2° messaggio babilonia ed il culto al dio sole

46
DAL MONOTEISMO AL CULTO SOLARE Origini, Storia, Evoluzione, Conseguenze e implicazioni storico religiose

Upload: alin-barla

Post on 06-Aug-2015

43 views

Category:

Documents


4 download

TRANSCRIPT

Page 1: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

DAL MONOTEISMO AL CULTO SOLARE

Origini, Storia, Evoluzione, Conseguenze e implicazioni storico religiose

BENINI PAOLO

Catania, giugno 2004.

Page 2: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 1

Capitolo 1

DAL CULTO MONOTEISTICO AL CULTO SOLARE

Tutti gli studi storici, antropologici e etnologici hanno ampiamente dimostrato una costante fondamentale dell'uomo: quella della sua religiosità.

Julien Ries, quasi a sintesi di studi e di ricerche pluri decennali, condotti da tanti, afferma ; "Le scoperte storico scientifiche archeologiche, condottesi un po' ovunque, provano senza alcun dubbio, che l'uomo è SEMPRE stato Homo-Religiosus. Il fenomeno religioso si presenta come primordiale, all'interno di ogni civiltà"1.

Un altro elemento, a parer nostro, ancora più interessante, è costituito da tanti dati storico-archeologici che, in questi ultimi anni, i ricercatori stanno riportando alla luce. La quasi totalità delle scoperte ci porta alla conoscenza del mondo religioso, della priorità del sacro e del divino negli umani interessi.

La ricerca, il bisogno e la fede in un essere superiore ha condizionato per tanti secoli più di ogni altro le umane preoccupazioni. Nessuno può mettere in dubbio questo assunto. Il problema viene quando ci si confronta con la natura e l’identità della divinità. I pareri sono molti contrastanti.

Per molto tempo si è insistito col dire che le prime manifestazioni religiose sono state di tipo politeistico e panteistico con un accentuato totemismo, una divinizzazione degli oggetti e degli animali domestici. I nomi sono autorevoli: Hume, Rousseau, Taylor, Compte.

Scriveva Hume in La storia naturale della religione: “Il politeismo e l’idolatria furono, e debbono esserlo stato necessariamente, la prima e la più antica religione dell’umanità”2. Il Rousseau nell’Emilio afferma: “Il politeismo è stata la loro prima religione e l’idolatria il loro primo culto”3. Augusto Compte, seguento una logica illuministica, arriva a dare una sistematicizzazione, egli spiega: “I tre gradi dell’evoluzione religiosa sono: feticismo, politeismo, monoteismo, Tylor sostituì ‘feticismo’ con ‘animismo’4.

Dopo questa primordiale forma religiosa si sarebbe prodotta una prima evoluzione verso il culto astrale (il sole, la luna, le stelle), per arrivare, infine, alle manifestazioni religiose monoteistiche, con un dio spirituale, che si rivela: Così per questa corrente di pensiero il monoteismo biblico sarebbe il primo fenomeno storico di culto ad un unico Dio5. Ma non sarebbe ne il primordiale ne quello appartenente alle civiltà più evolute.

Queste civiltà “evolute”, quella mesopotamica e quella egizia, notoriamente le prime civiltà storiche a svilupparsi culturalmente e socialmente hanno costruito una religiosità politeistica, come vedremo più

1 Julien Ries. Il rapporto Uomo-Dio nelle grandi religioni preistoriche. Milano 1983 p. 9. Cfr. Mircea Elide, Trattato dinstoria delle religioni. To 1976. Jean Servire, L’Uomo e l’invisibile. Rusconi editore. Mi 1979.2 David Hume La storia naturale della religione.__________3 Jean Jacque Rousseau, Emilio.__________4 preso dal sito: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/IL%20POLITEISMO%20E%20LE%20SUE%20INTERPRETAZIONI.doc5 Cfr. F. Alvans, art. MONOTEISMO, in Enciclopedia della Bibbia. Torino 1970 vol. 4, 1304-1309.

2

Page 3: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

avanti, centrata sul colto solare.

Brelich, così commenta le ragioni di un politeismo originale: “il dio politeistico è morfologicamente diverso dal dio monoteistico, e politeistiche vanno chiamate solo quelle religioni in cui gli esseri venerati possono chiamarsi ‘dèi’, e non in cui si creda semplicemente in una pluralità di esseri personali extra-umani.

Caratteri delle divinità politeistiche: immortali, capaci di intervenire nelle vicende terrene, con personalità complesse (antropomorfe), differenti tra loro nei caratteri, funzioni, sfera d’attività, ma tutte inserite in un organico mondo divino (pantheon) mediante una rete di rapporti.

Il politeismo è la forma di religione caratteristica delle civiltà superiori (quelle con scrittura; con tecniche agricole come l’irrigazione artificiale, dighe, concimazione, ecc…; con abitazioni in materiale duraturo; con l’esistenza di città; con una estesa specializzazione nelle attività umane; con una distinzione in classi sociali e un ordinamento gerarchico). Civiltà superiori sono quella mesopotamica (IV millennio a.C.), quella egiziana, quella di Mohenjo Daro (in India), quella cretese, quella greca, quella romana, celta, germanica, quella cinese, quella giapponese, quella precolombiana.

Perché si forma il politeismo? L’uomo si stacca dalla natura, che diventa un’alterità minacciosa; continua a distaccarsi e l’alterità si fa sempre più minacciosa. Allora l’uomo pone un alt al distacco e alla minaccia: trova un modo per svilupparsi culturalmente senza distaccarsi oltre dalla natura. “Il dinamismo del distacco ha ceduto all’equilibrio di una distanza fissa”. Il che si è ottenuto oggettivando la natura in forme divine. La nuova distanza (quella tra l’uomo e dio), in quanto fissata e immutabile, permette una comunicazione continua con la natura, che diventa comunicazione tra gli uomini e gli dei, cioè il culto.

La pluralità degli dei e la loro differenziazione corrispondono alla molteplicità degli interessi e bisogni di una società articolata; l’organizzazione in un pantheon risponde al bisogno, tra i vari componenti della società per la loro sussistenza, di un’organizzazione statale.

Politeistiche sono le religioni shinto, induismo, e di rari popoli politeistici primitivi (Costa di Guinea, Polinesia)”6.

Queste conclusioni etnico – antropologiche non sono comunque state le uniche e le più autorevoli esse sono tutte collocabili in un preciso periodo filosofico culturale, quello partorito dall’illuminismo e dalla rivoluzione francese. Uno dei padri dell’illuminismo, il più celebre, Francois Marie Arouett detto Voltaire (1694-1778), la pensava in modo diverso nel suo “Dizionario filosofico” scrisse: “Oso credere che si è cominciato dapprima a conoscere un solo dio, e che poi la debolezza umana ne abbia adottati parecchi”7.

Ma Voltaire non è solo in questa sua convinzione. Possiamo dire che nel sostenere questa tesi Egli non aveva le argomentazioni di cui disponiamo oggi. Egli la eredita dalla cultura che lo aveva preceduto e non è condizionato dagli studi successivi che hanno costruito la teoria della evoluzione.

Riportiamo qui le conclusioni di alcuni grossi studiosi che nel corso di oltre cento anni hanno cercato e dibattuto su questo tema.

Il Dr Clifford Wilson, direttore dell’ Australian Institute of Archaeology e Presidente fondatore del Pacific College Of Graduate Studies scrive: “Il monoteismo era conosciuto già in tempi antichissimi. Il Libro egiziano dei Morti dimostra che il popolo d'Egitto originariamente credeva in un unico grande Dio e non in molti. Col passare del tempo gli attributi del vero Dio cominciarono ad essere attribuiti a

6 cercare su Brelich -------------- Tratto dal sito riferito in nota 4.7 Francois Marie Arouett detto Voltaire (1694-1778) Dizionario filosofico.______________

3

Page 4: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

nuove divinità, e in tal modo si sviluppò il politeismo”8.

L’egittologo Wallis Budge nel suo libro "Il Libro dei Morti" riporta alcune affermazioni tratte dal libro, selezionate dal Papiro di Ani; si tratta di una lode al: "Signore dei cieli... Signore della verità... Creatore degli uomini e degli animali... Sovrano del mondo, il potente valoroso... Colui che ha steso i cieli e ha fondato la terra... Signore dell'eternità... Creatore della luce... Egli ascolta la preghiera dell'oppresso, è misericordioso verso chi Lo invoca, libera il misero dall'oppressore... Egli è il Signore della conoscenza, e la Saggezza procede dalla sua bocca. Egli crea l'erba verde di cui vivono gli armenti. Egli crea i pesci affinché abitino i fiumi, e i volatili piumati nel cielo... Gloria a Te, o Creatore di tutte queste cose, Tu che sei L'UNICO"9. Egli conclude: "In seguito alla lettura di questi estratti è impossibile non concludere che le idee degli antichi egizi su Dio erano di carattere molto elevato, ed è chiaro che essi avevano presente una distinzione ben netta tra Dio e gli "dèi"... Qui abbiamo un Unico Dio che non era stato creato, sussisteva da solo ed era onnipotente, e che aveva creato l'universo”10.

Budge vede il monoteismo come il credo originale del popolo egizio, che poi corrompendosi si trasformò in politeismo. Egli spiega in modo convincente che i vari attributi dell'unico Dio furono trasferiti nel tempo a delle divinità minori che il popolo si creò: "La religione egiziana non perse mai interamente l'elemento monoteistico da cui era partita"11. Egli arriva perfino a scrivere che vi è comune origine fra religione egiziana e ebraica12.

Egli cita altri studiosi "In seguito ai loro studi sui testi egiziani, molti egittologi del passato - come Champollion-Figeac, de Rouge, Pierret e Brugsch - giunsero alla conclusione che gli abitanti della Valle del Nilo, fin dai tempi antichi, credevano nell'esistenza di un unico Dio, senza nome, incomprensibile ed eterno"13. Per lui il politeismo fu una evoluzione di quello monoteistico.

Il Dr Clifford Wilson, cita un'altra autorità mondiale a sostenere questa tesi, l’archeologo Flinders Petri. Riporta il suo libro “La Religione dell'Antico Egitto”, dove afferma: "Nelle religioni e teologie antiche vi sono diverse classi di dèi. Alcuni, come i moderni Indù, si compiacciono di una profusione di dèi e dèe che aumentano continuamente. Altri... non cercano di servire grandi dèi, ma si rivolgono a un esercito di spiriti animistici, demoni, o comunque li si voglia chiamare... Ma tutta la nostra conoscenza sulle posizioni originarie e sulla natura dei grandi dèi dimostra che essi si trovavano in una posizione completamente diversa da quella di questa moltitudine di spiriti. Se il concetto di un solo dio fosse solo un'evoluzione dall'adorazione di questa moltitudine di spiriti, dovremmo poter costatare che l'adorazione di molti dèi precede l'adorazione di un unico dio... Ciò che in realtà troviamo è che il monoteismo è la prima posizione teologica di cui si abbia notizia... Ovunque riusciamo a far risalire il politeismo alle sue fasi iniziali, scopriamo che esso è risultato da combinazioni di monoteismo. In Egitto anche Osiride, Iside e Oro, così noti come triade, si trovano inizialmente come unità separate in luoghi separati: Iside è una dèa vergine, e Oro è un dio solo.

Ogni città sembra aver avuto un solo dio, al quale col tempo furono aggiunti altri. Allo stesso modo, le città babilonesi avevano ciascuna il loro dio supremo; la combinazione di questi e la loro alterazione in modo da coesistere in gruppi quando le case furono unite politicamente, dimostra che in principio ciascuno aveva una singola divinità"14.

Un altro studioso è l’italiano Pettazzoni: “Il politeismo è una formazione religiosa relativamente

8 tratto dal sito: http://evangelici.altervista.org/monoteismo.html9 Wallis Budge. "Il Libro dei Morti" pp. 108-110___________10 Wallis Budge. Op. cit. pp. 113-114.11 Wallis Budge. Op. cit. p. 115.12 Idem.13 Idem p. 10514 Flinders Petri, La Religione dell'Antico Egitto, ed. Constable (tratto da: http://evangelici.altervista.org/monoteismo.html)

4

Page 5: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

tarda, rappresentativa di una fase assai avanzata della religione. Le forme religiose più elementari (animismo, polidemonismo, totemismo), il divino impersonale (mana) diffuso nella natura (naturismo) oppure sviluppato nell’azione sacrale (dinamismo magico-rituale), variamente concorrono a formare quel presupposto elementare del politeismo che è l’idea e la figura di un dio, le cui caratteristiche sono un nome proprio e un culto prestato da una comunità. La formazione di un pantheon dipende molto spesso dalla unificazione politica di varie comunità: più che ragioni universali, sono qui in gioco ragioni storiche e contingenti”15.

Lo stesso

15 come nota 4 cercare su Pettazzoni

5

Page 6: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 2

IL CULTO MONOTEISTICO: ALCUNI SEGNI DELLA SUA PRIORITÀ

Contrariamente agli orientamenti di decenni di studi di storia delle religioni, notevoli argomenti stanno emergendo.

I primi studi in materia risalgono al XIX sec. e portano la firma di James Legge16. Da studi condotti, dapprima sui caratteri complessi della lingua cinese, peraltro antichissima, poi, inoltrandosi in ricerche sulle primitive forme religiose del continente asiatico, egli arriva a questa conclusioni:

o Nei primordi della civiltà cinese, al tempo del leggendario imperatore SHUN, 2230-2200 a.C.17 si adorava una divinità unica, eterna, "senza fine di anni", definita Altissima18, che essi chiamavano SHANGTI o SHANGDAI. Questo nome è, foneticamente, parallelo all'ebraico EL SADDAI e significa, come quest'ultimo, "Signore, Supremo, Altissimo". Lo stesso Dio Altissimo di cui troviamo menzione nella Bibbia ben 46 volte e di cui Melchisedek era Sacerdote? James Legge è formalmente di questo avviso19.

o La cosa diventa, però, decisamente interessante quando si prende in esame la forma di culto, con cui si adorava tale divinità, allora il rapporto con la religione biblica diventa assoluto: quegli adoratori offrivano al "SHANGDAI" un doppio sacrificio quotidiano, di un agnello o un vitello, uno era offerto al mattino dalle 9 alle 11 e l'altro all'ora del "HSI", che si traduce nella nostra lingua con "imbrunire"20. Il parallelismo con l'olocausto continuo biblico che risale sin dalla Genesi, prima e dopo il diluvio è perfetto. (Uno degli agnelli l'offrirai la mattina, e l'altro l'offrirai sull'imbrunire. Es. 29:39). Nel corso dei secoli successivi (2.000-1.600 a.C.) questo Dio e il culto che gli era legato andò man mano a essere dimenticato.

o Dalla conoscenza di SHANGTI che ha attributi personali quali la bontà, il sentimento, la vista, l'udito21, si evolve verso il culto a uno spersonalizzato "Figlio del cielo", chiamato anche "WANG" termine molto vicino al classico YANG (il contrapposto è YIN) che indica luce, ciò che è luminoso, il sole! È per il mondo dell’antica Cina l'introduzione del culto solare. Si passa ben presto a una forma diversa di culto: nel vasellame cerimoniale dalle immagini di agnelli e vitelli si passa a quelle di serpenti e dragoni, si passa allo zodiaco con 12 segni, simili ai babilonesi, e agli attuali nostri! Si passa da una partecipazione generale agli atti di culto, alla gerarchizzazione della vita religiosa: il sovrano solo può presenziare a certi riti! Subentra il culto degli antenati!

Rimanendo sempre nel continente asiatico, abbiamo le testimonianze di alcune popolazioni della Birmania di antichissima tradizione; esse adorano una divinità spirituale e eterna che chiamano Y"WA".

Un altro studioso che ha dedicato molta attenzione all'origine del Monoteismo, è lo Schimidt. Egli

16 James Legge. THE NOTION OF THE CHINESE CONCERNING GOD. Honk Hong, 1852.17 Idem p. 50.18 Idem p.3219 Idem p. 7.20 Idem pp.50-55.21 Helmuth von Glasenap. Le religioni non cristiane, Milano 1964, p. 294.

6

Page 7: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

difende il monoteismo come forma religiosa primitiva22.

Ma gli studi più interessanti sono recentissimi, uno dei protagonisti principali è l'archeologo Emmanuel ANATI. I suoi studi interessano l'età che va dalla fine del Calcolitico a quella del Bronzo (3000-2000); baricentro delle sue ricerche è la Valcanonica (BS).

Egli affema: "Una religione con un solo Dio creatore onnipotente, una religione unica diffusa in tutta l'Europa, dal Caucaso all'Atlantico, tra il 3200 e il 2500 a.C. monopolizzò gli interessi spirituali delle popolazioni del continente, ... una vera religione rivelata, predicata da profeti o missionari in giro di evangelizzazione per l'Europa ... doveva essere la stessa religione già fiorente presso le primissime popolazioni dell'oriente ... (con) i suoi santuari, i suoi luoghi pubblici di venerazione e di preghiera, ... resti di fuochi e di capanne abitate probabilmente da sacerdoti eremiti, i quali celebravano i riti di un Dio unico e trino giunto in Italia (ed Europa) dalle profondità dell'Asia"23.

I legami con le testimonianze derivate dalla Cina sono evidenti e diventano estremamente interessanti se li consideriamo alla luce di Genesi 11 dove è detto che i discendenti di Noè, tutti parlanti un unico linguaggio, prima della dispersione di Babele risiedevano in ORIENTE, a SINAR fra il bacino del Tigri e la penisola Indiana (Gn 11,2).

Un'altra testimonianza, anch'essa molto recente ci completa il quadro. Essa si riferisce al continente Americano; le prime popolazioni che stanziarono hanno lasciato i segni del loro culto rivolto ad un dio, anch'esso come quelli fin qui considerati, unico e trino, Signore supremo e Creatore della Vita. Nell'altopiano del Machu Picchu, studi archeologici hanno portato alla luce l'antichissima adorazione al Dio unico, creatore onnipotente del cielo e della terra chiamato Viracoscha Parachuti. Un antico monarca dell'impero Inca dal 1439 al 1471, lo definisce così:

"E' l'antico dei giorni, remoto, increato, non ha bisogno di moglie. Si manifesta come una trinità quando vuole". Esso risale a prima del sorgere delle civiltà precolombiane, cioè intorno al 2° millennio a.C. Col sorgere di queste civiltà prese sopravvento il culto al dio JINTI, il dio sole24!

Dunque, un quadro religioso che verso la fine del 3° millennio a.C. si presenta uniforme, in quasi perfetto parallelismo con quello enunciato dalla Scrittura. Ripetiamo le forti rassomiglianze onomastiche: Signore altissimo e onnipotente, che richiama a EL ELION, Iddio Altissimo di Melchisedek e EL SADDAI, Iddio Onnipotente di cui già detto; gli attributi, identici: Creatore personale unico e trino, e il culto che gli è tributato, anch'esso strettamente parallelo.

Dal tempo del Diluvio, anch'esso fortemente testimoniato da tutte le tradizioni religioso-culturali 25, per poco tempo l’umanità si mantenne in un unico solco culturale e religioso, poi avvenne la dispersione di Babele, ed ancora è logico pensare che per un certo tempo si è conservata un'unitaria forma di credo e di culto all'unico Dio creatore e Signore. Poi, quasi improvvisamente e pressoché contemporaneamente, ovunque avvenne il complesso e misterioso passaggio al culto solare.

22 W. Schimdt, LA FORMATION DU MONOTEISME, in Revue international d'Ethnologie et linguistique Fribourg, 1926, pp. 269-272.23 Dall’articolo di Luigi Vecchi, “Quanti anni ha DIO?” Panorama del 14/4/80 pp. 145-146.24 Fiorese Vittorio. Le tracce di Dio. "Cristo la risposta". Benevento, p. 1225 Cfr. "Il diluvio universale: una catastrofe cosmica? in PI KAPPA, 5/1981, pp. 10-15 Sul diluvio universale innumerevoli sono i testi da consultare

7

Page 8: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 3

L'INTRUSIONE DEL CULTO SOLARE

Per delle ragioni che sono sconosciute assistiamo un po' ovunque, intorno all'ultimo periodo del 3° millennio alla comparizione del culto solare. Le testimonianze storiche che disponiamo ci dicono che questo culto affonda le sue prime radici in Mesopotamia. Numerosi autori riportati nell’autorevole sito AMAZON sostengono che il primo ad introdurre il culto solare fu il biblico Nimrod26, uno dei nipoti di Noè. Già Clemente di Roma scriveva “Nimrod, chiamato Nimus dai Greci, spinse gli uomini ad allontanarsi dall’adorare Dio e andare verso altre superstizioni che ponevano uomini e fatti sotto gli influssi di segni di stelle, movimenti e pianeti”27. Ancora Richard Rives, nel sesto capitolo del suo libro “Too Long in the sun” argomenta che fu proprio Nimrod a iniziare questa pratica di culto “subito dopo il tempo del diluvio Nimrod, figlio di Cush, dette inizio al regno di Babele. La civiltà che ebbe inizio con lui è conosciuta dagli storici come quella dei Caldei. I Caldei erano adoratori del sole”28.

Il prof. Dudley F. Cates scrive “il fondatore di Babilonia si crede essere stato Nimrod. Il suo nome appare poche volte nella Bibbia, …. Dopo la sua morte il culto pagano che lui aveva introdotto fu continuato da sua moglie, la regina Seminaride. Fu lei che reclamò che suo marito era diventato il dio sole e doveva essere adorato. Qualche tempo dopo la regina concepì, per una unione illegittima, un figlio che chiamò Tammuz, dichiarando che era la reincarnazione di Nimrod”29.

Gli autori del sito WWW.Cronologia.it così si esprimono in rapporto agli inizi del culto solare “Ad Abusir, intorno al 2.410 a.C., Nyuserra, nella regione dell’alto Egitto, inizia la costruzione del primo grande tempio del culto solare e crea la casta di sacerdoti (oltre 2000), dediti solo alle esatte misurazioni solari e stellari”30. Invece Casiano, Floristan e Juan José Tamayo nel DIZIONARIO  SINTETICO DI PASTORALE collocano una delle sedi di origine del culto astrale a Ur di Caldea, patria di Abramo31. Gli studiosi sono concordi nello stabilire il periodo iniziale. Nel 3° millennio a.C. Così fa C. Mabi. Nel suo studio di storia sulle origini delle religioni afferma che il culto solare si sviluppa intorno alla metà del terzo millennio a.C.32

Poi quasi contemporaneamente ci documenta Mircea Elide33 lo troviamo in Egitto, in seguito Asia ed in Europa, altrove lo troviamo con sporadiche apparizioni, ma un po' ovunque: Africa, Oceania ed Americhe. Nel continente americano avrà invece un ruolo rilevante in Perù e Messico.

Il fenomeno cultuale solare trova nella religione egiziana la massima manifestazione: "essa fu dominata dal culto solare. ... con la Va dinastia (2380-2280 a.C.), in seguito si generalizza, diventa ufficiale, assorbe

26 Genesi 10:1-11; 1Cronache 1:8-10.27 Clemente di Roma 4. 29 (Recognitions of Clement 4.26-29. ... www.biblefacts.org/myth/nimrod.html )28 Richard Rives, “Too Long in the sun”, Partakers Publications, p.o. box 23031, Charlotte, nc 28227 KENTUCKY.29 Dudley F. Cates The Rise and Fall of Nimrod, 1999. ISBN: 1571970681, p. 3530 Vedere il sito www.cronologia.it 31 www.eurositi.com/dizpast/Diz_123.htm 32 C. Mabi. ZEUS & C. alla ricerca delle origini;Mi 2001.33 Mircea Elide, op. cit p. 126

8

paolo benini, 03/01/-0001,
paolo benini, 03/01/-0001,
Page 9: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

tutte le altre divinità"34 e le unifica in un unico sistema liturgico.

Le varie raffigurazioni lo presentano alla testadelle principali divinità.

Oltre all'Egitto la eliolatria prende sviluppo in Asia. A Babilonia troverà un terreno molto fertile, diverrà il dio della giustizia, signore del giudizio, dell'oltretomba, patrono dei profeti e degli indovini35. Da queste due roccaforti il culto solare, a cavallo fra il 3° e 2° millennio si sposta un po' ovunque. Approda in Medio Oriente (Assiria, Fenicia, popolazioni cananee) dove Baal da semplice e generica divinità diventa il dio sole centro del culto36.

Con il neo-impero Babilonese avviene un'altra assimilazione al culto solare con le divinità locali Baal, Bel e Bel Marduk.

"Bel-Marduk della religione Assiro-Babilonese corrisponde al dio semitico occidentale Baal"37

"Bel-Marduk, come massima figura della religione antica, viene a rappresentare il sole primaverile"38. Il suo rituale si allaccia a quello di Tammuz che riprenderemo fra breve.

Da Babilonia passa alla Persia dove con l'avvento del zoroastrismo ci fu una riforma religiosa che portò a una purga di tutte le forme "culturali orgiastiche e politeistiche, con l'istituzione ben formulata del culto a Mithra, il dio della luce, il - SOL INVICTUS - l'invincibile signore della verità e della giustizia"39. La sua raffigurazione riprende e fonde dal simbolismo egiziano e babilonese.

34 idem p.14235 S.H. HOOKE. Babilonian and Assirian Religion. Londra 1953, p. 109. Vedere anche Mircea Eliade, op. cit. p. 147.36 Franz Comont, THE ORIANTAL RELIGION IN ROMAN PAGANISM, New York, 1956, p. 30737 Steven H. Langdon, SEMITIC MYTOLOGY, Boston 1931, p. 156.38 Idem, p. 169.39 SDA BIBLE STUDENTS' SOURCE BOOKS, Washington, 1962, pp. 1098. 1100.

9

Mitra era raffigurato come un giovane che dopo aver vinto un toro si addossa il SOLE.

Page 10: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

A Roma arriverà con due millenni di ritardo, ma anche qui con conseguenze enormi! Nell’introduzione al volumetto “The origin of Sunday observance”, pubblicato da Fortress Book, gli autori esordiscono così “Il culto solare ha caratterizzato pressoché tutte le civiltà antiche. Nel vecchio mondo ebbe un ruolo importante in culture e civiltà come la babilonese, egizia, persiana, indiana, greca e romana. Nel Nuovo mondo fu determinante nel Messico, nel sud della regione del Mississipi, nel centro America e nella regione andina”40.

Così nel corso di due millenni assistiamo a questo passaggio dal culto al Dio supremo, invisibile, spirituale e personale, al culto solare. E' evidente il passaggio alle deificazione della natura, i cui fenomeni diventano simboli di concetti religiosi41: fecondità, nascita, rinascita, morte.

40 The Origins of Sunday observance, Forterss Books, P. O. Box 7269 Raanoke. Vancouver (Ca), pag 1.41 Mircea Eleade, op. cit. 126-157.

10

Page 11: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 4

RADICI, NATURA ED ANIMA DEL CULTO SOLARE

IL primo LUOGO DI CULTO della divinità solare vede la sua origine in Ur Di Caldea. La sua costruzione si colloca verso l’inizio del terzo Millennio1. Il reverendo Alexander Hilsop scrive “Fuoco e luce erano adorati come fonte di vita, illuminazione e purificazione. Fu a Nimrud che questa pratica prese vita”2. B. L. Cocherell commenta che il culto al fuoco e di conseguenza al sole ha una stretta relazione con la proposta di adorazione che Lucifero offrì in se stesso come alternativa di adorazione al Dio Creatore, “perciò l’adorazione al sole è la diretta adorazione a Lucifero!”3. ancora Hilsop scrive “Il sole era adorato come grande fonte di luce e calore”4.

A Babilonia e in tutta l’Asia minore del 3° e 2° millennio a.C. il dio sole era identificato con delle divinità legate al culto del fuoco e della luce. Una eco di questa associazione la troviamo nelle Scritture nel libro dei re al tempo di Giosia. Dopo aver sentito la lettura della Torah che i sacerdoti avevano ritrovato nel restaurare e ripristinare il tempio (2Re 22:5-6), il Re Giosia fece consultare la profetessa Hulda (2Re 22:14) che lo avvertì della gravissima situazione di apostasia cui il popolo ed i suoi capi erano caduti e delle conseguenze che stavano per arrivare: «Così dice il SIGNORE: Ecco, io farò venire delle sciagure su questo luogo e sopra i suoi abitanti, conformemente a tutte le parole del libro che il re di Giuda ha letto. Perché essi mi hanno abbandonato e hanno offerto incenso ad altri dèi provocando la mia ira con tutte le opere delle loro mani; perciò la mia ira si è accesa contro questo luogo, e non si spegnerà». All’udire questo il re promosse una radicale riforma e, fra le cose che abolì fu il culto di Baal e Astarte con tutte le pratiche che lo caratterizzavano «Il re ordinò al sommo sacerdote Chilchia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della porta d'ingresso, di togliere dal tempio del SIGNORE tutti gli arredi che erano stati fatti per Baal, per Astarte e per tutto l'esercito celeste,…. Destituì i sacerdoti idolatri che i re di Giuda avevano istituito per offrire profumi negli alti luoghi delle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e quelli pure che offrivano profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello zodiaco, e a tutto l'esercito del cielo. Tolse dalla casa del SIGNORE l'idolo d'Astarte,…. Demolì le case di quelli che si prostituivano, le quali si trovavano nella casa del SIGNORE, e dove le donne tessevano tende per Astante .Profanò Tofet nella valle di Ben-Innom, affinché nessuno potesse più far passare per il fuoco suo figlio o sua figlia in onore di Moloc.

1 Vedere il sito www.cronologia.com 2 Alexander Rev. Hislop, The two Babilons, New Jersey 1959, p. 226.3 Tratto da www.Daytonavisit.com (su lucifero vedere Isaia 14:12-14)4 Alexander Rev. Hislop, op. Cit. p. 226-7.

11

Una raffigurazione cultuale nell’antica mesopotamia.

Page 12: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Soppresse i cavalli che i re di Giuda avevano consacrati al sole, all'ingresso della casa del SIGNORE»5.

Il culto solare era culto a Baal e Astarte, comprendeva varie pratiche fra le quali quelle che prevedeva riti legati al fuoco. Questa pratica era nata in terra di Babilonia, nell’antica Nimrod. Esso era penetrato con il suo vario rituale in Giuda e a causa di ciò il popolo fu mandato in cattività6!

Fin qui una sintesi delle radici del culto solare e della sua evoluzione in Babilonia e nel vicino medio oriente antico.

In Egitto il culto solare e la sua simbologia percorre un sentiero quasi parallelo a quello che abbiamo visto in terra Babilonese e limitrofa. Qui si arricchisce di un altro elemento fortemente legato alla storia biblica. Scrive sempre B. L. Cocherell “In Egitto uno dei più comuni simboli legati al sole, al dio sole è un disco di luce con un serpente che vi fa da circonferenza. Assieme al dio sole e al dio fuoco e ad esso identificato e comunemente adorato è il serpente”7. Scrive Hislop “come il sole era adorato come grande portatore di luce e calore per il mondo fisico, il serpente era considerato ed adorato come fonte della luce spirituale come apportatore agli uomini della conoscenza del bene e del male. Questo abbiamo dalla testimonianza sia dalla Scrittura che dalla ampia testimonianza di testi profani. Da questi ultimi abbiamo pure evidenti la testimonianza del culto al dio sole ed al dio serpente”8.

Così, dalle due più antiche civiltà, quella babilonese e quella egiziana, abbiano ricevuto l’eredità del culto solare associato al culto della luce. Dalla Mesopotamia il diretto nesso con Lucifero e dall’Egitto il nesso con il serpente.

Un culto rivolto non tanto al solo SOLE, ma associato a idoli-divinità che sono legati in quanto a simbolismo ai «nomi» stessi che le Sacre Scritture danno all’autore del male: LUCIFERO. SERPENTE ANTICO.

Sin dall’Eden egli ha tentato di farsi adorare e servire, cacciato e maledetto dopo la riuscita tentazione ad Adamo ed Eva, non ha cessato il suo intento. In questo modo vi è totalmente riuscito. Pressoché tutti i popoli hanno bevuto alla sua fonte. Ma quando questo culto si era già stabilmente impiantato, proprio dalla terra della sua nascita, da Ur di Caldea, il Dio Vero fece uscire Abramo, forse uno dei pochi che non si era piegato davanti a questo dio, e ne fece il capostipite del suo popolo, proprio un popolo che doveva mantenere il Suo Nome e la sua conoscenza sulla terra.

Quando questo popolo fu liberato dall’Egitto, intorno al 1500 a.C., da una terra che era il quel tempo capitale mondiale del dio sole, tramite Mosè, il Signore Dio di Abramo così parlò al suo popolo: «Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, la figura di uno degli animali della terra, la figura

5 2Re 23:4-106 Ritorneremo su questo argomento nei capitoli successivi. Per una migliore comprensione di questi fatti e della complessità della apostasia di Giuda leggere nelle Sacre Scritture i capitoli ed i libri che fanno0 riferimento agli ultimi decenni della storia del popolo di Dio prima della cattività babilonese: 2Re, 2Cronache, Geremia, Ezechiele, Nehemia. 7 Tratto da www.Daytonavisit.com 8 Hislop, op. cit p. 227.

12

Page 13: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli. Quanto a voi il SIGNORE vi ha presi, vi ha fatti uscire dalla fornace di ferro, dall'Egitto, per farvi diventare il popolo che gli appartiene, come oggi difatti siete»9.

PERCHÉ QUELLE SONO LE COSE CHE IL SIGNORE, IL TUO DIO, HA LASCIATO PER TUTTI I POPOLI CHE SONO SOTTO TUTTI I CIELI.

Paolo commentando gli atti di culti dei pagani è molto chiaro nell’indicare a chi essi offrono il culto «Tutt'altro; io dico che le carni che i pagani sacrificano, le sacrificano ai demòni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione con i demòni. Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni»10. Il culto e gli adoratori cui Paolo fa riferimento è quello dei corinti del suo tempo che praticavano una dottrina che era derivata da quella babilonese. Il culto al sole è culto al demonio. A colui che volle elevarsi fino a dio e farsi adorare11.

9 Deut 4:15-2010 1Co 10:20-21.11 Isaia 14:12-14.

13

Page 14: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 5

CONSEGUENZE STORICHE, CULTURALI E RELIGIOSE DEL CULTO SOLARE

1°. CULTO SOLARE E DIVINIZZAZIONE DELL'UOMO

Ovunque questo culto si installa, al fenomeno segue il rafforzamento e la divinizzazione delle gerarchie regali e sacerdotali.

In Egitto il monarca è in primo luogo il vicario del sole. Il termine Faraone viene da FaRa, e significa grande casa/tempio/dimora del sole12.

Lo stesso dicasi in Babilonia, dove Hammurabi si definisce "il sole di Babilonia che causa il sorgere della luce"13, uguale dignità la pretenderanno pure tutti i successori, compresi quelli del Neoimpero (cfr. Nabucodonosor che in Daniele 3 lo troviamo alle prese con un tentativo di autoelevazione a dio), nonché quelli persiani, (cfr. Dario, Daniele 6).

Tale fenomeno si produrrà pure più tardi a Roma, dopo il tentativo fallito di Giulio Cesare, vi riesce con successo Augusto il quale si fa proclamare MAX PONTIFEX e DIVUS, cosi riporta io dizionario ecclesiastico UTET alla voce pontefice; "Inizialmente (il pontefice) era solo capo religioso, assunse grande prestigio fin dalle guerre puniche fino a quando fu sostituito da magistrature profane. Risorse di nuovo con Augusto quando assunse (nella sua persona) il titolo di DIVUS e MAX PONTIFEX, titolo che fu conservato da tutti i suoi successori”14.

Così sintetizza Franz Cumont: "Gli imperatori pian piano assursero alla dignità dei monarchi egizi e babilonesi e portarono nell'impero il culto imperiale; l'imperatore diviene l'immagine del sole ... Con Aureliano c'è l'introduzione da Palmina nei suoi nuovi santuari delle immagini di Bel e di Relios. Stabilendo questo nuovo culto statale, egli proclamò la caduta dell'idolatria romana e l'ascesa del semitico culto del sole"15.

Più di tutti fu proprio Aureliano che tentò di fondere tutti i culti dell'impero nel monoteismo solare. "Il sole non proteggerà soltanto l'imperatore ma sarà considerato il massimo protettore dell'Impero e quindi posto a capo del culto pubblico Romano"16. Nel 274 egli edificò sul colle del quirinale il magnifico tempio al "Sole invitto". Con questo portò a compimento quella riforma religiosa voluta e cominciata a suo tempo con Pompeo, riforma che in questo lasso di tempo (30 a.C. -274 d.C.) conobbe i seguenti momenti:

o Nel 67 a.C., Pompeo, che era stato iniziato al culto di Mithra, introdusse il culto solare clandestinamente17.

12 Mircea Elide, op. cit. pp. 126.14313 Franz Cumont, op. cit. p. 5014 Dizionario Ecclesiastico U.T.E.T. TO1958, vol. 3 pag. 269.15 Franz Cumont, op. cit pp. 53.54.55,16 ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI, Voce AURELIANO17 Plutarco, VITA POMPEI. cap. 24.

14

Page 15: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

o Nel 30 a.C. Augusto porta dall'Egitto il culto solare, trasferendo gli obelischi consacrati al sole18 e si fece proclamare DIVUS MAX PONTIFEX, titolo che fu conservato da tutti i suoi successori e i successivi vescovi romani19. Egli introdusse pure la settimana planetaria Mitraica in cui ogni giorno settimanale era dedicato ad un astro.

o Eliogabalo infine, nel 200 d. C. istituì in tutto l’impero il culto Mitraico del SOL-INVICTUS-ELIOGABALUS20, eresse grandiosi templi e si proclamò Re Sole.

Così per ultimo con tutto il suo bagaglio, il culto solare arrivò in Roma. Le conseguenze che si produssero, sarebbero però state con degli effetti più radicali che in tutte le altre precedenti tradizioni. L’evoluzione qui prodotta sarebbe stata più radicale di quelle precedenti in quanto che, mentre in Egitto ed in Mesopotamia la civiltà si erano sviluppate assieme a questo culto, in Roma la storia parti in modo molto diverso.

Ai suoi inizi infatti la religione non aveva forti influssi sul potere politico, per lungo tempo i poteri politici, religiosi e giuridici erano divisi. La religione non controllava la vita politica e giuridica.

Fu a partire dai cesari che progressivamente in Roma si conobbe l’inserimento della religione nelle maglie del potere. Alla lunga qui il suo influsso fu più forte, non solo perché i capi politici assunsero progressivamente ruoli anche religiosi, ma perché essi mantennero quel ruolo di pontefici del culto solare anche, a seguito dell’editto di Costantino la religione di stato divenne quella cristiana. Costantino, infatti, con titoli da imperatore pagano del culto solare, presiedette un concilio cristiano, quello di Nicea nel 325 d.C..

Così sintetizza questa evoluzione Franz Cumont: "Come il culto imperiale si impiantava il cesarismo si trasformava in monarchia assoluta, come supporto a questo fenomeno la casta religiosa attingeva ispirazione dal clero orientale. Questi preti conservatori della tradizione faraonica predicavano dottrine che tendevano ad elevare il monarca in dignità. Così dal governo rappresentativo repubblicano si passa al monarchico assoluto dei Cesari, l'Imperatore è il rappresentante del sole sulla terra e come lui invincibile ed immortale come dichiarano i suoi titoli"21.

18 Samuele Bachiocchi, FROM SABBAT TO SANDAY, Roma 1977, p. 239.19 DIZIONARIO ECCLESIASTICO UTET, Torino 1950, vol. 3, p. 269.20 S. Bachiocchi, op. cit. p. 238.21 Franz. Cumont, Astrology and Religion in the Greeks and Romans, ed. Dover, New York 1960 pag 53,54.

15

Page 16: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

2°. CULTO SOLARE E CULTO DEI MORTI

3°. CULTO SOLARE E RITUALISMO RELIGIOSO E MITOLOGICO

Il culto solare, si può dire, è all'origine di gran parte del ritualismo e della mitologia religiosa che in maniera naturale è rimasta "pratica" di culto in tante tradizioni dei culti dei santi e dei patroni locali. Per capirne l’origine e i contenuti bisogna ripercorrere la storia dei miti solari. Quasi tutte si ricollegano all’antichissimo mito di Tammuz.

Questo mito è vecchio quanto la storia, esso, come abbiamo visto alcuni studiosi lo fanno rsalire al periodo post-diluviano, a Nimrud e Seminaride22. Si ritrova nell'epopea di Ghilgamesh. Questo mito è il più sincretistico della storia mondiale delle religioni. E' legato, assieme a Isthar, ai miti di Baal ed Astarte, Osiris ed Isis, Dionisio e Bacco, Proserpina e Corè, Adonis e Venere.

PRIMA FASE DEL MITO: LA DEA MADRE REGINA DEL CIELO

La storia di questo mito-leggenda comincia nella terra di Babilonia, e, come detto, la si fa risalire a dopo il diluvio. La leggenda dice che "Un enorme uovo cadde dal cielo sul fiume Eufrate, dei pesci lo spinsero a riva, delle colombe lo covarono e vi nacque Ishtar"23.

La dea Ishtar dea madre e regina del cielo dei babilonesi equivale alla Astarte fenicia, assira e palestinese dei racconti biblici, alla Iside degli Egizi24, la Meni delle tribù arabe25 e la Venere dei Greci e Romani26, figlia della dea luna27. È la Grande Madre e dea della fertilità egizia, che porta le orecchie di vacca, e talvolta le corna di questa, con un disco solare nel mezzo (come Iside)28.

Era la dea dell'amore, della vegetazione, era adorata come regina del cielo in tutto il medio oriente antico; questo culto penetrò anche in Israele e in Giuda29 intorno al 9° e 8° secolo a.C. Spesso era raffigurata associata a serpenti30.

Oltre che in Egitto e in Babilonia era adorata in Cina e India, in Tibet, in Giappone e in numerosi altri paesi dei vari continenti. Era adorata inoltre come Dea Madre ed era raffigurata da una madre con un fanciullo in braccio31. In diverse regioni babilonesi e assire era chiamata "signora" (Belit) o "mia signora" (Bel-it-ni). Etimologicamente questo nome è la fusione di tre termini del ceppo linguistico medio orientale antico, il termine “Bel” da cui viene il fenicio Baal significa signore, dio; “it” è il suffisso femminile; infine “ni” è il possessivo mia; da qui il significato di mia signora, termine che latino si traduce Madonna, mia donna32.

Praticamente era la dea madre universale, era chiamata pure madre degli dei 33. Tracce del culto di questa dea si trovano nelle località più disparate dalla Scozia al Messico, dalla Birmania a Roma34. Ma se ne trovano anche nella Bibbia; uno dei problemi con cui i profeti pre-esilici si devono confrontare di

22 Dudley F. Cates, op. cit. p. 3523 Alexander Rev. Hislop, op. Cit. p.109.24 Enciclopedia della Bibbia, elle di ci, Torino 1969, voce Isis25 Hislop, op. cit. p. 94. cf. Isaia 65:1126 Enciclopedia della Bibbia, Op. cit. voce, Astante.27 Idem.28 Iakov Levi, Verginita'  e  Castrazione  Nel  Mito  Greco  e  Nell' Oriente  Semitico, Milano 2002, 29 Geremia 7:18; 44:17-19, 2530 Iakov Levi, idem31 Hislop, op. cit. pag. 19,20.32 S.D.A. Bible commentary, Washington 1962, vol. 4, p. 152; cf. A. Rev. Hislop, op. cit. pag. 10333 Bible Commentary, op. cit pag. 74-90, 100.34 Idem, pag 102, 104.

16

Page 17: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

frequente sta proprio nella pratica di questo culto ormai introdottosi in Israele35.

Il suo culto era associato con il rinascere della natura, il suo mito è legato al suo rifiorire che, morta al diluvio, risorge nella prima primavera successiva alla catastrofe in coincidenza, secondo il mito, all'aprirsi dell'uovo, di cui sopra, covato dalle colombe36.

SECONDO PASSAGGIO DEL MITO: NASCITA E MORTE DI TAMMUZ

Essa ebbe un figlio illegittimo che si chiamava Tammuz, l'equivalente dell'egizio Osiride e del greco Bacco37, Adonis o Baal per i Fenici e gli Assiri38. Egli fu concepito il 25 Marzo e nacque il 25 di Dicembre, questa data è ricordata nelle più antiche mitologie greche e egiziane39. Gli arabi per la nascita di Mani, gli assiri per la nascita di Baal-Berit e i romani per la nascita di Saturno, vi associano il rito dell'albero di cedro40. Questa data, come vedremo nelle prossime pagine, sarà ripresa da Zoroastro che la adotterà come nascita di Mitra unitamente alla data della pasqua41.

Tammuz (Adonis o Baal) fu ucciso da un cinghiale e la sua morte fu pianta dalle donne 42 fino a quando Ishtar, la dea madre commossa per tale pianto e digiuno ridiscese negli inferi e lo riportò alla vita43. Questo evento veniva ripetuto mitologicamente ogni anno, il primo giorno della settimana seguente il primo novilunio successivo all'equinozio di primavera44. Il pianto delle donne durava 40 giorni, "era una solenne celebrazione-digiuno di 40 giorni, una quaresima, in onore della divinità astrale ISHTAR45.

TERZA FASE DEL MITO: LA RESURREZIONE DI TAMMUZ E LA RIASSUNZIONE IN CIELO DELLA DEA MADRE.

Il rito della dea madre, della sua discesa negli inferi per riportare alla luce, in vita, per una sorta di risurrezione, il dio Tammuz ucciso, costituiva il rito agricolo del rinascere primaverile della natura46. La ricorrenza di questa risurrezione avveniva sempre la prima domenica successiva la luna nuova dopo l’equinozio di primavera; era una delle due principale festività consacrate alla dea ISHTAR-ASTARTE. La festa era chiamata EASTER, che è ancora il nome inglese della pasqua, e, cosa molto importante, corrisponde ancora oggi al giorno della pasqua CRISTIANO-ROMANA. Dopo questa discesa della dea madre, richiamata per riportare in vita il dio Tammuz ucciso, arrivava la seconda grande festa di ISHTAR-ASTARTE, la sua ri-ascensione al cielo. ISHTAR veniva riassunta in cielo con il rito di assunzione che si celebrava intorno alla metà di agosto47. Oggi ancora il 15 agosto si celebra la festa dell’assunta.

Sarà sufficiente una analisi superficiale per constatare come la maggior parte di queste leggende e di questi miti hanno preso piede nei riti e nella cultura religiosa cristiano-romana.

35 Geremia 7:18; 44:18-25;36 F.X. Weiser, Handbook of Christian facts and costoms, pag. 23837 Hislop. op. cit. pag. 20, 4638 S.H. Langdon, op. cit. pag. 1739 Hislop., op. cit. pag. 9340 Hislop., op. cit. pag. 94-9841 http://www.toolong.com/mithra.htm.42 Hislop op. Cit pag. 99; vedere pure Ezechiele 8, 1443 Enciclopedia delle religioni, ed. Vallecchi, voce Tammuz44 Hislop, op. cit. pag. 103-113.45 Idem p. 10546 S.D.A. Bible, Dictionnary op. cit. voce EASTER=Pasqua.47 Hislop, op. cit. pag. 125-128

17

Page 18: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

4°) CULTO SOLARE E ASTROLOGIA

Il terzo effetto di questa intrusione solare riguarda la settimana nella sua connotazione planetaria e astrale, nonché la pratica astrologica. Lo studio degli astri, dei loro movimenti e della loro corrispondenza con gli eventi umani sta alla base di tutta la civiltà mesopotamica; babilonese prima e persiana poi.

Essa parte dal presupposto di corrispondenze fra il mondo degli astri e il mondo terrestre. Così quest'ultimo è considerato il riflesso delle situazioni dell'universo astrale. Con l'intrusione della religione solare assunse grande importanza il ruolo che questo astro aveva nei ritmi della natura (rinascere della natura, stagioni, giorni, anni) in seguito come alleato del sole, si introdusse anche il dio lunare agente col novilunio sul ritmo del mese e della fecondità.

Poi fu il ruolo dei pianeti a esser preso in considerazione, le diverse posizioni in rapporto all'anno solare incidevano, si credette e si crede ancora, sul destino dell'uomo a ritmi più ampi: su particolari eventi storici, politici, militari, e sulle relazioni umane.

Grande importanza fu data all'astrologia sotto il monarca Nabucodonosor (600 ca. a.C.); gli astrologi occupavano un posto notevole nella vita di corte (Daniele 1 e 2). Il loro operato e le loro previsioni riguardavano in particolare gli eventi di corte, re compreso. Grande influsso, questi personaggi, hanno avuto su personaggi di corte, e non solo su quelli di allora. Il condizionamento astrologico ha influito tantissimo su scelte di carattere politico, militare e sociale. Il legame dell'astrologia con il culto solare era molto stretto, siccome il monarca era la personificazione del sole, l'azione degli astri sulla sua persona era azione diretta sul dio Sole.

In Grecia, dove il culto solare ebbe meno successo, ebbe invece grosso peso l'azione dei dei-pianeti anche sui singoli oltre che sui monarchi, (questo fu dovuto alla concezione dell'uomo specifica che si formò nel pensiero greco). In questo senso Babilonia e Grecia, come correnti astrologiche, hanno molto trasmesso alla cultura posteriore Romana e post-Romana.

Tutto questo si è sviluppato nei secoli. Con l’avvento del neo impero babilonese l’astrologia conobbe l’evoluzione che passa fra l’attuale astronomia, che è lo studio delle leggi e dei movimenti degli astri, e astrologia, che è invece la credenza che gli astri abbiano degli influssi sulla vita, il carattere e il destino degli individui, delle genti e delle nazioni.

In Babilonia e in particolare sotto Nabucodonosor avviene una sorta di legislazione dell’astrologia, una unificazione del suo modo di essere intesa.

5°) CULTO SOLARE E RAPPORTO DIO-UOMO e UOMO-SALVEZZA

La quarta conseguenza riguarda i rapporti di culto che si produrranno fra le divinità e il credente.

La dove questo culto ha preso piede si è prodotta, rispetto al culto monoteistico precedente che poi si è rivelato mediante i profeti biblici, un'adulterazione della relazione religiosa con la divinità!

Assistiamo a un'accentuazione della pratica sacrificale e a una sua evoluzione verso una celebrazione cruenta; dalle celebrazioni e sacrifici di animali si passa un po' ovunque a quella dei sacrifici umani. Una pratica molto "diffusa in rapporto stretto al culto solare"48.

Molte antiche popolazioni avevano adottato i sacrifici umani. “sono documentati nella storia religiosa inca, slava, sumera, assira, egiziana, indiana, polinesiana e fenicia. Ma non solo: il sacrificio umani non era sconosciuto neppure ai dori, agli esordi della civiltà greca, ed era una prassi usuale

48 Eduard Golla, Sacrifici Umani in Israele, in Enciclopedia della Bibbia, Torino 1971, vol. 6, col. 32-34.

18

Page 19: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

presso i cretesi”49.

Di tutte le civiltà alcune ci testimoniano questa pratica in modo assai forte, l’Egitto è fra le prime: “Una campagna di scavi ad Abydos condotta dalle Università di New York, di Yale e della Pennsylvania è giunta alla prova evidente che i sacrifici umani erano una realtà durante le prime Dinastie”50. A Petra in Giordania vi sono pure ampie testimonianze di sacrifici umani 51. Ma le testimonianze più esplicite ci vengono anche in questo caso da Babilonia. E’ scritto nella “Nuova Enciclopedia Cattolica” all’articolo “sacrifici umani”52 “Il Dio Sole Shamash, Utu in sumerico e Shamas in accadico, è una divinità popolare in tutta la storia della Mesopotamia; il suo nome si riferisce al Sole, ma anche alla giustizia ed alla predizione in quanto il Sole vede tutto, compreso il futuro; risiede insieme alla sua sposa in templi chiamati “la Casa Bianca” (E’ BABBAR). Shamas è rappresentato da un disco solare. A queste divinità solari Shamas e poi Yule si dedicavano sacrifici umani”53.In questa testimonianza troviamo uno stretto legame fra i sacrifici umani e il culto solare. Un legame che troviamo anche negli scritti biblici. Due in particolare associano questa pratica con il culto al dio solare Baal: «hanno costruito alti luoghi a Baal per bruciare nel fuoco i loro figli in olocausto a Baal; cosa che io non avevo comandata, di cui non avevo parlato mai, e che non mi era mai venuta in cuore». .. «Hanno costruito gli alti luoghi di Baal che sono nella valle dei figli di Innom, per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie offrendoli a Moloc; una cosa che io non avevo comandata loro e non mi era venuto in mente che si dovesse commettere una tale abominazione, facendo peccare Giuda»54.

Comprendere le motivazioni di tale legame non è facile, sembra che il rapporto con tale divinità fosse vissuto con paura, visto che questo dio sembrava esprimere la sua collera tramite gli eventi spaventevoli della natura: caldo soffocante, freddo, vento, fulmini e tuoni. Attraverso questi fenomeni meteorologici la divinità rivelava il suo disappunto: bisognava propiziarsela e essendo detentrice delle vite lo si doveva fare offrendogli la vita. E' in questo contesto che nella religione solare si introdurrà sin dai suoi albori, oltre alla pratica del sacrificio teso a placare le divinità in collera, anche la figura del mediatore, che per le sue virtù, i suoi uffici e la sua posizione di superiorità clericale potrà fare da medium tra il credente e le divinità.

Il rapporto col dio non è più dunque motivato dall'amore, dal rispetto e dalla riconoscenza, ma dalla paura e dal distacco: ogni atto religioso diventa perciò elemento di recupero del suo favore: da qui i sacrifici, le "buone opere" di suffragio, i riti!

49 Tratto dalla rivista mensile “Focus” n°92 giugno 2000.50 http://www.egittologia.net/content/scheda_art.aspx?id_art=58451 www.miti3000.org/arabi_semiti.htm52 Nuova Enciclopedia Cattolica” dell’Ordine Francescano (ed.1941), voce sacrifici umani. 53 Vedere anche: www.homolaicus.com/nt/vangeli/natale/sintesi.htm.54 Geremia 19:5; 32:35.

19

Page 20: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

6°) IL DIO SOLARE E LA CELEBRAZIONE DEL CULTO

A Babilonia succede la Medio Persia nello scacchiere politico di quel segmento della storia. Fino a Babilonia, la vocazione imperialistica delle grandi potenze era comunque stata circoscritta, la loro

Ben diverso è il comportamento della Medo Persia che comincia con la dinastia dei monarchi medo–persianila politica espansionistica che avrebbe contagiato tuttii grandi capi politici, militari e economici del futuro.La cartina qui a fianco mostra bene la politica imperialistica dei monarchi persiani. È facile capirealla luce di detto espansionismo che accorpora diverse culture e civiltà [egizia, fenicia, kurda, babilonese, israelitica, greca, turca, e indù] la necessità di creareuna armonizzazione nei costumi, negli scambi, nella lingua, nelle monete e non per ultimo nelle credenze religiose.

I monarchi persiani si rendono presto conto che l’unità del grande impero che ormai si è venuto a formare richiede una armonizzazione e una unificazione religiosa.

Sotto la guida di quel grande filosofo e stratega della statura di Zoroastro, la religione Iraniana si fece promotrice di una vera e propria sintesi originale. Zoroastro seppe attingere da tutte le culture che ormai dipendevano dai confini e dal controllo Medo-Persiano. In questo contesto si capisce bene quello che ormai è diventato un aneddoto, ma che al tempo costituiva una vera e propria necessità se non si voleva assistere ad uno sgretolamento interno del spirito di patria.

Zoroastro capì subito che la leva migliore per creare questa amalgama interna era quella religiosa. Per prima cosa egli produsse una riforma religiosa di tipo monoteistico. Sotto la sua leadership e la forza di convincimento, MITRA diventa il dio unico e il suo culto, culto organizzato in chiave monoteistica. Scrive Robertson: «Mithra, (a seguito della riforma di Zoroastro) assorbì e sostituì numerose altre divinità come Osiris, Tammuz, Adonis, Balder, Attis, and Dionysus e figure eroiche come Ercole»55.

Inizialmente Mitra era distinto dal sole, poi dopo averlo vinto, stringe alleanza perpetua con lui e da allora "l'uno e l'altro si identificarono" e le rappresentazioni di questo "accordo" sono quelle di un giovane portante attorno al capo una corona di raggi di sole.

Zoroastro con la riforma fece una mirabile fusione fra Il culto solare e la pratica astrologica Babilonese, fra la filosofia

55 Pagan Christs. ROBERTSON, JM, New York, 1987, p 335., vedere anche http://www.innvista.com/culture/religion/deities/mithra.htm

20

espansione era stata limitata. Non era ancora nata l’idea imperialistica che caratterizzerà le grande monarchie successive: Medio Persia, Grecia, Roma e successivi monarchi o imperatori che hanno fatto la storia mondiale dalla caduta di Roma in poi. Carlo Magno, Barbarossa, Carlo V°, Napoleone Bonaparte e Adolf Hitler. Tutti costoro a partire da Alessandro Magno hanno sempre nutrito mire di imperialismo planetario. La conquista del mondo. La cartina qui a fianco mostra l’espansione dell’impero babilonese che nonostante avesse vinto l’Egitto non ne fa l’annessione al territorio.

Page 21: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

e la religiosità greca, e l’impostazione gerarchico-religiosa egizia: "Nel Mitraismo, come elemento notevole e talvolta preponderante, le rappresentazioni astrologiche di origine Mesopotamica si erano andate fondendo con la religione iraniana ... I pianeti sono divinizzati, come in Grecia, hanno virtù proprie, talvolta in conflitto fra loro, presiedono ognuno un giorno della settimana ... Il loro numero di sette diviene sacralmente rilevante ... I segni dello zodiaco che esercitano le loro influenze sugli uomini e sul mondo sono divinizzati”56.

Molte delle caratteristiche che furono applicate al culto di Mitra le ritroviamo nella religione romano-cristiana. Lo storico del cristianesimo Socrate scrive: «secondo la tradizione mitologia persiana, Mithra nacque da una verginella quale era dato il titolo di “madre di Dio”»57.

Un’altra eredità che passa alla religione cristiana riguarda l’organizzazione religiosa. Scrive Robertson: «Alla testa della religione di Mitra vi era un organismo gerarchico con a capo un sacerdote chiamato “papa” che nelle occasioni solenni portava in capo una corona chiamata tiara»58.

Questo è ben facile capirlo se teniamo conto di quanto dice il sito www.innvista.com/culture/religion/deities/mithra: «In Roma sono state trovate oltre 100 inscrizioni dedicate a Mithra, più di 75 frammenti di sculture e numerosi templi situati in varie parti della città. Uno dei templi più grandi si trova ora sotto la chiesa di San Clemente»59.

Interessante in tal senso quanto scritto nel sito sul giorno del culto «Nell’impiantare la struttura delle osservanze religiose nel culto ai pianeti ed alle stelle, Zoroastro si aprì a ricerche più logiche e sicure delle speculazioni e delle leggende di antiche mitologie…. Molti limiti di diverse antiche religioni era che esse avevano trascurato per i loro devoti l’importante elemento di radunarli assieme in uno specifico appuntamento per trasmettere i principi religiosi e le leggi dei fondatori. Come Mosè aveva comandato al suo popolo di fare, Zoroastro non fu negligente a questo principio. Egli mise enfasi alla sacralità di un giorno su sette per un incontro dei devoti. Siccome la religiosità pressoché universale era costruita sull’adorazione al sole, la cosa più appropriata e ovvia era di stabilire come giorno sacro il giorno del sole, il giorno della luce. Per rinforzare l’osservanza del primo giorno della settimana i saggi persiani insegnavano che cinque pianeti avevano ognuno il loro giorno, gli altri due erano dedicati alla deità lunare e solare. Ogni giorno della settimana era dedicato ad un astro, il primo era al dio Mitra, il sole, il primo delle divinità del Zoroastrismo.»60.

Un’altra interessate conferma a questo dato è fornita da un grosso sito di storia antica. Ecco quanto vi è riportato: «Il dio sole dei persiani Mitra, fu ampiamente accettato nel mondo romano prima del periodo di diffusione del cristianesimo. La domenica, giorno del sole fu consacrato al signore Mitra, ricevendo il titolo di “giorno del Signore”»61.

Fu questa operazione a trasmetterci una settimana in cui ogni giorno è dedicato ad un astro. Per il fatto che Mitra era superiore agli altri dei il giorno a lui dedicato era considerato giorno di festa; lo stesso Tertulliano fece questa importante ammissione62.

Concludiamo questa enumerazione di citazioni con una del prof. ROBERTSON autore di numerose opera di storia antica: «La domenica era il giorno sacro di Mitra, che era chiamato Signore, e il suo giorno di culto era definito il giorno del Signore, questo già almeno da tre secoli prima dell’avvento del

56 Enciclopedia delle Religioni, Anno, 2004. Editore, Garzanti, voce: MITRA.57 Socrates, Eccles. Hist., libro iii., ch. 2.58 Pagan Christs. ROBERTSON, JM New York, 1987, p 336. 59 http://www.innvista.com/culture/religion/deities/mithra.htm. 60 http://www.bible-sabbath.com/wilkerson/chapter09.html61 http://historical.benabraham.com/html/persian_sun_god_mithra.html.62 Tertuliano: APOLOGIA 16; AD NAZIONES 12.

21

Page 22: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

cristianesimo»63.

Con l'introduzione in Roma della religione solare, della settimana planetaria mitraica e l'obbligo del culto al Sol INVICTUS e del rispetto alla socialità del giorno a lui dedicato divennero particolarmente importanti. Questo in particolare nella città eterna da Adriano in poi (140 d.C.)64.

Arrivato a Roma dopo un lungo itinerario che è partito dalle antiche civiltà dai fiumi babilonesi ed

egizie, che prende piede nelle varie culture delle civiltà del 3° e 2° millennio, passando attraverso

momenti fortemente riorganizzativi che sono stati quelli dell’impero neo-babilonese e medo-persiano,

il culto solare ha acquisito ormai tutte le caratteristiche di una religione ben organizzata

gerarchicamente, formalizzata dottrinalmente e socialmente radicata. In questo lungo tragitto ha

raggiunto e influenzato la maggior parte delle civiltà che hanno costruito e visto la luce della storia.

63 Pagan Christs. ROBERTSON, JM, NY. 1987, p 336. http://www.innvista.com/culture/religion/deities/mithra.htm.64 S. Bachiocchi, op. cit. pp. 249-251

22

Page 23: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

7°) IL GIORNO DEL SOLE: SEGNO UNIVERSALE E CERNIERA DEL CULTO SOLARE

Non c’è assolutamente da stupirsi se ovunque troviamo le tracce del suo passaggio. Ma se tracce

sono state lasciate allora delle testimonianze devono essere trovate non solo per le pratiche specifiche

del culto ma anche per questo importante aspetto del giorno dedicato al culto del dio sole.

Nelle righe che fanno seguito riportiamo alcune di queste testimonianze relative alla celebrazione

del culto domenicale nelle antiche civiltà.

A Babilonia

“Bel, il dio-sole, il fu il dio patrono del panteon babilonese, il suo nome proprio era Marduk. A lui

era dedicato il primo giorno della settimana. Il loro calendario fu aggiustato in modo tale che il primo

giorno di ogni mese fosse anche il primo giorno della settimana. È altresì chiaro che il primo giorno del

mese era di digiuno e riposo”65.

In Egitto

“Il primo giorno della settimana, il giorno del sole, ebbe origine nel contesto della astrologia

Egizia”66.

In Medio Persia

“Ogni giorno nella settimana, il pianeta-dio al quale il giorno è dedicato era oggetto di una speciale

invocazione davanti ad una particolare cripta. Il primo dei giorni , giorno della luce, dedicato al sole,

era specialmente sacro”67.

India

Fra gli Indù ogni primo giorno della settimana era sacro. Scrive E. Sachau “Ogni giorno gioisce di

particolari gradi di venerazione secondo il valore che gli Indù danno a ogni giorno della settimana. Essi

distinguono fra tutti il primo, perché giorno del sole, inizio della settimana”68.

I Germani

I più antichi popoli germani erano pagani, essi avevano destinato il primo giorno della settimana alla

adorazione del sole, è per questo che nella tradizione della nostra lingua il primo giorno della settimana

è chiamato Sonntag: giorno del sole”69.

I Romani

65 Langdon, Babylonian Menlogies and Semitic Calendars, p. 86; vedere anche http://www.jlfoundation.net/sunday.html 66 Catholic Encyclopedia, Art. Sunday. Arvada, CO 80006, USA.67 Franz Cumont, THE MYSTERIES OF MITHRA, NY. 1903 p. 167, vedere anche http://www.sacred-texts.com/cla/mom/ 68 Sachau E. C., trans. Alberuni's India. New Delhi, 1993, II p. 185.

69 Richard Verstegan (morto nel 1634), 1625, Antiquities, p. 10

23

Page 24: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

“Il primo giorno della settimana era il giorno di Mitra, giorno del sole. E questo lo era prima

dell’avvento del cristianesimo, così come prima dell’avvento della religione di Cristo, il 25 di dicembre

era la festa della nascita di Mitra”70.

CONCLUSIONE DEL 5° CAPITOLO1°. CULTO SOLARE E DIVINIZZAZIONE DELL'UOMO2°. CULTO SOLARE E CULTO DEI MORTI3°. CULTO SOLARE E RITUALISMO RELIGIOSO E MITOLOGICO4°. CULTO SOLARE E ASTROLOGIA5°. CULTO SOLARE E RAPPORTO DIO-UOMO e UOMO-SALVEZZA6°. IL DIO SOLARE E LA CELEBRAZIONE DEL CULTO7°) IL GIORNO DEL SOLE: SEGNO UNIVERSALE E CERNIERA DEL CULTO SOLARE

Così con l’avvento del culto si sono prodotte ben 5 conseguenze nella concezione dell’uomo, della

vita e nella pratica della fede:

1° La DIVINIZZAZIONE DELL'UOMO: fu la prima delle seduzioni che Adamo ed Eva subirono dal serpente nell’Eden. Oltre a dei profondi influssi fra l’uomo e Dio, fra l’uomo ed il proprio simile, si sono prodotte altresì delle pesanti modifiche nel senso della vita e nella comprensione dell’uomo stesso. L’essere umano non è più una creatura dipendente da Dio e da Lui bisognosa di vita, ma lui stesso divino.

2° Nella pratica della sua relazione con Dio e con la vita alla comunione con il suo Creatore vissuta nella fede e nella conoscenza frutto della sua rivelazione è subentrato il RITUALISMO RELIGIOSO E IL MITO. Dei gesti segnati da superstizione e da magie varie. Ancora oggi tutto questo lo cogliamo nella pratica della fede di milioni di uomini e donne.

3° Il culto solare non solo ha sconvolto i rapporti fra l’uomo e se stesso, fra lui e dio, ma ha prodotto dei condizionamenti profondi, condizionamenti che sono, forse oggi ancor di più nella pratica dell’ ASTROLOGIA. Essa è un segno profondo di superstizione e di inganno.

4° La concezione di Dio è stata profondamente stravolta. Anche se nell’auto esaltazione l’essere umano si crede un piccolo o un semi Dio, il suo bisogno di Dio rimane, ma il rapporto con Esso è stravolto e segnato dalla paura. Tutto il possibile rapporto con un Dio d’amore è stato profondamente condizionato. IL RAPPORTO DIO-UOMO e UOMO-SALVEZZA sono radicalmente incrinati. Pregiudicati. Alla semplice verità del Vangelo è subentrata, per il rapporto uomo –Dio, ben altro di incerto, grave e bugiardo.

5° L’incrinatura che si è prodotta ha coinvolto tutti gli aspetti della relazione con Dio. È avvenuto non solo un profondo cambiamento nel modo di concepire e rapportarsi con Dio. È subentrato un modo diverso di adorare Dio che ha portato ad adorare un altro dio: esattamente Satana. Il culto al sole nasconde ben altro. Non è solo l’aver trasportato l’adorazione dal Creatore ad una creatura, ma quale creatura? Dietro la luce si cela LUCIFERO. Dal segno del Dio creatore si è trasferita l’adorazione nel giorno che è il simbolo del culto del demonio.

70 Pike E. Royston, Encyclopedia of Religion New York ,1958, articolo Mithraism.

24

Page 25: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

25

Page 26: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Capitolo 6

USCIRE DA BABILONIA

Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione71.

Secondo diversi studiosi Ur dei Caldei fu una delle patrie del nascente culto del sole. Qualcuno ritiene fosse la principale. NEREO VILLA scrive di Ur dei Caldei: “l'etimologia Ur è "luce", in quanto "Ur" significa "luce", ed oltretutto, si tratta del luogo di nascita di Abram, che oggi si trova ancora segnato nelle cartine geografiche dell'Iraq, "Ur Kashdìm", luogo che viene di solito tradotto "Ur dei Caldei" ma significa letteralmente "Luce degli astrologi".

Abramo fu invitato ad uscire da Ur che era diventata patria del culto solare. Più tardi i suoi figli, i figli di Israele furono invitati a uscire dall’Egitto, che era in quel tempo capitale mondiale del culto solare. Fu loro detto di non adorare nulla di tutto quello che avevano visto in Egitto: “Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli”72.

Ma nonostante questo, più tardi i figli di Israele, nonostante gli avvertimenti avevano adottato il culto solare, sia come pratica come pratica Liturgica che nome vissuto di fedeltà: Geremia, Ezechiele e Nehemia ci ragguagliano per bene di cosa era accaduto.

Geremia avvertì: “Così dice l'Eterno: «Badate a voi stessi e non portate alcun peso né fatelo entrare per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato,… allora i re e i principi che siedono sul trono di Davide entreranno per le porte di questa città montati su carri e su cavalli, essi, i loro principi, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme; e questa città sarà abitata per sempre. Verranno quindi dalle città di Giuda, dai dintorni di Gerusalemme, dal paese di Beniamino, dal bassopiano, dai monti e dal Neghev, portando olocausti, sacrifici, oblazioni di cibo e incenso, e offrendo sacrifici di rendimento di grazie nella casa dell'Eterno. Ma se non mi ascolterete, santificando il giorno di sabato: non portando pesi e non introducendoli per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle sue porte; esso divorerà i palazzi di Gerusalemme e non si estinguerà»” (17:21, 25-27).

Ezechiele dovette constatare: “Egli mi disse: «Entra, e guarda le scellerate abominazioni che costoro commettono qui». Io entrai, e guardai; ed ecco ogni sorta di figure di rettili e di bestie abominevoli, e tutti gli idoli della casa d'Israele dipinti sul muro tutto attorno; settanta fra gli anziani

71 Genesi 12:1-272 Deut 4:15-19

26

Page 27: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

della casa d'Israele, in mezzo ai quali era Iaazania, figlio di Safan, stavano in piedi davanti a quelli, tenendo ciascuno un turibolo in mano, dal quale saliva il profumo in nuvole d'incenso. Egli mi disse: «Figlio d'uomo, hai visto ciò che gli anziani della casa d'Israele fanno nelle tenebre, ciascuno nelle camere riservate alle sue immagini? Infatti dicono: "Il SIGNORE non ci vede, il SIGNORE ha abbandonato il paese"». Poi mi disse: «Tu vedrai altre abominazioni, ancora più grandi, che costoro commettono». Mi condusse all'ingresso della porta della casa del SIGNORE, che è verso settentrione; ed ecco là sedevano delle donne che piangevano Tammuz. Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo? Tu vedrai abominazioni ancora più grandi di queste». Mi condusse nel cortile della casa del SIGNORE; ed ecco, all'ingresso del tempio del SIGNORE, fra il portico e l'altare, circa venticinque uomini che voltavano le spalle alla casa del SIGNORE, e la faccia verso l'oriente; si prostravano verso l'oriente, davanti al sole. (8:9-16)

Nehemia lamentò e sgridò il popolo: “In quei giorni osservai in Giuda alcune persone intente a pigiare l'uva in giorno di sabato, altre a portare, caricandolo sugli asini, grano e anche vino, uva, fichi, e ogni sorta di cose, che facevano giungere a Gerusalemme in giorno di sabato. Io li rimproverai a motivo del giorno in cui vendevano le loro derrate. C'erano anche persone di Tiro, stabilite a Gerusalemme, che portavano del pesce e ogni sorta di cose, e le vendevano ai figli di Giuda in giorno di sabato, e a Gerusalemme. Allora rimproverai i notabili di Giuda, e dissi loro: «Che significa questa cattiva azione che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non fecero proprio così? Il nostro Dio fece, per questo, piombare su di noi e su questa città tutti questi mali. E voi accrescete l'ira ardente contro Israele, profanando il sabato!» (Nehemia 13:15-18).

Il popolo era caduta in quell’apostasia dalla quale il Signore aveva voluto proprio salvare, ed a causa di questo fu condotto in cattività proprio la, a Babilonia, dove regnava il culto solare, la capirono quale tragedia ciò rappresentava.

Quella Babilonia di Nabucco diventa simbolo della Babilonia del Nuovo Testamento che ha ereditato tutte le abominazioni dell’antico culto solare. Il nostro tempo ci testimonia bene quale sia la profondità dell’attuale Babilonia. Da essa Dio invita il suo popolo ad uscire: “Poi udii un'altra voce dal cielo: «Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità”. (Apocalisse 18:4-5).

27

Page 28: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

C O N C L U S I O N E

In poco meno di due millenni la storia ha assistito a una profonda evoluzione, dal culto al Dio unico, Signore e Creatore dell'Universo e della Vita all'adorazione di una delle sue creature, il Sole. Il fatto non finisce lì; tutta la vita, la religiosità, i rapporti umani, la cultura e la società, ne sono stati profondamente condizionati; se non addirittura cambiati!

Ma proprio nel pieno di questo processo INVOLUTIVO quell'Iddio Altissimo che ha preceduto il sorgere del culto solare, ha iniziato in seno alla storia la realizzazione del suo piano. Ha cominciato con la chiamata di Abramo, capostipite di quel popolo che sarebbe stato, fra alterne vicissitudini il depositario della conoscenza di questo Dio e della Sua volontà, costruendo nella storia i tempi per la maturazione della venuta di Gesù Cristo, che, con la sua apparizione, breve nel tempo, ma dagli effetti profondi ed incrollabili ha portato la rivelazione vivente di un Dio che vuole avere un rapporto personale e diretto con l'uomo!

Tutto questo sarà completato con il Suo glorioso ritorno, di fronte al quale il sole si oscurerà, la luna arrossirà e le stelle cadranno dal cielo!

28

Page 29: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

Nota sui CULTI SOLARI 

La Roma pre-cristiana già aveva un proprio antico culto solare, quello del Sol Indiges. Oltre duecento anni prima della nascita di Cristo, Roma aveva visto giungere sul proprio territori Dei e culti d’oriente.: Iside e Serapide , poi Cibale. Il Sole assumeva centralità e attualità nel Mediterraneo: Iambulo, un nabateo, nel 120-100 a.C. scrisse un romanzo dove prefigurava un utopistico nuovo ordinamento sociale, con comunanza dei beni, sotto il governo di Helios, il Sole.

I primi secoli dell’era cristiana videro riversarsi su Roma una alluvione di culti, soprattutto dall’Oriente; in linea di massima ben tollerati dagli Imperatori in quanto accettabili nell’universo politeistico della religione romana. Presero piede in particolare culti solari come quello monoteista persiano di Mitra nel II-III Secolo d.C. (che diventò il culto più concorrenziale al cristianesimo), il culto egiziano di Horus e Iside o di Serapide, il culto ellenico-orientale di Dioniso e Apollo.Nel primo secolo d.C. scriveva Petronio “Il nostro territorio pullula di presenze divine, a tal punto che si incontra più facilmente un Dio che un uomo”.Nel secondo secolo d.C. scriveva Celso “Molte persone anonime si aggirano dentro e fuori dei templi come volessero emettere responsi…ciascuna di esse è sempre pronta a dire: - Io sono Dio-, -Io sono Figlio di Dio-,-Sono uno Spirito Divino-“.Il culto del Sole fin dai tempi delle campagne di Giulio Cesare in Egitto era già penetrato nell’ Impero. Cesare infatti aveva fatto trasportare a Roma non solo gli obelischi di Heliopolis e di altre città egizie, ma anche i sacerdoti del culto di Helios (uno dei nomi del Dio Sole egiziano) che trovarono subito seguaci nella capitale.. Giulio Cesare fece introdurre il calendario solare egiziano; l’anno solare egiziano (redatto dall’astronomo alessandrino Sosigene) venne successivamente adottato col nome di Calendario Giuliano, di 12 mesi come quello attuale, salvo la correzione apportata da Papa Gregorio nel 1582, che tolse 10 giorni in totale e introdusse l’anno bisestile ogni quattro anni.In questi secoli, anche a rappresentazione delle nuove tendenze culturali e religiose solari, furono eletti numerosi imperatori cultori del Dio Sole.

L’imperatore Comodo (161-192) si fa raffigurare in compagnia di Iside e Serapide (altro nome del Dio Sole egiziano). Abbiamo la dinastia degli imperatori Severi che prima favoriscono il culto di Iside e Serapide e costruiscono il tempio più bello della città sul Quirinale (dove ancora sta un obelisco egiziano), poi favoriscono il culto di Eracle e Dioniso, infine introducono il culto del Dio Sole di Emesa (precedentemente ad Aureliano) . Con l’imperatore Caracalla si ha il passaggio dalle divinità solari egiziane a quelle siriane, e anche il massimo della “contaminazione” culturale: con lui si invoca il ”solo Dio Zeus Serapis Helios, invincibile signore del mondo”. L’imperatore Massimino il Trace è invece cultore del Dio Sole Mitra come sembra lo fosse stato Nerone. Nel 218 divenne imperatore Elagabalus (già sacerdote del Sole ad Emesa), che si attribuì il nome del Dio Sole (El Galab = Dio Sole) e che fece costruire un tempio sul Palatino dedicato al Dio Sole Invictus siriano. Successivamente l’imperatore Aureliano stabilì la festa del Sol Invictus, che continuò con Diocleziano ed altri fino a Costantino compreso, che fece incidere il Sole sul suo famoso Arco in Roma. In quei secoli furono fatte coniare da molti imperatori monete con l’effige del Sole e sul retro la propria, in altre monete è raffigurata Iside che allatta il Dio Sole bambino Horus.Anche le insegne militari dell’ esercito imperiale portavano i simboli del Sol InvictusIn quei secoli Roma era piena di templi e luoghi di culto delle diverse divinità solari.

Basti pensare che la Basilica di San Pietro è stata costruita sopra il tempio del Dio Sole Mitra ed ha tuttora al centro della piazza un obelisco egiziano. Ancora oggi le guide turistiche di Roma offrono escursioni nei mitrei, luoghi catacombali, santuari ricavati in ambienti sotterranei dei cultori di Mitra: le cripte dove avveniva questo culto sono state trovate in tutta Europa fino in Irlanda. I culti di Iside ed Horus, che ebbero addirittura in Roma il loro centro nel II secolo d.C., durarono fino alla fine del IV secolo. Questo quadro dimostra la forte presenza di culti dedicati al Dio Sole dopo la nascita di Cristo e nel periodo precedente al natale Cristiano. Prima ancora della decisione di Aureliano di festeggiare il “Dies Natalis Solis Invicti” il 25 dicembre, in tale giorno ricorreva il festeggiamento per la nascita del dio Horus in Egitto, la festa del “Sol Invictus” a Emesa, del Dio Sole Dusares nel Regno di Palmira, delle divinità solari Shamas e poi Yule a Babilonia. In tale data veniva inoltre attribuita la nascita di Mitra e poi del suo profeta Zorohastro (Zarathustra).  

I SATURNALI 

Festività e riti dell’ antica Roma furono un continuo adattare la tradizione di Roma a quella dei popoli vinti per renderla “universale”: all’inizio abbiamo influenze latine, etrusche e sabine, poi greco-ellenistiche e orientali.I Saturnali furono tra le feste latine più antiche dell’ Impero Romano; iniziavano il 17 Dicembre e furono prolungate fino al 24 dicembre sotto l’imperatore Domiziano.Erano una festa religiosa dedicata all’antico Dio Saturno (da Satus = semina).Saturno (il Cronos greco) nella più antica leggenda era re del Lazio prima della fondazione di Roma.

Ai primordi i Saturnali erano una festa religiosa e sociale molto complessa, ben descritta da Frazier nel libro “Il ramo d’oro”: durava un lungo periodo, si ribaltavano i ruoli sociali, uno schiavo faceva il Re per tutto le feste e poi veniva

29

Page 30: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

sacrificato. A Saturno si dedicavano sacrifici umani fino a quando , dice la leggenda, Eracle (Ercole) passando dal Lazio, convinse gli abitanti a non sacrificare vite umane ma ad offrire in loro vece statue di argilla e ceri accesi.

Da qui iniziò l’usanza di scambiarsi doni, statue d’argilla e ceri accesi nei giorni dei Saturnali. Nella Roma degli imperatori durante questa festa le scuole restavano chiuse e permase l’usanza di scambiarsi doni (candele, noci, datteri, miele).I Saturnali iniziavano con il rito del “lettisternio”: statue degli Dei venivano stese sui letti; si offriva poi il cibo a Giove ed a dodici dei, cibo che veniva in seguito consumato pubblicamente dai partecipanti.Il primo giorno c’era la celebrazione religiosa con processione fino al tempio di Saturno posto alle falde del Campidoglio e si facevano sacrifici sull’Ara lì posta; si accendevano le candele e vi era un grande banchetto al quale tutti erano invitati; si facevano anche i brindisi e gli auguri. Il tutto a spese dello Stato.Vi era l’uso di giocare a Tombola, considerata il grande gioco di Saturno: questo gioco era però caricato di sacralità in quanto serviva per predire il prossimo futuro attraverso i numeri, aveva funzioni oracolari (oggi le ritroviamo nel gioco del Lotto con le associazioni di eventi o sogni ai numeri– vedi la Smorfia).I pagani facevano la veglia per tutta la notte per attendere e salutare la nascita del Sole nuovo. 

Quando giunse a Roma il culto di Dioniso, nei Saturnali si festeggiava la sua eterna giovinezza e si regalavano i suoi tre simboli: il mirto, il lauro e l’edera.Durante i Saturnali gli schiavi erano liberi e non avevano obblighi verso i loro padroni.

Per gran parte della popolazione, che svolgeva lavoro agricolo, i Saturnali annunciavano un lungo periodo di riposo in attesa della primavera.

Come possiamo notare, molte delle usanze dei Saturnali si sono conservate fino ad oggi e caratterizzano il nostro modo di festeggiare il Natale: accendere le luci (delle candele prima, elettriche oggi), il banchetto, lo scambio di doni, la celebrazione religiosa, regalarsi i ceri, i datteri, le noci e cibi dolci come il miele, fare i brindisi e gli auguri, la chiusura delle scuole, la lunga festa …. 

2. DIO SOLE SIRIANO:

“INVICTUS SOL ELAGABALUS” DI EMESA 

L’influenza siriana della città di Emesa (l’odierna Homs in Siria) sulla istituzione della Festa del Natale è stata storicamente la più significativa. L’imperatore Aureliano, che istituì il “Dies Natalis Solis Invicti” il 25 dicembre 274, si ispirò proprio al Deus Sol Invictus ed alla sua festa nella città di Emesa, festa che cadeva il 25 dicembre. Emesa diede tre imperatori a Roma.Da Emesa l’imperatore romano Settimio Severo prese in moglie Giulia, nata dalla stirpe dei sacerdoti del Dio Sole, e portò il culto a Roma già prima di Aureliano.Da Emesa proveniva l’imperatore Elagabalus che portò a Roma culto, sacerdoti e la sacra pietra a forma di cono con base circolare (pietra che fu riportata dopo l’uccisione dell’imperatore). Sulla pietra era scolpita un’aquila con un serpente nel becco: un simbolo del Sole. Quando fu ucciso, fu rimandata indietro la pietra sacra.Molti particolari lasciano intendere che il culto del Sole di Emesa fosse di origine araba, di nomadi beduini: la presenza di una pietra cultuale, i nomi delle dinastie reali, l’evirazione del sommo sacerdote, il divieto di mangiare carne di maiale. Altre teorie sostengono la provenienza di questo culto dall’ egiziana città di Heliopolis o dalla mesopotamica Babilonia, sempre in un epoca antecedente al 1400 a.C. Eliodoro di Emesa scrisse nel III secolo d.C. il romanzo forse più completo di quel secolo, “Le Etiopiche” che ben descriveva questa “contaminazione” tra culti solari egiziani e siriani, arabici ed etiopi.  

3. DIO SOLE INDO-PERSIANO-MESOPOTAMICO:

IL CULTO DI MITRA 

Il culto di Mitra è quello che ha sostanzialmente più influenzato il rito religioso del Natale e la stessa religione cristiana. Sia a Mitra/ Dio Sole sia ad un suo profeta, Zarathustra, sono accreditate le nascite il 25 dicembre, molti secoli prima della nascita di Cristo. Mitra è fatto partorire da una vergine, è denominato “il buon pastore”, aveva 12 compagni, effettuava miracoli, sepolto in una tomba è risorto dopo tre giorni e la sua resurrezione veniva celebrata ogni anno. Il mitraismo è una religione che ha avuto il suo massimo sviluppo in Persia ma sembra sia di origine indiana. Altri storici sostengono che sia di origine mesopotamica. Del nome Mitra in Persia, Varuna in India si trovano tracce fin dal 1400 A.C. ( compare nei testi sacri indiani Rig Veda) ma è possibile che questa divinità sia ancor più anteriore.Gli Ari lo tenevano in grande considerazione.

Mitra, col nome di Bel, compare anche nel 1400 A.C. tra gli Dei di Stato dell’Impero dei Mitanni in Mesopotamia, dove veniva festeggiato il 25 dicembre con la festa del Son (in babilonese Sole) invincibile: era considerato figlio del Sole e Sole egli stesso  Zarathustra è un profeta che si ritiene nato nel 714 A.C. in Persia, combatté il politeismo dei popoli nomadi e

30

Page 31: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

favorì la nascita di un codice di leggi civili e morali valido per la crescente popolazione che da nomade diventava agricola e stanziale. Propose una religione universale e monoteista basata sul “Giusto sentire, giusto parlare, giusto operare” richiamandosi all’antico culto del Dio Sole Mitra e facendolo confluire successivamente nel nuovo Dio Mazda. La sua religione è nota anche come Parsismo o Zoroastrismo ed è ancora praticata in alcune zone dell’India e della Persia. Dai suoi detti, pensieri ed insegnamenti fu scritto il libro sacro “Avesta”, già noto ad Alessandro Magno. Si dice che nessuna religione più dello Zorohastrismo abbia affermato il valore della cultura. Questa religione avrà enormi influenze sulle successive religioni monoteiste, come l’islamismo, il cristianesimo e l’ebraismo(le famose Leggi di Mosè sono le leggi introdotte dal re di Giuda, Gioisa, nel 621 a.C. nel suo Deuteronomio, quindi postume a Zarathustra). Con la conquista persiana di Babilonia il mitraismo entrò in relazione con le religioni mesopotamiche ed ebraiche (gli ebrei erano in esilio a Babilonia ed i persiani ne furono i liberatori). Successivamente il culto mitriaco, ebbe una grande ripresa con l’imperatore persiano Artaserse II e nel periodo ellenistico, quando si diffuse nelle province dell’impero Romano e nella stessa Roma portato dai soldati romani che già sotto Pompeo si convertivano in massa.Il culto veniva celebrato in grotte o sotterranei; l’iniziazione prevedeva il battesimo con l’acqua santa, il pasto in comune con condivisione di pane e acqua.Al Mitraismo sono accreditati i rituali e le credenze di:

la recitazione delle preghiere l’atto delle mani giuntela genuflessione confessione delle colpe che contemplavano penitenze (prima corporali, poi sostituite da lavori socialmente utili) la confermazione (cresima), segnarsi la fronte con le dita, esposizione dell’ostia-disco solare sull’altare,il sacerdozio solo maschile, credenza nei premi e nelle pene nell’aldilà, e nel giudizio divino,il paradiso (parola che in persiano ancor oggi vuol

dire “giardino”),l’inferno con fuoco e fiamme (non è eterno e i “cattivi” verranno restituiti al mondo nel giorno della resurrezione),la disposizione dell’altare (il banco di pietra davanti l’Abside),la stola, il copricapo dei vescovi ( che si chiama ancora mitria), le vesti, i colori,

l’uso dell’incenso, l’aspersorio, e dei lumi accesi davanti all’altare,la stessa architettura delle basiliche, dove si eseguivano i riti in pompa magna.

Mitra, soprannominato “Il Salvatore” salì al cielo col Carro del Sole dopo aver consumato il pasto sacro; la sua resurrezione avveniva in primavera ed i suoi sacerdoti così recitavano: “Rallegratevi, iniziati; il vostro Dio è risorto dalla morte. Le sue pene e sofferenze saranno la vostra salvezza.” (da Dupois – Origine di tutti i culti- vol.5)Nel terzo secolo d. C. l’imperatore di Persia Ardashir, della dinastia dei Sassanidi, dopo aver riunificato l’impero, fece riscrivere in 21 libri l’ “Avesta” perduto, e fece del Mitraismo una religione di Stato; sarà di esempio per i successivi imperatori romani. Le liturgie e litanie saranno poi mutuate dal cristianesimo, prima con i riti bizantini, poi con quelli della Chiesa Romana (Rituale Romanum); l’Avesta sarà di esempio anche a Maometto per la stesura del Corano.I Magi erano una classe sacerdotale di questo culto e saranno fatti “entrare” nella tradizione del Natale Cristiano come annunciatori della nascita del Messia. 

4. DIO SOLE EGIZIANO: IL CULTO DI HORUS, OSIRIDE E ISIDE 

Il 24-25 Dicembre era festa grande nell’Egitto dell’epoca: in tale data si festeggiava la nascita del Dio Sole Bambino Horus; il culto di Horus e della madre Iside ebbe molta diffusione in Roma nei primi due secoli d.C. con templi ed Imperatori devoti.Ad Heliopolis si celebrava il 24-25 dicembre già nel 1400 a.C. la festa del Dio Sole che aveva il nome di Ra, considerato anche lui Figlio del Sole e Sole egli stesso.

Horus, il Dio Sole, era frequentemente rappresentato come un bambino con la corona solare in testa. Il Dio Sole in Egitto assunse nel corso dei millenni svariati nomi: Ra, Aton, Osiride, Serapide (nome e culto introdotto da Tolomeo nel III secolo a.C.) e Horus. Il nome “Serapide” comparve come attributo addirittura a fianco di nomi di Imperatore romani.Interessante il culto del Dio Sole Aton, introdotto circa nel 1350 a.C., dal Faraone Amenophi IV, marito di Nefertiti, (il cui successore fu il più a noi famoso Tutankamen): fu il primo culto monoteista e universalista della storia umana ma fu spazzato via dalla rivolta dei sacerdoti politeisti. In Egitto vi era addirittura una citta dedicata al Dio Sole, la famosa Heliopolis, con una vasta classe sacerdotale dedicata al suo culto ed alla sua diffusione. Il Colosso di Rodi (300° C.), una delle sette meraviglie dell’antichità, rappresentava il Dio Sole Helios e richiese 12 anni di lavoro. I culti egiziani del Dio Sole hanno forse più di tutti influenzato il cristianesimo e lo stesso ebraismo (gli ebrei vissero per secoli in Egitto) essendo precedenti ad entrambe queste ultime religioni. Horus è partorito da una vergine, ha avuto 12 discepoli, è stato sepolto e poi resuscitato, ha ridato vita ad un morto (El Azar us= Lazzaro), era soprannominato la verità, la luce, il messia, il buon pastore, il KRST (l’Unto). Era denominato anche fanciullo divino e Iusa, figlio prediletto.Il padre divino di Horus era Osiride, con cui si confondeva (“Io e mio Padre siamo Uno”), mentre il padre terreno era Seb (Giuseppe); l’angelo Thot annuncia ad Iside che concepirà un figlio verginalmente. Nasce in una grotta, annunciato da una stella d’oriente, viene adorato da pastori e da tre uomini saggi che gli offrono doni. A 12 anni insegna nel tempio e poi scompare fino ai 30 anni. Horus viene poi battezzato sulle rive di

31

Page 32: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

un fiume da Anup (Giovanni) il battista, il quale in seguito verrà decapitato. Combatté 40 giorni nel deserto contro Set (Satana), ha compiuto numerosi miracoli e camminato sulle acque..Con Iside ed Osiride, Horus costituiva la trinità egizia. A Luxor, su edifici risalenti al 1500 a.C. si possono vedere immagini relative all’ Annunciazione e all’ Immacolata Concezione di Iside. Osiride, il padre di Horus, risale a tempi ancora più arcaici dell’antico Egitto, anch’esso rappresentava il Dio Sole : aveva oltre 200 definizioni avendo assorbito nel tempo altre divinità egiziane. Il suo culto prevedeva l’ingestione di focacce di frumento in comunione, considerate la sua “carne”, e l’elevazione al cielo dell’ostensorio. Osiride fu dall’inizio alla fine considerato il Dio che soffrì e morì; al momento della sua morte il cielo si oscurò.Vi era in suo onore un inno che assomiglia al Padre Nostro: “O Amen, che sei nei cieli…”. Il salmo 23 della Bibbia è considerato la copia di un testo egiziano che nomina Osiride come “Buon Pastore”. Spesso Osiride era rappresentato da un occhio racchiuso in un triangolo equilatero, immagine che si può rivedere all’interno delle Chiese cristiane. A proposito dell’Ostensorio, la cui elevazione rientrava nei rituali di Osiride, contrariamente a quanto si pensa per la liturgia cristiana, non prende il nome dall’ ostia ma accade il contrario. Si chiamava ostensorio almeno un millennio prima di Cristo; ostiare corrispondeva ad un etimo egizio (e si traslò anche nel latino) e significava mostrare, far vedere, cioè mostrare il disco solare ai fedeli.La liturgia cristiana conservò anche l’abbassamento del capo, perché nei primi riti di Osiride-Aton all’aperto, vi era l’accorgimento di abbassare la testa per non guardare il Sole evitando così il rischio di perdere la vista. Quando i riti di Osiride-Aton furono trasferiti all’interno dei templi, i sacerdoti ricorsero ad un disco d’oro con i raggi intorno; appunto l’ostensorio, elevato in alto, ma rimase l’abitudine di abbassare il capo.Nel culto cristiano l’ostia consacrata risale alla fine del 1400 d.C., mentre la forma dell’ostia fu stabilita dal Concilio di Trento; per spezzare i legami con il Sole pagano raffigurato nell’ostensorio. All’inizio del 1400 san Bernardino da Siena sostituì il disco d’oro luccicante con una teca con dentro il simbolo dell’eucarestia, il pane.Studiosi sostengono che molte storie presenti nei Vangeli si possono ritrovare molto tempo prima nel Libro di Enoch e nei testi dei monaci egiziani chiamati i “Terapeuti”, successivamente associati agli Esseni. Nei sotterranei di Roma vi è una rappresentazione di Horus allattato dalla madre vergine Iside risalente al II secolo D.C.  

5. DIO SOLE BABILONESE: IL CULTO DI SHAMASH E TAMMUZ/ YULE / ISHTAR 

Al 3000 a.C. risalgono le feste di celebrazione del Dio del Sole Babilonese Shamash, nel giorno corrispondente al nostro 25 dicembre.

Il Dio Sole Shamash, Utu in sumerico e Shamas in accadico, è una divinità popolare in tutta la storia della Mesopotamia; il suo nome si riferisce al Sole, ma anche alla giustizia ed alla predizione in quanto il Sole vede tutto, compreso il futuro; risiede insieme alla sua sposa in templi chiamati “la Casa Bianca” (E’ BABBAR). Shamas è’ rappresentato da un disco solare. Come tra gli egiziani ed altri popoli di tradizione plurimillenaria, gli dei mutano il nome nel tempo. In Babilonia comparve successivamente il culto della Regina del Cielo (Isthar) e di suo figlio Tammuz, il dio creduto la reincarnazione del Sole. La nascita di questo Dio avveniva proprio durante il solstizio d’inverno: in questa veste di bambino a Babilonia il Dio Sole Tammuz prendeva il nome di Yule e il Giorno di Yule veniva festeggiato il 25 dicembre.La dea Ishtar veniva rappresentata anch’essa (come Iside in Egitto) avente tra le braccia il suo “unico figlio” con una aureola di dodici stelle intorno al capo (i 12 segni zodiacali). Il culto di Tammuz/Yule era talmente forte e diffuso che nella stessa Bibbia troviamo il profeta Ezechiele , nel VI secolo a.C, rimproverare le donne di Gerusalemme perché piangevano la morte di Tammuz (in questo culto Tammuz dio-pastore muore e poi risorge dopo tre giorni).Altra grande divinità di Babilonia era Marduk, o Bel-Marduk che in babilonese voleva dire “vitello del Sole”.  

6. DIO SOLE ARABO: IL CULTO DI DUSARES/HELIOS  

A Petra (nell’attuale Giordania) il Dio Sole Dusares era celebrato il 25 dicembre già dal 600 a.C.Epifanio, il vescovo cristiano della città di Salamina, padre della Chiesa e noto storico, affermava nel IV secolo d.C. che da tempo a Petra (la capitale del Regno di Palmira) era festeggiato Dusares/Helios, il Dio Sole, nel giorno 25 dicembre. Era la festa principale di questo Regno, governato da una donna nel suo momento massimo di espansione, e che dalla penisola arabica si era esteso fino all’ Etiopia ed a buona parte dell’ Egitto prima di essere distrutto dall’imperatore romano Aureliano nel III secolo d.C. Dusares veniva celebrato sopra una pietra nera quadrangolare di lato cm 60 e alta cm 120; la presenza della pietra richiama ad una origine animista (i culti delle pietre) della divinità, ma altri studiosi ne sostengono l’origine dalla città egiziana di Heliopolis, o mesopotamica di Babilonia. 

7. DIO INDIANO KRISHNA 

C’è scritto nei Rig Veda (Veda della Lode) indiani in epoca antecedente al primo millennio a.C.:“Il capo degli anacoreti chiamò a sé Devaki e le disse: - Vergine e madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il salvatore del mondo. Ma fuggi, perché il tiranno Kansa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. Darai al mondo il figlio divino e lo chiamerai Krishna il sacro –“Krishna nacque da una vergine:

32

Page 33: 2° messaggio Babilonia ed il culto al dio sole

“Mahadeva, il Sole dei Soli, le apparve nel lampo di un folgorante raggio sotto forma umana. Allora concepì il figlio divino.” (Rig Veda- brani tratti dalla traduzione di E. Shurè, I Grandi Iniziati, Bari,1941).Anche la storia di Krishna suggerisce influenze sulle religioni posteriori, compreso il cristianesimo. E’ partorito da una vergine, chi la feconda compare sotto forma di luce, è perseguitato da un tiranno che ordina l’uccisione di migliaia di bambini, è la seconda persona della trinità indiana, è denominato il dio pastore, fa miracoli e ascende al cielo. La radice del suo nome è similare a quella di Cristo (Il nome completo di Gesù Cristo fu definito integralmente e ufficialmente solo nel 325 d.C. nel Consiglio di Nicea). La vita di Krishna è ricchissima di particolari che ritroviamo nella storia narrata di Cristo. 

8. ALTRI CULTI SOLARI 

Vengono dati per nati o festeggiati ogni anno nel solstizio d’inverno:Dioniso (di cui Microbio riferisce:”…subito dopo la sua sepoltura, egli risuscitò dalla morte e salì al cielo”), Apollo, Eracle, il Dio Siriano Adone, il Dio frigio Ati (Attis), lo scandinavo Freyr (figlio di Odino), il celtico-irlandese Samhein (anche lui risorto dalla morte dopo tre giorni).Inoltre durante il solstizio invernale nelle Americhe del Centro-Nord abbiamo i festeggiamenti di questi Dei: Bacab (Yucatan) messo al mondo dalla vergine Chiribirias ed il Dio azteco del Sole,Huitzilopochtli 

33