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MIMI’ BUZZACCHI QUILICI SABRINA FERRARI IRENE FOGLIO FEDERICA GALLI RINA INVERNIZZI CRISTINA IOTTI DEBORAH KERR CLARA MAGROGRASSI MADDALENA NENE NODARI BEATRICE PASTORIO IVA RECCHIA ANNA RUGGERINI Torre Civica 4 Marzo - 9 Aprile 2012 ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN Mantova M&C CANALI CORNICI D’ARTE Mantova Associazione Pro Loco Medole Civica Raccolta d’Arte

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Page 1: 2012 - sistemamusealeprovinciale.mantova.it · La sua creatività spazia dai dipinti di fiori, ai paesaggi, ma la sua forza espressiva si manifesta soprattutto con “temi africani”

MIMI’ BUZZACCHI QUILICI

SABRINA FERRARI

IRENE FOGLIO

FEDERICA GALLI

RINA INVERNIZZI

CRISTINA IOTTI

DEBORAH KERR

CLARA MAGROGRASSI

MADDALENA NENE NODARI

BEATRICE PASTORIO

IVA RECCHIA

ANNA RUGGERINI

Torre Civica4 Marzo - 9 Aprile

2012ARIANNA SARTORI

ARTE & OBJECT DESIGNMantova

M&CCANALI

CORNICI D’ARTEMantova

AssociazionePro Loco Medole

CivicaRaccolta

d’Arte

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Mostra e Catalogo a cura di Giovanni Magnani

La rassegna, organizzata dall’Associazione Pro Loco di Medole in oc-casione dell’8 marzo “Giornata Internazionale della Donna”, apre le

stanze della Torre Civica a dodici artiste. Una mostra collettiva, un ricamo nato dall’intreccio di fili. E tre fili rossi mi hanno guidata nella lettura di questo racconto al femminile: la diffe-renza, il numero dodici ed il partire da sé. Differenza perché sono state chiamate dodici donne che non apparten-gono ad un gruppo artistico ma che lavorano e hanno lavorato indivi-dualmente ed indipendentemente l’una dall’altra, non c’è tra di loro un legame di conoscenza o un dibattito culturale. Viventi e non, alcune sono figure di grande rilievo nella storia dell’arte nazionale, altre sono profes-sioniste già note alla critica, altre ancora sono giovani artiste che - para-frasando Emily Dickinson - come crisalidi portano in sé tutta la potenza insita nell’attitudine al volo. In parte già presenti nella collezione per-manente della Civica Raccolta d’Arte di Medole, risiedono in territori di differenti province: Mantova, Brescia, Verona, Milano, Modena, Ferrara, Genova, Roma. Sono lo specchio della pluralità delle espressioni artisti-che sia per quanto riguarda la scelta dei soggetti rappresentati che per la tecnica praticata, dalla pittura alla grafica alla scultura.DIFFERENTI IN QUANTO DONNE.Perché esiste una soggettività e una originalità di cui la donna è porta-trice. Perché anche l’arte, come la poesia, la letteratura, la filosofia – e penso alla “Comunità Diotima” di Verona - e la teologia – e penso all’ “Ordine della Sororità” di Mantova – rende conto della differenza di es-sere donne piuttosto che uomini. Così, dodici finestre aprono la Torre al vento di questa primavera 2012. Dodici Signore ed il loro sguardo dentro ed oltre il mondo. Dodici…un numero portatore di messaggi simbolici, legati alla conclusione di un ciclo compiuto – dodici le stagioni – ed al passaggio verso un nuovo inizio. Una strada nuova aperta dall’ostina-zione con la quale ogni giorno si riparte da sé. Una via percorsa solo se capaci di camminare, nella contingenza, in fedeltà a se stesse e al proprio essere Donna…nell’Arte. Francesca Massari

Pittura, Grafica, Scultura

Dodici Signore in un a Torre

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MIMI’ BUZZACCHI QUILICI (1903-1990)

Cara signora ed amica, che io ammiri e lodi le vostre incisioni in legno, lo sapete da anni, e se n’è parlato insieme più volte anche a Ferrara distendendo i grandi fogli sulla vostra grande tavola. Mentre li stendevate, io guardavo le vostre mani e mi stupivo della sicurezza e della forza di quel polso e di quelle dita nel tagliare e scavare il duro bosso e, ciò che è anche più difficile, nel regolare così al punto la pressione della lancetta e della sgorbia sapendo che in questo incidere ogni errore è irreparabile. Di questa meraviglia la prima causa era purtroppo il mio inguaribile dubbio che le arti dette figurative non sieno arti di donna. Voi provate col fatto che lo sono; ma se insistessi chiamandovi un’eccezione, offenderei troppe speranze altrui e diminuirei l’opera vostra e il suo valore artistico che è grande. …Così passando dal descrittivo al monumentale, voi siete penetrata coi vostri ferruzzi addi-rittura nel centro del problema che agita e divide l’arte moderna: la scelta del vero. Molti lo sfuggono inventando e, peggio, rinnegando il vero: sono i più deboli e nella loro notte si fanno coraggio gridando. Altri lo copiano attentamente: servi utili e fedeli, spesso infastiditi dall’on-nipresenza della vera padrona, la fotografia. Altri, i migliori, scelgono il vero che hanno sotto gli occhi, cioè lo dominano; e lo scelgono e lo guardano e lo ricompongono secondo il loro senti-mento e il loro ideale, sapendo che in arte il vero non è che il verosimile; ma bisogna, artigiano o artisti, incisori o affrescanti, modesti o superbi, avere prima di tutto, un proprio sentimento e un proprio ideale. Basta vedere come voi distribuite e bilicate i pieni e i vuoti delle vostre ultime stampe, come smorzate o appesantite i neri fin nel pieno sole di Leptis, per collocarvi tra questi migliori. Buon lavoro, dunque, dal vostro amico devoto

Ugo Ojetti

Mantova - Il Lago di Virgilio - 1936 - Xilografia

Mostra e Catalogo a cura di Giovanni Magnani

Tratto da Italia antica e nuova (Firenze, 12 febbraio 1939 – XVII) Ferrara S.A.T.E.- 1939 – XVII

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Nelle tre opere presentate in questa rassegna espositiva si toccano i temi pri-vilegiati dall’artista quali il CIRCO, le DANZE e gli ANIMALI.Il circo lo ritroviamo nelle figure degli ACROBATI dove la spettacolarità dell’equi-librio perfetto viene accentuato dalla verticalità dell’impianto ed amplificato da un’energia che si legge nelle possenti masse muscolari esaltate da una solu-zione sintetista dei volumi.La moderna astrazione delle masse muscolari si ripresenta nelle danze, con la scultura ottico-dinamica della DOUBLE DANCE - COMPLICITA’- opera ca-ratterizzata dalla particolarità’ dell’avere una posizione alter-nativa della figura femminile, grazie ad un incastro posizio-nato nella base.L’aggressiva TIGRE DI MOM-PRACEM, regina dei felini, denota la predilezione dell’ar-tista per il dinamismo plastico che in quest’opera esprime un moto potenziale amplifica-to dalla leggerezza del punto d’appoggio dove trova il ritmo la forza di spinta della elegan-te figura animale.La scultrice predilige l’utilizzo del bronzo; un materiale an-tico sapientemente utilizza-to per realizzare espressioni moderne che si proiettano verso il futuro mossi da una pulsione di prorompente cre-atività.

P.B.

SABRINA FERRARI

Double DanceComplicita’

2010bronzo patinato a caldo

Sabrina Ferrari347 7636353 [email protected]

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IRENE FOGLIOÈ nell’ambito della figurazione che muove la ricerca espressiva di Irene Foglio, da poco diplomata alla Libera Accademia di Belle Arti (L.A.B.A.) di Brescia. Lo sguardo della giovane pittrice spazia dalla figura umana, con una spiccata attenzione per i volti femminili, alla natura morta, intesa come rappresentazione di semplici oggetti di uso comune, colti da angolazioni inusuali su sfondi preva-lentemente monocromatici. Si colgono già dalle prime prove la “buona mano”, la padronanza tecnica e un’innata raffinatezza, tanto nei tagli compositivi quanto nelle varie modulazioni del bianco – nero, scelta cromatica che attualmente Irene sembra prediligere. Ma il tratto distintivo viene forse dai volti, dalla particolare in-tensità degli sguardi, di in-negabile potere comunica-tivo. Sono sguardi che a volte incrociano il nostro, a volte lo evitano, rivolti verso un altrove che non conosciamo, ma che siamo invitati a penetrare: con un linguaggio “interamente fisico” l’autrice ci conduce oltre la soglia, verso la di-mensione interiore dei senti-menti e delle emozioni, e ci mostra il suo mondo, i suoi stati d’animo, le contraddi-zioni anche, la forza e la fragilità, la determinazione e lo scoramento, la fiducia e la disillusione di una gio-vane donna che, come tanti suoi coetanei, abbandona-ta l’adolescenza si affaccia alla vita adulta chiedendo spazio per sé e per i propri sogni, senza la certezza di una risposta.

(Emmeci, febbraio 2012)Senza titolo

2010acrilico su tavola

Irene [email protected]

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‘’…fossi capace di disegnare o dipingere un bosco come vorrei, disegnerei e dipingerei i rametti e le foglie ad una ad una. Appunto per questo ammiro l’arte di Federica Galli la quale, di fronte alla natura, dimostra col bulino dell’acqua-fortista, una simile fedeltà, e arriva veramente fino in fondo, e non dimentica né un’erba né uno stelo né uno stecco, eppure non cade nella calligrafia, nella ma-niera, nel pedantesco realismo, anzi, fonde quella miriade infati-cabile di segni in un sentimento solo, di nostalgia, o tenerezza, o mestizia, o serena solitudine.”

Dino Buzzati“Un magistero eccezionale, le doti sempre più rare dell’accani-mento e della umiltà artigianali, segnano le acqueforti di Federica Galli; e lo scatto creativo muove sempre dalla grazia dell’occhio, dalla sensibiltà dell’osservazio-ne. Così si frantuma l’involucro apparente, si smaglia il tessuto naturale. Fra i richiami del vero e gli annunci della fantasia crepita minutamente la poesia.”

Alberico Sala“Federica Galli è l’unica artista, fedele ed insieme fantastica, del nostro tempo. Fra molti anni, quando ci si vorrà documentare su com’era la natura, come era la Lombardia, come erano certi al-beri ormai scomparsi, bisognerà ricorrere a lei.” Aligi Sassu“Devo ricredermi. Federica Galli non è brava. È bravissima.”

Giorgio Soavi

FEDERICA GALLI (1932-2009)

Dietro casa1979

Acquaforte

[email protected]

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RINA INVERNIZZI

Pittrice di Caravaggio in terra lombarda si avvicina alla pittura in età adulta, quando incontra la pittrice Erica Campanella e ha l’opportunità di frequentare i suoi corsi. Inizia così il suo percorso artistico con disegni a matita, con lavori a gessetto e a carboncino, con la tecnica dell’acquerello, con i colori ad olio.La sua creatività spazia dai dipinti di fiori, ai paesaggi, ma la sua forza espressiva si manifesta soprattutto con “temi africani” e con questi si è scoperta ottima inter-prete di ritratti. L’aspetto più affascinante della sua pittura si scorge nella proposta di una dimensione concreta, sulla base di una sottile capa-cità di cogliere le emozioni e di rappresentare la realtà nel suo aspetto più tangibile ed essenziale. Nelle opere della Inverniz-zi si evidenzia la capacità di raffigurare in un’istantanea il rapporto filiale ancestrale e i paesaggi tipici dell’Africa con una pennellata precisa e sicura, i colori morbidi e i toni caldi. Dipinti dell’artista hanno fi-gurato in significative rasse-gne d’arte conseguendo pre-mi e riconoscimenti in virtù della loro intensità emotiva e della peculiare freschezza esecutiva.

Roberto BernardiniMadre Himba (Namibia)

2009Olio su tela

Rina InvernizziG.E./ R.B. 348 0628783

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Cristina Iotti continua con la sua coerente ricerca di lirica cromatica con alcune nuovissime opere, ritraendo giovani teste femminili ritagliate su eleganti fondi arabescati, arazzi tessuti con la lievità della matita colorata che isolano nello spa-zio e nel tempo le sue figure.Le ragazze della Iotti sono esseri lontani che però ci tengono stretti alla loro essen-za tramite oggetti molto personali e quotidiani, come un fermaglio per i capelli o un paio di orecchini, o con gesti e sguardi diretti, dettagli intimi che sporgono dalla carta per farsi presenti a noi nella loro immediatezza.Dalle matite di Cristina Iotti, emergono figure femminili cariche di realtà, per cui viene mostrata una certa empatia, volti facenti parte dell’ esperienza quotidiana e della sfera personale e affettiva dell’artista. I suoi personaggi sono colti e ritratti spesso di spalle, raramente in maniera frontale, quasi a farci entrare nel loro mon-

do senza far rumore, così da consentirci di coglierle nel loro stato di riflessione e di as-sortimento.Uno stile terso con una spazio ben orga-nizzato, dove lo stato d’animo delle donne raffigurate presagisce un processo di tra-sformazione interiore per passare da una vecchia identità a una nuova, con consape-volezza e determina-zione.

Giuliana Mazzola

A un pezzo di cielo da te2010Acrilico, matita, matite coloratesu carta incollata su tavola

CRISTINA IOTTI

Cristina [email protected]

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DEBORAH KERR

<<Il disegno – afferma la giovane pittrice – è da sempre una mia passione. Il di-segno figurativo ed il ritratto in particolare>>. La frequentazione e il diploma con-seguito al Liceo Artistico Barabino nonché un corso di pittura all’Istituto Matteotti di Genova hanno rafforzato questa propensione della Kerr, così come la breve permanenza all’Accademia Ligustica di belle Arti e il successivo perfezionamento all’Accademia Albertina di Torino nella specializzazione in pittura classica figu-rativa. E, quella “passione”, quegli “studi” si specchiano, si può dire, nei recenti dipinti dell’artista che alla creatività e alla singolare scelta dei soggetti assom-ma scioltezza fine nello sfumato, nella morbidezza classicheggiante delle forme, nell’equilibrio della composizione: giusto, giusto il portato degli studi compiuti e di una percettibile predisposizione verso le attrattive ragioni dell’arte. Si ag-giunga il vigore coloristico, a tratti dovizioso, aggressivo ma ragionato, ed ecco che i quadri della Kerr compendiano nel loro insieme un “curioso” quid che li fa accattivanti, favolistici.La pittrice, infatti, propone nei suoi recenti lavori il tema della mitica, ammaglian-te Sirena: figura inquietante che, configurata nella enigmatica, personale visione dell’artista, lascia libero spazio interpretativo e immaginativo al riguardante.

Deborah Kerr339 [email protected]

La sirena curiosa2011

Olio su tela

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CLARA MAGROGRASSI

La pittura è uno spazio segreto, cui affidare emozioni, immagini, ricordi; visioni anche, per aprire l’animo al sentimento delle cose che ci circondano e che possono, a volte, essere lontane fisicamente da noi.Così è per Clara Magrograssi. Pensieri diversi, come accade ad ognuno di noi, attraversano la mente e lo sguardo della pittrice, e vanno dalle cose che la circondano a quelle più lontane, e affondano nella memoria, fino alla macerazione delle forme, per cui, nell’angolo morto del giardino, la precisione evocativa della pittrice scivola, quasi inconsapevolmente, in un groviglio di sensazioni che si sovrappongono e si accavallano l’una sull’altra, a mutare le cifre stilistiche, a rendere meno evocato, più misterioso, il percorso consueto che l’occhio visita. La pittrice va, per questa via, verso una nuova e diversa dimensione espressiva, alla ricerca di un’identità segreta, che travolge il senso consueto dell’esistente, e lo trascina in quello spazio dell’immagine attraverso cui, in un percorso ventennale, Clara Magrograssi ha depositato i sentimenti e le emozioni di un’intera vita; luogo di silenzi e di conoscenze, come sempre accade per i luoghi della pittura, luogo di realtà e di irrealtà, come sempre accade per i luoghi della mente. In realtà, che cosa vogliamo dalla pittura, se non l’uscita dall’ordinario?E allora, ciò che appartiene a noi, e solo ciò che appartiene a noi, ha diritto di esistenza. Il viaggio di Clara Magrograssi, tra immagini che hanno il sapore del paesaggio, riequilibrato su un fondo innaturale che ne amplifica la forza evocativa, scivola verso una realtà sempre più ravvicinata, costruita su poche immagini; ci trasporta in una dimensione di equilibri e misure, ci sussurra un mondo segreto, in cui non è facile entrare: ma è indispensabile, se vogliamo intendere la parola taciuta, il non detto, l’appena percettibile che anima il bisogno poetico.

Mauro Corradini, dicembre 2009.

Clara [email protected]

Salice sull’acqua2011

acrilico su tela

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MADDALENA NENE NODARI (1915-2004)

…Quel bianco invidiabile, da carico, a sfrangiato, a velato entrerà stabilmente nel dizionario pittorico di Nene; infondendo coerenza stilistica e poetica alla visione; permeando le vibrazioni e le armonie compositive; dilagando negli strati della materia pittorica; condensando l’energia delle pennellate che diventano tutte lievitanti e fulgenti; finchè l’immagine – fiore, stagno, marina, bosco, arabe-sque, tapiserie – è stretta in un’atmosfera, in una profondità, in un fantasma po-etico, più addolcito o più fitto, più contratto o più liquido, che sembra portare il tempo con sé, come avesse rubato i battiti, le soste, le fughe, le intermittenze, alla transitorietà delle cose. Nei quadri di Nene c’è una festa della vita mai scolorita, mai perduta, c’è una primavera mai sfiori-ta.Per un momento di luce interiore, un fiore, un pa-esaggio, un colore, pos-sono diventare qualcosa di mai visto e di imperi-turo.E dalla bianca luce ger-mogliano, d’improvviso, forme nascenti, dense trasparenze, riverberi so-nori, sottigliezze fragran-ti, accordi rari e pregiati e, soprattutto, continue metamorfosi della mate-ria in luce.

Tratto da: Tracce della natura, impronte del cuoredi Gian Maria ErbesatoDicembre 1989

Strada diCampagna

1935-’36Olio su tela

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BEATRICE PASTORIO“Tessere, immagini rarefatte da spandere in volute di organza, gettate da un’altezza vertiginosa per misurarsi con lo spazio relato a dipinti antichi che sanno ancora narrare la propria storia: è la sfida raccolta dall’artista che, alla lotta con il passato, preferisce il dialogo con il presente e l’arte che canta la sua eterna essenza.Il bisogno di esprimere la bellezza di un velo che rileva, di una traccia e di un’immagine scaturite dal mondo interiorizzato di chi crea e vuole dare ordine alle figurazioni che urgono dentro, conduce ad affidare ad ali di seta il compito di sostanziare la magia di un’opera tra allestimento scenografico e pittura.” Renata Casarin

Nota sulle Stagioni

Mio amato ottobre, troppo breve;e anche l’inverno è adorabile;La primavera e i suoi echi lontani,la sua vastità musicale;odio solo l’estate.Eppure anch’essa non è altro chesplendore

Nota sullestagioni2011-2012Tecnica: inchiostro,colore per tintura,grafite, polvere oro,foglia oro e argento.su tessuto di setapura e carte veline

Beatrice [email protected]

Jack Kerouac“Un mondo battuto dal vento”

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Aquilone2010

olio su carta

Iva Recchia347 1513015

www.ivarecchia.it [email protected]

IVA RECCHIA(…) Riflettendo su questi lavori si ha l’impressione di sprofondare in una reciprocità continua che fa dell’uscita del quadro la sua interiorità e dello sfondo la sua possibilità di esistenza proprio perché questo bianco è nulla. Un nulla che resiste alla tentazione di essere un niente, che rimane, cioè, nulla vuotodi forme ma accogliente. Nulla ospitale. Qualcosa si staglia su di una superficie e se ne separa, come per negarla, per abiurare ogni legame famigliare.Ma quel legame da rompere è quel legame che si tiene, che resta e, nonostante le volontà, le forze su di esso impresse, resta per dare vita, continuità.(…) Al rischio di accecamento del tutto-di-luce si contrappone questa pienezza di spazio; si badi, non uno spazio completamente riempito, bensì un luogo liberato dai clichè perché rimanga pieno solo di spazio stesso. Uno svelamento che è come il sollevamento di un tessuto, un gesto di cui si può avvertire il verso, la traiettoria da una parte all’altra della tela, intravedendo il lascito del suo del suo addensarsi, di nuovo: la sua traccia,la sua venuta. Che è una venuta alla luce, alla vita,in un movimento che – non potrebbe essere altrimenti – non è allontanamento, bensì si dirige verso il rimanere. Questi corpi stanno e mi guardano.E’ il loro esordio alla vita. (…)

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Paese1980/90olio su cartone

ANNA RUGGERINI…Anna Ruggerini non è solo una professionista seria: è una donna di sensibi-lità eccezionale. Il paesaggio è il suo tema preferito. I soggetti, sempre visti come trasfigurati dalla dimensione della memoria che è capace di sublimare il ricordo della visione coloristica. E’ infatti il colore, piuttosto che il disegno, a caratterizzare il suo personale modo di dipingere. Il suo è un modo di accosta-mento di colori molto personale e suggestivo e ciò la pone, come molti critici hanno rilevato, sulla linea della migliore tradizione del post-impressionismo lombardo e ancor più dei <<chiaristi mantovani>>.

Luciano Ghelfi Estratto da “Anna Ruggerini Opere 1970-1990” Mantova 1991

La pittura di Anna Ruggerini è tutto un mondo da ammirare silente e raccol-to che potrebbe ancora definirsi tradizionale. Se i dipinti naturalisti si fanno riconoscere lentamente ma sicuramente, quelli a sfondo surreale si svolgono con un discorso più sciolto pur nella controllatissima cromia imperante. Ri-conosciamo la Ruggerini nei paesaggi e nelle composizioni più impegnate e costruttive, nei larghi ritmi ordinati secondo la propria sensibilità, nella figura-zione senza limiti dove esplica la sua purezza con il suo ausilio di mezzi visivi e con viva, raffinata, scarna incisività.

Mario Domenico StorariEstratto da “Pittori, scultori italiani contemporanei” – 1980

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G U I D I Z Z O L O

IL CUCCIOLOAbbigliamento da 0 a 14 anni

GUIDIZZOLO

Stampato nel mese di febbraio 2012

presso la Litografia NOVA LITO di

Carpenedolo (Bs)

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PASTORIO

KERR

GALLI

BUZZACCHI QUILICI

RECCHIA

MAGROGRASSI

INVERNIZZI

FERRARI

RUGGERINI

NODARI

IOTTI

FOGLIO

dal 4 Marzo al 9 Aprile 2012Orari Mostra: Feriali 15,30 -19 (chiuso il lunedì e il martedì) Festivi 10-12 15,30 -19

Info: 0376 868748 - 0376 868622