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Artefatti in ecografiaCapitolo 3
Artefatti in ecografia3Giliola Spattini
ARTEFATTI RISCONTRATI
Artefatti ambientali: CAUSA:• Sono creati da un’interferenza elettromagnetica responsabile di bande o flash
Artefatti elettro-magnetici luminosi, pulsatili o continui.(Fig. 1) PRESENTAZIONE:
• Una serie di punti luminosi scorre in modo ordinato sull’immagine formando uneffetto pioggia, delle reti o delle onde (Fig. 1).
• Sono presenti indipendentemente dal contatto tra sonda e paziente.COME RIDURLI/EVITARLI:• Quando possibile è necessario individuare gli apparecchi (elettromedicali,
condizionatori, tosatrici) causa dell’interferenza e spegnerli durante l’esameecografico.
Artefatti operatore CAUSA:dipendenti: • L’aria a contatto con la superficie della sonda impedisce la propagazione degli
ultrasuoni e non permette di acquisire immagini adeguate del paziente.Insufficiente preparazione • Molta aria è intrappolata tra le ciocche di pelo. Per questo motivo è necessariodella finestra acustica asportarlo in modo uniforme.
• È consigliabile sgrassare la superficie cutanea con alcool per eliminare impurità esporcizia che possono ostacolare la trasmissione degli ultrasuoni.
• Anche croste o incrostazioni di fango impediscono il corretto passaggio degliultrasuoni e degradano fortemente l’immagine.
PRESENTAZIONE:• Le immagini sono molto scure e povere di echi riflessi, ecostrutture grossolane,
margini non definiti.
(continua →)
Definizione di artefatto in ecografia: è un artefatto “tut-to ciò che non è rappresentativo della struttura indagata,ma è avventizio”.Gli artefatti possono:• Fare apparire strutture che non sono reali
• Non consentire di visualizzare delle strutture• Aumentare o diminuire l’ecogenicità della regione
d’interesse• Alterare la forma e le dimensioni di una struttura nel-
l’immagine ecografica finale.
Ambientali Operatore dipendenti Interazione ultrasuoni paziente Artefatti generati dall’ecografo
Artefatti Insufficiente preparazione Ripetizione Artefatto del campo superficialeelettromagnetici del paziente
Eccessiva inclinazione della sonda Riverberazione e coda di cometa Artefatto della valutazione dellarispetto al tessuto velocità di propagazione
Errato settaggio dell’ecografo Ring down Rinforzo di parete posteriore
Ombra acustica posteriore Artefatto da volume parziale
Effetto specchio Artefatti dei lobi laterali
Rifrazione
Origine dei più comuni artefatti riscontrati
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Insufficiente preparazione COME RIDURLI/EVITARLI:della finestra acustica • Sulla cute del paziente rasata e pulita, si applica un copioso strato di gel, il quale,
elimina l’aria e idrata l’epidermide permettendo una migliore trasmissione del fascioultrasonoro.
• Nei pazienti molto disidratati e in alcune razze nordiche la cute è meno adatta al passaggio degli ultrasuoni; è fondamentale sgrassarla a fondo e applicare il gel 15 minuti prima dell’inizio dell’esame.
Eccessiva inclinazione CAUSA:della sonda rispetto alla • Un’eccessiva inclinazione della sonda ecografica rispetto alla struttura da indagare struttura da studiare impedisce agli echi di ritorno di raggiungere i cristalli piezoelettrici e quindi
impedisce la formazione di un’immagine ricca di dettagli.PRESENTAZIONE:• In strutture diversamente omogenee, sono presenti focali aree ipoecogene e a
ecostruttura grossolana.• Artefatto evidente soprattutto nelle sonde lineari.COME RIDURLI/EVITARLI:• Se l’area ipoecogena è veramente una lesione, deve essere presente in almeno due
piani di scansione ortogonali e deve persistere anche a seguito di moderateinclinazioni della sonda.
• La sonda deve essere posizionata il più ortogonalmente possibile rispetto allastruttura da studiare.
Errato settaggio CAUSA:dell’ecografo da parte • Power e gains settati troppo alti o troppo bassi.dell’operatore • Power: amplificazione del fascio ultrasonoro in uscita.
• Gains: amplificazione degli echi ultrasonori di ritorno dai tessuti.PRESENTAZIONE: • Power e gains impostati troppo alti saturano l’immagine: tutti i tessuti risultano
iperecogeni e non hanno sufficiente contrasto (Fig. 2).• Power e gains impostati troppo bassi creano un’immagine dove tutti i tessuti sono
ipoecogeni, con trama grossolana.COME RIDURLI/EVITARLI:• Si tende ad aumentare molto il power quando l’ambiente in cui eseguiamo
l’ecografia è troppo luminoso o quando non prepariamo correttamente la cute delpaziente.
• Un buon compromesso è impostare il power sul 75% e il gain sul 50%.• Questi parametri possono variare da ecografo ad ecografo.
Figura 1 - Artefatto elettromagnetico con effetto pioggia. Nel-l’immagine è presente un testicolo e il rispettivo epididimo. Trat-to da: Spattini G: Gli artefatti in ecografia veterinaria: come ri-conoscerli e correggerli. Veterinaria, 22(1): 9-20, 2008.
Figura 2 - a) Immagine con una giusta impostazione di power egains (stomaco). b) Immagine con un’errata impostazione di po-wer e gains. Entrambi sono troppo elevati e l’immagine è satu-rata perdendo il contrasto e la scala di grigi.
a) b)
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ARTEFATTI RISCONTRATI
Artefatti da interazione CAUSA:ultrasuoni/paziente • Il gas ha una bassissima impedenza acustica.
• A causa di ciò, all’interfaccia tra tessuti molli e gas, quasi tutti gli ultrasuoni del fascioRipetizione (Fig. 3a) principale sono riflessi verso la sonda e solo pochissimi riescono a propagarsi nei tessuti.
• Il fascio primario ritorna contemporaneamente alla sonda.• La sonda non è in grado di assorbire il fascio primario che le ritorna dai tessuti per cui
si comporta da tessuto altamente riflettente rimandando tutto il fascio primarioall’interfaccia tessuti molli-gas. Il ciclo si ripete fino a esaurimento del fascio primarioad opera della dispersione di energia necessaria per la propagazione tra l’interfacciaaltamente riflettente e la sonda.
PRESENTAZIONE:• Si crea una serie di linee iperecogene parallele che si ripetono a un intervallo che è un
multiplo della distanza tra la sonda e l’interfaccia altamente riflettente (Fig. 3a).• L’intervallo tra una linea iperecogena e la successiva è dato dal tempo che impiega il
fascio ultrasonoro ad arrivare all’interfaccia riflettente e a tornare alla sonda.COME RIDURLI/EVITARLI:• Ogni volta che abbiamo un fronte unico di gas, come nel caso dell’interfaccia
polmonare, questo artefatto non si può evitare.
Riverberazione (Fig. 3b) CAUSA RIVERBERAZIONE:e coda di cometa (Fig. 3c) • Alla presenza di un artefatto di ripetizione, se la superficie acustica altamente
riflettente è irregolare ed è circondata da tessuti con diversa impedenza acustica, sicreano riflessioni multiple all’interno dell’interfaccia altamente riflettente, creandodegli extra-echi che non sono a una distanza che è multipla della distanza tra sonda einterfaccia, questa è la riverberazione.
CAUSA CODA DI COMETA: • Alla presenza di un artefatto da riverberazione, se la superficie acustica altamente
riflettente è molto piccola (bollicine di gas) ed è inglobata in un contesto di tessuti agrande differenza di impedenza acustica, si creano riflessioni multiple all’internodell’interfaccia altamente riflettente, creando degli extra-echi talmente vicini chearrivano a fondersi.
PRESENTAZIONE:• La RIVERBERAZIONE presenta una serie di linee di discrete dimensioni iperecogene e
parallele tra di loro, intermezzate da echi iperecogeni discontinui (Fig. 3b). Questelinee non sono a distanza multipla della distanza tra superficie riflettente e sonda.
• La CODA DI COMETA appare come una serie di linee iperecogene sottilissime, moltovicine tra di loro, quasi fuse, che si attenuano all’aumentare della profondità (Fig. 3c).Non è costante ed è molto mobile, segue i movimenti della piccola bollicina d’aria chela genera.
COME RIDURLI/EVITARLI:• Non si possono ridurre o evitare, ma possono essere utilizzati per individuare la
presenza di aria: possono rilevare la presenza di aria libera in addome, in un ascesso, o in una massa (se addominale e contiene aria, l’origine intestinale è molto probabile).
• L’artefatto “coda di cometa” deve essere differenziato da un artefatto chiamato ringdown e da artefatti creati da piccoli corpi estranei metallici.
CAUSA ARTEFATTI DA PICCOLI CORPI ESTRANEI METALLICI:• Hanno un’alta impedenza acustica rispetto ai tessuti molli circostanti, quindi
dovrebbero creare un’interfaccia altamente riflettente e un’ombra acustica posteriorepulita.
• Quando sono molto piccoli non sono in grado di assorbire tutti gli ultrasuoni, perquesto motivo si comportano come tessuti altamente riflettenti e rimandanocontemporaneamente tutto il fascio ultrasonoro alla sonda.
PRESENTAZIONE:• Danno origine a una riverberazione o coda di cometa se sono molto piccoli.• Si differenziano da una coda di cometa creata da gas poiché mentre la prima non è
costante ed è mobile, l’artefatto da piccolo corpo estraneo metallico è costante,sempre fisso (Fig. 4).
• Se persistono dei dubbi, meglio fare una radiografia.COME RIDURLI/EVITARLI:• Non è possibile evitare questo artefatto, ma deve essere utilizzato per riconoscere il
corpo estraneo metallico di piccole dimensioni.
(continua →)
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Ring down (Fig. 5) CAUSA:• Si forma quando piccolissime bollicine di gas in formazione poliedrica racchiudono
una piccola raccolta liquida.• Il centro si comporta come una cassa di risonanza e genera ultrasuoni, agendo come
un cristallo piezoelettrico.PRESENTAZIONE:• Gli echi sono verticali e non orizzontali come invece nella coda di cometa.• È più intenso e si espande di più in profondità che in superficie, si apre a ventaglio (Fig. 5).COME RIDURLI/EVITARLI:• Il ring down non può essere evitato, tuttavia se si riscontrano in un’interfaccia
diaframmatica molti ring down, si deve sospettare un’eccessiva presenza di liquidi alivello alveolare, quindi un edema polmonare.
Ombra acustica posteriore CAUSA:(Fig. 6-7) • I materiali fortemente riflettenti (gas, aria) o fortemente attenuanti (ossa, corpi
estranei) causano la mancanza di echi riflessi dai tessuti sottostanti e questodetermina un’ombra acustica posteriore.
PRESENTAZIONE:• Nel caso dei tessuti riflettenti, l’ombra acustica posteriore è conseguenza della
riflessione quasi totale degli ultrasuoni. Poiché questi non sono in grado di propagarsinei tessuti sottostanti non è ottenuta nessuna immagine relativa a tale regione.Spesso in questi materiali l’ombra acustica posteriore si somma all’artefatto diriverberazione dato dalla riflessione degli ultrasuoni e questo crea un’ombra acusticaposteriore sporca (Fig. 6).
• Nel caso dei tessuti fortemente attenuanti, la maggior parte degli ultrasuoni èassorbita, quindi non ritorna alla sonda: anche in questo caso non abbiamoinformazioni dell’area sottostante per mancanza d’echi riflessi. Questo generaun’ombra acustica posteriore pulita, cioè completamente anecogena (Fig. 7).
COME RIDURLI/EVITARLI:• Non si possono evitare o ridurre, ma devono essere utilizzati per differenziare normali
ingesta intestinali da corpi estranei.
Effetto specchio (Fig. 8) CAUSA: • È una forma di riverberazione che avviene alla presenza d’interfacce curve molto
riflettenti, aventi un diametro maggiore rispetto alla larghezza del fascio ultrasonoro.• L’interfaccia diaframma-pleure genera frequentemente l’effetto specchio.• Normalmente gli ultrasuoni partono dalla sonda, incontrano la cistifellea, ne sono
riflessi e ritornano alla sonda. Altri ultrasuoni non incontrano la cistifellea maincontrano l’interfaccia diaframmatica, in parte sono riflessi verso la sonda (dandoluogo alla formazione dell’immagine del diaframma), in parte vengono riflessi indirezione diversa. Se questi echi riflessi incontrano la cistifellea sono riflessi di nuovoverso l’interfaccia diaframmatica e da qui verso la sonda (Fig. 8a).
• Il ritardo di questi ultrasuoni rispetto a quelli tornati direttamente alla sonda èconsiderato indicativo della loro provenienza da una maggiore profondità.
PRESENTAZIONE:• L’effetto specchio causa la duplicazione dell’immagine di una struttura e posiziona
l’immagine artificiale specularmente rispetto alla superficie originante l’artefatto (Fig. 8b).COME RIDURLI/EVITARLI:• Non è possibile evitare l’effetto specchio, ma se manca un buon effetto specchio a
livello dell’interfaccia diaframmatica si deve sospettare una patologia toracica.
Rifrazione o ombre CAUSA:acustiche laterali (Fig. 9) • Quando il fascio d’ultrasuoni colpisce il margine di una struttura curva, gli ultrasuoni
vengono rifratti, in altre parole cambiano direzione.• Vengono a mancare gli echi di ritorno da questi margini poiché non essendo più
perpendicolari all’angolo d’incidenza, essi non colpiscono la superficie della sonda.PRESENTAZIONE:• Si crea un’ombra acustica posteriore nel punto di massima curvatura per mancanza
d’echi riflessi (Fig. 9).• Tipiche sedi sono i reni, la cistifellea, i vasi portali e la vescica.COME RIDURLI/PREVENIRLI:• Non si possono prevenire, ma devono essere conosciuti per non farsi trarre in errore
perché possono mimare rotture vescicali, della cistifellea, etc.
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Figura 3 - a) Artefatto da ripetizione: una superficie liscia e regolare ri-flette contemporaneamente tutto il fascio ultrasonoro che a livellodella sonda viene riflesso in modo uniforme. Si creano intervalli di ri-flessione regolari e multipli della distanza tra le due strutture alta-mente riflettenti. b) Se la superficie che crea l’artefatto da riflessioneha delle irregolarità, si creano altri echi iperecogeni che non sono mul-tipli della distanza tra le due strutture. Questa è la riverberazione. c) Se le strutture sono molto piccole, gli echi sono talmente vicini traloro che sembrano quasi fusi. Questo è l’artefatto da coda di cometa.
a)
b)
c)
Figura 4 - Artefatto da riverberazione e “coda di cometa” crea-to da un piccolo corpo metallico (proiettile). Si riconosce da unariverberazione da gas in quanto in questo caso gli artefatti ap-paiono fissi, non mobili, costanti.
Figura 5 - a) Il ring down è composto di “raggi” verticali, che ten-dono a espandersi e a essere più consistenti con l’aumentare del-la profondità (* *). b) La coda di cometa (> <) si identifica per i pic-coli tratti orizzontali paralleli, che si attenuano con la profondità.
a) b)
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Figura 6 - Colon in un paziente. Il contenuto misto di materiale fe-cale e gas crea un cono d’ombra posteriore “sporco” ovvero condiversi foci e linee ecogene date dagli artefatti di riverberazione.
Figura 7 - Corpo estraneo in un’ansa del piccolo intestino: strut-tura con sottile interfaccia iperecogena associata a cono d’om-bra posteriore pulito (completamente anecogena).
Figura 8 - a) Effetto specchio: Cr = cistifellea reale; Ca = cistifelleacreata dall’effetto specchio. Alcuni ultrasuoni sono riflessi dal-l’interfaccia diaframmatica verso la cistifellea la quale funge asua volta da interfaccia riflettente e rimanda parte di questi echiall’interfaccia diaframmatica (le frecce via via più sottili indicanola riduzione degli echi). Poiché il computer ipotizza che il fascioultrasonoro abbia una traiettoria rettilinea e poiché gli echi del-l’immagine avventizia giungono alla sonda più tardivamente ri-spetto a quelli provenienti dall’interfaccia che li ha generati, l’im-magine fantasma è collocata più in profondità rispetto al dia-framma, in modo speculare. b) Effetto specchio all’interfacciadiaframmatica: l’immagine speculare del fegato appare in tora-ce. Si noti la piccola coda di cometa sulla sinistra dell’immagine.
b)a)
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Figura 9 - La vescica di questo paziente presenta una disconti-nuità parietale nella porzione più craniale, proprio all’apice del-la curvatura. Al di sotto della curvatura discontinua si intravedeun cono d’ombra. Questa interruzione della parete è un artefat-to creato dalla deviazione degli ultrasuoni quando incontranouna superficie curva.
Figura 10 - Nel centimetro più superficiale si noti la banda unifor-memente ecogena, a trama grossolana: questo è l’artefatto dacampo superficiale. Nessuna struttura più superficiale del lega-mento falciforme può essere visualizzata. In questa immagine èanche presente un artefatto da errore della valutazione della ve-locità di propagazione: la porzione caudale della cistifellea e l’in-terfaccia diaframmatica alla sinistra dell’immagine, appaiono in-terrotte e sono poste più in profondità rispetto alle porzioni cra-niali. Questo scalino è dovuto al rallentamento del fascio ultraso-noro nell’attraversare lo spesso strato adiposo del legamento fal-ciforme situato prossimalmente alla porzione caudale della cisti-fellea. Tratto da Spattini G: Gli artefatti in ecografia veterinaria:come riconoscerli e correggerli. Veterinaria, 22 (1): 9-20, 2008.
ARTEFATTI RISCONTRATI
Artefatti generati CAUSA:dall’ecografo • La sonda contiene cristalli piezoelettrici che trasformano impulsi elettrici in ultrasuoni
e viceversa.Artefatto del campo • I cristalli sono costituiti da numerosi punti vibranti che interagiscono tra loro e creano superficiale (Fig. 10) un fronte d’onda che satura l’immagine e non permette la rappresentazione reale dei
tessuti del paziente nei primi millimetri a contatto con la sonda.PRESENTAZIONE:• Questo artefatto è presente in tutte le immagini ecografiche.• Lo spessore dell’artefatto da campo superficiale si riduce anche all’aumentare della
frequenza della sonda (Fig. 10). Le sonde lineari hanno il minore spessore d’artefatto.COME RIDURLI/EVITARLI:• Non è possibile evitare l’artefatto del campo superficiale, per cui è necessario evitare
che la regione d’interesse si trovi nell’area dell’artefatto del campo superficiale:esempi comuni sono la porzione superficiale della milza del gatto e la parete ventraledella vescica.
• Per creare immagini diagnostiche da queste strutture molto superficiali si possonousare degli spessori di silicone o anche guanti in lattice pieni d’acqua, avendo avutocura di non lasciare bolle d’aria all’interno. Si possono anche utilizzare piani discansione multipli in modo da assicurarsi di aver ottenuto immagini da tutte leporzioni degli organi d’interesse senza dovere ricorrere a dei distanziatori.
Artefatto da errore della CAUSA:valutazione della velocità • Il computer postula che la velocità degli ultrasuoni nei tessuti sia costante. In questo di propagazione (Fig. 10) modo, più tempo trascorre tra l’emissione dell’ultrasuono e il ritorno del suo eco alla
sonda, maggiore è la distanza alla quale è avvenuta la riflessione.• Se la velocità di propagazione è costante, allora l’ultrasuono che ritorna per primo
avrà coperto una distanza minore rispetto a un ultrasuono che ritorna in un temposuccessivo.
(continua →)
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Artefatto da errore della • In realtà la velocità degli ultrasuoni nei tessuti molli è simile ma non costante.valutazione della velocità Il tessuto adiposo ha la maggiore variazione con 1480 m/s contro i 1540 m/s degli altridi propagazione (Fig. 10) tessuti.
PRESENTAZIONE:• La differenza della velocità di propagazione fa sì che le strutture che si trovano in
profondità rispetto a uno spessore di tessuto adiposo, possono essere dislocatenell’immagine più in profondità della loro effettiva posizione (Fig. 10).
COME RIDURLI/EVITARLI:• Non si può evitare l’artefatto, ma deve essere riconosciuto per non avere
l’impressione che l’interfaccia diaframmatica o la cistifellea siano interrotte e quindilesionate.
• Si possono cambiare gli angoli di scansione per evitare che diversi spessori di tessutoadiposo siano superficiali rispetto alla struttura da studiare.
Rinforzo di parete CAUSA:posteriore (Fig. 11) • Il computer suppone che il fascio ultrasonoro si propaghi nei tessuti con una velocità
costante e che subisca un’attenuazione uniforme e proporzionale alla lunghezza deltragitto attraversato.
• In conformità a questi postulati il computer deduce che gli echi riflessi che tornanoper primi alla sonda hanno viaggiato di meno e sono meno attenuati, mentre gliultrasuoni che tornano alla sonda tardivamente hanno viaggiato di più e sonomaggiormente attenuati.
• Per contrastare l’effetto dell’attenuazione e avere delle immagini uniformi, ilcomputer riduce l’ecogenicità degli echi più superficiali e amplifica l’ecogenicità degliechi profondi.
• Tuttavia gli ultrasuoni che attraversano raccolte di liquidi, sono attenuati di menorispetto a quelli che viaggiano nei tessuti molli.
PRESENTAZIONE:• I tessuti posti distalmente a raccolte di liquidi appaiono uniformemente iperecogeni
rispetto ai tessuti circostanti (Fig. 11).• Questo artefatto accade se la densità del tessuto attraversato è inferiore rispetto ai
tessuti molli, perciò può non essere presente distalmente a un ascesso che pur avendoun contenuto “fluido” ha una densità simile agli organi parenchimatosi.
COME RIDURLI/EVITARLI:• Non è possibile evitare l’artefatto da rinforzo di parete posteriore.• Questo artefatto è considerato patognomonico di una raccolta liquida ed è utile nel
differenziare un nodulo anecogeno da una cisti: se il materiale è anecogeno, maparenchimatoso, il rinforzo di parete posteriore non sarà presente.
• Un secondo modo per differenziare un nodulo da una cisti è quello di aumentare almassimo i gains: se la struttura è cistica ci sarà una maggiore differenza d’ecogenicitàtra la cisti e i tessuti circostanti; al contrario se la differenza in ecogenicità si riducesignifica che la struttura contiene materiale in grado di generare echi e quindi è unparenchima anecogeno.
Artefatto da volume CAUSA:parziale • Il fascio ultrasonoro è tridimensionale e possiede un’altezza, una larghezza e uno spessore.
• Lo possiamo immaginare come una fetta di torta. Il computer crea un’immaginebidimensionale partendo da dati tridimensionali e facendo la media dei dati ottenutidallo spessore.
• Questo crea l’artefatto da volume parziale poiché si sommano strutture ecogene construtture anecogene e nell’immagine sono inserite delle ecogenicità intermedie.
PRESENTAZIONE:• Quando si ottengono delle immagini dalla periferia della vescica, il fascio primario
può raccogliere informazioni riguardanti sia la parete vescicale che l’urina dandoluogo alla formazione dell’immagine di uno “pseudo-sedimento”.
COME RIDURLI/EVITARLI:• Ci sono diversi modi per differenziare un sedimento vero da uno “pseudo-sedimento”.
La superficie dello “pseudo-sedimento” è curva mentre la superficie del verosedimento è piatta.
• Basta inclinare leggermente la sonda e portarsi più al centro della vescica pereliminare l’artefatto. Nei casi dubbi può essere utile cambiare il decubito del pazienteper vedere se il sedimento cambia forma e posizione o se rimane invariato.
(continua →)
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Artefatti in ecografiaCapitolo 3
Artefatto da volume • Lo “pseudo-sedimento” è più accentuato nella zona focale dove lo spessore del fascioparziale ultrasonoro è compresso elettronicamente e la media è calcolata su più dati.
Spostando il fuoco dell’immagine si può ridurre l’artefatto. In realtà in ogni immagineecografica abbiamo l’artefatto da volume parziale, ma questo è visibile solo dovesono presenti strutture anecogene.
Artefatto dei lobi laterali CAUSA:(Fig. 12-13) • Il computer suppone che la sonda emetta un unico fascio di ultrasuoni, con direzione
perpendicolare rispetto alla superficie della sonda.• In realtà esistono altri fasci secondari posti ai lati del primario.• Questi fasci sono creati dai cristalli piezoelettrici, hanno direzioni diverse rispetto al
fascio primario e hanno un’intensità inferiore.• Non creano effetti visibili in un’immagine ecogena, ma se buona parte dell’immagine
è anecogena, i deboli echi dei fasci laterali sono visibili.• Il computer assume che tutti gli echi sono derivati dal fascio primario perciò gli echi
dei fasci laterali secondari sono posizionati nel centro dell’immagine, come sederivassero dal fascio principale (Fig. 12).
PRESENTAZIONE:• Questo artefatto contribuisce alla formazione dello “pseudo-sedimento” vescicale
assieme all’artefatto di volume parziale, ma a differenza di questo, non ha lasuperficie curva.
• La vescica, la cistifellea e grosse raccolte di liquidi anecogeni sono le sedi dove piùfrequentemente si riscontra l’artefatto.
• Ad esempio a livello della vescica posso avere deboli echi generati dal colonadiacente, visibili all’interno della vescica (Fig. 13).
COME RIDURLI/ELIMINARLI:• Per ridurre gli artefatti da fasci laterali in genere è sufficiente diminuire il gain
generale allo scopo di sopprimere gli echi a bassa energia; in questo modo è possibileeliminarli quasi completamente senza ridurre il dettaglio dell’immagine.
Figura 11 - Riassorbimento fetale. Si noti che i tessuti al di sottodella raccolta anecogena sono iperecogeni rispetto ai tessuti cir-costanti. Questo è l’effetto del rinforzo di parete posteriore. Figura 12 - a) Un fascio laterale invia e riceve degli echi riflessi da
una struttura posta lungo il suo tragitto (triangolo). Il computerignora l’esistenza dei fasci laterali e suppone che tutti gli echi ri-flessi siano generati dal fascio ultrasonoro principale che si pro-paga assialmente (cerchio). Per questo motivo strutture non col-pite dal fascio primario, ma dai fasci laterali, sono erroneamen-te rappresentate come se fossero lungo l’asse del fascio princi-pale e vengono quindi rappresentate in una posizione non rea-le. b) Nell’immagine finale il triangolo è collocato alla giustaprofondità ma sul piano sbagliato.
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