2 dicembre the voice - dameinglesi.it · gemella. questa usanza venne ... quella notte chiara e...
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Anno 6 - N° 2 DICEMBRE 2017
1 The Voice
The Voice
Secondo numero di THE VOICE,
il nostro giornalino interno
della Scuola Dame Inglesi di
Vicenza. Un’edizione speciale,
monotematica dedicata
interamente al Natale e alla
stagione invernale. Qui potrete
leggere approfondimenti
generali sulla figura di Babbo Natale, sull’origine dell’albero di Natale, la tregua di
Natale del dicembre 1914 primo anno della Grande Guerra e le tradizioni natalizie
di vari paesi del mondo. Il tutto si conclude con un approfondimento sugli sport
invernali e i risultati di alcuni nostri giovani atleti
della scuola Primaria. Un ringraziamento ad alcuni
alunni della classe I Secondaria che hanno curato la
realizzazione degli articoli e un caro augurio di buon
Natale e di felice anno nuovo 2018!
BUONA LETTURA A TUTTI!!!
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LA LEGGENDA DI BABBO NATALE
In Lapponia viveva un simpatico vecchietto che si
chiamava Natale. Abitava in una capanna del
bosco, ogni giorno coltivava il suo orticello, curava
le sue otto renne e intagliava il legno. Si vestiva
sempre di rosso, il suo colore preferito. Era un
vecchietto assai buono e generoso con una lunga
barba bianca. Un giorno pensò fosse troppo poco
quello che stava facendo e si mise a pensare:
voleva trovare un modo per poter dare agli altri
qualcosa di più. Quella sera fece un sogno: nel
sogno gli apparve un angioletto, con una dolce
vocina, gli spiegò che nel mondo c'erano tanti bambini poveri e non potevano
permettersi niente. Anche loro come tutti gli altri fanciulli desideravano dei
giocattoli, ma non avrebbero mai potuto averli. Il cuore dell'angelo era colmo di
tristezza e un lacrima cominciò a scorrergli sul viso. Natale chiese all'angioletto
cosa potesse fare per far sorridere tutti i bambini e portare un po' di gioia nei loro
cuori. L'angelo rispose che se voleva aiutarli, sarebbe dovuto partire caricando sulla
sua slitta trainata dalle sue renne un sacco pieno di doni da consegnare a ciascun
bambino la notte santa, in cui nacque Gesù. "Ma dove posso trovare i giocattoli per
tutti i bambini del mondo? E come posso farcela a consegnarli tutti in una sola
notte e ad entrare nelle case? Ci
saranno tutte le porte chiuse!" disse
il vecchietto all'angioletto. L'angelo
gli disse che Gesù Bambino l'avrebbe
aiutato a risolvere ogni problema. Fu
così che il Redentore nominò Natale
papà di ogni bambino donandogli il
nome di Babbo Natale. I primi giochi
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che regalò furono costruiti con le sue stesse mani: intagliò nel legno bambole,
macchinine, pupazzi ed ogni sorta di giocattoli. Gesù Bambino mandò a Babbo
Natale degli Elfi che altro non erano che piccoli angeli che lo aiutavano a costruire i
giocattoli, a caricarli sulla slitta e a consegnarli in tempo ogni anno la notte di
Natale! Gesù Bambino fece anche un piccolo miracolo: concesse alla slitta e alle
otto renne il dono di poter volare nel cielo. Babbo Natale può, quindi, entrare in
ogni casa calandosi dal camino e riempiendo le calze che ogni bimbo appende sotto
al camino e posando i pacchetti più grossi sotto agli alberi. Questi ultimi erano
adornati con luci e addobbi vari: palline, candeline, bastoncini di zucchero. Nelle
case delle famiglie più povere venivano invece decorati con noci, mandarini, frutta
secca, che venivano poi mangiati in famiglia tutti insieme. Grazie alla magia
dell'amore, Babbo Natale, nella notte santa, riesce a consegnare i suoi doni per
poter far felici tutti i bambini del mondo!
Testo di Lucrezia Caoduro e Caterina Timpretti, classe I Secondaria
LA NASCITA
DELL'ALBERO DI
NATALE
Sembra che l'albero di Natale, così come
viene usato oggi, sia nato a Tallinn, in
Estonia nel 1441, quando fu eretto un
grande abete nella piazza del Municipio,
attorno al quale giovani uomini e donne
ballavano insieme alla ricerca dell'anima
gemella. Questa usanza venne poi ripresa
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in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva
decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Anche la città di Riga (in Lettonia) è
fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una
targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu
addobbato in questa città nel 1510. Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale
viene dall'Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "Per Natale i
cittadini si portano in casa degli abeti ('Dannenbaumen' nel tedesco dell'epoca), li
mettono nelle stanze, li ornano con rose di
carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti
di similoro". Un'antecedente dell'albero
potrebbe essere l'antico rito pagano di
portare in casa, prima del nuovo anno, un
ramo beneaugurante. Nel Medioevo si
diffonde la tradizione degli "Adam und Eva
Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che
prevedevano la ricostruzione nelle chiese
dello scenario del paradiso in terra, proprio
il 24 di dicembre, alla vigilia di Natale, con
tanto di alberi di frutta, simboli
dell'abbondanza e del mistero della vita.
Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti. L'abete, il
"Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo
una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio. Per
molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord
delle Alpi. All'inizio, i cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel '900
questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico.
Testo di Lucrezia Caoduro e Caterina Timpretti, classe I Secondaria
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La Tregua di Natale
La notte di Natale del 1914,
durante la prima guerra
mondiale, nelle trincee del
fronte occidentale ci fu una
tregua. Si trattò di una
eccezionale circostanza dettata
dalla semplicità di un
sentimento di fratellanza
universale, più forte persino del
rombo dei cannoni. Non la ordinarono i comandi supremi che, di contro, fecero di
tutto per far sì che non si ripetesse in futuro. I soldati di entrambe le fazioni
uscirono allo scoperto, si abbracciarono, fumarono, cantarono insieme, si
scambiarono doni e organizzarono persino delle divertenti partite di calcio. Gli Stati
Maggiori coinvolti nella guerra fecero di tutto per nascondere l'accaduto e
cancellarne ogni traccia o memori; però recentemente sono emerse dagli archivi
militari di tutta Europa, lettere, diari e persino fotografie che affermano che la
tregua avvenne realmente per più giorni nel periodo Natalizio del 1914, anche se
non ufficialmente.
Qui sotto la preziosa testimonianza di un soldato inglese che ebbe modo di
assistere di persona a questo evento.
"Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini
dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo
dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è
quasi una fiaba, e se non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a
immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra,
io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! "Le
prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe le parti si sono trincerate, in
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attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare. Babbo
Natale in Trincea in un bozzetto del 1914 ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo
ogni momento che un obice d'artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando
uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per paura del
cecchino. E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie
proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle. E con la
pioggia è venuto il fango, profondo un piede e più. S'appiccica e sporca tutto, e ci
risucchia gli scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le
mani quando ha cercato di liberarsi...» «Con tutto questo, non potevamo fare a
meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano
gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro
trincea è solo cinquanta metri davanti a noi." "Tra noi c'è la terra di nessuno, orlata
da entrambe le parti di filo spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci.
Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri compagni. Ma altre volte
scherziamo su di loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che
loro hanno gli stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra
prima gelata. Benché infreddoliti l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha
indurito il fango." "Durante la giornata ci sono stati scambi di fucileria”. “Soldati
che fraternizzano durante la tregua di Natale 1914. Ma quando la sera è scesa sulla
vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale da mesi!
Speravamo che promettesse una festa tranquilla, ma non ci contavamo, soldati che
fraternizzano fuori
dalle trincee "Di
colpo un camerata
mi scuote e mi
grida: Vieni a
vedere! Vieni a
vedere cosa fanno i
tedeschi! Ho preso il
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fucile, sono andato alla trincea e, con
cautela, ho alzato la testa sopra i
sacchetti di sabbia”. “Non ho mai
creduto di poter vedere una cosa più
strana e più commovente. Grappoli di
piccole luci brillavano lungo tutta la
linea tedesca, a destra e a sinistra, a
perdita d'occhio. Che cos’è? ho
chiesto al compagno, e John ha
risposto: 'alberi di Natale!'. Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di
Natale di fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini." "E poi abbiamo
sentito le loro voci che si levavano in una canzone: “stille nacht, heilige nacht…”. Il
canto in Inghilterra non lo conosciamo, ma John lo conosce e l'ha tradotto: 'notte
silente, notte santa'”. “Non ho mai sentito un canto più bello e più significativo in
quella notte chiara e silenziosa. Quando il canto è finito, gli uomini nella nostra
trincea hanno applaudito. Sì, soldati inglesi che applaudivano i tedeschi! Poi uno di
noi ha cominciato a cantare, e ci siamo tutti uniti a lui: 'The first novell, the angel
did say…'. Per la verità non eravamo bravi a cantare come i tedeschi, con le loro
belle armonie. Ma hanno risposto con applausi entusiasti, e poi ne hanno attaccato
un'altra: 'o tannenbaum, o tannenbaum…'. A cui noi abbiamo risposto: 'o come all
ye faithful…'. E questa volta si sono uniti al nostro coro, cantando la stessa
canzone, ma in latino: 'adeste fideles…'». «Inglesi e tedeschi che s'intonano in coro
attraverso la terra di nessuno!" "Non potevo pensare niente di più stupefacente,
ma quello che è avvenuto dopo lo è stato di più. 'Inglesi, uscite fuori!', li abbiamo
sentiti gridare, 'voi non spara, noi non spara!'”. “Nella trincea ci siamo guardati non
sapendo che fare. Poi uno ha gridato per scherzo: 'venite fuori voi!'. Con nostro
stupore, abbiamo visto due figure levarsi dalla trincea di fronte, scavalcare il filo
spinato e avanzare allo scoperto." "Uno di loro ha detto: 'Manda ufficiale per
parlamentare'. Ho visto uno dei nostri con il fucile puntato, e senza dubbio anche
altri l'hanno fatto - ma il capitano ha gridato 'non sparate!'. Poi s'è arrampicato
fuori dalla trincea ed è andato incontro ai tedeschi a mezza strada. Li abbiamo
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sentiti parlare e pochi minuti dopo il capitano è tornato, con un sigaro tedesco in
bocca!" "Nel frattempo gruppi di due o tre uomini uscivano dalle trincee e venivano
verso di noi”. “Alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti eravamo nella
terra di nessuno, stringendo le mani a uomini che avevamo cercato di ammazzare
poche ore prima». «Abbiamo acceso un gran falò, e noi tutti attorno, inglesi in kaki
e tedeschi in grigio. Devo dire che i tedeschi erano vestiti meglio, con le divise
pulite per la festa. Solo un paio di noi parlano il tedesco, ma molti tedeschi
sapevano l'inglese. Ad uno di loro ho chiesto come mai. 'Molti di noi hanno lavorato
in Inghilterra', ha risposto. 'Prima di questo sono stato cameriere all'Hotel Cecil."
"Forse ho servito alla tua tavola!' 'Forse!', ho risposto ridendo. Mi ha raccontato
che aveva la ragazza a Londra e che la guerra ha interrotto il loro progetto di
matrimonio. E io gli ho detto: 'non ti preoccupare, prima di Pasqua vi avremo
battuti e tu puoi tornare a sposarla'. Si è messo a ridere, poi mi ha chiesto se
potevo mandare una cartolina alla ragazza, ed io ho promesso. Un altro tedesco è
stato portabagagli alla Victoria Station.
Mi ha fatto vedere le foto della sua famiglia che sta a Monaco. Anche quelli che non
riuscivano a parlare si
scambiavano doni, i loro sigari
con le nostre sigarette, noi il tè e
loro il caffè, noi la carne in
scatola e loro le salsicce. Ci
siamo scambiati mostrine e
bottoni, e uno dei nostri se n'è
uscito con il tremendo elmetto
col chiodo! Anch'io ho cambiato
un coltello pieghevole con una
cintura di cuoio, un bel ricordo che ti mostrerò quando torno a casa." "Ci hanno
dato per certo che la Francia è alle corde e la Russia quasi disfatta.
Noi gli abbiamo ribattuto che non era vero, e loro. 'Va bene, voi credete ai vostri
giornali e noi ai nostri». «E' chiaro che gli raccontano delle balle, ma dopo averli
incontrati anch'io mi chiedo fino a che punto i nostri giornali dicano la verità. Questi
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non sono i 'barbari selvaggi' di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con case e
famiglie, paure e speranze e, sì, amor di patria. Insomma sono uomini come noi.
Come hanno potuto indurci a credere altrimenti? Siccome si faceva tardi abbiamo
cantato insieme qualche altra canzone attorno al falò, e abbiamo finito per intonare
insieme - non ti dico una bugia - 'Auld Lang Syne'. Poi ci siamo separati con la
promessa di rincontraci l'indomani, e magari organizzare una partita di calcio. E
insomma, sorella mia, c'è mai stata una vigilia di Natale come questa nella storia?
Per i combattimenti qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Questi soldati
sono simpatici, ma eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. A parte che siamo
qui per fermare il loro esercito e rimandarlo a casa, e non verremo meno a questo
compito." "Eppure non si può fare a meno di immaginare cosa accadrebbe se lo
spirito che si è rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo." "Ovviamente,
conflitti devono sempre sorgere. Ma che succederebbe se i nostri governanti si
scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? Doni al posto
di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre?
---------------------------------------------------------------Il tuo caro fratello Tom.
Testo di Lucrezia Caoduro e Caterina
Timpretti, classe I Secondaria
TRADIZIONI
NATALIZIE
Abbiamo scoperto che esistono davvero tante tradizioni del Natale sono. Adesso ve
ne diremmo alcune:
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Tradizione italiana: nella media di tutte le regioni italiane la tradizione consiste
principalmente in Babbo Natale che si cala giù per il camino, per mettere i regali
sotto l’albero. Nel passato si farebbe il 24 Dicembre (la Vigilia di Natale), poi fu
spostato l’8 dello stesso mese.
Tradizione spagnola: in Spagna, le celebrazioni natalizie iniziano l’8 di Dicembre
con L’ Immacolata Concezione e si terminano il 6 Gennaio. Già da Novembre la
strade della città iniziano ad addobarsi. Qui le tradizioni abbandonano, infatti gli
spagnoli, tengono molto a festeggiare il Natale in modo vistoso e tradizionale.
Tradizione tedesca: come in tutti i paesi nordici il Natale in Germania ha
qualcosa di magico. I festeggiamenti iniziano la prima settimana di Dicembre, per
la celebrazione di San Nicola, il 5 e il 6 Dicembre. La tradizione nordica vuole che
alla vigilia di San Nicola i bambini lascino fuori dalla porta la loro scarpe o
stivalletti, perchè poi la notte il santo passa a
mettere regali e dolciumi.
Tradizione colombiana: in Colombia le festività
natalizie iniziano con un rito particolare. Si tratta
dell’accensione delle candele, che viene realizzata
nel giorno dell’Immacolata. Sia nelle case che in
strada si possono vedere numerose candele. Nella
notte di Natale si celebra la messa di mezzanotte
e si attua lo scambio dei regali, che vengono
portati dal Bambino Gesù e non da Babbo Natale.
Tradizione francese: in Francia le tradizioni variano da regione in regione però
quello che è certo, che in ogni regione ci saranno manifestazioni e luci degne delle
grandi città. La festa segna l’inizio delle celebrazioni natalizie.Nelle famiglie francesi
a Natale si prepara il presepe formato da piccole statuine d’argilla e con costumi
tradizionali estremamente curati.
Testo di Giacomo Bellunato ed Ettore Raspi, classe I Secondaria
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GLI SPORT INVERNALI
Le attività più
divertenti sul ghiaccio
e sulla neve
Il termine “sci” si usa per indicare una pratica sportiva che si divide in tre grandi
categorie:
Lo sci alpino è uno sport invernale che consiste nello scendere a valle lungo un
pendio montano, più o meno ripido, scivolando sulla neve grazie a un paio di sci ai
piedi, agganciati ad appositi scarponi. La variante "fuoripista" viene praticata su
terreni innevati non battuti e spesso si associa alla pratica di una disciplina affine,
ma distinta dallo sci alpino che è lo scialpinismo. Lo sci è entrato a far parte del
programma dei Giochi olimpici invernali per la prima volta in occasione dei IV
Giochi olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen in Gerrmania nel 1936.
Lo sci di fondo è uno sport invernale, appartenente al gruppo dello sci nordico. È
molto popolare nei Paesi nordici, nelle
regioni alpine e nel Canada, ma
anche nelle zone vicine a noi come
nell’Altopiano di Asiago.
Per praticarlo si usano sci privi di
lamine e di una larghezza media di 4,5
centimetri attaccati con scarpette particolari, che si fissano solo
in punta, consentendo al tallone di sollevarsi liberamente.
Lo sci orientamento è una specialità della disciplina
sportiva dell’orientamento (noto anche col termine
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inglese orienteering), in cui gli atleti, utilizzando tecniche e attrezzature da sci da
fondo, devono compiere un percorso predefinito caratterizzato da punti chiamati
“lanterne” con l'aiuto esclusivo di una bussola e di una cartina topografica a scala
ridotta che contiene particolari del luogo da percorrere.
Nella nostra scuola tante famiglie sfruttano le vacanze natalizie per andare in
montagna a praticare sia lo sci alpino, sia lo sci di fondo, per hobby e per divertirsi.
Ma alcuni studenti della nostra scuola praticano lo sci come attività agonistica per
tutto il tempo dell’anno. Marta Giaretta di 5^B lo scorso anno ha vinto il trofeo
internazionale del Pinocchio Sugli Sci dell’Abetone. Speriamo che quest’anno ci
regali nuove soddisfazioni!
Il bob (dall'inglese bobsleigh) è uno sport invernale nel quale delle squadre
(composte da 2 o 4 persone) eseguono discese cronometrate lungo una pista
ghiacciata, stretta e tortuosa, a bordo di un mezzo dotato di pattini sterzanti
(chiamato appunto bob, o guidoslitta), spinto all'avvio dai membri della squadra e
successivamente dalla forza di gravità. A seconda del numero di componenti
dell'equipaggio si parla di Bob a due o di Bob a quattro. La nazionale di bob della
Giamaica fece il suo debutto ai Giochi olimpici invernali di Calgary del 1988 , grazie
alla passione di un allenatore statunitense.
L'hockey su ghiaccio è uno sport di squadra in cui i pattinatori attraverso
l'utilizzo di un bastone ricurvo indirizzano il puck (oppure "disco") nella porta della
squadra avversaria. Viene definito generalmente uno sport veloce e fisico.
L'hockey su ghiaccio è lo sport più popolare in quelle nazioni dal clima
sufficientemente freddo da permettere la formazione di una copertura naturale di
ghiaccio in ambienti esterni, come il Canada, la Repubblica Ceca, la Lettonia, i
paesi nordici (in particolare Finlandia e Svezia), gli Stati Uniti, la Russia, la
Slovacchia e la Svizzera. Con l'avvento delle piste di ghiaccio artificiali si è potuto
iniziare a praticarlo anche nei mesi caldi e soprattutto nei paesi dal clima più caldo.
L'hockey su ghiaccio è riconosciuto come uno dei quattro principali sport americani.
A livello mondiale infatti il campionato più importante è la National Hockey League
(NHL), che raccoglie le migliori squadre degli Stati Uniti e del Canada. Inoltre è lo
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sport nazionale del Canada, dove esso gode di una grandissima popolarità. In
Italia una della più forti squadre di serie A è l’hockey Asiago, team fondato nel
1935.
Lo snowboarding, conosciuto in Italia più semplicemente come snowboard, è
uno sport di scivolamento sulla neve, nato negli anni sessanta negli Stati Uniti. Lo
si pratica utilizzando una tavola costruita a partire da un'anima di legno e provvista
di lamine, simili a quelle dello sci.
Lo snowboard è divenuto disciplina olimpica nel 1998. Ai Giochi olimpici si sono
disputate anche le gare di snowboardcross, sia maschile che femminile, una
competizione in cui un gruppo di atleti parte insieme e vince chi taglia per primo il
traguardo.
Tra tanti sport conosciuti ecco una curiosità: l’ice series.
Una competizione automobilistica italiana che si
svolge su piste ghiacciate nel nord Italia
esclusivamente nel periodo invernale e in
montagna.
C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ancora cinque
giorni di scuola e poi ci ritroviamo tutti in
montagna …… magari soltanto per una mega battaglia a palle di neve!
Testo di Alessandro Bonadeo e Ettore Terreni, classe I Secondaria
NOTIZIE SPORTIVE DEGLI
ATLETI DELLE DAME INGLESI
Marta Giaretta, Sofia Guiotto, Riccardo
Guiotto e Smeralda Boniolo ...4 alunni della
scuola Dame Inglesi ma allo stesso tempo 4
"protagonisti " delle gare di sci tenutesi il 15-
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16-17 Dicembre a Prato Nevoso (Cn)
Tre giornate intense di gare, emozioni, fatica , delusioni, affrontate con impegno e
tenacia che hanno saputo instillare in tutti i giovani partecipanti il valore dello
sport, del far parte di una squadra, del saper gioire dei propri successi e di quelli
dei propri amici, e, non ultimo, del saper condividere la delusione dei propri
compagni per un risultato sperato ma non raggiunto. Tutti bravi i nostri allievi che
si sono distinti nelle diverse competizioni
Marta Giaretta 1^classificata Slalom Speciale – 1^ nel Parallelo Notturno, 3 ^ in
Slalom Gigante.
Sofia Guiotto 1^ classificata Slalom Gigante ; 1^ combi Race ; 3^Gimkana veloce
Boniolo Smeralda 5^ classificata in Gimkana veloce
Riccardo Guiotto 6° classificato Slalom Gigante e 5° classificato Gimkana veloce
Complimenti ai nostri 4 alunni che hanno saputo coniugare sport e scuola e che
hanno fatto arrivare la nostra Scuola sulle vette di Prato
Nevoso.. Ai prossimi successi sportivi che ci auguriamo
possano arrivare in tante discipline sportive e coinvolgere
tutti i nostri alunni.