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Idrologia - Idraulica 118 7.1 PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA E FORTE INTENSITA'; CURVE DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA 7.1.1 PREMESSA Il rischio idraulico inerente alle esondazioni fluviali attiene alle elevatissime portate di piena che possono formarsi in occasione di eventi meteorici di particolare intensità, persistenza ed estensione territoriale. Le situazioni di rischio sono pertanto riferite ad un concetto di probabilità di accadimento, normalmente misurata in termini di “tempo di ritorno”, definito come il numero medio di anni per il quale la variabile considerata è statisticamente uguagliata o superata almeno una volta. Il tempo di ritorno è quindi tanto più alto quanto maggiore è il valore della variabile. La stima statistica delle esondazioni fluviali (le cosiddette fasce fluviali) dipende dalla stima statistica delle precipitazioni meteoriche e delle conseguenti correnti fluviali. Il numero di dati disponibili per l'esecuzione di indagini mirate all'individuazione del regime delle piogge di breve durata e forte intensità, da cui tali correnti prendono origine, è notevolmente inferiore a quello utilizzato per definire il regime delle precipitazioni medie annue e mensili, poiché le stazioni munite di apparecchi a registrazione continua (pluviografi) presenti nella provincia con una serie significativa di dati (>10) sono molto meno numerose: 11 (a cui sono state aggiunte altre 14 situate in provincie limitrofe) con una densità media riferita all'area di Piano rispettivamente di una stazione pluviografica ogni 250 kmq circa (la densità media nella zona montuosa è di circa uno strumento ogni 285 kmq, mentre la densità media nella zona di pianura è di uno strumento ogni 190 kmq). Le stime effettuate su tali precipitazioni devono perciò ritenersi meno precise di quelle relative alle precipitazioni annue e mensili, anche in ragione del fatto che esse non si limitano a considerare i soli valori medi, ma quelli corrispondenti a valori diversi della frequenza probabile. I risultati ottenuti, sia pure con i limiti derivanti dalle evidenziate carenze dell'informazione disponibile, hanno consentito di dare un inquadramento generale significativo circa la distribuzione spaziale di tali precipitazioni e quindi di poterne valutare nei vari bacini idrologici considerati i valori corrispondenti a preassegnate frequenze probabili. 7.1.2 RACCOLTA DATI Per l'acquisizione dei dati relativi alle precipitazioni di breve durata e forte intensità si è fatto riferimento agli Annali pubblicati dal Servizio Idrografico Mareografico Nazionale sui quali (Parte I, tabella III) sono reperibili i massimi annuali delle precipitazioni della durata di 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Si sono individuate 33 stazioni pluviografiche, 25 delle quali sono state utilizzate per il tracciamento delle linee iso-a e iso-n rappresentative dei due parametri a, n che, come detto più oltre, rappresentano il regime delle precipitazioni di cui trattasi. Le stazioni considerate sono elencate in tabella 7.1 assieme alla provincia di appartenenza, al codice di catalogo del S.I.M.N., alla quota, alla posizione, al periodo in cui sono disponibili le osservazioni ed infine al numero di anni di osservazione utili. Tabella 7.1 – Stazioni pluviometriche 7 7 7 . . . R R R I I I S S S C C C H H H I I I O O O I I I D D D R R R A A A U U U L L L I I I C C C O O O I I I N N N E E E R R R E E E N N N T T T E E E A A A L L L L L L E E E E E E S S S O O O N N N D D D A A A Z Z Z I I I O O O N N N I I I

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Idrologia - Idraulica 118

7.1 PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA E FORTE INTENSITA'; CURVE DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA

7.1.1 PREMESSA Il rischio idraulico inerente alle esondazioni fluviali attiene alle elevatissime portate di piena che possono formarsi in occasione di eventi meteorici di particolare intensità, persistenza ed estensione territoriale. Le situazioni di rischio sono pertanto riferite ad un concetto di probabilità di accadimento, normalmente misurata in termini di “tempo di ritorno”, definito come il numero medio di anni per il quale la variabile considerata è statisticamente uguagliata o superata almeno una volta. Il tempo di ritorno è quindi tanto più alto quanto maggiore è il valore della variabile. La stima statistica delle esondazioni fluviali (le cosiddette fasce fluviali) dipende dalla stima statistica delle precipitazioni meteoriche e delle conseguenti correnti fluviali. Il numero di dati disponibili per l'esecuzione di indagini mirate all'individuazione del regime delle piogge di breve durata e forte intensità, da cui tali correnti prendono origine, è notevolmente inferiore a quello utilizzato per definire il regime delle precipitazioni medie annue e mensili, poiché le stazioni munite di apparecchi a registrazione continua (pluviografi) presenti nella provincia con una serie significativa di dati (>10) sono molto meno numerose: 11 (a cui sono state aggiunte altre 14 situate in provincie limitrofe) con una densità media riferita all'area di Piano rispettivamente di una stazione pluviografica ogni 250 kmq circa (la densità media nella zona montuosa è di circa uno strumento ogni 285 kmq, mentre la densità media nella zona di pianura è di uno strumento ogni 190 kmq). Le stime effettuate su tali precipitazioni devono perciò ritenersi meno precise di quelle relative alle precipitazioni annue e mensili, anche in ragione del fatto che esse non si limitano a considerare i soli valori medi, ma quelli corrispondenti a valori diversi della frequenza probabile. I risultati ottenuti, sia pure con i limiti derivanti dalle evidenziate carenze dell'informazione disponibile, hanno consentito di dare un inquadramento generale significativo circa la distribuzione spaziale di tali precipitazioni e quindi di poterne valutare nei vari bacini idrologici considerati i valori corrispondenti a preassegnate frequenze probabili.

7.1.2 RACCOLTA DATI Per l'acquisizione dei dati relativi alle precipitazioni di breve durata e forte intensità si è fatto riferimento agli Annali pubblicati dal Servizio Idrografico Mareografico Nazionale sui quali (Parte I, tabella III) sono reperibili i massimi annuali delle precipitazioni della durata di 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Si sono individuate 33 stazioni pluviografiche, 25 delle quali sono state utilizzate per il tracciamento delle linee iso-a e iso-n rappresentative dei due parametri a, n che, come detto più oltre, rappresentano il regime delle precipitazioni di cui trattasi. Le stazioni considerate sono elencate in tabella 7.1 assieme alla provincia di appartenenza, al codice di catalogo del S.I.M.N., alla quota, alla posizione, al periodo in cui sono disponibili le osservazioni ed infine al numero di anni di osservazione utili. Tabella 7.1 – Stazioni pluviometriche

777... RRRIIISSSCCCHHHIIIOOO IIIDDDRRRAAAUUULLLIIICCCOOO IIINNNEEERRREEENNNTTTEEE AAALLLLLLEEE EEESSSOOONNNDDDAAAZZZIIIOOONNNIII

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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SSttaazziioonnee PPrroovv.. CCooddiiccee

SS..II..MM..NN.. QQuuoottaa

[[mm ss..mm..]] CCoooorrdd.. NN

[[kkmm]] CCoooorrdd.. EE

[[kkmm]] NN

OOsssseerr--

vvaazziioonnii

BBeerrggaammoo BBGG 11002211 336666 6611 5522,,55 4499

BBoorrggoonnaattoo BBSS 880077 221144 5533 7799 4400

BBrreennoo BBSS 778877 331122 9911 110000 4411

CChhiiaarrii BBSS 881166 114488 4433 7722,,55 3300

CClluussoonnee BBGG 11001155 664488 8822,,55 7733,,55 3366

DDeezzzzoo BBGG 779988 775500 9933 8855 1188

EEddoolloo BBSS 775555 669900 111155 110033 2255

FFoonnttaanneellllaa BBGG 881177 110055 3355,,55 6633 2233

GGeerroollaa AA.. SSOO 992255 11001155 110022 4433 1199

GGoorrnnoo BBGG 11001166 664400 7799,,55 6655,,55 2233

IInnttrroobbiioo CCOO 995533 660000 9900 1177 4422

LLaaggoo TTrroonnaa SSOO 992244 11880000 9988 4433 1144

LLeeccccoo CCOO 996677 221122 7788,,55 3300 2299

LLiizzzzoollaa AA.. BBGG 11000099 11223355 9988 7799,,55 1199

MMaarrttiinneennggoo BBGG 11002222 115533 4477 6600 2200

MMeemmmmoo BBSS 882222 11000000 7733 110022 3300

OOllggiinnaattee CCOO 996688 119977 7722 3322 1166

OOrrzziinnuuoovvii BBSS 881188 8888 2288,,55 7722 2277

SS.. MMaarrttiinnoo DDèè CCaallvvii BBGG 998866 554400 8899,,55 5544 3388

SSccaaiiss SSOO 991133 11550000 110044 7722 3333

TTaarrttaannoo SSOO 992222 11004400 110099 5522 2255

TTiirraannoo SSOO 889922 443300 111199 9900 3344

TTrreevviigglliioo BBGG 11000055 112266 4411,,55 4466,,55 3377

VVaallmmoorrttaa BBGG 11000088 11778800 110033 7799 2255

VViillmmiinnoorree BBGG 779977 11001188 9944 8855 2222

A quest'ultimo riguardo si deve osservare che il rilevamento dei dati relativi alle precipitazioni di breve durata e forte intensità ha avuto inizio a partire circa dagli anni 30, ed inoltre che le pubblicazioni degli Annali Idrologici sono disponibili fino al 1986. In conclusione le serie raccolte hanno un'estensione variabile che va da pochi anni fino ad un massimo di 5 decenni (Bergamo). Per l'elaborazione delle curve iso-a ed iso-n sono state considerate unicamente le stazioni aventi una serie storica di più di 10 dati; pertanto si sono scartate le seguenti stazioni: Bessimo (5 dati), Borno (7 dati), Brembate (4 dati), Calcio (4 dati), Cassano (5 dati), Cerete (4 dati), Sarnico (8 dati). San Pellegrino, pur disponendo di una serie di 10 dati, non è stata considerata in fase di elaborazione delle carte iso-a e iso-n in quanto il campione è diviso in due periodi temporalmente assai distanti tra loro: 1933÷1939 e 1971÷1978.

7.1.3 ELABORAZIONI Le elaborazioni condotte sui dati raccolti sono state finalizzate alla individuazione, per ogni stazione, della relazione statistica che lega l'altezza delle precipitazioni h alla durata d ed al tempo di ritorno T, relazione nota in idrologia come curva di possibilità pluviometrica e che solitamente è esprimibile nella forma monomia: h(T) = a(T)dn(T) (1) in cui i parametri a e n - funzioni di T - sono da stimare sulla base delle serie storiche dei massimi annuali delle altezze di precipitazione disponibili per le differenti durate pubblicate negli Annuali: 1, 3, 6, 12 e 24 ore. A tal fine si è ipotizzato che per qualunque durata d i valori di h seguano la distribuzione di probabilità asintotica di Gumbel (EV1), il cui uso è molto diffuso per regolarizzare serie empiriche di valori estremi.

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Idrologia - Idraulica 120Secondo tale modello la probabilità P di non superamento di un generico valore dell'altezza di pioggia h, di assegnata durata d, è esprimibile con la: P (h)= exp [- exp [- α (h-u)] (2) Poichè la statistica viene effettuata sul massimo valore che in un anno assume la grandezza h, è possibile legare la probabilità P al tempo di ritorno T, definito come il numero di anni in cui, mediamente, h viene superato una sola volta. Si dimostra che

T = e quindi dalla (2) si ha:

h(T) = u - 1α

1n 1n [T/(T-1)] (3)

dove u e α sono i parametri della distribuzione legati ai momenti del I e II ordine del campione dalle relazioni:

α = 1,283/σ(h)

u = µ (h) - 0,45σ(h) (4)

con µ (h) media e σ(h) varianza del campione stesso.

Eseguiti i calcoli dall'analisi dei diagrammi nel piano di Gumbel è emerso il buon adattamento di tutti i campioni alle distribuzioni di probabilità stimate. Prefissato quindi un tempo di ritorno T, tramite l'espressione (3) si sono calcolate le altezze di pioggia per le varie durate (1, 3, 6, 12, 24 ore) introducendo di volta in volta i parametri α ed u calcolati con la (4) sui campioni disponibili per le durate stesse. I 5 valori di altezza di pioggia così ottenuti, posti sul piano (log h, log d) sono stati interpolati tramite una retta adottando il metodo dei minimi quadrati. In tal modo si sono ottenuti per ogni tempo di ritorno i valori dei parametri a e n delle equazioni (1) delle curve di possibilità pluviometrica. I risultati delle elaborazioni condotte con tale metodologia, per le stazioni indicate in tabella 7.1 sono riportati in tabella 7.2. Si può osservare che il parametro n risulta pressoché costante al variare del tempo di ritorno T e quindi, in pratica, non sussiste l’inconveniente dell’incrocio delle curve di possibilità pluviometriche con diverso valore di T. Tabella 7.2 - Curve di possibilità pluviometrica

SSttaazziioonnee nn55

nn1100

nn5500

nn110000

aa55

aa1100

aa5500 aa110000

BBeerrggaammoo 00,,2266 00,,2255 00,,2255 00,,2255 3388,,00 4444,,22 5577,,88 6633,,55

BBoorrggoonnaattoo 00,,2277 00,,2288 00,,2299 00,,2299 3333,,77 3399,,00 5500,,88 5555,,88

BBrreennoo 00,,3311 00,,3300 00,,3300 00,,3300 2266,,00 2299,,88 3388,,00 4411,,55

CChhiiaarrii 00,,2266 00,,2266 00,,2277 00,,2288 3399,,33 4455,,00 5577,,55 6622,,88

CClluussoonnee 00,,3388 00,,3377 00,,3377 00,,3377 3311,,22 3355,,88 4455,,77 5500,,00

DDee CCaallvvii 00,,3377 00,,3366 00,,3355 00,,3344 3344,,55 3399,,77 5511,,33 5566,,22

DDeezzzzoo 00,,4444 00,,4433 00,,4411 00,,4400 3311,,11 3355,,99 4466,,22 5500,,66

EEddoolloo 00,,3399 00,,3377 00,,3355 00,,3355 2211,,11 2244,,55 3322,,00 3355,,11

FFoonnttaanneellllaa 00,,2255 00,,2244 00,,2233 00,,2233 3333,,11 3388,,88 5511,,33 5566,,55

GGeerroollaa AA.. 00,,5522 00,,5522 00,,5533 00,,5533 2266,,55 3300,,00 3377,,77 4400,,99

GGoorrnnoo 00,,3322 00,,3311 00,,2299 00,,2299 4466,,44 5533,,66 6699,,77 7766,,55

IInnttrroobbiioo 00,,3333 00,,3322 00,,3300 00,,2299 3388,,77 4455,,99 6611,,88 6688,,66

LLeeccccoo 00,,2255 00,,2244 00,,2222 00,,2211 4455,,33 5533,,66 7711,,99 7799,,77

1 1-P

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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SSttaazziioonnee nn55

nn1100

nn5500

nn110000

aa55

aa1100

aa5500 aa110000

LLiizzzzoollaa AA.. 00,,5500 00,,5500 00,,5511 00,,5500 2211,,77 2244,,33 3300,,22 3322,,77

MMaarrttiinneennggoo 00,,2211 00,,2200 00,,1177 00,,1177 3355,,22 4411,,33 5544,,88 6600,,55

MMeemmmmoo 00,,3366 00,,3366 00,,3355 00,,3355 3322,,99 3388,,33 5500,,55 5555,,66

OOllggiinnaattee 00,,2266 00,,2266 00,,2266 00,,2266 4422,,00 4477,,77 6600,,22 6655,,55

OOrrzziinnuuoovvii 00,,2222 00,,2200 00,,1177 00,,1166 3344,,66 4411,,00 5555,,44 6611,,55

SSccaaiiss 00,,5544 00,,5544 00,,5555 00,,5555 2266,,33 2299,,99 3377,,77 4400,,99

TTaarrttaannoo 00,,4400 00,,3399 00,,3388 00,,3388 2255,,22 2299,,55 3388,,88 4422,,77

TTiirraannoo 00,,2255 00,,2233 00,,1199 00,,1188 2255,,00 3300,,77 4433,,11 4488,,44

TTrreevviigglliioo 00,,2244 00,,2222 00,,2200 00,,2200 3388,,00 4455,,88 6622,,99 7700,,00

TTrroonnaa 00,,5511 00,,4499 00,,4477 00,,4466 2299,,00 3333,,88 4444,,33 4488,,88

VVaallmmoorrttaa 00,,4488 00,,4488 00,,4488 00,,4488 2200,,44 2222,,55 2277,,22 2299,,11

VViillmmiinnoorree 00,,5500 00,,5511 00,,5511 00,,5522 2266,,00 2299,,00 3355,,77 3388,,55

7.1.4 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE PRECIPITAZIONI INTENSE Come si è accennato in premessa l'analisi spaziale delle precipitazioni di breve durata e forte intensità è stata condotta tramite l'individuazione delle linee iso-n e iso-a, dove a ed n sono i parametri delle curve di possibilità pluviometrica relative a T = 5, 10, 50, 100 anni. Per tale rappresentazione si sono localizzate preliminarmente le stazioni pluviografiche in base alle coordinate fornite dal catalogo S.I.M.N.; trasformando le coordinate geografiche in coordinate piane nel sistema Gauss-Borda e riferendo queste ultime ad un'origine convenzionale (5000N, 1500E) si sono ricavati i valori N ed E riportati in tabella 7.1.

7.1.5 CURVE ISO-A ED ISO-N Sulla base dei valori di tabella 7.2 dei parametri n5, n10, n50, n100 ed

a5, a10, a50, a100 ottenuti dalle elaborazioni prima indicate si sono co-

struite le relative carte delle isolinee con l'impiego dell'algoritmo del Kriging. Tenendo conto della ridotta densità spaziale delle stazioni disponibili si è utilizzata per tale tematismo la scala 1:200.000 (Tavole II.1.2÷II.1.5 della commessa del 1994) e figure 7.1-7.4.

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Idrologia - Idraulica 122Figura 7.1a - Isolinee parametro a (T = 5 anni)

Figura 7.1n - Isolinee parametro a (T = 5 anni)

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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Figura 7.2a - Isolinee parametro a (T = 10 anni)

Figura 7.2n - Isolinee parametro n (T = 10 anni)

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Idrologia - Idraulica 124Figura 7.3a - Isolinee parametro a (T = 50 anni)

Figura 7.3n - Isolinee parametro n (T = 50 anni)

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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Figura 7.4a - Isolinee parametro a (T = 100 anni)

Figura 7.4n - Isolinee parametro n (T = 100 anni)

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Idrologia - Idraulica 126Utilizzando le planimetrie sopramenzionate è possibile risalire ai valori dei parametri della curva di possibilità pluviometrica per ogni località della Provincia, così come per ciascuno dei bacini appartenenti all'area di piano. Dalla lettura di tali carte si ricava che: a) le precipitazioni orarie (rappresentate dal parametro aT) presentano il

seguente andamento: • nella zona di pianura decrescono da ovest verso est mantenendosi comunque su valori elevati (a100 = 56÷70 mm; a5 = 33÷38 mm); • nella fascia pedemontana e collinare sono fortemente caratterizzate dalle stazioni di Gorno e di Lecco che forniscono le rilevazioni più elevate di tutto il territorio (a100 = 60÷76 mm; a5 = 35÷45 mm); • nella zona di montagna decrescono da sud verso nord raggiungendo valori minimi sullo spartiacque orobico (a100 di Valmorta = 29,2 mm). A causa dello scarso numero di stazioni situate alle più alte quote rimangono dubbi sulla reale distribuzione delle precipitazioni intense in quota. La mappatura ad isolinee delle altezze di pioggia della durata di 24 ore e tempo di ritorno di 100 anni delinea un quadro inverso a quello relativo alle precipitazioni orarie. Tali precipitazioni variano tra i 200 e più mm nelle zone montuose ed i 100/150 mm nelle zone pianeggianti;

b) il parametro nT della curva di possibilità pluviometrica presenta, per ogni tempo di ritorno, andamento sensibilmente crescente procedendo da Sud verso Nord con massimi locali (circa 0,5) in corrispondenza dello spartiacque orobico e minimi (circa 0,2) nei fondovalle e nella pianura;

c) il bacino della Val Seriana, per quanto concerne la zona montana, risulta il più ricco di stazioni pluviografiche (4). La parte alta del bacino è caratterizzata dai valori di precipitazione oraria più bassi dell'intera area in oggetto (stazioni di Lizzola Alta e Valmorta). La zona intermedia del bacino (tra Parre e Cene) è viceversa caratterizzata dalle stazioni di Gorno e Clusone che, sui due versanti sinistro e destro, presentano valori assai dissimili e determinano la deviazione delle curve iso-a dalla direzione est-ovest alla direzione nord-sud. La porzione più bassa del bacino della Val Seriana, da Albino a Seriate, risentendo della presenza della stazione di Bergamo, è caratterizzato da curve iso-a con direzione est-ovest con andamento decrescente procedendo verso valle. Il bacino della Val Brembana, al cui interno ricade la sola stazione di S. Martino De' Calvi, si presenta caratterizzato da un andamento più regolare delle curve iso-a che risultano ovunque con direzione est-ovest. La pluviometria della valle risulta tuttavia influenzata dalle stazioni di Gorno e Lecco che, come detto, presentano i valori più elevati del parametro aT. Pertanto si ha una crescita del parametro aT dallo spartiacque con la Valtellina sino all'altezza della zona di San Pellegrino; a valle della stazione di San Pellegrino e sino a Brembate Sopra il parametro aT decresce leggermente. Occorre osservare che l'inserimento nelle carte iso-a e iso-n dei dati relativi alla stazione di San Pellegrino, pur nei limiti di incertezza dovuti alla limitatezza e disomogeneità temporale del campione, fornisce risultati che confermano l'andamento prima crescente e poi decrescente del parametro aT rispettivamente a monte ed a valle di San Pellegrino stessa (a100 = 72,6 mm; a50 = 65,7 mm; a10 = 49,5 mm; a5 = 42,1 mm). L'andamento descritto delle curve iso-a indica come la Val Brembana appaia maggiormente soggetta, nel suo complesso, rispetto alla Val Seriana, ad eventi pluviometrici di breve durata e forte intensità e quindi a piene di maggiori entità anche nella parte alta del bacino dove si riscontrano a S. Martino valori di precipitazione

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

127

oraria pari a 55 mm rispetto ai valori di 29÷32 mm dell'alta Val Seriana. Per quanto concerne la pianura tra Adda e Serio l'andamento della pluviometria è caratterizzato dalle stazioni di Bergamo, Olginate e Treviglio con valori del parametro a100 compresi tra 63 e 70 mm; la pianura tra Serio e Oglio, viceversa, è caratterizzata dalle stazioni di Bergamo, Martinengo, Fontanella, Chiari e Borgonato con valori di a100 leggermente inferiori (56÷62 mm). Per quanto concerne il parametro nT non si riscontrano differenze significative tra Val Seriana e Val Brembana e tra pianura ad est ed a ovest del F. Serio.

d) la distribuzione spaziale delle stazioni, oltre alla citata carenza per quanto concerne le quote più elevate, mostra una scarsa copertura della fascia di territorio pedemontano e di pianura a cavallo della città di Bergamo. A tal proposito si dimostreranno sicuramente utili, qualora pubblicati, i dati relativi alla stazione di Merate, curata dal locale Consorzio e dal Politecnico di Milano, ed il prolungamento della serie storica di Sarnico (8 dati), oltre che l'attivazione di nuove stazioni sia nel territorio dell'Isola (ad es. Pontida, Filago) che nel bacino del F. Cherio (ad esempio ad Endine od a Grone). Per quanto concerne la zona della valle del T. Dezzo risulterebbe interessante il prolungamento della serie storica dalla stazione di Bessimo (Comune di Rogno) ferma al 1986. Povera di rilevamenti risulta anche la Val Brembana. Occorrebbe il prolungamento della serie storica di San Pellegrino ed il posizionamento di nuove stazioni nella zona di Branzi/Carona, della Val Torta, della Val Taleggio e della Valle Imagna.

Da ultimo, merita soffermarsi sul confronto tra le curve iso-a ed iso-n elaborate nel presente studio ed i valori dei parametri aT e nT che l'Amministrazione Provinciale ha assunto per lo studio del P.R.R.A. - Settore pubblici esercizi di fognatura. Attese le finalità ed il carattere a grande scala di tale pianificazione, il territorio provinciale è stato suddiviso 5 zone omogenee per le quali si sono calcolati valori medi dei parametri a ed n. Il confronto evidenzia come nello studio relativo al P.R.R.A. (elaborato con dati fino al 1970) vi sia stata una leggera sottostima del parametro aT ed una sovrastima del parametro nT per quanto concerne l'area di pianura (sia ad est che ad ovest del F. Serio). Per quanto riguarda l'area di montagna il detto studio appare in migliore accordo con i risultati qui presentati nonostante proprio nelle stazioni di montagna vi sia la maggior differenza nel numero di dati (S. Martino De' Calvi: 38<>29; Clusone: 36<>30; Lizzola Alta: 19<>11; Vilminore: 22<>12) e di stazioni (7<>5) considerati.

7.1.6 RECENTI STUDI PER LA VALUTAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA E FORTE INTENSITÀ Nel presente paragrafo si presenta il recente studio (Agosto 2001) in fase di stampa, condotto dal Politecnico di Milano a cura dell’Ing. C. De Michele e dal Prof. R. Rosso “Valutazione delle piene nell’Italia Nord Occidentale”, rapporto interno al Progetto Vapi – Valutazione delle piene in Italia, a cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, relativamente alla valutazione delle piogge di breve durata e forte intensità per l’intero bacino del Po. All’interno di tale studio viene proposta una formulazione per la valutazione dell’altezza di pioggia cumulata con periodo di ritorno pari a T, in funzione del valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale m[h(d)] caduta in d ore consecutive e del coefficiente di crescita KT ; le formule proposte sono le seguenti: hT (d) = m[h(d)] KT (5) dove

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Idrologia - Idraulica 128m[h(d)] = a d n (6) con a e n parametri delle curve di possibilità pluviometrica (con n parametro adimensionale invariante rispetto al tempo di ritorno T e a [mm/ora] funzione dello stesso); tale studio riporta i valori di tali parametri nelle varie stazioni di misura pluviometriche e le mappe

)1( yTkT e

kK −−+=

αε (7)

con k fattore di forma, ε fattore di posizione, α fattore di scala e yT variabile ridotta di Gumbel pari a –ln[ln(T/(T-1))]. La medesima pubblicazione riporta i valori di tali parametri per le varie stazioni pluviometriche e le mappe degli stessi per l’intero territorio, ricavate con metodi di interpolazione. Nella tabella 7.3 vengono riportati, per le stazioni pluviometriche ivi elencate, i valori dei suddetti parametri n, a, k, ε e α, oltre che il numero di anni di cui si hanno a disposizione dei dati. Tabella 7.3 – Parametri per la determinazione delle curve di possibilità pluviometrica secondo Progetto Vapi

SSttaazziioonnee AAnnnnii nn aa ee aa kk

BBeerrggaammoo 4466 00,,227722 3300,,55 00,,885599 00,,227711 00,,005588

BBoorrggoonnaattoo 4488 00,,227755 2277,,88 00,,882255 00,,2244 --00,,113366

BBrreennoo 5500 00,,331133 2211,,22 00,,887733 00,,222255 00,,001166

CChhiiaarrii 3344 00,,224477 3311,,77 00,,885511 00,,225522 --00,,001155

CClluussoonnee 4422 00,,337744 2266,,55 00,,887722 00,,222222 00,,000011

EEddoolloo 2299 00,,443355 1155,,99 00,,887722 00,,223322 00,,002277

FFoonnttaanneellllaa 2244 00,,226611 2266,,00 00,,886622 00,,228888 00,,110088

GGoorrnnoo 2233 00,,333355 3377,,00 00,,887799 00,,225566 00,,111177

IInnttrroobbiioo 4422 00,,335544 2299,,99 00,,884466 00,,2277 00,,000066

LLeeccccoo 3311 00,,2277 3355,,11 00,,885544 00,,224411 --00,,002277

LLiizzzzoollaa 2200 00,,55 1188,,33 00,,991188 00,,224411 00,,330011

MMeemmmmoo 3388 00,,338844 2255,,55 00,,8866 00,,227711 00,,006655

OOrrzziinnuuoovvii 2299 00,,2255 2266,,77 00,,886622 00,,225588 00,,004433

SSccaaiiss 3333 00,,553355 2222,,00 00,,887777 00,,224444 00,,007777

TTiirraannoo 3344 00,,330077 1188,,11 00,,882255 00,,224422 --00,,112299

TTrreevviigglliioo 4433 00,,225544 2299,,11 00,,882255 00,,228855 --00,,003377

VViillmmiinnoorree 3311 00,,552244 2222,,99 00,,884455 00,,224455 --00,,005533 Rispetto a quanto riportato nelle tabelle 7.1 e 7.2 si osserva che nel Progetto Vapi sono state considerate delle serie più lunghe per alcune stazioni, mentre alcune stazioni non sono state prese in considerazione (De Calvi, Dezzo, Gerola, Martinengo, Olginate, Tartano, Trona e Valmorta). Nella tabella 7.4 vengono riportati i valori di a(T=5), a(T=10), a(T=50), a(T=100); tali valori possono essere confrontati con quelli riportati nella tabella 7.2.

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

129

Tabella 7.4 – Valori del parametro a in funzione del tempo di ritorno T secondo il Progetto Vapi

SSttaazziioonnee aa55 aa1100 aa5500 aa110000

BBeerrggaammoo 3388,,11 4433,,66 5555,,11 5599,,66

BBoorrggoonnaattoo 3344,,00 4400,,55 5577,,33 6655,,66

BBrreennoo 2255,,66 2299,,11 3366,,66 3399,,77

CChhiiaarrii 3399,,11 4455,,33 5599,,11 6655,,00

CClluussoonnee 3311,,99 3366,,33 4466,,00 5500,,11

EEddoolloo 1199,,33 2211,,99 2277,,55 2299,,88

FFoonnttaanneellllaa 3322,,88 3377,,44 4466,,33 4499,,66

GGoorrnnoo 4455,,66 5511,,33 6622,,22 6666,,22

IInnttrroobbiioo 3377,,44 4433,,33 5566,,44 6611,,99

LLeeccccoo 4422,,99 4499,,66 6644,,88 7711,,44

LLiizzzzoollaa 2222,,11 2244,,00 2266,,99 2277,,88

MMeemmmmoo 3311,,88 3366,,44 4455,,77 4499,,44

OOrrzziinnuuoovvii 3333,,00 3377,,88 4477,,88 5511,,88

SSccaaiiss 2266,,99 3300,,44 3377,,44 4400,,11

TTiirraannoo 2222,,22 2266,,44 3377,,11 4422,,44

TTrreevviigglliioo 3366,,88 4433,,55 5588,,88 6655,,66

VViillmmiinnoorree 2288,,11 3322,,88 4433,,77 4488,,66 Per un confronto fra le due metodologie, nella tabella 7.5 vengono riportati i valori di altezza h nelle varie stazioni per un tempo di ritorno pari a 100 anni e per alcune durate (1, 3, 6, 12 e 24) attraverso l’equazione (1) riportata nel paragrafo 7.1.3 e i parametri della tabella 7.2, e attraverso l’equazione (5) ed i parametri riportati nelle tabelle 7.3 e 7.4. Nell’ultima colonna di tale tabella vengono riportate le differenze percentuali massime per le diverse stazioni pluviometriche. Tabella 7.5 – Altezza di precipitazione h(T=100) per differenti durate

PPrreesseennttee ssttuuddiioo PPrrooggeettttoo VVaappii

SSttaazziioonnee HH

11 hh

HH

33 hh

HH

66 hh

HH

1122 hh

HH

2244 hh

HH

11 hh

HH

33 hh

HH

66 hh

HH

1122 hh

HH

2244 hh

DDiiffff..

%%

BBeerrggaammoo 6633,,55 8833,,66 9999,,44 111188,,22 114400,,55 5599,,66 8800,,33 9977,,00 111177,,11 114411,,44 66

BBoorrggoonnaattoo 5555,,88 7766,,77 9933,,88 111144,,77 114400,,22 6655,,66 8888,,77 110077,,44 112299,,99 115577,,22 --1122

BBrreennoo 4411,,55 5577,,77 7711,,00 8877,,55 110077,,77 3399,,77 5555,,99 6699,,55 8866,,33 110077,,22 44

CChhiiaarrii 6622,,88 8855,,44 110033,,77 112255,,99 115522,,99 6655,,00 8855,,33 110011,,22 112200,,11 114422,,66 77

CClluussoonnee 5500,,00 7755,,11 9977,,00 112255,,44 116622,,00 5500,,11 7755,,66 9977,,99 112266,,99 116644,,55 00

EEddoolloo 3355,,11 5511,,66 6655,,77 8833,,88 110066,,88 2299,,88 4488,,11 6655,,00 8877,,99 111188,,88 1155

FFoonnttaanneellllaa 5566,,55 7722,,77 8855,,33 110000,,11 111177,,44 4499,,66 6666,,00 7799,,11 9944,,88 111133,,66 1122

GGoorrnnoo 7766,,55 110055,,22 112288,,66 115577,,33 119922,,33 6666,,22 9955,,77 112200,,77 115522,,22 119922,,00 1133

IInnttrroobbiioo 6688,,66 9944,,33 111155,,33 114411,,00 117722,,44 6611,,99 9911,,44 111166,,88 114499,,22 119900,,77 1100

LLeeccccoo 7799,,77 110000,,44 111166,,11 113344,,33 115555,,33 7711,,44 9966,,11 111155,,88 113399,,77 116688,,44 1100

LLiizzzzoollaa 3322,,77 5566,,66 8800,,11 111133,,33 116600,,22 2277,,88 4488,,11 6688,,11 9966,,22 113366,,11 1155

MMeemmmmoo 5555,,66 8811,,77 110044,,11 113322,,77 116699,,11 4499,,44 7755,,33 9988,,33 112288,,33 116677,,44 1111

OOrrzziinnuuoovvii 6611,,55 7733,,33 8811,,99 9911,,55 110022,,33 5511,,88 6688,,11 8811,,00 9966,,33 111144,,66 1166

SSccaaiiss 4400,,99 7744,,88 110099,,66 116600,,44 223344,,99 4400,,11 7722,,22 110044,,66 115511,,55 221199,,55 77

TTiirraannoo 4488,,44 5599,,00 6666,,88 7755,,77 8855,,88 4422,,44 5599,,55 7733,,66 9911,,00 111122,,66 1122

TTrreevviigglliioo 7700,,00 8877,,22 110000,,22 111155,,11 113322,,22 6655,,66 8866,,77 110033,,44 112233,,33 114477,,00 66

VViillmmiinnoorree 3388,,55 6688,,22 9977,,77 114400,,22 220011,,00 4488,,66 8866,,44 112244,,22 117788,,66 225566,,88 --2266

Differenze non trascurabili si osservano nelle stazioni di Edolo, Lizzola, Orzinuovi e Vilminore (superiore al ± 15%). Dai risultati così ottenuti si può concludere come le due metodologie portino a risultati globalmente simili fra loro. Peraltro poichè l’analisi effettuata nel 1994 ha un maggior grado di dettaglio in quanto si basa su 25 stazioni presenti all’interno o in prossimità della provincia di Bergamo invece delle 17 stazioni considerate dal Progetto Vapi nel

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Idrologia - Idraulica 130medesimo territorio, le curve iso-a e iso-n proposte nel 1994 e qui presentate sono da ritenere pienamente attendibili.

7.2 STIMA DELLE PORTATE DI PIENA

7.2.1 PREMESSA Oggetto delle indagini di seguito descritte è quello di determinare i caratteri principali dei fenomeni di piena che con assegnato tempo di ritorno, si possono manifestare all'interno del territorio provinciale nelle sezioni strumentate con apparati di misura di portata. Le stazioni idrometrografiche dotate di informazioni utilizzabili sono solo due e precisamente quella del Serio a Ponte Cene e quella del Brembo a Ponte Briolo. Le osservazioni eseguite nei corsi d'acqua limitrofi (Adda, Cherio ed Oglio) non sono state tenute in conto per eventuali raffronti e controlli, in quanto tali corsi d'acqua risentono dell'effetto di laminazione dei grandi laghi alpini. Per quanto concerne le aste dei fiumi Brembo e Serio, per estensioni di bacino che differiscono di ±20% circa rispetto ai bacini sottesi dalle stazioni di Ponte Cene a Ponte Briolo, la valutazione della portata è stata condotta facendo ricorso a metodi di stima indiretti basati su estrapolazioni. Attesa viceversa la mancanza di osservazioni di portate al colmo di piena su altri corsi d'acqua della provincia e sulle aste montane dei fiumi Brembo e Serio si riportano i risultati di analisi effettuate in occasione di diversi studi e progetti attuati da vari professionisti, tra cui gli scriventi. In tali studi le portate di piena sono state ricavate per via indiretta a partire dalle precipitazioni di breve durata a forte intensità, applicando idonei modelli di trasformazione afflussi deflussi.

7.2.2 CARATTERISTICHE DELLE STAZIONI IDROMETROGRAFICHE La stazione di misura delle portate sul fiume Brembo è posta a Ponte Briolo e sottende un bacino di 765 kmq, prevalentemente di natura impermeabile, in cui sono presenti, a quote elevate (>1500 m s.m. per la maggioranza), numerosi invasi a scopo idroelettrico di capacità complessiva pari a 23.400.000 mc. Data l'altitudine a cui sono posti gli invasi, il possibile effetto di laminazione delle piene garantito dagli stessi non presenta effetti significativi a Ponte Briolo. L'altitudine massima del bacino sotteso è di 2914 m s.m., l'altitudine media è 1140 m s.m., lo zero idrometrico della stazione è posto a 230 m s.m. La distanza della stazione della confluenza del Brembo in Adda è di 19 km circa. La stazione di misura delle portate sul fiume Serio è posta a Ponte Cene e sottende un bacino di 455 kmq, prevalentemente di natura impermeabile con la presenza di aree glaciali per l'estensione di circa lo 0,1%. Anche nel bacino del fiume Serio sono presenti serbatoi artificiali con capacità utile pari a 23.000.000; come nel caso della Val Brembana, tali invasi sono posti a quote elevate e pertanto con trascurabile effetto di laminazione sulle piene transitanti nella sezione di misura. L'altitudine massima del bacino sotteso è 3052 m s.m. mentre l'altitudine media è 1335 m s.m. Lo zero idrometrico della stazione è posto a quota 353,15 m s.m.. La distanza dalla confluenza in Adda è di circa 72 km.

7.2.3 PORTATE DI PIENA La stima delle portate di piena, condotta per le stazioni di Ponte Cene sul F. Serio e di Ponte Briolo sul F. Brembo, si basa sui valori massimi

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

131

annuali al colmo riportati in tabella 7.6 per il ventennio 51÷70, desunti dalla consultazione degli Annali del S.I.M.N..

Tabella 7.6 - Portate al colmo [mc/s]

AAnnnnoo BBrreemmbboo aa PP.. BBrriioolloo SSeerriioo aa PP.. CCeennee

11992299 118822

11993300 112222

11993311 227755

11993322 222233

11993333 331188

11993366 110077

11993377 115533

11993388 220011

11993399 111144

11994411 115522

11994422 220088

11994433 113344

11995511 887777 118877

11995522 990088 331155

11995533 555511 221133

11995544 884433 224433

11995555 442266 115533

11995566 442244 222277

11995577 558866 442211

11995588 441111 226699

11995599 446699 223311

11996600 556633 331166

11996611 444477 119911

11996622 445533 116600

11996633 773333 444433

11996644 333388 116600

11996655 667733 335533

11996666 663333 227766

11996677 334455 119955

11996688 550011 228866

11996699 332200 223377

11997700 444499 221133

11997755 118877

11997766 336677

11997777 226622

11997788 116600

11997799 339933

11998800 228866

11998811 331166

11998822 114488

11998833 118877

11998844 113311

11998855 224422

11998866 114455

11998877 331111

11998888 337722

11999977 338800

11999933 330022

I due campioni delle portate al colmo così ottenuti sono stati elaborati statisticamente al fine di stimare le relative leggi di distribuzione di probabilità. Questa indagine è stata condotta prendendo in considerazione la legge di probabilità di Gumbel con cui di solito meglio

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Idrologia - Idraulica 132si distribuisce questa grandezza idrologica. La funzione di probabilità di tale legge è data dalla relazione.

P (Q) = e e Q− − −α µ( ) (8)

in cui α e µ sono i parametri della distribuzione che, ove si assuma per la loro stima il metodo dei momenti, risultano legati alla media µ ed allo scarto quadratico medio σ del campione dalle relazioni:

α = 1,283/σ (9)

µ = µ - 0,5772 σ (10)

Calcolati i parametri delle distribuzioni (tabella 7.7) si è introdotto il tempo di ritorno T che, nel caso delle portate di piena, per la generica variabile Q, rappresenta il numero di anni in cui Q è in media superato una sola volta. La legge di Gumbel (8) si può pertanto riscrivere come segue:

Q = µ -

−1TTlnln1

α (11)

In tabella 7.8 per i diversi tempi di ritorno prescelti, sono riportate le stime delle portate al colmo ottenute col metodo esposto.

Tabella 7.7 - Parametri della distribuzione

FF.. BBrreemmbboo aa PP.. BBrriioolloo FF.. SSeerriioo aa PP.. CCeennee

NN.. ddaattii 2200 NN.. ddaattii 4488

MMeeddiiaa 554477..55 [[mmcc//ss]] MMeeddiiaa 223344..77 [[mmcc//ss]]

SSQQMM 117788..88 [[mmcc//ss]] SSQQMM 9922..22 [[mmcc//ss]]

αα 00..000077 αα 00..001144

µµ 446677..0044 µµ 118811..55

Tabella 7.8 - Portate al colmo - Distribuzione di Gumbel

FF.. BBrreemmbboo aa PP.. BBrriioolloo FF.. SSeerriioo aa PP.. CCeennee

TT

[[aannnnii]] PPoorrttaattaa [[mmcc//ss]] TT

[[aannnnii]] PPoorrttaattaa

[[mmcc//ss]]

22 551188 22 220077

55 667766 55 228899

1100 778811 1100 334433

2200 888811 2200 339955

5500 11001111 5500 446622

110000 11110088 110000 551122

220000 11220055 220000 556622

550000 11333333 550000 662288

11000000 11443300 11000000 667788

E’ da ricordare che l’Autorità di Bacino del fiume Po ha determinato lungo il Brembo e il Serio, per il tracciamento delle fasce fluviali contenute nel PAI, le portate di piena riportate nelle tabelle seguenti.

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

133

Tabella 7.9 - Portate di piena Brembo - PAI

SSttaazziioonnee TT==2200

TT==110000 TT==220000 TT==550000

LLeennnnaa 445500 556600 665500 773300

SSccaallvviinnoo 662200 778800 884400 992200

PPoonnttee BBrriioolloo 883300 11004400 11113300 11225500

CCoonnffll.. AAddddaa 990000 11113300 11222200 11335500

Tabella 7.10 - Portate di piena Serio - PAI

SSttaazziioonnee TT==2200

TT==110000 TT==220000 TT==550000

AAllzzaannoo LL.. 441100 553300 557700 663300

RRoommaannoo LL.. 447700 557700 662200 770000

Riportati in cartogramma probabilistico i punti rappresentativi delle coppie di valori (Q,F), si è proceduto alla loro interpolazione con la retta di distribuzione.

7.2.4 STIMA DELLE PORTATE DI PIENA NELLE SEZIONI DELLE ASTE DEL F. BREMBO E F. SERIO L'esperienza dimostra che esiste una correlazione sufficientemente stretta tra le caratteristiche pluviometriche e morfologiche e le portate di piena al colmo. In particolare il più importante dei parametri caratteristici utilizzabili è la superficie del bacino. Sulla base di questa considerazione, vari Autori, tra cui Gherardelli e Marchetti, hanno correlato i contributi al colmo storici di tutta una serie di stazioni idrometriche con la superficie del bacino. La formula ottenuta da Gherardelli e Marchetti è la seguente:

qc = q100 32

100

/S −

(12)

dove qc è il contributo di piena in mc/s, S è la superficie del bacino in kmq e q100 (contributo unitario di un bacino di 100 kmq) è una costante che assume valori diversi a seconda delle regioni idrologiche. L'analisi probabilistica descritta in precedenza conduce, assumendo un tempo di ritorno pari a 100 anni, ad un valore del contributo unitario qc pari a 1,45 mc/s e 1,12 mc/s kmq rispettivamente per il Brembo a P. Briolo ed il Serio a P. Cene e quindi a valori del q100 di 5,62 e 3,08 mc/s kmq. Nell'ipotesi che lungo le due aste fluviali, per aree di bacino sotteso con variazione del 20% rispetto alle aree di bacino sotteso dalle stazioni di Ponte Briolo a Ponte Cene, il q100 sia costante è possibile calcolare in ogni sezione, nel campo di ammissibilità, la corrispondente portata di piena. Di particolare singolarità è il tratto di fiume Serio a valle di Seriate. E' ben noto infatti, ed è anche risultato da successive indagini geomorfologiche, che nel tratto da Seriate sino oltre Ghisalba il fiume apporta alla falda importanti quantità d'acqua in funzione della portata convogliata dal fiume in piena. Lungo il tratto successivo, invece, da Ghisalba verso Mozzanica, il fiume via via presenta un processo di drenaggio della falda che affiorando contribuisce nei periodi di magra o di morbida ad alimentare il fiume; durante le piene invece è presumibile che anche in tale tratto si abbia una infiltrazione in falda sia pure di entità più modesta di quella presente nel tratto precedente. La valutazione della portata complessivamente infiltrata è come detto oltremodo difficile, dal momento che essa dipende dal carico idraulico della corrente fluviale, dalla permeabilità del materasso alluvionale e dal suo grado di saturazione. Su letto di materiale granulare incoerente

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Idrologia - Idraulica 134costituito da ghiaia e ciottoli, qual'è quello del Serio, e con superficie di falda distante dalla superficie del letto d'infiltrazione, il valore della portata ceduta dal fiume alla falda può raggiungere il valore di 300 l/s ha, come è dimostrato da esperienze effettuate su letti granulari sciolti e puliti. Tale valore, d'altra parte, corrisponde ad una capacità d'infiltrazione di circa 100 mm/ora congruente con le curve di Horton dei suoli di tipo A o B nella classificazione S.C.S. americana. Se si ammette tale valore lungo tutta l'asta di 23 km da Seriate a Mozzanica si avrebbe, considerata una larghezza media interessata dalla corrente di 200 m, una portata complessiva d'infiltrazione di:

300 x 23.000 x 2001000 x10.000 = 138 mc/s

E' probabile che tale valore possa essere alquanto sovrastimato e che quindi esso possa essere considerato solo per una prima grossolana valutazione dell'ordine di grandezza. Ammettendo un valore arrotondato di 100 mc/s in concomitanza con il colmo della piena centennale, si potrebbe ricostruire la piena a Mozzanica sottraendo dall'idrogramma di piena, propagato da P. Cene a Seriate, un idrogramma d'infiltrazione, ad esso in fase, con picco di 100 mc/s. Occorre tuttavia tenere anche conto dei contributi aggiuntivi provenienti dal bacino residuo e dagli importanti canali scolmatori adducenti nel Serio le portate di piena di altri bacini idrografici. Trattasi in particolare dello scolmatore del T. Morla, progettato per circa 90 mc/s, che dalla città di Bergamo devia le piene fino al Serio a valle di Seriate; dello scolmatore del T. Zerra, progettato per circa 45 mc/s, che devia le piene fino al Serio in corrispondenza di Cavernago; del cosiddetto Canale di Gronda Sud, progettato per 23 mc/s, che convoglia le piene raccolte lungo il suo tracciato confluendo nel Serio in corrispondenza di Morengo. In conclusione ammessa la contemporaneità di tali contributi di piena, contemporaneità che certamente corrisponde ad un elevatissimo livello di eccezionalità, in prima ipotesi si può considerare che tra Seriate e Mozzanica le massime piene del Serio non si modificano sensibilmente atteso il segno opposto delle perdite per infiltrazione e dei contributi succitati. Confrontando i risultati ottenuti per il Brembo ed il Serio, si può notare (tabella 7.11 fig. 7.5) che i contributi unitari di piena del F. Brembo risultano assai superiori (+30% per T = 100 anni) rispetto ai corrispondenti valori trovati per il F. Serio. Tale dato conferma quanto emerso dall'analisi delle precipitazioni di forte intensità e breve durata e quindi testimonia la maggior esposizione dell'area della Val Brembana al rischio di eventi alluvionali come quelli verificatisi nell'estate del 1987. Tabella 7.11 – Contributi unitari di piena

TT

[[aannnnii]] FF.. BBrreemmbboo

[[mmcc//ss kkmmqq]] FF.. SSeerriioo

[[mmcc//ss kkmmqq]]

22 22,,6633 11..2255

55 33,,4433 11..7755

1100 33,,9966 22..0077

2200 44,,4477 22..3388

5500 55,,1133 22..7799

110000 55,,6622 33..0099

220000 66,,1122 33..3399

550000 66,,7777 33..7799

11000000 77,,2266 44..0099

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

135

Figura 7.5 - Contributi unitari di piena

7.2.5 PORTATE DI PIENA IN BACINI NON STRUMENTATI In tabella 7.12 sono riportati i corsi d'acqua per i quali si sono reperite le stime delle portate di piena, con l'indicazione dell'estensione dei bacini sottesi, e delle portate, per vari tempi di ritorno. Gli studi da cui queste stime sono tratte si fondano su valutazioni basate, in mancanza di idonee serie di misure delle portate al colmo, sull'applicazione di modelli di trasformazione afflussi - deflussi a partire da precipitazioni di progetto dedotte, con buona affidabilità, dalle curve di possibilità pluviometrica valide localmente. I modelli utilizzati, generalmente riferibili alla categoria dei modelli lineari rappresentabili con la teoria dell'Idrogramma Unitario Istantaneo, sono di uso comune in tali situazioni e possono fornire valutazioni attendibili se utilizzati con parametri riscontrati sperimentalmente. Come si nota dalla tabella 7.12 i dati riguardano diversi corsi d'acqua della provincia aventi differenti estensione ed ubicazione. Cercando di individuare una correlazione tra i valori di superficie ed i contributi unitari di piena, sono stati riportati in un diagramma i valori indicati nella tabella 7.12 e i valori relativi alle sezioni di Ponte Briolo del F. Brembo e di Ponte Cene del F. Serio, riferiti al tempo di ritorno pari a 100 anni; diagrammando la linea di interpolazione si possono ottenere utili indicazioni per determinare la portata di piena di altri corsi d’acqua, nota la superficie del bacino afferente. Nella figura 7.6 sono rappresentate due ipotesi di interpolazione, una con legge logaritmica e una con legge esponenziale; tra le due quella con maggior adattamento ai dati è quella esponenziale, con indice di correlazione R2 pari a 0.74.

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

1 10 100 1000

t empo di r i t or no

bacino F. Br embo

bacino F. Ser io

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

1 10 100 1000

t empo di r i t or no

bacino F. Br embo

bacino F. Ser io

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Idrologia - Idraulica 136Tabella 7.12 – Contributi unitari di piena nei bacini non strumentati

CCoorrssoo dd''aaccqquuaa AArreeaa

bbaacciinnoo

[[kkmmqq]]

CCoonnttrriibbuuttii uunniittaarrii

[[mmcc//ss kkmmqq]]

TT == 55 TT == 2200 TT == 5500 TT == 110000 TT == 220000

TT.. QQuuiissaa 11,,33

1122,,11 11,,3311

00,,9911 22,,3388

11,,6644 33,,0088

22,,1166

TT.. SSttaabbiinnaa 3300 66,,5533

FF.. BBrreemmbboo ddii CCaarroonnaa 6633,,00 44,,4444 55,,0088 55,,3322

FF.. BBrreemmbboo ddii VVaalllleevvee 88

1122,,11

3311,,00

99,,3377

99,,0099

44,,9944

1100,,6622

1100,,3333

55,,6655

1111,,8877

1111,,5577

66,,1133

FF.. BBrreemmbboo aa

TTrraabbuucchheelllloo 110066 44,,5533 55,,1144 55,,4477

TT.. BBoonnddiioonnee 1111 33,,9911 55,,7733

TT.. TTiinnoo 22,,88 88,,7711

TT.. ZZuuffffoo 11,,22 99,,1177

TT.. GGlleerr 44,,99 77,,2244

TT.. ZZeerrrraa 33..55

77..9955

1177..0022

2222..11

2255

3366

11,,4422

11,,7766

1122..2299

66..4488

33..5522

33..2288

33..0022

1133..4444

77..0099

33..9988

33..5588

33..3322

FF.. CChheerriioo 3377,,33

7700,,55 33,,44

22,,44 44,,44

33,,22 44,,99

33,,66 55,,44

44,,00

FF.. TTaaddoonnee 1144,,00 55,,66 77,,22 88,,11 88,,99

TT.. DDoorrddoo 88..6633

1111..4400

1166..5577

4477..7744

6600..4477

11..5511

22..0011

11..3300

11..1122

11..0033

22..2233

22..7744

11..8811

11..5544

11..4400

22..8833

33..3322

22..2211

11..8877

11..6699

FF.. SSeerriioo 228800..7744

330099..4411

336633..6611

443388..1144

447733..1144

555511..0000

11..0066

11..0000

00..9911

00..8833

00..7788

00..7744

11..2277

11..2211

11..0088

00..9999

00..9933

00..8866

11..4433

11..3355

11..2211

11..1100

11..0044

00..9966

11..5599

11..5511

11..3344

11..2222

11..1155

11..0033

TT.. DDeezzzzoo 3322..44

5544..33

6699..77

110000..99

112244..88

114422

116633..22

117733..11

2211..99

3311..22

33..5522

33..8833

33..4400

33..1155

22..9900

22..7766

22..7744

22..8822

66..1122

44..6611

44..0000

44..3300

33..8844

33..5555

33..2266

33..1100

33..0066

33..1155

66..6633

44..9977

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

137

Figura 7.6 - Contributi unitari di piena (T=100 anni)

7.2.6 RECENTI STUDI DI REGIONALIZZAZIONE DELLE PORTATE AL COLMO DI PIENA Nel presente paragrafo è presentato uno studio recente relativo alla valutazione delle portate al colmo di piena. Si tratta della memoria di A. Beretta, U. Maione e M. Tomirotti (“Aggiornamento del modello MG per la stima regionale delle portate al colmo di piena dei corsi d’acqua italiani” – “L’Acqua” rivista dell’Associazione Idrotecnica Italiana, n. 4/2001) in cui è messo a punto un modello di stima regionale delle portate al colmo di piena denominato MG e MGS (2001). Sulla base dell’informazione idrologica disponibile si sono ottenute le seguenti espressioni: - per il modello MG

34.18.0 )()(67.11)(

QCVTKQQ

+=µ

( )[ ]TTK /11ln(ln779.045.0)( −−+−=

- per il modello MGS

TQQ ln6.028.2

)(+=

σ

dove: Q è la portata al colmo di piena; T è il tempo di ritorno; µ(Q) è la media delle portate al colmo registrate; σ(Q) è lo scarto quadratico delle portate al colmo registrate; CV è il coefficiente di variazione, funzione della media e dello scarto quadratico medio delle portate registrate. Nelle sezioni in cui sono presenti delle stazioni di monitoraggio, in base alle registrazioni è possibile determinare i valori di µ(Q) e σ(Q), per cui i valori delle portate al colmo. Gli autori hanno calcolato il valore di Q(T=200 anni) in alcune sezioni del bacino del Po, tra cui il fiume Brembo a Ponte Briolo e il fiume Serio a Ponte Cene; nella tabella 7.13 vengono riportati i valori calcolati con i modelli MG e MGS e il loro scostamento rispetto a stime locali.

y = - 1, 39Ln( x) + 9, 80R 2 = 0, 63

y = 15, 38x -0,3 9

R 2 = 0, 74

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

0 100 200 300 400 500 600 700 800

Super f i c i e [ kmq]

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Idrologia - Idraulica 138Tabella 7.13 – Portate al colmo di piena con T=200 anni

SSttiimmee rreeggiioonnaallii SSttiimmee llooccaallii SSccoossttaammeennttii ppeerrcceennttuuaallii

QQ MMGG QQ MMGGSS QQ

GGuummbbeell

QQ GGEEVV MMGG--

GGuummbbeell

MMGG--

GGEEVV

MMGGSS--

GGuummbbeell

MMGGSS--

GGEEVV

BBrreemmbboo ––

PPoonnttee BBrriioolloo

11116677 -- 11220055 11335511 --33 --1144 -- --

SSeerriioo -- PPoonnttee

CCeennee

558899 555500 555555 661144 66 --44 --11 --1111

Per i siti non strumentati o in presenza di serie storiche non sufficientemente estese si deve procedere alla stima dei parametri µ(Q) e σ(Q). Gli autori sopraccitati suggeriscono per i corsi d’acqua posti all’interno del bacino del fiume Po le seguenti formule:

25.025.166.021082.2)( φµ MAQ −⋅=

48.003.155.0245.0)( φσ SAQ =

dove: A è la superficie del bacino (kmq); M è la media spaziale delle altezze massime annuali di precipitazione giornaliera; S è lo scarto quadratico medio delle altezze massime annuali di precipitazione giornaliera; φ è il coefficiente di deflusso mensile, ricavabile da pubblicazioni del S.I.M.N. o da dati noti di bacini limitrofi. Per quanto riguarda i parametri M e S, gli autori riportano delle mappe ad isolinee dei rispettivi parametri per l’intero bacino del fiume Po. Tali formulazioni non sono adatte a rappresentare i fenomeni di formazione delle piene per gli emissari dei grandi laghi naturali o artificiali, per i corsi d’acqua i cui bacini presentano permeabilità molto elevata (maggiore del 50% secondo la definizione del S.I.M.N.) e per i piccoli bacini alpini.

7.3 VALUTAZIONE DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO DI ESONDAZIONE LUNGO I CORSI D’ACQUA DELLA PROVINCIA

7.3.1 GENERALITÀ Lo studio di riferimento fondamentale per la definizione delle situazioni a rischio di esondazione non può che essere il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) redatto dall’Autorità di Bacino del Po ai sensi della legge 183/89 e adottato dal Comitato Istituzionale in data 8/8/2001. All’interno del PAI sono tra l’altro riportate le aree individuate nell’ambito della legge 267/98 - Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato (PS 267). Oltre a tali studi ne sono stati raccolti altri, utili alla definizione delle aree a rischio di esondazione, sia per i corsi d’acqua principali che per i corsi d’acqua minori. E’ stato poi verificato se tali studi possono essere utilizzati per: - completare le fasce fluviali del PAI; - individuare possibili aree di esondazione; - individuare tratti di corso d’acqua a rischio di esondazione, nel caso non sia possibile effettuare le perimetrazioni di rischio in modo preciso. Per quanto riguarda le zone a rischio di esondazione non perimetrate, occorrerà approfondire maggiormente lo studio idraulico, al fine di determinare in modo più corretto le delimitazioni delle aree soggette ad esondazione.

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

139

Alcuni corsi d’acqua sono già oggetto di studi idraulici in fase di elaborazione, per conto dell’Autorità di Bacino del fiume Po. Tutte le informazioni raccolte sono riportate su di un’unica carta delle esondazioni (tavola di piano-analisi di settore 2.4): per quanto riguarda i corsi d’acqua principali sono riportate le fasce fluviali individuate dal PAI o da altri studi, mentre per quanto riguarda i corsi d’acqua minori, oggetto dei suddetti studi, sono riportate le zone a rischio di esondazione, perimetrate o non perimetrate. Alcuni corsi d’acqua minori non sono oggetto di studi idrologico-idraulici per cui eventuali loro criticità non verranno segnalate; occorrerà prevedere appositi studi che calmino tali carenze.

7.3.2 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) è stato adottato in base alla delibera n.18/2001 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, “Adozione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po” . Il PAI ha lo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere strutturali, vincoli, direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di natura idraulica e idrogeologica e la tutela degli aspetti ambientali ad esso connessi. Tra le varie problematiche e criticità affrontate dal PAI, è stata presa in esame la valutazione delle aree inondabili lungo i corsi d’acqua principali nei tratti di pianura e di fondovalle montano. Tra i vari bacini presi in esame dal PAI sono presenti i seguenti, che interessano il territorio della Provincia di Bergamo: bacino del F. Oglio (compreso il sottobacino del F. Cherio, del quale però non sono state tracciate le fasce fluviali), bacino dell’Adda sottolacuale (compreso i sottobacini del F. Serio e del F. Brembo). La delimitazione delle fasce fluviali è stata condotta secondo una

metodologia che definisce tre distinte fasce: - la fascia A o fascia di deflusso della piena, è costituita dalla porzione

di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento con tempo di ritorno pari a 200 anni, del deflusso della corrente; per la delimitazione della stessa si assume quella più ampia fra: 1. fissato in 200 anni il tempo di ritorno della piena di riferimento e

determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l’80% di tale portata. All’esterno di tale fascia la velocità della corrente deve essere minore o uguale a 0.4 m/s (criterio prevalente per i corsi d’acqua mono o pluricorsuali);

2. limite esterno delle forme fluviali potenzialmente attive per la portata con tempo di ritorno di 200 anni (criterio prevalente nei corsi d’acqua ramificati).

- la fascia B o fascia di esondazione, esterna alla precedente, è costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi dell’evento di piena di riferimento. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche di controllo delle inondazioni dimensionate per la stessa portata; la delimitazione sulla base dei livelli idrici va integrata con: 1. le aree sede di potenziale riattivazione di forme fluviali relitte non

fossili, cioè ancora correlate, dal punto di vista morfologico, paesaggistico e talvolta ecosistemico alla dinamica fluviale che le ha generate;

2. le aree di elevato pregio naturalistico e ambientale e quelle di interesse storico, artistico, culturale strettamente collegate all’ambito fluviale.

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Idrologia - Idraulica 140- la fascia C o area di inondazione per piena catastrofica, è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente, che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento. Come portata si assume la massima piena storicamente registrata, se corrispondente a un tempo di ritorno superiore a 200 anni, o in assenza di essa, la piena con 500 anni di tempo di ritorno. Per i corsi d’acqua non arginati la delimitazione viene effettuata con gli stessi criteri adottati per la fascia B. Per i corsi d’acqua arginati l’area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili; in tali casi la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguenti due ipotesi (se entrambi applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena:

1. altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini,

2. altezze idriche ottenute calcolando il profilo idrico senza tenere conto degli argini.

Gli elementi conoscitivi necessari alla delimitazione delle fasce fluviali

sono: - caratteristiche geomorfologiche dell’alveo inciso, - caratteristiche idrologiche, geometriche e idrauliche del corso

d’acqua, - caratteristiche ambientali e naturalistiche della regione fluviale, - caratteristiche delle opere idrauliche e delle infrastrutture

significative, - caratteristiche delle aree e dei manufatti sottoposti a tutela

paesaggistica ai sensi delle leggi n. 1497/39 e 431/85. All’interno delle varie fasce il PAI prevede una serie di vincoli normativi, che verranno presi in considerazione del paragrafo relativo alla normativa delle aree a rischio di esondazione. I tratti di corso d’acqua interni alla provincia di Bergamo che sono stati oggetto di delimitazione delle fasce fluviali sono: - fiume Serio da Alzano Lombardo fino a Mozzanica; - fiume Brembo da Lenna fino alla confluenza in Adda; - fiume Adda da Cisano Bergamasco fino a Casirate d’Adda; - fiume Oglio da Rogno a Costa Volpino nella zona sopralacuale e da Sarnico a Torre Pallavicina nella parte sublacuale. Le delimitazioni di tali fasce fluviali sono riportate nella tavola allegata. Il PAI ha inoltre effettuato all’interno dei vari bacini e sottobacini un inventario delle situazioni di squilibrio lungo la rete idrografica principale; tale inventario è riportato nell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici – Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo. La rappresentazione cartografica di tale inventario è riportata nell’Allegato 4 dell’Atlante dei rischi, denominato “Delimitazione delle aree in dissesto”. Unendo le informazioni desumibili dal tracciamento delle fasce e dall’Atlante dei rischi, il PAI individua le seguenti situazioni di squilibrio: Bacino f. Adda sottolacuale - con riferimento al f. Adda a valle della confluenza con il Brembo sono presenti rischi di inondazione che interessano il comune di Fara Gera d’Adda; - sul fiume Brembo i principali squilibri si localizzano nella parte alta, per la presenza di fenomeni erosivi molto marcati, con opere di difesa trasversali e longitudinali in parziale dissesto; in particolare nel tratto compreso tra Villa d’Almè e Ponte San Pietro si manifestano rischi di inondazione consistenti per le aree insediate in prossimità dell’alveo; il corso d’acqua è inoltre interessato da una moderata instabilità

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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morfologica dell’alveo, con erosione di sponda intensa a tratti, che in alcuni casi minaccia la sicurezza di insediamenti in prossimità del corso d’acqua, ad esempio a valle del ponte di Almenno S. Salvatore; - con riferimento al f. Serio, nella parte alta, dalle sorgenti fino ad Alzano Lombardo, l’elevato apporto solido laterale può causare l’ostruzione dell’alveo e conseguente esondazione e sovralluvionamento; da Alzano all’attraversamento con l’A4, il rischio di esondazione interessa zone densamente urbanizzate (Alzano Lombardo, Villa di Serio, Gorle, Scanzorosciate e Seriate) in relazione alla carenza di opere di protezione e anomalie di deflusso provocate da opere di attraversamento o per insediamenti ubicati in ambiti golenali; a valle dell’attraversamento dell’autostrada vi è rischio di esondazione per l’abitato di Ghisalba e Mozzanica. - per quanto riguarda il reticolo idrografico minore nella parte montana dei sottobacini del Serio e del Brembo si hanno condizioni di squilibrio legate a fenomeni di instabilità morfologica degli alvei; i corsi d’acqua maggiormente interessati nel sottobacino del Brembo sono i torrenti che scorrono dal Pizzo di Rocco a valle dell’abitato di Valtorta, dal Pizzo di Cusio, i torrenti Stabina, Enna e Brembilla, i torrenti affluenti del Brembo di Carona; per il sottobacino del Serio le principali criticità si trovano in comune di Nembro. Bacino f. Oglio - a monte del Lago d’Iseo si ha rischio di esondazioni su aree urbanizzate in prossimità del comune di Costa Volpino; - a valle del Lago d’Iseo, in occasione di eventi bicentenari sono da considerarsi a rischio aree urbanizzate in prossimità del comune di Sarnico; - nel sottobacino del torrente Dezzo si ha un’accentuata tendenza erosiva che aggrava le condizioni di instabilità dei versanti e rende inefficienti le opere di regimazione presenti; tra Schilpario e Vilminore sono presenti fenomeni erosivi che minacciano di coinvolgere tratti di strada e alcune abitazioni; - nel sottobacino del fiume Cherio si hanno situazioni di rischio idraulico in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano un notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana); lungo il reticolo secondario si rilevano la maggior parte dei casi di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati.

7.3.3 PIANO STRAORDINARIO PER LE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO (PS 267) Il Piano Straordinario 267 contiene l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato per l’incolumità delle persone e la sicurezza delle infrastrutture e del patrimonio ambientale e culturale ed, in particolare, è diretto a rimuovere le situazioni a rischio più alto. Tra i rischi idrogeologici determinati dal PS267, sono inclusi i rischi di inondazione. Per il reticolo idrografico minore di pianura, le aree connesse a tale rischio sono classificate e suddivise in due zone: - zona B-Pr, esternamente alla fascia B di progetto dei corsi d’acqua

interessati dalla delimitazione delle fasce fluviali determinate nel PAI: aree potenzialmente interessate da inondazioni per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni;

- zona I, in corrispondenza dei corsi d’acqua secondari, aree potenzialmente interessate da inondazioni per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni.

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Idrologia - Idraulica 142Per quanto riguarda i fenomeni di esondazione e di dissesto morfologico

di carattere torrentizio sul reticolo idrografico in ambito collinare e montano, sono individuate le seguenti zone:

- zona 1, aree potenzialmente interessate dagli effetti di eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni, in cui si instaurano altezze idriche superiori o uguali a 0.5 m;

- zona 2, aree potenzialmente interessate dagli effetti di eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni, in cui si instaurano altezze idriche inferiori a 0.5 m.

Per le zone soprariportate il Piano individua anche le misure di salvaguardia in cui sono definiti gli interventi che possono essere realizzati in tali aree (vedi paragrafo 4.7.1.1). I corsi d’acqua, oggetto da parte del PS267 di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato, con riferimento al rischio idraulico di inondazione, appartenenti al territorio della provincia di Bergamo, sono i seguenti: - torrente Zerra, presso i comuni di Albano S. Alessandro, S. Paolo

d’Argon, Montello e Costa di Mezzate: sono individuate aree comprese in zona I all’interno dei centri abitati dei comuni sopraccitati;

- fiume Serio, presso il comune di Ponte Nossa: sono presenti aree comprese in zona 1 e zona 2 in prossimità del centro abitato con interessamento di alcuni edifici;

- fiume Serio, presso il comune di Seriate: è presente un’area compresa in zona B-Pr .

In base alla delibera n.18/2001 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po di “Adozione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po” , le aree del Piano Straordinario 267 sono ricomprese nelle aree a rischio idrologico molto elevato del PAI, delimitate nella cartografia di cui all’Allegato 4.1 all’Elaborato 2 (“Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici”). Tali aree sono sottoposte alla Normativa del PAI, Titolo IV, articoli dal n. 48 al n. 54. L’individuazione di tali zone è riportata nella tavola allegata.

7.3.4 PRECEDENTI STUDI PER LA VALUTAZIONE DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO DI ESONDAZIONE Di seguito vengono presi in considerazione ulteriori studi che riportano informazioni inerenti a situazioni di rischio idraulico legati a fenomeni di esondazione. Tali studi sono: - “Piano Provinciale di Protezione Civile – Programma di previsione e

prevenzione dei rischi (2001)”, redatto dalla Provincia di Bergamo, all’interno del quale sono state individuate le zone a rischio idrologico per l’intero territorio provinciale.

- “Piano-programma di ricostruzione, riconversione e sviluppo della Valtellina e delle zone adiacenti delle Province di Como, Bergamo e Brescia colpite dalle avversità atmosferiche dei mesi di luglio-agosto 1987”, redatto dall’ISMES, nel quale sono state tracciate le mappe delle aree a rischio idraulico di Adda, Brembo e Oglio.

- “Relazione idrologico-idraulica per lo Studio di Fattibilità della Strada Statale 42 da Albano S. Alessandro a Pianico (1991)”, redatto dallo scrivente, nel quale, relativamente al tratto del fiume Cherio, vengono individuate alcune zone soggette a possibile esondazione;

- “Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e geomorfologico ai fini urbanistici” nell’ambito del PRIR 1999 e della ricerca “Determinazione delle fasce fluviali di alcuni corsi d’acqua lombardi ai fini urbanistici” affidato all’IReR dalla Regione Lombardia, redatto dall’IRPI di Torino, nel quale sono state

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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individuate aree a rischio di esondazione per tratto iniziale del fiume Serio, dalle sorgenti fino al comune di Villa d’Ogna.

- Regione Lombardia - “Studio e perimetrazione delle aree a rischio idraulico del fiume Serio in vari comuni a monte di Nembro (1999)”, redatto dalla società Dizeta, all’interno del quale si sono tracciate, per il tratto compreso fra i comuni di Villa d’Ogna e Nembro, le fasce fluviali di esondazione con il medesimo criterio adottato dall’Autorità di Bacino del fiume Po.

- Regione Lombardia - “Studio di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica del Bacino del Torrente Borlezza (2000)”, redatto da Studio Maione e da Aicom s.r.l., nel quale vengono individuate in base a studi idrologici-idraulici e modellistici le aree a rischio di esondazione per l’intero tratto del torrente Borlezza.

- Regione Lombardia - “Studio idraulico e geologico – Progetto preliminare ed esecutivo – Regimazione idraulica del torrente Dezzo nei comuni di Azzone, Colere e Schilpario (1999), redatto dall’Ing. Berdini, nel quale vengono individuate le aree di esondazione relative al torrente Dezzo.

- Regione Lombardia - Sistemazione idraulica del torrente Dordo nei comuni di Filago, Madone e Bonate Sotto (1999), redatto dal Prof. Ing. B. Bacchi, all’interno del quale sono state tracciate le aree di esondazione, calcolate e storiche, relative al torrente Dordo.

- Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore (2000), Piano di Protezione Civile della Comunità Montana Alto Sebino (2000), redatto dalle rispettive Comunità Montane congiuntamente con la Protezione Civile; in tali piani sono state individuate le aree a rschio di alluvione e esondazione.

- Studi forniti da alcune Comunità Montane: 1. Inventario delle situazioni di dissesto sul territorio della Comunità

Montana Basso Sebino e Monte Bronzone (2001); 2. Studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di

inondabilità delle aree di espansione industriale nel territorio comunale di Lenna;

3. Studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle fasce fluviali nel territorio comunale di Zogno.

Oltre alle considerazioni desumibili dalle fonti precedentemente citate sono state prese in considerazione le delimitazioni delle aree allagabili e alluvionabili riportate nelle Carte Geoambientali redatte dalla Provincia di Bergamo e le segnalazioni riportate in una banca dati dei dissesti avvenuti in provincia nel corso degli anni novanta. Di seguito vengono ripresi singolarmente gli studi sopraccitati, al fine di identificare le aree di possibile esondazione. Successivamente ne viene effettuata una sintesi in modo tale da fornire un quadro globale per l’intero territorio provinciale, dal quale poi deriva la tavola relativa alle esondazioni.

7.3.4.1 Piano Provinciale di Protezione Civile – Programma di previsione e prevenzione dei rischi All’interno del Piano Provinciale di Protezione Civile vengono individuate diverse tipologie di rischio, tra cui quello idrologico. Per ciascuno dei settori territoriali a cui il Piano fa riferimento, sono state individuate le situazioni di rischio di esondazione. Il livello di rischio è stato individuato incrociando valutazioni relative alla pericolosità dell’evento (probabilità di accadimento) e alla fragilità dell’area interessata (esposizione del sistema ad essere danneggiato). Di seguito vengono elencate le aree definite a rischio elevato o medio, aventi un livello di pericolosità elevato, specificandone il rispettivo livello di fragilità (F).

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Idrologia - Idraulica 144Settore A – Bergamo - aree di esondazione lungo il Brembo tra Dalmine e Treviolo, in

corrispondenza di terrazzi più bassi in cui sorgono piccole frazioni (Roncola di Treviolo), dove il fiume ha un aspetto “braided” (F bassa);

- aree di esondazione lungo il Brembo tra Valbrembo e Almè a nord del ponte di Briolo, su cui sorgono alcune frazioni (Ghiaie di Paladina e Ghieie di Almè) (F bassa);

- lungo il Torrente Quisa, in alcuni tratti nei centri abitati di Ossanesga (frazione di Valbrembo) e Paladina soprattutto in corrispondenza degli attraversamenti (F bassa);

- lungo il Serio a Urgnano, coinvolgendo solo le campagne limitrofe (F bassa).

Settore C – Valle Imagna - aree lungo il Brembo nei comuni di Almenno S. Salvatore, in sponda

destra in corrispondenza di una curva destrorsa del fiume dove sorgono alcuni edifici, e ad Almenno S. Bartolomeo, in sponda destra e sinistra senza interessare edifici (F media);

- lungo il torrente Imagna fra Brancilione (frazione di S. Omobono Imagna) e l’innesto del torrente Pettola, in sponda sinistra, verso le frazioni (F bassa);

- lungo il torrente Borgogna nel comune di Palazzago, a sud dell’abitato fino a Montebello, in destra idrografica, interessando zone scarsamente abitate (F bassa);

- lungo il torrente Tornago, a nord di Barlino, nel comune di Almenno S. Bartolomeo, interessando soprattutto attraversamenti e strade secondarie (F bassa);

- possono verificarsi fenomeni esondivi dei torrenti minori, a causa dei restringimenti in corrispondenza di alcuni centri abitati (torrente Borgogna a Palazzago, t. Tornago ad Almenno S. Salvatore, i torrenti minori di Strozza, Ponte Giurino, Berbenno).

Settore D – Val Brembana Nord - lungo il corso del Brembo all’altezza di Lenna, in corrispondenza della

piana alluvionale nella quale il Brembo tende ad allargarsi al punto da formare un piccolo specchio d’acqua; tali esondazioni sono connesse con l’immissione in tale area dei due principali rami del Brembo (F bassa);

- lungo il fiume Brembo, in sponda destra, nel comune di Piazza Brembana sulla piana alluvionale su cui sono presenti pochi edifici e alcune attività industriali (F bassa);

- lungo il corso del fiume Brembo nelle aree di naturale espansione, oggetto di edificazione incontrollata (comuni di Isola di Fronda, Valleve e Mezzoldo) (F media);

- a Piazzatorre in corrispondenza del conoide della Val del Gerù, dove sorge un campeggio (F media);

- aree presso alcune strade provinciali (SP 2, 6, 1) in corrispondenza degli attraversamenti (F elevata);

- lungo il torrente Stabina, l’azione delle acque comporta un’importante azione di erosione spondale.

Settore E – Val Brembana Sud - lungo il fiume Brembo nei comuni di S. Giovanni Bianco e S.

Pellegrino Terme (F media); - lungo il Brembo nella zona sud del comune di Zogno, sede di vari

edifici produttivi (F media); - lungo il Brembo, fra Ruspino (frazione di S. Pellegrino Terme) e

Ambria (frazione di Zogno), scarsamente abitato (F bassa); - lungo il Brembo nel comune di Camerata Cornello, in corrispondenza

dello sbocco della Valle Vecchia, con interessamento di attraversamenti e aree secondarie (F bassa);

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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- nel comune di Zogno allo sbocco del torrente Ambra nel Brembo, per rigurgito, a monte del ponte della SP 27 (F bassa);

- nel comune di Zogno allo sbocco del torrente Grumello nel Brembo, per rigurgito, con interessamento di aree residenziali (F bassa);

- aree di fondovalle del comune di Algua (F bassa) Settore F – Val Seriana Inferiore - lungo il fiume Serio da Fiorano a Villa Serio, sia in sponda destra che

sinistra; le zone più colpite si trovano nei comuni di Villa di Serio, Alzano Lombardo, Nembro, Albino (a sud dell’immissione del T. Luio) e Cene (F elevata);

- lungo il fiume Serio nel tratto fra Colzate e Vertova, con interessamento di industrie (F media);

- nel comune di Gazzaniga per azione del T. Bovaro (F media); - nel comune di Albino ad opera del T. Brandera (F media); - nel comune di Pradalunga per opera dei torrenti delle valli Pelotti e

Zuccoli (F media); - nei comuni di Fiorano al Serio, Vertova, Colzate e Casnigo per opera

dei torrenti minori (F media). Settore G – Val Seriana Superiore - lungo la S.S. 49 nel tratto fra Gromo S. Marino e Preda (F elevata); - lungo il fiume Serio nei comuni di Gandellino, Villa d’Ogna e Piario, sia

in destra che in sinistra, con interessamento di alcuni edifici industriali e piccole frazioni (F bassa);

- lungo il torrente Riso da Oneta fino al Serio (F bassa); - possibili esondazioni in corrispondenza degli sbocchi di alcuni torrenti

minori (comune di Gromo allo sbocco della Val Goglio, Ardesio con il T. Rino, Villa d’Ogna allo sbocco del T. Ogna).

Settore H – Val di Scalve - lungo il corso del torrente della Val di Vo nel tratto dalla frazione La

Peghera fino all’immissione del corso d’acqua nel Dezzo a sud di Schilpario, con scarsa presenza di edifici (F bassa).

Settore I – Val Cavallina - lungo il fiume Cherio nel comune di Trescore Balneario e Zandobbio,

in corrispondenza della confluenza con il torrente Malmera e Tadone (F elevata);

- lungo il fiume Cherio a Borgo di Terzo, Luzzana, Vigano S. Martino ed Entratico in sponda destra e sinistra sulla piana alluvionale intensamente edificata (F elevata);

- nel comune di Casazza ad opera del torrente Drione (F elevata); - nel comune di Spinone al Lago ad opera di torrenti minori che

incidono il conoide su cui sorge l’abitato (F bassa); - nel comune di Monasterolo al Castello in seguito allo straripamento

del torrente Torrazzo e della Valle Spirola (F bassa); - allagamenti a nord del lago di Endine e attorno al lago di Gaiano (F

bassa). Settore L – Alto Sebino - lungo il fiume Oglio, in sponda destra fino alla periferia di Costa

Volpino, a causa del suo elevato trasporto solido con conseguente deposito del materiale a monte dello sbocco nel lago (F media);

- lungo il fiume Oglio da Rogno a Costa Volpino in corrispondenza delle piane alluvionali e degli attraversamenti viari (F media);

- lungo il torrente Borlezza fra la frazione di Poltragno (a nord di Castro) e l’immissione del fiume nel lago d’Iseo (F bassa).

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Idrologia - Idraulica 146Settore M – Villongo - si verificano solo situazioni di rischio e pericolosità media lungo i

torrenti Uria e Guerna. Settore N – Grumello del Monte e Valcalepio - lungo il Serio a sud di Seriate fino a Cavernago, con fenomeni

frequenti all’altezza di Grassobbio (F bassa); - lungo il Serio all’altezza del centro di Seriate, in corrispondenza degli

edifici posti sul ciglio della scarpata del Serio e nella piana alluvionale in sinistra idrografica nel comune di Pedrengo (F bassa);

- lungo il Cherio da Carobbio degli Angeli a Palosco, dove vengono interessati centri abitati e insediamenti industriali (F media); la fascia di esondazione è stata valutata in circa 500 m lungo tutto il Cherio, in particolare in corrispondenza di curve e meandri, a partire da sud di Gorlago. A Palosco le aree prevalentemente inondate sono le campagne verso sud-ovest;

- nel comune di Costa di Mezzate, ad opera dei torrenti Zerra e Borgogna (recentemente sono stati avviati interventi di sistemazione degli argini del torrente Zerra) (F bassa);

- in corrispondenza degli attraversamenti della rete viaria: S.S. 498-573 Seriate-Palazzolo che attraversa il Cherio a Palosco, S.S. 42 a Seriate, la circonvallazione di Bergamo a Grassobbio (F bassa).

Settore O – Romano di Lombardia - lungo il Serio fra Ghisalba e Fara Olivana, con interessamento di aree

coltivate. Il fiume in tale zona è di tipo “braided” e scorre incassato rispetto al piano campagna di 3-4 m (F elevata);

- nel comune di Cortenuova ad opera del torrente Zerra, con interessamento delle campagne (F media).

Settore P – Treviglio - lungo il Brembo fra Boltiere e la confluenza con l’Adda, in sinistra

idrografica; le aree più inondate sono le piane alluvionali più basse in sinistra, su cui sorgono le frazioni di Fontanone e Fornasotto nel comune di Pontirolo Nuovo (F bassa);

- lungo l’Adda da Canonica fino al limite sud del comune di Fara Gera d’Adda, in sinistra idrografica le aree interessate sono le piane alluvionali; il dislivello fra l’alveo e i centri abitati è pari a circa 5-10 m;

- lungo il fiume Serio nel comune di Mozzanica, dove il corso d’acqua ha una forma meandriforme, con interessamento delle colture (F bassa);

- lungo il torrente Morla fra Arcene e Verdello (F basso); - lungo la Roggia Basso, nel tratto presso l’abitato di Caravaggio e

Misano (F bassa). Settore Q – Isola - lungo l’Adda nelle piane di Medolago e Odiago (frazione di Pontida),

con interessamento delle piane alluvionali prive di insediamenti (F bassa);

- lungo il Brembo tra Filago e Bonate Sotto, in corrispondenza dei terrazzi alluvionali più bassi in destra idrografica (F bassa);

- lungo il Brembo a Ponte San Pietro (F elevata); - lungo il Brembo a nord del ponte di Briolo fra Brembate Sopra ed

Almenno (F bassa); - lungo il torrente Lesina nel comune di Mapello e Brembate Sopra (F

bassa). Tali zone sono state determinate attraverso i dati contenuti nella documentazione ufficiale, fra cui il PAI e il PS 267, e in base a conoscenze dirette del territorio.

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

147

Ne consegue che, per quanto riguarda i corsi d’acqua principali, tale piano riprende le informazioni contenute nel tracciamento delle fasce fluviali del PAI, mentre per quanto riguarda i corsi d’acqua minori, le informazioni sopra riportate possono solo aiutare ad individuare i tratti di corso d’acqua potenzialmente esondabili.

7.3.4.2 Piano-programma di ricostruzione, riconversione e sviluppo della Valtellina e delle zone adiacenti delle Provincie di Como, Bergamo e Brescia colpite dalle avversità atmosferiche dei mesi di luglio-agosto 1987 A seguito degli eventi alluvionali del luglio 1987 la società ISMES di Bergamo ha provveduto, su incarico della Regione Lombardia, al tracciamento delle aree soggette a rischio d'esondazione nel bacino del fiume Brembo e del fiume Oglio prelacuale. In tale studio sono state tracciate le aree a rischio idraulico di esondazione; si è considerato un rischio di superamento del 10% relativamente ad un tempo di ritorno di 100 anni. Per quanto riguarda il fiume Brembo le aree soggette ad esondazione sono state individuate nel tratto tra Carona e la confluenza in Adda. Le aree interessate da esondazione ivi determinate sono principalmente: - comune di Piazza Brembana: area di estensione pari a circa 15 - 20

ettari in sponda destra del fiume Brembo con interessamento di alcuni edifici destinati ad attività produttiva;

- comune di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme: successione di piccole aree sia in sponda sinistra che in sponda destra in tutto il tratto con interessamento di alcuni edifici;

- comune di Ambria: area di estensione 3 ettari in sponda destra e 1 ettaro in sponda sinistra a monte del ponte della S.P. 27 sul fiume Brembo; non risultano interessati edifici o infrastrutture;

- comune di Zogno: vasta area (20 -25 ettari) in destra idrografica con interessamento di buona parte della zona industriale del comune e conseguente rischio di allagamento per numerosi edifici industriali e civili;

- comune di Almenno S. Salvatore: area di estensione pari a circa 5 ettari in sponda destra in corrispondenza della curva destrorsa del fiume; sull'area insistono pochi edifici civili;

- comune di Villa d’Almè e Almenno S. Salvatore: fascia di circa 100 - 200 m di larghezza e circa 2 km di lunghezza a cavallo dell'asta fluviale; la maggior parte dell'area è parte integrante dell'alveo del fiume Brembo e pertanto non interessata da edifici o infrastrutture;

- comune di Brembate Sopra, Paladina e Valbrembo: vasta area di più di 100 ettari sia in sponda destra che in sponda sinistra del fiume Brembo a monte del ponte che collega la periferia sud degli abitati di Brembate e Valbrembo. L'area soggetta a rischio idraulico è interessata sia da edifici che da strade e pertanto rappresenta una delle zone in cui potrebbero verificarsi i maggiori danni in caso di eventi alluvionali di entità prossima ai 100 anni di tempo di ritorno. A valle del ponte citato la corrente risulta interessare nuovamente solo l'alveo per una larghezza di circa 30-50 m;

- comune di Ponte S. Pietro: piccola area di naturale espansione fluviale non interessata da infrastrutture o edifici;

- comune di Bonate Sotto, Madone, Filago, Treviolo e Dalmine: vasta area di naturale espansione del corso d'acqua sia in sponda sinistra che in sponda destra; l'area è interessata da pochissimi edifici civili e da alcune strade campestri di scarsa rilevanza viabilistica; nell'area è collocata l'immissione dello scarico del depuratore della città di Bergamo che quindi occorre sia protetto nei confronti delle correnti di piena che tuttavia presentano valori di velocità assai modesti. L'area interessata dal rischio di sommersione ha estensione di circa 250 - 300 ettari. A valle di Filago la corrente in piena torna ad occupare l'alveo proprio del fiume di larghezza pari a 40 - 50 m;

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Idrologia - Idraulica 148- zona della confluenza in Adda: nel tratto terminale del suo corso il

fiume Brembo pone a rischio idraulico l'area occupata dalle case della frazione Fontanone tra gli abitati di Brembate e Canonica d'Adda; più a valle nella zona della confluenza le aree soggette a rischio di sommersione sono assai vaste (80-90 ettari) ma completamente inedificate. Per effetto dei rigurgiti nella zona a valle della confluenza tra Adda e Brembo, in comune di Canonica d'Adda, risulta soggetta a rischio di esondazione una piccola area (3 ettari) tuttavia densamente edificata (circa 40%) con capannoni ad uso industriale.

Per quanto riguarda il fiume Oglio prelacuale, dallo studio è emerso che, anche a causa del notevole trasporto solido associato alle piene, si ha una estesa zona di deposito di materiale appena a monte dello sbocco in lago (comune di Costa Volpino) con conseguente riduzione dell'officiosità dell'alveo ed esondazione in una vasta area in sponda destra del corso d'acqua. Dal calcolo è emerso come la corrente di piena, stimata in 950 mc/s, all'ingresso nel lago si spaglia verso destra uscendo dall'alveo; in alveo rimangono circa 650 mc/s di portata mentre i rimanenti 350 mc/s scorrono nella campagna. L'allagamento dovuto alla corrente fuori alveo si espande verso monte ed arriva ad interessare l'estrema periferia di Costa Volpino. Nel tratto compreso tra Rogno e Costa Volpino le piene interessano il piano campagna per una larghezza di circa 150÷200 m. Tali tratti di Brembo e Oglio sono oggetto di tracciamento delle fasce fluviali nel PAI; poiché dal confronto di tali delimitazioni non si riscontrano differenze notevoli, si considerano solo i tracciamenti del PAI, essendo questi determinati per un tempo di ritorno superiore (200 anni).

7.3.4.3 Relazione idrologico-idraulica per lo Studio di Fattibilità della Strada Statale 42 da Albano S. Alessandro a Pianico (1991) Nella relazione idrologica-idraulica sono state individuate delle aree a rischio di esondazione lungo il fiume Cherio ed i suoi affluenti, limitatamente al tratto compreso tra il lago d’Endine e il comune di Gorlago. Le aree ivi determinate riguardano le seguenti zone: - area a monte della confluenza fra il fiume Cherio e il torrente Drione,

nella piana di Mologno del comune di Casazza; - area a monte della confluenza fra il fiume Cherio e i torrenti Tadone e

Malmera, nei comuni di Trescore Balneario e Zandobbio. Tali aree non possono però essere perimetrate in quanto le analisi condotte per la determinazione di tali zone non sono supportate da adeguati modelli di calcolo supportati da appositi rilievi delle sezioni fluviali; le informazioni precedentemente riportate aiutano ad individuare tratti di corso d’acqua a rischio di esondazioni, sui quali occorrerà effettuare degli approfondimenti.

7.3.4.4 Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e geomorfologico ai fini urbanistici – Val Seriana Superiore L’area studiata è compresa dalle sorgenti del Serio fino al comune di Villa d’Ogna e rappresenta la porzione settentrionale della Val Seriana Superiore. La ricerca delle aree di esondazione è stata condotta attraverso documenti storici e considerazioni di tipo geomorfologico. In base ai documenti storici sono stati individuati gli eventi di piena che hanno comportato dei danni. Da tale indagine risulta che:

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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- il territorio comunale colpito con maggior frequenza è Gromo (un evento ogni 10 anni);

- i comuni di Ardesio, Villa d’Ogna, Gandellino e Valbondione sono stati interessati almeno in 13 occasioni;

- il territorio meno coinvolto risulta essere quello di Oltressenda Alta. Tale studio riporta per i singoli eventi delle cartelle dove sono contenuti i dati principali dell’evento. Sono state inoltre individuate le zone potenzialmente inondabili (zona 1, porzione di alveo interessato dalla piena ordinaria; zona 2, area esterna all’alveo di piena ordinaria comprendente anche l’insieme delle forme fluviali riattivabili, i cui confini corrispondono a dislivelli creati da scarpate di conoidi, terrazzi fluviali od opere antropiche esterne all’alveo) incrociando le informazioni storiche con informazioni geomorfologiche, tratte da sopralluoghi e cartografie, in modo da verificare la veridicità delle notizie storiche e poter esaminare l’attuale situazione idraulica, spesso mutata rispetto a quella del periodo di accadimento della piena. Successivamente tali zone sono state interfacciate con gli strumenti urbanistici comunali, considerando le diverse destinazioni d’uso del territorio. Per realizzare una sintesi delle criticità è stata definita una matrice che permette un incrocio tra la pericolosità delle due zone potenzialmente inondabili e l’esposizione al rischio degli accorpamenti urbanistici valutata qualitativamente. Sono stati definiti 4 livelli di esposizione dell’urbanizzato: - ricadono nel livello ELEVATO gli accorpamenti delle zone residenziali e

turistico/alberghiere; - nel livello ALTO si trovano collocate gli accorpamenti delle zone di

servizio ad uso pubblico e le zone produttive; - nel livello MEDIO si trovano collocate gli accorpamenti delle zone a

verde pubblico attrezzato e standard e le zone agricole; - ricadono nel livello BASSO gli accorpamenti delle zone boschive e le

zone a parco fluviale. Ogni livello di esposizione al rischio presenta una diversa graduazione di criticità a seconda che ricada nella Zona 1 o Zona 2 : ad esempio ad un livello di esposizione urbana elevato ricadente nella Zona 1 – ELEVATA corrisponde una criticità MOLTO ELEVATA in quanto si tratta presumibilmente di edifici ad uso residenziale costruiti nel letto di piena ordinaria. Sovrapponendo quindi le informazioni urbanistiche con le aree potenzialmente inondabili sono state individuate le seguenti situazioni di criticità: - molto elevata (zona 1 + livello ELEVATO); - elevata (zona 1 + livello ALTO, zona 2 + livello ELEVATO); - alta (zona 1 + livello MEDIO, zona 2 + livello ALTO); - medio-alta (zona 1 + livello BASSO, zona 2 + livello MEDIO); - media (zona 2 + livello BASSO). Poiché le zone così delimitate non sono state ottenute secondo i criteri del PAI, nè secondo calcoli idraulici seppur semplificati, tali informazioni sono qui utilizzate al fine di individuare tratti a rischio di esondazione, senza nessuna perimetrazione. In particolare le aree che corrispondono a livelli di criticità molto elevata e elevata sono localizzate nei seguenti territori comunali: Valbondione, Gavazzo (frazione di Valbondione), Fiumenero (frazione di Valbondione), Preda (frazione di Gandellino), Gandellino, Valgoglio, Gromo.

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Idrologia - Idraulica 1507.3.4.5 Studio e perimetrazione delle aree a rischio idraulico del fiume Serio in vari comuni a monte di Nembro (1999) Scopo dello studio è stato quello di individuare, lungo il corso d’acqua in esame, le aree che allo stato attuale sono soggette ad esondazione in occasione di particolari eventi alluvionali. In tale studio è stata definita la linea di allagamento corrispondente alle portate con tempo di ritorno di 50, 200 anni e 500 anni lungo l’intero tratto del corso d’acqua preso in esame. Il tratto d’alveo oggetto di tale studio è costituito dal corso del fiume Serio nei comuni di Villa d’Ogna, Piario, Parre, Ponte Nossa, Casnigo, Colzate, Vertova, Fiorano al Serio, Gazzaniga, Cene, Albino, Pradalunga e Nembro. Le tre portate sono state utilizzate per delimitare, con il medesimo criterio adottato dall’Autorità di Bacino, le fasce fluviali “A”, “B” e “C”. Per quanto riguarda la delimitazione della fascia “A”, infatti, l’Autorità di Bacino ha stabilito che essa individua la porzione di alveo interessata dal flusso principale della piena in cui stima che venga convogliato l’80% della portata duecentenaria; considerato che, nel caso in esame, la portata con Tr = 50 anni risulta molto vicina al valore pari all’80% della portata con Tr = 200 anni, si è ritenuto che fosse corretto far coincidere, come detto poco sopra, il limite tra la fascia A e la fascia B con la linea di esondazione relativa a portate con tempo di ritorno cinquantennale. Per tale scopo è stato utilizzato un codice di calcolo, che a partire dalla conoscenza della geometria dell’alveo, dei valori di scabrezza e della portata di riferimento, restituisce il profilo di corrente, in moto permanente monodimensionale, corrispondente al passaggio della suddetta portata di riferimento. Per quanto riguarda la geometria dell’alveo e delle aree adiacenti sono state utilizzate le 96 sezioni trasversali fornite da apposito rilievo topografico. Le aree nelle quali, sulla base dei risultati del modello di simulazione, risulta sussistere il rischio di esondazione all’interno di aree urbanizzate per la portata caratterizzata da un tempo di ritorno bicentenario sono le seguenti: - in comune di Villa d’Ogna: in questo tratto si è evidenziata la

possibilità che si verifichi l’allagamento di un’area in sponda destra nella quale sono presenti alcune abitazioni, un campo sportivo ed alcuni capannoni industruali;

- in comune di Ponte Nossa: in questa zona si evidenziava come, già con la portata correlata ad un tempo di ritorno di 50 anni, sussiste il rischio di allagamento di un’ampia area urbanizzata, posta in sponda destra del fiume Serio;

- in comune di Fiorano al Serio: in questa zona, a valle del ponte ad arco di Fiorano al Serio, si è rilevata l’insufficienza delle quote di ritenuta in sponda destra, dove sono ubicati degli edifici industriali ed un area cimiteriale;

- nei comuni di Cene e Gazzaniga: in questo tratto risulta esserci la possibilità che si verifichi l’allagamento, sia in sponda destra (comune di Gazzaniga) dove vi è un’area industriale, che in sponda sinistra (comune di Cene), dove vi sono alcune abitazioni. In particolare va segnalato che, in sponda sinistra, vista la conformazione del territorio e la presenza di muri spondali, il rifluimento della corrente nell’alveo sarebbe ostacolato proprio dalla presenza di detti muri;

- in comune di Nembro: in questa zona le attuali quote di sponda risultano sostanzialmente pari ai livelli idrici corrispondenti alla piena bicentenaria mentre il terreno retrostante è ad una quota inferiore. La tenuta non è affidata a veri e propri manufatti arginali e che in alcuni tratti la sponda presenta degli avvallamenti che potrebbero, localmente, consentire l’esondazione del corso d’acqua. In questa circostanza, date le quote del terreno retrostante, si produrrebbe l’allagamento di una fascia di larghezza pari a circa 200 metri. A valle

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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del salto generato dalla traversa le acque rifluirebbero nell’alveo entro 100-150 metri.

Le risultanze e i tracciamenti di tale studio possono essere utilizzate per estendere il tracciamento delle fasce fluviali del PAI, fino al comune di Villa d’Ogna.

7.3.4.6 Studio di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica del Bacino del Torrente Borlezza Tale studio individua per il corso del torrente Borlezza le aree di allagamento, attraverso l’uso di un modello idraulico di calcolo del profilo di moto permanente, relativo alla portata con tempo di ritorno pari a 200 anni. In tale studio non sono state tracciate le fasce fluviali secondo i criteri imposti dall’Autorità di Bacino, per cui esso non può essere utilizzato per estendere le fasce fluviali a tale corso d’acqua in esame; tuttavia i risultati di tale studio vengono qui utilizzati per perimetrare sulla tavola relativa al rischio di esondazione, le aree interessate da tali fenomeni. Dall’analisi di tali aree si individuano le seguenti situazioni di criticità: - a Fonteno l’area di allagamento può interessare le strade di accesso

di alcuni fabbricati isolati; - a Sovere si può verificare un’area di allagamento che va ad

interessare un’ifrastruttura viaria ed alcuni edifici posti a ridosso delle sponde; l’innalzamento dei livelli è dovuto prevalentemente alla presenza di tre ponti che rendono le sezioni insufficienti al passaggio della portata di piena;

- a Pianico si segnala una situazione di pericolosità idraulica che deriva dal restringimento d’alveo causato dalla Forra del Tinazzo; tale situazione è stata approfondita attraverso la modellazione del sistema Forra- - Piana di Poltragno effettuata nello studio “Lavori di regimazione idraulica del basso corso del torrente Borlezza in comune di Castro (Prof. Maione, 1998)”. Al verificarsi di un evento di piena, anche centenario, si determina un progressivo invaso della conca naturale di Poltragno immediatamente a monte dell’imbocco della forra fino ad una quota tale da interessare le infrastrutture circostanti; a seconda della gravità dello scenario di rischio possono essere interessati dagli allagamenti: edifici e infrastrutture nella Piana di Poltragno, tra cui la centrale elettrica, l’attraversamento della superstrada della Val Camonica sul Borlezza, la rispettiva galleria denominata “Lovere”, e nella situazione peggiore tracimazione dei limiti fisici della Piana, in corrispondenza del passaggio della strada S.S. 42 diretta a Castro.

Tale studio riporta inoltre l’inventario di altre situazioni di insufficienza idraulica che interessano alcune situazioni locale nei seguenti comuni: Castione della Presolana, Onore, Fino del Monte, Rovetta, Songavazzo, Cerete Basso e Piazza. Le aree ivi indicate verranno perimetrare nella carta delle esondazioni al fine di individuare ulteriori aree soggette a rischio.

7.3.4.7 Studio idraulico e geologico – Progetto preliminare ed esecutivo – Regimazione idraulica del torrente Dezzo nei comuni di Azzone, Colere e Schilpario La valutazione della pericolosità di eventuali fenomeni alluvonali da parte del torrente Dezzo, oltre che su base morfologica, in riferimento alla posizione dei terrazzi alluvionali, è stata fatta anche con una verifica delle sezioni d’alveo ricavate dal rilievo topografico condotto in questa fase della progettazione. La verifica idraulica delle sezioni di rilievo è stata fatta in via semplificata assumendo condizioni di moto permanente ed applicando l’equazione di Chézy. Come valori di portata sono stati assunti come rappresentativi quelli calcolati per un tempo di ritorno di

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Idrologia - Idraulica 152100 e 200 anni sulla base dell’espressione di Giandotti. Per le sezioni d’alveo poste a monte della confluenza con il torrente Rino si sono quindi assunte come riferimento una portata di massima piena di 518 m3/s per il tempo di ritorno di 100 anni e di 555 m3/s per il tempo di ritorno di 200 anni. Per le sezioni poste a valle della confluenza con il torrente Rino si sono invece assunte come riferimento una portata di massima piena di 586 e di 629 m3/s rispettivamente per il tempo di ritorno di 100 anni e di 200 anni. I risultati delle verifiche possono essere riassunti nei seguenti punti: - è possibile l’esondazione, per portate dell’ordine della massima piena

stimata per il tempo di ritorno di 200 anni, verso la sponda sinistra del Dezzo a partire dal settore di monte con la possibilità che la piena si propaghi lungo tutta la piana alluvionale recente fino a rientrare in alveo in corrispondenza della del centro di Dezzo;

- la sezione del ponte per Azzone consente il deflusso di una portata massima paragonabile a quella della massima piena stimata per un tempo di ritorno di 200 anni; la presenza di trasporto di un forte trasporto solido, ed in particolare di materiale fluitato, potrebbe al limite determinare la fuoriuscita di acqua sia pure con portate relativamente contenute; in tal caso le acque di esondazione defluirebbero lungo la sede della SS294 per ritornare in alveo poco a valle, all’altezza dell’attraversamento del torrente Rino;

- subito a valle dell’abitato di Dezzo si ha la confluenza del torrente Dezzo con il torrente Rino, che drena l’area della conca di Colere; tale zona è potenzialmente raggiungibile da eventuali fenomeni di piena, in particolare se accompagnati da elevato trasporto solido. Viste le condizioni del bacino idrografico sotteso caratterizzato, come per la maggior parte dei principali tributari del Dezzo, da fenomeni di erosione lineare e di erosione laterale a spese soprattutto dei depositi superficiali, il torrente Rino potrebbe essere effettivamente interessato da fenomeni di piena con consistente trasporto solido. In tal caso, soprattutto in presenza di materiale fluitato, è probabile che l’esondazione interessi le zone adiacenti all’alveo nella zona apicale del conoide ed i settori situati sia in sinistra, in corrispondenza del campo di calcio, sia in destra idrografica, in corrispondenza della segheria. In tale studio non sono state tracciate le fasce fluviali secondo i criteri imposti dall’Autorità di Bacino, per cui esso non può essere utilizzato per estendere le fasce fluviali a tale corso d’acqua in esame; tuttavia i risultati di tale studio vengono qui utilizzati per perimetrare le aree interessate da tali fenomeni sulla tavola relativa al rischio di esondazione.

7.3.4.8 Sistemazione idraulica del torrente Dordo nei comuni di Filago, Madone e Bonate Sotto In tale studio la mappatura delle aree a rischio inondazione è stata eseguita in relazione a differenti ipotesi di eccezionalità dell’evento pluvio-idrometrico considerato e secondo metodologie concordate coi funzionari della Regione Lombardia. In particolare, in accordo con le indicazioni fornite dalla Legge 267/98, si è provveduto a mappare le aree ad elevato rischio, cioè quelle potenzialmente investite da eventi significativi di frequenza compresa tra 20 e 50 anni di tempo di ritorno, nonché, per completezza, le aree che potrebbero essere comunque interessate da fenomeni connessi all’allagamento per tempi di ritorno più elevati (100, o più, anni di tempo di ritorno). Nelle parti più alte delle aste torrentizie, subito dopo lo sbocco nelle piane alluvionali, le pendenze dell’alveo e quelle delle are circostanti sono di norma maggiori di 1-2%; di conseguenza le velocità della corrente idrica - che, quando non contenibile in alveo, fuoriesce sui terreni circostanti- nei primi 100-200 m vicino al fiume sono molto elevate e in grado di produrre danni significativi agli insediamenti e alle attività antropiche. In queste zone peraltro anche i tiranti idrici risultano

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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maggiori, per poi ridursi, man mano ci si allontana dal fiume, per effetto di spagliamento delle acque. Procedendo verso valle, invece, nelle aree a quota e pendenza minore, i danni più ingenti sono determinati dell’accumularsi delle acque esondate; queste vengono poi lentamente liberate tramite le reti di coli naturali e/o artificiali, e talvolta, quando si trovino depresse rispetto a quelle circostanti, tramite interventi meccanici di pompaggio o per lenta infiltrazione ed evaporazione. La base per effettuare la mappatura delle aree a rischio, oltre alle elaborazioni precedentemente illustrate, è costituita dalla mappa delle aree realmente vulnerate nel corso degli ultimi 15-20 anni dalle piene. Di seguito si descrivono singolarmente le aree di esondazione: - ad Ambivere: le superfici a rischio di allagamento sono pari a circa 73

ha (per T= 20 anni) e 95 ha (per T= 100 anni); - a Mapello l’area interessata da esondazioni relativa all’evento

centenario, copre una superficie complessiva di circa 94 ha. Per l’evento ventennale, l’area di esondazione è stata contenuta in una fascia a cavallo dell’alveo di larghezza media pari a 40 m, per tutto il tratto in esame di circa 5000 m.

- a Bonate Sotto-Madone l’area interessata da esondazioni ha una superficie complessiva pari a 150 ha e insistente su gran parte del territorio urbanizzato di Madone. Sulla base dei volumi esondabili per l’evento centenario risulta un battente medio di circa 88 cm su tutta l’area. Gli elevati valori del battente idrico degli allagamenti, per l’evento centenario, sono giustificabili dal fatto che in sponda destra non è possibile alcuna esondazione, a causa delle quote elevate del terreno che delimita tale area, pertanto l’esondazione avviene per scorrimento secondo la naturale pendenza del terreno con interessamento delle aree sul confine est. Su queste aree il battente sarà limitato e contenuto nel valore medio di 10/15 cm. Su tutta l’area più prossima all’alveo, a causa della topografia, i volumi esondati si accumuleranno creando veri e propri invasi con battenti più consistenti (1÷1,2 m).

Le elaborazioni condotte per la delimitazione delle aree a rischio sono soggette ad alcune incertezze: - elaborazioni idrologiche della formazione delle piene tramite modelli i

cui parametri sono stati stimati in modo indiretto da informazioni quali-quantitative sul territorio e applicando metodologie di letteratura;

- ricostruzione dei profili di moto permanente, basati su sommarie geometrie degli alvei, spesso dedotte da poche sezioni rilevate in modo speditivo, e su scabrezze idrauliche stimate in base a dati di letteratura su cui esistono larghe variabilità;

- trasporto solido ignorato, ma che può alterare totalmente sia la scabrezza dell’alveo sia la sua geometria effettiva in corso d’evento.

I risultati di tale studio vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione.

7.3.4.9 Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore La valutazione del livello di rischio è operata in funzione di considerazioni circa la pericolosità del fenomeno e la vulnerabilità dell’ambiente in cui tale fenomeno accade. Le valutazioni svolte si riferiscono a documenti differenti a seconda che ci si riferisca al bacino del Serio (per il quale esiste un maggior numero di dati) od agli altri bacini presenti nel territorio. Non è stato possibile fare riferimento all'estratto del Piano di Bacino per il fiume Serio in quanto la definizione delle fasce di pertinenza fluviale

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Idrologia - Idraulica 154relative a tempi di ritorno di 200 anni (fascia A e B) o di T>500 anni (fascia C), non sono stato redatte per questo tratto del fiume. Per i bacini idrografici minori si sono considerati gli eventi alluvionali che si possono presentare a seguito di piogge intense con tempi di ritorno di 40 e 80 anni, basando le elaborazioni anche sui dati contenuti nelle carte geoambientali della Regione Lombardia e riguardanti le aree che in passato hanno subito inondazioni. La metodologia utilizzata per la definizione delle aree soggette a rischio è la seguente: sono state considerate le aree che, in prossimità dei corsi d'acqua, sono risultate essere sede di inondazioni o quelle che presentano caratteristiche geometriche che le rendono potenzialmente sede di espansione di piene ed infine quelle aree che, per loro natura, presentano una capacità di drenaggio limitata favorendo il ristagno ed il ruscellamento superficiale. Il metodo utilizzato per tale definizione è basato su un calcolo geometrico svolto presso una sezione dei torrenti della quale fossero note le caratteristiche geometriche; nella maggior parte dei casi sono state considerate le parti terminali dei corsi d'acqua che, solitamente, sono state assoggettate a tombinamenti o canalizzazioni. Tale analisi risulta introdurre un errore dovuto al fatto che, nella maggior parte dei casi, gli alvei dei torrenti di questa zona presentano caratteristiche clivometriche ancora piuttosto accentuate anche nel tratto terminale (le pendenze dell'alveo sono state valutate tra il 30 ed il 10%), per cui il piano ideale corrispondente alla massima quota potenzialmente raggiunta dall'acqua è stato artificialmente inclinato di circa 10° dall'orizzontale nel senso di pendenza dell'alveo. Ove non è stato possibile svolgere tale analisi ci si è riferiti ai dati relativi alle aree che sono state censite nelle Carte Geoambientali e che in passato sono state soggette ad inondazioni. Un ultimo appunto è relativo alla possibilità di intasamento delle sezioni considerate a causa di materiali trasportati nel corso della piena (in particolare vegetali, ma anche materie di rifiuto di grandi dimensioni quali sacchetti di spazzatura ecc.) in quanto tale eventualità, peraltro piuttosto frequente, non essendo ragionevolmente quantificabile, non è stata considerata nei calcoli. Si prevede una esondazione del torrente Borlezza e dei torrenti del sistema idrografico del Serio per tracimazione degli argini principalmente a causa dell'insufficienza di sezioni di passaggio di ponti, opere di tombinatura anche a seguito di occlusione dei tombotti da parte della vegetazione o del materiale solido trasportato in un numero consistente di bacini. Le sezioni terminali dei torrenti sono potenzialmente le maggiormente interessate, anche se appare possibile l'ostruzione delle sezioni di passaggio anche in aree a monte degli abitati o delle opere di superamento degli stessi torrenti. Lungo le aste torrentizie sono possibili erosioni spondali e conseguenti crolli di arginature o terrazzi lacustri neozoici (area della valle del Borlezza) con asportazione delle sedi stradali limitrofe; particolare attenzione dovrà essere posta in particolare per l'erosione al piede delle spallette e dei piloni dei ponti. La viabilità può essere interrotta (SP49, SP53) anche a causa dei danni portati a manufatti o rilevati: l'erosione delle sponde interessa interi tratti di arginatura con il coinvolgimento della porzione vegetale spondale e di golena; sono possibili occlusioni anche totali delle luci dei ponti, i sottopassi sono allagati, le spallette ed i piloni dei ponti sono erose e soggette a forze trasversali e di sottospinta (verso l'alto) che ne possono pregiudicare la stabilità statica. Il pericolo per la popolazione è elevatissimo anche a causa dell'interruzione delle vie di comunicazione e del possibile interessamento delle reti tecnologiche principali, intere aree possono infatti risultare isolate.

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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I risultati di tale studio vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione.

7.3.4.10 Piano di Protezione Civile della Comunità Montana Alto Sebino Considerando la medesima procedura descritta in precedenza per il Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore, si riportano di seguito le zone a rischio di esondazione determinate per il territorio della Comunità Montana Alto Sebino; tali zone sono: - comune di Costa Volpino (località Bersaglio): le portate di piena del

Torrente Borlezza potrebbero incanalarsi nella galleria che sottopassa l’abitato del comune di Lovere e ruscellare verso tale località;

- comuni di Sovere, Pianico e Castro, interessati dalle piene del torrente Borlezza; sono inoltre possibili erosioni spondali con conseguenti crolli di arginature e asportazione delle sedi stradali limitrofe;

- comuni di Rogno, Fonteno, Riva di Solto, sono presenti condizioni di insufficienza idraulica nelle sezioni terminali dei torrenti in corrispondenza di attraversamenti stradali, interessando le aree urbanizzate limitrofe (torrenti della Valle dell’Orso, Valle S. Rocco, Valle di Fonteno).

- alcune zone adiacente al lago d’Iseo sono interessate da fenomeni di esondazione; i comuni maggiormante interessati da tale fenomeno sono: Costa Volpino, Lovere, Riva di Solto, Castro; di tali comuni le aree maggiormante interessate sono localizzate soprattutto nelle adiacenze dei punti più depressi della SS469.

Le aree individuate in tale piano vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione.

7.3.4.11 Carte Geoambientali Tra le varie informazioni desumibili dalle Carte Geoambientali di montagna e di collina, sono state tracciate sulle carte relative alle esondazioni le aree così definite: - Ap, aree potenzialmente allagabili o alluvionabili; - Aa, aree in cui si sono verificati eventi alluvionali. Di seguito vengono evidenziate, tra tutte le aree sopraccitate, quelle che si trovano in corrispondenza di centri abitati. Tali zone sono: - presso il torrente Rino, in comune di Villa d’Almè; - presso il torrente Riso, in comune di Ponte Nossa; - presso il torrente Luio, in comune di Albino; - presso il torrente Tadone, in comune di Trescore Balneario; - presso il fiume Cherio, a Gorlago; - presso il torrente Borlezza, a Sovere; - presso il torrente Supine, nel comune di Costa Volpino; - presso il torrente Guerna, ad Adrara San Rocco; - presso il torrente Rino, a Predore; - presso il torrente Uria, in comune di Villongo. Tali zone verranno indicate nelle tavole allegate come tratti a rischio di esondazione, sui quali occorrerà eseguire degli approfondimenti attraverso opportuni studi idrologici-idraulici, sopportati da adeguati rilievi topografici.

7.3.4.12 Studi forniti da alcune Comunità Montane La Comunità Montana Basso Sebino e Monte Bronzone dispone di uno studio che ha individuato le situazioni di dissesto sul territorio; tali zone sono localizzate a: - comune di Gandosso dove si verifica un’insufficienza di regimazione delle acque superficiali; - comune di Sarnico dove si verifica l’esondazione di una valletta;

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Idrologia - Idraulica 156- comune di Adrara S. Rocco, con esondazione di un corso d’acqua minore; - comune di Tavernola, con fenomeni di erosione ed esondazione di alcuni torrenti minori; - comune di Predore, con esondazione del torrente Rino ed interessamento del centro abitato. La Comunità Montana della Val Brembana dispone di alcuni studi (studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle aree di espansione industriale nel territorio comunale di Lenna e studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle fasce fluviali nel territorio comunale di Zogno) che individuano le seguenti aree di esondazione lungo il corso del Brembo: - in comune di Lenna, esondazione di una zona industriale ad opera del Brembo di Carona ed esondazioni limitate lungo il Brembo di Mezzoldo, senza interessamento di aree urbane o industriali; - in comune di Zogno, in sinistra idraulica a monte del ponte Zogno, con interessamento di alcuni edifici e in destra idraulica con interessamento di una zona industriale. Tali aree sono state individuate attraverso calcoli idraulici di piena per valori di tempo di ritorno pari a 100 anni.

7.3.4.13 Banca dati delle segnalazioni di fenomeni d’esondazione La Provincia di Bergamo dispone di una banca dati in cui sono inseriti le segnalazioni di dissesti occorsi negli anni novanta; tra i diversi tipi di dissesti è presente quello legato alle aree allagabili ed alluvionabili. Di seguito viene riportata nella tabella 7.14 tali segnalazioni, riportanone la localizzazione (comune, frazione), il corso d’acqua interessato, il manufatto interessato dal fenomeno e l’anno in cui si è verificato. Tabella 7.14 – Fenomeni d’esondazione

COMUNE FRAZIONE UBICAZIONE MANUFATTO ANNO

Adrara San Bartolomeo

Loc. Traine 1997

Almenno San Salvatore

Loc. Capaler-Cabardelli

Strada panoramica 1996

Ardesio Valle Val Las Pista di accesso alle sorgenti

1997

Ardesio Valle Buchette 1997 Ardesio Valle Valdoacc 1997 Averara Loc. Traccia Torrente Val

Mora Centro abitato 1997

Bonate Sopra Ghiaie Fiume Brembo Abitazioni e zona industriale

1997

Borgo di Terzo Torrente Closale

Strada comunale 1997

Branzi Loc. Gardata Canale Valle Scura

Abitazione-Ponte e strada comunale

1993-96

Brembate Grignano Scuole elementari 1997 Brembate Scuole Elementari e

Palestra 1997

Brembate Strade comunali 1997 Brembate Grignano Torrente Rino Centro Abitato 1997 Brembate Fiume Brembo Fognatura 1997 Brembate Torrente Dordo Centro abitato 1997 Camerata Cornelio Valli Ronchi e

Bruga Strada comunale 1997

Canonica d'Adda Fiumi Adda e Brembo

Centro abitato di Vaprio d'Adda

1998

Capriate San Gervasio

Fiume Adda Centro abitato 1998

Castro Torrente Tinazzo

Ponte sulla S.S. 469 1998

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

157

COMUNE FRAZIONE UBICAZIONE MANUFATTO ANNO

Colere Via De O Strada comunale 1997 Costa Volpino Valli Rescudio e

Supine Centro abitato 1989-98

Costa Volpino Val Supine 1997 Costa Volpino Val Supine 1997 Endine Gaiano Valmaggiore Valle del Ferro Centro abitato e

Strada Comunale 1997

Endine Gaiano Loc. Rova Valle Palate Sottopasso alla S.S. 42

1997

Endine Gaiano Valmaggiore Valle dei Fondi Sottopasso S.P. Casazza-Endine

1997

Endine Gaiano Loc. Pandino e Loc. Pura

Sottopasso S.P. Casazza-Endine

1997

Endine Gaiano Loc. Ex Caserma

Sottopassi S.S. 42 1997

Endine Gaiano Valli 1997 Entratico Via Val Roveto Centro abitato 1997 Entratico Fiume Cherio Fognature e strade

comunali 1997

Entratico Valli Molino-Moi e Maccla

1997

Filago Rio Zender Capannone industriale 1993 Fonteno Sede stradale 1997 Fonteno Loc. Cimitero Sede stradale 1997 Fonteno Sede stradale 1997 Foresto Sparso Loc. Vallunga Strada Comunale 1997 Gandellino Loc. Ronchello

e Bondo Strada Comunale-

Fognatura 1996

Gandellino Loc. Ral del Mazza

Abitazione 1996

Gandellino Loc. Tezzi Alti Strada comunale 1996 Gromo Loc. Rivo Valletta Basamento palo ENEL

e strada Provinciale 1997

Gromo Loc. Machè-Valletta

Ponte in località Fonte e strada in località Ripa

1997

Gromo Valle Clì Strada comunale 1997 Grone Fiume Cherio Capannone

industriale-Abitazioni-Sorgenti

1997

Lovere Loc. Lungolago Lago d'Iseo Passeggiata 1997 Lovere Loc. Lido

Cornasola Lago d'Iseo Impianti e macchinari

struttura natatoria pubblica

1997

Lovere Lago d'Iseo Albergo 1997 Luzzana Valle dell'Acqua Strada Comunale per

S. Bernardino 1997

Monasterolo del Castello

Valle Torrezzo 1997

Palosco Torrente Cherio Centro abitato 1998 Pianico Torrente

Borlezza Centro abitato e Centrale idroelettrica di Poltragno

1996-97-98

Pianico Loc. Bisacola Torrente Borlezza

Sede stradale e terreni 1997

Piazzolo Valle Scura Centro abitato 1995 Ponte San Pietro Torrente Quisa Abitazioni e strada

comunale 1993

Ranzanico Lago di Endine Ristorante 1997 Ranzanico Lago di Endine 1997 Riva di Solto Valli 1997-98 San Giovanni Bianco

Fiume Brembo Capannone industriale-Abitazioni-Strada comunale

1995-96

San Giovanni Bianco

Via Arlecchino Deposito calzature 1997

Schilpario Grumello Valle Paludina Terreno boscato-Abitazioni

1993

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Idrologia - Idraulica 158COMUNE FRAZIONE UBICAZIONE MANUFATTO ANNO

Schilpario Torrente Dezzo Pista di fondo-Centro abitato-Museo Etnografico

1997

Sedrina Valli Strade e terreni 1997 Solto Collina Loc. Clisoli Valle Frasneda 1997 Sovere Valle dei Nidi Strada comunale 1997 Spinone al Lago Fiume Cherio 1997 Valbondione Fiumenero Fiume Serio Cimitero 1996 Valbrembo Fiume Brembo Sedime Aeroportuale 1993 Valtorta Loc.

Linguabona Torrente Ceresola

Strada comunale 1997

Vigano San Martino Loc. Martina Torrente Cherio Abitazioni 1992-97-98

Vigano San Martino Loc. Martina Torrente Drione Centro abitato 1997

Vigano San Martino Via Moia Strada comunale 1997

Vigano San Martino Fiume Cherio Capannone industrialre

1997

Villa di Serio Fiume Serio Centro abitato-Centrale Italcementi e S.P. n° 35

1997

7.3.5 SINTESI DEI FENOMENI DI ESONDAZIONE NEI CORSI D’ACQUA PRINCIPALI In questo paragrafo vengono sintetizzate le informazioni deducibili dal tracciamento delle fasce fluviali nei corsi d’acqua principali (Brembo, Serio, Adda e Oglio) secondo quanto contenuto nel PAI e nello studio relativo al fiume Serio a monte di Nembro (fino a Villa d’Ogna), condotto dallo studio Dizeta per la Regione Lombardia. Fiume Brembo In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico individuate lungo il corso del fiume Brembo sono le seguenti: - comune di Piazza Brembana (nella frazione Lenna): area in sponda

destra con interessamento di alcuni edifici destinati ad attività produttiva (all’interno della fascia C);

- comune di Camerata Cornello: area in sponda destra e sinistra compresa in fascia C, con interessamento di attraversamenti e aree secondarie;

- comune di San Giovanni Bianco: vasta area in sponda destra e sinistra compresa in fascia C, con interessamento di alcuni edifici;

- comune di San Pellegrino Terme: vasta area sia in sponda destra e sinistra con interessamento di alcuni edifici (tra fascia B di progetto e fascia C);

- comune di Ambria: area in sponda destra in sponda sinistra a monte del ponte della S.P. 27 sul fiume Brembo, con interessamento di edifici (in fascia C);

- comune di Zogno: aree delle località Ponte Zogno e Bonore con possibilità di allagamento di edifici in prossimità di V. di Grumello; vasta area in destra idrografica con interessamento di buona parte della zona industriale del comune e conseguente rischio di allagamento per numerosi edifici industriali e civili (tra fascia B di progetto e C);

- comune di Sedrina: area in sinistra idraulica, con interessamento di alcuni edifici (in fascia C);

- comune di Ubiale-Clanezzo: area compresa in fascia C, senza interessamento di edifici;

- comune di Almenno S. Salvatore: area in sinistra idraulica con interessamento di alcuni edifici (in fascia C);

- comune di Almè e Almenno S. Salvatore: fascia di circa 100 - 200 m di larghezza e circa 2 km di lunghezza a cavallo dell'asta fluviale; la

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

159

maggior parte dell'area è parte integrante dell'alveo del fiume Brembo e pertanto non interessata da edifici o infrastrutture (fascia C);

- comune di Brembate Sopra, Paladina e Valbrembo: vasta area sia in sponda destra che in sponda sinistra del fiume Brembo. L'area soggetta a rischio idraulico è interessata sia da edifici che da strade e pertanto rappresenta una delle zone in cui potrebbero verificarsi i maggiori danni (fascia B). A valle del ponte citato la corrente risulta interessare nuovamente solo l'alveo per una larghezza di circa 30-50 m;

- comune di Ponte S. Pietro: piccola area di naturale espansione fluviale non interessata da infrastrutture o edifici (fascia C);

- comune di Bonate Sotto, Madone, Filago, Treviolo e Dalmine: vasta area di naturale espansione del corso d'acqua sia in sponda sinistra che in sponda destra; l'area è interessata da pochissimi edifici civili e da alcune strade campestri di scarsa rilevanza viabilistica; nell'area è collocata l'immissione dello scarico del depuratore della città di Bergamo che quindi occorre sia protetto nei confronti delle correnti di piena che tuttavia presentano valori di velocità assai modesti. L'area interessata dal rischio di sommersione ha estensione di circa 250 - 300 ettari (fascia B). A valle di Filago la corrente in piena torna ad occupare l'alveo proprio del fiume di larghezza pari a 40 - 50 m;

- zona della confluenza in Adda: nel tratto terminale del suo corso il fiume Brembo pone a rischio idraulico l'area occupata dalle case della frazione Fontanone e Fornasotto (comune di Pontirolo Nuovo) tra gli abitati di Brembate e Canonica d'Adda; più a valle nella zona della confluenza le aree soggette a rischio di sommersione sono assai vaste (80-90 ettari) ma completamente inedificate. Per effetto dei rigurgiti nella zona a valle della confluenza tra Adda e Brembo, in comune di Canonica d'Adda, risulta soggetta a rischio di esondazione una piccola area edificata con capannoni ad uso industriale (fascia B).

Nel tratto iniziale del fiume Brembo (rami di Mezzoldo, Carona e Valleve) sono interessati da rischi di esondazione i comuni di Mezzoldo, Valleve, Isola di Fronda e Moio dè Calvi (tratti a rischio di esondazione), nelle aree di espansione naturale, oggetto di edificazione incontrollata; tale tratto non è studiato dal PAI, per cui occorrerà eseguire un apposito studio idrologico-idraulico. Fiume Serio In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico individuate lungo il corso del fiume Serio sono le seguenti (considerando le fasce del PAI e quelle determinate dallo studio della società Dizeta): - in comune di Villa d’Ogna: area in sponda destra nella quale sono

presenti alcune abitazioni, un campo sportivo ed alcuni capannoni industruali (fascia C);

- in comune di Ponte Nossa: ampia area urbanizzata, posta in sponda destra del fiume Serio (fascia B) e area occupata da insediamenti industriali in sponda sinistra (fascia C);

- in comune di Fiorano al Serio: in questa zona, a valle del ponte ad arco di Fiorano al Serio, si è rilevata l’insufficienza delle quote di ritenuta in sponda destra, dove sono ubicati degli edifici industriali ed un area cimiteriale (fascia C);

- nei comuni di Cene e Gazzaniga: zona in sponda destra (comune di Gazzaniga) con insediamenti industriali e in sponda sinistra (comune di Cene), dove vi sono alcune abitazioni; entrambe le zone rientrano in fascia C.

- in comune di Albino: area in sponda sinistra con interessamento di alcuni edifici (fascia C);

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Idrologia - Idraulica 160- in comune di Pradalunga: area in sponda sinistra con interessamento

di edifici industriali e in sponda sinistra con presenza di abitazioni (fascia C);

- in comune di Nembro: le attuali quote di sponda risultano sostanzialmente pari ai livelli idrici corrispondenti alla piena bicentenaria mentre il terreno retrostante è ad una quota inferiore. La tenuta non è affidata a veri e propri manufatti arginali e che in alcuni tratti la sponda presenta degli avvallamenti che potrebbero, localmente, consentire l’esondazione del corso d’acqua. In questa circostanza, date le quote del terreno retrostante, si produrrebbe l’allagamento di una fascia di larghezza pari a circa 200 metri. A valle del salto generato dalla traversa le acque rifluirebbero nell’alveo entro 100-150 metri.

- comune di Alzano Lombardo: area indestra idraulica con scarso interessamento di edifici (fascia C);

- comuni di Villa di Serio: vasta area in sinistra idraulica con interessamento di zone abitate (compresa fra B di progetto e C); l’impianto di depurazione del Consorzio di Depurazione Valle Seriana Inferiore è in fascia A;

- comuni di Gorle e Scanzorosciate: area in sinistra idraulica tra B di progetto e C con interessamento di alcune abitazioni; area in destra idraulica (fascia B) con interessamento di alcuni edifici;

- comune di Pedrengo: area in destra idraulica con interessamento di alcuni insediamenti industriali e abitazioni (fascia B);

- comune di Seriate: vasta area del centro abitato è in fascia C; - comune di Grassobbio: area interessata da abitazioni in fascia C; - tra i comuni di Seriate e Mozzanica: vasta area di pianura in fascia B

e C; - comune di Ghisalba e Martinengo: parte perifierica del centro abitato

è in fascia C; - comune di Mozzanica: quasi metà del centro abitato è compreso fra la

fascia B di progetto e la fascia C. Il tratto iniziale del fiume Serio è soggetto a rischio di esondazione con interessamento dei seguenti comuni: Valbondione e alcune frazioni (Gavazzo, Fiumenero), Gandellino in corrispondenza delle frazioni Preda, Legnaio e Bondo, Valgoglio, Gromo e Ardesio (tratto a rischio di esondazione), soprattutto ad opera dei torrenti minori; tale tratto non è stato ancora studiato in base ai criteri definiti dal PAI, per cui occorrerà un’analisi ad hoc. Il tratto di fiume Serio tra Seriate e Mozzanica sulla base di studi da noi effettuati negli scorsi anni per la determinazione degli effetti dell'attività estrattiva, è classificato come tratto in scavo: in esso infatti la capacità erosiva della corrente determina azioni di trascinamento più ingenti di quelle compatibili con la granulometria dei sedimenti esistenti. Il movimento solido che così si innesca, inoltre, non è compensato dagli apporti di monte. Salvo quindi taluni fenomeni localizzati di alluvionamento dovuti a particolarità morfologiche, il tratto presenta una netta tendenza all'abbassamento. Questa tendenza, inoltre, è favorita dall'attività estrattiva e dalla costruzione di argini ed altre opere di difesa idraulica. Ai meccanismi evolutivi naturali si sono, quindi, sovrapposti pesanti interventi antropici che hanno progressivamente allontanato il corso d'acqua dalla preesistente morfologia intrecciata a quella attuale caratterizzata da un solo canale principale, della larghezza media di circa 200 m, ben minore di quella di 400÷500 m del vecchio letto di piena ordinaria. Oggi quindi le massime piene si propagano da Seriate a Mozzanica, percorrendo la porzione canalizzata della sezione fluviale, senza significative esondazioni verso aree oggetto di insediamenti civili, industriali od agricoli di particolare rilevanza; ben maggiori sono

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

161

viceversa i pericoli per il successivo tratto a valle di Mozzanica poichè la canalizzazione del tratto Seriate - Mozzanica permette di convogliare verso valle le massime portate di piena senza le sensibili attenuazioni che si avevano nel preesistente alveo intrecciato per gli invasi nelle ampie larghezze d'alveo e per le maggiori resistenze che la corrente subiva a causa delle irregolarità geometriche della sezione trasversale. Pertanto, l'intervento dell'uomo negli ultimi decenni, modificando la morfologia fluviale, dal tipo intrecciato in alveo di grande larghezza al tipo canalizzato in alveo di larghezza ridotta, ha provocato un aggravamento dei rischi idraulici sia nel tratto Seriate - Mozzanica, per la maggior velocità della corrente di piena e la conseguente maggior intensità delle sollecitazioni localizzate contro argini e strutture, sia soprattutto nel tratto successivo a valle di Mozzanica, che è inoltre interessato dall'attraversamento della città di Crema, notoriamente soggiacente ai rischi d'inondazione. Fiume Adda In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico, individuate dal PAI, lungo il corso del fiume Adda e relativamente al territorio della Provincia di Bergamo, sono le seguenti: - comune di Cisano Bergamasco: in fascia B area in sponda sinistra con

interessamento di alcuni edifici ad uso agricolo; - comune di Fara Gera d’Adda: area in sponda sinistra in fascia B,

senza interessamento di edifici; c’è un tratto di fascia B di progetto a sud dell’abitato.

Fiume Oglio In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico, individuate dal PAI, lungo il corso del fiume Oglio, relativamente al territorio della Provincia di Bergamo, sono le seguenti: - comune di Costa Volpino, in sinistra idraulica con interessamento di

alcuni edifici (fascia C); in destra idraulica è prevista la realizzazione di difese arginali a protezione dell’abitato.

- nel tratto sub-lacuale, alcuni comuni hanno delle zone abitate in fascia C (Cividate al Piano, Calcio, Pumenengo).

7.3.6 SINTESI DEI FENOMENI DI ESONDAZIONE NEI CORSI D’ACQUA MINORI In questo paragrafo viene tracciato un quadro complessivo dei rischi di esondazione lungo i corsi d’acqua minori, raggruppando le informazioni dedotte dagli studi riportati in precedenza. Per ogni rischio viene poi specificato se le informazioni a disposizione sono in grado di individuare un’area perimetrata, oppure se da tali informazioni è possibile solo individuare un tratto soggetto a rischio di esondazione. In questi ultimi due casi sarà importante che la Provincia, in collaborazione con la Regione Lombardia e con l’Autorità di Bacino del fiume Po, dia avvio ad una serie di studi idrologici-idraulici approfonditi al fine di ottenere anche in questo caso la perimetrazione delle zone interessate da fenomeni di esondazione. Per nessuno dei corsi d’acqua minori sono al momento disponibili i tracciamenti delle fasce fluviali secondo le indicazioni dell’Autorità di Bacino del fiume Po; per alcuni di essi la stessa Autorità ha già affidato appositi incarichi (ad esempio per il fiume Cherio). L’art. 25 delle norme di attuazione del PAI, al comma 4, stabilisce che per la parte di rete idrografica non coperta dalla delimitazione delle fasce fluviali del PAI e di successive integrazioni, le Regioni e le Province, nei rispettivi strumenti di pianificazione territoriale, possono individuare corsi d’acqua per i quali procedere alla delimitazione delle fasce fluviali e all’applicazione ad esse delle Norme del PAI operando sulla base degli obiettivi e degli indirizzi dello stesso. In alcuni casi

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Idrologia - Idraulica 162particolari, tali nuove delimitazioni possono essere condotte dall’Autorità di Bacino. Bacino del Fiume Brembo Il fenomeno di rischio idraulico d’esondazione per i corsi d’acqua minori del bacino del Brembo è correlato, nella maggior parte dei casi, a fenomeni di erosione spondale, favorita dalla velocità della corrente, dall'acclività dei versanti, dalla inadeguatezza delle arginature e soprattutto dall'elevato trasporto solido. Questo fenomeno interessa in modo particolare i seguenti corsi d’acqua minori: - Torrente Val Mora: presso il comune di Averara (PAI – area con

pericolosità molto elevata o elevata) - Torrente Stabina: rischio per le infrastrutture localizzate nel

fondovalle, mentre i centri abitati sono generalmente situati in posizione più elevata (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata);

- Torrente Enna (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata); - Torrente Brembilla (PAI – area con pericolosità molto elevata o

elevata); - Torrente Rino, nel comune di Villa d’Almè (tratto a rischio di

esondazione); - Torrente Quisa, nei centri abitati di Paladina e della frazione

Ossanesga di Valbrembo (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Imagna, presso le frazioni del comune di Sant’Omobono

Imagna (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Borgogna, presso il comnue di Palazzago fino a Montebello

(tratto a rischio di esondazione); - Torrente Lesina, nei comuni di Brembate Sopra (tratto a rischio di

esondazione); - Torrente Dordo (aree a rischio di esondazione delimitate in base allo

studio descritto in precedenza al paragrafo 2.4.8) con interessamento dei comuni di Ambivere, Mapello, Bonate Sotto, Madone;

Bacino del F. Serio Il bacino del fiume Serio è caratterizzato da una forma allungata con bacini laterali di ridotta entità. Come per il bacino del fiume Brembo, nel bacino del fiume Serio sono presenti fenomeni erosivi localizzati sia sull'asta principale sia lungo gli affluenti. I principali corsi d’acqua soggetti a rischio idraulico di esondazione sono i seguenti: - Torrente Riso, da Gromo fino al Serio (tratto a rischio di

esondazione); - Torrente Luio, ad Albino (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Zerra, presso i comuni di Albano S. Alessandro, S. Paolo

d’Argon, Montello e Costa di Mezzate (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata);

- Torrenti minori, nei comuni di Vertova, Colzate, Casnigo, Fiorano al Serio, Gazzaniga e Albino.

Bacino del F. Cherio Nel sottobacino del fiume Cherio si hanno situazioni di rischio idraulico in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano un notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana); inoltre lungo il reticolo secondario si rilevano la maggior parte dei casi di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati. Per quanto riguarda il fiume Cherio le aree a maggior rischio d’esondazione sono:

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Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

163

- comuni di Borgo di Terzo, Luzzana, Vigano S. Martino ed Entratico (tratto a rischio di esondazione);

- comuni di Trescore Balneario e Zandobbio, in corrispondenza della confluenza con il torrente Malmera e Tadone (tratto a rischio di esondazione);

- comune di Gorlago (tratto a rischio di esondazione); - dal comune di Carrobbio degli Angeli a Palosco (tratto a rischio di

esondazione); L’intero tratto del Cherio è già oggetto di studio da parte dell’Autorità di

Bacino del Po. Lungo i corsi d’acqua minori, affluenti del Cherio, si hanno i seguenti

casi di rischio: - Torrente Drione, presso il comune di Casazza (tratto a rischio di

esondazione); - Torrente Tadone, con interessamento di una buona parte dell'abitato

di Trescore Balneario (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Malmera, al confine tra i territori comunali di Gorlago e

Trescore Balneario (tratto a rischio di esondazione). Bacino del F. Oglio Per quanto riguarda i torrenti afferenti al lago d’Iseo, facenti parte del bacino del fiume Oglio, si hanno le seguenti zone a rischio idraulico di esondazione: - Torrente Dezzo (aree a rischio di esondazione delimitate in base allo

studio descritto in precedenza al paragrafo 4.4.7); - Torrente Borlezza (aree a rischio di esondazione delimitate in base

allo studio descritto in precedenza al paragrafo 4.4.6), con interessamento dei comuni di Fonteno, Sovere, Pianico;

- Torrente della Valle dell’Orso (comune di Rogno) e Valli Supine (Costa Volpino) (tratto a rischio di esondazione);

- Torrente Rino, con interessamento del comune di Predore (tratto a rischio di esondazione);

- Torrenti di Valle S. Rocco e Valle di Fonteno, con interessamento dei comuni di Riva di Solto, nelle sezioni terminali dei torrenti in corrispondenza di attraversamenti stradali, interessando le aree urbanizzate limitrofe (tratti a rischio di esondazione);

- Torrente Guerna ad Adrara San Rocco, torrente Urio in comune di Villongo, torrente Rino a Predore in corrispondenza di manufatti di attraversamento, interessando le aree limitrofe a tali attraversamenti (tratti a rischio di esondazione);

- alcune zone adiacente al lago d’Iseo sono interessate da fenomeni di esondazione; i comuni maggiormante interessati da tale fenomeno sono: Costa Volpino, Lovere, Riva di Solto, Castro, Tavernola Bergamasca e Predore.

Come indicato in precedenza, per ognuno dei tratti a rischio di esondazione soprariportati, dovranno essere avviati approfonditi studi idrologico-idraulici al fine di poter tracciare le fasce fluviali secondo i criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino.

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Idrologia - Idraulica 164