavoro in somministrazione su un totale

di circa 486 mila lavoratori (pari al 38,8%)8. La quota di lavoratrici in somministrazione è diminuita

costantemente negli anni successivi alla recessione economica del 2009. È importante notare che nel

complesso dell’economia la quota di occupazione femminile appare in crescita, al contrario di quanto

avviene nella somministrazione di lavoro.

10.000

60.000

110.000

160.000

210.000

260.000

310.000

360.000

410.000

460.000

510.000

I trim II trim III trimIV trim I trim II trim III trimIV trim I trim II trim III trimIV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim

2014 2015 2016 2017 2018 2019

Occupati in somministrazione a tempo determinato e a tempo indeterminato. Media trimestrale su base mensile (dati FORMATEMP)

t. determinato T. indeterminato

8 Il dato deriva dalla media annuale su base trimestrale per il 2018 degli assicurati netti INAIL in qualità di lavoratori in somministrazione.

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-9,5%

3,7%

8,7%

15,8%

6,6%

33,7%

9,4%

-5,9%2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

*) media gennaio-settembre per il 2019

Variazioni annue dell'occupazione in somministrazione, 2012 - 2019* (elab. su dati FORMATEMP)

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019*) media gennaio-settembre per il 2019

Occupazione in somministrazione: incidenza dei lavoratori a tempo indeterminato sul totale 2012 - 2019* (elab. su dati FORMATEMP)

I livelli di occupazione femminile in somministrazione mostrano una minore variabilità rispetto al ciclo

economico in confronto ai colleghi maschi. Nel corso della recessione economica del 2009 il numero di donne

occupate in somministrazione ha subìto una flessione del 27% circa rispetto al 2008 contro il -39% della

componente maschile. Questa caratteristica del lavoro femminile non è aspetto esclusivo della

26

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27

somministrazione, ma costituisce un aspetto generale dell’occupazione distinta per genere. Nel 2009

l’occupazione maschile si è ridotta del 2% circa rispetto al 2008, ma quella femminile si è contratta nella

misura del -1,1% (per l’ISTAT sono considerati occupati anche i lavoratori in CIG da meno di 3 mesi).

Sempre nel 2009 il numero di disoccupati maschi è aumentato del 20% rispetto al 2008, mentre il numero di

donne disoccupate è aumentato dell’8%. La minore variabilità dell’occupazione femminile deriva dalla

diversa distribuzione settoriale rispetto a quella maschile nel settore della somministrazione. Infatti, la

quota di uomini occupati nell’industria in senso stretto (industria al netto delle costruzioni e comprendente i

settori dell’energia e dell’acqua) supera di ben 20 punti quella attribuita alle donne (62,5% e 43,4%

rispettivamente nel 2017). Nel settore terziario la quota di donne occupate (58,6%) supera la quota di uomini

occupati (41,4%).

Tab. 1 Occupazione in somministrazione per genere, medie annuali su base trimestrale degli assicurati netti, dati INAIL 2008-2019*

DONNE UOMINI Totale

2008 134.116 178.641 312.758

2009 100.396 110.969 211.365

2010 115.123 137.150 252.273

2011 122.902 163.310 286.212

2012 113.225 147.484 260.709

2013 110.447 149.118 259.566

2014 118.343 169.708 288.051

2015 133.703 202.488 336.191

2016 140.041 212.492 352.534

2017 172.182 267.192 439.373

2018 188.567 297.872 486.438

2019* 165.802 260.928 426.730

*) il dato del 2019 è riferito al primo trimestre

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28

60.000

110.000

160.000

210.000

260.000

310.000

360.000

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Occupazione nella somministrazione di lavoro per genere dati trimestrali 2008- primo trimestre 2019 (INAIL)

DONNE UOMINI

38,0%

40,0%

42,0%

44,0%

46,0%

48,0%

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Quota della componente femminile sull'occupazione in somministrazione e sull'occupazione totale, dati trimestrali 2008 - primo trimestre 2019

(fonte INAIL e ISTAT)

Somministrazione

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29

2.2 Differenze di genere nella distribuzione fra part time e tempo pieno nella somministrazione di

lavoro

Circa il 34% delle donne in somministrazione sono occupate a tempo parziale contro il 12% circa dei colleghi

maschi. Si presume che il tempo parziale possa rappresentare un modo per conciliare professione e attività di

cura; occorre, però, domandarsi se il part time costituisca una vera scelta o una scelta obbligata. In altre

parole, occorre verificare in che misura il part time nasconda fenomeni di sotto occupazione.

87,7%

66,4%

12,3%

33,6%

UOMINI DONNE

Quota di lavoratori in somministrazione a tempo pieno e a tempo parziale per genere (media periodo I trimestre 2018- I Itrimestre 2019)

Tempo pieno Tempo parziale

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30

2.3 La distribuzione territoriale per genere dei lavoratori in somministrazione e le differenze

regionali nelle quote di occupazione femminile.

L’occupazione in somministrazione è fortemente concentrata nell’Italia settentrionale con il 70% circa sul

totale nazionale. La quota di occupazione femminile nel Nord Italia è pari al 73% circa contro il 70,4%

dell’occupazione maschile. Per ciò che riguarda l’incidenza di occupate in somministrazione osservata nella

dimensione territoriale, si nota che la quota più elevata è stata conseguita nel Nord Ovest dove il 40,5% circa

dell’occupazione in somministrazione è costituito da donne. Nel Nord EST e nel Centro l’incidenza femminile è

prossima al 38% in linea con la media nazionale. Nel Mezzogiorno la quota di lavoratrici sul totale si ferma al

34%.

15,8%

11,1%

29,8%

43,3%

16,0%13,6%

30,2%

40,2%

CENTRO SUD E ISOLE NORD EST NORD OVEST

Distribuzione territoriale dell'occupazione in somministrazione per genere, 2018 (dati INAIL)

DONNE UOMINI

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31

40,5%

38,8% 38,5% 38,4%

34,1%

NORD OVEST TOTALE NAZIONALE CENTRO NORD EST SUD E ISOLE

Incidenza delle lavoratrici in somministrazione sul totale per macro area 2018 (su dati INAIL)

La percentuale di donne sul totale dell’occupazione in somministrazione appare molto differenziata fra le

regioni italiane. La quota della componente femminile varia dal 14,3% in Molise al 59% circa della Valle

d’Aosta. Al di sopra della media nazionale, pari al 39% circa, vi sono il Lazio, la Lombardia, la Calabria, la

Sardegna oltre alla già citata Valle d’Aosta.

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32

58,9%

45,6%

43,2%

41,6%

41,0%

39,2%

39,1%

38,9%

38,8%

38,4%

38,1%

37,4%

35,8%

34,9%

34,5%

34,0%

33,8%

27,6%

23,2%

14,3%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0%

VALLE D'AOSTA

SARDEGNA

CALABRIA

LOMBARDIA

LAZIO

TOSCANA

FRIULI V. G.

EMILIA ROMAGNA

TOTALE NAZIONALE

LIGURIA

VENETO

PIEMONTE

CAMPANIA

ABRUZZO

UMBRIA

MARCHE

PUGLIA

SICILIA

BASILICATA

MOLISE

Incidenza delle lavoratrici in somministrazione sul totale per regione, 2018 (su dati INAIL)

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33

2.4 Incidenza della somministrazione sull’occupazione complessiva per genere

Le lavoratrici in somministrazione incidono, nel 2018, per l’1,9% sul complesso dell’occupazione femminile contro il 2,2% della componente maschile. Nel periodo 2008-2013 l’incidenza dell’occupazione in somministrazione femminile era superiore a quella maschile. Nel primo trimestre 2019 si osserva una riduzione del peso della Somministrazione sull’occupazione complessiva che passa all’1,7% per le donne e all’1,9% per gli uomini.

0,7%

0,9%

1,1%

1,3%

1,5%

1,7%

1,9%

2,1%

2,3%

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019*

Incidenza dell'occupazione in somministrazione sull'occupazione totale. Dati per genere 2008 - primo semestre 2019 (Elab. su dati INAIL e ISTAT)

Donne Uomini

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34

2.5 La distribuzione dell’occupazione femminile in somministrazione per settore. Periodo I trim. 2018- I trim. 2019

Le lavoratrici in somministrazione mostrano una distribuzione settoriale maggiormente orientata al terziario

rispetto a quella degli uomini. La componente maschile dell’occupazione in somministrazione si concentra,

invece, nell’industria con il 63,6% contro il 38,8% delle donne (media del periodo compreso fra il primo

trimestre 2018 e il primo trimestre 2019, Micro dati ISTAT).

Per ciò che riguarda la composizione dell’occupazione per genere in ciascun settore, la percentuale di donne

appare maggioritaria in 6 dei dodici settori ATECO 2007 aggregati. La quota di presenza femminile in

somministrazione supera l’87% nel settore alberghiero, l’86% in quello dei servizi sociali (istruzione, sanità).

Nella Pubblica Amministrazione l’incidenza femminile sfiora il 70%. Infine nei settori dei servizi alle imprese,

nel commercio e nei servizi di informazione e comunicazione la quota di donne supera il 50% dei

somministrati.

0,5%

63,6%

3,4%

8,9%

0,6%

5,1%2,0% 1,1%

12,0%

0,2% 1,1% 1,5%0,3%

38,8%

0,1%

14,8%

6,0%3,4% 4,2%

0,8%

18,7%

0,8%

10,1%

2,0%

Agricoltura epesca

Industria Costruzioni Commercio Alberghi eristoranti

Trasporto emagazzinaggio

Informazione ecomun.

Attivita'finanziarie e

assic.

Attivita'immob., serv.

A imprese

Amm. pubb. Istruzione,sanita' ed altriservizi sociali

Altri servizicollettivi epersonali

Distribuzione per attività economica degli uomini e delle donne nella somministrazione di lavoroMedia del periodo I trimestre 2018 - I trimestre 2019

Uomini Donne

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35

87,2%

86,3%

69,2%

58,4%

52,9%

51,0%

47,0%

40,1%

31,0%

31,0%

30,0%

29,1%

2,2%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0% 100,0%

Alberghi e ristoranti

Istruzione, sanita' ed altri servizi sociali

Amm. pubb.

Informazione e comun.

Commercio

Attivita' immob., serv. A imprese

Altri servizi collettivi e personali

Totale

Attivita' finanziarie e assic.

Trasporto e magazzinaggio

Agricoltura e pesca

Industria

Costruzioni

Incidenza femminile nella somministrazione di lavoro per settore produttivo, media periodo dal primo trimestre 2018 al primo trimestre 2019

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36

2.6 Somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato

La tabella 2 mostra la composizione dell’occupazione in somministrazione per tipologia di contratto di lavoro (tempo determinato e indeterminato) rispettivamente per uomini e donne.

Facendo pari a 100 il numero delle lavoratrici in somministrazione, la percentuale dell’occupazione a tempo indeterminato è pari al 10% circa nel periodo compreso fra il I trimetre 2018 e il primo trimestre 2019 contro l’11,1% dei colleghi maschi. Le quote da lavoratori in somministrazione a tempo indeterminato mostrano, inoltre, un sensibile aumento rispetto agli precedenti. Nella media 2016-2017 la quota di somministrati a tempo indeterminato era pari al 5,9% per gli uomini e al 7,9% per le donne.

Tab. 2 Distribuzione dei lavoratori in somministrazione per tipologia di contratto di lavoro, a tempo indeterminato e a tempo determinato e per genere,

Uomo Donna

2016-2017 2018-2019* 2016-2017 2018-2019* T. DET. 94,1% 88,9% 92,1% 90,1% T. IND. 5,9% 11,1% 7,9% 9,9% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Fonte: Micro dati ISTAT. *) Dati riferiti al primo trimestre per il 2019

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2.7 Durata delle missioni e turnover

Secondo i dati SISCO (Sistema Statistico Comunicazioni Obbligatorie) oltre l’85% dei rapporti di lavoro cessati nel 2018 avevano una durata non superiore ai 90 giorni: per le donne i contratti con questa durata sfioravano, sempre nel 2018, il 90% del totale contro l’85% dei rapporti di lavoro degli uomini. Si noti che la quota dei contratti brevi tende a ridursi dopo gli anni 2016 e 2017, periodo nel quale superava il 90%. Tende a diminuire anche il numero medio di avviamenti per lavoratore che passa da circa 2,3 per le donne e 2,1 per gli uomini nel 2017 a 1,7 per gli uomini e a poco più di 2 per le donne. I dati del primo trimestre 2019 mostrano il proseguimento della riduzione del turn over nella somministrazione di lavoro.

91,0%92,5% 92,3%

89,3%

86,4%87,4%

89,8% 89,4%

85,4%

79,6%

2015 2016 2017 2018 2019*) primo trimestre per il 2019

Rapporti di lavoro in somministrazione cessati per durata effettiva del rapporto di lavoro e genere dei lavoratori interessati 2015-2019*. Incidenza

dei rapporti brevi con durata non superiore ai 90 giorni (fonte: SISCO)

Donne Uomini

1,40

1,60

1,80

2,00

2,20

2,40

2,60

2015 2016 2017 2018 2019*) rapporti di lavoro avviati /numero di lavoratori interessati da almeno una attivazione nel corso del periodo considerato

**) Dati riferiti al primo trimestre per il 2019

Numero medio attivazioni* per lavoratore nella somministrazione. Media annua su base trimestrale Dati per genere dei lavoratori .

2015 -2019** (fonte SISCO: Sistema Statistico Comunicazioni Obbligatorie)

Donne Uomini

La durata media delle missioni per donne e uomini è, rispettivamente, pari a 10,9 e 14,7 giornate retribuite per missione nel 2018 contro le 8,3 e 11,2 rispettivamente nel 2017. Il numero di giornate retribuite in

37

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media trimestrale per lavoratore è pari a 45,4 per le donne e a 48,7 per gli uomini, il numero più elevato se si prende in considerazione il periodo compreso fra il 2008 e il 2018. Nel primo trimestre 2019 si conferma l’aumento della durata della missione con circa 46 giornate per le donne e 49 per gli uomini.

10,4

9,3 9,2 9,4 8,8 8,9

8,5 8,4 8,1 8,3

10,9

12,5

11,2 11,0 11,7

12,0 11,6

11,2 11,3 10,9

11,2

14,7

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Durata media delle missioni (giornate retribuite). Media annua su base trimestrale 2008 - 2018 (su dati INAIL)

DONNE UOMINI

42,8

42,2

43,0 43,1 43,5

44,3 44,4 44,5 44,6 44,0

45,4 45,8

45,3

43,4

44,2

45,6 46,1

46,5 46,8

47,2 47,5 47,5

48,7

49,3

38,0

40,0

42,0

44,0

46,0

48,0

50,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Numero di giornate retribuite per occupato in somministrazione.Media annua su base trimestrale 2008 - 2019 (primo trim.). Dati per genere

DONNE UOMINI

Dai dati INAIL si desume che le donne svolgono missioni più brevi e che sono sottoposte a un maggior turn

over rispetto ai colleghi maschi. Il dato indica solo ordini di grandezza generali, in quanto, in questo caso, la

dispersione intorno alla media è molto elevata. Per esempio, nel settore alberghiero il turn over è molto più

elevato rispetto alla media con missioni molto brevi. Si può dire, quindi, che i rapporti descritti derivano

38

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39

principalmente dalla differente distribuzione settoriale fra uomini e donne in somministrazione. Sulla base dei

dati SISCO (Sistema Statistico delle Comunicazioni obbligatorie) il 77% delle missioni attivate per le donne

riguarda il settore terziario, e solo il 22 nell’industria che mostra tassi di turn over inferiori a quelli osservati nel

settore dei servizi. Al contrario, le missioni attivate per i somministrati di sesso maschile sono relativamente

concentrate nell’industria con il 42% delle assunzioni. A questo proposito è opportuno ricordare, quindi, che Il

turnover nell’industria, riassunto dal numero di missioni attivate per lavoratore, è sensibilmente inferiore a

quello del terziario, con la sola eccezione dell’intermediazione finanziaria.

9,2

4,6

4,4

4,3

4,0

4,0

4,0

3,7

3,6

3,0

2,9

2,6

2,4

1,5

- 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0

INTERMEDIAZIONE FINANZ.

COSTRUZIONI

INDUSTRIA

ELETTRICITA' , GAS, ACQUA

PUBBLICA AMM.

TOTALE

COMMERCIO

ISTRUZIONE

AGRIC., PESCA

SANITA'

INFORMATICA E SERVIZI ALLE IMPRESE

SERVIZI PUBBLICI

TRASPORTI

ALBERGHI E RIST.

Numero di missioni svolte per occupato in somministrazione per settore produttivo 2018, media annua dei dati trimestrali, fonte: elab. su dati INAIL

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40

Agricoltura1%

Industria in senso stretto

22%

Costruzioni0%

Servizi77%

Missioni attivate di rapporti di lavoro in somministrazione per settore di attività economica . Donne, media 2018 su base trimestrale (fonte SISCO)

Agricoltura1%

Industria in senso stretto

42%

Costruzioni3%

Servizi54%

Missioni attivate di rapporti di lavoro in somministrazione per settore di attività economica, distribuzione in %. Uomini, media 2018 su base

trimestrale (fonte SISCO)

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41

2.8 La “femminilizzazione” delle professioni

La distribuzione di uomini e donne in somministrazione per tipo di professione svolta vede una maggiore presenza relativa delle donne nelle professioni tecniche, in quelle esecutive di ufficio e nelle professioni qualificate del commercio e dei servizi. Nelle professioni intellettuali la quota di donne impiegata è esigua (1,7%) ma tripla rispetto a quella degli uomini.

Per ciò che riguarda l’incidenza femminile all’interno di ciascuna professione si deve rimarcare il forte peso assunto dalle donne con contratto in somministrazione nelle professioni qualificate nei servizi (circa il 69%), nelle professioni esecutive di ufficio, nelle professioni intellettuali e scientifiche e nelle professioni tecniche con una incidenza femminile superiore al 50%.

1,8%

6,8%8,5%

7,2%

21,0%

32,5%

22,2%

3,4%

11,4%

17,5%

23,4%

6,5%

21,2%

16,6%

LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA

DIRIGENZA

PROFESSIONI INTELLETTUALI,

SCIENTIFICHE E DI ELEVATA

SPECIALIZZAZIONE

PROFESSIONI TECNICHE PROFESSIONI ESECUTIVE NEL

LAVORO D'UFFICIO

PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE

ATTIVITA' COMMERCIALI E NEI

SERVIZI

ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI

CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI

MACCHINARI, CONDUCENTI DI

VEICOLI

PROFESSIONI NON QUALIFICATE

Distribuzione per professione svolta nel lavoro in somministrazione, media periodo I trim. 2018 - I trim. 2019 (elab. su microd. ISTAT)

Uomini Donne

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42

Incidenza della componente femminile in ciascuna professione - media da I trim. 2018 a I trim. 2019

Codice professione Descrizione professione % di

donne 1 LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA DIRIGENZA 0,00% 2 PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE 55,41% 3 PROFESSIONI TECNICHE 52,88% 4 PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO 58,07% 5 PROFESSIONI QUALIFICATE NEI SERVIZI 68,57% 6 ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI 17,19% 7 CONDUTTORI DI IMPIANTI, MACCHINARI, VEICOLI 30,43% 8 PROFESSIONI NON QUALIFICATE 33,39%

Sul totale occupati in somministrazione 40,14%

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43

2.9 Le retribuzioni

La retribuzione media delle lavoratrici in somministrazione è inferiore del 16% circa a quella degli uomini (media ponderata). Nel tempo pieno la differenza si riduce a – 7% a sfavore delle donne e a -12% per il tempo parziale.

Tab. 3 Retribuzione netta media dei lavoratori in somministrazione a tempo pieno e a tempo parziale distinti per genere. Periodo dal I trim. 2018 al I trim. 2019 (euro, media ponderata)

Uomini Donne Media ponderataTempo pieno 1.278,7 1.188,2 -7,1%Tempo parziale 800,8 704,8 -12,0%Totale complessivo 1.219,9 1.025,8 -15,9%Fonte: Micro dati ISTAT

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44

I differenziali retributivi per genere (2016, fonte ISTAT) Analizzando le differenze nelle retribuzioni fra uomini e donne alle dipendenze nel settore privato si rileva una differenza del 7,7% a favore degli uomini (differenza fra retribuzione uomini - donne in % della retribuzione degli uomini). Il differenziale aumenta sino al 13% nell’industria al netto delle Costruzioni. Il differenziale più alto si registra nelle attività finanziarie e assicurative (+20% a favore degli uomini). Nei servizi di informazione e comunicazione e nelle attività professionale scientifiche e tecniche il divario è prossimo al 16%. Il differenziale è minimo nei settori della ristorazione, nelle attività immobiliari, nelle attività artistiche e nel settore della sanità e assistenza, mentre nel settore del trasporto e del magazzinaggio la differenza è a favore delle donne (+9% rispetto agli uomini).

Se si osservano i dati sulla base della qualifica professionale emerge che gran parte dello svantaggio salariale delle donne è “spiegata” dal divario all’interno delle qualifiche di dirigenti e impiegati dove la componente maschile percepisce retribuzioni che superano del 25% quelle delle donne. Inoltre, lo svantaggio retributivo delle donne è contraddetto dal più alto livello di istruzione della componente femminile occupate, con una quota di laureate del 30% contro il 18% circa degli uomini nel 2018.

2,0%

25,3%

10,8%

7,7%

Apprendista Dirigente; impiegato Operaio Totale

Differenze fra le retribuzioni uomini - donne per qualifica professionale in % della retribuzione degli uomini. 2016

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

Quota delle lavoratrici e dei lavoratori con titolo di studio universitario e post laurea. 1993-2018

Uomini Donne Totale

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45

I differenziali retributivi per genere (2016, fonte ISTAT)

Retribuzione lorda oraria per ora retribuita delle posizioni lavorative dipendenti privati in euro (mediana). 2016

ATECO 2007

Uomini Donne Totale Differenza fra retribuzione uomini -

donne in % della retribuzione degli

uomini. TOTALE 11,6 10,7 11,2 7,7%

TOTALE INDUSTRIA (b-f) 12,4 11,5 12,2 7,1%

TOTALE INDUSTRIA ESCLUSE COSTRUZIONI (b-e)

13,3 11,6 12,7 13,0%

Servizi (g-s, escluso o) 11,1 10,6 10,8 4,6%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli

11,3 11,3 11,3 -0,3%

Trasporti e magazzinaggio 11,9 13,0 12,1 -9,3%

Servizi di alloggio e di ristorazione 10,0 9,9 10,0 1,1%

Servizi di informazione e comunicazione

15,9 13,3 14,8 16,3%

Attività finanziarie e assicurative 24,8 19,8 22,4 20,0%

Attività immobiliari 11,2 10,8 11,0 3,7%

Attività professionali, scientifiche e tecniche

13,3 11,1 11,7 16,5%

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese

10,2 9,7 10,0 4,2%

Istruzione 11,4 10,4 10,6 9,3%

Sanità e assistenza sociale 10,5 10,1 10,2 4,1%

Attività artistiche, sportive, ecc. 10,4 10,3 10,3 1,0%

Altre attività di servizi 9,1 8,1 8,3 11,5%

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46

APPENDICE

• Le prestazioni di welfare EBITEMP nel 2018 secondo ilgenere dei richiedenti

• Le fonti dei dati

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47

LE PRESTAZIONI DI WELFARE EBITEMP SECONDO IL GENERE DEI RICHIEDENTI

Nel 2018 sono pervenute ad EBITEMP circa 30 mila richieste di prestazioni di welfare con un

incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Oltre 16 mila richieste, pari a poco meno del

53%, provengono dalle lavoratrici. Escludendo le prestazioni espressamente dedicate alle

lavoratrici (sostegno maternità, contributo per l’asilo nido), la componente femminile prevale nelle

richieste di contributi per la Retta Universitaria, per il Trasporto extraurbano e per la Tutela

Sanitaria.

1.991 3.109 3.849 4.148 4.641 6.800

9.167

12.984 16.029

2.145 3.060

3.095 3.026 3.464

4.908

6.879

10.159

14.303

-

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Prestazioni di welfare EBITEMP: numero di richieste per genere dei richiedenti 2010 - 2018

Donne Uomini

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48

48,1%

50,4%

55,4%

57,8%57,3%

58,1%57,1%

56,1%

52,8%

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Quota della componente femminile nelle richieste di prestazioni di welfare EBITEMP 2010 - 2018

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49

Numero di richieste per prestazione di welfare EBITEMP e per genere, 2018

Donne Uomini Totale B.Libri Figli 945 1.098 2.043

B.Libri Lavoratore 4 8 12

C.Adozione 2 3 5

C.Asilo Nido 748 748

C.Asilo Nido Padri 65 65

C.Mobilita 13 33 46

C.Non Autosufficienza 53 88 141

C.Retta Universitaria 56 49 105

C.Trasporto Extraurbano 1.113 927 2.040

Piccoli Prestiti 752 2.037 2.789

Polizza Infortuni 215 690 905

S.Maternita 53 53

S.Maternita - Integrazione 129 129

T.Sanitaria 11.946 9.305 21.251

Totale complessivo 16.029 14.303 30.332

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50

Ripartizione per genere delle richieste di prestazioni di welfare EBITEMP, 2018

Donne Uomini Totale B.Libri Figli 46,3% 53,7% 100,0% B.Libri Lavoratore 33,3% 66,7% 100,0% C.Adozione 40,0% 60,0% 100,0% C.Asilo Nido 100,0% 0,0% 100,0% C.Asilo Nido Padri 0,0% 100,0% 100,0% C.Mobilita 28,3% 71,7% 100,0% C.Non Autosufficienza 37,6% 62,4% 100,0% C.Retta Universitaria 53,3% 46,7% 100,0% C.Trasporto Extraurbano 54,6% 45,4% 100,0% Piccoli Prestiti 27,0% 73,0% 100,0% Polizza Infortuni 23,8% 76,2% 100,0% S.Maternita 100,0% 0,0% 100,0% S.Maternita - Integrazione 100,0% 0,0% 100,0% T.Sanitaria 56,2% 43,8% 100,0% Totale complessivo 52,8% 47,2% 100,0%

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51

LE FONTI DEI DATI Le fonti dei dati sono 3: INAIL, ISTAT, FORMATEMP (questi ultimi utilizzati come variabile di controllo).

I micro dati ISTAT derivano dalla rilevazione sulle forze lavoro e sono la fonte più completa sul lavoro interinale/in somministrazione. Si riferiscono alla settimana della rilevazione e hanno una base trimestrale. I dati INAIL sono su base trimestrale e rilevano i lavoratori in somministrazione netti (codici fiscali presi una sola volta) nel trimestre. I dati FORMATEMP sono costituiti da lavoratori netti e/o posizioni lavorative nel mese. Nella figura che segue sono riportati come media trimestrale. Tutti e tre i flussi di dati mostrano una buona correlazione, segno che rispecchiano abbastanza fedelmente questo comparto del mercato del lavoro. Questo ci permette un loro utilizzo “integrato”.

50.000

70.000

90.000

110.000

130.000

150.000

170.000

190.000

210.000

230.000

250.000

145.000

195.000

245.000

295.000

345.000

395.000

445.000

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

IItrim

IIItrim

IVtrim

Itrim

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

MIC

RODA

TI IS

TAT

FORM

ATEM

P

Titolo asse

OCCUPATI NELLA SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO, CONFRONTO FRA I DATI FORMATEMP (scala sinistra) E MICRODATI ISTAT (scala destra) 2010 - 2019

FORMATEMP MICRODATI ISTAT

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Il grafico a dispersione confronta l’andamento del numero di occupati di due fonti diverse: quello di natura statistica (ISTAT, Rilevazione sulle Forze di Lavoro, MICRODATI, asse orizzontale) e quello di natura amministrativa di provenienza FORMATEMP (asse verticale) sulla base delle comunicazioni fornite all’Ente Bilaterale da parte delle APL.

Ogni punto rappresenta la relazione fra dato ISTAT e dato FORMATEMP per ciascun trimestre per il periodo 2010- I TRIM. 2019.

Il coefficiente di correlazione fra le due variabili mostra una relazione lineare superiore all’87% (tale coefficiente può assumere valori compresi fra -1 e 1). Il valore zero indica assenza di correlazione. In questo senso, possiamo affermare che il dato statistico (MICRODATI) rappresenta una buona approssimazione del dato di fonte amministrativa.

R² = 0,8729

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

450.000

500.000

550.000

80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000 220.000 240.000 260.000

DATI

FORM

ATEM

P

MICRODATI ISTAT

NUMERO DI OCCUPATI IN SOMMINISTRAZIONE DAL PRIMO TRIMESTRE 2010 AL PRIMO TRIMESTRE 2019. RELAZIONE FRA I DATI FORMATEMP E I MICRODATI ISTAT

Microdati ISTAT

FORMATEMP

Coefficiente di variazione* 3,62 3,51 serie dal I trim. 2010 al I trim. 2019

*) Il coefficiente di variazione è dato dal rapporto fra la media aritmetica di una serie statistica e la sua deviazione standard, se la

media è diversa da zero. Costituisce un indice che permette di confrontare misure diverse degli stessi fenomeni.

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FeLSA CISLFederazione LavoratoriSomministrati Autonomi Atipici

1° Report

Commissione Pari Opportunità

La somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere

Gennaio 2020

1° Report

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