11 marzo 2012 - comunità di s.basso · l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi...

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Notizie di rilievo:5 * Martedì 13 21,15 Equipe Centri di ascolto * Giovedì 15 21,15 Adorazione Eucaristica e Lectio * Venerdì 16 18,30 Via Crucis e Messa 21,15 Fidanzati SOMMARIO: SOMMARIO: SOMMARIO: SOMMARIO: LA DOMENICA - Anno 91 - n. 7 - 11 marzo 2012 - abb. postale D.L. 353/2003 L. 27/02/2004 n° 46 art. 1 comma 2-DCB Ascoli Piceno l a D o m e n i c a Cammino della Parrocchia S. Basso http://sanbasso.wordpress.com/ e-mail: [email protected] Iniziazione cristiana Scheda 1-2 3-4 L'INIZIAZIONE CRISTIANA DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI IERI E OGGI La formazione cristiana dei ragazzi nella famiglia e nella comunità Riflessioni sul fondamento della nostra prassi catechistica e di iniziazione cri- stiana nell’accompagnamento al battesimo della giovane Greta Con il passare dei secoli, la diffusione generalizzata del Battesimo dei bambini svi- luppò nella Chiesa un crescente interesse alla formazione cristiana postbattesimale: una ele- mentare formazione cristiana dei fanciulli che, con gli anni, veniva continuata e integrata da una regolare istruzione religiosa degli adulti, alla quale il Concilio di Trento riconosce un ruolo primario. Nell'infanzia, e soprattutto nella fanciullezza, la formazione cristiana veniva assicurata dalla famiglia, ma veniva arricchita dall'istruzione religiosa impartita nelle scuole monastiche, episcopali e parrocchiali, diffuse nel medioe- vo. Con il Concilio di Trento, si fece obbligo di promuovere in ogni parrocchia, nelle dome- niche e nei giorni festivi, un'istruzione religio- sa elementare per tutti i fanciulli. Così la cate- chesi dei fanciulli, già presente in alcune Chie- se locali, divenne compito ufficiale e obbliga- torio per tutte le parrocchie. Strumento privile- giato per l'istruzione dei fanciulli era il cate- chismo, un sommario della dottrina cristiana a domande e risposte. I genitori erano sostenuti nella loro missione educativa in diversi modi dalla Chie- sa. Nella predicazione si indicavano loro i con- tenuti dell'istruzione da impartire ai figli e il modo di condurli a una condotta virtuosa. I- noltre venivano offerti ai fedeli laici manuali di vita cristiana, nei quali non mancavano nor- me e suggerimenti sul come "ottenere l'obbe- dienza", "insegnare le preghiere e le verità fondamentali della dottrina cristiana", "fare partecipare i figli alle funzioni religiose". La Confessione, almeno annuale, era occasione per richiamare la responsabilità dei genitori, invitati a interrogarsi su come avevano assolto il loro compito educativo verso i figli. I genitori erano coadiuvati nella loro missione educativa dai padrini, chiamati anch'essi a "istruire i bambini". Il loro impegno viene connesso al Battesimo. Si ricorda che "genitori e padrini devono educare i bambini nella fede religiosa cattolica, perché quelli li hanno gene- rati e Dio li ha dati a loro, questi perché diven- nero garanti". L'educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi trovava espressione pratica nella parte- cipazione alla vita religiosa e cultuale della comunità parrocchiale. Numerosi sono i sinodi locali che fanno obbligo ai genitori di condurre alla chiesa i figli che hanno raggiunto l'età della discrezione. Il fanciullo così era presente alla Messa e alla preghiera dei vespri della comunità, ascoltava i sermoni, prendeva parte alle diverse forme di religiosità popolare, familiarizzava con le im- magini sacre. Mediante i sacramenti e con la partecipazione alla vita religiosa del popolo di Dio, l'educazione cristiana dei fanciulli e ra- gazzi in famiglia e a scuola trovò sostegno e compimento, aprendosi nello stesso tempo alla dimensione comunitaria della parrocchia. L'at- mosfera generale di questi secoli costituì una sorta di liturgia della vita, nella quale ogni dettaglio dell'esistenza rivestiva un significato religioso. In questa educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi rivive una parte non trascu- rabile dello spirito del catecumenato antico: istruzione religiosa, formazione pratica alla vita morale, presenza determinante di accom- pagnatori spirituali - genitori, padrini, maestri, sacerdoti -, ampio spazio dato alla preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità e delle opere di misericordia, progressiva par- tecipazione alla vita sacramentale, cultuale e religiosa della comunità cristiana. È noto come alla fine del secolo XIX si registrarono in Italia grandi mutamenti in tutti GIORNATA MONDIALE DEL MALATO 2012 11 FEBBRAIO 2012 "Àlzati e va': la tua fede ti ha salvato!" (Lc 17,19). 25 marzo giornata di carità

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Notizie di rilievo:5

* Martedì 13 21,15

Equipe Centri di ascolto

* Giovedì 15 21,15

Adorazione Eucaristica e Lectio

* Venerdì 16

18,30

Via Crucis e Messa

21,15

Fidanzati

SOMMAR IO :SOMMAR IO :SOMMAR IO :SOMMAR IO :

LA DOMENICA - Anno 9 1 - n . 7 - 1 1 marzo 20 12 - abb . pos tal e D.L . 353/2003 L . 27/02/2004 n° 46 ar t . 1 comma 2 -DCB Asco l i P iceno

la Domenica

Cammino della Parrocchia S. Basso http://sanbasso.wordpress.com/ e-mail: [email protected]

Iniziazione cristiana

Scheda

1-2

3-4

L'INIZIAZIONE CRISTIANA DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI IERI E OGGI

La formazione cristiana dei ragazzi nella famiglia e nella comunità Riflessioni sul fondamento della nostra prassi catechistica e di iniziazione cri-

stiana nell’accompagnamento al battesimo della giovane Greta

Con il passare dei secoli, la diffusione generalizzata del Battesimo dei bambini svi-luppò nella Chiesa un crescente interesse alla formazione cristiana postbattesimale: una ele-mentare formazione cristiana dei fanciulli che, con gli anni, veniva continuata e integrata da una regolare istruzione religiosa degli adulti, alla quale il Concilio di Trento riconosce un ruolo primario. Nell'infanzia, e soprattutto nella fanciullezza, la formazione cristiana veniva assicurata dalla famiglia, ma veniva arricchita dall'istruzione religiosa impartita nelle scuole monastiche, episcopali e parrocchiali, diffuse nel medioe-vo. Con il Concilio di Trento, si fece obbligo di promuovere in ogni parrocchia, nelle dome-niche e nei giorni festivi, un'istruzione religio-sa elementare per tutti i fanciulli. Così la cate-chesi dei fanciulli, già presente in alcune Chie-se locali, divenne compito ufficiale e obbliga-torio per tutte le parrocchie. Strumento privile-giato per l'istruzione dei fanciulli era il cate-chismo, un sommario della dottrina cristiana a domande e risposte. I genitori erano sostenuti nella loro missione educativa in diversi modi dalla Chie-sa. Nella predicazione si indicavano loro i con-tenuti dell'istruzione da impartire ai figli e il modo di condurli a una condotta virtuosa. I-noltre venivano offerti ai fedeli laici manuali di vita cristiana, nei quali non mancavano nor-me e suggerimenti sul come "ottenere l'obbe-dienza", "insegnare le preghiere e le verità fondamentali della dottrina cristiana", "fare partecipare i figli alle funzioni religiose". La Confessione, almeno annuale, era occasione per richiamare la responsabilità dei genitori, invitati a interrogarsi su come avevano assolto il loro compito educativo verso i figli. I genitori erano coadiuvati nella loro missione

educativa dai padrini, chiamati anch'essi a "istruire i bambini". Il loro impegno viene connesso al Battesimo. Si ricorda che "genitori e padrini devono educare i bambini nella fede religiosa cattolica, perché quelli li hanno gene-rati e Dio li ha dati a loro, questi perché diven-nero garanti". L'educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi trovava espressione pratica nella parte-cipazione alla vita religiosa e cultuale della comunità parrocchiale. Numerosi sono i sinodi locali che fanno obbligo ai genitori di condurre alla chiesa i figli che hanno raggiunto l'età della discrezione. Il fanciullo così era presente alla Messa e alla preghiera dei vespri della comunità, ascoltava i sermoni, prendeva parte alle diverse forme di religiosità popolare, familiarizzava con le im-magini sacre. Mediante i sacramenti e con la partecipazione alla vita religiosa del popolo di Dio, l'educazione cristiana dei fanciulli e ra-gazzi in famiglia e a scuola trovò sostegno e compimento, aprendosi nello stesso tempo alla dimensione comunitaria della parrocchia. L'at-mosfera generale di questi secoli costituì una sorta di liturgia della vita, nella quale ogni dettaglio dell'esistenza rivestiva un significato religioso. In questa educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi rivive una parte non trascu-rabile dello spirito del catecumenato antico: istruzione religiosa, formazione pratica alla vita morale, presenza determinante di accom-pagnatori spirituali - genitori, padrini, maestri, sacerdoti -, ampio spazio dato alla preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità e delle opere di misericordia, progressiva par-tecipazione alla vita sacramentale, cultuale e religiosa della comunità cristiana. È noto come alla fine del secolo XIX si registrarono in Italia grandi mutamenti in tutti

GIORNATA MONDIALE

DEL MALATO 2012 11 FEBBRAIO 2012

"Àlzati e va': la tua fede ti ha salvato!" (Lc 17,19).

25 marzo

giornata di carità

Pagina 2 LA DOMENICA - Anno 91 - n . 7 del 1 1 marzo 2012

i settori. In campo religioso la scristianizzazio-ne delle masse, specialmente nelle grandi città, assunse proporzioni sempre più vaste. Per far fronte a questa situazione molte furono le ini-ziative proposte per il tessuto cristiano della società. Tra queste si segnala una rinnovata attenzione alla catechesi, con una specifica attenzione ai fanciulli e ai ragazzi, la cui educa-zione religiosa poteva fare sempre meno affida-mento sulle risorse della famiglia. I1 decreto Quam singulari Christus amore di san Pio X (1910) anticipa la prima Comunione ai bambini "giunti all'età della ragione". Suc-cessivamente la catechesi porta i fanciulli a familiarizzarsi con i segni e i gesti liturgici, oltre che con il linguaggio biblico. La forma-zione cristiana dei fanciulli si concentra così sulla preparazione alla Messa di prima Comu-nione, fatta precedere dalla prima Confessione e, a volte, dalla Confer-mazione. La costituzione liturgica del Concilio Vaticano 11 Sacrosan-ctus Concilium (1963) ha dato un significativo impulso a ripensare l'educazione alla fede dei fanciulli in chiave di iniziazione cristiana, dopo aver ripristinato lo stesso catecumenato degli adulti. I1 RICA (1972) ha introdotto, in-fatti, con il capitolo V dedicato al Rito dell'ini-ziazione cristiana dei fanciulli nell'età del cate-chismo, un'attenzione nuova all'iniziazione cristiana nel cambiamento culturale in atto. In particolare si precisa che l'iniziazione cristiana dei fanciulli "richiede innanzi tutto tanto la conversione personale e, in rapporto all'età, gradatamente maturata, quanto l'aiuto dell'edu-cazione necessaria a questa età. Inoltre deve essere adattata al cammino spirituale dei candi-dati, cioè al loro progresso nella fede e all'istru-zione catechistica che ricevono. Perciò, come per gli adulti, la loro iniziazione si protrae an-che per più anni, se è necessario, prima che accedano ai sacramenti, si distingue in vari gradi e tempi, e comporta alcuni riti" (RICA,

307). L'iniziazione cristiana invita così a una pastorale ecclesiale che sostenga: - la prima evangelizzazione, caratterizzata da una forte testimonianza degli adulti educatori per un iniziale incontro vitale con la realtà del Vangelo; - la catechesi, modellata sull’"apprendistato" a divenire cristiani, in cui persone, segni e pro-cessi educativi costituiscono un privilegiato schema comunicativo di autentici valori e si-gnificati cristiani; - il coinvolgimento della comunità ecclesiale, la cui fede "visibile" viene consegnata (traditio) in modo progressivo, per essere ri-consegnata (redditio) dai ragazzi, avendola interiorizzata con l'aiuto dei catechisti e degli adulti-

educatori; - la partecipazione-assimilazione al mistero pasquale, che si compie nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. I1 cammino di iniziazione cristiana, secondo una sapiente pedagogia cristiana, è articolato in tappe, successive e graduali, con una propria originalità e fisionomia spirituale, con proprie accentuazioni e segni liturgici, e permette di valorizzare tutta la sapienza educativa di una comunità guidata dall'azione dello Spirito San-to. Il rinnovamento della catechesi, che ha caratterizzato la Chiesa in Italia nei decenni dopo il Concilio Vaticano II, ha assunto come quadro organico le indicazioni del RICA. In tal modo ha inteso rinnovare la pastorale della educazione alla fede dei fanciulli integrando

più armoniosamente, con la nozione di iniziazione cristiana, la dimensione catechistica e la dimen-sione liturgico-sacramentale e la vita di carità. Questi orientamenti sono stati tradotti, all'interno del progetto del Catechi-

smo per la vita cristiana

pubblicato dalla C.E.I., nei quattro volumi del

Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fan-

ciulli e dei ragazzi. "Per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammi-no diffuso nel tempo e scandito dall'ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimo-nianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato glo-bale della vita cristiana e si impegna a una scel-ta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nel-la Chiesa". La crescente domanda di Battesimo per i fanciulli e i ragazzi ha posto all'attenzione delle comunità cristiane la necessità che, accanto agli itinerari che completano l'iniziazione cri-stiana dei fanciulli già battezzati, fosse avviato nuovamente l'itinerario proprio della iniziazio-ne cristiana per i fanciulli non ancora battezza-ti. Tale itinerario rimanda per contenuti e mo-dalità a quello previsto per gli adulti che chie-dono il Battesimo, ma tiene conto delle peculia-rità proprie dell'età della fanciullezza e della preadolescenza, del loro specifico legame fami-liare, del contesto socio-ambientale in cui sono inseriti e del bisogno particolare di una crescita armonica e integrale a garanzia della loro cre-scita spirituale. Accogliendo le indicazioni del capitolo V del RICA, esso viene oggi in tal mo-do proposto a tutte le comunità ecclesiali, te-nendo conto della situazione pastorale delle nostre Chiese e in particolare del rapporto con il progetto formativo globale previsto per que-sta età. (Segue nel prossimo numero)

Parrocchia San Basso - Cupra Mar i t t ima Pagina 3

Martedì 16 ore 21.15

incontro con il regista Marco Simon Puccioni e con Teodoro Ndjock Ngana.

Il colore delle parole: Teodoro è poeta e me-diatore culturale, Martin è musicista e informati-co, Justin sindacalista e Steve mediatore cultura-le. Tutti vivono e lavora-no in Italia da oltre trenta anni, sono africani e non sono ancora cittadini ita-liani. Questo documenta-rio esplora il loro mondo e la condizione di chi si batte per il diritto all’inte-

Il colore

delle parole Marco Simon Puccioni

Hysteria: A Londra, nel 1880, Mortimer Granville è un medico giovane e brillante che prende molto seriamente il suo solenne giuramento di Ippocrate. Ma il suo rigore non è apprezzato dai suoi pari, tanto da spingerlo quasi a

rinunciare al suo lavoro. Un giorno, in cerca di nuove collaborazioni, gli capita di incontrare il dottor Robert Dalrymple, esperto nella cura del-l’isteria femminile che, secondo il luminare, affliggerebbe la metà delle londinesi. Per alleviare que-sto stress, Dalrymple ha sviluppato una forma di terapia che prevede l’attenta stimolazione manuale di una certa parte del corpo femmini-le. Frequentando Dalrymple, allo-ra, Granville ritrova l’entusiasmo professionale. Poi ne conosce le figlie – Charlotte ed Emily – e, in seguito, proprio grazie alle due giovani e con l’aiuto del lungimi-rante amico Edmund – che gli parla del progetto del suo nuovo spolverino elettrico – si ritrova ad inventare il vibratore, ovvero quan-to sembra curare definitivamente

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sabato 10 lunedì 12-martedì 13 ore 21,15 domenica 11 marzo ore 16,30-18,30-21,15

PARROCCHIA SAN BASSO

CUPRA MARITTIMA

III settimana di Quaresima

Dal vangelo secondo Matteo

Mt 17,1-9 Dal vangelo secondo Giovanni Gv 4,5-42

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacob-be aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un poz-zo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viag-gio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti

dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bi-sogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che co-nosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri ado-ratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Riconciliazione che colma ogni desiderio Gesù incontrando la Samaritana al pozzo si mostra

a lei come acqua viva Gesù va in cerca della Samaritana, presentandosi come un assetato. In Gesù è l’amore del Padre che va in cerca di ogni uomo o donna ferito dal proprio stesso pecca-to, ingannato nei suoi desideri più profondi. La Samaritana si rivela a poco a poco come una persona disponibile al dialogo, desiderosa di preghiera e adorazione, desiderosa di amore, addi-rittura arriva finalmente a giudicare gli errori della propria vita, e in questo è presa per mano da Gesù, che non le fa pesare il giudizio e la condanna, ma le fa intravvedere la possibilità di una nuova esistenza. La donna subito diventa annunciatrice, nonostante la sua fragilità, anzi, proprio denunciando i propri errori: ciò che ha scoperto in Gesù è più forte dei suoi sbagli. Il percorso della Samaritana diventa un percorso di scoperta: Gesù che va in cerca di lei, le permette di scoprire le profondità della salvezza; e non solo a lei, ma anche a tutta la comunità del suo vil-laggio. La donna sola, che andava ad attingere a mezzogiorno per non incontrarsi con le altre, si riconcilia con i suoi, dopo aver trovato il suo Dio e salvatore. La sua vicenda pone a noi e alle nostre comunità l’interrogativo: quale luogo di incontro è possibile oggi tra la ricerca di Dio e il desiderio dell’uomo? Esso si presenta spesso come “desiderio impazzito”, sete inconsulta, bra-ma incontrollabile... quando potrà incontrarsi con il Dio che va in cerca del peccatore perché possa tornare a vivere? Gli IMPEGNI della QUARESIMA

OGNI GIORNO

Ore 07.15 Lodi mattutine ed ufficio delle letture Ore 08.00 e 18.30 Celebrazione Eucaristica Ore 18.00 Rosario e Vespro OGNI SETTIMANA

Giovedì ore 21.30 Adorazione Eucaristica e lectio sulle letture della domenica successiva. Venerdì ore 18.30 Via Crucis ed Eucaristia

Pagina 4 LA DOMENICA - Anno 91 - n . 7 del 1 1 marzo 2012

Rinnovato

presepio poliscenico di arte spagnola “Paolo Fontana”

nella chiesa della SS. Annunziata vecchio incasato ( 35ª edizione)

Tutti i pomeriggi da

Natale all’Epifania con orario

15.00 - 19.00

e tutte le altre domeniche di gennaio 2012 con orario

15.00 - 17.00

Apostolato

della

preghiera

Marzo 2012 1a domenica

17,30 preghiera

"Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre."

Generale

Perché lo Spirito Santo con-ceda perseveranza a quanti, particolarmente in Asia, so-no discriminati, perseguitati e messi a morte a causa del nome di Cristo.

Missionaria L'impegno quaresimale ci sproni a vivere secondo uno stile più sobrio, nella quoti-dianetà operosa, nel rispetto del prossimo e del creato.

Vescovi L'impegno quaresimale ci sproni a vivere secondo uno stile più sobrio, nella quotidianetà operosa, nel rispetto del prossimo e del creato.

DIGIUNO DALL’ALCOOL

UNA TESTIMONIANZA. ALCOOL, parola dal suono straniero che attrae e cattura

i nostri sensi. ALCOOL, parola che nasconde dietro al suo apparente fascino una

mostruosa pericolosità. E’ la mia esperienza personale, che oggi mi fa essere capa-

ce di un giudizio chiaro e definitivo sull’errato uso di sostanze alcoliche inebrianti,

eccitanti pure, ma che mi hanno reso per molto tempo stordito, frastornato, patolo-

gicamente debole.

L’uso eccessivo di alcool, la mia incapacità di gestione delle giuste dosi di bevande

etiliche mi hanno portato a condurre per un po’ una vita buia, priva di regole, peri-

colosa per me e per gli altri, familiari compresi. La mia personale debolezza e fra-

gilità di fronte al quotidiano, alle delusioni comuni, alla mancanza di radici negli

affetti più cari ha fatto si che la tentazione prendesse il sopravvento occupando la

mia interiorità e portandomi a riporre nell’uso, anzi nell’abuso di alcool, la mia

tristezza, con l’illusione che il temporaneo stato di ebbrezza ne fosse la risposta.

Altro che!!! L’alcool ha man mano divorato le mie capacità, i miei soldi, mi ha por-

tato a compiere gesti involontariamente cattivi, a vomitare brutte parole ed anche

insulti alle persone che oggi riconosco come le più preziose e care.

La vita per un po’ ha preso una direzione verso un baratro che sembrava non aves-

se spiragli di luce. Ma poi, la solitudine di me stesso, il deserto che attorno a me si

era creato mi hanno fatto per un attimo riconoscere che avevo bisogno di essere

aiutato e che da solo non ce l’avrei mai fatta. Ed è proprio in quel miracoloso i-

stante che ho deciso di affrontare un percorso di ricostruzione di me stesso e della

mia identità di essere umano in una Comunità di recupero lontano dalla mia casa,

dai miei figli creando una brusca frattura con tutti, in maniera da poter mettermi a

confronto solo con me stesso. Ed è grazie all’incontro di alcuni volti davvero Amici,

che mi hanno aiutato a guardarmi dentro e a riconoscermi un essere amato e desi-

derato da Dio (non sono mancati momenti di forti crisi e di grande tristezza), che

pian piano sto vincendo la mia debolezza. Ogni giorno che passa è un giorno in

meno che non bevo e un giorno in più che io vivo in grazia con il Padre Eterno.

Grazie a questa esperienza di dolore, ma anche di salvezza, ora ricerco sempre di

più esperienze buone che aiutano me e la mia famiglia ad essere un piccolo segno

dell’amore di Dio che salva ed ho nel cuore il desiderio di investire le mie riscoper-

te capacità nel bene proprio ed altrui.

UNA RIFLESSIONE. Il problema alcool è molto più profondo di quello che si vuol far apparire: è interiore perché è un lento e devastante sconvolgimento dell’anima, oltre che, nei casi più clinici, del corpo. E’ spaventoso come se ne parli, ma nello stesso tempo se ne resta sconfitti pensando di avere davanti una generazione persa ed irrecuperabile, che vive tutto questo, non come un problema, ma come normalità, dichiarando di sapersi gestire. Sono molte le maschere che si usano per sopravvivere, ma sotto ci sono a volte sguardi disperati, si scorge una forte debolezza o addirittura una incapacità di esistere continuando a mostrare ciò che non si è. Così arriva la rottura con se stessi e con l’altro, ci si sente assaliti dal senso di colpa venen-do meno un equilibrio delle relazioni, ci si autoaccusa per aver rovinato un rapporto, ci si sente non meritevoli di ricevere amore, fino a rifiutare anche l’abbraccio di Dio. Ma se Dio è misericordioso, come può allontanarsi dall’uomo?! Siamo noi che prendiamo le distanze aspettando, feriti, il suo perdono, senza sapere che Dio ci ha già perdonati. E’ come se non permettessimo a qualcuno di farci un regalo grande, facendo venir fuori la presunzione di potercela fare comunque da soli. Ma non è così. L’uomo senza ricevere e donare un amore vero, autentico, incondizionato, MUORE! Sulla strada della vita siamo tutti un po’ mendicanti. Ciò che salva è il bene da ricevere e da dare: allenandosi ogni giorno si impara a volere bene. Solo così scopriremo quanto sia bello diventare sensibili nei confronti di chi fa più fatica a cammina-re e quanto sia prezioso per noi tutto questo per vivere finalmente una vita piena, assaporando in anticipo attimi di Paradiso. Buona strada!

Il Centro di Solidarietà