A cura: prof. Danilo Baresi

In rapporto ai MITI ed alla conseguente sacralizzazione della sessualità nel contesto storico in ambiente politeista.

è pensare l'azione sessuale in se stessa come mediatrice di una comunione o l'azione sessuale in se stessa come un'azione divina. Per cui vivendo quel rito, dividendo la sessualità in quella maniera, io non sto facendo altro che ciò che la stessa divinità fa…

Fa una cosa molto semplice e immediata: il dio di Israele è unico e uno.

la novità della Bibbia non sta nel fatto che sparisce la poligamia, sparisce la prostituzione sacra, e infatti nell'antico testamento troviamo di tutto e di più a questo riguardo, pensiamo a Davide e Betsabea, a Salomone che ha un'harem immenso, ma dal punto di vista del pensiero, in partenza tutti i miti sono radicalmente aboliti.

Non ha più senso il mito sessuale riportato a Javhè, perché Javhè è unico non è né maschio e femmina. È unico.

La sacra scrittura nell'antico testamento esalta molto la procreazione, per lo la donna che partorisce deve stare lontana almeno quaranta giorni dal tempio, il sacerdote che aveva una polluzione notturna, manifestazione normalissima della sessualità, il giorno dopo non poteva celebrare. La sessualità non può essere identificata con un'azione divina e quindi non è quella che mette in relazione con Dio, la presa di distanza da quella mentalità è: buttiamola fuori del tutto dalla nostra società, fino ad esagerare, o rischiare di esagerare. Non è questione di purità legale, che si può anche essere, la cosa importante è: non dobbiamo mescolare la sessualità con la divinità

LA CREAZIONE

la sessualità non è sacra, ma è buona

Dove sta questa bontà? Torniamo al centro, chi è Javhè?

Javhè è il fedele alle promesse, tant'è vero che tutti ritornelli che troviamo nell'antico testamento, lo esaltano come grande fedele dell'amore, per cui Javhè è il fedele

Dov'è allora che la sessualità può essere vissuta con quella fedeltà che la fedeltà di Dio? Con l'amore e la misericordia e l'alleanza che sono proprie di Dio?

È chiaro che la risposta è IL MATRIMONIO

Ed è in questo contesto che la sessualità è buona, fuori da questo contesto la sessualità non è più buona.

…si introducono forme di violenza, pensiamo ad Abramo che va in Egitto e dice che sua moglie è sua sorella, ripensiamo a Davide e Salomone e a tutte le storie che troviamo nell'antico testamento…

C'è una visione quindi positiva della sessualità, c'è una visione positiva della differenziazione sessuale, perchéÈ VOLUTA DA DIO, ED E' PARTE DEL PROGETTO DI ALLEANZA DI DIO SULL'UOMO SULLA DONNA.

per la Bibbia tutto ciò che esiste non è mai considerato frutto del caso men che meno come frutto di una malvagità, di un demone o di un altro, ma ciò che esista contiene in se' il LOGOS, una ragione, cioè ha un significato, c'è perché Dio l'ha voluto, l'ha pensato e creato. Nel creato c'è una razionalità. La Bibbia fa questo; legge la realtà di Dio cercando di comprendere quello che il creato manifesta di Dio.

un Dio che è relazione, amore, e si preoccupa dell'uomo della donna , stabilendo con loro una relazione personale, allora la dignità ultima dell'uomo e della donna, e' tale proprio perché sono questa immagine di Dio

non è ammessa separazione fra corpo e spirito

maschio e femmina non vanno mai considerati isolati, ma all'interno di una reciprocità nell'unità, proprio perché questo il senso della differenza . L'esperienza di vita si chiede perché è questa differenza-diversità? È in funzione di una reciprocità nell'unità

La prova della libertà. Il paradiso

4 b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare tutto il suolo - ; 7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.

8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c’è l’oro 12 e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate.

15 Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”. 18 Poi il Signore Dio disse “Non è bene che l’uomo sia solo gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. 23

Allora l’uomo disse

“Questa volta essa

è carne dalla mia carne

e osso dalle mie ossa.

La si chiamerà donna

perché dall’uomo è stata tolta”.

24 Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

la solitudine originaria di Adamo..

Adamo che si trova solo a tu per tu con Dio. C'è quindi una solitudine originaria che quella dell'uomo con Dio

Adamo riconosce una prima differenziazione, una prima distanza, la distanza fra lui e Dio. Per cui quella comunione che Adamo stabilisce con Dio con cui ha un dialogo, ma quella comunione non permette ancora ad Adamo di superare quella solitudine originaria che lo fa riconoscere nella sua pienezza esistenziale umana.

Dio affida all'uomo tutti gli animali, a cui l'uomo dà il nome, e dare il nome indica prenderne possesso, ma ancora una volta viene ripetuto " non è bene che l'uomo sia solo ", l'uomo non trova negli animali nessuno che possa stare faccia a faccia con lui, un aiuto che gli sia simile

con gli animali non c'è possibilità di comunione e di dialogo.

" finalmente questa è ossa delle mie ossa carne della mia carne ", è colei che può stare pari a pari, faccia a faccia con lui e con la quale è possibile una comunione che non è possibile con nessun altro essere animale, e che non è possibile, per certi aspetti, neanche con Dio. Essendo quella con Dio una comunione spirituale, anche se e' quella fondamentale per l'uomo

Nella creazione della donna viene qui presentata la complementarieta', la reciprocità, in funzione di una comunione.

proprio per l'esultanza che leggiamo il versetto 23, che " finalmente questa è ossa delle mie ossa è carne della mia carne ".. Indica la gioia della scoperta, ma anche l'attrazione diversa che si crea rispetto a qualsiasi altro essere vivente, l'impulso sessuale è qùi presentato in una maniera assolutamente positiva, non si trova niente che dica che in questa differenziazione sessuale ci sia qualcosa di negativo .

il testo ebraico usa un verbo che non riguarda di per sé l'unione sessuale, ma indica l'unione fra uomo e Dio(vedi poi S. Paolo Ef…..).

l'unione che qui si indica non è solo l'unione del corpo, ma è l'unione delle persone, quell' unirsi indica la comunione di vita, non solo la comunione dei corpi che comunque non è esclusa. Qui indica la comunione delle persone, infatti dice che diventeranno una stessa carne. Se l'antropologia biblica è un'antropologia unitaria questa carne non indica la carne fisica, ma la dimensione umana dell'esistere, diventeranno una cosa sola, a una sola realtà.

26 E Dio disse “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

27 Dio creò l’uomo a sua immagine;

a immagine di Dio lo creò;

maschio e femmina li creò.

28 Dio li benedisse e disse loro

“Siate fecondi e moltiplicatevi,

riempite la terra;

soggiogatela e dominate

sui pesci del mare

e sugli uccelli del cielo

e su ogni essere vivente,

che striscia sulla terra”.

29 Poi Dio disse “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde”. E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina sesto giorno.

la dimensione pro-creativa

genesi 2 va avanti presenta la creazione dell'uomo e della donna come il vertice dell'atto creativo di Dio, primo giorno, secondo giorno, ecc.

perché l'uomo e' il vertice?

È interessante che di fatto, è collegatocon l'affidamento della procreazione all'uomo e alla donna.

DIO LI BENEDISSE, questo è molto importante. Chi è Dio? Dio è il creatore. In tutti passi precedenti Dio si presenta come il creatore, a chi spetta dare la vita? Spetta a Dio è lui il Vivente…

la benedizione particolare, solo dell'uomo è detto che Dio li benedisse, e dopo la benedizione viene l'affidamento di procreare: crescete moltiplicatevi e riempite la terra.

l'uomo della donna trasmettono l'immagine di Dio, in quanto pro-creatori, in quanto coloro che agiscono a nome di Dio.

I testo: COMUNIONE personale che diviene procreazione

secondo testo: PROCREAZIONE

Per cui non possiamo dire che il senso unico della sessualità umana nell'antico testamento è la procreazione. No. Il contesto interpretativo della sacra scrittura così come l'abbiamo adesso è esattamente questo: un'unione personale che diventa procreativa, quindi i due valori: AMORE E PROCREAZIONE.

....." lascerà sul padre sua madre si unirà alla sua donna "..... È chiaro che non è vista come un atto singolo, non è un momento, non è un periodo, ma..... " Diventeranno una sola carne..... " È una comunione che abbraccia la vita , e diventa atto procreativo ed è quello che noi chiamiamo MATRIMONIO. Un'alleanza per tutta la vita che coinvolge la dimensione personale affettiva di tutte due le persone .

Soltanto se l'uomo assume in pieno questi elementi realizza il progetto di Dio ed esprime la sua piena vocazione al dialogo, all'essere persona per la persona.

È altrettanto vero che questi due testi presentano l'idealità, cioè l'ideale, qualcuno li ritiene utopistici, ma la risposta potrebbe essere: rappresentano il progetto di Dio, quel progetto che poi spetta all'uomo realizzare, e che l'uomo purtroppo può sempre pervertire.

…Tant'è vero che se i primi due testi possono essere idealistici, il realismo della Bibbia torna subito in Gn3, il peccato originale presentato come coinvolgente alla relazione uomo-donna.

D'altra parte il peccato originale coinvolgendo tutta la realtà umana non può che coinvolgere anche rapporto uomo-donna.

".... Erano nudi e non se ne vergognavano...... “ : entra la vergogna della nudità, che non è tanto la nudità fisica in sé, ma è il presentarsi indifeso davanti all'altro. Il vestito e' una difesa, una protezione. Quando noi togliamo le protezioni? Quando non abbiamo nulla da temere dall'altro. Quando noi mettiamo le difese? Quando abbiamo paura di essere feriti dall'altro.

Questo interessante perché la vergogna di fronte alla nudità non è tanto la vergogna di fronte alla sessualità in se stessa, ma il segno della semplicità perduta, dell'immediatezza del rapporto , il che vuol dire che si

è inserito qualcosa che è capace di dividere* l'uomo dalla donna. E questo in genesi tre è presentato con estrema chiarezza, ".... È stato lui, è stata lei, ".... Dov'è la comunione? È subentrata l'accusa reciproca, il contrasto.

*Diabolos = il Separatore, colui che divide

Il desiderio della comunione presentato in Gn1, " ....carne della mia carne ossa delle mie ossa ....“viene completamente trasformato:... " Verso tuo marito sarà il tuo desiderio ma egli ti dominerà ....." La relazione non è più così pacifica. I due non sono solidali, e ritorna il tema della solitudine. Se due cominciano a litigare si ritrovano ognuno solo, il peccato precipita l'uomo, l'essere umano, in quella indifferenziazione, in quella solitudine che di per sé il progetto di Dio voleva superato. Il peccato sconvolge il progetto di Dio. Non importa che questo peccato sia stato il peccato sessuale o meno, ciò che interessa è che cosa ha provocato…

L'esperienza è questa: ciò che si presentava come un progetto che sembrava realizzarsi spontaneamente, a questo punto per la presenza del peccato ha bisogno di un impegno morale, resta la meta, che diventa ardua, perché indica il superare la violenza, il dominio, perché la comunione sia possibile.

Partendo da qui vediamo che tutta la riflessione biblica che troviamo fa emergere una ambivalenza della sessualità umana,

da una parte non è mai condannata, dall'altra fa vedere, pensiamo a Davide e Betsabea, che invece di

essere fonte di comunione, diventa fonte di violenza, infatti Davide non solo ruba ad Uria Betsabea, ma lo uccide, ecco la violenza.

L'ambivalenza e' il possibile duplice esito della sessualità:

1 Comunione2 Violenzadove sta l'impegno morale?

Far sì che la sessualità diventi forza di comunione e non forza di violenza

IL MATRIMONIO perché solo nel matrimonio vissuto come comunione noi abbiamo il superamento di quella ambivalenza, e quindi il superamento della violenza

la comunione fra uomo e donna non è nient'altro che il riflesso dell'alleanza con Dio, l'uomo della donna vivono qualcosa del rapporto con Dio e questo è l'aspetto comunionale, quindi una visione molto alta, molto forte del matrimonio.

Io non mi vergogno del

Vangelo (Rm1,16)