a come amici no. 37 · 2018. 10. 4. · 7 nel 32° anniversario della scomparsa di leo amici, la...

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n° 36 - APRILE 2018 Acome AMICI Acome AMICI n° 37 - Ottobre 2018 Semestrale d’informazione, arte e cultura dell’Associazione Dare promosso dalla Fondazione Leo Amici 16 APRILE 2018 Un nuovo inizio SPECIALE I.A.R.A ....e quando ci incontreremo cercheremo le qualità nell'altro ESTATE 2018 Notte Gitana SOLD OUT SCIENZA Nelle cellule... una scintilla d'amore

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n° 36 - APRILE 2018

Acome

AMICI Acome

AMICIn° 37 - Ottobre 2018

Semestrale d’informazione, arte e cultura dell’Associazione Dare promosso dalla Fondazione Leo Amici

16 APRILE 2018Un nuovo inizio

SPECIALE I.A.R.A

....e quando ci incontreremo cercheremo le qualità nell'altro

ESTATE 2018Notte Gitana SOLD OUT

SCIENZANelle cellule...

una scintilla d'amore

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7-8 OTTOBRE

Editore: Associazione Darec/o Via Resistenza 1 - 47833 Morciano di Romagna (RN)

Direttore responsabile: Rosanna Tomassini

Direzione:Anna De Persio - Annamaria BianchiniAsia Ferri - Francesco Troilo - Luigi Scalbi

Redazione: Monica Mancini Antonella di Muoio Asia Ferri

dall’Estero:Ralph Flum (Amburgo)Sven Skinner (Lugano)

Correzione bozze: Antonella Di Muoio

Grafiche: Alessandra Maria AntonelliMonica Mancini Stampa:Arti Grafiche Ramberti- Riminifinito di stampare: ottobre 2018

Autorizzazione n° 21 del 25 Settembre 2000 Tribunale di Rimini

Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 17577

Copyright © 2018 by Associazione Dare.Riproduzione vietata. Tutti i diritti riservati.

Semestrale d’informazione, arte e cultura

acomeamici.it - [email protected]

Unione StampaPeriodica Italiana

OMMARIO

EVENTO 14 -16 APRILE 2018

6 Un nuovo inizio 8 Lasciatevi innamorare da Dio 9 Un trapianto di solidarietà per aiutare ELPIS10 E quando ci incontreremo cercheremo le qualità nell’altro...13 L’Associazione Dare fa il punto - presentato il bilancio 201716 6° Festival della Canzone per Le21 Intervista al maestro compositore Luca Testa e alla pianista Grazia Russi

24 Notte Gitana SOLD OUT25 Il rapporto tra uomo e donna intervista al regista26 Pasion Latina - Gran Teatro Lirico di Asunciòn - Paraguay27 Musical Chiara di Dio in ricordo di Marianna Boccolini 28 Chiara di Dio in scena a Caserta30 Accadde per strada - tre associazioni per un progetto 34 Accademie di Teatro - piccole scuola di vita 42 Notizie flash44 Lampo Lighting Technology la start-up di trent'anni fa46 Rinforzate le fondamenta della palazzina residenziale48 Privacy, tra desiderio e realtà 50 Nelle cellule... una scintilla d'amore...51 ...Una scintilla ben visibile53 Il primo moto d'amore - Una formula scientifica 54 Il nulla non esiste56 L'angolo della narrativa58 Matteo Bertonati59 La maestra Vince60 Libri61 Testimonianze

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di Rosanna Tomassini

Non so cosa scrivere. Non avere parole da scrivere nel mio mestiere è cosa assai rara. E quando capita c’è qualcosa di grosso che blocca l’ispirazione, un tappo... è tutto silenzio. Nella mente e nelle mani che non volano sulla tastiera. Non è il banale blocco dello scrittore... a quello si ovvia con diverse tecniche. Questo è un’altra cosa. È lo sconcerto per quanto accade, per quanto accaduto... appunto, non ci sono parole. E non mi piace il metodo dello struzzo, testa sotto la sabbia, o del calabrone, che vola vola e fa rumore e sente solo il suo, di svolazzare. No, c’è silenzio e non ci si può nascondere. Si è nudi, proprio come mamma ci ha messo al mondo, davanti a tanto accadere. E vuoti e persi in quel silenzio.

Lì c’è uno solo a cui ricorrere, solo uno che può ed è autorizzato a parlare: è Dio. Ecco nel silenzio parla Lui. Lui che di questa umanità frignona ne avrà anche abbastanza, di questi che lo pregano per vincere al lotto, per avere la macchina nuova, per tutta una serie di cose materiali di cui possiamo fare benissimo a meno; che vogliono, che pretendono, che non amano ma vogliono comunque essere amati; che non danno ma che sempre vogliono ricevere qualcosa, anche un solo cenno di saluto da un altro per stimarsi e per sentirsi qualcuno. Di questi omuncoli e donnicciole senza spina dorsale, quanto sarà stufo? Che razza di pazienza avrà con noi quest’Essere che ci ha creati a sua immagine e somiglianza eppoi noi siamo finiti da tutta un’altra parte? A dire, fare, pensare cose che fanno accapponare la pelle ai bambini quando le sentono e che a noi, invece, non provocano neanche un brivido e nemmeno drizzano i peli, visto che siamo perennemente impegnati, maschi e femmine a toglierli, quelli superflui. Siamo così “bravi” che tra un po’ nemmeno i bambini si scandalizzeranno della nostra follia.

O forse è quello che sta già accadendo. Certo, il male e la malvagità vivono dalla notte dei tempi con l’uomo che dovrebbe essere impegnato nella battaglia perenne contro il male per scegliere il bene. Dovrebbe, ma non lo fa. È comodo, è facile, lasciarsi prendere dall’ira, dall’invidia, dall’orgoglio e da tutti quei sentimenti negativi che sono il nostro bagaglio quotidiano.

Silenzio. Quando accadono certe cose, c’è poi il silenzio. Dove Dio però parla e riempie il cuore di quelle parole che solo Lui sa dire intrise di vero significato: «Io sono con te», «Io sono fedele», «Io non tradisco», «Io non ti abbandono», «Io sono qui per te», «Io ci sono, adesso». E sono il senso della speranza, della forza, del saper ripartire, del vedere di nuovo quel bello e meraviglioso che è l’essenza della vita: l’amore, il Suo e quello dell’essere umano che ogni tanto lascia spazio a quella scintilla, a volte, senza neanche accorgersene o rendersene conto. L’ha capito da sempre Daniela che ci ha lasciato meravigliose quanto vere parole:

«...abbiamo tutti gli strumenti per riconoscere l’Amore, la Verità, lo scopo della nostra vita, Dio. Prima del sole ci sono sempre le nuvole e la pioggia, prima della Luce il buio; ma sono proprio questi contrasti che ti fanno riconoscere e apprezzare quando poi brilla il sole o trovi la Luce.»

A lei abbiamo dedicato uno speciale. Di lei voglio ricordare il nostro primo incontro. Una donna che con forza stringeva la mano del marito che stavo per intervistare, dandogli sostegno e serenità. Una mano che non ha mai lasciato, che stringe ancora, che stringe tuttora anche a tutti noi.

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In allegato a questo numero di A come Amici troverete lo speciale VIVA DANIELA!

Il suo nome non è tra i componenti della redazione anche se, per il contributo prezioso che dava, avrebbe dovuto sempre apparire... ma lei rispondeva che non serviva.

C'è stata in ogni pagina, in ogni riga, in ogni evento, c'è stata anche nei sentimenti buoni, nati nel Piccolo paese fuori dal mondo che anche lei ha visto nascere e ha voluto con tutte le sue forze. C'è anche nella foto della pagina successiva. L'obiettivo l'ha colta di spalle...Prima del 3 settembre, non avremmo scritto che era lei... Discreta, silenziosa, ma presente e determinante in tutta la vita della Fondazione Leo Amici. In equilibrio tra le cose del mondo e quelle "fuori dal mondo", accanto al suo maestro Leo, accanto a sua madre Maria, accanto al suo Carlo.Grazie Daniela di esserci stata... così... semplicemente meravigliosa!La redazione

VIVA DANIELA!

Mi trovate nei vostri occhi, quando userete l’amore.

Io mi specchio lì

Acome

AMICIinserto specialen° 37 - OTTOBRE 2018

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Nulla avrebbe senso senza l’Amore Divino.Da lì proveniamo e lì torneremo.

Ma l’Amore è anche Fonte, è forza costruttrice, che tutto trasforma nella Perfezione.

La Perfezione è Amore.Siamo stati pensati, formati, plasmati con l’Amore;

è l’unica Forza che non distruggema anima e rende possibile l’incommensurabile potenza sempre esistita.

Potenza Divina, che anche e soprattutto per Amore, raggiunge ogni livello e ogni forma, per generare ancora e ancora la Vita.

Il nostro livello umano, in questa vita, in questo pianeta, sembra abbia limiti ma attraverso l’Amore tutto invece può essere sublimato.

E così la mancanza diventa ricchezza,lo scoramento certezza

la solitudine l’insieme, per sempre.Sono passaggi che possono essere compresi pienamente

solo quando li attraversi.Così è stato nella mia vita.

Forse sono partita in vantaggio perchè sin da piccola ho considerato l’Oltre;sia per l’educazione del catechismo, sia per la fede di mia madre

e, determinante, l’incontro con il mio maestro Leo Amici.Quando, piccola, seppi dell’esistenza di Gesù, nulla è più potuto essere normale

e non rapportato a Lui, e quindi a Dio e all’Eternità. Tutto però della vita terrena contrastava, condizionava alla chiusura e questo si chiama

banco di prova, appunto, per ognuno.Ma siamo animati da un’anima sensibile al bene

e da componenti nel nostro corpo che sanno distinguere il Bene dal Male, quindi abbiamo tutti gli strumenti per riconoscere l’Amore, la Verità,

lo scopo della nostra vita, Dio.Prima del sole ci sono sempre le nuvole e la pioggia,

prima della Luce il buio; ma sono proprio questi contrasti che ti fanno riconoscere e apprezzare quando poi brilla il sole o trovi la Luce.

Daniela agosto 2018

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Ricorrenza della scomparsa di Leo Amici

UN NUOVO

INIZIO

L’evento 14 -16 APRILE 2018

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Nel 32° anniversario della scomparsa di Leo Amici, la Fonda-zione a lui intitolata, con la collaborazione dell’Associazione Dare ha presentato due giornate ricche di eventi tra cui, oltre alla consueta assemblea generale dell’Associazione, la 6a edi-zione del Festival della canzone per Leo, la presentazione del metodo I.A.R.A., la proiezione del docufilm SulLEOrme di Clelia Parisi e per concludere il musical Patto di Luce - la meravigliosa leggenda del Lago di Piediluco.

Diversi i gruppi giunti da Pozzuoli (NA), Torino, Agropoli (SA), Mattinata (FG), Colledoro (TE), Assisi (PG), dalla Sicilia, Baghe-ria (PA) e S. Caterina (CL), e dalla Svizzera, Ticino e Zurigo. Cir-ca 800 persone confluite al Piccolo paese fuori dal mondo: un omaggio a radici che, come rivelano gli scritti, ancora oggi fanno germogliare, fiorire e maturare personalità ricche e volenterose di realizzare progetti a favore del prossimo. L’ac-coglienza e sistemazione degli ospiti è stata coordinata dalla giovane Asia Ferri aiutata da altri giovani sia della Dare sia delle altre sedi della Fondazione Leo Amici che volontaria-mente, pur senza esperienza, hanno voluto partecipare. Tutto ciò che, infatti, il venerdì appariva come una grossa pentola a pressione in procinto di scoppiare per la mole dei preparativi in atto, il sabato mattina era rientrato nella quie-te e nell’armonia. Così la dolcezza delle Lodi ha dato inizio a queste giornate dedicate al fondatore Leo Amici e alla co-fondatrice Maria Di Gregorio, mentre l’accoglienza è risultata impeccabile: giovani figure che si muovevano per accompa-gnare, informare, coordinare, e tutto era al posto giusto. Uno stralcio dello scritto che Emanuele, per gli amici Meme, ha dedicato ai giovani lo scorso febbraio può descrivere e far comprendere l’evolversi di una realtà, oggi frutto di una svol-ta voluta.

Per chi vuole, secondo me, questo è l’inizio di un inizio, qualcosa di nuovo, di bello, di unico...Vi voglio bene, a tutti, e sono felicissimo.Ci saranno alti e bassi, ma se scegliete definitivamente di abbandonare tutto ciò che di male il mondo ha accolto, o noi o i nostri figli saremo il futuro, il mondo che Dio ha progettato diventasse...Non abbandoniamo mai la strada che Leo ci ha tracciato. Sicuramente amici.I ragazzi del lago.Vi voglio troppo bene Meme

Ogni anno la Fondazione

Leo Amici in collaborazione con l’Associazione Dare organizza

eventi e iniziative in due date significa-tive: il 7 ottobre, giorno della nascita di Leo

Amici, fondatore del Piccolo Paese del Lago, con le Giornate di Solidarietà o Festa della fratellanza,

e il 16 aprile, giorno della sua scomparsa, con il Festi-val della Canzone per Leo e l’assegnazione del premio a lui intitolato. Sono giornate di rinnovato impegno, di accoglienza e condivisione cui partecipano personalità

del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte. Rivolte soprattutto ai giovani, contano anche centinaia

di presenze tra quanti hanno conosciuto Leo Amici. Da tutta Italia, quindi, hanno incontrato Carlo Tede-

schi che ne ha proseguito l’opera, offrendo loro sostegno, fiducia e possibilità di realizzazione.

Queste inoltre diventano anche occasione per riunire in due assemblee statutarie

i soci della Dare.

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LASCIATEVI AMARE DA DIO

Don Luigi, parroco di Balangero (TO) e cappellano dell’ospedale di Lanzo, ha celebrato, sabato 14 aprile, la S. Messa in memoria di Leo Amici. Giungendo da Torino ha portato con sé, oltre a un numeroso gruppo di giovani, il camice, la casula e il calice del giorno della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 7 ottobre 2001, con il proposito di lasciarli nella cappella del lungolago e di tornare per celebrare la funzione in occasione delle future ricorrenze. Tra le parole dell’omelia ha sottolineato: «Non abbiate paura di amare, di vivere, di vegliare, di ricordare, di sentirvi innamorati di Dio e soprattutto amati da Dio, non abbiate mai paura. Fatevi amare. Dategli questa possibilità. Non basta che noi amiamo Dio. Lasciatevi sedurre, innamorare. Ricordatevi dalle Letture di oggi queste parole: Io sono, Io ricordo e io veglio».

L'evento 14 -16 APRILE 2018

Avviata la collaborazione con l'associazione di San Giovanni Rotondo

UN TRAPIANTO DI SOLIDARIETÀ PER AIUTARE ELPIS

Sostegno al progetto con comunità familiari

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Avviata la collaborazione con l'associazione di San Giovanni Rotondo

UN TRAPIANTO DI SOLIDARIETÀ PER AIUTARE ELPIS

Sostegno al progetto con comunità familiari

Un legame si è costrui-to nell’ultimo anno tra l’Associazione Dare, la Fondazione Leo Amici e l’Associazione Elpis che nel territorio di San Giovanni Roton-do gestisce comunità familiari per minori e una comunità madre-bambino. Per cercare di trasmet-tere la profondità e la bellezza di quello che è successo, interviene la dott.ssa Rosa Merla, che dell'associazione si fa portavoce, scegliendo una me-tafora: «Si è realizzato un trapianto di midollo osseo. Le nostre comunità, lo scorso anno, erano un corpo malato, indebolito e con delle prospettive di morte. Poi è stato guarito da una trasfusione che è comin-ciata quando Carlo e Daniela, all’improvviso lo scorso maggio, sono venuti a San Giovanni Rotondo. Da al-lora sono arrivati gli “omini” (riferimento alla presen-tazione del metodo I.A.R.A.), gli associati della Dare, ed è cominciato il trapianto. Sono arrivati Aldo e Te-resa, Rita, Joerg e Cristina, Maria Giovanna e Ivano, Gabriella e Vincenzo, Giovanna, Juan e Toñi, Maihri che è la tessitrice di reti relazionali e tanti altri che lavorano intorno a questo tavolo di sala operatoria affinché questo trapianto possa riuscire e non ci sia il rigetto, che purtroppo temo molto, perché vedo il nemico del mondo sempre all’opera. Comunque – prosegue – posso testimoniare che si sta realizzando perché siamo affini. Quello che mi ha sorpreso è l’affinità nella filosofia di vita, nella pedagogia, nel modo di intendere l’uomo e nella concezione dell’umano.

L’unica certezza che ho è che Leo Amici e il no-stro don Giovanni Erco-lino (fondatore dell’As-sociazione Elpis) hanno frequentato la stessa scuola, con lo stesso maestro, che è Gesù.Il Signore benedica questi propositi e pos-sa guarire e fare il tifo per questa gara di soli-darietà».

Su queste parole Carlo Tedeschi ha rivolto un invi-to ai presenti: «Siete in tanti, venite da tante città... e magari altrettanti non sono potuti venire... Quan-do tornerete a casa parlate di questo progetto. Non importa se avete iniziato adesso questo percorso di ricerca, se vi siete appena avvicinati a questa realtà e non importa se non avete conoscenze o basi suffi-cienti per sentirvene all’altezza: la volontà e il Signore vi renderanno idonei! Rosa è disposta ad insegnare e anch’io. Se avete in cuore di aiutare questi giovani, questi bambini, potrete fare un’esperienza unica e meravigliosa a San Giovanni Rotondo, per un perio-do breve o lungo non importa, oppure potete diven-tare delle figure genitoriali anche a distanza. Potete portare la vostra luce e il vostro contributo».

Riferimento: Maihri - [email protected]

Nella foto: i giovani dell’Associazione Elpis che si sono esibiti in alcuni quadri del musical UN FREMITO D’ALI sulla vita di padre Pio preparati dall’insegnante Mirko Occhipinti dell’Accademia Danza e Musical di Mattinata (FG).

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Una coppia passeggia lungo il lago. Impossibile non notarla tra il brulichio di persone, sia per l’aspetto aperto e sereno, sia per Joy, uno splendido golden retriver, che palesemente fa parte della famiglia. Nell’appuntamento della domenica mattina al Teatro Leo Amici, scopriremo che sono coloro che hanno raccolto le intuizioni del metodo I.A.R.A.Avevano assistito, anni prima, alla rappresentazione del musical Chiara di Dio al Teatro Metastasio di Assisi. Quelle note non furono mai dimenticate e da pochi giorni si è realizzato un loro desiderio: conoscere cosa ci fosse “dietro” allo spettacolo che aveva lasciato in loro una traccia così profonda, scoprendo poi un modello di vita tanto simile a I.A.R.A.Leo Amici non aveva messo a punto un metodo, ma il suo modus vivendi et operandi era notato e, in chi lo osservava, nasceva spontaneamente la voglia di seguirne l'esempio. In queste giornate proprio Anna Maria e il marito Claudio lo hanno illustrato spiegando, in termini scientifici, concetti che si collegano a ciò che diceva Amici e che hanno vissuto anche coloro che ne hanno praticato l’esempio. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.

Presentazione del modello I.A.R.A., prendersi cura di sé

…E QUANDO CI INCONTREREMO CERCHEREMO LE QUALITÀ NELL’ALTRO...

Anna Maria Padovan e Claudio Verta: parlano gli ideatori del metodo

L’evento 14 -16 APRILE 2018

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Come nasce I.A.R.A.?I.A.R.A. nasce nel 2002. Un pomeriggio alle ore 14.00, mi squilla il telefono e mi si chiede: «Parlo con Anna Padovan? È lei che chiacchera con gli ammalati?» Ho risposto di sì. Era una signora che doveva subire un grosso intervento ed era amica di una donna che avevo preparato per un’operazione chirurgica (all’epoca praticavo già la libera professione come infermiera coordinatrice).L’ho incontrata e sono andata a conoscere i talenti, le qualità, le parti sane che avrebbe potuto mettere in atto spiegando cosa avrebbe affrontato. Questa esperienza è stata molto bella, perché lei è guarita bene, riducendo i tempi di degenza.Al termine ha affermato: «Anna noi malati abbiamo bisogno di questo, non fermarti, diffondilo». Così ho capito di dover svolgere questo compito. Io e Claudio proveniamo da una formazione cristiana cattolica. Abbiamo allargato le nostre esperienze nel campo spirituale, nella preghiera e nella meditazione, da dove arrivano indicazioni, intuizioni ed è su questo che tutto è stato costruito, pezzettino su pezzettino.

Ad un certo punto è nata anche l’idea del libro Il Modello I.A.R.A.- prendersi cura di sé che abbiamo scritto volutamente senza riempirlo di termini scientifici e che è diventato anche testo di riferimento per tesi. Per noi è stato strabiliante vedere che il coordinatore di un’università infermieristica ha inserito il modello I.A.R.A. nella disciplina di Educazione terapeutica, facendolo diventare uno dei tanti modelli di riferimento.

Voi avete avuto un modello di riferimento?Il nostro modello di riferimento e che troviamo più consono è quello della psicosintesi-transpersonale, vuol dire che noi non siamo delle personalità che hanno un’anima, bensì delle anime che hanno una personalità. Il nostro obiettivo è quello di rendere queste personalità sempre più consapevoli. Lo psichiatra Roberto Assagioli ne ha parlato nel secolo scorso spiegando come lavora una mente sana. Gli altri studiosi hanno approfondito le malattie mentali mentre lui riteneva che la mente ha qualcosa in più. Questa è la psicologia umanistica, lo studio del futuro, è la psicologia transpersonale, ma questo approccio non viene ancora studiato all’università. La psicologia è partita da Freud con la psicologia del profondo, passando per Jung e Adler per poi arrivare alla psicologia transpersonale. Assagioli è stato l’illuminato del suo tempo. Quando Leo Amici diceva che un giorno sarà dimostrato Dio scientificamente aveva ragione, la scienza ci sta arrivando con questi studi.

I.A.R.A. è una scelta di vita?Diventa un modo di vivere, non si finisce mai di apprendere. Anche perché ogni incontro è unico e irripetibile. Io lavoro dal 1982, inizialmente come infermiera, e nonostante tutti questi anni resto sempre affascinata dalla bellezza delle persone che si attivano nel prendersi cura degli altri.

Nella pratica, questo metodo, come viene utilizzato negli ospedali?Impari moltissimo dalla persona malata. Quando chiedi ad un malato: «Tu cosa intuisci? Cosa ti è utile in questo momento per superare questo malessere?» dalle risposte avverti un’intelligenza enorme, che è guidata. Avresti potuto leggere migliaia di trattati scientifici e non ti sarebbe venuto in mente che a quella persona poteva servire quel qualcosa. Il malato così ha anche la percezione di sentirsi considerato, amato e aiutato. Ogni persona ha la propria anima che può attivare la sua cura. Includendo la parte spirituale nel campo della cura fa sì che quando incontro una persona io mi chieda: «Chi ho davanti? Questo "sé" che qualità possiede?»

È la persona stessa ad essere esperta del suo disagio sia fisico, che emotivo e mentale. Dal momento che tu la accogli per quella che è, vedi tutto ciò che può mettere in atto. La persona si attiva e poi impara gli esercizi insieme a te. È un accompagnare con amore. Quando poi inizia a camminare con le sue gambe serve fare un passo indietro. Così la rendi libera. Non si parla di potere di autoguarigione, ma di prendersi cura della persona e, nel caso estremo, anche di accompagnarlo fino alla morte.

Ci sono altri ambiti in cui viene utilizzato il metodo?I.A.R.A. è entrata, con un gioco, anche nell’ambito educativo, attraverso progetti per le scuole.Tu ricordi al bambino che è una perla, valorizzando le sue qualità positive ai compagni, condividendole con loro in modo da fare, tutti insieme, la collana di perle. Questo è di aiuto ai ragazzi, nella regolazione emotiva partendo dalla valorizzazione dei punti positivi, e agli insegnanti, nel renderli consapevoli che hanno davanti a loro delle anime con un loro compito da svolgere.

In un quadro del musical Patto di Luce gli artisti cantano le parole di Leo Amici: “… Dio ha dato all’uomo un intelletto per ragionare, una coscienza per riflettere e una volontà per decidere”, in queste parole che assonanze trova con I.A.R.A.?Le parole di Leo sono il nucleo, nel senso che anche nel modello I.A.R.A. viene rispettato l’avere questo intelletto. Noi lo chiamiamo mente intuitiva.

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I.A.R.A in pilloleIl modello I.A.R.A.- Incontro - Alleanza-aderenza - Responsabilità - Autonomia – permette di organizzare un’assistenza personalizzata dove l’operatore mette al centro del suo interesse e attenzione la persona assistita, sa riconoscere eventuali capacità già presenti da parte della persona nel gestire la propria patologia e sa mettere a disposizione le competenze utili a far raggiungere l’autonomia a colui che si trova a vivere un momento di disagio fisico, emotivo e mentale.Questo permette di creare delle sinergie che, in questo momento storico, favoriscono anche un risparmio economico sanitario in quanto la persona assistita, raggiunta la fase dell’autonomia, sa muoversi nel suo quotidiano per gestire la propria malattia attivando risorse che permettono un recupero più accelerato con un minore utilizzo di presidi medici-farmacologici.L’operatore attraverso la sua competenza tecnica, relazionale, educativa e gestionale, mette in opera un’assistenza che è mirata all’empowerment e riceve dall’assistito un riconoscimento personale importante che fa star bene anche l’operatore stesso, inoltre il metodo permette all’operatore di interagire e di risparmiare tempi assistenziali.Questo modello è altresì coerente con le proposte internazionali, quali le richieste di INCHEON 2015 e UNESCO, rivolte alle aspettative socio-emozionali come impulso per una società interculturale, accogliente e disponibile.

Anna Maria Padovan: Coordinatore infermieristico, Counselor Psicosintetico Transpersonale di Roberto Assaggioli, libera professionista, laureata in scienze e tecniche psicologiche, formatore e docente in varie sedi d’Italia presso il Corso di Laurea in Infermieristica e scuole di Counseling.

L’evento 14 -16 APRILE 2018

Anna Maria Padovan, Claudio Verta e joy durante un incontro I.A.R.A.

Si parla di allineamento di quattro livelli: fisico, emotivo, spirituale e mentale che, tradotto, vuol dire: intuisco, penso, sento, faccio. Oppure in un’esperienza posso sentire, pensare e intuire qualcosa che mi serve per la mia evoluzione di coscienza. Alla base di tutto c’è la volontà: posso mettere tutto a disposizione, ma non posso cambiare gli altri, posso cambiare solo me stesso. Anche Dio rispetta il libero arbitrio.

Come vedete I.A.R.A. tra trent’anni?Io ho questa visione continua di passato, presente e futuro. Vedo che potrà esprimersi sempre di più e certamente inseriremo anche altri metodi. È un divenire continuo, è un perfezionarsi che si allarga, che va oltre ciò che noi possiamo pensare, dove ognuno può fare la sua parte. Ognuno lo può far vivere dentro di sé e cercare di vedere nell’altro la sua bellezza. Io vedo I.A.R.A. nell’arte, nella danza, nei giovani, nella guarigione, nella bellezza, sento che è una spirale che si allarga. Qualche seme lo abbiamo messo, qualche cosa è iniziata, lo vedo come un patrimonio non nostro ma messo a disposizione, forse non ne vedremo nemmeno i frutti. I.A.R.A. è di tutti.

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L’Associazione Dare fa il punto, presentato il bilancio 2017

IL LAVORO BENEVOLO:

120 MILA ORE PER IL PROSSIMOConseguito anche l’accreditamento al Servizio Civile Nazionale

Oltre 120mila ore di lavoro benevolo, l’accreditamen-to al Servizio Civile Nazionale, interventi concreti per il terremoto in Abruzzo, per l’infanzia e per i giovani, oltre che in Africa. Come sempre, l’appuntamento pri-maverile dell’Associazione Dare porta con sé la pre-sentazione del bilancio sociale. Quest’anno i soci sono stati chiamati anche a votare due nuove proposte: Annamaria Bianchini in qua-lità di Vicepresidente e Asia Ferri come membro del consiglio, rispettivamente aiutoregista, insegnante di danza classica, recitazione e coordinatrice di varie ac-cademie in Italia, e una ragazza giovanissima che si è distinta per dedizione e volontà.

Dopo l'’approvazione nel corso dell’Assemblea Gene-rale è seguito un fragoroso applauso. «Quando ho saputo che era stato fatto il mio nome mi sono spaventata. Poi ho cercato di fare silenzio nel mio cuore per capire cosa volesse Dio da me – ha detto An-namaria Bianchini –. Fin da quando conobbi Leo Ami-ci, ho sempre curato e servito quest’opera. Mi sono venute in aiuto le parole di Santa Chiara quando nello spettacolo Chiara di Dio dice che non vuole mettersi al comando delle sue sorelle ma solo servire e ubbidire. A questo punto la voce di Dio le risponde: “Allora te lo chiedo per obbedienza”. Così oggi ho detto il mio sì!»

Anche Asia ha commentato la sua nomina: «È la prima volta per me. Sono cresciuta in questo posto e lo amo profondamente. È un onore rappresentare i giovani, che sono insieme per questo luogo, per quello che ci ha dato e per quello che insieme potremo ancora fare per tutti». Nel corso dello stesso incontro è stato approvato il documento di bilancio 2017 il cui scopo è di sinte-tizzare in maniera chiara ed esaustiva le varie attività svolte da Associazione Dare. È dovere etico dell’associazione stessa la trasparenza delle azioni e la comunicazione delle attività svolte. Il documento, composto da diversi capitoli (stato pa-

trimoniale, rendiconto gestionale, conto economico, nota integrativa ed una relazione di missione), ha messo in luce la necessità di rispondere alle nuove richieste d’aiuto cui l’ente deve far fronte, oltre a ren-dere noto il bisogno di procedere alla cura e al man-tenimento delle strutture del piccolo paese, costruite nel tempo ed ora suscettibili di manutenzione, cura e migliorie. Al fianco delle donazioni volontarie, la parte com-merciale serve a sostenere, al netto delle imposte, i progetti sociali ed umanitari. Da un lato gli eventua-li avanzi positivi di gestione contribuiscono a fornire

I bimbi nella classe-mensa e all’ingresso del Malaika Village in Zambia dove hanno operato anche i volontari della Dare

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fondi per le attività benefiche, dall’altro le attività forniscono la possibilità di inserire nel mondo del lavoro giovani in stato di bisogno o, ancora, per creare occasioni di lavoro anche temporaneo per persone in difficoltà economica.

Le attività commerciali sono le seguenti: • Albergo Villa Leri con annesso centro benessere

(Montescudo-Monte Colombo di RN)• Ristorante pizzeria La Grotta della Giamaica

(Montescudo-Monte Colombo di RN) • Ristorante e pizzeria Piccolo Borgo Antico (Ulignano di Volterra PI) • Pizzeria Casa della Montagna (Colledoro - Teramo) • Piadineria di Assisi

Una delle grandi risorse dell’associazione è rappre-sentata dal lavoro volontario dei tanti associati e simpatizzanti. Definito come lavoro benevolo, rappresenta pre-stazioni di lavoro effettuate gratuitamente da per-sonale volontario e pertanto rappresentano un’ero-gazione liberale in natura, in quanto si traduce in un risparmio di risorse finanziarie.Nel corso dell’anno 2017 sono state rilevate 122.805 ore di lavoro benevolo che è stato indicato nel rendiconto sia come costo figurativo sia come provento, frutto del dono del tempo dei volontari.L’ultima parte del bilancio è la relazione di missio-ne che ha esposto ciò che l‘associazione ha realiz-zato, con le proprie azioni, nel 2017.

CONOSCERE ASSOCIAZIONE

DAREL’Associazione Dare è stata promossa da Leo Amici nel 1982 come strumento per realizza-re opere e strutture da dedicare al prossimo. Composta da centinaia di volontari e da mi-gliaia di simpatizzanti, non è una comunità, o altro, e non ha alcun intento politico nè fine di lucro. Si costituisce come mezzo a disposizione di tutti coloro che desiderano partecipare alla realizzazione di opere umanitarie e sociali attraverso la condivisione e la diffusione dei valori universali della pace, dell’amore e del-la fratellanza. La maggior parte dei soci è cattolica prati-cante e ha ufficializzato la sua appartenenza alla Chiesa con una professione di fede vi-vendo di spirito ecumenico.Dal 1983 l’Associazione Dare ha realizzato iniziative di carattere artistico, culturale, formativo, assistenziale. Dalla sua costituzione, e attraverso il contributo e il volontariato degli associati, ha costruito, secondo il progetto del fondatore Leo Amici (scomparso nel 1986 e ispiratore dei principi umani dell’associazione stessa), le strutture del Piccolo paese fuori dal mondo. Nell’anno 2002 l’associazione ha partecipato alla costituzione della Fondazione Leo Amici, risultato giuridico dell’opera umanitaria intrapresa da Leo Amici e proseguita da Maria di Gregorio, Carlo Tedeschi e la moglie Daniela, con la finalità di salvaguardare e perpetuare gli intenti a favore del prossimo. Tutte le strutture della Fondazione Leo Amici sono gestite dai volontari associati della Dare e gli utili che ne derivano sono interamente devoluti alla prosecuzione dei fini sociali e umanitari.

Emergenza neve 2017- Colledoro - Abruzzo. Per diverse notti la popolazione locale (anziani, famiglie con bambini) ha dormito nel centro di aggregazione giovanile della Dare che è dotato di un generatore autonomo.

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Alcuni elementi:

• Sono proseguite le iniziative e le attività di aggregazione e socializzazione a favore dei bambini e dei giovani nelle sedi distaccate del-la Fondazione Leo Amici a: Volterra in Toscana, Colledoro in Abruzzo, Assisi in Umbria, Matti-nata in Puglia, Santa Caterina in Sicilia e al Lago di Monte Colombo.

• Sono proseguite le collaborazioni con: Asso-ciazione Sollievo onlus di Torino, Progetto d’A-more di Ferrara, Elpis di San Giovanni Rotondo, Noi per Zambia onlus con il coordinamento dei volontari per il Malaika Village in Zambia.

• Sono state pubblicate due nuove raccolte trentennali, 4 dvd degli spettacoli musicali e i semestrali A come Amici.

• Sono proseguiti gli stage formativi gratuiti presso le strutture del Lago di Monte Colombo per giovani provenienti da varie parti d’Italia che hanno permesso loro d’imparare un me-stiere facilitandone l’ingresso nel mondo del lavoro: cuoco, pizzaiolo, giardiniere, falegna-me, ecc.

• Sono stati realizzati, durante il periodo estivo, soggiorni studio gratuiti per giovani prove-nienti da diverse città italiane.

• Sono stati ospitati, gratuitamente, nell’ambi-to delle iniziative a favore dei giovani, ragazzi provenienti da altre città per motivi sia di stu-dio che di lavoro.

• Sono stati offerti aiuto, sostegno economico e morale ad alcune famiglie in situazioni di di-sagio.

• A seguito dell’emergenza neve e terremoto in Abruzzo sono stati ospitati presso il centro di aggregazione e la casa di accoglienza la po-polazione del paese di Colledoro, venti unità dell’Esercito Italiano e personale della Prote-zione Civile impegnati nei soccorsi dei paese limitrofi.

• È continuata la manutenzione ordinaria e stra-ordinaria delle strutture del piccolo paese e delle sedi distaccate.

Fiore all’occhiello, nel 2017 l’associazione ha otte-nuto l’iscrizione all’albo regionale dell’Emilia Roma-gna quale Ente accreditato per il Servizio Civile Nazionale e dall’ottobre scorso 4 ragazzi stanno svolgendo attività formativa presso il Teatro Leo Amici della durata di un anno. Infine, come previ-sto dal suo statuto, l’associazione ha proseguito il sostegno anche economico di tutte le iniziative so-ciali e umanitarie promosse in Italia e all’estero dalla Fondazione Leo Amici.

Al termine dell’assemblea, la proiezione del docufilm SulLEOrme per la sceneggiatura e regia di Clelia Parisi, ha ripercorso la vita di Leo Amici (Premio America 1987 Hollywood - Premio Targa d’oro Europea 1987 Roma) soprattutto

attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto e ne ha condiviso l’impegno. La Fondazione Leo Amici ha curato la realizzazione di questo progetto in occasione del trentesimo anno della sua scomparsa.

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Travolgente il 6° Festival

della Canzone per Leo, oltre 70 giovani in scena

l’evento 14 -16 APRILE 2018

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I saluti di Simone Cristicchi, una Jamaica remixata mescolando sonorità latine con tanto reggaeton, e poi Lucia Vasini, Luca Testa e tanti altri per uno spettacolo coinvolgente. Applausi a scena aperta per il 6° Festival della canzone per Leo, l'apprezzata manifestazione per giovani artisti, promosso dalla Fondazione Leo Amici, che quest'anno è stata trasmessa in diretta web sul canale You Tube:Italian Musicals Channel. Sul palco in questa edizione giovani provenienti da diverse parti d’Italia (Piemonte, Puglia, Abruzzo, Campania, Umbria, Sicilia, ecc.), circa 70 i ragazzi coinvolti, a diverso livello, nella realizzazione e produzione dello spettacolo che ogni anno è seguito da un nutrito pubblico, non solo nel Belpaese ma anche all’estero, via streaming.Quindi, i giovani hanno messo in gioco non solo le loro doti artistiche ma anche quelle morali, esplorando la condivisione, scoprendo l’amicizia e il valore di creare insieme un progetto che unisce bellezza e finalità sociali, che avvicina e non divide.

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Nello spettacolo è stato presentato, tra l’altro, un nuovo arrangiamento di Emanuele Tedeschi del brano scritto da Sam Moore The man with the sailor’s cap dedicato a Leo Amici circa 30 anni fa; anche giovani artisti di Torino, in collaborazione con l’Associazione Sollievo di Leinì, hanno proposto brani con arrangiamenti di Livio Brescia; straordinaria partecipazione del maestro direttore d’orchestra, Luca Testa che ha scritto

appositamente una romanza Ho solo te, accompagnata dalla pianista Grazia Russi e interpretata da Francesco Troilo; partecipazione anche dell’attrice Lucia Vasini. Inoltre, coreografie strabilianti, gags esilaranti, hanno fatto da cornice ai brani musicali e all’esibizione di numerosi performer come Denìs Lioi. Apprezzatissimo anche il remix del brano Jamaica, coreografato dai giovani della compagnia.

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Anche Simone Cristicchi ha voluto inviare un messaggio a tutti i giovani del festival: «Un in bocca al lupo per la vostra carriera ma soprattutto per il vostro percorso di vita e di ricerca personale – ha detto Cristicchi nel video –. A volte ci troviamo di fronte a delle ferite che sta a noi trasformare in qualcosa di positivo. Non è facile individuare la propria unicità. È un cammino lento dove dobbiamo avere le antenne puntate verso la bellezza. Siamo addormentati oggi, viviamo in un mondo virtuale. Invece dobbiamo sentire quella scintilla di bellezza in noi nel momento in cui creiamo affinché il mondo possa essere migliore dopo il nostro passaggio. La musica ci permette di allargare la nostra coscienza ad altra gente. Trovate la scintilla dentro di voi abbiatene cura e fatela crescere e regalatela a tutto il mondo». Non è stato un talent, né una gara, ma un’occasione per i ragazzi, che lo hanno progettato e realizzato per esprimersi davanti ad un nutrito pubblico, vedere inseriti in un CD i propri brani, esibirsi in diretta streaming avendo a disposizione gratuitamente per la preparazione del festival, oltre all’ospitalità, numerosi professionisti dello spettacolo e tecnici compreso lo stesso regista Carlo Tedeschi che da sempre presta la propria opera in forma gratuita ai giovani

Il festival nasce con l’intento di mettere per la prima volta sul palco giovani allievi che non sono stati scelti nelle accademie, ma che si sono distinti proponendosi. Questa è la peculiarità del Festival della Canzone per Leo: offrire un’opportunità a ragazzi, che oltre ad essere musicalmente dotati, manifestano una forte sensibilità verso le tematiche della condivisione, del rispetto dell’altro diverso da sè, della pace, dei valori universali e della civile convivenza. In questo modo, la Fondazione Leo Amici offre la possibilità ai giovani di trasmettere le proprie riflessioni e rendere pubbliche le proprie composizioni su questi temi. Il Piccolo paese fuori dal mondo è un luogo di cultura creativa ed efficace, intesa come un fattore fondamentale di cittadinanza attiva, dove il dono delle proprie capacità, anche artistiche, dell’apertura verso l’altro e accoglienza dell’altro, diventa strumento concreto per una reale e tangibile solidarietà.

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Molto attivo in America Latina sia nell’opera lirica che nei lavori sinfonici, spesso con l’Orchestra Sinfonica di Niš e l’Orchestra Sinfonica Nazionale del Paraguay, come direttore ospite.Sin dal 1995 è direttore artistico e musicale del “Coro e Orchestra G. Verdi” di San Severo con cui ha diretto più di cento concerti in Italia. È stato selezionato come direttore del tour “The Sopranos world Concert” che debuttò in America Latina nel 2007. Luca Testa, sin da giovanissimo, si è dedicato allo studio della direzione d’orchestra e della concertazione dell’opera lirica italiana, in particolar modo dei lavori verdiani, veristi e pucciniani, perfezionandosi sulla vocalità. Distintosi nella direzione dei grandi capolavori sinfonici per grande orchestra, riscuotendo notevoli apprezzamenti in Sud America e in Europa dell’Est per l’esecuzione delle pagine di Respighi e Martucci, ha debuttato nell’opera lirica con la direzione del Matrimonio Segreto al Teatro Giordano di Foggia (2001). Da allora ha diretto: La Traviata, Rigoletto, Il Trovatore, Aida, La Boheme, Tosca, Turandot, Madama Butterfly, Manon Lescaut, Cavalleria Rusticana, Carmen, Marcella, L’elisir d’amore, Pagliacci, Don Giovanni, La serva padrona, Norma, Il barbiere di Siviglia, La Daunia felice, in molti teatri di rilievo, nazionali ed esteri. È stato ospite di trasmissioni RAI in cui ha diretto ed ha parlato della musica di Verdi e Wagner.

CHI È LUCA TESTA

Il remix “Jamaica” accende l’estate 2018 RDL è l’acronimo de I Ragazzi del Lago, un gruppo di giovani artisti che spaziano nel campo artistico, dalla musica all’arte del teatro. Il giovane musicista e arrangiatore, Emanuele Tedeschi, per gli amici Meme, estrapola Jamaica dallo spettacolo musicale Notte Gitana – in scena per tutta l’estate 2018 al Teatro Amici – e la fa diventare una ballata appassionata mescolando sonorità latine a tanto reggaeton. Il brano è cantato da Simone Marino e Aurora Bertolo. Emanuele nasce artisticamente alla Ralac Group, casa di produzione musicale e cinematografica che ha visto crescere al suo interno tanti artisti, tra cui Stefano Natale, autore di musical di successo e premio Cape d’Antibes. Meme moltiplica la sua passione per la musica coniugandola con le immagini. Un connubio felice che fa di lui una delle nuove promettenti leve artistiche italiane.

VIDEO SU YOU TUBE ITALIAN MUSICALS CHANEL

Grazia Russi al pianoforte accompagna Francesco Troilo durante il live dell'inedito Ho solo te del maestro Luca Testa

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Strappa appalusi la romanza inedita Ho solo te

TI HO DATO TUTTO: l’anima, il cuore, la mia musica migliore...

Intervista al maestro compositore Luca Testa e alla pianista Grazia Russi

Un alito di vento sposta appena i tendaggi della finestra aperta al primo sole primaverile, la musica inonda la stanza mentre il maestro prova e riprova la partitura di Ho solo te, la romanza che regalerà, inedita, alla sesta edizione del festi-val. Le note si susseguono, fascinose, riempiendo l’aria di vo-lute armoniche, accogliendo le parole di un grande amore.

Poi saranno gli applausi del pubblico, giorni dopo, a sug-gellarne il successo. L’autore è il maestro Luca Testa, diret-tore d’orchestra apprezzato in Italia e all’estero e, per que-sta occasione, anche compositore.

«Venni qui al Piccolo Paese fuori dal mondo per la prima vol-ta l’estate scorsa ed è stato amore a prima vista; tutto è me-raviglioso – dice –. Qui l’arte è a tutto tondo e non fa altro che innalzare lo spirito e guardare veramente in alto, dove magari tante volte, presi dalla vita, dal tran tran quotidiano, non si guarda più. Qui i giovani sono fantastici: ballano, can-tano, sono pieni di quell'entusiasmo che ci colpisce profon-damente. Così quando l’organizzazione ha pensato a me, io sono stato felice di accettare e per questo appuntamento ho scritto una romanza che parla dell’amore a 360°, proprio

come lo proponeva e diffondeva Leo Amici, che ha voluto questo posto».

Lei è stato protagonista di grandi spettacoli in tanti teatri italiani ed esteri, adesso quali sono i suoi nuovi programmi? Sono stato per tanti anni in America Latina e quindi tanti spettacoli li ho realizzati fuori dal territorio nazionale. Tor-nando in l’Italia e in Europa, mi accorgo che non c’è grande sensibilità per i giovani talenti... e questo mi dispiace, so-prattutto per i ragazzi. Nei mesi scorsi ho collaborato con l’Orchestra metropolitana di Bari, con la quale ho altri pro-getti e ai quali si aggiunge una tournée di opere sul terri-torio nazionale.

Ho solo te è stata interpretata dal performer Francesco Troi-lo e accompagnata al pianoforte dalla pianista Grazia Russi, moglie del maestro Testa. `

«Ho iniziato giovanissima la carriera concertistica – afferma l’artista – ma ad un certo punto ho capito che volevo avere una famiglia. Ho ricevuto la gratificazione di aver raggiunto un alto livello, quindi mi sono presa una pausa per dedicar-mi ai miei tre figli. Conciliare la carriere concertistica con la famiglia è molto difficile, ma la musica è la mia forma di co-municazione emotiva così, ogni tanto, con piccole parteci-pazioni, come in questo caso, ritorno al mio antico amore».

Lei che ha iniziato la sua carriera artistica giovane (e questo è un luogo dove i giovani trovano ampio spazio per esprimersi) ritiene ci sia abbastanza spazio oggi in Italia per le nuove leve?I ragazzi seguiti da Carlo Tedeschi propongono arte come una bellissima forma di comunicazione e di socializzazione; sono pieni di entusiasmo, di vita, di amore e attraverso la musica si può fare anche questo. Ovviamente se si trovano gli spazi giusti. Talvolta l’ambiente artistico musicale può essere anche difficile da gestire ed è necesssaria una for-mazione giusta, che coniughi arte e vita, perché si fa musi-ca esprimendo l’amore, ma ciò non è sempre compreso nel mondo artistico e il cammino per i giovani può farsi arduo, specialmente per le donne.

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Caro Leo, anche questa volta Carlo ci ha preso le mani e ce le ha intrecciate le une nelle altre, per ritrovarci ed essere forza d’amore. E lo abbiamo fatto subito, uniti per custodire questa dolce carezza ricevuta da Dio attraverso di lui. Ma io vorrei fare ancora di più. Vorrei poterti abbracciare forte e chiedere perdono...Lo faccio riempiendomi d’amore, di luce, amando ancora di più, gridando ancora più forte questo sì a cui mi sento chiamata, il sì che la mia anima ha bisogno di vivere per volare in alto. Come poter tener vivo il ricordo di una presenza sconosciuta? Eppure io ti ho incontrato, ti ho sentito, ti ho amato, ti ho scelto, attraverso gli occhi di Carlo, le sue parole, i suoi gesti, il suo amore. Ti porto con me, e ti seguirò in ogni tempo, spazio e dimensione, per sempre. Buona festa d’amore a te, che sei l’amore. Mentre io, che ne ho respirato un frammento, non posso che portarlo nel mondo.

Martina

Carlo,uno squarcio indelebile nell’anima che non porta do-lore, ma un segno sincero che non ti abbandona più.

Nico

Leo, ti scrivo con l’emozione che mi annoda la gola per le cose viste, vissute, sentite. A volte ti ho sognato. Carlo mi ha sempre parlato di te e trasmesso il tuo amore con tutto quello che volevi mi arrivasse e gli insegnamenti su come diventare uomo.Ti ho sentito tanto in questi “tuoi” giorni in cui, per iniziativa di Emanuele e sostenuti da Carlo e Daniela, da Silvana, Anna e Claudio, abbiamo stabilito un nuovo inizio. Noi giovani siamo come risorti ed anche tu. Eri con noi e sei con noi. Abbiamo tirato su la bandiera dell’amore che ci hai lasciato, per farla sventolare alta sul “tuo” lago, affinché inondi tutti e sia portata da ognuno nella propria città.Ho ascoltato le tue parole nello spettacolo (n.d.r. Patto di Luce), eri tu, ed ogni frase mi ha commosso e aperto il cuore in modo da poter contenere tutto ciò che dall’alto vorranno donarmi per trasmetterlo ad altri, ai fratelli con cui condivido questo cammino alla sequela di Dio e a coloro che arriveranno.Grazie, perché non ti stanchi mai e abbracci tutti nel tuo Piccolo paese fuori dal mondo.

Matteo

. . .QUALCUNO MUOVE AMICIZIA E LA PROPAGA FINO A DARE ORIGINE AL TUTTO...

Le parole dei giovani che hanno partecipato alle giornate

L’evento 14 -16 APRILE 2018

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L’amore è stato il primo moto.

Tutto è iniziato per amore.Prima di ogni cosa.

Prima che esistessero tutte le cose...prima ancora...

"Qualcuno" muove amoree lo propaga fino a dare origine al tutto.

Questo 16 aprile è “l’inizio di un nuovo inizio”.Emanuele lo conferma e, per amicizia,

si muove verso ognuno di voi.Sincero. Schietto, anche scomodo a volte,

ma amico.La lealtà-sincerità non è forse moto d’amore?

Ecco issarsi dunque,sul pennone più alto, una bandiera, quella dell’amore e dei suoi colori.

Al suo posto, come quando Leo ne era movente e inizio.Che possiate e vogliate dunque essere ruscelli

della fonte inesauribile dell’amore. L’amore c’è.

Ognuno sa che l’amore c’è e vince.

Da quel lontano giorno dell’inizio, quando si squarciarono le tenebre per illuminarlo,

l’amore si propaga senza sosta. Senza clamore, visibile agli animi purificati da esso.

Siate voi, produttori e conduttori d’amore per sempre.

Sceglierlo significa farsi scegliereperché la sua bellezza, indimenticabile e struggente,

torna e ritorna a bussare in noi.È questo il nuovo meraviglioso impegno

che, dopo il primo sforzo, data la nostra libertà di scelta,

come fiume, cascata, dolce pioggia d’estate,

brezza della sera,energia del mattino,

fluirà in noi, per sempre.

L’eternità d’amore non è una conquista.È già pronta, definita, modellata per accoglierci

e restituire, anche a noi,il frutto di ciò che avremo seminato.

Carlo Tedeschi

I colori simbolici dell'amore e la bandiera che li rappresenta hanno sventolato per tanti anni su un pennone attorno al lago. Nessuno ricorda per quale motivo è stata tolta ed il pennone è diventato un groviglio di edera. La nuova bandiera è stata rimessa al suo posto e a questo momento, che ha concluso le giornate, è stato dedicato uno scritto.

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NOTTE GITANA L’APPUNTAMENTO PIÙ COOL DELL’ESTATE 2018!

Ogni rappresentazione SOLD OUT

L’estate gitana 2018 è stata più di una conferma! Rappresen-tazioni SOLD OUT ogni sabato al Teatro Leo Amici da giugno a settembre con 40 artisti sul palcoscenico (tra cantanti, mu-sicisti, ballerini, coristi), percussioni e chitarre coinvolgenti. Lo spettacolo musicale spagnolo, scritto e diretto da Carlo Tedeschi e interpretato dalla compagine RDL, è dedicato alla donna e alla riscoperta della sua femminilità.

Il brano Jamaica, remixato da dj Meme alias Emanuele Tedeschi (canale YoutubeI-talianMusicals Channel), inserito nel rialle-stimento di Notte Gitana, è stato protago-nista per l’intera estate a cominciare dalla performance live della kermesse Piacere Spiaggia Rimini …e tu? che si è tenuta al Piazzale Fellini il 1° maggio scorso. La pre-sentazione degli eventi è stata promossa da Spiaggia Rimini Network, il consorzio che riunisce oltre 200 operatori della spiag-gia di Rimini in un’unica cabina di regia in

grado di coordinare e mettere a sistema volontà ed energie per il rilancio dell’offerta turistica estiva della spiaggia. Un mondo magico di attrazioni sulla battigia dove, anche le applauditissime performances settimanali di Jamaica sotto le stelle, hanno dato vita al fascino e al fuego della terra di Spagna. Un plauso ai gio-vani artisti che si sono “donati” instancabilmente contribuendo alla riuscita di eventi sparsi sulla riviera dalle feste di mezza estate all’Altamarea BeachVillage di Cattolica, ripagati dal richiamo che ha portato ai sold out registrati ad ogni rappresentazione di Notte Gitana che si è tenuto al Teatro Leo Amici del Piccolo Paese fuori dal mondo. Bravi!!!

Live di Jamaica anche a Rimini in p.zza Cavour al termine della conferenza stampa dove è stata presentata la pro-grammazione estiva al Teatro Amici con Notte Gitana e la stagione teatrale 2018/2019 con sette spettacoli in pro-gramma e il debutto nazionale della nuova produzione Mohican.

Notte Gitana si replica con successo anche in Sicilia. Riallestimento riuscito, realizzato dagli insegnanti e allievi dei corsi di musical nella parrocchia San Pietro di Bagheria e della Casa del Ponte di Santa Caterina, con l’aiuto regista Annamaria Bianchini, che ha guidato e portato in scena i giovani allievi. In agosto rappresentazioni a Bagheria (PA) in occasione della festa patronale di San Giuseppe in collaborazione con il comu-ne, a Santa Caterina Villarmosa (CL) in piazza Garibaldi e ultima replica a Campofelice di Roccella (PA).

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La donna è al centro di Notte Gitana 2018. La sua figura ma anche il suo es-sere motore della società, diventano protagonisti in questa riedizione del noto spettacolo musicale che tanto appassiona il pubblico e che trova, nell’attuale riallestimento, una nuova maturità ad oltre 21 anni dal suo de-butto avvenuto nel 1997 a Riccione davanti ad oltre 7mila persone e che lo scorso anno ha concluso al Porto antico di Genova il cartellone estivo del Teatro Carlo Felice. Nel frattempo centinaia di rappresentazioni in tutta Italia ne han-no consacrato il valore artistico a cui, da quest’anno, si è aggiunto uno spesso-re culturale-sociale, che ha ottenuto il grande plauso del pubblico e sold out consecutivi. Ne abbiamo parlato con l’autore e regi-sta Carlo Tedeschi.

Notte Gitana, che ha messo sempre in luce la figura della donna e del-la sua femminilità, approfondisce ancora di più questa tematica, toc-cando le dinamiche tra i due sessi. Una scelta dettata, registicamente, dall’attualità?Certamente sì – afferma Tedeschi – ma bisogna anche riconoscere che il tema della coppia, e dunque della dinamica tra i due sessi, pur mantenuto vivo e alla ri-balta dall’attualità, è tema antico quanto il mondo e presente in altri miei spettaco-li, anche nei suoi aspetti contraddittori.

La donna è individuata, nelle parti recitate, come motore, attrice e pro-motrice del rapporto di coppia. Non è un peso troppo grande per questa donna del Terzo Millennio?La donna, da sempre meravigliosa crea-tura, è motore e promotrice del rapporto di coppia, ma lo è anche come madre. È un peso certamente grave per la donna, ma credo che proprio per le peculiarità del suo modello, se non fosse ostacolata, im-pedita o addirittura violata dalla società o da partner negativi, quel peso possa an-cora portarlo, per come ha sempre fatto, con il coinvolgimento della sua femminili-tà, con il sorriso e la sensibilità che la con-traddistinguono – prosegue il regista.

I femminicidi sono all’ordine del giorno, in Italia, nel mondo. C’è una strada per evitare questa pericolosa spirale?Non sono io a dover concepire e proporre soluzioni alla pericolosa spirale di violen-za dove l'uomo in casi sconvolgenti fa precipitare la donna – precisa Tedeschi –. Potrei solo dire che il bene e il male sono in continua e perpetua rotazione d’al-ternanza, lotta e rivalsa, e che, per come diceva il mio mentore Leo Amici, «il male viene attratto dal bene come le api sul miele». Credo dunque si debba scoprire, dal momento che il male sembra essere arrivato al colmo, dove sia quel bene così grande da attirare il male con una tale forza e violenza, o meglio essere certi, dal momento che il fenomeno ha una sua valenza anche scientifica, che quel gran-de bene ci sia e che occorra riconoscerlo ed esprimerlo su grande scala per il bene comune.

Al termine dello spettacolo finalmen-te la protagonista acquista consape-volezza di sè e tutto l’universo mon-do del musical si coordina attorno a questa figura femminile. Il suo vuole essere un messaggio di speranza?Certamente il “nuovo” e, dunque, la spe-ranza sono i giovani ed i più piccoli, “sof-tware incontaminati”, sono esposti all’in-serimento di “file” pericolosi e negativi che potrebbero trasformarli in robot in-sensibili o ipersensibili nei quali, improv-visamente, un corto circuito o un fusibile bruciato, renderebbe scontato il mal fun-zionamento. Al contrario, “file” positivi e rassicuranti di conoscenza e bellezza ne renderebbe scontata l’armonia. Dal mo-mento che l’essere umano è composto di “materia viva”, cellule in movimento e libero arbitrio, occorre stimolare, attra-verso la testimonianza e l’esempio, intri-gare la volontà personale che deliberata-mente viene attratta dalla bellezza, dal calore, dalla luce, dall’amore” – conclude Carlo Tedeschi.

Il rapporto tra uomo e donna nel Terzo Millennio

in NOTTE GITANA

NE PARLIAMO CON IL REGISTA CARLO TEDESCHI

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Anche Francesco Troilo, alias Fran-cesco di Carlo, uno dei performers più apprezzati della compagnia dei Ragazzi del Lago è stato tra i protagonisti in Paraguay, dell'ap-plauditissimo spettacolo Pasión Latina, evento organizzato dalla Fondazione Gloria International insieme all’Università Politecnica e artistica del Paraguay con il patroci-nio dell’Ambasciata italiana in Para-guay e del Ministero della Cultura. L’appuntamento è stato fissato per il 14 di luglio al Gran Teatro Lirico del Banco Central del Paraguay di Asunción.

Lo spettacolo è andato in scena con la partecipazione di Gloria del Pa-raguay (cantante soprano ricono-sciuta nel mondo della musica per la versatilità della sua voce - premio Leo Amici 2017) e la presenza di numerosi artisti italiani tra i quali

Luciano Pompilio, uno dei mag-giori divulgatori dell’opera di Agu-stín Pio Barrios Mangoré (grande maestro storico della chitarra; nel panorama generale dell’arte latino-americana, figura vicino ai grandi artisti, musicisti, scrittori e poeti che seppero riunire, nella loro opera, l’e-redità della tradizione europea e gli aspetti vitali delle culture originarie dei paesi in cui erano nati e nel caso di Barrios di tutto il continente), Renato Bellucci, maestro di chitar-ra classica, e Francesco Troilo della compagnia dei Ragazzi del Lago che ha interpretato due brani, tra cui un suo inedito, e danzato sulle note di un’aria dell’opera Carmen di Bizet interpretato da Gloria del Pa-raguay. Ha partecipato anche il maestro pa-raguaiano Rito Pedersen, arpista, l’artista emergente Magalì Cha-se, Mallorquin e Jorge Galeano.

Hanno presentato un repertorio composto dalle opere più note di Mangorè fino al folklore nazionale, alla musica latinoamericana, brani d’Opera e ritmi esotici.

PASION LATINA14 luglio ad Asunciòn in Paraguay:

in scena anche Francesco Troilo del cast di Notte Gitana

Stefano Natale, vicepresidente della

Fondazione Leo Amici (a sinistra nell'immagine in

alto) ha accompa-gnato Francesco

Troilo in Paraguay per avviare rapporti

di collaborazionein favore dei giovani

e soggetti in difficoltà.

Gloria del Paraguay e Francesco di Carlo sul palcoscenico del Gran Teatro Lirico del Banco Central

del Paraguay di Asuncion.

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Chiara di Dio, il musical scritto e diretto da Carlo Tede-schi, è stato interpretato dai Ragazzi del Lago, sabato 18 agosto presso la chiesa di San Francesco di Narni (TR), nel corso dello spettacolo-testimonianza in memoria di Marianna Boccolini, la giovane narnese scomparsa nel 2010 in seguito a un incidente stradale all'età di 18 anni.L'iniziativa è stata voluta dalla mamma e da padre Massi-mo Reschiglian, dell'Ordine dei frati minori, con il patro-cinio del Comune e il sostegno della parrocchia di San Giovenale e Cassio, ed è nata dal desiderio di Marianna

di «dare voce ai giovani». Di lei, infatti, i promotori ricor-dano che «sognava un mondo a colori senza odio, senza ingiustizie...», e che a 11 anni scriveva «la pace inizia nei piccoli luoghi, inizia da noi».Realizzato dunque con i giovani per i giovani, ha visto succedersi testimonianze su Marianna, che ha vissuto una vita breve ma intensa e ricca di valori umani, ma an-che di giovani che sono usciti dal tunnel delle dipenden-ze e sono ritornati gioiosamente alla vita mettendosi al servizio del prossimo.

In ricordo della giovane scomparsa a 18 anni

CHIARA DI DIO a Narni per Marianna "La vita vale sempre la pena di essere vissuta"

I giovani sono la risorsa più preziosa dell'umanità, sono la nostra speranza, il futuro viaggia sulle loro ali. Il loro cuore assetato di verità, di giustizia e di amore, abitato da una sana inquietudine, mai come oggi ha bisogno di ascolto, di risposte, di sana provocazione, di essere promosso e sostenuto con speranza. Ogni giovane porta in sé un sogno di un mondo migliore, a volte lo grida nei modi in cui sa e può fare, a volte lo cerca nel silenzio. Spesso gli adulti non riescono a decifrare il linguaggio dei giovani fermandosi all'apparenza. Ogni giovane è un mistero ed è sacro. Ai giovani spesso mancano adulti motivati, innamorati della vita e dell'umanità, capitani coraggiosi che cre-dono in loro, che stiano loro davanti ascoltandoli e guardandoli negli occhi, instaurando dialoghi e relazioni, che non facciano loro sterili rimproveri e vuote prediche ma con il proprio esempio concreto mostrino loro che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, che nulla c'è di più bello che stare al mondo ed amare il prossimo pur nella diversità ed insieme operare per edificare un mondo colmo di bellezza in cui la fragilità, la sensibilità e la tenerezza non sono viste come debolezze ma come virtù vittoriose. Amici di Mary

CURATORI DELL’EVENTO: p. Massimo Reschiglian e Maria Letizia Tomassoni

LA TRAMA DEL MUSICALUn vecchio spiega l’esigenza di raccontare la vita di Santa Chiara utilizzando le parole di Papa Giovanni Paolo II: «È veramente difficile disgiungere questi due nomi, Francesco e Chiara». Li definisce “fenomeni”, “leggende”. Lo spettacolo inizia con Chiara morente, intorno a lei le consorelle piangenti. Chiara sfinita, chiede una "cerasa”, una ciliegia. Lei, abituata ai digiuni, chiede, con una umanità straordinaria, qualcosa per sé. Agnese manda di corsa una sorella nel chiostro, ma siamo in agosto e non è stagione di ciliegie, e nei pochi minuti che separano la richiesta di Chiara dal ritorno della consorella (che arriverà miracolosamente con la ciliegia tra le dita) scorrono il primo ed il secondo tempo, con gli avvenimenti più toccanti della sua vita: l’incontro con Francesco, la fuga da casa, il taglio dei capelli per la sua consacrazione, lo spettacolare confronto con i Saraceni.

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Un musical che «unisce in un incontro serafico migliaia di giovani», così lo ha definito il regista e autore Carlo Tedeschi in occasione del debutto della compagnia ama-toriale I Di...Speranza a Caserta lo scorso 5 maggio 2018. Un musi-cal che ha, difatti, unito e continua ad unire mi-gliaia di cuori, diventan-do nel corso della sua “vita” sempre di più que-sto grande “magnete”. Perché di vita si parla, infatti, quando intorno all’orbita di un’opera teatrale così ricca di significato si addensano molteplici storie da raccontare, an-cora oggi, ad oltre dieci anni dalla sua nascita.

Storie come quella della compa-gnia I Di...Speranza che nasce a Caserta nel settembre 2017 dalla volontà di quattro amici, Salvato-re Cembrola, Dario Nazzaro, Emilia Rocco e Daniele Barba, spiritual-mente e intimamente legati alle figure dei santi Francesco e Chiara.

Salvatore, che ne è il regista, vide e conobbe Chiara di Dio nel 2009 al teatro Metastasio di Assisi, dove è andato in scena in pianta stabile per oltre dieci anni. L’anno succes-sivo riuscì a debuttare insieme al gruppo parrocchiale di Aldifreda di Ercole, frazione del comune di

Caserta, grazie anche alla collabo-razione dei frati di Caserta. Dopo una sola replica il progetto si fermò, ma non nella mente e nel cuore di Salvatore che desiderava ancora ri-portarlo in scena. A distanza di set-te anni, lo scorso settembre 2017, il gruppo ha coinvolto in breve tempo circa una ventina di persone per dar vita all’attuale compagnia teatrale amatoriale I Di...Speranza. Infine in soli nove mesi, tra prove, difficoltà e sacrifici, la compagnia ha debuttato con Chiara di Dio in versione inte-grale presso il teatro Città di Pace di Caserta.

«Uno spettacolo uni-co nel suo genere. Un musical che racconta la storia di queste due colonne della Chiesa, Chiara e Francesco, nella semplicità e nell’umiltà più assolute. Umiltà e semplicità che sono non solo gli elementi caratte-rizzanti dei due santi di Assisi ma anche i valori ai quali I Di...Speranza si sono rifatti per approc-ciare la messa in scena di quest’opera. Parten-do da zero: non un euro in tasca, né materiale di

scena. Ma la strada si è aperta, passo dopo passo, trovando sponsor e per-sone che si sono dimostrate favorevo-li a contribuire al progetto nella totale gratuità. La Provvidenza non tarda a venire!» queste le parole di Salva-tore che hanno dato anche il “là” al musical in un trepidante ed intenso buio scenico poco prima che il sipa-rio si aprisse. «Ed ora gli artisti sono pronti a far vivere al proprio pubbli-co un’esperienza di amore assoluto. L’amore della povertà come dono di Dio per i fratelli. L’emozione che stan-no provando è tanta e sono tutti tesi come corde di violino per il loro primo debutto come compagnia teatrale. Vi chiediamo quindi di spegnere i cellu-lari, ma per accendere la mente, spa-lancare il cuore e permettere di farvi attraversare l’anima dalla leggenda divina di Chiara e Francesco.»

Il musical sulla santa di Assisi per la prima volta nella città campana

CHIARA E FRANCESCO in scena a Caserta con l'interpretazione della compagnia I DI...SPERANZA

di Pasquale Ioffredo

Dall’amore per Chiara e Francesco nasce DI... SPERANZA una compagnia teatrale

che ha portato in scena il musical sulla vita della santa di Assisi

«Evviva Chiara di Dio! Unisce – riunisce in un incontro serafico migliaia di giovani.

Ora tocca a voi, vi sono vicino, anzi accanto, nel nome di quel Dio, Padre Nostro, che questa sera,

attraverso il Suo santo spirito, permetterà a Chiara e Francesco d’esser presenti e in voi per proseguire la loro devozione, il loro amore,

la loro partecipazione alla realizzazione del suo regno. Anche qui. Avete voi, questa sera, questo grande onore e sono fiero di voi.

Vorrei conoscervi, essere con voi per crescere e farvi crescere, e non solo artisticamente.

Ascoltate, quando sarete liberi dal vostro impegno artistico, Pasquale che, pur non potendo rappresentare la totalità delle grandi cose

che il Signore ha realizzato attraverso di me, potrà, vero e sincero, dire la sua, raccontarvi e raccontarsi.

Si alzi il sipario sulla bellezza di Chiara, Francesco, sulla vostra!»

L’augurio dell’autore e regista Carlo Tedeschi giunto agli artisti prima della rappresentazione

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E di unione e aggregazione di cuori si è trattato davvero. La realizzazio-ne del musical, oltre ad essere sta-ta un successo di pubblico con un sold out annunciato già venti giorni prima e 360 posti assegnati tra pla-tea e balconata, ha infatti portato a unirsi chi nei dintorni, o poco più di-stante, è venuto a conoscenza della notizia che l’opera sarebbe stata di nuovo messa in scena a Caserta. In particolare sono accorsi con me, per condividere quelle poche ore prima del debutto, frenetiche, intense e meravigliose al tempo stesso, i gio-vani del gruppo teatrale di Pozzuo-li in provincia di Napoli, anch’esso alle prese con i preparativi di Chiara di Dio, e Mirko Occhipinti insieme a Emanuel Gatta, rispettivamen-te insegnante di danza e cantante dell’accademia teatrale di Mattinata, in provincia di Foggia.

Fra gli ultimi preparativi, il trucco e parrucco, la compagnia intera ha incontrato e conosciuto i visitatori e insieme, oltre al relazionarsi e a qual-che sana risata di stemperamento della tensione, hanno pregato come segno di benedizione e affidamento di loro stessi nonché per la buona resa dello spettacolo.

La presenza dei due gruppi è stata molto gradita all’intera compagnia

che alla fine del musical, fra gli ap-plausi del pubblico e la commozio-ne degli artisti, ha invitato i due re-sponsabili di Pozzuoli e Mattinata, sul palco per condividere sensazioni ed emozioni vissute.

«Siete meravigliosi, grazie per il lavoro svolto. Mi avete commosso, non è man-cato nulla, non è mancata la professio-nalità!» sono state le parole di Mirko, cui ho aggiunto:

«Avete portato in scena uno spetta-colo che unisce i cuori e il lavoro fatto si è visto. Si è visto l’impegno, si sono visti questi nove mesi di preparativi, quasi come un parto. Ed è stata una grande gioia, dopo il dolore del par-to, vedere questo figlio meraviglioso che avete portato a tutta la vostra comunità, ai vostri amici e dunque veramente complimenti dal profon-do del cuore»

«Va a voi il mio grazie. Il vostro so-stegno, la vostra vicinanza, le vostre parole. Dio era con noi! Lo avverti-vo... Lo sentivo accanto a noi. Spero davvero in una collaborazione e in una crescita insieme» ha concluso il regista Cembrola a nome di tutta la compagnia de I Di...Speranza.

Uno spettacolo che unisce realmente i cuori.

Evviva Chiara di Dio!

La compagnia teatrale I DI… SPERANZA con alcuni giovani dei Ragazzi del Lago, che hanno assistito ad una delle repliche di Chiara di Dio tenutesi in luglio a Casagiove (CE) toccando con mano come la bellezza di Chiara e Francesco, la loro semplicità, il loro amore, traspaia da questo musical, chiunque lo interpreti.

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a Torino il Teatro Nuovo e il Colosseo ospitano con successo il musical

ACCADDE PER STRADA…scritto dai giovani...alla riscoperta dei valori… ad aprile 2019 al Teatro Leo Amici di Monte Colombo

Tre associazioni per realizzare un progetto

Due nel capoluogo piemontese le repliche del musical Accadde per strada, realizzato e interpretato dai giovani della compagnia teatrale Anima libera dell’Associazione Sollievo onlus di Leinì (TO), che si occupa di bambini e ragazzi utilizzando il teatro come strumento di crescita morale e artistica, con musiche di Livio Brescia, Simone Marino e Aurora Bertolo e con la direzione artistica di Annamaria Bianchini.

Il musical rientra nel Progetto Accademia PerLa strada, promosso dal Consiglio regionale e dalla Consulta delle Elette del Piemonte, ed è nato dalla collaborazione con gli insegnanti e gli artisti della compagine teatrale RDL formata da Carlo Tedeschi, impegnato da oltre trent’anni nell’aiuto concreto dei giovani.

Il copione nasce da un circle time tra Silvana Papandrea, presidente della Sollievo, associazione che in seguito alla collaudata collaborazione con l’Associazione Dare ha mutato il suo nome in “Dare... sollievo”, e diversi giovani che hanno potuto denunciare i disagi che vivono e le difficoltà che incontrano trovando così una soluzione ai loro problemi.

Viene narrata la storia di un adolescente dei nostri giorni nella quale improvvisamente irrompe, in una realtà al di fuori del tempo, un ragazzo di nome Domenico. Si parlerà di malessere giovanile, separazione, fede, dipendenze vecchie e nuove, bullismo: nella finzione scenica i giovani attori immaginano di dialogare su questi temi proprio attraverso la vicenda umana, spirituale ed educativa di Domenico Savio, l’allievo prediletto di Don Bosco morto a 14 anni nel 1857 e diventato santo. Senza miracoli scompaiono la strada, le superficialità, le scelte banali in cui si è orfani di valori e di passioni per la vita.

Ampio è stato il consenso tributato dalle scuole che per il matinée, tenutosi al Teatro Nuovo di Torino il 4 maggio, hanno fatto contare la presenza di oltre 600 studenti coinvolti non solo dalla rappresentazione ma anche dai giovani interpreti che al termine hanno interagito con loro attraverso la testimonianza delle loro esperienze e vicissitudini e di come sono riusciti a superarle.

Il matinée si è poi concluso con un messaggio, recitato anche durante lo spettacolo, di Manuela, una giovane ragazza che vi ha preso parte pur non potendo parlare

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a Torino il Teatro Nuovo e il Colosseo ospitano con successo il musical

ACCADDE PER STRADA…scritto dai giovani...alla riscoperta dei valori… ad aprile 2019 al Teatro Leo Amici di Monte Colombo

Tre associazioni per realizzare un progetto se non schiacciando i tasti di un computer e neanche camminare. Per Manuela lo ha letto Martina Ghetti: «Sì come dico. Odio i vostri facili giudizi. Come voi godete nel portare con i vostri gesti volontà negative, così potreste godere nel portare gesti positivi. Voi mi vedete come una disabile, ma io sono un dono per chi mi sa conoscere. Sono convinta che molto sotto sotto siate come cuori colorati d’amore e vi voglio dire che la vita porta solo sfide che mantengono vivi, ma la salvezza non avviene se non combatti». Il presidente Silvana Papandrea aggiunge: «Uno spettacolo nato per creare opportunità per esprimere i propri talenti e qualità, ma soprattutto per apprezzare le diversità facendone un punto di forza»

L’iniziativa, che si propone come un’opportunità per guardare alla vita ed impegnarla coinvolgendo attivamente e per accompagnare i giovani del territorio verso la speranza, la gioia, la riscoperta dei valori umani e dei propri talenti, ha riscosso apprezzamento anche al termine della rappresentazione del 20 maggio presso il Teatro Colosseo dove circa 800 spettatori hanno omaggiato la spettacolare performance con 10 minuti di applausi ed una standing ovation.

La parola agli artisti e al pubblico

Al termine del matinèe, inoltre, Carlo Tedeschi ha mediato tra la platea e i giovani artisti che hanno voluto testimoniare la propria esperienza, affrontando tematiche che hanno catturato l’attenzione anche dei meno attenti e sensibili ai problemi adolescenziali.

Davide, interprete di Domenico Savio: «Conosco l’Associazione Sollievo e Silvana da quando ero piccolo, poi nell’adolescenza ho cambiato strada ed ho cominciato a frequentare brutte compagnie, ad assumere atteggiamenti negativi, anche nei confronti dei miei genitori. Temevo di non riuscire più a tornare indietro, ero bloccato, non riuscivo a cambiare, non accettavo l’aiuto di nessuno e non volevo ascoltare. Poi ho provato a fidarmi delle persone più vicine a me, che mi volevano bene, al contrario di quei falsi amici che frequentavo. Ho scelto veramente, dentro, di voler cambiare vita, quindi ho iniziato a studiare danza, canto e recitazione nell’accademia dell’associazione e a breve sosterrò un esame di danza».

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Andrea: «Questo spettacolo è un qualcosa in più che è entrato nella mia vita, dove si possono commettere degli errori, attraversare dei periodi di crisi, e la sua magia consiste nel farmi rivivere quegli sbagli in maniera meno gravosa di come li avevo vissuti nella realtà».

Andrea: «Ho 19 anni e conosco le realtà del Sollievo e del Piccolo Paese del Lago da un paio d’anni. Nella mia vita ho attraversato momenti difficili e dolorosi, ho percorso brutte strade come il personaggio di Nico nello spettacolo, tra spinelli, droghe, depressioni; non sapevo chi fossi, non riconoscevo più me stesso e neanche gli altri, né i genitori, mia sorella, gli amici che ho finito col perdere. Quando poi ho conosciuto queste realtà, è stato come se fossi rinato con un nuovo Andrea, con la voglia di vivere, di ballare, suonare, di vivere appunto. Questo spettacolo tutte le volte mi trasmette delle emozioni fortissime: è come se rivivessi e interpretassi l’Andrea di una volta per far capire agli altri che è sbagliato, come se tirassi fuori il mio dolore per far capire agli altri quanto sia brutto.

Denis: «Ho 20 anni e conosco da pochissimo la realtà del Sollievo perché mi era stato proposto dai miei genitori di farne parte ma io, orgoglioso e testardo, non ne ho voluto sapere. Come Davide non avevo bisogno

di nessuno e come lui e Andrea ho avuto un’esperienza distruttiva con droghe e amicizie negative. Ci sono rimasto dentro per 7 anni ma arrivare al Sollievo è stato come risvegliarmi. All’inizio stupidamente non volevo neanche fare questo spettacolo perché mi sembrava una farsa e invece ho capito che la mia storia è come quella di tanti altri ragazzi, quindi sono davvero felice di poter condividere questo con tutti loro». (Denis partecipando al 6° Festival Una Canzone per Leo – Lago di Monte Colombo – è stato ripreso dal TG5 mentre danzava volteggiando a tre metri d’altezza aggrappandosi a dei drappi.)

Gloria, interprete del personaggio di Margot: «Ho 25 anni, sono un’attrice e, dopo essermi diplomata al Teatro Stabile di Torino, ho cominciato a lavorare con altre compagnie dove c’era tanta competizione e dovevi sempre dimostrare di essere la migliore altrimenti nessuno ti considerava. Nell’ultimo spettacolo interpretavo un ruolo difficile e tutta questa tensione mi aveva portato ad allontanarmi dalla realtà, facendomi ripiegare in me stessa, inoltre non volevo più vedere questi ragazzi perché sarei stata molto felice e non sarei riuscita a interpretare quel ruolo, quindi mi sono detta: “Ma se quando lavori fuori ti senti così triste e sei così dispiaciuta di non poter vedere i tuoi amici, che tra l’altro sono impegnati nella tua stessa attività,

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allora perché non fai l’attrice in questa compagnia stupenda, dove veramente ti prendono per quella che sei e che sai fare?" Il bello è questo, che ognuno ha la sua storia, le sue difficoltà, ognuno è diverso, ed è la diversità la forza di questo gruppo, dunque sono felicissima di aver preso parte a questo spettacolo, per voi... con loro... il primo dopo aver preso la mia decisione».

Carmine, interprete di Nico e insegnante di danza: «Penso che non ci sia gioia più grande che poter vivere queste emozioni continuamente, cercare l’amicizia, questa luce di cui si parla nello spettacolo inoltre, crescendo spiritualmente con Carlo, ho riscontrato, con i suoi insegnamenti, che nei momenti bui c’è sempre da qualche parte una luce che ti tira fuori. Se credi in Dio lui pone sempre delle luci lungo il tuo cammino ed io in tutte le difficoltà che ho vissuto (ho 27 anni, ma sono giovane come voi), nelle mie ribellioni, con i miei genitori che si sono separati come nello spettacolo, ho sempre ricevuto questa luce e alla fine mi sono rassegnato ad affermare che c’è veramente. Da lì è iniziata la mia ricerca nell’amore, nella vita, nella bellezza che ho trovato. Grazie a tutti per essere qui. Incontriamoci ancora!»

Valeria, una spettatrice: «Un musical ideato dai giovani per i giovani che tratta tematiche forti e parla di esperienze reali in modo sereno e senza scadere nel moralismo, uno spettacolo genuino, sentito e vissuto. Evviva Accadde per strada!»

Al termine del dibattito il regista Carlo Tedeschi ha così concluso: «Avete visto questi giovani sorridenti e felici e avete sentito e capito che quello che vi hanno trasmesso è la verità, ma non pensate che sia facile. È semplice, ma non è facile. Bisogna impegnarsi, essere seri, guardarsi interiormente e conoscersi nella profondità perché è lì che le nostre anime hanno bisogno di verità, di amore e di bellezza».

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Nelle pagine che seguono scorrono notizie, immagini, emozioni dei diversi saggi di fine anno accademico.

In redazione sono giunti molti pensieri e testimonianze di allievi e genitori densi di bellezza e gratitudine, e vo-lentieri ne riportiamo alcuni stralci. Gli artisti della ACSD Danza e Musical che si sono dedicati all’insegnamento ricambiano per la fiducia e l’impegno riposti, quindi un grande grazie da: Carmine, Giada, Matteo, Simone, Au-rora, Lisa, Martina e Davide per Torino; Iacopo, Greta, Federica e Giovanna per Ferrara; Giacomo e Michela per Assisi (PG); Patrick e Larysa per Volterra (PI); Mirko, Desola ed Emanuel per Mattinata e Monte Sant’Angelo (FG); Serena per Colledoro (TE); Leri, Francesco, Ciro e Lucia per Santa Caterina (CL); Nicole e Carlo per Bagheria (PA); infine Annamaria Bianchini, aiuto regista di Carlo Tedeschi e direttrice artistica delle varie accademie.

Riportiamo l'augurio di Carlo Tedeschi per coloro che hanno affrontato l’emozionante momento del saggio nelle varie accademie dal Piemonte alla Sicilia.

Un altro saggio di fine anno.Un altro.

Il tempo scorre e la vita,come una scuola, un’accademia appunto,

invita a rendere conto dell’impegno, della serietà, della volontà e, se ciascuno accoglie l’invito,

viene ricambiato e premiato dell’impegno preso o nel quale, per vari motivi, si è ritrovato.

È proprio in questa prova d’autore, nel superarla, a pieni o medi voti non importa,

che ci si rende conto dei propri limiti, se ci sono, e dunque, proprio perché identificati

nella prova, suberabili .Oppure si può toccare con mano il proprio

raggiungimento così da poter ripartire da quel punto ricchi della

nuova consapevolezza. Vi sono vicino.

Comunque vada è sempre una vittoria, un’opportunità,

un trampolino di lancio!Con Amore

Nella rosa delle numerose iniziative promosse dalla Fondazione Leo Amici e sostenute dall’Associazio-ne Dare, una sezione di rilievo è dedicata all’attività teatrale, praticata non solo nel Teatro Leo Amici del Piccolo Paese del Lago ma, da circa 10 anni, anche nelle sedi esterne con centri d’aggregazione gio-vanile dove gli artisti RDL Ragazzi del Lago e riu-niti oggi nella ACSD Danza e Musical, si dedicano ad altri giovani trasmettendo, attraverso le qualità artistiche della danza e del canto, della musica e della recitazione, i loro valori.Spesso questa attività sfocia in collaborazioni con diocesi, eventi locali e con altre associazioni sociali, culturali e artistiche creando sinergie e nuove op-portunità di crescita e sostegno per i ragazzi. Si potrebbe definire teatro sociale o teatro educa-tivo, una nuova frontiera che opera nei contesti della prevenzione del disagio, della reintegra-zione sociale e della formazione personale e professionale. Non ha come obiettivo primario il fattore estetico e commerciale bensì l’accompagnare il giovane nel processo di scoperta del vero sé e di costruzione dell’individuo valorizzandone talenti e potenzialità spesso inespresse.

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CASA DEL PONTESanta Caterina Villarmosa – Caltanisetta

Tre appuntamenti , tre volte in scena gli allievi dei vari corsi.

24 maggio – Nella Casa del Ponte si è svolto il saggio di musica con ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni che hanno frequentato i corsi di violino e pianoforte e si sono potuti esibire con un brano a propria scelta.3 giugno – In P.zza Marconi a Santa Caterina alla presenza di 500 persone i 40 allievi più piccoli hanno cantato, danzato e recitato nella rappresentazione de Il Re Leone. Una bella sfida per gli insegnanti che hanno cucito i costumi, realizzato le scenografie e truccato ciascun bambino. Uno sforzo ampiamente ripagato dall’entusiasmo del pubblico.«…Vi ringrazio a nome di tutta la comunità per ciò che fate per questi ragazzi – è intervenuto padre Antonio – perché si vede che lo fate con amore. Ho sentito nel cuore la felicità nel vedere i valori che cercate di tramettere attraverso l’arte del teatro, facendolo gratuitamente e a volte, senza dirlo a nessuno, rimettendoci di tasca vostra…». 9 giugno – In P.zza Marconi a Santa Caterina gli allievi più grandi, hanno rappresentato lo S…Varietà Made in Italy di Carlo Tedeschi interamente riadattato nei costumi e nelle scenografie dagli insegnanti che si sono tenuti fedeli al copione per mantenerne l’impatto spettacolare. Stupore tra gli spettatori per la professionalità e per i miglioramenti dimostrati dai loro ragazzi. Per il saluto finale sono saliti sul palco le autorità presenti per dare appuntamento al prossimo anno e Padre Antonio ha voluto sottolineare l’importanza della presenza di una sede distaccata della Fondazione Leo Amici a Santa Caterina e come, in una realtà così piccola, sia notevole che l’accademia venga frequentata da 101 iscritti.

Leri Benedetti - laboratorio teatrale, recitazione e dizione Ciro Gelsi - danza classica metodo RAD, danza moderna ISTD Lucia Brancato - canto, violino e pianoforte complementare

... dalla Sicilia

GIARDINO DI MARIAColledoro – Teramo

C’è chi pensa anche al “diversamente” giovane.

3 giugno 2018 – Nell’oratorio del Giardino di Maria si è tenuto il saggio di danza di fine anno. In questa sede Serena Munizzi, insegnante di danza classica e moderna, ha dedicato alcune ore anche al movimento caraibico della Zumba insieme a tante signore del paese. Ad assistere al saggio anche una rappresentanza dell'Associazione Dare di Rimini di cui riportiamo alcune impressioni.

Ci ha fatto bene essere presenti ed è stato corrisposto anche dai ragazzi che sono stati molto felici di incontrarciChristian

Ci ha colpito vedere la bellezza delle signore, l’espressione e la loro carica... Non c’è limite di età, l’amore e la gioia si possono esprimere in qualsiasi modo. Le abbiamo ammirate…Ciro e Tommasina

... dall'Abruzzo

Complimenti di cuore agli insegnanti e ai nostri figli perché grazie a loro abbiamo potuto vivere un’emozione forte e indimenticabile.Maria

…Ho voluto aiutare nell’allestimento dei saggi …in questi due giorni ho capito cosa si intende per vera famiglia…Mi è piaciuta questa esperienza... Grazie davvero.Manuel

….continuate a chiamarlo saggio di fine anno, ma la sensazione è stata quella di assistere, dal vivo, ad un varietà televisivo di Prima serata!...Grazia Maria e Calogero

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TEATRO ITALIA Borgaro – Torino

Nuove associazioni a Torino: Music-All e Anima Libera

9 e 10 giugno - Teatro Italia di Borgaro Gioia, voglia di esprimersi, ma anche paura e insicurezza. Sono queste le sensazioni che hanno provato i ragazzi di Torino, finalmente sul palco pronti a mostrare i frutti di un anno di studio e di assiduo lavoro. Dietro le quinte un ultimo ripasso delle coreografie del musical S… Varietà made in Italy, spettacolo scritto e diretto da Carlo Tedeschi e riadattato per l’occasione.Il vociare degli spettatori in sala li manda in fibrillazione. L’emozione è maggiore del solito: i ragazzi sperano di rendere fieri i propri insegnanti, che questa volta non sono sul palco ma seduti in platea. A rendere la prima serata ancora più speciale è la presenza, tra il pubblico, dell’aiuto regista Annamaria Bianchini e di alcuni artisti della compagine teatrale RDL che ha inscenato nei più importanti teatri d’Italia la versione originale del musical.Per i ragazzi torinesi lo S… Varietà made in Italy non è uno spettacolo come gli altri, ma il traguardo di un anno di corsi tenuti nei tre centri che sono stati aperti nella provincia di Torino: Leinì, Balangero e Susa. La divisione in sedi, però, è una questione puramente geografica: le amicizie che sono nate tra gli allievi e i legami che si sono rafforzati dietro le quinte hanno unito i tre gruppi rendendoli un'unica famiglia.Seguendo l’esempio dei Ragazzi del Lago, hanno portato sul palco il proprio spirito di unione, solidarietà e condivisione, sicuri che: «… Comunque vada è sempre una vittoria, un’opportunità, un trampolino di lancio!».Giada Mecozzi - danza classica metodo RAD e hip popCarmine Passaro - danza moderna metodo ISTD, acrobaticoMatteo Pergentili - danza moderna metodo ISTD e acrobaticoSimone Marino e Aurora Bertolo - canto e chitarraMartina Ghetti - danza propedeuticaLisa Frassi - laboratorio teatrale

... dal Piemonte

TEATRO ‘900Tresigallo – Ferrara

Una collaborazione vincente tra le ACSD Accademia Arte e Luce e Danza e Musical

Nonostante sia stato il mio terzo saggio, l’emozione non è stata inferiore rispetto agli anni precedenti.Non è stato solo insegnare hip pop, sono stati ore, giorni, mesi di prove che ci hanno fatto stare insieme, avvicinare, scambiare reciprocamente qualcosa di bello, di buono e di costruttivo ripagando me, Greta Fattori, insegnante R.A.D. e Giovanna Schillaci, insegnante di canto.Il Teatro ‘900 di Tresigallo, la sera del saggio, era pieno in ogni ordine di posti, ma soprattutto si è riempito della gioia e allegria trasmesse dai ragazzi e percepite al 100% dal pubblico. Il legame che si è costruito con ognuno non potrà mai essere cancellato, resterà sempre impresso nel mio cuore e, credo, anche dentro di loro. Auguro a tutti loro di continuare così, di continuare ad amare, ad amarsi e a essere aperti, aperti alla vita, al bene, al nuovo. Iacopo Barbetti - danza hip pop e acrobatico

... dall'Emilia Romagna

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… Non sono lì con voi fisicamente in questo momento e mi scendono le lacrime a pensarci, ma sono con voi con il pensiero, con la speranza, l’amore, il cuore e con l’anima! Improvvisamente mi ritrovo a sorridere tra me e me, perché penso a tutto quel calore, che fa quasi scoppiare il cuore, che ho sempre provato durante ogni spettacolo o incontro e mi stupisco di sentirlo come fossi lì proprio in questo momento! Sono sicura andrà tutto bene, semplicemente abbandonatevi all’amore di Dio ed esprimetelo!!Giulia dall’Inghilterra

…Ciò che voglio sottolineare è che l’amore trionfa sempre, e questa serata, anzi, in questa Notte Gitana l’amore si è fatto presente! Ieri nella piccola e sperduta Tresigallo è accaduto qualcosa di speciale... Dio si è manifestato concretamente nelle nostre vite e ci ha unito ancor più di prima. È un dono, una grazia speciale ed è per questo che ringrazio anche i nostri carissimi insegnanti Greta, Iacopo e Giovanna che con forza e tenacia ci hanno sempre supportato e anche sopportato in ogni momento; siete dei grandi esempi per me e per tutti noi. Ringrazio tanto anche Annamaria che con tutti noi, ma anche nelle altre accademie, riesce a trasmetterci l’impronta di Carlo con grande professionalità e, ancor meglio, l’amore di Dio.Maristella

…Finalmente sono riuscita a trovare qualcosa che riesco a fare e fa parte di me: cantare e ballare. Grazie alla danza e al canto sono riuscita a capire chi sono veramente e cosa vorrei fare della mia vita. Incontrarvi è stato importante e grazie a voi la mia vita è cambiata dalla “Eli che non vuole parlare con nessuno” alla “Eli la caotica dell’accademia”. Ogni ora del giorno penso a quanto siete speciali e non vedo l’ora che inizi il prossimo anno...Elizabeth

AUDITORIUM S. PIETRO APOSTOLOBagheria – Palermo

La prima serata dedicata ai più piccoli e due repliche di Notte Gitana.

Nella serata di sabato 23 giugno sono stati protagonisti de La Creazione gli allievi più piccoli e il 25 e 26 è andato in scena, con gli allievi più grandi, lo spettacolo musicale Notte Gitana. Ognuno ha dato tutto se stesso per riuscire a superare le difficoltà e per raggiungere i nuovi traguardi, ed è stato un successo. Lavorare un anno insieme, le lezioni, l’allestimento del musical di Natale e la conclusione con il saggio, ha fatto raccogliere questi risultati lasciando un segno in tutti. Li ho visti cresciuti, maturati nell’espressione teatrale ma soprattutto umana. Sono davvero felice e grata a Dio di poter lavorare e condividere questa esperienza con questi giovani che hanno saputo tirar fuori il meglio di sé, cercando di donarlo nel momento finale, dove tutti sarebbero stati testimoni della loro bellezza e della magia che può creare lo stare bene insieme. Questo per me è il significato di questo progetto: dare un’opportunità per scoprire il bello che ciascuno ha dentro e per donarlo poi nella semplicità più assoluta, senza filtri, senza la paura di essere inadeguati perché ognuno è bello così com’è.Nicole Bellafiore - canto moderno e danza metodo RADCarlo Calderone - danza moderna metodo ISTD

Rimango sempre stupita ed emozionata di come queste piccole bimbe siano disinvolte e sicure di sé nonostante l’età e i piccoli errori. Ho profonda stima e ammirazione nei vostri confronti, Nicole e Carlo, così giovani, ma un’esperienza invidiabile. Vi ringrazio di cuore dell’affetto e dell’amore con cui curate le nostre bimbe, siete fantastici. Avete messo in scena amore puro! Mamma Gloria

... dalla Sicilia

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CASA DEI GIOVANI Mattinata e Monte Sant’Angelo (Foggia)

Dalla Royal Academy of Dance di Londra a Monte S. Angelo

14 maggio 2018 – Nove bambini della scuola Danza e Musical di Mattinata, nella palestra Blufitness di Monte S. Angelo, sono pronti per essere esaminati da Mrs. Stefany Webley della Royal Academy of Dance di Londra. Si tratta di allievi di danza classica che hanno seguito, con tanta passione, i corsi tenuti da Desola Andreani, trasferitasi a Mattinata nella Casa dei Giovani insieme al marito Mirko Occhipinti, insegnante di danza moderna metodo ISTD. Nell’accademia si sono tenuti anche dei corsi di canto con Emanuel Gatta e in collaborazione con la diocesi di Manfredonia si sono attivate iniziative per i giovani.

…Penso profondamente che insegnare sia una spinta, giorno dopo giorno, a cercare il meglio di noi stessi per poterlo trasmettere ai ragazzi in modo da sostenerli nella loro bellezza, difficoltà e diversità…Desola

Saggio finale, di cui una testimonianza. …La coreografia finale ha coinvolto tutti gli allievi: buio in scena, tutti in nero ed ognuno con una stella luminosa in mano, poi dal palco sono scesi e sono venuti tra il pubblico. È stato il momento più toccante perché ci siamo sentiti tutti uniti…Gabriele

... dalla Puglia

Siete stati fantastici e penso al tuo sorriso Nicole, è di grande esempio per noi, per farci star bene e sorridere sempre di più. Chiara (12 anni)

Vi ringrazio tanto per il modo in cui educate questi giovani, non solo mio figlio, ma tutti i ragazzi, perché date loro un verso, una direzione da seguire. Si vede la loro gioia nel fare e la passione che ci mettono.Papà Fabio

Tutti quanti siamo migliorati e abbiamo messo in questo spettacolo un impegno condiviso che non si era mai visto prima, ed è stato bello essere partecipi e di aiuto agli insegnanti nel costruirlo. Ognuno di noi è andato oltre le difficoltà verso quegli obiettivi che Carlo e Nicole hanno dato ad ognuno di noi in maniera puntuale e precisa! Ci hanno insegnato ad essere umili e a gioire della bellezza degli altri: ognuno di noi ha avuto un suo ruolo da “protagonista”, commisurato alle proprie potenzialità, ricordandoci che non ci sono né primi ballerini né cantanti solisti tra noi, ma che siamo un gruppo e che ognuno, con la propria sfumatura, contribuisce alla bellezza! Questo è qualcosa davvero di diverso, che fuori da questo contesto è davvero difficile riscontrare… e secondo me in questo sta la più grande lezione di quest’anno!Brigida (23anni)

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Ricordiamo in questa pagina l’arcivescovo mons. Michele Castoro scomparso il 5 maggio Nella foto con Papa Francesco

Circa dieci anni fa, fu lui a decidere di ridare vita alla Casa dei Giovani di Mattinata, rimasta inutilizzata per molto tempo, offrendone la gestione all'Associazione Dare. Una rappresentanza di quest’ultima, insieme ai giovani che vi abitano attualmente, si è recata al funerale celebrato a San Giovanni Rotondo, presso la chiesa nuova di San Pio da Pietrelcina, per l’ultimo riconoscente saluto.Ordinato sacerdote nella Cattedrale di Altamura nel 1977, dal 1996 aveva ricoperto la carica di capo ufficio presso la Santa Sede presso la Congregazione per i vescovi, poi il 14 maggio 2005 papa Benedetto XVI lo aveva voluto vescovo di Oria (Brindisi) e il 15 luglio 2009 arcivescovo nell’attuale diocesi di cui fa parte anche San Giovanni Rotondo. Nel 2009 ha chiuso l’ostensione straordinaria delle spoglie di San Pio da Pietrelcina dopo la ricognizione del corpo del santo e nel 2013 ne ha annunciato l’ostensione permanente.Con queste parole Maurizio Placentino, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Sant’Angelo e padre Pio, ricorda l’arcivescovo mons. Michele Castoro: «È stato un pastore illuminato, dotato della virtù dell’ascolto, orientato alla concordia e alla conciliazione. Con spirito di fede e con animo aperto alla speranza, ha saputo affrontare la malattia, edificando tutti per il coraggio e la cristiana rassegnazione con cui ha cercato, fino alla fine, di conciliare le limitazioni imposte dalle esigenze terapeutiche e dalla riduzione delle forze fisiche con gli impegni pastorali».

Chiara di Dio, un punto di arrivo per gli allievi.

L’anno accademico 2017-2018, svoltosi presso la sede di Capodacqua di Assisi, ha visto i giovani allievi della scuola cimentarsi nell’allestimento completo del musical di Carlo Tedeschi Dio che Meraviglia! messo in scena il 16 giugno presso il Teatro Metastasio di Assisi, concesso per l’occasione dall’amministrazione comunale prima dei lavori di restauro della struttura.Il saggio ha visto anche la partecipazione dei giovani allievi di canto dell’Assisi International School, istituto scolastico di Santa Maria degli Angeli, seguiti da Giacomo Zatti nelle ore di educazione musicale. Contemporaneamente Aurora e Katarina hanno sostenuto, dopo aver seguito i corsi con costanza, impegno e profitto, gli esami di Danza Classica R.A.D.Michela Sclano - danza metodo R.A.D. Giacomo Zatti - musica e recitazione

Quest’anno accademico è stato molto duro, però qui sto imparando a migliorare me stessa e a metterci il cuore esprimendo le mie emozioni… tutti i ragazzi della compagnia ci hanno insegnato a lottare fino alla fine, e un grazie va a loro per tutto quello che ci fanno vivere ogni giorno.Katerina

Con l’arrivo di Giacomo e Michela noi allievi siamo cambiati, abbiamo imparato tante cose e li abbiamo visti come due genitori, personalmente ho vissuto un anno bellissimo. Oltre a provare tantissime emozioni mi sono sentito più forte superando molte situazioni ed episodi spiacevoli. Fare il saggio al Teatro Metastasio mi ha fatto capire molte cose. Oltre a ciò ringrazio Carlo ed Annamaria per averci sempre sostenuto e per aver realizzato uno dei piccoli sogni che avevo da bambino: partecipare al musical Chiara di Dio. Mattia

Nel momento in cui sembrava tutto difficile, il teatro chiuso, sono arrivati Giacomo e Michela e con loro sono riuscita di nuovo a respirare quell’aria di pace e amore che ad Assisi mancava. Tanti dubbi e paure sono andai via e io mi sento tutt’ora una nuova persona. Poi sono venute tante gioie come quella del saggio dove tutti noi ragazzi di Assisi siamo riusciti a dare il meglio. Ma ciò che mi ha fatta più felice è stato partecipare alle performance tratte da Chiara di Dio. Aurora

... dall’Umbria

TEATRO METASTASIOAssisi – Perugia

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Accademia Danza e Musical sede di Assisi

incontri... performances… e molto di più!Gli insegnanti Giacomo Zatti e Michela Sclano con i giovani allievi Mattia, Aurora, Katerina, Valeria

ed Elena hanno concluso l’anno accademico partecipando a numerosi eventi che si sono svolti nell’assisano con la direzione artistica di Annamaria Bianchini.

L’evento, un tempo denominato anche Festa Grossa, si svolge lungo il torrente della Caina e coinvolge i comuni di Corciano, Magione e Perugia, facendo diven-tare di volta in volta una delle frazioni polo di attrazione e accoglienza per le altre. La prima Festa del SS Crocifisso venne cele-brata nel 1868 pertanto è stata festeggiata anche la ricorrenza del suo 150esimo anni-versario. Il ricavato viene poi utilizzato per lavori di risistemazione ed abbellimento del paese che lo ospita.In una particolare atmosfera, incorniciata dalle mura antiche del castello di Pieve del Vescovo, è stata rappresentata una versio-ne ridotta del musical Chiara di Dio.

Corciano Castello di Pieve del Vescovo

3 giugno - FESTA DEL SS. CROCIFISSO

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La Lunga notte delle chiese è la prima notte bianca dei luoghi di culto in cui si fondono musica, arte, cultura, in chiave di riflessione e spiritualità. È un evento suggestivo ed eccezionale,

ideato dall’associazione BellunoLa-Notte.com nel 2015 con la collabora-zione delle Diocesi partecipanti. L’idea nasce dal progetto già attuato e di successo della “Lange Nacht der Kirchen” che si svolge in Austria e in Alto Adige da oltre 10 anni in quasi 700 chiese contemporaneamente. In questo ambito, nel Santuario della Spogliazione gli artisti e i giovani al-lievi hanno presentato una dramma-tizzazione del momento della scelta di povertà di Francesco e Chiara, cul-minata con la spogliazione. Un’ora di canti, danze e prosa tratti dai musical sacri di Carlo Tedeschi, hanno riscaldato i cuori dei presenti con la bellezza del trasmettere la spi-ritualità attraverso l’arte del teatro.

Il momento è stato sottolineato an-che dalle parole di S.E. Mons. Dome-nico Sorrentino, vescovo di Assisi: «…Ringrazio questi giovani artisti per la loro bellissima testimonianza di vita. Li conosciamo bene perché sono stati ad Assisi tanti anni e questo è un grande ritorno. Ci hanno raccontato della loro vita e di quella di Francesco e Chiara, indicandoci continuamente la figura di Gesù che è il vero messag-gio di Francesco, il quale non parla di sé ma ci porta continuamente a Lui… oltre l’arte, il canto, la bellezza dei loro commenti ci dicono che è possibile co-struire un mondo più bello perché Gesù è bello e quanti gli vogliono bene e ri-conoscono la sua bellezza la possono trasmettere…»

Vescovado di Assisi - Santuario della Spogliazione

Il tutto in diretta streaming con il sudamerica dalla pagina Facebook della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino https://www.facebook.com/diocesiassisi/

«La lotta all’usura nell’esperienza fran-cescana e nel servizio delle Fondazioni Antiusura, oggi». È il tema dell’assemblea-convegno della Consulta Nazionale Antiusura che si è tenuto ad Assisi nei giorni 22 e 23 giugno 2018 organizzata dal suo presidente mons. Alberto D’Urso che ha voluto inserire anche un aspetto ar-tistico con la compagnia teatrale RDL.Il convegno si è aperto il venerdì con la processione solenne fino alla Basi-lica della Porziuncola dove S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana, ha pre-sieduto la Celebrazione della Parola.

Santa Maria degli Angeli Assisi, Domus Pacis Santa Maria degli Angeli Assisi, Domus Pacis

22 giugno - CONVEGNO NAZIONALE ANTIUSURA

8 giugno - LUNGA NOTTE DELLE CHIESE

Gli artisti della compagnia teatrale hanno partecipato all’evento con canti e letture e a conclusione della giorna-ta, al teatro della Domus Pacis, è stato rappresentato lo spettacolo Incontro con Madonna Povertà allestito ap-positamente sui temi del convegno utilizzando le fonti francescane con canti, danze e prosa.«Usura e gioco d’azzardo sono fenomeni collegati e da combattere con ogni mezzo» ha detto papa Francesco ai rappresentanti della Consulta Nazionale Antiusura e delle 30 fondazioni antiusura associate che sabato 3 febbraio sono stati ricevuti in udienza privata nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.

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Desirè, una ragazza di 14 anni, ci ha invitato ad as-sistere, l’11 maggio 2018, al concerto di fine anno della scuola media che frequenta, dove avrebbe cantato con la sua band. Noi Ragazzi del Lago, l’avevamo conosciuta a febbraio, quando ci era-vamo recati al centro di aggregazione giovanile di Cadenazzo per incontrare alcuni giovani che si stavano preparando con padre Arturo al Sacra-mento della Cresima. Io con mio marito Leonard, Simone, Roberto, Saul, Martina, Matteo, Riccardo e Silvana Papandrea, educatrice e responsabile dell’Associazione Dare Sollievo di Torino, siamo quindi partiti alla volta del Ticino. Desirè ci ha ac-colti con un abbraccio e incredula del nostro ar-rivo ci ha presentati ai suoi amici: «Ecco i Ragazzi del Lago che hanno accettato il mio invito. Vengo-no da Rimini».Il giorno successivo è stato organiz-zato un momento d’incontro e il pic-colo salotto della casa di Cadenazzo si è riempito di 30 giovani, molti di loro dediti al canto e alla musica. È stata un’occasione per raccontar-si, testimoniare la propria vita, dal vivere quotidiano all’emozione di esprimersi attraverso il teatro e la musica. Nonostante distanze e abi-tudini diverse, sono state trovate esperienze convergenti che hanno

creato nuovi legami d’amicizia.Dopo questo incontro Magda, Maggie, Rita, Dési-ré, Diana ci scrivono: «…Facendovi conoscere un pezzo della nostra vita quotidiana, abbiamo avu-to la possibilità di condividere e ascoltare le storie personali di ognuno. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno reso questo incontro specia-le…».Anche Sven e Lorena, responsabili della casa del Ticino, sono stati “alimentati” da questa forza nuo-va che non ha solamente riempito la casa di gio-vani ma anche i loro cuori, pronti ad accoglierci. Un altro mattoncino è stato messo per costruire un “ponte” che dal Lago di Monte Colombo arriva fino in Ticino. Asia Ferri

Piccolo Paese fuoridal mondo TICINO

Un ponte work in progress

Notizie flash

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INCONTRO PRIMAVERA 2018 a Empoli

Marcello e Anna Pierucci hanno invitato una rappresentanza dell’Associazione Dare all’incontro Primavera 2018 organizzato ad Empoli dal Cenacolo Renzo Buricchi per la promozione della fede. Tema dell’incon-tro: La Creazione è perfetta. Scorgere la purezza di Dio nella docilità dell’agnello e nell’aggressività del lupo. Questa giornata di spiritualità è stata dedicata all’approfon-dimento del difficile tema delle ragioni del bene e del male ed è stata avviata dal prof. don Alessandro Andreini, membro della Comunità di San Leolino. Hanno parteci-pato inoltre don Nedo Mannocci, vicario della diocesi di Prato, don Giuseppe Billi, don Silvio Zanelli, don Giordano Maria Fa-villini, don Vincent e don Emanuele.

MAGGIO 2018

Don Stefano Vidotto delle parroc-chie di Breda-Maserada sul Piave ha trascorso nel Piccolo Paese fuori dal mondo dei giorni di ritiro con i gio-vani in preparazione al sacramento della Cresima. Oltre a svolgere le loro attività, che comprendevano momenti di gioco, svago e preghie-ra partecipavano alle lodi e ai vespri che si tengono quotidianamento nella cappella dell’abbraccio di Dio. Nel programma anche la visione del musical Patto di Luce sui diritti uma-ni e incontri di condivisione e testi-monianza con i giovani Ragazzi del Lago e Carlo Tedeschi.

MATTINÉE A TEATRO

Gli studenti dell'Istituto Al-berghiero Savioli di Riccio-ne nella piazza antistante il teatro Leo Amici durante la pausa dello spettacolo Patto di Luce a cui è segui-to un dibattito dove alcuni giovani artisti hanno rac-contato la loro esperienza.

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Conclusa con successo la seconda convention con tutta la rete vendita Italia della Lampo Lighting Technology. Due giorni di lavoro che si sono tenuti all’hotel Villa Leri del Pic-colo paese fuori dal mondo, la medesima location dove l’anno scorso l’azienda ha festeggiato il trentesimo anni-versario. Usiamo una definizione inesistente, quando nacque l’a-zienda trent’anni fa, ma appropriata perché i fondatori Tiziano Zana e Sauro Vitali insieme ad un gruppo di col-laboratori diedero vita ad una start up: un’azienda capace di scalare velocemente il proprio mercato di riferimento. Oggi queste aziende trovano sostegno in contributi euro-pei o regionali che nel 1988 non esistevano ma altre figure diedero slancio e fiducia al loro progetto. Per capirne di più abbiamo rivolto qualche domanda ai soci Sauro e Tiziano.

Come nasce l’idea della Lampo Lighting Technology? Siete entrambi di Bologna, che cosa vi ha convinto ad

aprire i battenti nell’entroterra riminese?Anni prima avevamo conosciuto il fondatore del Picco-lo paese fuori dal mondo Leo Amici, la signora Maria di Gregorio e Carlo Tedeschi. Condividendo pienamente gli scopi umanitari del pic-colo paese, ci è nato il desiderio di essere presenti, come volontari, in questa realtà in evoluzione, per la realizza-zione delle strutture ed il proseguo del progetto del fondatore. Abbiamo lasciato Bologna per trasferirci a Monte Colombo nel 1987 dove abbiamo trovato la pos-sibilità di rilevare una piccola azienda di Riccione attiva nel settore da oltre trent’anni. Incoraggiati dalla signora Maria, nacque il progetto della Lampo al quale abbiamo subito aderito. Inizialmente il suo aiuto è stato determi-nante insieme a quello dell’Associazione Dare per l’uso gratuito dei locali indispensabili per l'attività, ma anche per il continuo supporto di figure professionali.

Lampo Lighting Technology la start-up di trent’anni fa

Convention 2018, all'hotel Villa Leri del Piccolo Paese fuori dal mondo, di un’azienda che continua a crescere.

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Contando i dipendenti ma anche il lavoro indotto che generate con le vostre agenzie di vendita, a quan-te persone date lavoro?La forza lavoro all’interno dell’azienda è composta da circa 25 persone, l’indotto Italia è composto da 22 agen-zie di rappresentanza per un totale di circa 40 agenti plurimandatari; abbiamo anche alcuni distributori e rappresentanti in varie nazioni europee.Inoltre, in collaborazione con enti preposti, abbiamo as-sunto ed aiutato persone in difficoltà o con problemati-che sociali, fino all’assunzione di alcuni di essi.

Ormai siete una realtà consolidata a livello interna-zionale, che cosa è cambiato nella vostra vita?

Come persone siamo rimaste le stesse, forse la nostra forza più grande è quella di metterci in gioco ogni gior-no cominciando da zero, cercando di migliorare ogni aspetto della nostra attività, con tanta serietà ed umiltà, cercando di far vivere al nostro staff interno ed esterno i valori dell’onestà e della solidarietà che hanno origine proprio nei fondamenti dell’Associazione Dare.

Qual è il segreto del vostro successo? Impegno e dedizione costanti nel tempo con occhi aperti al mondo, cercando di intuire quanto sarebbe successo nel futuro del nostro settore, anticipando a volte un’evoluzione velocissima della tecnologia so-prattutto nei riguardi della illuminazione a LED, punto di forza dei nostri prodotti di oggi.

Eventi & ConcorsiConvEntIon Lampo LIgHtIng tECHnoLogY 2017Grande successo della convention dello scorso marzo per il festeggiamento dei 30 anni di attività della Lam-po Lighting Technology di San Clemente a Rimini. La partecipazione della forza vendite è stata completa con l’adesione delle agenzie di rappresentanza di tutte le regioni italiane. La location è stata apprezzata da tutti nel bellissimo Hotel (Villa Leri ****) sito sulle rive del Lago di Monte Colombo dove l’atmosfera è stata defi-nita da molti “emozionante e sincera”. Una due giorni in cui ha avuto luogo anche la presentazione del nuo-vo catalogo 2017 che in occasione del trentennale ha subito un intenso restyling, oltre all’inserimento di una nuova vasta gamma di prodotti per illuminazione LED. In un mondo che cambia velocemente e con l’avvento delle nuove tecnologie di illuminazione, Lampo resta attenta al trend di mercato e si classifica oggi tra le aziende leader nel proprio settore. Infatti, l’attenzione alla modernità, nel contesto del gusto e dell’arte italia-na, sia nel settore distribuzione materiale elettrico per illuminazione, che nel settore produzione mobili d’arre-damento, permette a Lampo di affermarsi, grazie alla

sua originalità, su tanti prodotti del proprio assortimen-to. Con oltre 1000 articoli a catalogo, la realizzazione di prodotti custom made, vanno ad aumentare considere-volmente la gamma di prodotti. Il tutto viene gestito con velocità nelle consegne ed in fase di preventivo, prero-

gativa importante per un’azienda che pone l’attenzione al cliente e la qualità dei prodotti in prima linea.

30 anni di brand - 60 anni di know-how, è lo slogan che ha caratterizzato la celebrazione dei trent’anni, motivato dal fatto che Lampo inizia a scrivere la sua

prima pagina di storia nel lontano 1987, rilevando da una azienda già in attività da oltre trent’anni macchi-nari per la produzione di componenti elettrici e l’intero know-how. Con l’avvio della fabbricazione prosegue e cresce l’esperienza dell’azienda, prerogativa che la caratterizzerà nel corso del tempo per la tecnologia innovativa adottata nella produzione. L’esperienza della produzione nello stampaggio e costruzione di componenti elettrici, permette oggi a Lampo di cono-scere un apparecchio di illuminazione nel suo cuore operando con un know-how di primo livello. Già nei primi anni 2000 infatti, l’azienda ha iniziato la ricerca e la sperimentazione nella tecnologia LED per illumi-nazione, testando per lunghi periodi varie tipologie di LED, cominciando a produrre le prime serie di appa-recchi esposti al loro esordio nella fiera LIGHT + BUIL-DING di Francoforte (DE) proprio nell’anno 2000. Da allora, l’azienda ha avuto una crescita esponenziale anno dopo anno, facendosi conoscere ed apprezzare in tutta Italia e all’estero: attualmente la rete di vendita è infatti a copertura nazionale ed internazionale.

MMCLXXXVIISpeciale LED 65

italian LIGHTINGrivista internazionale di tecnica e design della luce - nr 210

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RINFORZATE LE FONDAMENTA DELLA PALAZZINA RESIDENZIALE

Ripercorrere e sanare quello che il tempo può aver rovinato o cristallizzato non è ritornare al passato bensì guardare l'orizzonte che nel tempo si è ampli-ficato con nuovi occhi.

Nel 1982 quando vennero acquistati i primi 20 ettari per la realizzazione del Piccolo paese fuori dal mon-do, sotto la personale direzione di Leo Amici, furono eseguiti i primi drenaggi per convogliare le acque che, in caso di pioggia dalle colline circostanti, si sa-rebbero riversate sulla proprietà rischiando di com-prometterne la stabilità.Sono passati 36 anni e innumerevoli smottamenti del terreno hanno coinvolto il territorio circostante. I pilastri hanno resistito alle pressioni geologiche del-la natura del terreno argilloso ma si sono resi neces-sari dei lavori strutturali di rinforzo di una parte delle fondamenta della palazzina.

Questo edificio, anche se è stato costruito in due tempi, visivamente si presenta come un'unica strut-tura: la prima parte risale al 1983, la seconda è stata completata nel 1991, per cui tra le due strutture esi-ste una divisione o giunto tecnico. Il tempo ha evi-denziato che, mentre la prima costruzione non mo-strava nessun movimento, la più recente ha subito dei cedimenti rendendo necessario un importante intervento di consolidamento per fermare lo scivo-lamento a valle del terreno sottostante e adiacente alle fondazioni e la realizzazione di nuovi drenaggi per il deflusso delle acque piovane. L’intervento è iniziato a giugno scorso e, come da programma, è stato completato a settembre. Nel terreno adiacente le fondamenta a valle della struttura, ossia nei tre lati interessati dal problema, sono stati realizzati numerosi pali trivellati con dia-metro di 80 centrimenti sino ad una profondità di 16

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metri sovrastati da una trave larga due metri e mez-zo per un'altezza di 0,80. L’intervento dovrà risolvere definitivamente il cedimento in atto, dando la pos-sibilità di ripristinare esteticamente le varie crepe esistenti nei muri e nei pavimenti. Si dovrà attendere circa un anno prima di avere un assestamento definitivo della struttura, per poi po-ter procedere al ripristino finale delle zone interes-sate. Durante questo intervento si è reso necessario rifare nuove condotte fognarie, tubazioni per la rac-colta delle acque piovane e migliorie della linea del gas con l’intervento dell'azienda fornitrice.Tutti gli interventi sono stati eseguiti da ditte ester-ne e tecnici specializzati del settore, in quanto il la-voro per mole e tipologia non poteva essere gestito dai volontari.

Utopia di un progetto

[...] Da Civitavecchia Leo raggiungeva spes-so Cattolica dove, del resto, come in altre città, lo attendevano i giovani.Alla fine degli anni '70 essi cercarono per molti mesi in un luogo adatto al suo progetto.Ormai sapevano molto di ciò che inizial-mente sembrava un sogno: un piccolo paese tutto da costruire, sostenuto dai valori che, grazie a lui, erano entrati nei loro cuori e nelle loro menti: la pace, l'amore e la fratel-lanza, comprese, naturalmente e soprattut-to, la clinica, la casa per gli anziani e quella per i bambini abbandonati!Il piccolo podere di 20 ettari con un laghetto naturale a forma di cuore acquistato nel 1982 sarebbe diventato, di lì a poco, l'ultima tappa dove poter rendere concreto ciò che sembrava impossibile.L'incedere di Leo il primo giorno in cui mise piede era stato sicuro, deciso, incalzante. Camminava determinato per i viottoli appe-na segnati dalle ruote di un trattore.Intorno si intravedevano solo erba e cespu-gli in disordine.Il lago, devastato da un canneto, aveva l'aspetto di una palude, mentre i campi di grano e l'orzo, pronti per la trebbiatura, rassicuravano per il loro calore caldo e la sensazione di terra feconda che emanavano.Laggiù, all'orizzonte, oltrepassando le colli-ne di Rimini una striscia di mare celeste... 120 milioni fu il prezzo per quella valle!Erano in centinaia e contribuivano con i loro risparmi, ma soprattutto con il loro lavoro, a tracciare le prime strade, i drenaggi, le colti-vazioni, le fondamenta del progetto.[...]

Tratto da Leo l'uomo senza tempo pp 95-96di Carlo Tedeschi - Edizioni il Faro

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Il 25 maggio è entrato in vigore il nuovo regolamento

Privacy, tra desiderio e realtàOcchio ai social, meglio l’autotutela del profilo

Il nuovo regolamento entrato in vigore il 25 maggio 2018 introduce alcune novità riguardo alla gestione dei dati personali. Diciamo subito che riguarda soprattutto coloro che gestiscono e raccolgono dati più che i singoli utenti che comunque è bene sappiano quali sono gli strumenti che la nuova normativa europea in materia mette a disposizione.Le principali novità sono rappresentate dalla: individuazione di un responsabile protezione dati indipendente, il diritto all'oblio e l'obbligo di notifica di qualsiasi violazione entro 72 ore. L’obiettivo è la semplificazione e promuovere da parte del soggetto la facile comprensione della policy, ovvero il regolamento che l’azienda si dà per la gestione dei dati personali dei soggetti con cui viene a contatto. La nuova normativa, in pratica, rende più stringente quanto già previsto, ovvero, se un'azienda cerca di accedere a dati personali, deve chiedere il consenso con «un linguaggio semplice e chiaro» (articolo 7), oltre a spiegare bene perché e a quale fine utilizzerà alcune informazioni (articolo 13). L’altro aspetto è il diritto all’oblio e il tempo per cui quei dati saranno detenuti e archiviati. Si parla di «periodo di conservazione».I vincoli più stretti costringeranno le aziende a chiedere solo quello che effettivamente necessita.Nuove regole e nuovi diritti per l’utenza. Fra i più rilevanti ci sono il diritto di accesso (articolo 15: il cittadino deve poter sapere subito come e perché stanno trattando i suoi dati), il diritto di rettifica (articolo 16: la rettifica dei dati personali inesatti che

lo riguardano senza ingiustificato ritardo), diritto di oblio (articolo 17: l'utente può far cancellare i dati, ad esempio se non servono più o sono stati prelevati in maniera illecita) e il diritto alla portabilità dei dati (articolo 20: l'utente può ricevere in forma strutturata tutte le informazioni che lo riguardano e trasmetterle a un altro titolare, senza che nessuno glielo vieti).Il nuovo regolamento general data protection regulation, riassunto in GDPR istituisce una figura precisa, il responsabile della protezione dati (articolo 37). Nel concreto si parla di un professionista chiamato a sorvegliare sull'applicazione esatta del regolamento, cooperando con l'autorità di controllo. Può essere interno o esterno alla società, ma in entrambi i casi deve garantire l'assenza di conflitti di interessi con il suo ruolo. L’altro aspetto è la tutela in caso di violazione dati. Quello che succede quando un soggetto esterno entra in possesso per vie informatiche di dati custoditi da un'altra azienda. In precedenza le società potevano prendersi tutto il tempo necessario per comunicare l’intrusione nel proprio database. Ora devono farlo entro un massimo di 72 ore se «a meno che sia improbabile che la violazione dei dati personali presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche». Per capirci, il caso Cambridge Analytica, l'azienda di marketing entrata in possesso di profili di utenti Facebook per promuovere la campagna elettorale Trump: il reato fu commesso nel 2015 ma si seppe solo nel 2018.

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VUOI LA PRIVACY? Attenzione soprattutto ai minori

Si parla tanto di privacy eppoi siamo noi stessi che ne facciamo a meno, mettendo in piazza i fatti nostri. È quello che acca-de quando accediamo ad un social (facebook, instagram, ecc.) dove pubblichiamo, con molta nonchalance, foto di noi stessi, indicando luoghi e gusti, foto dei nostri bam-bini, alcuni anche poco vestiti, nel bagnetto o al mare, fornendo informazioni priva-te. Tutto questo è una rinuncia espressa alla propria privacy. I gestori dei social acquisiscono informazioni molto più impor-tanti di generalità e una data di nascita: hanno occasione di profilarvi, cioè creare un profilo su chi siete, cosa vi piace, cosa potrebbero vendervi, cosa po-treste comprare. Queste in-formazioni, poi, sono vendu-te ad aziende di marketing. Certo il nuovo regolamento privacy dovrebbe mettere un freno a tutto questo, ma i so-cial, in generale, restano un luogo pubblico e quindi come tale va inteso. In particolare occorrerebbe massima at-tenzione per i minori. I giudici italiani hanno emesso diverse sentenze al riguardo sottoline-ando come i social siano “luo-ghi aperti al pubblico, po-tenzialmente pregiudizievoli per i minori che potrebbero

essere taggati o avvicinati da malintenzionati”. In con-formità, il decreto legislativo in materia di trattamento di dati personali, già dal 2003, dispo-neva che la fotografia, come qualsiasi altro elemento iden-tificativo, rappresenta un dato personale che non può essere diffuso senza l’autorizzazione del soggetto interessato. Se poi la fotografia riguarda un minore, entra in gioco an-che la Convenzione sui dirit-ti del fanciullo, che prevede la tutela rafforzata quando il soggetto protagonista degli “scatti” è un minore. Nel caso in cui si tratta di cronaca, entra in campo la Carta di Treviso di cui si è dotato l’Ordine dei Giornalisti volta a garantire lo sviluppo psicofisico del minore nello svolgimento dell’attività giornalistica. Il limite sancito dal nuovo regolamento sulla privacy entrato in vigore nel maggio scorso, per la prima volta a livello europeo, fissa a

16 anni l’età minima per la prestazione in autonomia del consenso al trattamen-to dei propri dati. Prima occorre l’autorizzazione genitoriale. Ma come si dice, fatta la legge, trova-to l’inganno. Chi ha figli lo sa, i ragazzi cambiano la data di nascita e risolvono il problema per l’accesso ai social. Allora che fare? Meglio evitare di postare

foto di bambini e minori in genere. Il buon esempio deve venire dai genitori. Quindi fornire comunque ai ragazzi tutte quelle informazioni per prevenire spiacevoli situazioni: non postare mai notizie perso-nali, itinerari e luoghi di con-sueta frequentazione o foto che consentono una chiara identificazione.

Infine, per quanto attiene il fe-nomeno del cyberbullismo, il minore trova una tutela mira-ta nella legge 71 del 2017 che, all’art. 2, consente al minore stesso d'inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un'istanza per l'oscuramen-to, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale diffuso nella rete nonché un’i-stanza al Garante, in caso di inerzia del titolare del tratta-mento o laddove quest’ultimo non sia individuabile.

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L’amore è immenso, gratuito, accessibile a tutti. È una sor-gente inesauribile, zampillante che è sempre presente a nostra disposizione. Le nostre cellule ne hanno bisogno e la riconoscono immediatamente. Da essa si fanno accarezzare, si nutrono, si risvegliano. Utilizzano l’amore per liberarsi da residui presenti sulla superficie, ritrovano i legami originali che permettono le connessioni che creano gli organi.Non c’è nulla che ostacoli l’amore, né il buio, né il freddo, né la polvere, solo l’incredulità e pensare che questo non sia possibile. Tutto ciò che è invisibile l’uomo stenta a crederlo. Emozioni, pensieri, perché non li vede, anche se agiscono in continuazione.Un mio pensiero è che le malattie sono influenzate da caren-ze di amore: quelle endogene da mancanza di amore verso se stessi e quelle esogene mancanza di amore dall’esterno.L’essere umano nasce con l’amore di Dio in sé, lo sente e lo segue poiché quell’amore ha determinato la nascita, poi la distrazione esterna lo porta a cercare quell’amore esterno che se non trova simile a quello interno inizia a costruire di-fese e vestiti che cambia in continuazione e continua a cer-care.Nelle varie tappe dell’età sente il richiamo interno, rivolge lo sguardo verso il proprio punto di luce, e sa che esiste in ogni particella che lo compone; c’è una distrazione, l’esterno che chiama, che pretende, che ti dice come essere. Ti perdi, sei a volte confuso, a volte pensi che quell’amore si nasconde in un affetto, in un dono, in un ruolo, in un lavoro e intanto cresci. La nota è sempre più nostalgica e le cellule iniziano a risentirne perché dentro di loro una scintilla di quell’amore c’è, non è sempre sufficiente poiché le vibrazioni delle altre sostanze energetiche iniziano ad appesantire tanto che al-cune si rompono, non avviene più il ciclo naturale e avanza uno stato di caos, di indisciplina, di disequilibrio, che facilita quella che noi chiamiamo malattia.La malattia ci ferma, ecco che può avvenire l’inversione di marcia poiché una persona può stare con se stessa, si per-cepisce, si sente e avverte un richiamo al senso della propria vita e lì ritrova l’amore di Dio che è stato sempre presente. Avverte la fonte che l’ha portata alla nascita e, se riesce a far-la fluire, le cellule, anche quelle più stanche e colpite, posso-no rinascere.

Ecco la resurrezione, ecco il corpo di luce. L’accensione dell’amore dentro di noi rivitalizza ogni particella, ogni or-gano, ogni apparato e piano piano la luce si accende e si di-viene luminosi e amorevoli. La bellezza sta che, nell’essere tali, questa vibrazione accende anche nell’altro questa pos-sibilità e piano piano vediamo riaccendere anche chi incon-triamo.L’amore è contagioso e la bellezza è che è anche un attivato-re energetico inesauribile.Anche quando si distribuisce non ci scarichiamo mai e il no-stro corpo si rigenera. Ecco cosa vuol dire “mettiti sotto la fonte”, “mettiti sotto il sè”.Con effetto domino l’amore colma sia dentro che fuori di sé e le malattie possono essere vissute in modo diverso. Arriva la guarigione e ci si prepara al fine vita con in circolo elemen-ti chimici favorevoli all’esperienza che vengono prodotti dal-la gioia e dalla letizia che sono frutti dell’amore. Come fare? Iniziamo subito, piccoli gesti, pensiamo ad ogni nostra cellula e con consapevolezza inviamo un respiro di luce e amore. Il respiro è puro? Dipende dove siamo polariz-zati, ad un certo piano sì ad un certo piano no?No, dipende da dove mettiamo il nostro pensiero. Identifi-chiamoci nell’amore di Dio e il nostro respiro verrà filtrato e riceveremo ed emetteremo amore. Tutto intorno a noi è pregnato d’amore, basta riconoscerlo e saper fare discerni-mento. Le qualità sono espressioni dell’amore di Dio. Dove metto lo sguardo e il pensiero, lì vado, quindi possiamo pro-vare tutti a vedere e pensare all’amore di Dio e così saremo amore.

NELLE CELLULE... UNA SCINTILLA D'AMORE...Cuore e cervello – spiritualità e scienza – un connubio possibile

di Anna Padovan

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Nel suo libro L’energia della coscienza il fisico russo Konstantin Korotkov ripor-ta una ricerca sulla natura del pensiero effettuata dai coniugi Victor ed Elena Anufrievs in un laboratorio di bioge-netica a Ekaterinburg, in Russia. I due riportano così risultati da loro ottenuti: «Lo scopo dell'attuale ricerca è studiare l'effetto dei pensieri, come massima manifestazione dell'attività psicologica umana, sulla psiche umana. La ricerca è stata effettuata con l'aiuto della fotocamera EPI, uno strumento sviluppato dal professor Korotkov di San Pietroburgo, in Russia,… per osservare visivamente i cambiamenti che avvengono nel campo energetico umano sotto l’influsso di diversi pensieri. La ricerca è stata fatta su persone in buona salute nel corso di due anni. Numero di persone testate: cinquanta (…) Un pensiero d’amore, che andava da un cuore a un altro sotto forma di agglome-

rato separato di energia, è stato osserva-to per la prima volta nell’attuale ricerca usando la tecnica della visualizzazione della scarica gassosa (Gas Discharge Vi-sualization = GVD). Attualmente molti scienziati riconoscono che il pensiero ha una natura materiale, che il pensie-ro è energia e che questa energia pene-tra ovunque (…)Le idee scientifiche moderne riguardo al mondo parlano della natura energetica di tutto ciò che vive, e la base del para-digma energetico è la legge della conser-vazione dell’energia. Non appena fu sco-perta la radioattività, divenne evidente che la materia si trasforma in energia, anche se gradualmente. E l’equazione di Einstein E=Mc2 permette di parlare non solo della trasformazione della materia in energia, ma anche del processo inver-so dell’energia in materia, cioè dimostra che energia e materia sono una duplice manifestazione della stessa e unica so-stanza universale (…)

La figura rappresenta il campo energetico umano quando si manda nello spazio il pensiero “Possa il mondo sentire il bene”. Avviene l'attivazione del centro energetico del cuore (chakra cardiaco). L’immagine del campo energetico umano mostra chia-ramente l’emanazione dell’energia dal cuore, che supera di 23 volte l’ampiezza del campo energetico generale… Il Campo energetico nel complesso rimane uniforme, senza rotture buchi, e senza emanazioni da altri centri energetici.

...UNA SCINTILLA BEN VISIBILETutto è materia

a cura di Antonella Di Muoio

«Tutto è materia, il nulla non esiste» è una della tante definizioni con cui Leo Amici cinquant'anni fa corrispose all'ansia di sapere che vive in ognuno. Le sue affermazioni - per il livello d'istruzione e per la scarsa divulgazione delle acquisizioni scientifiche di allora, per lo più dirette a pochi specialisti del settore - suscitavano perplessità e quasi disorientavano. «Tutte le verità che ho detto si possono provare scientificamente» affermava però Leo Amici.Così accade oggi andando a confrontare le sue definizioni di amore, bene, fratellanza, con i più recenti risultati della ricerca scientifica dove anche la fede diventa una certezza concreta tutt'altro che "astratta".

L’AMORE è un alone trasparente molto fine, di una bellezza indescrivibile, con una sensibilità molto forte.È composto di sei colori: nero, giallo, bianco, rosso, azzurro e celeste. È di un bene quasi assoluto che emana radiazioni dolci in tutte le membra del corpo e che ha eliminato tutti i residui e che fa assaporare piaceri, soddisfazioni, gioie, sollievo, che si può intaccare o distruggere solo con la gelosia.

L’AMORE nasce dal cuore, una fiammella che bisogna sempre alimentare se no si spegne.

Il BENE è un alone di materia sprigionato dall’anima che, con l’aiuto della volontà, elimina tutte le parti malefiche interne, emanando esternamente un profumo di dolcezza, di armonia e un accostamento di fratellanza.

La FRATELLANZA è una fusione di persone che si assorbiscono le sostanze della comprensione avvolgendosi in un denso e delicato amore.

Nel libro del fisico russo Konstantin Korotkov per la prima volta viene osservato un pensiero d'amore sotto forma di energia. L'Energia diventa il soggetto di un quadro dell'artista Carlo Tedeschi, che si propaga nello spazio come il Flusso di elettroni del docente dell'Harvard University Eric Heller.Dal primo moto d'amore, realizzazione materiale dell'infinitamente grande, all'infinitamente piccolo, dove «tutto è materia», come l'amore.E=Mc2 Qualunque oggetto con massa M si può considerare equivalente a un’energia E data dall'equazione del Nobel Albert Einstein.

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Abbiamo catturato l’emanazione dell’e-nergia psichica, proveniente non dal cervello ma dal cuore, di persone che mandavano pensieri d’amore e di buo-na volontà attraverso lo spazio, concen-trandosi su una persona cara e vicina L’energia dell’amore “vola” dal cuore, e il battito aumenta di 10-15 pulsazioni al minuto.Una volta raggiunto un livello signifi-cativo di concentrazione di sincerità durante il processo di invio del pensiero alla persona amata, siamo riusciti a cat-turare un agglomerato energetico isola-to proveniente dal cuore di chi inviava il pensiero verso il cuore di chi riceveva il pensiero (…)Nel 1995 un professore dell’Università di Melbourne, il dottor Herst, fece una sco-perta: dichiarò che il cuore era in grado di pensare in modo indipendente, cioè di cambiare il suo ritmo a prescindere dal cervello. I risultati ottenuti con lo strumento della fotocamera EPI conva-lidano questo punto di vista. Il pensiero sentito profondamente nel cuore nasce nel cuore, è inviato dal cuore e viene rice-vuto dal cuore. E quante più emozioni di cuore, cioè sincere, la persona aggiunge

all’invio, tanto più risulta evidente l’au-mento delle pulsazioni (…)Il pensiero umano è energia che può in-fluenzare le piante, gli animali e gli esse-ri umani, ovvero tutto l’ambiente. In con-formità con la legge della conservazione dell’energia, il pensiero è indistruttibile. Nel corso delle sue attività il genere uma-no pensa continuamente, dando il suo contributo all’energia della Terra. Ciò si-gnifica che ogni persona dovrebbe as-sumersi la massima responsabilità per la qualità dei propri pensieri.»Dopo aver riportato la presentazione di questa ricerca ad una conferenza internazionale in Slovenia, organizza-ta dal matematico Igor Kononenko in collaborazione con l’Università di Lu-biana, l’autore conclude:«Non è una ricerca meravigliosa? Inoltre vale la pena ricordare che il fenomeno di mandare “energia d’amore“ è stato registrato molte volte con persone diverse che si amano con sincerità, scambiandosi vicendevolmente le loro tenere emozioni. Si scopre così che l'amore è davvero l'unica forza che può resistere al Male e salvare l'umanità dalle catastrofi imminenti».

Nella storia della scienza è stato ripetutamente osservato che spesso le buone idee vengono in mente contemporaneamente a persone diverse. È stato così per la scoperta della radio, del telefono, della

macchina raggi X e della tomografia. La cosa più importante è che la società sia pronta per queste idee.Konstantin Korotkov

(Konstantin KorotkovL’energia della coscienzaEdizioni Verdechiaro 2012 (pp.95-97)

LA MAPPA DELLE EMOZIONI NEL CORPOUn gruppo di scienziati dell’università di Aalto, in Finlan-dia, ha individuato le nostre sensazioni emotive e i loro ef-fetti sull’organismo, mettendo ancora una volta in luce lo strettissimo legame tra la mente e il corpo.Il risultato dello studio, pubblicato sulla rivista scientifi-ca americana Pnas, è una vera e propria mappa dove ad ognuna delle principali emozioni biologi e neuroscienziati hanno associato i distretti corporei che ne vengono colpiti. La rabbia accende le mani e alcuni punti della sommità del corpo, la paura e l’ansia si fanno sentire sul petto, la felicità attiva tutto il corpo mentre la tristezza e la depressione ci tagliano letteralmente le gambe. Quando ci innamoriamo, sentiamo calore dalle ginocchia alla testa, mentre essere invidiosi ci infuoca letteralmente il volto.La ricerca è il frutto di un’analisi condotta su oltre 700 per-sone di diverse nazionalità.(di Alice Pace, www.wired.it, 2 gennaio 2014, adatt. e rid.)

RABBIA PAURA DISGUSTO FELICITÀ TRISTEZZA SORPRESA NEUTRALITÀ

ANSIETÀ AMORE DEPRESSIONE DISPREZZO ORGOGLIO VERGOGNA INVIDIA

RECENSIONI

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In fin dei conti… le espressioni dell’amore si possono realizzare so-lamente con formule matematiche, le stesse che hanno potuto far modellare a Dio, in grande, l’universo. Esso è la più eclatante espressione d’amore matematico scientifi-ca. Sono, infatti, le formule scientifiche di calcoli matematici che re-golano l’universo, lo supportano e lo realizzano nell’equilibrio dell’ar-monia. Viceversa, sarebbe disarmonia e squilibrio, cioè caos.L’armonia e l’equilibrio trasmettono pace.Essa, nel piccolo della nostra misura umana, è un coordinamento di azioni fuori posto messe in ordine dall’amore. In grande, lo stesso amore – coordinando nell’armonia e nell’equili-brio il caos – lo trasformò in kosmos. Nell’universo è tutto in movi-mento. Gli spostamenti di materia modellano ed emettono suoni che, ad esempio, proiettati dall’armonia e dall’equilibrio che esso contiene – dovuto alle formule scientifico matematiche – alternandosi, mi-schiandosi, unendosi o viaggiando paralleli compongono una mu-sica che, potendola ascoltare, susciterebbe il sentimento della pace.Tale musica è uno dei risultati ultimi di un primo moto d’amore di Dio che, attraversando l’universo – realizzazione materiale di ogni suo moto d’amore – si è reso non solo visibile, percepibile, ma anche udibile.… in fin dei conti… dunque, ciascuno faccia scaturire da sé moti d’a-more! Spontanei! Frutto solo della propria volontà, ricerca, ascolto di sé stessi, della propria anima, della propria intima essenza!Questo moto di bene, attraversando il proprio corpo, lo depurerebbe per mezzo di reazioni chimico-scientifico-matematiche. Esse sfuggo-no al nostro controllo perché sono calcoli divini inseriti e innestati nel nostro modello.Solo facendo scaturire, nel nostro libero arbitrio, dalle profondità del nostro essere un alone di bene, procureremmo una reazione a cate-na che darebbe vita a questo procedimento.Tale bene, giunto nelle periferie estreme dell’essere, dopo aver de-purato – ad ogni suo “transito” – punti negativi, memorie distruttive, ricordi nocivi, giungerebbe fino al cervello dalla mente e si scaturi-rebbe nelle nostre azioni rivolte prossimo.L’altro, toccato nel suo intimo dal nostro bene, arricchitosi delle espressioni dei componenti positivi “accesi” al suo passare, divenen-do amore, potrebbe, a sua volta, muovere un suo primordio moto.A catena, dunque, si replicherebbero all’infinito quegli stessi moti d’amore che hanno attraversato l'universo purificando la materia e modellandola attraverso calcoli divini, per giungere – visibili, udibili e percepibili – a noi. Nell’universo in grande, in noi in piccolo. Raggiungendo la pace.

Un'affinità evidente tra le opere Energia e Flusso di elettroni. L’artista statunitense Eric Hol-ler, docente dell’Università di Harward, unendo arte e scien-za, realizza la sua opera Flus-so di elettroni (particelle che contengono carica elettrica) che si espande da un angolo.

L’energiaCarlo Tedeschi 1995Olio su tela cm. 70x100

Flusso di elettroni Eric Heller 2001 Simulazione al computer

IL PRIMO MOTO D'AMORE

UNA FORMULA SCIENTIFICA di Carlo Tedeschi

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È interessante il libro edito da Bollati Boringhieri del fisico, filosofo e ma-tematico James Owen Weatherall, docente di Logica e Filosofia del-la scienza, che con mente lucida e lungimirante medita sul concetto di «nulla» passando in rassegna i più importanti risultati della ricerca scientifica su questo aspetto della realtà:

LA FISICA DEL NULLA.

Da Aristotele fino alla moderna teoria quantistica dei campi e della gravità quantistica, il discorso verte tra il «nulla» e il «qualcosa», dove proprio quest’ultimo, in una fisica delle cose dove ci si chiede che cosa c’è e come si comporta piuttosto che perché, ha ricevuto una mag-giore attenzione da parte di filosofi della scienza nonché di scienziati. In questo modo però, fa notare il do-cente della University California, si sa che il mondo materiale è formato da cose come i quark e gli elettroni, i fotoni e i gluoni, mentre si ignora tutto il resto. Insomma non si con-sidera «come sarebbe il mondo se non esistesse nulla».

«Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» è la domanda che piacevol-mente si legge nella trama del libro, prima di addentrarci nel racconto di come il «nulla» sia stato di volta in volta concepito nella storia della fisi-ca, classica o ordinaria prima, quan-tistica poi, regalandoci una nuova e diversa chiave di lettura della realtà.

E proprio questa era la prospettiva adottata da Leo Amici cinquant’an-ni fa quando aveva cercato di far comprendere con semplicità e sen-za nulla aver studiato l’inutilità del concetto di «nulla»:

«Tutto è materia, il nulla non esiste, se esistesse il nulla, te lo dice la pa-rola, non ci sarebbe nulla. Prova a pensare al nulla, qualunque cosa pensi, penserai sempre a qualco-sa.»

E nel prologo, dal sintomatico ti-tolo Molto rumore per nulla, viene addirittura proposto l’esempio di una casa per far riflettere a rigor di logica quanto sia scientificamente infondato il concetto di «nulla.» Se immaginiamo, infatti, di togliere tutto ciò che abbiamo in una casa (mobili, fili elettrici, pareti, pavimen-ti, ecc.), questa non risulta vuota

perché esiste l’aria. Potrebbe inoltre anche essere invasa da onde radio o raggi luminosi se nei paraggi vi è un ripetitore radio, una rete wireless o semplicemente della luce. Inoltre rimane necessariamente soggetta all’azione del campo gravitazionale del pianeta che, come tutto il resto, è pur sempre... «qualcosa».

L’illuminante esposizione di James Owen Weatherall parte poi dal XVII secolo e precisamente dal fisico e matematico Isaac Newton, e dalla sua legge della gravitazione univer-sale, per dirci che egli concepiva lo “spazio” come teoricamente “vuoto” e come un contenitore che accoglie materia, ovvero corpi soggetti a leg-gi precise.

Per Cartesio invece lo spazio vuoto non poteva esistere e doveva essere occupato da una sostanza denomi-nata plenum, così pure per Leibniz secondo il quale nel mondo reale non possono esistere regioni di spa-zio vuote.

Arriviamo quindi alla metà del XIX secolo quando, per il fisico scozze-se James Clerk Maxwell, che unì elettricità e magnetismo nel rivolu-zionario campo elettromagnetico, lo spazio risulta essere costituito da vibrazioni, ed ecco che nuovamente il nulla si riempie di «qualcosa» che non è più l'etere. Idea, quella di una sostanza che occupa lo spazio, che richiama non solo le teorie di Carte-sio e Leibniz bensì dello stesso Ari-

«IL NULLA NON ESISTE»a cura di Antonella Di Muoio

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totele, ma che sono state eclissate a favore del pensiero di Newton, ancora oggi studiato nei licei e nel-le università. Infatti ricorda l'auto-re: «Anche se da allora sono state formulate teorie che in un modo o nell'altro sostituiscono la fisica newtoniana, le leggi di Newton co-stituiscono tuttora un pilastro della nostra conoscenza della realtà fisi-ca».

Con Einstein, e siamo ormai giun-ti nel XX secolo, arriviamo al vuo-to quantistico che mette ancor di più in crisi la fisica ordinaria. La gravità non è quel misterioso cam-po di forze che in qualche modo si estendeva nello spazio vuoto, come affermava Newton, ma una deformazione della struttura stes-sa dello spazio e del tempo. Lo spa-zio-tempo si curva in presenza di una massa, ma… come potrebbe una massa curvare il «nulla»? Anzi addirittura in base alla relatività generale dal «nulla» si può creare «qualcosa». Einstein però è stato anche il padre della famosa for-mula E=Mc2 vale a dire che tutta la massa è una potente fonte di ener-gia, ossia un qualunque oggetto con massa M si può considerare equivalente a un’energia E data appunto da E=Mc2: la materia può quindi trasformarsi in energia e vi-ceversa. Equazione con cui è stata completamente rivisitata la realtà.

E Leo Amici, che conosceva l'e-quivalenza di questi due fenomeni

della realtà e con un linguaggio fa-cilmente accessibile e straordina-riamente concreto nel definire an-che i concetti più impalpabili della ricerca scientifica, precisava:

«Faccio presente che tutto ciò è materia: il nulla non esiste. Che l’uomo la voglia chiamare ener-gia o con altre definizioni, queste sono comunque senza senso, poi-ché tutto ciò è materia»

In ultima analisi, per concludere questa nostra disamina tutt'altro che esauriente ed esaustiva, incon-triamo il premio Nobel Paul Dirac, massimo fisico inglese dai tempi di Newton e professore di matema-tica all’Università di Cambridge, la stessa cattedra assegnata Newton. Con lui il concetto classico di «nul-la» diventa una contraddizione perché nella teoria quantistica dei campi lo stato di vuoto non è altro che un altro stato della materia.

«L’immagine intuitiva del vuoto» dirà Weatherall in conclusione «è quella di un mare che ribolle di attività, o meglio, di possibilità… Le fluttuazioni del vuoto danno quel pizzico di energia che con-sente a una coppia elettrone-po-sitrone di materializzarsi sponta-neamente, propagarsi, incontrarsi nuovamente e cancellarsi a vicen-da… vanno e vengono in un atti-mo… il loro effetto su altri fenome-ni fisici, però, è reale».

Nel quadro il pianeta poggia sul tessuto spaziotemporale teorizzato da Einstein. Secondo il fisico Nobel questa struttura viene deformata dalla forza di attrazione esercitata dalla massa del pianeta. L'artista collega poi mediante dei fili questa dimensione di spazio-tempo ad un'altra che va oltre e che già astro-nomi e fisici hanno teorizzato per poter spiegare in termini matemati-co-geometrici molte delle proprietà dell'universo.

Fuori dalla trappolaCarlo Tedeschi 1980

Olio su tela cm. 50x70

RECENSIONI

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Ci fu quella volta che, allo scalo in Zambia, mi timbra-rono il visto di uscita sul passaporto con la stessa data del viaggio di ritorno in aereo. Come un tatuaggio indelebile. Maria Pia, che ha fondato il gruppo missionario di solidarietà Noi per Zambia, ci disse di non dichiarare la data di fine soggiorno... non si sa mai, dura un mese il visto! «Deve compilare il formulario verde!» dice in inglese il poliziotto nel gabbiotto dei visti. Magro, calvo e deciso come un robot. Il formulario è in inglese! Ho studiato francese alle medie e andavo piuttosto male, poi alle superiori ho incrociato la lingua inglese e non ho recuperato nulla mentre il “colorato” in divisa mi rimanda indietro nella fila perché il formulario verde non è completo e rifaccio tutto l’interrogatorio scritto senza aggiungere o cambiare nulla e la fila turistica, cinesi e indiani, termina e sono l’ultimo. «Guardi in camera!» dice sempre in inglese. «Non si muova!» e lo scanner o qualcosa del genere mi scruta il viso sino ad intercettare le ossa e la mia vera identità. «Quanto ha intenzione di rimanere?» prosegue, «È qui per lavoro?» «Sono in vacanza. Holiday!»Poi chiede i cinquanta dollari come fosse il biglietto di ingresso di un parco giochi e frugo nel marsupio, una di quelle tasche nere che ti nascondi sulla pelle della pancia, e mezzo mi spoglio e il biglietto da cinquanta è stato emesso prima del 2000 e dice che non vuole banconote vecchie e cerco ancora nella mazzetta dei soldi, battuto dalla corrente d’aria dell’ingresso in aeroporto, prima della linea gialla, nella terra di nessuno, fra lo Zambia e il mondo. Tiro fuori un centone del 2002 e la signora di colore in divisa, molto robusta e con i boccoli in messa in piega mesciata, da sopra gli occhiali da vista lussuosi, scruta in controluce la filigrana dai due lati e stropiccia la carta. Mi rende il resto in dollari e appiccica l’adesivo sul passaporto e ci scrive sopra a penna, parole e numeri. Con il passaporto

timbrato oltrepasso la linea gialla situata a terra. Una linea simile alle righe stradali delle carreggiate ma trasversale, come un crepaccio, una faglia. Sono in Zambia. Vedo il viso di Maria Pia far capolino in fondo al corridoio dell’ingresso. Mi saluta con la mano e allarga il sorriso di labbra. Mi sento tutelato. Ora sono sicuro che andrà tutto bene. Ero in Zambia come volontario, collegato a due idraulici. Dopo le due settimane ipotizzate per terminare i lavori, i miei compagni concludono gli allacciamenti e raccordi e tutto il resto e rientrano in Italia e io resto in Africa. Il mio lavoro non era finito. Il laboratorio di chimica della scuola doveva essere presentato alla commissione statale come da progetto, ma non avevo finito di piastrellare i banchi in muratura e i pavimenti. « ... Non posso venire via ora, non mi costa nulla fermarmi una settimana in più ...» Così, telefonavo a mia moglie. Ci fu l’ultima mattonella, ci fu la fine del soggiorno, ci fu l’aggiornamento della data al biglietto aereo di ritorno. Il sonno scombussolato dell’ultima notte, una stracciata a pavimento del bagno, un’aggiustata al letto, caffè (italiano) e poi la partenza in mattinata. Un sabato mattina di sole africano qualunque. All’aeroporto di N’dola mi abbraccio con Maria Pia. «È stato bello, che bello che bello, è stato molto bello, arrivederci e grazie!» Tradotto da un infantile ritornello in lingua inglese canticchiato dai bimbi dell’asilo ad ogni partenza dei bianchi volontari o sostenitori del centro. All’aeroporto ci sono militari e poliziotti e uomini in camicia bianca della linea aerea e tutto un via vai fra bagagli e bilance e strettoie di passaggio e final-mente, con la “lingua” di Maria Pia siamo al biglietto e chiedo un posto comodo e va tutto bene perché l’uomo colorato del “ticket” conosce la signora e si parla della stagione delle piogge e volano sorrisi e ringraziamenti e strette di mano come quando si esce dalle chiese zambiane. Il mio bagaglio parte e ci salutiamo in abbraccio.

IL VISTOIl racconto è ispirato ad un fatto realmente accaduto, in Zambia nel 2017,

ad un volontario dell’Associazione Dare che si stava recando al Malika Village per aiutare con la sua arte di piastrellista. Da alcuni anni, scrivere è diventata

una sua passione e volentieri pubblichiamo uno frammento di ciò che ha vissuto.

di Ettore Tombesi

L'angolo

della narra

tiva

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Sono solo all’imbarco. L’unico bianco della zona. Dentro il gabbiotto la poliziotta riceve i documenti.Essa scruta. La Legge che legge. Cazzeggio con il pensiero.«C’è un problema!» – Silenzio – «La data di rientro del viaggio non coincide con il biglietto aereo». Dovevo essere uscito dal paese una settimana prima, vista la data di rientro tatuata a penna sul visto emesso all’ingresso in Zambia. «Lei non può partire con questo volo. Deve attendere gli accertamenti e pagare una sanzione di mille dollari, spostare la data del volo a domani e poi potrà partire». Mille dollari è un furto e anche se avessi il danaro... partire di domenica e arrivare a Roma e avvisare il mio passaggio in auto per raggiungere casa in Romagna e tutto il mondo si sposta nel verso sbagliato e il gabbiotto della dogana si alterna di poliziotti zambiani di ogni sesso e grado e mi scrutano come fossi il peggior criminale del mondo. «Venga, si sieda in questa stanza. La chiamiamo noi.» Ecco. Tremo di aria condizionata e fifa. Chiuso in una cella aperta. Bloccato. Posso guardarmi le scarpe e il pavimento in linoleum e il muro verniciato di smalto e percepire il calore del sole africano e dare un'unità di misura alla luce che pervade a scacchi di grata l’aria di questa stanza umana e scrivere di tutto il presente ora amplificato di creatività incon-trollata. Un granello di pulviscolo è una storia e una ragnatela un sogno da raccontare e poi ancora le linee degli angoli fra muro e “parterre” lunghe strade da intersecare e le teste dei chiodini nei battiscopa tradurli in uomini o animali e tutto scorre forzato di impulsi di genio e pazzia. Ecco. Maria Pia: «Mi ha telefonato lo “steward”. Cosa è successo?» Spiego della data di rientro e della multa e tutto il resto. «Non dire nulla. Tu non capisci l’inglese e lascia parlare me!» Così, mi dice Maria Pia: «Sai come sono questi ... gli dai un po’ di potere e si montano la testa... Noi siamo qui per dargli una mano con le scuole, gli ospedali, insegniamo loro un mestiere, ma a una parte di loro, non andiamo a genio. Poi il popolo ci vuole imitare e legge sui libri di scuola di come va il mondo e tutto il resto… mentre dovrebbe lavorare tutto il santo giorno in miniera e arricchire le concessioni in mano ai cinesi , eccetera, eccetera…».E la vedo seriamente presa da questa situazione. Poi vengo chiamato in un ufficio e in un primo momento non vogliono fare entrare Maria Pia, ma poi cedono. La conoscono tutti, sanno dei suoi buoni propositi

e dei trent’anni passati in Zambia, dei suoi lutti, dei soprusi, delle violenze, dei furti, della sua lotta infinita per aiutare le donne di quella nazione. Una donna di fede e di fatti concreti, senza orpelli e cornici. Una donna minuta, un poco ingobbita, con la pettinatura fatta da un vecchio barbiere di N’Dola, alto, secco e nero come il carbone. «Non capisco l’inglese, non vi capisco! Chiamate la signora, chiamate la signora qui fuori, lei traduce. Chiamatela, lei traduce!» E gesticolo e indico il corridoio al bestione colorato in divisa pluridecorata e lui, sudaticcio e con la faccia color zecca gonfia, si rassegna e fa entrare una sua collaboratrice super truccata di rossetto e ciglia lunghissime e occhi di ombretto azzurro e capelli lunghi e allisciati e molto decisa si rivolge a Pia con disprezzo e interroga lei al mio posto e il dialogo fra domande e risposte dura una mezz'ora e non ci capisco nulla se non alcune frasi strozzate di Pia che mi tranquillizza: «Non ti preoccupare, va tutto bene!» Dice, e più dice così e peggio sudo in agitazione. Misunderstanding. Wrong. Mistake. E altri mille modi per dire che sono nei guai, e senza dire una parola siamo seduti in cella. Passano pochi minuti e “faccia da zecca gonfia” chiama Pia in ufficio. L’ora della partenza del mio volo si avvicina. Sento rollare gli aerei dalla pista. Voglio partire! Tornare a casa mia! Ho gli addominali tirati e la mascella serrata. Sbuffo dal naso come un toro. Passare un altro giorno in Zambia e pagare i mille dollari di multa non sarebbero un problema, ma il tutto si presenta come una presa in giro o peggio, un sopruso razziale al contrario. I bianchi e i neri con il “potere” invertito. Sono vittima di razzismo. Pochi minuti e la Pia ritorna da me. Dice che posso partire e che è tutto a posto. Seduta al mio fianco, gocciola di lacrima. Maria Pia che mi abbraccia e mi ringrazia salutandomi. Guarda in me la partenza di un pezzetto della sua sempre più lontana terra, trattenuta, legata alla sua scelta vitale. Dove abito, vedo dalla finestra il mio albero di albizia africana. Un fusto maturo e ombroso, con la corteccia chiara e liscia e qualche ombra di muschio cresciuto sui rami più grossi. In estate il sole tramonta alle sue spalle. I tramonti romagnoli non sono come quelli africani. Sono belli. E sono diversi.

Viva!

Per maggiori informazioni sulla collaborazione ultradecennale tra l’Asso-ciazione Dare e Maria Pia Ruggeri, responsabile di ”We for Zambia” consultare www.acomeamici.it nr. 34.

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Ti penserò sempre con un sorriso, quello che alla fine di

ogni discussione mi facevi venire perché tanto era impos-

sibile arrabbiarsi con te.

Le cose normali non sono mai state il tuo punto forte e di

certo non avresti potuto lasciarci in un modo normale.

Ci hai travolti e spiazzati, e all’improvviso siamo rimasti

senza la tua musica.

La vita è meravigliosa per il semplice fatto che noi siamo

vivi, noi siamo qui e abbiamo ancora la possibilità di fare

il primo passo, di perdonare, di perdonarci, di darci amore

e forza. Abbiamo imparato ad un prezzo troppo alto che

siamo qui solo per un attimo, che il tempo che abbiamo

a disposizione per vivere senza rimpianti è troppo poco,

può scivolarci dalle mani come se fosse niente. Dobbiamo

impegnarci a non nutrire la nostra vita con sentimenti

brutti come l’odio, la rabbia, la voglia di vendetta o la ri-

cerca di una colpa. Di chiunque sia la colpa, non ci sarà

mai una notte in cui non andremo a letto con il pensiero

per i nostri quattro ragazzi. Sento parlare di colpe e di

giustizia. Io personalmente della giustizia non me ne

faccio niente, io la giustizia non la voglio. Qualunque

pena sconterà chi è colpevole di questa tragedia non mi

ridarà mio fratello e i suoi migliori amici, non mi ridarà

i loro sorrisi e loro sogni, non mi ridarà il casino che fa-

cevano quando suonavano costringendomi a trovare un

altro posto per studiare. La vera giustizia io la chiamo

coscienza, quella che farà perdere il sonno a queste per-

sone e quella che alla fine dei loro giorni gli farà rivivere

la sofferenza che hanno portato alle famiglie di queste

vittime. Per questo dobbiamo impegnarci al massimo af-

finché questo dolore diventi la lezione più grande che la

vita ci ha messo di fronte con tutta la potenza del mondo.

Smettiamola di rimandare, smettiamola di portarci la

rabbia dentro, viviamo innamorati della vita ricordando

sempre che l’amore è più forte di ogni cosa che incontra

sul suo cammino.

Tua sorella Leri

Matteo Bertonati

La grande famiglia del lago ti ricorda fin da bambino, quando arrivavi con la tua famiglia da Torre del Greco. La tragedia del ponte Morandi di Genova ti ha spazzato via con i tuoi tre migliori amici in una calda giornata d'agosto e la stretta al cuore di tutta Italia, qui si è fatta più grande. Ti pensiamo felice nell'abbraccio di Dio insieme al tuo papà Maurizio esempio di onestà e dedizione per gli altri. Un abbraccio per mamma Aline, Leri e Salvatore.

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La maestra che ha accompagnato

alle medie con amore centinaia di bambini

La banda fuori intona una melodia che stringe il cuore, accompagna il feretro verso l’altare. Oggi 16 maggio, nella chiesa di San Michele a Morciano si sono tenuti i funerali della maestra Vincenza Vanzolini, per tutti la maestra VINCE.Io e mio marito Costantino con Giovanna, Manuela e Stefano, abbiamo cantato durante la celebrazione. La chiesa è gremita di gente. Ogni persona è in qualche modo toccata al cuore da questa donna: la sua famiglia, amici, ex alunni, ora diventati genitori, e tutti i colleghi. Ci sono anche i bambini della sua classe 4a con i loro grembiulini. Per noi è stata una grande emozione che viaggia lontano e ogni maestra dovrebbe vivere il suo mandato come una vocazione! Come faceva la maestra Vince. Per lei era una vera missione crescere e accompagnare i bambini, le venivano affidati con fiducia, nel rispetto, in un’atmosfera di famiglia.Anche mio figlio Paolo, come ogni alunno dal primo all’ultimo, porterà in sé questo dono! Grazie maestra Vince per il lavoro svolto con i nostri bambini!Monia

CIAO VINCE!

Caro Gino,non ci sono parole umane che possano confortare il dolore della tua famiglia ed il tuo.Ugualmente scrivo in virtù di quel Grande Dio in cui credo e che guida i miei e i nostri passi.Nella vita e storia della mia famiglia, e so per certo anche in quella di tante altre, Vincenzina è stata importante, grande, unica. La sua traccia nei cuori e nei fatti che svolgeranno nella loro vita i suoi allievi non potrà mai essere cancellata ed è una BUONA TRACCIA che porterà e ha portato cose BUONE nel mondo.Per quanto posso, e più di quanto posso, sono vicino a te e ai tuoi figli e a quanti l’hanno amata come Daniela, mia moglie, e mio figlio, Emanuele. Per come l’ha amata Maria, mamma di Daniela che, insieme a me, l’ha trovata e incontrata nel cercare una GIUSTA e AMOREVOLE maestra per suo nipote Emanuele.Mi auguro che accoglierai e accoglierete l’amore che in questi momenti, pur nel dolore, sono certo si stia esprimendo anche per voi grazie a quella traccia di Vincenzina che non si cancellerà mai. Carlo Tedeschi, Daniela, Emanuele e tutta la sua grande famiglia.

Un pensiero scritto con i suoi piccoli alunni di San Clemente dopo aver assistito in un matinèe al musical Sicuramente Amici:

Carlo, quando siamo usciti dal teatro ci siamo sentiti rilassati e tranquilli. E sai perché?Tu, con le parole che hai scritto, con le scenografie che hai creato, ci hai fatto capire che il bene vince sempre sul male, così l’umanità vivrà sempre in pace. Abbiamo riscoperto il profondo valore dell’amicizia. Inoltre se guardiamo con gli occhi, se guardiamo con il cuore scopriamo che il segreto della vita è l’amore.Grazie, Carlo, per gli insegnamenti che ci hai trasmesso.

Dicembre 2016

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...Ma c’è un’altra cosa che Alessan-dra ha sempre rinviato di racconta-re, forse perché pensava di non es-sere creduta, forse perché non c’era ancora abbastanza intimità.

Per molto tempo ho vissuto corren-do in modo frenetico, mi sembrava che il tempo si restringesse ogni giorno di più. Non avevo paura per me, ripeto, per me la morte è l’ini-zio della vera vita, ma per Giovanni e per i miei cari. Quando meno me lo aspettavo feci un sogno che fu per me un altro regalo dal cielo e la liberazione di una grande parte delle angosce del futuro. Mi sognai Maria una bellissi-ma Signora che avevo conosciuto a Rimini. Lei era stata sempre a fian-co di Leo Amici nella missione. La conobbi lì al Lago. Una donna per me speciale come Santa Teresa di Calcutta... Quando la conobbi pro-vai una grande emozione anche se non sapevo chi potesse essere.

Era di una bellezza fusa con una grazia unica, inimmaginabile, mi prese la mano e con gli occhi pie-ni d’amore, perché l’ho sentito, mi disse: «Alessandra hai bisogno di qualcosa?» «No grazie» le risposi «mi basta averla conosciuta» «Sei sicura?» «Sì grazie». Dopo due anni lei morì e così mi venne in sogno. Mi prese il viso tra le sue mani e con quegli occhi sempre pieni d’amore mi guardò e mi disse «Alessandra devi stare tranquilla perché hai an-cora dieci anni da vivere» La guar-dai e le dissi «Dieci anni? Così tanti? Con la mia malattia» Lei rispose «Sì Alessandra tu morirai a quaranta-sette anni, quindi vai con calma, che hai tempo sufficiente».Quando l’ho raccontato al mio psi-chiatra, lui mi ha guardato perples-so e ha detto sorridendo «Ora me lo scrivo» (...)

La vita comunque - pp. 101

Migliaia di incontri per Carlo Tedeschi, sua moglie Daniela e Maria Di Gre-gorio in una vita trascorsa, fino ad oggi, prima accanto a Leo Amici e poi nel proseguire le sue orme realizzando i suoi progetti. Nel loro svolgere, accogliere e condividere continuo, le strade si ritrovano, piacevolmente si raccolgono frutti a volte inaspettati, a volte tanto attesi. Alessandra In-coronato, che a causa di una malattia non potè mai camminare, venne al Lago di Monte Colombo e fu per lei determinante, una sferzata di energia e forza che si leggono oggi nel libro La vita comunque, scritto insieme a Giovanna Caratelli impegnata nel mondo del sociale e della cultura: «Nello scrivere questo libro ho cercato di trasferire sulla carta le emozioni, la vita, i pensieri di Alessandra Incoronato della quale ho imparato a conoscere l’amore per la verità, la ricerca meticolosa della parola che arriva dritta al cuore, la passione per la giustizia e la dignità della lotta per i diritti di tutti».

Il libro arriva alla famiglia Tedeschi via posta, perché Alessandra ebbe poche occasioni di tornare al Piccolo paese fuori dal mondo e nella prima pagina la dedica recita: «Per Carlo, Daniela ed Emanuele con infinito Amore, stima e gratitudine per aver salvato la mia vita. Vi auguro tanta serenità, amore e infinita salute». Alessandra Coronato in Rame

«Non mollate mai: la vita è un passaggio e non è finita...»

Libri

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9 marzo 2018

Quanta nostalgia ho di quel posto, unico al mondo! Quindi non posso non cercare almeno di descrivere le mie impressioni. Quando ricordo quei giorni passati lì mi sgorga dal cuore tanta dolcezza e tenerezza. Tutto si ferma dentro di me, allora m’immergo nel mio interno, l’esterno non esiste più e sento tanta pace, una pace attiva.Ringrazio Leo Amici che tanto ha voluto quel Piccolo paese fuori dal mondo e chi dopo di lui si è prodigato giorno e notte per portare avanti l’opera.Tutto lì ha il sapore dell’amore. Tutto emana quella meravigliosa sostanza, custodita, difesa, voluta, mantenuta viva, palpabile, trasmessa attraverso le espressioni e le opere. Tutto è diverso dal resto del mondo: i sapori, il silenzio, i movimenti, le voci, i rumori, il modo di parlare gli uni agli altri, l’accoglienza dei giovani.Nel mondo trovi tante persone con il cellulare in mano, connesse forse con il nulla... al Lago trovi sempre qualcuno connesso con la grandezza, quindi in grado di capirti, aiutarti, amarti per come serve.Ora so descrivere il sapore dell’amore vero dove nessun elemento prevale o si esalta ma è un equilibrio di componenti che si uniscono per ottenere... in cucina direi “un unico impasto!”Susy

28 agosto 2018

Sono fortunato, sono felice, mi rendo conto della meraviglia di un legame eterno qui, ora, con voi. Dio ci vede belli, non ci guarda come pensiamo noi. Possiamo tutto con l'aiuto che ci viene dato ogni giorno. Possiamo stare sereni e capire che ci ama, sempre. Un vero maestro ci sta accanto come esempio da seguire. È l'insieme che dà la forza e la motivazione di non confonderci, di vedere la verità.Ci vuole coraggio per liberare la mente da quei pensieri che, tramite essa, cercano di frenarci, bloccarci inutilmente solo per perdere tempo.Chiedo perdono senza angoscia a voi tutti, incluso il cielo naturalmente, per liberarmi dal “vecchio” che non voglio più. Chiudo la porta!Voglio sentirmi nudo, libero, attento per unirmi a voi, sentirvi, capire e agire con lo spirito di Gesù.Ho tanto, abbiamo tanto dentro di noi.L'intenzione di fare e dare è perfetta ma non da soli. Non possiamo più stare soli senza esprimere tutto ciò che ci viene dato in continuazione. Deve scorrere attraverso noi tutti per portare alla luce l'espressione di Dio.Grazie, sono felice per accogliere l'amore e la verità e accetto tutto con la calma, rimanendo in armonia con la mia anima.Grazie a voi giovani di oggi, come noi ieri, tutto serve per arrivare all'inizio del nuovo “insieme”.Claude

Francesco, responsabile della compagnia teatrale, ed Eleonora, prima ballerina, hanno perso la loro bimba neonata. È rimasta però tra di noi una traccia profonda del suo passaggio.

Lo sgomento, il dolore, la delusione...La fede? Il punto è la fede!I pensieri spingono a far vacillare le anime coinvolte nel dolore.Ecco però la carezza che penetra in un interno – Francesco – impregnato d’amore, amore che lascia la scia, che si è inoltrato nel percorso celeste custodito gelosamente dalla scelta ferrea che nulla può inquinare, perché Dio l’ha forgiata.Francesco, Eleonora, siete dentro l’argomento: doloroso argomento!Ma è tenero ciò che di vostro offrite a Dio.Non siete comuni terreni.Il colossale amore di Dio vi ha deposto nel territorio dove nascono nuovi amori, nuove anime che luccicano di luce propria, ovunque si trovino.Dove c’è Dio nulla è superfluo, tutto è fruttuoso, Lui è amore concentrato che si amalgama con se stesso, rendendo proficuo ogni chicco di grano che si trasforma in sostanza per uso di Dio. Il nulla non esiste per Lui.Siate onorati di donare quello che è prezioso per i vostri cuori.Non cercate misteri, sarebbe superflua ricerca!Dio non è mistero.Dio è raccoglitore e architetto per la sua opera.Tutto ciò che è suo è luce che illumina dove le tenebre vorrebbero oscurare. L’accettazione è trasparenza, rilascia le membra, fa fuoriuscire un sorriso purificatore che guarisce chi lo osserva e che viene inondato dall’amore fraterno.La benedizione di Dio ci sarà in ogni vostra azione quotidiana rivolta al bene, con la realizzazione fraterna.

Anna De Persio

LUCE25 Agosto 2018

Testimonianze

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COLONNE SONORE

NEWS MUSICALI FIRMATE RDL

Nuovo arrangiamento di Emanuele Tedeschi del brano The man with the sailor’s cap scritto e dedicato a Leo Amici, circa 30 anni fa, da Sam Moore.

Remix di Emanuele Tedeschi del brano Jamaica tratto dallo spettacolo musicale Notte Gitana che diventa una ballata appassionata mescolando sonorità latine a tanto reggaeton.

Cinque brani inediti tratti dal 5° Festival della canzone per Leo.

I MUSICALS DI CARLO TEDESCHI

Patto di LuceL’Uomo dal Turbante Rosso

Un fremito d’aliSicuramente Amici

Greccio, notte di Natale 1223Gabriele dell’Addolorata

Dio, che meraviglia!Chiara di DioNotte Gitana

EBOOK

PUBBLICAZIONI

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I video integrali di Notte Gitana spettacolo musicale spagnolo e di Patto di Luce il musical sui diritti umani

di Carlo Tedeschi disponibili su VIMEO.COM

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Teatro Leo AmiciRDLPatto di Luce Opera MusicalNotte Gitana spettacolo musicale

Teatro Leo Amicirdl.official

Lago di Monte ColomboItalian Musicals Channel

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Il ritorno dal labirinto Tratto da una storia vera come forma di prevenzione, riper-corre il passaggio di Gianluca dal la-birinto della droga fino all’immensa spianata della libertà. Carlo TedeschiEdizioni DareGRATUITO

Sicuramente Amici Una favola per tutti!Narra la storia dell'amicizia attraverso i grandi personaggi del pas-sato, rivelando cosa sia la "polvere nera" e facendo largo alla "piccola Umanità" attraverso un finale distopico.Carlo TedeschiEdizioni Dare

Angela degli Abissi Un romanzo verità. Descrive dieci anni di vita di Angela Bandini, dall'incon-tro nel 1979 con Leo Amici fino al record del mondo di immersione in apnea nel 1989.Carlo TedeschiEdizioni DareGRATUITO

Leo - L’uomo senza tempo Pagina dopo pagina il personaggio si delinea, un tassello alla volta il mosaico si completa. Si comprende che la storia narrata profuma di vissuto e che le sensazioni descritte sono state provate sulla pelle.Acquistabile online www.edizionidelfaro.ite nei migliori store.

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Via Canepa, 136 - 47854 Monte Colombo (Rn) - Tel 0541.985207www.lagodimontecolombo.it - www.teatroleoamici.it

www.villaleri.it - www.ilmiocasale.it

Gli utili ricavati dalle strutture sono devoluti al mantenimento del paese e alle opere umanitariedella Fondazione. L’attività teatrale rientra nell’opera di socializzazione e prevenzione giovanile.

Strutture ricettive • 1 - Hotel Villa Leri SPA - Tel 0541 985262

Centro Benessere - Poliambulatorio - Residences - Ristorante Leonardo

• 2 - La Grotta della Giamaica - Tel 0541 985580Bar- Ristorante - Pizzeria forno a legna- Pontile sul lago

• 3 - ll mio Casale - Tel 0541 985164Ristorante - Agriturismo - Azienda agricola bio certificata - Vendita prodotti

• 4 - Casa LA BASE per bambini - Casa LA META per anziani• 5 - Teatro Leo Amici Accademia - Musicals - Convegni - Incontri di spiritualità

• 6 - Casina nel bosco Piadineria

Servizi gratuiti• Teatro dei burattini - Parchi gioco per bambini - Ingresso ad eventi straordinari

• Centro sportivo - Stages teatrali - Corsi di cucito, cucina, pittura• Incontri di spiritualità - Incontri per giovani e famiglie

• Visite guidate al Piccolo Paese del Lago - Gite organizzate alle sedi distaccate• Museo Leo Amici con filmati sulla storia della fondazione - Filmati musical

• Mostre pittoriche e fotografiche permanenti - Azienda agricolo-didattica Il mio Casale • Dimostrazioni di riflessologia

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Piccolo paese fuori dal MondoIl piccolo paese del lago poeticamente definito dal suo fondatore Leo Amici Piccolo Paese fuori dal mondo, è oggi sede della Fondazione che porta il suo nome. Le strutture, utilizzate per scopi umanitari, sono state realizzate

dal 1982 dall’Associazione Dare attraverso il volontariato dei suoi associati che ne curano la gestione..

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È sufficiente apporre la firma nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi (CUD -730 - UNICO) a “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” ed indicare nello spazio sottostante il codice fiscale della Fondazione: 91078410403

PER DONAZIONI alla Fondazione Leo Amici puoi effettuare contribuzioni volontarie utilizzando anche il conto corrente bancario intestato alla Fondazione Leo Amici,specificando nella causale “erogazione liberale”. UniCredit Banca S.p.a. Filiale di San Giovanni in Marignano - RN IBAN: IT 86 R 02008 68000 000020087815

Non ha intento politico né fini di lucro. È uno strumento a disposizione di coloro che abbiano in animo la realiz-zazione di opere sociali ed umanitarie. Sostiene, anche attraverso il volontariato, la Fondazione Leo Amici.

Data Costituzione: 3/3/1983Forma Giuridica: Associazione privata di volontari, senza fini di lucro (regolamentata dagli artt. 36 e seguenti del Codice Civile).Sede Legale: Morciano di Romagna (RN), Via Resistenza 1Organi: Assemblea - Comitato Direttivo - Presidente Telefono: 0541.985207E-mail: [email protected]

Già nel 1982, Leo Amici aveva espresso la volontà di dar vita ad una fondazione alla quale devolvere la proprietà delle strutture che sarebbero sorte affin-ché nel tempo permanessero rivolte unicamente a scopi umanitari. La Fondazione, costituita da Carlo Tedeschi, Daniela e Stefano Natale e dall’Associazio-ne Dare, è stata riconosciuta nel 2002 ed è il risultato giuridico finale dell’opera umanitaria intrapresa da Leo Amici. Il fine primario della Fondazione è salvaguardare e perpetuare le iniziative promosse ed avviate dal suo ispiratore a favore del prossimo.

Data Costituzione: 20/6/2002Forma Giuridica: Fondazione riconosciuta in data 27 novembre 2002 ed Iscritta nel Registro Prefettizio delle Persone Giuridiche dell’Ufficio Territoriale del Governo di RiminiSede Legale: Montescudo-Monte Colombo (RN), Via Canepa 136Organi: Consiglio di Amministrazione -Collegio dei RevisoriTelefono: 0541.985207E-mail: [email protected]

Fondazione Leo Amici

Associazione Dare

5 x 1000

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Attività promosse e realizzate dal 1983

Cultura, sport e ricreazione• Pubblicazioni riviste, libri, audio e video,

incontri, mostre, spettacoli.• Rally, podismo, apnea, calcio, calcetto,

gare, tornei, records mondiali.• Centri di aggregazione, incontri, corsi di

cucina, cucito, pittura, iconografia, danza, recitazione, canto, musica.

• Incontri di spiritualità.• Centri di ascolto del Vangelo.• Liturgia delle ore.

Assistenza sociale• Opera di prevenzione del disagio giovanile.• Educazione e socializzazione anche presso

scuole ed Istituti.• Borse di studio.• Formazione, avviamento professionale ed

inserimento lavorativo.• Protezione, sotto il profilo fisico e morale,

dell’infanzia abbandonata o priva di assistenza.

• Coinvolgimento e coordinamento di famiglie per l’accoglienza e l’affidamento di minori.

• Ospitalità e cure ai bambini di Chernobyl.• Ospitalità a bambini e famiglie della ex

Jugoslavia.• Campi scuola.• Protezione, sotto il profilo fisico e morale,

agli anziani.• Assistenza e supporto agli ammalati ed anima-

zione anche presso ospedali e case di cura.• Soggiorni per anziani.• Sostegno morale ed economico a famiglie

bisognose.• Attività di recupero dalla

tossicodipendenza.• Attività ed iniziative per il sostegno

economico ed umanitario in Kenia, Rwanda, Zambia, Australia ed avviati luoghi di aggregazione in Italia (Toscana, Abruzzo, Puglia, Umbria) e all’estero: Svizzera, Spagna, Francia, Germania.

Istruzione• Laboratori, stages.• Accademia d’arte e formazione

professionale.• Corsi di supporto scolastico.• Inserimento scolastico per immigrati.

Sanità• Poliambulatorio privato e Centro di

Riflessologia.• Congressi di medicina.• Incontri aperti al pubblico su

alimentazione, stile di vita, prevenzione.

Collaborazioni con parrocchie, diocesi, aggregazioni laicali, movimenti carismatici, associazioni culturali, sportive, umanitarie del territorio nazionale ed estero. www.leoamici.it www.carlotedeschi.it www.fondazioneleoamici.org

Leo Amici(1923 - 1986)

Nasce ad Allumiere (RM) nel 1923. Frequenta la scuola fino alla terza elemen-tare. Già da piccolo si distingue per la sua bontà. Partecipa alla seconda guerra mondiale ar-ruolato in marina. È minatore in Francia, ope-raio nelle ferrovie e commerciante. Compie lunghi viaggi continuando dovunque a fare del bene. Negli anni ‘60 e ‘70 è a Civitavecchia. Nella sua casa confluiscono persone da ogni parte per chiedergli aiuto. Egli corrisponde trasmettendo alle centinaia di persone che vogliono conoscerlo pace, serenità e voglia di vivere. Rafforzandone lo spirito guarisce inoltre numerosi malati e recupera centinaia di ragazzi tossicodipendenti. A chi vuole ripagare in denaro il favore rice-vuto, risponde: «Tu sai a chi darlo. Quando sei guarito, sei felice e ami il tuo prossimo, tu mi hai ripagato». Tiene riunioni a porte aperte in Italia, ma an-che in Europa, Africa, Australia e America cor-rispondendo ai grandi interrogativi dell’uomo. Il suo progetto del Piccolo Paese comprende: una clinica, una casa per bambini abbando-nati, una per anziani e strutture per la socia-lizzazione dei giovani. Nel 1983 a tale scopo promuove la costitu-zione dell’Associazione Dare. Nel 1985 forma la compagnia teatrale I Ra-gazzi del Lago e la casa di produzione tele-visiva Ralac. Gira il film La verità di un ragazzo di cui è au-tore e regista.Nello stesso anno è fautore del record mon-diale di immersione in apnea di Angela Ban-dini e ne realizza il relativo documentario. Nel 1986 dà vita al musical di Carlo Tedeschi Sicuramente Amici. Muore a Monte Colombo il 16 aprile 1986 dopo avere gettato le basi per la realizzazio-ne del Piccolo Paese del Lago. Ha lasciato scritti, poesie e testimonianze di fede ed amicizia, strutture a beneficio dell’u-manità e una traccia indelebile: pace, amore e fratellanza.

Tratte dal suo parlare, chiavi per comprendere il suo pensiero

Il primo verbo che rispetto è la libertà. ◊ La volontà è libera. ◊ Volere è potere. ◊ L'arma più potente è l'amore. ◊ La vita è un banco di prova. ◊ L'uomo deve corrispondere a se stesso senza farsi condizionare dagli altri. ◊ Nell'uomo ci sono tutti i perché. Basta voler

ricercare. ◊ La ricerca è il punto di partenza. ◊ Nella ricerca trovi il tuo io e ti conosci.◊ Il bene e il male sono due materie che si possono sentire, toccare e riconoscere: la na-tura te lo insegna. ◊ Lo vedi se sbagli. ◊ Man mano che vai avanti puoi iniziare a scar-tare il male. ◊ Nella natura ci sono migliaia di espressioni di Dio. ◊ Quando arriverai alla certezza di Dio potrai realizzare te stes-so scartando i punti negativi e valorizzando quelli positivi. ◊ Prima pulisci te stesso e poi potrai pulire innanzi a te. ◊ Ti sentirai utile in mezzo alla società ed ogni cosa la svolgerai con amore. Ti nascerà la gioia di vivere. ◊ A quel punto, quando avrai terminato il lavo-ro su te stesso, il male non ti toccherà più e potrai aiutare un altro perché sarai un uomo vero. ◊ Strappare il nome di Gesù dal mon-do significherebbe, per l’uomo, cadere in un abisso di male. ◊ Gesù trionferà.

Maria Di Gregorio

(1940 - 2002)

Nel 1971, insieme alla sua famiglia, incontra Leo Amici e, da quel momento, ne sosterrà l’o-pera per tutta la vita. Testimone ed esempio d’amore, educa e coordina centinaia di volon-tari nelle iniziative sociali ed umanitarie. Nel 1982 con il marito e i figli si trasferisce a Monte Colombo per sostenere l’ultima realizzazione di Leo Amici: il Piccolo Paese del Lago. Dopo la sua scomparsa, insieme a Carlo Tedeschi, ne porta a compimento il progetto. Muore l’11 giugno del 2002.

Carlo Tedeschi

Nel 1978 incontra Leo Amici e lo affianca. Artista versatile riceve consensi e ricono-scimenti non solo per il valore culturale ma anche per l’impegno sociale. Tutta la sua produzione artistica diventa strumento di espressione dei valori universali della pace, dell’amore e della fratellanza. Dedica tutte le sue forze ed il suo impegno a favore della realizzazione dei giovani. Anche dopo la morte di Leo Amici porta a compimento la costruzione delle strutture del piccolo paese insieme a Maria Di Gre-gorio e ne ha proseguito fino ad oggi l’o-pera morale e sociale, realizzando anche le nuove sedi.

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Pizzeria - Piadineria - Bed & Breakfast - Centro di aggregazione giovanile

Colledoro di Castelli TE Tel. 0861 970686 [email protected]

Struttura per l’accoglienza - Corsi di danza e teatro Danza e musicalCompagine teatrale - Cappella dei santi Francesco e Chiara

inaugurata da mons. Mario Russotto vescovo di CaltanissettaTel. 334 7176815

CASA DEL PONTESanta Caterina - Caltanissetta

Struttura per l’accoglienza - Centro di aggregazione giovanile

Tel. 0041 - 91 2243236

CASA DEL TICINOCadenazzo - Lugano

LA FONDAZIONE È INOLTRE PRESENTE

Il Giardino di Maria e la Casa della Montagna si trovano alle pendici del Gran Sasso, vicino alle località sciistiche di Prati di Tivo e Campo Imperatore. Il complesso, realizzato dalla Fondazione Leo Amici con l’opera di volontariato dell’Associazione Dare che lo gestisce, comprende la pizzeria, le camere, due case di accoglienza, anche per gruppi, il centro di aggregazione giovanile e la scuola di danza. Accoglie chi voglia riposare, riflettere, chi ama gite ed escursioni nell’aria pura della montagna ed una buona... pizza! Si può visitare il museo adiacente in memoria della figura di Maria Di Gregorio, determinante nella realizzazione, accanto a Leo Amici, del Piccolo paese del Lago di Monte Colombo di Rimini.

ALTRI LUOGHI DELLA FONDAZIONE

Centro di aggregazione giovanileInaugurato nel 2011, è diventato punto di incontro per i bambini e i giovani della zona con finalità culturali, artistiche, di socializzazione e prevenzione. È utilizzato anche da gruppi provenienti da altre regioni per gite e campi scuola.Nella sala polivalente: tavoli da ping-pong, biliardini e giochi da tavolo a disposizione degli ospiti, inoltre accoglie l’associazione sportiva “Danza e Musical” che organizza corsi di danza classica, zumba e canto. È anche centro di prima accoglienza della Protezione civile

GIARDINO DI MARIACASA DELLA MONTAGNA

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LA FONDAZIONE È INOLTRE PRESENTE

ALTRI LUOGHI DELLA FONDAZIONE

BORGO DELLA SPERANZAdove anche il tempo pare si riposi…

Accoglienza - Corsi di danza e teatro Danza e musicalCompagine teatraleTel. 075 - 8065047

DOMUS ROSARUMAssisi

Struttura per l’accoglienza - Corsi di danza Danza e musicalCompagine teatrale - Cappella di S. Michele Arcangelo

Tel. 377 1755286

CASA DI MATTINATAMattinata - Foggia

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Il Borgo della Speranza, che si trova in Toscana, tra San Gimignano e la stessa Volterra, risale al XII secolo, è circondato da morbide colline ed è stato definito “luogo della ricerca del cammino”.

Dopo quarant'anni di abbandono e degrado, è stato restaurato dalla Fondazione Leo Amici grazie a Carlo Tedeschi, che ne ha affrescato anche la chiesa del 1100, in degrado da oltre 40 anni.

Nella sua suggestiva cornice, è ideale per vivere un'esperienza nella pace e nel silenzio della natura. Sono possibili soggiorni in camere o appartamenti, visita alla Villa di Ulignano (risalente al XVII sec.) ed escursioni nelle vicine località storiche ed artistiche e salutari passeggiate nei percorsi segnalati dei boschi circostanti.

Ristorante - Locanda del Borgo - Residences - Bed & Breakfast

Ulignano di Volterra - Pisa - Tel. 0588 086113 [email protected]

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Ogni domenica ore 16.30

OTTOBRE - LO S...VARIETÀ È GIOVANE!NOVEMBRE - UN FREMITO D’ALIDICEMBRE - NOTTE DI NATALE 1223GENNAIO - ACCADDE PER STRADAFEBBRAIO - SENZA FILIMARZO - CHIARA DI DIOAPRILE - L’UOMO DAL TURBANTE ROSSO

CON GLI SPETTACOLI DI CARLO TEDESCHI E I RAGAZZI DEL LAGO

Piccolo paese fuori dal mondo - Rimini

STAGIONE TEATRALE 2018/2019

ABBONARSI CONVIENE!!! SETTE SPETTACOLI!!!

pRENOtA Il tuO pOStO A tEAtRO

MOHICANDEBUTTO NAZIONALE 2019

La sua personalità aderisce perfettamente ai canoni della tradizione e spiritualità del suo popolo.Lo guida però una conoscenza superiore. Risponde alle domande sulla natura di tre esploratori che avevano attraversato la foresta affrontandone i pericoli. I tre saranno inconsapevoli risolutori della travagliata storia d’amore di Mohican con una donna inglese: le loro diversità troveranno punti di comunione e di risoluzione?S’incontreranno ancora dopo la misteriosa scomparsa della donna?

Teatro Leo Amici - Piccolo Paese fuori dal mondo (Lago di Monte Colombo - Rimini)www.teatroleoamici.it - Instagram-FB @teatroleoamici - youtube Italian Musicals Channel

[email protected] - cell. 3458045807