1° la stabilita' dei prezzi
DESCRIPTION
inflazioneTRANSCRIPT
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria del
Sabato
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La stabilità dei prezzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La stabilità dei prezzi e il valore dei soldi
Si parla di “stabilità dei prezzi” se il valore del denaro si preserva nel tempo.
Si supponga di aver risparmiato € 9.000,0 per comprare un’auto. Come Vi sentireste se, dopo sei mesi, arrivato
al salone, scopriste che ora ne costa € 10.000,00 ?Per fortuna, di solito i prezzi non crescono così
velocemente (vedi tabelle).
Per stabilità dei prezzi si intende un’inflazione “bassa”, ossia tassi di variazione dei prezzi al consumo
molto contenuti.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il mantenimento della stabilità dei prezzi è l’obiettivo
primario della BCE
(Eurosistema); costituisce una
finalità fondamentale
anche per le altre principali banche
centrali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nell’Eurosistema, composto da BCE e dalle Banche Centrali Nazionali
degli Stati europei che hanno adottato l’euro, il Consiglio Direttivo della BCE
ha individuato la stabilità dei prezzi in quella in cui l’IACP (indice armonizzato prezzi al
consumo ex tabacco) sui 12 mesi per l’area dell’euro è inferiore al
<2%.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Che cosa puoi comprare con una banconota da
€10,00 ? Due CD singoli o forse quattro numeri del tuo
settimanale preferito?
Ma ti sei mai chiesto com’è possibile ottenere un prodotto o un servizio
in cambio di un pezzo di carta?
Dopotutto, produrre una banconota costa soltanto pochi centesimi.
La fiducia è preziosa
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le funzioni della moneta
La moneta svolge un ruolo fondamentale nelle economie moderne: il denaro fa girare
il mondo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Cosa si intende per moneta?
Oggi, però, tale definizione si applica anche a tutta una serie di attività facilmente
utilizzabili a fini di pagamento (depositi bancari).
Si pensa immediatamente a banconote e monete: infatti sono accettate e disponibili in qualunque momento per l’impiego come mezzo di
pagamento.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
- intermediazione negli scambi
Moneta: è un bene che svolge le funzioni fondamentali di strumento di:
- riserva di valore
- unità di conto
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Intermediazione negli scambi
Lo scambio diretto di beni e servizi, cioè il baratto, si scontra con il limite di “dover trovare” una coincidenza
di desideri.
Se un ristoratore vuol farsi tagliare i capelli in cambio di un pasto deve trovare un barbiere disposto ad accettare un pasto. A sua volta il barbiere, se ha bisogno di un paio di scarpe, deve aspettare che un calzolaio richieda i suoi servizi in cambio di un paio di scarpe: un costo notevole di ricerca della controparte
adeguata, di attesa e di accumulazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Riserva di valoreSe il materiale usato come moneta mantiene valore nel tempo, può essere detenuto per
lunghi periodi consentendo la separazione fra i tempi di acquisto e quelli di vendita.
In questo caso, assolve l’importante funzione di riserva di valore.
Le monete più utilizzate sono le più disparate: dai wampum (perline di conchiglia) degli indiani
d’America, ai chicchi di cacao dei Maja, ai cauri (conchiglie) dell’India, ai denti di balena delle
Figi, al tabacco delle prime colonie del N. America, ai grandi dischi di pietra dell’isola di Yap nel Pacifico, fino ad arrivare alle sigarette e agli
alcolici nella Germania del secondo dopoguerra.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Unità di conto Esisteva la necessità di rapportare fra loro, il valore del
pasto con uno equivalente al taglio, ed al paio di scarpe: rapporto che prende il nome di ragione di scambio o prezzo.
Col crescere del numero di beni barattati, diventava più difficile conoscere, raccogliere e memorizzare tutte le ragioni di scambio: un dispendio di risorse
che aumenta spropositatamente al crescere dei beni scambiati.
n*(n-1)2
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
(n-1)
Se però, uno dei beni, fosse utilizzato come unità di conto, il valore di tutti i beni sarebbe espresso in
termini di questo “numerario” e la quantità di prezzi da individuare si ridurrebbe in misura significativa.
E’ dunque possibile esprimere in termini monetari il prezzo di un bene e quello di qualunque attività.
Tutti gli operatori d’una area valutaria calcolerebbero costi, prezzi, salari e redditi nella stessa unità monetaria.
Una unità di conto credibile e accettata, costituisce una solida base per il calcolo dei prezzi e dei costi, e comporta un
guadagno in termini di trasparenza e attendibilità.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La natura dei beni utilizzati come moneta è variata nei tempi, preservando sempre:
facilità e comodità di conservazione, alto valore a fronte di un basso peso,
praticità di trasporto e durevolezza.
Dai wampum (perline di conchiglia) degli indiani d’America, ai cauri (conchiglie dai colori vivaci) dell’India, ai denti di balena delle Figi,
al tabacco delle prime colonie del Nord America, ai chicchi di cacao nel Centro
America, ai grandi dischi di pietra dell’isola di Yap nel Pacifico, fino ad arrivare alle sigarette
e agli alcolici nella Germania del secondo dopoguerra.
Le forme della moneta
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il ricorso al metallo per superare i problemi di
deperibilità dei beni, trova i primi riscontri in Asia attorno al 2000 a.C.
Pezzi o barre di oro e di argento, fungevano da
moneta perché erano facili da trasportare, non
deperibili e più o meno agevolmente divisibili. Era inoltre possibile fonderli per
ricavarne monili.
Le forme della moneta
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I greci coniavano monete d’argento dal 700 a.C. Atene (575 a.C.) e Corinto (570 a.C.) furono le prime città-stato elleniche a battere moneta. La dracma rimase stabile per quasi 400 anni. Grazie alla diffusione svolta da Alessandro Magno, le monete metalliche greche furono largamente
impiegate, come attesta il loro ritrovamento, fra la Spagna e l’attuale India.
Le forme della moneta
I romani, che avevano inizialmente utilizzato ingombranti lingotti di bronzo (aes signatum), adottarono l’innovazione greca delle monete metalliche ufficiali e furono i primi a introdurre
un regime bimetallico comprendente sia il denarius d’argento sia l’aureus d’oro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per evitare i disagi connessi alla “coincidenza di desideri”, è stato assunta come mezzo di scambio una rudimentale moneta
detta: “moneta merce”.
La prima forma di monetazione AES rude, Aes signatum, Aes grave o Aes librale (335 a.C.)
Usando l’aes rude occorreva pesare il
bronzo ad ogni scambio, per cui si iniziò ad utilizzare getti in bronzo di forma rotonda o rettangolare che
riportavano il loro valore, detti “aes
signatum”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Aes grave
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La Premessa
1 1 AUREO D’ ORO EQUIVALE A
25 DENARI D’ARGENTO
100 SESTERZI DI BRONZO
400 ASSI DI BRONZO
4
4
25
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Ma quanto valeva un sesterzio ?
I sec. a.C. Roma Valore d’uno schiavo della Gallia 2500 sesterzi
161 a.C. Pompei spesa per pranzo comune 10 sesterzi
I sec. a.C. Roma Patrimonio Marco Licinio Crasso alla fine della Repubblica
192 milioni di sesterzi
I sec. d.C. Roma 1 aureo d'oro = 25 denari argento = 100 sesterzi (bronzo) = 400 assi
I sec. d.C. Roma 1 litro di vino comune 1 sesterzio
I sec. d.C. Roma 542 gr. di grano - ½ libra pane 1 asse
I sec. d.C Roma 100 kg. di lupini 50 assi
I sec. d.C Roma Ingresso alle terme per 4 p. 1 sesterzio
I sec. d.C Roma 8 chili di pane comune 1 denario
I sec. d.C Roma 6,5 chili di grano 3 sesterzi
fine III sec d.C.
Roma 6,5 chili di grano (il valore del sesterzio si era svalutato di 80 volte
in 4 secoli)
240 sesterzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La premessa
Dinarii, aurei e sesterzi per i Romani divennero anche strumento di propaganda politica: le immagini di conio riportavano le effigi degli imperatori, ne celebravano le
imprese e le qualità.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le riforme monetarieNel 15 a.C. Augusto pose fine al disordine monetario varando una riforma nella monetazione Romana.
Distinse fra monetazione in rame ed in oricalco (lega 80% Cu - 20% Zn tipo ottone), lasciandola al controllo
del Senato (Senatus Consulto) mentre quella in oro ed argento diviene competenza esclusiva dell'Imperatore.
Asse = 4 quadranti 1/30 di libra di rame (10,91 gr.)
quadrante = sottomultiplo dell’asse 1/192 di libra di rame (1,70 gr.)
dupondio (2 assi, 8 quadranti) 1/24 di libra di oricalco (13,64 gr.)
sesterzio (= 2 dupondi, 4 assi, 16 quadranti) 1/12 di libra di oricalco (27,28 gr.)
quinario (= 2 sesterzi, 4 dupondi, 8 assi) 1/168 di libra d'argento (1,94 gr.)
denario (= 2 quinari, 4 sesterzi, 8 dupondi, 16 assi) 1/84 di libra d'argento (3,89 gr.)
quinario aureo (12,5 d., 25 q. Ag., 50 s., 100 d., 200 a) 1/84 di libra d'oro (3,89 gr.)
aureo (2 q.a, 25 d., 50 q. Ag., 100 s., 200 d., 400 a) 1/42 di libra d'oro (7,79 gr.)
base
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Con Nerone, il contenuto di metallo prezioso delle monete iniziò a diminuire
poiché la zecca imperiale sostituiva progressivamente l’oro e l’argento con
delle leghe per finanziare l’imponente disavanzo dell’impero.
Il calo del valore intrinseco delle monete, generò un aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi.
Peso metallo
Prezzi beni e servizi
Inflazione
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La riforma di neroneMetall
oMoneta Rapport
ocon la libra
Peso
Oro Denario aureo 1/45 7,27gQuinario aureo 1/90 3,64g
Argento Denario argenteo 1/96 3,41gQuinario argenteo 1/192 1,70g
Oricalco Sesterzio 1/12 27,28gDupondio 1/24 13,64g
Rame Asse 1/30 10,90 g
Quadrante 1/192 1,70g
Fucina Finanziaria - Osimo 2009 solido (= 1/72 di libra d'oro (4,54 gr.).
Il più stabile solidus, introdotto nell’Impero romano d’Oriente da Costantino
il Grande, mantenne il peso e la purezza originali fino alla metà dell’XI secolo,
guadagnando la reputazione di “principale mezzo di scambio internazionale” per
oltre cinquecento anni.
Greci e romani avevano diffuso nel
mondo di allora, l’uso delle monete
metalliche e la tecnica di conio.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La riforma di costantino
siliqua
Metallo Moneta Rapportocon solido
Rapportolibra 327 gr
Peso
Oro Solido 1 1/72 4,54g
Semisse 1/2
Triens 1/3
Argento Miliarense 1/18 1/71 4,54g
Siliqua 1/24 1/96 3,41g
Bronzo Follis 1/96 (fino 330)1/192 (dopo 335)
3,41g1,70g
Nummus
miliarense
follis
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel Medioevo prevalse l’uso di monete in oro e in argento coniate in loco, ma crebbe anche
il ricorso al rame.
Nel 793 d.C. Carlo Magno riformò il
sistema monetario franco introducendo un regime in base al quale
la libra carolingia d’argento (del peso di 408 gr.) corrispondeva a 20 soldi o 240 denari.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1252 le città-stato mercantili di
Genova e Firenze ripresero la coniazione di
monete auree, che vennero rispettivamente
chiamate genovinoe fiorino.
Nel XV secolo esse furono sostituite nelle transazioni internazionali dal ducato
di Venezia.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I cinesi iniziarono a usare la moneta cartacea attorno all’800 d.C. sotto
l’imperatore Hien Tsung e continuarono per vari secoli.
Il valore di tale moneta, nullo come merce
(valore intrinseco
nullo), derivava solo da un decreto
imperiale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le obbligazioniPer ridurre il rischio di essere derubati durante i loro viaggi, i
mercanti presero a utilizzare strumenti cartacei sui quali venivano indicati il nome del debitore, quello del creditore, la
data di pagamento e la quantità di oro o argento da corrispondere.
Le città-stato italiane introdussero per prime le lettere di cambio o obbligazioni come nuovo mezzo di pagamento.
Presto le banche mercantili iniziarono a negoziare tali contratti, il cui primo riscontro risale al 1156.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le obbligazioni continuarono a essere utilizzate soprattutto dai mercanti italiani, mentre il sistema bimetallico rimase
dominante fino alla guerra dei Trent’anni.
1618 al 1648.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I trattati di Pace di Westfalia.
Per la turbolenza economica provocata dalla guerra, a cominciare dal re di Svezia, i regnanti iniziarono a
prediligere la moneta cartacea, che fu successivamente introdotta dalla Bank of England nel
1694 e dalla Banque générale in Francia nel 1716.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Si parla di moneta legale se ci si riferisce ad uno strumento di pagamento non coperto da riserve
(es.: oro), quindi privo di valore intrinseco (quindi banconota o moneta di metallo non preziosa),
Moneta legale
che assume valenza se, e solo dopo che lo Stato o una Autorità Monetaria competente (Banca Centrale),
dopo averne fissato il valore nominale, ne impone per legge l'accettazione in tutti i pagamenti.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La stabilità è garantita dal controllo sull'emissione da parte delle banche centrali
Infatti, se la crescita dell'offerta di moneta non é in linea con la crescita dell'economia, nel lungo periodo, si
possono produrre eccessi inflattivi.
Durante le guerre, alcuni Stati sono passati a moneta a corso legale sospendendo la convertibilità in oro, con un effetto
minore del previsto sul potere d'acquisto.
Gli Stati Uniti e altri Paesi con valute riferite al Us$, sono passati definitivamente alla moneta a corso legale nel 1971.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per le banche centrali le riserve di oro hanno una funzione di garanzia a fronte di emissione di monete e debiti, oltre che una funzione di
riserva di ultima istanza.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il tallone aureo (Gold Standard)Alla moneta cartacea era, ed è
tuttora, riconosciuto corso legale soltanto in virtù di un atto
giuridico dell’autorità competente.
Emessa con un valore nominale chiaramente definito, essa è stata per lungo tempo resa
credibile mediante la costituzione di riserve in oro
che erano conservate presso le banche centrali dei rispettivi
paesi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L'oro poteva liberamente circolare tra i paese aderenti al Gold Standard seguendo regole che disciplinavano la
quantità della moneta circolante in un paese rapportandola alle riserve disponibili dalla banca
centrale dello stesso.
Il tallone aureo (Gold Standard)
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
equivalente generale
Paesi aderente
Paese aderente
Paese aderente
Paese aderente
Moneta base
Nel sistema, le monete erano convertibili in oro e godevano verso il metallo di un rapporto di cambio
arbitrario ma fisso e fissa era, di riflesso, la convertibilità tra le stesse.
Il tallone aureo (Gold Standard)
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il tallone aureo (Gold Standard)
Si possono distinguere tre casi:
2) viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, circolante = quantità
di oro conservata dalla banca centrale
1) l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea)
3) le banconote sono solo parzialmente convertibili, e la quantità di circolante è un multiplo del valore
dell'oro posseduto dallo Stato.
Per monete convertibili in altra a loro volta convertibile in oro, si parla di gold exchange standard.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il tallone aureo (Gold Standard)In tale sistema, noto come
tallone aureo, la valuta sotto forma di monete metallica e/o
cartacea fiduciaria, era convertibile in oro a una
parità fissa.
La Gran Bretagna, seguita poi da numerosi altri paesi, lo istituì nel 1816, dopo che nel 1717 il tasso di cambio della sterlina
con l’oro era stato fissato a 3,811 sterline per oncia d’oro
dallo stesso Isaac Newton.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel 1913 i maggiori paesi estrattori di oro erano Sudafrica, Usa, Australia e Russia.
62% = 3.500 tonnellate
1913U.S.A.
U.K.FRANCIA
GERMANIA
RUSSIA
7%
Circolazione monetaria mondiale aurifera
Nel 1913, le Banche Centrali mondiali disponevano di riserve
reali per Us$ 6,8 mld; quasi tutte in sterline, giacenti nelle
banche londinesi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il tallone aureo (Gold Standard)
Dominando nel commercio mondiale l’U.K. il sistema aureo si impose in quasi tutti gli stati,contribuendo al libero movimento dei capitali, alla stabilità dei prezzi, monete e dei vari sistemi economici.
Molti paesi aderenti al sistema, dovevano però limitare la coniazione
per la scarsità delle loro riserve aurifere, non potendo sfruttare,
come gli inglesi, i giacimenti delle colonie, e che potevano stampare moneta senza vincoli particolari.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
A dir il vero solo alcune monete furono dichiarate
direttamente convertibili in oro (sterlina, dollaro, franco, marco...); altre (p.es. la lira
italiana) non erano direttamente convertibili in
oro, ma in monete pregiate che potevano essere subito
riconvertite.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Sino alla 1a Guerra mondiale gran parte del metallo aurifero veniva impiegata per battere moneta circolante, mentre una quantità
identica finiva nei depositi delle banche centrali e del Tesoro,
coprendo sia i crediti che le banconote, passando di continuo dalle riserve
alla circolazione e viceversa.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Con l’inizio della 1a Guerra, molte nazioni accrebbero il ritmo di
stampa di nuove banconote allo
scopo di finanziare lo sforzo bellico.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In Germania, i biglietti emessi dalla Reichsbank passò dai 2.593 milioni del 1913 ai 92.844.720,7 mld circolanti del 1923, che
produssero una situazione di iperinflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La maggior quantità di moneta in circolazione
indusse gran parte dei paesi a sospendere la convertibilità
in oro della propria valuta poiché le riserve auree
nazionali non erano più sufficienti a garantirla.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Ma l'oro serviva ormai solo per chiudere il saldo della bilancia dei pagamenti, in quanto la maggioranza dei
pagamenti avveniva con trasferimenti di valuta tra banche. Per es. la circolazione mondiale dei pagamenti nel 1894 fu stimata a Us$ 20 mld , mentre il movimento effettivo dell'oro fra i vari paesi fu solo di Us$ 0,7 mld.
7,322 gr.1,505 gr 3,871 gr.
PARITA’ = 4,867 PARITA’ = 1,891
PARITA’ = 2,578
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per garantire il cambio ininterrotto di banconote
furono approvate leggi che obbligavano le
banche centrali a tenere sempre nei loro forzieri un
quantitativo d'oro non inferiore ad una certa
percentuale di banconote da loro
stesse emesse.
Il tallone aureo (Gold Standard)
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Come sistema completo e sviluppato il
"gold standard" cessò di esistere nel 1914.
Tuttavia gli Usa lo conservarono fino al 1933, allorché Roosevelt impose
la soppressione della convertibilità del dollaro in oro, mentre Francia, Inghilterra e altri paesi
cercarono di ripristinarlo.
Il tallone aureo (Gold Standard)
Franklin Delano Roosevelt (1882 –1945) è stato il 32º Pres. USA.
Fu l'unico a servire per più di due mandati, e vinse le presidenziali
quattro volte (1932, 1936, 1940 e 1944), rimanendo in carica dal 1933 fino alla
sua morte, nell'aprile del 1945.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel 1925 infatti, i magnati della finanza e i politici, convinti che
la sterlina-oro fosse il principale simbolo dell'impero,
affidarono a Churchill il compito della restaurazione del
"gold standard".
Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1874 – 1965) è stato il primo ministro che ha guidato
la Gran Bretagna durante la WWAR II e dal 1951 al 1955.
Noto statista e stratega, Churchill vinse il
Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 per i suoi scritti storici.
Per farlo occorreva ridurre il livello dei prezzi del paese,
elevare il corso della sterlina sul mercato mondiale,
migliorare la bilancia dei pagamenti, incrementare
l'afflusso di oro e limitare l'emissione di banconote.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per ottenere la parità ufficiale della sterlina con l'oro e il vecchio rapporto col Us$, il prezzo pagato fu una disoccupazione di massa, forti decrementi salariali,
sensibili riduzioni dei servizi pubblici e inflazione.
Il corso della sterlina era artificiosamente elevato e così complicava l'export; i prezzi delle merci erano molto
più alti di quelli Usa, per cui il deficit della bilancia commerciale e dei pagamenti diventava insostenibile.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L'intero mercato monetario mondiale diventava instabile e si
pensa che tutto ciò abbia sicuramente avuto un certo peso
sul crollo della borsa di New York nel 1929.
Nel 1926 la produzione industriale é del 30% inferiore al 1913 e la
disoccupazione interessa il 12% degli abili al lavoro.
L’economia britannica deve ridurre drasticamente l'import di materie
prime, e in pochi anni diventa l'anello debole dell'economia
occidentale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La sterlina conosce un forte crollo nel 1931, sotto i colpi della crisi finanziaria mondiale, nonostante che la
riserva aurea inglese superasse di alcune
volte quella pre-bellica.
L’Inghilterra fu costretta a sospendere la
convertibilità e nel 1934 gli USA dichiararono
che i privati non potevano convertire più
i dollari in oro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il collasso del sistema bancario verificatosi in Austria e in Germania
aveva infatti provocato un allarme incontrollato sulla solidità delle finanze inglesi (molti capitali britannici erano stati investiti in quei due paesi) e sulla stessa
tenuta della sterlina.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In Germania lo Stato nazista subordinò
nettamente l'oro e la valuta alla
preparazione della guerra, e dopo aver congelato i conti esteri in marchi e limitato rigidamente
ogni pagamento estero, spese
praticamente tutte le proprie riserve auree.
Weimar
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le banche inglesi dovettero far fronte ad un precipitoso ritiro dei capitali stranieri e ad ingenti richieste di
conversione delle sterline in oro.
Nel settembre del 1931, esauritesi le riserve auree della Banca d’Inghilterra, dovette essere sospesa la
convertibilità della sterlina e la valuta inglese fu svalutata: questo avvenimento destò sensazione, in quanto sanciva il declino della Gran Bretagna dal
ruolo di "banchiere del mondo".
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La Francia soppresse il "gold standard" quando la borghesia lottava duramente contro il governo di sinistra del Fronte popolare, guidato dal socialista Léon Blum, per evitare che si continuassero ad esportare ingenti
capitali all'estero.
Léon Blum
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Con la WWI la maggioranza dei paesi capitalisti smise di
coniare monete d'oro e limitò il cambio delle banconote in oro, cambio che venne meno
per sempre con la crisi economica mondiale del
1929-1933
L'oro cessò di essere "denaro" in questi paesi e andò sempre
più accumulandosi nei forzieri degli Stati e delle banche centrali, ed usato
come mezzo di pagamento dei debiti internazionali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In seguito molti altri paesi si ritrovarono costretti a prendere gli stessi provvedimenti di sospensione della
convertibilità e ritennero che il modo migliore per affrontarla fosse quello del pareggio del bilancio.
Furono costretti a ridurre drasticamente la spesa pubblica e furono imposte nuove tasse. Ma il risultato
fu solo di ridurre ulteriormente la domanda interna, aggravando perciò la recessione e la disoccupazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Dal sostegno esterno alle attività produttive si
passò alle radicali misure di controllo
(cambi, prezzi e salari) fino all’assunzione da parte dello Stato, del ruolo di vero e proprio
soggetto attivo dell’espansione
economica.
Furono quindi gli Stati ad assumersi nuovi ed importanti oneri.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Gli Usa potenziarono la domanda espandendo la spesa pubblica; in Italia, si giunse all’assunzione diretta da parte Statale di
imprese industriali in difficoltà (I.R.I.); in UK e
paesi scandinavi, si puntò su programmi di
sviluppo che tramite il credito o la manovra
fiscale, guidavano l’attività economica
verso obiettivi fissati dal potere politico.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel 1936 l’economista inglese John Maynard
Keynes con “Occupazione, interesse e moneta”, sostiene
che il mercato non riesce spontaneamente a creare
l’equilibrio fra domanda e offerta né a saper utilizzare in modo ottimale le risorse per raggiungere la piena
occupazione delle unità di lavoro disponibili.
Per cui, attribuì allo Stato il compito di accrescere il volume della domanda effettiva manovrando in senso
espansivo la spesa pubblica.
John Maynard Keynes
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
A sett. del ‘38 la Germania aveva
una riserva di circa 26
tonnellate d'oro, cioè circa 17 milioni di old dollari-oro,
mentre gli Usa erano a quota
Us$ 8,126 mld e l'Inghilterra si attestava sui
Us$ 2,39 mld (ca. 3.600 tonn. oro)
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
All'inizio del WWII, temendo per le proprie riserve auree, molti Stati europei portarono il loro oro negli Usa, vendendolo contro dollari o depositandolo
(es. nei sotterranei della Federal Reserve di New York).
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I nazisti, riuscirono a impadronirsi delle riserve di Austria, Jugoslavia, Grecia, e in parte anche di Francia, Belgio, Cecoslovacchia e di altri paesi
ancora che non avevano fatto in tempo a trasferire tutto l'oro all'estero.
1.300 tonn. d'oro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Si pensa che i nazisti abbiano affondato buona parte del loro oro presso le rive della Corsica, non lontano da Bastia o nelle profondità dei laghi alpini di Toplitz in
Austria .
Oltre che alle riserve degli stati sovrani, i nazisti tolsero oro, senza
alcuno scrupolo, agli ebrei, alle chiese, ai musei, ai privati, persino
ai detenuti dei lager.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel 1944, per iniziativa di Usa e UK,
i rappresentanti di 44 paesi si riunirono negli Stati Uniti, a
Bretton Woods per sanare i
profondi squilibri
economici creati dalla guerra.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Qui, oltre a dar vita al FMI e alla World Bank (Banca Mondiale), venne fissato il prezzo dell'oro a
35 Us$/oz., valore al quale gli americani si impegnarono ufficialmente ad acquistarlo da chiunque e a
venderlo solo alle Banche Centrali.
Al US $ fu assegnato il ruolo di moneta centrale
dell'intero sistema economico, unico conio
nel quale si poteva convertire l'oro e moneta alla quale le altre venivano ancorate da cambi fissi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
List of Delegations at Bretton Woods
Australia India
Belgium Iran
Bolivia Iraq
Brazil Liberia
Canada Luxembourg
Chile Mexico
China Netherlands
Colombia New Zealand
Costa Rica Nicaragua
Cuba Norway
Czechoslovakia Panama
Dominican Republic Paraguay
Ecuador Peru
Egypt Philippines
El Salvador Poland
Ethiopia Union of South Africa
France Union of Soviet Socialist Republics (USSR)
Greece United Kingdom
Guatemala United States
Haiti Uruguay
Honduras Venezuela
Iceland Yugoslavia
Chiang Kai-shek
Camille Gutt
A. Argyropulos
J. M. Keynes H. D. White
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Gli accordi di Bretton Woods favorirono un sistema aperto,
liberista, con minime barriere e libera circolazione dei capitali privati.
Ma gli accordi derivati direttamente o no da B.W. non prevedevano un corretto controllo della quantità di
dollari emessi, permettendo così agli USA l'emissione incontrollata di moneta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al F.M.I. una
quota di oro e di moneta nazionale e dichiarare la parità
tra la propria valuta e l’oro, o indirettamente, il dollaro Usa.
Nel 1948 la Francia fu il primo paese a legalizzare la negoziazione di oro, seguito
nel 1951 dalla Svizzera, paese che non aveva barriere
né all’importazione né all’esportazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Francia e Germania contestarono più volta agli USA di esportare la loro inflazione, impoverendo così il resto del mondo.
L’oro assume il ruolo di bene rifugio e a marzo 1968 nasce il
mercato dell’oro il cui prezzo veniva determinato
dall’offerta e dalla domanda.
Nel 1954 riaprì il mercato di Londra ma negli anni ‘60 si rompe l’equilibrio tra domanda ed offerta, a causa della grave crisi del Us$ che indusse gli
operatori a forti acquisti d’oro.
1970 -1973 Triplica il prezzo
dell’oro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Rimase in vigore fino al 1971 quando Nixon Presidente Usa, soppresse la convertibilità dell'oro con il dollaro
facendo crollare definitivamente uno dei pilastri di Bretton Woods.
Fu l'inizio del sistema di cambi fluttuanti e di una fase di instabilità e disordine monetario accentuata dallo
shock petrolifero del 1973/74, che portarono la quotazione dell'oro dal valore di Us$ 50/oz del 1970
al massimo storico di Us$1217,40/oz. dei nostri giorni.
Prezzo dell’oro
convertibilità dell'oro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Us$ 1.113
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Visto che il Us$ non era più convertibile in oro i governi europei nel 1973 chiesero agli USA che la
parità del Us$ rispetto all’oro venisse abolita, potendo vendere oro sul mercato libero.
Nel 1976 i Paesi aderenti al FMI ufficialmente decisero l’abolizione del prezzo ufficiale dell’oro e quindi del
doppio mercato del metallo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Dopo il picco ’79 seguì una fase laterale nella banda 250 - 500 Us$/oz. fino ai
giorni nostri in cui, il metallo giallo ha ritoccato e superato la soglia psicologica
dei 1200 Us$/oz
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In questo modo l’oro veniva a perdere il suo ruolo di fondamento del
sistema monetario internazionale, ed il sistema di adesso è basato sul dollaro (Dollar Standard).
Con questo accordo il F.M.I. restituì una parte delle riserve
d’oro ai paesi che l’avevano depositato e ne vendette una
parte per aiutare i Pvs.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Molte banche centrali europee, americane e asiatiche, tengono grossi quantitativi del metallo tra le loro
riserve (Fort Knox).
Segnale, a detta di molti, che rafforza la convinzione che l'oro goda di ottimi fondamentali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’andamento del prezzo dell’oro è
influenzato da inflazione, domanda e
offerta, andamento del Us$, tassi di interesse,
ciclo economico e fattori specifici.
Il forte rialzo degli ultimi quattro anni, (triplicato in Us$ e raddoppiato in € ) consiglia però estrema prudenza.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’evoluzione della moneta?
In Europa esistono oggi vari sistemi di moneta elettronica basati su
carte, che sono di norma gestiti da istituzioni
finanziarie.
L’evoluzione è proseguita con varie forme di “moneta elettronica” e di mezzi di
pagamento elettronici apparsi negli anni ’90 ed utilizzati per acquistare beni e servizi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Se il valore della moneta dovesse diminuire in misura significativa, tu
perderesti fiducia nei suoi confronti.
È la fiducia del pubblico a rendere prezioso il denaro.
Allora perché questo pezzo di carta vale
tanto?
È una questionedi fiducia.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’importanza della stabilità dei prezziinflazione e deflazione
L’inflazione determina una perdita di valore e, di conseguenza, di potere d’acquisto della
moneta, la deflazione identifica la situazione opposta.
Si parla invece di “stabilità dei prezzi” quando il livello dei prezzi dei beni e servizi di un paese o
di un gruppo di paesi, resta mediamente invariato nel tempo e di “stabilità assoluta”
quando il medesimo importo di denaro, ad esempio €100,00 - consente di acquistare lo
stesso paniere di beni ottenibile l’anno prima.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Inflazione, deflazione e stabilità dei prezzi
L’inflazione è un incremento generalizzato e persistente del livello generale dei prezzi, e si verifica quando la moneta che può essere spesa eccede la
quantità dei beni disponibili.
AumentaQuantità di moneta
Incremento dei prezzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il giorno della morte di Michael Jackson molti negozi
aumentarono i prezzi dei cd e dischi, perché tutti li
volevano (forte domanda) a qualunque prezzo;
Movimenti dei singoli prezzi e del livello generale dei prezzi
I prezzi possono crescere per un forte aumento della domanda.
In economia si verificano di norma frequenti variazioni dei prezzi anche in presenza di condizioni di stabilità.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Se a seguito di una cattiva annata la
produzione di granturco è scarsa,
aumenterà sicuramente il suo
prezzo;
I prezzi possono crescere per una forte scarsità di offerta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Petrolio e prodotti energetici sono rincarati fra inizio ‘99 e metà 2008,
per l’effetto congiunto della crescente domanda da parte di
economie in rapida crescita e della speculazione finanziaria (derivati).
I prezzi possono crescere per un forte aumento della domanda.
Il rincaro del petrolio aveva portato all’esagerato aumento della
benzina e del costo del trasporto di tutte le altre merci, nonché alla
speculazione sui prodotti agro-alimentari trasformabili in bio-diesel.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Negli esempi, il danaro ha perso “potere d’acquisto”, non essendo più in grado di comprare la stessa quantità
di un mese, un trimestre, un anno prima.
Tuttavia, si parla d’inflazione solo se aumenta il prezzo complessivo dell’intera gamma dei prodottiinclusi nel paniere, e non solo quello di uno.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per non subire una perdita, il produttore ha
fissato prezzi all’ingrosso più elevati
e il commerciante, a sua volta, ha cercato di
trasmettere questo rialzo ai consumatori.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Possono invece diminuire in seguito al minor costo di produzione e per l’attesa di nuovi prodotti.
Computer e cellulari sono oggi molto
meno cari che in passato, poiché la
tecnologia s’è evoluta e gli impianti di
produzione sono stati ammortizzati.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La deflazione è l’inverso dell’inflazione,cioè una diminuzione nel tempo del livello generale dei prezzi,
al di sotto da quello che la B. C. ritiene “ottimale”
Può derivare dalla scarsa domanda di beni e servizi
tipica della fase di recessione che stiamo
vivendo (2007-2009), e che obbliga le imprese ad abbassarne il prezzo.
Se invece, € 50,00 permettono di ottenere all’incirca lo stesso paniere acquistabile uno o due anni prima, si
può dire che il livello generale dei prezzi è stabile.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il pericolo è che allora i consumatori potranno essere indotti a rinviare sistematicamente i loro acquisti di beni durevoli (automobili, elettrodomestici, computer),
tenendosi invece in tasca il denaro contante.
Deflazione è la convinzione che nell’economia si diffonda l’idea che i prezzi si ridurranno
non solo oggi, ma anche in futuro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Non solo, le aziende con la prospettiva di veder scendere i loro prezzi di vendita e i loro margini di
profitto, saranno indotte a fare pressione sulle organizzazioni sindacali dei lavoratori per ottenere riduzioni nel livello dei salari, in assenza delle quali
faranno più facilmente ricorso ai licenziamenti.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’eventuale riduzione dei salari e/o l’aumento della disoccupazione potrebbe a sua volta, avvitare
ulteriormente l’economia in una spirale di recessione e ulteriore deflazione.
Contro una deflazione si può solo fare in modo che lefamiglie riprendano a consumare, consentendo alle
aziende di assumere e investire.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
.
Se aumenti e diminuzioni si compensano a vicenda,
il variare, pur considerevole, dei prezzi
di singoli beni e servizi, non è incompatibile
con condizioni di stabilità del livello generale dei prezzi.
Ma possono anche compensarsi nel breve termine, senza compromettere
la stabilità del sistema.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Come si misurano le variazioni dei prezzi ?
In una data economia, esistono milioni di prezzi soggetti a variazioni in
funzione della domanda e dell’offerta dei rispettivi beni o servizi.
Non potendo tener conto di tutti, quali è corretto prenderne in considerazioneaffinché possano rappresentare il
livello generale?
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’indice dei prezzi al consumoLa sua costruzione tende ad individuare un paniere di beni e servizi più acquistati e più rappresentativi del consumatore medio di una determinata economia.
Pertanto, oltre ai beni della spesa giornaliera, sono presi in considerazione quelli durevoli (auto – cellulari
computer e lavatrici), gli affitti, il costo della sanità, quello delle pensioni e del lavoro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’indice dei prezzi al consumo
Mettendo assieme questa “lista della spesa” e pesando le singole voci in base al loro peso nel
bilancio totale dei consumatori, si crea il cosiddetto “paniere di mercato” 1.
1) Il peso attribuito alle singole componenti rispecchia la quota da esse rappresentata sul totale della spesa monetaria finale delle famiglie ed è oggetto
di revisione periodica per tenere conto del variare delle abitudini di consumo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
2) A tale indice si unisce, in economia, quello dei prezzi alla produzione, che misura le modifiche apportate nel tempo dai produttori nazionali di beni e
servizi ai rispettivi prezzi di vendita.
Numerosi ”rilevatori” verificano il prezzo delle singole voci di spesa in vari punti vendita e calcolano una
volta al mese gli “indici dei prezzi al consumo” (IPCA o HIPC)2 .
Il costo del paniere viene monitorato nel tempo inmodo da determinare una serie per l’indice dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’indice dei prezzi al consumo
L’indice, che funge da misura del livello generale dei prezzi, è regolarmente esaminato per vedere di quanto
quest’ultimo è aumentato (inflazione) o, come in questo (raro) momento di deflazione, diminuito.
Viene così misurato il tasso d’inflazione sui 12 mesi, esprimendo in termini percentuali la differenza di costo diun determinato paniere rispetto all’anno precedente.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Tutto ciò, tuttavia, rispecchia soltanto la situazione di un consumatore “medio” o
rappresentativo.
Se le abitudini di acquisto personali si discostano notevolmente
da quelle medie su cui si fondano il paniere e l’indice, il singolo
consumatore può percepire una variazione del costo della vita
diversa da quella mostrata dall’indice.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Cioè, l’inflazione misurata dal “tasso di inflazione”
riflette soltanto la situazione media dell’economia enon corrisponde esattamente alle variazioni di prezzo
complessive percepite dai singoli consumatori.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Misurare l’inflazione:un esempio sempliceSi immagini che un paniere di mercato rappresentativo della
spesa annua degli adolescenti sia composto da 100 panini, 50 bibite, 10 bevande energetiche e una mountain bike.
Il costo totale è dato dalla somma dei prodotti delle quantità per i prezzi. Si noti come, fra 1° e 2° anno, esso sia salito da € 300,00 a € 330,00, vale a dire del 10%. Fra il 1° anno e il 3°, invece, è passato da € 300,00 a € 360,00, con un incremento del 20%.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
.
Un altro modo per esprimere questo fenomeno è :
(P3 / P1) × 100 = (360/300) × 100 = 120,00 dove:
Tale indice fornisce un quadro generale dell’evoluzione di un gran numero di prezzi.
Indice dei prezzi del momento in cui si
vuol calcolare l’inflazione
Indice dei prezzi del periodo basa
(normalmente fatto base=100)
L‘ Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:
• per l'intera collettività nazionale (NIC),• per le famiglie di operai e impiegati (FOI)• e l'indice armonizzato europeo (IPCA o HIPC).
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Finalità dei tre indici dei prezzi al consumo
NIC misura l'inflazione a
livello dell'intero sistema economico.
Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di
riferimento per la realizzazione delle
politiche economiche
FOI si riferisce a
consumi dell'insieme delle famiglie lavoratori
dipendenti (extragricolo).
Si usa per adeguare i valori monetari, gli affitti
o gli assegni dovuti al coniuge
separato;
IPCA o HIPCserve per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello
europeo.
E’ l’indicatore che verificare la convergenza delle economie dei paesi membri della UEM, ai fini
dell'accesso e della permanenza nell'Unione
monetaria.
I tre indici dei prezzi al consumo hanno finalità differenti:
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Analogie e differenze tra i diversi indici
NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è
diverso, in base all'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di
riferimento.
Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione
italiana di oltre 59 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che
fanno capo a un operaio o un impiegato.
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Analogie e differenze tra i diversi indici
L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude,
sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i
servizi relativi alle assicurazioni vita.
NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L'IPCA o HIPC si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore: nel caso dei medicinali, l’indice
armonizzato europeo considera la quota effettivamente a carico del consumatore (ticket), nonché le riduzioni temporanee di
prezzo (saldi e promozioni).
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Problemi di misurazione1) La progressiva perdita di rappresentatività di un dato paniere,
visto che nel tempo il consumatore tende a sostituire i beni più costosi con altri più economici.
minor utilizzo = - spesa carburante
Pertanto, se le ponderazioni non vengono corrette, la
variazione dell’indice potrebbe lievemente sovrastimare i “veri” aumenti dei prezzi.
sovrastima
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Problemi di misurazione2) La seconda difficoltà è riconducibile al fatto che risulta a volte
difficile tenere conto degli effetti di variazioni della qualitàdei prodotti.
Se la qualità di un certo
prodotto o servizio migliora
l’aumento di prezzoriconducibile a tale
miglioramento, non può e non deve essere
ritenuto inflazionistico
in quanto nonriduce il potere
d’acquisto della moneta.
1930 1960 1980 2000
Le autovetture di oggi sono molto + sicure e accessoriate di quelle degli anni ‘80 a loro volta migliori di quelle di 20 anni prima
e così via …...
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Problemi di misurazioneAnche la comparsa di prodotti nuovi o versioni più evolute di
prodotti già esistenti (ad esempio nel settore alimentare), costituisce un fenomeno rilevante che presenta delle difficoltà.
In genere, c’è un forte ritardo prima che i prezzi dei nuovi prodotti siano inclusi nell’indice per la difficoltà di raccogliere in
poco tempo informazioni sulle quote di mercato, canali distributivi principali e le marche più diffuse. Un ritardo eccessivo, tuttavia,
può alterare la piena rappresentatività delle effettive variazioni medie dei prezzi cui sono esposti i consumatori.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), ossia un IPC armonizzato per tutti i paesi dell’area, costituisce un concetto relativamente recente.
In secondo luogo l’Eurostat, l’istituto della Commissione europea responsabile per questo ambito statistico a livello
UE, ha tentato di ovviare a eventuali distorsioni di misurazione dello IAPC definendo opportuni standard statistici.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Variabili nominali e reali
L’inflazione riduce la quantità di beni acquistabili a fronte d’un determinato importo o provoca una perdita di valore o la riduzione del potere d’acquisto della moneta.
Le variabili nominali, pertanto, sono misurate a prezzi correnti e, modificandosi al variare dei prezzi e di
conseguenza dell’inflazione, non sono depurate degli effetti di quest’ ultima.
Le reali, invece, come il reddito o i salari in termini reali, sono invece al netto degli effetti dell’inflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In termini nominali, il salario di un lavoratore cresce del 3% l’anno e sale da € 2.000 a € 2.060 su base mensile.
Se nello stesso anno il tasso di inflazione è dell’1,5%, l’aumento del salario in termini reali sarà pari a:
((103/101,5) – 1) × 100 ≈ 1,48%, vale a dire a circa il 3% – 1,5% = 1,5%.
Pertanto, più alto è il tasso di inflazione a fronte di un determinato aumento del salario nominale, minore sarà il quantitativo di beni che potrà acquistare il lavoratore.
Nominale
Tasso di inflazione
Reale
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Un esempiosui tassi
Si ipotizzi di acquistare a valore tel quel un titolo di Stato con scadenza 12
mesi. Se a fronte di un esborso iniziale di € 98,04 se ne ottengono €100,00 alla scadenza, vuol dire che il titolo genera
un interesse del 2% nominale.
Si ipotizzi anche che il tasso di inflazione per l’anno sia pari all’1,5%: cioè che dopo 12 mesi
il valore di un paniere di beni all’inizio posto uguale a 100 sarà salito a 101,5.
Così il titolo frutterà circa €0,5 di reddito “reale”, cioè un interesse di circa 0,5%.
E’ ovvio che in caso di inflazione positiva il tasso di interesse reale è
inferiore a quello nominale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La relazione esistente tra inflazione attesa e i tassi di interesse:
“l’effetto Irving Fisher ”In economia, per tasso di interesse reale si intende
l’aumento del potere d’acquisto ottenuto grazie a un determinato investimento e la relazione fra le tre variabili
può essere rappresentata come 3:
rr = rn – π dove:
con rn si indica il tasso di interesse nominale,con rr quello reale e con π il tasso di inflazione.
3) La relazione è un’approssimazione, ragionevolmente accurata soltanto se rr , rn e π sono di valore relativamente basso. Può essere di fatto dimostrato che
1 + rr = (1 + rn) × (1 + π), ovvero che rr = rn –π – rr × π. Naturalmente, se rr e π sono di basso valore, il termine rr × π diventa trascurabile e
pertanto rr = rn – π costituisce l‘approssimazione utilizzata.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Una diversa disposizione dei termini dell’equazione evidenzia come il tasso di interesse nominale sia pari alla somma di quello reale e del tasso di inflazione:
rn = rr + π
Questa equazione ci dice allora che:
Se io (prenditore) accendo un prestito per acquistare una nuova autovettura, con la banca (prestatore) e concordo un tasso di interesse nominale reale ex ante (rr*), non so con
esattezza come varierà l’inflazione lungo la durata del prestito e quindi, non conosco quello effettivamente realizzato, che va
sotto il nome di “tasso di interesse reale ex post (rr)”. .
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Futures
Benché prenditori e prestatori non siano in grado di prevedere con esattezza
l’inflazione futura, è però lecito ritenere che nutrano delle aspettative al riguardo.
Se si indica con π e l’inflazione attesa e con π quella effettivamente realizzata, il tasso di interesse
reale ex ante sarà: rr * = rn – π e e quello ex post risulterà rr = rn – π
C’è differenza fra i due tassi se l’inflazione realizzata non coincide con quella attesa.
Il tasso di interesse nominale ex ante riflette solo l’inflazione attesa, poiché quella
realizzata è ignota alla stipula.
rn = rr* + π e
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’uguaglianza è nota come “equazione di Fisher” dal nome dell’economista Irving Fisher (1867–1947) e mostra che il tasso di interesse nominale rn è funzione di quello reale ex ante (rr*) e
del tasso di inflazione atteso (π e).
rr * = rn - π e
INFLAZIONEINVESTIMENTO TASSO FISSO
RENDIMENTO REALE
DEBITO MUTUO CASA TASSO FISSO
INFLAZIONE PESO DELLA RATA
rr * = rn - π e
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
da cui deriva
Dove rr come il tasso reale, rn come il tasso nominale e π come il tasso di inflazione attesa.
Esempio Considerando il tasso di rendimento del BTP (scadenza 1/3/2036 - cedola 4.25%) con Yield to Maturity pari al 3.81% per anno:e
scomponendolo in un tasso d'interesse reale del 2% e una inflazione attesa del 1.775% (considerandolo free risk), la formula
esatta dà: 1.02 x 1.01775 = 1.0381, cioè un tasso nominale del 3.81% . L'equazione di Fisher, invece, porta a calcolare 2% +
1.775% = 3.775% (trascurando rr * π ) ne deriva che il rendimento reale a scadenza di un titolo è pari al rendimento nominale
depurato della componente inflazionistica. 3.775% è quasi uguale a 3.81%.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Pertanto, un alto tasso di interesse nominale su un deposito o su un titolo di Stato potrebbe
riflettere attese di inflazione elevata e non per forza rendimenti reali attesi consistenti.
Occorre infatti tener presente che, in determinate
circostanze, i tassi di interesse nominali, possono
includere premi per il rischio compresa l’incertezza
connessa all’inflazione, al tasso di cambio e
all’eventualità di insolvenza.
Tale concetto è importante per chiunque presti denaro o lo prenda in prestito.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziLa stabilità dei prezzi influisce in senso positivo sul
tenore di vita contribuendo a...
Inflazione e Deflazione non sono ritenuti fenomeni desiderabili: infatti comportano
costi e svantaggi notevoli.
La stabilità dei prezzi evita questi costi e offre benefici ai cittadini contribuendo al raggiungimento di livelli
elevati di benessere economico, anche sotto forma di un alto tasso di occupazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... attenuare l’incertezza circa l’evoluzione generale dei prezzi, migliorando la trasparenza dei prezzi relativi...
La stabilità dei prezzi consente di valutare meglio le variazioni
dei prezzi dei beni, in quanto non sono celate da quelle del livello
complessivo dei prezzi.
Se ad esempio, il prezzo di un prodotto cresce del 3%, ma il livello generale dei prezzi è stabile, il consumatore lo legge
come un aumento di prezzo specifico di quel prodotto e su tale base deciderà di
limitarne l’acquisto o sostituirlo con altro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziAnalogamente, in caso di deflazione, i consumatori potrebbero non rendersi conto che il ribasso di un prodotto specifico rispecchia l’andamento generale
dei prezzi e non un calo di prezzo del prodotto specifico.
Prezzi stabili evitano di male interpretare le variazioni del livello generale dei prezzi come variazioni dei prezzi relativi e consentono di adottare decisioni di consumo
e di investimento meglio informate.
Rottamazione auto
Di conseguenza, essi potrebbero essere indotti ad acquistarne più
del dovuto.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziL’incertezza circa l’evoluzione futura del
tasso di inflazione può indurre le imprese ad adottare decisioni sbagliate
in materia di occupazione.
Come pure lavoratori e sindacati che, incerti sul quadro inflazionistico futuro, chiedono aumenti consistenti dei salari nominali pensando che elevati tassi di inflazione futuri possano falcidiare le retribuzioni reali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
La stabilità dei prezzi
Incertezza sulla
inflazione
riduce ed evita errori di
allocazione di risorse
Decisioni e informazioni
sbagliate
Aiutando il mercato a indirizzare le risorse dove possono essere impiegate in modo più produttivo, una
stabilità durevole dei prezzi accresce l’efficienza dell’economia e quindi il benessere delle famiglie.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... ridurre i premi per il rischio di inflazione nei tassi di
interesse...
Se il creditore ha la certezza di prezzi stabili in futuro,non richiederà “premi per il rischio di inflazione” come
compenso per la detenzione di attività nominali sul più lungo periodo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
Riducendo i premi al rischio, si ottengono
tassi di interesse nominali inferiori, e la
stabilità dei prezzi concorre ad accrescere
l’efficienza con cui i mercati dei capitali
assegnano le risorse, aumentando così gli incentivi a investire.
Ciò promuove a sua volta la creazione di posti di
lavoro e, più in generale, il benessere economico.
Premio di rischio %
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
Un credibile mantenimento della stabilità dei prezzi riduce anche la probabilità che i singoli cittadini e le imprese distolgano risorse da utilizzi produttivi pertutelarsi, ossia “coprirsi”, contro l’inflazione o la deflazione.
... evitare inutili attività di copertura...
In un contesto di alta inflazione esiste l’incentivo ad accumulare
beni reali che conservano il loro valore meglio della moneta
o di alcune attività finanziarie.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... contenere gli effetti distorsivi dei regimi fiscali e di
sicurezza sociale...
I regimi fiscali e di sicurezza sociale possono determinare incentivi che influiscono in senso distorsivo sul comportamento economico.
Infatti, incrementi salariali per compensare i lavoratori dell’erosione inflattiva,
potrebbero assoggettarli ad aliquote impositiva più elevate: “fiscal drag”.
Distorsioni che possono essere esacerbate dall’inflazione o
dalla deflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La stabilità dei prezzi favorisce la crescita economica e l’occupazione …
• … perché è più facile confrontare i prezzi
In condizioni di stabilità dei prezzi non è difficile controllare se il prezzo dell’ultimo modello di jeans sia
aumentato rispetto a quello delle scarpe da ginnastica più moderne.
I consumatori possono quindi scegliere meglio e le imprese decidere investimenti in modo più consapevole.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In condizioni di inflazione (o deflazione) i prezzi di tutti i beni registrano variazioni significative, che rendono difficoltoso valutare se un prodotto sia divenuto più
economico o più caro rispetto ad altri.
Imprese e consumatori possono, quindi, fraintendere tali variazioni e compiere errori nel decidere i propri
acquisti.
Ciò determina un uso non proficuo delle risorse.
Fascia di stabilità
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
• … perché costa meno prendere denaro in prestito
Se i prezzi sono stabili, chi risparmia (o presta) denaro accetta tassi di interesse più bassi, perché si aspetta
che il valore del suo denaro rimarrà a lungo costante.
AI contrario, cercherebbe invece di tutelarsi dalla incertezza riguardo al valore futuro del denaro esigendo
tassi di interesse più alti.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Di conseguenza, in condizioni di stabilità dei prezzi chiunque prenda denaro in prestito può beneficiare di tassi di interesse più stabili.
costi di indebitamento inferioriper le imprese
per macchinari e investimenti più moderni
per le famiglieuna nuova un’automobile o una casa.
incentivo agli
investimenti
migliora la competitività
crea nuovi posti di lavoro
crescita economica e occupazione
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’iperinflazioneL'inflazione da una mano ai Governanti indebitati (specie se a tasso fisso BTP) ma distrugge buona parte della ricchezza dei risparmiatori e aumenta la spesa pubblica.
Una situazione di tassi di inflazione estremamente elevati e/o in continua crescita che sfugge ad ogni controllo
prende il nome di “iperinflazione”.
1922 Germania 5.000% 1985 Bolivia + del 10.000%1989 Argentina 3.100% 1990 Perù 7.500%1993 Brasile 2.100% 1993 Ucraina 5.000%
Alcuni dei paesi interessati da tali episodi nel XX° sec., con l’indicazione del tasso di inflazione annuo raggiunto.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Un tasso di inflazione mensile pari al 50% comporta un aumento del livello dei prezzi di oltre cento volte nel giro di un anno e di più
di due milioni di volte in tre anni.
Di fatto, l’iperinflazione iniziata in Germania nel primo dopoguerra e
culminata nel 1923 ha avuto conseguenze economiche, sociali
e, come viene ampiamente riconosciuto, politiche, devastanti.
Con l'iperinflazione" fuori controllo della Repubblica di Weimar in Germania, 1923, i
bambini giocavano con mazzi di banconote. (Photo: Hulton Deutsch)
Weimar
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In tali situazioni sfumano i risparmi e un’ampia fascia dipopolazione subisce un notevole calo di ricchezza.
La consapevolezza di un costante
aumento dei prezzi
Un circolo vizioso
Induce i lavoratori a rivendicare salari più elevati nel timore di
ulteriori rincari
che di fatto si verificano a seguito del cresciuto costo della manodopera e quindi di produzione
Tutti iniziano a sbarazzarsi del proprio denaro
Ogni giorno il danaro sisvaluta, e la gente spende a ritmi
sempre maggiori.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I governi reagiscono alla perdita di valore della moneta accrescendo degli zeri alla valuta cartacea.
Diventa impossibile tenere il passo con
l’esorbitante aumento dei prezzi
Un circolo vizioso
I costi dell’iperinflazione
diventano insostenibili.
La moneta perde completamente il suo
ruolo di riserva di valore
di unità di conto e mezzo di scambio.
Si diffonde il baratto, e la moneta cartacea viene man mano soppiantata da mezzi di scambio alternativi, quali le sigarette,che non perdono
valore con l’inflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
... accrescere i vantaggi connessi alla detenzione di contante...
I vantaggi della stabilità dei prezzi
L’inflazione può essere vista come un’imposta
occulta sulla detenzione di liquidità in depositi non
remunerati a tassi di mercato, che vede calare i propri saldi monetari reali
e quindi la propria ricchezza finanziaria reale,
come se gliene venisse sottratta una parte.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
tasso di interesse
atteso
tasso di interesse
atteso
domanda di liquidità da parte
delle famiglie
domanda di liquidità da parte
delle famiglie
La domanda di contante
Detenere liquidità semplifica le transazioni, se così non fosse, non esisterebbe alcun incentivo a detenere
contante non remunerato.
Un’ inflazione attesa più elevata e, di conseguenza, un tasso di interesse nominale superiore, tendono pertanto a influire in senso negativo sulla domanda di moneta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziOggi l’interesse sui depositi bancari è prossimo a 0,25% e quello su un titolo di Stato a breve, appena 1%, così che la detenzione di € 1.000 in banconote comporta una perdita di € 10 l’anno.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziSe si ipotizza che un’
inflazione più elevata determini un
aumento dei tassi nominali al 10% :
continuando a detenere € 1.000,00 in contanti, la perdita
salirebbe a € 100 l’anno, circa 2 euro
per settimana, stimolando una
minore richiesta di liquidità.
Dunque, maggiore è il tasso di interesse, inferiore sarà la
domanda di banconote = la domanda di moneta è “elastica
al tasso di interesse”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... evitare una distribuzione arbitraria di ricchezza e
reddito...
La stabilità dei prezzi evita i problemi economici, sociali e politici connessi alla redistribuzione arbitraria di ricchezza e di reddito che si osserva durante gli episodi di inflazione e deflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
In caso di aumento inatteso dell’inflazione, chi vanta crediti nominali, ad esempio sotto forma di contratti salariali sul più lungo periodo, depositi bancari otitoli di Stato, vedrà scendere il valore reale degli
stessi tanto + quanto più l’inflazione salirà.
Mi avevano detto, vuoi
essere furbo, garantisciti un tasso fisso per cinque anni ..
E pensare che ero
indebitato fino al
collo …
... evitare una distribuzione arbitraria di ricchezza e reddito...
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... evitare una distribuzione arbitraria di ricchezza e
reddito...
In tale situazione tuttavia i debitori, sono spesso nell’impossibilità di rimborsare il capitale e rischiano persino l’insolvenza, compromettendo il futuro dei creditori e di quanti lavorano per le imprese insolventi.
Episodi di deflazione inattesa invece, potrebbero beneficiare chi vanta crediti nominali, poiché ne
aumentano il valore (salari o depositi), in termini reali.
rr * = rn - π e
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi
Perciò se un lavoratore perde il suo posto di lavoro, non può che cercare un nuovo
impiego altrove, sia pure ad un salario più basso, o sperare in un
aiuto dagli ammortizzatori sociali o
privati o dello Stato.
Il bene principale delle persone povere è il loro lavoro, un bene che può essere
impiegato in qualsiasi settore. Contributi
fissi durantel’attività
CIGS
CIGO = 80% redd. x 52 sett.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Gli aspetti sociali della stabilità dei prezzi
Stabilità dei prezzi
stabilità sociale
Inflazione prezzi crescenti
disagio e perdite aicittadini
riduce il valore del risparmio
Penalizza le fasce
più deboli
Inflazione (o deflazione) elevati
generano instabilità sociale
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezzi... contribuire alla stabilità finanziaria
Si ipotizzi ad esempio che una banca eroghi prestiti a lungo
termine a tasso fisso finanziati da depositi a breve.
Con l’aumento dell’inflazione, scende il
valore reale delle attività.
La Banca può trovarsi esposta a problemi di solvibilità che possono provocare una “reazione a catena” negativa.
In stabilità invece, il valore reale delle attività non é esposto agli
shock defla-inflazionistici e la stabilità finanziaria ne risulta
accresciuta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziMantenendo la stabilità dei prezzi, le BC concorrono al
conseguimento di finalità economiche più generali
Una Banca Centrale che garantisca la stabilità
dei prezzi, contribuisce in misura significativa al
conseguimento di finalità economiche più generali quali: il miglioramento del tenore di
vita il mantenimento dell’attività economica e dell’occupazione su livelli
elevati e più stabili.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I vantaggi della stabilità dei prezziMantenendo la stabilità dei prezzi, le BC concorrono al
conseguimento di finalità economiche più generali
Andamento dell’inflazione nelle aree principali
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Riscontri economici, dimostrano che le economie contraddistinte da tassi di inflazione
più bassi registrano crescita mediamente superiori in termini reali.
Riscontri economici, dimostrano che le economie contraddistinte da tassi di inflazione
più bassi registrano crescita mediamente superiori in termini reali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Possibilità e limiti di politica monetaria: uno sguardo.
La politica monetaria delle BC influisce sull’economia in quanto unica emittente
di banconote e riserve bancarie, la banca
centrale è la fornitrice monopolistica di quella
che viene definita “base monetaria”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In virtù di tale
monopolio, essa può influire sulle
condizioni del
mercato monetario e guidare
l’andamento dei tassi di interesse a
breve termine.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Nel breve, la BC è in grado di influire sull’economia reale
Variando i tassi a breve, una BC influisce sulle decisioni di spesa e di risparmio delle famiglie
e delle imprese.
tassi più elevati
meno prestiti per finanziare i consumi
o investimenti difamiglie e imprese
Minor consumo
+ risparmioManovra restrittiva
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Nel lungo periodo, le variazioni dell’offerta di moneta agiscono sul livello generale dei prezzi...
Nondimeno, gli economisti ritengono generalmente che nel lungo periodo, una variazione della quantità di moneta della BC, si rifletta esclusivamente sul livello dei prezzi.
Tale variazione equivale ad una
modifica dell’unità di conto, e lascia
immutate tutte le altre variabili come
Pil ed occupazione.
E’ un po’ come passare dai
chilometri alle miglia: non
cambierebbe la distanza effettiva
fra due punti.
Di norma, trascorre molto tempo prima che i prezzi avvertano gli effetti della
politica monetaria.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
... ma non sul livello dell’occupazione o del reddito reale
Le determinanti principali dell’occupazione e dei redditi reali sul lungo periodo sono:
la tecnologiaandamenti
demograficidiritti di
proprietà
politiche di welfare
e altre norme che incidono sulla flessibilità dei mercati e sugli incentivi a fornire lavoro e capitale e a
investire in risorse umane.
politica fiscale
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
La moneta e i tassi di interesse: come può la politica monetaria influenzare i tassi di interesse ?
La BC fissa i tassi di interesse nominali a breve applicati agli enti creditizi che
ricorrono al suo finanziamento.
Gli enti debbono infatti procurarsi banconote per i propri clienti e per ottemperare all’obbligo di riserva
mediante i depositi detenuti presso la BC.
BC, unica emittente di banconote (riserve), e della base monetaria, determina i tassi ufficiali, cioè i tassi
a breve sui prestiti concessi agli enti creditizi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Cosa si intende per “vischiosità dei prezzi”?
E’ dimostrato che spesso le imprese non adeguano immediatamente i prezzi dei beni, alle variazioni
della domanda o dell’offerta, benché alcuni
prezzi, come quello del petrolio, siano corretti con notevole frequenza, gli altri cambiano su base soltanto
mensile o annuale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
1) I prezzi sono spesso stabiliti a lungo termine fra clienti e imprese al fine di ridurre le incertezze e i costi connessi a trattative frequenti.
2) Possono essere mantenuti costanti dalle imprese per non irritare la clientela abituale con ritocchi continui.
3) Ci sono costi connessi alla modifica di un listino prezzi già stampato e pubblicato.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Si ipotizzi un aumento di M3 da parte della BC, con
l’emissione di ulteriori banconote e l’acquisto
di titoli di Stato.
Si ipotizzi un aumento di M3 da parte della BC, con
l’emissione di ulteriori banconote e l’acquisto
di titoli di Stato.
Essendo disposti a detenere quantitativi superiori di moneta e a ridurre le proprie disponibilità di titoli di
Stato solo a seguito di un calo di rendimento (tasso), alla maggiore offerta di moneta deve corrispondere
una riduzione del tasso di interesse nominale.
QUANTITATIV
E
EASING
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Vischiosità è un termine utilizzato nelle scienze sociali, in particolare in economia, per
descrivere una situazione in cui una variabile oppone resistenza ad un cambiamento.
La vischiosità dei prezzi sul breve periodo, dunque, comporta che le attese di inflazione a breve restano
sostanzialmente invariate.
Di conseguenza, una variazione dei tassi di interessenominali a breve termine si traduce in una correzione
del tasso (rr *) di interesse reale atteso ex ante.
rr * = rn - π e
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
L’impatto delle variazioni dei tassi di interesse sulle decisioni di spesa dei consumatori e delle imprese
Il rialzo dei tassi reali accresce la propensione al risparmio delle famiglie, poiché aumenta la remunerazione di quest’ultimo in termini di consumi futuri.
si incrementa il risparmio.
calo dei consumi correnti
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
L’impatto delle variazioni dei tassi di interesse sulle decisioni di spesa dei consumatori e delle imprese
Il rialzo dei tassi reali deprimono gli investimenti delle imprese, riducono il numero di progetti di
investimento in grado di offrire remunerazioni sufficienti a coprire il maggior costo del capitale.
scoraggia gli investimenti correnti delle
imprese.
contrae l’economia nel suo insieme, flette la domanda aggregata, crea “inasprimento”
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Potrebbero passare mesi o anni prima che un’impresa possa reimpostare un nuovo piano di investimenti, o realizzare nuovi impianti o apparecchiature particolari.
Anche l’edilizia abitativa reagisce con ritardo, poiché il processo di trasmissione della politica monetaria non è in grado di controllare la domanda di beni e servizi sul breve periodo.
Esiste un notevole sfasamento temporale fra il l’azione della BC e la sua ripercussione sull’economia.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
L’incidenza delle variazioni della domanda aggregatasull’attività economica e sull’evoluzione dei prezzi
Figura 1: Domanda aggregata e offerta aggregata di breve periodo
La fig. 1 descrive l’andamento della AD (aggregate demand) e della AS
(aggregate supply) collocando il livello dei prezzi sull’asse delle
ordinate e il prodotto in termini reali su quello delle ascisse.
Per conoscere l’andamento della domanda aggregata va analizzata
l’evoluzione delle decisioni di spesa reale al mutare del livello dei prezzi, ipotizzando ferme le altre condizioni.
domanda aggregata
offe
rta a
ggre
gata
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
domanda
offe
rta
Si dimostra che la curva della domanda aggregata ha un’inclinazione negativa.
A parità di offerta di moneta, un
rialzo dei prezzi riduce i saldi
monetari reali, mentre un ribasso
dei prezzi determina una
maggiore domanda di
produzione in termini reali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
L’offerta aggregata e il livello dei prezzi nel breve periodo
Con “offerta aggregata” si designa l’offerta di beni e servizi prodotti dalle imprese.
Ma in che modo una variazione del livello dei prezzi influisce sulla produzione in termini reali ?
Se i salari nominali restano invariati, un rialzo dei prezzi determinerà sostanzialmente un calo dei salari reali.
Ciò renderà più profittevole per le imprese assumere altri lavoratori
e accrescere la produzione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Se tutti gli altri fattori restano invariati, un rialzo dei prezzi induce quindi le imprese ad accrescere gli
occupati e la produzione. prezzi
Pertanto, sul breve, la curva dell’offerta aggregata risulta
inclinata verso l’alto.
offerta
L’intersezione o “punto di equilibrio”, descrive la coincidenza fra le forze di mercato, determina il livello
dei prezzi e del prodotto esistenti in un’economia.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
offe
rta
Cosa succede in caso di squilibrio?
Si immagini un’economia con prezzi superiori a quello di equilibrio: l’offerta e la domanda si collocherebbero
rispettivamente sopra e sotto del punto di equilibrio.
Ne conseguirebbe una domanda inferiore all’offerta, che indurrebbe alcuni fornitori
ad abbassare i prezzi.
Ciò comporterebbe a sua volta un aumento della domanda aggregata.
Nel contempo, alla riduzione dei prezzi farebbe seguito un aumento dei salari reali, in quanto quelli nominali restano
invariati nel breve periodo.dom
anda Crescerebbe il costo per le imprese e siosserverebbe una tendenza a ridurre la
produzione abbassando l’offerta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’offerta aggregata sul lungo periodo
Nella curva dell’offerta di breve periodo gli effettipositivi di un livello più elevato dei prezzi sul prodotto in termini reali durano soltanto finché i salari nominali, e di
conseguenza anche quelli reali, restano invariati.
In realtà, i salari nominali vengono stabiliti con frequenza più o meno annuale o al massimo
biennale.
Ma non accettando la riduzione dei salari reali (provocata dall’inflazione), lavoratori e/o sindacati vorranno compensare con incrementi retributivi.
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Ma se ciò riporterà i salari reali sui livelli precedenti l’aumento dei prezzi, a produttiva immutata, le imprese
non riterranno più profittevole mantenere i più elevati livelli di occupazione e li ridurranno.
Concludendo, nel lungo periodo l’inflazione non erode i salari reali e non
influisce né sull’occupazione né sulla produzione : nel lungo la
curva dell’offerta aggregata è verticale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’intersezione della curva AS con l’asse x, (AS*)
viene chiamata “prodotto potenziale” e rappresenta
il valore dei beni e dei servizi finali prodotti
quando le risorse dell’economia sono
pienamente utilizzate, dato lo stato corrente della
tecnologia dell’economia.
Fig. 2: Domanda aggregata e offerta aggregata di lungo periodo
Finora ogni valutazione su prezzi e prodotto reale è stata fatta a parità di tutti i fattori diversi, occorre però capire cosa può
succedere al variare della normativa del mercato del lavoro dei regimi fiscali, pensionistici e previdenziali e altri fattori.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano la traslazione delle curve
• l’espansione della spesa pubblica,• la riduzione delle tasse,• il deprezzamento valutario• l’incremento della ricchezza in termini reali,• il rincaro dei titoli azionari• il rincaro dei terreni,• la crescita dei consumi• della spesa per investimenti• aspettative su maggior consumo e investimenti.
Inducono un aumento della domanda aggregata (determinando uno spostamento della curva AD verso
l’esterno o verso destra)
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano la traslazione delle curve
Se ad esempio le imprese si attendono una maggiorazione degli utili, tenderanno ad accrescere la spesa per investimenti.
Così, se le famiglie prevedono che incrementi della produttività nel lavoro,
determinino un aumento dei redditi reali, accresceranno la spesa per consumi.
Perciò, se migliora la fiducia dei consumatori e
degli investitori, generalmente cresce la domanda aggregata.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano la traslazione delle curve
Per quanto riguarda gli effetti della politica
monetaria,è possibile osservare come l’incremento dell’offerta di
moneta e la connessa, riduzione dei tassi di
interesse in termini reali provochino un’espansione della domanda aggregata
e di conseguenza uno spostamento
verso destra della relativa curva **
** Gli economisti esprimono spesso il calo della domanda
di moneta in termini di aumento della velocità di circolazione della moneta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Se a parità di offerta di moneta si riduce la disponibilità a detenere contante, lo stock di moneta disponibile dovrà cambiare di mano più spesso e quindi circolare di più = aumenta la velocità di circolazione
I fattori che determinano la traslazione delle curve
Calo della Domanda di moneta
aumento della velocità
di circolazione della moneta.
La velocità con la quale la moneta viene
trasferita tra i vari detentori e determina la
quantità di moneta necessaria per un
determinato livello di transazioni.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano la traslazione delle curve
Allo stesso modo, variazioni di segno opposto fanno diminuire la domanda aggregata (e quindi spostare
verso sinistra la curva AD).
E’ evidente che l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi, quali i salari, o del petrolio,
determina una traslazione della curva verso sinistra.
I progressi tecnologici o gli incrementi di produttività la
spostano invece verso destra poiché, a parità di
manodopera, consentono di accrescere la produzione senza aumentare i costi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano la traslazione delle curve
Si dimostra che gli spostamenti della curva
dell’offerta e/o della domanda possono variare il livello generale dei prezzi.
Un calo dell’offerta (AS verso sinistra) sarà
accompagnato nel breve da una diminuzione del
Prodotto reale e da un concomitante aumento dei
prezzi,
mentre un incremento della domanda (AD verso destra) si tradurrà, a breve termine,
in una espansione dell’attività in termini reali e in un incremento dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezziFig. 3: Variazioni della domanda aggregata e dell’offerta
aggregata di lungo periodo
Se la curva dell’offerta è verticale, tipica del lungo periodo, le variazioni della domanda aggregata influiranno sui prezzi ma
non sul prodotto.
Ad un aumento dell’offerta di moneta, la curva della domanda aggregata si
sposterebbe verso destra (AD1 AD2) e, sul lungo
periodo, l’economia troverebbe un nuovo
equilibrio con prezzi più elevati a fronte di un livello invariato di produzione in
termini reali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Riepilogando
L’aumento dei prezzi, cioè l’inflazione, si verifica solo se diminuisce l’offerta o se la
domanda continua a salire nel tempo e ciò avviene solo se la politica monetaria asseconda
tale andamento con bassi i tassi e alti i livelli di crescita della
moneta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Riepilogando
In altri termini, possono determinarsi spinte inflazionistiche se
intervengono cambiamenti (gli economisti parlano spesso di “shock”per riferirsi a variazioni inattese degli
andamenti economici) che inducono i consumatori
ad aumentare le proprie spese o le imprese
a ridurre la produzione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
“inflazione da domanda”
“inflazione da costi”.
Aumento della domanda di moneta
Aumento dei costi
contrazione dell’offerta
aumenta l’offerta aggregata
diminuisce la domanda aggregata.
pressioni deflazioni
stiche
pressioni deflazioni
stiche
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
In un caso di inflazione da domanda, qualunque fattore che accresca la
domanda aggregata può provocare un incremento dei prezzi.
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
In genere, la politica monetaria deve poter garantire la stabilità
dei prezzi.
In caso di pressioni inflazionistiche, la BC aumenta i tassi (reali) per evitare che tali pressioni si traducano in scostamenti più persistenti dal livello di stabilità dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che possono creare una crescita dei prezzi nel breve periodo e quindi inflazione.
deprezzamento del cambio
L’aumento degli acquisti da parte delle amministrazioni pubbliche,
La politica monetaria
pressioni dalla domanda estera di beni nazionali (esportazioni).
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che possono creare una crescita dei prezzi nel breve periodo e quindi inflazione.
+ Domanda aggregata = prezzi + alti = produzione
aggregata maggiore.
Crescita degli investimenti in previsione di un fiducioso aumento futuro degli utili.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più breve periodo
Quali sono esattamente i fattori che determinano una riduzione dell’offerta aggregata e pertanto un rialzo
dei prezzi nel breve periodo?
la flessione della
produttività
gli aumenti dei costi diproduzione (salari reali e MP, specie il petrolio)
carico fiscale imposto alle imprese dai
governi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più breve periodo
L’aumento dei prezzi degli input può essere causato
da un’offerta di MP, quali il petrolio, inferiore alle attese
o dall’espansione della domanda mondiale di MP.
Anche gli aumenti dei salari reali non
accompagnati da incrementi di produttività fanno scendere l’offerta
aggregata e l’occupazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009Anche il maggiore potere contrattuale dei sindacati può
determinare salari reali più elevati.
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più breve periodo
Gli incrementi retributivi, possono dipendere anche da una minore offerta di manodopera, provocata
ad esempio, dall’aumento della
tassazione applicata ai redditi da lavoro, che per
effetto riducono gli incentivi al lavoro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più breve periodo
Se i fattori sopra descritti funzionano in senso opposto, si verifica un aumento dell’offerta
aggregata.
A parità di altre condizioni, un incremento di produttività dovuto al progresso tecnologico, farà
diminuire i prezzi e aumentare l’occupazione sul breve, perché renderà più conveniente assumere nuovi lavoratori a un livello salariale determinato.
Tuttavia, se i salari reali crescessero con la produttività, il livello di occupazione resterebbe invariato.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il ruolo delle attese di inflazioneLe attese di inflazione influiscono sugli accordi salariali in quanto un
incremento futuro dei prezzi riduce la quantità di beni e servizi che sarà possibile acquistare con
un determinato salario nominale.
Un’inflazione attesa elevata, induce sindacati e lavoratori a richiedere incrementi di salario in sede di
contrattazione.
Ma accordi salariali più onerosi, aumentano i costi delle imprese, che potrebbero essere trasferiti ai clienti sotto forma di prezzi più alti.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Il ruolo delle attese di inflazioneUn’attesa di salari in crescita, quindi dei costi di produzione, può indurre le
imprese ad innalzare i prezzi dei listini con effetto immediato.
Se ne deduce allora che:“ il comportamento di chi si attende un incremento futuro
dell’inflazione può determinare, esso stesso, tale incremento nell’immediato ”.
Per questo è importante che la politica monetaria sia credibile nel suo obiettivo di stabilizzare le attese di inflazione nel lungo periodo su livelli contenuti, in linea
con la stabilità dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più lungo periodo
La politica monetaria non è in grado d’evitare che sviluppi o shock inattesi dell’economia reale si ripercuotano nel breve
periodo sull’inflazione, ma può controllare l’evoluzione
dei prezzi sul lungo periodo e la tendenza dell’inflazione, cioè la capacità di riassorbire i fattori di disturbo di breve periodo, che hanno generato
la variazione dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più lungo periodo
L’altra curva che determina lo stato di equilibrio dell’economia è quella della domanda aggregata AD.
Può aumentare (AD vs. destra) per effetto della spesa delle
amministrazioni, per l’aumento dell’export, per la crescita della
produttività, dei consumi e degli investimenti.
Ma è ovvio che nel lungo termine, un livello generale dei
prezzi elevato, possa essere determinato solo da una
politica monetaria a lungo fortemente espansiva.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Nel periodo successivo all'iniezione di liquidità, la curva si sposta parallelamente verso destra, facendo
tornare la disoccupazione al livello precedente.
Se le autorità non riescono a spiazzare continuamente gli operatori con ulteriori manovre, il successo della
politica monetaria sarà solo provvisorio.
Infatti il rischio di cadere in una spirale inflazionistica, pericolosa per la stabilità e la fiducia degli agenti
nello Stato diventa elevato.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Se per far calare la disoccupazione nel 2010 fosse necessario aumentare il tasso d’inflazione del 2%, nel 2011, per mantenere il livello 2010, è possibile che sarà fissata un'inflazione al 4%,
spiazzando di nuovo chi opera in quell'economia.
In alternativa, il sistema si correggerà ad oscillazioni, con contrazioni ed espansioni delle curve aggregate di domanda ed
offerta, fino a raggiungere un nuovo stato di equilibrio ad un livello di inflazione, presumibilmente, maggiore.
Ciò significa che la non neutralità della moneta (e la politica monetaria) è valida solo nel breve periodo.
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Sono quindi le decisioni di politica monetaria a determinare se
l’inflazione viene mantenuta bassa o lasciata libera di aumentare.
Sul lungo periodo, i processi inflazionistici sono innescati da un
aumento sostenuto dell’offerta di moneta che equivale a un indirizzo monetario fortemente espansivo.
l’offerta di moneta
l’offerta di moneta
il tasso di interesse a
breve termine
il tasso di interesse a
breve termine
regolaregola
Controllo dell’inflazione a medio lungo termine
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi
Se la banca mantiene i tassi a breve termine su livelli troppo bassi e nel contempo accresce
eccessivamente l’offerta di moneta, anche il livello dei prezzi salirà rapidamente.
Questo semplice risultato viene illustrato da un concetto economico
fondamentale che affronta in maggiore
dettaglio la relazione fra moneta e prezzi: ossia
dalla teoria quantitativa della moneta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Teoria quantitativa della moneta.
ΔM = ΔYR + ΔP – ΔV dove:
La variazione dello stock di moneta (ΔM) in un’economia è pari alla:
variazione dell’attivitàreale (ΔYR)
variazione del livello dei
prezzi (ΔP)
variazione della velocità di
circolazione della moneta (ΔV) **.
la variazione delle transazioni nominali(**) ΔV può definirsi
come la velocità con cui la moneta viene
trasferita fra vari detentori e determina la
quantità di moneta necessaria per un dato
livello di transazioni nominali.
Nel lungo termine, il livello dei prezzi dipende dalle variazioni della
quantità di moneta e varia in misura proporzionale al variare di quest’
ultima.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCECenni storici - Gli antefatti – le tre fasi dell’UME
Con una relazione presentata nell’aprile 1989 il comitato guidato da Jacques Delors, propose l’introduzione della UEM attraverso tre fasi distinte ma progressive.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le tappe che hanno condotto all’introduzione dell’euro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le tappe che hanno condotto all’introduzione dell’euro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le tappe che hanno condotto all’introduzione dell’euro
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Area dell’euro Area dell’euro: area costituita dagli
Stati membri dell’Unione
europea che hanno adottato l’euro come
moneta unica.
Banca centrale europea (BCE):
istituita il 1° giugno 1998
a Francoforte sul Meno (Germania), si colloca
al centro dell’Eurosistema.
Eurosistema: comprende la BCE e le
banche centrali nazionali degli
Stati membri che hanno già introdotto
l’euro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’Eurosistema: il custodedella stabilità dei prezzi
BCE + BCN area euro formano l’Eurosistema, il cui
obiettivo principale è preservare la
stabilità dei prezzi nell’intera area dell’euro.
IACP<2%
Nel perseguimento della stabilità dei prezzi, la BCE
si prefigge lo scopo di mantenere il tasso
d’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%
sul medio periodo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCELe 13 BCN
dell’area euro e BCE
costituiscono l’Eurosistema,
che si distinguerà dal SEBC finché vi saranno Stati
membri dell’UE che non hanno ancora adottato
la moneta unica.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’Eurosistema ...
Le BCN che non hanno ancora aderito all’euro sono: Danimarca, Svezia, Regno Unito e nove dei dieci
paesi entrati a far parte dell’UE il 1/5/04 (Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria,
Malta, Polonia e Slovacchia) nonché Bulgaria e Romania, membri UE dal 1/1/07 che non partecipano
al processo decisionale riguardante la politica monetaria unica.
Questi paesi continuano a utilizzare la valuta nazionale e a condurre la propria politica monetaria.
La politica monetaria della BCE
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Se uno Stato membro dell’UE vuole adottare l’euro in una fase successiva, dovrà prima soddisfare i criteri di convergenza,
enunciati nell’articolo 121 del Trattato che istituisce la CE, come nel caso della Slovenia che è entrata a far parte dell‘area
euro il 1° gennaio 2007.
prezzi stabili finanze pubbliche solide
rapporti di cambio non volatili tassi di interesse convergenti
La politica monetaria della BCE
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCEL’art. 121, p1, 1° tratto, del Trattato richiede “il raggiungimento di
un alto grado di stabilità dei prezzi” e aggiunge che “questo risulterà da un tasso d’inflazione prossimo a quello dei tre Stati
membri, al massimo, che hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi”.
L’art. 1 Protocollo : “il criterio relativo alla stabilità dei prezzi [...] significa che gli Stati
membri hanno un andamento dei prezzi che è sostenibile ed un tasso medio d’inflazione che,
osservato per un periodo di un anno anteriormente all’esame, non supera di oltre
l’1,5% quello dei tre Stati membri, al massimo, che hanno conseguito i migliori risultati in
termini di stabilità dei prezzi.
L’inflazione si misura mediante l’IPC, calcolato tenendo conto delle differenze delle definizioni nazionali.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCEL’art. 121, p1, 2° tratto, del Trattato prescrive “la sostenibilità della situazione della finanza pubblica” e aggiunge che “questa risulterà dal conseguimento di una situazione di bilancio pubblico non caratterizzata da un disavanzo eccessivo secondo definizione art. 104, p. 6”.
DEFICIT PIL < 3%DEFICIT PIL < 3%
DEBITO PIL <60%DEBITO PIL <60%
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
b) se il rapporto tra Debito pubblico e Pil superi un valore di riferimento [posto pari al 60%], a meno che detto rapporto non si stia riducendo in misura sufficiente e non si avvicini al valore di riferimento con ritmo adeguato”.
La politica monetaria della BCEL’art. 2 Protocollo: ,”.. al momento dell’esame, lo Stato membro non è oggetto di una decisione del Consiglio … ma gli Stati membri “devono evitare disavanzi pubblici eccessivi. La Commissione [...] esamina la conformità alla disciplina di bilancio sulla base dei due criteri seguenti:
a) se il rapporto tra il disavanzo pubblico e Pil superi il 3%, a meno cheil rapporto non sia diminuito in modo sostanziale e continuo e abbia raggiunto un livello che si avvicina al valore di riferimento, oppure, in alternativa, il superamento del valore di riferimento sia solo eccezionalee temporaneo e il rapporto resti vicino al valore di riferimento;
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
In particolare, e, per lo stesso periodo, non deve avere svalutato di propria iniziativa il tasso di cambio
centrale bilaterale della sua moneta nei confronti della moneta di nessun altro Stato membro”.
L’art. 121, p1, 3° tratto, del Trattato sancisce “il rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di
cambio dello SME per almeno due anni, senza svalutazioni nei confronti della moneta di qualsiasi altro Stato membro”.
L’art. 3 Protocollo: “il criterio relativo alla partecipazione al meccanismo di cambio
del Sme [...] significa che lo Stato membro ha rispettato i margini di fluttuazione stabiliti dal meccanismo di cambio Sme senza gravi tensioni per almeno 2 anni
prima dell’esame.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
L’art. 121, p1, 4° tratto, del Trattato richiede “livelli dei tassi di interesse a lungo termine che riflettano la stabilità della convergenza raggiunta dallo Stato membro e della sua partecipazione al meccanismo di cambio del Sme”.
L’art. 3 Protocollo:afferma inoltre: “il criterio relativo alla convergenza dei tassi d’interesse [...] significa che il tasso d’interesse nominale a lungo di uno Stato membro osservato in 12 mesi, non ha ecceduto di oltre il 2% quello dei tre Stati membri più virtuosi in termini di stabilità dei prezzi.
I tassi di interesse si misurano sulla base delle obbligazioni a lungo termine emesse dallo Stato o sulla base di titoli analoghi, tenendo conto delle
differenze nelle definizioni nazionali”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
• definire e attuare la politica monetaria per l’area dell’euro;
... e i suoi compiti fondamentali
• effettuare operazioni sui cambi, nonché detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi aderenti all’area dell’euro;
• promuovere l’ordinato funzionamento dei sistemi di pagamento;
• autorizza l’emissione di banconote all’interno dell’area euro;
• formula pareri e viene consultato;
Esso inoltre:
• raccoglie le informazioni statistiche dalle autorità nazionali o direttamente da operatori economici e istituzioni finanziarie;• contribuisce alle politiche perseguite dalle competenti autorità sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulla stabilità del sistema finanziario.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCEIl Consiglio direttivo
Il più alto organo decisionale della BCE è il Consiglio direttivo.
• 6 membri del Comitato esecutivo + i governatori delle BCN dei paesi dell’area dell’euro formano il Consiglio presieduto dal
Presidente della BCE.
Il compito fondamentale del Consiglio direttivo è formulare la politica monetaria per l’area dell’euro. In particolare, determina
i tassi di interesse ai quali gli enti creditizi possono ottenere liquidità (denaro) dall’ Eurosistema.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCEIl Consiglio direttivo
In tal modo, il Consiglio direttivo influisce indirettamente sui tassi di interesse in tutti i settori dell’economia all’interno
dell’area, compresi quelli che le banche applicano sui prestiti accordati alla clientela e che i risparmiatori percepiscono sui
propri depositi.
tassiEuriborI.R.S.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
1a fila (da sin.): Gertrude Tumpel-Gugerell, Jean-Claude Trichet (Pres), Lucas D. Papademos (V.P.) 2a (da sin): Jürgen Stark, José Manuel González-Páramo, Lorenzo Bini Smaghi.
Il Comitato esecutivo
Il Comitato esecutivo è nominato di comune accordo dai capi di Stato o Governo dei paesi dell’area euro. E’ responsabile dell’attuazione della politica monetaria
formulata dal Consiglio direttivo e fornisce alle BCN le istruzioni necessarie a tal fine.
Gestisce le attività correnti della BCE.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
Il 3°organo decisionale della BCE è il Consiglio generale, composto da Pres. e Vice della BCE e dai governatori delle BCN di tutti i 27 Stati membri UE.
Tale organo non partecipa alle decisioni sulla politica monetaria nell’area euro, ma contribuisce a coordinare le politiche
monetarie degli Stati membri che non hanno ancora adottato la moneta unica e ai lavori preparatori in vista di un eventuale
ampliamento dell’area euro.
Il Consiglio generale
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La politica monetaria della BCE
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
lndipendenzaNé la BCE, né le BCN appartenenti
all’Eurosistema, né i membri dei loro organi decisionali possono essere esposti a
pressioni politiche, né accettare istruzioni da qualsiasi altro organismo: l’Eurosistema deve godere di piena autonomia e libertà
nell’assolvimento dei propri compiti.
Ha il divieto di concedere prestiti agli organismi comunitari o agli enti pubblici nazionali,
Dotata di un bilancio proprio, separato da quello della Comunità europea, la BCE è
pertanto in grado di mantenere lasua amministrazione indipendente dalle
risorse finanziarie comunitarie.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Capitale della BCE Il capitale della BCE non proviene dalla CE: esso è
stato sottoscritto e versato dalle BCN.
Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna
Quote sottoscritte dalle BCN degli Stati membri la cui moneta è l'euro = 70% ca.
Quote sottoscritte e quote versate dalle BCN degli Stati membri che non
hanno ancora adottato l'euro = 30% ca.
L’ammontare della sottoscrizione di ciascuna BCN è determinato dalla quota relativa dello Stato di
appartenenza sul Pil e sulla popolazione della UE.
Le riserve di cambio BCE sono di ca. € 40 mld. composte da oro per il 15%,
e da Us$ e yen per il restante 85%.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Banca Centrale Nazionale Capitale sottoscritto (%)
Capitale versato [€]
Deutsche Bundesbank 18,9373 1.090.912.027,43
Banque de France 14,2212 819.233.899,48
Banca d' Italia 12,4966 719.885.688,14
Banco de España 8,3040 478.364.575,51
De Nederlandsche Bank 3,9882 229.746.339,12
Banque Nationale de Belgique 2,4256 139.730.384,68
Banca di Grecia 1,9649 113.191.059,06
Oesterreichische Nationalbank 1,9417 111.854.587,70
Banco de Portugal 1,7504 100.834.459,65
Suomen Pankki-Flnlands Bank 1,2539 72.232.820,48
Central Bank and F. Services Authority of Ireland 1,1107 63.983.566,24
Národná banka Slovenska 0,6934 39.944.363,76
Banka Slovenije 0,3288 18.941.025,10
Banque centrale du Luxembourg 0,1747 10.063.859,75
Banca centrale di Cipro 0,1369 7.886.333,14
Bank Ċentrali ta’ Malta/Central Bank of Malta 0,0632 3.640.732,32
Totali 69,7915 4.020.445.721,56
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Banca Centrale Nazionale
Capitale sottoscritt
o (%)
Capitale sottoscritto [€]
Capitale versato [€]
Bank of England 14,5172 836.285.430,59 58.539.980,14
Narodowy Bank Polski 4,8954 282.006.977,72 19.740.488,44
Banca Naţională a României 2,4645 141.971.278,46 9.937.989,49
Sveriges Riksbank 2,2582 130.087.052,56 9.106.093,68
Danmarks Nationalbank 1,4835 85.459.278,39 5.982.149,49
Česká národní banka 1,4472 83.368.161,57 5.835.771,31
Magyar Nemzeti Bank 1,3856 79.819.599,69 5.587.371,98
Banca Naz. di Bulgaria 0,8686 50.037.026,77 3.502.591,87
Lietuvos bankas 0,4256 24.517.336,63 1.716.213,56
Latvijas Banka 0,2837 16.342.970,87 1.144.007,96
Eesti Pank 0,1790 10.311.567,80 721.809,75
Totali 30,2085 1.740.206.681,02 121.814.467,67
Totali Paesi area euro 69,7915 4.020.445.721,56 4.020.445.721,56
Totali generali 100,00 5.760.652.402,58 4.142.260.189,23
La BCE emette l'8% della moneta emessa dal SEBC, quota iscritta nel passivo dello stato patrim.le alla voce “banconote in circolazione”. La quota BCE sul totale delle banconote in euro emesse trova contropartita nei crediti nei confronti delle BCN, crediti, di natura fruttifera, iscritti alla voce “crediti interni all'eurosistema: crediti derivanti dall'allocazione delle banconote in euro
all'interno dell'eurosistema”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La strategia di politica monetaria della BCEPrincipi generali
Mandato e compiti della politica monetaria
Il Trattato che istituisce la Comunità europea indica che “l’obiettivo principale del Sistema Europeo delle Banche Centrali è il mantenimento della stabilità dei
prezzi” nell’area dell’euro.
La politica monetaria
deve ancorare saldamente le aspettative di inflazione...
La politica monetaria
deve ancorare saldamente le aspettative di inflazione...
Per conseguire un elevato livello di credibilità, l’autorità responsabile deve
definire ed elaborare i propri obiettivi, attenersi a una metodologia di attuazione coerente e sistematica e perseguire una
politica di comunicazione chiara e aperta.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La strategia di politica monetaria della BCEPrincipi generali
Mandato e compiti della politica monetaria... essere
orientata al futuro...
... essere orientata al
futuro...
Una modifica apportata oggi alla politica monetaria influirà sul livello dei prezzi con un ritardo di vari trimestri o anni, pertanto, la
politica deve essere rivolta al futuro.
... essere incentrata sul
medio periodo...
... essere incentrata sul
medio periodo...
Il ritardo di trasmissione non consente di compensare sul breve gli shock imprevisti
come le variazioni improvvise (MP o tasse): di conseguenza, la politica monetaria deve mantenere un orientamento a medio
termine, in modo da evitare un eccessivo attivismo e l’introduzione di indesiderate
variazioni nell’economia reale.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La strategia di politica monetaria della BCEPrincipi generali
Mandato e compiti della politica monetaria
.. e di ampio respiro...
.. e di ampio respiro...
BCE opera in un contesto di forte incertezza a causa della complessa struttura economica della area euro e per aver successo, la politica BCE deve essere di ampio respiro e tener conto di
tutte le informazioni economiche senza limitarle a pochi indicatori o a un modello unico d’economia.
Un quadro diriferimento
articolato per le decisionidi politica monetaria.
Un quadro diriferimento
articolato per le decisionidi politica monetaria.
Il Consiglio direttivo della BCE ha adottato una strategia che mira a fornire un quadro di
riferimento articolato entro il quale assumere e comunicare al pubblico le
decisioni concernenti il livello adeguato dei tassi di interesse a breve termine.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La definizione quantitativa della stabilità dei prezzi
L’obiettivo primario dell’Eurosistema è assicurare la stabilità dei prezzi nell’area dell’euro in modo da preservare il potere
d’acquisto della moneta unica.
Tanto l’inflazione che la deflazione comportano costi ingenti per la collettività,
sia sul piano economico che sociale (disoccupazione e tensioni).
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Nel 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato: “ … Per stabilità dei prezzi si intende un aumento sui dodici mesi dell’Indice armonizzato dei
prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euroinferiore al 2%. La stabilità dei prezzi deve essere
mantenuta in un orizzonte di medio termine”.
Nel 2003, esso ha inoltre precisato l’intenzione di mantenere l’inflazione su livelli inferiori ma
“prossimi al 2% sul medio periodo”.
La definizione quantitativa della stabilità dei prezzi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La definizione àncora le attese di inflazione e accresce la trasparenza e la responsabilità pubblica
della BCE
Il Consiglio direttivo ha annunciato una definizionequantitativa della stabilità dei prezzi.
• Per chiarire l’obiettivo assegnatogli dal Trattato;• per accrescere la trasparenza di tale politica;• per offrire un riferimento chiaro e misurabile con cui i cittadini possano giudicare l’operato della BCE;• nel desiderio di orientare il pubblico, consentendogli di formarsi delle aspettative quanto all’andamento futuro dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Estensione all’insieme dell’area dell’euro
Posto che, all’interno di un’unione valutaria, lapolitica è in grado di
manovrare solo il livello medio dei tassi del mercato monetario
dell’unione e non quello delle singole economie che
la compongono, diventa gioco forza
l’estensione del mandato della BCE a tutta l’area
dell’euro, intesa a mantenere la stabilità dei
prezzi nell’insieme dell’area.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Utilizzo dello IAPCLa BCE individua nell’Indice armonizzato dei prezzi al
consumo (IAPC) per l’area euro lo strumento adeguato per valutare l’effettivo conseguimento della stabilità dei prezzi.
Pubblicato da Eurostat, l’istituto statistico della UE,
lo IAPC rappresenta l’andamento dei prezzi
nell’area euro, armonizzato tra i vari
paesi, al fine di consentire una misurazione su base
comparabile.
Pubblicato da Eurostat, l’istituto statistico della UE,
lo IAPC rappresenta l’andamento dei prezzi
nell’area euro, armonizzato tra i vari
paesi, al fine di consentire una misurazione su base
comparabile.
Permette di approssimare al meglio, le variazioni nel tempo del prezzo di un paniere rappresentativo della spesa dei
consumatori nell’area dell’euro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La costruzione e le caratteristiche dello IAPC
I dati relativi allo IAPC pubblicati dall’ Eurostat sono disponibili a partire dal 1/1/1995 ed i beni costituiscono
il 58,7% dell’indice e i servizi il restante 41,3%.
Sui prezzi dell’energia incide in misura sostanziale l’evoluzione dei corsi petroliferi, mentre l’alimentare è
suddiviso in prodotti trasformati e non.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esplicitazione di un obiettivo per il tassodi inflazione inferiore ma prossimo al 2%
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Un margine di sicurezza contro la deflazione
In un contesto deflazionistico come l’attuale, la politica monetaria potrebbe trovarsi nell’impossibilità di fornire
uno stimolo sufficiente alla domanda aggregata facendo ricorso allo strumento del tasso di interesse.
Qualsiasi tentativo di portare i tassi di interesse sotto lo zero è destinato a
fallire, perché tutti preferirebbero detenere contante anziché prestare o depositare fondi a un tasso negativo.
Pertanto si rendono necessarie misure alternative non convenzionali con
l’obiettivo di un aumento dello IAPC su livelli inferiori ma prossimi al 2%.
2%
ZIRP 0%
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Adozione di un orientamento a medio termine
Il sistema economico è spesso esposto a shock imprevedibili, che incidono sui
prezzi, ma la politica monetaria può influire su questi ultimi solo con notevoli ritardi, variabili ed estremamente incerti.
In tale contesto, nessuna BC può mantenere costantemente l’inflazione
a obiettivo o a riportarcela in tempi brevi: la politica monetaria agisce in una ottica orientata al futuro e può
mantenere la stabilità dei prezzi soltanto sul più lungo periodo.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Adozione di un orientamento a medio termine
Al concetto di “medio termine”, non corrisponde un orizzonte temporale prefissato in quanto il meccanismo
di trasmissione può interessare un arco di tempo variabile e incerto.
Una risposta troppo aggressiva volta a ripristinare la stabilità dei
prezzi in tempi molto brevi rischierebbe, di imporre un
costo significativo in termini di variabilità del prodotto e
dell’occupazione che, a più lungo termine, potrebbe
ripercuotersi anche sui prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Adozione di un orientamento a medio termine
Quindi, l’orientamento a medio termine conferiscealla BCE anche la flessibilità richiesta per rispondere in
maniera adeguata ai diversi shock economici.
Nel contempo, deve risultare chiaro che a posteriori la BCE può essere giudicata soltanto sull’andamento
tendenziale dell’inflazione.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
I due pilastri della strategia di politica monetaria della BCE
.. fondato su due prospettive analitiche...
L’analisi economica, considera il breve e medio periodo e s’incentra sull’attività reale e sulle
condizioni finanziarie dell’economia. Tiene conto che i prezzi risentono in larga misura dell’interazione
fra domanda e offerta nei mercati dei beni, dei servizi e dei fattori di produzione.
L’analisi monetaria, riguarda orizzonti a lungo termine e sfrutta il legame esistente fra moneta e prezzi in tali orizzonti. L’analisi monetaria costituisce principalmente un mezzo di riscontro, in una prospettiva di medio- lungo, per le indicazioni a breve fornite dall’analisi economica.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economicaL’analisi dei rischi per la stabilità dei prezzi sul breve e
medio periodo...
L’analisi economica esamina i rischi per la stabilità dei prezzi nel b/m periodo e le variabili economiche e finanziarie oggetto di questa analisi comprendono:
l’andamento del prodotto complessivo; la domanda aggregata e le sue componenti;
la politica di bilancio; le condizioni dei mercati dei capitali e del lavoro;
un ampio ventaglio di indicatori di prezzo e di costo; l’evoluzione del tasso di cambio;
dell’economia mondiale e della bilancia dei pagamenti;
i mercati finanziari; le posizioni di bilancio dei settori dell’area.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economicaPer quanto riguarda gli indicatori di prezzo e di costo, essa analizza non solo lo IAPC e le sue componenti ma anche:
L’indice prezzi alla produzione (misura gli andamenti dei prezzi nel settore industriale). Una variazione dei costi di produzione può ripercuotersi sui prezzi al consumo
Il costo del lavoro, componente del costo di produzione, può influire in misura significativa
sulla formazione dei prezzi ed informare sulla competitività dell’economia in area euro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economicaBCE esamina gli indicatori di prodotto e
domanda (contabilità nazionale, statistiche congiunturali nell’industria e nei servizi) e ne ricava informazioni sulla posizione
ciclica dell’economia, rilevante x l’analisi delle prospettive d’evoluzione dei prezzi.
I dati relativi al mercato del lavoro (occupazione, disoccupazione,
impieghi disponibili e partecipazione alle forze di lavoro) offrono un contributo importante nella
valutazione dei cambiamenti strutturali nel funzionamento dell’economia
dell’area dell’euro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economica
può alimentare una pressione inflazionistica
interna.
Anche gli indicatori dei mercati finanziari e i prezzi delle attività sono tenuti sotto stretta osservazione.
Una variazione delle quotazioni
azionarie eimmobiliari
cresce la ricchezza di chi ha investito in
azioni
induce ad incrementare
i consumi
Potrebberodiminuire i consumi e
la domanda
scende la ricchezza di chi ha investito in azioni e scende il
valore delle garanzie di chi ha richiesto
prestiti o finanziamenti
rende i finanziamenti più costosi epersino più difficili da ottenere
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economicaI prezzi delle attività e i rendimenti finanziari possonoanche fornire informazioni sulle attese dei mercati dei capitali e, in particolare, su quelle relative all’andamento
futuro dei prezzi.
Ad esempio, nella compravendita di obbligazioni gli operatori rivelano implicitamente le loro aspettative riguardo all’evoluzione futura dei tassi di interesse
reali e dell’inflazione.
i r ri
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economica
I prezzi delle attività attualizzano flussi futuri, e quindi variano per effetto delle notizie sulle attese percepite dagli operatori, ed il loro monitoraggio contribuisce ad individuare gli shock che colpiscono l’economia ed in
particolare le attese sugli andamenti economici futuri.
ossia Modello di Gordon
P è il prezzo dell'azione • D1 è il dividendo al tempo 1 (es. un anno dopo l'acquisto dell'azione) • r è il rendimento atteso dall'azionista • g è il tasso di crescita del dividendo: si ipotizza che il dividendo nel tempo cresca ad un tasso 1+g, in modo tale che: ; g a volte viene uguagliato al tasso di inflazione, in modo tale che il valore del dividendo in termini reali sia sempre lo stesso.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi economica
L’area euro è un’economia relativamente chiusa rispetto ai singoli paesi che la compongono, ma i prezzi all’import incidono
su quelli alla produzione e ai consumi interni.
Anche i cambi influiscono direttamente sui prezzi per tramite del loro impatto sui
prezzi all’import.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Gli indicatori finanziari e dell’economia reale
E’ importante individuare origini e natura degli shock che colpiscono il sistema per valutarne gli effetti sui costi e prezzi nonché le prospettive a
b/m termine di propagazione nell’economia.
Esempio: Un aumento temporaneo del prezzo del petrolio può generare una reazione pari a quella indicata nel caso che un picco d’inflazione generi un incremento salariale non accompagnato da una crescita della produttività ?
Nel 1° caso si genera un’inflazione di breve, rapidamente riassorbibile che non minaccia la stabilità dei prezzi nel medio periodo.
Nel 2°, caratterizzato da forti incrementi salariali, esiste il pericolo che si inneschi una spirale di aumenti dei costi, dei prezzi e dei salari in
grado di autoalimentarsi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi monetariaLa moneta offre un’àncora nominale
E’ riconosciuto che, nel medio-lungo periodo l’inflazione è strettamente connessa alla crescita della moneta.
Per identificare gli aggregati monetari dell’area euro, l’Eurosistema ne ha definito uno ristretto (M1), uno intermedio (M2) e uno ampio (M3) che si differenziano per il grado piùo meno elevato di liquidità delle attività che vi confluiscono.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi degli aggregati monetari M3>M2>M1
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi monetaria
M3 comprende, oltre a M2, strumenti negoziabili emessi in euro da IFM: i pct, le quote e partecipazioni in fc monetari e titoli di
debito con scadenza fino a 2 anni, compresi titoli monetari.
M1 comprende banconote e monete detenute dal pubblico, e le disponibilità immediatamente convertibili in contante o
utilizzabili per pagamenti scritturali, come i depositi a vista.
L’intermedio M2 in aggiunta a M1, i depositi con scadenza fino a 2 anni e quelli rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi.
M3 M2 M1
BCE nel 1998 ha posto un valore di crescita annuale per M3 pari al 4,5%,
ritenuto compatibile con la stabilità dei prezzi e che costituisce un benchmark per l’analisi degli andamenti monetari
nell’area dell’euro.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Data la natura di medio-lungo termine
della prospettiva monetaria, nonesiste un legame
diretto tra deviazioni della crescita di M3 dal valore di riferimento e
manovre di politica monetaria BCE.
L’analisi monetaria
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi monetariaIl valore di crescita di M3 compatibile con la stabilità dei prezzi si basa sulla relazione esistente fra (variazioni):
• crescita della moneta (ΔM),• inflazione (ΔP),
•crescita del PIL in termini reali (ΔYR),• velocità di circolazione (ΔV).
Secondo tale identità, nota come “equazione quantitativa”, la variazione dello stock di moneta in un’economia è pari a
ΔM = ΔYR + ΔP – ΔV dove:
variazione delle transazioni nominali (approssimata dalla somma della variazione del PIL reale e di quella
dell’inflazione)
la variazione della velocità
di circolazione
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’analisi monetariaΔV è la velocità con cui la moneta viene trasferita fra vari detentori e determina “quanta moneta occorre ” per effettuare un certo livello di transazioni nominali.
ΔM = ΔYR + ΔP – ΔV
Nel 1998 il Consiglio direttivo ha fissato il valore di riferimento al 4,5% annuo mantenendolo da allora
invariato.
Il Consiglio verifica costantemente la validità delle condizioni e delle ipotesi sottostanti a tale valore e
comunica le eventuali modifiche apportate a tali ipotesi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
La verifica incrociata delle informazioniprovenienti dai due pilastri
L’approccio su 2 pilastri consente una verifica incrociata delle indicazioni derivanti dall’analisi economica a breve con quelle provenienti dall’analisi monetaria sul più lungo periodo, ed assicura che la politica monetaria non trascuri informazioni
importanti per la valutazione delle tendenze future dei prezzi.
Optando per un approccio diversificato si riduce il rischio d’errore d’affidarsi ad un unica
previsione delle condizioni economiche, e la strategia della
BCE mira ad adottare una politica monetaria “robusta” anche in
condizioni di incertezza.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Per essere credibile, BCE deve dare prova di trasparenza e chiarezza nelle sue azioni: dar rendiconto del proprio operato al Parlamento, al
Consiglio ed alla Commissione UE.
Il Presidente BCE ed altri membri, su invito del Parlamento o su iniziativa
propria, possono riferire le loro argomentazioni alle competenti
commissioni parlamentari.
La BCE pubblica ogni tre mesi un rapporto sulle attività del SEBC e con cadenza settimanale, la situazione contabile consolidata Eurosistema.
Trasparenza e responsabilità pubblica
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’assetto operativo dell’EurosistemaIl Consiglio BCE decide il livello dei tassi d’interesse di riferimento e
lascia al sistema bancario la trasmissione più o meno amplificata di tale impulso a famiglie e imprese.
approvvigionarsi di banconote
ottemperare all’obbligo di riserve
su conti presso le rispettive BCN
Le banche si finanziano ricorrendo all’Eurosistema e soddisfano in
questo modo le proprie esigenze generali di liquidità.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’assetto operativo Eurosistema L’assetto operativo consta di tre elementi principali:
1) Operazioni di mercato aperto,
mediante le quali la BCE gestisce lecondizioni delle
riserve sul mercato monetario e
manovra i tassi di interesse offrendoriserve alle banche
per consentire loro di far fronte a esigenze
di liquidità.
2) Operazioni di rifinanziamento marginale e di
deposito presso BCE che permettono alle Banche d’ottenere
prestiti o costituire depositi overnight in
casi eccezionali. Si può accedere a entrambe ma per il
rifinanziamento marginale si devono
presentare garanzie.
3) Obbligo di riserva obbligatoria, che
accresce il fabbisogno di liquidità delle banche
L’adempimento degli obblighi di riserva si
verifica sulla base delle medie mensili e
consente di assorbire gli shock temporanei
di liquidità sul monetario e riduce la volatilità dei tassi a
breve.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le operazioni di mercato aperto
Comprendono operazioni settimanali di rifinanziamento principale, e svolgono un ruolo fondamentale nella politica della BCE : il tasso di interesse ufficiale stabilito per tali operazioni
segnala l’orientamento monetario deciso dalla BCE.
Sono effettuate dalle BCN con il coordinamento della BCE.
Riserve Banca Offre danaro
Sett./ Dic. 2008
Anche i rifinanziamenti a più lungo termine sono eseguite allo scopo di fornire liquidità,
ma sono mensili e scadono a tre mesi.
Le operazioni di fine tuning, invece, non hanno frequenza regolare e mirano ad attenuare gli
effetti prodotti sui tassi di interesse da fluttuazioni impreviste della liquidità o da
eventi straordinari.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le operazioni di mercato aperto
Le operazioni di mercato aperto sono contratti di PcT o per
concessione di credito garantito: in entrambi i casi, l’Eurosistema concede finanziamenti a breve a
fronte di adeguate garanzie.
Per essere idonei alle operazioni di finanziamento, le Banche devono assoggettarsi al regime di riserva obbligatoria dell’Eurosistema, ed occorre che soddisfino particolari criteri operativi necessari a interagire con l’Eurosistema.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le operazioni su iniziativa delle controparti e la riserva obbligatoria
Sono operazioni che si utilizzano principalmente per contenere la volatilità dei tassi a breve termine sul
mercato monetario.
I tassi applicati alle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti sono di norma notevolmente meno appetibili di quelli sul mercato interbancario (+/- 1% di scostamento dal tasso di rifinanziamento principali).
tasso di interesse del mercato overnight Eonia
irefi
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le operazioni su iniziativa delle controparti e la riserva obbligatoria
La riserva dovuta è determinata in relazione all’aggregato soggetto a riserva, il quale è composto da una serie di passività del suo
bilancio (depositi, titoli di debito e di mercato monetario con scadenza fino a due anni).
Esiste un ammontare minimo che ogni Banca deve detenere sul c/c presso la rispettiva BCN, ma che lungo il “periodo di mantenimento”, è loro consentito di gestire per far fronte a squilibri di liquidità temporanei, così da ridurre in qualche
misura la volatilità dell’overnight.
Se nel periodo di mantenimento, l’overnight è superiore al tasso atteso, la banca può profittare il differenziale fra i due tassi
offrendo fondi sul mercato e posticipando l’obbligo di riserva a una fase successiva con una “sostituzione intertemporale”.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Le operazioni su iniziativa delle controparti e la riserva obbligatoria
La riserva obbligatoria è remunerata al valore medio, nel periodo di mantenimento, dei tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali:
identico al tasso medio sull’interbancario per lo stesso orizzonte temporale.
Poiché la riserva in eccesso rispetto a quella dovuta non è remunerata, gli enti creditizi sono incentivati a gestire
attivamente le proprie riserve sul mercato.
La riserva obbligatoria agisce da “cuscinetto” contro gli shock di liquidità, che possono essere assorbiti con effetti minimi sui tassi di interesse del mercato grazie alle oscillazioni della riserva attorno al livello minimo richiesto.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L’impatto dell’inflazione – esempi
La tabella sull’inflazione riportata di seguito dà un’idea in termini quantitativi di come il prezzo di alcuni prodotti che oggi costano 10 euro
vari nel tempo.
Per il calcolo si applica la seguente formula:
prezzo dopo n anni = € 10 × (1 + π ) n
dove π ed n indicano rispettivamente il tasso di inflazione ipotizzato, in decimali, e il numero di anni.
Se ad esempio il tasso di inflazione ipotizzato è del 30% e il numero di anni pari a 10 (cfr. la casella in basso a destra nella tabella), il prezzo viene calcolato in questo modo:
prezzo dopo 10 anni = € 10 × (1 + 0,30)10 = 137,86
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Tabelle sull’inflazione
1. Impatto dell’inflazione (dopo n anni) sul prezzo di due CD singoli, che oggi costano 10 euro
Tasso di inflazionesui dodici mesi: 1% 2% 5% 10% 30%
Prezzi stabili Inflazione
Dopo 1 anno 10,10 10,20 10,50 11,00 13,00Dopo 2 anni 10,20 10,40 11,03 12,10 16,90Dopo 3 anni 10,30 10,61 11,58 13,31 21,97Dopo 4 anni 10,41 10,82 12,16 14,64 28,56Dopo 5 anni 10,51 11,04 12,76 16,11 37,13Dopo 6 anni 10,62 11,26 13,40 17,72 48,27Dopo 7 anni 10,72 11,49 14,07 19,49 62,75Dopo 8 anni 10,83 11,72 14,77 21,44 81,57Dopo 9 anni 10,94 11,95 15,51 23,58 106,04Dopo 10 anni 11,05 12,19 16,29 25,94 137,86
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esercizi per il capitolo 2
Soluzioni per il capitolo 2
1. La moneta svolge le funzioni di mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore.
2. Moneta merce, moneta metallica, moneta cartacea, depositi liquidi (passività delle banche), titoli a breve termine liquidi e moneta elettronica.
• Quali sono le funzioni fondamentali della moneta?
2. Quali forme generali di moneta conosci?
Soluzioni 2
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esercizi per il capitolo 3
1. Come definiresti il termine “inflazione”? Qual è il rapporto fra l’inflazione e il potere d’acquisto della moneta?
2. Cosa si intende per “deflazione”?
3. Come si misura l’inflazione?
4. Immagina, ad esempio, che un paniere rappresentativo contenga 50 panini e due paia di scarpe da ginnastica. Se fra il 2003 e il 2004 il prezzo di un panino è passato da 1 a 1,20 euro e quello di un paio di scarpe da 80 a 85 euro, di quanto è aumentato il prezzo del paniere?
5. Illustra con un esempio i problemi connessi alla misura della variazione complessiva dei prezzi.
6. Cita alcuni vantaggi derivanti dal mantenimento della stabilità dei prezzi.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Soluzioni per il capitolo 31. Il termine “inflazione” denota in sostanza un aumento generalizzato e
persistente dei prezzi di beni e servizi che determina una perdita di valore e, di conseguenza, di potere d’acquisto della moneta.
2. Il concetto di “deflazione” viene spesso descritto come il contrario dell’inflazione, vale a dire come una situazione di calo protratto del livello generale dei prezzi.
3. L’inflazione è di norma misurata dalla variazione dell’indice dei prezzi al consumo. Quest’ultimo viene costruito a partire da un’analisi dei profili di acquisto dei consumatori intesa a individuare i beni e i servizi che possono considerarsi in qualche modo rappresentativi delle preferenze dei consumatori in una determinata economia. Mettendo assieme tale lista della spesa e attribuendo alle singole componenti delle ponderazioni commisurate al loro peso nella spesa totale dei consumatori si viene a creare il cosiddetto paniere di mercato. Ogni mese, numerosi rilevatori verificano il prezzo delle singole voci di spesa in vari punti vendita. Il costo del paniere viene monitorato nel tempo in modo da produrre una serie. Ciò consente il calcolo del tasso d’inflazione sui 12 mesi esprimendo in termini percentuali la differenza di costo di un determinato paniere rispetto all’anno precedente.
Soluzioni 3
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
4. Nel 2003: (50 × 1,00)+(2 × 80) = 210 euro. Nel 2004: (50 ×1,20)+(2 × 85,00) = 230. Il prezzo del paniere è salito di 20 euro in termini assoluti e di (230 – 210)/210 × 100 = circa il 9,5% in termini relativi.
5. Ad esempio, risulta a volte difficile aggiustare l’indice dei prezzi al consumo perché tenga conto dei miglioramenti qualitativi. Parte del rincaro di un prodotto la cui qualità è accresciuta nel tempo può essere ricondotta a tale miglioramento e non produce inflazione in quanto non riduce il potere d’acquisto della moneta. Ciò spiega perché gli istituti di statistica cerchino di tenere conto dei cambiamenti di qualità. In questo senso, se rilevano un incremento complessivo dei prezzi approssimativamente pari al 3% e stimano che i miglioramenti qualitativi siano alla base di un aumento di circa il 2%, sottraendo la seconda cifra dalla prima otterranno un valore “corretto” per l’incremento del livello generale dei prezzi che si aggirerà intorno all’1%. Variazioni di qualità sono abbastanza comuni in orizzonti temporali lunghi.
6. La stabilità dei prezzi influisce in senso positivo sul tenore di vita in quantocontribuisce a: attenuare l’incertezza circa l’evoluzione generale dei prezzimigliorando di conseguenza la trasparenza dei prezzi relativi; ridurre i premi peril rischio di inflazione nei tassi di interesse; evitare inutili attività di copertura;contenere gli effetti distorsivi dei regimi fi scali e di sicurezza sociale; accrescere i vantaggi della detenzione di contante; evitare una distribuzione arbitraria di ricchezza e reddito. In altri termini, mantenendo la stabilità dei prezzi le banche centrali concorrono al conseguimento di finalità economiche più generali.
Soluzioni 3
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
1. Cosa si intende per “processo di trasmissione” nel contesto della politica monetaria?
2. In che modo le banche centrali possono influire sui tassi di interesse?
3. Cosa si intende per tasso di interesse reale? Qual è la differenza fra il tasso di interesse reale ex ante e quello ex post?
4. Immagina che un investitore acquisti un’obbligazione con scadenza a dieci anni con una cedola nominale fissa del 4% e che si attenda un tasso medio di inflazione pari all’1,8% nei dieci anni successivi. Quale sarà il rendimento reale medio ex ante (o atteso) di tale investimento?
5. Quale sarebbe il rendimento reale ex post dell’investimento di cui alla domanda precedente se, dopo l’acquisto dell’obbligazione, le autorità decidessero di attuare una politica inflazionistica che determina un tasso medio di inflazione del 5% lungo la durata dell’obbligazione?
6. A quanto ammonterebbero i rendimenti ex ante ed ex post al netto d’imposte se i rendimenti nominali fossero assoggettati a un’aliquota fiscale del 25%?
7. Come influisce il variare dei tassi di interesse sulla spesa delle famiglie e delle imprese? Con quale ritardo si esplicano tali effetti?
8. Quali sono i fattori all’origine dell’inflazione nel breve periodo?
9. Quali sono i fattori all’origine dell’inflazione nel più lungo periodo?
Esercizi per il capitolo 4
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Soluzioni per il capitolo 4
1. Per processo di trasmissione si intende il meccanismo mediante il quale gli interventi della banca centrale si “trasmettono” all’economia e, in ultima istanza, ai prezzi.
2. Come unica emittente di banconote (e riserve bancarie), e quindi unica fornitrice della base monetaria, la banca centrale determina il tasso di interesse nominale che applica ai finanziamenti a breve concessi agli enti creditizi. Il valore corrente e atteso di questo tasso influisce a sua volta su tutta una serie di altri tassi di interesse bancari e di mercato.
3. In economia il tasso di interesse corrisposto dalla banca (o da una normale obbligazione) viene definito nominale. Per “tasso di interesse reale” si intende
invece il maggior potere d’acquisto ottenuto grazie al rendimento complessivo di un investimento, in altri termini la differenza fra il tasso di interesse nominale e il tasso di inflazione. In questo senso, risulta inoltre importante distinguere fra due diverse tipologie di tasso di interesse reale: quello atteso da prestatore e prenditore al momento dell’accensione del prestito (ex ante) e quello effettivamente realizzato (ex post).
4. Il rendimento reale medio ex ante atteso dall’investimento sarebbe approssimativamente pari a 4,0% – 1,8% = 2,2%.
5. Sulla base delle ipotesi postulate, il rendimento reale ex post diventerebbe pari a circa 4,0% – 5,0% = – 1,0%, cioè sarebbe negativo.
Soluzioni 4
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
6. Un’aliquota contributiva del 25% porterebbe il rendimento reale ex ante (al netto delle imposte) a 4,0 – 1,0% – 1,8% = 1,2%. In caso di politica inflazionistica, il rendimento reale ex post (al netto delle imposte) sarebbe invece pari a 4,0% – 1,0% – 5,0% = – 2,0%.
7. Dal punto di vista delle famiglie, il rialzo dei tassi di interesse reali accresce la propensione al risparmio poiché aumenta la remunerazione di quest’ ultimo in termini di consumi futuri. Esso tende pertanto a indurre un calo dei consumi correnti e un aumento del risparmio. Dal punto di vista delle imprese, a parità di altre condizioni, tassi di interesse reali più elevati deprimono gli investimenti in quanto riducono il numero di progetti di investimento in grado di offrire remunerazioni sufficienti a coprire il maggior costo del capitale. È importante capire che i suddetti effetti non sono immediati. Potrebbero passare dei mesi prima che un’impresa riesca a impostare un nuovo piano di investimenti, se non persino degli anni nel caso di investimenti per la realizzazione di nuovi impianti o l’ordinazione di apparecchiature particolari.
Anche gli investimenti in edilizia abitativa reagiscono con un certo ritardo. Inoltre, molti consumatori non adeguano immediatamente i propri piani al variare dei tassi di interesse. In sintesi, un rialzo dei tassi riduce la spesa corrente di famiglie e imprese ma tale effetto può manifestarsi con un certo ritardo.
Soluzioni 4
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
8. Sono diversi i fattori e gli shock che possono influire sul livello dei prezzi nel breve periodo. Ne costituiscono un esempio gli andamenti della domanda aggregata e delle sue varie componenti, compresa la politica di bilancio. Altri potrebbero essere rappresentati dalle variazioni dei prezzi degli input, dei costi e della produttività, dall’evoluzione del tasso di cambio e dagli andamenti dell’economia mondiale. Tutti questi fattori sono potenzialmente in grado di influire sull’attività economica in termini reali e sui prezzi nel breve periodo.
9. Sul lungo periodo, un incremento sostenuto del livello generale dei prezzi può essere determinato soltanto da una politica monetaria fortemente e costantemente espansiva. Per ribadire questo concetto, si tende spesso ad affermare che “l’inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario”.
Soluzioni 4
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esercizi per il capitolo 5
1. Cerca il nome del Presidente della BCE sul sito Internet della Banca.
2. Cerca sul sito Internet della tua BCN il nome del governatore.
3. Chi compone il Consiglio direttivo BCE? Quali sono i suoi compiti principali?
4. Chi compone il Comitato esecutivo BCE? Quali sono i suoi compiti principali?
5. Chi compone il Consiglio generale BCE? Quali sono i suoi compiti principali?
6. Riassumi la definizione di stabilità dei prezzi adottata dalla BCE.
7. Quali motivazioni hanno indotto il Consiglio direttivo ad annunciare una definizione quantitativa della stabilità dei prezzi?
8. Descrivi brevemente le due prospettive utilizzate dalla BCE nella valutazione dei rischi per la stabilità dei prezzi. A quali orizzonti temporali si applicano?
9. Descrivi brevemente gli elementi fondamentali dell’assetto operativo dello Eurosistema. Quali sono le caratteristiche principali di questi elementi?
10. Immagina che la BCE annunci un’asta a tasso fisso nella quale intende aggiudicare €100 mln. Le banche presentano le richieste riportate nella slide successiva. In che modo la BCE distribuirà l’importo totale di aggiudicazione fra le banche?
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Richieste da parte delle 5 Banche alla BCE per un’asta a tasso fisso nella quale si intenda
aggiudicare € 100 mln.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Soluzioni per il capitolo 5
1. Jean - Claude Trichet.
• Dr Mario Draghi
3. Il Consiglio direttivo è il più alto organo decisionale della BCE. Comprende sei membri del Comitato esecutivo e i Gov. delle BCN dell’area euro (13). È presie- duto dal Pres. BCE. Il suo compito è formulare la politica monetaria per l’area dell’euro. In particolare determina i tassi di interesse a cui le banche comm.li possono ottenere liquidità (denaro) dalla propria BCN. In tal modo, il Consiglio influisce indirettamente sui tassi in tutti i settori dell’economia dell’area, compresi quelli che le banche commerciali applicano sui prestiti accordati alla clientela e che i risparmiatori percepiscono sui propri depositi.
4. Il Comitato esecutivo della BCE è composto dal Pres. - V. Pres. e 4 membri, tutti nominati di comune accordo dai capi di Stato o di governo dei 13 paesi che formano l’area euro. E’ responsabile dell’attuazione della politica monetaria formulata dal Consiglio e fornisce alle BCN le istruzioni necessarie a tal fine. Inoltre, prepara le riunioni del Consiglio e gestisce le attività correnti a BCE.
5. Il Consiglio generale è il terzo organo decisionale della BCE. Vi siedono il Presidente e il Vicepresidente della BCE, affiancati dai governatori delle BCN dei ventisette Stati membri dell’UE. Quest’organo non partecipa alle decisioni concernenti la politica monetaria nell’area dell’euro. Esso contribuisce al coordinamento delle politiche monetarie degli Stati membri che non hanno ancora adottato la moneta unica e ai lavori preparatori in vista di un eventuale ampliamento dell’area dell’euro.
Soluzioni 5
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
6. Pur indicando chiaramente che il mantenimento della stabilità dei prezzi costituisce l’obiettivo primario della BCE, il Trattato non fornisce una definizione precisa dello stesso. Per meglio specificarlo, nel 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato la seguente definizione quantitativa: per stabilità dei prezzi si intende “un aumento sui dodici mesi dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2%. La stabilità dei prezzi deve essere mantenuta in un orizzonte di medio termine”. Nel 2003, a seguito di una valutazione approfondita della propria
strategia di politica monetaria, il Consiglio ha confermato tale definizione e ha inoltre precisato l’intenzione di mantenere l’inflazione su livelli inferiori ma “prossimi al 2% sul medio periodo”.
7. Varie ragioni hanno indotto il Consiglio direttivo ad annunciare una definizionequantitativa della stabilità dei prezzi. La prima è rappresentata dalla volontà delConsiglio di chiarire la propria interpretazione dell’obiettivo assegnatogli dalTrattato, con il fine ultimo di agevolare la comprensione di politica monetaria, accrescendo quindi la trasparenza di tale politica, e fornire così ai cittadini l’orientamento necessario nelle aspettative quanto all’andamento futuro dei prezzi. La seconda è costituita dalla necessità di offrire un termine di riferimento chiaro e misurabile rispetto al quale i cittadini possano giudicare l’operato della BCE. Ove l’andamento dei prezzi non risultasse conforme alla definizione, la BCE sarebbe infatti tenuta a rendere conto di tale difformità e a spiegare come intende ripristinare la stabilità dei prezzi entro un periodo di tempo accettabile.
Soluzioni 5
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
8. Nella strategia della BCE, le decisioni di politica monetaria si fondano su un’analisi complessiva dei rischi per la stabilità dei prezzi articolata in due prospettive complementari riguardo alle determinanti dell’andamento dei prezzi.
La prima, che prende il nome di “analisi economica”, considera il breve e medio periodo e si incentra sull’attività reale e sulle condizioni finanziarie dell’economia.
Essa tiene conto del fatto che in tali orizzonti temporali i prezzi risentono in larga misura dell’interazione fra domanda e off erta nei mercati dei beni, dei servizi e dei fattori di produzione.
La seconda, denominata “analisi monetaria”, riguarda orizzonti a più lungo termine e sfrutta il legame esistente fra moneta e prezzi in tali orizzonti.
L’analisi monetaria costituisce principalmente un mezzo di riscontro, in una prospettiva di medio-lungo periodo, per le indicazioni a breve e medio termine fornite dall’analisi economica.
Soluzioni 5
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
9. L’assetto operativo dell’Eurosistema consta di tre elementi principali. Il primo èil regime di riserva obbligatoria, che valuta l’ottemperanza degli enti creditizi all’obbligo di detenere un ammontare minimo a titolo di riserva c/o la rispettiva BCN sulla base della media di un periodo di circa un mese, il cosiddetto “periodo di mantenimento”. Tale strumento svolge l’importante funzione di accrescere la domanda di liquidità nei confronti della banca centrale e di costituire un “cuscinetto” contro gli shock temporanei di liquidità sul mercato monetario al fine di ridurre la volatilità dei tassi di interessi a breve termine. Ciò semplifica l’attuazione della politica monetaria della BCE. Il secondo elemento è costituito dalle operazioni di mercato aperto, mediante le quali l’Eurosistema gestisce le condizioni delle riserve sul mercato monetario e manovra i tassi di interesse consentendo agli enti creditizi di rifinanziarsi su base periodica per soddisfare il proprio fabbisogno di liquidità. In questo contesto le operazioni di rifinanziamento principali (ORP), con frequenza settimanale e scadenza a una settimana, costituiscono una componente fondamentale nella conduzione della politica monetaria della BCE. Il tasso ad esse applicato segnala l’orientamento monetario deciso dal Consiglio direttivo della BCE. Inoltre, le ORP soddisfano gran parte delle esigenze di finanziamento del sistema bancario. Anche le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine sono eseguite allo scopo di fornire liquidità, ma la loro frequenza è mensile e la scadenza a tre mesi. Le operazioni di regolazione puntuale (fine tuning ), invece, hanno frequenza non regolare e mirano ad attenuare gli effetti prodotti sui tassi da fluttuazioni impreviste della liquidità o da eventi straordinari. Il terzo elemento dell’assetto operativo consta di due operazioni (rifnanziamento marginale e deposito c/o BCE) attivabili su iniziativa delle controparti, che permettono alle banche di ricorrere alla banca centrale al fine di ottenere prestiti o costituire depositi overnight per gestire le proprie esigenze di liquidità.
Soluzioni 5
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
10. L’importo totale aggiudicato è pari al 50% di quello richiesto.
Ogni banca ottiene pertanto il 50% dell’ammontare richiesto.
Banca 1 30 15Banca 2 30 15Banca 3 50 25Banca 4 40 20Banca 5 50 25Totale 200 100
10. L’importo totale aggiudicato è pari al 50% di quello richiesto.
Ogni banca ottiene pertanto il 50% dell’ammontare richiesto.
Banca 1 30 15Banca 2 30 15Banca 3 50 25Banca 4 40 20Banca 5 50 25Totale 200 100
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esercizi aggiuntivi
1. Immagina che una banca centrale faccia “piovere dal cielo”, vale a dire distribuisca uniformemente a tutti, una certa somma di denaro e che in questo modo accresca la quantità di moneta in circolazione in economia.
Quali sarebbero lo conseguenze sul breve periodo? E sul lungo?
2. All’aumentare dell’indice dei prezzi al consumo, il potere d’acquisto della moneta:
diminuisce? resta invariato? aumenta?
3. Uno spostamento verso sinistra della curva dell’offerta aggregata può essere dovuto a:
un incremento dei salari reali (a fronte di livelli invariati di produttività)? Un calo di produttività? Un aumento della domanda di moneta?
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Soluzioni
1. Sul breve periodo, la possibile sensazione di maggiore ricchezza potrebbe indurre la gente a spendere di più. La crescita in termini reali potrebbe pertanto aumentare a breve termine per poi tornare sui livelli iniziali dopo un certo periodo di tempo. Sul lungo periodo si avrà un aumento corrispondente del livello dei prezzi.
2. All’aumentare dell’indice dei prezzi al consumo diminuisce il potere d’acquisto della moneta.
3. Uno spostamento verso sinistra della curva dell’offerta aggregata può essere dovuto a un incremento dei salari reali oppure a un calo di produttività
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Alcune variazioni di prezzo sono più importanti di altre
Quando si calcola l’incremento medio dei prezzi si attribuisce un peso maggiore alle variazioni relative a beni e servizi per i quali i consumatori spendono di più ( l’energia elettrica) rispetto a voci di spesa meno significative (quali lo zucchero o i francobolli).
Gli individui non effettuano tutti gli stessi acquisti
Le singole famiglie hanno abitudini di spesa diverse: alcune possiedono un’auto e mangiano carne, altre si spostano esclusivamente con i mezzi pubblici o seguono una dieta vegetariana. Le abitudini di spesa medie dell’insieme delle famiglie determinano il peso da attribuire ai diversi beni e servizi nella misurazione dell’inflazione. Nel calcolo dell’inflazione si tiene conto di tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie, fra i quali figurano:
generi di uso quotidiano (ad esempio alimentari, giornali, benzina) beni durevoli (ad esempio capi di abbigliamento, computer, lavatrici) servizi (ad esempio affitto dell’abitazione, servizi di parrucchieria, assicurazioni)
Confronta il prezzo del paniere di spesa da un anno all’altro
Tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie nel corso dell’anno sono rappresentati dal cosiddetto “paniere”. Ciascuna voce di spesa contenuta nel paniere ha un prezzo, che può variare nel tempo. Il tasso di inflazione sui 12 mesi corrisponde al prezzo del paniere totale in un determinato mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Esempio di calcolo dell’inflazione *
Quantità acquistata
nell’anno base
Prezzo(anno base)
Prezzo(1 anno dopo)
Prezzo(2 anni dopo)
per unità di prodotto
total per unità di prodotto
totalper unità
di prodottototal
150 chili di pane € 1,50 € 225 € 1,30 € 195 € 1,60 € 240
100 tazze di caffè € 2,40 € 240 € 2,40 € 240 € 2,15 € 215
12 tagli di capelli € 20,00 € 240 € 22,00 € 264 € 23,00 € 276
1 giaccone inverno € 145,00 € 145 € 176,00 € 176 € 160,00 € 160
Costo totale del paniere
€ 850 € 875 € 891
Indice di prezzo 100,0 102,9 104,8
Tasso di inflazione 2,9% 1,8%
* L’inflazione al consumo nell’area dell’euro è calcolata mensilmente dall’ Eurostat. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) tiene conto, in media, di circa 700 tipologie di beni e servizi, rispecchiando la spesa media delle famiglie dell’area dell’euro per tale paniere. Gamma completa dei beni e servizi che confluiscono nello IAPC e tassi di inflazione correnti
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
L'inflazione resta moderata
L'inflazione UE e nei Paesi in area euro resta moderata: la HIPC poco superiore l’1% nel 2010 e intorno a 1,5% nel 2011 in entrambe le aree.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
EUROPEAN COMMISSION – European Economic Forecast Autumn 2009
INFLAZIONE ANNUA 2008 2009 2010 2011GERMANIA 2,8% 0,3% 0,8% 1,0%
FRANCIA 3,2% 0,1% 1,1% 1,4%
ITALIA 3,5% 0,8% 1,8% 2,0%
SPAGNA 4,1% - 0,4% 0,8% 2,0%
PORTOGALLO 2,7% -1,0% 1,3% 1,4%
GRECIA 4,2% 1,2% 1,45 2,1%
AUSTRIA 3,2% 0,5% 1,3% 1,6%
FINLANDIA 3,9% 1,8% 1,6% 1,5%
BELGIO 4,5% 0,0% 1,3% 1,5%
OLANDA 2,2% 1,1% 0,9% 1,2%
IRLANDA 3,1% - 1,5% - 0,6% 1,0%
REGNO UNITO 3,6% 2,0% 1,4% 1,6%
SLOVENIA 5,5% 0,9% 1,7% 2,0%
SLOVACCHIA 3,9% 1,1% 1,9% 2,5%
CIPRO 4,4% 0,8% 3,1% 2,5%
MALTA 4,7% 2,0% 2,0% 2,2%
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Tensioni sui prezzi crescenti delle M.P. potrebbero spingere a rialzo l'inflazione, ma la debole crescita dell'economia e dei salari dovrebbero contenerla.
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Fucina Finanziaria - Osimo 2009
Grazie per l’attenzione!
Studio Fantasia