210288704 aivanhov il senso del silenzio italiano

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  • 8/9/2019 210288704 Aivanhov Il Senso Del Silenzio Italiano

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    Omraam Mikhaël Aïvanhov

    altopiano di Castelluccio di Norcia

    2012

    “Quanto ci si sbaglia pensando che il silenzio sia necessariamente il deserto,

    il vuoto, l’assenza di ogni attività, di ogni creazione, in una parola: il nulla!

     In realtà vi è silenzio e silenzio. . . e in senso generale si può dire che ne esi-

    stono due tipi: quello della morte e quello della vita superiore. Ed è proprio

    quest’ultimo silenzio che va compreso e di cui stiamo parlando qui.”

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    Capitolo 1RUMORE E SILENZIO

    Se andate a far visita a una famiglia, appena apertala porta, siete assaliti dal chiasso: cani cheabbaiano, bambini che si azzuffano e piangono,radio e televisione che urlano, genitori che gridano,porte che sbattono. . .  Vivendo continuamente inmezzo a tutto quel rumore, com’è possibile che lagente non abbia i nervi a pezzi? Nelle strade,nelle città, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro

    c’è soltanto rumore. Nella natura si trova sempremeno il silenzio, e ora persino il cielo è diventatorumoroso! Ci si domanda dove andare per trovareun po’ di silenzio...

    È per questo che, quando venite ai nostri congressi,io vi prego di prestare attenzione onde fare il minorrumore possibile. Izgrev, il Bonfin e tutti gli altricentri della Fratellanza sono luoghi dove venite alfine di rigenerarvi e di compiere un lavoro spiritualee per trovare quelle condizioni che vi mancano nella

    vita di tutti i giorni. Vi prego dunque di fare ognisforzo per non portare qui il frastuono del mondoesterno.

    Mi rendo conto di quanto questo all’inizio possasembrare difficile per alcuni; non fare rumore non èla maggiore preoccupazione degli uomini; essiparlano a voce alta, gridano, urtano gli oggetti. . .Non viene loro neppure in mente che talecomportamento potrebbe essere nocivo per lorostessi e per gli altri. Si manifestano così comesono; si trovano benissimo comportandosi inquesto modo, e a chi sta loro intorno non rimaneche sopportarli. Questa forma di egoismo è

    molto pregiudizievole per l’evoluzione. Bisognabadare, invece, a non disturbare gli altri colrumore: è così facendo che si acquista coscienzae si sviluppano molte qualità: la delicatezza, lasensibilità, la bontà, la generosità, l’armonia. Esaremo noi i primi a trarne beneficio! Ci si deverender conto dell’importanza del legame che esistetra un certo atteggiamento e tutto il resto

    dell’esistenza.Quanto a me, io ho bisogno del silenzio. È solonel silenzio che mi espando e trovo le condizionifavorevoli al mio lavoro. Il rumore è per meimpossibile da sopportare; mi induce a fuggire.Quando sento rumore, ho un solo desiderio:abbandonare tutto e andarmene il più lontanopossibile. È ovvio che chi viene qui per la primavolta si senta un po’ turbato da questo silenzio.

    Non essendovi abituato, si chiede: «Ma dove sonocapitato? Parrebbe in un convento!» Perché proprioun convento? Il silenzio non è prerogativa deiconventi, ma della natura, di tutti i saggi, di tuttigli Iniziati e di tutte le persone assennate.

    Più si è evoluti, più si ha bisogno di silenzio.Essere chiassosi non è quindi un buon segno.Quante persone fanno chiasso affinché le si noti!Parlano a voce alta, ridono, entrano senza riguardonella sala quando gli altri sono già seduti al loro

    posto, urtano e scompigliano gli oggetti al soloscopo di attirare l’attenzione. Far rumore è perloro un modo di affermarsi, di dimostrare chesono presenti. Ebbene, devono sapere che i barili

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    vuoti sono quelli che fanno più rumore: la loropresenza si nota immediatamente! E quante personesono, in realtà, simili a barili vuoti: vannodappertutto producendo un chiasso assordante, cherivela la loro inettitudine, la loro mediocrità.

    Io osservo le persone, e il loro comportamento mirivela immediatamente la loro educazione, il lorocarattere, il loro temperamento e il loro grado dievoluzione. Tutto viene espresso dal loro modo dipresentarsi e di parlare. Alcuni parlano come percoprire, per nascondere qualcosa, come setemessero che il silenzio fosse in grado di rivelareciò che vorrebbero a ragione dissimulare. Subito,dal primo incontro, devono raccontare ogni tipo distorie perché ci si faccia una determinata idea diloro, degli altri e di ciò che narrano. Direte: «Maparlano per fare conoscenza!» D’accordo, ma perfare conoscenza il silenzio è talvolta piùeloquente della parola. Sì, vivendo insieme alcuniminuti di silenzio, ci si conosce meglio chefacendo una lunga, inutile chiacchierata.

    Il rumore trattiene l’uomo nei piani psichiciinferiori: gli impedisce di entrare in quel mondosottile dove il movimento diventa più facile, la

    visione più chiara e il pensiero più creativo. È veroche il pensiero è l’espressione della vita, ma non deilivelli superiori della vita; esso rivela piuttostoun’imperfezione nella struttura o nel funzionamentodegli esseri e degli oggetti. Quando una macchina oun apparecchio hanno dei guasti, fanno ogni tipo dirumore; è per questo che i costruttori sipreoccupano sempre più di mettere a punto deicongegni silenziosi, essendo consapevoli dicontribuire in tal modo a una vera miglioria:  ilsilenzio è sempre indice di perfezione.

    Il dolore stesso è un rumore che ci avverte che neinostri organi le cose stanno per guastarsi. In uncorpo sano, gli organi sono silenziosi. È vero cheessi si fanno sentire dal momento che sono vivi, masi esprimono senza rumore. Il silenzio è il segnaleche tutto nell’organismo funziona bene. Quandoqualcosa comincia a stridere, fate attenzione: quelloè l’annuncio della malattia.

    Il silenzio è il linguaggio della perfezione, mentre il

    rumore è l’espressione di una situazione difettosa,di un’anomalia o di una vita ancora disordinata,anarchica e bisognosa di essere padroneggiata,elaborata.  I bambini, per esempio, sono rumorosi

    perché traboccano di energia e di vitalità. Lepersone anziane, al contrario, sono silenziose. Voiobietterete: «È ovvio: gli anziani amano il silenzioperché hanno meno forze, per cui il rumore lidisturba.» Entro certi limiti questo è vero, ma può

    anche darsi che ci sia stata in loro un’evoluzionee che ora sia il loro spirito a desiderare il silenzio.Per riesaminare la propria vita, riflettere etrarne insegnamenti, essi hanno bisogno di quelsilenzio in cui viene fatto tutto un lavoro didistacco, di semplificazione, di sintesi. La ricercadel silenzio è un processo interiore che conduce gliesseri alla luce e alla vera comprensione delle cose.

    Col passare degli anni, l’uomo comprende semprepiù che il rumore è un ostacolo per il lavoro, mentreil silenzio è un fattore di ispirazione; ed egli lo cercaper donare al suo cuore, alla sua anima e al suospirito la possibilità di manifestarsi tramite lameditazione, la preghiera, la creazione filosofica eartistica. Tuttavia molti non amano il silenzio efanno fatica a sopportarlo; essi sono come ibambini che si trovano a loro agio soltanto in mezzoall’animazione e al frastuono, il che dimostra chedevono ancora lavorare molto per avere una veravita interiore. Persino il silenzio della natura li

    disturba e, quando si incontrano, si affrettano aparlare, a parlare come se il silenzio li mettesse adisagio: essi lo considerano un vuoto da colmare diparole e di gesti, ed è per questo che ne hannopaura: il silenzio può perfino farli impazzire. Nonavendo più nulla di esterno per distrarsi e stordirsi,non possono più sfuggire ai loro demoni interiori.

    Il silenzio è l’espressione della pace,dell’armonia, della perfezione. Chi comincia adamare il silenzio, chi capisce che il silenzio gli offre

    le condizioni migliori per l’attività psichica espirituale, giunge un po’ alla volta a realizzarlo intutto ciò che fa: quando sposta gli oggetti, quandoparla, quando cammina, quando lavora, invece diagitarsi tanto si fa più attento, più delicato, piùagile, e tutto ciò che fa si impregna di qualcosache sembra venire da un altro mondo, da unmondo che è poesia, musica, danza e ispirazione.

    In quanto discepoli dell’Insegnamento dellaFratellanza Bianca Universale, dovete sapere che cisono delle regole da conoscere e da rispettare e dellequalità da sviluppare se volete veramentemanifestarvi in questa Fratellanza come un membro

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    4   CAPITOLO 1. RUMORE E SILENZIO 

    attivo e luminoso. Una di queste regole, una diqueste qualità è il silenzio. Quindi imparate adamare e a praticare il silenzio, altrimenti, anche se

    siete qui col vostro corpo fisico, la vostra anima e ilvostro spirito saranno sempre altrove.

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    Capitolo 2 REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE

    Sul piano fisico è facile ottenere il silenzio: bastachiudere la porta, le finestre o tapparsi le orecchie.Noi, qui, non parliamo del silenzio esteriore. Esso èsicuramente necessario, indispensabile, nella misurain cui offre le condizioni per realizzare l’altrosilenzio, quello interiore, quello dei pensieri e deisentimenti, cosa che è molto più difficile daconseguire. Infatti, è soprattutto là, nel mondo

    interiore, che vi sono rumore, discordanze,agitazione ed esplosioni.

    Purtroppo, quando si cerca di spiegare agli uominiche è nel loro interesse realizzare il silenziointeriore, e quando vengono loro persino proposti imetodi per giungervi, essi non prestano ascolto, noncomprendono; e quel rumore che mantengonodentro di loro si riflette nella loro  condotta disordinata e cacofonica.

    Se frequentate una Scuola iniziatica, è perimparare cose essenziali, altrimenti non ne vale lapena. E una delle cose essenziali è proprio larealizzazione del silenzio interiore. Perciò cercateogni giorno di compiere degli sforzi per evitare ilrumore che si forma dentro di voi: discussioni,ribellioni e subbuglio, provocati da pensieri, dadesideri e da sentimenti mal dominati. Per sfuggirea tale chiasso, dovete sforzarvi di non vivere piùalla superficie delle cose, esposti alle agitazioni eai turbamenti che vi si producono, ma liberarvidagli affanni e dalle preoccupazioni prosaiche, e,soprattutto, cambiare la natura dei vostri bisogni.Finché resterete con i soliti bisogni, non riuscirete a

    liberarvi.  Ogni bisogno e ogni desiderio vimettono su determinati binari, ed è così che,secondo la natura dei vostri bisogni, verrete atrovarvi in un mondo infestato da fiere ruggentioppure in un mondo popolato da creature celesti chevi accoglieranno con canti armoniosi.

    Per il momento, il silenzio che siete riusciti aottenere non è in realtà molto silenzioso. Quantevolte ne avrete fatto voi stessi l’esperienza!Chiudete gli occhi, e tutti i vostri problemi, le vostrepreoccupazioni, le vostre animosità salgono allasuperficie. In questo sedicente silenzio, continuate alitigare con vostra moglie, date una sculacciata aivostri bambini, regolate i conti col vostro vicino chevi ha contrariato, reclamate un aumento distipendio, e tuttavia voi lo chiamate silenzio.Ebbene no, quello è frastuono!

    Vi sono persino persone di cui si ha l’impressione dipercepire il rumore interiore. Esse hanno un belrestar ferme e mantenersi in silenzio; presso di lorosi sente un frastuono assordante. Tuttavia capitaanche di incontrare certi esseri, purtroppo moltorari, che sembrano circondati di silenzio. Anchequando parlano, emana da loro qualcosa disilenzioso. Infatti, il silenzio è una qualità dellavita interiore. Ma potrete capirmi solo quandosarete riusciti a rimanere almeno qualche minuto nelvero silenzio, cosa che forse non vi è ancora maicapitata.

    Quanto ci si sbaglia pensando che il silenzio sianecessariamente il deserto, il vuoto, l’assenza di

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    6   CAPITOLO 2. REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE 

    ogni attività, di ogni creazione, in una parola: ilnulla! In realtà vi è silenzio e silenzio. . . e in sensogenerale si può dire che ne esistono due tipi: quellodella morte e quello della vita superiore. Ed èproprio quest’ultimo silenzio che va compreso e di

    cui stiamo parlando qui. Questo silenzio non èinerzia ma lavoro, intensa attività che si realizza inseno a un’armonia profonda. Esso non è nemmenoun vuoto, un’assenza, ma una pienezzaparagonabile a quella che provano gli esseri unitida un grande amore, i quali vivono qualcosa ditalmente intenso che non possono esprimerlo néa gesti né a parole.

    Nell’uomo, il silenzio è il risultato di un’armonianei tre piani fisico, astrale e mentale. Perintrodurre il silenzio in voi, dovete quindisforzarvi di creare l’armonia nel corpo fisico, neisentimenti e nei pensieri. Vi è certamente capitatodi sentire talvolta instaurarsi in voi all’improvvisoun silenzio molto profondo, come se si fossebruscamente interrotto quel rumore interiore di cuifino a quel momento non vi accorgevate, poiché vieravate costantemente immersi. Questo silenzio èsentito come una liberazione, un alleggerimento,come se all’improvviso un peso cadesse dalle

    spalle, si avesse l’impressione di sciogliersi dallepastoie, si udissero aprire delle porte e infine siavvertisse che all’anima, liberata dalla sua prigione,fosse possibile uscire a dilatarsi nello spazio.

    Questa esperienza che vi è stata concessa di viverecome un dono del Cielo senza aver fatto nulla permeritarla, potete sforzarvi di riviverla consciamente.Un certo numero di attività e di esercizi possonoaiutarvi; ciascuno di essi ha la propria natura, lapropria caratteristica, e il canto, per esempio, è uno

    dei tanti. Cantare come facciamo noi all’inizio ealla fine delle nostre riunioni, prima e dopo ipasti, genera uno stato d’armonia, di poesia, diispirazione che, se vi mettiamo il nostro pensiero,la nostra coscienza, placa le tensioni interiori. Sideve infatti comprendere che non cantiamo soltantoper il piacere di cantare, perché ciò ci rende felici.No, noi cantiamo perché il canto crea in noi unostato di vibrazioni intense che favorisce il lavorospirituale.

    Fra un canto e l’altro facciamo una pausa disilenzio, e, se questa si protrae, non dovetespazientirvi. Per la loro natura, per la loro

    ispirazione mistica, i canti che eseguiamo elevano ilnostro livello di coscienza, e il silenzio fra ognunodi essi rimane impregnato della loro purezza, dellaloro bellezza e della loro profondità. Dentro di noi eattorno a noi si sente la presenza di correnti, di

    entità, di luci. Si tratta di condizioni eccezionali...e allora, perché non utilizzarle consapevolmente?

    Anche ascoltare musica può avvicinarci alsilenzio. È questo il motivo per cui da anni, inoccasione delle nostre riunioni, ho preso l’abitudinedi farvi ascoltare delle messe, dei requiem, deglioratori: infatti, questa musica, che è laespressione, il riflesso di livelli di coscienzasituati molto al di là delle passioni umane, ciproietta con la sua potenza, almeno per qualcheminuto, in quel mondo superiore.

    È inutile che aspiriate a grandi realizzazionispirituali se prima non riuscite a interrompere ilcorso rumoroso e disordinato dei vostri pensieri edei vostri sentimenti, poiché sono essi a impedireche si stabilisca in voi il vero silenzio, quello cheripara, calma, armonizza e ristora. . . Solo quandosiete giunti a realizzare un tale silenzio, potetetrasmettere impercettibilmente a tutto ciò che fate

    un certo ritmo, una certa grazia. Vi spostate, toccategli oggetti, ed è come se tutto in voi fosse danza,musica. Quel movimento armonioso che sitrasmette a tutte le cellule del vostro organismo nonsoltanto fa bene a voi, ma agisce in modo beneficoanche su tutti gli esseri che vi circondano; essi sisentono allegeriti, liberati, illuminati, spinti a faredegli sforzi per ritrovare quelle sensazioni chehanno vissuto accanto a voi.

    Un altro metodo per realizzare il silenzio in se

    stessi è il digiuno. È questo il motivo per cui tutte lereligioni hanno raccomandato il digiuno e, secondoi casi, ne hanno anche fissato i periodi e le modalità.Digiunare vuol dire arrestare il funzionamento dicerti organi, e questo arresto produce uno statodi grande calma in tutte le cellule. Ma prima chequesta pace si stabilisca, avviene una radicalepulizia, pulizia che si accompagna spesso a moltorumore, poiché la circolazione si accelera, il sanguepulsa alle tempie, si sentono ronzii nelle orecchie,vertigini e dolori in varie parti del corpo. Sonosintomi questi che derivano dal fatto che le fieredello zoo interiore emettono ruggiti per mancanzadi nutrimento. Ma ben presto le fiere si placano e

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    un grande silenzio e una grande pace comincianoa farsi sentire.

    Sia chiaro che il digiuno è una disciplina che deveessere praticata in modo ragionevole e con prudenza

    per non creare disordini di altro generenell’organismo fisico e anche in quello psichico. Incompenso, cantare e ascoltare musica lo si può fareogni giorno senza pericolo. Ho la sensazione chenon apprezziate molto questi metodi semplici che vipropongo, proprio perché sono troppo semplici;tuttavia un giorno riconoscerete il loro valore.Nell’attesa, cercate ugualmente di applicarli.

    Più volte al giorno, dedicate almeno qualche minutoa introdurre in voi il silenzio. Chiudete gli occhi,

    sforzatevi di liberare la vostra mente dallepreoccupazioni quotidiane e di dirigerla verso lecime, verso le sorgenti della vita che alimentanotutto l’universo. Quando sentite di aver arrestato ilflusso dei pensieri e delle immagini che scorronoattraverso di voi, pronunciate interiormente laparola «grazie». Ecco la parola più semplice, cheperò allenta tutte le tensioni, poiché ringraziandovoi vi armonizzate col Cielo, uscite dal cerchioristretto del vostro io per entrare nella pace della

    coscienza cosmica... Rimanete il più a lungopossibile in questo stato di silenzio e, quandoritornerete in voi, sentirete che si sono introdotti invoi degli elementi nuovi e molto preziosi: laserenità, la lucidità e la forza. E, dal momento cheanche la respirazione è un fattore molto importantedi calma e di armonizzazione, pronunciando laparola «grazie», cercate di respirare regolarmente:inspirate a fondo ed espirate molto lentamente fino ache non resti più aria nei polmoni.

    Abituatevi dunque, più volte al giorno, aristabilire in voi il silenzio. Anche se non potetededicare a ciò che uno o due minuti, va beneugualmente, ma fatelo. E se provate un certomalessere, fatelo ugualmente, anche per strada.Fermatevi davanti a una vetrina, perché nessunoabbia un’idea di ciò che state per fare; chiudete gliocchi qualche secondo cercando di isolarvi colpensiero e di collegarvi al mondo della armonia edella luce. Poi proseguite il vostro cammino. . . Intal modo neutralizzerete tutte le correntinegative. Lasciandovi invece smagnetizzare eavvelenare, preparate il terreno a tutti i disordinifisici e psichici: lentamente ma sicuramente perdete

    il vostro equilibrio, le vostre forze, il che è il modomigliore per ammalarvi. Infatti, non illudetevi:qualsiasi rimedio offra la scienza, ci saranno semprevirus e batteri, l’aria sarà sempre inquinata e il cibopiù o meno manipolato, terribili tensioni psichiche

    continueranno a regnare nel mondo e, se nonprendete delle precauzioni, se non vi collegate almondo dell’armonia e della luce, a poco a poco ilvostro terreno si minerà e un giornosoccomberete.

    Naturalmente, una volta che siete riusciti arealizzare questo silenzio, il problema è quello dipoterlo mantenere. Altrimenti, a che scopo tantisforzi se è per perderne subito i benefici? Una voltagiunti a introdurre in voi il silenzio con lapreghiera o la meditazione, dovete vigilare pernon lasciarvelo sfuggire. Non fraintendetemi: loscopo della vita spirituale non è di cercare per unamezz’ora o un’ora al giorno di ristabilire il legamecon il mondo del silenzio e della luce, e poi,scordando tutto, lasciarsi trascinare di nuovo neidisordini e nel baccano dell’esistenza. . . perricominciare l’indomani. . . poiché ciò non ha alcunsenso. Al contrario, la pace, l’armonia che gustatedurante le meditazioni devono accompagnarvi

    tutta la giornata e fecondare tutte le vostreazioni.

    È tempo di non comportarsi più come bambini che,obbligati a restare qualche minuto tranquilli, nonaspettano altro che il momento in cui potrannonuovamente gridare e gesticolare. È normale che ilsilenzio e l’immobilità diano fastidio ai bambini, manon a voi; anche se siete sottoposti alle batostedella vita quotidiana, dovete sforzarvi diconservare in voi il silenzio. Mi capite?

    Tuttavia non si tratta di accontentarsi di aversoltanto capito. Bisogna passare alla pratica. Permolti c’è tutto un mondo tra la comprensione e lapratica. Essi capiscono, ma, quando si tratta direalizzare, non sono in grado di farlo. Ora, nellaScienza iniziatica, la comprensione non èseparata dalla realizzazione. Se non riuscite arealizzare quanto pretendete di aver capito, significache non avete realmente capito. Se aveste capito,mettereste in pratica. Per gli Iniziati, infatti,  sapereè potere. Se voi non potete, non sapete; pergiungere alla realizzazione mancano ancora certielementi alla vostra conoscenza.

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    8   CAPITOLO 2. REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE 

    La realizzazione del silenzio interiore è un segnodi evoluzione. Soltanto chi, grazie alla conoscenzadelle verità iniziatiche, ha saputo mettere ordine inse stesso realizza il vero silenzio. E quel silenzio

    non solo gli apre le porte dell’illuminazione, ma èesso stesso una fonte di benedizioni per tuttal’umanità.

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    Capitolo 3 LASCIATE LE PREOCCUPAZIONI FUORI DALLA PORTA

    Durante i momenti di silenzio, cercate di astrarvisempre più dalle preoccupazioni dell’esistenzaquotidiana e di rendere libero il vostro pensieroper concentrarlo su concetti e immagini divine.Non è certo facile farlo; la vita è quella che è, contutti i suoi problemi da risolvere, problemi ai qualinon potete sfuggire: la famiglia, gli amici, il lavoro,la casa, il denaro, ecc. Appena chiudete gli occhi,

    ecco che si presentano e cominciano ad assalirvidomande, dubbi, preoccupazioni, dispiaceri erimpianti.  Tuttavia non dovete lasciarvi invadere,ma fare degli sforzi per liberarvene almeno perqualche minuto, onde gustare un’altra vita.

    Quando devono entrare in una moschea, imusulmani si tolgono le scarpe e le lasciano fuori.Ebbene, la stessa cosa dovete fare con i vostriproblemi, allo scopo di poter entrare nel silenzio:lasciarli fuori per un momento. Poi, uscendo, li

    riprenderete se ci tenete; perché no?

    Vi sono delle persone che sembrano non potervivere senza ansia: per loro l’esistenza èinsopportabile se non si tormentano, se non stannofriggendo nell’olio. Stiano pure tranquilli che perloro vi saranno sempre affanni e dispiaceri; diquesti, non gliene mancheranno mai. Ma di tanto intanto, mio Dio, potrebbero anche scordarli!

    Come capire gli uomini? Un gran numero di

    persone viene al Bonfin per partecipare ai nostricongressi. In capo a qualche giorno, ne vedo alcuniil cui viso si sta allungando e rabbuiando. Allorachiedo che cosa c’è che non va. «Oh! – dicono –

    tutto questo non è normale, non è normale. – Mache cosa non è normale? – La vita, qui. – Ah, eperché? Che cos’ha di anormale la nostra vita? –Ebbene, è troppo tranquilla, troppo pacifica, troppobella; non vi siamo abituati.» Vedete, gli uominisono talmente abituati a tormentarsi che, quando sidà loro la possibilità di vivere alcuni giorni nellapace, trovano la cosa anormale. Per loro, la vita

    deve essere fatta di trambusto, di urti, di malintesi.Lo dimostra il fatto che, di fronte ai conflitti e alletragedie, tutti dicono: «Che vuoi, vecchio mio, cosìè la vita!» Ebbene no, non è affatto così la vita,questo è solo un grado inferiore della vita. Non è lavera vita. La vera vita non la si conosce. Non la siconosce, perché non si e compreso che c’è tutto unlavoro da fare per giungere a gustare la sua bellezza,la sua purezza e la sua luce.

    In tutte le civiltà e in ogni epoca ci sono stati almeno

    alcuni esseri che hanno gustato questa qualitàsuperiore della vita; essi ne hanno parlato, l’hannodescritta e hanno dato delle regole, dei precetti,affinché tutti coloro che la desideravano giungesseroa gustarla. Ma la condizione prima è di rendersiliberi. Sì, semplicemente rendersi liberi. Non sideve accettare di essere sempre nervosi, inquieti,angosciati. Sono stati gli uomini a ridurre così lavita: rumorosa, disordinata, caotica e angosciante.Se andaste a consultare l’Intelligenza cosmica

    per sapere come ha progettato per voi la vita, sepoteste prendere visione di questa vita, vedresteche va oltre ogni immaginazione. Sono stati gliuomini stessi nel corso dei secoli a deformare,

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    10   CAPITOLO 3. LASCIATE LE PREOCCUPAZIONI FUORI DALLA PORTA

    calpestare e distruggere la vita donata loro dalCreatore. E continuano su questa strada. Tuttonell’esistenza è congegnato in modo che l’uomo sisovraccarichi sempre più, poiché si moltiplicano letentazioni: il denaro, il prestigio, la gloria, il potere,

    i beni, in altre parole i fardelli sotto i quali eglifinisce con l’essere schiacciato.

    Perciò è utile talvolta fare un ritiro di qualchegiorno per sottrarsi alle preoccupazioni, agliaffanni. Direte: «Ma se si cerca di sfuggire aiproblemi, non li si risolverà mai!» Ed è proprio quiche vi sbagliate. Non è per il fatto che siete assediatidai vostri problemi che li state risolvendo; alcontrario, spesso ve li portate appresso. Ma certo!Se non riuscite a risolverli, ciò è dovuto al fatto che,invece di abbandonarli di tanto in tanto, li trovatetalmente meravigliosi che tutto il giorno liaccarezzate, li vezzeggiate, li baciate; e intanto essicrescono e si nutrono della vostra sostanza, mentrevoi vi sentite a terra.

    Cercate allora di dimenticare per un momento levostre preoccupazioni. Così darete almeno allevostre cellule il tempo di riprendersi, di armarsie di sbarazzarsi delle tossine recate loro da tante

    preoccupazioni. Quando ci si rode, ci si intossicae il sangue si carica di impurità. Ora, per far sìche l’organismo possa eliminarle, bisognaconcedere alle cellule un po’ di tregua; se essevengono assalite senza sosta, non hanno il tempo diliberarsi dai veleni. Allora, quando vi deciderete adallontanarvi un momento per dare agli operai del

    Cielo, agli amici che sono lassù, la possibilità dirattoppare, di aggiustare, di equilibrare le cose? Iovi vedo continuamente sulle mosse di abbracciare ivostri dispiaceri e le vostre malinconie. . . quantoamore! O piuttosto quanto attaccamento! E non c’è

    modo di staccarvi!

    D’ora in poi cercate di considerare i momenti disilenzio come un’occasione per lasciare tranquillii vostri pensieri e i vostri sentimenti. È vero che cisono sempre in noi degli operai pronti a compiere laloro opera di organizzazione e d’armonizzazione,ma, finché non si sarà calmi, placati, finché non sisarà entrati nel silenzio, li si disturberà. Il silenziodeve essere anzitutto un riposo, un respiro, lasoppressione cioè di tutte le condizioni negativeche contrastano il lavoro degli operai celesti su divoi.

    Mettete dunque le vostre preoccupazioni in unangolo, e poco dopo dimenticatele; grazie alvostro lavoro interiore riceverete una luce che vipermetterà di trovarne la soluzione. Si dicespesso che “la notte porta consiglio”. È vero,perché durante il sonno si dimentica tutto e nelsubconscio avviene un processo che permette di

    vedere le cose più chiaramente e di trovare lasoluzione dei problemi. E allora, non potete fareconsapevolmente la stessa cosa per un’oraalmeno? Sì, per un’ora soltanto lasciate le vostrepreoccupazioni fuori dalla porta, come se sitrattasse delle vostre scarpe, prima di entrare nelvostro santuario interiore.

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    Capitolo 4 UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO

    La gente si lamenta sempre più dei ritmi di vitafrenetici, dell’aria inquinata, del cibo contaminatoda sostanze tossiche, ed è vero che c’è motivo dilamentarsi. La vita è difficile e talvolta persinoestenuante. . . Ma non si deve sempre incolpare lavita; spesso siamo proprio noi i responsabili dellostato in cui ci troviamo. Per esempio, non ci siaccorge che molte anomalie derivano dal modo di

    nutrirsi, dalle condizioni in cui si mangia... Ora, èproprio in questo che si devono correggere moltecose. Quante volte ve l’ho detto! Non è tantoimportante quel che mangiate quanto le condizionidi spirito nelle quali mangiate e il modo diconsiderare il cibo.

    Che cosa vuol dire mangiare? Mangiare vuol direintrodurre nel nostro organismo dei materiali cheserviranno alla costruzione del nostro corpo fisico,ma anche dei nostri corpi sottili. È dunque di

    particolare importanza compiere quest’atto cheripetiamo varie volte al giorno, in uno stato dipace e di armonia. Tale stato va preparato colsilenzio e la meditazione. È per questo che ioinsisto sempre sull’importanza delle meditazioniche facciamo prima dei pasti. So che non èconsueto.  Forse non si vedranno in nessuna partedel mondo persone che, prima di mangiare,rimangono così a lungo in silenzio. La maggiorparte non recita neppure una preghiera; si getta

    immediatamente sul cibo, lo inghiotte parlando,litigando, urtando piatti e posate, ed è per questomotivo che non ne trae gran beneficio. Cosìfacendo le persone assorbono solo gli elementi

    grossolani del cibo; tutti gli elementi sottili,eterici rimangono loro estranei, sconosciuti.

    L’essenziale per una buona nutrizione èmangiare in armonia. Ecco perché noi prepariamocon dei canti il silenzio nel quale consumeremo ilnostro pasto. Grazie ai canti ci calmiamo, ciarmonizziamo. Quando si viene a tavola, spesso si èpreoccupati, nervosi, agitati. Questa non è lacondizione ideale per cominciare a mangiare.Anche se si mangia in silenzio, interiormente si èsempre, più o meno, nel disordine. È vero che lameditazione ci aiuta a calmarci, ma è vero ancheche il canto ci può essere ancor più di aiuto, poichél’armonia che traiamo da noi stessi per esprimerlacrea in noi uno stato vibratorio di cui siamo i primiad avvantaggiarci.

    La meditazione, i canti e la preghiera non sono,

    però, le sole condizioni per riuscire a nutrircicorrettamente.  Bisogna conservare il silenzio pertutto il pasto: non parlare e stare molto attenti anon causare il minimo rumore con piatti eposate. È importante, poiché facendo rumore sidisturbano i vicini. Anche se essi non ne sonocoscienti e non se ne lamentano, il rumore deglioggetti che vengono urtati non crea condizionifavorevoli per coloro che mangiano con voi.  Puòcapitare che un fratello o una sorella di fianco avoi stia per trovare una soluzione ad alcuni deisuoi problemi o per ricevere le benedizioni delCielo. Non disturbate quella persona, affinché possatrarre pieno profitto da quegli istanti. Poiché

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    12   CAPITOLO 4. UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO 

    ignoriamo chi viene visitato dallo Spirito e chi è ilpiù degno di riceverLo , dobbiamo essere tantoumili di lasciar liberi i fratelli e le sorelle di entrarein contatto con Lui.

    Non fare rumore presuppone anzitutto che si facciaattenzione agli oggetti che si hanno davanti, almodo in cui sono disposti, alla distanza tra loro, e insecondo luogo che si sia sufficientemente capaci dicontrollare i propri movimenti per non urtarli nellospostarli o per non farli cadere maldestramente.Così, per esempio, quando ci si deve versare dabere, si deve prendere il bicchiere e la bottigliavalutando le distanze per non urtare né il piatto néaltri oggetti che si trovano sulla tavola. Sono inapparenza dei dettagli, ma hanno la loro importanza,e se voi li prendete seriamente, riuscirete un giornoa fare dei movimenti così liberamente che tutto ilvostro corpo darà l’impressione di danzare. Ci sonoveramente degli esseri simili: non fanno movimentistudiati, non assumono alcuna posa, tuttavia quandosi spostano, quando toccano gli oggetti, si hal’impressione che danzino.

    Quanto a coloro che non vogliono prendere sul serioquesti dettagli, vuol dire che non hanno una giusta

    visione delle cose poiché questi esercizi diattenzione e di padronanza in realtà nonriguardano unicamente i pasti, ma si riflettonosu tutte le altre attività della vita quotidiana; incerti casi, possono persino salvarvi la vita. Propriocosì: se le persone fossero un po’ più consapevoli,attente, padrone di sé, avrebbero meno incidenti sullavoro e soprattutto sulle strade.

    Prendiamo in considerazione gli incidenti d’autoche provocano ogni anno migliaia di morti e feriti.

    Vi sono così tante regole e indicazioni per gliautomobilisti che gli incidenti non dovrebberoverificarsi. Se avvengono, è perché, nella loro vitadi tutti i giorni, le persone non sonosufficientemente abituate a mostrarsi riflessive oprudenti, attente alle cose e alle creature che stannoloro intorno. Così, quando salgono in macchina, sicomportano come se fossero sole sulla strada, simostrano negligenti, persino... «menefreghiste».Piove, c’è nebbia, non importa, continuano aviaggiare alla stessa velocità. Ci sono altriautomobilisti? Tanto peggio per loro, esse corronocome se fossero sole sulla strada. Ci sono alberi,fossi, muri, ma non vi badano, perché non hanno

    imparato a tener conto di quello che c’è davanti aloro, attorno a loro e a quale distanza. . . Ebbene, ipasti sono proprio un’opportunità per imparare.Tutti i giorni, varie volte al giorno, vi si offrequest’opportunità. Esercitandovi a maneggiare gli

    oggetti con attenzione, senza far rumore, acquisiretequella abilità e quella padronanza tantoindispensabili nella vita, per voi stessi e per quantivi circondano.

    E non è tutto: la padronanza che otterrete cosìnon servirà solo a controllare i vostri gesti, ma viaiuterà anche a controllare le vostre parole e levostre reazioni di fronte a quanti vi stannovicino, e così diverrete meno maldestri, piùpsicologi, non farete più tante «gaffes», passereteperciò meno tempo a dispiacervi e a riparare, efarete del bene ovunque attorno a voi.

    Quando riuscirete a spostare un oggettoarmoniosamente, già fate scattare in voi stessi delleforze benefiche che finiranno per agirefavorevolmente anche sugli altri. Perciò, se viinteressate alla magia, non andate a cercarla neirituali o nelle formule: essa è qui, vicinissima a voi,nella vostra gestualità. Il giorno in cui avrete

    imparato a padroneggiare i vostri movimenti,diverrete dei veri maghi bianchi. La vera magianon consiste nell’agire sugli altri, ma anzitutto suse stessi, ed è basata sui gesti meno appariscentidella vita quotidiana. Se non cominciate acontrollare i vostri gesti, non conoscerete mai lamagia bianca. Al contrario, potete essere sicuri chesarete continuamente esposti a fare della magianera, e allora, attenzione: infatti, sarete sempre voii primi a raccogliere il bene o il male delle azioniche avete compiuto, anche se inconsapevolmente.

    Se riuscite a controllare sempre più le vostreazioni, i vostri sentimenti e i vostri pensieri,riuscirete a cambiare il vostro destino, in quantoil nostro destino dipende proprio dal controllo chénoi siamo in grado di esercitare su quanto facciamo.Per l’appunto, che cos’è un Maestro? È un esseregiunto al punto di controllare tutto in sé, nei varipiani fisico, astrale e mentale. Stando così le cose,le forze della natura gli obbediscono, gli spiriti gliobbediscono, persino gli animali, le piante e lepietre gli obbediscono. Ed è questo il verocontrollo, la vera sovranità.

    Ma torniamo alla nutrizione. Prendendo l’abitudine

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    di mangiare in silenzio, constaterete presto grandicambiamenti. Dopo il pasto, vi sentirete pienid’energia, semplicemente perché avrete accettato dicontrollare i vostri movimenti e di non parlare.  Edanche il vostro pensiero sarà più libero, poiché,

    reprimendo il desiderio di parlare, avrete saputorinforzarlo.

    Per ora, non si è certo giunti ancora a questo punto:infatti, anche tacendo, vi capita di mangiare con lostesso atteggiamento interiore come se non cessastedi chiacchierare. Continuando a rimuginare i vostriaffanni e i vostri rancori non fate un buon lavoro sudi voi. Il silenzio è una condizione che prepara ilterreno per un lavoro, non è il lavoro stesso. Illavoro vero e proprio è la libera concentrazionesulla bontà infinita di Dio che ha messo nel cibotante sostanze benefiche. Poiché ve l’ho chiesto,voi mangiate in silenzio per farmi piacere, ma ilvostro pensiero vaga, non è presente, si oppone aquesto lavoro che non vi aggrada, lo vedo bene.Farmi piacere è una cosa gentile, ma questo mododi mangiare voi lo dovete adottare per voi stessi,non per me. Per il momento, la cosa più importantenon è dunque ancora stata realizzata.

    Il cibo rappresenta delle forze, dei materiali chenon provengono soltanto dalla terra, madall’intero universo. Gli alimenti, gli ortaggi e lafrutta sono energie che si materializzanoesattamente come lo spirito del bambino viene amaterializzarsi nel grembo di sua madre. Un essereumano è anzitutto uno spirito, ma per esserepresente e per agire qui sulla terra deve incarnarsi.Non può far nulla sul piano materiale se non ha uncorpo fisico. Lo stesso dicasi per gli animali e ancheper le piante; sono delle entità; benché non siano

    ovviamente evolute come lo spirito dell’uomo, lepiante sono delle entità venute a incarnarsi. Equando mangiamo noi ci nutriamo del corpo diquelle entità, corpo impregnato delle loroqualità. Vedete dunque come il cibo sia molto piùdi quanto immaginiate. Nei mesi invernali non sivede nulla, la terra è spoglia; poi un giorno i campisi ricoprono di cereali e di ortaggi, gli alberiproducono frutti. Dov’erano in inverno gli elementiche hanno permesso improvvisamente ai frutti di

    essere visibili, palpabili?. . .Quello che noi assorbiamo mangiando sono deglielementi che vengono dallo spazio e persino

    dall’intero universo. Essi giungono fino a noipieni di vita cosmica, ed è importante per noiaccoglierli con la consapevolezza che essiformeranno la sostanza dei nostri corpi fisico epsichico. Bisogna quindi essere molto vigili, tanto

    più che questo nutrimento, che è impregnatodella vita universale, s’impregna pure dellenostre parole, dei nostri sentimenti e dei nostripensieri. Chi mangia mentre è in collera, sparlandodegli altri, dando in escandescenze contro di loro,non sa che sta impregnando gli alimenti di particelleavvelenate e che, assorbendole, sta avvelenando sestesso. E non basta neppure tacere: se si devemangiare nutrendo pensieri e sentimenti ostili emalevoli nei riguardi del prossimo, il risultato

    sarà altrettanto negativo.Per ricevere dal cibo tutti i benefici, bisognaintrodurvi degli elementi di luce e di eternità, ed è ilpensiero che a questo punto ha un ruolo daesercitare. Dunque, durante i pasti, cercate diliberare la vostra mente da ogni altro soggetto,persino dallo stesso silenzio. E non dovetenemmeno preoccuparvi del fatto di non parlare e dinon fare rumore. Dovete essere abbastanza liberiper concentrare tutta la vostra attenzione sul

    cibo, dirigendovi sopra i raggi del vostro amore.È così che avrà luogo la separazione tra lamateria e l’energia: la materia si disgregherà,mentre l’energia entrerà in voi e così ne potreteusufruire.

    La nutrizione non è altro che un processo didisintegrazione della materia. Da milioni di anni,prima che i fisici mettessero a punto la fissionedell’atomo, l’essere umano ha prodotto ogni giornoin se stesso questo fenomeno e la differenza tra la

    fissione dell’atomo e la nutrizione sta solo nellaquantità di materia. Mangiare significa imparare adisgregare la materia e a far giungere l’energiacosì estratta a tutti gli organi: polmoni, cervello,cuore...  Masticare lentamente e a lungo glialimenti rappresenta una prima tappa di questadisintegrazione. La seconda tappa è il lavoro delpensiero che, come un raggio estremamentepenetrante, riesce a introdursi fino al cuore dellamateria per liberarne le energie più sottili,

    affinché sostengano il lavoro dell’anima e dellospirito.

    Per accrescere in noi la purezza, la saggezza e tutte

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    14   CAPITOLO 4. UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO 

    le virtù, abbiamo bisogno di determinate energie.Del resto ogni tipo di attività necessita dideterminate energie. Per il lavoro manuale, si habisogno di un certo tipo di energia. Per il lavorointellettuale, lo studio e la concentrazione, ce ne

    vuole un altro. . . Per il lavoro spirituale, un altroancora... Ed è precisamente nel silenzio che sicaptano le energie psichiche più sottili, le qualipossono essere utilizzate per il lavoro spirituale.

    Dentro di noi dimorano chimici eccellenti chehanno la funzione di raccogliere e di distribuire glielementi di cui abbiamo bisogno per adempiere aivari compiti. Ma dobbiamo anche riconoscerel’esistenza di questi chimici e nutrire verso di loroun atteggiamento di rispetto, poiché sono loro che

    possiedono il segreto delle energie vitali che sannodistribuire tra i vari centri per assicurarne ilrifornimento e il funzionamento.

    Quando la distribuzione è ben fatta e ciascun centro

    è correttamente alimentato, tutto funziona allaperfezione.

    Per ricevere dal cibo energie più sottili di quelleche il sistema digestivo riesce da solo a estrarre,bisogna imparare a mangiare in silenzio, masoprattutto a mangiare con amore. È l’amore chevi permetterà di trarre dagli alimenti una energiache salirà molto in alto dentro di voi: a quel puntopotrete utilizzarla per il vostro lavoro spirituale,affinché le forze psichiche possano agire sul cibo e

    trasformarlo in purezza, luce e sapere.1

    1Sulla nutrizione, vedi anche: Vol. 16 Opera Omnia: «Hrani Yoga», Vol. 204 Collezione Izvor: «Lo yoga della nutrizione».

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    Capitolo 5 IL SILENZIO, SERBATOIO DI ENERGIE

    Al giorno d’oggi tutto il mondo si sente obbligatoa correre, a dibattersi, perché bisogna produrresempre di più per vendere sempre di più eacquistare sempre di più. . . Pare che ciò sianecessario per l’economia! Quindi, nell’interessedell’economia, si considera perfettamentenormale logorare gli uomini, ed è così chel’economia sarà magnifica e fiorente, mentre gli

    uomini saranno estenuati, spossati ed esauriti.  Illoro sistema nervoso si consuma, e non solamenteil sistema nervoso, ma anche il cuore, lo stomacoe i polmoni ne soffrono, poiché tutta quell’attività,tutta quella produzione, quei consumi semprecrescenti causano un inquinamento che avvelenal’atmosfera, i mari, le foreste, l’acqua, la terra, ilcibo, ecc. Ebbene, io sostengo che tutto questo nonè intelligente né ragionevole. Una sedicente«economia» che guasta, distrugge, sporca e spreca:

    è forse questa la vera economia? È quindi urgentetrovare il sistema per ristabilire l’equilibrio ericaricare gli uomini con energia pura.

    La prima cosa da fare per ricaricarsi è impararea fermarsi. Sì, ogni tanto durante la giornata fateuna pausa, smettete di correre, di muovervi, diparlare. Altrimenti, è come se lasciaste aperti irubinetti dell’acqua e del gas e gli interruttoridell’elettricità: ben presto non resterà più nulla,tutta l’energia se ne sarà andata.  L’immobilità, il

    silenzio servono a riempire i serbatoi. Allora,appena potete, fermatevi, chiudete gli occhi,collegatevi con la Sorgente dell’energia e della luce:qualche attimo dopo vi sentirete ricaricati e potrete

    intraprendere grandi attività senza esaurire le vostreriserve.

    Quando ci riuniamo per meditare nel silenzio, èproprio questo l’esercizio che facciamo: captare eaccumulare energie spirituali che ci rinforzeranno,energie che potremo utilizzare anche per il nostrolavoro. Ma per far sì che l’esercizio dia veramentedei risultati, si deve essere capaci di rimanerecompletamente immobili per non causarenemmeno il minimo fruscio o scricchiolio;anzitutto perché è bene che il silenzio non siaturbato da alcun rumore, nemmeno dal più lieve, epoi perché, non riuscendo a rimanerecompletamente immobili, si perde energia. Primamuovetevi quanto volete, ma durante lameditazione non fate il minimo movimento,altrimenti non riuscirete mai a concentrare levostre energie per un lavoro spirituale.

    Direte che vi muovete perché sentite un formicolioalle gambe. È possibile, ma, se non potete dominarequeste «formiche», come potrete domare gli animaliferoci nella vita? Il compito del discepolo di unaScuola iniziatica è proprio quello di imparare adominarsi, a frenarsi per poter entrare nelmondo del silenzio e dell’armonia, poiché è aquesto punto che vi sentirete magnetizzati, colmi diforza, pronti a intraprendere il lavoro: di colpo iserbatoi saranno riforniti e le batterie ricaricate.

    Per quale motivo sono inattivi i nostri apparecchispirituali? Perché non ricevono più quelle energiecapaci di farli funzionare. Se alimentate il motore

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    16   CAPITOLO 5. IL SILENZIO, SERBATOIO DI ENERGIE 

    della vostra automobile con acqua o con vino, nonavanzerete di certo; se non collegate la vostra radioalla presa elettrica, non sentirete nulla; perfunzionare, ogni apparecchio ha bisogno diun’energia particolare. La stessa cosa vale per i

    nostri apparecchi spirituali: essi possono funzionaresolo grazie alle correnti di energia pura e luminosache riusciamo a captare quando entriamo in contattocol mondo del silenzio.

    Ora fate attenzione anche ad evitare che gli sforziche fate per ottenere il silenzio e l’immobilità nonprovochino uno stato di tensione.

    Difatti troppo spesso il silenzio si accompagna atensioni, poiché, per non far rumore, ci si contrae.

    Ci si deve, invece, rilassare, allo scopo di liberare lamente, perché solo a questa condizione essa potràsvolgere il suo compito. Perciò sorvegliate inmodo particolare le mani, poiché, quandopensate di essere rilassati, le vostre mani sonospesso ancora contratte. Le mani esprimono ilvostro stato interiore più d’ogni altra parte delcorpo. Osservate come le persone agitano le maniquando parlano... E anche quando non parlano, leintrecciano, le sciolgono, maneggiano gli oggetti

    senza alcun bisogno, si grattano, tamburellano conle dita. . .  Immobilizzare e distendere le mani èuna delle cose più difficili. Ecco perché doveteosservare bene le vostre mani: se riuscite arilassare anch’esse, sentirete un benesseretrasmettersi fino al plesso solare.

    Ora dobbiamo imparare a non utilizzare soltanto pernoi quelle energie che riusciamo a captare nelsilenzio, ma ad accumularle allo scopo di fare unlavoro per il bene di tutta l’umanità: proiettare nel

    mondo onde armoniose e correnti possenti checatturino tutti coloro che vibrano all’unisono conl’ideale del Regno di Dio sulla Terra; un giorno leloro coscienze si sveglieranno per compiere questolavoro.

    Qualche anno fa, alcuni ricercatori hanno tentato dimettere a punto un progetto per la costruzione dipile elettriche servendosi della sabbia del deserto.Essi pensavano che, con questo nuovo tipo di pile,avrebbero potuto fornire l’elettricità a paesi interi.

    Non so che fine abbia fatto questo progetto...Tuttavia quello che interessa a me è l’analogia cheesiste tra i fenomeni del mondo fisico e quelli delmondo psichico e spirituale. E io vedo gli uomini

    proprio come i granelli di sabbia del deserto, deigranelli di sabbia che possono riunirsi per formareuna pila che riverserà benedizioni sul mondo intero.Ma purtroppo questa è proprio l’ultima delle loropreoccupazioni. Essi sono piuttosto abituati a

    utilizzare le loro energie gli uni contro gli altri; lapossibilità di far funzionare queste energie pergenerare un’unica forza, una luce formidabileche potrebbe aiutare il mondo intero, non vieneloro in mente, e, se parlate loro di tale possibilità,vi guarderanno del tutto stupiti. Ebbene, bisognache gli uomini sappiano che una delle leggi piùimportanti da conoscere è che il loro destinodipende dall’uso che essi fanno delle loro energiee dal fine al quale le consacrano.

    Gli uomini pensano di avere tutti i diritti diutilizzare le loro energie come vogliono e disprecarle se ciò fa loro piacere. Eh no, questeenergie sono preziose, l’Intelligenza cosmica nontollera che le si sprechi, e un giorno gli uominisaranno obbligati a render conto del modo in cuile hanno consumate, in quale direzione, per qualimotivi e a quale scopo.

    Bisogna dunque istruire gli uomini, mostrar loro in

    che cosa consiste il loro interesse, dov’è la lorosalvezza. . . Ma vogliono essi veramente capire?Hanno sempre delle buone scuse per giustificare iloro comportamenti egoistici e irragionevoli. Se sipotesse far loro comprendere che è inutileaccumulare conoscenze senza passare poiall’applicazione! Qualsiasi cosa si dica loro, essiascoltano, registrano, afferrano persino ilconcetto, ma non si danno da fare. Sapere è bene,ma l’essenziale è che, con questo sapere, si faccianodelle cose buone.

    Appena apprendete una verità della Scienzainiziatica, dovete preoccuparvi di metterla inpratica, di far intervenire quindi la vostravolontà. Sì, la volontà è uno dei fattoripreponderanti per i veri Iniziati. Ed è forse in questoche essi differiscono maggiormente dagliintellettuali, i quali leggono montagne di libri perammucchiare conoscenze, conoscenze cheutilizzano soltanto. . . per esibirle agli altri! Èquindi tempo che vi serviate delle vostreconoscenze per trasformare e migliorare le cosein voi stessi e nel mondo. Sappiate comunqueche, se non prendete voi l’iniziativa in questo

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    senso, saranno le difficoltà della vita che vi ciobbligheranno. E andrete a dritta e a mancastrappandovi i capelli. Ma, strapparsi i capelli lochiamereste forse «fare qualcosa di utile»?

    Diverse volte vi ho detto che i pensieri e isentimenti collettivi formano una «egregora»,cioè un essere spirituale di grande potenza. Neimomenti di silenzio, grazie alla nostra unione, ainostri sentimenti comuni, alla nostra volontà dilavorare per il Regno di Dio, noi pure formiamoun’egregora che si nutre, si rinforza e agisce per ilbene del mondo intero. Decidetevi dunque, edurante le meditazioni lavorate per emanare epropagare nel mondo amore e luce; un giorno ilvostro nome sarà scritto nel Libro della Vita eterna.

    Ve lo dico sinceramente: quando più avanti avretela possibilità di analizzare le varie fasi dellavostra esistenza, sarete obbligati a constatare che

    i momenti trascorsi alla Fratellanza nellameditazione, nel canto, nella preghiera e nelsilenzio sono stati i più preziosi della vostra vita.Ora non ve ne rendete conto, ma un giorno, quandovedrete le cose con maggior chiarezza,

    comprenderete a quale lavoro avete partecipato.Allora direte: «Che Dio sia lodato! Ch’Egli siabenedetto per avermi permesso di partecipare a taleopera grandiosa!» E quando vi si mostreranno leconseguenze, i risultati e la bellezza di questaattività, nonché le meraviglie che avvengono nelmondo intero per merito suo, rimarreteabbagliati. Infatti il lavoro al quale vi chiedo diprender parte è già stato iniziato in alto dagliangeli e dalle divinità; e noi qui sulla terra

    vogliamo solo aprire una porta e offrire le nostreenergie affinché questo lavoro divino possascendere e realizzarsi anche sul piano fisico.

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    Capitolo 6 GLI ABITATORI DEL SILENZIO

    Noi abbiamo bisogno di silenzio e in particolaredel silenzio della natura, perché è nella natura cheabbiamo le nostre radici. Quando ci si trova soli neiboschi o in montagna, accade che ci si sentatrasportati in un passato lontanissimo, al tempo incui gli uomini vivevano in comunione con le forze egli spiriti della natura. E anche quando si ode ilcanto di un uccello o il rumore di una cascata, si

    ha la sensazione che quei suoni facciano parte delsilenzio. Essi non solo non lo distruggono, ma, alcontrario, lo sottolineano. Infatti talvolta non si ècoscienti del silenzio, non vi si fa attenzione, mabasta un rumore come lo scricchiolio di un ramo, ilcanto di un uccello o la caduta di un sasso perprovare d’un tratto intensamente la sensazione delsilenzio. Persino il rombo sordo delle onde nondistrugge il profondo silenzio del mare odell’oceano.

    Molti fanno confusione tra silenzio e solitudine: ciòè dovuto al fatto che, temendo il silenzio, hannopaura a star soli. In realtà il silenzio è un luogoabitato. Se non volete mai essere né poveri nésoli, cercate il silenzio. Infatti il vero silenzio èpopolato di innumerevoli esseri. Il Creatore hamesso dappertutto degli abitanti: nelle foreste, neilaghi, negli oceani, nelle montagne ed anche sottoterra. . . Persino il fuoco è abitato, e lo sono l’etere ele stelle. Tutto è abitato.

    Sfortunatamente, il rumore della civiltà, che finiscea poco a poco per invadere tutto, e l’esistenza degliuomini sempre più ordinaria e votata al

    materialismo hanno creato condizioni contrarie alsoggiorno delle entità del mondo invisibile, per cuiesse fuggono lontano dai luoghi abitati dagliuomini. Non è che esse non amino gli uomini, macome possono rimanere in luoghi continuamenteturbati e sconvolti dalla loro mancanza di rispetto,dalla grossolanità e dalla violenza?  Le entità siritirano sempre più in luoghi inaccessibili, e

    questo l’ho verificato personalmente. È così chenegli Stati Uniti, nel parco di Yosemite, ho avutomodo di ammirare alberi meravigliosi di quasiquattromila anni, ma completamente abbandonati acausa del gran numero di visitatori, del chiasso e edelle eccessiva agitazione: i deva se n’erano andatiabbandonando quella zona così bella. In quasi tuttigli alberi vive una creatura, ma in quel parcoquegli alberi giganteschi non erano più né vivi néespressivi perché da tempo disabitati. Come i

    saggi che si isolano nei deserti, sulle montagne onelle grotte per sfuggire al rumore e alla turbolenzadegli uomini privi di coscienza, così gli spiritiluminosi della natura vanno a rifugiarsi neiluoghi dove gli uomini non sono ancora giunti ainsudiciare e ad alterare. Direte: «Ma sono cosìdeboli? Non riescono a sopportare nulla?» Pensateal riguardo quel che volete.

    Nella maggior parte delle mitologie, la montagna èpresentata come la sede degli dei. Ciò può essere

    considerato un simbolo, ma è anche una realtà: lealte cime dei monti sono come delle antenne,grazie alle quali la terra tocca il Cielo, ed è perquesto che esse sono abitate da entità molto pure

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    e molto potenti. Più l’uomo sale sulle montagne,più incontra il silenzio, e nel silenzio scoprel’origine delle cose, si unisce alla Causa prima edentra nell’oceano della luce divina.

    Al giorno d’oggi, con lo sviluppo dei mezzi ditrasporto, si vede sempre più gente andare inmontagna; e diventa una moda. Le persone si dannoagli sports invernali per distrarsi, divertirsi eraccontare poi di essere scese lungo un certopendio, di aver scalato una certa cima. . . E, invecedi rispettare il silenzio della montagna e dilasciarsene impregnare per scoprire gli stati dicoscienza superiori, esse si comportano come inogni altro luogo: portano con sé il loro vino, il loroprosciutto, le loro sigarette, la loro musicacacofonica e gridano, scherzano e s’accapigliano. . .Come se non vi fossero altri luoghi per distrarsi efare baccano! È così che disturbano enormementegli abitanti di quelle zone.

    Ma nessuno dice alle persone che con la lorodisattenzione e mancanza di rispetto turbanol’atmosfera e recano molestia a tutte quelle creature.Se tale situazione dovesse protrarsi nel tempo, leentità se ne andrebbero altrove, là dove c’è

    veramente il silenzio, là dove è molto difficile pergli uomini aver accesso. E una volta che tali entitàsi saranno allontanate dai luoghi in cuiabitavano, quelle zone perderanno il loromistero, il loro carattere sacro e non saranno piùcosì impregnate di luce e di forza spirituale; esarà un peccato.

    È dunque chiaro che, se non andate in montagnanella giusta disposizione d’animo, le creatureinvisibili prendono precauzioni e si allontanano, e

    voi non potete ricevere più nulla da loro. È perquesto che ritornate a casa piccoli e limitati comeprima; e tale soggiorno non può essere neppure dimolto beneficio alla vostra salute, dal momento chelo stato fisico dipende in gran parte da quellopsichico.

    Allora, a che serve salire sulle cime dei monti senon se ne torna più puri, più forti, più nobili e inmiglior salute?. . . se non si e capito che

    l’ascensione delle montagne fisiche èun’immagine dell’ascensione delle montagnespirituali?. . . Salire e scendere. . . Salire èdisfarsi gradualmente di tutto ciò che ingombra,che appesantisce, fino a trovare il silenzio, la

    purezza, la luce, l’immensità e sentire entrare innoi l’ordine divino. . . Quanto a scendere, non valeneanche la pena di spiegare in dettaglio ciò chesignifica; voi avete già capito: è il ritorno delrumore nei pensieri e nei sentimenti, il ritornoall’agitazione, al disordine e ai conflitti interiori.Ecco come si impara a leggere nel grande libro dellanatura: abituandosi a interpretare le sue variemanifestazioni.

    Ovunque andiate, sui monti, nei boschi, sulla rivadei laghi o dei mari, se volete manifestarvi comefigli di Dio che aspirano a una vita più spirituale epiù luminosa, dovete mostrarvi consapevoli dellapresenza delle creature eteriche che vi abitano.Accostatevi a loro con rispetto e raccoglimento,cominciate col salutarle, poi testimoniate loro lavostra amicizia, il vostro amore e chiedete le lorobenedizioni. Queste creature che vi notano dalontano sono talmente stupite del vostroatteggiamento che si preparano a riversare su voi i

    loro doni:  pace, luce e pura energia. Vi sentireteallora irrorati, avviluppati dall’amore e dallameraviglia di quegli esseri spirituali, e, quandoscenderete verso le valli, verso le città, porterete convoi tutta quella ricchezza ed anche delle rivelazioni,delle idee più ampie e più vaste.

    E poi, alla fine, avrete in più la gioia di sapere diaver contribuito a trattenere in certi luoghi gliabitanti celesti o persino ad attirarne altri. Nondimenticate mai che è nel silenzio che si

    preparano le condizioni favorevoli affinché leentità si manifestino. Queste, poiché hannobisogno di silenzio, aspettano sempre quelleparticolari condizioni che purtroppo gli uominioffrono loro assai raramente. Allora, da oggi in poi,imparate ad amare il silenzio, pensate a crearedappertutto attorno a voi un’atmosfera spirituale disilenzio e d’armonia onde preparare la venuta degliesseri luminosi e potenti.

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    Capitolo 7 L’ARMONIA, CONDIZIONE DEL SILENZIO INTERIORE

    Riuscirete a realizzare veramente il silenzio in voiquando comincerete a lavorare sull’armonia. Ognigiorno, più volte al giorno, fermatevi per osservareciò che avviene in voi e, appena notate il minimodisordine o la minima dissonanza, sforzatevi diporvi rimedio. Altrimenti, nel momento in cuivorrete meditare ed entrare nel silenzio, non viriuscirete perché sentirete sempre qualcosa che

    stride e crea agitazione. Il silenzio interiore è unostato molto difficile da conseguire. Durante tutta lagiornata ci si deve sforzare di preparargli lecondizioni; e l’armonia è precisamente la primacondizione.

    Osservatevi dunque, e constaterete che è facile.Quando vi accorgete che cominciate a esserenervosi, impazienti e irritabili nei confronti deglialtri, è inutile andare a cercare altrove scuse ospiegazioni: voi stessi avete permesso alla

    disarmonia di infiltrarsi in voi, e in questecondizioni non gusterete mai il vero silenzio. Molticredono che si possano fare certe esperienzespirituali e ricevere rivelazioni dal mondo divinosenza esserne preparati. Eh no. È come quando sicompie con successo un esperimento di chimica: sidevono rispettare certe condizioni, dosarecorrettamente gli elementi, regolare la temperatura,ecc. Se non si seguono queste regole, l’esperimentofallirà.

    L’armonia è la chiave che apre le porte delmondo del silenzio: armonia sul piano fisico, neisentimenti e nei pensieri. Finché non siete

    impregnati di questa «armonia», non doveteaspettarvi nulla dal Cielo: sarete sempre esclusidalle sue benedizioni.

    Ma noto che quando vi parlo di armonia ciò non vidice un gran che né vi interessa molto. Nondimenol’armonia è essenziale, è fondamentale. Immaginatedi soffiare con forza su un ramo fiorito: i petalivolano via in ogni direzione; non rimane più nulladi quell’ordine e di quella disposizione che necostituivano tutta la bellezza. Ebbene, è ciò che fateanche in voi quando vi abbandonate alla collera,alla gelosia, alla cupidigia e alla sensualità:producete un soffio, una corrente che scompigliain voi la disposizione degli atomi e degli elettroni;ed è la perturbazione di questa organizzazioneinteriore che sta all’origine delle malattiepsichiche o anche di quelle fisiche e che vi tagliafuori dal mondo spirituale. Ecco perché, quando

    avete un disturbo, un malessere, dovete parlare allevostre cellule così: «Andiamo, calmatevi, io vimando delle onde d’armonia e d’amore, siateobbedienti, riprendete il vostro lavoro!» Nonlasciate mai che uno stato negativo si stabilisca invoi, ma cercate di porvi immediatamente rimedio.

    Quando si è riusciti a creare l’armonia, ci si sentebene. È proprio così. Anche se non vi è alcunaragione particolare di rallegrarsi, ci si sente felici,dilatati. Quando, invece, ci si trova in uno stato didisarmonia, ci si sente male, anche in questo casosenza una ragione apparente. È chiaro: l’armonia èla base del benessere e, se non si vive

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    nell’armonia, non ci si può sentir bene, anche senessun avvenimento particolare è venuto aturbarci.

    Purtroppo molte persone nutrono lo stupido

    pregiudizio secondo cui, mettendosi in sintonia conle leggi dell’armonia, ne diventano schiave. Èproprio il contrario: si diventa realmente schiavi senon ci si conforma a quelle leggi. Tutti coloro chehanno rifiutato di conformarvisi sono diventativittime delle forze caotiche che avevano scatenatoin se stessi e negli altri. È per rendervi liberi che viparlo della necessità di lavorare sull’armonia. Ionon ho mai voluto attentare alla vostra libertà. Cheme ne farei della vostra libertà? La mia mi basta.

    Io misuro la qualità degli esseri che incontrodall’armonia che arrecano. Lo si senteimmediatamente, soltanto dai gesti, daglisguardi, dal tono della voce. Ascoltando certepersone, ci si sente distrutti, come se si ricevesserodei colpi al plesso solare; con altre, invece, ci sisente dilatati. Mi ricordo della voce del MaestroPeter Deunov: era molto dolce e ci calmava e nellostesso tempo ci rinforzava. Per questo uscivamodalle sue conferenze in uno stato di equilibrio e di

    straordinario benessere. Anch’io mi sforzo,parlandovi, di creare in voi l’armonia, ma ènecessario che da parte vostra siate consapevoli deibenefici che ne traete e che lavoriate per entrare intale armonia.

    L’Insegnamento della Fratellanza Bianca Universaleha lo scopo di ampliare i vostri orizzonti, la vostravisione del mondo, di presentarvi delle nuoveattività capaci di rendervi migliori, più sani e piùfelici, e di farvi vivere nella pace. Coloro che non

    vogliono comprendere ciò sono fuori posto qui, inuna scuola dove si impara l’armonia: vadano purealtrove! Sappiano che alla Fratellanza noicoltiviamo il rispetto del prossimo e la coscienzacollettiva. Ecco perché, nelle nostre riunioni, ioinsisto anzitutto sull’armonia, affinché inquest’atmosfera tutti coloro che vengono capiscanoquello che nessun discorso, nessuna spiegazionepotrebbe mai far loro capire.

    Chi dice: «Io sono libero di fare ciò che mi pare, e

    non mi importa nulla se dò fastidio agli altri» non sache sta impiegando la formula più pericolosa che visia, la formula che distrugge la buona intesa, lafratellanza.  La prima condizione della fratellanza

    è quella di rispettare l’armonia e anche dicontribuirvi, affinché gli altri godano dellemigliori condizioni per evolvere. Agendo in talmodo per gli altri, si agisce pure per se stessi,poiché si trae beneficio dall’ambiente che si è

    creato. Ognuno deve essere cosciente, vigile, e dirsiche, se viene alle riunioni portando con sé il suofrastuono, il suo disordine interiore, senzapreoccuparsi degli effetti che la sua condottaprodurrà sugli altri, noi non avremo mai lecondizioni favorevoli per ricevere la visita delleentità celesti, e tutti ne subiranno le conseguenze.

    E ciò che va capito è proprio questo: che chi lavoraper creare l’armonia è il primo a trarne beneficio,poiché crea le condizioni affinché si possanorealizzare le cose migliori.

    Chi permette alla disarmonia di instaurarsi, aprela porta alle complicazioni e alle sconfitte. Sisono viste famiglie che avevano tutto per esserefelici e riportare successo: la salute, l’intelligenza, ilbenessere. . . ma ecco che la disarmonia si èinsinuata tra i loro membri, e a poco a poco lasituazione si è guastata. Nulla ha potuto salvarla, nél’intelligenza né il denaro: la disarmonia ha finito

    per distruggere tutto. Infatti la prerogativa delladisarmonia e precisamente quella di produrre la disgregazione degli elementi. E anche per l’uomo,nulla è tanto in grado di indebolirlo quanto ladisarmonia. Appena egli lascia penetrare ladisarmonia nei suoi pensieri e nei suoi sentimentio nella sua volontà, non fa più nulla di buono.

    Sarebbe veramente auspicabile che si insegnasse aibambini il concetto di armonia: come crearla eanche come conservarla in sé, e non soltanto in sé

    ma anche all’esterno. Immaginate di uscire di casadi mattina per andare al lavoro e di incontrare pervia un centinaio di persone che vi rivolgonociascuna uno sguardo pieno di luce e d’amore... inquale stato sareste in seguito? Purtroppo la realtà èche si incrociano nelle strade tante persone chelanciano solo sguardi inespressivi o ostili darimanerne smagnetizzati. Ci si domanda comequelle persone si comportino in famiglia esoprattutto come la famiglia le possa sopportare!Per quale motivo si è così avari di un sorriso, di unosguardo benevolo, di quanto può portare armonia?Che cosa perdereste se donaste ogni tanto qualcosadi voi?

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    22   CAPITOLO 7. L’ARMONIA, CONDIZIONE DEL SILENZIO INTERIORE 

    Ma voi non conoscete la vostra ricchezza e nonsapete distribuirla.

    L’essere umano vive dentro l’organismo cosmico,ne fa parte, è come una cellula di quel corpo

    gigantesco che è il corpo dell’universo, l’AdamoKadmon come lo chiama la Kabbala, e, qualsiasicosa voglia o faccia, non se ne può separare. È daquel corpo che riceve la vita e tutti gli elementi chegli permettono di sussistere: il cibo, l’acqua, l’aria ela luce. Se la sua coscienza non partecipa a questarealtà, egli si isola inesorabilmente daquell’organismo e si priva di quella vita, di quelsostegno.

    Ecco una cosa certamente nuova per la maggior

    parte di voi. Da secoli e secoli l’uomo vieneeducato molto male; all’uomo non si è maiinsegnato quale doveva essere il suo atteggiamentoverso la natura, verso quel corpo cosmico di cui faparte. Egli si mostra negligente e grossolano, nonpresta attenzione né alle proprie azioni ne ai proprisentimenti né ai propri pensieri, ed è così cheintroduce la disarmonia nell’organismo cosmico ilquale, a sua volta, cerca di difendersi dandoall’uomo qualche buona lezione. Se non si

    manifesta né saggezza né amore né rispetto, sidisturba qualcosa nel funzionamento del corpouniversale e si è come un tumore che si sviluppain qualche zona di quel corpo. E che cosa si fa diun tumore? Il chirurgo lo toglie. Il giorno in cuil’uomo smetterà di recar danno al corpodell’universo – non solamente al suo corpo fisicoma anche ai suoi corpi eterico e astrale – avrà lasalute, la bellezza, la forza, la ricchezza e lafelicità. Dice San Paolo: «Noi viviamo e cimuoviamo in lui; in lui abbiamo la nostra

    esistenza.» Sì, noi siamo come una cellula nel corpodella natura che è il corpo del Signore. È per questoche dobbiamo ogni giorno armonizzarci conl’universo, con gli abitanti dei suoi vari mondi,anche se non li conosciamo, anche se non sappiamodove si trovino.

    Gli uomini sono riusciti a introdurre un po’d’armonia nelle loro famiglie, nelle loro città epersino in certe nazioni, perché hanno capito checiò era nel loro interesse. Sì, essi sono, nonostantetutto, abbastanza intelligenti e ragionevoli per capireche non è vantaggioso essere sempre sul punto diazzuffarsi e di battersi. Tuttavia, questi sono dei

    motivi egoistici che non manifestano una veracomprensione della armonia. Ora bisogna cercarel’armonia per amore dell’armonia, per bisognodell’armonia, per bisogno di entrare nella sinfoniauniversale. È così che aprirete le porte alle forze e

    alle entità luminose della natura, le qualiscenderanno a stabilirsi in voi. Armonizzarsisignifica aprirsi, e questa apertura è la condizionegrazie alla quale le forze luminose penetreranno invoi.

    Certi diranno: «Sì, ma come aprirsi?» È semplice:amando. Quando si ama, l’armonia si instaura innoi e allora le porte si aprono, le finestre sispalancano e tutte le benedizioni celesti possonoentrare. In realtà, esistono almeno due metodi perlavorare sull’armonia. Il primo si basa sul pensiero:immaginate di armonizzarvi con tutti gli esseri chevi circondano. Il secondo è l’amore. Il primometodo è buono, ma non è così rapido ed efficace;ci vogliono anni e anni per riuscire a pensare che siè in accordo con tutte le creature. Con l’amore,invece, l’armonia si ottiene immediatamente. Voidite solamente: «Io vi amo» ed ecco che l’accordoavviene di colpo.

    Armonizzarsi vuol dire mandare un sorriso, unosguardo d’amore, un razzo d’amore, deiproiettili d’amore a tutte le creature luminosedello spazio, dicendo loro: «Voi che popolatel’immensità, io vi amo, vi comprendo, sono inarmonia con voi.» Voi non sapete ancora tuttoquello che sareste in grado di fare grazie alvostro amore. Vi accontentate di dirigerlo suqualche creatura terrena. Mandare i vostri pensieri, ivostri sentimenti e i vostri sguardi agli uomini ècertamente cosa buona, ma è troppo poco, e non è

    sicuro che essi ne traggano vantaggio. Inviando,invece, il vostro amore alle entità sublimi, anchese forse nessuno si è accorto che qualcosa venivalanciata nello spazio, quelle entità ricevono, se nerallegrano e vi rimandano quell’amorecentuplicato. Questi sono i veri scambi, questa è lavera comunione, la fusione con l’Anima universale.

    Coloro che hanno vissuto un grande amore pensanodi aver gustato la vera vita. Forse hanno assaporatoqualcosa di grande, di bello, ma in realtàquell’esperienza impallidisce se paragonata aglisplendori della vita divina. Sì, perché le emozionidell’amore umano sono sempre più o meno

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    macchiate di egoismo, di sensualità; sono perciòlegate alla natura inferiore: alla personalità. Equanto è collegato alla personalità è lontanodall’essere ideale, perfetto. Per giungere a elevare ilproprio amore fino al mondo divino, bisogna essere

    liberi, privi di preoccupazioni, di complicazioni e dicalcoli egoistici.

    Gli Iniziati si esprimono in modo categorico: non sipuò entrare nella loro scuola se prima non si èsaputo lavorare sull’armonia. È per questo chepochissimi tra voi sono in una tale scuola. Direte:«Ma come? Noi siamo già in una scuola!» Sì,fisicamente voi siete forse numerosi, maspiritualmente ve ne sono pochissimi pronti aentrare.  Quando a degli esseri è stato dato ildiritto di entrare nella Scuola divina, lo si vede elo si sente; essi traggono beneficio dall’armoniaceleste.

    Sulla cassa del vostro violino (il corpo fisico) sonofissate quattro corde: il sol, il cuore; il re,

    l’intelletto; il la, l’anima; il mi, lo spirito. Ma comefarete a suonare se lo strumento non è accordato?. . .Se volete essere un buon violinista, capace di trarresuoni melodiosi dalle quattro corde che sono ilcuore, l’intelletto, l’anima e lo spirito, provvedete

    ogni giorno a introdurre in voi l’armonia, adassorbirla e a respirarla. Quando essa sarà penetratain tutte le parti del vostro essere e lo avrà accordatocome uno strumento, sarà lo spirito divino stessoche verrà a suonare su voi.

    L’armonia è il risultato dell’unionedell’intelletto, del cuore, dell’anima e dellospirito. Nel momento in cui la vostra anima sifonde con lo Spirito cosmico, voi gustate l’estasi.È questa, infatti, l’estasi, ed è chiaro che si producenel momento in cui l’anima umana si unisce alloSpirito. In quel fuoco intenso, in quell’abbraccio,tutte le impurità vengono bruciate e voi sietefinalmente liberi. . . di volare nello spazio e difondervi nell’armonia universale.

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    Capitolo 8 IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILE

    AL PENSIERO

    8.1

    La vera potenza dell’uomo è quella del pensiero.Voi lo sapete e tutti lo sanno:  è il pensiero chedirige, realizza e crea. Ma, per lavorare, ilpensiero ha bisogno di determinate condizioni, e

    il silenzio è una condizione essenziale. Questo nonè stato ancora ben compreso dalla maggioranzadelle persone, poiché quello che la gentegeneralmente chiama pensiero è troppo spessosoltanto un agitarsi dell’intelletto. Si cerca lapagliuzza nell’occhio del vicino, ci si chiede comesopraffare la concorrenza, si fanno progetti sullacarriera politica... e lo si chiama pensare! Ebbeneno, tutto questo in realtà si chiama essere in baliadei propri istinti, delle proprie tendenze e delle

     proprie emozioni. . . tutto ciò che volete, ma non èfrutto del pensiero.

    Ed è pure un errore credere che il pensiero sisviluppi nelle discussioni, nei confronti o nellecontroversie. Qualcosa indubbiamente si sviluppa,ma in ogni caso quello non è puro pensiero. Eccoperché la meditazione è un esercizio così difficileper la maggior parte degli uomini: perché non sannoche cosa sia realmente il pensiero né comeservirsene. Essi credono di poter entrare nel mondodel silenzio così, senza preparazione alcuna,provvisti di uno strumento rumoroso che in realtànon fa altro che turbare il silenzio. Infatti questo èquanto avviene, ed è proprio il loro pensiero mal

    padroneggiato a turbare il silenzio, pensiero checorre in tutte le direzioni scompigliando ogni cosaal suo passaggio.

    Il mondo del vero pensiero è il piano causale, cioè il

    piano mentale superiore; più il pensiero scendeallontanandosi da quelle altezze, più vieneostacolato e sviato. Or dunque, per far fronte a tuttii problemi della vita quotidiana con i quali l’uomodeve confrontarsi, il suo pensiero è obbligato ascendere e a rivestirsi di abiti spessi e grossolani.Sotto questi abiti, il pensiero si indebolisce e diventainevitabilmente irriconoscibile. È in alto che ilpensiero è onnipotente; appena scende nelleregioni dell’intelletto (piano mentale inferiore) e

    del cuore (piano astrale), esso si copre diimpurità e, non essendo più così puro, perdequasi tutta la sua forza di penetrazione. Se voleteche il vostro pensiero ritrovi la sua vera forza permeditare, per unirvi al Cielo, dovete salire fino alpiano causale dove regna il silenzio assoluto.

    Se vi osservate bene, constaterete che più vi elevateverso le cime delle alte montagne spirituali più vicalmate; l’ordine divino si ristabilisce in voi eimprovvisamente sentite il silenzio, come se tutte le

    vostre cellule si fossero armonizzate. In quella pace,in quell’armonia, il pensiero liberato può prendere ilvolo, volare nello spazio e immergersi nell’oceanodella luce. Nulla può più ostacolare il movimento

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    8.1.   25

    delle sue ali possenti. Al contrario, più voidiscendete nelle pianure, spiritualmente parlando,più si produce rumore nei vostri pensieri e nei vostrisentimenti, e, quando vorrete concentrarvi sulCreatore o sulla Madre Divina, non vi riuscirete. È

    come se un’intera muta di cani vi assalisse, e voidoveste dibattervi e lottare per strapparvi alle lorofauci, e talvolta invano. Eh sì, voi dite di avermeditato, ma Dio sa se, quando siete rimastisilenziosi, avete saputo dirigere i vostri pensieriverso i piani superiori!... Quali sono i soggetti, leimmagini e i ricordi su cui avete indugiato? Sempresu tutto ciò che è terra terra: che cosa avetemangiato e bevuto, come vi siete azzuffati oabbracciati. . . A causa di tutte queste interferenze,

    non siete ancora riusciti, nemmeno per qualcheminuto, a proiettare il vostro pensiero fino al mondodell’anima e dello spirito. Finché vi fermate aipiani astrale e mentale inferiore, sarete tesi,agitati e non troverete mai il silenzio necessarioal lavoro spirituale. È la natura dei pensieri e deisentimenti grossolani che produce tali effetti, e nonpuò essere altrimenti. Bisogna conoscere bene lanatura di ogni cosa. Nello stesso modo in cui ichimici studiano la natura e le proprietà degli

    elementi fisici, voi dovete studiare la natura e leproprietà degli elementi psichici. Ed è proprionella natura dei pensieri e dei sentimentiinteressati, cioè egoistici, che risiede la causa diogni tensione, eccitazione e disordine.Qualunque sia lo sforzo che fate per meditare,non vi riuscirete finché non vi sarete sforzati diintrodurre in voi il silenzio.

     Pensare significa in primo luogo essere capaci diliberarsi dalle preoccupazioni quotidiane, al fine

    di concentrarsi in modo disinteressato su unsoggetto di natura filosofica, spirituale. L’azionedel pensiero deve servire a progredire nella via dellacomprensione dell’essere umano, dell’universo, diDio stesso, comprensione che non si ottiene con lalettura di libri o con le discussioni. È nel silenzioche il sapere, sepolto nel più profondo di noistessi, affiora a poco a poco alla coscienza.L’uomo, microcosmo riflesso del macrocosmo, èil depositario di tutta la memoria del mondo.Egli possiede gli archivi dell’universo, archivirappresentati simbolicamente anche nell’Alberosefirotico dalla sefira Daath, il sapere.  Daath è lamateria originaria, la materia primordiale su cui,

    all’inizio del mondo, Dio ha diretto il suo soffio perfecondarla. Per il fatto di essere la sostanza dellaCreazione, la materia è in grado di contenere lamemoria. E lo spirito risveglia questa memoriasfiorando la materia come il soffiare del vento fa

    vibrare le corde dell’arpa eolia. Ed è il silenzio cheprepara le condizioni perché si desti in noi lamemoria originaria.

    I benefici del silenzio sono quanto un istruttorepuò insegnarci di più utile, così come puòindicarci le condizioni per la nostra evoluzione.Bisogna dunque abituarsi e provare piacere a questaconcentrazione, a queste meditazioni; all’iniziobasta pochissimo tempo, qualche minuto soltanto, e,a poco a poco, in seguito prolungare... fino ariuscire a entrare veramente nel mondo celeste perfarvi un lavoro: toccare, agitare, spostare deimateriali e delle correnti nell’intero universo. Infattiil pensiero che ci permette di comprendere, cipermette anche di agire; è qualcosa di più di unasemplice facoltà avente per fine la conoscenza: èla chiave di tutto, è la bacchetta magica, lostrumento dell’onnipotenza.

    Dunque, quando siete riusciti a liberare il vostro

    pensiero da tutto ciò che è suscettibile di ostacolarloe lo tenete saldamente sotto il vostro controllo, inquel momento potete orientarlo nella direzionedesiderata perché esso intraprenda un lavoro:regolarizzare e armonizzare particelle e correnti invoi e nel mondo intero. Voi date ordini, viconcentrate su un’idea o su un’immagine, lamantenete a lungo, ed è questa che lavorerà, chetroverà nuovi materiali da organizzare.

    Vi faccio un esempio. Immaginate di essere in

    mare, su una barca, e che vi stiate divertendo con unbastoncino ad agitare l’acqua con moto circolare,nell’intento di provocare un mulinello. Create cosìdelle onde circolari; all’inizio compaiono alcuniramoscelli, poi dei turaccioli, e tutto comincia agirare. Se continuate a farlo, a poco a poco,gireranno anche delle barche, poi dei battelli einfine dei grandi piroscafi. Interpretiamo questaimmagine. Voi generate col pensiero unmovimento armonioso nell’oceano eterico e leonde che si formano attirano un po’ alla volta deimateriali, delle entità, delle intelligenze. . . Nonmi credete? Non vi resta che provare. Dite di avergià provato. . . Sì, per cinque minuti ogni tanto, e

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    26   CAPITOLO 8. IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILE AL PENSIERO 

    questo naturalmente non consente di raggiungerealcun risultato. Infatti non avete perseverato. Checosa credete di poter fare in cinque minuti?

    Se, durante le nostre riunioni, prendete l’abitudine

    di «far girare» nell’oceano eterico sempre le stesseidee luminose quali la fratellanza universale e ilRegno di Dio, un giorno trascinerete tutto ilmondo. . . A poco a poco gli uomini si sveglierannoa queste idee. D’altronde, ciò è già in corso: sempre

    più si sentono persone parlare il nostro linguaggio,presentare le nostre idee.

    Beati coloro che hanno capito quanto sia necessarioimparare ad abbandonare i livelli inferiori dei

    pensieri e dei sentimenti per avvicinarsi allasorgente divina, poiché è là che troveranno glielementi per intraprendere una vera attività e pervivere la vera vita.

    8.2

    Sforzatevi di andare sempre più lontano nellacoscienza e nell’esplorazione delle vostrepossibilità. Il Cielo non vi lascia mai senza tendervila mano, senza mostrarvi la via, senza presentarvinuove miniere da sfruttare e ricchezze a cuiattingere. È tempo che vi mettiate al lavoro, poichéquanto avrete acquisito nella vostra anima e nel

    vostro spirito come conoscenza, come virtù, ungiorno ve lo porterete appresso nell’altro mondoe lo riporterete con voi quando tornerete areincarnarvi. Coloro che non lavorano peracquisire delle possibilità spirituali, partiranno perl’altro mondo con le mani vuote; infatti, lo sapetebene, non si lascia la terra con le proprie automobili,le proprie aziende, i propri vestiti e i propri gioielli.Se non si è fatto nulla per accumulare ricchezzespirituali, si parte completamente nudi, poveri e

    miserabili, e in alto non si viene accolti con moltaconsiderazione. E quindi il vostro mondo interioreche ora dovete cercare di esplorare, poiché è là chepotrete trovare gli elementi più preziosi per la vostraevoluzione e la vostra elevazione.

    Questo lavoro lo potete fare solo durante lameditazione, nel silenzio. Quando siete riusciti adallontanare i pensieri e i sentimenti molesti e aintrodurre in voi la calma e l’armonia, nonmuovetevi e cercate di immobilizzare anche la

    mente: che più nulla attraversi il vostro mentale,né un pensiero né un’immagine, come se tutto sifosse fermato. Deve esserci, vigile, solo la vostracoscienza.

    In realtà, ciò che si ferma sono i movimenti dellanatura inferiore, mentre la natura superiorecomincia a vibrare, a irradiare. Ma questomovimento vibratorio è talmente intenso daessere analogo all’immobilità. So che non sieteancora in grado di comprendermi. Intellettualmentecapite una parte di quello che vi dico, ma mi

    comprenderete veramente solo quando riuscirete voistessi a farne l’esperienza. Per manifestarsi, il Sésuperiore attende che il sé inferiore gli diaspazio. Ma non è così facile. Il sé inferiore nonabbandona volentieri il terreno: esso è là tutto iltempo a gesticolare, a gridare, a imporsi. È perquesto che il Sé superiore si manifesta cosìraramente: deve aspettare che il sé inferiore, stanco,sfinito, gli ceda il posto. . . E quando ciò avviene,non è mai per molto tempo, poiché il sé inferiore,

    che è infaticabile, si rialza in fretta e riprende la suaposizione a colpi di artigli, denti e zoccoli. E checosa fa il Sé superiore nel frattempo? Rimaneinattivo? Oh no, esso non interrompe mai la suaattività in quanto partecipa al lavoro dello spiritouniversale.

    Ma l’uomo, che non conosce se stesso, ignora che,nella misura in cui grazie al suo Se superiorepartecipa alla vita divina, partecipa anche al lavorodi Dio. Egli non si può render conto di ciò che

    avviene nelle sfere superiori del suo essere, perchénon ha un legame cosciente con esse: ed è appuntosu questo che l’uomo deve lavorare.

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    L’uomo è abitato dallo Spirito divino e, se devemettersi al suo servizio, non è per rafforzarlo: loSpirito è già forte; non è per istruirlo: è giàonnisciente; né per purificarlo: è una scintilla.L’uomo deve occuparsi solo di aprirgli la via.

    Solo allora lo Spirito divino gli potrà donare lasua luce, la sua pace e il suo amore. Ecco qualedeve essere il vostro lavoro nel silenzio dellameditazione.

    Anche nella vostra vita dovete imparare a introdurreil silenzio del Sé superiore. Quando sapete didover affrontare una discussione difficile cherischia di degenerare o di trascinarvi troppolontano, procurate di creare in voi il silenzio epregate. . . In quel momento vi sentiretedistaccati, al riparo dall’irritazione e dallemeschinità: infatti il vero silenzio non reca con séle condizioni che convengono alla personalità. Nelsilenzio la personalità perde i suoi mezzi, èparalizzata.

    Imparate quindi a ritirarvi per cedere il postoalla vostra natura divina, al vostro Sé divinodicendogli: «Ecco, tutto ciò che possiedo è tuo,disponi di me, prendi possesso di me: io sono al

    tuo servizio.» Qualcuno dirà: «Ma a che cosa puòservire tutto questo?» Ebbene, sappiate che un verospiritualista non si pone mai una domanda simile,poiché il fatto di porla rivela che non è in grado diintuire che cos’è la vera scienza, la vera filosofia.Colui che decide di consacrarsi con tutto quello chepossiede, dà al principio divino la possibilità dilavorare e di manifestarsi tramite suo. Ecco perchéGesù diceva: «Mio Padre lavora e anch’io lavorocon Lui.» Gesù poteva pronunciare quelle paroleperché aveva consacrato tutto al Suo Padre Celeste,

    Gli aveva fatto posto in sé, poteva dunque associarsial Suo lavoro. Egli dice