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(Pio IX agli Scrittori della Croce Pisana • i, Benedico tutti gli associati alla CROCE PTSANA coraggio . . . ! 1.1:0Ni, . XIII al Direvare (16 Ottobre 1881 ;11 a, e ti e Il NOTE POLITICHE La discussione sulle mozioni intorno alla politica estera si chiudeva sabato alla Camera dopo avere occupato tre lunghe sedute, nelle quali erano state rivolte al povero Mancini le più gravi accuse condite coll'amara ironia e col sarcasmo, e- dopo 'fiacchissime difese della politica ministeriale. Pure il volpone di Stradella, mentre pareva certo il naufragio del collega ministro degli esteri, giunse a tempo a salvarlo, e dichiarando di dividerne la responsabilità procurò alla sua poli- tica. l' importante maggioranza di 91. voti. «,‹ La politica però dell' on. Mancini rimase sotto il peso delle accuse gra- vissime, e del a funesta realtà de' suoi errori e de' suoi pericoli, senza che alcuna voce autorevole si levasse a ne- gare i primi e a dimostrare insussi- stenti i secondi. Così de' maggiori interessi del paese si fa questione di politica ministeriale e colla semplice minaccia di crisi. tutto si fa "passare alla Camera; le viste del ministero dominando in tal modo la situazione che nella Camera ,non v' è più ragione di discutere, ma solo inte resse di votare e di votare solamente per dire se si è amici o nemici del De- pretis, o se si vuol farlo cadere. Pos- sono andar bene così gli interessi della nazione? La Camera è passata in seguito a discutere il progetto di legge per la marina mercantile, terminato il quale venne subito annunziata un'interroga- zione dell'on. Bertani per sapere quali sieno le attuali condizioni politiche del- l' Atfrica mediterranea che agitano la pubblica opinione. Vedremo se, e come il Mancini risponderà a questa doman- da che versa sopra una parte difficile e delicata della politica attuale e che risolleva la discussione sulla politica estera portandola sopra un terreno an- che più scabroso. LA CREMAZIONE Intorno a questo argomento or- mai palpitante di vera sebbene funerea attualM, leggemmo sul- l'ottima Unione. un importante articolo che ci piace di qui ri- produrre perchè pieno di giustis- sime e sagge considerazioni. Es- so è il seguente: Nel farci l'eco del rumore che eleva il liberalismo accoppiato alla Massone- ria per la costituzione anche in Bolo- gna di una società per la cremazione dei cadaveri, non potemmo a meno di dire in cronaca qualche parola di do- verosa avversione per parte nostra a questo nuovo atto intimamente mas- sonico ed essenzialmente anticristiano. Noi torniamo sopra a questo disgu- stoso argomento e più di proposito ne parliamo, perché è dover nostro fare e dire tutto ciò che é in nostro potere per mettere sull'avviso la buona fede o la volgare ignoranza di uomini dab- bene e di credenti cristiani , alinché non restino ingannati e sedotti da que- sta novella arte volpina, con cui l'eter- na nemica della Chiesa e della società, del Papato e del Cristianesimo, tenta di sradicare ognora più di mezzo alle popolazioni cristiane ogni costumanza cattolica. per indi colpire più diretta- mente e più efficacemente la convin- zione e la sommessione dei popoli ai dogmi fondamentali della cattolica fede. Anzitutto è palese, evidente, innega- bile che tutta questa mania di cremare i cadaveri é nata, è venuta ed é ali- mentata e suscitata direttamente ed u- nicamente dalla Massoneria. È inutile negarlo, come é inutile non volerlo credere: la cremazione è opera esclu- sivamente massonica, ed è un esplica- mento graduato e logico del sistema anticristiano, che la massoneria adotta e segue per distrugrre, se sia possi- bile, il Cristianesimo nel mondo e con esso il regno di Cristo sulla terra. Es- sa fa parte di quel sistema di trasfor- mazione d' ogni pratica religiosa deter- minata dal Cristianesimo, per renderla al tutto mondana e terrena, o come dicesi oggidì, civile e laica, Quello che si è fatto 'per riguardo) al sacramento del matrimonio che lo si è sconsacrato col così detto matri- monio civile, ciò che si è fatto per tante altre cose, ora si . tenta di fare per rispetto alla sepoltura ecclesiastica dei cadaveri. Da prima coi funerali ci- vili si é tolta la croce e si è tolto il prete dai mesti riti con cui la Chiesa accompagna i suoi figli anche dopo la mgrte: adesso si tenta addirittura col- la cremazione di distruggere la reli- gione dei sepolcri e dei cimiteri, reli- gione che tanto tocca e commuove le intime latebre del cuore umano. E spenta che sia, od almeno affievo- lita, questa religione del sepolcro , la Massoneria mira di proposito ad affie- volire e quindi a spengere nei popoli cristiani la credenza nella immortalità dell' anima e nell' altro dogma del no- stro simbolo di fede, che é la resurre- zione della carne. Badino certi ingenui cattolici, troppo facili a Vedere secon- di fini e nascosti disegni più nei loro fratelli che nei loro avversari, che que- sta non é una esagerazione, né una ma- lignità, nè un sospetto infondato: é pur troppo una patente ed innegabile veri- tà, che riceve luminose prove dai fatti di mano in mano che si estendono que- ste società di cremazione. La religionedel sepolcro vive, si man- tiene e si alimenta all'ombra della cro- ce e al cospetto della tomba. Un pugno di polvere rinserrato in un'elegante umetta non inspira nessun senso di morte, tanto meno suscita un sentimen- to religioso: quell'urna 'può ornare il salone di un elegante dama. come può restare muta ed inavvertita in un an- golo qualsiasi di un orto e di un giar- dino, come il simulacro che racchiude gli avanzi di un cane e di un cavallo. Allora naturalmente la santità del ci- mitero e la santità del sepolcro non ri- svegliano più l' idea che un . anima al- bergò in quel corpo, e che quell'anima vive tuttora jin tun altra sublime re- gione. Credete pure che con ciò la Massoneria ottiene magnificamente il suo intento, poichè col ridurre in po- ca polvere il corpo, sa bene che -sen- sibilinente ripete il tanto proclamato annientamento dell' anima dopo la mor- te dell'uomo. Ed ugualmente dicasi per rispetto al dogma della risurrezione della carne. Non ha pari, dopo la cremazione di un cadavere, un massone di tre cotte e caldo fautore dell'abbrustolimento dei corpi umani, si rivolse ai curiosi che assistevano al rivoltante spettacolo e sclamò ironicamente : vedremo se Cri- sto potrà far resuscitare la carne di costui, che è già ridotta in un pugno di polvere ! Così si lavora dai nemici della nostra fede e del nostro Dio: co- sì si ingannano i semplici e così si ren- dono strumenti di opere nefande e di iniqui intendimenti tanti e tanti, i qua- li non vogliono una buona volta per- suadersi che il male trionfa più per l'involontario concorso dei buoni che pel malvagio operare dei cattivi. Basta vedore d' onde è nata la cre- mazione, basta considerare chi se ne fa promotore e paladino per convincersi tantosto che un cattolico ed un uonio assennato e dabbene deve astenersi dal favorirla e dal promuoverla in qualsia- si guisa. Noi abbiamo tutta la fiducia che il buon senso del popolo bolognese si mostrerà anche in questa circostan- za, e speriamo che in modo particola- re non si formeranno che di nome que' Comitati parrocchiali, con cui la Mas- soneria tenta parodiare associazioni cristiane con Comitati essenzialmente alieni e contrarii allo spirito verace- Men te parrocchiale. E siccome più che le parole valgono i fatti cosi noi crediamo giunto il mo- mento propizio di contrapporre Comi- tati parrocchiali cattolici a Comitati parrocchiali massonici. Dio ci guardi dall' arrogarci il diritto di dare consi- gli od ammaestramenti ai nostri ve- nerandi e rispettabili parrocchi : ma ci permettano almeno di rivolgere loro una rispettosa e fervida preghiera perché nel santo zelo che sì li anima pel bene spirituale e morale delle ani- me al loro Sacerdotale minigtero o alla loro pastorale iollecitudine, 'veggano se come possa valere la istituzione dei Comitati parrocchiali dell'Opera dei Congressi cattolici per paralizzare l'a- zione nefasta dei sedicenti Comitati parrocchiali della Massoneria. Il diavolo è fino e la Massoneria e di una diabo:ica furberia: guardiamoci adunque dai suoi inganni e dai suoi tranelli, STORIA PATRIA J?I SA n I PAP La -voce del supremo . Pastore della Chiesa chiamava di bel nuovo ad alta impresa le armi pisane. E benché que- sta volta l' appello fosse rivolto a tutti i potentati della cristianità, .nondimeno é a credersi che in modo speciale ri- guardasse la nostra Pisa già si famosa per le riportate vittorie sui nemici del nome cristiano. Tutti sanno come sulla piazza di Clermont il 18 novembre 1095 papa Urbano II avente a fianco l'animosa Pietro l' Eremita, e dinanzi a una gran moltitudine di arcivescovi, vescovi, abati, principi e cavalieri, inti- masse a nome di Dio la gran Crociata; e come alla voce del Papa prorompesse universale il grido di guerra: Dio lo vuole! Dio lo vuole! (1) Or tra i ve- nerandi prelati che assistevano al gran concilio, e ricevevano . dal Pontefice il comando di esortare i rispettivi popoli a prender la croce,. impugnar l'acciaro e muover verso la Palestina, eravi senza dubbio il nostro arcivescovo Daiberto, ed è probabile che Urbano a lui desse speciale mandato di chiamare alla guer- ra santa i 1)isani. Dice infatti il Maran- gone: Populus Pisanus, iussu fli papae Urbani 11, in navibus CX ad liberandam Jerusalem (le manibus paganorum. profectus est. = Il Tronci pure asserisce che i pisani p r ubbidire a S. Santità presero parte alla spetti: zione di l'erra Santa, con 120 galere e con altri legni per condurre le vet- tovaglie. E qui non essendo nostro assunto parlare delle glorie dei pisani genere, ma solo delle relazioni che essi ebbero coi papi, tralasceremo di dire delle prodezze dei nostri maggiori in An- tiochia e in Grerusalemme. Basti che la tradizione ci ha tramandato il nome di un Cuce° Ilicuccla e di un Coseelto da Gole, siccome di due valorosi pisani che furono i primi, o almeno (lei pri- mi tra i crociati, a inalberare sulle mura della Città santa il vessillo della croce. Basti cheta memoria della nostra ~4,=-Anzpv; ,- 2~9~, - " -,:n .r;i'4.2 ~Y.',51- 2=5Vrrn555. -~P.P:~ne "~- r ; r ; - >n^r • - " — _

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ANNO XIII.

Abbuonamento postale

AVVERTENZE

Il Giornale si pubblica ogniSabato

Direzione e Amministrazione ViaS. Giuseppe N. 18 - L. lettere nonfrancate si respingono - I manoscrittiancorclie non pubblicati non si resti-tuiscono - Si rende conto deì libri egiornali ritue., si all'Uffizio. se confor-mi allo spirito del periodico.

o

Pisa, 10 Maggio 1 S.

PERIODICO SIirrrElIVIA.NALAE

Nutrì. :20

Abbuonamento postale

PREZZO D' ASSOCIAZIONE

A domicilio in tutta l'Italia —Anno L. 4.60 — Semestre L. 2.3nTrimestre L. 1.15 — All' l'ftizio —Anno L. 4,00 — Semestre L 2.00— Trimestre L. 1.00 — l'er l'Este-ro aumento (li spesa iostale.

--Un numero separato cent. 5

Annunzi ed inserzioni C. 15 per. linea

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aDeus Vos benedicat, dummodo Veritas praecedat, comitetur et sequatur. P. pp. IX.

(Pio IX agli Scrittori della Croce Pisana •i, Benedico tutti gli associati alla CROCE PTSANA coraggio . . . • !

1.1:0Ni,. XIII al Direvare (16 Ottobre 1881

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Il

NOTE POLITICHELa discussione sulle mozioni intorno

alla politica estera si chiudeva sabatoalla Camera dopo avere occupato trelunghe sedute, nelle quali erano staterivolte al povero Mancini le più graviaccuse condite coll'amara ironia e colsarcasmo, e- dopo 'fiacchissime difesedella politica ministeriale.

Pure il volpone di Stradella, mentrepareva certo il naufragio del collegaministro degli esteri, giunse a tempoa salvarlo, e dichiarando di dividernela responsabilità procurò alla sua poli-tica. l' importante maggioranza di 91.voti.

«,‹La politica però dell' on. Mancini

rimase sotto il peso delle accuse gra-vissime, e del a funesta realtà de' suoierrori e de' suoi pericoli, senza chealcuna voce autorevole si levasse a ne-gare i primi e a dimostrare insussi-stenti i secondi.

Così de' maggiori interessi del paesesi fa questione di politica ministerialee colla semplice minaccia di crisi. tuttosi fa "passare alla Camera; le viste delministero dominando in tal modo lasituazione che nella Camera ,non v' èpiù ragione di discutere, ma solo interesse di votare e di votare solamenteper dire se si è amici o nemici del De-pretis, o se si vuol farlo cadere. Pos-sono andar bene così gli interessi dellanazione?

La Camera è passata in seguito adiscutere il progetto di legge per lamarina mercantile, terminato il qualevenne subito annunziata un'interroga-zione dell'on. Bertani per sapere qualisieno le attuali condizioni politiche del-l' Atfrica mediterranea che agitano lapubblica opinione. Vedremo se, e comeil Mancini risponderà a questa doman-da che versa sopra una parte difficilee delicata della politica attuale e cherisolleva la discussione sulla politicaestera portandola sopra un terreno an-che più scabroso.

LA CREMAZIONE

Intorno a questo argomento or-mai palpitante di vera sebbenefunerea attualM, leggemmo sul-l'ottima Unione. un importantearticolo che ci piace di qui ri-produrre perchè pieno di giustis-sime e sagge considerazioni. Es-so è il seguente:

Nel farci l'eco del rumore che elevail liberalismo accoppiato alla Massone-ria per la costituzione anche in Bolo-gna di una società per la cremazionedei cadaveri, non potemmo a meno didire in cronaca qualche parola di do-verosa avversione per parte nostra aquesto nuovo atto intimamente mas-sonico ed essenzialmente anticristiano.

Noi torniamo sopra a questo disgu-stoso argomento e più di proposito neparliamo, perché è dover nostro fare

e dire tutto ciò che é in nostro potereper mettere sull'avviso la buona fedeo la volgare ignoranza di uomini dab-bene e di credenti cristiani , alinchénon restino ingannati e sedotti da que-sta novella arte volpina, con cui l'eter-na nemica della Chiesa e della società,del Papato e del Cristianesimo, tentadi sradicare ognora più di mezzo allepopolazioni cristiane ogni costumanzacattolica. per indi colpire più diretta-mente e più efficacemente la convin-zione e la sommessione dei popoli aidogmi fondamentali della cattolica fede.

Anzitutto è palese, evidente, innega-bile che tutta questa mania di cremarei cadaveri é nata, è venuta ed é ali-mentata e suscitata direttamente ed u-nicamente dalla Massoneria. È inutilenegarlo, come é inutile non volerlocredere: la cremazione è opera esclu-sivamente massonica, ed è un esplica-mento graduato e logico del sistemaanticristiano, che la massoneria adottae segue per distrugrre, se sia possi-bile, il Cristianesimo nel mondo e conesso il regno di Cristo sulla terra. Es-sa fa parte di quel sistema di trasfor-mazione d' ogni pratica religiosa deter-minata dal Cristianesimo, per renderlaal tutto mondana e terrena, o comedicesi oggidì, civile e laica,

Quello che si è fatto 'per riguardo)al sacramento del matrimonio che losi è sconsacrato col così detto matri-monio civile, ciò che si è fatto pertante altre cose, ora si . tenta di fareper rispetto alla sepoltura ecclesiasticadei cadaveri. Da prima coi funerali ci-vili si é tolta la croce e si è tolto ilprete dai mesti riti con cui la Chiesaaccompagna i suoi figli anche dopo lamgrte: adesso si tenta addirittura col-la cremazione di distruggere la reli-gione dei sepolcri e dei cimiteri, reli-gione che tanto tocca e commuove leintime latebre del cuore umano.

E spenta che sia, od almeno affievo-lita, questa religione del sepolcro , laMassoneria mira di proposito ad affie-volire e quindi a spengere nei popolicristiani la credenza nella immortalitàdell' anima e nell' altro dogma del no-stro simbolo di fede, che é la resurre-zione della carne. Badino certi ingenuicattolici, troppo facili a Vedere secon-di fini e nascosti disegni più nei lorofratelli che nei loro avversari, che que-sta non é una esagerazione, né una ma-lignità, nè un sospetto infondato: é purtroppo una patente ed innegabile veri-tà, che riceve luminose prove dai fattidi mano in mano che si estendono que-ste società di cremazione.

La religionedel sepolcro vive, si man-tiene e si alimenta all'ombra della cro-ce e al cospetto della tomba. Un pugno

di polvere rinserrato in un'eleganteumetta non inspira nessun senso dimorte, tanto meno suscita un sentimen-to religioso: quell'urna 'può ornare ilsalone di un elegante dama. come puòrestare muta ed inavvertita in un an-golo qualsiasi di un orto e di un giar-dino, come il simulacro che racchiudegli avanzi di un cane e di un cavallo.Allora naturalmente la santità del ci-mitero e la santità del sepolcro non ri-svegliano più l' idea che un .anima al-bergò in quel corpo, e che quell'animavive tuttora jin tun altra sublime re-gione. Credete pure che con ciò laMassoneria ottiene magnificamente ilsuo intento, poichè col ridurre in po-ca polvere il corpo, sa bene che -sen-sibilinente ripete il tanto proclamatoannientamento dell' anima dopo la mor-te dell'uomo.

Ed ugualmente dicasi per rispetto aldogma della risurrezione della carne.Non ha pari, dopo la cremazione diun cadavere, un massone di tre cottee caldo fautore dell'abbrustolimento deicorpi umani, si rivolse ai curiosi cheassistevano al rivoltante spettacolo esclamò ironicamente : vedremo se Cri-sto potrà far resuscitare la carne dicostui, che è già ridotta in un pugnodi polvere ! Così si lavora dai nemicidella nostra fede e del nostro Dio: co-sì si ingannano i semplici e così si ren-dono strumenti di opere nefande e diiniqui intendimenti tanti e tanti, i qua-li non vogliono una buona volta per-suadersi che il male trionfa più perl'involontario concorso dei buoni chepel malvagio operare dei cattivi.

Basta vedore d' onde è nata la cre-mazione, basta considerare chi se nefa promotore e paladino per convincersitantosto che un cattolico ed un uonioassennato e dabbene deve astenersi dalfavorirla e dal promuoverla in qualsia-si guisa. Noi abbiamo tutta la fiduciache il buon senso del popolo bolognesesi mostrerà anche in questa circostan-za, e speriamo che in modo particola-re non si formeranno che di nome que'Comitati parrocchiali, con cui la Mas-soneria tenta parodiare associazionicristiane con Comitati essenzialmentealieni e contrarii allo spirito verace-Men te parrocchiale.

E siccome più che le parole valgonoi fatti cosi noi crediamo giunto il mo-mento propizio di contrapporre Comi-tati parrocchiali cattolici a Comitatiparrocchiali massonici. Dio ci guardidall' arrogarci il diritto di dare consi-gli od ammaestramenti ai nostri ve-nerandi e rispettabili parrocchi : ma cipermettano almeno di rivolgere lorouna rispettosa e fervida preghieraperché nel santo zelo che sì li anima

pel bene spirituale e morale delle ani-me al loro Sacerdotale minigtero o allaloro pastorale iollecitudine, 'vegganose come possa valere la istituzione deiComitati parrocchiali dell'Opera deiCongressi cattolici per paralizzare l'a-zione nefasta dei sedicenti Comitatiparrocchiali della Massoneria.

Il diavolo è fino e la Massoneria edi una diabo:ica furberia: guardiamociadunque dai suoi inganni e dai suoitranelli,

STORIA PATRIA

J?ISA n I PAP

La -voce del supremo . Pastore dellaChiesa chiamava di bel nuovo ad altaimpresa le armi pisane. E benché que-sta volta l' appello fosse rivolto a tuttii potentati della cristianità, .nondimenoé a credersi che in modo speciale ri-guardasse la nostra Pisa già si famosaper le riportate vittorie sui nemici delnome cristiano. Tutti sanno come làsulla piazza di Clermont il 18 novembre1095 papa Urbano II avente a fiancol'animosa Pietro l' Eremita, e dinanzia una gran moltitudine di arcivescovi,vescovi, abati, principi e cavalieri, inti-masse a nome di Dio la gran Crociata;e come alla voce del Papa prorompesseuniversale il grido di guerra: Dio lovuole! Dio lo vuole! (1) Or tra i ve-nerandi prelati che assistevano al granconcilio, e ricevevano . dal Pontefice ilcomando di esortare i rispettivi popolia prender la croce,. impugnar l'acciaroe muover verso la Palestina, eravi senzadubbio il nostro arcivescovo Daiberto,ed è probabile che Urbano a lui dessespeciale mandato di chiamare alla guer-ra santa i 1)isani. Dice infatti il Maran-gone: Populus Pisanus, iussufli papae Urbani 11, in navibus CXad liberandam Jerusalem (le manibuspaganorum. profectus est. = Il Troncipure asserisce che i pisani p r ubbidirea S. Santità presero parte alla spetti:zione di l'erra Santa, con 120 galeree con altri legni per condurre le vet-tovaglie.

E qui non essendo nostro assuntoparlare delle glorie dei pisani genere,ma solo delle relazioni che essi ebberocoi papi, tralasceremo di dire delleprodezze dei nostri maggiori in An-tiochia e in Grerusalemme. Basti chela tradizione ci ha tramandato il nomedi un Cuce° Ilicuccla e di un Coseeltoda Gole, siccome di due valorosi pisaniche furono i primi, o almeno (lei pri-mi tra i crociati, a inalberare sullemura della Città santa il vessillo dellacroce. Basti cheta memoria della nostra

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Pisa, si perpetuò in quella torre delSion, che anche ai di nostri si chiamala Torre del Risani (2). Basti final-mente che n nostro Daiberto, dopo a-vere accompagnato l'armata in TerraSanta come supremo duce, ebbe l'altoonore di venir nominato da Urbaao, opiù verisimilmente da Pasquale II, Le-gato Apostolico di tutta la Crociata, equindi in un concilio tenuto in Geru-salemme dopo il Natale del 1099 elettoa Patriarca di Gerusalemme. (P. Mat-tei I pag. 186)

Dopo la gloriosa impresa di TerraSanta cui insieme alle altre potenzecristiane fu chiamata dal Papa la pisanaRepubblica, soli diciotto anni trascor-sero, e di nuovo la voce del romanoPontefice chiamava alle armi i padrinostri contro un comune e formidabilenemico. Nazaradeolo co' suoi saracenierasi gagliardamente fortificato nelleisole di Majorica, e Minorica e da esse,come fiera dal suo nascondiglio, uscivaa infestare i mari e fare scorrerie edevastazioni sulle spiagge di Spagna,Provenza ed' Italia. Al vigile custodedella cristianità or dunque noto era ilpericolo sempre maggiore che minac-ciava le cristiane contrade; egli perciònon esitò menomamente a far ricorso allapotenza ed al valore dei pisani. Venne aPisa il Legato ponteficio a perorare lacausa della cristianstà,, ed i pisani elesse-ro subito per ambasciatori al Papa do-dici nobili 'cittadini, dichiarandoli anco-ra capitani dell'armata , ed a supremoduce della spedizione nominarono l'ar-civescovo Pietro Moriconi patrizio pi-sano, 21à, abate camaldolese del mona-stero di S. Michele in Borgo.

Muniti pertanto della benedizione delsemino Pontefice Pasquale II, s'incam-minarono 300 navi pisane alla voltadell' isole suddette, còn grande equipaggio di uomini e cavalli. Varie sini-Stre vicende s' interposero alla magna-nima impresa: ma finalmente dopo circatre anni di travagli, pene, lotte accaniteed ostinati combattimenti, i pisani trion-farono dei nemici il 3 aprile 1117, econdussero seco prigionieri la reginaed il figlio suo, che divenuto posciaCristiano insieme alla madre, fu in se-guito dopo la morte di essa rimandatonel paese nativo a governarlo in nomedella pisana Repubblica (3). L'impresadelle Baleari fu per avventura la piùgloriosa tra le tante che resero famosala nostra Pisa nel medio evo. La me-moria di essa é scolpita in un marinodella chiesa primaziale sopra la portadella navata destra. I combattimentidei pisani in quelle munitissime isolesono ancora memorabili nella storiaper le gigantesche macchine da guerrache essi adoprarono. Quando partironoda Pisa per andare contro i saraceniera per singolare coincidenza un giornodi lieto augurio ; era cio il giorno diS. Sisto, che come già dicemmo, fumolte volte un giorno di fausti avve-nimenti per Pisa.

Pisa salvò la cristianità, dalla imper-versante e minacciosa potenza de' bar-bari mercè l' impresa delle Baleari (4).Ma questa gloria le fu procacciata daun papa. come le precedenti da altripapi. Ecco dunque quanto giovò ainostri maggiori l'esser fedeli ed osse-quenti alla Cattedra di Pietro.

P.(i) barrai Sleria gene.•ale della Chiesa. Epoca

quinta, cap. V, 11. (2) In una fotografia di Gerusa'emmevedesi nomivata quella torre la tour des pisans: è pressoil castello di David e la porta detta di Giaffa. (3) 11Battesimo di Landolfo figlio del re delle Baleari ?t rap-presentato in un bel quadro del nostro duomo. (1) Rai-mondo conte di Barcellona ed altri cavalieri francesifurono alleati dei pisani.

CORRIERE DI ROMA13 Maggio.

Recami a darvi notizie dalla capitaledel mondo cattolico, ma solo notiziedi indole religiosa che soddisfano ilcuore assai più che quelle della freddapolitica dalla quale amo star lungi piùche sia possibile.

Se aveste veduto quale splendidamanifestazione di fede cattolica detteroi buoni romani nei giorni di Mercoledì,Giovedì, e Venerdi scorso alla Basilicadei S. S. XII Apostoli in occasione dellesolenni Quarantore ivi celebrate! Pa-reva che tutti anelassero di risarcirecon amorose dimostrazioni a Gesù Sa-cramentato che si pretese privare deglionori che gli spettano con il noto ukaseprefettizio che proibiva la solenne co-munione in fiocchi.

Il vastissimo tempio era splendida-mente parato, ed una folla immensaprese parte alla solenne processionecantando divotamente le lodi del S. S.Sacramento.

Fiori a profusione ,erano sparsi inChiesa e sotto il portico, donde passòil sacro corteggio al quale per la primavolta presero parte i Terziari France-scani vestiti dell'abito di penitenza econ la candela in mano, accompagnandoil S S. Sacramento che era portatosotto il ricco baldacchino sorretto dainotabili della parro.,.chia vestiti in abito

di etichetta.Fra i terziarii si notavano parecchi

membri del patriziato romano, e fraessi il marchese Vi telleschi il marchesePatrizi, il marchese Serìupi, il conteDe Witten cc. cc.

Assicuratevi che era questo tale spet-tacolo consolante che cavava lacrimedi tenerezza, mentre era per se stessoed i fican tissim o e di gran frutto per tutti.

Ieri sera al Collegio di Propagandaveniva data una di quelle imponentiaccademie poliglotte come non si pos-sono dard altro che a Roma centrodell' orbe cattolico. L' accademia eradata in onore dei Vescovi ed Areivescovi d' Irlanda convenuti in Roma pertrattare degli interessi religiosi delleloro diocesi, ed era dedicata a S. Pa-trizia che venne celebrato quale Apo-stolo e Protettore dell' Irlanda- - -

Nella prima parte oltre a sceltissimamusica nazionale venneto recitata poe-sie in varie lingue dell'Asia e dell' A-frica ed in specie, in Ebraico, Caldaico,Siriaco Armeno, Arabo, Turco, Indo-stano, Tamulico, Giorgiano, Cingalese,Persiano, Curdo, Gallas ec.

Nella seconda parte dopo il bellissimocoro " la carità.„ vennero recitatealtre composizioni in lingue europee,chiudendosi l' accademia coli' inno alS. Cuore, fra i calorosi applausi delnumeroso e'sceltissimo uditorio fra cuinotavansi alcuni Cardinali, oltre a mol-tissimi Arcivescovi e Vescovi, eccle-siastici ed invitati in specie della co-lonia irlandese.

Un'ultima prova della carità, inesau

ribile del Papa e termino. Il S. Padreadunque ha sovvenuto in questi ultimitempi molti Seminari italiani che ver-savano in tristissime condizioni, e moltipoveri monasteri ridotti alla più strettamiseria colla cospicua somma di qua .rantamila lire. Eppoi molti domandanodove vanno i denari del Papa e non vo-gliono dargli il loro obolo!

8.

La morte della Superiora generaledelle Suore di S. Giuseppe

A Bellecombette presso Chamberymoriva non ha guari la R. M. MariaFelicita, Superiora Generale delle Suo-re di S Giuseppe, la cui casa madreè a Chambery. Era nata in Francia nel1815, nel 1830 entrava nel monasterodelle Giuseppine a Chambery ove nel1832 faceva la sua professione religiosa.A soli 28 anni veniva nominata Supe-riora Generale e questa carica tenneper ben 42 anni. t: incredibile la po-tente fecondità del suo superiorato :fece approvare a Roma le nuove Co-stituzioni corrette: moltiplicò le voca-zioni e con esse estese in tutta Europaed in America le fondazioni di nuovecase, cosicchè esse salgono ora ad 83.Il suo patriottismo e la sua carità lefece fare prodigi di valore nel coleradel 1854 e del 1867, mentre nella guer-ra del 1870-71 trasformava l' asilo insala per ricoverare i feriti che essastessa assistè e consolò.

Ebbe una malattia di oltre 6 mesi espir santamente in mezzo alle sue con-sorelle il lunedì di Pasqua dopo averericevuto per telegramma la benedilio-ne del S. Padre. I suoi funerali riusci-rane imponentissimi per l'immenso con-corso di sacerdoti e seco:ari che vipresero parte. Intorno al feretro co-perto di gigli e di rose stavano oltrea trecento suore che a quando a quan-do baciavano piangendo il volto e lemani della loro Madre che lascia die-tro a se lunga eredità, di benedizioni

e di affetti.

Costumi Sardi

Da molti anni esistevano profondeinimicizie tra famiglie del Comune diSedini in, Sardegna. Per ristabilire un

I°' di pac,e si adoperarono il maggiore- dei reali carabinicri conte Spada, il ve-scovo di tempio monsignor Campus, eparecchi altri. I loro sforzi furono co-ronati da buon success(); e domenica,26 aprile scorso, si poterono solenne-mente conchiudere le paci. Da Sassari

recaronsi in paese il prefetto reggentecav. Arata, i deputati provinciali, l'in-tente di finanza, l'ispettore di pubblicasicurezza e vari sindaci e (terrazzani)e dei paesi circonvicini.

La cerimonia ebbe luogo in una in-cantevole vallata, !ano distante dal Co-mune. La si incontrarono gli uomini

più di 600, della famiglie nemiche , e,per mezzo dei pacieri, scambiaronsinuove spiegazioni.

Le famiglie conciliande erano schie-rate su due linee.

11;vescovo pronunziò, in dialetto, op-portunissime parole di circostanzaesortando gli animi alla concordia edall'affratellamento.

Indi segui l'abbraccio, secondo laconsuetudine.

Fu una scena commoventissima.Gli spettatori ascendevano a circa

tre mila.A questa cerimonia che fini verso le

4, dovea seguirne un' altra, 1' avvicina-mento di alcune famiglie di Bulzi; stan-te però la mancanza di uno dei più in-teressati, essa fu rimandata al 10 delcorrente mese.

11 signor prefetto offri un sontuosobanchetto alle Autorità ecclesiastiche,rappresentanze e pacieri.

Più tardi il prefetto e gli invitati sirecarono a visitare le famiglie pacifi-cate.

Il cav. Arata consegnò al sindaco 350lire per distribuire ai poveri, mandatedal ministero dell'interno insieme adaltre 150 da distribuirsi ai poveri diBulzi, dopo conchiuse le paci fra quel-le famiglie.

Il tenore Masini e 1' Arc.vo di Napoli

Martedì, alle 2 pomeridiane, il tenoreMasini mandò al Cardinale Sanfelice, permezzo d' :m suo cugino, il canonico Ange-lo Zoli, il compenso della sua ultima se-rata al San Carlo nella discreta sommadi 5000 lire, per essere distribuite in ope-re di carità. Il Cardinale accolse l' offertacon parole ispirate alla pià viva ricono-scenza ed espresse il desiderio di voler

fare la conoscenza personale dell' esimioartista e generoso benefattore. Il Masinisi recava subito a visitare il Cardinale.

Martedì scorso si adunava il nostroConsiglio Comunale in seduta pubblicae si occupava dell'affare riguardantelo stanziamento di due reggimenti nellanostra città.

Le caserme sarebbero costruite nellanuova Via Savi, e frattanto in attesadi questi nuovi alloggi le truppe stan-zieranno nei conventi di S. Francesco eS. Benedetto, non di S. Domenica, comeerroneamente ha scritto qualche gior-nale.

Il Consiglio deliberava pure di con-trarre un prestito della bellezza di 2milioni e mezzo al 5 e mezzo per centoonde di mettere altrettanti debiti con-tratti con maggior frutto.

Nella seduta segreta poi il Consigliosi occupava di affari riguardanti il per-sonale e i pensionati. e deliberava diaccorciare un sussidio di L. 200 allamadre della povera guardia Bucchia-neri uccisa in servizio nello scorsodicembre.

La Società di soccorso agli asfitticìSocietà che pure avrebbe potuto essertanto utile in una città com'è la nostrain cui dobbiamo così spesso lamentaretante disgrazie che accadono nell'Arno,sta per scomparire, per anemia. Dicesiche un'altra Associazione stia per rac-coglierne 1' eredità.

Frattanto sorge una nuova SocietàOrchestrale pisana e di mutuo soc-COVS0 fra gli artisti di musica, ed adescopo di dare concerti musicali. Appro-viamo di vero cuore il progetto dellautile istituzione, ma che duri....

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nui d;spiaceri; da ingorghi al fegato di faruso dell' acqua ferruginosa, inventata daldottore Caosranni Mazzolini diRoma. Gli uomini di einquant, anni me-diante quest' acqua ferrugginosa possonoricuperare la perduta vigoria di trenta ;

i bambini rachidinosi e scrofolosi acqui-

stano una nuova costituzione; crli Anemici

e le Clorotiche e quei che abbiano diapo-

sizione alla tisi possono scongiurare il pro-gressivo sviluppo del male usando di qoe-

st'acqua ferruginosa. Essa si prende nella

dose di un cucchiaio mescolata ad un pocodi vino per 'una sola volta al giorno quan-

do si mangia la minestra, e dopo un mese

si deve aumentare a due cucchiai. Per i

fanciulli la metà. Uomo avvisato è piàche salvato. — Vi preveniamo guardarvi

dalle contraffazioni che sono moltissime.Esigere la bottiglia con marca di fabbrica

come quella del celebre sciroppo di l'ari-

glina composto inventato dallo stesso au-

tore, che giusto raccomandiamo a coloro

che abbiano bisogno di una cura depura-

tiva di farne uso insieme alla suddetta

acqua in questa stagione. I; acqua ferru-

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Quanto prima sarà cambiato il nomedella stazione di Ponte Serchio in quello

Migliarino.

Il Consiglio d'amministrazione delleferrovie romane ha già approvato ilprogetto della nuova stazione di Pon-tedera: il "progetto sta ora esaminandosidal Consiglio superiore dei Lavori pub-blici ed appena approvato sarà postomano ad eseguirlo.

L' Int2ndenza di Finanza ci pregad'annunziare che con Ministeriale De-creto del 6 maggio corr. venne apertoper i giorni 3, 4, e 5 del p. v. agostoun concorso a n. 70 posti di Vice-Se-gretario amministrativo di ultima clas-se nelle Intendenza di Finanza del Re-gno.

4-; CRONACA RELIGIOSA ì,<<-

1) 1 A. IR 10 SACRO

Maggio

18 Lun. S. Venanzio M.19 Mart. S. Pietro Celestino P. e C. e com. di S.

Pudenziana V.20 Merc. S. Guido della Gherardesca C. pisano.

Festa al Duomo dove Si espongono le di lui.sacre reliquie, ivi trasferite da Donoratico nel1451.

21 Giov. Ottava dell' Ascensione del N. S. e com.della B. [indiana Cerchi ved.

22 Ven. S. Elena V.23 Sab. Vigilia di Pentecoste. Digiuno. Com. di

S. Giulia V. e M. AI Duomo nella mattina sicantano le profezie. si fa la processione al Bat-tistero, dove si benedice solennemente il Fonte,come nel Sabato Santo. Indi di ritorno nellabasilica- si canta la Messa, che oggi per antica

,consuetudine é l'unica che ivi si celebri. Nellasera primi vespri sdenni.

ffi 24 DOMENICA DI PENTECOSTE. Al Duomo Messae Vespri in pontificale. Messa cantata a ore 10in S. Stefano de' Cavalieri. a ore II in S. Torpee in S. Niccola iove si (là la Benedizione Papale.

Attesa la morte dell' Ill.mo e R.moSig. Can. Dani Penitenziere della Pri-maziale, dalla nostra R.ma Curia Arci-vescovile è stato dichiarato aperto ilconcorso a detto ufficio. Il termine perinscriversi scade il 3 Giugno p. v.

Domenica scorsa ce"ebravasi colla con-sueta solennità la festa della . DivinaPastora in S. Giuseppe. In tale occa-sione fu udita con piacere una bellaMessa eseguita molto bene da alcunialunni del nostro Seminario sotto la di-reziono del egregio prof. Sac. Bardelliche con tanto impegno e con si ottimiresultati procura di addestrare que' gio-vani nel canto sacro. Anche nella fun-zione della sera i medesimi alunni ese-guirono con grande abilità e precisionele belle Litanie e il Tantum ergo, la-vori riuscitissimi e di stile scrupolosa-mente sacro dovuti al bravo sig. DelChicca maestro di Musica nello stessoSeminario-Collegio Arcivescovile.

Roma — Si mantengono sempregravissime le condizioni di salute delsenatore Terenzio Mamiani.

— Lunedi mattina, quando il sagresta-no di San Rocco a Ripetta aprì la portadella chiesa, s'avvide che erano scom-porsi tutti i voti e le gioie appesi al-l'altare della Madonna.

Si crede che il ladro sia qualcunoche, le sere innanzi si sia nascosto inchiesa.

Il danno si fa ascendere a duemilalire.

— La mattina di martedì alcuni con-tadini che tornavano da far legna tro-varono in una capanna disabitata pressoMonterotondo un cadavere umano ta-gliato in 14 pezzi, e che ri poi ricono-sciuto appartenere ad un giovine di 19anni certo Poggi che da qualche giornomancava dalla casa paterna. Finora suquesto orrendo delitto pesa il mistero,ma vennero arrestati certi Tozzi padree figlio che la pubblica opinione accusacome autori del misfatto.

Napoli — La mattina del 10 giugnoerano a Napoli i Sovrani per l'inaugu-razione delle nuove. acque potabili delSerino a Capodimonte.

Alle ore 11. giungono al gran serba-toio S. E. il cardipale Sanfelice salutatorispettosamente dalla folla: poco dopovi arrivavano i Sovrani, i rappresen-tanti il corpo diplomatico, i ministrie le autorità. In fondo alla cava cen-trale era stato eretto un'altare ove ilCardinale compiè la cerimonia dellabenedizione, mentre l' acqua penetravanei serbatoi.

Lunedì poi fù inaugurato dai Sovraniil nuovo quartiere del Vomero.

Venezia — Sabato scorso i gondo-lieri di Venezia, irritati perchè i pro-prietarii degli alberghi avevano inco-minciato a servirsi di gondole proprie .

in servizio dei forestieri, si ammuti-narono e distrussero alcune magnifichegondole fra le quali una già ammirataall' esposizione di Venezia. Tutto ciòaccadde senza che l' autorità valessea impedire il vandalismo. e con spa-vento di parecchi altissimi personaggiche si trovavano agli alberghi, e fraessi i Granduchi di Russia, la reginadi Grecia, la Regina di Sassonia chetosto si affrettarono ad abbandonarela città.

ESTEIZ OAmerica — 11 Governo della Repub-

blica del!' Uraguay con .attivo pensieroha presentato all'Ass mblea Generaleun progetto di legge per proibire aigiornali della Repubblica di denunziarei casi di suicidi, dappoiché il pubblicaretali tristi casi coi loro dettagli è causaefficiente dell'aumento del suicidio.

Quanto sarebbe utile anche in Italiauna tal legge!

Francia — Dai giornali francesirilevasi che la Grande Cancelleria diFrancia ha riconosciuto ed autorizzatoil S. M. O. Gerosolimitano del S. Sepol-cro. Ricordiamo che Luigi XVIII nel1814 volle di quest' ordine essere insi-gnito unitamente ai Principi della R.Casa; e nel 1818 concesse nuovamenteai Cava:ieri il privilegio che godevanoda 600 anni, di dare dopo la morteI , acqua benedetta ai Re di Francia edai Principi del sangue. ( Vedi il moni-tore francese del 27 maggio 1818 pag.650). Da ultimo, come con la legge del5 maggio 1824 veniva espressamentestabilito che rimaneva concesso il Re-gio assenzo a tutti coloro che fossero

insigniti dell'ordine del Santo Sepolcro,ciò fu anco praticato durante il Re-

gno di Luigi Filippo.— S. E. il Cardiinale Lavigerie ha

pronunziato domenica un discorso nellaMaddalena a Parigi a favore delle Mis-sioni dell'Africa. Vi assisteva una follaimmensa e dopo il discorso ha fattoegli stesso la questua a favore delleMissioni.

Inghilterra — Alla Camera dei Co-muni' è stato respinto con 281 votocontro 99 il bili per un tunnell sottola Manica. combattuto dal governo.

n11~1150~11101:5125EC~~2,WEIMUK

Era felice. perchè godeva le dolcezzed' essere teneramente amata dai suoi, eora la poveretta non ò più !... ora i suoiocchi, come due fiori appassiti, son chiusie spenti... mentre la casa, fatta deserta,risuona dei pianti della famiglia desolata.

Rosa Dei Nobili NEI 33011i

cessò di vivere la sera dell' 8 corrente aCapannoli, non compiuto ancora il dodi-cesimo lustro di sua età. Ella morì calmae serena, di quella calma e di quella se-renità che sempre accompagnano il giusto.

Sposa fedele e madre amorosa contepoche se ne conoscono, tutta casa e fami-glia, a Lei s' addirebbe l' epigrafe che fuscolpita sulla pietra di quella madre ro-mana

Guannò LA cas.,,, ATTESE AL LAVORO.

Buona, gentile e pia era l' oegoglio delconsorte dott. Bartolommeo, la delizia dei.figliuoli, l' amore dei congiunti. Nè pote-rono non amarla e non stimarla quantiebbero campo di conoscere le sue virtù,

la squisita bontà dell' animo suo.E ora riposa in pace. o donna esempla-

re ! Sulla sua tomba lacrimata verrannospesso i tuoi cari. cui altro conforto nonresta che la dolce speranza di rivedertiun giorno in Cielo.

Santo Pietro 11 MaggioV.

NnitgrligltRgetE3C211~MMUNI~

LIURI E GIORNALI•■■•11

LA PAROLA DEL PAPAE LA

SOCIETÀ DI S. VINCENZO DE' PAOLI

— Per Donato Scorzi — membro didetta Società — Pisa Tip. di FrancescoMariotti 1885.

Allo scopo di far meglio conoscere labenemerita Società di S. Vinrenzo deiPaoli e dissipare certi dubhii e pregiudiziiche da certuni si hanno verso di lei, l' au-tore dell' accennato opuscolo ha preso acommentare le belle parole colle quali ilSommo Pontefice Leone XIII lodò e rac-comandò il medesimo pio Sodalizio nellasua stupenda Enciclica „Hunianum ,genus,"proponendolo come uno dei mezzi utili acontrapporsi alla Massoneria.

LA CROCE PISANA che di una volta siè sforzata di far conoscere e stimare lastilli:Anta Società di S. Vincenzo. pur trop-po poco favorita in mezzo a noi, racco-manda a tutti la lettura e diffusione delnuovo opuscolo, che si trova vendihile pres-so la Tipografia Editrice, al prezzo di cen-tesimi 25.

È stato pubblicato ed è vendibile al no-stro ufficio il bellissimo opuscoletto delP. Monsabré, intitolato La visita al S.Sacramento per tutti i cristiani é doveree bisogno." Pag. 40 cent. 15

— rida, tipografia Ileutait e Ue. —

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20 APPENDICE

A. TRAM••■•

MEMORIE DI UNA PETROLIERA

Piangevo allora a calde lacrime la mianascita, il mio difetto d' educazione, la miapovertà! Se fossi di buona famiglia. di-cevo fra me, se fossi istruita e ricca, po-trei realmente accoppiarmi a lui; ma, vilequal sono, non posso essergli che una fri-vola distrazione che presto o tardi caccie-rà da se con disprezzo.

Allora il pensiero che forse non eralontano che m' abbandonerebbe per ammo-gliarsi, per darsi tutto ad una fanciulla,il cui unico merito consisterebbe nél pri-vilegio della nascita, mi si era conficcatenell' animo. La vedevo già quella fanciullainferiore a me per le qualità esteriori eper l' affetto, ambiziosa come lui, da luiadorata. Tal vista mi lacerava il cuore eriempivami d' invidia contro i ricchi. L'in-vidia non è dessa sempre il principio del-l' odio?

Ero a questo punto allorchè gli avve-nimenti sembrarono favorire i miei desi-derii, facendo spiccare il mio sentimentoe il mio sacrificio, i quali costrinsero ilsignor Dorville, se non a corrispondervi,almeno ad apprezzarli ancora.

Cadde egli gravemente infermo: unaterribile febbre tifoida me lo contrastò persei settimane. Dico: me lo contrastò; per-chè non posso dire con quante cure e fa-tiche giungessi a strapparlo alla morte.

Nè la prudenza nè la spossatezza valseroad allontanarmi un momento dal suo ca-pezzale. Quante ambascie cruciarono il miocuore, ma quante al tresi lo fecero esultare!Quei quaranta giorni furono i più dolcidella mia vita.

Mi pare d' essergli ancora intorno, ora

sollevandolo sul letto, ora provando di far-

gli prendere qualche cibo. Da ogni mini-mo motto gli trasparivano la tenerezza ela gratitudine; gotica seco stesso della ma-lattia, che diceva avergli insegnato a co-noscermi; giurava di non obbliarmi mai,e davasi cura che i suoi amici mi rispet-tassero. Finalmente, dacchè avevo, si puòdire, risuscitato da morte a v:ta, era di-venuto un uomo quale da tanto tempo losospirava il mio cuore. Ero dunque pergioire della felicità, o almeno me ne lu-singavo, quando un personaggio, a me deltutto ingnoto, venne a un tratto a frap-porsi fra me e lui.

Non ostante le preghiere d' Alfredo ele gentili profferte de' suoi amici, .non ave-vo mai voluto che madama Dorville fosseavvertita della malattia di suo figlio. Sa-pendo quanto ne fosse sviscerata, non du-bitavo che essa non volasse al suo letto,e mi sarebbe stato troppo doloroso il la-sciarle tal cura.

Ma quella signora, solita a ricevere fre-quenti lettere del figlio, erasi ac.'orata delsuo silenzio, e male in salute allora permettersi a sì lungo viaggio, avea mandatoper 1' abate X**, il vecchio precettore d.Alfredo, il quale, da più anni nella stessacittà, vi si segnalava per la sua ardentecarità.

Aveagli aperte le sue ambascie, l' im-

possibilità del viaggio, e richiestolo per

sommo favore che si conducesse a Pariper veder co' suoi occhi come stesse il fi-glio. Ti buon Sacerdote, dimentico deglioltraggi ond' ella l' avea ricolmo, o forseanche in memoria di essi ( che le personepie si tengono spesso in debito di renderbene per male ), evasi impietosito del suoaffanno, e, o fosse per compiacere a unamadre, o per non rifiutarsi di correre intraccia di un' anima, postergato il tutto,erasi avviato di volo a Parigi.

8' immagini come rimasi quando ungiorno che il mio caro malato era già incoavalescenza, ed io ritta come sempreal suo capezzale, vidi a un tratto compa-rire quel volto dolce ma austero. Spariibensì in un baleno; ma dai modi impac-ciati del prete avevo compreso che le miefattezze e più il mio vestire non glilasciavano il minimo dubbio su ciò ch'iofossi verso il suo allievo. Ero allora insottana di casimiro rosso e in giubbettodi velluto nero un pò scollacciato, comelo portavo da cantante.

Non so se il prete facesse ad Alfredoalcuna lagnanza di me; ma quando, parti-to che fu, tornai a lui, lo trovai mesto eirritato. Mi rimbrontò più volte che nonero sparita a tempo, e parve meno giulivod' avermi al fianco.

D' allora in poi quell' uomo, al cui solosguardo arrossivo, tornò tutti i giorni. Perquanto mi nascondessi a sentirlo venire,non potevo sempre evitarne l' incontro.Non isperavo più che nella sua prossimapartenza; ma qnal non fu il mio disin-giorno e la r- bbia udendolo, dietro all' u-scio, dire ad Alfredo che non partirebbeseuza lui, che sua madre lo voleva a casae che la sua affezione per l' antico disce-

polo lo costringerebbe a restar anche unmese ad attenderlo!

Di fatti, continuava a venire. Supplicaiil mio caro malato a cacciarlo via; gli ri-cordai il poco ossequio che m' avea detto_d' aver odà dimostrato a quell' uomo, i brut-ti tiri che gli era sempre' piaciuto a fargli,le parole ira iverenti onde amava ad offen-derlo. Gli dissi che quanti hanno semprein bocca l' onore e il dovere, non si deb-bono ricevere; che sotto colore di procac-ciare la sicurezza e felicità delle famigliesono la rovina de' figli, e che se, giovinet-to, avea potuto scuotersi da una tal tutelanon dovea oggi, adulto, addossarsela. Nonne potei ottener nulla. Ei mi disse d' es-ser commosso da quest' ultimo atto. Unasimile risposta m' indispettì; che secondome, la gratitudine non era necessaria ver-so coloro che esercitano il mestiere di fareil bene. Poi egli soggiunse che temeva disdegnar sua madre, conchiudendo che ilmiglior mezzo di liberarcene era per luil' arrendersi al suo desiderio.

Questa determinazione mi mise le fu-rie; non dubitavo punto che, partito il si-gnor Dorville, il prete e la madre, sco-perto quanto passava tra noi due, non sicollegassero ad allontanarlo per sempreda me, e lo confesso, non confidavo ab-bastanza in lui, ricordandomi troppo dellafreddezza che cominciava a mostrarmi pri-ma della sua malattia, nè potendo suppor-

re che la sola gratitudine per le mie curelo rattenesse dal sacrificarmi.

(continua )

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P. Castelli Baccel. in Teol. ed Arcipretedi Pruneto.

Cura N. 67,321 — Bologna. 8 settemb. 1869.In omaggio al vero, nell interesse dell' uma-

nità e col cuore pieno di riconoscenza, vengoad unire il mio elogio ai tanti ottenuti dalla suaREVALENTA ARA DICA.

In seguito a febbre mili.2re caddi in stato dicompleto deperimento soffrendo continuamente diinfiammazione di ventre , colica d' utero , doloriper tutto il corpo, sudori terribili, tanto elle seam-

hia to avrei la mia età di venti anni con quelladi una vecchia di ottanta, pure di avere un po' disalute Per grazia di Dio la mia povera madremi fece prendere la sua REVALKNTA ARABICA, laquale mi la ristabilita, e quindi ho cruluto miodovere ringraziarla per la ric.linerata salute chea lei debbo. Clementina Sarti, 408, via S. Isaia.

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