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4 2016 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE TASSA PAGATA TAX PAID TAXE RESÇUE Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento PERIODICO MARIANO CERRETO SANNITA (BN) Luglio - Agosto Anno 87 - N° 4

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Page 1: 2016 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE · la pace che ha vinto il peccato, la morte e la paura. È la pace che non divide, ma unisce; è la pace che non lascia soli, ma ci fa

42016 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE

TASSA PAGATATAX PAIDTAXE RESÇUE

Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento

PERIODICO MARIANO

CERRETO SANNITA (BN)

Luglio - Agosto

Anno 87 - N° 4

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S. Maria a Vico (Ce) - tel. 0823.808569

Direttore - Redattore Fr. Mariano Parente

Responsabile Domenico Guida

Edizioni Cappuccini Napoli - 80122 Napoli, Corso Vittorio Emanuele, 730

AUT. TRIBUNALE DI BENEVENTO 21/09/1994

Poste Italiane spa - Sped. in A.P.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

art. 1, comma 2, DCB Benevento

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La Voce del Santuario di Maria delle GrazieCerreto Sannita

Orario delle Messe al Santuario

Orario per le confessioni: tutti i giorni ore 7,15-12,00; 15,00-18,30

Periodo invernale-solare:

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Festivo 8,30 - 10,30 - 17,00. Feriale 7,15 - 17,00

Festivo 8,30 - 10,30 - 18,30. Feriale 7,15 - 18,30

LA VOCE DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE - PERIODICO MARIANO - ANNO 87°

Direzione e Amministrazione:

Frati Cappuccini - Via Cappuccini, 26 - 82032 Cerreto Sannita (BN) - Tel. 0824.861332www.santuariodellegrazie.it [email protected]

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SOMMARIO3

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La Misericordia per la Vita

Il libro aperto della Misericordia

Il servizio nella gioia

Vocazione alla Famiglia

La Chiesa d’Italia in cammino

Amate i vostri Sacerdoti

San Francesco Saverio

Bimbi in Santo

Matrimoni al Santuario

Festa della Madonna delle Grazie

Sotto la protezione di Maria

Risorgeranno nella luce di Cristo

Amici carissimi,

la «peregrinatio Mariae» a San Martino e nella cattedrale diCerreto dal 19 giugno al 2 luglio 2016 in occasione dell'«Annodella Misericordia» rende quanto mai attuale l'invocazionelitanica: «Madre della divina misericordia, prega per noi!».Maria non solo è «piena di grazia», ma anche piena di mise-ricordia. Nel Magnificat afferma che «di generazione ingenerazione» la misericordia di Dio «si stende su quelli chelo temono». Nessuno, dopo l'uomo Cristo Gesù, ha amato eonorato Dio più di Maria, per cui non è da meravigliarsi seha assimilato le stesse virtù di suo Figlio. Se è vero che Gesùè l'unico Redentore del genere umano, è altrettanto vero chesua Madre è «mediatrice» per grazia. Papa Francesco lo scriveesplicitamente nella bolla di indizione del giubileo: «Nessunocome Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Diofatto uomo [...]. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nelsantuario della misericordia divina perché ha partecipatointimamente al mistero del suo amore» (MV 24). Il riferimentoal «Crocifisso Risorto» richiama alla mente le parole di Gesù:«Padre perdona loro, perché non sanno quel che fanno».L'offerta della sua misericordia come testamento di amore,nel momento in cui beveva fino all'ultima goccia il caliceamaro del peccato degli uomini, è stato un sublime dono del«Figlio dell'uomo». Un amore più grande non lo si può imma-ginare! Noi uomini siamo grandi peccatori - dice Sant'Agostino- ma poco conoscitori. Maria, invece, pur essendo immacolata,sapeva, capiva e con il cuore trafitto dalla spada collaboravain silenzio sotto la croce alla nostra redenzione ripetendo,come un eco, le stesse parole di suo Figlio: «Padre perdonali,perché non sanno quel che fanno». Solo la «grazia», solo la«misericordia», solo l'«Amore» divino trionfa sulle nostredebolezze umane. Riconoscerlo, cioè essere coscienti di esserepeccatori e che «per grazia siamo stati salvati», non solo rendegloria a Dio e sollievo a Maria, in ansia per l'eterna salvezzadei suoi figli, ma è anche un motivo di gioia e di speranza pertutti noi.

Fr. Mariano Parente

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LA MISERICORDIA PER LA VITA3/51

L'Anno Santo della miseri-cordia ci sollecita a un profondocambiamento. Bisogna togliere«via il lievito vecchio, per esserepasta nuova» (1Cor 5,7), bisognaabbandonare stili di vita sterili,come gli stili ingessati dei fari-sei. Di loro il Papa dice che «e-rano forti, ma al di fuori. Eranoingessati. Il cuore era molto de-bole, non sapevano in cosa cre-devano. E per questo la loro vitaera - la parte di fuori - tutta re-golata; ma il cuore andava dauna parte all'altra: un cuore de-bole e una pelle ingessata, forte,dura». La misericordia, invero,cambia lo sguardo, allarga ilcuore e trasforma la vita in dono:si realizza così il sogno di Dio.

Una vera crescita in umanitàavviene innanzitutto grazieall'amore materno e paterno:«la buona educazione familiareè la colonna ver tebraledell'umanesimo». La famiglia,costituita da un uomo e una don-na con un legame stabile, è vitalese continua a far nascere e agenerare. Ogni figlio che vieneal mondo è volto del Signoreamante della vita, dono per isuoi genitori e per la società;ogni vita non accolta impoveri-sce il nostro tessuto sociale. Celo ricordava Papa BenedettoXVI: «Lo sterminio di milionidi bambini non nati, in nomedella lotta alla povertà, costitui-sce in realtà l’eliminazione deipiù poveri tra gli esseri umani».Il nostro Paese, in particolare,continua a soffrire un preoccu-pante calo demografico [cento-c inquan tami la in menonell'ultimo rilevamento], che inbuona parte scaturisce da unacarenza di autentiche politiche

familiari. Mentre si continuano a investirenotevoli energie a favore di piccoli gruppidi persone, non sembra che ci sia lo stessoimpegno per milioni di famiglie che, avolte sopravvivendo alla precarietà lavo-rativa, continuano ad offrire una straordi-naria cura dei piccoli e degli anziani.

«Una società cresce forte, cresce buona,cresce bella e cresce sana se si edificasulla base della famiglia». È la curadell'altro - nella famiglia come nella scuola- che offre un orizzonte di senso alla vitae fa crescere una società pienamente uma-na (dal messaggio della CEI).

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«Gesù, in presenza dei suoi discepoli,fece molti altri segni che non sono statiscritti in questo libro» (Gv 20,30). Il Vangeloè il libro della misericordia di Dio, daleggere e rileggere, perché quanto Gesùha detto e compiuto è espressione dellamisericordia del Padre. Non tutto, però,è stato scritto; il Vangelo della miseri-cordia rimane un libro aperto, dove con-tinuare a scrivere i segni dei discepolidi Cristo, gesti concreti di amore, chesono la testimonianza migliore dellamisericordia. Siamo tutti chiamati adiventare scrittori viventi del Vangelo,portatori della Buona Notizia a ogniuomo e donna di oggi. Lo possiamo faremettendo in pratica le opere di miseri-cordia corporale e spirituale, che sonolo stile di vita del cristiano. Mediantequesti gesti semplici e forti, a volteperfino invisibili, possiamo visitarequanti sono nel bisogno, portando latenerezza e la consolazione di Dio. Siprosegue così quello che ha compiutoGesù nel giorno di Pasqua, quando hariversato nei cuori dei discepoli impauritila misericordia del Padre, effondendo

su di loro lo Spirito Santo che perdonai peccati e dona la gioia. Tuttavia, nelracconto pasquale emerge un contrastoevidente: da una parte, c'è il timore deidiscepoli, che chiudono le porte di casa;dall'altra, c'è la missione da parte diGesù, che li invia nel mondo a portarel'annuncio del perdono. Può esserci an-che in noi questo contrasto, una lottainteriore tra la chiusura del cuore e lachiamata dell'amore ad aprire le portechiuse e uscire da noi stessi. Cristo, cheper amore è entrato attraverso le portechiuse del peccato, della morte e degliinferi, desidera entrare anche da ciascunoper spalancare le porte chiuse del cuore.Egli, che con la risurrezione ha vinto lapaura e il timore che ci imprigionano,vuole spalancare le nostre porte chiusee inviarci. La strada che il Maestro ri-sorto ci indica è a senso unico, procedein una sola direzione: uscire da noi stessi,uscire per testimoniare la forza risana-trice dell'amore che ci ha conquistati.Vediamo davanti a noi un'umanità spessoferita e timorosa, che porta le cicatricidel dolore e dell'incertezza. Di fronte al

grido sofferto di misericordia e di pace,sentiamo oggi rivolto a ciascuno di noil'invito fiducioso di Gesù: «Come ilPadre ha mandato me, anche io mandovoi».

Ogni infermità può trovare nella mi-sericordia di Dio un soccorso efficace.La sua misericordia, infatti, non si fermaa distanza: desidera venire incontro atutte le povertà e liberare dalle tanteforme di schiavitù che affliggono il no-stro mondo. Vuole raggiungere le feritedi ciascuno, per medicarle. Essere apo-stoli di misericordia significa toccare eaccarezzare le sue piaghe, presenti ancheoggi nel corpo e nell'anima di tanti suoifratelli e sorelle. Curando queste piagheprofessiamo Gesù, lo rendiamo presentee vivo; permettiamo ad altri, che toccanocon mano la sua misericordia, di ricono-scerlo come «Signore» e «Dio», comeTommaso. È questa la missione che civiene affidata. Tante persone chiedonodi essere ascoltate e comprese. Il Vangelodella misericordia, da annunciare e scri-vere nella vita, cerca persone con ilcuore paziente e aperto, «buoni samari-tani» che conoscono la compassione eil silenzio dinanzi al mistero del fratelloe della sorella; domanda servi generosie gioiosi, che amano gratuitamente senzapretendere nulla in cambio. «Pace avoi!» è il saluto che Cristo porta ai suoidiscepoli; è la stessa pace, che attendonogli uomini del nostro tempo. Non è unapace negoziata, non è la sospensione diqualcosa che non va: è la sua pace, lapace che proviene dal cuore del Risorto,la pace che ha vinto il peccato, la mortee la paura. È la pace che non divide, maunisce; è la pace che non lascia soli, maci fa sentire accolti e amati; è la paceche permane nel dolore e fa fiorire lasperanza. Questa pace come dono pa-squale nasce e rinasce sempre dal per-dono di Dio, che toglie l'inquietudinedal cuore. Essere portatrice della suapace: questa è la missione affidata allaChiesa. Siamo nati in Cristo come stru-menti di riconciliazione, per portare atutti il perdono del Padre, per rivelare ilsuo volto di solo amore nei segni dellamisericordia (papa Francesco 3/IV/2016).

IL L IBRO APERTODELLA MISERICORDIA

Salvatore Corvaglia e Laura Meglio nel 50° di matrimonio con familiari (Cerreto)

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ILSERVIZIO

NELLAGIOIA

Due «atteggiamenti» si riconosconocome «segni» inequivocabili dell'esserecristiani: il «servizio nella gioia» el'«andare incontro agli altri». Il 31 mag-gio 2016 a Santa Marta, Papa Francescoha dispensato consigli per i cristiani che«credono di essere tali» ma in realtà«non lo sono pienamente». E ha invitatoa seguire l'esempio di «donne coraggio-se» come Maria, capaci di affrontaredifficoltà e ostacoli per servire gli altri.Di fronte a una liturgia del giorno «pienadi gioia che riempie il nostro cuore» ilPontefice ha dapprima ripreso alcunipassaggi della prima lettura tratta dalprofeta Sofonia (3, 14-18): «Rallegrati,grida di gioia, esulta, acclama con tuttoil tuo cuore! Il Signore è in mezzo a te,tu non temerai più alcuna sventura»; eancora: «Dio è in mezzo a te, è un Sal-vatore potente, gioirà per te, ti rinnoveràcon il suo amore, esulterà per te congrida di gioia». Cioè, ha spiegato, «èDio che gioisce con noi», che «ci rinno-va». Un brano che esprime «una gioiagrande, una gioia che riempie il nostrocuore e la nostra vita». Poi Francescoha attinto al Vangelo di Luca (1, 39-56):«nell'incontro di Maria con sua cugina»- ha fatto notare - si respira la «stessaatmosfera di gioia: “L'anima mia magni-fica il Signore, il mio spirito esulta inDio”». Anche Gesù gioisce e sussultanel grembo della madre: «tutto è gioialì, tutto».

«Questa - ha commentato il Papa -è l'aria fresca che oggi ci porta la liturgia:il messaggio di gioia». E ha commentato:

che «cosa brutta» sono «i cristiani conla faccia storta, i cristiani tristi», una«cosa brutta, brutta, brutta». Infatti «cre-dono» di essere cristiani «ma non losono pienamente».

In questa atmosfera di gioia «che laliturgia oggi ci dà come un regalo», ilPontefice ha voluto sottolineare dueaspetti: «un atteggiamento» e «un fatto».

L'atteggiamento da rilevare nel branoevangelico è quello del «servizio». Ma-ria, infatti «va a servire». Francesco hamesso in rilievo «i due verbi che intro-ducono questa storia nel Vangelo diLuca», ovvero: «Maria si alzò», cioèdecise: «faccio qualcosa», e quindi«andò in fretta». La cosa che «stupisce»,ha detto il Pontefice, è proprio «questaragazza di sedici anni, diciassette, nondi più, che va in fretta per questo cam-mino, dove sicuramente c'erano i brigan-ti, ma era coraggiosa. Si alza e va».Maria non trova scuse del tipo: «No,sono incinta», o anche: «Sono la reginadel mondo, perché il re viene da me».Lei semplicemente «si alza e va», mo-strando, tutto il suo «coraggio di donna».A tale riguardo il Papa ha aperto unaparentesi ricordando «le donne corag-giose che ci sono nella Chiesa» e che«sono come la Madonna»: donne che«portano avanti la famiglia» e«l'educazione dei figli», capaci di affron-tare «tante avversità, tanto dolore», don-

ne «che curano gli ammalati... Corag-giose: si alzano e servono, servono». Inloro si riconosce il «segno cristiano»del servizio. E, ricordando che «chi nonvive per servire, non serve per vivere»,Francesco ha a più riprese sottolineatol'importanza dell'atteggiamento del «ser-vizio nella gioia». Una gioia che, co-munque, richiede anche «mortificazio-ne», cioè non scegliere di fare solo quelloche ci piace. Maria, ad esempio, «si alzòe andò in fretta verso la regione mon-tuosa, in una città giudea», andò «lonta-no», e «sicuramente lo ha fatto da sola.Era coraggiosa». Il Vangelo, poi, propo-ne anche un «fatto», cioè «l'incontro»fra Maria ed Elisabetta. «Queste duedonne - ha detto il Pontefice - si incon-trano e si incontrano con gioia, comequando si incontrano le donne che sivogliono bene: si abbracciano, si bacia-no...». Un incontro, insomma, caratte-rizzato dalla «festa». Dunque «l'incontroè un altro segno cristiano». Infatti, haspiegato il Papa, «una persona che dicedi essere cristiana e non è capace diandare incontro agli altri, di incontraregli altri, non è totalmente cristiana». Eha aggiunto: «sia il servizio chel'incontro richiedono» di «uscire da sestessi: uscire per servire e uscire perincontrare, per abbracciare un'altra per-sona» (L'O.R. 1/VI/2016).

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VOCAZIONE ALLA FAMIGLIA«Alleanza di amore e fedeltà»Il nostro insegnamento sul matrimo-

nio e la famiglia non può cessare diispirarsi e di trasfigurarsi alla lucedell'annuncio di amore e di tenerezza,per non diventare mera difesa di unadottrina fredda e senza vita. Infatti, nonsi può neppure comprendere pienamenteil mistero della famiglia cristiana se nonalla luce dell'infinito amore del Padre,che si è manifestato in Cristo, il qualesi è donato sino alla fine ed è vivo inmezzo a noi. Perciò desidero contem-plare Cristo vivente che è presente intante storie d'amore, e invocare il fuocodello Spirito su tutte le famiglie delmondo. [...]. La famiglia e il matrimoniosono stati redenti da Cristo, restaurati aimmagine della Santissima Trinità, mi-stero da cui scaturisce ogni vero amore.L'alleanza sponsale, inaugurata nellacreazione e rivelata nella storia dellasalvezza, riceve la piena rivelazione delsuo significato in Cristo e nella suaChiesa. Da Cristo attraverso la Chiesa,il matrimonio e la famiglia ricevono lagrazia necessaria per testimoniarel'amore di Dio e vivere la vita di comu-nione. [...]. L'incarnazione del Verbo inuna famiglia umana, a Nazaret, com-muove con la sua novità la storia delmondo. Abbiamo bisogno di immergercinel mistero della nascita di Gesù, nel sì

di Maria all'annuncio dell'angelo, quandovenne concepita la Parola nel suo seno;anche nel sì di Giuseppe, che ha dato ilnome a Gesù e si fece carico di Maria;nella festa dei pastori al presepe;nell'adorazione dei Magi; nella fuga inEgitto, in cui Gesù partecipa al doloredel suo popolo esiliato, perseguitato eumiliato; nella religiosa attesa di Zacca-ria e nella gioia che accompagna lanascita di Giovanni Battista; nella pro-messa compiuta per Simeone e Annanel tempio; nell'ammirazione dei dottoridella legge mentre ascoltano la saggezzadi Gesù adolescente. E quindi penetrarenei trenta lunghi anni nei quali Gesù siguadagnò il pane lavorando con le suemani, sussurrando le orazioni e la tradi-zione credente del suo popolo ed edu-candosi nella fede dei suoi padri, fino afarla fruttificare nel mistero del Regno.Questo è il mistero del natale e il segretodi Nazaret, pieno di profumo di famiglia!E' il mistero che tanto ha affascinatoFrancesco di Assisi, Teresa di GesùBambino e Charles de Foucauld, e alquale si dissetano anche le famigliecristiane per rinnovare la loro speranzae la loro gioia. L'alleanza di amore efedeltà, di cui vive la Santa Famiglia diNazaret, illumina il principio che dàforma ad ogni famiglia, e la rende capacedi affrontare meglio le vicissitudini dellavita e della storia. Su questo fondamento,ogni famiglia, pur nella sua debolezza,può diventare una luce nel buio del mon-do. Disse Paolo VI: «Qui comprendiamoil modo di vivere in famiglia. Nazaretci ricordi che cos'è la famiglia, cos'è lacomunione di amore, la sua bellezzaaustera e semplice, il suo carattere sacroe inviolabile; ci faccia vedere come èdolce ed insostituibile l'educazione infamiglia, ci insegni la sua funzione na-turale nell'ordine sociale» [...].

In particolare il beato Paolo VI hamesso in luce il legame intrinseco traamore coniugale e generazione dellavita: «L'amore coniugale richiede daglisposi che essi conoscano conveniente-mente la loro missione di paternità re-sponsabile, sulla quale oggi a buon di-

ritto tanto si insiste e che va anch'essaesattamente compresa. […] L'esercizioresponsabile della paternità implica dun-que che i coniugi riconoscano i propridoveri verso Dio, verso se stessi, versola famiglia e verso la società, in unagiusta gerarchia dei valori». […]. SanGiovanni Paolo II ha definito la famiglia«via della Chiesa»; ha offerto una visioned'insieme sulla vocazione all'amoredell'uomo e della donna; ha proposto lelinee fondamentali per la pastorale dellafamiglia e per la presenza della famiglianella società. In particolare ha descrittoil modo in cui i coniugi, nel loro mutuoamore, ricevono il dono dello Spirito diCristo e vivono la loro chiamata allasantità. Benedetto XVI, ha ripreso iltema della verità dell'amore tra uomo edonna, che s'illumina pienamente soloalla luce dell'amore di Cristo crocifisso.Egli ribadisce come «il matrimonio ba-sato su un amore esclusivo e definitivodiventa l'icona del rapporto di Dio conil suo popolo e viceversa: il modo diamare di Dio diventa la misuradell'amore umano». Inoltre, evidenzial'importanza dell'amore come principiodi vita nella società, luogo in cui s'imparal'esperienza del bene comune.

Il sacramento del matrimonio«La Scrittura e la Tradizione ci apro-

no l'accesso a una conoscenza dellaTrinità che si rivela con tratti familiari.La famiglia è immagine di Dio, che […]è comunione di persone. Nel battesimo,la voce del Padre designa Gesù comesuo Figlio amato, e in questo amore ciè dato di riconoscere lo Spirito Santo.Gesù, che ha riconciliato ogni cosa insé e ha redento l'uomo dal peccato, nonsolo ha riportato il matrimonio e la fa-miglia alla loro forma originale, ma haanche elevato il matrimonio a segnosacramentale del suo amore per la Chie-sa. Nella famiglia umana, radunata daCristo, è restituita la immagine e somi-glianza della Santissima Trinità, misteroda cui scaturisce ogni vero amore. DaCristo, attraverso la Chiesa, il matrimo-nio e la famiglia ricevono la grazia dello

Francesco Pelosi di San Lorenzelloper grazia ricevuta

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Spirito Santo, per testimoniare il Vangelodell'amore di Dio» (RSF 38). Il sacra-mento del matrimonio non è una con-venzione sociale, un rito vuoto o il merosegno esterno di un impegno. Il sacra-mento è un dono per la santificazione ela salvezza degli sposi, perché «la lororeciproca appartenenza è la rappresen-tazione reale, per il tramite del segnosacramentale, del rapporto stesso diCristo con la Chiesa. Gli sposi sonopertanto il richiamo permanente per laChiesa di ciò che è accaduto sulla Croce;sono l'uno per l'altra, e per i figli, testi-moni della salvezza, di cui il sacramentoli rende partecipi» (FC 13). Il matrimo-nio è una vocazione, in quanto è unarisposta alla specifica chiamata a viverel'amore coniugale come segno imperfettodell'amore tra Cristo e la Chiesa. Pertan-to, la decisione di sposarsi e di formareuna famiglia dev'essere frutto di un di-scernimento vocazionale. «Il dono reci-proco costitutivo del matrimonio sacra-mentale è radicato nella grazia delbattesimo che stabilisce l'alleanza fon-damentale di ogni persona con Cristonella Chiesa. Nella reciproca accoglienzae con la grazia di Cristo i nubendi sipromettono dono totale, fedeltà e aper-tura alla vita, essi riconoscono comeelementi costitutivi del matrimonio idoni che Dio offre loro, prendendo sulserio il loro vicendevole impegno, insuo nome e di fronte alla Chiesa. Ora,nella fede è possibile assumere i benidel matrimonio come impegni meglio

sostenibili mediante l'aiuto della graziadel sacramento. […] Pertanto, lo sguardodella Chiesa si volge agli sposi come alcuore della famiglia intera che volgeanch'essa lo sguardo verso Gesù» (RS21). Il sacramento non è una «cosa» ouna «forza», perché in realtà Cristostesso «viene incontro ai coniugi cristianiattraverso il sacramento del matrimonio.Egli rimane con loro, dà loro la forza diseguirlo prendendo su di sé la propriacroce, di rialzarsi dopo le loro cadute,di perdonarsi vicendevolmente, di por-tare gli uni i pesi degli altri» (CCC1642). Il matrimonio cristiano è un segnoche non solo indica quanto Cristo haamato la sua Chiesa nell'Alleanza sigil-lata sulla Croce, ma rende presente taleamore nella comunione degli sposi.Unendosi in una sola carne rappresenta-no lo sposalizio del Figlio di Dio con lanatura umana. Per questo «nelle gioiedel loro amore e della loro vita familiareegli concede loro, fin da quaggiù, unapregustazione del banchetto delle nozzedell'Agnello». Benché «l'analogia tra lacoppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa» sia una «analogia imperfetta»,essa invita ad invocare il Signore perchériversi il suo amore dentro i limiti dellerelazioni coniugali. L'unione sessuale,vissuta in modo umano e santificata dalsacramento, è a sua volta per gli sposivia di crescita nella vita della grazia. Èil «mistero nuziale». Il valore dell'unionedei corpi è espresso nelle parole delconsenso, dove i coniugi si sono accolti

e si sono donati reciprocamente percondividere tutta la vita. Queste paroleconferiscono un significato alla sessua-lità, liberandola da qualsiasi ambiguità.Tuttavia, in realtà, tutta la vita in comunedegli sposi, tutta la rete delle relazioniche tesseranno tra loro, con i loro figlie con il mondo, sarà impregnata e irro-bustita dalla grazia del sacramento chesgorga dal mistero dell'Incarnazione edella Pasqua, in cui Dio ha espressotutto il suo amore per l'umanità e si èunito intimamente ad essa. Non sarannomai soli con le loro forze ad affrontarele sfide che si presentano. Essi sonochiamati a rispondere al dono di Diocon il loro impegno, la loro creatività,la loro resistenza e lotta quotidiana, mapotranno sempre invocare lo SpiritoSanto che ha consacrato la loro unione,perché la grazia ricevuta si manifestinuovamente in ogni nuova situazione.Secondo la tradizione latina della Chiesa,nel sacramento del matrimonio i ministrisono l'uomo e la donna che si sposano,i quali, manifestando il loro mutuo con-senso ed esprimendolo nel reciprocodono corporale, ricevono un grande do-no. Il loro consenso e l'unione dei corpisono gli strumenti dell'azione divina cheli rende una sola carne. Nel Battesimoè stata consacrata la loro capacità diunirsi in matrimonio come ministri delSignore per rispondere alla chiamata diDio (AL 59-75).

Francesco Di Lella e Giuseppina Guarino nel 60° anniversario di matrimonio con familiari (Capua)

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Il Magistero di PapaFrancesco, insieme al suoinstancabile ministero, è pernoi e per il «santo Popolofedele di Dio» un continuostimolo alla conversionedella vita personale e pa-storale. [...]. Fa parte delmagistero diffuso del Papaanche la sua storica visitaa Lesbo: incisiva e com-movente, vissuta in unabbraccio ecumenico. Ciimpegna a non retroce-dere dal fronte dellaaccoglienza; ricorda atutti che le vie di co-municazione sono sìper le merci, ma in-nanzitutto per le per-sone; incoraggia a nonrinunciare al sognoeuropeo nel quale i Padri hanno creduto,così come Papa Francesco ha sottolineatonel ricevere il prestigioso «premio CarloMagno»: «Sogno un'Europa che si prendecura del bambino, che soccorre come unfratello il povero e chi arriva in cerca diaccoglienza perché non ha più nulla e chiederiparo… Sogno un'Europa in cui esseremigrante non sia delitto bensì un maggiorimpegno con la dignità di tutto l'essereumano». Dobbiamo qui riconoscere il per-manente sforzo dell'Italia, sempre in primalinea per accogliere e salvare tante vite didisperati da ignobili mercanti. [...]. Il suddel mondo si è messo in marcia sotto la

spinta di circostanze difficili o tragiche: èun inarrestabile esodo. È doveroso chiedercise non sia questo un banco di prova perchél'Europa del diritto, della democrazia e dellalibertà, culla e sorgente dell'umanesimo,irrorata dalla sorgente perenne del Vangelo,possa riscoprire se stessa. [...]. In occasionedello storico incontro di Papa Francescocon il Patriarca Kirill a Cuba, si è levatacongiunta la voce di Abele, che grida finoal cielo: «In molti Paesi del Medio Orientee del Nord Africa i nostri fratelli e sorellein Cristo vengono sterminati per famiglie,villaggi e città intere… In Siria, in Iraq ein altri Paesi del Medio Oriente, constatiamocon dolore l'esodo massiccio dei cristianidalla terra dalla quale cominciò a diffondersila nostra fede, e dove essi hanno vissuto,fin dai tempi degli Apostoli, insieme adaltre comunità religiose». Nel mondo sem-bra che cresca l'indifferenza verso tantaviolenza, come se i veri problemi fosseroaltri che il diritto di professare la propriafede senza subire persecuzione e morte, oessere costretti a vivere da fuggiaschi inpreda alla paura. Si contano ormai 200milioni di cristiani perseguitati sul pianetasotto gli occhi distratti e indifferenti delmondo [...]. Accanto alle vittime della per-secuzione religiosa, ci sono quelle causatedal terrorismo, che continua a seminaremorte, angoscia e rapimenti. Esiste qualcunoche possa fermare tanto oscurantismo poli-tico, sociale, religioso, su cui prospera ilcommercio delle armi? [...]. L'Occidente

quale offerta culturale fa allegenerazioni di immigratiormai naturalizzati nelContinente? Quale visionespirituale offre? Il benesseremateriale è ricercato espesso raggiunto; ma i benidi consumo da soli nonsono sufficienti: è neces-saria una visione di valorie di ideali - favorita daun'alta istruzione e da uncontesto di buone rela-zioni - per cui ognunosenta che vale la penasacrificarsi. Diversa-mente, l'anima restavuota ed esposta ad ognisuggestione, anche lapiù assurda e turpe:«Quando la cultura sicorrompe e non si ri-

conosce più alcuna verità oggettiva o prin-cipi universalmente validi - avverte il SantoPadre - le leggi verranno intese solo comeimposizioni arbitrarie e come ostacoli daevitare». [...].

La Chiesa in Italia cammina verso laGiornata Mondiale della Gioventù che, nelprossimo luglio, si terrà a Cracovia, la cittàdi San Giovanni Paolo II, che quelle Gior-nate ha voluto come un'idea dello Spirito.Un altro appuntamento rilevante è quellodel Congresso Eucaristico Nazionale, chesi celebrerà a Genova dal 15 al 18 settembreprossimo. [...].

La nostra attenzione va al popolo alquale apparteniamo, con affetto di Pastorie di cittadini. Vorremmo poterlo vedere piùsereno, occupato nel lavoro, proiettato confiducia verso il futuro, incoraggiato dalleprospettive dei giovani, lieto nell'intrecciodi generazioni che si guardano con simpatia,fiducia, solidarietà. Gli indicatori che sileggono, purtroppo, non sembrano andarein questa direzione. Dall'inizio della crisil'occupazione è caduta del 4,8%, una dellecontrazioni più rilevanti in Europa: i datiricorrenti dicono che la fascia tra i 15 e i24 anni in cerca di lavoro è prossima al40% contro il 22% della media europea: intermini percentuali siamo i peggiori, subitoprima della Bulgaria. Forte preoccupazionela esprimiamo anche per gli adulti che, unavolta perso il lavoro, si trovano nella diffi-coltà a rientrarvi con grave danno per leproprie famiglie oltre che per la propria

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LA CHIESAD'ITALIA

INCAMMINO

Liverini Alessandro e Angela Parentedi Telese (4/VII/2015)

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dignità. Il peso della vita quotidiana, allaricerca dei beni essenziali, diventa semprepiù insostenibile, compreso il bene primariodella casa. La povertà assoluta investe 1,5milioni di famiglie, per un totale di 4 milionidi persone, il 6,8 della popolazione italiana!Mentre la platea dei poveri si allarga inglo-bando il ceto medio di ieri, la porzione dellaricchezza cresce e si concentra sempre piùnelle mani di pochi, purtroppo a volte ancheattraverso la via della corruzione personaleo di gruppo. [...].

Un altro fronte che ci interroga è quellodella natalità. Finalmente, dopo anni chelo richiamiamo, oggi perlomeno si parla diinverno demografico: l'immagine - seppurefficace - non suscita però ancora la neces-saria coscienza della gravità. Ad oggi, sivedono segnali positivi di sostegno e pro-mozione della famiglia che, oltre ad essereil grembo naturale della vita, è palestra diumanesimo, di virtù civili, di socialità e dieducazione nell'intreccio di generazioni edi generi, primo ammortizzatore sociale.Tali segnali hanno, però, bisogno di essereincentivati e, soprattutto, di diventare strut-turali. I dati ISTAT rimangono impietosi:quelli del 2015 sono i dati peggiori dall'unitàd'Italia. Lo scorso anno, a fronte di 653.000decessi, le nascite sono state 488.000, men-tre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese.La demografia è un indicatore decisivo dellostato di salute di un Paese [...].

Un terzo fantasma sta crescendo nelPaese: il gioco d'azzardo. La recente leggeintima che il numero delle slot machine siriduca del 30% in quattro anni; in realtà ècresciuto del 10,6% in quattro mesi, salendoa 418.210. Negli ultimi sei anni, mentre frala popolazione è salita la soglia della pover-tà, l'affare-azzardo ha raggiunto il 350%,fino a 84 miliardi. A fronte di così cospicuiinteressi a diversi livelli, chi sarà in gradodi resistere alle pressioni delle lobby eintervenire in modo radicale? La ricadutasociale della ludopatia è devastante per isingoli, che perdono il lavoro, rompono irapporti familiari, diventano facile preda dialtre dipendenze fino al suicidio [...]. È suquesti problemi che la gente vuole vedereil Parlamento impegnato senza distrazionidi energie e di tempo, perché questi sono iproblemi veri del Paese, cioè del popolo.Per questo non si comprende come cosìvasta enfasi ed energia sia stata profusa percause che rispondono non tanto a esigenze- già per altro previste dall'ordinamento

giuridico - ma a schemi ideologici. La re-cente approvazione della legge sulle Unionicivili, ad esempio, sancisce di fatto unaequiparazione al matrimonio e alla famiglia[...]. «La famiglia si fonda sul matrimonio- hanno dichiarato Papa Francesco e il Pa-triarca Kirill - atto libero e fedele di amoredi un uomo e una donna... Ci rammarichia-mo che altre forme di convivenza sianoormai poste allo stesso livello di questaunione, mentre il concetto di paternità e dimaternità, come vocazione particolaredell'uomo e della donna nel matrimonio...viene estromesso dalla coscienza pubblica».«La famiglia - aveva già ribadito il SantoPadre - è fondamento della convivenza erimedio contro lo sfaldamento sociale». Eancora: «Il matrimonio tende ad essere vistocome una mera forma di gratificazioneaffettiva che può costituirsi in qualsiasimodo e modificarsi secondo la sensibilitàdi ognuno». In altra occasione aveva ribaditoche la «complementarietà sta alla base del

matrimonio e della famiglia», per cui «oc-corre ribadire il diritto dei bambini a crescerein una famiglia, con papà e una mamma,capaci di creare insieme un ambiente idoneoal suo sviluppo e alla sua maturazione af-fettiva... Con i bambini e i giovani non sipuò sperimentare: non sono cavie da labo-ratorio». E, a proposito della teoria delgender che è sempre alle porte in modostrisciante, il Pontefice ha più volte ripetutoche «è uno sbaglio della mente umana»,esprimendo anche il dubbio «se non siaanche espressione di una frustrazione e diuna rassegnazione che mira a cancellare ladifferenza sessuale perché non sa confron-tarsi con essa». Non si comprende comequeste affermazioni, tanto chiare di PapaFrancesco - e ribadite a più riprese daiVescovi - passino costantemente sotto si-lenzio, come se mai fossero state pronun-ciate o scritte. Le facciamo nostre una voltadi più, perché possano tradursi in impegnofattivo (17/V/2016).

Card. Angelo Bagnasco

Il 30 maggio 2016 D. Edoardo Viscosi parroco di San Martino in Cerreto Sannita ha benedettola statua di Gesù misericordioso in piazza Roma, dono di Maria Di Crosta nel giorno del suo102° compleanno, in memoria del marito Michele Mendillo, alla presenza delle Autorità ecittadini

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Amate i vostri Sacerdoti10/58

I sacerdoti? Sono più organizzati, so-cievoli, disponibili, modesti ed estroversidi chi non è consacrato. Non solo. Hannouna stabilità emotiva di gran lunga supe-riore alla media dei laici, siano essi cre-denti o non credenti. Insomma, donarsicompletamente al Signore dicendo il pro-prio “eccomi” è sinonimo di un benesserepsicologico che fa quasi invidia. Nientea che vedere con immagini distorte (taloraveicolate dai mezzi di comunicazione)che vogliono il prete come un uomo“meno uomo”, segnato da rinunce e pri-vazioni. A confermare che il presbitero èun fratello «esperto in umanità», secondola celebre definizione di Paolo VI sullaChiesa, è la scienza. O, per essere precisi,uno studio del Centro nazionale dellericerche (Cnr) sulla personalità dei sacer-doti. «Per la prima volta sono stati analiz-zati i profili caratteriali dei preti confron-tandoli con quelli dei fedeli ma anche conquelli di non credenti o agnostici», spiegal'ideatore e coordinatore del lavoro, Anto-nio Cerasa, docente di psicologia dellacomunicazione all'Università di Catanzaro.In tutto sono stati coinvolti 200 presbiteriitaliani (in gran parte secolari ma ancheregolari) insieme con 300 praticanti e 200laici indifferenti. I risultati dell'indagine,curata dall'Istituto di bioimmagini e fisio-logia molecolare del Cnr di Catanzaro,sono stati pubblicati sulla rivista interna-zionale «Personality and Individual Dif-ferences». Il gruppo di ricerca ha impie-gato uno dei test più accreditati per lavalutazione della personalità. Cinque sono

stati i fattori presi in esame: la stabilitàemotiva, l'estroversione, l'amicalità,l'apertura mentale e la coscienziosità.Cinque dimensioni in cui i sacerdoti spic-cano. «La coscienziosità che indica affi-dabilità, puntualità, capacità di auto-organizzarsi, un tratto già considerato unodei pilastri del profilo del credente, siconferma alto nei fedeli laici e risulta altoanche nei sacerdoti», afferma il ricercatoredel Cnr.

Per quanto riguarda l'amicalità - fattorecon cui si intende la capacità di essereempatici, modesti, sensibili, altruisti efiduciosi - «finora poco studiata nei mini-stri del culto in genere, è emerso che tuttele persone credenti hanno un elevato pun-teggio, ma risulta significativamente mag-giore nei sacerdoti rispetto ai laici», sot-tolinea Cerasa.

Guardando all'affettività e alla estro-versione, «si nota chiaramente nei sacer-doti la bassa impulsività e lo scarso desi-derio di andare alla ricerca di nuovesensazioni», continua l'esperto. Infine,scandagliando l'apertura mentale, il Cnrha scoperto che «sia i fedeli laici sia isacerdoti mostrano una chiara tendenzaad approfondire ciò che è già conosciuto,piuttosto che a esplorare nuovi ambiti diconoscenza. E, per ciò che attiene ai valori,tendono ad affidarsi a un'autorità ricono-sciuta all'interno della comunità».

Il fattore R, ossia religioso, tempra inmaniera pressoché identica sia l'indole deisacerdoti ordinati, sia quella dei religiosi.Non vengono alla luce sostanziali diffe-

renze nella personalità del clero secolaree in quella del clero regolare, tranne cheper un elemento: chi appartiene a unacongregazione ha una minore predisposi-zione ad auto-organizzarsi. E forse ciò sispiega con la vita comunitaria che in molticasi è parte del carisma di un ordine reli-gioso.

Negli scorsi anni numerose ricerche,soprattutto nei Paesi anglosassoni, avevanodimostrano come la religiosità giochi unruolo positivo sulla psicologia umana. Chicrede ha un'aspettativa di vita più lunga,minori disturbi depressivi e una ridottadipendenza dal fumo e dall'alcol, avevanoevidenziato molteplici indagini. «Recen-temente - osserva Cerasa - alcuni ricerca-tori hanno ipotizzato che questa tendenzaall'equilibrio psicofisico sia in parte legataanche all'attitudine caratteriale della per-sona.

I primi studi eseguiti sui gruppi dicredenti laici hanno confermato questaipotesi, ma un'indagine diretta sui ministridella Chiesa non era stata compiuta». Ciha pensato un pool di studiosi della Peni-sola a colmare il vuoto. «La nostra ricercaconferma alcune caratteristiche di coloroche vivono un'esperienza di fede - conclu-de il coordinatore - ma soprattutto rivelatratti peculiari dei sacerdoti che non eranomai stati portati alla luce prima.

Nell'ambito ecclesiale qualcuno sostie-ne che le nostre conclusioni non siano unanovità. In realtà abbiamo mostrato il voltopiù personale dei preti».

Giacomo Gambassi

Amate i vostri Sacerdoti

Seminaristi della diocesi di Aversa in visita a Cerreto e al Santuario (25/V/2016)

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SAN FRANCESCO SAVERIOFrancesco Saverio

nacque il 7 aprile del 1506nel castello di Xavier, inNavarra, un minuscoloregno situato nella Spagnadel Nord. Era l'ultimo dicinque figli di Maria diAzpilcueta e di Juan deYasu presidente del Con-siglio reale di corte. La suafamiglia era nobile e pro-fondamente cristiana.Aveva nove anni quandola Navarra perse la indi-pendenza, divenendoprovincia di Spagna, enello stesso anno morivasuo padre.

Nel 1521 i navarrini, etra essi anche i due fratellidi Francesco Saverio,aiutati dall'esercito fran-cese, ripresero le armicontro la Spagna e con-quistarono la capitale dellaNavarra, Pamplona, la cuifortezza era difesa ancheda Ignazio di Loyola, che rimase grave-mente ferito ad una gamba. In seguito glispagnoli dominarono un'altra volta laNavarra e confiscarono i beni della fami-glia di Francesco Saverio, infliggendoun duro colpo al loro prestigio e alla lorosituazione economica. Nel 1524 i navar-rini firmarono la pace con gli spagnoli efinalmente Francesco e sua madre, dopoanni di separazione, poterono riabbrac-ciare i loro cari. Francesco Saverio aveva18 anni ed era ad un bivio della sua vita,doveva scegliere tra la carriera militaree quella ecclesiastica. Scelse la secondae nell'ottobre del 1525 partì per Parigiper studiare alla Sorbona. Egli aveva dueaspirazioni fondamentali: provare che lasua famiglia discendeva dai re e dalleregine di Navarra e guadagnarsi un postodi rilievo nella Chiesa.

Nel 1530 conseguì il dottorato ecominciò ad insegnare. Nel collegio Santa

Barbara, dove risiedeva, conobbe Ignaziodi Loyola, il nemico della sua famiglia.L'incontro gli permise di cambiare radi-calmente la rotta della sua esistenza. Eglistesso scriverà in una lettera: «Qualegrazia nostro Signore mi ha fatto nell'averconosciuto il signor maestro Ignazio».Questi, dopo l'assedio di Pamplona, siera convertito e all'età di trentatre annistudiava per diventare sacerdote. Dopolunghe conversazioni con Ignazio, nel1533 Francesco Saverio si convertì allavita religiosa ed entrò nel gruppetto diquei sette giovani che nel 1534 a Mont-martre emisero i voti di povertà, castitàe di obbedienza al Papa. Era il primonucleo della futura «Compagnia di Gesù».Dopo gli «esercizi spirituali» elaboratida Ignazio ne uscì trasformato. Fu ordi-nato sacerdote a Venezia nel 1537 e, dopoun po' di apostolato a Vicenza e a Bolo-gna, raggiunse Roma dove fece il segre-

tario di Ignazio per dueanni. Nel 1540 PaoloIII lo nominò nunzioapostolico per le Indie.

Il 7 aprile 1541,giorno in cui compiva35 anni, salpò da Li-sbona sulla nave delviceré del Portogalloverso l'India. Giunse aGoa, allora capitaledelle colonie portoghesidell'Oriente, il 6 maggiodel 1542. Rifiutòl'alloggio nell'episcopioe si stabilì in ospedaleper potere aiutare inmodo più efficace gliammalati. Per alcunimesi svolse un'intensaattività pastorale, giravaper le strade e le piazzecon un campanello perrichiamare l'attenzionee dopo aver radunato ifedeli li conduceva inchiesa dove li istruiva

alla dottrina cristiana. Andava a visitarei carcerati e gli «amici lebbrosi». Da tuttiera chiamato il «Padre buono». Siprodigò, inoltre, per la costruzione di uncollegio dove poter formare il clero. Dopocinque mesi di permanenza a Goa, partìper la Costa della Pescheria, situata nellaparte sud-orientale dell'India. Era la terradei pescatori di perle, gente molto povera,sparsa in numerosi piccoli villaggi. Pochianni prima circa ventimila pescatori sierano convertiti al cristianesimo, ma eranorimasti senza una guida. Francesco, conl'aiuto di alcuni interpreti, si sforzò diapprendere la loro lingua, il tamil, tradus-se le preghiere e le imparò a memoria.In ogni villaggio radunava bambini, gio-vani e adulti e li istruiva. Lavorò in quelleterre per quasi due anni, visitando piùvolte tutte le comunità. In una delle suetante lettere inviate ai confratelli in Europaspiegò il suo metodo di evangelizzazione:

APOSTOLO DELL'ORIENTE E PATRONO DELLE MISSIONI

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«Dopo aver lasciato in questo villaggiouna persona in grado di mandare avantil'opera iniziata, sto visitando gli altrivillaggi ove faccio le stesse cose, in modoche occupazioni sante e pie non manchinomai in questi luoghi […]. In tutti i villaggiche visito lascio le orazioni scritte e acoloro che sanno scrivere ordino di scri-verle, di impararle a memoria, di recitarleogni giorno, ingiungendo inoltre di riu-nirsi tutti ogni domenica per pregare. Atale scopo lascio nei villaggi uno conl'incarico di fare ciò». Oltre ad evange-lizzare egli visitava e curava gli ammalati,aiutava i più poveri, edificava cappelle eamministrava i sacramenti. Dormiva sulpavimento, mangiava una volta al giornoriso e pesce e indossava vesti lacere, alcollo portava un rosario. Le conversionioperate furono numerose. I biografi par-lano anche di molti miracoli, ottenuti conle sue preghiere, tanto che cominciaronoa chiamarlo «Padre Santo». Nel biennio1545-1547 lavorò prima a Malacca e poinelle isole Molucche, con fatica appreseil malese e tradusse la dottrina cristianaper renderla comprensibile agli infedeli.In quei luoghi egli trovò delle situazionimorali impressionanti sia tra gli indigenisia tra i mercanti portoghesi. Riuscì arivitalizzare il cristianesimo e a trasmet-tere ai cristiani un po' della sua speranza,con la promessa che sarebbero arrivatialtri sacerdoti. Intanto nelle sue letteresupplicava le autorità politiche e religioseeuropee di inviare sacerdoti in maggiornumero e i suoi disperati appelli comin-ciavano a dare frutti. Nel 1548, quandotornò a Goa, trovò nel collegio diversigesuiti arrivati dall'Europa per aiutarlonella sua missione. Egli scrisse per lorouna serie di istruzioni. Un brano di esserecita: «Procurerete con tutte le vostreforze di farvi amare da questa gente,perché essendo amati otterrete moltomaggiore frutto che non essendo odiatida loro».

Il 15 agosto 1549, insieme ad un suocompagno missionario e tre giapponesicovertiti, arrivò in Giappone, abitata dagente «molto desiderosa di conoscere einteressata alle cose religiose». All'iniziole conversioni furono abbondanti, ma ibonzi buddisti, con i quali ebbe numerosediscussioni, ostacolarono la sua missione.Decise di presentarsi all'imperatore e alleuniversità della capitale Miyako, oggiKioto; ma a causa della guerra civile inatto, le università non gli aprirono le porte

e l'imperatore in fuga non volle riceverlo.Si presentò con splendidi abiti e preziosidoni al principe di Yamaguchi che gliconcesse l'autorizzazione di predicare ilVangelo. L'attività evangelizzatrice creb-be in modo impressionante sia a Yama-guchi che nel vicino regno di Bungo. Indue anni d'intenso apostolato gettò ilseme della fede cristiana nell'imperogiapponese.

All'inizio del 1552 arrivò a Malacca,dove con immensa gioia trovò varie let-tere spedite dall'Europa e in una di queste,scritta dal padre Ignazio, apprese che erastato nominato Provinciale dell'ordinedei gesuiti per l'Oriente. Questo incaricogli consentì di nominare come superioredel collegio di Goa un uomo di sua fidu-cia. Per due mesi poi si dedicò alla cono-scenza e alla formazione di giovani con-fratelli della Compagnia giunti al collegio.Uno di questi, Emanuele Texeira, in unabiografia del Padre Francesco scriverà:«Andava quasi sempre con gli occhi ri-volti al cielo, nella vista del quale diconoche trovasse particolare gioia e confortoe, perciò, camminava con il volto cosìgioioso e acceso da causare grande letiziain tutti quelli che lo vedevano».

Francesco Saverio era convinto cheil Paese capace di influenzare cultural-mente e spiritualmente gli altri fosse laCina, dove però era proibito entrare aqualsiasi straniero. Progettò un viaggiodiplomatico, ma il governatore di Malaccasi oppose. Egli s'imbarcò ugualmente enel mese di agosto del 1552 approdòall'isola di Sanciàn, poco lontano dallecoste della Cina. Si fece costruire subitouna capanna che doveva servire da chiesa.Tutti i tentativi di trovare qualcuno chelo trasportasse in Cina risultarono vani.Alla fine di novembre si ammalò grave-mente e morì prima dell'alba il 3 dicembre1552 a 46 anni. Dopo la sua morte moltigesuiti cominciarono ad arrivare in Orien-te. Si ricorda in particolare l'italiano Mat-teo Ricci, inviato prima nelle Indie Orien-tali e poi in Cina, dove la sua azionemissionaria durò fino al 1610, anno dellasua morte. Francesco Saverio fu dichia-rato Santo dal Papa Gregorio XV il 12marzo del 1622, insieme con Ignazio diLoyola. Nel 1927 il Papa Pio XI gli con-ferì il titolo di Patrono universale dellemissioni cattoliche, insieme a santa Teresadi Lisieux.

Wanda Del Vecchio

Angela Resse (2/IV/2015)di Alderigio e Maria Napolitano

(San Salvatore Telesino)

Giordano Lorenzo (21/IX/2015)di Pasquale e Patrizia Guarino

(Cerreto)

Lavorgna Sveva Rita (10/XI/2015)di Biagio e Daniela Festa

(Telese)

Giuseppe Di Lauro (19/V/2015)di Vincenzo e Anna Fusco

(Cerreto)

Solla Domenico (14/V/2015)di Vittorio e Lucia Pelosi

(Pietraroja)

Franco Umberto (12/VI/2013)di Domenico e GiuseppinaScetta (Massa di Faicchio)

Bimbi in SantoCONSACRATI ALLA MADONNA

Bimbi in Santo

Matrimoni al Santuario

Sanzari Diego Nicolae Grazia Simone

di San Lorenzello (11/VI/2016)

50°

De Nigris Carloe Raffaela Mazzuccodi Puglianello (16/IV/2016)

Giuseppe Guerraed Elisa Zazzarino

di Sant'Angelo d'Alife (1/V/2016)

Iermieri Giovannie Ceniccola Mariadi Montreal (3/VII/2016)

40°

Lavorgna Antonioe Maria Giordano

di San Lorenzello (11/VI/2016)

25°

Ciarleglio Bartolomeoe Luisa Simonelli

di Guardia Sanframondi(25/IV/2016)

Barone Giuseppee Franca Lavorgna

di Castelvenere (18/V/2016)

Emilio Di Biasee Miriam Romanelli

di Cusano Mutri (19/VI/2016)

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Comitato della Festa Frati Cappuccini

ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

Giubileo Mariano Diocesano

Festa della Madonna delle GrazieCon Maria, madre di Misericordia, la gioia dell'Amore da vivere nelle Famiglie «Di generazione in generazione la sua Misericordiasu quelli che lo temono…» (Lc 1,50)La Madonna delle Grazie, in questo Anno Santo, con premura materna sempre più dolce e più forte invita tutti noi ad accoglierel'infinita Misericordia di Dio e a viverla nella nostra vita e nelle nostre famiglie.

PROGRAMMA RELIGIOSO19-22 giugno: PARROCCHIA DI S. MARTINO: TRIDUO DI PREPARAZIONEDomenica 19 giugno, Santuario, ore 18,30: S. Messa e processione verso la chiesa di S. Martino20-22 giugno: chiesa di San Martino ore 09,15: Lodi e s. Messa; ore 17,30 rosario e S. MessaMercoledì 22 giugno, ore 18,30: processione da S. Martino alla Cattedrale

23 GIUGNO-1 LUGLIO: CATTEDRALE: NOVENA E PELLEGRINAGGI DIOCESANIore 06,40: Lodi e s. Messa; ore 09,00: rosario e s. Messaore 18,00: Accoglienza dei fedeli nella chiesa di S. Maria di Costantinopoli, rosario e processione giubilare verso la Cattedraleattraversando la Porta Santa della Misericordia, novena e S. Messa con omelia di fr. Raffaele Abagnale, cappuccino23 giovedì pellegrinaggio forania di Cerreto Sannita24 venerdì pellegrinaggio forania di Airola25 sabato pellegrinaggio diocesano dei Bambini di prima Comunione26 domenica SS. Messe: ore 8,00 - 10,30 - 18.3027 lunedì pellegrinaggio forania di Sant'Agata de' Goti28 martedì pellegrinaggio forania di Telese Terme29 mercoledì pellegrinaggio diocesano di gruppi di s. Pio da Pietrelcina30 giovedì pellegrinaggio diocesano delle Religiose e dei Religiosi01 venerdì pellegrinaggio diocesano degli adolescenti e giovani cresimati

SABATO 2 LUGLIO IN CATTEDRALESS. Messe: ore 05,00 - 06,00 - 07,00 - 08,00 - 09,00 - 10,00 - 12,00 - 18.30

Ore 10,00: S. Messa solenne presieduta da S. Ecc. Mons. Michele De Rosa e concelebrata dal presbiterio diocesano.Corale della Cattedrale di Cerreto, diretta dalla M° Elvira Landino, all'organo M° Nicola FlorioOre 18,30: S. Messa e al termine

Processione dalla Cattedrale al Santuario

DOMENICA 3 LUGLIO AL SANTUARIOSS. Messe: ore 08,30 - 10,30 - 12,00 - 18,30

PROGRAMMA CIVILE02 sabato ore 09,00: Arrivo presso la Cattedrale di Cerreto della Banda musicale «G. Mastrillo»

di Cusano Mutri, diretta dal M° A. Fuscoore 21,30: Fuochi pirotecnici a cura della premiata ditta Pannella di Ponte,

offerti dalla famiglia De Libero e dagli Emigrati in Venezuelaore 22,00: Spettacolo musicale di Tony Tammaro in concerto

03 domenica: ore 21,30: Spettacolo musicale con Povia in concertoore 23,30: Estrazione della Lotteria 2016

Le luminarie saranno curate dalla premiata ditta Davide Iannella di Benevento

Mini-progetto di «Solidarietà mariana». Come ogni anno, anche in questo Giubileo straordinario della Misericordia, dallaMadonna delle Grazie partirà un contributo per qualche necessità della nostra Diocesi. L'anno scorso sono stati donati 800¤per curare malattia e aiuto di un fratello marocchino. Fraternamente grazie a tutti i generosi Benefattori e Collaboratori.

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Sotto la Protezione di Maria

LavorgnaSveva Ritadi Biagioe DanielaFesta(Telese)

GiordanoPasqualee Patrizia

Guarinocon i loro figli

Pietro e Lorenzo(Cerreto)

Bambini di prima comunione della parrocchia San Giuseppe Moscati di Benevento con genitori e parroco D. Lupo Palladino (2/VI2016)

Vittorio Solla e Lucia Pelosi con il loro bambino Domenico (Pietraroja) Erika Parente con suo figlio Sebastian (Venezuela)

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Angelo Umberto Labagnaradi Castelvenere

* 11/X/1937 + 15/XI/2015

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Risorgerannonella luce di Cristo

Nicola Rapuanodi San Salvatore Telesino

* 24/XI/1930 + 25/IV/2016

Maria Grazia Durante* Cerreto 4/VI/1939

+ San Salvatore 28/VII/2015

Giuseppe Parente* Cerreto 18/III/1936+ Francia 2/XI/2015

Andreana Amanteadi Puglianello

* 24/II/1952 + 10/III/2016

Carol Di Crosta* 15/VII/1946

+ U.S.A 25/III/2015

Pasqualina Pelosi* Cerreto 31/XII/1930

+ Inghilterra 21/VIII/2015

Paolo Di Crosta* Cerreto 15/XII/1928

+ U.S.A. 5/VI/2015

Antonio Gismondidi Cerreto

* 17/III/1929 + 11/III/2016

Luisa Ferridi San Salvatore Telesino

* 14/IX/1935 + 23/XI/2015

«Colui che è» chi mai è?

Sarà l'ultima e l'unica esperienzache non potrò mai raccontare al mondo...

Quando la Mano ben decisa e fermaporrà fine ai battiti del cuorespremendo fino in fondo il mio respiro,forse tremerò nello spiraglio dell'ignoto.

Come sarà? Chi mai sarà lo sconosciuto?La mente libera dai freni dell'umanosorvolerà leggera le creaturepuntando dritta negli spazi eterni.

L'intelligenza pura senza più dolores'introdurrà felice nei segreti della vitae capirà le stelle, i moti eterni,l'ingranaggio misterioso di tutte le esistenze.

Conoscerà l'origine o il cerchio senza fineeppure aperto dell'Essere divinoe in Lui si perderà pacatanella vocazione personale dell'immenso.

«Colui che è» chi mai è?

E' il Padre che mi ha evocata dall'eterno?Il suo Volto è quello del Figlio di Maria?E' il fuoco, l'acqua, il vento e la sorgentesempre pura e cristallina dello Spirito?

Ma come è bello? E come è l'Amore?Quello umano non si paragona...Manca sempre qualche cosa alla personache aspira all'infinito senza sosta.

L'anima lo sa ma non lo dice

L'intelligenza, certo, non ho dubbi,lo conoscerà soltanto quandoin Lui s'annegherà.

Per questo scintillò nel mondo

Maria Brignoli

Page 16: 2016 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE · la pace che ha vinto il peccato, la morte e la paura. È la pace che non divide, ma unisce; è la pace che non lascia soli, ma ci fa

Santuario Maria SS. delle Grazie e convento dei Frati CappucciniCERRETO SANNITA (BN)

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