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La salute, definita nella Costituzione dell'OMS, come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia" Quindi non solo sensazione soggettiva di benessere fisico e psichico ma anche la capacità misurabile dell’organismo di mantenere la sua composizione. Omeostasi: La capacità di un organismo di mantenere costanti i propri costituenti sia sotto l’aspetto costitutivo sia funzionale. Piccole variazioni intervengono continuamente e le reazioni omeostatiche dell’organismo intervengono a per ripristinare la condizione originaria. Esempio sono equilibrio idrico-salino, acido-base (corsa acidi nel sangue sistema tampone), temperatura corporea. La malattia è una condizione che altera uno o più organi e turba la condizione omeostatica originaria ed induce uno stato di reattività dell’intero organismo. Quindi la malattia è una reazione dell’organismo agli effetti dannosi esercitati da agenti eziologici. La malattia evolve in uno dei seguenti modi: - Guarigione: eliminazione della causa che ha indotto la malattia e ritorno alla condizione di normalità; - Cronicizzazione: la causa non viene eliminata, si instaura una condizione di equilibrio diversa tra la capacità reattiva dell’individuo ed aggressività della causa che rende la malattia persistente; - Morte, si verifica quando la reazione dell’organismo diventa insufficiente a controbattere tutti gli effetti dannosi provocati dall’agente patogeno. Eziologia: lo studio delle cause di una malattia Patogenesi: i meccanismi responsabili della comparsa delle malattie innescati dagli agenti eziologici. Malattie infettive Contagio: il contato tra microorganismi e un organismo pluricellulare. Infezione: moltiplicazione dei microorganismi nell’ospite. L’uomo è circondato da un ambiente sterile (cioè senza microorganismi) soltanto durante lo sviluppo intrauterino, dalla nascita in poi è in contatto continuo con microorganismi, la maggior parte dei quali non

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Page 1:  · Web viewDal focolaio iniziale di replicazione i batteri possono penetrare nel sangue dove in genere si moltiplicano con difficoltà (setticemia). Dal sangue vengono trasportati

La salute, definita nella Costituzione dell'OMS, come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia"

Quindi non solo sensazione soggettiva di benessere fisico e psichico ma anche la capacità misurabile dell’organismo di mantenere la sua composizione.

Omeostasi: La capacità di un organismo di mantenere costanti i propri costituenti sia sotto l’aspetto costitutivo sia funzionale.

Piccole variazioni intervengono continuamente e le reazioni omeostatiche dell’organismo intervengono a per ripristinare la condizione originaria. Esempio sono equilibrio idrico-salino, acido-base (corsa acidi nel sangue sistema tampone), temperatura corporea.

La malattia è una condizione che altera uno o più organi e turba la condizione omeostatica originaria ed induce uno stato di reattività dell’intero organismo. Quindi la malattia è una reazione dell’organismo agli effetti dannosi esercitati da agenti eziologici. La malattia evolve in uno dei seguenti modi:

- Guarigione: eliminazione della causa che ha indotto la malattia e ritorno alla condizione di normalità;

- Cronicizzazione: la causa non viene eliminata, si instaura una condizione di equilibrio diversa tra la capacità reattiva dell’individuo ed aggressività della causa che rende la malattia persistente;

- Morte, si verifica quando la reazione dell’organismo diventa insufficiente a controbattere tutti gli effetti dannosi provocati dall’agente patogeno.

Eziologia: lo studio delle cause di una malattia

Patogenesi: i meccanismi responsabili della comparsa delle malattie innescati dagli agenti eziologici.

Malattie infettive

Contagio: il contato tra microorganismi e un organismo pluricellulare.

Infezione: moltiplicazione dei microorganismi nell’ospite.

L’uomo è circondato da un ambiente sterile (cioè senza microorganismi) soltanto durante lo sviluppo intrauterino, dalla nascita in poi è in contatto continuo con microorganismi, la maggior parte dei quali non patogeni. Mutualismo e commensalismo: flora saprofitica di cute, cavo orale, apparato respiratorio, intestino, vagina).

Microorganismi patogeni sono quelli che avvenuta l’infezione causano patologie e malattie infettive. Per riuscire in questa impresa i microorganismi patogeni devono superare barriere dell’ospite (virulenza). La resistenza (determinata Geneticamente e varia da soggeto a soggetto), è importante per il soggetto stesso e per la collettività di cui egli è parte.

La recettività è determinata da fattori quali:

- Razza- Età- Tare patologiche- Condizioni immunologiche - Traumi (vedi tetano)

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- Condizioni igieniche ambientali scadenti- Affaticamento e sovraffaticamento- Attività professionale ( manifestazioni carbonchiose nei conciatori contatto diretto con animali

infetti, anchilostomiasi dei minatori causata da nematodi)

Epidemia: quando il numero dei soggetti che si ammalano in una popolazione aumenta rispetto alla normale percentuale di persone che si ammalano di quella malattia.

Di solito il contagio avviene per contatto tra un soggetto ammalato con sintomatologia in atto (portatore sano con infezione in apparente, portatore convalescente che sta ancora eliminando i microorganismi). Il contagio può essere diretto, o indiretto, cioè mediato da indumenti o altri materiali sui quali i batteri possono sopravvivere per un certo tempo. Oppure i batteri sono veicolati da insetti, come le mosche. Alcuni microorganismi compiono alcune fasi del loro ciclo vitale all’interno di un animale in cui si riproducono e passano il tempo tra un’epidemia e un’altra, oppure sfruttano il loro movimento per essere trasportati in una zona indenne. I batteri muoiono all’esterno a meno che non trovino sostanze organiche da utilizzare per sopravvivere (sporcizia).

I batteri penetrano nell’org attraverso varie vie di ingresso e in questi siti possono colonizzare, cioè iniziare a replicarsi. Perché questa replicazione determini un’infezione alla quale segue la malattia devono essersi introdotti in numero sufficiente (carica microbica morbigena). Per poter sopraffare le difese dell’ospite deve trascorrere il periodo di incubazione che segna (il periodo tra inizio attività microbica nell’organismo e prima manifestazione dei sintomi clinici). Dal focolaio iniziale di replicazione i batteri possono penetrare nel sangue dove in genere si moltiplicano con difficoltà (setticemia). Dal sangue vengono trasportati in tutto l’organismo ma colonizzano solo organi specifici.

La nutrizione come causa di malattia

Un eccesso di alimenti porta all’aumento del pannicolo adiposo, poi può causare alterazioni anche gravi di organi interni e alterazioni metaboliche. Deficenze alimentari portano ad atrofia in molti organi: l’effetto della fame si fa dapprima sentire sul tessuto adiposo che si depaupera di trigliceridi, poi si verifica un’atrofia del tessuto linfatico, in parte responsabile della diminuita resistenza alle infezioni. Poi si determina un’atrofia del tessuto muscolare. Anche malnutrizione cioè non bilanciata assunzione di tutti i nutrienti necessari (es. vitamine) può favorire la suscettibilità alle malattie.

Un meccanismo comune e localizzato di difesa da un’infezione è l’infiammazione che avviene a livello della ferita. Un meccanismo di difesa sistemico (di tutto l’organismo) è la febbre.

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La profilassi delle malattie infettive

È l’insieme dei provvedimenti necessari per evitare o limitare il diffondersi delle malattie infettive in genere (profilassi generale) come una campagna di prevenzione che promuove sane abitudini di vita; o di una determinata malattia infettiva (profilassi specifica). L’elemento base è la vaccinazione, particolarmente praticata nella prima infanzia. Le vaccinazioni possono o diminuire la diffusione di una malattia infettiva o addirittura impedire il suo manifestarsi (vaiolo). Jenner fece ricorso per primo a questo metodo profilattico inoculando a un bimbo il pus del vaiolo vaccino, donde il nome di vaccinazione.

MALATTIA La tubercolosi o tisi o poriformalicosi, in sigla TBC, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch (Robert Koch è infatti il colui che isolò il batterio che causa la tubercolosi il 24 marzo 1882, per questo ricevette il Premio Nobel per la medicina nel 1905 per questa scoperta)

ORGANO COLPITO La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo.

COME SI TRASMETTE Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse.

COME SI CURA OGGI Il trattamento è difficile e richiede l'assunzione di antibiotici multipli per lungo tempo. La resistenza agli antibiotici è un problema crescente nell'affrontare la malattia.

PREVENZIONE La prevenzione si basa su programmi di screening e di vaccinazione con il bacillo di Calmette-Guérin.

VITTIME OGGI Si ritiene che un terzo della popolazione mondiale sia stata infettata con M. tuberculosis,[3][4] e nuove infezioni avvengono ad un ritmo di circa una al secondo.[3] Nel 2007 vi erano circa 13,7 milioni di casi cronici attivi[5] e nel 2010 8,8 milioni di nuovi casi e 1,45 milioni di decessi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.[6] Il numero assoluto di casi di tubercolosi è in calo dal 2006 e di nuovi casi dal 2002.[6] Inoltre, le popolazioni dei paesi in via di sviluppo contraggono la tubercolosi più facilmente, poiché hanno spesso un sistema immunitario più compromesso a causa degli alti tassi di AIDS.[7] La distribuzione della tubercolosi non è uniforme in tutto il mondo, circa l'80% della popolazione residente in molti paesi asiatici e africani risultano positivi nei test alla tubercolina, mentre solo il 5-10% della popolazione degli Stati Uniti è affetta.[1]

VITTIME DEL PASSATO La tubercolosi, o "consunzione" come veniva comunemente chiamata, causò la maggior preoccupazione pubblica nel XIX e inizi del XX secolo come malattia endemica del ceto povero. Nel 1815, una morte su quattro in Inghilterra era causata dalla consunzione. Durante la rivoluzione industriale Lo

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spostamento dei contadini dalle campagne alle grandi città alla ricerca di lavoro fece sì che attorno alle fabbriche nascessero veri e propri quartieri operai malsani e sovraffollati dove le condizioni di igiene erano precarie e la densità abitativa favoriva il diffondersi di malattie epidemiche come la tubercolosi, il tifo e il vaiolo. entro il 1918 una morte su sei in Francia era ancora causata dalla TBC. Nel XX secolo la tubercolosi ha ucciso circa 100 milioni di persone.[27] Dopo la certezza nel 1880 che la malattia era contagiosa, la TBC venne resa in Gran Bretagna una malattia "con obbligo di notifica", cioè una malattia che deve essere portata a conoscenza delle autorità competenti; vennero diffuse campagne contro lo sputare in luoghi pubblici, e gli infetti vennero "incoraggiati" a entrare in sanatori che ricordavano prigioni; i sanatori per le classi medio-alte offrivano eccellenti cure e una costante osservazione medica.[21] Qualunque fossero i supposti benefici dell'aria fresca e del lavoro manuale nei sanatori, persino sotto le migliori condizioni, il 50% delle persone entrate morirono entro cinque anni (1916).[21]Particolarmente diffusa a fine ‘800 in Liguria, Puglia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Lombradia, Veneto nei quartieri operai.

MALATTIA Il tetano (dal greco tétanos = tensione, rigidezza delle membra) è una malattia infettiva acuta causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium tetani, che genera spore molto resistenti.

Venne descritta per la prima volta da Ippocrate di Coo: già ai suoi tempi era molto conosciuta come "il flagello delle partorienti", e d'altronde la parola tetano deriva proprio dal greco τέτανος ("contrattura"). Nel 1884, due ricercatori patologi italiani, Antonio Carle e Giorgio Rattone, scoprirono l'origine infettiva della malattia. Poco dopo, in Germania, il medico Arthur Nicolaier scoprì il batterio.

COME SI TRASMETTE Serbatoio dell’infezione sono gli animali erbivori, specialmente il cavall, nel cui intestino il batterio si trova come ospite abituale: le spore vengono eliminate con le feci, contaminando il terreno e tutti gli oggetti che vengono in contatto con esso. Ci si infetta in caso di lesioni cutanee, anche lievi, provocate da oggetti contaminati.

ORGANO COLPITO La spora passa alla forma vegetativa e rimane localizzata nella sede di ingresso, dove produce una tossina molto potente che va a legarsi ai neuroni del midollo spinale e ai motoneuroni del tronco encefalico, inibendo le sinapsi che regolano il

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movimento. Si manifesta quindi la contrazione continuia di tutti i muscoli (paralisi spastica) anche dei muscoli respiratori, cui segue, nella maggior parte dei casi, la morte.

COME SI CURA OGGI Con il siero antitetanicoPREVENZIONE Attualmente il tetano è molto raro, sia perché la

vaccinazione è obbligatoria.VITTIME OGGI Nel mondo è stato registrato circa 1 milione di casi

per anno, con una mortalità del 45%. La massima incidenza si ha nei paesi in via di sviluppo dove, a causa delle scarse misure igieniche, è tra le cause più frequenti di morte nel primo anno di vita ("classica" morte al 7º giorno); il tetano neonatale è sovente causato dal taglio del cordone ombelicale con uno strumento contaminato. In Italia vengono registrati pochissimi casi.

VITTIME DEL PASSATO La vaccinoprofilassi antitetanica è diventata obbligatoria per tutti i nuovi nati con la legge n. 419 del 20 marzo 1968.

MALATTIA Colera dal greco choléra (cholé= bile collera)

Malattia infettiva acuta, causata da un vibrione (il batterio Vibrio cholerae asiaticae). Nella diffusione sono importanti i portatori, individui sani o guariti che ospitano nel loro intestino, e quindi eliminano, i vibrioni per mesi e anni. I vibrioni ingeriti raggiungono l’intestino dopo aver attraversato lo stomaco. Pervenuti nell’intestino, provocano una grave enterite desquamativa, con imponente

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diarrea (scariche liquide, scolorate, con fiocchi bianco-giallastri di muco), causa di grave disidratazione fino al collasso, talora mortale. Identificato per la prima volta nel 1835 dall'anatomista italiano Filippo Pacini; Il primo vero passo avanti nel controllo del colera si fece, infatti, in Inghilterra nel 1854, quando il medico J. Snow dimostrò che il diffondersi dell'epidemia in un quartiere periferico di Londra era dovuto all'inquinamento dell'acqua di un'unica pompa.

COME SI TRASMETTE I bacilli si trovano sempre nelle feci dei colerosi, le quali costituiscono così la principale fonte d’infezione diretta o indiretta. Nella diffusione del c. sono importanti i cosiddetti portatori di vibrioni, individui sani o guariti dal c., che ospitano nel loro intestino, e quindi eliminano, i vibrioni anche per mesi e anni. Questo è un bacillo che si sviluppava nelle acque di scarico, propagandosi poi nei cibi e nell'acqua che si beveva, specie in passato (oppure ancora oggi nei paesi più poveri) poiché tutti gli scarichi, sparsi nel centro delle strade dai cittadini, finivano anche nei corsi d'acqua naturali o nelle falde acquifere.

ORGANO COLPITO I vibrioni ingeriti raggiungono l’intestino dopo aver attraversato lo stomaco. Pervenuti nell’intestino, i vibrioni provocano una grave enterite desquamativa, con imponente diarrea, causa di grave disidratazione e collasso talora mortale. Il vibrione raggiunge per via canalicolare l'interno dell'intestino, dove produce una esotossina di natura proteica, termolabile, che agisce sulle cellule delle mucose attivando l'adenilciclasi (enzima che trasforma l'adenosintrifosfato in adenosinmonofosfato ciclico) e determinando un aumento della permeabilità e del trasporto degli elettroliti, con conseguenti notevoli perdite, per via enterica, di acqua e ioni inorganici.

COME SI CURA OGGI La cura mira a ristabilire l’equilibrio idro-elettrolitico (fleboclisi di soluzione fisiologica, somministrazione orale di sufficienti quantità di sodio), a combattere l’infezione (chemioterapia o antibioticoterapia), e a sostenere le condizioni cardiocircolatorie. Il colera è una delle malattie 'quarantenarie', per le quali vi è obbligo d'isolamento coercitivo in ospedale e di denuncia internazionale.

PREVENZIONE La profilassi richiede l’attuazione di rigorose norme individuali e generali: pulizia personale e degli abitati, scrupolosa igiene alimentare, controlli microbiologici nelle acque potabili e sui corsi d’acqua, individuazione e isolamento dei portatori del vibrione, lotta contro le mosche ecc. Assai efficiente è la profilassi vaccinica che induce immunità per oltre sei mesi, già dopo una

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settimana.VITTIME OGGI (poco più dell’1%). L’Africa è il continente dove

l’incidenza colerica è la più elevata del mondo, non per la particolare virulenza dell’agente patogeno ma per il sottosviluppo economico e sanitario. Il c. è diffuso anche nei paesi del Sud-Est asiatico e in alcune zone dell’America Latina. (principalmente in India e Bangladesh)

VITTIME DEL PASSATO in passato è giunta a superare la percentuale del 50% si è poi progressivamente ridotta. Prima era abbastanza localizzato in India, poi senza alcuna spiegazione plausibile se non l'intensificarsi dei traffici commerciali, all'inizio del 19° secolo il morbo cominciò a viaggiare. Le epidemie si susseguirono sino alla fine del secolo, toccando Asia, Europa, Africa, America del Nord del Sud. Un calcolo preciso delle vittime è difficile e azzardato: si stima che nel secolo scorso siano morte di colera milioni di persone; secondo alcuni, dai trenta ai quaranta milioni. Nel 1826, una nuova pandemia si diffuse con violenza in Cina e Russia, sconvolgendo Mosca nel 1830. Passò poi per Varsavia, Vienna, Berlino, Amburgo, Londra, e all'inizio del 1832 sbarcò sulle coste settentrionali della Francia, dove fece almeno 103.000 vittime, di cui 20.000 nella sola Parigi. L'anno successivo raggiunse Stati Uniti, Canada, Messico e Cuba, nel 1834 Spagna e Portogallo, nel 1835 l'Italia, e in particolare Genova e Torino. Una terza pandemia, che durò una quindicina di anni, partì nel 1841, sempre dall'India, arrivò a Costantinopoli e da qui si diffuse a San Pietroburgo e successivamente nel resto dell'Europa. Nel 1849 le vittime in Francia furono 100.000, nel 1854 furono 145.000. Nello stesso anno il colera si propagò in Italia, prima a Genova e in Piemonte, poi a Napoli dove fece 15.000 morti, mentre a Messina le vittime furono 20.000. Le pandemie si susseguirono, una più violenta dell'altra. La pandemia sviluppatasi tra il 1882 e il 1893. Bisognò attendere L. Pasteur, con la messa a punto della teoria dei germi e la conseguente rivoluzione batteriologica.

MALATTIA

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Infezione causata da protozoi (sono un raggruppamento di protisti, organismi unicellulari, eucarioti, eterotrofi) appartenenti al genere Plasmodium parassiti endocellulari.C.-L.-A. Laveran che, nel 1880, scoprì nei globuli rossi dei malati di febbri intermittenti il parassita che era causa dell’infezione. Si devono a E. Marchiafava e A. Celli (1883) la conferma della scoperta

COME SI TRASMETTE I plasmodi della m. hanno due cicli di sviluppo, uno asessuale (i protagonisti sono gli sporozioiti) che si svolge nell’uomo e l’altro sessuale che si svolge nelle zanzare anofeli. La malaria viene trasmessa dagli anofeli, che con la puntura inoculano gli sporozoiti contenuti nelle loro ghiandole salivari.

ORGANO COLPITO Immessi in circolo, gli sporozoiti giungono col sangue al fegato, nelle cui cellule avviene si moltiplicano. Questi vengono liberati nel sangue dove invadono i globuli rossi dando origine a fenomeni morbosi. Una parte dei parassiti liberati nel sangue può ritornare nelle cellule del fegato, sfuggendo all’azione dei farmaci, e permangono nell’organismo e causano le recidive. Intanto nel sangue gli sporozioiti continuano a moltiplicarsi e invadono altri globuli rossi, per cui il numero dei parassiti nel sangue si accresce fino a dar luogo all’attacco febbrile in corrispondenza di ogni nuova generazione di parassiti liberati. Non tutti i parassiti degli eritrociti si moltiplicano: parte di essi dà origine agli elementi gametociti maschili e femminili. I gametociti succhiati col sangue dalle zanzare, giunti nel loro stomaco, si trasformano in gameti, si uniscono, formano un nuovo individuo che migra attraverso l’emolinfa della zanzara alle ghiandole salivari, qui si fissa in attesa di essere inoculato in un altro uomo.

L’attacco febbrile ha inizio con brividi intensi di

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freddo che durano circa un’ora, la temperatura si eleva rapidamente, può raggiungere 40-41 °C e si mantiene alta più o meno a lungo secondo la specie del parassita che determina l’infezione. Nella terzana maligna, a differenza degli altri tipi di infezione malarica, la riproduzione dei parassiti è spesso illimitata e il loro accumulo nei vasi degli organi interni è causa di alterazioni che ne compromettono la funzione. I capillari cerebrali rimangono occlusi dai parassiti e, nei casi mortali, la sostanza grigia del cervello è cosparsa di emorragie puntiformi.

COME SI CURA OGGI Difficoltà perché il Plasmodium ha sviluppato resistenza a taluni farmaci. Il chinino rimane il farmaco impiegato o nella m. perniciosa o nelle forme resistenti a tutti gli altri farmaci.

PREVENZIONE campagne di sensibilizzazione e ai nuovi rimedi introdotti, come le zanzariere trattate con insetticidi (che hanno ridotto del 50% il rischio di contagio) e una terapia combinata basata sull’artemisina (ACT).

VITTIME OGGI Circa il 48% della popolazione mondiale vive in aree di endemia malarica. i conflitti verificatisi negli ultimi decenni in molti paesi in via di sviluppo, le migrazioni e gli spostamenti delle popolazioni hanno determinato ulteriori difficoltà nel controllo della malattia. Nei paesi industrializzati si assiste a un aumento di casi d’importazione e alla comparsa del rischio di un contagio trasfusionale e fra i tossicodipendenti di una m. ‘da siringa’, legati all’arrivo di portatori in territori indenni dalla malattia. L’Africa rappresenta uno dei maggiori serbatoi di malattia.Nel 2005 l’UNICEF e l’OMS hanno pubblicato il primo rapporto sulla m. nel mondo: risultavano ancora colpiti ogni anno da 350 a 500 milioni di persone, con un milione circa di morti, soprattutto fra i bambini

VITTIME DEL PASSATO In Italia dai 4085 morti nel 1922 si era passati ai 3588 nel 1925. Le bonifiche delle paludi vadesi e degli acquitrini costieri avevano portato a una drastica riduzione dei focolai, ma non alla completa scomparsa della malaria, che era stata ormai debellata in tutta l’Europa civilizzata, ma in Italia la bonifica doveva ancora essere completata

MALATTIA VaioloMalattia infettiva, virale, caratterizzata da un’eruzione cutanea di pustole, vescicole e bolle.

Un nuovo capitolo della lotta al v. è rappresentato dalla vaccinazione antivaiolosa messa a punto da E. Jenner, in base ai suoi studi sulla relazione tra la malattia che colpiva le vacche (cowpox) e il v. che colpiva gli uomini.

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COME SI TRASMETTE Il contagio avviene per contatto direttoORGANO COLPITO ha un periodo di incubazione di 1÷2 settimane,

durante il quale il virus si moltiplica nei linfonodi, nel midollo osseo, nella milza, nel fegato e nei reni. Il virus si replica nel citoplasma delle cellule infette: ciò impedisce alle cellule di sintetizzare le proteine per il loro normale funzionamento, portandole alla morte. Il virus produce, inoltre, anche proteine che attaccano le cellule del sistema immunitario, distruggendole.

COME SI CURA OGGIPREVENZIONEVITTIME OGGI Grazie agli sforzi compiuti dall’Organizzazione

mondiale della sanità, è stato eradicato. Una campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità, durata più di 10 anni, sembra oggi aver eradicato definitivamente la malattia: l’ultimo caso segnalato è del 1977 in Somalia.

VITTIME DEL PASSATO Il v. è stato uno dei morbi più devastanti nella storia dell’uomo (in circa 13 secoli ha ucciso più di un miliardo di persone, per lo più bambini in tenera età). Il v. e alcuni metodi per combatterlo sono descritti in testi medici sanscriti e la sua presenza nel subcontinente indiano sembra accertata da alcune migliaia di anni.

Nel 1518 la malattia fece la sua prima comparsa nel Nuovo mondo fra gli abitanti dell’isola di Hispaniola, portata forse da alcuni schiavi africani arrivati al seguito degli Spagnoli. Nel 1520 l’epidemia scoppiò in Messico con l’arrivo delle truppe spagnole di Pánfilo de Narváez. La metà degli abitanti aztechi di Tenochtitlán (od. Città di Messico) morì di v. durante l’assedio degli Spagnoli, che nel 1521 riuscirono a conquistare la città stremata dall’epidemia con un esiguo contingente di armati.Dal Seicento il v. colpì ripetutamente tutti i paesi del mondo abitato. La malattia diventò endemica, uccidendo periodicamente centinaia di migliaia di persone. In circa due secoli si stima che il v. abbia colpito all’incirca l’80% dell’intera popolazione europea, con una mortalità variabile dal 20 al 40%.

La Norvegia per prima rese obbligatoria la vaccinazione nel 1810, seguita da Svezia, Inghilterra, Danimarca, Germania. La lotta contro il v. in tutto il Novecento è stata sempre più efficace. Nel 1967, tuttavia, la malattia era ancora endemica in 33 paesi con quasi 15 milioni di ammalati ogni anno.

MALATTIA Malattia causata da carenza alimentare di acido nicotinico (o vitamina PP) e di triptofano, caratterizzata da disturbi a carico dell’apparato

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digerente, da disturbi nervosi e psichici, e soprattutto da lesioni cutanee.

COME SI TRASMETTE ORGANO COLPITO L’eritema pellagroso è rappresentato da un rossore

cupo della cute delle parti scoperte: del volto (maschera pellagrosa), del collo (collare pellagroso) e soprattutto del dorso delle mani e dell’avambraccio (guanto pellagroso); per la sua insorgenza ha grande importanza l’azione della luce solare.

COME SI CURA OGGI Alimentazione corretta, vitamina sintetica.PREVENZIONE Corretta alimentazioneVITTIME OGGI La pellagra umana è però oggi rara in Italia nella

forma di carenza primaria del fattore specifico o dei suoi vettori. Parte del fabbisogno di vitamina PP è coperto anche nell'uomo dall'attività sintetizzatrice della flora batterica intestinale. Anche le perturbazioni qualitative e quantitative della flora intestinale possono essere causa d'ipovitaminosi.

VITTIME DEL PASSATO fino all’inizio del 20° sec. la p. era molto diffusa, in Italia, specialmente tra le popolazioni povere di alcune regioni (Veneto, Lombardia) la cui alimentazione era a base di mais, nel quale l’acido nicotinico ha bassa biodisponibilità e il triptofano (parzialmente convertibile in acido nicotinico) è scarso.

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APPROFONDIMENTO: malattie nell’800 in Italia

Vi è una notevole differenza tra il nord e il sud del Paese, per cui il picco di mortalità raggiunge punte massime nell’Italia settentrionale nel periodo invernale, a causa di malattie alle vie respiratorie (es. Zona del Bergamasco: La malaria era presente nella pianura meridionale dove vi erano le risaie, alcuni terreni stagnanti e prati a marcita in cui si coltivavano il lino e la canapa. Anche la pellagra affliggeva la popolazione per tutta la prima metà dell'Ottocento nel Bergamasco furono le malattie polmonarie le gastrointestinali; accanto ad esse vi furono la pellagra, la sifilide e il vaiolo); nell’Italia meridionale in estate, quando le temperature elevate provocano un più rapido deterioramento del cibo e quindi maggiore incidenza di malattie dell’apparato digerente.

La mortalità è più alta, comunque nelle regioni del Sud, ma se si prendono in esame i dati sulla mortalità infantile la situazione cambia e le regioni più colpite diventano Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

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La ragione di questa contraddizione va ricercata in una concomitanza di diversi fattori, tra cui quello climatico, come già detto, svolge un ruolo determinante, tant’è che in generale, nelle regioni settentrionali, il picco di mortalità infantile si ha in febbraio, quando il freddo pungente facilita l’insorgere di malattie respiratorie, tanto più deleterie per dei bambini piccoli.Dal 1861 al 1870 per ogni mille bambini nati vivi se ne hanno ben 224 morti entro il primo anno di vita, scesi a 214 nel periodo 1871- 1880.

Dopo il secondo anno di vita, incidono fortemente le malattie infettive: vaiolo, morbillo, scarlattina, difterite sono spesso mortali.

La tubercolosi provocò numerosi decessi ancora ai primi del Novecento.

La malaria è attualmente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa ma presente nelle regioni paludose dell’Italia fino alla metà del XX secolo, cioè fino a quando non si è proceduto alla bonifica dei terreni con acqua stagnante.

PER MERCOLEDI PROSSIMO 19/02/14!

1) VAI SU ctsfano.it ; pagina supporto e scrivi la tua mail2) Vai su ctsfano.it / area alunni /materiali didattici e collegati alle 2 presentazioni3) Studia le presentazioni4) Inserisci dei contenuti aggiuntivi a tuo piacere (notizie sulle malattie che già ci sono, immagini, o

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