1969 scuola fidanzati
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Giornalini della Parrocchia: 1967-1981 Don Matteo CensiTRANSCRIPT
Il Consiglio Pastorale di Zona
� Presenta le esposizioni o le tracce delle lezioni svolte alla
scuola fidanzati tenuta ad Olgiate Comasco dal 27 settembre
al 25 ottobre.
� Ringrazia i Relatori per la collaborazione offerta.
� Si augura che la raccolta, diretta ai fidanzati che hanno
frequentato la scuola, serva a chiarire quei problemi che la
nuova vita in comune ha posto.
SOMMARIO
- 1a Lezione: Dottrina della Chiesa sul matrimonio oggi.
Prof. don Eliseo Ruffini
- 2a Lezione: L'amore umano: corpo ed anima.
Dott. Sergio Bigatello
- 3a Lezione: La vita a due: psicologia dell'uomo e della donna.
Prof. Umberto Dell'Acqua
- 4a Lezione: Morale coniugale come morale dell'amore.
Prof. don Virgilio Bianchi
- 5a Lezione: Fidanzamento: preparazione di una comunità aperta.
Coniugi Moschioni
Premesse. La riflessione cristiana sui matrimonio è stata per lungo tempo condizionata
da due fattori:
a) una valutazione piuttosto pessimistica, almeno di alcuni aspetti della vita coniugale, che
impediva di considerarla, nella sua interezza, come un fatto di santificazione. Da qui l'idea
che il matrimonio è si un sacramento ma in termini di rimedio. Il matrimonio sarebbe
qualcosa come un pietoso espediente al quale Dio sarebbe ricorso per incanalare e
ordinare la concupiscenza umana.
b) una concezione prevalentemente giuridica del matrimonio. Il matrimonio è un contratto
elevato alla dignità di sacramento; ma siccome il contratto si realizza nel momento in cui i
due contraenti si scambiano il consenso, il sacramento si realizzerà nel momento in cui i
due sposi pronunciano il loro "si" davanti all’altare.
La vita in comune che ne deriva è un effetto e una conseguenza necessaria di
questo contratto sacramento, ma in se stessa non ha più un significato e un valore
sacramentale.
Attualmente si vuol far rilevare che il pensiero cristiano comporta una valutazione
molto più positiva del matrimonio (è un'autentica via alla salvezza) e che la dignità di
sacramento deve essere attribuita allo stato coniugale, non solo all’atto da cui quello stato
trae origine.
L'approfondimento di questa valutazione positiva è possibile se si tiene presente
che anche il matrimonio, come tutti gli altri sacramenti, non è solo un rito sacro, non è solo
un mezzo per la purificazione e la santificazione delle anime, ma è un fatto, un
avvenimento che costituisce ed edifica la Chiesa. Il cristiano deve abituarsi a vedere nello
stato coniugale sacramentale le stesse caratteristiche fondamentali del fatto Chiesa.
STATO CONIUGALE COME CHIESA DOMESTICA
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1) La Chiesa riconosce innanzi tutto di essere una comunità convocata e tenuta assieme
da Dio per mezzo di Cristo. La Chiesa è sospesa a Cristo perché è stata fondata, da
lui, vive della sua vita ed è guidata dalla sua dottrina. Essa riconosce in se stessa una
grazia di Dio, sa che il suo essere e il suo perdurare, più che dallo sforzo e dalla
organizzazione umana, dipende dall'essere fedeli a Cristo. La Chiesa deve
continuamente confrontarsi a Cristo.
- Il matrimonio sacramento diventa Chiesa su questa stessa base. I coniugi cristiani
riconoscono l'uno nell'altro una grazia di Dio. Una grazia che è addirittura una persona
e, quindi, con quelle caratteristiche individuali che impediscono di concludere che una
persona vale l'altra. La grazia che Dio ha preparato per me è quella persona in
particolare, non una qualsiasi.
- Il matrimonio, quindi, è un fatto gioioso, è un annuncio e una realizzazione di
salvezza, ma a condizione che ogni coniuge accetti la comparte, sempre e in ogni
circostanza, come una grazia. - D'altra parte ogni coniuge, consapevole di essere una
grazia per l'altro, come Cristo lo è stato per tutti, deve essere in uno stato di continuo
ascolto della parola di Dio, deve continuamente confrontarsi a Cristo, diversamente
cessa di essere un dono di salvezza. Le doti umane e gli sforzi dei singoli coniugi sono
indispensabili per costruire la felicità coniugale, ma il fattore fondamentale per fare del
matrimonio un fatto gioioso anche nei momenti difficili è la fedeltà a Dio e a Cristo.
2) La Chiesa si riconosce come grazia di Dio anche e proprio nel suo essere una
comunità. La Chiesa è una, ma la sua unità nasce dalla molteplicità. La molteplicità
non può essere sacrificata all'unità e l'unità non può essere sacrificata alla molteplicità.
- Il matrimonio sacramento è Chiesa nel suo essere un fatto comunitario. Come nella
Chiesa, anche nel matrimonio il vincolo di unità è dato dall'amore. L'amore coniugale
però ha caratteristiche specifiche che lo distingue profondamente dall'amore di carità
che deve unire i cristiani e gli uomini tra loro. L'amore coniugale è individuale (per
quella persona in particolare) è integrale (volontà di donazione a tutti i livelli) ma
specialmente complementare (cioè d’integrazione).
- L'unità d'amore coniugale non può nascere dall'annientamento della personalità o di
qualche valore positivo (morale, intellettuale, operativo in genere) di uno dei coniugi
per amore dell'altro. Poiché l'amore coniugale è complementare, l'unità non può
nascere che dalla piena realizzazione (naturale e soprannaturale) delle doti personali
dei singoli. La comunione dei santi trova nel matrimonio una possibilità di massima
realizzazione.
3) La Chiesa riconosce se stessa come grazia di Dio e come stato di salvezza, ma si
tratta dì una salvezza in via di sviluppo. Essa sa di essere una comunità in cui la
salvezza non è ancora interamente realizzata; per questo si riconosce peccatrice,
bisognosa quindi di una continua purificazione e di un continuo sforzo di maggiore ;
fedeltà alla parola di Dio e a Cristo. Essa sa di dover distinguere anche nei suoi valori
positivi quelli perenni a cui si deve,essere assolutamente fedeli, e quelli caduchi e
transitori che non costituiscono lo scopo della sua esistenza ma sole dei mezzi.
- Il matrimonio, come la Chiesa, è uno stato di salvezza in via di sviluppo. I coniugi
debbono continuamente riconoscersi peccatori nei confronti di Dio e della propria
comparte e, quindi, debbono dedicarsi ad un continuo sforzo di purificazione di
miglioramento. Sopratutto però debbono essere capaci di distinguere, nell'ambito dei
valori positivi che costituiscono il fatto matrimoniale, quelli perenni da quelli caduchi.
Fondare il matrimonio prevalentemente su valori positivi si, ma caduchi (bellezza,
salute, benessere ecc.) è estremamente pericoloso.
- Questi valori possono e debbono essere ricercati è realizzati, ma proprio perché sono
caduchi, transitori possono venir meno e, addirittura, scomparire; il matrimonio non può
venir meno e scomparire. La perennità del matrimonio come stato gioioso di salvezza è
in larga misura condizionato da questa capacità di distinzione dei valori perenni da
quelli transitori.
� AMORE:
gioia reciproca nel fare il bene dell'altro. Termometro dell'amore è il sacrificio.
� ATTRATTIVA FISICA:
Dio si "compiacque" creando Adamo perché era bello "di corpo e di spirito”.
La donna sente più l'aspetto sentimentale che sensuale, !'uomo più il sensuale.
Necessario quindi l'equilibrio; l'armonizzazione è necessaria in quanto la sensualità è
anch'essa un modo di dimostrare:il proprio affetto all'altro.
Il mondo sessuale è indirizzato alla procreazione. Oltre al corpo anche lo spirito
(mondo degli affetti, della volontà, dell'intelligenza ecc...) è indirizzato a questo.
Quelle sessuali sono forze positive che però vanno indirizzate nella direzione giusta e
armonizzate con le realtà spirituali.
� Atto coniugale è l'unione personale (non l'atto sessuale) tramite il quale due corpi
fanno:
1 volontà
1 intelligenza
1 corpo
1 realtà sola
� Problema della verginità femminile accettato e richiesto dalla società.
� Verginità maschile: è giusto che venga chiesta.
Dal punto di vista medico e fisiologico:
- non esiste in medicina la verità che per l'uomo l'atto sessuale sia una necessità. È una
forza che può essere molto intensa e che spinge all'unione fisica, ma non è un bisogno.
- non esistono malattie da astinenza sessuale (esistono invece malattie da rapporti
sessuali).
� La castità prematrimoniale è un bene sociale
Porterebbe a: - Niente malattie veneree
- Niente ragazzi madri
- Niente figli illegittimi
- Niente prostituzione
- Serve per capire cosa è l'amore tra uomo e donna, che non è solo atto sessuale.
Serve come esercizio al dominio di sé (vedi periodi di astinenza sessuale nel matrimonio
gravidanza e puerperio).
Permette di gustare meglio la pienezza e la serenità della vita matrimoniale.
Si suggeriscono i seguenti testi: THYMA: FECONDITÀ PERIODICA - Gribaudi
LA PIETRA: PROCREAZIONE RESPONSABILE - Borla
Aspetto Statico
Anche sul piano psicologico i due sessi sono diversi e complementari. L'uomo è più
orientato verso il nucleo centrale dei fatti, degli avvenimenti, dei pensieri, la donna indugia
volentieri sugli aspetti marginali. L'uomo è più portato verso l'attività, la donna è più incline
verso la contemplazione interna; l’uomo è incline alla conquista delle cose, la donna è
incline alla interiorità delle cose. La donna ragiona con l'intuito, l'uomo con la logica.
Per quanto riguarda gli altri e specialmente l'altro sesso, la donna è sopratutto
orientata verso una forma di donazione a qualcosa più grande da cui si attende protezione
ed assistenza. L'uomo invece è sopratutto orientato verso una forma di conquista
dominatrice di qualcosa di più debole a cui prestare assistenza e protezione. L'uomo
accetta difficilmente una superiorità della donna che non consista in una qualche forma di
dono. La donna domina donandosi.
Anche per quanto riguarda il piano sessuale vero e proprio l'uomo e la donna sono
psicologicamente diversi
L'uomo apprezza e ricerca sopratutto l'atto sessuale vero e proprio, la soddisfazione
connessa con l'attività generativa. Può accettare facilmente l'unione sessuale anche con
una donna sconosciuta o addirittura mercenaria. Per quanto anche per lui l'affetto e
l'amore non siano privi d'importanza, tuttavia non sempre li considera come realtà più
importanti. La donna invece indugia più sulle manifestazioni dell'amore che non sull'attività
sessuale vera e propria.
Ed anche per lo stesso atto sessuale abbiamo un atteggiamento diverso. Nell'uomo la
linea dell'orgasmo sale in modo relativamente brusco e dopo l'amplesso ricade
verticalmente. Nella donna invece si eleva solo a poco a poco e dopo che la copula è
avvenuta scende lentamente.
Aspetto Dinamico
1) Si può definire psicologicamente maturo un individuo quando esce dal proprio
egocentrismo, quando passa dall'amore di sé a quello degli altri. Solo allora è anche
maturo per il matrimonio.
2) Difficoltà di ordine psicologico che possono portare a conflitti nel fidanzamento e poi
nel matrimonio:
a) Abitudini e livello sociale diversi
b) Gli anni di vita precedenti all'incontro dei due anni che hanno portato ad
esperienze psicologiche diverse. Da qui i gusti diversi, il modo di pensare…
c) La cultura diversa
3) Bisogna per l'equilibrio psichico delle coppie eliminare qualsiasi paura del matrimonio,
affrontarlo con serenità (di qui incontri con psicologi, sacerdoti, visita prematrimoniale
ecc…)
4) Nel matrimonio è fondamentale cercare e approfondire tutti i punti di contatto tra i due
coniugi (necessità di allargare la cultura e le esperienze comuni per aumentare la
possibilità del dialogo e dell'incontro sul piano spirituale). Necessità di dimenticare tutto
il proprio mondo per avvicinare e scoprire il mondo dell'altro.
5) Sul piano sessuale. L'uomo deve rallentare il proprio impulso sessuale e la donna
accelerarlo in triodo da poter raggiungere una soddisfazione contemporanea. Se si
sbaglia, e le prime volte, è facile, sorriderci su, scusarsi, non lo si è fatto apposta.
6) Cercare di sistemare i disaccordi prima di sera, non deve essere mai l'atto coniugale
ad appianarli o a farli dimenticare.
La morale coniugale, oggi, non può essere presentata come un insieme di comandi e di
proibizioni, ma come proposta di valori allo scopo di realizzare in pienezza il disegno
umano-divino del matrimonio e della famiglia. Non sarà perciò una morale negativa, ma
positiva; non limitata a determinare le condizioni della legittimità dell'uso del matrimonio,
ma estesa a tutta la vita coniugale come vita d'amore.
Premessa
Tale morale esige una certa maturità: il superamento di atteggiamenti caratteristici del
bambino per assumere quelli caratteristici dell'adulto.
Il bambino identifica il bene con ciò che è comandato ed il male con ciò che è proibito; non
agisce con consapevolezza e per libera decisione, ma quasi costretto dall'autorità o dalla
legge.
L'adulto che ha raggiunto una certa maturità identifica il bene con il "valore" ed il male con
il "disvalore", non agisce sotto la pressione del comando, ma per libera decisione, perché
è convinto che ciò che è comandato è un valore che arricchisce la persona e l'aiuta a
rispondere alla sua vocazione. Nelle sue scelte il primato non è tenuto dalla legge, ma
dalla coscienza certa e retta. Davanti ad un'azione non si chiede solamente se è peccato
o no, ma se è un valore o un disvalore per la persona e per l'amore.
Per giungere a questa maturità si richiede una solida formazione della coscienza e il
coraggio di verificare il "valore" della morale costruendo la vita e l'amore secondo le sue
norme rese personali. È un lavoro importante per i fidanzati: renderà più libero e più sicuro
l'amore.
1) L’amore è il dovere fondamentale della vita coni ugale
a) I testi conciliari, superando una certa impostazione, affermano che l'amore è il valore
più alto e più nobile del Matrimonio. Esso tiene il primato: la fecondità è un'esigenza
intrinseca dell'amore; l’unità e l'indissolubilità, prima di essere norme giuridiche, sono
esigenze di un vero amore coniugale. (Gaudium et spes n. 48, 49, 50). Anche dal
punto di vista cristiano, l'amore tiene il primato nel matrimonio: due sposi si uniscono a
Cristo, si santificano e si salvano amandosi.
b) Da questo deriva che tutta la morale coniugale è morale dell'amore e che la
realizzazione dell'amore è il primo fondamentale dovere.
Altri hanno già parlato dell'amore coniugale e l'hanno presentato come "comunione di
persone"; a noi interessa indicare qui, dal punto di vista morale, le linee della sua
progressiva realizzazione.
*) La complementarità
L'amore coniugale esige che i due si domino e si completino a vicenda. Questo
impegna a conoscersi reciprocamente come si è, ad attrarsi ed a rendersi
reciprocamente amabili, a vigilare perché l'amore non scada nell'abitudine, a meritare
reciprocamente la stima e la ammirazione dell'altro fino a sentirsi reciprocamente
riconoscenti del bene e dalla gioia che si. donano.
*) La totalità
La complementarietà richiede che l'amore sia dono di tutta la persona. Questo esige il
superamento dell'egoismo che rende impossibile o parziale il dono (mancanza di piena
confidenza, ricerca della propria felicità, amore possessivo, gelosia ecc...). Dal punto di
vista positivo, esige che il dono tenda a rendere possibile all'altro lo sviluppo della sua
personalità, conservandone ed accentuandone la originalità (scoperta delle possibilità
dell'altro; armonia sessuale, affettiva, spirituale realizzata con delicata attenzione alle
esigenze dell'altro ecc…). In questo modo, mediante la complementarietà e la totalità
costantemente perseguite, l'amore si viene lentamente realizzando come “comunione
di persone".
c) Tutto questo indica il lavoro educativo a cui dovrebbero essere attenti i fidanzati. Si
tratta di porre le fondamenta della vita futura intesa come "vita in comune” nell'amore.
Sarà necessario"dialogare" molto per conoscersi e per realizzare il "proprio" ideale di
vita; accettarsi, sperimentare insieme certi valori (la tenerezza ; l'affetto, la preghiera
ecc…) per tentare di vive re insieme e fondere la "coppia".
Anche per due fidanzati, lo sforzo per realizzare l'amore come "comunione di persone”
è il dovere morale di fondo.
2) Caratteristiche essenziali dell’amore e virtù de lla vita coniugale
L'amore coniugale vero e casto, fedele, fecondo. Da queste caratteristiche derivano
atteggiamenti o doveri morali propri della vita coniugale.
a) La castità come garanzia dell'amore
I coniugi ed i fidanzati debbono essere rettamente educati a questa virtù. Essa è
capacità di moderare l'attività sessuale secondo le norme della ragione e della fede.
Non è virtù negativa, ma attiva: essa armonizza la persona, la rende libera e
disponibile alla sua vocazione, capace di donarsi e perciò di amare veramente. La
castità, sopratutto dal punto di vista cristiano, non ha senso se non è vista e praticata
come condizione per amare meglio, per rendere pieno il proprio dono a Dio e agli altri.
La castità coniugale non è una virtù di rinuncia, ma di uso: è la capacità di usare
dell'attività sessuale per l'amore e per la vita, - possiamo aggiungere come cristiani _
per santificarsi. È per la castità che l'unione coniugale è un vero atto d'amore; è per
l'abitudine alla castità come dominio sulla propria sessualità che un coniuge può
essere attento alle esigenze dell'altro e può raggiungere più facilmente una vera
armonia sessuale con lui.
Mentre l'assenza di castità favorisce l'egoismo ed abbassa la dignità della persone e
dell'amore coniugale, l’unione di due sposi in casta intimità favorisce la mutua
donazione e li arricchisce in gioiosa gratitudine (Gaudium et spes n.49).
Da queste poche riflessioni derivano indicazioni utili per i fidanzati. È necessario
formarsi una chiara e vissuta convinzione del valore positivo della castità proprio nei
confronti dell'amore.
È necessario praticare la castità senza rinunciare a vere manifestazioni d'amore: a
tutte quelle che, secondo la propria coscienza retta, rimangono nell'ambito della
sensibilità e della tenerezza e sono espressione di interiore donazione.
Questo richiede l'abitudine al dominio di sé, la costante attenzione all'altro, la
conoscenza reciproca del modo e dell'intensità della reazione all'affettività, lo sforzo
reciproco e leale di volersi educare ad un autentico amore.
Certo tutto questo è possibile con una buona maturità umana ed una solida vita
cristiana.
b) La fedeltà come garanzia dell'unità e della indissolubilità dell'amore.
Essere fedeli significa volere che, per quanto dipende dal proprio consenso, l'amore
rimanga nella sua integrità e totalità; cioè rimanga uno per sempre.
Così intesa la fedeltà coniugale riguarda tutto ciò che appartiene all'amore: il corpo,
l'affetto, la volontà. Non si rompe la fedeltà coniugale solamente con rapporti sessuali,
ma anche portando affetto coniugale ad una persona che non sia il proprio coniuge. La
fedeltà come l'amore vuole "la totalità" del dono: è significativo che anche il minimo
sospetto a riguardo della fedeltà rende difficile o impossibile la donazione dei due
coniugi, la serenità della loro vita. Le tentazioni contro la fedeltà sono possibili nella vita
coniugale, spesso vengono dall’esterno, ma frequentemente vengono anche dal
comportamento di uno dei coniugi. La mancanza di attenzione, di comprensione,di
delicatezza ecc.... da parte di un coniuge è spesso una spinta a cercare una
comprensione fuori dalla famiglia.
La fedeltà poggia sul dominio di sé, ma anche sullo sforzo di mantenersi "innamorati"
l'uno dell'altra.
ooooooooo
ooooooooo
Queste riflessioni propongono ai fidanzati la necessità di imparare per tempo la fedeltà
affettiva, superando i periodi di aridità; e la vigilanza per evitare ogni atto od ogni parola
che la potesse incrinare.
Inoltre dovrebbero porre anche la garanzia della fedeltà futura creando in se la certezza di
essere veramente innamorati. Possono saperlo se l’uno ama l'altro non per quello che ha
e neppure per quello che gli dai, ma per quello che è (come persona).
c) La fecondità come espressione di amore generoso.
Forse è questa caratteristica che oggi suscita più problemi e che rende difficile la
perfezione morale degli sposi.
1) La fecondità è un'esigenza di un vero amore coniugale (Gaudium et spes n. 50).
Essa è perciò un dovere morale degli sposi, per quanto dipende dalla loro volontà.
Non solo, ma è espressione di generosità: quando due sono felici del loro amore e
non sono egoisti, tendono a parteciparlo al figlio.
Ma la fecondità non deve essere frutto dell'istinto, ma di un atto cosciente e
responsabile, di un vero atto di amore degli sposi tra loro e verso il figlio. Inoltre la
procreazione di un figlio non deve mai essere considerata disgiunta dalla sua
educazione: il figlio che viene al mondo è persona e come tale ha diritto od essere
educato fino a raggiungere la capacità di una vita umana autonoma, Tutto questo è
espresso dal Concilio così: i coniugi cristiani devono adempiere il loro dovere di
procreare con "generosa, umana e cristiana responsabilità" (Gaudium et spes n.
50). Manifestano in questo modo non solamente il loro amore alla vita, ma anche il
loro amore a Cristo ed alla Chiesa.
2) Ai coniugi spetta di decidere "quando e a quanti figli donare la vita, assumendosi
insieme la responsabilità di impartire una buona educazione e il grado di istruzione
richiesto dalla moderna società" (Hëring).
Questa decisione deve essere presa insieme davanti a Dio, secondo la loro
coscienza "tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli,
tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno, valutando le condizioni
di vita del proprio tempo e del proprio stato, tanto nel loro aspetto materiale, che
spirituale; e, infine, salvaguardando la scala dei valori del bene della comunità
familiare, della società temporale e della stessa Chiesa" (Gàùdium et spes n. 50).
Al di là, ma non contro la razionalità della decisione è la fede nella provvidenza di
fronte alla quale si apre tutta la forza di generosità di una coppia di sposi. Così
intesa la procreazione appare più umana, non solo, ma conforme alla volontà di
Dio. "Quanti figli?", "Quanti Dio ne vuole"!, "Cioè quanti potete generare e sapete
educare tenendo conto della vostra concreta situazione". La volontà di Dio si rivela,
come in un sogno, nelle situazioni in cui una coppia vive.
3) Da tutto questo deriva che quando la procreazione è irragionevole, due coniugi
possono e devono limitare la natalità. Ma proprio qui sorge il problema drammatico
per alcuni: come si può accordare questa doverosa limitazione della natalità con le
esigenze dell'amore coniugale, di una normale vita sessuale?.
Quando due sposi, non per egoismo, ma per essere fedeli alla procreazione
responsabile non possono avere figli, almeno per un certo periodo di tempo,
tuttavia hanno bisogno di una vita sessuale normale per conservare la fedeltà, per
mantenere un necessario equilibrio, per accrescere il loro amore; come possono
rimanere fedeli alla morale e, più di tutto a Dio?
Non sempre l'astensione totale e prolungata è un metodo possibile e adatto come
nota la Gaudium et spes n. 51 e come lascia intuire San Paolo (I Cor. 7,5-6).
Neppure è lecito l'aborto o un mezzo naturale o artificiale che privi l'atto coniugale,
in qualunque modo; della sua finalità procreatrice (Humanae vitae n. 14).
È lecito invece, il ricorso ai periodi infecondi in cui è possibile (quando si possono
determinare con sufficiente esattezza) unirsi coniugalmente, senza procreare a
causa delle condizioni biologiche in cui si trova la donna (Humanae vitae n. 16).
I coniugi cristiani devono tendere a realizzare questo comportamento con sforzo
costante, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle eventuali cadute.
La forza della risurrezione agisce in loro, ma non li toglie dalla condizione di fragilità
e dalla necessità di tendere al dominio di se e ad una progressiva purificazione
(Humanae vitae n. 25).
Ed i sacramenti, segni della misericordia e dall'amore di Dio, sono per loro: per
purificare il loro amore e per fortificare la loro fragilità (Humanae vitae n. 29).
4) Nelle situazioni di conflitto, i coniugi cristiani non devono disperare ma cercare
insieme la soluzione possibile "davanti a Dio". È piuttosto frequente questo caso:
una coppia per ragioni gravi di prudenza e di carità decide di non generare, ma si
trova nell'impossibilità di usare dei periodi naturalmente infecondi, e nello stesso
tempo non può rinunciare all'incontro coniugale per evitare il rischio reale di gravi
fratture nella stabilità affettiva e familiare. In queste condizioni i coniugi devono
cercare nella riflessione e nella preghiera quale sia il valore od il dovere maggiore
da realizzare in quella circostanza. Devono scegliere quel valore e realizzarlo, pur
rendendosi conto che per circostanze complesse ed inevitabili, tale scelta comporta
un disordine, cioè il non adempimento della norma (Perico in Aggiornamenti sociali
n. 2 supplemento: pagg.13-14). Questi rilievi dimostrano che per due coniugi
umanamente maturi e decisi a rimanere fedeli al Signore, non ci sono problemi che
non abbiano - pur con fatica - una soluzione positiva.
ooooooooo
Dalla considerazione della fecondità responsabile, emergono alcune linee di lavoro
educativo per i fidanzati.
È necessaria una certa maturità umana che si rivela nell'equilibrio, nella pazienza,
nell'apertura, in un grande amore alla vita. I fidanzati dovrebbero giungere a considerare
responsabilmente il figlio come il frutto di un amore autentico; ad amarlo studiandone per
tempo la psicologia; accostando insieme dei bambini in una voluta esperienza educativa.
Questi fidanzati non sarebbero domani turbati dalla "paura del figlio". È necessario
formarsi una coscienza retta ed abituarsi ad una grande lealtà quando si giudica la propria
vita di fidanzati ed il proprio amore. È una abitudine indispensabile per giudicare
responsabilmente " quando ed a quanti figli dare la vita" considerando la situazione
concreta.
È necessario garantire una minima sicurezza economica fondata sulla volontà di lavorare
e garantita da un serio spirito di povertà. Solo così è possibile non condizionare la
fecondità del proprio amore dall'ansia o dal desiderio del lusso, delle eccessive comodità
ecc....
Infine è necessaria una sufficiente maturità cristiana. Due fidanzati dovrebbero scoprire
insieme il valore della fede nella paternità di Dio, della preghiera, dei sacramenti come
incontro con Lui. Dovrebbe sopratutto sperimentare insieme la forza e la gioia di un amore
veramente cristiano come anticipazione di quello che il Cristo, unito a loro, realizzerà nella
vita coniugale di domani.
La realtà del matrimonio ai nostri giorni è quasi sempre quella di un matrimonio d'amore, in
contrapposizione al matrimonio di convenienza delle generazioni passate.
Ma per essere veramente matrimonio d'amore nel senso più completo deve essere in ogni
momento fondamento di una comunità aperta:
- tra i coniugi
- coi figli
- verso gli altri
� Tra i coniugi
L'aspetto fisico è forse quello più sottolineato nell'uomo. Ma d'altra parte mettere il punto
su di esso esclusivamente durante il fidanzamento crea innanzitutto una tensione che può
diventare insostenibile e ancor peggio rischia di limitare ogni dialogo a questo punto.
La sessualità è una forza di somma importanza che non va ignorata, ma va inquadrata.
Imparare a considerare la verginità (tanto maschile che femminile) come indispensabile a
un dono completo di tutto se stesso all'altro. Ogni problema, e in modo particolare questi di
cui si ha sempre ritegno a parlare, vanno risolti nel dialogo personale dei due.
Se i due non sono aperti non sono veramente sposati.
Il raggiungere un accordo nel campo psicologico è importantissimo, sopratutto perché
serve a tenere "alto" l'amore nei momenti "di bassa" dell'amore fisico.
Le donne vi sono più portate dell'uomo e per questo ad esse compete lo sforzo maggiore.
Per esempio, importantissimo è riuscire a razionalizzare il momento del dialogo del
fidanzamento per tutta la vita. Cioè se i due si conoscessero bene mentre sono fidanzati è
abbastanza facile che il dialogo tra loro possa continuare fino alla vecchiaia.
Suggeriamo qualche punto di conoscenza obbiettiva:
- Come è in famiglia ? - Che tipo è? - Che pregi ha? Che difetti?
Conoscendosi è anche più facile accettarsi.
In questo è importante il compito della donna che deve imparare il "servizio" alla famiglia e
al marito, ma non come "schiava" della casa o dei figli, ma all'altezza dei tempi.
Un problema importante è presentato dai fidanzamenti lunghi ma anche essi possono
presentare dei vantaggi se i fidanzati imparano a proiettare nelle discussioni i momenti
della vita futura e ad esaminare con calma i problemi grossi della vita a due (lavoro,
divertimenti, tenore di vita, numero ed educazione dei figli, amicizie)
Importante è che la coppia, come unità anche nel fidanzamento , si accosti ad altre coppie
(fidanzati o giovani sposi) per scambiarsi opinioni o per risolvere qualche problema
particolarmente importante.
Ultimo ma non meno importante, l'aspetto spirituale del matrimonio.
Aprirsi a Dio come si è aperti tra voi due, ricordandosi che bisogna amarsi come Dio amò
la Chiesa, cioè di un amore immenso.
Dio vi ha voluti insieme e Dio ogni momento vi ama insieme. Ecco la necessità di una vita
spirituale da coppia. Imparare a pregare insieme; è una cosa molto difficile soprattutto se
non è quella preghiera che nasce spontanea dopo una giornata o un momento
particolarmente bello. Ecco anche in questo campo l'importanza del fidanzamento.
La donna, che in genere sente di più questo problema, dovrebbe far partecipe di queste
esigenze anche l'uomo. Ecco anche qui l'importanza di gruppi di spiritualità di giovani
coniugi.
bibliografia
BIGATELLO - L'uomo, la donna , il matrimonio - La Casa, MI
WERMEILLER - Noi due .Compendio di sessuologia - Gribaudi
Vari - Preparazione al matrimonio - Ancora MI
Vari - Costruire l'amore - Cittadella, Assisi
SAHUC - Alla scoperta dell'altro - DEHONIANE , BO
SAHUC - Uomo e donna - DEHONIANE, BO
WIRTZ - La vita in due - Marietti
MAISTRIAUX - Matrimonio,via alla santità - Paoline
GOFFI - Spiritualità familiare - Sales, ROMA
BITELLI - Sesso, amore , famiglia -Esperienze, POSSANO
DUFOY1R - L'uomo nel matrimonio - Paoline
DUFOYER - La donna nel matrimonio - Paoline