17 marketing...18% del suo business e intende incrementarne la quota ancora di pi a partire dallanno...

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17 Venerdì 28 Ottobre 2011 IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ A A TE on LA MANO VRA DI FINE EST A in edicola co Marketing ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Oggi Parla il ceo dell’agenzia in Italia. L’anno chiude a +8%. Nel 2012 due terzi dei clienti saranno nuovi Saatchi, la creatività è digitale Caiazza: genera fiducia anche in tempi di crisi. E costa meno DI MARCO A. CAPISANI I l digitale offre libero sfogo alla creatività e costa meno. Due valori aggiunti fondamentali per i marchi che vogliono in- vestire in pubblicità e diventare «lovemark», ossia brand verso cui il cliente mantiene una fiducia incondizionata. E se in periodi di crisi economica come quello at- tuale parte dei consumatori sono più attratti dal rapporto qualità- prezzo, il concetto di fiducia non solo può ricomprendere anche quello di convenienza ma anche e soprattutto può essere diffuso in parallelo con quello di vantaggio economico. Parola di Giuseppe Caiazza, chief executive officer (ceo) di Saatchi & Saatchi in Ita- lia e head of automotive business di Saatchi & Saatchi Emea (si- gla in inglese per Europa, Medio Oriente e Africa). L’agenzia pub- blicitaria del gruppo internazio- nale Publicis trae dal digitale il 18% del suo business e intende incrementarne la quota ancora di più a partire dall’anno prossimo. «Nel 2015 il digitale dovrebbe va- lere il 20% del mercato italiano, secondo le stime Iab, secondo solo alla televisione come mezzo d’in- vestimento pubblicitario», preci- sa Caiazza. «Per quella data vo- gliamo superare la percentuale del mercato». A livello di gruppo, invece, il digitale per Publicis è già a quota 30%. Saatchi & Saatchi stima intan- to di chiudere l’anno in corso con ricavi in crescita dell’8%, pur a fronte del calo del mercato tri- colore. «Nel 2012 prevediamo di crescere ulteriormente», aggiun- ge il ceo. «Il risultato 2011 è signi- ficativo anche perché credo sia il riconoscimento, in termini di business, dell’eccellenza creativa testimoniata dal fat- to di essere, ancora una volta, l’agenzia più premiata all’Art Directors Club Ita- liano». Per la crescita dell’8% hanno inciso, sempre secondo Ca- iazza, per i due terzi i clienti esistenti e per un terzo quelli nuovi ma l’obiettivo è, «al di là della futura cresci- ta, ribaltare nel 2012 la proporzione. Per fare new bu- siness adotteremo un approccio mirato verso quei soli target che possono essere lovemark», secon- do il concetto coniato da Kevin Roberts, guru del marketing in- ternazionale e ceo worldwide di Saatchi & Saatchi dal 1997. Oggi, a giudizio di Caiazza, il consumatore continua ad aspet- tare le promozioni per spendere meglio, sceglie le marche private, non disdegna iniziative di sconti collettivi come quelli di Groupon ma si concede anche piccoli lussi quotidiani (dalla cosmesi per le signore agli acquisti su iTunes per i giovani) e preferisce com- prare eco-sostenibile. Per coin- volgere questo pubblico, allora, Saatchi & Saatchi si propone come «partecipation agency» che, grazie a soluzioni creati- ve, instaura legami e scambi tra brand e cliente. Su questa filosofia sono stati impostati la campagna Angry Birds Live per l’operatore tedesco di tlc T-Mo- bile, progetti digitali con Procter & Gam- ble e la comunicazio- ne globale di illy caf- fè, che da mercoledì prossimo riparte in tv con uno spot su Sky. Il caso illy è peraltro la conferma di un nuovo trend degli inserzionisti, che Caiazza definisce «domina- tion strategy», di concentrare spot o messaggi stam- pa su pochi mezzi di comunicazione aumentandone la frequenza e la capacità di raggiungere il consumatore. Toyota Motor Italia ha invece ampliato l’inca- rico per l’agenzia all’intera gamma di prodotti. Oggi Saatchi & Saatchi sta parteci- pando alla gara Telecom, «che dovrebbe chiudersi presto, a quella Aia», dichiara Caiazza, «mentre stiamo lavorando con nuovi probabili clienti istituzio- nali», dopo la Conferenza episco- pale italiana (Cei) e l’Agenzia delle entrate per la campagna anti-evasione fiscale. A seguito di un periodo di stand-by, secondo lo stesso ceo italiano, «abbiamo rafforzato la nostra squadra con die- ci assunzioni e adesso un team di 174 persone lavo- ra tra Milano e Roma». © Riproduzione riservata DI ANDREA SECCHI Venticinquemila metri quadrati con 3 chilometri di scaffalature e 3 mila posti pallet: è questo il centro di distribuzio- ne che Amazon, il gigante del commer- cio elettronico, ha realizzato in Italia, a Castel San Giovanni, vicino a Piacenza. I 3 chilometri di scaffalature non sono ancora tutti montati, ma l’impianto fun- ziona già da un mese, ha 150 dipendenti e dovrebbe arrivare a 350 entro la fine dell’anno. Così, dopo l’apertura del sito in italiano di 11 mesi fa, Amazon ha de- ciso di avere anche una presenza fisica e di non appoggiarsi più, se non in mi- sura minore, sugli altri centri di distri- buzione europei con i quali era partita. «Il successo del sito Amazon.it è stato talmente elevato», ha spiegato durante l’inaugurazione Diego Piacentini, senior vicepresident international di Amazon, «che ci ha spinto ad accelerare i tempi di questa apertura. Ad aprile l’abbiamo deciso a Seattle e da un mese siamo già operativi, con il primo ordine spedito in Sicilia il 22 settembre». L’inaugurazione italiana si aggiunge alle altre 16 previ- ste nel 2011 in tutto il mondo. A detta di Piacentini si è trattato di una di quelle scelte che Amazon fa per aumentare il servizio al cliente, prima di tutto velocità e precisione, e la sua sod- disfazione. Poco importa se l’apertura di un simile centro, grande quanto quattro campi di calcio (all’interno di un polo logistico superorganizzato), non era stata messa a budget per quest’anno. «Il nostro primo obiettivo è rispettare gli impegni con i clienti, non quelli con la borsa», ha detto il manager spiegan- do che il calo dei profitti previsto nel quarto trimestre è appunto dovuto agli investimenti che l’azienda fa quando ri- tiene necessario. Come sul Kindle Fire, per esempio, il nuovo tablet per la pro- duzione del quale Amazon spende più di quanto guadagnerà contando sulla vendita dei contenuti. E a proposito dell’arrivo in Italia del lettore ebook e del tablet della famiglia Kindle, ma soprattut- to dello store di libri elettronici collegato, le bocche restano cu- cite: «Il Kindle», ha detto Martin Angioni, a.d. della filiale italia- na, «dopo gli Usa è ar- rivato in Inghilterra, Germania e due setti- mane fa in Francia. È chiaro che c’è un roll out europeo, ma anco- ra non ci sono piani precisi per l’Italia». Non si dovrà però aspettare molto, ha rassicurato Piacentini. Ma cosa accadrà ai centri di distribu- zione del genere, ora per lo più pieni di libri, cd e dvd, quando i contenuti sa- ranno soprattutto digitali? «Abbiamo toccato finora solo marginalmente le due categorie che fanno la stragrande maggioranza del retail», conclude il vicepresident, «abbigliamento e cibo, o comunque prodotti che si vendono nei supermercati. Tra qualche anno l’offerta fisica potrà essere soprattut- to questa». © Riproduzione riservata Amazon, centro di distribuzione in Italia. Nel futuro pure abbigliamento e cibo Sopra, da sinistra, la campagna Cei, il pallone Angry Birds durante l’evento T-Mobile e Giuseppe Caiazza Il centro di distribuzione Amazon in provincia di Piacenza http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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17Venerdì 28 Ottobre 2011

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

A

ATE

on

LA MANOVRA

DI FINE ESTA

in edicola coMarketing

ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

Oggi

Parla il ceo dell’agenzia in Italia. L’anno chiude a +8%. Nel 2012 due terzi dei clienti saranno nuovi

Saatchi, la creatività è digitaleCaiazza: genera fi ducia anche in tempi di crisi. E costa meno

DI MARCO A. CAPISANI

Il digitale offre libero sfogo alla creatività e costa meno. Due valori aggiunti fondamentali per i marchi che vogliono in-

vestire in pubblicità e diventare «lovemark», ossia brand verso cui il cliente mantiene una fiducia incondizionata. E se in periodi di crisi economica come quello at-tuale parte dei consumatori sono più attratti dal rapporto qualità-prezzo, il concetto di fiducia non solo può ricomprendere anche quello di convenienza ma anche e soprattutto può essere diffuso in parallelo con quello di vantaggio economico. Parola di Giuseppe Caiazza, chief executive officer (ceo) di Saatchi & Saatchi in Ita-lia e head of automotive business di Saatchi & Saatchi Emea (si-gla in inglese per Europa, Medio Oriente e Africa). L’agenzia pub-blicitaria del gruppo internazio-nale Publicis trae dal digitale il 18% del suo business e intende incrementarne la quota ancora di più a partire dall’anno prossimo. «Nel 2015 il digitale dovrebbe va-lere il 20% del mercato italiano, secondo le stime Iab, secondo solo alla televisione come mezzo d’in-vestimento pubblicitario», preci-sa Caiazza. «Per quella data vo-gliamo superare la percentuale del mercato». A livello di gruppo,

invece, il digitale per Publicis è già a quota 30%.

Saatchi & Saatchi stima intan-to di chiudere l’anno in corso con ricavi in crescita dell’8%, pur a fronte del calo del mercato tri-colore. «Nel 2012 prevediamo di crescere ulteriormente», aggiun-ge il ceo. «Il risultato 2011 è signi-fi cativo anche perché credo sia il riconoscimento, in termini di business, dell’eccellenza creativa testimoniata dal fat-to di essere, ancora una volta, l’agenzia più premiata all’Art Directors Club Ita-liano». Per la crescita dell’8% hanno inciso, sempre secondo Ca-iazza, per i due terzi i clienti esistenti e per un terzo quelli nuovi ma l’obiettivo è, «al di là della futura cresci-ta, ribaltare nel 2012 la proporzione. Per fare new bu-siness adotteremo un approccio mirato verso quei soli target che possono essere lovemark», secon-do il concetto coniato da Kevin Roberts, guru del marketing in-ternazionale e ceo worldwide di Saatchi & Saatchi dal 1997.

Oggi, a giudizio di Caiazza, il consumatore continua ad aspet-tare le promozioni per spendere meglio, sceglie le marche private,

non disdegna iniziative di sconti collettivi come quelli di Groupon ma si concede anche piccoli lussi quotidiani (dalla cosmesi per le signore agli acquisti su iTunes per i giovani) e preferisce com-prare eco-sostenibile. Per coin-volgere questo pubblico, allora, Saatchi & Saatchi si propone come «partecipation agency» che, grazie a soluzioni creati-ve, instaura legami e scambi

tra brand e cliente. Su questa fi losofi a sono stati impostati la campagna Angry Birds Live per l’operatore tedesco di tlc T-Mo-

bile, progetti digitali con Procter & Gam-ble e la comunicazio-

ne globale di illy caf-fè, che da mercoledì prossimo riparte in

tv con uno spot su Sky. Il caso illy è peraltro la conferma di un nuovo trend degli inserzionisti, che Caiazza defi nisce «domina-

tion strategy», di concentrare spot o messaggi stam-pa su pochi mezzi di comunicazione aumentandone la frequenza e la capacità di raggiungere il c o n s u m a t o r e . Toyota Motor Italia ha invece ampliato l’inca-rico per l’agenzia all’intera gamma di prodotti. Oggi

Saatchi & Saatchi sta parteci-pando alla gara Telecom, «che dovrebbe chiudersi presto, a quella Aia», dichiara Caiazza, «mentre stiamo lavorando con nuovi probabili clienti istituzio-nali», dopo la Conferenza episco-pale italiana (Cei) e l’Agenzia delle entrate per la campagna anti-evasione fi scale.

A seguito di un periodo di stand-by, secondo lo stesso ceo

italiano, «abbiamo rafforzato la nostra squadra con die-ci assunzioni e adesso un team di 174 persone lavo-

ra tra Milano e Roma».© Riproduzione riservata

DI ANDREA SECCHI

Venticinquemila metri quadrati con 3 chilometri di scaffalature e 3 mila posti pallet: è questo il centro di distribuzio-ne che Amazon, il gigante del commer-cio elettronico, ha realizzato in Italia, a Castel San Giovanni, vicino a Piacenza. I 3 chilometri di scaffalature non sono ancora tutti montati, ma l’impianto fun-ziona già da un mese, ha 150 dipendenti e dovrebbe arrivare a 350 entro la fi ne dell’anno. Così, dopo l’apertura del sito in italiano di 11 mesi fa, Amazon ha de-ciso di avere anche una presenza fi sica e di non appoggiarsi più, se non in mi-sura minore, sugli altri centri di distri-buzione europei con i quali era partita. «Il successo del sito Amazon.it è stato talmente elevato», ha spiegato durante l’inaugurazione Diego Piacentini, senior vicepresident international di Amazon, «che ci ha spinto ad accelerare i tempi di questa apertura. Ad aprile l’abbiamo deciso a Seattle e da un mese siamo già operativi, con il primo ordine spedito in Sicilia il 22 settembre». L’inaugurazione italiana si aggiunge alle altre 16 previ-ste nel 2011 in tutto il mondo.

A detta di Piacentini si è trattato di una di quelle scelte che Amazon fa per aumentare il servizio al cliente, prima di tutto velocità e precisione, e la sua sod-disfazione. Poco importa se l’apertura di un simile centro, grande quanto quattro campi di calcio (all’interno di un polo logistico superorganizzato), non era stata messa a budget per quest’anno. «Il nostro primo obiettivo è rispettare gli impegni con i clienti, non quelli con

la borsa», ha detto il manager spiegan-do che il calo dei profi tti previsto nel quarto trimestre è appunto dovuto agli investimenti che l’azienda fa quando ri-tiene necessario. Come sul Kindle Fire, per esempio, il nuovo tablet per la pro-duzione del quale Amazon spende più di quanto guadagnerà contando sulla vendita dei contenuti.

E a proposito dell’arrivo in Italia del lettore ebook e del tablet della famiglia

Kindle, ma soprattut-to dello store di libri elettronici collegato, le bocche restano cu-cite: «Il Kindle», ha detto Martin Angioni, a.d. della fi liale italia-na, «dopo gli Usa è ar-rivato in Inghilterra, Germania e due setti-mane fa in Francia. È chiaro che c’è un roll out europeo, ma anco-

ra non ci sono piani precisi per l’Italia». Non si dovrà però aspettare molto, ha rassicurato Piacentini.

Ma cosa accadrà ai centri di distribu-zione del genere, ora per lo più pieni di libri, cd e dvd, quando i contenuti sa-ranno soprattutto digitali? «Abbiamo toccato fi nora solo marginalmente le due categorie che fanno la stragrande maggioranza del retail», conclude il vicepresident, «abbigliamento e cibo, o comunque prodotti che si vendono nei supermercati. Tra qualche anno l’offerta fi sica potrà essere soprattut-to questa».

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Amazon, centro di distribuzione in Italia. Nel futuro pure abbigliamento e cibo

Sopra, da sinistra, la campagna Cei, il pallone Angry Birds durante l’evento T-Mobile e Giuseppe Caiazza

Il centro di distribuzione Amazon in provincia di Piacenza

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18 Venerdì 28 Ottobre 2011M A R K E T I N G

L’a.d. mondiale racconta i piani del gruppo di alcolici. Comunicazione: budget da 210 mln

Campari sempre a caccia di brandKunze-Concewitz: pronti ad acquisire marchi da rilanciare

DI VALENTINA GIANNELLA

Con un budget di marke-ting e comunicazione da primi della classe che supera i 210 milioni di

euro l’anno, la strategia di Bob Kunze-Concewitz, amministra-tore delegato del gruppo Campa-ri (il sesto a livello globale nel settore delle bevande alcoliche), è quella di «svegliare le belle ad-dormentate e di far crescere al meglio i bambini». Dove per belle addormentate e piccoli virgulti si intendono marchi da acquisire: in un momento di stallo di popo-larità i primi, nella fase di prime conferme di mercato i secondi. Ed è così, con un parco marchi che è passato in dieci anni da 15 a 45, che Kunze-Concewitz sta facendo crescere a doppia cifra il gruppo globale con base a Sesto San Gio-vanni che nel 2010 ha portato a casa 1,16 miliardi di euro di fatturato: «Concentrando il 50% degli sforzi strategici sul consoli-damento della brand equity dei marchi già esistenti e dedicando il restante 50% alle nuove acqui-sizioni». La reputazione dei mar-chi e la loro comunicazione sono

affidate a un budget tra i più alti, in percentuale, rispetto ai compe-titor: il 18% del fatturato, ovvero 210 milioni di euro l’anno.«Un budget che viene spalmato sui diversi mercati», spiega Andrea Conzonato, chief marketing of-ficer del gruppo, «facendo molta attenzione alle caratteristiche dei singoli marchi e delle realtà locali. Ci sono brand che vengono

promossi con campagne differen-ti di paese in paese, oppure con la stessa campagna declinata in modo che incontri il gusto locale». L’Italia, dove nacque il business Campari nel 1860 con l’apertu-ra del primo Caffè Campari in Galleria Vittorio Emanuele, è il primo mercato e realizza il 34% del fatturato globale. Anche per questo, e per rispettare il Dna del

marchio Campari, che proprio a Milano ieri è stato presentato il nuovo Calendario Campari 2012, protagonista la modella e attrice Milla Jovovich fotografata in una rivisitazione ironica della fine del mondo (creatività EuroRSCG Milano) da Dimitri Daniloff. E proprio dedicato esclusivamente «al mercato italiano», anticipa Conzonato a ItaliaOggi, «la pros-

sima settimana presenteremo al Festival del Cinema di Roma lo spot ideato da BCube di Leo Bur-nett e firmato dal regista ameri-cano Joel Schumacher».

Tra i mercati più interessanti in cui il gruppo sta studiando solu-zioni di marketing ritagliate sulle abitudini della popolazione quello cinese dove, spiega Conzonato, «il consumo di alcolici avviene pra-ticamente solo nei locali pubblici e non a casa. Anche l’Australia è un mercato relativamente nuovo, per noi, che insieme al Brasile ci sta dando parecchie soddisfazioni. È simile agli Stati Uniti per vari aspetti, ma in realtà ha bisogno di campagne ad hoc perchè la sensibilità dell’australiano è net-tamente diversa. Wild Turkey, per esempio, in Australia è stato affi ancato a una rock star locale: strategia che invece negli Usa non è stata neanche considera-ta». A livello globale, il gruppo «si appoggia a diverse agenzie a seconda delle esigenze», conclude Conzonato, «ma non è detto che in futuro qualcosa possa cam-biare». I network internazionali sono avvisati.

© Riproduzione riservata

Da sinistra, Bob Kunze-Concewitz, Milla Jovoviche Dimitri Daniloff alla presentazione del calendario Campari 2012

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19Venerdì 28 Ottobre 2011Venerdì 28 OttobrM A R K E T I N G

Indagine di Ibm. Manager consci del cambiamento, che però temono di non saper gestire

Marketing, serve più intelligenceTroppi dati non valorizzati. Partendo dai social network

DI ALESSIO ODINI

Direttori marketing più infl uenti nelle scelte del-la società e nel rapporto con i consumatori. Che

vogliono dialogare sui social net-work, si aspettano che un brand sappia prevedere le proprie esi-genze e sia in linea con le proprie convinzioni. Bene le convinzioni, ma la pratica è più dura. Alme-no secondo una ricerca che Ibm ha condotto su 1.700 direttori marketing di 64 paesi, attivi in 19 settori dell’industria. Se la maggior parte ammette il cam-biamento in atto, non è altret-tanto convinta di saperlo gestire. Il 63% ritiene che entro il 2015 l’effi cacia del marketing sarà mi-surata attraverso il rendimento sull’investimento, ma solo il 44% è pronto a essere responsabile del Roi. Ancor più significati-va l’ammissione da parte della maggioranza dei manager di non avere un’infl uenza in aree criti-che quali lo sviluppo dei prodotti, la determinazione dei prezzi e la selezione dei canali di vendita. E la ciliegina sulla torta: mentre l’82% afferma di pianifi care l’au-

mento dell’uso dei social media nei prossimi tre-cinque anni, solo il 26% segue l’andamento dei blog, il 42% le recensioni di terzi e il 48% quelle dei consumatori, per creare le proprie strategie di marketing. Ci affi da, insomma, a strumenti tradizionali come ricerche di mercato e bench-marking competitivo (80%). E le decisioni, secondo la ricerca di Ibm (che vende anche soluzioni It per l’analisi del business, fra gli altri) si prendono in base alle analisi delle campagne di vendita (68%).

Ma l’indagine dimostra anche come per certi versi i manager italiani siano in posizione mi-gliore: il 76% (contro il 67% me-dio) riconosce che un approccio più collaborativo con il cliente, unito alla crescita dei canali per interagire, avrà un impatto sull’organizzazione del marke-ting. I social network, in parti-colare, sono il canale privilegiato per coinvolgere i consumatori: 74 contro 56%.

Di certo è necessaria una ride-fi nizione del ruolo del marketing, nel tentativo di «anticipare i bi-

sogni e creare nuovi mercati, esi-genze», come ha ricordato Nicola Ciniero, presidente e ammini-stratore delegato di Ibm Italia. Approccio che, nel caso del gi-gante tecnologico americano, ha permesso di «cambiare pelle cin-que volte in 100 anni», spostan-do da ultimo la forza del marchio dall’hardware al software e ai servizi. Uno sviluppo possibile, grazie al ruolo del marketing in concerto con le altre funzioni del-la multinazionale.

In base all’ambito in cui si opera, il marketing del futuro assume poi accezioni diverse: una «fi nestra delle aziende sul mondo» per Vincenzo Berretta, country manager di Luxottica, che riconosce come «gli investi-menti in marketing e la capaci-tà di prevedere e creare scenari abbia permesso di superare le crisi», specie per un’azienda che opera in diversi paesi e convive con una complessità crescente del business. Per altri è sinoni-mo di «creatività», a patto che sia «semplice, rilevante per il cliente e differenziante verso la concorrenza». Paolo Gagliar-do, marketing director di Fiat

brand, sintetizza così la strategia del gruppo «che sta diventando un’azienda unica con Chrysler», passando da una dimensione «europea e sudamericana a glo-bale». Ciò impone di «scegliere dove usare i marchi sulla scac-chiera. Portare la Cinquecento negli Usa, o “lancizzare” Chry-sler in Europa sono operazioni di marketing».

O ancora, in ambito bancario, il marketing avrà la funzione di «cooperante sui servizi non-core della banca e competitivo sul bu-siness principale», secondo Elena Goitini, head of global marketing individuals di Unicredit. Qui oc-corre «ricostruire il rapporto di fi ducia con il consumatore, che accede più velocemente alle in-formazioni», e prevenire il rischio di «disintermediarci», visto che l’home banking cresce a doppia cifra, a scapito del rapporto con le persone in fi liale. Reinserirsi nel discorso è possibile: «Analizzan-do il comportamento dei clienti, l’approccio ai servizi, investendo in multicanalità per aumentare i punti di contatto e capire cosa i clienti preferiscono».

© Riproduzione riservata

Da Damiani a Snaidero, per gli Stati generali del commercio con l’estero. C’era Guido Damiani, a.d. del gruppo Damiani, ieri alla conferenza stampa di pre-sentazione del progetto degli Stati generali del commercio con l’estero, in programma oggi e domani a Roma. Ma anche altri imprenditori del made in Italy, chiamati dal governo a dar man forte a questa iniziativa. All’appun-tamento hanno partecipato fra gli altri anche Gianluca Rana (amministratore delegato del Pastifi cio Rana), Michele Bau-li (vicepresidente di Bauli), Luisa Todini (presidente di Todini, grandi infrastrutture), Ettore Riello (presidente e a.d. di Riello Group) e Roberto Snaidero (vicepresidente del gruppo Snaidero).

Bnl e Sace insieme per portare le imprese in India. Partnership fra Bnl e Sace per un plafond di 100 milioni di euro di fi nanziamenti a disposizione delle aziende, in particolare pmi, interessate ad operare in India. L’accordo è fi nalizzato a sostenere progetti di export e internazionalizza-zione in questo mercato.

Utenti italiani multica-nali. Un’indagine sul com-portamento d’acquisto com-missionata da Netcomm (il consorzio per il commercio elettronico) e realizzata da eCircle e CFI Group rivela che il 65% degli utenti segue

un percorso multicanale, mi-xando canali online e offl ine dal momento della scelta del prodotto sino al post-acquisto. L’email si riconferma uno dei canali preferiti dagli utenti, sia per raccogliere informa-zioni sul prodotto (11%) che per contattare il venditore in caso di problemi con quanto acquistato (67%). Crescono anche i social media: le attività social post vendita coinvolgono circa due terzi degli intervistati (63%).

Gilli partner di Spiral Foundation. Sbarcano a Milano e Torino gli accessori nati da materiale di recupero di Spiral Foundation che re-inventa materiali di scarto per dar vita a originali ogget-ti e accessori di moda. Gilli si fa partner di questo progetto dedicando uno spazio all’in-terno dei propri negozi di Milano e Torino ai prodotti di Spiral Foundation.

Swatch, nuovo concept store a Milano. Il marchio di orologi ha inaugurato ieri a Milano il nuovo con-cept della boutique in corso Vittorio Emanuele. Swatch parla di un palcoscenico luminoso, una passerella per i clienti e gli innamorati del marchio di orologi. Le pareti si trasformano in un’enorme bacheca o in schermi per accogliere le nuove immagi-ni pubblicitarie, quando il negozio stesso diventa parte integrante della campagna.

BREVI

Canale 55Canale 30

CANALE 27

I PROGRAMMI TV E RADIO DI CLASS EDITORI

7.00 Primo Tempo News - Notizie in diretta 9.00 Primo Tempo - Attualità «Hai tempo da vendere?» 11.00 Weather Proof - Serie TV 12.00 Class Meteo Show - Di S. Giacomin «Liguria alluvionata» 12.30 Tg Giorno 13.50 Solo Classici - Film TV «Dancing paradise» - II parte Di P. Avati, con C. Delle Piane (1982) 16.40 Nightly News - Il Tg di Nbc Con Brian Williams 19.45 Punto e a Capo - Tutti i Tg Le notizie del giorno attraverso i Tg 21.00 Solo Classici - Film TV «Dancing paradise» - III parte Di P. Avati, con C. Delle Piane (1982) 22.00 Law&Order - Serie TV «La sua ora sulla scena» 23.00 Ecologica - Approfondimento Vivere ecostenibile

7.00 Caffè Affari Le notizie in anteprima dai mercati 9.00 Linea Mercati Mattina 10.10 Focus Certificates 11.00 Trading Online Expo 2011 In diretta da Borsa Italiana 12.20 Analisi Tecnica Intervenite chiamando lo 02 58.219.585 13.40 La Pagella dei Fondi Ospite L. Boffa (Anima Sgr) 14.10 Watchdog Ospite R. Jerusalmi (Borsa Italiana) 14.30 FXCM Trading 15.00 Linea Mercati Wall Street 17.00 Linea Mercati Pomeriggio 18.00 Report Ospite L. Noto (Prima Sgr) e G. Salcioli (Citigroup) 18.50 The Leaders 22.00 Linea Mercati Notte 22.30 Capital. La Sfida

8.00 Class Horse Tg 8.15 Derby Zone «Appuntamento con l’ippica» 10.15 Le Razze in Pillole «Il cavallo lusitano» 12.00 Class Horse Tg 13.10 Camp. Italiano Combinata Attacchi «Dalla Tenuta Salvati in Toscana» 17.00 Class Horse TV Live «La rassegna stampa, le interviste e gli amici di Facebook» 18.00 Class Horse Tg 18.15 Equestrian Lawyer «In scuderia con l’Avvocato Giardino» 18.55 Reem Acra FEI World Cup LIVE «II tappa Coppa del Mondo di Dressage» 22.50 Coppa Italia FISE «I campioni regionali FISE di quattro categorie»

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7.15 Rassegna Stampa Radio Classica

9.05 Apertura Piazza Affari

e Borse Europee

10.00 Spazio D.J. Classico

Musica classica e aggiornamenti

sul traffico, meteo, borsa,

oroscopo, sport

15.30 Apertura Wall Street

Con Andrea Fiano da New York

16.00 Ultimo Grido

Le novità della classica

17.30 Chiusura Piazza Affari

e Borse Europee

18.00 Punto Piazza Affari

Linea diretta con gli ascoltatori

18.30 Acquarello Jazz show

20.00 Onda della Sera

I grandi concerti

22.00 Onda della Notte

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Nicola Ciniero Paolo Gagliardo

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20 Venerdì 28 Ottobre 2011M E D I A

DI MARCO CASTORO

Regalo di Natale di Lorenza Lei a Raisport: arriva il nuovo studio per le all-news. In pratica Raisport 1 potrà di-ventare il canale dei notiziari con 15-18 ore di diretta al giorno da Roma. Aumen-tando le ore di programmazione da 440 a 5.100. Raisport 2 invece diventerà il programma degli eventi e avrà sede in un angolo del Tv2, lo studio della Dome-nica sportiva. Qualche problema invece per il direttore Eugenio De Paoli che si è visto restituire la delega di Raisport 1 dal vicedirettore Sandro Fioravanti. Mentre Auro Bulbarelli è saldamente al comando di Raisport 2.

TG2, MASI BRACCATO DAL PD. Il direttore del Tg2 Marcello Masi è sempre alle prese con la scelta dei nuovi vicedirettori. Ultimamente lo si vede contrariato dalle pressioni che sta subendo da esponenti vicini al Pd che si stanno prodigando in un asfissiante forcing per portare avanti la candidatu-ra di Stefano Marroni. Riuscirà Masi a respingere l’assalto? La questione sta tenendo con il fiato sospeso gli altri candidati, soprattutto il caporedattore centrale Giorgio Saba che potrebbe perdere la nomination.

FILM IN TV, UN FLOP. C’era una vol-ta il grande appuntamento in tv con il grande schermo. Con tanto di presenta-zione di critici cinematografici e sigletta inconfondibile. Oggi delle reti generali-

ste chi trasmette un film rischia un ba-gno di sangue, ovviamente dal punto di vista degli ascolti. Anche le prime visioni per la Rai diventano un flop. Del resto la gente (per fortuna) al cinema ancora ci va e poi c’è tutto il mercato del noleg-gio che va a gonfie vele. Per non parlare degli abbonati a Sky e Premium a cui va la prima visione in tv. Per un po’ di tempo la Rai, forse proprio in virtù di questa situazione, ha abbandonato la programmazione in prima serata del film. Mercoledì scorso invece sia Raiuno sia Raidue hanno optato per il grande schermo. Ebbene: la prima tv di New in Town con Renee Zellweger su Raiu-no ha fatto il 13,76% di share, mentre Premonition con Sandra Bullock si è

fermato al 6,31% di share. Due secche sconfitte se si considera che Chi l’ha visto di Raitre ha fatto il 12,09%, poco più del-le Iene su Italia 1, e la fiction di Canale 5 Un Amore e una Vendetta ha vinto la prima serata con una media di 4.433.000 telespettatori, 16,52% di share.

SILVIO NON RIANIMA VESPA: UL-TIMO. Nemmeno la telefonata di Silvio Berlusconi è riuscita a rianimare la se-rata di Porta a Porta di mercoledì sera. Bruno Vespa infatti è stato battuto da tutti i concorrenti. Per lui uno share medio del 10,5%. Meglio Novantesimo minuto (11,28%) e l’odiato rivale Matrix (11,62%). La seconda parte di Chi l’ha visto ha fatto meglio di tutti (14,77%).

130 GIORNALISTI PER GIORDA-NO. Dopo l’incontro con i centri media del Biscione di ieri a Milano 2, Mario Giordano può tirare un sospiro di sollievo e buttarsi a capofitto sulla sua nuova avventura a TgCom 24. Il progetto editoriale è piaciuto agli inve-stitori. Si parla di una squadra di 130 giornalisti coordinati da Giordano che dovranno occuparsi anche dei servizi per i tiggì di Mediaset. Si parte con tre sedi di corrispondenza: Bruxelles, Ge-rusalemme e Pechino. Confermata la data del battesimo: 28 novembre alle 13,30 in chiaro sul canale 51 del digi-tale terrestre.

IL SASSOLINO DI PAOLO ROS-SI. Nella puntata in onda oggi di (ah)iPiroso, la striscia quotidiana condotta da Antonello Piroso su La7, il comico Paolo Rossi si toglie un sassolino dalla scarpa nei confronti del collega Danie-le Luttazzi. Sulla questione comicità e battute rubate, Rossi interrompe Fulvio Abbate mentre dice di trovare eccessivo un certo astio da parte del mondo dello spettacolo esibito verso Luttazzi accusa-to d’aver saccheggiato battute non sue. Il comico ribatte così: «Dico una cosa ed è già un po’ che la volevo dire. L’astio è stato eccessivo perché Daniele ha sem-pre avuto la fissa che gli rubassero le battute, cosa che non sempre era vera. Per cui quando è accaduto a lui, un po’ gli altri gli si sono rivoltati contro. Ecco il vero motivo».

© Riproduzione riservata

RAI, SERVIZIO PRIVATO

Raisport 1, sotto l’albero lo studio per le all-news

DI MASSIMO TOSTI

Condannato alle alzatacce (la mes-sa in onda del suo programma è stata anticipata di un’ora rispetto allo scorso anno), preoccupato per le bacchettate del presidente Ga-rimberti al Tg3 di Bianca Berlin-guer, Andrea Vianello condut-tore di Agorà (Raitre, dal lunedì al venerdì, ore 8) si è trovato ieri mattina a dover fare i conti perfi-no con lo scoop di Bruno Vespa che l’altra sera aveva incassato la telefonata in diretta di Berlusconi (anzi, del portavoce Bonaiuti che «ha passato la linea al presidente, come fece don Stanislao con il papa Giovanni Paolo II»: e ditemi voi se la precisazione non grondava invidia). Ma, quel che è peggio, si è trovato in imbarazzo, nel dibattito in studio sui «cavoletti di Bru-xelles», perché è evidente che la lettera di Berlusconi ha trovato l’apprezzamento dell’Europa (sia pure condizionato all’effettiva realizzazione delle promesse in essa contenute), ed è altrettanto palese che il centrosinistra si trova scomodo a elogiare l’Europa nei giorni pari e a disprezzarla nei giorni dispari. I contendenti, raccolti in due schiere, erano da una parte Nunzia De Girolamo deputato del Pdl, Fabrizio Rondolino (ex porta-voce di D’Alema, ora omologato nel centrodestra, come segnalava la sua posizione in studio) e, in collegamento da Varese, il leghista Dario Galli; dall’altra Flavia Perina (ex Msi, ex An, ex Pdl, e ora come deputato del Fli, omologata nel centrosinistra), Piero Sansonetti e, in collegamento da Bruxelles, David Sassoli. «Avete voluto l’euro?», domandavano i destri rivolti ai mancini: «E adesso dovete rispettare le regole che l’Unione impone». Repli-cavano i mancini: «Ma Berlusconi non ce la può fare a mantenere le promesse, perché è un leader moribondo». Vianello dava segni evidenti di agorafobia. Sansonetti (che è un veterosinistro, che parla ancora di padroni e di sfruttamento, ma è anche un osservatore acuto e non fazioso) sottolineava che Berlusconi «ha scritto il programma del centrosinistra», nel senso che toccherà a Bersani e a Vendola attuarlo. E quelli sì che saranno cavoletti amari.

© Riproduzione riservata

DIGITALE EXTRATERRESTRE

Vianello e l’agorafobia Araimo da Condé Nast a Roland Berger. Alessan-dro Araimo abbandona Condé Nast Italia e passa al colosso internaziona-le di consulenza Roland Berger. Lascia la carica di vice president business development della casa editrice di piazza Castel-lo, dove si è occupato per esempio del lancio di Gla-mour in formato pad e del nuovo mensile femminile Myself.

Corriere della Sera, Finazzi dirige l’edizio-ne di Bergamo. Fabio Finazzi guiderà la nuova edizione di Bergamo del Corriere della Sera, che dovrebbe uscire tra fi ne gennaio 2012 e l’inizio del prossimo febbraio. Finazzi è stato fi no a oggi caporedattore dell’Eco di Bergamo.

Fcp-Assointernet, pub-blicità sul web su del 15%. La pubblicità online è cresciuta del 15% fi no a toccare quota 428 mi-lioni di euro dallo scorso gennaio fi no a settembre 2011, secondo le rileva-zioni dell’Osservatorio Fcp-Assointernet confron-tate con lo stesso periodo dell’anno scorso. I dati relati alle tipologie display e affi liate registrano, ri-spettivamente, un trend al rialzo del 18% e uno del 11%.

CHESSIDICELA VIGNETTA DEL GIORNO

Denaro su Mediaset e BuongiornoIndice Chiusura Var. % Var. % 30/12/10

FTSE IT ALL SHARE 17.727,38 4,98 -15,32

FTSE IT MEDIA 13.255,62 6,38 -34,68

Editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/10 (mln €)

Buongiorno 1,0230 4,23 -12,64 108,9

Cairo Communication 2,9200 0,90 7,35 228,8

Caltagirone Editore 1,3070 1,48 -23,12 163,4

Class Editori 0,3428 1,57 -23,23 36,2

Espresso 1,3540 1,12 -20,17 555,5

Il Sole 24 Ore 0,9330 -0,96 -32,54 40,4

Mediaset 2,8520 8,52 -37,01 3.368,9

Mondadori 1,6200 1,44 -38,87 399,3

Monrif 0,3560 1,28 -12,10 53,4

Poligrai ci Editoriale 0,3738 2,38 -21,64 49,3

Rcs Mediagroup 0,7375 -1,67 -28,26 540,3

Seat Pagine Gialle 0,0406 1,25 -50,91 78,2

Telecom Italia Media 0,1760 2,03 -25,99 254,6

Andrea Vianello

Lorenza Lei Mario Giordano

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21Venerdì 28 Ottobre 2011Venerdì 28 Ottobre 2011M E D I A

Varato il nuovo palinsesto dell’emittente del Gruppo Espresso

Santoro anche in FmServizio pubblico su Radio Capital

DI ALESSIO ODINI

Radio Capital continua a fare incetta di grandi classici. E novità. Dal 3 novembre, potrà conta-

re anche su Servizio Pubblico, il nuovo programma di Michele Santoro trasmesso in diretta sulle sue frequenze, oltre che in streaming su Repubblica.it. Ma la radio del Gruppo Espresso, che dichiara concluso il proprio riposizionamento a base di mu-sica d’autore e infotainment, non si ferma qui. Oltre al ritorno al microfono delle firme di Repub-blica Ernesto Assante (l’ultima volta nell’87) e Gino Castaldo, che condurranno Playlist the so-cial music net, tutto è pronto per lo sbarco sul digitale ter-restre. Dall’11 novembre, il canale 158 sarà associato a Radio Capital Tivù, che trasmetterà in chiaro un palinsesto inizialmente di soli videoclip di musica degli anni 70, 80 e 90 con incursioni fino al Duemila, rispettando in pieno il Dna del marchio radiofoni-co. Solo in seguito, cominceranno a es-sere inseriti altri contenuti. Curio-sità: mentre le immagini saran-no quelle origi-nali, l’audio dei videoclip è stato rimasterizzato, per offrire un suono simile

a quello dei cd.«Continuiamo nel percor-

so iniziato a ottobre dell’anno scorso per posizionarci come la radio dei grandi classici», ha dichiarato Danny Stucchi, di-rettore artistico, «ma diamo an-cora una spinta decisiva all’altro asset, quello dell’infotainment. Venti giornalisti provenienti da Repubblica e dagli altri mezzi del Gruppo Espresso danno in-formazioni agli ascoltatori, co-ordinati da bravi conduttori ra-diofonici». Stucchi è soddisfatto anche del percepito, «in linea con gli obiettivi. La radio non aveva mai avuto un coinvolgimento simile, attraverso i social net-work». Da parte degli ascoltato-

ri, «c’è voglia di andare in onda, proporre e commentare ar-gomenti». In tal senso, buoni i

riscontri del re-styling di www.c a p i t a l . i t e

dell’applicazione per iPhone.

Confermate le serate tema-tiche, che l’anno scorso spa-ziavano dalla progressive alla classica. Quest’ultima, in parti-colare, sarà riproposta una volta al mese, mentre Capital in the world, il programma condotto da Doris Zaccone dedicato ai viaggi e ai luoghi da visitare, rilancia: saranno quattro le tra-smissioni di una settimana da quattro località diverse (a feb-braio in Sudafrica e a marzo in Giordania), realizzate in collabo-razione con Lonely Planet.

Pochi cenni infi ne sulla raccol-ta pubblicitaria, perché sostan-zialmente si confermano i dati già resi noti nelle settimane precedenti. «Mentre il mercato è calato del 5,5%, fi no ad agosto le radio del gruppo Espresso han-no fatto segnare -3,8%», ha detto Stefano Mignanego, direttore centrale per le relazioni esterne. Per Radio Capital, in particola-re, il gruppo è «soddisfatto per il lavoro svolto fi nora, apprezzato anche dalla concessionaria di pubblicità», ma per ora non si possono fare previsioni. Manca-no ancora le rilevazioni che una volta offriva Audiradio, condizio-ne che «costituisce un problema ulteriore per presentarsi agli investitori», sottolinea Mignane-go. Tuttavia, prende sempre più piede la possibilità che Eurisko nel 2012 cominci a fornire tali rilevazioni per singole radio, fi no ad avere un quadro com-pleto e uffi ciale del mercato

a partire dal 2013.© Riproduzione riservata

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

Una separazione, regia di Asghar Farhadi con Peyman Moadi, Leila Hatami, Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh.****

L’Iran di Ahmadinejad è un succedaneo della democrazia, con-dito di violenza. Anche recentemente il regime di Teheran ha imprigionato registi e sceneggiatori, accusandoli, in sostanza, di aver utilizzato una libertà che non dovrebbero permettersi di usare perché il regime teocratico prevede e consente solo la sudditanza. Questo fi lm dimostra invece che l’Iran non è fatto solo di guardiani del popolo e di ayatollah invasati. L’Iran che fi ltra da questo fi lm è un’Iran colto (che sa usare come pochi le moderne tecnologie fi lmiche e i più avanzati stilemi narrativi contemporanei). È anche un paese complesso, socialmente e cul-turalmente. Un Iran nel quale le donne sono l’elemento trainante e il fattore di innovazio-ne. La storia è una storia di famiglie. Ci sono marito e moglie, la cameriera iperreligiosa e il marito fannullone, la madre della moglie che è giudiziosa e soccorrevole, il padre del marito che è affetto da Alzheimer e, sullo sfondo, una Teheran mediterranea, gonfi a di un traffi co automobilistico incontenibile ma anche allegro e incessantemente claxo-nante. Anche qui, a Teheran, tutti sono in lite con il tempo che non basta mai nonché con l’ottusità impicciona dei vicini.

Il regista Farhadi si muove come un gatto sornione fra queste vicende. Porta la sua camera da presa all’interno di una casa micro borghese. La fa entrare nell’uffi cetto di un giudice che potrebbe essere un vecchio pretore all’italiana, alle prese prima con una delirante causa di separazione e poi con l’ipotesi di un delitto preterintenzionale relativo allo spintone (che non ci fu) di una signora, la cameriera, che, essendo avvolta in un’ampia tunica marrone scuro, nessuno sapeva che fosse incinta e cadendo ha dovuto subire un aborto. E siccome, il codice iraniano prevede che un feto di quattro mesi sia un individuo, quell’evento si confi gura come un omicidio. Il regista ci mostra una storia che, per certi versi, potrebbe essere tolta dal Processo di Kafka, intinto però in un romanzo di Andrea Camilleri, a sua volta diluito in un racconto di Piero Chiara. Di tanto in tanto, in stacchi impercettibili ma deliziosi, Farhadi ci fa vedere la storia che sta raccontando, anche con gli occhi dei bambini che assistono, muti, a vicende più grandi di loro. Un fi lm, questo, che descrive la complessità del vivere e la diffi coltà di capire. Un paese che riesce a esprimere un fi lm come questo è un gran paese che, prima o poi, avrà la meglio anche su Ahma-dinejad e i suoi leccapiedi. A benefi cio del mondo.

Carnage, regia di Roman Polanski con Kate Winslet, Chri-stoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly.****

Un fi lm da non perdere. La sua impostazione teatrale poteva essere la sua fi ne. E invece si è trasformata in una cassa di riso-nanza. Tutta la vicenda infatti si svolge in una stanza. I protago-nisti sono due coppie. Una radical chic e l’altra piccolo borghese.

Si incontrano per caso. Debbono discutere di una rissa a scuola nella quale il fi glio dei radical chic ha picchiato quello dei piccolo borghesi. Le due coppie sono psicologicamente disarticolate. Gli interlocutori quindi non sono una coppia contro l’altra ma, ogni componente delle due copie, si comporta per conto suo, in una schermaglia di scontri e di ammiccamenti che sono destinati a cambiare continuamente come se i personaggi fossero delle tessere di un caleidoscopio.

Polanski li muove con grande maestria e disinvoltura. E gli attori esprimono tutta la gamma possibile dei sentimenti. Tutti e quat-tro sono bravissimi, ma Jodie Foster lo è di più. Quando ingrana la quarta della sua convin-

zione di interprete, assomiglia a Maria Callas quando decideva di gorgheggiare ricorrendo a tutte le possibilità della sua voce, partendo dai bassi vertiginosi per arrampicarsi rapidamente, quasi saltellando, con disinvolta allegria, verso le vette degli acuti supremi e divertendosi molto a farlo, nella convinzione che nessuno, né prima né poi, sarebbe mai arrivato a qui picchi di bravura soprannaturali. Così è Jodie Foster. Sublime.

Faust, regia di Aleksander Sokurov, con Hanna Schygulla, Antoine Monot Jr., Georg Friedrich, Maxim Mehmet, Isolda Dychauk, Joel Kirby.**

Un fi lm indebitamente carico di onori. Leone d’oro al Festival di Venezia ma che potete benissimo permettervi di non vede-re perché è un fi lm pretenzioso, calligrafi co, autocompiaciuto, ombelicale, eccessivo, didascalico, ridondante. Insomma non perdete nulla se non lo andate a vedere. Io ho perso una serata. Pazienza.

© Riproduzione riservata

AL CINEMA

DI IRENE GREGUOLI VENINI

Più internet per tutti: dai consumatori alle pic-cole medie imprese, che potrebbero crescere comunicando e vendendo attraverso i new media con il vantaggio di poter anche uscire dai confi ni nazionali. Sono questi i capisaldi del progetto del Digital advisory group (Dag), gruppo di aziende e organizzazioni determina-to a spingere sullo sviluppo del mercato digi-tale in Italia. Un mercato che oggi vale circa 30 miliardi di euro, il 2% del pil. Secondo il Dag, le priorità in tal senso sono migliorare l’accesso alle infrastrutture, una regolamentazione favorevole all’innovazione, stimolare la domanda dei consumatori e am-pliare l’offerta, incrementare l’adozione dei servizi di e-government, accrescere le profes-sionalità e le competenze. Di qui 12 proposte per sviluppare queste aree, elaborate dall’or-ganizzazione, che verranno portate avanti da altrettanti gruppi di lavoro: tra queste c’è per esempio il superamento del digital divide, la pianifi cazione di reti di nuova generazione, ini-ziative per le pmi e progetti di formazione.Purché l’Italia sia in grado di superare alcuni ostacoli, come «un accesso alla banda larga ancora insuffi ciente: il paese non sta inve-stendo per far fronte alla domanda digitale emergente», dice Vittorio Terzi, presidente dell’American chamber of commerce in Italy (che promuove l’iniziativa) e senior director di McKinsey. «Un altro ostacolo è la scarsa propensione degli italiani verso l’e-commerce sia da parte degli utenti, che quando vogliono comprare qualcosa preferiscono avere un con-

tatto fi sico e sono diffi denti verso le procedure di vendita online, sia da parte delle pmi che sono poco consapevoli del potenziale del web». Uno sviluppo, quello del settore digitale, che potrebbe costituire un’opportunità di crescita per il paese visto che, in base a una ricerca realizzata con il supporto di McKin-sey & Company, emerge che con adeguate iniziative l’economia del web entro il 2015 potrebbe raggiungere un peso sul pil fi no al 4%. Dal 2005 al 2009 l’economia digitale ha infatti contribuito per il 14% alla cresci-ta del pil italiano e continua a svilupparsi a un tasso dieci volte superiore al totale nazionale, anche se oggi costituisce solo il 2% del pil (pari a circa 30 miliardi di euro). Si calcola, inoltre, che internet genera un im-patto indiretto di ulteriori 20 miliardi di euro derivanti dagli acquisti in canali tradizionali dopo ricerche online. Anche per quanto riguar-da l’occupazione, l’effetto è stato importante: negli ultimi 15 anni sono stati creati circa 700 mila nuovi posti di lavoro.A guadagnarci, da un utilizzo e una presenza maggiori su internet, sarebbero soprattutto le aziende: la crescita media annua per le impre-se attive nella rete è stata del 10%. Pure per il consumatore i vantaggi sono quantifi cabili: 7 miliardi di euro è il valore attribuito dagli utenti ai servizi messi a disposizione gratuita-mente dalla rete.Tra le aziende che fanno parte del Digital ad-visory group, ci sono Cisco systems, Fastweb, Google Italy, Microsoft, Rcs MediaGroup, Uni-versità Bocconi e Telecom Italia.

L’economia digitale vale 30 miliardi di euro

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Danny Stucchi

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22 Venerdì 28 Ottobre 2011ITALIAOGGI MOTORI

Al volante della nuova Lancia, primo vero progetto di integrazione tra Fiat e Chrysler

Thema, il ritorno dell’ammiraglia Stile italiano e spirito americano per competere con le tedesche

Pagina a cura DI ANTONIO CALITRI

Sulle strade italiane tor-na a circolare Thema, il nome della Lancia della classe dirigente degli

anni 80, questa volta davvero capace di competere con le gran-di ammiraglie tedesche e mette-re all’angolo i modelli francesi, le altre europee e le giapponesi. Grazie al primo vero progetto di integrazione tra Lancia e Chry-sler che mette insieme lo spirito americano, un’attenzione tedesca e lo stile italiano. Proprio così, il progetto della Chrysler 300, dal quale deriva la nuova Thema, fu concepito durante l’alleanza degli americani con i tedeschi di Mer-cedes e presenta attenzioni supe-riori alla media a stelle e strisce. Poi Chrysler lo ha sviluppato da sola fino all’arrivo del gruppo to-rinese che in questo caso ha per-sonalizzato la vettura secondo i gusti le attenzioni italiane.

Così ci troviamo davanti un’au-to davvero imponente, tra le più grandi della categoria con i suoi 5,07 metri di lunghezza, una ca-landra importante, forse un po’ squadrata rispetto alla tendenza attuale ma che proprio per que-sto la fa distinguere dal resto del-le ammiraglie. Cromature un po’ dappertutto, a partire dal grande radiatore passando per gli spec-chi retrovisori e finendo agli scarichi, una li-

nea di cintura alta che ne au-menta la sicurezza dei passegge-ri (ha appena ottenuto le 5 stelle EuroNCAP) e una coda a pinna, che fa molto Old America.

Interni di lusso... non ostentato

Se dall’esterno il modello re-sta quello americano, per quan-to italianizzato dai marchi e da dettagli, dentro e sotto è stato fatto il lavoro più importante per europeizzarla, con un assetto più rigido, materiali e dettagli in linea con i gusti del Vecchio con-tinente. Tutto di buona qualità, a volte ottima, a partire dalla sen-

sazione di

pienezza che si prova nell’aprire e chiudere le portiere.

All’interno materiali e dettagli di grande qualità ma non osten-tati e dai colori tenui. Il posto di guida è avvolgente ma spazioso, i sedili sono comodi, regolabili elet-tronicamente e disponibili anche climatizzati e in pelle Poltrona Frau. Il volante in pelle bicolore con inserti cromati è regolabile elettronicamente così come la pedaliera davvero confortevole una volta sistemata alla giusta distanza. Ci sono inserti in legno opaco sulla consolle e sui pannel-li delle porte.

La strumentazione è illumina-ta da led blu con il display touch screen da 8,4 pollici che concen-

tra il navigatore satellitare, la regolazione del climatiz-

zatore e dei sistemi multimediali, i co-

mandi delle tendine po-steriori e il segnale della telecamera posteriore per una chiara visione duran-te la retromarcia.

Infine, un vezzo tutto americano ma obietti-vamente molto utile: il

vano centrale con due portabic-chieri raffreddabili o riscaldabili a seconda delle esigenze e delle bevande. Tre motorizzazioni di-sponibili, due diesel da 3 litri, 190 e 239 cavalli e una a benzina da 3,6 litri e 286 cavalli, tutte con cambio automatico e fi nalmente su un’auto italiana, la trazione posteriore che l’avvicina proprio alle blasonate Bmw e Mercedes.

Sulle strade del torinese

La presentazione ufficiale è stata fatta a Torino con le vettu-re parcheggiate in bella mostra nella bella piazza San Carlo. Saliamo a bordo della versione diesel più potente ed elegante, la 3.0 V6 Multijet II 239 cv alle-stimento Executive, l’accendiamo

con il tasto Start, senza tirar fuori la chiave dalla tasca, e partiamo in un silenzio che quasi sem-bra spenta nonostante il pavé del centro storico.

In città Thema si fa no-tare, molti ci fermano, al-tri la squadrano. Intanto procede nel traffi co citta-dino con grande fl uidità tra frenate e ripartenze,

slalom e quant’altro capita sulle strade urbane, senza farci ri-sentire delle grandi dimensioni e del peso. Passiamo alle strade extraurbane, anche dissestate e con curve veloci andando in di-rezione Pinerolo. Tutto procede a meraviglia, nel perfetto comfort e con un assetto davvero riuscito, un po’ più morbido delle tedesche ma abbastanza rigido da tenerla saldata sull’asfalto della strada senza affaticare.

Qualche problema invece sor-ge quando incontriamo il traffi co extraurbano e il cambio automa-tico a cinque rapporti non è molto pronto. Ci immettiamo in auto-strada e anche qui, alle velocità consentite sembra di stare su un tappeto, andando oltre si alleg-gerisce un po’ ma resta stabile e silenziosa. Tutto a un prezzo che parte dai 41.400 euro, probabil-mente il più basso per un’ammi-raglia di questa sostanza.

© Riproduzione riservata

LE CONCORRENTI: CHI VINCE E CHI PERDE

AUDI A6DA 42.900 €

BMW SERIE 5DA 42.700 €

CITROËN C6DA 50.710 €

LEXUS GSDA 63.200 €

CARTAD’IDENTITÀ

MODELLO: _________________berlina volumi – porteDIMENSIONI: ____ lunga , m – larga , m – alta , mCILINDRATA: _________________ . diesel – . benzinaPOTENZA: ___________________________da a cvVELOCITÀ MASSIMA: _____________________ km/hEMISSIONI CO

2: ____________________da a gr/Km

BAGAGLIAIO: ____________________________ litriPREZZO: ______________________da . a . euro

_berlina volumi – porte

VOLVO S80DA 38.100 €

chi retrovisori e finendo agli scarichi, una li-

screen da 8,4 pollici che concen-tra il navigatore satellitare, la

regolazione del climatiz-zatore e dei sistemi

multimediali, i co-

diesela 3.stim

LE CONCORRENTI: CHI VINCE E CHI PERDCONCORRENTI: CHI VINCE E CHI PER

CACA

MDICIPOVEEMBAPR

con tiratascsilebra pav

Intaretri lprodintra

ITALIAOGGI CAR INDEX 46/60

Immagine:• _________________ Ecologia:• __________________ Sicurezza:• _________________ Funzionalità:• ______________ Tempo libero:• ______________ Valore:• ___________________

ITALI

I

Gli interni e, sotto, la nuova Lancia Thema

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