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Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti

Scuola Statale italiana di madrid 1940 - 2015

Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti

Scuola Statale Italiana di Madrid 1940 - 2015

E’ un grande piacere ed un onore contribuire alla presentazione del libro “Settanta-cinque anni della Scuola italiana, foto e momenti di scuola”, che ripercorre momenti significativi della storia del nostro Istituto, dedicato ad Enrico Fermi, dal 1940 ad oggi.

Il 75° anniversario della fondazione della Scuola Italiana di Madrid è un avvenimento importante per tutti noi ed in particolare per i tanti connazionali ed amici spagnoli che su quei banchi hanno studiato, appreso, vissuto la loro infanzia ed adolescenza e che spesso hanno visto i loro stessi figli, alcuni decenni più tardi, sedere negli stessi banchi, come testimonia questa pubblicazione. Ed è una ricorrenza importante anche per i dirigenti, gli insegnanti, per il corpo non docente che, nei vari ruoli, continua ad essere chiamato a tenere alto il grande prestigio della nostra Scuola.

L’Istituto Statale “Enrico Fermi” è infatti da sempre punto di riferimento non solo per la collettività italiana qui residente, ma anche per le moltissime famiglie spagnole che ogni anno, da tanti anni, lo scelgono per i propri figli, per il prestigio e la reputazione che ha avuto e continua ad avere nella società spagnola.

Questa pubblicazione rappresenta un insieme prezioso di ricordi e di testimonianze, ma raccogliere in un unico spazio volti e immagini del passato non significa ricordare eventi ormai sbiaditi. Al contrario, significa rinvigorire una storia che ancora vive ed è ben presente nella realtà della nostra comunità a Madrid, che riconosce nell’Istituzione un punto focale e imprescindibile della nostra straordinaria eredità ed identità culturale e pedagogica.

I miei più fervidi auguri, quindi, alla Scuola Italiana di Madrid per i suoi 75 anni, a tutto il personale che vi lavora con entusiasmo, ma in particolare agli studenti e alle loro famiglie.

Pietro Sebastiani Ambasciatore d’Italia in Spagna

Settantacinque anni della scuola italiana, foto e momenti di scuola

Non è mai facile scegliere foto non da un unico archivio, ordinarle, cercando date ed eventi, collocarle in una logica temporale per raccontare settantacinque anni di una scuola come la nostra.

Il tempo per distinguere, esaminare, scegliere non basta mai, occorrono pazienza ed un’attenta lettura dei contesti storici, ci vuole un determinato disegno strutturale prefigurato, che non diventi arida elencazione di avvenimenti, che non sia semplice catalogo monocromatico o mono tematico e, soprattutto, che non sia l’album delle foto di famiglia, in cui i volti, le persone, i luoghi siano incatenati nella sequenza di una lunga serie di ritratti da vicino e lontano.

Bisogna conoscere la storia di questa complessa realtà che si chiama ora Scuola Statale Italiana di Madrid.

È necessario capirne le trasformazioni strutturali, ordinamentali, amministrative, cercare di entrare in silenzio nei documenti foto-grafici, ripercorrere a ritroso i meandri della lunga serie tormentata di decreti e intese bilaterali dei vari ministeri che hanno interagito tra Italia e Spagna per trovare il nesso della realtà di oggi.

Purtroppo gli archivi (effettivamente parlare di archivi potrebbe dare l’idea di seriosi scaffali impolverati che conservano in or-dine le raccolte fotografiche; in realtà le provenienze delle foto ritrovate fanno pensare più alla ricerca di un tesoro nascosto tra mobilio in presidenza, stanzino delle scope, cassetti in locali improbabili, generose concessioni di ex alunni e repertori d’im-magini sparse qua e là) gli archivi, dicevo, non hanno restituito tutto il materiale fotografico che sarebbe servito per rispondere al criterio di selezione.

Due le cause principali di questa frammentazione della sequenza temporale: il grande trasloco che avvenne alla fine degli anni set-tanta dal Consolato all’attuale sede e l’alterno fluire irregolare di un decennio più o meno tormentato da eventi di carattere sociale, gli anni settanta.

Per questo motivo gli ex alunni (quanto è stonato il prefisso “ex”) di quegli anni non troveranno molte foto e forse resteranno delusi.

In tutti i modi l’intento dell’equipe che ha lavorato alacremente a questa improba fatica era quello di affidare ad ogni decade non più di dieci foto, tra le più significative, che esprimessero il senso e il gusto e le tendenze di quegli anni.

In generale si è evitato di ricorrere eccessivamente ai ritratti singoli: sembrava più giusto cercare immagini che suggerissero situazioni collocabili nell’ordinario scolastico; per esempio si sono evitate, là dove possibile, gite e visite didattiche, perchè si voleva contestua-lizzare quanto più possibile la scuola, col suo svolgimento diario.

D’altra parte esiste un’evidente frattura tra le foto in bianco e nero delle prime decadi e i cromatismi accesi degli anni successivi.

Io appartengo alla generazione che ama le sfumature dal nero al bianco, perchè ritengo che esista una gamma cromatica che il co-lore, per quanto realistico, non potrà mai dare.

Le foto devono suggerire, non parlare chiaro. Tanto più forte è l’emo-zione quanto più sfumata l’espressione che apre l’immaginazione: suggerire ha più forza del dire tutto, e questa sensazione ce la danno le prime foto di questa raccolta.

È la dimensione dell’antico che affascina più che mai la lettura delle prime foto che compaiono: si resta incantati dai banchi di lavoro della vecchia scuola professionale che affiancava il corso della Me-dia, dai banchi in legno col piano inclinato, dall’ordine che regnava sotto il dettato delle disposizioni dell’epoca. Un altro mondo, ma un mondo non così lontano e che appartiene ancora all’infanzia della scuola.

Sicuramente gli osservatori attenti rileveranno che molte foto “sgra-nano”, perdono nitidezza e appaiono sfocate: bisogna considerare che la qualità di alcune macchine non era quella dei fotografi pro-fessionisti, ma di professori o persone che volevano semplicemen-te riprendere una scena, un momento, ed è il concetto della foto istantanea.

Così si giustificano, per esempio, alcune foto che, sebbene in pic-colo formato, sono state ingrandite per evidenziare il contesto.

A questo punto, però, mi piace pensare che molti di quelli che guarderanno questa raccolta di foto non cercheranno certamente la qualità tecnica: saranno guidati dall’onda emotiva dei volti dei loro compagni, dei loro professori, dei luoghi, degli spazi, dei can-celli, dei colonnati e, insomma, si lasceranno per un attimo travol-gere da tutte quelle cose che noi chiamiamo ricordi.

Prof. Cosimo Guarino Dirigente Scolastico

Le foto raccontano ma non dicono tutto

Anna Ruffino, primo segretario dell’ambasciata d’italia in Spagna

Luigi Titolo, direttore dei Servizi Generali e amministrativi della Scuola Statale italiana di madrid

Alessandra Alba, assistente amministrativa della Scuola Statale italiana di madrid

Lucrezia Stringari, assistente tecnico della Scuola Statale italiana di madrid

Alessandra Picone, assistente di direzione. istituto italiano di cultura di madrid

Antonio Pita, disegnatore grafico

Per lo spirito di collaborazione, per i preziosi suggerimenti e consigli, per la pazienza nella ricerca, nella revisione, nella cura dei dettagli, si ringraziano:

Settantacinque anni della Scuola Italiana, foto e momenti

10 dal 1940 ad oggi

36 Poesia di immagini

64 documenti

dal 1940 ad oggi

16 l Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti dal 1940 ad oGGi l 17

1940


1950

22 l Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti


1960


1970 – 1980


1990


2000

Poesia di immagini Foto in bianco e neroStrana la sensazione di vedere foto senza presenze umane.

Si guardano con sconcerto strutture vuote, molte in bianco e nero, spazi all’aperto dominati dal silenzio, dall’assenza di movimento, vuoti, apparente-mente privi di umanità, di vita.

C’è una fissità dell’immagine che suggerisce sensazioni diverse: perchè non ci sono bambini, insegnanti, genitori, persone della scuola?

Normalmente quando si scattano foto in una scuola, non si riesce mai a stare da soli, l’obiettivo è invaso da movimenti di persone, da gruppi in movi-mento, da febbrili agitazioni di attività che riempiono una giornata di scuola.

Volutamente, l’idea è quella di presentare angolazioni diverse di esterni ed interni vuoti, per lasciare spazio all’immaginazione di chi guarda: sarà ognu-no di noi a rappresentare scene di vita secondo i propri ricordi, le proprie emozioni, a riempire quei vuoti figurandosi bambini, maestri, persone, mo-vimenti, attività.

Come un palcoscenico vuoto, in silenzio nel buio prima dell’accecamento dei fari e delle luci di scena, in attesa dell’azione che irromperà portando suoni, voci, luci e persone, così queste foto si riempiranno di ricordi, visioni di memoria, flash emotivi legati ad ognuno di noi.

E ritorneranno in quegli spazi gli insegnanti che abbiamo amato, i nostri compagni di studio e di gioco, i bidelli che ci invitavano a tornare in classe, tutto il mondo della nostra infanzia fino alla prima gioventù e oltre.

I colori, allora, prevarranno sui grigi.

Ecco perchè le foto delle produzioni creative dei bambini sono a colore: han-no una forza comunicativa maggiore di mille foto in bianco e nero.

42 l Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti PoeSia di immaGini l 43

le stagioni vestono e spogliano gli alberi, in attesa di rinverdire.il tempo della scuolacomincia d’autunno


l’entrata di mattina:alunni che portano con sèsorrisi e intese,un grande grappolo di amiciche si danno la mano


trame di ferrodividono il dentrodal fuori.cancelli diricamo antico filtranola luce


salire la scala verso la luce per correre liberi in cortile


nello spazio di luce,tra gli alberi, le antiche colonne doratecome statue di donne


alberi amici dei bambiniche corrono, giocano,a volte si nascondono,cercano riparo


quante parole detterecitate, scritte, ascoltate,imparate, lettetra i banchi


una torre da scalare,un limite da superare,giochi e prove per crescere insieme

l’emozione di entrare per la prima volta a scuola:crescere, convivere,diventare adulti


colori, disegni, prove tecniche,strumenti che vivono sotto le mani di bambini.e’ il microcosmo libero,un universo di immagini ed emozioni


aule, banchi, sedie,tavoli, scaffali, cattedre, lavagne:materiali che sanno di scuola, oggetti con un significato precisoma la fantasia esce dalle alte paretie dalle finestreaccecate dal sole


un ufficio, una scrivanianon raccontano tutti i momentipiù veri di una professione.una stanzaarredata di vecchi ricordi:stampe sbiadite,è un museo accumulatonel tempo


lo sport come sfidae misura:avversari e compagniper confrontarsisenza traguardi nè limiti,senza inseguire una medaglia

la fine di una lunga giornata: madrid regala tramontie silenzi serali

documenti I documenti di una scuola non sono soltanto gli atti amministrativi, i certificati che riempiono le giornate delle segreterie ma tutto quel mondo cartaceo che “documenta” i momenti di una scuola attraverso comunicazioni, note, regi-stri, quaderni.

Il passare del tempo si può cogliere anche attraverso le diverse forme che assumono le carte che contraddistinguono fasi importanti come la valuta-zione, il voto, la comunicazione delle famiglie, le lettere. Per questpo motivo abbiamo raccolto in una dimensione atemporale, ma comunque proietttata nell’antico, tutta una serie di materiali con la curiosità tipica di chi inevitabil-mente fa un confronto tra il passato e presente.

70 l Settantacinque anni della Scuola italiana, foto e momenti documenti l 71

1940 - 2015 settantacinque anni della scuola italiana, · catalogo monocromatico o mono tematico e,...

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