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TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE 06081 ASSISI ITALIE ISSN 0391 108X periodico quindicinale Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Perugia e 3.50 Rivista della Pro Civitate Christiana Assisi ISSN 2498-955X 13 1 luglio 2018 corruzione la tassa occulta Messico verso le elezioni presidenziali governo l’agenda Salvini disumanità come carta vincente culle vuote perché non si fanno più figli la firma microbica scuola l’insegnante di religione inchiesta tra i lettori di Rocca e ti interpella partecipa all’inchiesta stampando il pdf che potrai ottenere cliccando sul tasto in alto a sinistra

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TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE ISSN 0391 – 108X

periodico quindicinalePoste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post.dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Perugiae 3.50

Rivistadella

Pro Civitate ChristianaAssisi ISSN 2498-955X13

1 luglio 2018

corruzione la tassa occulta

Messicoverso le elezionipresidenziali

governol’agenda Salvini

disumanitàcomecarta vincente

culle vuoteperché non sifanno più figli

la firmamicrobica

scuolal’insegnantedi religione

inchiestatra i lettoridi Rocca

e ti interpellapartecipa all’inchiesta stampando il pdf

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TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE ISSN 0391 – 108X

periodico quindicinalePoste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post.dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Perugiae 3.50

Rivistadella

Pro Civitate ChristianaAssisi ISSN 2498-955X13

1 luglio 2018

corruzione la tassa occulta

Messicoverso le elezionipresidenziali

governol’agenda Salvini

disumanitàcomecarta vincente

culle vuoteperché non sifanno più figli

la firmamicrobica

scuolal’insegnantedi religione

inchiestatra i lettoridi Rocca

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47 Lidia MaggiSpezzare le cateneFare memoria

48 Carlo MolariTeologiaInvecchiare in armonia

50 Silvia PettitiLa voce di ArturoLettera a Adele Toscano

52 Stefano CazzatoMaestri del nostro tempoOtto NeurathIn cammino verso la scienza

54 Giuseppe MoscatiNuova AntologiaFrancesco LeonettiIl furore logico di un volterriano del sud

56 Mauro ArmaninoVizio colonialeNoi siamo Mamoudou

57 Paolo VecchiCinemaLazzaro Felice

58 Roberto CarusiTeatroMetrobolgia

58 Renzo SalviRf&TvReazione a catena

59 Mariano ApaArteCintoli/La Rocca

59 Michele De LucaFotografiaGabriele Basilico

60 Alberto PellegrinoFumettiNuvole d’autore: un nuovo caso

60 Giovanni RuggeriSiti InternetGiochi in rete

61 Libri

62 Carlo TimioOrganizzazioni in primo pianoEuropol (European Police Office)

63 Luigina MorsolinFraternitàNel sudest del Bangladesh, verso il Myanmar

som

mari

o4 Ci scrivono i lettori

7 Anna PortoghesePrimi Piani Attualità

11 VignetteIl meglio della quindicina

13 Maurizio SalviMessicoVerso le elezioni presidenziali

15 Tonio Dell’OlioCamineiroAuguri Gustavo

16 Roberta CarliniGovernoL’agenda Salvini

19 Romolo MenighettiOltre la cronaca«Il congiunto»

20 Ritanna ArmeniPolitica e societàLa disumanità come carta vincente

22 Gian Carlo CaselliLa giustizia in ItaliaCorruzione, la tassa occulta

25 Oliviero MottaTerre di vetroDiavolo di un tangram

26 Fiorella FarinelliCulle vuotePerché non si fanno più figli

29 Daniele DoglioRegolamento europeoI rompicapo della protezione dati

31 Inchiesta tra i lettori di Rocca

35 Pietro GrecoScienzaLa firma microbica

38 Claudio CagnazzoSocietàProve tecniche di ordinario razzismo

40 Marco GallizioliDiario scolastico anno settimoL’insegnante di religione

43 Luigi BettazziIl prete ieri oggi domaniUn pastore istruito dal gregge

Rocca

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LE SCIMMIE CLONATE

ulle vuote, in Italia, e da troppotempo. Nel 2017 sono nati 464milabambini, 12mila in meno che nel2016, quando ne erano nati menoche nel 2015. Nei rami più bassidel sistema scolastico, i vuoti co-

minciano a pesare sensibilmente, prestose ne sentiranno gli effetti anche nellascuola secondaria. Meno bambine nasco-no e meno saranno le giovani donne in gra-do di mettere al mondo figli. Tra quindicianni, dicono i demografi, nella fascia d’età25-54 anni – quella decisiva per il mondodel lavoro – ci saranno 4 milioni di perso-ne in meno. Un’emergenza. Non solo perl’equilibrio del sistema pensionistico e delwelfare, anche e soprattutto per la vitalitàdel Paese, per la sua capacità di tenuta edi innovazione. Che cosa si può fare percontrastare un tasso di natalità (1,34 figliper donna in età fertile) che è tra i più bas-si in Europa? Che idee possono venirci daipaesi che, come la Francia, sono riusciti aottenere buoni risultati? Visto il clima so-ciale e politico attuale di diffusa contra-rietà all’immigrazione, non c’è da sperareche a compensarlo possano venire ulterioricontributi positivi da nuovi flussi migra-tori. Ci hanno puntato a lungo, i demo-grafi e anche gli economisti, ma ora non èaria. C’è poi da aggiungere che, sebbeneci sia chi ha l’impudenza di scatenare al-larmi su un’«invasione» fatta anche dismodate propensioni delle coppie stranie-re a mettere al mondo una caterva di figli,sono proprio le analisi demografiche a dir-ci che, una volta integrate nel paese ospi-

FiorellaFarinelli C te, nelle donne straniere prevale invece la

tendenza ad assimilarsi ai comportamen-ti riproduttivi del contesto in cui si vive.Anche in chi appartiene a culture e tradi-zioni che vogliono i matrimoni in giova-nissima età, anche in chi è contrario al la-voro femminile fuori casa e appassionatoa un ruolo femminile tutto schiacciatosulla maternità. E peggio andrà, se non cisaranno rimedi, con le seconde generazio-ni. Troppo costoso è disporre di alloggiadatti a famiglie numerose, troppo altesono le tariffe degli asili nido (quando cisono), troppo cari i prodotti per l’infanziae i consumi ordinari, troppo incerto il la-voro, e in tanti casi anche troppo poco re-tribuito. Ma finora l’emergenza culle vuo-te non è stata una priorità politica. Lo saràcol «governo del cambiamento»?

le proposte dei partiti

In campagna elettorale, comunque, quasitutti i partiti hanno sventolato le loro ri-cette, più o meno costose, più o meno fat-tibili. Guardano all’economia, al rapportotra i contributi che vengono dal lavoro ele pensioni, più raramente ai vincoli cheostacolano il lavoro femminile. Talora an-che la politica sembra allarmata dal fattoche in Italia c’è la peggiore combinazio-ne, in ambito europeo, tra bassa fecondi-tà, bassa occupazione delle donne, alti ri-schi di povertà infantile.Il campo del centrodestra si è caratteriz-zato per la doppia proposta di introdurreanche in Italia una fiscalità incentrata sul

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«quoziente familiare», cioè una tassazio-ne sul reddito che tenga finalmente contodei figli a carico (è dagli anni Ottanta chein Italia se ne discute inutilmente) e di lan-ciare un piano straordinario di contrastodella bassa natalità.La Lega ha proposto un assegno di 400Euro mensili per ogni figlio (fino ai18 annidi età, fino ai 6 per Fratelli d’Italia) e asilinido gratuiti (ma solo, significativamentema con profilo decisamente masochisti-co, per le famiglie «italiane»). Con l’ag-giunta, variabile secondo le sigle, dell’abo-lizione dell’Iva su pannolini e altri generidi consumo per l’infanzia, e di misure piùo meno generiche, per rafforzare la tutelanel lavoro delle madri.Più vaghe e frammentate le proposte dei5stelle, in cui si affastellano rimborsi per icosti dei nidi e delle baby sitter, detrazio-ni fiscali per colf e badanti e forse, perchéin verità non è abbastanza chiaramenteesplicitato, anche qualcosa che potrebbeassomigliare al «quoziente familiare». Conuno stanziamento però imponente, di ben17 miliardi annui.Anche nel programma del Pd il tema è pre-sente. Ci sono detrazioni Irpef per i figli acarico fino ai 18 anni (240 Euro mensili)e una nuova, immancabile, versione degli80 Euro per quelli tra i 18 e i 26 anni intutte le fasce di reddito familiare annuofino ai 100.000 Euro, e con misure previ-ste anche al di sopra di questa soglia. Conl’impegno, già sancito e in parte già finan-ziato dalla «Buona Scuola», ad estenderel’offerta dei servizi per l’infanzia da 0 a 6

anni, e ad introdurre incentivi al ritornodelle mamme al lavoro dopo la gravidan-za (una donna su quattro, in Italia, abban-dona il lavoro con il primo figlio, una sudue con il secondo figlio).Proposte tutte piuttosto costose, chissà seconciliabili con altre priorità politiche. Èperò un buon segno che in ogni schiera-mento ci sia una certa attenzione al tema,e perfino la dichiarazione di allarme pergli effetti economici e sociali della denata-lità. Ma che cosa se ne farà di tanto con-senso e di tante possibili convergenze an-che trasversali ora che, fatto il governo, sidovrà passare dalle parole ai fatti?

che farà il ministro dell’omofobia?

Del nuovo ministero «Disabilità e Famiglia»e del suo titolare, al momento, si discutesoprattutto in relazione ad altre questioni.Lorenzo Fontana, leghista, appartiene almovimento «pro life», ha rilasciato dichia-razioni e interviste rivelatrici delle sue con-vinzioni sulla famiglia (la sola che ricono-sce è quella fatta di «un uomo, una donna,dei figli») e delle sue profonde avversità agay, unioni civili, educazione di genere.Se qualche associazione di disabili temeche il nesso tra disabilità e famiglia signi-fichi che la gestione dei disabili venga sca-ricata, anche più di quanto avvenga ora,solo sulle responsabilità e le capacità eco-nomiche e di cura dei genitori (e che suc-cederà delle persone disabili nel «dopo dinoi», quando i genitori moriranno?), c’èchi teme che dal «ministro dell’omofobia»

perchénon si fanno

più figli

CULLE VUOTE

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vengano prima o poi attentati alle normesui diritti civili, e magari anche a quellasulle interruzioni di gravidanza (già gra-vemente compromessa, nella sua efficacia,dai troppi ospedali pubblici in cui gineco-logi, anestesisti e perfino infermieri si di-chiarano tutti «obiettori»). Timori giusti-ficati, anche se Matteo Salvini smentiscein nome del «contratto» gialloverde, chein effetti in proposito non dice niente. Machi si fida di uno come Lorenzo Fontana?Anche se si è pronunciato con vigore perun programma incisivo di contrasto alladenatalità, quali saranno le sue scelte con-crete? Non è che in nome della famigliatradizionale dimenticherà l’importanza deiservizi all’infanzia, la miseria dell’offertadi asili nido pubblici nelle regioni meri-dionali (dove la «copertura» della doman-da è sotto il 5%, contro il 25-30 delle re-gioni del Nord), l’assenza di tutele suffi-cienti delle lavoratrici-madri e di efficacidispositivi di conciliazione tra maternitàe lavoro in tanti comparti del lavoro piùdebole (tema, peraltro, di specifica com-petenza del ministro De Maio)? Insomma,se i diritti civili sono un argomento im-portante, è anche su questi nodi che oc-correrebbe riprendere a discutere, incal-zare, mobilitare. Chissà. Non se ne vedo-no, per ora, neppure le tracce.

proposte di dispositivi e servizi

Servirebbe, prima di tutto, saper elabora-re proposte e costruire iniziative su un mixdi dispositivi e di servizi a favore dei bam-bini, delle mamme, delle famiglie diversoda quella congerie di misure eterogenee,sporadiche, discontinue – nazionali e piùspesso locali – degli ultimi anni. Che nonhanno avuto alcun esito sull’età media incui in Italia si ha il primo figlio (salita or-mai ai 30 anni medi della madre, con mol-tissimi casi oltre i 40) e sul tasso di fecon-dità perché incapaci di offrire quello di cuic’è più bisogno. Cioè la sicurezza di chi ifigli vorrebbe metterli al mondo (in Italia,come in Francia, i ventenni dichiarano chevorrebbero averne due, solo il 7% che nonne vorrebbero nessuno, solo il 14% che nevorrebbero uno solo) che quelle misuredureranno, che quindi ci si può contare,almeno nel medio termine. Di certo non èperché in un Comune o in una Regione,per un anno o forse due, ci saranno asse-gni-bebé o altri supporti, che i giovani pos-sono persuadersi a fare un figlio o a deci-dere di averne un secondo. Non è perchétalora si ventila che in via sperimentale cisaranno consistenti benefici per un even-

tuale terzo figlio, come succede in altripaesi, che da noi le donne possono facil-mente convincersi delle gioie di una fami-glia numerosa. Tanto più se in tanti luo-ghi di lavoro alle giovani mamme si met-tono i bastoni fra le ruote, si impedisce diconciliare maternità e lavoro, si neganoavanzamenti e carriere professionali. O se,addirittura, certi datori di lavoro evitanodi assumere le giovani donne per il timoreche prima o poi «pretendano» i congedi digravidanza o le flessibilità necessarie allacura dei figli.

il modello francese

Del Ministro Fontana si dice che guardacon interesse alle politiche francesi in que-sto campo. Se è vero è una buona notizia.Non solo perché negli ultimi quindici annii governi francesi, di qualsiasi appartenen-za politica, hanno operato con continuitàe attraverso un mix di incentivi fiscali e diservizi per l’infanzia per innalzare il tassodi natalità, ma anche per un altro motivo.Che viene prima delle singole misure, e chene spiega l’organicità, la continuità, e pro-babilmente anche il successo. In Francia,infatti, da quando è esploso il calo demo-grafico si fa di tutto per rassicurare le fa-miglie che i bambini non sono una respon-sabilità tutta e solo privata di chi decidedi averli, ma un bene collettivo del Paese.E quindi un obbligo per la collettività quel-lo di prendersene cura. Fin dalla puntuali-tà con cui i sindaci francesi informano giàdurante la gravidanza le madri, le regolar-mente sposate come le single, le francesidoc e le naturalizzate francesi, su tutte leopportunità, i benefits, i servizi previsti,con l’invio a casa dei moduli necessari peraccedere, prima e dopo il parto, ai servizisanitari, ai centri di sostegno psicologico,alle esenzioni o detrazioni fiscali. Per po-ter scegliere per tempo gli asili nido dispo-nibili nel quartiere e fare subito l’iscrizio-ne, così come per scegliere il pediatra pub-blico. Ogni mamma, prima ancora di ve-dere in faccia il suo bambino, deve sentireche non è sola, e che le istituzioni non lalasceranno sola. Anche rispetto al mondodel lavoro negli ultimi anni si è fatto mol-to, con una sempre più efficace protezio-ne e sviluppo dei diritti delle lavoratricimadri e della maternità. A che servono isecoli di sviluppo culturale e civile dellavecchia Europa se non si è capaci o non cisi vuole prendere cura della maternità edei più piccoli?

Fiorella Farinelli

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vengano prima o poi attentati alle normesui diritti civili, e magari anche a quellasulle interruzioni di gravidanza (già gra-vemente compromessa, nella sua efficacia,dai troppi ospedali pubblici in cui gineco-logi, anestesisti e perfino infermieri si di-chiarano tutti «obiettori»). Timori giusti-ficati, anche se Matteo Salvini smentiscein nome del «contratto» gialloverde, chein effetti in proposito non dice niente. Machi si fida di uno come Lorenzo Fontana?Anche se si è pronunciato con vigore perun programma incisivo di contrasto alladenatalità, quali saranno le sue scelte con-crete? Non è che in nome della famigliatradizionale dimenticherà l’importanza deiservizi all’infanzia, la miseria dell’offertadi asili nido pubblici nelle regioni meri-dionali (dove la «copertura» della doman-da è sotto il 5%, contro il 25-30 delle re-gioni del Nord), l’assenza di tutele suffi-cienti delle lavoratrici-madri e di efficacidispositivi di conciliazione tra maternitàe lavoro in tanti comparti del lavoro piùdebole (tema, peraltro, di specifica com-petenza del ministro De Maio)? Insomma,se i diritti civili sono un argomento im-portante, è anche su questi nodi che oc-correrebbe riprendere a discutere, incal-zare, mobilitare. Chissà. Non se ne vedo-no, per ora, neppure le tracce.

proposte di dispositivi e servizi

Servirebbe, prima di tutto, saper elabora-re proposte e costruire iniziative su un mixdi dispositivi e di servizi a favore dei bam-bini, delle mamme, delle famiglie diversoda quella congerie di misure eterogenee,sporadiche, discontinue – nazionali e piùspesso locali – degli ultimi anni. Che nonhanno avuto alcun esito sull’età media incui in Italia si ha il primo figlio (salita or-mai ai 30 anni medi della madre, con mol-tissimi casi oltre i 40) e sul tasso di fecon-dità perché incapaci di offrire quello di cuic’è più bisogno. Cioè la sicurezza di chi ifigli vorrebbe metterli al mondo (in Italia,come in Francia, i ventenni dichiarano chevorrebbero averne due, solo il 7% che nonne vorrebbero nessuno, solo il 14% che nevorrebbero uno solo) che quelle misuredureranno, che quindi ci si può contare,almeno nel medio termine. Di certo non èperché in un Comune o in una Regione,per un anno o forse due, ci saranno asse-gni-bebé o altri supporti, che i giovani pos-sono persuadersi a fare un figlio o a deci-dere di averne un secondo. Non è perchétalora si ventila che in via sperimentale cisaranno consistenti benefici per un even-

tuale terzo figlio, come succede in altripaesi, che da noi le donne possono facil-mente convincersi delle gioie di una fami-glia numerosa. Tanto più se in tanti luo-ghi di lavoro alle giovani mamme si met-tono i bastoni fra le ruote, si impedisce diconciliare maternità e lavoro, si neganoavanzamenti e carriere professionali. O se,addirittura, certi datori di lavoro evitanodi assumere le giovani donne per il timoreche prima o poi «pretendano» i congedi digravidanza o le flessibilità necessarie allacura dei figli.

il modello francese

Del Ministro Fontana si dice che guardacon interesse alle politiche francesi in que-sto campo. Se è vero è una buona notizia.Non solo perché negli ultimi quindici annii governi francesi, di qualsiasi appartenen-za politica, hanno operato con continuitàe attraverso un mix di incentivi fiscali e diservizi per l’infanzia per innalzare il tassodi natalità, ma anche per un altro motivo.Che viene prima delle singole misure, e chene spiega l’organicità, la continuità, e pro-babilmente anche il successo. In Francia,infatti, da quando è esploso il calo demo-grafico si fa di tutto per rassicurare le fa-miglie che i bambini non sono una respon-sabilità tutta e solo privata di chi decidedi averli, ma un bene collettivo del Paese.E quindi un obbligo per la collettività quel-lo di prendersene cura. Fin dalla puntuali-tà con cui i sindaci francesi informano giàdurante la gravidanza le madri, le regolar-mente sposate come le single, le francesidoc e le naturalizzate francesi, su tutte leopportunità, i benefits, i servizi previsti,con l’invio a casa dei moduli necessari peraccedere, prima e dopo il parto, ai servizisanitari, ai centri di sostegno psicologico,alle esenzioni o detrazioni fiscali. Per po-ter scegliere per tempo gli asili nido dispo-nibili nel quartiere e fare subito l’iscrizio-ne, così come per scegliere il pediatra pub-blico. Ogni mamma, prima ancora di ve-dere in faccia il suo bambino, deve sentireche non è sola, e che le istituzioni non lalasceranno sola. Anche rispetto al mondodel lavoro negli ultimi anni si è fatto mol-to, con una sempre più efficace protezio-ne e sviluppo dei diritti delle lavoratricimadri e della maternità. A che servono isecoli di sviluppo culturale e civile dellavecchia Europa se non si è capaci o non cisi vuole prendere cura della maternità edei più piccoli?

Fiorella Farinelli

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Caro lettore, cara lettrice,chiediamo un po’ del tuo tempo per com-pilare il questionario che vedi e rispedir-lo il prima possibile, comunque entro ilmese di luglio 2018.Per noi è molto importante ascoltare iltuo parere, sapere cosa ti piace o meno diRocca e quali sono gli argomenti di cuipreferiresti si parlasse. Sei pienamentesoddisfatto/a o forse ti aspetti un contri-buto diverso dalla tua rivista? Permetticidi conoscere come la pensi.Il questionario, anonimo, può essere spe-dito per posta in busta chiusa (a «Rocca»,Via Ancajani n. 3 – 06081 Assisi – Pg), mapuò anche essere scaricato dal sitowww.rocca.cittadella.org e inviato per po-sta o per posta elettronica ([email protected]). Useremo i dati in formaaggregata e strettamente privata; sarannoun sostegno prezioso al nostro instancabiledesiderio di orientare costantemente Roc-ca verso la mente e il cuore dei suoi lettorie delle sue lettrici. Ti aspettiamo.

la Redazione

INCHIESTA

77ROCCAMPIEC

NNIe ti interpella

1 Sei:

1 studente

2 lavoratore dipendente a tempo determinato

3 lavoratore dipendente a tempo indeterminato

4 lavoratore in proprio

5 in cerca di occupazione (specificare) ____________

6 pensionato/a

7 religioso/a – presbitero...

8 altro (specificare) ______________________________________

2 Qual è la tua fascia di età?

1 15-24

2 25-34

3 35-44

4 45-54

5 55-656 oltre 65

3 Il tuo sesso:

1 M 2 F

4 Qual è il tuo titolo di studio?

1 licenza elementare

2 licenza media

3 qualifica professionale

4 diploma

5 laurea

6 corso post-laurea

7 altro �specificare� ________________________________________

5 In quale regione d’Italia vivi?

_______________________________________________________________________

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6 Dove e come hai conosciuto Rocca?

1 dopo essere stato/a in Cittadella

2 dopo aver consultato il sito di Rocca

3 grazie ad amici o parenti

4 copie saggio

5 abbonamento omaggio

6 l’ho letta a scuola

7 l’ho trovata in biblioteca o in un centro di lettura

8 in associazione o parrocchia

9 altro _________________________________________________________

7 Quanti altri, oltre a te, leggono la tua copia di

Rocca?

1 nessuno

2 uno

3 due

4 tre

5 più di tre

(gradiremmo anche da ciascuno di loro la compilazio-

ne del presente questionario, grazie)

8 Quali sono i motivi per cui leggi Rocca? (max 3 ri-

sposte�

1 corrisponde alle mie idee religiose-ecclesiali

2 mi è utile

3 mi aiuta ad acquisire senso critico

4 è una voce libera senza padroni

5 mi interessa il confronto con idee diverse alle mie

6 ritrovo le mie idee socio-politiche

7 altro (specificare) _______________________

9 Cosa apprezzi di più della rivista

1 leggibilità

2 temi

3 linguaggio

4 grafica

5 altro (specificare) ________________________________________

10 Cosa invece non apprezzi della rivista?

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

11 Che giudizio su Rocca hanno espresso colo-

ro ai quali l’hai presentata?

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

12 A quali temi (legalità, donna, giovani, famiglia,

scuola, lavoro, politica, etica, religione, mass

media etc.) trattati con frequenza da Rocca

sei più interessato? (max 3 risposte)

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

13 Quali autori leggi con più frequenza? (max 3 ri-

sposte)

______________________________________________________________________

_______________________________________________________________________

______________________________________________________________________

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14 Quali sono le rubriche che preferisci? (max 3 ri-

sposte)

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_______________________________________________________________________

_______________________________________________________________________

15 Quali altri temi vorresti leggere su Rocca?

(max 3 risposte)

_______________________________________________________________________

________________________________________________________________________

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16 Il pontificato di papa Francesco ha portato

grandi novità nella Chiesa. A proposito del

suo magistero che cosa hai apprezzato mag-

giormente:

1 centralità del Vangelo rispetto all’istituzione

2 i poveri in primo piano

3 primato della misericordia sulle regole

4 povertà e autenticità della Chiesa

5 accoglienza verso i migranti

6 rilancio dell’ecumenismo e del dialogo interreli-

gioso

7 denuncia delle ingiustizie sociali e dei sistemi eco-

nomici che creano disuguaglianze e scarti

8 la donna nella Chiesa e nella società

9 altro _________________________________________________________

_________________________________________________________________________

_______________________________________________________________________

________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________

_______________________________________________________________________

17 Negli ultimi due anni in Italia si sono avute

due consultazioni popolari: il referendum e

le elezioni parlamentari. Vorremmo chiederti:

Nel referendum:

1 hai scelto il SI

2 hai scelto il NO

3 ti sei astenuto

4 non hai votato

Nelle elezioni hai scelto:

1 l’area di centro-sinistra

2 l’area di centro-destra

3 il Movimento 5Stelle

4 altro

5 non ho votato

A distanza di tempo, cambieresti ora il tuo voto?

– nel referendum 1 SI 2 NO

– alle elezioni 1 SI 2 NO

18 Quali sono le tue fonti di informazione?

1 Stampa

2 Radio

3 Televisione

4 Internet

19 Se leggi altre riviste oltre a Rocca quali sono?

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20 Leggi Rocca

1 su carta

2 in digitale

3 in ambedue le versioni

Se in digitale, su quale strumento?

1 Computer

2 Tablet

3 Smartphone

21 Se hai a che fare con social network

(Facebook, Twitter, etc.), quale usi maggior-

mente?

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22 Il servizio postale: Rocca ti arriva?

1 entro la data di copertina

2 in ritardo di oltre 5 giorni

3 non sempre arriva

4 altro (specificare) ________________________________________

23 Hai ulteriori osservazioni o suggerimenti ri-

guardo alla rivista da inviare alla redazione?

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Modalità di compilazione e spedizioneIl questionario è anonimo. Può essere spedito per posta in busta chiusa (a «Rocca», Via Ancajani n.3 – 06081 Assisi – Pg), ma può anche essere richiesto in formato word, compilato e inviato per postaelettronica ([email protected])