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03-09-2018

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 03-09-2018

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ Test di medicina a Salerno, Capunzo: «I giovani non aspirano più a fare i chirurghi»

1 ................................................................................................................................................ Chirurghi e cardiologi: i nostri migliori medici 3 ..................................................................... Precari sanità, si parte anche al Monaldi 7 .............................................................................. Servizio lavanderia nelle Asl, i giudici confermano l' affidamento di Soresa 8 ..................

Sanità Salerno e provincia 10 ............................................................................................................ Autismo, Iervolino pronto ad incontrare delegazione di associazioni e genitori 10 .........

Sanità Campania 11 ............................................................................................................................. Atti vandalici all' Ospedale del Mare Allagati i locali del Pronto soccorso 11 .................... «Medici inesperti» arrivano i tutor 13 ....................................................................................... De Luca accusa: "È sabotaggio ma il reparto apre il 15 settembre" 15 .............................. Forlenza: «Troppi attacchi politici sui ritardi poi arriva un gesto così grave: fa

riflettere» 17 ........................................................................................................................... IL DOVERE DI FARE SUBITO CHIAREZZA 19 .............................................................................. Il presidente De Luca punta l' indice: «È un sabotaggio» 20 ................................................. La politica si schiera: c' è una regia dietro tutto questo 21 .................................................. Medici di famiglia, in 45mila verso la pensione 23 ................................................................. Oggi il presidio dei direttori generali 25 ................................................................................... Ospedale del Mare allagato il Triage De Luca: sabotaggio 26 .............................................. Ospedale del Mare allagato nella notte il pronto soccorso 28 .............................................. Parcheggi, sorveglianza, appalti: ecco cosa vogliono cinque clan 30 ................................. Pronto soccorso stop a Sant' Agata Mastella: i poveri ne soffriranno 32 ........................... Quel presidio che non decolla tra inaugurazioni e rinvii 33 ..................................................

Sanità nazionale 35 ............................................................................................................................. " Vaccini necessari" Anche l' esperto del ministero boccia i grillini 35 ............................... Allarme insetti killer ecco come difendersi 37 ......................................................................... Boom di aspiranti medici «Così si diventa luminare» 39 ........................................................ Cartella smarrita, risponde l' ospedale 41 ................................................................................ Con 190 ospedali chiusi per partorire servono 90 minuti di macchina 43 .......................... Emilia, il soccorso è in elicottero 46 .......................................................................................... Friuli, la strada dell' autonomia 47 ............................................................................................ In Lombardia nascere è difficile 48 ............................................................................................ In Toscana un anno per una Tac 49 ........................................................................................... M5s all' assalto della 194: legge per aborti più facili 50 ........................................................

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02/09/2018 lacittadisalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 1.112Lettori: 6.500

Link alla pagina web

Test di medicina a Salerno, Capunzo: «I giovani nonaspirano più a fare i chirurghi»

Avranno 100 minuti di tempo per rispondere a 60 domande di cultura generale,logica, biologia, chimica, fisica e matematica. Sono queste le materie che glistudenti dovranno conoscere per superare martedì prossimo la prova nazionale peressere ammessi alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’ateneoà di Salerno adaccesso programmato. In tutta Italia i posti disponibili sono 9.779 e i candidatiiscritti 67.005. Mario Capunzo, direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgiadell’Università di Salerno dal 2013, ha ben chiare le prove che affronteranno i futurimedici in sei anni e cosa offre l’ateneo salernitano per garantire una buonaformazione. Quanti giovani aspiranti medici sono iscritti ai test? Iscritti 1.845 ma ipaganti, che dunque sosterranno la prova, sono 1650. E i posti disponibili? In tutto150, di cui 130 per Medicina e 20 per Odontoiatria. Il numero d’iscrizioni è costantenegli anni? È aumentato, vuol dire che Medicina a Salerno rappresenta un’attrattiva.Il concorso di martedì, però, è nazionale. Dunque? Sono centinaia, ma è penalizzatochi appartiene a fasce economicamente svantaggiate. Perché? Anche se la domandaè indirizzata a Salerno, su diecimila posti nazionali si deve fare una scelta rispetto aiposti. E un giovane di Salerno potrebbe dover partire per Torino, Milano o comunquecittà lontane. Per quale motivo? Perché la graduatoria è nazionale e se i posti diSalerno sono già scelti e assegnati ad altri, non rimane che spostarsi verso la sederimasta libera. Ma non tutti hanno la possibilità di studiare fuori. C’è chi vorrebbetornare? In un’occasione ricordo che fu concesso il trasferimento di uno studente ele domande inviate per ritornare a Salerno furono 150. La facoltà nata 11 anni faquanti iscritti conta? In 10 anni circa 2000 studenti. In genere sono 150 massimo200 all’anno. Ma un anno a causa dei ricorsi si arrivò a 400 iscritti. Fu un problema?Fu contrario anche l’Ordine dei Medici di Salerno. Il motivo? Il numero programmatosegue logiche legate all’organizzazione degli studenti, che devono seguire unpercorso in strutture idonee. E poi la programmazione prevede uno specifico numerodi medici rispetto al mercato del lavoro. Quanti docenti ci sono in facoltà? Sono 60,ma in tutto siamo 80, incluso i ricercatori a tempo determinato. Sono pochi o troppi?Siamo sottodimensionati, ma stiamo lavorando in tal senso. Quanti docentiinsegnano al “Ruggi”? Sono 50. L’anno di svolta per gli studenti? Le disciplinemediche del terzo anno. Cioè quando inizia la pratica? Sì, ma siamo attrezzati con imanichini per avviare la pratica dal primo anno e potenzieremo il numero rispetto aquelligià in uso. Cosa si impara sui manichini? Si esegue un’endovena, un prelievo,un encefalogramma, il futuro medico costruisce le basi. Ma i manichini consentonoanche altro, incluso la chirurgia. Per la formazione il “Ruggi” è cruciale? È un’ottimapalestra. In Campania siamo gli unici ad avere un’azienda mista ospedaliera e

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universitaria. I policlinici a Napoli sono solo universitari, senza pronto soccorso e coninterventi programmati. L’esperienza di Salerno è pilota. Quali sono le aspettativeper l’ospedale da costruire? Che lasceremo alle spalle i problemi attuali di spazi e diintegrazione. Siamo arrivati in una struttura già chiusa, con i reparti già fatti e nonabbiamo trovato gli spazi specifici per noi. I lavori da fare al “Ruggi” non sono maistati fatti a causa dei troppi disagi. La Regione in tempi relativamente brevi con ilnuovo ospedale ci darà una struttura che risponderà alle esigenze di tutti,ospedaliere e di assistenza, di didattica e di ricerca. Non c’è rimedio per ora? Il dg(Giuseppe Longo, ndr) con una nota ha invitato alla condivisione delle risorse,perché ora c’è necessariamente esigenza di condivisione in attesa dei reparti“doppione” ospedalieri e universitari E ci sono resistenze. A cosa sono dovuti iproblemi? Alla crisi economica nazionale e ai tagli all’università iniziati dal 2008,oltre al blocco decennale del turnover. L’aspetto positivo della facoltà? Ha unadimensione umana e il contatto diretto con i docenti è importante rispetto a realtàpiù grandi. Infatti i nostri studenti mediamente si laureano nei sei anni. Confidenza eumanità incidono sulla produttività. Come se la cava Salerno tra borse e scuole dispecializzazione? Abbiamo 13 scuole e 40 borse, di cui 20 a livello regionale. Anche iconcorsi per le specializzazioni, però, sono nazionali, pertanto ci sono i test perspecializzazioni accorpate. Vuoi fare il cardiologo, ma superi il test di pediatria escegli quella branca. Quale specializzazione non è più scelta dagli studenti? C’è unallontanamento dalle branche chirurgiche. Scoraggiano i risvolti penali cheimplicano. Cosa pensa del futuro? Sono fiducioso, anche se è dura. MarcellaCavaliere

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03/09/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 1 EAV: € 42.246Lettori: 97.132

Chirurghi e cardiologi: i nostri migliori mediciMASSIMO SANVITO

Non vivono sotto i riflettori degli stadi edei palchi, ma maneggiano bisturi eagitano provette. Non sono starstrapagate del calcio o dello spettacolo,autografi non ne firmano. Ma i loro nomie cognomi sono stampati nella pelle enel cuore delle persone che incontranotra le corsie d' ospedale. Sono i luminarid' Italia. Quelli che danno speranza amalati sull' orlo del precipizio, quelli ches' inventano la cura per debellare lapatologia più bastarda, quelli che nonfanno una professione ma svolgono unamissione: salvare vite umane omigliorarne la qualità. Dai reparti piùdiversi soffia il vento che fa sventolarealto il tricolore nel mondo. Ora vipresentiamo sedici camici bianchi chestanno facendo la storia del nostropaese. Partiamo dal più giovane, ovverodal parodontologo palermitano GiuseppeCicero. Che ad appena 28 anni ha messoa punto "Oral 3D", una tecnologia ingrado di stampare in tridimensione tac e radiografie della bocca per studiare inanticipo l' operazione da eseguire. Con un margine di errore praticamente ridotto azero. Il suo lavoro è restituire il sorriso ai pazienti (in tutti i sensi), visto che fuori dalsuo studio fa la fila chi non riesce nemmeno più a mangiare perché ha le ossa dellabocca sbriciolate. Non a caso il giovane pioniere è stato inserito da Forbes tra itrenta under 30 più influenti a livello mondiale in fatto di medicina. Restando al sud,una storia da raccontare è quella del dottor Raffaele Petta, ginecologo e direttore delreparto "Gravidanze a rischio" del Ruggi d' Aragona di Salerno. Lui è il mago deiparti impossibili. Come quello della donna di 183 chili che contro ogni previsione hadato alla luce un bimbo, o quello della bambina partorita dopo una doppiatrasfusione di sangue nonostante un gruppo diverso da quello della madre. Lo scorsoNatale l' angelo dei bimbi è finito pure nel presepe con una statuina intagliata a suaimmagine e somiglianza dagli artigiani di San Giorgio Armeno. Al Bambino Gesù diRoma, un' eccellenza mondiale, c' è il luminare della neurochirurgia: il dottor CarloMarras, esperto di tecniche chirurgiche mini-invasive. È lui che ha in cura il piccolo

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Giacomo, figlio di Bernardo Corradi ed Elena Santarelli, ed è a lui che si devonoimportanti innovazioni. Un esempio? La possibilità di valutare le funzioni nervosedurante l' intervento chirurgico. Il dottor Marras, così, riduce la mortalità e il rischiodi comparsa di deficit neurologici postoperatori soprattutto per quanto riguarda ibambini. Solo per dare qualche numero, negli ultimi cinque anni sono stati ben 700gli interventi mini-invasivi portati a termine con successo dal guru del cervello.NEURONI A SPECCHIO Dal meridione al nord. Come non citare Giacomo Rizzolatti, ilpadre dei neuroni a specchio? Il direttore del dipartimento di neuroscienze dell'Università di Parma, con quella sua somiglianza non troppo vaga con Einstein, haaperto e aprirà sempre di più la strada alla cura di patologie come l' autismo. Ineuroni a specchio, per la psicologia, sono un po' quello che è stato il dna per labiologia: ci sono loro alla base dell' empatia, dell' apprendimento e della socialità.Nel settembre del 2017 Rizzolatti ha ricevuto un milione di euro tondo da RegioneLombardia come premio per la sua attività di ricerca. E ora, nel mirino, ha messo ilNobel. Più vecchio di due anni rispetto a Rizzolatti, c' è un altro giovanotto (classe1935) che si occupa di memoria. Piergiorgio Strata, professore emerito dineurofisiologia all' Università di Torino, è stato consulente illustre in casi di cronacacome l' omicidio di Marta Russo all' interno della Sapienza di Roma nel '97 e lastrage di Erba il cui processo si è chiuso pochi giorni fa. Alla base del lavoro delluminare piemontese c' è il credo del falso ricordo, ovvero che le testimonianze nonvanno prese come oro colato. Ricordare un evento, secondo il dottor Strata, significainfatti mettere insieme le varie componenti dell' evento stesso. Dal cervello alsangue. Qualche settimana fa ci ha lasciato Franco Mandelli, numero uno tra gliematologi, una vita spesa contro le leucemie al motto di "cura e cuore". Ma la suaeredità non è destinata a evaporare, perché Francesco Lo Coco, quel ragazzo diPalermo che nell' 85 si era specializzato nel reparto del professor Mandelli allaSapienza di Roma, oggi è tra i volti più noti in fatto di malattie del sangue. Laleucemia fulminante, con la sua cura, viene sconfitta nell' 80% dei casi e pure senzala chemioterapia. Grazie al cocktail tra due farmaci derivati dalla vitamina A e unodall' arsenico. Effetti collaterali? Blandi: né perdita di capelli né infezioni gravi.Nemico dichiarato dei tumori è anche l' oncologo e immunologo Alberto Mantovani,che è riuscito a dimostrare che il cancro non è solo questione di genetica, ma unaparte fondamentale la svolgono anche le infiammazioni. E così ecco che, per fermarei tumori, entra in gioco l' immunoterapia in alternativa alla chemio: vaccini,anticorpi, cellule dell' immunità. In questo modo, il direttore scientifico dell'Humanitas di Rozzano (Milano), non solo ha rivoluzionato l' approccio alle malattiepiù infami, ma tramite le sue ricerche ha voluto innanzitutto immunizzare gli italianidalle false notizie e dalle false speranze su cure spacciate come miracolose ma in findei conti senza fondamenti scientifici. E un altro luminare, in fatto di tumori, è ildottor Armando Santoro. Oncologo ed ematologo, attualmente è direttore del CancerCenter dell' Humanitas e professore ordinario dell' Humanitas University. Al suoattivo il dottor Santoro ha la bellezza di 1.918 pubblicazioni scientifiche rintracciabilisul motore di ricerca PubMed. A lui si deve un importante filone di ricerca mondialesul linfoma di Hodgkin, che oggi è guaribile nell' 80/90% dei casi. E per la restanteparte dei casi ha sviluppato un trattamento di riserva, il protocollo cosiddetto BeGev

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(chemioterapia di induzione), grazie al quale la percentuale di morti si riducepraticamente a zero. SPINA BIFIDA Tornando ai bambini, a guidare la chirurgia fetaleeuropea c' è il dottor Nicola Persico del Policlinico di Milano, uno dei punti diriferimento a livello mondiale. Un mese fa lui e la sua equipe sono diventati i primi,in Europa, a operare la spina bifida di due bambini ancora in grembo. Anche inquesto caso è stata decisiva una tecnica mini-invasiva, grazie a strumentisottilissimi, dal diametro di appena tre millimetri, infilati nell' utero delle futuremamme. I due bimbi rischiavano di non nascere o comunque di venire alla luce congravi danni neurologici o paralisi. Sempre primo, ma al mondo, il dottor AntonioAmodeo (responsabile Ecmo e Assistenza meccanica cardiorespiratoria e trapianto dicuore artificiale del Bambino Gesù). Nel 2012 ha salvato la vita a un bambino diappena sedici mesi malato di cuore grazie a una mini pompa cardiaca da appenaundici grammi. E lo scorso aprile ha replicato con una bimba di tre anni, che senza ilminuscolo cuoricino sarebbe rimasta soffocata dalla miocardiopatia dilatativa. Unarivoluzione, che consente ai piccoli pazienti di tornare a casa in pochi giorni perché ilcavo addominale che alimenta il cuore può essere ricaricato con una batteriaesterna. Tornando a Milano, lo scorso febbraio si è alzato il sipario sul primoimpianto in Italia di una protesi sottoretinica, eseguito dal dottor Marco Codenotti,responsabile della chirurgia vetroretinica del San Raffaele. Grazie a un microchip datre millimetri e 1.600 sensori, chi ha perso la vista da adulto in seguito a gravimalattie genetiche può tornare a vedere attraverso gli stimoli elettrici dati allaretina e tradotti in segnali visivi. Il dottor Codenotti è entrato nella storia dell'oculistica italiana insieme a quello che a tutti gli effetti è un occhio bionico cheprima d' ora avevamo visto solo nei film. Per rimanere in zona, una decina dichilometri più a nord, ecco il direttore del reparto di chirurgia plastica e della manodel San Gerardo di Monza: Massimo Del Bene. È stato lui, nel 2010, a trapiantareentrambe le mani a una signora amputata dopo una necrosi legata a una setticemia.Fu il primo caso al mondo di un intervento di questo tipo, con cellule staminaliprelevate dal midollo osseo della paziente per evitare il rigetto che infatti non c' èmai stato. Ora Carla impasta la pizza, fa bricolage e modella l' argilla, una delle suepassioni. Primo al mondo è stato anche Giuseppe Iannucci, neuroradiologo dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Qualche settimana fa, insieme alla sua equipe, hasalvato la vita a una bambina di appena dieci mesi colpita da emorragia cerebraledovuta a ben tre aneurismi. Per intervenire su un vaso sanguigno così piccolo, solouno "stent" di ultimissima generazione, dal diametro addirittura inferiore almillimetro e da infilare all' interno dell' arteria, ce l' avrebbe fatta. E così è stato. Perquanto riguarda i dolori cronici, quelli che non ti lasciano respiro per almeno seimesi di fila e non hanno una causa certa, il pioniere è Giancarlo Barolat. Che dopoquarant' anni a vedere pazienti piegati dalla sofferenza, si è inventato un microchipsenza effetti collaterali. Mal di schiena, dolori lombari, cervicali, cefalee: la lorointensità viene ridotta fino all' 80%. Dal dottor Barolat, neurochirurgo, vanno inpellegrinaggio gli americani di ogni angolo degli States: per loro è un santo, per luiinvece ridare gioia ai pazienti è una missione giornaliera. E che dire dell' ortopedicomago del crociato, Giuliano Cerulli? Il luminare degli sportivi che in oltre trent' annidi carriera ha messo in fila più di trentamila operazioni, tra cui campioni del pallone

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come Batistuta e Trezeguet, solo per fare qualche nome. È sua la tecnica "all inside"per ricostruire il crociato anteriore e rimettere in piedi gli atleti dopo il crac, con unapercentuale di successo dell' operazione che si aggira attorno al 95%. Il dottorCerulli, lo scorso gennaio, ha operato gratis il menisco del bomber dell' AmatriceCalcio nella sua clinica di Perugia. Chapeau. E poi ci sono malattie che colpisconomeno di cinque persone ogni diecimila: patologie rare che possono essere sconfittesolo con la ricerca. Il dottor Giuseppe Remuzzi, nefrologo e coordinatore del Centrodi Ricerche Cliniche Malattie Rare "Aldo e Cele Daccò" dell' Irccs Mario Negri diBergamo, è tra i tremila ricercatori (su 9 milioni) che hanno firmato le pubblicazioniscientifiche più citate in tutto il mondo. Sul finire degli anni '90, una ricercacoordinata dal professor Remuzzi è arrivata - grazie alla somministrazione delfarmaco ramiprimil - a dimezzare il rischio di andare in dialisi per chi soffre di gravimalattie renali. riproduzione riservata.

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03/09/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 7

Precari sanità, si parte anche al Monaldi

La stabilizzazione dei precari della sanitàva avanti nelle varie realtà del settore.Nei giorni scorsi la procedura è partitaanche all'azienda ospedaliera dei Colli(Monaldi-Cotugno-Cto) e all'Asl diSalerno. A fine luglio la stabilizzazione diprecari era stata avviata al "Pascale".Secondo quanto notato dal sindacatoCimo, tramite il responsabile regionaleAntonio De Falco dopo l'accordoraggiunto in Regione è stata inviata unacircolare ai direttori generali delle varieaziende: alcuni erano già pronti e sonopartiti subito con la stabilizzazione,mentre per altri i tempi sono stati piùlenti. I soli medici da stabilizzare inCampania, secondo i dati del Cimo, sonocirca 350. I sindacati di categoria hannofatto pressione sui direttori delle aziendesanitarie e ospedaliere per chiedere distabilizzare almeno i "comma 1" (chepossono essere assunti subito a tempoindeterminato). In tutto sono 1335 iprecari da stabilizzare nelle aziendesanitarie e ospedaliere della Campania.Secondo quanto si legge nella tabella della Regione, il maggior numero di precari èalla Asl di Caserta, con 323 unità. Segue l'istituto Pascale che ne ha 266, mentreall'Asl Salerno se ne contano 175, Il numero minore si riscontra all'Asl di Beneventoe all'azienda ospedaliera Ruggi di Salerno, con soli 6 precari a testa, e all'aziendaospedaliera "Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta con 7 unità. Un primocensimento dei precari era stato portato a termine nel 2013, ma con alcuni errori,per cui a marzo scorso ne è iniziato un altro. In una circolare del 23 marzo scorso,firmata dal direttore generale della Regione Antonio Postiglione e indirizzata aimanager di aziende ospedaliere, Asl e del "Pascale", si invitavano i direttori generalidelle aziende di settore a trasmettere l'elenco del personale che ha i requisiti per lastabilizzazione.

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03/09/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 7

Servizio lavanderia nelle Asl, i giudici confermano l'affidamento di Soresa

CASERTA (ren.cas.) - I giudiciamministrativi danno ragione alla societàregionale Soresa e confermano lavalidità del maxi appalto per il servizio dilavanderia nelle Asl della Campania. Laterza sezione del Consiglio di Stato hainfatti accolto, con la sentenza 5088pubblicata in questi giorni, il ricorsopresentato dalla Società regionale per lasanità contro la Hospital Service srl e neiconfronti di Regione Campania, aziendaospedaliera universitaria "OspedaliRiuniti San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona, Asl Salerno e Asl Napoli 3 Sud,tutti non costituiti in giudizio. E' statachiesta e ottenuta la riforma dellasentenza del Tar Campania cheannullava il bando. La Soresa nel 2015ha indetto una procedura aperta per l'affidamento dei servizi integrati dilavaggio e noleggio della biancheriapiana e confezionata nonché dellasterilizzazione di tessuti utilizzati nellesale operatorie (Ttr) per le aziendesanitarie della Regione Campania. L'importo complessivo, a base di gara, di oltre 150 milioni di euro, è stato suddiviso in5 lotti. la società Hospital Service si è classificata al primo posto, seguita dalraggruppamento temporaneo di imprese Pacifico S.r.l.-Gruppo Industriale DiGiacomo srl. Poiché l' offerta di Hospital Service era anormalmente bassa, ilresponsabile del procedimento ha dato impulso alla verifica dell' anomalia. Ad aprile2017 è stata disposta l' esclusione dalla gara della Hospital Service per anomaliadell' offerta e la gara è stata quindi aggiudicata in via definitiva al raggruppamentotemporaneo di imprese Pacifico -Gruppo Industriale Di Giacomo. Hospital Service haimpugnato dinanzi al Tar Campania, il provvedimento di esclusione e quello diaggiudicazione in favore della seconda classificata. A sua volta la Pacifico haproposto ricorso incidentale sollevando ulteriori motivi di esclusione di Hospital

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Service.il Tar ha accolto il ricorso principale disponendo l' annullamento dell' atto dinomina del commercialista Ezio Micillo, consulente esterno del responsabile delprocedimento, e di tutti gli atti successivi della procedura di gara, compresi l'esclusione per anomalia dell'offerta di Hospital Service e l'aggiudicazione in favoredella Pacifico. La sentenza del Tar è sbagliata, hanno ritenuto i giudici di secondogrado, perché Micillo ha svalutato solo l'anomalia delle offerte e quindi non si èsostituto alla commissione di gara. L'esclusione della Hospital Service dalla gara èquindi confermata e così l'aggiudicazione alla seconda classificata.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 3 EAV: € 922Lettori: 29.750

Autismo, Iervolino pronto ad incontrare delegazione diassociazioni e genitori

VINCENZO SENATORE

Mercoledì 5 settembre il commissariodell' Asl Salerno, Mario Iervolino,incontrerà una delegazione diassociazioni e genitori di bambiniautistici. Le famiglie chiedono il rispettodella legge 134 del 2015, che assegnaall' azienda sanitaria locale il compito direalizzare un progetto globale diassistenza e inclusione, coordinandoanche il lavoro dei Comuni e dellescuole. Cosa che a Salerno non accade(per la verità in Campania solo l' AslBenevento è in regola) con laconseguenza che molti genitori sonocostretti a rivolgersi al tribunale pervedere riconosciuti i propri diritti. Almomento l' Asl dopo la diagnosi mandagli autistici in un centro accreditato doveperò non è possibile sviluppare il metodoAba, quello al momento maggiormenteefficace per l' inserimento sociale dellepersone con disturbo da autismo, enemmeno realizzare un assistenza al di fuori delle opzioni ambulatoriale edomestica. Quando, invece, l' autistico ha bisogno di essere seguito anche neltempo libero. Qui interviene il Comune di Salerno, che a sua volta non si coordinacon le scuole e l' Asl e si affida a delle cooperative accreditate. Poi assegna deivoucher alle famiglie e le costringe a spenderli solo presso le coop inserite nell'elenco. Gli istituti scolastici, infine, vanno ciascuno per conto proprio e secondoquella che è l' idea del dirigente scolastico. "Per i nostri figli - dicono i genitori - è undramma anche solo passare dalle materne alle elementari, da qui poi alle medie einfine alle superiori perché non esiste alcuna continuità progettuale". A meno che lefamiglie non mettano mano al portafogli e creino da sé dei percorsi di vita einclusione mediante accordi con personale specializzato. Eppure basterebbeapplicare la legge per dare un giusto servizio agli autistici e risparmiare migliaia dieuro, visto che l' attuale sistema si presta a sprechi enormi. Come ha dimostrato l'inchiesta condotta da Cronache nelle ultime settimane.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 2 EAV: € 1.295Lettori: 29.750

Atti vandalici all' Ospedale del Mare Allagati i locali delPronto soccorso

ANTONIO SABBATINO

NAPOLI. Un' azione fatta di proposito, perrinviare volutamente l' attivazione delpronto soccorso all' Ospedale del Mareprevista, e per ora confermata, per ilprossimo 15 settembre. È questa laconvinzione del presidente della giuntaregionale e commissario della SanitàVincenzo De Luca, del direttore generaledell' Asl Napoli 1 Mario Forlenza e delcommissario ad acta Ciro Verdoliva sull'allagamento di alcuni ambienti delTriage della struttura di recente entratanella rete ospedaliera e territoriale perdare respiro ai punti di primo accesso ea nosocomi come il Cardarelli o il Cto. IFATTI. Due giorni fa lo scarico di unlavabo è stato trovato ostruito, cosa cheha comportato la fuoriuscita di una fortemassa d' acqua poi riversatasi nell' areadel pronto soccorso dell' Ospedale delMare da inaugurare fra pochi giorni. Ilsospetto sulla possibile premeditazionealla base dell' atto resta, visto che ilrubinetto del lavandino è stato otturatocon una guarnizione di gomma mentre la leva posta in basso al lavabo è stataschiacciata appoggiandoci sopra un pezzo di polistirolo di modo che l' acqua potessefuoriuscire. Le indagini della Polizia, giunta sabato sul posto per i primi rilievi delcaso, si concentrano a 360 gradi e non esclude neanche la pista del dolo. LE PAROLEDI VERDOLIVA E FORLENZA. Ciro Verdoliva, direttore generale del Cardarelli ecommissario ad acta dell' Ospedale del Mare, parlando telefonicamente nella seratadi domenica con Il Roma è perentorio: «Per la dinamica emersa, non ho il minimodubbio che il gesto sia stato fatto scientificamente. Assistendo alla scena, con illavabo otturato sia dal lato del rubinetto che della leva al di sotto, il direttoresanitario non ha potuto fare altro che chiamare la polizia. Se fosse stato unasemplice perdita, sarebbero potuti intervenire solo i pompieri ma quanto visto lasciapresupporre tutt' altro». Ma chi può avere interesse a perpetrare cose così?

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«Qualcuno che probabilmente non vuole che la sanità in Campania migliori e che ilpronto soccorso dell' Ospedale del Mare figuri nella rete territoriale - rispondeVerdoliva - Forse i responsabili hanno scelto di agire in questi giorni di maltempo perdiffondere la convinzione che una forte pioggia possa comportare l' allagamento delpronto soccorso e impedirne l' attivazione». Ma, conclude il commissario ad acta,«noi non ci faremo intimidire, andremo avanti. Il prossimo 15 settembre sarà unmomento di soddisfazione perché daremo ai cittadi ni un ulteriore servizio all'Ospedale del Mare, come io, il direttore Forlenza e il governatore De Lucadesideriamo fortemente». Il direttore generale dell' Asl Napoli 1 Mario For lenza,ribadisce: «Nessuno impedirà l' apertura del pronto soccorso. La dinamica dice tutto.Il problema non è il danno in sé, al quale possiamo porre rimedio in poco tempo, è lagravità del gesto». IL PRESIDIO DI OGGI. Dopo quanto successo, i direttori generalidell' Asl e degli ospedali della Campania terranno oggi alle 14 un presidio all'esterno del pronto soccorso dell' Ospedale del Mare.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 23 EAV: € 12.784Lettori: 133.364

«Medici inesperti» arrivano i tutorEttore Mautone

I nodi `Rinforzi dal Cardarelli perassistere il personale del Pronto soccorsoDodici giorni all' apertura: il conto allarovescia per l' apertura del prontosoccorso di primo livello all' ospedale delmare, confermata per sabato 15settembre, non lascia più margini perriparare ad errori organizzativi,rimediare a lacune di personale o altremancanze. Il punto generale dellasituazione sarà tracciato stamani in unnuovo vertice fissato dal direttoresanitario del presidio Giuseppe Russo, edal manager della Asl, Mario Forlenza.Da domani si parte invece con lesimulazioni che il primario del prontosoccorso, Vittorio Helzel, ha pianificatoper verificare le routine del triage (lacodifica dei livelli di urgenza che i tempidi visita), definire i percorsi interni per levisite dei pazienti e la successivastabilizzazione e trasferimento neireparti specialistici, saggiare lafunzionalità di tutti i servizi di supporto(Laboratorio di analisi e Radiologia). Una corsa contro il tempo che non lasciarespiro. I SABOTAGGI Tra i nodi da sciogliere c' è quello del contesto ambientale. L'ospedale del mare è ubicato nel cuore dei mega rioni della periferia a est di Napoli,tra Barra e Ponticelli. Le strutture sanitarie, come ben sanno gli operatori delPellegrini e del San Giovanni Bosco, rappresentano una fonte di sviluppo dei territorima anche di guadagno per abusivi di ogni genere che sono già ora attivi. I grandispazi non giovano al controllo capillare da parte delle guardie giurate e negli ultimimesi si contano diversi episodi di effrazioni e bucatura delle gomme delle auto didipendenti e dirigenti. Atti che rispondono alle logiche e agli interessi dellamicrocriminalità locale e che andrebbero stroncate con adeguate misure disorveglianza. Misure che non hanno consentito di scongiurare ad esempio l' atto disabotaggio e l' allagamento del pronto soccorso. I PERCORSI Tra le difficoltà chescontano utenti e operatori dell' ospedale del mare ci sono la mancanza di alcunisupporti alla vivibilità di corsie e uffici (come i dispenser per l' acqua), e l' assenza di

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un magazzino centralizzato in cui siano inventariate tutte le macchine e letecnologie disponibili. La struttura ha un assetto labirintico che non aiuta negliaccessi dall' esterno e nei trasferimenti interni. Le decine di sale, corridoi, scale eanelli di comunicazione non sono facilmente decifrabili. Si sono registrati in questimesi anche incidenti sulle scale mobili. Per usufruire dei servizi di Radiologia e delLaboratorio è costante la necessità di operatori (Ota) che accompagnino i pazientima ancora non è noto l' ammontare esatto del personale su cui l' ospedale potràcontare. IL PRONTO SOCCORSO L' area del Pronto soccorso è distante dall'osservazione breve quasi 500 metri. Le zone del triage sono nettamente separate l'una dall' altra in base alla gravità dei casi da trattare. Ciò richiede, per funzionarebene, tutto il personale programmato. Per questo stamattina, su provvidenzialedisposizione del primario del pronto soccorso, le tecnologie e i monitor sarannospostati e concentrati. I 26 posti di Osservazione saranno ridotti in questa fase distart-up a 8. Il reparto trasloca in sale poste a metà strada tra il pronto soccorso e lamedicina d' urgenza così da rendere l' assistenza più funzionale e tempestiva. Sistanno per questo allestendo anche i box con le tende del Pronto soccorso. Si lavoracon cartongesso e pareti mobili. Il pronto soccorso tuttavia sarà in questa fase privodi trauma center. Per questo è stata firmata una convenzione con la Croce rossa perun' ambulanza rianimativa al coso di 36 euro l' ora che in 6 mesi costerà 158 milaeuro. IL TUTORAGGIO Un altro dei nodi da affrontare è il consolidamento delleroutine di attività in emergenza. Molti medici e chirurghi sono giovani specializzati instrutture con poca esperienza in pronto soccorso. Le figure più esperte, acquisite dalLoreto mare, lavorano nelle specialità di Cardiologia, Utic, Rianimazione,Neurochirurgia, Neurologia e Chirurgia vascolare, anche in Ortopedia. Altriprovengono da unità operative non di emergenza. Il medico di pronto soccorso è unaspecialità carente (su 56 assunzioni programmate sono stati reclutati in 52 e solo 25hanno risposto all' immissione in servizio. Il primario Helzel è uno dei pochi della Aslad avere la giusta qualifica ed esperienza ma dovrà contare sull' affiatamento di unaequipe collaudata. Per venire incontro a questa difficoltà la Asl ha chiesto distipulare con urgenza una convenzione con il Cardarelli che dal 15 settembrepresterà per ogni turno, alcune unità di che svolgeranno attività di tutoraggio. Ciògenera un certo malumore tra esperti chirurghi di urgenza del Loreto mare cheattualmente sono sottoutilizzati anche a fronte dell' ultima sottrazione di ben 10unità infermieristiche all' ospedale di via Vespucci. A mancare sono anche i tecniciper la funzionalità della Medicina nucleare. INTERNET Non tutto l' ospedale del mareè infine coperto dalla rete wi-fi. Ciò va in rotta di collisione con l' utilizzo di solecartelle cliniche elettroniche, tablet e app in uso da tempo, invece, al Cardarelli. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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De Luca accusa: "È sabotaggio ma il reparto apre il 15settembre"

Le reazioni Forlenza, direttore Asl 1"Metodi camorristici: l' allagamento èdoloso e ha un unico intento quello difermarci" «Abbiamo denunciato allaProcura della Repubblica quanto èaccaduto stanotte all' Ospedale delMare. Ancora un sabotaggio, un' azionepremeditata che ha provocato l'allagamento dei locali e dei corridoi diaccesso del triage, quelli che sarannoaperti tra pochi giorni, con il nuovopronto soccorso (Psa) del presidio.Riconfermiamo l' apertura del prontosoccorso il 15 settembre prossimo ». Afar scoppiare il caso è un post suFacebook il presidente della RegioneCampania, Vincenzo De Luca chedenuncia "l' ennesimo tentativo difermare la grande svolta in atto nellasanità campana, mentre continuano adarrivare risultati sempre più positivi neiLea. Al Cardarelli nel mese di agosto,seguendo nel trend positivo dei primi otto mesi del 2018, siamo arrivati al 74 percento dei parti naturali, e solo il 24 per cento di cesarei. Continua l' avanzamentodella sanità campana verso obiettivi di assoluta eccellenza", conclude il governatore.Alle parole di De Luca si aggiungono quelle di Mario Forlenza, direttore generaledella Asl Napoli 1 centro, che parla di metodo camorristico ma assicura che questonon impedirà l' apertura del pronto soccorso: «Se, come sembra evidente dai primisopralluoghi, l' allagamento è doloso, è stato provocato con un solo intento:affermare con un metodo camorristico che quel pronto soccorso non deve aprire,che nella sanità campana le cose devono restare come sono. La dinamica dice tutto- aggiunge Forlenza pare che qualcuno abbia scelto ad hoc un lavandino in un' areache sovrasta il pronto soccorso ( in realtà si tratta del triage adiacente al prontosoccorso, ndr) e ha poi ostruito lo scarico, utilizzando una di quelle guarnizioni ingomma che si trovano sulle gambe delle scrivanie e poi, sempre nel cuore dellanotte, ha aperto l' acqua bloccando la leva a pedale, provocando poi l'

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allargamento». Forlenza fa sapere di aver incaricato il direttore sanitario dellastruttura, Giuseppe Russo, di presentare formale denuncia contro ignoti all' autoritàgiudiziaria preposta: «Il problema - aggiunge - non è il danno in sé, al qualepossiamo porre rimedio in poco tempo, è la gravità del gesto». Sulla stessa linea sisintonizza, Ciro Verdoliva, direttore del Cardarelli e commissario per il nosocomio diNapoli Est: « L' episodio non scalfisce in alcun modo, anzi rafforza, la determinazionedi aprire la struttura il 15 settembre. Chi crede di piegare la nostra volontà, non sache in questo modo la nostra determinazione diventa, se possibile, ancora piùferoce. Se questo voleva essere un gesto dimostrativo, è servito solo ad affermareciò che sappiamo da sempre: in Campania ci sono persone infastidite dalcambiamento, persone che fanno di tutto per preservare quei privilegi conquistaticon il malaffare e a danno dei cittadini». - a. dicost. © RIPRODUZIONE RISERVATAVerdoliva: "Ci sono persone infastidite dal cambiamento che fanno di tutto perpreservare privilegi"

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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Forlenza: «Troppi attacchi politici sui ritardi poi arriva ungesto così grave: fa riflettere»

«C' è qualcuno che vuole ritardare l'apertura del pronto soccorso, perchésono stati tanti gli attacchi al nostrolavoro»: Mario Forlenza, direttoregenerale dell' Asl Napoli 1 è ancorastupefatto per il «sabotaggio» all'ospedale del Mare. Racconta della faticafatta per arrivare al traguardo di aprire ilpronto soccorso. «Quanto avvenuto -spiega - lascia riflettere». Perché tentaredi allagare l' ospedale del Mare? «Ilperché bisogna chiederlo a chi hacommesso questo gesto. Di certo c' è ilsabotaggio, che è stato riconosciuto daivigili del fuoco e dalle forze di polizia».Che danni ci sono stati? «Il problema nonsono i danni, sono subito intervenuti inostri operai per arginare i problemi invista dell' apertura del pronto soccorso il15 settembre che viene confermata. Ilproblema è la gravità del gesto. Non sivuole l' apertura dell' emergenza, sivuole fermare la crescita di un ospedaleche sarà il fiore all' occhiello della sanitàcampana. C' è qualcuno che lavora contro il progetto di rinascita della nostraassistenza anche se questo significa andare a danno dei cittadini». Crede che ci siauna matrice politica dietro questo gesto? «Non lo so, so che molti tifano contro l'inaugurazione del pronto soccorso. È da anni, da mesi, che si ripete che ci sonoritardi, che l' ospedale non aprirà mai, che nella sanità si fanno solo chiacchiere epromesse. Tutto con denunce, interrogazioni. Adesso che avevamo fissato un giornoper far decollare l' emergenza arriva un sabotaggio così. Non posso indicare unpartito o un politico, però quanto avvenuto fa riflettere. Sottolineo che l' ospedale èaperto dal giugno 2017, dopo un anno apriamo il pronto soccorso. I dipendenti allavoro nel presidio di Ponticelli quando sono arrivato erano 150, oggi sono 850». Cisono controlli nella struttura? «Sì, ma non ci sono stati segnali di un' intrusione dall'esterno». Allora il problema è interno? «Non credo, sarebbe ancora più inquietante.

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Aspettiamo le indagini della polizia». Perché è così importante l' ospedale del Mare?«Perché diventerà un Dea di secondo livello, per capirci alla pari con il Cardarelli,con tutte le specialità eccetto la ginecologia e l' ostetricia visto che si è scelto dicreare un polo materno-infantile al Loreto Mare. L' unica differenza con il Cardarelli ènel numero di posti letto: 800 nell' ospedale collinare, 400-450 in quello di Ponticelli.L' ospedale del Mare servirà a decongestionare il sistema sanitario tra Napoli e l' AslNapoli 3. Con il pronto soccorso in piena efficienza, un traguardo che raggiungeremoovviamente per step perché siamo professionisti seri, eliminiamo definitivamente ilproblema delle barelle al Cardarelli». Perché? «Perché avremo tre grandi punti diriferimento in zone diverse della città: il Cardarelli, l' ospedale del Mare e il Cto per itraumatizzati, invece di ingolfare l' emergenza solo del Cardarelli. Dietro questorisultato c' è un duro lavoro che non si vede, una corsa contro il tempo. Mapoliticamente non va bene a qualcuno». Si sente di fare un appello alle forzepolitiche, quelle di maggioranza e di opposizione, per stringersi intorno all' ospedaledel Mare? «Io sono un tecnico, non un politico. Non spetta a me fare appelli allapolitica. Invece chiedo alla città di sostenere lo sforzo che stiamo facendo per dareuna migliore assistenza ai cittadini di Napoli e provincia. I nostri pazienti giàriconoscono il lavoro fatto. In molti ospedali si imbrattano le mura con scritte, all'ospedale del Mare non avviene perché è sentito come un monumento di tutti darispettare». Si aspettava la solidarietà dal sindaco de Magistris? «Non so che dirle».f.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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IL DOVERE DI FARE SUBITO CHIAREZZAGIANTOMASO DE MATTEIS

Il commento Sembra un figlioindesiderato l' Ospedale del Mare, su cuiè calato una sorta di maledizione. Apartire dal suo battesimo, nel lontano2006, quando furono gettate lefondamenta. Già allora liti, contenziosi,transazioni: e la Procura che bussavaalla porta della megastruttura sanitariadi Ponticelli. E adesso dopo le giostre diinaugurazioni, nastri tagliati di troppo etanti reparti chiusi (in un caso per unafesta privata di un primario) e concorsichiacchierati era stato tracciato un altrotraguardo: il pronto soccorso. Data dipartenza: il 15 settembre, ha annunciatonei giorni scorsi il governatore De Luca.Ma la buona stella non splende sulcasermone sanitario di Napoli est. Cimancava pure l' acqua, quella delrubinetto lasciato aperto da una mano eche ha allagato il triage adiacente alpronto soccorso. «Sabotaggio», scrive suFb De Luca. «Metodo camorristico», rincara la dose Mario Forlenza, dg dell' Asl Na 1.E mentre si organizzano sit in e presidi toccherà alla giustizia fare luce. Ci si augurain tempi rapidi. Solo così si potrà capire se sia stata una mano o una "manina" adaprire quel rubinetto.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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Il presidente De Luca punta l' indice: «È un sabotaggio»

NAPOLI. Non va giù al presidente dellagiunta regionale Vincenzo De Luca l'episodio legato all' allagamento,avvenuto nelle scorse ore, di alcuni localiall' ospedale del Mare e per questoannuncia di aver «denunciato allaProcura della Repubblica» quello chepotrebbe essere, ma non è confermatoattualmente, un atto premeditato. Ma ilgovernatore, attuale commissario dellasanità in Campania, appare convinto chequest' ultimo episodio, i cui connotatirestano tuttora da decifrare, sia un«sabotaggio, un' azione premeditata cheha provocato l' allagamento dei locali edei corridoi di accesso del Triage, quelliche saranno aperti tra pochi giorni, con ilnuovo Pronto Soccorso del presidio». Ladata da cerchiare per l' inaugurazionedel Pronto Soccorso è quella di sabato 15settembre. Sarà rinviata? Noassolutamente, secondo De Luca, cheinfatti dice: «Riconfermiamo l' aperturadel pronto soccorso il 15 settembreprossimo. Denunciamo l' ennesimo tentativo di fermare la grande svolta in atto nellasanità campana, mentre continuano ad arrivare risultati sempre più positivi neiLea». Il commento sull' allagamento all' Ospedale del Mare è occasione per ilpresidente De Luca e commissario della sa nità in Campania di snocciolare unulteriore dato. «Al Cardarelli nel mese di agosto, seguendo il trend positivo dei primiotto mesi del 2018, siamo arrivati al 74% dei parti naturali, e solo il 24% di cesarei».Perciò è la conclusione dell' ex sindaco di Salerno, «continua l' avanzamento dellasanità campana verso obiettivi di assoluta eccellenza». AS.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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La politica si schiera: c' è una regia dietro tutto questo

NAPOLI. Indignazione nel mondo politicoper l' allagamento dell' area Triage dell'Ospedale del Mare. Francesco EmilioBorrelli, consi gliere regionale del Verdinella maggioranza della gunta De Luca ecomponente della commissione Sanitàchiede una celere individuazione dei responsabili. «L' allagamento doloso nellanotte di sabato del piano soprastante ilPronto soccorso dell' ospedale del Mareè un atto intimidatorio gravissimo alquale dovrà essere data una rispostadelle istituzioni altrettanto forte esevera, identificando prima possibile epunendo con il massimo della pena l'autore o gli autori». Per Borrelli «si ètrattato non solo di un attacco alla sanitàcampana, a pochi giorni dall'inaugurazione del pronto soccorso, masoprattutto di un attacco vigliacco eirresponsabile a tutti i cittadini dellanostra regione. I camorristi, i furbetti delcartellino - conclude il consigliereregionale dei Verdi - i truffatori, sarannocostretti a farsene una ra gione e obbligati a togliere il disturbo dalle strutturesanitarie campane. Non sarà di certo questo episodio a fermarci». A farsi sentire èanche Francesco Moxedano, come Borrelli in maggioranza in consiglio regionale. «Èda tempo che denuncio che all' Asl Napoli 1 esista una regia che lavora contro l'apertura dell' Ospedale del Mare. Mi aspetto che anche le opposizioni 5 Stelle ecentrodestra si indignino di fronte a questo ignobile atto delinquenziale. Ma isabotaggi, le intimidazioni non riusciranno ad impedire l' apertura del prontosoccorso che alleggerirà il lavoro dell' ospedale Cardarelli e sarà utile alla città». Daregistrarsi anche la posi zione della parlamentare di Leu Michela Rostan,vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera. «L' atto intimidatoriodi sabato notte - per la parlamentare - non è da sottovalutare. L' allagamento dolosodei locali posti al piano superiore del pronto soccorso, sono un chiaro segnale che cisono interessi criminali che intenderebbero aggredire il nuovo polo sanitario.Bisogna dare una risposta forte da parte dello Stato Chiederò al ministro dell'

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Interno, Matteo Salvini, di rinforzare il contingente delle forze dell' ordine nellanostra città in modo da poter difendere i presidi sanitari troppo spesso oggetto diviolenze e at ti vandalici». ANSAB.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

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Medici di famiglia, in 45mila verso la pensione

La consigliere di Forza Italia Beneduce:serve un ricambio con l' inserimento digiovani professionisti Emorragia di"camici bianchi" nei prossimi 10 anniCASERTA (r.c.) - "Ad assestare un colpodefinitivo al sistema sanitario, traqualche anno, sarà la mancanza deimedici di famiglia". Lo dichiara FloraBeneduce, consigliere regionalecampana e responsabile delDipartimento Sanità di Forza Italia. "Lestime - nota l' esponente di opposizioneparlano chiaro, nel giro di dieci anni, pereffetto della gobba pensionistica, oltre45mila unità saranno fuori dal serviziosanitario. Una carenza che rischia didiventare una vera e propria emergenzain tutta Italia se non si pongono rimedi"."Non si può sottovalutare l' allarmelanciato dai sindacati dei medici,associazioni di categoria e societàscientifica - sottolinea la consigliera -Bisogna affrontare il problema risolvendoa monte questioni fondamentali quali losblocco del turnover e la formazionespecialistica adeguata al fabbisogno. Sono due punti questi su cui dare battaglia sesi vuole evitare il caos". "Non dimentichiamo che i medici di base sono la prima lineadel sistema sanitario. Una prima linea che deve diventare almeno i "comma 1" (chepossono essere assunti subito a tempo indeterminato). In tutto sono 1335 i precarida stabilizzare nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Campania. Secondoquanto si legge nella tabella della Regione, il maggior numero di precari è alla Asl diCaserta, con 323 unità. Segue l' istituto Pascale che ne ha 266, mentre all' AslSalerno se ne contano 175, Il numero minore si riscontra all' Asl di Benevento e all'azienda ospedaliera Ruggi di Salerno, con soli 6 precari a testa, e all' aziendaospedaliera "Sant' Anna e San Sebastiano" di Caserta con 7 unità. Un primocensimento dei precari era stato portato a termine nel 2013, ma con alcuni errori,per cui a marzo scorso ne è iniziato un altro. In una circolare del 23 marzo scorso,firmata dal direttore generale della Regione Antonio Postiglione e indirizzata ai

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manager di aziende ospedaliere, Asl e del "Pascale", si invitavano i direttori generalidelle aziende di settore a trasmettere l' elenco del personale che ha i requisiti per lastabilizzazione.

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03/09/2018

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Oggi il presidio dei direttori generali

Oggi alle 14 ci sarà un presidio direttorigenerali delle Asl e degli ospedali dellaCampania dopo «l' atto intimidatorio»con l' allagamento dei locali dell'Ospedale del Mare. I direttori generali ditutte le Asl hanno subito espressosolidarietà a Mario Forlenza e CiroVerdoliva condannando «il vile atto disabotaggio al pronto soccorso dell'ospedale del Mare» ribadendo «lapropria volontà e il proprio orgoglio dipartecipare al cambiamento della sanitàcampana che forze oscure tentano diimpedire. Noi saremo più forti». Ilpresidio di oggi a Ponticelli serve proprioa dare un segnale concreto di solidarietàe dimostrare «compattezza econdivisione della squadra». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

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Ospedale del Mare allagato il Triage De Luca: sabotaggioFULVIO SCARLATA

«Vogliono fermare la svolta nella sanitàcampana con un sabotaggio»: VincenzoDe Luca accusa dopo l' allagamento dell'ospedale del Mare che ha colpito icorridoi di accesso del Triage, i locali chesono necessari al pronto soccorso che siinaugura il 15 settembre. «Non cifermiamo - dice il presidente dellaRegione - il pronto soccorso apre con glistessi tempi». L' azione è partita sabatonotte, nell' area che sovrasta il prontosoccorso. Qualcuno si è intrufolato neibagni, ha ostruito lo scarico utilizzandouna di guarnizione di gomma e, nelcuore della notte, ha aperto l' acquabloccando la leva a pedale. L'allagamento ha raggiunto il pianosottostante danneggiando parte dellacontrosoffittatura. L' azione è statascoperta solo ieri mattina, sono statiallertati i vigili del fuoco. L' ospedale delMare è la grande opera finoraincompiuta della sanità campana.Progettato quasi venti anni fa, costruito,rischiava di rimanere una cattedrale nel deserto. Nonostante l' evidente urgenza diaprire la struttura. Dopo le scelte della Giunta Caldoro per rientrare dall' enormedeficit sanitario ereditato dal periodo Bassolino, infatti, erano stati chiusi tutti ipronto soccorso di Napoli, lasciando aperto solo il Cardarelli su cui si riversavanotutti i pazienti con le distese di barelle. Sull' ospedale di Ponticelli ha puntato tuttoVincenzo De Luca: completato, ha iniziato a funzionare, oggi ci lavorano 850persone. Per essere completo, però, deve aprire il pronto soccorso. Il primopassaggio per far decollare l' emergenza è il 15 settembre per arrivare in un paio dimesi (secondo gli annuncia di De Luca) ad un pronto soccorso equivalente a quellodel Cardarelli. LA DENUNCIA «Abbiamo già presentato una denuncia alla Procura -dice De Luca - per un sabotaggio premeditato che vuole impedire l' apertura delnuovo pronto soccorso. Denunciamo l' ennesimo tentativo di fermare la grandesvolta in atto nella sanità campana». «Qualcuno vuole che la sanità non funzioni -sottolinea il commissario per l' ospedale del Mare, Ciro Verdoliva - Chi crede di

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piegare la nostra volontà sbaglia, saremo ancora più determinati. Questo gestodimostra che in Campania ci sono persone che fanno di tutto per preservare queiprivilegi conquistati con il malaffare a danno dei cittadini». «Un gravissimo attointimidatorio - per Francesco Emilio Borrelli, Verdi - Bisogna identificare subito l'autore o gli autori di quanto avvenuto. A pochi giorni dall' inaugurazione del prontosoccorso è un attacco vigliacco e irresponsabile». «È da tempo che denuncio che all'Asl Napoli 1 esista una regia che lavora contro l' apertura dell' ospedale del Mare -per il consigliere regionale Francesco Moxedano - Mi aspetto che anche leopposizioni 5stelle e centrodestra si indignino di fronte a questo ignobile attodelinquenziale». «Serve subito un presidio delle forze dell' ordine - incalza ladeputata Pd, Michela Rostan - Questo allagamento è un chiaro segnale che ci sonointeressi criminali che intenderebbero aggredire il nuovo polo sanitario». IL SILENZIONessuna reazione, invece, dal sindaco Luigi de Magistris. E nessun commento daparte delle opposizioni, né dal centrodestra né dai 5Stelle. Restano molti punti oscurinella vicenda. A cominciare dagli autori del «sabotaggio». L' ospedale è presidiatodai vigilantes, ma nessuno si è accorto di un' intromissione dall' esterno, mentre seha agito qualcuno all' interno il problema è grave. La causa del gesto è altrettantopreoccupante. Sembra a tutti esagerato pensare a un mandante politico. Ealtrettanto debole appare l' ipotesi di un' aggressione della criminalità organizzata. Ilquartiere non ha ragioni di ostilità verso l' ospedale, anzi Ponticelli può soloavvantaggiarsi dalla presenza della struttura. La pista che si segue è quella interna.Magari un appalto. O qualche dipendente che, non vista esaudita una suarivendicazione, ha dato un segnale. Come tanti visti a Napoli nelle istituzionipubbliche da anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 2 EAV: € 64.340Lettori: 704.603

Ospedale del Mare allagato nella notte il pronto soccorsoANTONIO DI COSTANZO

La sanità Raid nel triage: bloccata lapedana e ostruito un lavandino Repartosenza telecamere. La Regione presentadenuncia in Procura Un lavandinoostruito e i locali del triage adiacenti alpronto soccorso dell' Ospedale del Mareche si allagano: ce n' è quanto basta perfar gridare al sabotaggio il governatoreVincenzo De Luca e i vertici della sanitàcampana che hanno presentato unadenuncia in Procura. Anche perchéaccade all' interno del reparto di urgenzache, come annunciato dalla Regione,aprirà il 15 settembre. Pochi danni egrande allarme su quanto avvenuto, mala polizia è prudente nell' accreditare lapista di un sabotaggio. Non aiuta leindagini il fatto che in quell' area dell'ospedale, nonostante l' imminenteapertura, non ci sono telecamere. Adassicurare la sorveglianza le guardiegiurate. Ma non c' è un posto fisso divigilanza nel pronto soccorso ancora chiuso. Il presunto o i presunti sabotatori sonoentrati in azione nella notte tra sabato e domenica nel triage. Qui hanno ostruito unafontanella, con guarnizioni di gomma, e hanno aperto l' acqua, bloccando la leva apedale. Hanno così allagato i locali adiacenti il reparto la cui inaugurazione èprevista tra meno di due settimane. «Ma niente - assicurano i vertici della Asl -impedirà l' inaugurazione del pronto soccorso attivo ». Sul posto è intervenuta unavolante. I poliziotti hanno appurato l' allagamento dei locali. Il direttore sanitariodella struttura, Giuseppe Russo, ha allertato i vigili del fuoco che sono intervenuti ehanno assicurato che l' agibilità della struttura non è stata compromessa.Sabotaggio, dispetto o un avvertimento, come si dice in questi casi: tutte le pistesono aperte. Per il luogo dove il presunto sabotaggio è avvenuto si può ipotizzareche ad agire sia stato qualcuno che ben conosce quell' area, qualcuno che forselavora nell' ospedale o che ha contatti frequenti con il presidio. È l' ennesimointoppo che colpisce l' ospedale della periferia est fortemente voluto dal presidentedella Regione, De Luca. Un ospedale che dovrà sopperire alla chiusura di alcunipronto soccorso cittadini e alla riduzione dell' assistenza in altri. Ad oggi l' ospedale

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si presenta ancora come una cattedrale nel deserto dell' aera est. Poche leindicazioni per raggiungerlo e una di queste, che si trova proprio davanti all'ingresso anche se indica un percorso errato, è sforacchiata da cinque colpi diproiettile, ma considerata la ruggine non sembrano recenti. Problemi esterni, maanche interni: ai primi di luglio il primario di Chirurgia vascolare, al quale è statorevocato l' incarico, è stato accusato di aver chiuso il reparto per consentire a tuttidi partecipare a una festa. A regime, secondo i dati più volte forniti da Palazzo SantaLucia, durante le numerose inaugurazioni dei reparti, l' Ospedale del Mare servirà unbacino d' utenza di oltre 500mila cittadini, con una capienza totale di 500 posti letto,16 sale operatorie, a cui si aggiungono 6 sale endoscopiche e 4 sale parto. Lastruttura che si ispira a un nuovo modello di ospedale ad alto contenuto tecnologicoe assistenziale elaborato dall' architetto Renzo Piano, ha fatto il pieno di polemiche erinvii: avrebbe dovuto aprire nel 2008. Nel 2015, fu inaugurato il Poliambulatorio: ilcantiere era rimasto fermo per 24 mesi, per mancanza di fondi. Poi l' interventodeciso di De Luca che ha spinto molto perché l' ospedale realizzato a Ponticellientrasse in funzione. E oggi i direttori generali delle Asl e degli ospedali dellaCampania parteciperanno a un presidio di solidarietà a partire dalle 14 davanti alpronto soccorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Oggi presidio davanti alla strutturasanitaria di Ponticelli di tutti i vertici degli ospedali campani Il reparto Sopra l'ingresso dell' Ospedale del Mare. In alto da sinistra destra il corridoio del triageallagato. A seguire la fontana utilizzata per il presunto sabotaggio. A destra ilcartellone che indica l' Ospedale del Mare colpito nei mesi scorsi da alcuni proiettili.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 3 EAV: € 1.614Lettori: 29.750

Parcheggi, sorveglianza, appalti: ecco cosa vogliono cinqueclan

NAPOLI. L' Ospedale del Mare, gli appalti,il racket dei parcheggi. C' è tutto ciò cheè appetibile per camorra dietro allagrande opera che svetta nella zonaorientale di Napoli, nel cuore diPonticelli. Ieri la denuncia di un possibilesabotaggio alla struttura ospedaliera e lapossibilità che possa trattarsi di un attoorganizzato dalla camorra. Sono glistessi vertici ospedalieri che lo ritengonopossibile e in realtà non è una ipotesiperegrina. Ci sono più clan che sicontendono sia la zona che tutti gli affaricriminali di quell' area. Fino a meno disei -sette anni fa c' erano sono i Sarnocomandati da Ciro detto il sindaco. Eralui che gestiva ogni tipo di affarecriminale che ruotava attorno la zona diPonticelli. Aveva il carisma criminale perpoter contenere gli assalti di altrecosche che pur provava ad entrare nellazona orientale della città. Qualunquelavoro di edilizia che veniva fatto nellazona era sottoposto a pressioniestorsive, così come è stato, per esempio per la creazione dell' Auchan di via Argine.Il clan però è stato sommerso dall' ondata di pentiti, primo tra tutti proprio lo stessoSarno, che ha vuotato il sacco su affari illeciti, su quelli mascherati e su una serie diinvestimenti fatti dalla cosca anche con accordi trasversali. Si è così arrivati all'arresto di decine e decine di affiliati. Sono stati momenti difficili per quella zonadella città e oggi, per gli stessi identici motivi di dieci anni fa, sono lo stessocomplicati. Adesso la zona è in preda al "panico" a causa di una guerra trasversaletra diverse cosche: i De Micco sono sfiancati e hanno perso potere e entrano in gioconuove cosche che arrivano da Barra e da San Giovanni. E sono loro che adessomettono le mani sull' Ospedale del Mare, su tutto ciò che gira attorno al nosocomioche fra due settimane sarà inaugurato in pompa magna nonostante i lunghissimiritardi nella realizzazione. Innanzitutto gli appalti. Quelli legati alla pulizia, alla

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guardiania, al trasporto dei pazienti. Tutto ciò che per l' appunto è legato ai servizidell' ospedale stesso. Ci sono decine di inchieste della Dda di Napoli che raccontanodi come la camorra riesca ad infiltrarsi nel tessuto sociale in modo del tutto naturale,non nascondendosi ma cambiando volto. Nella zona ospedaliera di Napoli, tra rioneAlto, Arenella e Vomero diverse e recenti inchieste hanno dimostrato come lacamorra riesca a controllare una buona fetta di tali servizi e per que sta ragione c' èil sentore che anche nella di Ponticelli stia accadendo questo. Se fosse confermatoche l' atto di ieri sia stato un atto di sabotaggio, allora c' è da chiedersi chi hainteressi a distruggere quella struttura. Certamente nessuno, nemmeno la camorra.Ma a rallentare il percorso di efficienza, quello certamente sì. Il motivo? Creareemergenze, creare crisi, correre ai ripari. Ed è proprio in questo particolare contestoche si concentra l' attività della camorra che riesce ad intrufolarsi dappertutto. L'inchiesta, per ora contro ignoti, è stata aperta dalla Procura di Napoli sulle relazionidella polizia di San Giovanni a Teduccio che è entrata nelle prime fasi, subito dopo l'allarme. Sono cinque le cosche che hanno le amni nella zona Orientale di Napoli etra loro non corre buon sangue. C' è infatti una faida strisciante e corre da oltre unanno. È la guerra delle stese di camorra. Da una parte i Mazzarella e dall' altra iRinaldi-Reale. Poi ci sono i Cuccaro di barra che di certo non stanno a guardare, glieredi dei Mazzarella, quel che resta dei De Luca Bossa e dei D' Amico. Fratture chegenerano tensioni e che si riversano, incredibilmente anche in un presidioospedaliero e nella gestione parallela dei servizi. Non possiamo infatti dimenticarequanto sia importante per la criminalità organizzata la gestione dei parcheggiabusivi. Anche questo aspetto non va trascurato nel cercare di comprendere qualisiano i reali interessi dietro ad un atto di sabotaggio che ieri ha scosso sia l' opinionepubblica che il mondo politico che ha trovato compattezza nello sdegno espresso incomunicati stampa.

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03/09/2018 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 23 EAV: € 4.210Lettori: 133.364

Pronto soccorso stop a Sant' Agata Mastella: i poveri nesoffriranno

Ospedale «Sant' Alfonso», il sindaco diBenevento, Clemente Mastella intervienesul nuovo assetto che di fatto, da oggi,taglia fuori il presidio dal circuito dell'emergenza. «Quanto avevo detto -sottolinea Mastella - si è verificato. Ilpronto soccorso a Sant' Agata de' Goti èmorto. Io credo che occorra una seriariflessione. I motivi non sono personalicon la direzione ma oggettivi. Si vuoleaprire un tavolo di discussione. Sono esiamo disponibili. Ma così non va. Troppecose non vanno. Chi ne soffre è lapopolazione, soprattutto quella piùpovera. E non è giusto». Da oggi,dunque, niente più ambulanze del 118 acontrada San Pietro: al Pronto soccorso,ancora per quale giorno, si potràaccedere soltanto con mezzo proprio, incaso di necessità. Dal 16 settembre l'ulteriore step: la chiusura del Prontosoccorso con la contemporaneaattivazione del Punto di primointervento, che è una struttura delsistema di emergenza sanitaria la cui funzione si limita unicamente al trattamentodelle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità,al fine di consentire il trasporto nel Pronto soccorso più appropriato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 2 EAV: € 56.213Lettori: 704.603

Quel presidio che non decolla tra inaugurazioni e rinviiGIUSEPPE DEL BELLO

Il punto Ospedale del Mare, una storiainfinita partita oltre dieci anni fa. Dallontano 2006, quando furono gettate lefondamenta. Il protocollo prevedeva ilcompletamento dell' opera in quattroanni ( costo iniziale previsto 119 milioni).Senza ricordare il contenzioso e lasuccessiva transazione che bloccarono ilavori nonostante, nel 2009, il 65 percento dell' opera fosse già realizzata,arriviamo all' ultima data stabilita per laconsegna: il 2015. Da allora, unsusseguirsi di inaugurazioni. La prima,del poliambulatorio, è del 12 marzo, permano dell' ex presidente della RegioneStefano Caldoro. Dopo, a ottobre, ancoradel 2015, doveva essere attivato l' interopresidio. Non accadde. E invece, sirealizzò solo la cancellazione e ildepauperamento dell' esistente:Annunziata, Ascalesi, San Gennaro e lostesso Loreto Mare, oggi fortementeridimensionato insieme al Pellegrini. A dicembre 2016, un anno e nove mesi dopotocca a De Luca tagliare, ancora, il nastro. Sono, dirà con orgoglio, « i primi trereparti (Diagnostica per immagini, Radioterapia e Dialisi, che non sono reparti maServizi, ndr) su cui siamo partiti da sottozero». E il resto? Il pronto soccorso sarebbedovuto partire a marzo 2017 insieme alle altre attività di degenza. Anche questadata però salta e resta la proroga: estate dell' anno scorso. Come è noto, purequesto limite temporale è stato ampiamente superato, mentre nel frattempo sonostati attivati altri reparti, ma in condizioni di estremo disagio. Da circa un anno,funzionano Chirurgia generale, Vascolare, Endocrinochirurgia, Otorinolaringoiatria.Più recentemente, invece sono partite Medicina interna, Neurochirurgia eCardiologia interventistica. Ovviamente, l' operazione non è stata indolore: a farne lespese sono stati gli altri ospedali, depauperati di uomini e mezzi. Ma a diventareoggetto di un' aspra polemica con l' attuale ministra della Salute è il DipartimentoMaterno- infantile. L' improvvisa decisione, oltre un anno fa, di cancellarlo era stataannunciata dal governatore- commissario, intenzionato a rimpiazzarlo con latredicesima Cardiochirurgia. Ma la stessa Giulia Grillo contestò De Luca, ribadendo il

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suo fermo no anche perché il Materno- infantile, tra l' altro, è previsto perchéelemento indispensabile alla catagolazione del presidio come Dea di II livello, cioèospedale di riferimento della rete di emergenza. Non è tutto. Mancano personale estrumenti chirurgici. E spesso gli specialisti devono aspettare che i pochi "ferri"necessari vengano ri-sterilizzati per continuare la seduta operatoria. A far dacontorno a una situazione delicata, i concorsi. Come quello di Chirurgia vascolare, lacui graduatoria è stata modificata più volte, arrivando infine a nominare a primario ilterzo classificato. Quello stesso direttore che per festeggiare la nomina aveva chiusoil reparto per una notte, consentendo così a medici e infermieri di partecipare algalà. Non sono mancati episodi difficili. Come il trasferimento di pazienti arrivati inurgenza all' Ospedale del Mare e smistati in codice rosso in altri presìdi. Fino allamorte di un dentista 50enne durante una Tac. Le cose insomma non vanno bene.Tant' è, che alcuni neo- primari ancora in aspettativa nelle sedi di provenienza,starebbero per rinunciare. © RIPRODUZIONE RISERVATA La prima inaugurazione L'allora governatore Stefano Caldoro inaugura nel 2015 l' Ospedale del Mare.Seguiranno altri tagli del nastro.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 23 EAV: € 79.016Lettori: 704.603

" Vaccini necessari" Anche l' esperto del ministero boccia igrillini

MICHELE BOCCI

Il caso Parla Vittorio Demicheli L'epidemiologo che guida la commissionenazionale dice no all' autocertificazioneNo all' emendamento Taverna al decretoMilleproroghe che permetterebbe ancheai non vaccinati di entrare al nido e allamaterna. Sì all' obbligo per il vaccinoanti morbillo, parotite e rosolia. Ancheall' università. Il tecnico scelto dallaministra alla Salute Giulia Grillo peroccuparsi del tema più spinoso di questisuoi primi mesi di gestione della sanità ècontrario a quanto proposto daiparlamentari M5S e per certi versi vaoltre il tanto vituperato (dallamaggioranza) decreto Lorenzin. Di certoè distantissimo dalle posizioni no-vax.Vittorio Demicheli presiede laCommissione nazionale vaccini e quindidisegna le politiche in questo settore conla ministra. Martedì sarà ascoltato dallecommissioni Affari costituzionali eBilancio della Camera proprio sull' emendamento al Milleproroghe proposto dagliesponenti del partito di Giulia Grillo. Cosa dirà ai parlamentari? «Intanto che seanche passasse l' emendamento, le conseguenze sulla salute pubblica nonsarebbero disastrose. L' allontanamento da scuola non è fondamentale. I bambiniimmunodepressi dopo un trapianto, ad esempio, rischiano di prendere tante malattienon coperte da vaccino. L' importante comunque è fare bene le classi. Parlo però dalpunto di vista scientifico, da quello pratico la situazione è diversa». In che senso?«Fui convocato anche durante la preparazione del decreto Lorenzin. Martedìspiegherò agli onorevoli che come non condividevo la superficialità con cui un annofa la legge sui vaccini obbligatori è stata fatta per "necessità ed urgenza", allostesso tempo ritengo che non sia il caso di fare di nuovo lo stesso errore, cioècambiare tutto con un altro decreto. I servizi vaccinali sono stressati dal legge sull'obbligo, adesso un contrordine bloccherebbe la macchina. Finché non viene fattauna nuova legge organica, per favore lascino in piedi quello che abbiamo». I dati

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dicono che con il decreto Lorenzin sono aumentate le coperture. «Ci sono statirisultati significativi, ma non c' era bisogno di legiferare con urgenza. Avremmoraggiunto gli stessi obiettivi con una politica diversa. E comunque la "bombaatomica" dell' obbligo non ha fatto migliorare abbastanza le Regioni in difficoltà conle coperture. L' importante adesso è togliere alla strumentalizzazione politica questotema, che è tecnico. I politici si occupino di altro». Lei è contrario all' obbligovaccinale? «In certe situazioni può servire, anche se bisogna sempre lavorare sulconvincimento delle persone più che sulle imposizioni. Si sta studiando una leggeche prevede l' obbligo solo per certe aree geografiche e determinate malattie, se lecoperture sono basse. L' importante è che questo non diventi una categoria morale,come è stato inteso nel decreto Lorenzin, ma semplicemente uno strumento». Per ilquadrivalente (anti morbillo, parotite, rosolia e varicella) le coperture sono ancorabasse. Proprio per quello è nato il decreto Lorenzin. Lei Cosa farebbe? «Terrei l'obbligo. In questo momento va mantenuto per il quadrivalente, anche se sullavaricella ho ancora qualche dubbio sul da farsi. Comunque, almeno per morbillo,parotite e rosolia credo che ci dovremmo avvalere anche del divieto di entrare ascuola. E magari alzare anche l' età dei giovani coinvolti nella campagna vaccinale.Anche con un intervento di urgenza, indipendente dai tempi nei quali sarà approvatala nuova legge. Sul morbillo ci vuole una "manovra", per estendere la copertura aigiovani adulti. Ad esempio si potrebbe pensare di richiedere come necessaria questavaccinazione a chi si iscrive all' Università». Non era contrario alle decisioni prese d'urgenza? «Ma questa non sarebbe una legge, penso a un atto di intesa con leRegioni e magari ad un' ordinanza, ad esempio per vaccinare operatori sanitari escolastici e coinvolgere appunto i giovani adulti». E l' esavalente (anti polio, tetano,pertosse, epatite B, emofilo B e difterite)? «Per la polio non è necessario che l'obbligo sia generalizzato a tutto il Paese. Il pericolo è presente solo in certe aree,dove le coperture sono basse. Penso alla provincia di Bolzano». All' audizione allaCamera è stato invitato, oltre ai rappresentati di società scientifiche e istituzioni,anche un pediatra considerato vicino alle posizioni no-vax, Eugenio Serravalle. Comemai? «Non lo so, anche a me è sembrato strano. Sarà stato qualche membro dellacommissione a fare questa scelta». © RIPRODUZIONE RISERVATA Ho qualche dubbiosulla varicella, ma terrei l' obbligo per il quadrivalente Il morbillo? Copertura pure all'Università..." Il tecnico Vittorio Demicheli è un epidemiologo che fino al gennaioscorso ricopriva il ruolo di vice capo del dipartimento alla salute del Piemonte. Laministra Giulia Grillo lo ha scelto come esperto di vaccini per disegnare con lui lepolitiche in questo settore.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 9 EAV: € 13.603Lettori: 133.364

Allarme insetti killer ecco come difendersiMaria Pirro

Insetti killer, mostri con le ali. Api, vespee calabroni uccidono dai cinque ai ventiitaliani all' anno. L' ultima vittima aMilano: l' avvocato Sergio Barozzi, 62anni, punto nella casa di campagna, èmorto per uno choc anafilatticofulminante: inutile la corsa in ospedale.Ma se l' è vista male anche RobertoCalderoli: il senatore leghista, dimessoieri mattina dall' ospedale San Raffaeledi Milano, ha raccontato di essere «finitoin terapia intensiva per una encefalitevirale trasmessa da una banale punturadi zanzara». E ribadito: «Una banalepuntura che mi ha portato in pericolo divita, facendomi passare giorni che nonaugurerei al peggior criminale almondo». Sì, perché può essereesagerata la reazione dovuta a unasensibilizzazione allergica verso alcunecomponenti del veleno iniettato dalpungiglione, anche se i casi letali, comedimostrano le statistiche, sono limitati.Più comuni febbre, spossatezza enausea, crisi d' asma e cali di pressione. E ancora: orticaria, angioedema spesso suvolto e labbra, edema della glottide fino allo choc anafilattico. L' ostruzione grave epotenzialmente fatale delle vie respiratorie si manifesta, in genere, con raucedine,difficoltà a parlare, tosse insistente, soffocamento, gola serrata. Reazioni allergicheche colpiscono due persone su cento, i bambini sono meno degli adulti. Ma esistonostrategie di difesa da applicare anche in questa coda d' estate. COSA FARE Èdecisivo rimuovere entro 20 secondi il pungiglione dalla cute con un movimentosecco e rapido, usando unghie o pinzette. E poi applicare nella zona colpita qualcosadi freddo (ghiaccio, impacchi). Utile identificare l' insetto responsabile e, nei casigravi, rivolgersi al medico o al pronto soccorso. Può servire, infatti, la visita di unallergologo per pianificare la terapia farmacologica. In caso di una reazione locale auna puntura di ape, vespa o calabrone oltre al ghiaccio e a eventuale analgesico, sipuò somministrare un antistaminico e applicare una pomata cortisonica. Il personalesanitario, se necessario, prescrive anche una terapia antinfiammatoria a base di

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cortisone per bocca per 3-7 giorni. In caso di reazione allergica grave anafilattica èinvece essenziale somministrare d' urgenza una dose di adrenalina per viaintramuscolare nella coscia, iniezione da ripetere anche dopo 10 minuti. Esistonopreparazioni di pronto-impiego a forma di penna che, premute sulla cute in vicinanzadella puntura, sono utili per interventi rapidi ed efficaci. «Chi ha già avuto reazioniimportanti di tipo respiratorio deve portare con sé l' adrenalina come farmaco diemergenza», avvisa Antonino Reale, primario del pronto soccorso del Bambin Gesùdi Roma, che aggiunge: «L' immunoterapia è il passo successivo», in particolare perchi è ad alto rischio come i figli di agricoltori, gli apicoltori, i bambini che abitano incampagna. Il vaccino si fa per 3-5 anni e l' effetto si mantiene solitamente a lungo.ZANZARE E PREVENZIONE Intanto, il virus della Febbre del Nilo continua acontagiare in tuta Europa, e l' Italia è fra i paesi più colpiti. Una anziana di 77 anni,già provata da altre patologie, è morta nel Mantovano, undicesimo epilogo tragiconel bollettino ufficiale dell' Istituto superiore di sanità. Si contano, in totale, 255 casisegnalati al 22 agosto. Tra gli effetti, una compromissione neurologica, fino allameningoencefalite. In particolare, il virus è stato trovato in campioni di animali opersone di 36 province del Nord, soprattutto nella Pianura Padana e fra le regioni intesta c' è il Veneto, e poi la Sardegna. «Nessun caso quest' anno si è verificato inCampania e nel Sud, ma all' ospedale Cotugno la situazione è monitorata ed èpossibile effettuare il test sierologico per la ricerca del genoma virale», dice CarloTascini, direttore della prima divisione delle malattie infettive della strutturasanitaria napoletana. Tra i virus più temuti, trasmessi dalle zanzare, in cima resta,però, la malaria che si contrae esclusivamente attraverso le punture. La zanzara piùinsidiosa è di tipo anopheles plasmodium: il vettore trasporta il parassita da unapersona infetta a un' altra in Africa, in America Centrale e del Sud e in Asia. Ci sonostati casi in Europa (e anche in Italia), ma punte vicino agli aeroporti internazionalida insetti arrivati nei bagagli o negli aerei. Conseguenze? Febbre, mal di testa,tensione di muscoli della nuca, brividi e sudorazione, talvolta nausea, vomito ediarrea tra i 10 i 15 giorni. Se non trattata con farmaci appropriati, anche la malariapuò mettere a rischio la vita. La zanzara tigre, invece, causa innanzitutto la dengueed è diffusa in Asia, Africa e America latina, con qualche caso sporadico in Francia ein Croazia, negli anni scorsi, ma solo in zone circoscritte. «D' estate, qui sono invecediffuse forme di meningiti provocate dai pappataci, insetti diversi dalla zanzara, chetrasmettono il cosiddetto virus Toscana. Mai letale», spiega Tascini. «Per quantopossibile, bisogna fare sempre attenzione a non farsi pungere perché più reazioniallergiche aumentano la sensibilizzazione al veleno degli imenotteri», aggiungeReale. Sono utili, dunque, le zanzariere ed è importante indossare abiti menocolorati e brillanti, con maniche e pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse,soprattutto se si prevedono passeggiate in campagna o dove l' erba è alta. Daevitare anche profumi forti e, all' occorrenza, tenere a portata di mano gli insetticidi.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

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Boom di aspiranti medici «Così si diventa luminare»Marco Codenotti.

«Nel campo medico siamo tra i paesi aipiù alti livelli scientifici e assistenziali,ma gli italiani considerano troppo malela nostra medicina scambiandomalasanità con problemi organizzativi egestionali». Armando Santoro, classe1950, direttore del Cancer Center dell'Humanitas di Rozzano, non ha dubbi neldifendere l' eccellenza medica tricolore.Dottor Santoro, quali sono lecaratteristiche che un medico deveavere per essere considerato unluminare? «Ne cito tre: la cultura intesacome cultura generale e non solomedica, perché aiuta a interpretareparecchie cose; la capacità diaggiornarsi e di seguire la ricerca conuna valutazione critica dei dati; infine lacomponente umana di partecipazione,condivisione ed empatia col paziente chemolti giovani medici, nell' attuale mondotecnologico, non hanno». E lepubblicazioni? «Fondamentali, mavengono di conseguenza. Se un medico ha le caratteristiche che ho elencato e havoglia di fare ricerca è chiaro che pubblicherà, proporrà e parteciperà asperimentazioni. A monte c' è la voglia di innovazione e di sviluppare il propriosettore. Nella ricerca però noto qualcosa che a volte mi intristisce». Cosa? «Io hoavuto la fortuna di fare la ricerca cosiddetta accademica, spontanea. Oggi invece misembra che la ricerca sia sempre più orientata alla sperimentazione supportata dalleaziende farmaceutiche. Certo, ne abbiamo bisogno, non le demonizzo, ma civorrebbe un maggior equilibrio tra i nuovi farmaci e la ricerca libera in cui vieneportata avanti l' idea del singolo». Un' esperienza all' estero quanto conta?«Parecchio: è un accrescimento sia professionale sia culturale che tutti dovrebberofare. Anche se mi irrito quando sento parlare di rientro dei cervelli in fuga, perchénon è sufficiente un percorso all' estero per stabilire che uno sia un genio. Mi ècapitato infatti di conoscere dei medici appena rientrati in Italia che si sonodimostrati un fallimento, e viceversa gente molto preparata che è sempre rimastaqui. Ai miei studenti consiglio quasi sempre un paese anglofono, anche per la lingua:

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gli Stati Uniti sono la scelta ottimale». A partire da quest' anno ci saranno quasi 700posti in più in tutta Italia per iscriversi alla facoltà di Medicina: il percorsouniversitario va bene così o va corretto? «L' aumento dei posti è un' ottima notiziaperché c' è bisogno di medici visto che l' età della popolazione si allunga sempre dipiù. Certo, il rapporto tra chi chiede di entrare e chi effettivamente entra è di dieci auno: fare selezione è complesso, ma il sistema dei quiz pur con tutti i suoi aspettinegativi è l' unico che mi sembra attuabile. Quello che bisogna migliorare è l'insegnamento: serve un approccio più dinamico e meno nozionistico, vanno destinatimaggior tempo e risorse per spiegare ai giovani come comunicare coi pazienti. Trale università migliori vedo Humanitas, Cattolica di Milano, San Raffaele, ma ancheTorino e Padova. Al sud, invece, ci sono parecchie difficoltà». Un altro problema pareessere quello delle scuole di specializzazione che non riescono ad assorbire ladomanda crescente di medici. «Verissimo. Ci sono meno posti disponibili di quantine servirebbero: è un vero e proprio allarme. Le scuole di specializzazione, oltre adaver bisogno di un aumento dei posti, dovrebbero anche coinvolgere attivamente igiovani: da qui devono uscire medici che siano in grado di operare fin da subito».Quali sono i rischi che non deve correre un giovane medico? «Non devespecializzarsi su una sola patologia perché questo avrebbe aspetti negativi nell'approccio col paziente. Faccio l' esempio del mio settore: il giusto percorso dellospecializzando deve essere quello di seguire tutta la patologia oncologica, nonconcentrarsi solo sul tumore al pancreas o su quello al colon. Certo, poi ci sonosettori dove si è più coinvolti e si fa ricerca, ma limitare la visione d' insieme diventaun' aberrazione». Ma.San. riproduzione riservata

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 204 EAV: € 936Lettori: 29.750

Cartella smarrita, risponde l' ospedale

L' imputazione diretta al medico daescludere L' obbligo di conservazionedella cartella clinica ricade sullastruttura sanitaria. La cui omessaconservazione è imputabileesclusivamente ad essa. La violazionedell' obbligo di conservazione non puòdunque essere attribuito direttamente almedico. Il ruolo dei medici chiamati incausa come convenuti insieme allastruttura sanitaria è un ruolo attivo, nelsenso che devono attivarsi per articolarenel modo migliore la propria difesa. È ilprincipio espresso dalla Corte diCassazione civile, sezione III, con lasentenza del 13 luglio 2018, n. 18567 inmerito alla responsabilità sanitaria persmarrimento della cartella clinica.Ricordano i giudici di Piazza Cavour che(articolo 7, dpr n. 128 del 1969) per tuttala durata del ricovero, responsabile dellatenuta e conservazione della cartellaclinica è il medico (in particolare, il responsabile della unità operativa ove èricoverato il paziente). Questi esaurisce il proprio obbligo di provvedere oltre chealla compilazione, alla conservazione della cartella, nel momento in cui consegna lacartella all' archivio centrale. Momento a partire dal quale la responsabilità peromessa conservazione della cartella si trasferisce in capo alla struttura sanitaria. Equindi alla direzione sanitaria di essa, che deve conservarla in luoghi appropriati,non soggetti ad alterazioni climatiche e non accessibili da estranei. L' obbligo diconservazione della cartella, come ribadito dalle successive circolari del Ministerodella Sanità, è illimitato nel tempo, perchè le stesse rappresentano un atto ufficiale.Proprio per superare i problemi connessi allo smarrimento e alla deperibilità naturaledelle cartelle, è in corso sottolineano i giudici di Cassazione di realizzazione ladigitalizzazione degli archivi sanitari, che comporterà il passaggio dalle cartellecliniche cartacee alle cartelle cliniche digitali. Si legge ancora nelle motivazioni dellasentenza che sono gli stessi medici, che abbiano scrupolosamente compilato lacartella clinica, a poterne e doverne richiedere copia alla struttura per acquisirnedisponibilità al fine di articolare le proprie difese e di produrla in giudizio. Se non

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possono ritenersi gravati dagli obblighi di conservazione nei termini sopra indicati,essi non sono esenti dall' ordinario onere probatorio.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 10 EAV: € 61.314Lettori: 533.243

Con 190 ospedali chiusi per partorire servono 90 minuti dimacchina

GIACOMO GALEAZZI

Al ministero della Salute pioggia diricorsi contro i tagli delle strutture conmeno di 120 posti letto Ma le Regioniinsistono: "I centri troppo piccoli nonriescono a garantire la qualitànecessaria" Sono la Sardegna e la Siciliaa contendersi il primato delle chiusure.Napoli, Milano e Torino sono le provincedove l' austerity sanitaria ha tagliato piùospedali con meno di 120 posti e puntinascita con meno di 500 parti l' anno.Una situazione che aumenta la pressionesulle strutture maggiori e che puòmettere a rischio la salute di chi si trovalontano dai centri di cura. Un mese fa unuomo di 47 anni si è sentito male inMolise, a Larino, uno dei Comuni rimastisenza un punto sanitario, ed è statotrasferito a Termoli ma la tac nonfunzionava. Da qui la corsa in Puglia,dove è arrivato troppo tardi, già in mortecerebrale. Da Nord a Sud si moltiplicanodisagi e proteste. Due terzi degli italianisono contrari ai tagli. Il 66% si oppone alla chiusura dei piccoli ospedali, mentre il34% è favorevole perché li considera poco attrezzati o poco frequentati. Pioggia diricorsi Il ministero della Salute dichiara alla Stampa di non disporre di «daticonsolidati sul numero degli ospedali attivi e chiusi: il monitoraggio delleprogrammazioni regionali non fa emergere un quadro sicuro sulle chiusure deipiccoli ospedali, in presenza di diversi procedimenti giuridico-amministrativi».Antonio Saitta, assessore alla Sanità del Piemonte e coordinatore della commissioneSalute della Conferenza delle Regioni, difende «un approccio nuovo, al qualedobbiamo abituare la popolazione, ma anche i medici di famiglia, fondamentaleanello di congiunzione». E assicura: «Le Regioni attuano il Patto della salute firmatocol ministero per la sicurezza dei pazienti e i dati scientifici dimostrano che numeri etassi di interventi troppo ridotti in alcune discipline mediche sono pericolosi». Perciò«la politica di ridurre i piccoli ospedali dove un tempo si faceva tutto non nasce da

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calcoli economici, ma dalla necessità di garantire più salute». E così in Piemonte gliospedali piccoli sono stati trasformati in presidi territoriali e sono state aperte nuoveCase della Salute per fornire assistenza territoriale senza penalizzare troppo chi vivein zone periferiche o montane. Una politica sanitaria basata sull' alta percentuale dianziani e cronici. Per le urgenze nelle zone marginali ci si affida agli interventi del118 con i voli notturni dell' elisoccorso, mentre alla chiusura dei piccoli ospedalicorrispondono più investimenti per strutture specializzate, come i Parchi dellasalute, della ricerca e dell' innovazione a Torino e Novara . È la riforma del sistemadi strutture ospedaliere. «Non è un fenomeno solo italiano - spiega FrancescoMoscone, economista della sanità, docente alla Brunel University di Londra - . In 15anni in Europa c' è stata una diminuzione degli ospedali del 9,4%. Si contano inmedia nell' Ue 2,9 nosocomi ogni 100 mila abitanti, con un valore che oscilla tra l'1,4 della Slovenia e il 4,9 della Francia». In Europa sono notevolmente calati anche icentri per malati acuti (ossia la metà degli ospedali): in Germania ne sono statichiusi 357, in Francia 193, in Italia 170, in Svizzera 122. La scure dei rimborsi «Isistemi sanitari come quello inglese o lombardo, nei quali i rimborsi sono decisi dalsistema sanitario nazionale o regionale, incoraggiano la rivalità tra gli ospedali nellaqualità dei servizi erogati, con l' effetto di migliorare le condizioni di salute deicittadini», osserva Moscone. Ridurre gli ospedali in un territorio, però, non equivalesempre alla riduzione della spesa sanitaria complessiva. Chiudere le strutture nonaiuta necessariamente a contenere i bilanci delle regioni del Mezzogiorno perché lamobilità dei malati erode la maggior parte delle finanze locali. Per esempio, l'Abruzzo rimborsa alla Lombardia le cure sanitarie dei pazienti abruzzesi che si fannocurare a Milano. Il caso Basilicata «Cambia la localizzazione delle strutture, noncambiano i servizi», recita lo slogan del riassetto del servizio sanitario lucano. Dettocosì sembra niente, ma in un fazzoletto di terra che è un groviglio montuoso, doveper arrivare da un paese all' altro e percorrere 15 chilometri di curve servono 40minuti, trasferire interi reparti ospedalieri non è come farlo nella pianeggiantePuglia. E così una puerpera di San Costantino Albanese o di Roccanova deveaffrontare un' ora e mezzo di macchina rischiando di partorire lungo il tragitto. Finoalla chiusura dell' ospedale di Chiaromonte, poteva essere assistita dopo averpercorso 40 chilometri in mezz' ora d' auto. Inutile pensare al bus (collegamenti all'osso e tempi infiniti). E i treni qui non sono mai esistiti. In ambulanza la partorientedeve raggiungere Policoro (Asl di Matera, un' altra provincia) o Lagonegro (l'ospedale di riferimento). Risultato della riforma? Raddoppiati costi e chilometri (inmedia 80) e almeno un' ora e un quarto di strada per mettere al mondo un figlio. «Ilpaziente deve recarsi nell' ospedale più idoneo e non nel più vicino», si legge nelpiano sanitario del Ssr. E così al San Carlo di Potenza sono stati accorpati gliospedali di Melfi, Villa d' Agri e Lagonegro. Al Santa Maria delle Grazie di Matera ilnosocomio di Policoro. Ecco la seconda vita degli ospedali riconvertiti: Stigliano(hospice e lungodegenza), Tricarico (lungodegenza e riabilitazione), Tinchi (dialisi eriabilitazione), Venosa (Alzheimer e oculistica), Chiaromonte (disturbi alimentari ealcolismo, diagnosi precoce autismo); Lauria (dialisi, lungodegenza, hospicepediatrico), Maratea (Alzheimer e casa di riposo). L' austerity pesa sui cittadini che,in numero crescente, per curarsi emigrano. Secondo l' indagine della Fondazione

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Gimbe,la Basilicata è al penultimo posto nel saldo della migrazione sanitaria inrapporto al numero di residenti. Peggio solo la Calabria.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 10 EAV: € 21.504Lettori: 533.243

Emilia, il soccorso è in elicotteroMARCO FRANCESCHETTI

Prima la chiusura del servizio diassistenza pediatrica. Poi, in cambio, uncentro specializzato per la procreazionemedicalmente assistita, confecondazione in vitro ed eterologa. Unbaratto che può appianare questionisindacali e di politica sanitaria, ma chele famiglie proprio non digeriscono.Accade a Lagosanto, centro delFerrarese alle porte di Comacchio, chedal 2001 è sede dell' ospedale del Delta,struttura concepita per servire l' interafascia costiera della provincia, con unorganico di 450 sanitari . In costantediminuzione per questioni di budget e diriforma sanitaria. Nel gennaio del 2017 èstato chiuso il punto nascita perché nonraggiungeva l' obiettivo minimo dei 500parti all' anno, indicato come soglia per ilmantenimento di una struttura. È statoallora che la Regione ha proposto diospitare lì la procreazione assistita disecondo livello, che in provincia diFerrara mancava. È stata organizzata negli spazi lasciati liberi dal punto nascita, mail taglio del nastro è avvenuto lo scorso dicembre, proprio in concomitanza con ilvenir meno del servizio di guardia pediatrica. A nulla è valsa la mobilitazione dellefamiglie del Basso Ferrarese, con appelli, raccolte di firme e manifestazioni: né asalvare la possibilità di nascere al Delta, né a tenere aperto almeno l' ambulatoriopediatrico di libero accesso. Tutto inutile. Questione di numeri. Che al Pd al governoin Regione sono costati l' addio del sindaco di Lagosanto, Teresa Romanini. Allemamme e ai papà abituati, al primo problema, a portare i pargoli all' ospedale perun controllo, non resta ormai che puntare sul capoluogo, malgrado le stradeprovinciali in pessime condizioni e un raccordo autostradale che impone uno slalomtra buche e cantieri in lento movimento. Le autoambulanze evitano: i soccorsi dibambini sulla costa sono di norma in elicottero con rientro a Ferrara, anche per i casimeno gravi. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 23.034Lettori: 533.243

Friuli, la strada dell' autonomiaELENA DEL GIUDICE

L' autono mia evita la chiusura deipiccoli ospedali. Nel 1997 il FriuliVenezia Giulia esce dal Fondo sanitarionazionale per gestire in autonomia, lasanità. Da allora la Regione paga da sé ilservizio sanitario che garantisce ai suoi1,2 milioni di cittadini. In cambiotrattiene alcuni decimi di imposte, dall'Iva all' Irpef all' Ires, pagate dalavoratori, professionisti e imprese cherisiedono nel territorio. E qui la sanitàvale oltre metà del bilancio regionale e ilfinanziamento per il 2018 è stimato in2,16 miliardi, in crescita rispetto ai 2,15del 2017, esercizio che si prevedechiuderà in perdita. La gestioneautonoma della sanità ha consentito aquesta regione di operare scelte diversein materia di ticket. Non c' è il «balzello»fisso sulla ricetta per la prescrizione dimedicinali e la compartecipazione silimita alla differenza di prezzo tra ilfarmaco di marca e l' equivalentegenerico. Il piano di odontoiatria sociale è totalmente gratuito per i bambini fino asei anni. Due gli Irccs pubblici, il Cro di Aviano per l' oncologia e il Burlo Garofolo aTrieste che si prende cura di mamme e bambini. Il basso tasso di ricorso ai cesareiindica l' elevata qualità del servizio sanitario. Il Friuli Venezia Giulia, inoltre, è tra lepoche regioni ad aver garantito da subito la fecondazione eterologa dietro il solopagamento del ticket, ha istituito le reti tempo-dipendenti per garantire la miglioreassistenza a pazienti colpiti da patologie come infarto e ictus il cui esito dipendemolto dalla velocità e l' appropriatezza delle cure. Sono stati resi comparabilipubblicamente i tempi di attesa per prestazioni diagnostiche e visite specialistiche intutte le strutture della regione. In rete vengono comunicati i tempi di attesa deiPronto soccorso. E il l Pne, Programma nazionale esiti, assegna alla sanità regionalelivelli alti e molto alti di aderenza agli standard di qualità.In questo angolo delNordest la rivendicazione del saper fare meglio e più in fretta si declina in «fasin dibessoi» (facciamo da soli). I risultati in sanità confermano il motto. BY NC ND ALCUNIDIRITTI RISERVATI.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

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In Lombardia nascere è difficileFRANCESCO ROMANI

Nascere diventa un problema persino inun angolo di Lombardia, regione in cimaagli indicatori di qualità della sanità. Ecosì si sono mobilitati un po' tutti perevitare il taglio di un servizio essenzialein uno dei pochi ospedali a cavallo delledue province di Mantova e Cremona. L'obiettivo è tenere alto il livello dell'assistenza sanitaria nella vasta area delViadanese-Casalasco. Uniti nella protestai sindaci e i comitati civici che dopostriscioni e assemblee hanno deciso dirichiamare l' attenzione mettendococcarde rosa o azzurre alle finestredelle case, sulle auto, sulle bici. Ilministero della Salute ha fissato la sogliaminima di 500 parti l' anno. Al di sotto,un punto nascite potrebbe non garantirela sicurezza di mamme e bambini, inquanto il personale rischierebbe di nonessere abituato ad affrontare eventualiemergenze. Nel 2016, la Regione hachiesto al governo di poter tenere apertoil punto nascite dell' ospedale Oglio Po, in deroga alla normativa così comeconsentito altri ospedali veneti. La richiesta è rimasta lettera morta e adesso lachiusura è diventata definitiva. Ma sindaci, comitati e forze politiche del territorio siribellano. Accusano la Regione e l' Azienda socio-sanitaria cremonese, cui fa capo l'ospedale, di non aver attuato quelle iniziative promesse che avrebbero potutopotenziare il reparto, rilanciando il numero delle nascite in un' area chepotenzialmente potrebbe garantire 800 parti all' anno. Molte mamme dovranno orapartorire a Mantova o a Cremona (un' ora di auto da Casalmaggiore e Viadana)oppure rivolgersi a strutture fuori regione, in Emilia. Nel Viadanese-Casalasco, comein provincia di Bergamo dove c' è un caso analogo, si sta facendo strada l' idea di unricorso al Tar dei sindaci. Un atto che potrebbe indurre il Tribunale amministrativoinnanzitutto a sospendere la delibera regionale, in attesa di decidere nel merito. Nelfrattempo le coccarde crescono e stanno tappezzando i paesi della zona. BY NC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 20.864Lettori: 533.243

In Toscana un anno per una TacMARIO NERI

Liste d' attesa: nervo scoperto dellasanità toscana. Visite ed esami, anchequelli per cui le ricette prescrivono un'urgenza media, toccano tempi record.Tanto da aver costretto la Regione avarare un piano straordinario da 10milioni per tagliare i tempi. Come?Pagando a medici e radiologi gli «extra»in regime di libera professione echiedendo loro di lavorare anche dopo leotto di sera e fino a mezzanotte. I limitidi spesa non consentono di assumere. AMassa o a Carrara, per una Tac si puòattendere anche un anno. A Firenze peruna risonanza con contrasto 200 giorni.Ma non è il numero di mesi affidato alletabelle periodiche delle performance diogni azienda sanitaria a stabilire davverol' efficienza di ospedali e reparti. Per l'Agenzia nazionale per i servizi sanitaridelle regioni (Agenas) è la percentuale diprestazioni eseguite entro i tempi a farela differenza. I sistemi virtuosi sonoquelli che riescono a erogarne nei tempi il 90%. E secondo la Scuola Sant' Anna diPisa, che ogni anno stila «pagelle» regionali, fra i punti deboli della Toscana c' è ilsuo ospedale più importante, il Policlinico universitario di Firenze, Careggi. Nel 2017è stato la maglia nera sulle risonanze con contrasto da fare entro 60 giorni (44%),seguito dall' Asl Toscana Nord-Ovest (53,9%). Firenze va male anche sulla Tac a 60giorni (57,7%), mentre la media regionale è dell' 82%; sull' eco-addome a 30 giorni(solo il 41%). In affanno sulle prime visite oculistiche a 15 giorni (46%), e così anchel' Asl Nord-Ovest (62%). I virtuosi? Il Policlinico universitario di Pisa, dove quasi tuttele prestazioni hanno standard sopra l' 85%. Il 98% delle Tac, il 91% delle risonanze,l' 88% delle prime visite cardiologiche è nei tempi. Da tre anni l' azienda sperimental' Open access: niente più commistioni fra liste. Da una parte le prime visite, dall'altra i controlli programmati. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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03/09/2018

Argomento: Sanità nazionale

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M5s all' assalto della 194: legge per aborti più facili

La proposta vuole facilitare l' accesso all'interruzione di gravidanza e limitare ilnumero dei medici obiettoriNazionalizzazioni, Tav, pensioni: sonotanti i temi cruciali sui quali il governogiallo verde rischia di implodere. Ma aquesti però potrebbe aggiungersene unaltro tanto divisivo per Lega eCinquestelle da essere statoaccuratamente escluso dal contratto digoverno. Il tema è quello spinosissimodell' aborto e della possibile riformadella 194, una legge che sia il Carrocciosia M5S ritengono sia necessariocambiare ma, ed è questo il nodo, indirezioni opposte. I Cinquestelle infattigià nella passata legislatura avevano piùvolte insistito sulla necessità di superarei limiti ed i condizionamenti conseguentiall' eccessivo numero di medici obiettoridi coscienza: per questo avevanoproposto una riforma di un unicoarticolo, nel quale si stabiliva che nellestrutture ospedaliere pubbliche con reparti di ostetricia e ginecologia lo Statoavrebbe dovuto garantire «che almeno il 70 per cento del personale in servizio» nonfosse obiettore di coscienza. Una battaglia sulla quale è M5S è in sintonia con lasinistra e che invece vede sul fronte opposto la Lega e gli altri partiti di centrodestraaffini sulle questioni etiche. Ma a questa battaglia in realtà i Cinquestelle non hannorinunciato e infatti anche dopo le elezioni del 4 marzo scorso è stata depositata daFilippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, unaproposta di legge di modifica della 194 composta di un solo articolo. Gallinella persostenere la sua proposta osserva come il crescente numero dei medici obiettoricostituisca un concreto ostacolo al diritto di aborto per le donne. Anche per quelleche decidono di interrompere la gravidanza «in quanto il feto presentamalformazioni incompatibili con la vita» perché, spiega, queste donne «si trovano adaffrontare attese logoranti alla ricerca di medici non obiettori». La finalità del grillinoè quella di «consentire al personale sanitario obiettore di prendere parte alleprocedure e agli interventi per l' interruzione della gravidanza quando il feto

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presenta delle malformazioni incompatibili con la vita». Gallinella assicura di nonvoler «ledere il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione deglioperatori sanitari» e dunque per far questo aggiunge «è necessario prevedere che l'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, sia consentitaanche quando la condizione fetale sia incompatibile con la vita». In sostanza ilgrillino punta ad allentare le maglie dell' accesso all' igv per allargare la platea deimedici disponibili. Un modo insomma per cercare di scavalcare il problema dell'obiezione di coscienza. Su questo fronte Gallinella troverà certamente l' appoggiodel ministro della Salute, Giulia Grillo. Anche l' attuale titolare del dicastero dellaSanità nella passata legislatura aveva sollevato proprio il problema dell' obiezione dicoscienza sottolineando la necessità di assicurare «i livelli essenziali di assistenzasanitaria con riferimento alle interruzioni di gravidanza». La Grillo ricordava che inmolte regioni gli obiettori di coscienza superano l' 80 per cento sul totale dei medicidel settore «una sproporzione che può influire sulla tutela della salute delle donne»,spiegava. In passato la Grillo aveva anche chiesto di promuovere campagneinformative sull' uso della cosiddetta pillola abortiva, la RU486, contro la quale laLega si è battuta strenuamente sostenendo che «banalizza l' aborto».