· web viewla marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando carlo iii la vietò per la crudeltà...

162
Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di laurea in Studi letterari linguistici e traduttivi Tesi di letteratura magistrale in Letteratura spagnola Lo schiavismo in Spagna: Analisi del Romanzo Sab di Gertrudis Gómez de Avellaneda Laureanda: Seila Boaventura Soares Matricola: 698405 Relatore: Correlatore: 1

Upload: dinhphuc

Post on 26-Sep-2018

221 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Page 1:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Facoltà di Lettere e Filosofia

Corso di laurea in Studi letterari linguistici e traduttivi

Tesi di letteratura magistrale in Letteratura spagnola

Lo schiavismo in Spagna: Analisi del Romanzo Sab di Gertrudis Gómez de

Avellaneda

Laureanda:Seila Boaventura Soares Matricola: 698405

Relatore: Correlatore: Prof.ssa María Luisa Cerrón Puga Prof. Stefano Tedeschi

Anno Accademico2013-2014

1

Page 2:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Indice

Introduzione ……………………………………………………………………3

1. La Schiavitù in Spagna ………………………………………………… 7

1.1. Cuba e la

Schiavitù……………………………………………………. 13

1.2. Alcune immagini riguardanti la schiavitù

…………………………… 22

2. Lo schiavismo nell’opera di Gómez de Avellaneda…………………….

2.1. Gómez de

Avellaneda ........................................................................... 28

2.2. L’opera: Sab

…………………………………………………………... 32

2.3. Analisi dell’opera

……………………………………………………… 39

2.4. I Temi dell’Opera:

2.4.1. L’Amore…………………………………………………………….62

2.4.2. La Schiavitù in Sab …………………………………………………68

2.4.3. Le Donne in Sab …………………………………………………….72

2.4.4. Indigenismo …………………………………………………………79

3. Sab e gli altri …………………………………………………………….87

4. Conclusione ……………………………………………………………. 96

Bibliografia …………………………………………………………….101

2

Page 3:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Introduzione La schiavitù è un argomento che molto spesso viene taciuto, anche se da

sempre è esistito nella società è come se non fosse mai esistito, questo sistema che

trafficava con l’essere umano. Lo scopo di questa tesi è di cercare di capire per

quale motivo l’uomo ha sentito il bisogno di sottomettere un altro essere, fino al

punto di renderlo una merce di scambio.

L’obiettivo prefissato è stato quello di approffondire questo tema partendo

dall’analisi del romanzo della scrittrice hispano cubana Gertrudis Gómez de

Avellaneda, concentrandomi in particolare sulla figura dello schiavo e sul ruolo

che svolgeva nella società. Il romanzo non tratta di quella schiavitù fatta di dolore

fisico, ma di un altro tipo di schiavitù e cioè quello sentimentale, ed è su questo

che si concentra per la maggiore del lavoro.

Per introdurre l’argomento il primo passo è stato quello di fare una breve

introduzione storica sulla schiavitù nei due paesi coinvolti nella questione:

Spagna e Cuba. La Spagna come il colonizzatore e Cuba invece come paese

colonizzato, che ha sofferto la pressione degli spagnoli fino all’abolizione della

schiavitù. Nel secondo capitolo s’inizia analizzando il romanzo da un punto di

vista letterario, facendo delle riflessioni sui punti salienti presenti in ogni capitolo,

arrivando a fare dei riferimenti ad alcuni autori che avevano scritto romanzi sul

tema della schiavitù.

Per quanto riguarda i temi sono stati sviluppati separatamente, in questo modo

è stato possibile fare degli approfondimenti con l’uso di altri romanzi e articoli e

ricerche. Successivamente è stato elaborato un capitolo di confroto tra Sab e gli

altri romanzi che hanno come tema principale la schiavitù, come vivono e le

differenze che ci sono fra di loro e soprattutto capire che ruolo ha avuto la

religione nella loro vita.

3

Page 4:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Uno degli aspetti importanti è la questione del colore della pelle: mulatto e uno

schiavo nero. Infatti, il romanzo ha come protagonista uno schiavo mulatto che ha

la libertà limitata perché la sua condizione non gli permette di essere felice, anche

se non vive come tutti altri schiavi neri. Questo dimostra che il colore della pelle

era importante e faceva differenza, ed in particolare per gli spagnoli che erano

quasi infastiditi dal nero e preferivano più quelli bianchi.

Che cosa vuol dire la parola “Schiavitù”? L’Enciclopedia Britannica1 dà

un’ampia spiegazione di questo termine. Lo definisce così: è la condizione in cui

un essere umano viene considerato di proprietà di un altro. Uno schiavo viene

considerato per legge come proprietà, bene mobile e viene privato dal diritto che

normalmente hanno le persone libere. Non vi è accordo su cosa fosse uno schiavo

o su come dovrebbe essere definito l’istituzione della schiavitù. Secondo gli

studiosi quando si parla della schiavitù, bisogna tenere presenti quali siano le

caratteristiche più importanti per attribuire ad una persona l’aggettivo schiavo.

Uno schiavo è prima di tutto una specie di proprietà, appartiene a qualcun altro. In

alcune società erano considerate proprietà in altre invece erano come una

proprietà immobile, quindi gli schiavi rappresentavano l’oggetto della legge e non

il soggetto; perciò non erano responsabili per quello che avevano fatto e nemmeno

per atti illeciti. Solitamente avevano pochi diritti, sempre meno dei proprietari;

c’erano delle società in cui non ne avevano nessuno. Da un punto di vista sociale

uno schiavo non ha parenti e quindi non ha chi può lottare per i suoi diritti oppure

ottenere vendetta per lui. È come se fosse un estraneo, un individuo marginale, in

pratica è come se fosse morto. Non poteva partecipare nella vita politica, prendere

decisioni importanti. Il prodotto lavorativo di uno schiavo poteva essere

rivendicato da qualcun altro, che spesso aveva il diritto di controllare la

riproduzione fisica. La schiavitù è stata una forma di lavoro dipendente eseguito

da chi non aveva famiglia. Era un essere privato della libertà personale e del

diritto di viaggiare. Probabilmente c’erano dei limiti nella sua capacità di fare

scelte riguardo alle sue attività e anche al suo partner sessuale.

1. Tutto quello che segue è una traduzione della voce dell’enciclopedia britannica.

4

Page 5:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Gli schiavi sono stati generati in molti modi, ma quello più frequente era la

cattura in guerra, serviva come forma de incentivo per i guerrieri, come prodotto

da avere dalle truppe nemiche o dai civili, altri venivano rapiti e per questo

venivano chiamati schiavo-raid, o in una spedizione di pirateria. Alcune persone

venivano schiavizzate come punizione per un crimine, per debiti; altri venduti

come tali dai genitori, parenti, per saldare i debiti o anche per sfuggire alla fame.

Invece per quanto riguarda la vendita dei bambini c’era un’esposizione reale o

fittizia di bambini indesiderati che erano stati salvati da altri e poi resi schiavi. Nel

corso della storia ci sono stati due tipi fondamentali di schiavitù: quella patriarcale

o domestica, la più comune. Sebbene lo schiavo domestico dovesse lavorare

anche nella piantagione, la sua funzione primaria era di essere servile con i loro

proprietari nelle loro case o in qualsiasi altra occasione, per esempio quando i

padroni erano impegnati nei servizi militari, essi dovevano accompagnarli. A

volte lo schiavo domestico entrava in rapporti con i proprietari, infatti, i maschi

venivano adottati mentre le donne diventavano mogli oppure concubine che

dovevano dare un erede al padrone.

Un altro tipo della schiavitù è quella chiamata produttiva. Questo tipo di

schiavitù era poco frequente, si sono verificati casi per di più nelle antichità

classiche greche e romane e anche nel periodo post colombino del Nuovo Mondo.

Nel IX secolo era presente anche in Iraq tra gli Indiani di Kwakiutl del nord ovest

d’America e nel XIX secolo in alcune zone dell’Africa Sub-sahariana. Sebbene gli

schiavi fossero impegnati nelle faccende domestiche, in queste società sembra che

esistessero prevalentemente per la produzione di beni commerciabili nelle miniere

e nelle piantagioni.

In una società schiavista bisogna tenere presente che gli schiavi rappresentano

una parte rilevante dell’intera popolazione, per questo motivo molti volevano e

hanno tentato di mantenere questo sistema. Inoltre l’istituzione della schiavitù ha

avuto un impatto significativo nell’istituzione della società della la famiglia, in

diritto ed economia. È evidente che una società schiavista non può vivere senza la

schiavitù produttiva, come per esempio in Africa e in Asia. La maggior parte degli

schiavi erano stati importati dall’Africa: si calcola che circa diciotto milioni di

5

Page 6:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Africani sono stati venduti attraverso la tratta trans-sahariana e l’Oceano Indiano.

Dalla seconda metà del XV secolo l’Europa inizia il commercio lungo la costa

occidentale africana e dal 1867, tra sette e dieci milioni di africani sono stati

spediti come schiavi al Nuovo Mondo. Il rapporto tra l’Africa e il Nuovo Mondo

era complementare. I proprietari degli schiavi africani preferivano donne e

bambini per il lavoro e perché in questo modo le donne avrebbero partorito altri

schiavi, automaticamente di loro proprietà. Invece gli uomini venivano uccisi

perché erano più ribelli e più propensi a fuggire. Dall’altra parte il commercio

transatlantico richiedeva principalmente uomini adulti per lavorare e quindi

veniva loro risparmiata la vita quando erano rapiti.

La schiavitù era il prototipo di relazione definita dalla dominazione e dal

potere. Questo sistema di sottomettere un essere umano, perché considerato dalla

società come il nulla, è solo un modo per il padrone o il capo di sentirsi superiore

a lui, usandolo come vuole e scaricando su questo essere tutte le sue rabbie e il

suo disprezzo, perché solo così si sente forte.

6

Page 7:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

1. La Schiavitù in Spagna

Seguendo sempre con la questione della schiavitù2, quello che possiamo notare

è che è stato un fenomeno conosciuto anche in Europa. Infatti, il professore e

storico americano Philip Curtin -che aveva fatto uno studio sulla schiavitù ed in

particolare sulla tratta europea- arrivò alla conclusione che essa aveva mobilitato

circa 15 000 schiavi africani tra il 1451-1475 e che con il passare degli anni erano

aumentati fino ad arrivare a 43.800 tra il 1526-15503. In Italia tra il XV-XVI

secolo arrivarono circa 50 mila schiavi provenienti dalle coste nordafricane e

turche, lo 0,5-1,1% della popolazione totale. Invece in Francia nel XVI secolo la

presenza di schiavi berberi era abituale, ma dalla seconda metà del XVIII secolo

questo fenomeno iniziò ad avere un carattere meramente aneddotico perché si

parlava di schiavi che accompagnavano i loro padroni ed il fatto di essere negro

contribuiva ad esaltare la magnificenza del padrone. Anche la Spagna durante il

periodo espansionistico ha avuto molto a che fare con gli schiavi e la loro

situazione non era del tutto diversa. Dal periodo della Reconquista, 1492, le zone

con una maggiore presenza negra in Spagna erano l’Andalucia, Valencia e Madrid

fino all’ultimo terzo del XVIII secolo; poi è rimasto un fenomeno esclusivo di

Cadice. Ormai, la compagnia Spagnola era in decadenza, aveva avuto il suo

periodo di splendore tra il 1662-1699: la questione del traffico di esseri umani ed

in seguito la guerra di successione della Corona Spagnola, all’inizio del XVIII

secolo, portarono alla crisi interna dalla quale riuscirono a riprendersi solo in

parte a partire dal 1715. Tra il 1733-1740 la compagnia era in pieno

2. Per questo capitolo è stato preso in considerazioni alcuni articoli di critica di Arturo Jesús Morgado, José Luis Cortés López, e libri di storia di Roberto Mesa, José Andrés Gallego.

3. Arturo Jesús Morgado, “El Mercado de esclavos en el Cádiz de la Edad Moderna”, (1650-1750) Tiempos Modernos, Revista Eletrónica de Historia Moderna, vol. 6, No18, 2009.

7

Page 8:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

espansionismo, poi dovette affrontare un forte calo, tale che non riuscì a salvarla

nemmeno la creazione della Compañia Gaditana de Negros4 che era stata

costituita nel 1765 per aumentare il traffico di schiavi.

Lo storico José Luis Cortés López sosteneva che, alla fine del XVI secolo, nel

paese c’erano circa 57.582 schiavi che equivalevano allo 0,73% della

popolazione. Dalla metà del XVII ed il XVIII secolo c’era stata una leggera

riduzione dovuta alla scarsa natalità della popolazione schiava, il mantenimento

dello stock poteva solamente essere prodotto da influenze esterne, sempre più

difficili a causa della diminuzione della domanda. Data la scarsità dell’attivita

navale della spagna nel mediterraneo che provacava la diminuzione degli schiavi

berberi e anche vista l’indipendenza del Portogallo (1640-1668) che pose fine

all’importazione degli schiavi dall’africa Sub-sahariana, l’acquisto di schiavi era

fortemente diminuito. Invece nella città di Cadice la situazione era completamente

diversa, tra il 1650-1750 rappresentava il centro della schiavitù. Inizialmente gli

spagnoli compravano gli schiavi direttamente dalle navi olandesi, inglesi o

portoghesi che erano ancorate nella baia e che provenivano dalle coste africane,

oppure in un’asta pubblica; con il passare del tempo iniziarono ad apparire dei

negozi specializzati nelle vendite di schiavi.

Per la vendita di uno schiavo era importante l’età, infatti, a Cadice come in

altre parti della Spagna, preferivano schiavi giovani che venivano usati come

forza lavoro, nel servizio domestico oppure sfruttati sessualmente. I compratori

non volevano i bambini piccoli che spesso venivano venduti insieme alla madre,

mentre dai dieci anni la domanda iniziava ad aumentare. Il prezzo di uno schiavo

era variabile e dipendeva da molti fattori come l’offerta e il sesso: per esempio le

donne erano considerate preziose per la capacità di procreare, avevano una

maggiore longevità, potevano in molti casi diventare concubine del padrone ed

erano abili nelle faccende domestiche- A Malaga, per esempio, tra il XVII e il

XVIII secolo, una donna schiava costava 105 pesos e gli uomini di età compresa

tra il 15-45 anni 89 pesos . Un altro fattore importante era quello di godere di

4. José Andrés Gallego, La esclavitud en la América española, Madrid, Encuentro, Madrid, 2005.

8

Page 9:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

buona salute, grande capacità lavorativa ed essere in grado di svolgere qualsiasi

tipo di attività erano delle qualità che facevano aumentare il prezzo dello schiavo,

invece se avevano una condotta immorale (ladro, prostituta) il prezzo diminuiva.

In Spagna come in America, la schiavitù implicava una certa violenza fisica

istituzionale unita alla condizione di schiavo. Il negro veniva catturato e portato

fino al porto d’imbarco, dopo veniva portato nella cantina sovraffollata delle navi,

incatenato in condizioni pietose. Molti morivano nella traversata a cause delle

infezioni, ma morivano di più durante la cattura. Si calcola che su cento schiavi

negri africani presi, solo trenta riuscivano a sopravvivere per un anno dal

momento della cattura. Spesso nel luogo d’imbarco o dell’arrivo gli schiavi erano

contrassegnati con del ferro caldo come bestiame. Questa tecnica veniva chiamata

herrar o calimbrar e si eseguiva sul posteriore sinistro. Il ferro veniva riscaldato

senza lasciarlo arrossire e si applicava sulla pelle. Quando l’incisione era fatta per

bene, si registrava in un sottile pezzo di metallo così da ottenere la forma di una

lettera, o un segno unito poi con un manico all’estremità del legno. A questo

proposito nel 1603 il giurista spagnolo Hevia Bolaños sosteneva che questo segno

non potesse essere fatto sul viso perché esso è fatto a somiglianza di Dio nostro

signore. La marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la

crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie.

Nel 1789 è stata scritta la cosiddetta l’Instrucción che stabiliva che la

principale occupazione di uno schiavo doveva essere l’agricoltura e altri lavori nel

campo e non i mestieri della vita sedentaria. Gli spagnoli del XIX secolo erano

convinti di trattare gli schiavi meglio che in altre parti. Da un punto di vista legale

gli spagnoli crearono una specie di Ordenamiento legal che era simile a quello

portoghese perché nel XVI il monarca spagnolo Felipe II era il re di Portogallo.

Tale ordinamento derivava dal diritto romano ed in particolare dal corpus iuris

civilis Giustiniano che era rimasto in vigore in Portogallo e nei territori come

diritto sussidiario. Le Ordinações non parlavano di trattare bene gli schiavi,

avvertivano solo che le punizioni dovevano essere moderate. Nel 1769 il re Juan

VI promulgò una legge molto importante chiamata Lei boa razão che modificava

quelle delle ordinazioni anteriori e aboliva il sussidiario del diritto romano.

9

Page 10:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Questo corpus legale fu meno ampio di quello spagnolo, lo schiavo rimaneva

tutelato in modo generale. Uno schiavo poteva essere libero se trovava un

diamante di più di venti carati e con un processo nel caso in cui denunciava il

padrone che faceva contrabbando dei beni monopolizzati dalla Corona; se

dimostrava di essere stato trattato come un figlio oppure cresciuto con il padrone

ma libero. Lo schiavo non poteva entrare in questioni legali, fatta eccezione per

argomenti spirituali come il matrimonio, la propria libertà o l’interesse pubblico.

Importante era anche il peculium cioè il fatto quello che lo schiavo possedeva in

realtà apparteneva al padrone. Relativamente vicino a quello spagnolo abbiamo

l’ordinamento francese, dove la schiavitù esisteva solo in qualche regione. Il

diritto stabilito nelle loro colonie era chiamato Coutûme de Paris e prevedeva che

gli schiavi non venissero considerati come dei servi. Nell’ordinamento francese lo

schiavo poteva possedere qualcosa solo con l’autorizzazione del proprietario.

Quest’ultimo invece poteva incatenarlo, frustarlo, amputargli un membro quando

riteneva che esso lo meritasse. Mentre se lo schiavo era considerato un criminale,

poteva essere marchiato con il ferro caldo o subire l’amputazione delle orecchie

ecc. Come in quello spagnolo allo schiavo non era permesso che fosse ascoltato

dal giudice per far valere il proprio diritto ad essere trattato bene, ma gli

riconosceva la validità del matrimonio che impediva fosse venduto separatamente

dal coniuge e dai figli. Nessuno poteva sposarsi senza il permesso del proprietario.

L’ordinamento della Francia si differenzia da quello spagnolo in questo: uno

schiavo libero che avesse dei figli con una schiava con la quale non poteva

sposarsi, doveva pagare una specie di multa di circa 200 libre di zucchero.

Nell’ordinamento Olandese invece non si riconosceva il matrimonio di uno

schiavo sia che fosse servo o libero, ma gli veniva permesso di avere il peculium.

Dal 1795 d’accordo con la legge del diritto romano, era proibito punire gli schiavi

abusandone e non si obiettava alla loro cristianizzazione.

Tutte le transazioni economiche, come quelle sugli schiavi, erano soggette ad

imposte fiscali che sarebbero dovute andare a finire nelle aziende pubbliche.

10

Page 11:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Queste imposte erano Alcabala, Impuesto de la Casa de las India e la Treintena5.

La prima era la più comune perché presente in qualsiasi transazione e per questo

la sua quantità di 10 per 100 era la stessa per la Spagna e il Portogallo. Invece le

altre due erano esclusivamente portoghesi. Esisteva anche una gravante fiscale

chiamata portazgo, che aveva carattere locali.

La Spagna aveva tratto molto profitto da questo traffico e per questo motivo

gli spagnoli non erano molto d’accordo con l’abolizione della schiavitù, perché il

fatto sarebbe andato ad intralciare sul piano nazione interno, causando problemi

nella vita politica, ideologica, economica e sociale del paese, sulla questione del

suo impero nelle Antille, Cuba, Puerto Rico e anche nella Guinea Equatoriale.

Anche nella questione dell’ordine internazionale, che era un fattore importante per

le relazioni diplomatiche nelle quali il Paese era coinvolto ed in particolare i

rapporti politici con la Gran Bretagna. Il 4 febbraio 1794 la convenzione

nazionale francese dichiarava abolita la schiavitù dei negri in tutte le colonie. Per

questo motivo il 28 agosto 1814 la Spagna6 si impegnava ad eliminarne il traffico.

In questo modo si metteva fine al trattato internazionale con la Gran Bretagna. Nel

testo veniva imposta al governo spagnolo l’abolizione parziale della tratta in

alcune colonie; immediatamente al nord dell’Equatore ed entro tre anni veniva

abolita in tutte le altre, ed in cambio per le perdite correlate il governo britannico

doveva consegnare a quello di Madrid circa 400 mila sterline. La Spagna vietava

la tratta ai suoi sudditi mentre l’Inghilterra doveva togliere il suo sostegno agli

insorti americani. La proibizione di questo traffico era una mossa diplomatica

avviata per mantenere una certa politica di prestigio. Dal 1815 la Spagna iniziò a

partecipare alle Conferenza di Vienna e si vide vincolata dalla dichiarazione di

condanna della schiavitù.

La presenza in Spagna degli schiavi era iniziata con la presenza musulmana,

che aveva portato una serie di manifestazioni violente contro i cristiani e a

5. José Luis, cortés López, Negros para la casa de la moneda en Segovia: Un apunte Esclavista a finales del XVI, Stvdia Historica, Historia Moderna, Vol. XIII, 1995, pp.119-130.

6. Roberto Mesa, El Colonialismo en la Crisis del XIX Español, Madrid, Cultura Hispánica, 19902.

11

Page 12:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

formare la figura del cautivo. Questo personaggio perdeva tutta la sua personalità

e autonomia diventando proprietà di chi lo aveva catturato, il quale poteva

decidere di concedergli la libertà per la propria volontà oppure richiedere un

riscatto. Il prigioniero veniva sottomesso per atti violenti, ma in nessuno modo

erano esseri naturali soggetti a servitù perpetua. Invece la presenza dei negri è

dovuta all’arrivo in Spagna degli arabi ed in particolare dei berberi che si sono

installati nella Penisola, portando nel regno un gran numero di schiavi negri che

dovevano lavorare nei campi oppure venivano usati nell’esercito. Questo dimostra

che nel territorio ci sono sempre stati degli schiavi e come in tutti gli altri paesi

coinvolti nel traffico di essere umani, la causa della schiavitù, è una politica

espansionistica feroce e violenta.

1.1. Cuba e la Schiavitù

12

Page 13:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

In questa sezione si cercherà di fare una breve introduzione storica su Cuba,

tenendo sempre in considerazione la questione della schiavitù.

Cuba è stata la prima terra scoperta dagli spagnoli, durante il primo viaggio di

Cristoforo Colombo nel 1492. E la conquista inizia nel 1511 con una spedizione

esplorativa che aveva come guida Diego Velázquez con alcuni guerrieri come

Hernan Cortés, Pánfilo Narváez, con quali si sono arruolati alcuni religiosi fra i

quali c’era il frate Bartolomé de las Casas.

L’isola era abitata dalle popolazione locali ed indigene chiamate taínos e

ciboneyes che furono trattati dai coloni come dei barbari. E nel frattempo la

Spagna stava formando il suo impero. Gli Spagnoli, nel loro sistema di conquista

e colonizzazione hanno adottato un sistema sociale per l’organizzazione delle

colonie con la creazione di Villas7; esse sono state suddivise, esplorate e

consolidate. Infatti, nella seconda metà del XVI secolo gli Spagnoli fondarono a

Cuba sette Villas8 che furono: Nuestra Señora de la Asunción de Baracoa, San

Salvador del Bayamo, Nuestra Señora de la Santísima Trinidad, Sancti Spíritus,

Santa María de Puerto del Príncipe, San Cristóbal de La Habana y Santiago de

Cuba. Le ultime due Villas si erano stabilite all’inizio e alla fine della traversata

dal sud di Cuba. L’occupazione di Cuba significa lo smantellamento immediato

della società indigena e di conseguenza una situazione disastrosa per la

popolazione, perché entrando in contatto con gli Spagnoli, si rompevano tutte le

tradizioni culturali della loro vita quotidiana. Come la schiavitù, lo shock

psicologico, la disarticolazione dell’organizzazione sociale, la crisi del loro

mondo religioso, la rottura delle loro norme di comportamento, le malattie portate

dai conquistatori furono le cause che portarono Cuba a una catastrofe

demografica. Per colonizzare Cuba gli Spagnoli hanno adottato la forma

istituzionale delle Villas, sulla base di un sistema di schiavitù: la sottomissione

dell’indio richiedeva la deculturación, il processo attraverso il quale si vogliono

7. In questo capitolo sono stati fondamentali le opere di Manuel Moreno fraginals, Cuba España, España Cuba, e quella di Fernando Ortiz e alcuni articoli di rivista storica.

8. Manuel Moreno Fraginals, Cuba, España, España Cuba: Historia Comun, presentación de Josep Fontana, Grijalbo Mondadori, 1995, p. 105.

13

Page 14:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

sradicare la religione, i valori e le norme di comportamento di un gruppo per

imporre loro quelle del conquistatore. Attraverso questo sistema si vuole ottenere

l’indottrinamento religioso fino a raggiungere l’obiettivo della completa

sottomissione della popolazione. Mentre per la divisione del lavoro sono stati

prefissati due campi di attività: la funzione produttiva-miliare e quella ideologica-

religiosa. Ecco perché molti saggisti hanno suggerito che il simbolo del processo

doveva essere una croce e una spada. Cinque secoli dopo l’arrivo di Colombo in

queste terre e con lo sviluppo delle scienze sociali, la Chiesa cattolica ha sollevato

la necessità d’indottrinare attraverso l’inculturación. Con la diminuzione della

popolazione locale, dal XVII al XVIII il settore negro mulatto della società stava

prendendo una nuova dimensione: in primo luogo si incrementò l’importazione di

schiavi e di conseguenza si verificò uno squilibrio fra alla popolazione bianca e

quella negra mulatta, urbana libera e schiava che ha acquisito rilevanza sociale ed

economica. Un tipico schiavo era un maschio o femmina di età compresa fra

quindici e trent’ anni, sano ben formato e con la dentatura completa, che riceveva

il nome di pieza de Indias , se conosceva la lingua,e di bozales se proveniva

dall’Africa e non conosceva la lingua; una volta imparata diventava ladino,

mentre quelli nati a Cuba erano criollos ed i figli rellolos.

Gli schiavi negri diventarono una mano d’opera essenziale in molte regioni. In

queste zone sorsero due tipi diversi di schiavi: los esclavos alquilados e esclavos

a jornal9. Gli esclavos alquilados venivano impiegati nelle azioni militari; fu

considerato un buon affare perché comportava dei benefici, come contratti che

assicuravano il buono stato di uno schiavo affittato e che per esempio

prevedevano che in caso di morte, chi perdeva il valore della perdita era

l’affittuario. Invece se una donna schiava affittata dava alla luce un bambino, egli

sarebbe dovuto andare al proprietario. Invece esclavo a jornal è stata

un’istituzione giuridica esclusiva della legislazione spagnola e si trattava di uno

schiavo con una libertà individuale, il cui obbligo fondamentale era quello di dare

periodicamente al padrone una quantità fissa di denaro; si trattava di una consegna

diaria, da cui il nome jornal. Questo sistema molto diffuso tra il XVI-XIX secolo

9. Moreno Fraginals, op. cit., p. 101.

14

Page 15:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

portò molti conflitti rispetto all’altro tipo anche perchè gli schiavi a jornal

dovevano essere persone acculturate dalla società dominante, cioè avevano

interiorizzato i valori e i comportamenti della cultura dei proprietari. Per le donne

schiave il discorso è diverso, perché loro venivano mandate a lavorare come

prostitute, in una stanza oppure per le strade della città. Questa situazione rimane

in vigore fino al XIX secolo. Le donne bianche che avevano reddito basso

facevano di tutto pur di non cadere in condizione simile, arrivando pure a fare

matrimonio d’interesse. La prostituzione per le donne schiave forse non era la

scelta più dura in una società coloniale e schiavista, perché su di loro non

pesavano i pregiudizi cristiani sulla verginità né i valori culturali della

monogamia. Inoltre, poiché venivano messe a guadagnare qualche soldo,

acquisivano un certo tipo di libertà, iniziavano ad avere diciamo uno “stipendio”

con il quale pagavano al proprietario la giornata e con il resto compravano la

propria libertà. Quelle che vagavano per le strade venivano soprannominate

fletera, mentre le case delle prostitute e ladri furono chiamate atarazana. La

prostituzione scatenò molte proteste contro questo sistema di sfruttamento,

considerato immorale per l’epoca. Infatti nel 1658 il governatore Juan de

Salamanca riferì al re di questa pratica affinché venisse abolita, ma il suo intento

fu inutile.

Oltre alla prostituzione per le donne c’erano mestieri come: venditrice

ambulante, affittacamere, o locandiera. Invece gli uomini schiavi li troviamo in

tutte le attività; man mano che riuscivano a dominare un mestiere, la loro

qualificazione artigianale diveniva alta, facendo guadagnare di più il padrone. Il

premio più ambito per lo schiavo era la libertà che poteva acquisire attraverso il

risparmio che otteneva dal suo lavoro. Questi tipi di schiavi venivano chiamati

esclavos asalariados; essi erano istruiti ad un mestiere fin da bambini o comunque

in giovane età e, attraverso un contratto di apprendimento, venivano consegnati

ad un maestro (un artigiano che doveva compartire con loro i vecchi segreti del

mestiere il cui nome simbolico era il mysteres10). Una volta imparato il mestiere,

il giovane entrava nel mondo del lavoro e così poteva iniziare a lavorare a jornal.

10. Moreno Fraginals, op. cit., p. 104.

15

Page 16:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

L’unico scopo di questi lavoratori a giornate era di riuscire a mettere dei soldi da

parte per comprare la propria libertà. Nel saggio di Manuel Fraginals viene

riportato l’esempio di una tipica lettera che concedeva la libertà:

En nombre de Dios Todopoderoso, Amén. Sépase que yo… [aquí el nombre del amo]… ahorro y liberto de toda sujeción, cautiverio y servidumbre a [aquí el nombre de esclavo]… la cual dicha libertad le doy por el precio11

Dalle ricerche che sono state fatte, risulta che le donne ottenevano più libertà

rispetto agli uomini, forse perché avevano una maggiore possibilità di risparmio e

soprattutto raggiungevano il loro scopo in età più giovane, intorno ai 42 anni;

mentre gli uomini a 48 anni. Il 25 per cento delle donne hanno ottenuto la libertà

grazie ai servizi o per loro volontà. Da questo sistema nasce un nuovo settore

sociale chiamato negro-mulatto, formato da schiavi liberi ed artigiani che dalla

fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo hanno occupato quasi tutti i settori

delle attività lavorativa, inclusi quelli che erano di dominio esclusivo dei bianchi

come la musica, la pittura, l’argenteria, la scultura ecc. Comunque a Cuba non

esisteva una sola società negra, ma varie associazioni che coesistevano. La società

Cubana era formata ormai da immigranti perchè la popolazione originaria era

stata del tutto sterminata; per la produzione del tabacco, infatti,c’era stato bisogno

della manodopera dei lavoratori delle canarie, per la canna da zucchero gli

africani. Si era formata una specie di “società” chiamata piantagione schiava che

era un aggregato umano organizzato con scopo produttivo, ma non una vera

società. In quest’organizzazione gli uomini erano considerati più produttivi

rispetto alle donne che avevano un solo vantaggio quello di poter procreare

schiavi fino alla prima metà del XIX secolo. Pian piano la situazione cominciò a

cambiare per le donne che riuscirono ad entrare a far parte delle piantagione di

caffè, trasformando la piantagione carcere in una piantagione della società. Le

giornate lavorative in queste piantagioni erano di 16 ore, se un gruppo non poteva

lavorare veniva subito sostituito con un altro; per evitare che parlassero fra di loro

dovevano lavorare cantando, oppure stare in silenzio. Per sopprimere la

comunicazione con l’esterno era proibito uscire dalla proprietà. Nonostante tutti

11. Ivi. p. 105.

16

Page 17:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

gli sforzi dei proprietari di vietare la comunicazione fra loro, gli schiavi

comunque sono riusciti a creare una società segreta clandestina, diciamo una setta

di origine africana. Nel 1830 Cuba era primo produttore del caffè, ma

improvvisamente scomparve dal mercato mondiale. A Cuba gli schiavi africani

godevano di una libertà relativa dentro dei parametri schiavisti, cosa che non

succedeva nelle colonie inglesi, francesi, ma qualcosa cambia quando la

produzione di zucchero diventa l’obiettivo fondamentale della classe dominante.

Passarono quindi da un’economia di servizio e produzione a una società di

piantagione. Per questo motivo si calcola che tra il 1816-1820 arrivarono

nell’isola circa 111.014 schiavi, mentre tra il 1821-1860 un totale di 356.000.

Dalla prima metà del XIX secolo esisteva a Cuba quella che è stata definita la

schiavitù domestica: gli schiavi erano destinati a realizzare dei lavori per le

famiglie bianche, per questo si stabilì che ogni famiglia dovesse avere un minimo

di servi schiavi, per esempio da sei a 27 per ogni casa.

Cuba era una società schiavizzata e da questo sistema di sottomissione di

traffico di essere umano gli spagnoli avevano ricavato una ricchezza importante,

perché da queste ed altre colonie poteva mantenere la vita economica della

metropoli, ma ciò dovette finire quando gli inglesi la costrinsero ad abolire la

schiavitù il 13 Febbraio del 1880. La norma prorogava il lavoro forzato per un

periodo di otto anni sotto il patronato, con uno stipendio e la possibilità di

concedere una volta l’anno la libertà ad un numero di schiavi, in base a cinque

criteri: che ci fosse un accordo tra il datore di lavoro e lo schiavo, che il padrone

facesse una rinuncia unilaterale prendendo un compenso di circa 30 o 50 pesos

annuali, oppure in caso di inadempienza da parte del proprietario, arrivato al

quinto anno egli avrebbe concesso al suo schiavo la libertà. Lo schiavo libero

invece doveva avere un contratto di lavoro in base alla sua conoscenza di un

mestiere, per evitare che fosse considerato come uno che vaga e costretto a

lavorare nelle opere pubbliche dove in realtà tornava schiavo.

Il 29 Settembre del 1866 è stato emanato un decreto legge per la repressione e

punizione del traffico negriero, che entrò in vigore il 17 Maggio del 1867. Lo

scopo di questa legge era di placcare le critiche internazionali, in particolare

17

Page 18:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

quella americana che disturbava la tranquillità dell’isola e che allo stesso tempo

stava facendo degli accordi con gli inglesi affinché mettesse fine al traffico di

schiavi africani. Il decreto del 1866 dichiarava libera qualsiasi persona di colore

che non fosse iscritta nei registri e di conseguenza anche i figli nati da essi e

puniva severamente chi nascondeva gli schiavi, la falsità dei padroni, l’irregolarità

commesse dai funzionari nello svolgere il loro lavoro, ed autorizzava le autorità a

realizzare dei registri all’interno delle aziende agricole che proseguivano con il

traffico.

Di preciso non sappiamo quante persone furono portate in queste terre

attraverso questo traffico, ma dal censimento del 1861 eseguito da Pérez de la

Riva, che è anche considerato il più attendibile, si calcola che sul territorio cubano

c’erano circa 370.55312 schiavi. Un'altra legge importante era quella chiamata Ley

Moret (1871-1877) che ha concesso la liberta a circa 31.071 schiavi, altri 10.071

riuscirono a diventare liberi per altri motivi, mentre 17.834 erano morti, questa è

stata l’unica legge che aveva dato informazione anche sulla mortalità della

popolazione schiava. Questa legge però non metteva fine alla schiavitù infantile,

infatti la legge di preparazione dell’abolizione prevedeva che i neonati

acquisissero la condizione della madre, quindi diventassero pure loro proprietà del

padrone che si approfittava del loro lavoro attraverso il sistema d’insegnamento

senza nessuna retribuzione fino al compimento dei 18 anni, quando venivano

assegnati ad un lavoro a jornal; una volta compiuti 22 anni la situazione cambiava

perché finiva il protettorato e potevano ottenere i loro guadagni. L’età considerata

utile per iniziare a lavorare nella piantagione era 12 anni, mentre c’era chi faceva

cominciare a 10 anni. I proprietari dovevano pagare per ogni schiavo che

possedevano una tassa che andava da 1 a 2 pesos in base allo stato e all’età. La

Ley Moret stabilì anche il risarcimento per gli schiavi nati tra settembre 1868 e

luglio 1870, e concesse libertà anche a chi non era presente nel censimento

iniziato nel dicembre del 1869 al 31 di questo stesso mese del 1870.

12. José Antonio Piqueras, Censos Lato Sensu, La Abolición de la Esclavitud y el número de Esclavos en Cuba, Revista de Indias, Vol.71, No 251, 2011, pp.193-230.

18

Page 19:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Il 27 dicembre 1868, pochi mesi dopo l’inizio della guerra per

l’emancipazione coloniale, il rivoluzionario Carlos Manuel de Céspedes, liberò

prima di tutto gli schiavi che aveva nella sua piantagione La Demajague, e in

seguito proclamò la libertà di tutti gli altri dichiarando Cuba libre. Il decreto di

Céspedes è stato pubblicato a Bayamo e annunciava:

Carlos Manuel de Céspedes, capitan General del Ejército Libertador de Cuba y encargado de su gobierno provincial: La revolución de Cuba al proclamar la independencia de la patria, ha proclamado con ellos todas las libertades y mal podía aceptar la grande inconsecuencia de limitar aquéllos a una sola parte de población[…] Cuba libre es incompatible con Cuba esclavista y la abolición de las instituciones españolas debe comprender y comprende por necesidad y por razón de la más alta justicia la de la esclavitud como la más inicua de todas.13

Il 15 ottobre di questo stesso anno la Junta Superior Revolucionaria española

ha emesso un decreto nel quale affermava che:

la esclavitud de los negros es un ultraje a la naturaleza humana, una afrenta para España, única nación en el mundo civilizado que aún la conservaba en toda su integridad.14

Il governo provvisorio aveva richiesto anche si dichiarassero liberi tutti quelli

nati da una donna schiava.

La schiavitù a Cuba è terminata nel 1886, ma questi uomini liberi hanno

dovuto aspettare circa 15 anni per avere un riconoscimento come cittadino ed

avere il diritto al voto con la Constituición15 del 1901 che introdusse il suffragio

universale maschile. Gli ex schiavi negri erano visti come dei membri anziani

della vecchia e nuova élite bianca, ma durante la guerra c’erano dei leader sia

negri sia mulatti, oppure si facevano delle alleanze interaziali. Per la costituzione

del paese l’unica regola era che quanto più alto era il livello statale più la

leadership era di razza bianca; infatti, la classe politica che creò la nuova Cuba era

formata per la maggior parte da uomini bianchi e pochi negri. Il processo per la

13. Fernando Ortiz Fernández, Los Negros Esclavos, La Habana, Ciencias Sociales, 1975, p. 109.

14. Fernando Ortiz, op. cit., p.108.

15. Michael Zeuske, Estructura e Identidad en la “Segunda Esclavitud”: el caso cubano (1800-1940), Historia crítica, N. 24, 2003, pp. 1-12.

19

Page 20:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

formazione di Cuba è stato diverso della maggior parte dei paesi latinoamericani,

perché la nazione cubana era formata da due culture contrapposte, quella africana

e quella americana che era molto più presente rispetto agli altri paesi. Infatti la

presenza americana minacciava la cultura cubana con il suo progetto

d’incorporazione del paese e per molti rivoluzionari questo avrebbe significato la

distruzione della cultura nazionale in poco tempo. Il progetto che escludeva dalla

comunità isolana le persone di colore ha da sempre rappresentato un problema

politico per le varie generazioni. Per la storiografia cubana il partito politico che

portò alla formazione della nazione cubana fu l’Autonomismo16, costituito nel

1895 ma dal 1896 ha acquisito carattere antinazionale e in seguito è diventato un

movimento che sembrava favorevole alla dominazione coloniale. Gli autonomisti

desideravano un’organizzazione politica propria, volevano anche un

riconoscimento della personalità cubana sanzionata mediante le leggi promesse

dalla Costitución española.

Per questo motivo il rivoluzionario e politico José Martí ha accusato questo

partito di oligarchica, di essere inefficace, borghese, razzista, antirivoluzionario e

collaboratore della Spagna e degli Stati Uniti. Il rivoluzionario credeva che Cuba

sarebbe diventata indipendente attraverso l’unione delle forze politiche bianche e

negre. Infatti, nell’articolo di Zeuske prima citato, viene riportata una citazione di

José Martí: “Cubano es más que negro, más que mulato, más que blanco.”17

Un altro partito politico del XIX secolo era Unión Constituicional che si

ispirava all’integrità del paese attraverso il mantenimento dello status quo. Essi

incorporarono gli atteggiamenti riformisti che hanno contribuito, insieme ai

liberali autonomisti, a propendere verso le riforme dei colonialisti. Infatti questo

partito in qualche modo rappresentava gli interessi dei commercianti esportatori

della colonia.

Nella vita politica del paese le grandi escluse erano le donne schiave e anche le

donne ex schiave invece non venivano considerate: erano condannate al silenzio e

16. Josef Opatrný, ed al, Visitando la isla, temas de historia de Cuba, Madrid, AHILA- Iberoamericana, vervuert, 2002.

17. Apud, Zeuske, p.5.

20

Page 21:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

all’invisibilità, che era in realtà il loro destino all’epoca. Dovevano solo occuparsi

della vita domestica, dei mariti e dei figli, durante la schiavitù erano considerate

solo perché potevano procreare e soprattutto dovevano fare come lavoro la

prostituta. La scoperta di Cuba rappresentò per la Spagna una grande risorsa

economica, perché questo paese aveva una ricchezza naturale, dal caffè allo

zucchero, l’oro, argento, ecc. È grazie alle colonie che la Spagna ha potuto

sviluppare la propria economia diventando così uno dei paesi più ricchi al mondo

fino a poco tempo fa. Con questa politica coloniale così feroce e violenta hanno

ottenuto quello che volevano, soldi, e soprattutto hanno dimostrato di potere

dominare un popolo e una cultura arrivando addirittura al suo sterminio18. Cuba è

stata spogliata di tutto quello che aveva, ma in un certo senso è riuscita a

raggiungere la propria indipendenza, passando da una colonia a una vera nazione

multietnica dove alla fine bianchi, negri e mulatti sono riusciti a mettere da parte i

pregiudizi per vivere serenamente.

1.2. Alcune immagini riguardanti la schiavitù:

18. Moreno Fraginals, op. cit., p. 31.

21

Page 22:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

In questa immagine abbiamo uno schiavo incatenato che porta sulle spalle un

sacco e ciò rappresenta lo sforzo fisico. Le catene sono simbolo della schiavitù.

22

Page 23:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

In questa incisione viene rappresentata una piantagione tipica, in primo piano

vediamo gli schiavi che lavorano a terra, in questo caso svolgono la funzione di

un contadino. Lo scopo di quest’opera è dimostrare la fatica ed il duro lavoro di

questi esseri sottomessi.

In questa pagina di giornale viene riportato l’annuncio per la vendita di uno

schiavo. Per vendere i propri schiavi, i proprietari mettevano in risalto le qualità

del servo, qui abbiamo l’esempio della vendita di una donna nera, di animali e di

libri. Questo per dimostrare che gli schiavi erano dei prodotti.

23

Page 24:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Un esempio di un registro dell’epoca (come registravano gli schiavi).

24

Page 25:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Questo è il quadro di Bartolomè Murillo, dal titolo Las Tres, dove viene

messo in evidenza un ragazzino nero che lavora e sembra chiedere l’elemosina e a

sinistra un ragazzino bianco sorridente. Quest’opera rappresenta secondo me la

schiavitù infantile.

25

Page 26:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU’

NAZIONE ANNO

INGHILTERRA 1807

FRANCIA 1814

OLANDA 1814

STATI UNITI 1863

SPAGNA 1880

CUBA 1886

PORTOGALLO-BRASILE 1884-1888

26

Page 27:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

2. Lo Schiavismo nell’opera di Gertrudis Gómez

de Avellaneda.

2.1. Gómez de AvellanedaGertrudis Gomez de Avellaneda nacque a Cuba nel 1814, considerata una

delle voci più autentiche del romanticismo ispanico, è anche la più grande

scrittrice cubana in lingua castigliana. La sua famiglia era benestante e per questo

ricevette una buona educazione e un insegnamento superiore alla norma per una

donna di quel periodo. Gómez de Avellaneda crebbe in un ambiente molto

borghese, abituata a possedere servi in casa, molti dei quali erano schiavi negri.

La sua vita è stata un cumulo di disgrazie, a cominciare dalla morte del padre

avvenuta quando era piccola; in seguito la madre si risposò con un uomo con il

quale l’autrice non andava d’accordo. Ella fu anche spinta ad una serie di

matrimoni combinati che rifiutò. Tutti questi sono elementi che l’hanno segnata e

che possiamo trovare nei suoi scritti: è da sempre stata una persona che si è

distinta da tutte le altre, infatti, già all’età di otto anni scrisse il suo primo racconto

El Gigante de Cien Cabezas basato sulle leggende della sua terra natale. Per il suo

temperamento è stata ammirata e criticata. Nel saggio di Juan Remos y Rubio

viene riportata una citazione dello scrittore cubano Mariano Aramburo che

afferma che all’età in cui le ragazzine giocavano con le bambole Avellaneda

imitava i poeti castigliani, giocava con le passioni scrivendo drammi e commedie:

A la edad en que las mujeres juegan a las muñecas la Avellaneda jugaba a las pasiones escribiendo dramas y comedias que sus camaradas rapresentaban en los únicos teatros que los Camagüeyanos de entonces conocierón19

A causa del suo rapporto con il patrigno, lei fu costretta a lasciare Cuba per

andare in Europa, dove entrò in contatto con la letteratura romantica del momento,

19 Juan J. Remos, y Rubio, Resumen de Historia de la Literatura Cubana, 2a. ed. Corregida, La Habana, Cárdenas, 1945, pp. 86-87.

27

Page 28:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

di Victor Hugo, Chateaubriand e di Lord Byron. A 22 anni arrivò in Spagna dove

scriverà quasi tutte le sue opere fino alla morte avvenuta nel 1873.

Gómez de Avellaneda dimostra di aver un carattere forte e un grande senso di

ribellione e questi tratti segnano la sua figura letteraria, come la segna la questione

delle donne nel periodo del liberalismo cubano. Infatti lei va contro tutto quello

che è convenzionale, non accetta matrimoni di convenienza e lotta per i propri

ideali. Ha una vita molto intensa, segnata da molti dispiaceri come la morte dei

suoi due mariti e l’abbandono da parte del suo amante quando era incinta di una

bambina che nascerà morta. Ciò la portò alla depressione ma anche a sviluppare

un temperamento appassionato verso lo spiritualismo, fino ad un ritiro religioso.

Tutte queste esperienze la rendono una persona molto critica come donna. Il suo

carattere, il suo talento e la sua bellezza provocarono ammirazione e allo stesso un

sentimento di rifiuto legato alla sua condizione d’intellettuale e scrittrice. Nel

prologo del romanzo Sab viene riportata un affermazione del drammaturgo e

poeta spagnolo Bretón de los Herreros: “¡Es mucho hombre esa mujer!” per

valorizzare il suo carattere forte e la forza spirituale, perché comunque era un

periodo di forte maschilismo e una donna come Gómez Avellaneda riportava

l’attenzione verso la questione del femminismo. In un articolo della rivista

Latinoamericana viene riportata una nota del critico spagnolo Marcelino

Menéndez Pelayo in cui afferma che la sua femminilità la rende immortale :

Lo femenino eterno es lo que ella ha expresado, y es lo característico de su arte, y lo que hace inmortal, no sólo en la poesía lirica española, sino en la de cualquier otro país y tiempo, es la expresión, ya indómita y soberbia, ya mansa y resignada, ya ardiente e impetuosa, ya mistica y profunda de todos los anhelos, tristezas, pasiones, desencantos, tormentas y naufragios del alma femenina20

Il suo primo romanzo è stato Sab, pubblicato nel 1841, per questo romanzo

riceverà molte critiche, soprattutto perché è un’opera che va contro la sua classe

sociale e la schiavitù. Nonostante provenisse da una famiglia schiavista in cui era

abituale avere schiavi di razza negra, Gómez de Avellaneda crea uno schiavo

negro superiore a un bianco meschino e calcolatore, per dimostrare che siamo tutti

20. http:// critica.cl. “ Sab: Un ensayo sobre La Pasión, la esclavitud y la identidad en la obra de Gertrudis Gómez de Avellaneda”, Revista Latinoamericana, 2007, pp.1-7.

28

Page 29:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

uguali e questo era dovuto alla sua concezione religiosa che gli uomini sono tutti

uguali davanti a Dio. Per questo motivo è stata considerata traditrice della sua

classe come lo scrittore e filosofo Russo Lev Tolstoj.

L’opera in questione ha ricevuto molte critiche perché comunque aveva come

tema la schiavitù che era un concetto molto presente nella cultura cubana.

Tutti i protagonisti dell’opera hanno un qualcosa di autobiografico. Sab il

protagonista sarebbe l’alter ego dello schiavo personale di Gómez de Avellaneda

che era Sabas, Enrique ricorda molto il suo amante Cepeda che l’aveva lasciato

perché lei era povera e lui voleva i soldi, era un calcolatore. Carlota perché lotta

per il suo amore andando contro la propria famiglia come la scrittrice e Teresa che

arriva a fare la scelta di ritirarsi in convento, l’autrice che dopo le esperienze

negative della vita va in ritiro religioso. Il romanzo ha il carattere antischiavista e

l’accusa sociale è molto evidente. Infatti, possiamo vedere l’ingiustizia del

sistema sociale che si presentava a Cuba, fatto di divisioni e da un forte

maschilismo, forse per questo motivo Avellaneda decise di scrivere un’opera che

portava l’attenzione verso le donne. Nel romanzo vediamo le due donne che sono

una l’opposta dell’altra ma che in qualche modo lottano per qualcosa,

indipendentemente dall’epilogo del romanzo.

Quello che colpisce è come descrive la schiavitù e come la nobiltà possa

essere una qualità dell’anima. Lo schiavo che descrive l’autrice è intelligente,

nobile e dotato di grandi valori, per molti critici questo schiavo sembrava un

uomo bianco, con dei valori morali, un eroe, io credo che lei volesse dimostrare

che non ci sono razze ne colori della pelle, che uno schiavo è semplicemente un

essere umano come tutti e che dovrebbe avere dei diritti. Ecco perché crea i due

personaggi in contrasto, Enrique e Sab, il primo bianco senza scrupoli e il secondo

uno schiavo buono, ciò per dimostrare che i valori morali sono universali e che

negro o bianco che siano, uomini o donne siamo tutti uguali.

L’opera per il suo carattere descrittivo, in particolare per come descrive la città

di Puerto Príncipe: il paesaggio, le cuevas, la natura e le leggende, è stata accusata

di regionalismo, invece secondo me è un grande esempio del romanticismo

cubano che consiste nell’evocazione del passato, la postura antischiavista e

29

Page 30:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

l’entusiasmo per la natura, la questione dell’amore, il dolore e la melanconia; tutti

questi elementi li troviamo all’interno del romanzo. Gómez de Avellaneda ha

scritto quest’opera seguendo la tendenza del momento cioè il Reformismo criollo

basato sulla cessazione della tratta con l’abolizione graduale della schiavitù, la

transizione dal lavoro schiavista a quello salariato e sulla promozione del

fenomeno dell’immigrazione da parte degli europei che sarebbe stato importante

per il progresso.

2.2. L’opera: Sab

Sab è il romanzo della scrittrice cubana Gertrudis Gómez de Avellaneda21, non

possiamo definirlo solo un romanzo storico, ma è anche un’opera di denuncia

21. Gertrudis Gómez, de Avellaneda, Sab, ed. josé Servera, Madrid, Cátedra, 1997, 200710.

30

Page 31:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

sociale che andava contro il sistema politico del suo paese. È il primo romanzo

che tratta questo tipo di argomento scritto in spagnolo. L’opera in questione è

stata pubblicata a Madrid nel 1841, più tardi a Cuba perché all’epoca vigeva

ancora la schiavitù.

Kelly Comfort in un suo articolo22 sostiene che il romanzo ha avuto una

maggiore facilità di pubblicazione in Spagna perché all’epoca il paese era guidato

dalle idee liberali della regina Maria Cristina, mentre a Cuba le difficoltà sono

dipese dalla presenza della schiavitù; ecco perché Sab è stato pubblicato in questo

paese dopo cento anni dalla nascita della scrittrice nel 1914.

Nel prologo dell’opera l’editore José Servera riporta una citazione nella quale

si precisava che l’opera Sab pubblicata a Madrid nel 1841 è stata in parte

sequestrata:

Se publicó en Madrid, en 1841, pero la corta edición que se hizo fue, en su mayor parte, secuestrada y retirada de la circulación por los mismos parientes de la autora, a causa de las ideas abolicionistas que encierra23.

Per quanto riguarda la data della stesura, è precisata dalla stessa autrice in una

lettera ad A. Neira nella quale affermava che aveva iniziato a scrivere il lavoro a

Lisbona nel 1838: “pero en ratos de ocio escribia desaliñadamente el Sab, que

comencé en Lisboa en 1838”24.

Il 1838 è importante in quanto è l’anno in cui l’Inghilterra dichiarò abolita la

schiavitù nelle sue colonie, mentre dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti e

in particolare al nord, appariva una nuova forza politica e sociale che andava

contro la schiavitù del sud. Nel mondo occidentale si cominciava a prendere

coscienza che questo sistema di oppressione del genere umano non portasse

22. Kelly Comfort, “Colonial Others as Cuba’s Protonational Subjects: The Privileged Space of Women, Slaves and Natives in Gómez de Avellaneda’s Sab”, Davis, University of California, 2003, pp. 179-194.

23 Servera, Sab, ed. cit., p. 47.

24 Apud, Servera, p.46.

31

Page 32:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

nessun profitto. È anche il periodo dello svillupo tecnologico, quindi i macchinari

rappresentano la sostituizione del lavoro dello schiavo.

A proposito della ritardata pubblicazione a Cuba, Gihane Mahmoud Amin

dell’università di Cairo, afferma che era impensabile che uno schiavo si

innamorasse della sua padrona e che, considerato come un oggetto, potesse

provare dei sentimenti nobili; il critico in quest’articolo intitolato “Sab y la novela

antiesclavista” vuole rendere evidente che era quasi assurdo che una donna bianca

si offrisse ad un uomo negro e schiavo, forse perché all’epoca uno schiavo non era

visto come un essere umano e una cosa simile poteva essere vista come qualcosa

di immorale:

Tampoco vieron con buenos ojos que una mujer blanca, Teresa, esté enamorada de un esclavo negro. Ni que éste sea culto y tenga cualidades que superen las del hombre de raza blanca25

Ancora in quest’articolo è scritto che i cubani, non vedendo di buon occhio

quanto raccontato nel romanzo perché contrario alla moralità dell’epoca e al

sistema economico del paese, ne impedirono la pubblicazione: “Estos han sido

entre otros, los motivos por los cuales el Censor Regio de Imprenta decretó el

primero de septiembre de 1844 la prohibición de la entrada de Sab a la isla de

Cuba y su rentención en la Real Aduana de Santiago de Cuba.”26

L’opera è scritta in terza persona, è divisa in due parti: la prima contiene

undici capitoli mentre la seconda cinque, più una lettera conclusiva indirizzata

all’altra protagonista, Teresa.

Ogni capitolo è introdotto da un motto, che ha lo scopo di richiamare

l’attenzione del lettore su quanto sta per leggere. Per esempio quella dell’ultimo

capitolo, che io trovo fra le più significative, del drammaturgo spagnolo García

Gutiérrez, evidenzia il contrasto tra vita e morte, tra la felicità e la disperazione

dei protagonisti: da una parte Carlota che realizza il suo sogno di sposarsi con

l’uomo che ama, mentre dall’altra Sab che ormai persa la speranza, muore.

25. Gihane Mahmoud Amin, Sab y la novela antiesclavista, universidad de el Cairo, Ediciones Digitales del Griso, 2010, p. 105.

26. Apud, Mahmoud Amin, pp. 105-106.

32

Page 33:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Esta es la vida, Garcés,Uno muere,otro se casa,Unos lloran, otros ríen…¡Triste condición humana!27.

L’ambiente in cui si sviluppa la storia è ben descritto, tutto succede a Cuba, a

Puerto Príncipe, l’attuale Camagüey, dove la società era schiavista. Sono descritti

i paesaggi di Cuba e anche gli animali tipici in modo dettagliato, per esempio nel

quarto capitolo:

La madrugada era fresca y hermosa y el calmpo no había parecido nunca a Carlota tan pintoresco y florido. Al salir de casa llevando en su pañuelo muchos granos de maíz rodeáronla innumerables aves domésticas. Las palomas berberiscas sus favoritas, las gallinas americanas, pequeñas y pintadas, llegaban a coger el maíz […] Más lejos el pavo real rizaba las cinéreas y azules plumas de su cuello […] mientras el pacífico ganso se acercaba pausadamente a recibir su ración (pp. 142-143).

Il tema principale del romanzo è l’amore, mentre la schiavitù del negro, quella

delle donne e anche l’indigenismo sono i temi secondari. L’amore - come in molti

romanzi- è sempre legato alla sofferenza. Infatti, Sab soffre tanto, è cosciente che

la realizzazione del suo sogno d’amore è impossibile poichè l’amata non potrà

mai ricambiare il suo sentimento; ella ama un altro.

¡Dios mío! ¿Se padece tanto siempre que se ama? ¿Aman y padecen del mismo modo todos los corazones o has depositado en el mío un germen más fecundo de afectos y dolores? … ¡Ah!, si no es general esta terrible facultad de amar y padecer, ¡cuán cruel privilegio me has concedido!.. porque es una desgracia, es una gran descgracia sentir de esta manera (p. 133).

Il romanzo racconta l’amore non corrisposto tra uno schiavo e la figlia del suo

padrone, una donna di razza bianca, chiamata Carlota; lo schiavo chiamato Sab è

figlio di una schiava negra e forse il padre era uomo bianco e ricco, per questo il

protagonista preferisce chiamarsi “ esclavo y mulato”. Egli inizia a lavorare per la

famiglia Bellavista e diventa il compagno di gioco della figlia, ma dopo qualche

anno s’innamorerà perdutamente della ragazza, che non contraccambia il suo

amore perché è innamorata di un giovane inglese, Enrique Otway. Quest’ultimo

però è più interessato alla sua fortuna che alla donna; infatti, quando la famiglia

27 Apud, Servera, p. 247.

33

Page 34:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Bellavista è costretta ad affrontare dei problemi economici, chi salverà le sorti

della ragazza sarà Sab che con la vincita della lotteria permetterà il matrimonio fra

Carlota ed Enrique. In questo modo Sab sacrifica il suo amore, inoltre sarà lui

stesso che consegnerà a Enrique la lettera del padrone, nel quale informa il futuro

genero che Carlota ha vinto alla lotteria e il matrimonio si può quindi celebrare.

Purtroppo per lo sforzo fisico, per la fatica del viaggio e soprattutto per il suo

malessere interiore per aver perso la donna amata, il protagonista muore. Prima di

morire Sab scrive una lettera a Teresa, un'altra donna che è stata adottata dalla

famiglia Bellavista perchè anche lei come il protagonista è orfana; nella lettera

Sab esprime tutte le sofferenze patite a causa dalla società in cui è vissuto. La

lettera è anche una specie di manifesto della sua passione amorosa e non solo: il

protagonista parla anche della schiavitù delle donne e in particolare della

situazione di Carlota, arrivando alla conclusione che la schiavitù delle donne è

peggiore di quella maschile.

Sab è un personaggio molto complesso: è appassionato e la sua forza sta

proprio nella capacità di amare incondizionatamente, egli, infatti, si affida

completamente all’amore. È in una posizione di privilegio rispetto alla sua

condizione e a quella degli altri schiavi, essendo il “mayoral” ed anche l’uomo di

fiducia del suo padrone. È sempre stato trattato bene dalla famiglia Bellavista, in

quanto uomo fedele. Ed è anche molto avvantaggiato dal suo aspetto e dalla sua

discendenza, perché la madre era una principessa africana e il padre si suppone

che fosse un uomo bianco e ricco.

Con quest’opera Gómez de Avellaneda ha cercato di mostrare il dramma della

schiavitù, ma concentrandosi maggiormente sulla sofferenza spirituale del

protagonista: cioè invece di descrivere la violenza cui erano costretti “questi

poveri cristiani”, ha concentrato il discorso sui sentimenti e sulla sofferenza che

un uomo e schiavo porta dentro. Quest’aspetto lo troviamo subito all’inizio della

storia e servirà da cornice all’interno del romanzo, quindi diventa lo sfondo entro

il quale si muoveranno tutti i personaggi. Questi ultimi rispecchiano in parte la

realtà sociale del tempo e in parte sono riferimenti autobiografici: il protagonista è

uno schiavo ed il “buono” del romanzo e la scrittrice ha vissuto in un ambiente

34

Page 35:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

simile, circondata da schiavi. Possiamo definire Sab come un eroe romantico che,

per esempio, salva dalle fiamme il nipote di uno dei personaggi del libro:

¡Sab le salvó! Por entre las llamas y quemados a los pies y ensangrentadas las manos, sofocado por el humo y el calor cayó exánime a mis pies, al poner en mis brazos a Luis y a Leal…

¡Sab los salvó a ambos! Sí, su humanidad se extendió hasta el pobre animalito (p. 181).

Carlota invece rappresenta la donna innamorata, che ama incondizionatamente

il suo uomo ed è accecata dalla passione. È molto ingenua e idealista:

Cuando yo sea la esposa de Enrique […], ningún infeliz respirará a mi lado el aire emponzoñado de la esclavitud. Daremos libertad a todos nuestros negros. ¿Qué importa ser menos ricos? (p. 146).

Carlota a sua volta è idealizzata dal protagonista, che la vede come una “donna

angelo” che, con i suoi modi gentili ed eleganti, può salvare qualsiasi uomo:

el ángel custodio que el cielo me había destinado, y que su misión sobre la tierra era conducir y salvar mi alma (p. 205).

el conjunto de sus delicadas facciones, y la mirada llena de alma de dos grandes y hermosos ojos pardos, daban a su fisonomía, alumbrada por la luna, un no sé qué de angelico y penetrante imposible de describir. Aumentaba lo ideal de aquella linda figura un vestido blanquísimo que señalaba los contornos de su talle esbelto y gracioso (p. 115).

L’idealizzazione della donna angelo in Carlota ricorda la poetica che si era

affermata a Firenze tra il 1200 e il 1310 chiamata Dolce stil novo. Questa nuova

scuola poetica che aveva come i suoi maggiori esponenti Dante Alighieri e Guido

Cavalcanti, aveva come tema fondamentale l’amore. Infatti, per gli stilnovisti

l’amore non è un semplice corteggiamento, ma l’adorazione di una donna vista

come un angelo.

Un’altra protagonista del romanzo è Teresa, completamente diversa dalla

cugina Carlota, anche lei orfana, come Sab. È quasi priva di emozioni in

apparenza, è fredda, tiene tutto dentro, ma è capace di amare. La sua svolta

avviene quando -nel secondo capitolo- in un dialogo con Sab, si offre a lui:

yo soy, esa mujer que me confío a ti: ambos huérfanos y desgraciados… aislados estamos los dos sobre la tierra y necesitamos igualmente compasión, amor y felicidad. Dejáme, pues, seguirte a remotos climas, al seno de los desiertos…! Yo seré tu amiga, tu compañera, tu hermana (p. 220).

35

Page 36:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Un altro personaggio importante è Enrique, il giovane promesso sposo di

Carlota, un uomo avido e interessato: dal loro matrimonio vuole solo trarne

profitto per diventare più ricco. Enrique rappresenta il capitalismo, è egoista e

ambizioso: “Es preciso que yo sea rico, y tú no puedes hacerme rico, Carlota” (p.

232).

Gioca un ruolo importante nel romanzo anche il padre di Enrique, Jorge

Otway. E’ lui che manovra il figlio e vuole vederlo sposato solo con una donna

ricca. Jorge Otway era un venditore ambulante, che si è arricchito e rappresenta la

nuova borghesia che pensa avidamente solo al denaro:

Un comerciante, Enrique, ya te lo he dicho cien veces, se casa con una mujer lo mismo que se asocia con un compañero, por especulación, por conveniencia. La hermosura, el talento que un hombre de nuestra clase busca en la mujer con quien ha de casarse son la riqueza y la economia (p. 152)

E la sua arroganza e il suo modo sgarbato si nota in questo passo:

¡Maldición sobre ti!... ¿qué diablos quieres aquí, pícaro mulato, y cómo te atreves a entrar sin permiso? ¿Y ese imbécil negro que hace? (p. 153).

Simbolo dell’aristocrazia è il padre di Carlota, don Carlos de Bellavista. Egli

non si preoccupa dell’apparenza e non è molto legato ai soldi, forse perché

proviene da una famiglia ricca.

L’unica cosa che vuole è vedere sua figlia felice e quindi accetta la mano di

Enrique, andando contro i suoi parenti e familiari che non apprezzano l’estrazione

sociale del pretendente. Don Carlos è un uomo molto affettuoso, sensibile e

generoso:

Quiero que al marcharme de Cubitas quede instalada en la mejor de mis estancias y la señalaré una pensión vitalicia, que recibirá por tu mano (p. 183).

Lo scopo di quest’opera è dimostrare che uno schiavo è anche un essere

umano dotato di sentimenti e di grandi valori e che a volte l’aspetto inganna; ma

soprattutto è che più importante del colore della pelle c’è l’aspetto economico

intorno al quale si organizza una società.

36

Page 37:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

2.3. Analisi dell’opera

Il romanzo della scrittrice Cubana Gertrudis Goméz de Avellaneda ha come

protagonista uno schiavo chiamato Sab, che dà il titolo del romanzo; Sab. La

storia è narrata in terza persona. Il narratore è onnisciente, cioè conosce alla

perfezione le situazioni del presente, del passato e del futuro; conosce la

psicologia dei personaggi, ciò che pensano, come agiscono e perché lo fanno, per

esempio nel secondo capitolo della prima parte quando il narratore ci presenta le

due protagoniste femminili Carlota e Teresa e a proposito di quest’ultima dice:

37

Page 38:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

joven todavía, pero privada de las gracias de la juventud, Teresa tenía una de aquellas fisonomías insignificantes […] Nadie la llamaría fea […] Su risa y su llanto parecían un efecto del arte en una máquina, (p. 115).

Inizio ad analizzare il romanzo partendo dal nome del protagonista. Il

personaggio principale si chiama Bernabé28. Ma la madre ha scelto di chiamarlo in

un modo più affettuoso Sab e nella prefazione dell’opera in questione viene

riportata un lavoro di Mary Cruz che aveva cercato di studiare l’origine di questo

nome: “concluye que el nombre indígena de los bosquimanos ( singular sab,

plural san) caracteriza perfectamente al personaje”29. Mentre Sab è una parola

molto usata nel creolo capoverdiano, si usa per dire che una cosa è buona.

Sab è uno schiavo non comune e per questo spicca all’interno della narrazione:

è il mayoral e l’uomo di fiducia del padrone, per questo motivo ha dei privilegi;

per la descrizione che viene fatta non sembra appartenere alla classe dei

sottomessi: nel primo capitolo abbiamo l’incontro fra i due antagonisti maschili

dell’opera che sono Sab ed Enrique e da subito quest’ultimo non riesce a capire la

natura di questo “campesino” dall’aria strana che non era ne “criollo blanco” e

“tampoco era negro”:

Era el recién llegado un joven de alta estatura y regulares proporciones, pero de una fisionomía particular […] Su rostro presentaba un compuesto singular en que se descubría el cruzamiento de dos razas diversas, […] los rasgos de la casta africana con los de la europea, sin ser no obstante un mulato perfecto (p. 104).

I due iniziano a parlare e il mulatto decide di accompagnare lo straniero alla

casa del signor Carlos de Bellavista. Mentre stanno conversando, Sab si rende

conto che lo straniero era incuriosito dal suo aspetto che aveva “algo de grande y

noble”. Infatti, il suo linguaggio e il suo comportamento non corrispondono a

quelli della classe sociale cui appartiene e per questo Enrique cerca di capire chi

ha di fronte così:

Presumo que tengo el gusto de estar hablando con algún distinguido proprietario de estas cercanías. No ignoro que los criollos cuando están en sus haciendas de campo gustan vestirse como simples labriegos, […] Si no

28 . Bernabé è un nome di origine aramaica, che significa profetta.

29. Apud, Servera, Sab, p.59.

38

Page 39:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

me engaño es usted amigo y vecino de don Carlos de B… No soy proprietario, señor forastero, y aunque sienta latir en mi pecho un corazón pronto siempre a sacrificarse por don Carlos, no puedo llamarme amigo suyo […] Soy mulato y esclavo (pp. 107-108).

E lo straniero al sentire queste parole rimase sorpreso: “¿Conque eres mulato?

Tienes un aire tan poco común en tu clase, que luego mudé de pensamiento” e al

suono di queste parole il mulatto risponde con fierezza: “Es que a veces es libre y

noble el alma, aunque el cuerpo sea esclavo y villano” (p. 108).

Sab, parlando con Enrique, presenta la sua storia e racconta la triste vicenda di

sua madre che era principessa nel suo Paese e poi viene venduta come schiava:

¿Conque eres esclavo de don Carlos?Tengo el honor de ser su mayoral en este ingenio.¿Como te llamas?Mi nombre de bautismo es Bernabé, mi madre me llamó siempre Sab, y

así me han llamado luego mis amos.¿Tu madre era negra, o mulata como tú?Mi madre vino al mundo en un país donde su color no era signo de

esclavitud: mi madre […] nació libre y princesa. Bien lo saben todos aquellos que fueron como ella conducidos aquí de las costas del Congo por los traficantes de carne humana. Pero princesa en su país fue vendida en éste como esclava (p. 109).

Un'altra questione delicata che è affrontata in questo capitolo è l’argomento

riguardante il padre di Sab, che sembra assente e di cui lui sa soltanto che rendeva

felice e amava sua madre:

Tu padre sería blanco indudablemente.¡Mi padre! …Yo no lo he conocido jamás. Salía mi madre apenas de la infancia cuando fue vendida al señor don Félix de B…, padre de mi actual, y de otros cuatros hijos. Dos años gimió inconsolable la infeliz sin poter resignarse a la horrible mudanza de su suerte, pero un trastorno repentino se verificó en ella pasado este tiempo, y de nuevo cobró amor a la vida porque mi madre amó. Una pasión absoluta se encendió con toda su actividad en aquel corazón africano. A pesar de su color era mi madre hermosa, y sin duda tuvo correspondencia su pasión […] El nombre de mi padre fue un secreto que jamás quiso revelar (p. 109).

Sab afferma che la madre con quest’uomo era felice e si sentiva amata,

nonostante il gran cambiamento che aveva subito da nobile a schiava, una vita

destinata alla nullità. Invece abbiamo una situazione opposta nel romanzo di

Henry Neville (1619-1694) un diplomatico e membro del consiglio di stato che ha

avuto un ruolo importante nella tradizione del pensiero politic, L’isola di Pines

39

Page 40:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

dove fra i protagonisti, una donna negra e George Pine, pur avendo una relazione

con la donna, c’è un atteggiamento razzista dell’uomo nei confronti della donna:

la mia negra, col consenso delle altre, mi si avvicinò, pensando d’ingannarmi dato che era scuro; ma io, svegliatomi, e sentitala al tatto, capii chi era, ma, volendo provare la differenza, mi presi il mio gusto con lei … e lo facevo di notte, e mai altrimenti, dato che non avrei avuto stomaco di far diversamente, sebbene fosse une delle nere più fini che mai avessi visto30

Anche nel romanzo dello scrittore cubano Cirilo Villaverde (1812-1894) si

affronta la questione del rapporto che c’era fra le donne negre e gli uomini bianchi

e in particolar modo della paternità di questi figli che veniva nascosta; a tal

proposito uno dei personaggi mulatti afferma:

ni a derecha sé quién es mi padre, sólo sé que no fue negro … lo que yo sostengo es, que ni a V., ni a mí, ni… a nuestros hijos, según van las cosas nos tocará ser martillo. Y es muy duro, durisimo, señó Uribe31

Sempre in quest’opera si parla del rapporto ambiguo che avevano le donne

mulatte con gli uomini bianchi, tanto è che:

los blancos no abandonaron el comedor y aposento principal, a cuyas piezas acudían las mulatas que con ellos tenían amistad, o cualquier otro género de relación o deseaban tenerla32

E qui che Sab scoprirà qualcosa che stravolgerà la sua vita e cioè che Carlota è

promessa sposa ad un certo Enrique Otway e che lo straniero in questione è lo

sposo:

¡Enrique Otway! Ese nombre lo mismo que vuestra fisonomía indican un origen extranjero… Vos sois, pues, sin duda, el futuro esposo de la señorita de B…!

No te engañas, joven, yo soy en efecto Enrique Otway, futuro esposo de Carlota, y el mismo que procurará no sea un mal para ti su unión con tu señorita (p. 111).

30. Henry Neville, L’isola di Pines, a cura di Onofrio Nicastro, ed. Guerrini e Associati, Milano, 1990, pp. 46-47.

31. Cirilo Villaverde, Cecilia Valdés o la Loma del Ángel, ed. de Jean Lamore, Madrid, Cátedra, 1992, 20125, p.206.

32. Villaverde, op. cit., p.109.

40

Page 41:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Nel secondo capitolo abbiamo le due protagoniste femminili che parlano:

Carlota e Teresa, sono due ragazze completamente diverse. Sembrano messe

confronto e notiamo anche la gelosia di Teresa nei confronti di Carlota:

Desde esta ventana ves a tu buen padre adornar por sí mismo con ramas y flores las ventanas de esta casa: este día en que tanto has llorado debe ser para ti de placer y recocijo. Hija adorada, ama querida, esposa futura del amante de tu elección (p. 113).

Carlota ha quasi tutto per essere la persona più felice al mondo, ma è orfana di

madre e questo è l’unico fatto che le accomuna. Infatti, nella loro conversazione la

ricordano, perché è stata una madre meravigliosa:

La última vez que habitamos en este ingenio gozaba yo la compañia de la más tierna de las madres. También era madre tuya, Teresa, pues como tal te amaba: ¡aquella alma era toda ternura! (pp. 113-114).

Non sono solo loro a essere orfani di madre, nessun protagonista dell’opera ha

una figura materna; questo sta ad indicare un fatto importante della società

cubana, cioè che può essere definita una società patriarcale, dove l’uomo è al

comando di tutto e il ruolo della donna è marginale. Questo è un fatto negativo

della cultura in questione cioè quella cubana. Comunque i destini di tutti i

protagonisti sono tristi ed infelici, forse per questa mancanza, ecco perché

l’autrice offre una possibilità al protagonista principale Sab che aveva perso la

madre fra le braccia, vuole dargli non la speranza, ma offrirgli un futuro con la

scelta di un’altra madre adottiva. Questa volta il mulatto sceglie come madre

adottiva una donna indigena, che qui troviamo nel ruolo di Martina ed è rilevante

perché cerca di rimpiazzare la madre con un'altra figura che in qualche modo ha lo

stesso destino della madre, che in qualche modo proveniva dagli schiavi e in vive

in condizione di estrema povertà; la scelta di Martina come madre gli fornisce un

nuovo luogo di nascita, a Cuba:

mi desgraciada madre murió en mis brazos: soy también huérfano como Luis, sed mi madre, admitdme por vuestro hijo […] en presencia del cielo le adopté desde aquel momento por mi hijo (pp. 180-181).

In questo capitolo il narratore ci da un’indicazione temporale: “ ¡Qué hermosa

noche!” (p. 113).

41

Page 42:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

E una descrizione degli spazi in cui si svolge la narrazione, come l’ambiente

della casa:

Era una pequeña sala baja y cuadrada, que se comunicaba por una puerta de madera pintada de verde oscuro, con la sala principal de la casa […]. Los muebles que adornaban esta habitación era muy sencillos pero elegantes, y veíanse hacia el fondo, uno junto a otro (p. 114).

Un aspetto fondamentale in questo capitolo è che il narratore tenta di mettere a

confronto le due cugine, presentando Carlota in questo modo:

Su hermosa y pura frente descansaba en una de sus manos, apoyando el brazo en el antepecho de la ventana; y sus cabellos castaños divididos en dos mitades iguales […], pero el conjunto de sus delicadas facciones, y la mirada llena de alma de dos grandes y hermosos ojos pardos, daban a su fisonomía, alumbrada por la luna, un no sé qué de angelico y penetrante, (p. 115).

Mentre Teresa è il suo opposto, è una ragazza molto fredda e sfortunata e

molto razionale:

Nadie la llamaría fea después de examinarla; nadie, empero, la creería hermosa al verla por primera vez, y aquel rostro sin expresión, parecía tan impropio para inspirar el odio como el amor. Sus ojos de un verde oscuro bajo dos cejas rectas y compactas, tenían un mirar frío y seco que carecía igualmente del encanto de tristeza y de la gracia de la alegria […] Su altivez natural, constantemente herida por su nacimiento, y escasa fortuna que la constituia su alma (pp. 115-116).

Nel terzo capitolo invece si affronta la questione dell’immigrazione a Cuba:

all’epoca molti europei lasciavano il loro paese per andare in questi luoghi alla

ricerca di fortuna, di un modo per arricchirsi e Cuba offriva molte possibilità con

le sue ricchezze naturali:

Sabido es que las riquezas de Cuba atraen en todo tiempo innumerables extranjeros, que con mediana industria y actividad no tardan en enriquecerse de una manera asombrosa […], satisfechos con la fertilidad de su suelo, y con la facilidad con que se vive en un país de abundancia, (p. 119).

All’epoca Cuba era una fonte di ricchezza per tutti quelli che andavano li, con

le loro idee per cercare di emergere, ma questo non succedeva solo a Cuba, anche

in Brasile dopo la fine della schiavitù avvenuta intorno al 1888 ci fu un flusso

d’immigranti che partivano dall’Italia alla ricerca di un lavoro e di una vita

migliore; loro lavoravano nelle piantagioni di caffè ma diversamente dagli schiavi

42

Page 43:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

essi avevano uno stipendio. Mentre oggi abbiamo il processo inverso con

l’immigrazione verso i cosiddetti paesi ricchi: infatti molti lasciano i paesi di

origine per andare alla ricerca di una vita migliore; è il caso della mia famiglia che

si è trasferita in Italia per cercare di migliorare la nostra situazione economica. Ma

ci sono quei casi particolari in cui alcune persone lasciano il proprio territorio per

sfuggire alla fame alla guerra o anche per malattia e spesso viaggiano in

condizioni disastrose, in questo caso si parla di viaggio della speranza, questo

termine significa:

Viaggio intrapreso da chi ha bisogno di terapie mediche che non sono disponibili nel proprio paese o da emigranti extracomunitari in cerca di condizioni di vita migliori di quelle nelle quali vivono; per estensione, tentativo di portare a termine positivamente un’impresa che risulta particolarmente difficile nella zona nelle quale si vive.33

Infatti, le persone che intraprendono questi tipi di viaggi, molto spesso

mettono a rischio le proprie vite perché viaggiano in condizioni pietose “peggio

delle bestie”. Per fare un esempio di questi tipi di viaggi finiti in tragedie, ricordo

una vicenda che ha scosso il paese l’anno scorso con la tragedia avvenuta a

Lampedusa. E riporto qui l’articolo di cronaca del giornale il Quotidiano

Nazionale che racconta del naufragio del 3 ottobre 201334. L’articolo racconta di

questa triste vicenda avvenuta a causa di un incendio innescato a bordo del

barcone dagli stessi profughi che cercavano di farsi avvistare e in questo modo

volevano chiamare i soccorsi, ma purtroppo l’epilogo è stato disastroso perché

all’arrivo, i soccorritori hanno trovato centinaia di corpi senza vita, tra cui

bambini e donne incinte. È un viaggio di speranza, ma non sempre si trova quello

che si cerca o che si vuole, perché a volte non si è benvenuti, non c’è lavoro e a

volte si finisce come dei barboni, soprattutto perché la diversità fa paura invece di

essere considerata una ricchezza.

Infatti, nell’opera di Gómez de Avellaneda, nel capitolo in questione abbiamo

Jorge Otway un uomo Inglese che si è trasferito a Cuba, prima era un semplice

venditore ambulante e ora rappresenta la nuova classe sociale della borghesia:

33. www.treccani.it/enciclopedia.

34. Lampedusa Ecatombe: Morti Centinaia di Migranti, il Quotidiano Nazionale, ottobre, 2013.

43

Page 44:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Era inglés: habia sido buhonero algunos años en los Estados Unidos de America del Norte, después en la ciudad de la Habana, y últimamente llegó a Puerto Príncipe traficando con lienzos, (p. 119).

Questo negoziante ha un figlio Enrique che vuole chiedere la mano della figlia

di don Carlos de Bellavista, Carlota, ma la famiglia è contraria perché non vedono

di buon occhio lo straniero ed in particolare il modo in cui si era arricchito negli

anni; nemmeno erano interessati a sapere che gli Otway si fossero convertiti al

cattolicesimo e quindi inizialmente non accettano:

su vanidad y la de Enrique sufrieron la humillación de una repulsa. La familia de B… era de las más nobles del país y no pudo recibir sin indignación la demanda del rico negociante, porque aún se acordaba del buhonero. Por otra parte, aunque el viejo Otway se hubiese declarado desde su establecimiento en Puerto Príncipe un verdadero católico, apostólico, romano, y educado a su hijo en los ritos de la misma iglesia, su apostasía no le había salvado del nombre de hereje, (p. 122).

Dopo il primo tentativo fallito per gli Otway, perché la famiglia non voleva

per Carlota un uomo che si era arricchito facendo il venditore ambulante e

soprattutto era uno straniero, comunque riescono a sposarsi, ma Carlota perde tutti

suoi benefici e viene diseredata: “Carlota, privada de la herencia de su tío, y de los

bienes de su madre que la pérdida del pleito le había quitado” (p. 125).

Adesso è lei a non rappresentare più la moglie ideale per Enrique: “no era ya

la mujer que deseaba Jorge para su hijo” (p. 125).

La grande svolta in questo capitolo l’abbiamo con il padre della ragazza, che

dimostra di non essere molto legato alle cose materiali e non voleva per la figlia

una persona ricca; desiderava per lei un uomo che fosse in grado di renderla

felice, quindi manifesta un atteggiamento più innovativo:

pues él por su parte era indiferente, en cierto modo, a las preocupaciones del nacimiento, y acostumbrado a los goces de la abundancia, sin conocer su precio, tampoco tenía ambición ni de poder ni de riquezas. Jamás había ambicionado para su hija un marido de alta posición social o de inmensos caudales: limitábase a desearle uno que le hiciese feliz, (p. 123).

La quarta parte inizia con l’immagine romantica dei due amanti seduti sotto un

tronco di un albero e c’è la descrizione del paesaggio di Bellavista: “A la

conclusión de una larga calle de naranjos y tamarindos, sentados muellemente en

un tronco de palma” (p. 127), e parlano della loro vita e la ragazza si lamenta per

44

Page 45:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

l’assenza continua di Enrique che si allontana sempre per affari. Mentre stanno

conversando, parlano della questione del mayoral Sab, che è l’oggetto di curiosità

del futuro sposo e in particolare del fatto che il mulatto potrebbe essere figlio del

padrone e Carlota è dello stesso parere:

Según cierta relación que me hizo de su nacimiento […], sospecho que tiene ese mozo, con algún fundamento, la lisonjera presunción de ser de la misma sangre que sus amos (p. 128).

E Carlota:

Así lo pienso yo también porque mi padre le ha tratado siempre con particular distinción, y aun ha dejado traslucir a la familia que tiene motivos poderosos para creerle hijo de su difunto hermano don Luis (p. 129).

In questo capitolo i due protagonisti si concentrano sull’alterità di Sab, il suo

essere diverso dagli altri schiavi. La sua diversità è la radice della sua virtù.

L’alterità: In opposizione a identità, indica il carattere di essere altro, distinto.

Questa sua diversità viene descritto così:

¿Sabes que me agrada ese esclavo?... No tiene nada de la abyección y grosería que es común en gentes de su especie; por el contrario, tiene aire modales muy finos y aun me atrevería a decir nobles

Sab no ha estado nunca confundido con los otros esclavos … se ha criado conmigo como un hermano, tiene suma afición a la lectura y su talento natural es admirable (p. 128).

Dopo questo dialogo fra i due innamorati, abbiamo un cambiamento. Il

narratore sposta l’argomento sulla situazione climatica, perché è in arrivo un

temporale:

La noche se acercaba mientras tanto, pero no serena y hermosa como la anterior, sino que todo anunciaba ser un de aquellas noches de tempestad […], Hacía un calor sofocante que ninguna brisa temperaba; la atmósfera cargada de electricidad […] las nubes, tan bajas que se confundían con las sombras de los bosques, eran de un pardo oscuro con anchas bandas de color de fuego. Ninguna hoja se estremecía, ningún sonido interrumpía el silencio pavoroso de la naturaleza, (pp. 130-131).

Nel quinto capitolo invece troviamo la descrizione del tempo che in apparenza

sembrava tranquillo: “Aún no caía una gota de lluvia, ni la más ligera corriente de

45

Page 46:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

aire refrigeraba a la tierra abrasada. Reinaba un silencio temeroso en la

naturaleza” (p. 134).

In questo capitolo abbiamo i due protagonisti Sab ed Enrique, che attraversano

questi campi in mezzo ad una temporale senza avere paura di niente. In seguito

viene descritta la tempesta in questo modo:

Al soplo impetuoso de los vientos desencadenados el polvo de los campos se levanta en sofocantes torbellinos: el cielo se abre vomitando fuego por innumerables bocas: el relámpago describe mil ángulos encendidos: el rayo troncha los más corpulentos árboles y la atmósfera encendida semeja una vasta hoguera (p. 135).

In seguito Enrique si rende conto che è impossibile continuare il viaggio, è in

questo momento che l’inglese viene colpito alla testa da un ramo di un albero e

quindi perde i sensi. L’incidente avviene in questo modo:

el árbol bajo el cual se hallaba cayó abrasado por el rayo, y su caballo lanzándose por entre los árboles, que el viento sacudía y desgajada, rompió el freno […] chocando su cabeza contra las ramas y vigorosamente sacudido por el espantado el animal, Enrique perdió la silla y fue a caer ensangrentado y sin sentido en lo más espeso del bosque (p. 136).

Il protagonista vedendolo a terra svenuto inizia a pensare una serie di cose e

cambia completamente, si trasforma e diventa anche un po’ cinico, e dice: “¡Aquí

está! E il narratore aggiunge pure che il mulatto fa una “horrible sonrisa”, perché

per lui vedere Enrique in quella condizione, sembrava un modo per liberarsi per

sempre del suo rivale e quindi avere una possibilità con Carlota:

¡Sin sentido! ¡Moribundo! ... Mañana llorarían a Enrique Otway muerto de caída, víctima de su imprudencia … Nadie podría decir si esta cabeza había sido despedazada por el golpe o si una mano enemiga había terminado la obra […] la oscuridad es profunda y estamos solos …¡solos él y yo en medio de la noche y de la tempestad! […] una voluntad le reduciría a la nada, y esa voluntad es la mía… ¡la mía, pobre esclavo de quién él no sospecha que tenga um alma superior a la suya […] una alma que supiera ser grande y virtuosa y que ahora puede ser criminal! (pp. 136-137).

In questo senso il giovane schiavo sembra un essere umano dotato di

sentimenti e con dei pensieri negativi e positivi, ma improvvisamente un qualcosa

dentro di lui cambia e decide di fare diversamente, come nel caso di aiutare chi

era in difficoltà, in questo caso il suo rivale, dimostrando la sua generosità. Un

46

Page 47:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

aspetto importante è che il cambiamento di Sab è connesso con la natura, perché

torna la quiete:

La atmósfera purificada, el cielo azul y espléndido, el solo vertiendo torrentes de luz sobre la naturaleza regocijada. Solamente árboles desgajados atestiguaban todavía la reciente tempestad (pp. 137-138).

Nel capitolo sesto abbiamo la protagonista femminile Carlota serena e felice

perché il suo amato sta bene ed è salvo ed è più innamorata che mai. Infatti, il suo

primo pensiero è questo: “Enrique vive y está libre de todo riesgo: dentro de ocho

días le veré junto a mí, apasionado y feliz” (p. 142).

Qui vengono riportati tanti nomi di animali tipici di questa zona e descritto

l’aspetto pittoresco della natura:

Las palomas berberiscas sus favoritas, y las gallinas americanas, pequeñas y pintadas, llegaban a coger el maíz a su falda y posaban aleteando sobre sus hombros. Más lejos el pavo real rizaba la cinéreas y azules plumas de su cuello, (pp. 142-143).

E con piante tipiche e con i fiori preferiti di Carlota, Sab le costruisce un suo

giardino, dove lei adorava passare il tempo:

Era el jardín un cuadro perfecto, […] cubiertos por vistosos festones de cambutera y balsamina, cuyas flores carmíneas y doraldas y topacios […] allí lucía la astronomía, de pomposos ramilletes morados, la azucena y la rosa, la clavellina y el jazmín, la modesta violeta y el orgulloso girasol enamorado […] en el medio del jardín un pequeño estanque en el que Sab había reunido varios pececitos de vistosos colores (pp. 144-145).

Il settimo capitolo è tutto dedicato alla famiglia Otway, al loro cinismo e

avidità. In questa parte è come se si togliessero la maschera dimostrando ciò che

sono in realtà. In particolare il padre Jorge Otway è sgarbato: dimostra di non

avere rispetto nemmeno di fronte alla persona che aveva salvato sul figlio

Enrique, quando vede lo schiavo ecco come lo tratta:

¡Maldición sobre ti! … ¿qué diablos quieres aquí, pícaro mulato, y cómo te atreves a entrar sin mi permiso? ¿Y ese imbécil negro que hace? (p. 153).

47

Page 48:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Nell’ottavo capitolo abbiamo un'altra volta Sab ed Enrique che stanno

andando a Bellavista, diversamente dell’ultima volta in cui loro erano insieme

durante la tempesta, ora invece era: “el calor de un hermoso día” (p. 156).

E in quest’occasione l’inglese se ne approfitta per cercare di conoscere i

possedimenti del suo futuro suocero e Sab gli racconta:

La fortuna de mi amo … está bastante decaída y sin duda es una felicidad para él casar a su hija mayor con un sujeto rico, que no repare en la dote que puede llevar la señorita (p. 156).

Queste parole hanno in qualche modo disturbato il giovane Otway e per

questo il mulatto mormora una frase: “Carlota tiene una dote más rica y

apreciable en sus gracias y virtudes” (p. 156) che dimostra il suo buon senso

e la sua sensibilità. Nel loro dialogo Enrique esprime il suo pensiero sul

sentimento che lo schiavo nutre per la ragazza “ Parece que amas mucho a

Carlota” (p. 157).

Il mulatto gli risponde:

La señorita de B… es a los ojos de su humilde esclavo lo que debe ser a los de todo hombre que no sea un malvado: un objeto de veneración y ternura (p. 157).

Qui il narratore entra come una voce interiore che riesce a leggere il pensiero

di Enrique e avverte una specie di “invidia” per comunicare al lettore lo stato

d’animo del protagonista, perchè il giovane inglese vorrebbe aver un cuore come

quello del mulatto:

Acaso la voz secreta de su conciencia le decía en que aquel momento que trocando su corazón por el corazón de aquel degradado sería más digno del amor entusiasta de Carlota (p.157).

Il concetto di Voce35 nella narrazione viene definito nel saggio Storia e

Discorso di Seymour Chatman. La voce quindi, diventa il medium

attraverso il quale un concetto o una percezione vengono comunicati, quindi

la voce diventa sempre un qualcosa che sta al di fuori della storia.

35 Voce: referirsi al discorso o agli altri mezzi espliciti tramite i quali eventi e accadimenti vengono comunicati al pubblico.

48

Page 49:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

E finalmente arrivano a casa Bellavista e sono tutti contenti, in particolare

Carlota, che è talmente innammorata da credere di non meritare l’amore del

giovane inglese. Carlota ed Enrique iniziano a parlare, ma la ragazza avverte un

qualcosa di strano nel suo sguardo. E alla fine di questo episodio il Signor Carlos

de B. vuole concedere la libertà allo schiavo e desidera che sia Enrique a

consegnarlo e anche la ragazza è d’accordo:

¡Sí, que sea libre! ... Ha sido el compañero de mi infancia y mi primer amigo […] es

el que te prodigó sus cuidados la noche de tu caída, Enrique (p. 162).

Nel nono episodio tutta la famiglia de B. è in partenza per Cubitas e sono tutti

entusiasti e felici. Nel capitolo il narratore per riferirsi alla ragazza usa come

aggettivo linda criolla36.

Mentre attraversavano i campi, Sab nota una certa sintonia fra la natura e la

bellezza di Carlota: “Habia en efecto cierta armonía entre aquella naturaleza y

aquella mujer, ambas tan jóvenes y tan hermosa” (p. 165).

Ormai il paesaggio sta cambiando, perché è sera e sono arrivati a Cubitas che

viene presentata così:

bien pronto desapareció todo la vigorosa y variada vegetación de la tierra prieta, y la roja no ofreció más que esparramados yuraguanos, y algún ingrato jagüey que parecían en la noche figuras caprichosas de un mundo fantástico (p. 165)

Durante il percorso la loro attenzione si sposta verso una strana luce “ linda

lucecita”. Questo fenomeno è legato alla figura leggendaria di Camagüey.

Secondo il racconto di Sab questa luce annuncia l’arrivo della vendetta:

esta tierra tornóse roja en muchas leguas a la redonda, y el alma desventurado cacique viene todas las noches a la loma fatal, en forma de luz, a anunciar a los descendientes de sus bárbaros asesinos la venganza del cielo que tarde o temprano caerá sobre ellos (p. 168).

Questa luce è quasi avvertimento, come una forma di punizione divina che è in

arrivo per chi ha usato, maltrattato e terrorizzato il popolo indigeno. Infatti Sab

36. Criolla: Dicho de una persona nacida en un país hispanoamericano, para resaltar que posee las cualidades estimadas como características de aquel país. Autóctono, proprio de un país hispanoamericano.

49

Page 50:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

riporta nel suo racconto le parole di una donna, Martina, che sostiene di

appartenere a questa “razza”dicendo:

La tierra que fue regada con sangre una vez lo será aún otra: los descendientes de los opresores serán oprimidos, y los hombres negros serán los terribles vengadores de los hombres cobrizos (p. 168).

Carlota al sentire questa storia è così incredula che non crede che l’uomo possa essere un mostro: “paréceme, empero, increíble que puedan los hombres llegar a tales extremos da barbarie […] porque la naturaleza humana no puede, es imposible ser tan monstruosa.” (p. 169).

E tra le sue parole si nota subito che lei è contro la schiavitù e contro tutto questo

sistema di sfruttamento: “este suelo virgen no necesitaba ser regado con el sudor

de los esclavos para producirles: ofrecíales por todas partes sombras y frutos,

aguas y flores” (p. 169).

Sab conosce bene la sua padrona e la sua sensibilità e quando lei dice tutte

queste cose, inizia a riflettere e a farsi una serie di domande:

¡Ah, sí!... no serías menos hermosa si tuvieras la tez negra o cobriza. ¿Por qué no ha querido el cielo, Carlota? Tú, que comprendes la vida y la felicidad de los salvaje, ¿por qué no naciste conmigo en los abrasados del África o en un confín desconocido de la America? (pp. 169-170).

Il decimo capitolo è dedicato alla scoperta di Cubitas e in particolare delle tre

Cuevas e queste rappresentano uno dei tanti elementi realisti che sono presenti

nell’opera. Le Cuevas sono: “Cueva grande o de los negros Cimarrones, Maria

Teresa y Caetano” (p. 173), qui l’argomento è centrato sulla cultura rupestre e

quindi il narratore presenta al lettore questa forma di arte che caratterizza la zona.

Queste Cuevas si trovano nella cosiddetta Sierra de Cubitas37 sono una serie

d’innalzalmenti a sud della pianura costiera con bordi ripidi o fortemente inclinati.

Sono interamente costituite da rocce sedimentarie in orizzontale e suborizzontale.

Questa gamma è tagliata in più punti da strette gole aperte o profonde conosciute

dai locali come “pasos”, e usati come mezzo di comunicazione tra le due parti.

Come in tutto il paesaggio carsico, le grotte abbondano di tombe profonde e

37 Per la spiegazione dellas Sierras de Cubitas è stato tradotto un articolo preso dal seguente sito: www.cadenagromonte.cu/articulos.

50

Page 51:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

aperte. I pendii sono ricoperti dal suolo calcificato con carsolitas, sottoposti a

processi di lavaggi deluviali con affioramenti che sembrano denti da cane.

Geograficamente parlando possiamo dire che la Sierra de Cubitas in soli sessanta

miglia da est a ovest, è una vera e propria vetrina di caratteristiche speleologiche.

Il narratore descrive la “Cueva Grande o de los negros cimarrones”:

está bajo la gran loma de Toabaquei y consta de varias salas, cada una de las cuales se distingue con su denominación […] son notables entre estas salas la de La Bóveda por su capacidad y la Horno cuya entrada es una tronera a flor de tierra (pp.173-174).

Chiamavano cimarrones gli individui che nei momenti di ribellione fuggivano

dalla schiavitù decisi a vivere liberi anche andando contro gli schiavisti rischiando

di morire, scappavano soli oppure in gruppo di tre o quattro persone.

La “Cueva de María Teresa”:

pinturas bizarras designadas en las paredes con tintas de vivísimos e imborrables colores, que aseguran ser obra de los indios, y mil tradiciones maravillosos (p. 174)

In questo episodio il protagonista è visto come una specie di guida

turistica che accompagnerà la famiglia in questo percorso, ecco perché don

Carlos lo definisce cicerone, e si riconferma la sua generosità, e il suo essere

eroi:

Sab, el mismo Sab ha levantado para su vieja madre adoptiva esta choza, en que tengo el honor de recibiros: él ha trabajado con sus manos los toscos muebles que me eran necesarios: él me ha dato todos sus ahorros de muchos años para aliviar mi miséria (p. 182).

Nell’ultimo capitolo della prima parte la famiglia è ritornata a Bellavista e

Carlota è tormentata da molti dubbi riguardo al futuro sposo; comincia a credere

che lui sia più interessato ai suoi beni che a lei. Nell’altra abbiamo Sab che vuole

aiutare Teresa, perché scopre che anche lei è innamorata di Enrique. Il mulatto

vuole incontrarla per rivelarle il suo piano:

¡Bendita seas mujer! ¡Y bien! A las doce, a orillas del río, a espaldas de los cañaverales del sur.

-Allí me hallarás.-¿ Lo juras, Teresa?-¡Lo juro! (p. 194).

Nel primo capitolo della seconda avviene l’incontro tra Sab e Teresa. Il

narratore prima presenta la notte:

51

Page 52:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

el firmamento relucía recamado de estrellas, brisa susurraba entre los inmensos cañaverales, y un sin número de cocuyos resaltaban entre verde oscuro […] ell silencio solemne de la media noche el murmullo melancólico que formaban las corrrientes de Tínima, […] entre azules y blancas piedras, para regar las flores silvestres (p. 203).

E finalmente i due s’incontrano e Sab rivela a Teresa che è innamorato di

Carlota, e che lui è al corrente del sentimento che Teresa prova per Enrique:

vos amáis a Enrique y yo adoro a Carlota […] vos sabéis que este desventurado se atreve a amar a aquella cuya huella

no es digno de besar, pero lo que no podéis saber es cuán inmensa, cuán pura es esta pasión insensata. ¡Dios mismo no desdeñaria un culto semejante!

(p. 204).Ricorda l’infanzia vissuta con Carlota che gli faceva dimenticare di essere uno

schiavo. Per Teresa la colpa di quello che è successo a Sab è dei suoi padroni che

l’hanno esposto ad un tale pericolo, mentre per Sab non è così perchè: “ ellos no

los preveían, porque no sospecharon nunca que el pobre esclavo tuviera un

corazón de hombre” (p. 205).

Dopo aver detto a Teresa tutto quello che provava per Carlota, l’attenzione di

Sab si sposta verso il suo essere schiavo e mulatto, e condanna questa sua

condizione che lo porta a essere una nullità:

¡Entonces mi corazón abrasado de amor y de celos, palpitó tambièn por primera vez de indignación, y maldije a la naturaleza que me condenó a una existencia de nulidad (p. 206).

A proposito di questo, inizia a fare a Teresa una serie di domande sulla

natura: “Teresa, por qué la naturaleza no ha sido menos nuestra madre que

vuestra. ¿Rehúsa el sol su luz a las regiones en que habita el negro salvaje? […] e

l’unica risposta che il protagonista è riuscito a dare è che non c’entra la natura, ma

è colpa dell’uomo e della società: “pero la sociedad de los hombres no ha imitado

la equidad de la madre común, que en vano les ha dicho. “ ¡sois hermanos!”

Imbécil sociedad” (p. 206).

In seguito Teresa, vedendolo così sofferente e angosciato, inizia a pensare che

il mulatto stia per sverlarle che con gli altri schiavi siano sul punto di fare una

rivoluzione, ma Sab dimostra di essere un pacifista:

tranquilizaos, Teresa, ningún peligro os amenaza; los esclavos arrastran pacientemente su cadena: acaso sólo necesitan para

52

Page 53:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

romperla, oír una voz que les grite: “¡sois hombres!”, pero esa voz no será la mía, podéis creerlo (pp. 206-207).

Teresa aveva paura che gli schiavi stessero organizzando una ribellione,

questo tipo di rivolta che gli schiavi mettevano in atto veniva chiamato

cimarronaje38: era una piccola fuga con lo scopo di iniziare una trattativa con i

padroni, è un termine che indica più che rassegnazione degli africani, che avessero

in qualche modo accettato la schiavitù come uno stile di vita nel Nuevo Mundo.

Esistono due forme di cimarronaje, una chiamata grande che sarebbe la fuga

degli schiavi con obiettivo di fare ribellione, mentre l’altra, quella pequeña, è una

dispersione volontaria, una specie di assenteismo.

E dopo questa parentesi, Sab ritorna a parlare del suo amore per Carlota e di

quanto era puro e sincero; allo stesso tempo mostra di essere consapevole che

tutto questo fosse inutile. Ecco perché arriva a paragonare il suo dolore alle

tempeste: ”y mezclar mis gritos a los bramidos del huracán y mis lágrimas a las

aguas de la tormenta”. (p. 209).

Un aspetto importante in questo capitolo è quando Teresa scopre la capacità di

amare del mulatto, ella non credeva lui fosse in grado di provare un tale

sentimento e poi in quel modo così incondizionato; questo le fa dimenticare la

classe sociale di Sab, ormai vedeva davanti a se un uomo e non uno schiavo e non

si ricordava più della cugina né di Enrique:

¡Oh Sab, pobre Sab! …¡cuán digno es de mejor suerte un corazón que sabe amar como el tuyo! […] ella era capaz de amar del mismo modo y que un corazón como el de Sab era aquel que el suyo necesitaba (pp. 209-210).

Un altro tema che si affronta qui è il senso della morte, come se il protagonista

conoscesse il suo destino. Infatti, sostiene che solo nella morte si trovano

l’uguaglianza e la giustizia:

¡para aquela otra vida donde el amor es eterno y la felicidad inmensa! Donde hay igualdad y justicia, y donde las almas que en la tierra fueron separadas por los hombres se reunirán en el seno de Dios por toda la eternidad! (p. 211).

38 . Si è ricorso al saggio di Javier Laviña per chiarire il concetto di Cimarrón e cimarronaje; Javier Laviña y otros, Esclavos Rebeldes y Cimarrones, Madrid, Fundación Hernando de Larramendi Tavera, 2005, pp 98-99.

53

Page 54:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Nel secondo, il mulatto spiega a Teresa perché Carlota non dovrebbe sposare

Enrique. Lo definisce un miserabile e vederla sposata con quell’uomo sarebbe

come una condanna per lui:

él no es digno de ella: ella no puede ser dichosa con Enrique Otway… ¡Ved aquí el motivo de mi desesperación! Carlota en brazos de un hombre era un dolor…¡un dolor terrible! … Mas Carlota entregada a un miserable… ¡Oh, Dios! ¡Dios terrible! (p. 214).

Sab allora rivela a Teresa che vuole far saltare il matrimonio fra Enrique e

Carlota in questo modo: i soldi che lui aveva vinto alla lotteria, voleva offrirli in

dono a Teresa che era stata sfortuna; solo così lei poteva essere felice con

Enrique, anche se quest’ultimo non era degno di nessuno di loro.

Il piano di Sab era il seguente:

La fortuna puede dar a uno de los dos cuarenta mil duros.

-Y esperas…

-Que ellos sean la dote que llevéis a Enrique. Ved aquí mi billete …, es el número 8014 y el 8014 ha obtenido cuarenta mil duros. Tomad este billete y rasgad el vuestro. Cuando dentro de algunas horas venga yo de Puerto Príncipe, el señor de B… recibirá la lista de los números premiados, y Enrique sabrá que sois más rica que Carlota (pp. 216-217).

Allora Teresa gli dice che dovrebbe prendere la sua vincita e provare a

cambiare il suo destino:

Tu corazón es noble y generoso, si las pasiones le extravían un momento él debe volver más recto y grande. Al presente eres libre y rico: la suerte, justa esta vez, te ha dado los medios de elevar tu destino a la altura de tu alma (p. 218).

E magari cambiando paese oppure trovando una moglie ed è in questo

momento che abbiamo Teresa completamente diversa, direi anche rivoluzionaria

perché lei si offre allo schiavo:

yo soy esa mujer que me confío a ti: ambos somos huérfanos y desgraciados… aislados estamos los dos sobre la tierra y necesitamos igualmente compasión, amor y felicidad…¡Yo seré tu amiga, tu compañera, tu hermana! (p. 220).

54

Page 55:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Il protagonista è sicuro che non sarà mai felice nella vita perché è uno schiavo,

mentre avrebbe un destino diverso se i bianchi l’avessero lasciato nel proprio

paese di origine; il mulatto sostiene:

Si al menos los hombres blancos, que desechan de sus sociedades al que nació teñida la tez de color diferente dejasen tranquilo en sus bosques, allá tendría patria y amores… porque amaría a una mujer de su color, salvaje como él, y que como él no hubiera visto jamás otros climas ni otros hombres (p. 219).

Dopo la sofferenza della notte, abbiamo un momento di suspense quando il

protagonista viene trovato svenuto sulla riva del fiume dagli altri schiavi:

¿Qué es eso, José? … ¿Te habrás clavado en el suelo? …¡El mayoral!Sab estaba sin sentido junto al río: los esclavos le levantaron y le

condujeron en hombros al ingenio […] Yo no lo sé pero tenía la cara caliente como un tizón de fuego, y luego echó sangre (pp. 226-227).

Nel terzo capitolo Enrique è a Guanaja per gli affari della sua famiglia, è solo

e inizia a pensare alla sfortuna della famiglia Bellavista. Il giovane è tormentato,

perché da una parte dice di provare un “sentimento” per Carlota, ma quest’ultima

ha dei problemi economici:

yo no podré amar a otra mujer tanto como a ti, ninguna podrá hacerme feliz como tú me hubieras hecho: pero el destino nos separa (p. 233).

A complicare la situazione non è solo la questione economica della famiglia

Bellavista, ma anche il fatto che suo padre il signor Otway non avrebbe mai

accettato che suo figlio si sposasse con una donna “povera”; infatti, lui aveva

detto al figlio che lo avrebbe lasciato sposare Carlota solo nel caso in cui lei

avesse portato con sé una dote:

¡Casarte con Carlota cuando tuvieras cuarenta mil duros más! (p. 152), e per

l’educazione che ha ricevuto lui, deve obbedire alle parole del padre:

nada era más razonable que la oposición de su padre a un enlace que ya no le convenía… (p. 229).

Enrique dimostra comunque di essere un po’ succube di suo padre, non è

capace di prendere le sue decisioni, agisce solo in conformità a quello che ha

stabilito il padre, non è libero di fare le proprie scelte: “tuviese yo la libertad de

55

Page 56:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

seguir mis propias inspiraciones es muy probable que cometiera la locura de

casarme con la hija de un criollo arruinado” (p. 229).

E per questo motivo vuole rompere il matrimonio in modo da sembrare meno

ambizioso ed interessato.

Nel capitolo l’elemento realistico è nella descrizione del clima:

la calma era tan profunda que el mar aparecía terso y bruñido como un espejo, y no se percibía ni un soplo, ni un movimento. La ribera estaba desierta: no se notaba nada de aquel bullicio… dos goletas y algunas otras embarcaciones más ancladas (pp. 230-231).

Il tormento di Enrique termina quando alla fine del capitolo arriva lo schiavo a

cavallo con una lettera del suo padrone. Nell’opera si ricorre spesso alla forma

epistolare per le corrispondenze. Questa lettera cambierà completamente il destino

dell’inglese. Il signore de B gli chiede di tornare subito a Bellavista, perché il

fratello di Carlota stava morendo e lui deve assentarsi e vuole lasciare la figlia

maggiore sposata, annuncia nell’ultima parte il fatto che la ragazza avesse vinto il

premio della lotteria:

La suerte, por una cruel irrisión, ha querido compensar el golpe mortal dado en mi corazón con la pérdida de mi hijo […] Carlota ha sacado el premio de cuarenta mil duros en la última lotería (p. 235).

Questo rappresenta per il giovane inglese un’illuminazione, aveva trovato la

soluzione al suo problema e quindi decide di partire subito per Puerto Príncipe:

¿Y bien, señor, qué determina su merced?-Marchar inmediatamente a Puerto Príncipe…Ya lo sabía yo -dijo el mulato con sonrisa sardónica …-Ven, vamos a marchar…-Su merced marchará solo –respondió Sab (p. 235).

In seguito abbiamo un momento di commozione del mulatto per il suo cavallo

che era morto, il suo unico amico:

ya no existes mi pobre amigo: has muerto, cumpliendo con tu deber, como yo moriré cumpliendo el mío. ¡Pero es terrible este deber!, ¡es terrible! Mi corazón está reventado como tú, pero tú no sufres ya y yo sufro todavía. ¡Esto es hecho […] ya no hay remedio!... ¡No hay esperanza! ¡Algunas horas

56

Page 57:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

más y ella será suya! […] El cielo para él en esta vida, y para mí el infierno (p. 235).

Il quarto capitolo è quello più triste. Perché ormai abbiamo da una parte il

fratello adottivo di Sab in agonia e dall’altra, il mulatto che è in punto di morte,

tutto succede in una notte a Cubitas. Il protagonista è ormai moribondo, ma decide

di scrivere una lettera a Teresa. La morte del mulatto è importante perché avviene

nel momento in cui viene celebrato il matrimonio fra Carlota e Enrique:

pensó que iba a morir también, y que en aquel mismo instante que él sufría una dolorosa agonía, Enrique y Carlota pronunciaban sus juramentos de amor […] Sab expiró a las seis de la mañana: en esa misma hora Enrique y Carlota recibían la bendición nupcial (pp. 245-246).

Il quinto è il capitolo del contrasto dato che ci sono gioia e felicità da una

parte, e dall’altra la tristezza e il dolore per la notizia della morte del mulatto Sab

e del fratello di Carlota. In questo capitolo c’è una parte di suspense quando arriva

uno dei lavoratori di Cubitas con la lettera che Sab aveva scritto per Teresa.

Perché quando arriva la lettera, Enrique crede che sia per Carlota e vuole sapere

perché l’ha scritta. In realtà il destinatario era sua cugina. Rimangono sorpresi

perché non credevano che i due si fossero innamorati e in particolare Carlota che

rimane quasi scioccata al sapere che Teresa potesse amare e per di più che

l’oggetto del suo amore fosse uno schiavo:

¡A él! ¡A un esclavo! … Luego, Teresa es tan fría… ¡tan poco susceptible de amor! (p. 251).

Quello che pensa di Sab è che lui abbia un cuore nobile e dotato di grandi

sentimenti, solo che il suo non è paragonabile a quello che provano i due:

yo no he juzgado […] su corazón es noble, bueno, capaz de los más grandes sentimentos; pero el amor, Enrique, el amor es para los corazones tiernos apasionados… como el tuyo, como el mío (p. 251).

Comunque la ragazza arriva a paragonare la nobiltà d’animo del mulatto a

quello del suo sposo, ma l’inglese non lo gradisce:

Él era mulato, es verdad, y nació esclavo: pero tenía también un bello corazón, Enrique, y su alma era tan noble, tan elevada como la tuya, como la tuya, como todas las almas nobles y elevadas (p. 251).

57

Page 58:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Carlota sembra sconvolta per tutti questi eventi negativi che sono accaduti il

giorno delle nozze, rimane ancora più triste quando scopre che sua cugina ha

deciso di farsi suora. Ma alla richiesta dello sposo di fornirle una prova del suo

amore si dimentica di tutto e di tutti e diventa egoista:

Que no te amo, dices! Ah, no te amo, te idolatro. Tú eres mi consuelo, mi esperanza, mi apoyo… porque eres mi esposo, Enrique, y este día será un día de ventura … Mi padre, mi hermano, Teresa, Sab… ¿qué son todos al lado de tu amor? (p. 254).

Il narratore alla fine del capitolo esprime la sua opinione e il suo concetto di

dolore: “El dolor es un hijo de infierno, que no abandona su presa sino cuando la

ha despedazado.” (p. 255).

Nella conclusione abbiamo Teresa che ormai vecchia è sul punto di morte,

esprime il desiderio di voler incontrare per l’ultima volta sua cugina. In questo

capitolo si evidenza un gran cambiamento fra le protagoniste. Perché all’inizio

Teresa era fredda e infelice, mentre ora è amata dalle sue consorelle ed è felice:

su alma altiva y fuerte había dominado su destino y sus pasiones, y su elevado carácter, firme y decidido, la había permitido alcanzar esa alta resígnación que es tan difícil a las almas apasionadas como a los caracteres débiles (p. 258).

Carlota invece è infelice, scopre di aver sposato un uomo che pensa solo agli

affari e ai soldi:

se veía obligada a vivir de cálculo, de reflexión y de conveniencia. Aquella atmósfera mercantil y especuladora, aquellos cuidados incesantes de los intereses materiales (p. 258).

y sólo tuvo que llorar por ver a su esposo más ocupado de su fortuna que de su amor, y por los frecuentes viajes que el interés de su comercio le obligaba a hacer (p. 259).

In questo incontro Teresa rivela a Carlota il segreto di Sab. Dopo aver visto la

sofferenza e l’infelicità della cugina, lei le confessa che è stata amata con

quell’amore puro, ideale e perfetto, solo che da ragazza non è stata in grado di

capire quello che aveva davanti a sé e scopre anche che è stato Sab a sacrificarsi

per lei con il suo nobile e generoso gesto:

58

Page 59:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

tú has sido amada con aquel amor que ha sido el sueño de tu corazón, y que hubiera hecho la gloria de mi vida si yo le hubiese inspirado. Tú has poseído sin conocerla una de esas almas grandes, ardientes, nascidas para los sublimes sacrificios, una de aquellas almas excepcionales … Él te dio el oro (pp. 261-262).

In seguito Teresa consegna a sua cugina la famosa lettera del mulatto e in

questo modo conoscerà il lato nascosto dello schiavo, la sua sofferenza e scoprirà

quanto lui la amasse. E così riscoprirà un nuovo lato del suo compagno d’infanzia

e di gioco.

2.4. I TEMI DELL’OPERA

59

Page 60:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

L’obiettivo principale di questo capitolo è di analizzare in maniera più

approfondita tutti i temi, con uno sguardo maggiore su quello riguardante la

schiavitù. Per questo motivo si è scelto di dividerli in varie sezioni.

2.4.1. L’Amore

Il tema principale del romanzo è l’amore. Il protagonista che è uno schiavo è

dotato di una grande capacità di amare, da questo sentimento si lascia trasportare

fino a morire. Sab come si è detto precedentemente è il mayoral (caposquadra)

che lavora presso la famiglia Bellavista. Prima era il compagno di gioco di

Carlota, sono cresciuti insieme; infatti, quando nel IX capitolo la famiglia è in

partenza per Cubitas, il mulatto ricorda di quando la ragazza era piccola e gli

saltava al collo e questo lo rendeva felice:

así saltaba a mi cuello Carlota hace diez años cuando me veía después de una corta ausencia. Así sus labios de rosa estampaban alguna vez en mi frente un beso fraternal, y su lindo rostro de alabastro se inclinaba sobre mi rostro moreno; como la blanca clavellina que se dobla sobre la parda peña del arroyo (p. 163).

Prima di diventare l’uomo di fiducia del suo padrone, il suo compito era di

essere il compagno di gioco della ragazza e Sab afferma: Desde mi infancia fui

escriturado a la señorita Carlota: soy esclavo suyo, y quiero vivir y morir en su

servicio (p. 111).

L’amore che prova Sab per Carlota è platonico e impossibile, lei è innamorata

di Enrique e vuole solo lui. Infatti, quando scopre che è promessa sposa si sente

frastornato:

no ignorarás que Carlota tiene tratado su casamiento con Enrique Otway, […]

Siguióse a estas palabras un momento de silencio, durante el cual es indudable que se verificó en el alma de esclavo un incomprensible trastorno. Cubrióse su frente de arrugas verticales, lanzaron sus ojos resplandor siniestro, como la luz del relámpago que brilla entre nubes oscuras …

No te engañas, joven, yo soy en efecto Enrique Otway (p. 111).

60

Page 61:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

È così innamorato della giovane che per un momento immagina che se Carlota

avesse avuto lo stesso colore della sua pelle, magari avrebbero avuto una storia

diversa e chiede al cielo il perché:

¡Ah, sí!..., no serías menos hermosa si tuvieras la tez negra o cobriza. ¿Por qué no lo ha querido el cielo, Carlota? Tú, que comprendes la vida y la felicidad de los salvajes, ¿por qué no naciste conmigo en los abrasados desiertos del África o en un confín desconocido de la América? (pp. 169-170).

Il protagonista agisce in base all’amore. Tutte le sue azioni dipendono da

quello, ecco perché salva e aiuta una famiglia che è in difficoltà. È un eroe

romantico perché ama incondizionatamente la sua donna. Infatti:

Era puro mi amor como el primer rayo del sol en un día de primavera, puro como el

objeto que le inspiraba, pero ya era para mí un tormento insoportable (p. 207).

Che salva un bambino dalle fiamme:

¡Sab le salvó! Por entre las llamas y quemados los pies y ensangrentadas las manos, sofocado por el humo y el calor cayó exánime a mis pies, al poner en mis brazos a luis y a Leal… a este perro que entonces era pequeñito (p. 181).

È un personaggio molto generoso, infatti costruisce una capanna per la sua

madre adottiva:

Sab, el mismo Sab, ha levantado para su vieja madre adoptiva esta choza, en que tengo el honor de recibiros: él ha trabajado con sus manos los toscos muebles que me eran necesarios (p. 182).

La sua generosità non ha limite, anzi diventa ad un certo punto quasi “folle” il

fatto di voler aiutare, e questo lo vediamo nel suo gesto straordinario nei confronti

di Carlota. Sab avendo vinto il premio della lotteria, fa in modo che sembri che l’

abbia vinto Carlota e così lei può sposare Enrique perché porta una dote in denaro.

Ma per compiere questo atto il mulatto ci rimette la vita, perché aveva fatto uno

sforzo fisico enorme che causò la sua morte e quella del suo cavallo:

Ya lo ve su merced – contestó el mulato señalando su caballo. ¡Está reventado! ¡Muerto! … Hace poco más de cuatro horas que salí de Bellavista.

-¡Poco más de cuatro horas! […]

61

Page 62:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

¡Diez leguas en cuatro horas reventando tu jaco tan querido! […]

Estoy rendido de cansacio […]

¡La muerte! Era una terrible tentación para el desventurado, y aquel mar se abría delante de él como para ofrecerle una tumba (pp. 235-236).

Quando Sab rimane solo dopo tutta la fatica e davanti a lui vede il mare, in

qualche modo sentendo che è quasi giunta la fine, per un momento pensa al

suicidio come la soluzione al suo problema, ma viene salvato da una forza

interiore e alla sua fede in Dio:

Levantó al cielo su mirada y con ella parecía ofrecer a Dios aquel último sacrificio, con ella parecía decirle: “Yo acepté el cáiz que me has mandado apurar, y no quiero arrojarlo mientras tú no me lo pidas. Pero ya está vacío, rómpele tú, Dios de justicia […]

Dios tendió sobre él una mirada de misericordia […]: “Pocas horas de sufrimiento te restan, y tu misión sobre la tierra está ya terminada” (p. 236).

Nella seconda parte del romanzo il mulatto racconta a Teresa che è sempre

stato innamorato di Carlota: “La adoraba desde el primer momento en que la vi

recién nacida, mecida sobre las rodillas de su madre” (p. 205).

Una parte importante di quest’argomento, Sab la spiega bene nella lettera che

scrive a Teresa prima di morire. In questa lettera il mulatto vuole ringraziarla per

la sua amicizia e affronta una serie di temi, uno di questi è il suo lato

sentimentale; riesce in qualche modo a fare una differenza morale fra lui e Teresa

e cioè quella di avere la capacità di pensare e di riflettere, soprattutto aveva capito

che la sua straordinarietà stava nel fatto che lui fosse in grado di amare mentre

Teresa era più chiusa razionale:

Sin embargo, aunque esclavo yo he amado todo lo bello y lo grande, y he sentido que mi alma se elevaba sobre mi destino. ¡Oh! Sí, yo he tenido un grande y hermoso orgullo: el esclavo ha dejado volar libre su pensamiento, y su pensamiento subía más allá de las nubes en que se forma el rayo. ¿Cuál es, pues, la diferencia que existe entre vuestra organización moral y la mía? … es que vos tenéis el valor de la resistencia y yo la energia de la actividad: es que a vos os sostiene la razón y a mí me devora el sentimiento (p. 266).

Per lui l’amore e il dolore sono i due sentimenti che purificano l’anima e che

in questo senso il destino non è stato tanto ignobile con lui:

62

Page 63:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

El amor es la más bella y pura de las pasiones del hombre, y yo la he sentido en toda su omnipotencia… parecéme que mi destino no ha sido innoble ni vulgar. Una gran pasión llena y ennoblece una existencia. El amor y el dolor elevan el alma, y Dios se revela a los mártires de todo culto puro y nobile (pp. 268-269).

Ormai il protagonista sa che sta per morire e pensa alla sua condizione, alle

qualità che ha, ma che purtroppo per uno schiavo non sono importanti:

¡yo muero abrasado en el santo fuego del amor! No podré hacer valer delante de su trono eterno las virtudes de la paciencia y de la humildad, pero he poseído el valor, la franqueza, y la sinceridad: Estas cualidades son buenas para la fuerza y la libertad, y en el esclavo han sido inútiles a los otros y peligrosas para él, pero han sido involuntarias (p. 269).

Seguendo sempre il suo modo di pensare, non si ritiene colpevole di quello

che gli è accaduto, non è colpa sua, è stato tutto deciso da Dio che gli ha dato

tutto:

¿Es culpa mía si Dios me ha dotato de un corazón y de un alma? ¿Si me ha concedido el amor de lo bello, el anhelo de lo justo, la ambición de lo grande? Y si ha sido su voluntad que yo sufriese esta terrible lucha entre mi naturaleza y mi destino, si me dio los ojos y las alas del águila para encerrarme en el oscuro albergue del ave de la noche (p. 269).

Alla fine quello che vuole sottolineare il mulatto è che Dio da parte sua gli ha

concesso tutto le cose belle e quelle brutte, ma coloro che sono responsabili del

suo terribile destino sono gli uomini e quindi sono loro che devono temere quando

dovranno presentarsi davanti a lui, perché dimostra di credere nella punizione

divina:

si son los hombres los que han formado este destino, si ellos han cortado las alas que Dios concedió a mi alma, si ellos han levantado un muro de errores y preocupaciones entre mí y el destino … si son los hombres los que me han impuesto este horrible destino, ellos son los que deben temer al presentarse delante de Dios: porque tienen que dar una cuenta terrible, porque han contraído una responsabilidad inmensa (pp. 269-270).

Dalle sue parole possiamo vedere che lui è uno che conosce la religione

cattolica ed i credi religiosi. Tutto gira intorno a Dio ed egli si affida alla

provvidenza. Crede che gli uomini che sono stati così crudeli con gli altri esseri

63

Page 64:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

umani un giorno dovranno trovarsi davanti ad un essere superiore che farà

giustizia:

¡Dios de toda justicia! No siempre reinaréis en el mundo, error, ignorancia y absurdas preocupaciones: vuestra decrepitud anuncia vuestras ruina. La palabra de salvación resonará por toda la extensión de la tierra: los viejos ídolos caerán de sus inmundos altares y el trono de la justicia se alzará brillante … Sí, el sol de la justicia no está lejos. La tierra le espera para rejuvenecer a su luz:los hombres llevarán un sello divino, y el ángel de la poesía radiará sus rayos sobre el nuevo reinado de la inteligencia (pp. 271-272).

Forse per questo motivo che Teresa dopo aver letto la lettera decide di

rinchiudersi in un convento per farsi suora, anche lei troverà la sua pace e

conoscerà l’amore spirituale. Infatti, nel convento Teresa trova l’amore verso Dio

e anche verso le consorelle, nonostante la sua freddezza:

Sor Teresa era amada generalmente. Aunque fría y adusta, su severa virtud, su elevado carácter, la sublime resignació con que habí soportado su larga enfermedad, y mil pequeños servicios […], con la inalterable aunque fría bondad que la caracterizaba, la habían granjeado el efecto de todas (p. 257).

Nel convento era felice e riesce a dimenticarsi della felicità di sua cugina con

Enrique e si dimentica anche di lui:

Teresa había alcanzado aquella felicidad tranquila y solemne que da la virtud. Su alma altiva y fuerte había dominado su destino y sus pasiones, y su elevado carácter, firme y decidido, la había permitido alcanzar esa alta resignación […] Su pasión por Enrique, aquella pasión concentrada y profunda, única que se hubiera posesionado en toda su vida de aquel corazón soberbio, se había apagado bajo el cilicio, a la sombra de las frías paredes del claustro (p. 258).

Sab è nato e cresciuto a Cuba e quindi conosce solo la cultura cubana, del

paese d’origine della madre non ha conosciuto nient’altro. L’unica cosa di cui il

mulatto è a conoscenza è che la madre era una principessa:

No he conocido más cielo que el de Cuba: mis ojos no han visto las grandes ciudades con palacios de mámol, ni he respirado el perfume de la gloria: pero acá en mi mente se desarollaba, a la manera de un magnífico panorama, un mundo de opulencia y de grandeza (p. 268).

È un eroe romantico che muore alla maniera shakespeariana. Credo che

Avellaneda conoscesse le opere di Shakespeare. Infatti, la scena della morte di

64

Page 65:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Sab ricorda un po’ quello di Otello: quando si toglie la vita davanti al corpo

dell’amata. Sab muore così;

Luego ya no pensó nada: confundiéronse sus ideias, entorpecióse su imaginación, turbóse su memoria; quebrántóse su cuerpo y cayó sobre la cama de Luis, bañandola con espesos borbotones de sangre que salían de su boca (p. 246).

Il mulatto dimostra che tutti possono provare dei sentimenti e che l’amore è

universale ed è per tutti, non è un sentimento che possono provare solo i bianchi.

L’amore non ha razza e non ha confine, si prova e non ha colore. Fortunato colui

che riesce a provare un sentimento simile, anche se a volte non è facile da gestire

perché non sempre è corrisposto, come succede al protagonista del romanzo. Per

questo sentimento folle Sab si lascia morire.

65

Page 66:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

2.4.2. La Schiavitù in Sab

Un altro tema fondamentale del romanzo è la questione della schiavitù. È

un’opera che denuncia questo sistema di sfruttamento, solo che qui la scrittrice

puntualizza il lato sentimentale e la sofferenza interiore di qualcuno che vive

sottomesso. Non è il solito romanzo sulla schiavitù che mette in luce solo l’aspetto

negativo, cioè la violenza, il duro lavoro, la loro condizione, o il fatto che vengano

disprezzati. È un romanzo che vuole valorizzare uomo negro, rompere quei

preconcetti che il “negro” è stupido e che è un essere spregevole che deve essere

escluso dalla società. Sab è schiavo dei suoi sentimenti. La sua particolarità sta nel

fatto che abbia origine nobile, che sappia amare e che sia molto generoso, sa

leggere e dimostra di conoscere la bibbia.

Nel romanzo di Gómez de Avellaneda la questione riguardante la condizione

di vita di uno schiavo viene discussa, ma non direttamente. Infatti, nel primo

capitolo abbiamo la descrizione della dura vita degli schiavi e questo diventa la

cornice dell’intero romanzo, qui il linguaggio è molto preciso e diretto:

Es una vida terrible a la verdad […]: bajo este cielo de fuego el esclavo casi desnudo trabaja toda la mañana sin descanso, y a la hora terrible del mediodía jadeando, abrumado bajo el pesi de la leña y de la caña que conduce sobre sus espaldas, y abrasado por los rayos del sol que tuesta su cutis […]: dos horas de sueño y una escas ración […] y el infeliz negro girando sin cesar en torno de la máquina que arranca a la caña su dulce jugo (p. 106).

La scrittrice si è voluta soffermare su una questione che non viene quasi mai

toccata, cioè la sofferenza interiore di uno schiavo. Perché il mulatto è libero e

non vive come gli altri, ma la sua libertà ha dei limiti, perché non può vivere

appieno la sua vita e le sue scelte. Soprattutto perché è consapevole di appartenere

a quella “razza” che non ha nessun tipo di diritto: Pertenezco […] a aquella, raza

desventurada sin derechos de hombres… soy mulato y esclavo (pp. 107-108).

Il protagonista è comunque cosciente di vivere una vita di privilegi, non è

costretto a lavorare nei campi sotto il sole per delle ore: “jamás he sufrido el trato

duro que se da generalmente a los negros, ni he sido condenado a largos y fatigoso

trabajo” (p. 109).

66

Page 67:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Ha imparato a leggere, è stato il compagno d’infanzia della ragazza di cui lui è

ora innamorato. Per la sua generosità e la sua bontà d’animo gli viene concessa la

libertà. Per esempio quando salva Enrique nel momento dell’incidente. A tal

proposito, nella lettera che l’inglese scrive a Carlota dice:

he debido a este joven los más activos cuidados. É les quien andando cuatro leguas de ida y vuelta, en menos de dos horas, acaba de traerme el carruaje en el que pienso llegar con comodidad a Puerto Príncipe (p. 139).

Per questo motivo la ragazza vuole dargli un riconoscimento e così gli concede la

libertà: “¡Amigo mío! ¡Mi ángel de consolación! …: ¡bendígate el cielo! … ya

eres libre, yo lo quiero” (p. 139).

Carlota comunque dimostra di essere contro la schiavitù, crede che non ci sia

bisogno di mettere degli esseri umani a lavorare in condizioni di sottomissione e

quello a cui crede è nella libertà e nell’amore, la sua è una visione romantica e

quasi ingenua:

este suelo virgen no necesitaba ser regado con el sudor de los esclavos para producirles: ofrecíales por todas partes sombras y frutos, aguas y flores, y sus entrañas no habían sido despedazadas para arrancarle con mano avara sus escondidos tesoros (p. 169).

Sab, era libero ma non del tutto come si è detto, perché è come se fosse in

qualche modo intrappolato nel suo sentimento. Tanto è che arriva a paragonare il

suo destino a quello del suo fedele amico, il suo cavallo Jaco. Entrambi sono nati

per servire gli altri, ma la differenza fra loro è che il suo cavallo è più fortunato di

lui perché non è dotato della ragione:

lo mismo que yo naciste condenado a la servidumbre…, pero ¡ay! Tu suerte es más dichosa que la mía, pobre animal; menos cruel contigo el destino no te ha dado el funesto privilegio del pensamiento (p. 148).

Nell’incontro con Teresa affronta la questione della schiavitù, in qualche

modo condanna la sua condizione e va contro la natura: “palpitó también por

primera vez de indignación, y maldije a la naturaleza que me condenó a una

existencia de nulida …” (p. 206).

Uno schiavo non ha diritti e non ha nessuna dignità: “Esclavo, he debido

pensar como esclavo, porque el hombre sin dignidad ni derechos, no puede

67

Page 68:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

conservar sentimientos nobles” (p. 219), dopo di aver pronunciato queste parole a

Teresa, Sab spiegherà alla ragazza cosa significa essere uno schiavo. E dalle sue

parole si capisce che è una sofferenza enorme, è una condanna che si tramanda dai

genitori ai figli e non puoi fare molto per cambiare. Il destino di un negro è il

nulla ed è come se non avesse un’esistenza:

Yo no tengo padre ni madre… soy solo en el mundo: nadie llorará mi muerte. No tengo tampoco una patria que defender, porque los esclavos no tienen patria; no tengo deberes que cumplir, porque los deberes del esclavo son los deberes de la bestia de carga […] al negro se rehúsa lo que es concedido a las bestias feroces, a quienes le igualan, […] esclavo envilecido, legarà por herencia a sus hijos esclavitud y envilecido […] mientras que ellos no pueden tener ambición, no pueden esperar un porvenir (pp. 219-220).

Dell’argomento Sab, parlerà in modo chiaro nella lettera che scriverà a Teresa

prima di morire. In questa lettera lui vuole dire addio alla ragazza e raccontarle

tutto il suo dolore e il dispiacere e la sfiducia nel genere umano. Nella lettera Sab

fa una serie di riflessioni, in particolare chiede al sacerdote cosa significa la virtù:

¿qué es la virtud? ¿en qué consiste?... yo preguntaba al ministro de Dios qué haría para alcanzar la virtud. La virtud del esclavo, me respondía, es obedecer y callar, servir con humildad y resignación a sus legítimos dueños… (p. 265).

Ma la risposta del religioso non lo soddisfa, è servita solo ad aumentare i suoi

dubbi e comincia a farsi una serie di domande:

¿La virtud no es una misma para todos los hombres? ¿El gran jefe de esta gran familia humana habrá establecido diferentes leyes para los que nacen con la tez negra y tez blanca? […] ¿ Dios podrá sancionar los códigos inicuos en los que el hombre funda sus derechos para comprar y vender al hombre […] la virtud del esclavo es olvidarse de que es hombre, renegar de los beneficios que Dios le dispensó, abdicar la dignidad con que le ha revestido, y besar la mano que le imprime el sello de la infamia? […]: la virtud no existe en ello (p. 265).

Quello che sorprende dopo tutte queste domande poste è la sua conclusione: la

virtù non esisteva fra gli uomini, è qualcosa di sconosciuto e di misterioso; è come

la provvidenza: ecco perché non l’ha trovata:

la virtud es para mí como la providencia:una necesidad desconocida, un poder misterioso que concibo necesidad desconocida, un poder misterioso

68

Page 69:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

que concibo pero que no conozco. Entre los hombres la he buscado en vano. He visto siempre que el fuerte oprimía al débil, que el sabio engañaba al ignorante, y que el rico despreciaba al pobre (pp. 265-266).

Uno schiavo è un essere umano disperato che non ha desideri, ambizioni ed è

portato al livello più basso della sopravvivenza. Nell’opera l’autrice si concentra

su altri aspetti, infatti vuole rappresentare attraverso il mulatto la sofferenza di chi

per natura e per sensibilità non accetta questo tipo di discriminazione che viene

imposta dall’uomo. Sab non è uno schiavo qualunque, è istruito e questo gli

permette di fare delle riflessioni e di capire determinate cose. Il protagonista trova

ostacoli nella propria cultura e nell’accettare la sua condizione, infatti: “Una

maldición terrible pesa sobre mi existencia y está impresa en mi frente” (p. 220).

Comunque Sab non accetta quella “sentencia de muerte moral” dovuta proprio

dal colore della pelle. Perché ad essere negro o mulatto rimane sempre uno

schiavo. Sab era imprigionato e trova la soluzione nella morte. Infatti, la morte

come un riscatto:

la muerte era mí único deseo, mi única esperanza, y al sentir su mano fría apretar mi corazón, he gozado una alegría feroz y he levantado a Dios mi corazón para decirle: “Yo reconozco tu misericordia (p. 264).

Con la morte Sab voleva in qualche modo acquisire quella sua libertà

spirituale che la società gli aveva negato. Anche se “libero” lui non ha vissuto

appieno la sua vita e, come succede a tutti coloro che vivono in situazione di

oppressione e di sottomissione, a volte l’unica via per trovare la libertà sta nella

morte. Nel romanzo quasi tutti i personaggi sono schiavi. Ci sono quelli come

Enrique che è schiavo dei soldi; un’altra è Carlota che vive in funzione dell’amore

per il suo sposo e ne diventa anche lei schiava.

69

Page 70:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

2.4.3. Le Donne in Sab

Un altro tema del romanzo è la schiavitù delle donne. La questione viene

affrontata sempre nella lettera di Sab indirizzata a Teresa. In questa lettera Sab

afferma che Carlota vive come una schiava condannata al: “desegaño, el tedio, el

arrepentimiento… y más atrás ese monstruo de voz sepulcral y cabeza de hierro…

¡lo irremediable!” (p. 270).

Con queste semplici parole Sab inizia a descrivere la schiavitù delle donne e in

particolar modo quello della donna bianca. Le donne sono da sempre oggetto di

discriminazione. La donna è da sempre considerata il sesso “debole”, nata per

obbedire. In pratica “vive” come degli schiavi. Alcune di loro non hanno voce,

altre l’hanno ma non sono ascoltate e non sempre possono ribellarsi. Nell’epistola

Sab reinterpreta la figura di Carlota facendo dei paragoni con un negro. Ecco

perché il mulatto considera questa forma di schiavitù peggiore di quella del negro.

Perché un negro in qualche modo può scegliere il padrone, diventando quasi

“picaro” per arrivare ad acquistare la propria libertà, mentre le donne no, perché

all’epoca si sceglieva per loro un marito e questa condizione durava per tutta la

vita:

¡las mujeres! ¡Pobres y ciegas víctimas! Como los esclavos, ellas arrastran pacientemente su cadena y bajan la cabeza bajo el yugo de las leyes humanas. Sin otra guía que su corazón ignorante y crédulo eligen un dueño para toda la vida. El esclavo, al menos, puede cambiar de amo, puede esperar que juntando oro comprará algún día su libertad: pero la mujer, cuando levanta sus manos […] para pedir libertad, oye al monstruo de voz sepulcral que le grita: “En la tumba” (p. 271).

Carlota vive una vita triste, con un uomo che non la ama come dovrebbe, una

vita di obbedienza e rassegnazione: “Obediencia, humildad, resignación… esta es

la virtud” (p. 271) “obligada, pues a callar delante de los hombres…” (p. 258).

Lei che avrebbe dovuto vivere una vita felice e serena, passava il tempo

piangendo dopo il matrimonio, perché il marito pensava solo agli affari. Tutto

girava intorno ai soldi e all’obbedienza che era l’unica virtù cui le donne sposate

potevano aspirare. All’interno del romanzo la ragazza subisce un cambiamento da

un punto di vista caratteriale, perché prima rappresentava il classico soggetto

70

Page 71:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

romantico che ama e non vede altro che il suo amato. Infatti, per quest’amore

perde l’eredità della famiglia e diventa anche egoista:

Sí, sí, yo soy dichosa […] Mi pade, mi hermano, Teresa, Sab… ¿qué son todos al lado de tu amor? Yo no tengo ahora a nadie más que a ti…pero tú lo eres todo para el corazón de tu Carlota. Mira, sientas que llore: son lágrimas de placer, […]

¡Tuya para siempre! (pp. 254-255).Ma dopo il matrimonio tutto cambia, perché diventa succube del proprio

marito. Carlota diventa il simbolo della situazione sociale della donna

nell’ottocento. Quello che colpisce è questo binomio tra essere e apparire. Perché

tutti pensano che lei sia la donna più felice al mondo, ma in realtà è la più infelice.

Comunque nasconde il suo dolore, piange di nascosto, perché all’epoca come

anche adesso l’importante è l’apparire. Nonostante avesse scoperto con chi era

sposata, non poteva fare altro:

Carlota no podía desaprobar con justicia la conducta de su marido, ni debía quejarse de su suerte, pero a pear suyo se sentíaoprimida por todo lo que tenía de serio y material aquella vida del comercio (p. 259).

Sab, avendo questa grande capacità di riflettere sulle cose, arriva a dire che è

come se Carlota fosse un legame fra due esseri opposti: “Tanto valdría ligar al

águila con la serpiente, o a un vivo con un cadáver” (p. 222).

Il marito l’ha sposata solo per interesse, questo è dovuto alla sua educazione;

infatti il padre, Jorge Otway, sostiene che un uomo sposa una donna non per

amore o per la sua bellezza, ma si sposa solo per convenienza:

se casa con una mujer lo mismo que se asocia con un compañero, por especulación, por conveniencia. La hermosura, el talento que un hombre de nuestra clase busca en la mujer con quien ha de casarse son la riqueza y la economía (p. 152).

Loro considerano le donne come delle merci, come un sistema, una macchina

per fare i soldi. Sab aveva capito questo, che il destino di Carlota era di essere

condannata a una vita di obbedienza e che per Enrique la sua sposa era solo un

“oggetto”:

71

Page 72:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

¡Y ella habrá de jurar a ese hombre amor y obediencia! ¡Le entregará su corazón, su porvenir, su destino entero! […] él la tomará por mujer, como a un género de mercancía, por cálculo, por conveniencia… haciendo una especulación vergonzosa (p. 222).

In qualche modo è una critica all’istituzione del matrimonio, perché non ci si

sposa per amore, ma per soldi. Carlota si piega davanti al suo destino senza poter

lottare per quello in cui credeva, vive ormai rassegnata: “ único placer era llorar

en el seno de su amiga sus ilusiones perdidas y su libertad encadenada” (p. 226).

In realtà questo era il destino delle donne, condannate ad una vita di

subordinazione; non sono in grado di combattere per cambiare la propria

condizione di vita. Carlota rappresenta il destino delle donne nella società. In

qualche modo abbiamo la sconfitta del soggetto romantico femminile che è nel

personaggio di Carlota. Infatti, alla fine non sappiamo effettivamente cosa ne sia

stato di lei: l’unica cosa che il romanzo ci fa intendere è che, siccome il marito

parte, forse lei lo abbia dovuto seguire per la convenzione sociale. La protagonista

è schiava del capitalismo, quello che viene esercitato in particolare da suo marito

e da Jorge Otway. Quindi l’opera critica il capitalismo, ma anche il sistema

patriarcale che usava le donne come un prodotto di scambio ed è per questo che

tutte hanno un destino infelice. Questo era quello che le donne bianche ottenevano

dai loro mariti. Mentre le schiave negre avevano un destino peggiore. Perché

lavoravano tantissimo come gli uomini, ma sfortunatamente subivano violenze dai

loro padroni. Ma non stiamo parlando solo di frustate, loro venivano violentate e

stuprate e dovevano allattare i figli della padrona dimenticando i propri. Quando

erano incinte e dovevano essere punite con la frusta, venivano distese a bocconi

con un bucco in terra dove mettere la pancia, per proteggere il feto. Miguel Barnet

nel suo saggio riporta una citazione di Bernardo Chateausalins che afferma che

per il duro lavoro perdevano i loro bambini:

Bernardo Chateausalins, parlando di donne schiave dice che molte perdevano le loro creature, perché nel nono mese di gestazione, erano obbligate a tagliare più di 40 quintali di canna al giorno39

39. Miguel Barnet, Autobiografia di uno Schiavo, ( Cimarrón), Torino, Einaudi, 1968, p. 38.

72

Page 73:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Solo che non potevano ribellarsi a questa condizione, perché non erano nulla,

degli esseri senza diritti. In mezzo a quest’orrore compiuto dall’uomo, alcune

sono riuscite a farsi valere, ma prima di ciò hanno dovuto subire e soffrire tanto

per arrivare alla libertà. Per esempio nel romanzo di Villaverde si racconta di una

schiava che è riuscita nel suo intento e dopo tanta sofferenza, ha aperto una

“macelleria” ed ha potuto vivere bene; ma come tutte le cose è finita in rovina,

perché la convinzione nell’ottocento è che i negri sono nati per essere schiavi, una

condizione naturale:

negra había sido esclava de la familia distinguida de Jaruco cuyo apellido llevaba con su industria y economía había logrado libertarse y reunir un capital. Compró casa y esclavos, dedicándose a la reventa de carnes y frutas, que entonces era negocio bastante lucrativo […] alguién le disputó en juicio el dominio directo a su pequeña hacienda […] el resultado fue que, el día menos pensado la pobre mujer se quedó literal, no figuradamente por puertas […] y de nuevo de se vió atada al poste de otra esclavitud40

Sempre in questo romanzo un'altra donna viene maltratta, anche se lei ha

cresciuto i figli della sua padrona. Questa padrona è convinta che la frustata o la

punizione che infligge sia legittima e che la schiava merita di essere trattata in

quel modo. La crudeltà, la sofferenza, il dolore e la violenza cui le donne erano

costrette, è ben rappresentata nel film 12 Anni Schiavo, tratto dall’omonima

autobiografia di Solomon Northup, la cui attrice per questo ruolo ha vinto l’oscar

come migliore attrice non protagonista. In questo film si racconta la vita delle

schiave: una donna viene separata dai suoi figli, venduta come se fosse una merce;

si strazia quando piange la loro perdita; un’altra viene usata, stuprata, denudata e

poi presa a frustate dal padrone; la cosa peggiore è vedere che la moglie del

padrone è contenta di vederla soffrire e questa ragazza viene privata dell’acqua

per lavarsi, a volte anche del cibo, per una questione di gelosia; la schiava è anche

costretta a lavorare nella piantaggione di cotone il doppio degli uomini. La cosa

che colpisce è l’ingiustizia dell’uomo di fronte ad un altro essere umano, tale da

portarlo a pensare al suicidio perché solo così potrà essere libero: la morte come

forma di salvezza, per trovare quella pace e la tanto ambita libertà. In questo film

40. Villaverde, Cecilia Valdés, cit, pp. 320-321.

73

Page 74:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

abbiamo anche una donna che ha avuto più “fortuna”, Harriet Shaw che da

schiava, sposa un uomo bianco e vive una vita “tranquilla” senza violenza e

lavoro forzato nella piantagione.

Queste sono cose successe al lungo durante la nostra storia, ma che non hanno

insegnato molto perché comunque ancora ci sono donne che vivono sottomesse,

picchiate e violentate ogni giorno. Inoltre le donne nella società non avevano gli

stessi diritti degli uomini e non esisteva ancora la parità dei sessi. Non c’era

uguaglianza, anzi neanche oggi, ma per fortuna qualcosa è cambiato. Le donne

nella società avevano un solo ruolo quello di madre e di moglie, dovevano

occuparsi della famiglia e dell’educazione dei figli. A proposito, mi ricordo un

racconto fatta da mia nonna: quando era piccola nel mio paese, Capo Verde,

l’usanza era di mandare a scuola solo i maschi e le donne sbrigavano le faccende

domestiche, per questo motivo lei non è andata a scuola e nemmeno sua sorella.

Oggi invece la situazione è molto cambiata a Capo Verde: troviamo molte donne

nella vita politica del paese, basta pensare che i membri del governo attuale

dell’arcipelago sono in totale quindici, e otto di queste sono donne, ed anche in

ambito letterario. Un esempio di una donna Capoverdiana che si è riuscita ad

affermare, è la scrittrice e poetessa, impegnata anche nella vita sociale del paese,

Vera Duarte: la prima donna a diventare giudice di corte e per questo è divenuta

un simbolo; per esempio, per il suo impegno sociale ha ricevuto l’incarico come

“Presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e la Cittadinanza di

Capo verde”. Nelle sue opere affronta i temi della violenza contro i bambini e

soprattutto delle donne che sono vittime delle violenze. In: O Arquipélago da

Paixão pubblicato nel 2001, composto da poesia e prosa dedicata alla cultura

capoverdiana, affronta proprio la questione della schiavitù delle donne e in uno

dei brani della parte in prosa dal titolo “Il Dolore” scrive di una donna che viene

portata alla morte per le percosse subite dall’uomo che credeva l’amasse:

Un cadavere di sesso femminile, carnagione scura, statura media, giace sul tavolo della sala mortuaria, avvolto in un lenzuolo bianco impregnato di macchie di sangue. Sangue, sangue.

Sul corpo sprovveduto di fanciulla dagli occhi bislunghi piombarono i calci, gli schiaffi, e le ingiurie dove prima s’erano posate le carezze e l’amore oppressivo e furioso.

74

Page 75:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Tessuti dalla stessa tessitura dell’eccesso, l’amore e la morte sembrano camminare in parallelo. Io indago inquieta se l’amore possa essere morte e annichilimento. Mi domando, confusa, se l’amore rimi con la schiavitù, la sottomissione, l’umiliazione.

Fino a quandovivere prigionieranella rete della passionepassare dall’essere umano ad uno straccionel destino caotico delle viteper le quali la vita nulla riservòDa allora i loro cadaveri passeggiano abbracciati per le vie della città

ancora assediata.41

Come detto in precedenza quello femminile è considerato il “sesso” debole,

subisce violenze diventando vittima dei loro proprio partner. Quello che racconta

Vera Duarte nel suo testo è purtroppo una realtà che ancora oggi persiste nella

nostra società. In Italia la situazione è un po’ cambiata negli anni: dalla lotta per il

Suffragio Universale ottenuto nel 1945 che dava alle donne il diritto al voto, fino

ai nostri giorni dove vediamo donne in carriera e soprattutto che sono coinvolte

nella vita politica. Per esempio nella squadra dell’attuale governo, otto sono

donne ma la strada per arrivare alla parità dei sessi è ancora lunga.

Nonostante questi cambiamenti, ci sono ancora ogni giorno storie di donne

che vivono una vita da “schiava”. Basta accendere la televisione e si sentono

queste tristi storie di donne che sono maltrattate dal loro uomoni, a volte anche

dagli sconosciuti che le violentano e spesso sono portate alla morte. Alcune volte

sono solo delle ragazzine che escono di casa e non tornano più, altre sono vittime

che per paura non denunciano, altre sciolte nell’acido oppure bruciate vive. Molto

spesso, anche se loro hanno il coraggio di denunciare, non vengono ascoltate; altre

invece per paura oppure perché credono nei loro sentimenti, cercano di dare un’

altra opportunità al loro partner, o anche per ingenuità pensano che non succederà

più, ma quasi sempre non è così. La verità è che quando un uomo usa la violenza

una volta, lo farà di nuovo e quindi si deve denunciare sempre; una persona non

può essere schiava dell’amore fino a questo punto. Ricordare tutte queste vicende

oppure sentire ogni giorno queste tristi storie, mi porta a provare rabbia e dolore

perché non è che posso fare molto per aiutare e chi dovrebbe farlo non fa in

41. Vera Duarte, O Arquipélago da Paixão, Mindelo, ed. Artiletra, 2001.

75

Page 76:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

maniera adeguata il proprio dovere: parlo della polizia che spesso non ascolta

queste persone o che non può fare molto per mancanza di leggi adeguate: per

esempio è solo da poco tempo che in Italia è stato istituito il reato di Stalking.

Quello che penso è che la violenza non va usata su nessun essere vivente, nessuno

ha il diritto di prevaricare su un altro, e che le donne sono una vera risorsa per

l’umanità. E le “persone” che usano le violenze su di loro, non possono essere

considerati tali, è proprio vero che l’ignoranza non ha limite. Non si dovrebbe

infangare un sentimento come l’amore in questo modo, accostandolo alla brutalità

e alla violenza. L’amore è un sentimento molto bello e nobile e non ha niente a

che vedere con la negatività.

2.4.4. Indigenismo

Un altro tema importante che Avellaneda affronta nel suo romanzo è quello

dell’indigenismo. Perché prima che i negri arrivassero nelle colonie spagnole,

usavano come schiavi gli indiani. L’indigenismo: è caratterizzato dall’importanza

storica e culturale che le popolazioni Indie hanno avuto nella formazione dei paesi

Latino-Americani, e ha caratteri soprattutto letterari, in cui troviamo una

76

Page 77:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

costruzione artificiale e retorica della figura degli indigeni, in contrapposizione ai

conquistadores42. Quando si parla degli Indiani, si associano alla figura del

barbaro per il loro modo di vivere. Gli indiani erano considerati barbari e selvaggi

perché non erano cristiani e nemmeno acculturati. Pietro Martire sostiene che loro

vivevano nell’Età dell’oro43. Mentre per altri erano solo una razza che esisteva.

Per Pico della Mirandola gli amerindi erano i nemici numero uno della Chiesa

Cristiana. Molti docenti universitari hanno tentato di classificarli e dalle loro

ricerche arrivarono alla conclusione che gli Indiani si potevano considerare

arretrati e che il difetto stava nella loro mente, quello che chiamavano ingenio44.

La questione degli indiani e della loro natura schiava è stata a lungo trattata, ed in

particolare dalle università che hanno avuto un ruolo importante nella definizione

di questo dilemma, perché erano in stretto contatto con la Corona Spagnola. Le

consultazioni tra le università e la corona erano chiamate Junta45 cioè un dibattito

aperto fra i rappresentanti delle tre discipline che erano autorizzate a discutere di

problemi morali, di teologia, diritti civili e quelli canonici; questo consiglio aveva

la supervisione di membri autorevoli dei vari ordini religiosi del Consiglio del

regno. E ogni partecipante doveva lasciare al consiglio o al re una relazione scritta

chiamata testimonio. Lo scopo di questa Junta era di legittimare e non giudicare.

Il punto importante di queste riunioni era di capire la natura degli indiani e la

legittimità della conquista. Il primo consiglio è stato convocato dal re Ferdinando

nel 1504, e ha stabilito che gli Indiani dovessero essere considerati Spagnoli per

una semplice legge umana e divina. In questo stesso anno, mentre muore la regina

Isabella, in Spagna aleggiava un senso di pietà religiosa e il testamento della

regina a proposito degli Indiani è che essi dovessero essere “trattati bene e con

42. www.treccani.it/enciclopedia/.

43. Per questo capitolo è stato preso in considerazione il saggio di Antonhy Padgen, Bartolomè de las Casas, di Eric Williams, e quello di Capdequí J. M. OTS.

44. Anthony Padgen, La Caduta dell’uomo naturale. L’Indiano d’America e le origini dell’etnologia comparata, trad. di Igor Legati, Torino, Giulio Einaudi editore, 1989, p. 22.

45. Ivi, p. 26.

77

Page 78:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

giustizia”46 e ricompensati per qualunque danno avessero subito. Comunque la

corona agiva in base alle bolle di donazione papale emesse nel 1493 da

Alessandro VI che dava al re e alla regina il diritto non solo di conquista del

territorio, ma anche di sfruttare gli abitanti. Secondo le bolle papali i monarchi

cattolici avevano il diritto su tutte le nuove scoperte. Lo scopo di queste bolle non

era quello di fare arricchire la Corona Spagnola, ma quello di dare al re e alla

regina la possibilità di proseguire a diffondere la religione cattolica.

Invece fecero tutto l’opposto e il re occupò l’America con l’invio dei

missionari, usando la popolazione locale a proprio vantaggio. Il primo a sostenere

che gli Indiani fossero degli schiavi naturali è stato il filosofo scozzese Miar: per

lui lo schiavo naturale e il barbaro, sono delle categorie di uomini selvaggi che

esistevano solo nella mente europea. Il filosofo ha seguito le idee di Aristotele che

ha definito lo schiavo naturale come un essere privo della ragione, incapace

d’istruire se stesso e quindi la sua funzione era di essere schiavo che doveva avere

un corpo robusto per sostenere la fatica del duro lavoro ed essere dotato di grande

forza fisica. A differenza del padrone che aveva la capacità di saper ragionare,

quella dello schiavo è dimezzata perchè usa la passione invece che la ragione.

Ecco perché secondo il loro modo di pensare la tirannia era l’unico sistema per

governare gli indiani. Gli Spagnoli in America dal 1500 avevano conquistato

molte isole e la maggior parte della popolazione era ormai ridotta in schiavitù.

L’arrivo dei colonizzatori in queste isole è stato una vera tragedia perché hanno

portato solo il terrore e la distruzione di una cultura. Per gli Indiani il loro arrivo

era come un dono del cielo che avrebbe cambiato la loro vita in positivo. A

difendere le cause degli Indiani abbiamo da una parte Antonio de Montesinos che

fece un sermone alla popolazione bianca Hispaniola dove denunciava i

maltrattamenti verso gli Indiani, chiedendo loro di cambiare atteggiamento,

altrimenti non avrebbero trovato salvezza. Il suo era un attacco diretto all’abuso di

potere da parte dei colonizzatori per la loro crudeltà e per questo modo orribile di

trattare gli Indiani. Attaccava soprattuto il sistema usato per impartire l’istruzione

religiosa e morale. A disapprovare gli Spagnoli c’era anche Las Casas, che fu un

46. Ivi, p. 28.

78

Page 79:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

encomendero prima all’isola Spagnola e dopo a Cuba. Gli Indiani venivano divisi

in due gruppi di lavoro: repartimiento e encomienda. Il repartimiento47 era il

sistema usato dagli spagnoli affinchè potessero beneficiarsi del loro lavoro.

Questo tipo di organizzazione è avvenuto in modo violento e ciascun gruppo

aveva un compito specifico: per esempio c’era un gruppo per coltivare la terra, per

lavorare nelle miniere ecc. L’encomendero era quello che doveva provvedere alla

catechizzazione, civilizzarli e assicurare il diritto sul “gregge” e a mantenere

ordine e giustizia. Questa legge nasce nel 1503 con l’intento di disciplinare i

rapporti tra colonizzatori e la popolazione locale attraverso encomienda48 o

(affidamento). Questa istituzione di origine castigliana è stata introdotta da

Colombo a Hispaniola nel 1499 e serviva per garantire agli Indiani la protezione

spagnola, l’istruzione religiosa e un piccolo salario in cambio del lavoro; in realtà

questa istituzione voleva solo procurare alle miniere e alle fattorie delle isole una

manodopera gratuita. Attraverso questa istituzione un gruppo di famiglie

d’Indiani con il proprio cacciuco rimaneva sottomesso all’autorità di uno spagnolo

che diventava un encomendero che era obbligato da un punto di vista giuridico a

proteggeli ed insegnarli la religione. Un indiano non encomendado che viveva

lontano dagli spagnoli era sopranominato reducciones; chiamato così perché

viveva in un paesino sotto la protezione di un sindaco locale. E’ stato necessario

dividere le reducciones in gruppi che in seguito diventarono corregimiento perché

erano rimasti sottomessi all’autorità di un funzionario speciale chiamato

corregidor de pueblos de Indios che aveva la stesso compito di un encomedero

Spagnolo. Secondo Colombo si poteva schiavizzare solo chi veniva catturato con

un “guerra giusta”. Il 2 agosto 1530 è stato decretato che nemmeno in caso di

guerra sarebbe stato possibile schiavizzarli, invece nel 1542 con le Leyes Nuevas e

la Reconpilación de 1680 si sancì che potevano essere ridotti in schiavitù solo gli

indiani caraibici, araucani perché ostile alla dominazione spagnola. Un indiano

47. J. M. OTS, Capdequí, El Estado Español en las Indias, La Habana, Ciencias Sociales, 1975. (In questo saggio è stato ripreso anche la difenizione di reducciones, corregidor e alcune leggi che vengono citati all’interno del capitolo).

48. Padgen, op. cit, p. 34.

79

Page 80:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

encomendado era considerato da un punto di vista formale un uomo libero e se

non poteva andare a esercitare la propria libertà, poteva rifiutarsi di lavorare per

gli spagnoli; per legge non poteva essere ne venduto ne scambiato con altri

indiani. Contro las encomiendas abbiamo Las Casas, che le definì:

una pestilenza mortale che ha consumato questi popoli, [uno strumento] inventato da Satana e da tutti i suoi ministri e funzionari per trascinare gli spagnoli all’Inferno e tutta la Spagna alla distruzione.49

Las Casas descrive la popolazione locale come persone semplici senza

malvagità né doppiezza, obbedienti e fedeli ai loro signori naturali e ai cristiani

che servivano, molto pazientemente, con tranquillità e pacificamente. Non si sono

dimostrati ambiziosi né avidi, andavano in giro quasi nudi, coprivano solo le parti

intime. Il prete Las Casas sosteneva che questo sarebbe stato il popolo più felice

del Mondo, se solo avesse conosciuto Dio. Purtroppo l’arrivo dei colonizzatori in

questo senso ha rovinato tutta la loro tranquillità, perché con la loro malvagità e

crudeltà, affamati dal voler diventare ricchi, hanno ammazzato, tormentato e

distrutto tutto un intero popolo. Si calcola che più di dodici milioni di anime,

uomini, donne e bambini siano morti nel corso di quattrocento anni di conquiste a

causa di una guerra ingiusta, sanguinosa e tirannica. Secondo la loro folle legge,

diventavano schiavi quelli che venivano catturati con una giusta guerra, oppure

chi era ostile all’autorità legittima della chiesa. Per i cristiani gli Indiani erano

visti come dei greggi che si trovano per strada e quindi andavano trattati come

tali. L’unica cosa che volevano dagli Indiani era l’oro e per questo motivo

compivano atti orribili come strappare i bambini dal seno materno e tenendoli per

i piedi fracassavano le teste contro le rocce, altri venivano gettati nei fiumi con

grandi risate e recitando queste parole: “Corpo di mille diavoli, guarda come

scodinzola”.50 Altri legavano i corpi vicini alla paglia secca e appiccavano il

fuoco, oppure a quelli catturati vivi venivano tagliate le mani: “Andate a portar le

49. Apud, Padgen, p. 37.

50 .Bartolomé de Las Casas, Brevissima Relazione della Distruzione delle Indie, a cura di Cesare Acutis, Torini, Arnaldo Mondadori, 1987, p.35.

80

Page 81:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

lettere”51. Gli Indiani per tutta la violenza che subivano, hanno tentato di opporre

resistenza, anche se era un tentativo vano in partenza, perché non avevano armi

adeguate. Hanno comunque ucciso degli Spagnoli e credo che sia stata una cosa

giusta; putroppo per questo motivo gli spagnoli hanno fatto una legge che

prevedeva che per ognuno dei loro connazionali ammazzati, venivano portati a

morte cento indiani. La divisione del lavoro avveniva in questo modo: gli uomini

nelle miniere per cercare di estrarre l’oro e le donne invece erano nelle tenute,

masserie a zappare e a coltivare la terra, tutto questo quasi senza mangiare. Infatti

le puerpere per la malnutrizione perdevano il latte e così morivano con i loro

bambini. Questa divisione dei ruoli ebbe un grande effetto nell’abbattimento della

natalità, perché quasi non vi era più contatto fra loro. Tutto questo purtoppo è

avvenuto con la convinzione che tutto fosse stato deciso da Dio e gli Spagnoli

agivano secondo la religione cattolica di un Dio buono e Redentore, ma non era

vero. Eric Williams nel suo saggio Capitalismo Y Esclavitud a proprosito della

condizione del lavoro di un indiano, riporta nell’opera una citazione

dell’antropologo e saggista cubano, Fernando Ortiz che sostiene quanto segue:

Someter al indio a las minas, al trabajo monótono, insano y severo, sin sentido tribal, sin ritual religioso… era como arrancarle al significato de la vida … era esclavizar no sólo sus músculos, sino también su espiritu colectivo52

In questo caso direi che l’unica cosa che seguivano era il loro istinto

animalesco e selvaggio e l’egoismo. Loro sono stati degli incivili e senza cuore.

Di tutte queste “cattiverie” e di quello che facevano in questi territori, era

all’insaputa la regina. Infatti Las Casas sostiene che la regina non era informata di

tutti questi misfatti e forse la situazione peggiorò alla sua morte avvenuta nel

1504. Il prete nel suo saggio afferma che: “ lei vegliava con somma e cura e

ammirevole zelo sulla salvezza e sulla prosperità di quella gente”. Mentre nel

saggio di Padgen troviamo un comunicato della regina al governatore di

51. Ibid.

52. Eric Williams, Capitalismo y Esclavitud, trad. de Daniel Rey Díaz e Francisco Angel de Gómez, La Habana, Ed. Ciencias Sociales, 1964, p. 7.

81

Page 82:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Hispaniola Nicolás de Ovando che è il segunte: “ desideriamo che gli indiani

siano trattati bene in qualità di nostri sudditi e vassalli”.53 Las Casas avendo visto

tutto quest’orrore e un po’ per alleggerire le sorte degli indiani cerca di sostenere

l’importazione dei negri, ma con un sistema politico molto diverso da quello in

vigore: il fatto di trattare i negri come degli esseri umani avrebbe potuto portare

vantaggio alla forza lavoro e ottenere in questo modo nuovi cristiani; quindi non

con la violenza com’era successo con gli Indiani. Il frate voleva dimostrare con le

sue teorie empiriche che gli Indiani non erano schiavi naturali, ma esseri umani

con un’intelligenza naturale e tutto questo partendo dalla loro bellezza naturale.

Nel saggio di Padgen a proposito di questa natura degli indiani viene riportata una

affermazione di Palacios Rubios: gli indiani sembravano uomini, gentili e pacifici

capaci di capire la religione cattolica.

Nell’opera Sab questo tema viene rappresentato dalla protagonista Martina,

che si crede discenda da questa “raza desventurada” come vengono definiti gli

Indiani nel testo. Questo personaggio appare nel nono capitolo, quando la famiglia

è a Cubitas. Gli Spagnoli arrivano a Cuba nel 1511 seminando terrore e uccidendo

tutti, come avevano fatto nelle altre colonie. Nel dialogo fra D. Carlos e Sab,

parlano di questa signora, il primo la definisce come se fosse pazza e con una

forte convinzione di essere di origine indiana:

Su difunto hijo era un excelente sujeto, ella si mal no me acuerdo tiene sus puntos de loca: ¿no pretende ser descendiente de la raza india y aparenta un aire ridículamente majestuoso?

Sí, […] ya porque la crean realmente descendiente de aquella raza desventurada, casi extinguida en esta Isla (p. 167).

In questo capitolo per raccontare la storia degli indiani, Gómez de Avellaneda

ricorda la leggenda di Caccico Camagüey che secondo la storia, a causa degli atti

barbari dei colonizzatori, si è dovuto sacrificare per il suo popolo. Infatti lui è

stato bruciato vivo, ma non ha potuto impedire lo sterminio degli Indiani. Ecco

perché nel romanzo si fa riferimento a questa tragedia. Quando la famiglia viene

sorpresa da una strana luce che si vede nel cielo di Cubitas che chiama

l’attenzione di tutti, così Sab racconta quello che aveva sentito dire da Martina:

53. Padgen, op. cit., 33.

82

Page 83:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

repetidas veces, referir misteriosamente e interrumpiéndose por momentos con exclamación de dolor y pronósticos siniestros de venganza divina, la muerte horrible y bárbara que, según ella, dieron los españoles al cacique Camagüey (p. 168).

Dopo aver ascoltato il racconto del protagonista, Carlota afferma di non aver

mai letto niente della sanguinosa conquista dell’America e per lei così “ingenua” e

“sensibile” sembra davvero incredibile che la natura dell’uomo possa essere così

mostruosa:

¡Dios mío, cuántos horrores! Paréceme, empero, incredible que puedan los hombres llegar a tales extremos de barbarie. Sin duda se exagera, porque la naturaleza humana no puede, es imposible, ser tan monstruosa (p.169).

Martina viene descritta così:

su rostro enjuto y su cuello largo y nervioso, pero que no habían impreso su sello en los cabellos, […] la parte calva de su cabeza contrastaba de una manera singular, por su lustre y blancura, con el color casi cetrino de su rostro. Este color, empero era todo lo que podía alegar a favor de sus pretensiones de india, pues ninguno de los rasgos de su fisionomía parecía corresponder a su pretendido origen (pp. 176-177).

Dalla descrizione notiamo che Martina non ha niente che possa discendere

dagli Indiani, ma aveva questa forte convinzione. Il narratore usa spesso

l’espressione “la vieja india”. Credo che la scrittrice abbia voluto riportare nella

sua opera la leggenda del caccico di Camagüey per ricordare che prima dell’arrivo

degli spagnoli in America c’era una popolazione che viveva in completa sintonia

con la natura e con una loro cultura; con l’arrivo dei colonizzatori è andato tutto

perduto. Penso che i nativi fossero felici dell’arrivo di queste persone, infatti

vedevano loro come una benedizione del cielo e, dimostrando anche di essere un

popolo molto generoso, donavano loro tutto quello che potevano all’inizio,

ricevendo invece in cambio solo dolore e disprezzo. Anche questo tipo di

schiavitù dimostra che l’essere umano ha da sempre paura del diverso e che c’è

una cultura che crede di essere superiore a un'altra. In questo caso gli Spagnoli

credevano di essere superiori e più intelligenti dei nativi che consideravano un

popolo d’ignoranti ed incapaci.

83

Page 84:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

3. Sab e gli altri

Lo scopo di questo capitolo è di provare a mettere a confronto il protagonista

del romanzo di Gómez de Avellaneda Sab con altre opere che hanno come tema

principale la schiavitù, rendendo evidente gli aspetti che le accomunano e le

differenze.

Gli schiavi sono in qualche modo dei picari loro malgrado perché vivono una

vita molto difficile, passando da un padrone ad un altro. Uno dei protagonisti che

è stato preso in considerazione ricorda per alcuni versi la vicenda del pícaro per

eccellenza, Lazaro, il protagonista dell’anonimo romanzo Lazarillo de Tormes54,

che narra la storia di un giovane ragazzo che proviene da un basso rango sociale e

del suo servizio svolto verso dei padroni. Il romanzo racconta le avventure di un

giovane vagabondo che si serve di espedienti per tirare a campare e viaggia molto;

quello che vuole ottenere è un riscatto sociale, ci riesce in parte quando ormai

54. Anonimo, Lazarillo de Tormes, Madrid, ed. Francisco Rico, Cátedra, 1987.

84

Page 85:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

adulto sposa la serva del suo ultimo padrone con il quale lei lo tradisce. Tutto

quello che accade al picaro, avviene per caso. Lo stesso vale per gli schiavi, molto

spesso sono circostanze fatali che li portano a vivere in tali condizioni. Si diventa

schiavo per caso ed è una condizione che si eredita dai genitori. Infatti, Sab, come

tanti altri diventa schiavo perché figlio di una schiava.

A Cuba avevano costruito una specie d’infermeria, dove le donne schiave

partorivano i loro bambini. Questi rimanevano con la madre fino all’età di sette

anni e poi venivano mandati a lavorare nelle piantagioni come gli adulti, oppure

venduti e da ciò i padroni ricavavano tanti soldi e da quel momento iniziava la

loro avventura picaresca.

La vita di uno schiavo è difficile perché fatta di duro lavoro, di violenze

fisiche e anche verbali; i padroni non lo vedono come essere umano ma come una

merce, un prodotto e, come accade al Lazaro, alla fine del suo viaggio vuole una

sola cosa: acquisire la libertà per tanto tempo negata. Gli schiavi sono simili ai

picari perché vengono comprati e passano da una parte all’altra, da un proprietario

ad un altro e li guida un solo obiettivo, quello di sopravvivere: la schiavitù è una

lotta per la sopravvivenza.

Nel romanzo di Gómez de Avellaneda il protagonista non è propriamente

pícaro, perchè nasce schiavo ereditando dalla madre questa condizione, ma

comunque riesce a diventare libero, come il pìcaro che ottiene una sorta di riscatto

sociale alla fine. Sab è uno schiavo particolare: sa leggere, è molto intelligente e c

riesce a porsi delle domande alla ricerca di una risposta per la sua condizione;

soprattutto ha origine nobile, la madre infatti era principessa nel suo paese e poi

presa e venduta dai mercenari agli Spagnoli. Come si è detto nel capitolo

precedente Sab non viveva come tutti gli altri schiavi, forse perché era figlio del

suo padrone e quindi un mulatto. Sab era libero solo in parte, perché non poteva

ottenere la cosa che voleva di più, l’amore di Carlota.

Un altro personaggio del genere è Oronoonoko, il protagonista del romanzo

della scrittrice inglese Aphra Behn55. L’opera è stata scritta in prima e terza

persona, perché l’autrice voleva raccontare una sua esperienza in un’ex colonia

55. Aphra Behn, Oroonoko. Or the Royal Slave: The Classic edition, Tebbo, 2010.

85

Page 86:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

inglese. Come Sab, anche il protagonista ha origine nobile, infatti era nipote di un

sovrano africano, ma per la questione dell’amore viene privato del titolo nobiliare

e venduto agli Inglesi: sia lui che un altro si innamorano di Imoinda, la ragazza

più bella del paese; lei è innamorata di Oroonoko e rifiuta la proposta del sovrano

e per questo motivo i due innamorati diventano schiavi. Dopo riescono a ritrovarsi

di nuovo nella colonia inglese del Suriname, dove si sposano e finalmente

iniziano a vivere una vita felice. Ma lei diventa l’oggetto del desiderio del padrone

perché troppo bella e tutti la desiderano. A questo punto i protagonisti decidono di

fare un gesto orrendo, cioè Oroonoko la deve uccidere, anche se la ragazza era

incinta, per evitarle la sofferenza e la violenza, gli abusi del padrone. Con la morte

vogliono arrivare alla libertà:

took her up, and embracing of her with all the passion and languishment of a dying lover, drew his knife to kill this treasure of his soul, this pleasure of his eyes; while tears trickled down his cheeks, hers were smiling with joy she should die by so noble a hand […]56

Un altro schiavo che può essere considerato pìcaro è il protagonista del

romanzo dello scrittore cubano Anselmo Suárez y Romero, dal titolo Francisco.

El ingenio o las delicias del campo57. Nell’opera il protagonista che si chiama

Francisco, viene strappato dal luogo natio, l’ Africa, all’età di dieci anni e viene

cresciuto secondo le regole della sua padrona, la signora Mendizábal. Ella l’ha

cresciuto come un uomo, educato in base alle sue regole, insegnandogli a leggere

e a scrivere e così Francisco diventa l’uomo di fiducia della padrona, diventando

come Sab il mayoral (sovrintendente). Questa situazione quasi idilliaca finisce

quando Francisco s’innamora dell’altra schiava Dorotea e vuole sposarla. Lo

schiavo decide di andare dalla padrona a chiedere la mano della ragazza, ma lei

non acconsente adducendo una serie di motivi inutili. Nonostante il rifiuto della

padrona, i due continuano a vedersi amandosi di nascosto, lei rimane incinta ma la

padrona, venuta a conoscenza del tradimento dei suoi lavoratori, li punisce

duramente. Francisco con cinquanta frustate, ammanettato per circa due anni e

56. Ivi, p. 52.

57. Anselmo Suárez y Romero, Francisco. El ingenio o las delicias del campo, La Habana, ed. Mario Cabrera Saqui, Alicante, 1947.

86

Page 87:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

costretto all’esilio perpetuo nella piantagione, mentre lei andrà a lavorare come

serva presso un’altra famiglia. I due protagonisti vogliono solo provare a essere

felici, ma purtroppo per gli schiavi questo non era permesso e quindi l’unica

soluzione, per smettere di subire gli abusi e i ricatti dei padroni, è suicidarsi.

Seguendo la linea di questi esseri sfruttati della schiavitù, abbiamo un esempio

femminile invece, nell’opera della scrittrice afroamericana Toni Morrison e

premio Nobel per la Letteratura nel 1993. Nel romanzo Amatissima58, con il quale

l’autrice vince il premio Pulitzer nel 1988, la protagonista è una giovane ragazzina

di tredici anni chiamata Sethe che viene portata a lavorare nella piantagione di

Sweet Home e crescerà e sposerà uno degli schiavi. Non si trattava di un vero e

proprio matrimonio, perché all’epoca era vietata l’unione legale fra gli schiavi, ma

Sethe e il suo compagno Halle riescono a formalizzare la loro unione con un rito

pagano. Da questo matrimonio nasceranno dei figli, ma la vita lavorativa in questa

piantagione era molto dura e con i bambini era più difficile e così per salvarsi

decidono di scappare. La fuga è complicata, ma riescono nell’impresa e così la

protagonista salva i suoi figli ma deve sacrificare la femmina uccidendola all’età

di tre anni, per non farle vivere la tremenda condizione della schiavitù; con questo

gesto tragico vuole salvarla dal suo destino. La protagonista dimostra di essere

molto forte perché ha sofferto e ha lottato per ottenere la libertà e ci è riuscita; ma

il romanzo avrà un finale triste, perché tutto quello per il quale la protagonista

aveva combattuto non ha portato alla piena felicità, conducendola alla pazzia.

Quello che possiamo vedere è che tutti questi personaggi appena citati, per

arrivare a ottenere ciò che vogliono, cioè la libertà, devono ricorrere comunque a

dei gesti estremi, tipo uccidersi o lasciarsi morire. L’unico personaggio che posso

dire che abbia ottenuto un riscatto, dopo aver patito e sofferto e vissuta una vita

infernale, è il protagonista maschile del film 12 Anni Schiavo uscito al cinema nel

mese scorso. Nel film Solomon Northuq, un violinista libero e sposato con figli,

viene rapito e privato dei suoi documenti e ridotto in schiavitù per dodici anni. Il

protagonista cambierà per tre volte padroni e vivrà tra la crudeltà dei suoi

possessori e di qualche atto di bontà. Quello che affronta il protagonista non è

58 . Toni Morrison, Amatissima, traduzione di Giuseppe Natale, ed. Pickwick, 2013.

87

Page 88:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

solo una lotta per la sopravvivenza, ma anche quella per mantenere la propria

dignità. È molto astuto e intelligente ed è grazie a questo che riuscirà a tornare

libero. Questo personaggio ricorda per molti aspetti la vicenda del pícaro Lazarro.

Perché tutto viene guidato dalla casualità, è il caso che porta Lazarro a diventare

un servo, e lo stesso accade a Solomon Northuq. Entrambi viaggiano molto,

Lazaro per volontà passa da un padrone ad un altro, mentre Solomon è costretto a

farlo. Solomon è simile a Sab perché entrambi sono istruiti, a differenza della

maggior parte degli schiavi.

La schiavitù era caratterizzata dall’uso della violenza, i proprietari con l’aiuto

del governo, avevano la convinzione che per ottenere un qualcosa dai loro schiavi

dovessero usare la frusta, perchè la paura era fondamentale per mantenere un

sistema di sottomissione simile. La punizione corporale era una norma usata dai

proprietari verso gli schiavi e si applicava in modo indiscriminato senza che il

servo facesse resistenza, in tal modo il padrone voleva mostrare il suo potere

ilimitato. La punizione più comune era lo staffile, che consisteva nel frustare lo

schiavo con una frusta di vacca che segnava la pelle, lo scudiscio fatto di giunchi

d’albero, pungeva e serviva a strappare la pelle a strisce e veniva usato dal

caposquadra.

Conoscere questo tipo di violenza è importante per capire come si manteneva

il sistema schiavistico: lo schiavo era inferiore e così il padrone ingrandiva i

propri orizzonti. Per controllare lo schiavo, i padroni usavano sia l’aspetto

paternalisco, per conquistare la fiducia, che il terrore con delle minacce. Per

esempio lo schiavo domestico veniva minacciato di essere mandato nei campi e

con quello dei campi invece si usava la questione della vendita come deterrente.

Sab e Lazaro non subiscono violenze fisiche, il primo è privilegiato, vive la vita

quasi normale, Lazaro invece patisce la fame, è più sfortunato.

La schiavitù è sinonimo di violenza ma nel romanzo di Gómez de Avellaneda

non si fa riferimento a questo tipo di abusi; come si è detto nel capitolo

precedente, il tema della schiavitù è trattato più per l’aspetto sentimentale. La

fortuna di Sab sta nella sua storia personale, ma anche nel fatto di avere un colore

della pelle diversa, infatti è mulatto. Chi era mulatto aveva la simpatia dei padroni

88

Page 89:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

e non solo. Ecco perché nel saggio di Boaventura de Sousa, Atlantico Periferico59,

si sostiene che i mulatti loro malgrado abbiano legittimato la disuguaglianza

sociale e razzista. A proposito di questo tipo di discriminazione abbiamo un

esempio nel romanzo dello scrittore cubano Cirilo Villaverde, Cecilia Valdés,

sulla schiavitù; scritto come Sab in terza persona, riporta un motto all’inizio di

ciascun capitolo. Nell’opera abbiamo una donna schiava con due figli, di cui un

mulatto. Quest’ultimo è il preferito della madre e lei è molto orgogliosa di lui,

mentre il ragazzo si vergogna della madre perché negra. La vergogna sta nel fatto

che chi è negro è povero e deve essere sottomesso e disprezzato. In questo

romanzo si parla della violenza dei padroni nei confronti degli schiavi che sono

puniti con la frusta perché non rispettano l’ordine del proprietario. Sab non

subisce questi tipi di maltrattamenti, com’è accaduto al protagonista del romanzo

Francisco. El ingenio o las delicias del campo, di Romero y Suárez. Eppure non

ha sofferto come Sethe che invece si è ritrovata con la schiena che sembrava un

“albero di ciliegio”60 a causa delle botte: neanche di fronte ad una gravidanza il

padrone ha avuto pietà e per questo lei scappa con tutti i suoi figli, per evitare loro

la sua sofferenza. Sab non è nenache come Oroonoko che prima di rinunciare alla

felicità uccidendo la moglie, ha combattuto contro gli oprressori mettendo in atto

una rivolta. Il mulatto di Gómez de Avellaneda non è violento, ammette di aver

pensato di fare la guerra a tutti coloro che lo avevano ridotto in quello stato, ma

non agisce. Sab è rinchiuso nel suo dolore e accetta la sua condizione, è simile

all’altro schiavo Francisco, che è un eroe buono, libero e uno schiavo domestico,

dai valori nobili come il mulatto di Avellaneda; l’unica differenza è che lo schiavo

di Suárez y Romero che vive nelle baracche ed è visto come un oggetto, per

andare contro il sistema, si toglie la vita. I due personaggi possono essere definiti

come dei buoni perchè accettano la propria condizione, obbediscono e non si

ribellano al padrone; per questo secondo i proprietari potevano arrivare alla

59. Boaventura de Sousa Santos, ed. al, Atlantico Periferico. Il postcolonialismo Portoghese e il sistema Mondiale, trad. di Giulia Crescentini Anderlini, Reggio Emilia, Diabasis, 2008.

60 Morrison, op. cit., pag. 112.

89

Page 90:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

salvezza divina e incontrare il padre eterno. Infatti, durante la schiavitù il

cristianesimo ha avuto un ruolo importante per i padroni che si affidavano alla

fede così da poter ottenere la sottomissione. La Chiesa in qualche modo

giustificava il dominio sulla base della salvezza dell’anima, ma era contraria alla

punizione fisica. Per indottrinare ed infondere i concetti e le norme sociali

dominanti, i religiosi usavano spesso le piazze, costruivano delle cappelle proprio

adatte a loro e per tradurre le loro parole ricorrevano ad un interprete. Il primo

contatto con la religione cattolica avveniva lungo le coste Africane, dove gli

schiavi venivano prima di tutto battezzati perché in caso di morte potessero

ricevere la presenza divina. Non è stato facile l’insegnamento della religione,

soprattutto perché gli africani avevano una loro credenza e una propria religione.

L’integrazione vera e propria iniziava quando lo schiavo predeva coscienza della

sua condizione con la giustificazione che per la salvezza dell’anima non c’era

bisogno della libertà del corpo.

Sab era ormai completamente integrato, conosceva molto bene il vangelo e

ogni settimana andava dal prete, perché appena la madre è stata comprata, è

iniziato il processo di evangelizzazione. Per il protagonista di Gómez de

Avellaneda il processo non è stato traumatico, mentre per Oronoonoko e Imoinda

è stato diverso: dopo la vendita hanno dovuto cambiare nome perché considerati

barbari e per questo dovevano avere un nome più cristiano:

the Christians never buy any slaves but they give ‘em some name of their own, their native ones being likely very barbarous, and hard to pronounce; so that Mr.Trefry gave Oroonoko that of Caesar […], and that she had all the perpetually at her feet; and yhe whole country resounded with the fame of clemence. “For so,” said he we have christened her61

Un altro protagonista che è stato costretto ad imparare la religione cattolica

come l’unica fede in grado di salvare l’uomo da qualsiasi peccato, è Venerdi, lo

schiavo di Robinson Crusoe, il romanzo di Defoe. Il ragazzo viene salvato

dall’Inglese e quest’ultimo avrà il compito di istruirlo, ma quando affrontano il

tema della religione Robison capirà che Venerdi non sa nulla dell’unico creatore

61. Aphra Benh, op.cit, pp.30-31.

90

Page 91:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Dio e che il suo schiavo credeva nella figura di un vecchio santone chiamato

Benamuchi; per questo Robison decide di parlare di Dio come la verità assoluta:

Gli dissi che il sommo Creatore di ogni cosa viveva lassù, e indicai il cielo; che Egli regnava sul mondo con lo stesso potere e la stessa provvidenza con le quali lo aveva creato; che era onnipotente, cioè che poteva darci tutto e toglierci tutto […]62

Mentre a Cuba avevano una situazione molto diversa, perche nelle baracche

convivevano vari tipi di religioni africane, come la conga: gli stregoni si

impossessavano della gente, usavano storie delle profezia per guadagnare la

fiducia degli altri schiavi. Il chicherekú era di nazionalità Conga, era un uomo che

si metteva a correre tra le barache e saltava adosso alla gente. Nei riti della conga

si usavano i morti e gli animali. Un'altra religione era il lucumí: le persone di

questa fede erano molto legate al culto dei Santi e di Dio e il rito consisteva

nell’alzarsi presto, guardare il cielo e recitare un’orazione e dopo versare acqua al

suolo. A queste religioni si aggiunse quella cattolica portata dai preti che non

entravano mai nelle baracche perché considerate troppe sporche.

Tutti questi culti convivivevano in modo pacifico. La stessa cosa succede in

Amatissima di Morrison, dove si alternano riti africani a quelli cattolici, perché

comunque i negri non volevano dimenticare la propria origine. La Chiesa era

contraria alle punizioni e la violenza, ma in un certo modo era responsabile di

quello che stava accadendo, perché aveva autorizzato i padroni a fare da catechisti

e queste ultimi leggevano le parole del vangelo secondo il loro punto di vista per

trarne profitto. Per quanto riguarda il picaro Lazzaro, questi non ha avuto una vita

facile nemmeno lavorando per un servo di Dio: il prete anche lo tratta male,

privandolo pure del cibo. Agli schiavi dicevano che il loro compito era solo quello

di obbedire e servire, questo portava solamente alla confusione perchè è come se

stessero dicendo loro di non avere diritto alla vita. Gli schiavi sono perennemente

in conflitto, immersi in una lotta, per la maggior parte interiore e che spesso

finisce in una tragedia, perché non hanno l’aiuto di nessuno e devono saper

62. Daniel, Defoe, La Vita e Le Straordinarie, Sorprendenti Avventure di Robinson Crusoe, trad. Riccardo Mainardi, Milano, ed. Garzanti, 201229

, p.230.

91

Page 92:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

contare solo sulle proprie forze; soli nel mondo a combattere contro un mostro, un

uomo che crede di essere superiore perché è bianco, ha un colore della pelle

diversa, oppure perché ha una condizione sociale più elevata. Forse la sfortuna per

questi poveri uomini sta proprio nella presunzione dei nuovi arrivati, i

colonizzatori che con la loro religione e con aria di superiorità credono di poter

comprare tutto e tutti e che gli altri siano inferiori. Aphra Behn nel suo romanzo

critica i paesi cristiani poiché credono che la religione basti per qualsiasi cosa e

non hanno altri valori come la virtù: “such ill morals are only practised in

Christian countries, where they prefer the bare name of religion; and, without

virtue or morality, think that sufficient.”63

Vivere come schiavi è davvero difficile perché si tratta di una vita fatta

soprattutto di ostacoli e di duro lavoro, che li porta a diventare anche egoisti

perché la libertà e la felicità da raggiungere è individuale. La religione che ci

insegna che “siamo tutti uguali davanti a Dio” è la prima a voltar loro le spalle,

anzi direi proprio a lavarsene le mani. Il compito della religione cattolica sarebbe

stato di portare le parole di Dio e diffondere l’amore e l’armonia, forse ha solo

avuto il risultato di portare più odio e conflitto nel mondo colonizzato.

63. Aphra Benh, op. cit., p. 8.

92

Page 93:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

4. Conclusione Il presente lavoro di tesi ha come scopo principale quello di analizzare il

romanzo di Gómez de Avellaneda per soffermarsi sul tema dello schiavismo. Tale

obiettivo presuppone la storia dello schiavismo affrontata all’inizio del lavoro,

soffermandosi sul tema del colore della pelle. La situazione ha portato alcuni

autori ad affrontare questo tema con uno sguardo particolare sulla figura dello

schiavo.

Il romanzo di Gómez de Avellaneda che aveva come protagonista un giovane

mulatto che vive come se fosse un bianco, che non accetta la condizione di

schiavo anche perché ha imparato a leggere e a scrivere diversamente dai suoi

compagni resi schiavi. Come si è notato possiamo vedere all’interno del romanzo

una grande differenza tra il personaggio di Sab e gli altri schiavi negri: partendo

dal suo aspetto che lo rende quasi somigliante a un proprietario terriero e il colore

della sua pelle era quello più accettabile, perché non del tutto nero. Questo

sistema di considerare uno schiavo diverso dall’altro, fondamentalmente razzista,

poteva generare una sorta d’invidia da parte degli altri. In base al colore della

pelle si stabiliva a quale rango della società si apparteneva; il negro era quello più

basso, che non poteva aspirare al nulla. Come si è potuto notare leggendo Tutti i

Colori del nero64 di Amedeo Quondam, il nero veniva associato alla sfortuna,

sporcizia (ecco perché si dice sporco negro) al lutto e alle tenebre e alla pazzia,

quindi coloro che appartenevano a questa “razza” erano considerati degli esseri

inferiori. Mentre il colore bianco che era da sempre visto come il colore della

purezza, della verginità e del giorno, ha da sempre avuto una connotazione

positiva, e quindi le persone con questo colore della pelle credevano di essere

superiori per cultura e religione. Nonostante i pregiudizi sul nero, rendere schiavo

un uomo negro era utile, perché queste persone venivano valutate per la loro

64. Amedeo Quondam, Tutti i Colori del nero. Moda e cultura del gentiluomo nel rinascimento, Vicenza, Angelo Colla, 2007.

93

Page 94:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

resistenza allo svolgimento di determinati tipi di lavori; al contrario degli Indiani

più deboli e vittime di malattie.

Il protagonista del romanzo Sab, non ha paura di ammettere di essere mulatto

e schiavo e tanto meno si vergogna di questo, anzi sembra quasi per un certo verso

fiero di quello che è. Nel romanzo di Cirilo Villaverde, Cecilia Valdés che ha,

come protagonista una bellissima ragazza che appartiene a quella razza inferiore,

ella dimostra invece di avere una preferenza solo per gli uomini bianchi di una

classe superiore perché da questi poteva aspettarsi divertimento e distinzione,

mentre dai negri voleva solo occhi e capelli. In qualche modo Cecilia vuole

negare la sua origine, infatti durante un ballo un mulatto viene rifiutato dalla

ragazza perché:

La niña me dijo que estaba cansada y enseguida salió a bailar con otro. No busque disculpa la niña (añadió de carrera conociendo que Cecilia quería replicar), comprendo la razón por qué la niña me ha desairado. La niña me ve prieto, probremente vestido, sin amigos en esta selecta reunión y se ha figurado que soy un cualquiera, un malcriado […]

Conocí a su madre, conozco a su padre como a mis manos y tengo muchos motivos para conocer a la mujer que la crió […] mas déjeme decirle que baje un poco el cocote, si su padre es blanco, su madre no es más blanca que yo65

Quello che è evidente è che la protagonista discrimina gli uomini di

colore, l’unica cosa che vuole è avere un riconoscimento sociale e questo

era possibile solo con un uomo bianco affianco; comunque Cecilia segue

quella che era la tendenza dell’epoca e si approfitta del suo aspetto perché

non sembra una schiava:

¿Tú no preferies los blancos a los pardos, como seña Clara?No lo niego, mucho que sí me gustan más los blancos que los pardos. Se

me caería la cara de vergüenza si me casara y tuviera un hijo saltoatrás66

Cecilia discendeva da un’ex schiava ed il padre era bianco quindi in

questo modo avrebbe cancellato quella parte della sua storia. A proposito di

questo, il medico e psichiatra martinicano Frantz Fanon, nel suo saggio

65. Villaverde, Cecilia Valdés, cit, pp.383-384.

66. Ivi, pp. 374-373.

94

Page 95:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Pelle Nera Maschere Bianche67, racconta di una donna in questo caso negra

che doveva accompagnare il suo uomo ad una festa e lei si sentiva

inadeguata, anzi era imbarazzata per come era vestita, per il trucco, e

soprattutto credeva di disonorare il suo innamorato, a causa del colore della

pelle. È evidente che non è facile per una persona che proviene da un altro

paese o un'altra cultura sentirsi accettata, in particolare per una donna che

discende da schiavi. Ma essere donna comporta anche ulteriori difficoltà:

infatti, uno dei temi del romanzo è proprio la sottomissione delle donne agli

uomini, in questo caso si parla della donna bianca (Carlota) che viene

sottomessa al marito, vivendo come prigioniera.

Tutti cercano di avere un riconoscimento sociale in questo modo, ma alla

fine non è facile perché comunque i bianchi hanno sempre dei pregiudizi nei

confronti dei neri. Alla fine è come se il bianco e il nero rappresentassero i

due mondi che stanno sempre in lotta. Perché da una parte c’è il bianco che

crede di avere la bellezza e la virtù perché bianco è il colore del giorno, e

crede che il nero sia il buio, e dall’altra c’è chi non è bianco e finisce per

rappresentare l’altro. Il nero era visto come una persona che non poteva

avere dei valori e sani principi, era giudicato solo dal suo aspetto ed era

esclusivamente schiavo che doveva obbedire e non poteva avere rapporti

con altri esseri umani, soprattutto con i bianchi.

Il motivo per il quale l’opera di Gómez de Avellaneda è stata censurata

a Cuba è per aver descritto questo mulatto come un uomo bianco. Infatti, la

scrittrice ha voluto dimostrare che uno schiavo era un essere umano, che

poteva provare dei sentimenti nobili e che aveva una capacità intellettiva

come tutti gli altri. In qualche modo ha voluto rompere i canoni di quella

società che metteva al centro l’uomo bianco e ricco e disprezzava il negro.

Uno schiavo non aveva diritto alla vita, per esmpio per avere una donna

doveva aspettare di compiere venticinque anni e per sposarla era necessario

67. Frantz Fanon, Pelle Nera Maschere Bianche. Il nero e l’altro, trad. di Mariagloria Sears, Milano, Marco tropea editore, 1996.

95

Page 96:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

chiedere la mano al padrone che non sempre accettava, perché vedeva il

matrimonio come una causa di diminuzione della produttività lavorativa.

Tornando sulla questione del nero, se ci fermiamo a riflettere sulla

posizione che ricopre l’attuale presidente Barack Obama, possiamo notare

che ciò che ha suscitato l’interesse dei media è stato principalmente il colore

della pelle e il fatto che un nero potesse occupare il ruolo di capo di una

grande potenza mondiale. A mio avviso credo che questa sia stata una

rivincita per tutti coloro che hanno sofferto e combattuto per l’uguaglianza,

dimostrando che bianchi o negri sono tutti uguali e hanno gli stessi diritti e

doveri, che l’intelligenza non è una caratteristica che appartiene unicamente

ai bianchi.

La schiavitù è stato un sistema di discriminazione violenta e crudele per

tutti quei popoli che erano considerati inferiori, impotenti e ignoranti.

Quello che possiamo notare è che la storia ancora non ci ha insegnato nulla,

perché si continua a ripetere gli stessi errori: c’è sempre una nazione che

ritiene, di essere superiori ad altre, l’idea che i deboli debbano essere

sottomessi ai più potenti, (la persecuzione degli ebrei ne è un esempio). I

sistemi di discriminazione esistono ed esisteranno nel mondo fino a quando

la società non inizierà a cambiare il modo di pensare e di agire. Se

iniziassimo a creare una società dove si cominciasse ad accettare ognuno per

quello che è ci sarebbero nel mondo meno guerre. Dovremo cominciare ad

avere l’idea che la diversità ci rende unici, che bianchi e i neri possono

convivere pacificamente e che le donne non sono un oggetto, ma vanno

rivalutate per i loro meriti nella società.

La scrittrice Gómez de Avellaneda, con il suo coraggio e la sua

intelligenza riuscì nel suo intento di affermarsi in quella società maschilista

e patriarcale che voleva e vedeva l’uomo al centro di tutto; lei con il suo

temperamento dimostra che la donna non è solo una casalinga ignorante, ma

un essere umano con degli ideali che combatte per quello in cui crede,

quindi non da sottomettere.

96

Page 97:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

Andando avanti con il lavoro, si è potuto notare come altri scrittori

hanno affrontato il tema del colore della pelle, come Frantz Fanon il quale

definisce il pregiudizio del colore così:

Il pregiudizio del colore non è nient’altro che un odio irragionevole di una razza per l’altra, il disprezzo dei popoli forti e ricchi per coloro che essi considerano come inferiori, e poi l’amaro risentimento di quelli costretti alla soggezione e che spesso subiscono ingiustizie. Poiché il colore è il segno esteriore meglio visibile della razza, è divenuto il criterio in base al quale si giudicano gli uomini senza tener conto di quanto hanno acquisito in campo educativo e sociale.68

Perché giudicare qualcuno per il colore della pelle e qual è il motivo che ha

portato alla sottomissione di un altro essere umano solo per il colore della pelle? È

difficile trovare una risposta ad una domanda del genere, perché la difficoltà sta

nel fatto che non vi è alcuna risposta. Credo sia stato frutto dell’ignoranza da parte

di coloro che già dal colore della pelle si ritenevano superiori. Se erano così

intelligenti, perché hanno dovuto usare la violenza e terrorizzare intere comunità?

Secondo me nessuno ha il diritto di categorizzare o giudicare l’altro per il suo

aspetto, il mondo è bello perché vario e la schiavitù ha portato tanta sofferenza

all’essere umano e per questo oggi si sta facendo il possibile per dimostrare che

dopo la tempesta arriva il sereno.

Non esiste una razza bianca, negra, o gialla, ma una sola ed è quella umana,

basata sull’uguaglianza nei diritti e nei doveri e bisogna prendere coscienza che la

diversità non è spaventosa, invece è solo una delle tante qualità che ha l’essere

umano e che deve essere vista come una virtù.

Bibliografia

68. Frantz Fanon, op. cit., p.105.

97

Page 98:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

ANONIMO, Lazarillo de Tormes, Madrid, ed. Francisco Rico, Cátedra, 1987.

ANDRÉS GALLEGO, JOSÉ La esclavitud en la América española, Madrid, ediciones Encuentro, 2005.

BARNET, MIGUEL, Autobiografia di uno schiavo (Cimarrón), Torino, Einaudi, 1968.

BEHN, APHRA, Oroonoko. Or the Royal Slave, Tebbo, 2010.

CHATMAN, SEYMOUR, Storia e discorso. La struttura narrativa nel romanzo e nel film, trad. di E. Graziosi, Milano, il Saggiatore, 2010 (story and discourse, London, Cornell University, 1978).

DEFOE, DANIEL, Robinson Crusoe, trad. di Mainardi Riccardo, Garzanti, 1976, 201229.

DUARTE, VERA, O Arquipélago da Paixão, Mindelo, edição Artiletra, Abril, 2001.

FANON, FRANTZ, Pelle nera maschere bianche. Il nero e l’altro, trad. di Mariagloria Sears, Milano, Tropea, 1996.

GÓMEZ de AVELLANEDA, GERTRUDIS, Sab, Madrid, Cátedra, 1997, 201310.

LAVIÑA, JAVIER ed. al, Esclavos Rebeldes y Cimarrones, Madrid, Fundación Hernando de Larramendi Tavera, 2005.

LAS CASAS, BARTOLOMÉ, Brevissima relazione della distruzione delle Indie, a cura di C. Acutis, Torino, Mondadori, 1987.

MESA, ROBERTO, El Colonialismo en la crisis del XIX español, Madrid, Ediciones de Cultura Hispánica, 19902.

MORENO FRAGINALS, MANUEL, Cuba-España, España-Cuba. Historia comun, Barcelona, presentación de Josep Fontana, Grijalbo Mondadori, 1995.

MORRISON, TONI, Amatissima, trad. di Giuseppe Natale, ed. Pickwick, 2013.

NEVILLE, HENRY, L’isola di Pines, a cura di Onofrio Nicastro, Milano, ed. Guerrini e Associati, 1990.

OPATRNÝ, JOSEF ed. al., Visitando la isla, Temas de Historia de Cuba, Madrid, AHILA, Vervuert, 2002.

OTS J. M., CAPDEQUÍ, El Estado Español en las Indias, La Habana, edición de Ciencias Sociales, 1975.

ORTIZ FERNÁNDEZ, FERNANDO, Los negros esclavos, La Habana, Ciencias Sociales, 1975.

98

Page 99:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

PADGEN, ANTHONY, La Caduta dell’Uomo Naturale. L’indiano d’America e le origini dell’etnologia Comparata, trad. di Igor Legati, Torino, Einaudi, 1989.

QUONDAM, AMEDEO, Tutti i Colori del nero, Vicenza, angelo colla editore, 2007.

REMOS y RUBIO, JUAN JOSÉ, Resumen de historia de la literatura cubana, La Habana, 2a, ed.Corregida, Cárdenas, 1945.

SOLANO, FRANCISCO, AGÚSTIN GUIMERÁ, Esclavitud y Derechos Humanos, Madrid, C.S.I.C, 1986.

SOUSA SANTOS, BOAVENTUR ed. al., Atlantico periferico. Il Postcolonialismo Portoghese e il Sistema Mondiale, trad. di Giulia Crescentini Anderlini, Reggio Emilia, Diabasis, 2008.

SUÁREZ y ROMERO, ANSELMO, Francisco. El ingenio o las Delicias del Campo, La Hbana, ed. Mario Cabrera Saqui, Alicante, 1947.

VILLAVERDE, CIRILO, Cecilia Valdés o La Loma del Ángel, Madrid, ed. Jean de Lamore, Catedra, 1992, 20125.

WILLIAM, ERIC, Capitalismo y Esclavitud, trad. de Daniel Rey Diaz e Francisco Angel Gómes, La Habana, Ciencias Sociales, 1964.

Articolo di rivista

“Sab: un ensayo sobre la Pasión, la esclavitud y la identidad en la obra de Gertrudis Gómez de Avellaneda”, Revista Latinoamericana, 2007, pp. 1-7. http://critica.cl.

Lampedusa Ecatombe: Morti Centinaia di Migranti, il Quotidiano Nazionale, ottobre, 2013.

COMFORT, KELLY, “Colonial Others as Cuba’s Protonational Subjects: The Privileged Space of Women, Slaves and Natives in Gómez de Avellaneda’s Sab”, University of California, Davis, vol. XXXII, 2003, pp.179-194.

CORTÉS LÓPEZ, JOSÉ LUIS, “Negros para la Casa de la Moneda en Segovia: un apunte esclavista a finales del XVI”, Stvdia Historia Moderna, vol. XIII, 1995, pp. 119-130.

…. “Esclavos en medios eclesiásticos entre los siglos XII- XIV: Apuntes para el estudio de la esclavitud en la Edad Media”, Espacio, Tiempo y Forma, Ha. Medieval, 1992, pp. 423-440.

99

Page 100:  · Web viewLa marchiatura fu impiegata fino al 1784, quando Carlo III la vietò per la crudeltà che implicava e ordinò che i ferri fossero spediti al Ministero delle Indie. Nel

GOMARIZ, JOSÉ, “Gertrudis Gómez de Avellaneda y la intelectualidad reformista cubana. Raza, Blanqueamiento e Identidad Cultural en Sab”, Red de Revistas cientificas de América Latina, 2009, pp. 97-118.

JESÚS MORGADO, ARTURO, “El Mercado de esclavos en el Cádiz de la Edad Moderna” (1650-1750), Tiempos Modernos, revista eletrónica de Historia Moderna, 2009, pp. 1-25.

MAHMOUD AMIN, GIHANE, “Sab y la novela antiesclavista”, (textos sin fronteras. Literatura y sociedad), 2, ed. H. Awaad y M. Insúa, Pamplona, Ediciones digitales del Griso, universidad de el Cairo, 2010, pp. 104-116.

PIQUERAS, JOSÉ ANTONIO, “Censos Lato Sensu, la abolición de la esclavitud y el numero de esclavos en Cuba”, Revista de Indias, 2011, pp. 193-230.

ZEUSKE, MICHAEL, “Estructura e identidad en la “segunda esclavitud”: el caso cubano” 1800-1940, Historia Crítica, 2003, pp. 1-12.

Dizionario

REAL ACADEMIA ESPAÑOLA, Diccionario de la Lengua Española, Madrid, 20a, 1984.

WEHMEIER, SALLY, Oxford Advanced Learner’s Dictionary, ed. 7thedition, Colin Mclntosh.

ACCORNERO, LOREDANA, Nuovo Dizionario, Italiano Inglese Italiano, De Agostini, 2004.

Filmografia.

12 Anni Schiavo, diretto da Steve Mcqueen, 2013.

Sitografia

www.google.it.

www.treccani.it/enciclopedia/.

www.britannica.com.

100