10. tratto di bassa pianura - adbpo.it · specie ordinaria pesce persico perca fluviatilis percidae...

13
Carta Ittica del Fiume Po G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 54 di 143 10. Tratto di bassa pianura 10.1 Ambiente 10.1.1 Caratteristiche generali Figura 43 Il Fiume Po nel tratto di bassa pianura. Fiume Po a Spessa Po, marzo 2008 Fiume Po a Piacenza, luglio 2008 Fiume Po a Luzzara (MN), settembre 2007 Fiume Po a Corbola (RO), luglio 2008 La confluenza del Ticino, pur apportando un contributo di superficie sottesa di soli 6.600 km 2 (bacino idrografico alla Becca pari a 36.770 km 2 ), comporta una trasformazione del regime del corso d’acqua in senso decisamente fluviale, in ragione dell’apporto idrico regolato, con un notevole contributo glaciale e trasporto solido assente, che alimenta gli stati di magra e di morbida; la pendenza media si riduce bruscamente al 0,18‰, per poi decrescere regolarmente e gradualmente verso valle fino a circa lo 0,14‰ all’altezza di Revere-Ostiglia (237 km a valle). L’alveo mantiene caratteri di instabilità, condizionati dagli apporti degli affluenti alpini e appenninici, con andamento estremamente tortuoso e mobile, nel campo della tipologia pluricursale, lasciando tracce nella pianura circostante delle passate divagazioni. Le escursioni di livello superano i 10 m. Le arginature

Upload: vuonghanh

Post on 05-Oct-2018

217 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 54 di 143

10. Tratto di bassa pianura

10.1 Ambiente

10.1.1 Caratteristiche generali

Figura 43 Il Fiume Po nel tratto di bassa pianura.

Fiume Po a Spessa Po, marzo 2008 Fiume Po a Piacenza, luglio 2008

Fiume Po a Luzzara (MN), settembre 2007 Fiume Po a Corbola (RO), luglio 2008

La confluenza del Ticino, pur apportando un contributo di superficie sottesa di soli 6.600 km2

(bacino idrografico alla Becca pari a 36.770 km2), comporta una trasformazione del regime del

corso d’acqua in senso decisamente fluviale, in ragione dell’apporto idrico regolato, con un notevole

contributo glaciale e trasporto solido assente, che alimenta gli stati di magra e di morbida; la

pendenza media si riduce bruscamente al 0,18‰, per poi decrescere regolarmente e gradualmente

verso valle fino a circa lo 0,14‰ all’altezza di Revere-Ostiglia (237 km a valle). L’alveo mantiene

caratteri di instabilità, condizionati dagli apporti degli affluenti alpini e appenninici, con andamento

estremamente tortuoso e mobile, nel campo della tipologia pluricursale, lasciando tracce nella

pianura circostante delle passate divagazioni. Le escursioni di livello superano i 10 m. Le arginature

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 2: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 55 di 143

continue su entrambe le sponde descrivono un tracciato molto irregolare, risentendo della loro

origine frammentaria, con distanze che vanno da meno di 1.000 m a oltre 4.000 m. Proprio

l’elevata distanza delle arginature maestre delimita lungo l’asta una grande area di laminazione

della piena (invaso golenale), in parte aperta e in parte delimitata da argini secondari che vengono

tracimati solo in occasione delle piene maggiori. L’importanza di tale effetto è qualitativamente

intuibile tenendo conto che a fronte di progressivo aumento verso valle della superficie del bacino

idrografico sotteso (36.770 km2 a Becca; 67.900 km2 a Revere), la portata al colmo delle piene

maggiori è normalmente massima a Piacenza o a Cremona e si riduce progressivamente verso

valle, proprio in ragione dell’azione modulatrice esercitata dall’invaso nelle aree golenali.

Da valle di Revere-Ostiglia, e cioè oltre la foce del Mincio e del Secchia, all’incile del delta le

arginature si avvicinano all’alveo e incomincia il tronco inferiore del Po, caratterizzato da un alveo

canalizzato tra le arginature, in alcuni tratti a distanze inferiori ai 500 m, che non riceve più apporti,

a eccezione del Panaro, con una pianura circostante interessata da un reticolo idrografico minore di

bonifica prevalentemente a scolo meccanico.

10.2 Fauna Ittica

10.2.1 Comunità ittica potenziale

La comunità ittica potenziale si compone in questo tratto di 18 specie ordinarie e di 5 specie

straordinarie.

Tra queste compaiono 5 specie migratrici, oltre ad anguilla e storione cobice -presenti anche nella

comunità di riferimento per il macrotratto di monte-, anche cefalo calamita, cheppia e lampreda di

mare (per la quale si ricorda che non sono disponibili al momento conferme dirette della sua

presenza in Po negli ultimi anni).

Per il resto la comunità ittica potenziale si compone essenzialmente di specie limnofile ed euriecie.

Tabella 24 Comunità potenziale

Specie ordinaria / straordinaria

Specie (nome comune)

Specie (nome scientifico) Famiglia Origine

Specie ordinaria alborella Alburnus alburnus alborella Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria anguilla Anguilla anguilla Anguillidae autoctono

Specie ordinaria barbo comune Barbus plebejus Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria carpa Cyprinus carpio Cyprinidae

Para-autoctono

Specie ordinaria cavedano Leuciscus cephalus Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria cefalo calamita Liza ramada Mugilidae autoctono

Specie ordinaria cheppia o alosa Alosa fallax Clupeidae autoctono

Specie ordinaria cobite comune Cobitis taenia bilineata Cobitidae autoctono

Specie ordinaria ghiozzo padano Padogobius martensii Gobiidae autoctono

Specie ordinaria gobione Gobio gobio Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria lampreda di mare Petromyzon marinus Petromyzontidae autoctono

Specie ordinaria luccio Esox lucius Esocidae autoctono

Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono

Specie ordinaria scardola Scardinius erythrophthalmus Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria / straordinaria

Specie (nome comune)

Specie (nome scientifico) Famiglia Origine

Specie ordinaria spinarello Gasterosteus aculeatus Gasterosteidae autoctono

Specie ordinaria storione cobice Acipenser naccarii Acipenseridae autoctono

Specie ordinaria tinca Tinca tinca Cyprinidae autoctono

Specie ordinaria triotto Rutilus erythrophthalmus Cyprinidae autoctono

Specie straordinaria cagnetta Salaria fluviatilis Blennidae autoctono

Specie straordinaria Lasca Chondrostoma genei Cyprinidae autoctono

Specie straordinaria pigo Rutilus pigus Cyprinidae autoctono

Specie straordinaria sanguinerola Phoxinus phoxinus Cyprinidae autoctono

Specie straordinaria savetta Chondrostoma soetta Cyprinidae autoctono

10.2.2 Comunità ittica attuale

10.2.2.1 Quadro conoscitivo sulla base dei censimenti ittici

In questo macrotratto, vista anche la sua particolare estensione, la comunità ittica è stata indagata

in 22 stazioni, disposte lungo il fiume in modo da favorire una copertura uniforme su tutto il tratto,

almeno per quanto concerne le possibili variazioni di condizioni ambientali riferibili a situazioni

particolari, come l’ingresso di grandi affluenti. Nel caso specifico un nucleo di 7 stazioni di

censimento ittico è stato disposto in modo tale da realizzare una sorta di “ingrandimento” sull’area

interessata dalla presenza della Diga di Isola Serafini, al fine di poter valutare in maniera puntuale

gli effetti di quello che costituisce di fatto l’unico impedimento alla libera percorribilità dal Fiume Po

da parte dei pesci (quantomeno per quelli in risalita) dal mare fino allo sbarramento di Casale

Monferrato. Questo approfondimento ha costituito il tema per uno studio monografico realizzato

parallelamente alla Carta Ittica e, visti i risultati emersi, essi sono illustrati sinteticamente in un

paragrafo dedicato, all’interno della sezione della Carta Ittica dedicata a “I Pesci del Po”, cui si

rimanda per un approfondimento.

L’elenco completo delle stazioni, delle località esatte di censimento, dei loro codici, del numero di

censimenti realizzati per ciascuna stazione e delle tecniche di campionamento adottate è riportato

nella tabella seguente.

Tabella 25 Elenco delle stazioni di campionamento indagate nel tratto di transizione tra alta e

bassa pianura.

Dist. sorgenti (km)

ID stazione

Comune (Prov) Località Altitudine

(m s.l.m.)

Tecnica di campionamento

Data N°

censimenti

278 169 Spessa Po (PV) monte ponte S.P. 199 61 elettropesca 18/03/2008 2

elettropesca 21/08/2007 2 333 122 Piacenza valle ponte TAV 47

reti 21/08/2007 1

elettropesca 22/08/2007 1 354 126 Caorso (PC) Caorso - Centrale 42

reti 22/08/2007 1

elettropesca 22/08/2007 1 355 91 Caorso (PC)

monte ponte S. Nazzaro

40 reti 22/08/2007 1

357 124 Monticelli d'Ongina (PC)

S. Nazzaro - Conca 40 elettropesca 22/08/2007 1

19/10/2007 1 357 149 Monticelli d'Ongina (PC)

valle diga Isola Serafini - ramo destro

40 elettropesca

26/06/2008 1

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 3: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 56 di 143

Dist. sorgenti (km)

ID stazione

Comune (Prov) Località Altitudine

(m s.l.m.)

Tecnica di campionamento

Data N°

censimenti

19/10/2007 2 reti

26/06/2008 1

360 176 Monticelli d'Ongina (PC)

valle diga isola Serafini - ramo sinistro - monte confluenza Adda

40 elettropesca 16/05/2008 1

363 178 Crotta d'Adda (CR)

valle diga isola Serafini - ramo sinistro - valle confluenza Adda

40 elettropesca 16/05/2008 1

elettropesca 16/05/2008 1 369 175 Spinadesco (CR)

valle diga Isola Serafini - ramo sinistro - Cascina Gerre

40 elettropesca + reti 16/05/2008 1

elettropesca 26/06/2008 1 371 180

Castelvetro Piacentino (PC)

Babina 39 reti 26/06/2008 1

390 194 Polesine Parmense (PR)

Darsena Arni 36 elettropesca 20/08/2008 2

412 193 Sissa (PR) Torricella - Cava Sove 32 elettropesca 20/08/2008 1

452 127 Luzzara (RE) Borgo Po 22 elettropesca 11/09/2007 2

elettropesca 11/09/2007 1 456 128 Suzzara (MN) lanca di Suzzara 20

reti 11/09/2007 1

458 129 Suzzara (MN) valle lanca di Suzzara 20 elettropesca 11/09/2007 2

18 elettropesca 13/09/2007 2 491 133

Bagnolo San Vito (MN)

porto turistico - Correggio Micheli reti 13/09/2007 1

elettropesca 12/09/2007 2 520 130

Carbonara di Po (MN)

monte centrale 15 elettropesca + reti 12/09/2007 1

527 132 Sermide (MN) valle centrale 13 elettropesca 12/09/2007 1

582 183 Guarda Veneta (RO)

valle ponte S.P. 14 4 elettropesca 15/07/2008 1

588 182 Crespino (RO) Passodoppio 3 elettropesca + reti 15/07/2008 1

elettropesca 15/07/2008 1 608 184 Corbola (RO) Balotin 2

reti 15/07/2008 1

609 170 Papozze (RO) Attracco barche 1 elettropesca 21/04/2008 2

I dati raccolti sono fortemente preoccupanti e rivelano la situazione più drammatica registrabile per

la fauna ittica del Po dalle sue sorgenti. La comunità ittica attuale si trova in una condizione tale di

stravolgimento che la proporzione tra specie autoctone e specie esotiche volge addirittura a favore

di queste ultime. In tutto il tratto complessivamente sono state rinvenute 12 specie ittiche

autoctone (quasi la metà di quelle attese) e 16 specie esotiche. L’unica situazione inalterata

riguarda la dominanza assoluta della famiglia dei Ciprinidi; questi in realtà sono, però, per lo più

rappresentati da specie esotiche.

Tra le specie autoctone riscontrate, esclusivamente la carpa fa registrare una distribuzione piuttosto

continua ed uniforme in tutto il tratto, seppure non sempre sia possibile confermarne la presenza

stabile. Il cavedano, sempre presente da Spessa Po (PV) verso valle fino a Bagnolo San Vito, dai

dati raccolti risulta ridurre progressivamente la propria consistenza numerica, fino a risultare

sporadico nelle stazioni più di valle.

Figura 44 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni -specie ordinarie

34%

autoctoni -specie

straordinarie2%

esotici - specie esotiche

64%

Percidae9%

Siluridae8%

Cyprinidae62%

Anguillidae6%

Altre famiglie

11%

Mugilidae4%

Il cefalo calamita presenta una distribuzione uniforme, risalendo dal mare fino alla diga di Isola

Serafini, ma da qui verso monte esso sparisce. La gran parte delle specie native sono presenti con

una distribuzione estremamente frammentata e sono assolutamente sporadiche; tra queste,

cagnetta, lasca e savetta sono state ritrovate esclusivamente nel segmento fluviale a monte della

diga. Anche l’alborella è risultata presente in maniera quantomeno continua, seppure poco

consistente, nel tratto di monte, mentre a valle della diga la sua presenza in asta del Po è stata

riscontrata esclusivamente a Polesine Parmense (PR) e a Carbonara di Po (MN), con una

rappresentanza talmente esigua di soggetti che pare verosimile ritenere la specie estremamente

rarefatta in tutto questo secondo segmento fluviale. Anche la presenza del ghiozzo padano risulta

essere piuttosto sporadica in tutto il macro-tratto, specialmente nel suo segmento a valle di Isola

Serafini. Lo stesso quadro distributivo, anzi addirittura peggiore, è registrato per il gobione e per il

pesce persico.

Per quanto riguarda le specie esotiche, il siluro è la specie che risulta più uniformemente distribuita

lungo tutto il macrotratto, e indifferentemente rispetto alla diga. Un’altrettanto ampia distribuzione,

risultano avere il Barbus spp. e l’aspio ed anche il lucioperca, che però fa registrare in tutti i casi la

presenza di nuclei esigui di individui. La specie per la quale sono stati rilevati i più grandi valori di

consistenza numerica ed è stata riscontrata una distribuzione uniforme su tutto il macrotratto è

l’abramide; nel suo caso è stata anche riscontrata una situazione limite nella stazione posta subito a

valle di Isola Serafini, nel ramo destro del Po. Qui è stata rilevata la presenza di un nucleo

numerosissimo di esemplari concentrati sotto la diga, evidentemente richiamati dall’istinto a risalire

il corso d’acqua. Anche la blicca, presente in maniera consistente a valle della diga, qui si ferma.

Altre specie esotiche si presentano abbondanti e ben distribuite nel tratto a monte della diga e sono

invece molto più sporadiche a valle. Esse sono: carassio, pseudorasbora, rodeo amaro, persico sole

e cobite di stagno orientale. Altre specie ancora sono rarefatte un po’ ovunque, come rutilo e

gambusia. Altre specie ancora sono esclusivamente presenti, ed in maniera sporadica, a valle della

diga, e sono: acerina, Leuciscus sp. (probabilmente cavedano europeo) e persico trota. Per i primi

due, queste sono le uniche testimonianze della loro presenza in Po.

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 4: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 57 di 143

Dal confronto con i dati pregressi, che purtroppo però coprono solo gli ultimi 5 anni, si evince un

trend complessivo di peggioramento per il popolamento a specie native, con un decremento

demografico consistente anche delle specie che solo nel 2004 e 2005 risultavano numerose. Un

dato interessante riguarda la savetta e la sua presenza piuttosto consistente nel macrotratto, a

monte della diga di Isola Serafini, solo quattro anni fa, quando peraltro ne è stata riscontrata la

presenza anche nel tratto ferrarese a Berra, seppure non numerosa. I dati di questa Carta Ittica,

inoltre, segnalano per la prima volta la presenza del cavedano europeo e dell’acerina in Po, mentre

non confermano la presenza attuale dell’ido e della trota fario, rinvenute ciascuna in una sola

occasione: l’ido a Corbola (RO) nel 2004 (Carta Ittica di Rovigo, 2004) e la trota fario a valle della

confluenza del Lambro nel 2006 (Carta Ittica della Provincia di Lodi, 2006). Le evidenze emerse da

questi dati esprimono un quadro piuttosto chiaro sul ruolo di “barriera” alle migrazioni svolto dalla

diga e sull’influenza esercitata da questo sbarramento sullo stato delle specie native e sui loro

rapporti interspecifici con le specie esotiche (si veda il paragrafo su questo tema all’interno della

Sezione dedicata ai pesci).

Figura 45 Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato) per

la comunità a specie autoctone e a specie esotiche, per ciascuna stazione

(campagna 2007).

autoctoni esotici

specie ordinarie specie stra-

ordinarie specie esotiche

Distanza dalle sorgenti (km)

ID Stazione

Comune (Prov)

alborella

anguilla

carpa

cavedano

cefalo calamita

ghiozzo padano

gobione

pesce persico

scardola

cagnetta

Lasca

savetta

abramide

acerina

Aspio

barbus spp.

blicca

carassio

cobite di stagno orientale

gambusia

Leuciscus sp.

lucioperca o sandra

persico sole

persico trota

pseudorasbora

rodeo amaro

rutilo o gardon

siluro

277,5 169 Spessa Po (PV) 2 3 2 3 3 2 1 1 2 1 2 3 3 2 3 4 4 3 4

333,1 122 Piacenza 2 2 2 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2

354,2 126 Caorso (PC) 2 2 2 1 3 3 2 2 2 2 2 2

355,4 91 Caorso (PC) 1 2 2 2 2 3 2 2 2

356,8 124

Monticelli d'Ongina

(PC) 2 3 2 1 1 2 1 2 2 2 2 2 4 3 3 2

356,9 149

Monticelli d'Ongina

(PC) 3 2 2 2 1 2 5 2 3 4 2 2 1 1 4

360 176

Monticelli d'Ongina

(PC) 1 3 2 2 1 3 1 2 2 1 1

362,8 178

Crotta d'Adda (CR)

2 2 1 2 1 1 3

369 175 Spinadesco (CR) 2 2 2 3 4 2 2 1 2 2 2 1 2

371,3 180

Castelvetro

Piacentino (PC)

3 2 2 2 3 2 1 2 2

390 194

Polesine Parmense (PR)

1 3 1 2 2 1 1 4 3 1 1 2 3

412,5 193 Sissa (PR) 3 2 4 2 3 3 1 3

452,5 127 Luzzara

(RE) 2 1 2 1 1 2 3 3 1 2 1 1 3

456,2 128 Suzzara

(MN) 3 2 5 3 3 1 1 2 1 2

458,3 129 Suzzara

(MN) 2 2 1 2 1 2 2 4 2 1 2 1 2 2

490,7 133

Bagnolo San Vito

(MN) 3 1 1 1 1 1 1 4 1 3 2 2 1 2 3 3 2 2

519,8 130

Carbonara di Po (MN)

1 3 2 1 4 1 3 2 4 1 2 1 2 2

527,4 132 Sermide

(MN) 2 2 2 2 1 2 1 2

582 183

Guarda Veneta (RO)

2 2 3 2 2 2

588 182 Crespino

(RO) 2 2 3 1 1 1 2

608,2 184 Corbola

(RO) 2 3 2 1 3 3 1 2 3 2 2 1 1 2

609 170 Papozze

(RO) 1 4 4 2 2 4 3 2 2 1 2 2

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 5: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 58 di 143

Tabella 26 Confronto dei dati dei censimenti ittici compiuti nel 2007, relativi alla consistenza

delle popolazioni (indice di abbondanza di Moyle modificato), con i dati pregressi

disponibili (rif. Paragrafo “Fonti dei Dati”). Un valore di abbondanza pari a 1,5 non

ha alcun significato quantitativo, ma rappresenta esclusivamente il dato di

“presenza” della specie riportato dalla Fonte.

autoctoni esotici

specie ordinarie specie stra- ordinarie

specie traslo- cate

specie esotiche

anno

alborella

anguilla

barbo comune

carpa

cavedano

cefalo calamita

Ghiozzo padano

gobione

luccio

pesce persico

scardola

triotto

cagnetta

Lasca

sanguinerola

savetta

trota fario

abramide

acerina

Aspio

barbus spp.

blicca

carassio

cobite di stagno orientale

gambusia

ido

Leuciscus sp.

lucioperca o sandra

persico sole

persico trota

pseudorasbora

rodeo amaro

rutilo o gardon

siluro

2008 2 2 2 2 2 2 2 1 1 2 1 3 2 2 2 2 2 2 2 1 2 3 2 2

2007 2 2 3 2 2 1 1 1 1 1 2 1 2 4 1 2 2 3 2 1 2 1 2 2 2 2 1 2 2006 2 3 2 2 2 2 1 2 3 3 3 2 2 3 3 3 2 1 3 2005 3 4 3 3 3 2 1 2 1 3 3 1 2 2 2 3 1 2 2 3 3 2 3

2004 4 2 3 3 3 2 2 2 1 2 3 2 2 3 2 2 2 2 2 2 4 3 2 2

2003 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2

10.2.2.2 Segnalazioni dal mondo della pesca

Dal mondo della pesca giunge la segnalazione riguardante la presenza attuale (stagionale) della

cheppia nel tratto di bassa pianura a valle della diga di Isola Serafini.

10.3 Affluenti

10.3.1 Tratto terminale del Fiume Ticino

Figura 46 Fiume Ticino a Torre d’Isola, giugno 2007.

Il bacino idrografico del Fiume Ticino sotteso dall’incile del Lago Maggiore a Sesto Calende è pari a

6599 km2, in parte compresi in territorio svizzero (3369,5 km2) ed in parte in quello italiano

(3229,5 km2). Uscito dal lago a Sesto Calende, a quota 205 m s.l.m., esso percorre la Pianura

Padana per circa 110 km confluendo nel Fiume Po a Linarolo (PV) a quota 56 m s.l.m., con una

larghezza media del bacino idrografico di 7 km; tale bacino, con poche eccezioni, è circoscritto alle

sole aree golenali ed ai territori agricoli le cui colature giungono, più o meno direttamente, al fiume

(Amm. Prov, di Pavia, 1989). Il Ticino sublacuale scorre in una valle a fondo quasi piatto, incisa

nella superficie fondamentale della pianura cui è raccordata da un terrazzo principale e da altri

minori: il fiume decorre dapprima con un alveo semplice, quindi amplia progressivamente il suo

letto divagando e formando isole e meandri. Tra Oleggio e Bereguardo è composto in generale da

uno o due rami principali, separati da grosse isole solcate da rami minori. A valle di Vigevano la

struttura dell’alveo raggiunge la sua massima complessità, con diversi rami che presentano

ciascuno propri meandri, e con la continua ripresa ed il continuo abbandono di vecchi rami e l’attiva

formazione e distruzione, all’interno dei canali principali, di isolotti che in qualche caso hanno

durata sufficiente a permettere l’instaurarsi di popolamenti arborei pionieri a dominanza del genere

Salix. A valle di Bereguardo il Ticino assume chiare caratteristiche di fiume a meandri, anche se la

loro evoluzione è da tempo artificialmente impedita dalle opere di difesa spondale. Il regime

idrologico del fiume è la risultante di diversi fattori, naturali ed artificiali: i deflussi dal Lago

Maggiore, determinati dall’alimentazione del bacino prelacuale, dalla laminazione effettuata dal lago

stesso e dagli altri serbatoi naturali ed artificiali e dalle operazioni di regolazione dello sbarramento

della Miorina; le numerose derivazioni e restituzioni; le risorgive, le colature e gli scarichi presenti

lungo l’asta. L’utilizzazione dell’acqua del Ticino, derivata attraverso opere anche di notevoli

dimensioni, è in atto da parecchi secoli. La rete irrigua che attualmente fa capo al fiume sottende

una superficie di circa 154.000 ha, nelle province di Novara, Milano, Pavia; numerose sono anche le

centrali idroelettriche alimentate dal corso sublacuale, con l’aggiunta della centrale termoelettrica di

Turbigo che utilizza, per il raffreddamento, le acque del Naviglio Grande. Per l’idrologia del Ticino, in

rapporto al riequilibrio dei prelievi operati dalle derivazioni, un elemento di rilievo è costituito dalle

risorgenze che determinano, in assenza di affluenti superficiali notevoli, un significativo aumento

delle portate da monte verso valle; questo è dovuto al drenaggio della falda freatica effettuato

dall’alveo del fiume, alle colature dei terreni agricoli e agli scarichi civili e industriali; i valori di

risorgenza aumentano sino a Bereguardo, per poi diminuire sensibilmente e riprendere nuovamente

consistenza nella zona urbana di Pavia (Amm. Prov, di Pavia, 1989; Parco del Ticino, 1986).

Il tratto interessato dai campionamenti nell’ambito della presente Carta Ittica è quello cha va da

Torre d’Isola alla confluenza in Po, In questo tratto il Ticino riassume un andamento prettamente

monocursale, mantenendo un profilo meandriforme, con corrente lenta-moderata. Il substrato di

fondo è prevalentemente ghiaioso, sabbioso e limoso, l’alveo si allarga e la profondità media

dell’acqua aumenta. L’unità idraulico-morfologica dominante è il run a lento decorso. Anche qui è

importante il contributo delle risorgenze in alveo.

In prossimità della confluenza con il Po il fiume assume in pieno l’aspetto tipico del grande fiume di

pianura, con acque profonde, substrato sabbioso e rive vegetate, coperte da idrofite emergenti.

Il Ticino è stato campionato in due punti, uno sito a Torre d’Isola (PV), in località La Turbina (ID

stazione 174 - a 71 m s.l.m.) a monte della città di Pavia, l’altro a Travacò Siccomario, in località

Boschi (ID stazione 173 - a 70 m s.l.m.), a circa 4 km dalla confluenza in Po.

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 6: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 59 di 143

Nel primo tratto il Ticino percorre con andamento a meandri un territorio agricolo, da cui è separato

da una fascia perifluviale forestata, non sempre profonda. In alveo sono frequenti i rilevati arginali

a scogliera in massi disposti alla rinfusa, cui si alternano tratti di sponda erosi dal fiume. Nel

secondo tratto il fiume assume un percorso piuttosto irregolare, sono più consistenti le arginature,

ed il fiume giunge a confluire nel Po come un lungo run lento e profondo.

Complessivamente nel tratto pavese del Ticino sono state censite 19 specie ittiche, di cui 11

autoctone e 8 esotiche.

La comunità ittica è profondamente alterata e squilibrata, con la presenza stabile e consistente di

numerose specie esotiche e la rarità generale delle specie autoctone. Non si rileva la presenza di

specie di particolare interesse faunistico, tranne il vairone (perché inserito tra le specie di interesse

comunitario), sebbene questa sia una tra le specie più comuni in Ticino.

Nel tratto più di monte le specie più numerose sono risultate essere il siluro, il cavedano e il barbo.

I dati pregressi per il Ticino in questo tratto confermano questo trend preoccupante di forte declino

delle specie autoctone, in continuità, purtroppo, con quanto accaduto in Po. In Ticino, però, la

situazione migliora sensibilmente più sopra, già a partire dal tratto pavese ma soprattutto in quello

di pertinenza della Provincia di Milano, dove la naturalità del corso d’acqua ed il suo collegamento

con una rete idrica complessa, ricca di ambienti di notevolissimo pregio naturalistico, nonché il suo

inserimento nella vasta Area Protetta del Parco del Ticino Lombardo raggiunge il massimo

dell’efficienza nell’assicurare ancora una buona naturalità all’ambiente acquatico (GRAIA srl, 2006).

Figura 47 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni 57%

esotici 43%

Percidae6%

Siluridae7%

Cyprinidae60%

Anguillidae7%

Altre famiglie

20%

Figura 48 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

albore

lla

angu

illa

carp

a

cave

dan

o

ghio

zzo p

adan

o

gobio

ne

pesc

e p

ers

ico

scar

dola

tinca

vair

one

bar

bus sp

p.

cara

ssio

cobite d

i sta

gno o

rienta

le

gam

busi

a

pers

ico sole

pse

udora

sbora

rodeo a

mar

o

rutilo

o g

ardon

silu

ro

autoctoni esotici

Abbondan

za s

tim

ata

(1-5

)

10.3.2 Tratto terminale del Fiume Trebbia

Figura 49 Fiume Trebbia a Piacenza, agosto 2007.

Il Trebbia nasce in Liguria dalle pendici del Monte Prelà (1406 m s.l.m.). Affluente di destra del Po,

vi confluisce dopo 115 km di percorso nei comuni di Piacenza e Calendasco. La portata media del

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 7: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 60 di 143

Fiume Trebbia è nel tratto medio-basso di circa 40 m3/s, il che ne fa il fiume con la più alta portata

presso lo sbocco vallivo di tutta l'Emilia-Romagna. Tuttavia il fiume risente di un regime

estremamente torrentizio con piene imponenti e rovinose che modificano spesso la conformazione

dell’alveo. Per contro in estate le magre (e la permeabilità del letto di scorrimento) sono talmente

accentuate da lasciare il fiume completamente in secca a partire da Rivergaro, sino alla confluenza

nel Po.

Il Trebbia è stato censito a circa 4 km dalla confluenza con il Po, nel comune di Piacenza. Nel suo

tratto terminale esso scorre con andamento irregolare in un ampio alveo di morbida con un

substrato prevalentemente ghiaioso. Nel periodo di campionamento il corso d’acqua si presentava

in una condizione idrologica di magra spinta, tanto che la stazione in oggetto è riconducibile ad una

serie di pool profonde al massimo 1.5 metri, tra loro isolate.

Il censimento ittico è stato compiuto in una di queste pool isolate lunga 150 metri e larga 14, con

una profondità massima di 1,5 metri. in questa sola pool sono state riscontrate 16 specie di cui la

metà esotiche.

È stato raccolto un campione particolarmente numeroso di cobite comune e, tra gli autoctoni,

l’unica altra specie consistente è risultata essere il gobione. È interessante sottolineare la presenza

nel campione della savetta, di cui sono stati campionati 4 esemplari, e del panzarolo (1 esemplare),

entrambe specie risultate rare in Po, in particolare il panzarolo, conosciuto come specie molto

selettiva.

Figura 50 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

Siluridae6%

Cyprinidae75%

Altre famiglie

19%

autoctoni 56%

esotici 44%

Figura 51 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

albore

lla

carp

a

cave

dan

o

cobite c

om

une

ghio

zzo p

adan

o

gobio

ne

pan

zaro

lo

save

tta

vair

one

Asp

io

bar

bus sp

p.

blic

ca

cara

ssio

pse

udora

sbora

rodeo a

mar

o

silu

ro

autoctoni esotici

Abbondan

za s

tim

ata

(1-5

)

10.3.3 Tratto terminale del Fiume Adda

Figura 52 Fiume Adda a Castelnuovo Bocca d’Adda (CR), giugno 2008.

L’Adda sottolacuale, oltre a ricevere il Brembo e il Serio, è alimentato da un bacino di pianura di

incerta definizione, in relazione alla fitta rete di canali e corsi d’acqua minori fittamente sviluppati

che determinano interscambi con i bacini limitrofi. Il tronco finale del fiume, prossimo alla

confluenza con il Po, ha un andamento a meandri con curvatura accentuata su cui sono inserite

opere spondali e presenta fenomeni di instabilità evidenziati dalle locali tendenze all’erosione di

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 8: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 61 di 143

sponda. L’Adda è caratterizzato da un regime pluviometrico di tipo continentale, con massimi estivi

e minimi invernali.

La stazione sull’Adda, posta in comune di Castelnuovo Bocca d’Adda (CR), proprio nel suo tratto

terminale, è lunga circa 500 m ed è delimitata a monte da una briglia valicabile dalla fauna ittica

solo in condizioni di morbida. Il territorio circostante è esclusivamente agricolo ed i coltivi si

spingono fino a ridosso dell’argine.

In sponda sinistra è presente una riva aggradata in sabbia e poi una massicciata lunga circa 200

metri a sostegno della briglia. In questo tratto il corso d’acqua scorre con flusso laminare e con una

velocità di corrente abbastanza sostenuta ed il substrato è esclusivamente sabbioso.

I rifugi sono complessivamente scarsi, riconducibili sostanzialmente alla massicciata e all’acqua che

cade turbolenta subito sotto la briglia.

Complessivamente sono state campionate 12 specie, 7 delle quali esotiche. Tutte le specie

osservate sono presenti con un numero esiguo di individui e nessuna presenta una popolazione ben

strutturata. Non vi si ritrova nessun endemismo e nemmeno nessuna specie autoctona di interesse

comunitario, così come nessuna specie altamente selettive.

Il quadro generale della comunità ittica in questo tratto è dunque quello di una comunità

completamente alterata e povera, sia dal punto di vista della sua diversità sia da quello puramente

numerico.

Figura 53 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni 57%

esotici 43%

Percidae9%

Siluridae8%

Cyprinidae59%

Anguillidae8%

Altre famiglie

8%Mugilidae

8%

Figura 54 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

angu

illa

carp

a

cave

dan

o

cefa

lo c

alam

ita

pes

ce p

ersi

co

abra

mid

e

Asp

io

bar

bus s

pp.

cara

ssio

cobi

te d

i sta

gno o

rienta

le

rodeo

am

aro

silu

ro

autoctoni esotici

Abbo

ndan

za s

tim

ata

(1-5

)

10.3.4 Tratto terminale del Fiume Taro

Figura 55 Fiume Taro a Sissa (PR), giugno 2008.

Il bacino del Taro ha una superficie complessiva di circa 2.030 km2, il 77% dei quali in ambito

montano, corrispondente al 2,9% della superficie complessiva del bacino del Po in territorio italiano.

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 9: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 62 di 143

Il Fiume Taro nasce dal Monte Penna (1.735 m s.m.) e rappresenta l’affluente principale del Po in

provincia di Parma, nel quale confluisce presso Gramignazzo tra i comuni di Roccabianca e Sissa.

Il corso del Fiume Taro, fatte salve alcune deviazioni nella parte alta del bacino, imputabili anche a

fenomeni di cattura fluviale, si sviluppa in direzione sud-ovest — nord-est sino allo sbocco in

pianura dove confluisce in Po, dopo aver compiuto, a partire dalle sorgenti, un percorso di circa 150

km.

La stazione di campionamento ittico sul Taro è posta nel comune di Sissa (PR), a circa 200 metri

dalla confluenza con il Po (ID stazione = 192 – a 32 m s.l.m.).

Largo mediamente 60 metri e profondo 2 metri, il corso d’acqua presenta flusso laminare con una

velocità di corrente estremamente ridotta. Nel suo tratto terminale il Taro presenta un andamento

rettilineo, con entrambe le sponde ricoperte da una fitta vegetazione arborea e arbustiva, costituita

prevalentemente da salice e dominata nello strato arbustivo a Amorpha fruticosa. La riva è per

buona parte scoscesa ed il substrato è limoso.

I rifugi per la fauna ittica sono rappresentati soprattutto da ceppaie e piante in acqua.

Con il censimento ittico, compiuto presso la sponda destra percorrendo circa 680 metri, sono state

campionate 9 specie: un numero assai esiguo, ancor più preoccupante se si considera che 7 di

queste erano specie esotiche.

Uniche autoctone presenti, peraltro con pochi, sparuti, individui, sono: alborella e carpa.

La comunità risulta pesantemente dominata dal siluro. Tra gli esemplari campionati merita

certamente sottolineare la cattura di un soggetto di 2,4 m di lunghezza per 60 kg di peso. A onor

del vero, occorre comunque anche segnalare che in questo caso la scarsa visibilità determinata

dalla torbidità dell’acqua ha sicuramente limitato l’efficienza di campionamento.

Figura 56 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni 22%

esotici 78%

Percidae11%

Siluridae11%

Cyprinidae78%

Figura 57 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

albore

lla

carp

a

abra

mid

e

Asp

io

cara

ssio

luci

operc

a o san

dra

pse

udora

sbora

rodeo a

mar

o

silu

ro

autoctoni esotici

Abbondan

za s

tim

ata

(1-5

)

10.3.5 Tratto terminale del Fiume Mincio

Figura 58 Fiume Mincio a Roncoferraro (MN), settembre 2007.

Il Mincio presenta un regime idraulico fortemente condizionato dalle capacità di laminazione del

Lago di Garda, di cui è emissario, determinate dalla considerevole superficie liquida rispetto agli

afflussi del bacino proprio. Giunto in prossimità di Mantova, il Mincio risente dell’effetto di rigurgito

prodotto dai laghi che cingono a nord-est la città, dividendosi in più rami e formando la fascia

palustre denominata “Vallazza” di notevole interesse ambientale.

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 10: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 63 di 143

I laghi di Mantova si estendono tra gli abitati di Curtatone e Formigosa e sono denominati

rispettivamente, procedendo da monte verso valle, lago “Superiore”, “Di Mezzo” ed “Inferiore”.

Segue la già citata zona lacustre di “Vallazza”. I laghi sono formati dalla presenza di tre dighe che

operano la regolazione dei livelli tra monte e valle. Il lago “Superiore” e quello “Di Mezzo” sono

separati dalla diga dei Molini. La diga di S. Giorgio e la diga Masetti, separano rispettivamente il

lago Di Mezzo dall’Inferiore e l’Inferiore dalla Vallazza. Dopo un percorso di circa 70 km, il Mincio

confluisce in Po a Governolo (MN).

La stazione di campionamento sul Mincio è posta negli ultimi 500 m di fiume prima dell’ingresso in

Po, nel comune di Roncoferraro (MN) (ID stazione = 134 – a 18 m s.l.m.). Il territorio circostante è

esclusivamente agricolo ed i coltivi si spingono fino a ridosso dell’argine. La vegetazione riparia,

formata soprattutto da salici e indaco bastardo (Amorpha fruticosa), è ridotta ad una ristretta fascia

che si estende in maniera continua per tutta la stazione. In questo tratto il corso d’acqua scorre con

flusso laminare e con una velocità di corrente estremamente ridotta. I rifugi sono

complessivamente scarsi, riconducibili alla massicciata posta in sponda destra, fatta oggetto del

campionamento, e alle zone di run più profondo di questo tratto.

Il campionamento è stato condotto tramite elettrostorditore manovrato da barca. La scarsa visibilità

dovuta alla torbidità dell’acqua ha sicuramente limitato l’efficienza di campionamento anche in

questo caso, come nel caso del Taro.

Complessivamente sono state censite 11 specie, 7 delle quali esotiche. Tra le specie autoctone è da

segnalare la presenza della tinca, per quanto occasionale, e comunque praticamente introvabile in

Po.

In generale si sottolinea anche l’esiguità anche numerica del campione raccolto, nel quale si segnala

anche la presenza dell’acerina, come secondo ed ultimo punto di accertamento della presenza di

questa specie nella rete idrica esplorata.

Figura 59 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni36%

esotici 64%

Percidae18%

Siluridae9%

Cyprinidae55%

Anguillidae9%

Altre famiglie

9%

Figura 60 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

angu

illa

carp

a

cave

dano

tinca

acer

ina

Asp

io

cara

ssio

luci

oper

ca o

sand

ra

pers

ico

sole

pseu

dora

sbor

a

silu

ro

autoctoni esotici

Abb

onda

nza

stim

ata

(1-5

)

10.3.6 Fiume Secchia

Figura 61 Fiume Secchia a San Benedetto Po (MN),

Il bacino del Secchia ha una superficie complessiva alla confluenza di circa 2.090 km2 (3% della

superficie dell’intero bacino del Po), di cui il 57% in ambito montano. Il Fiume Secchia nasce

dall’Alpe di Succiso, a quota 2.017 m s.l.m., ai confini tra le province di Reggio Emilia e Massa

Carrara, e confluisce in Po dopo un percorso di 172 km. Il corso d’acqua scende dai contrafforti

dell’Appennino con un alveo molto ampio, successivamente si incassa in una profonda gola e, dopo

successivi allargamenti e restringimenti, il corso d’acqua entra nella “Stretta del Pescale”, a valle

della quale è realizzata una traversa di derivazione, in località Castellarano, che alimenta la rete di

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 11: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 64 di 143

canali irrigui in provincia di Modena e Reggio Emilia. A Sassuolo il Secchia sbocca in pianura dopo

aver ricevuto in destra il Torrente Fossa di Spezzano e in sinistra il Torrente Tresinaro;

l’andamento del corso d’acqua diventa meandrizzato con alveo pensile fino alla confluenza in Po, in

prossimità di Mirasole.

La stazione è posta nel comune di San Benedetto Po (MN) negli ultimi 500 m di fiume prima

dell’ingresso in Po. Il territorio circostante è esclusivamente agricolo ed i coltivi si spingono fino a

ridosso dell’argine. Nel suo tratto terminale il Secchia presenta un andamento rettilineo, con

entrambi gli argini ricoperti da una fitta distesa monospecifica di Amorpha fruticosa e solo radi

salici. In questo tratto il corso d’acqua presenta una larghezza media di 25 metri con una profondità

di circa 2,5 metri. La velocità di corrente è quasi nulla, il substrato è limoso e la trasparenza è

ridotta a pochi centimetri. Numerose ceppaie si offrono come rifugi per la fauna ittica.

Il campionamento ittico è stato compiuto tramite elettropesca manovrando da barca. La scarsa

visibilità dovuta alla torbidità dell’acqua ha probabilmente inciso anche in questo caso sugli esiti del

censimento. Complessivamente sono state censite 6 sole specie, tutte esotiche ad “esclusione” della

carpa, e tutte con un numero veramente esiguo di esemplari.

Figura 62 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine

(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna

2007).

autoctoni 17%

esotici 83%

Percidae17%

Cyprinidae83%

Figura 63 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna

specie (Indice di Moyle modificato).

0

1

2

3

4

5

carpa abramide Aspio carassio lucioperca o

sandra

pseudorasbora

autoctoni esotici

Abbondan

za s

tim

ata

(1-5

)

10.4 Pressioni e impatti sulla fauna ittica

Frammentazione longitudinale. In questo tratto è presente la Diga di Isola Serafini che costituisce

una vera e propria barriera al passaggio dei pesci, soprattutto quelli in risalita ed ha svolto e svolge

tuttora un’influenza notevole sulla comunità ittica del Fiume Po. Su questo argomento non ci si

dilunga però ulteriormente, visto che è stato realizzato uno specifico elaborato e che nel capitolo di

sintesi dei risultati gli sarà dedicato un intero paragrafo.

Arginature e difesa spondale. Sino alla fine del secolo scorso il sistema arginale a partire da Becca

non era completamente chiuso e il Po, e più ancora i suoi affluenti, occupavano liberamente con le

acque di piena la vasta pianura circostante; il tratto terminale funzionava in sostanza più come

scaricatore di un lago che non come un corso d’acqua naturale. La situazione attuale, con il sistema

arginale di Po completato e con l’estensione dello stesso ai numerosi affluenti, costituisce,

nonostante i numerosi interventi attuati, una condizione molto più critica e di delicata gestione. In

questo tratto gli interventi di regimazione, insieme alle attività agricole, condizionano fortemente

l’assetto del territorio che, solo localmente e in strette fasce ripariali, mantiene una buona

naturalità. Lungo il fiume sono presenti agglomerati urbani di non trascurabile dimensione, con

sviluppate attività industriali. Approssimandosi al Delta, la regione fluviale presenta zone umide in

parte ancora in buone condizioni di naturalità, in parte compromesse dall’attività antropica e/o dalle

opere di sistemazione idraulica.

Particolarmente nel tratto di pertinenza mantovana, è possibile rilevare chiaramente gli effetti della

risagomatura del Po. Il percorso naturalmente meandriforme e sinuoso del Po è fiancheggiato in

questo tratto da frequenti barre di meandro intagliate da lanche, attualmente in progressiva

diminuzione ed isolamento. Il canale principale del Fiume Po è, infatti, caratterizzato da frequenti

opere di difesa spondale, realizzate allo scopo di stabilizzare il tracciato planimetrico, svolgendo una

funzione di contenimento della divagazione trasversale dell’alveo e di difesa delle arginature

soprattutto in corrispondenza delle curve. Tali interventi hanno stabilizzato l’alveo di magra,

assicurando tra l’altro dei tiranti idrici tali da consentire la navigazione fluviale in tutto il tratto

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 12: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 65 di 143

medio-basso dell’asta del Po, ma hanno innescato intensi fenomeni erosivi che hanno accentuato il

fenomeno di approfondimento dell'alveo inciso avviato dalle attività di estrazione di inerti in alveo e

dall’arresto del trasporto solido da monte determinato dalla traversa di Isola Serafini.

Figura 64 Lanche osservate in provincia di Mantova.

Localizzazione

Lanca Tabellano (fonte: Google Earth) Panoramica

Lanca di Scorzarolo (MN) (fonte: Google Earth) Panoramica

Lanca di Borgoforte (fonte: Google Earth) Panoramica

Lanca di Boccadiganda (fonte: Google Earth)

Lanca di San Niccolò (fonte: Google Earth)

Tali modifiche dell’assetto dell’alveo causano l’occlusione e l’interrimento delle lanche stesse, la

disattivazione dei rami secondari e la diffusa presenza di isole stabili, che stanno progressivamente

collegandosi all’area golenale in conseguenza dell’interrimento di uno dei due rami. Il tracciato sta

assumendo, dunque, caratteristiche sempre più marcatamente unicursali, anziché pluricursali, e la

disattivazione idraulica di tali elementi ha pressoché annullato la capacità di laminazione e di

chiararedaelli
Casella di testo
.
Page 13: 10. Tratto di bassa pianura - adbpo.it · Specie ordinaria pesce persico Perca fluviatilis Percidae autoctono ... al fine di poter valutare in maniera puntuale ... (PR) Torricella

Carta Ittica del Fiume Po

G.R.A.I.A. Srl – Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 66 di 143

autodepurazione delle acque che attraversano il territorio, caratterizzato spesso da intensive

pratiche agricole nelle aree golenali (Autorità di Bacino del Fiume Po, 2006).

Inquinamento delle acque. In questo tratto il Fiume Po risente fortemente dell’apporto inquinante

da parte dei suoi affluenti, tra cui alcuni particolarmente impattati (per esempio l’intero bacino

Lambro-Seveso-Olona e il Mincio). È evidente che sull’inquinamento del Po incidono fortemente

anche tutti i vari fattori di alterazione dell’habitat perifluviale e acquatico che interessano il fiume:

le derivazioni, le opere di arginatura e difesa spondale, l’escavazione di inerti, il contenimento del

trasporto solido da monte, l’antropizzazione del territorio. Tutto ciò, comportando la perdita di

adeguate fasce tampone perifluviali, la perdita di aree umide, l’accorciamento del tracciato percorso

dall’acqua, riduce fortemente il potere auto depurativo del fiume che giunge così inquinato fino al

mare.

Attività estrattive. Anche questo tratto riveste un grande interesse per le attività estrattive ed

anche in questo caso sono ancora numerose le cave ancora attive (come è possibile constatare

consultando i Piani Cave provinciali) ma sono anche sempre più numerosi gli esempi di

riqualificazione ambientale di questi ambienti.

Navigazione interna. Attorno al corso del Po, nel tratto medio inferiore (dalla confluenza del Ticino

al mare, circa 400 km), che è l'asse storico della navigazione idroviaria padana, si è sviluppata nel

tempo la rete idroviaria secondo le direttrici di penetrazione interna, soprattutto il polo di Milano, e

di sbocco nel Mare Adriatico. Oggi la navigazione commerciale sul Po è limitata a Cremona, salvo i

periodi di acque alte. La conca dello sbarramento idroelettrico di Isola Serafini non è più

funzionante in condizioni di magra in ragione dei consistenti abbassamenti di fondo alveo che si

sono verificati.

Il traffico complessivo è modesto ed interessa principalmente: prodotti petroliferi, caolino e argille,

granaglie e farine, gas di petrolio liquido, legnami, prodotti chimici, carichi eccezionali, merci varie.

10.4.1 Alterazioni faunistiche

Le zone umide della provincia sono interessate nel periodo autunno-inverno da una consistente

presenza di uccelli ittiofagi svernanti, in grado di esercitare una forte pressione sui popolamenti

ittici.

Secondo i dati del Parco del Mincio, il Cormorano ha iniziato a svernare regolarmente all’interno del

parco, con un numero significativo di individui, dall'inverno 1991-1992. I censimenti effettuati nei

due principali roosts (dormitori) invernali del Parco (nella Riserva Naturale "Vallazza" e nella Riserva

Naturale "Valli del Mincio") mostrano un trend crescente delle presenze serali, assestatesi già dal

93-94 oltre il migliaio di individui. Gli individui presenti di sera nei due roost utilizzano solo

parzialmente le risorse alimentari delle zone umide circostanti il dormitorio. Di giorno si spargono

lungo il corso del Mincio ma effettuano movimenti molto ampi, raggiungendo zone trofiche anche

lontane1.

1 www.parcodelmincio.it

10.5 Indicazioni gestionali

Di nuovo, anche per questo tratto le indicazioni di gestione vertono sulla riqualificazione fluviale del

fiume. Per esso valgono le considerazioni fatte già per tutti gli altri macrotratti, in merito alle

diverse forme di alterazione.

Sono particolarmente auspicabili:

• il risanamento delle acque, attraverso una migliore infrastrutturazione del sistema di

collettamento e depurazione dei reflui civili, industriali e zootecnici, a scala di bacino;

• la deframmentazione longitudinale del Fiume Po ma anche dei tratti terminali dei suoi

affluenti. In particolare per il Fiume Po, in questo tratto, si ribadisce la necessità di costruire

un passaggio artificiale per pesci in corrispondenza dello sbarramento di Isola Serafini;

• la riattivazione delle lanche al fine di evitarne l’interrimento a breve termine;

• l’applicazione dei principi della più moderna riqualificazione fluviale nelle operazioni di

manutenzione ordinaria e straordinaria della morfologia dell’alveo, in favore del ripristino

della libera divagazione del fiume, della rivegetazione spontanea delle sponde, della naturale

attività erosiva del fiume e di tutti i processi geodinamici e idro-morfologici naturali che

riassegnerebbero al fiume una maggiore stabilità di quella odierna, ricercata con secoli di

infrastrutturazione e rimaneggiamenti dell’habitat fluviale.

Riguardo alle alterazioni faunistiche, vista la vastità dell’ambiente fluviale e la gravità del problema

della diffusione degli esotici, è consigliabile attivare programmi di contrasto periodico delle specie

esotiche invasive in primo luogo in ambienti particolarmente critici per la diversità della fauna ittica

del tratto e/o inseriti all’interno di Aree Protette (quali parchi e/o siti di importanza comunitaria).

chiararedaelli
Casella di testo
.