zero a zero anno 7 n 4

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Zero a Zero Z Z GRUPPO COMPATTO LE BATTISTRADA DEL GIRONE B RALLENTANO BAGARRE IN VETTA ALLA GRADUATORIA studiografico.stampaoffset.stampadigitale.cartoleria.cancelleria.ricaricheonline.pagamentobollette 081932792 [email protected] nocera.superiore via.nazionale.190 ANNO 7 - N. 4 | 15 NOVEMBRE 2012 | ZERO-ZERO.IT LATINA LATINA 19 19 FROSINONE PISA PISA 19 GUBBIO GUBBIO 17 AVELLINO AVELLINO 16 VIAREGGIO VIAREGGIO 16 NOCERINA NOCERINA 14 PAGANESE PAGANESE 15 PRATO PRATO 15 BENEVENTO BENEVENTO 13 13 PERUGIA PERUGIA 13 13 ANDRIA 12 12 CATANZARO CATANZARO 8 BARLETTA BARLETTA 6 SORRENTO SORRENTO 6 CARRARESE CARRARESE 3

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Page 1: Zero a Zero Anno 7 n 4

ZeroaZeroZZ GRUPPO

COMPATTOLE BATTISTRADA DEL GIRONE B RALLENTANOBAGARRE IN VETTA ALLA GRADUATORIA

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ZZ PAGINADUE ZERO-ZERO.IT

CERCASI “LEPRE”di Giuliano Pisciotta

© Riproduzione RiservataL'EDITORIALE

Ha visto? Io l'avevo detto. Basta cambiare e i risultati arrivano. Assieme al “lei”, Pisciotta, mi insegue questo ritornello da quando il Lupo è stato mangiato. C'è voluto parecchio tempo, fin troppo, per arrivare ai famosi “quattro”, come una banda cinese maoista che voleva ed ebbe la rivoluzione per poi farne dittatura (sì, d'accordo del proletariato ma sempre di dittatura si trattava). Un 4-3-3 da me a te, riportandoci ai tempi di Simonelli, professore di Saviano (mai di Ottaviano) che ci regalava spettacolo fino a quando le partite non diventano decisive al massimo. Se lo ricorda Belmonte? Adesso allena i Giovanissimi Nazionali della Reggina. Completamente diverso di Evacuo, forse paragonabile per caratteristiche a Mazzeo. Andiamo nel dettaglio, avevamo Belmonte con Arco e De Palma, mentre il Di Maggio troppo innamorato del pallone subito dovette accontentarsi di fare il comprimario di lusso. Adesso c'è scelta più amplia ancora. Se mettiamo assieme, contandoli, Evacuo con Mazzeo e Negro ma pure Merino con Schetter e Russo (senza arrivare a Ripa, Gavilan, Tulimieri e Speziale) ci accorgiamo della dif ferenza. Però a centrocampo forse era più forte la squadra di Pallanch, il capitano che giostrava accanto a Toti e De Juliis (i ricambi si chiamavano Matarangolo e Rubino). Il forse è dovuto a Pallanch, l'ideale per un centrocampo a tre. Ma Corapi, Bruno e De Liguori, aspettando gennaio per una integrazione, reggono bene il confronto. E in difesa? Ora abbiamo i giovani talenti (Baldan Crescenzi e Chiosa), qualche acciaccato da recuperare (De Franco e Scardina), l'appena tornato Giuliatto e quel Garufo che tenta di fare a sinistra quel che riesce meglio a destra. L'assortimento è forse più completo rispetto ai De Martis, Erra, D'Angelo, Avallone, Esposito e Marra di quel tempo andato. In porta la lingua è diversa: dal nostrano Criscuolo al nordico Aldegani. Come andrà a finire? Meglio, meglio, Pisciotta. Qui dobbiamo lavare l'offesa di quel 4-3-3 che perse la B ad Ancona contro la Ternana di Peter Sellers Del Neri. Quindi chieda ad Auteri di giocare sempre così. Glielo faccia chiedere da La Mura. Ambasciator non porta… (la vecchiaia, mannaggia a me, mi perdo sempre nel finale).

Marco Mattiello @ Ripr. Riservata

SORATURRISSARNESELUPA FRASCATICASERTANASASSARI TORRESBUDONIPORTO TORRESARZACHENA

FROSINONE* LATINA* PISAGUBBIOAVELLINOVIAREGGIOPAGANESEPRATO

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1919191716161515

S. BASILIO P.ISOLA LIRIANZIOLAVINIOOSTIA MAREP.S. ELIACIVITAVECCHIASELARGIUSCYNTHIAREAL HYRIA

NOCERINABENEVENTOPERUGIA* ANDRIA BAT* CATANZAROSORRENTOBARLETTACARRARESE

1512111198888

141313128663

CLASSIFICA PRIMA DIV. Girone B CLASSIFICA SERIE D Girone G

* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE

Verso il basso o verso l'alto, poco importa. Il girone B di Prima Divisione si sta caratterizzando per un livellamento che, se non altro, sta rendendo meno noioso il campionato. La versione ridotta, con sedici squadre ai nastri di partenza, sarebbe stata davvero deprimente all'inverosimile se ci fosse stata pure una “lepre” in fuga. E invece, per dirla alla Adriano De Zan, il gruppo ha ripreso i fuggitivi domenica scorsa e ha dato l'impressione che, a meno di clamorose iniziative personali di qualche “passista”, la gara si risolverà solo con una maxi-volata finale. Comunque i chilometri sono ancora tantissimi e ci sarà parecchio da sgomitare per venir fuori dalla “pancia” del gruppone, per avanzare e dettare i ritmi dell'andatura. Le squadre che avrebbero potuto imprimere da subito velocità considerevoli stanno arrancando. Nocerina e Perugia su tutte, con i grifoni costretti addirittura a “cambiare il manico” in corsa, per sperare di attenersi alle aspettative di inizio stagione. Così come quel Benevento che, demoralizzato dalle notizie riguardanti le condizioni di salute dell'ormai ex tecnico Carmelo Imbriani, è rimasto attardato in classifica rispetto alle attese. Ad ogni modo, dopo dieci giornate, non c'è ancora una possibile “regina” in questo girone, al punto che, guardando i numeri, anche l'Andria potrebbe rientrare nel novero delle pretendenti alla zona play-off. In casi del genere, emergerà chi saprà dare maggiore continuità ai propri risultati, ma soprattutto chi saprà sfruttare l'organico meglio assortito e formato da calciatori che, al di là delle alchimie tattiche, dimostreranno di saper risolvere le partite in qualunque modo.

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CARMELO IMBRIANI

Page 3: Zero a Zero Anno 7 n 4

ZZ PAGINATRE

Tre squadre in testa, dodici raccolte in soli sei punti: resta il grande equilibrio il filo conduttore del girone B della Prima Divisione; il campionato fatica ancora a trovare una leader credibile, con le squadre di coda che nell'ultimo turno hanno contribuito a rendere ancor più incerta la situazione, bloccando alcune big. Al momento la candidata più credibile alla fuga è il Pisa, capace di mettere insieme un filotto di sei risultati consecutivi, evento assai raro in questa stagione, agganciando in vetta le due laziali: il mezzo passo falso casalingo contro la Nocerina è stato cancellato dalla vittoria in casa della capolista Frosinone ed il calendario offre ai neroazzurri toscani un assist fondamentale. Domenica all'ombra della torre pendente arriverà il Sorrento, formazione in netta crisi di risultato e di gioco; sulla carta una sfida senza storia, ma questo campionato ha abituato tifosi ed addetti ai lavori a non azzardare pronostici. Sorprendente, ad esempio, è stato lo scivolone del Perugia contro il Catanzaro che è costato la panchina a mister Battistini e la poltrona di coordinatore dell'area tecnica ad Arcipreti: i grifoni, allenati dal nuovo tecnico Camplone, ospiteranno un'altra delle squadre di testa, il Frosinone, in una gara dal

pronostico per niente scontato; difficile capire se prevarranno le motivazioni degli umbri, stimolati dall'arrivo del nuovo tecnico, o l'organizzazione dei laziali che, al di là della sconfitta interna di domenica scorsa, hanno dimostrato sempre una certa solidità. A completare il trio di testa c'è ovviamente il Latina, la vera sorpresa in vetta alla classifica: i laziali le hanno buscate sonoramente a Prato, in un match senza storia, dominato nettamente dai lanieri; necessario l'immediato riscatto nella sfida casalinga contro il Benevento, una delle grandi delusioni di questo avvio di torneo. Ma alle spalle del trio di testa la bagarre è apertissima e, come già precisato, coinvolge altre nove squadre. Assume quindi un'importanza fondamentale il match del Partenio fra un Avellino a caccia di riscatto dopo la sconfitta di Nocera Inferiore ed un Gubbio che continua a viaggiare a fari spenti ed ad incamerare punti pesanti. Non meno importante quello del San Francesco fra la Nocerina, rinvigorita proprio dal successo contro i lupi, ed il Viareggio, formazione che continua a sorprendere, mantenendosi costantemente in zona play-off.

Filippo Attianese © Ripr. Riservata

L'obiettivo salvezza è di quelli minimi, ma il Prato di mister Vincenzo Esposito (nella foto) si candida ufficialmente ad “ammazza-grandi” del girone. L'uno-due innescato a Benevento prima (nel Sannio) e in casa col Latina di Pecchia poi (4-0 alla capolista), ha inaspettatamente rilanciato le ambizioni dei toscani. L'attacco, accusato fino a qualche settimana fa di scarsa concretezza, ha finalmente cominciato a carburare. Gente del calibro dell'ex atalantino

Tiboni a fare spazi per gli inserimenti del funambolico Silva Reis o la rapidità dell'ex “puntero” delle giovanili dell'Inter, Aiman Napoli, sono il biglietto da visita del Prato. Il segreto dell'esplosione dei toscani sta tutto qua, con Esposito, ritornato in Toscana dopo la precedente esperienza decennale prima da calciatore e dopo da allenatore, ottimo maestro e sapiente comunicatore, bravo e tenace nel credere nel suo progetto, nonostante qualche singhiozzo iniziale di troppo. E soprattutto con la curiosa statistica di aver raccolto ad inizio torneo 11 dei 12 punti contro squadre campane. Finite quelle, c'era da cominciare a farne altri con le altre del girone. E si è partiti dal Lazio, ma non è detto che ora i gigliati non provino a migliorare la statistica con le altre del blocco.

Gi. An. © Ripr. Riservata

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Arrivato con un curriculum a livello giovanile di tutto rispetto, Marco Baldan probabilmente non pensava di ritagliarsi così tanto spazio in stagione. L'ex difensore della Primavera del Milan ha letteralmente stregato Gaetano Auteri, scalando le gerarchie in difesa e guadagnandosi il posto da titolare. Baldan è l'unico ad essere stato impiegato finora in tutte le gare di campionato, giocando tutti i minuti finora disputati dai molossi. Un piccolo record per il 19enne veneto, 26 presenze con la casacca del Milan Primavera lo scorso anno, ma nessuna convocazione in prima squadra. Per lui, l'opportunità di crescere e migliorarsi in un campionato tosto come quello di Prima Divisione e in una piazza calda come quella di Nocera. Uno “svezzamento” utilissimo per la carriera del difensore, che ha già mobilitato gli osservatori del Milan per controllare i progressi sul campo del duttile giovane, bravo a districarsi sia nella difesa a 3 che in quella a 4.

Giovanni Annunziata © Ripr. Riservata

© foto: F. Faiella

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ZZ PAGINAQUATTRO ZERO-ZERO.IT

E talmente nobile da indurre a collaborare, a confrontarsi, a ridere, a crescere. A vivere insieme certe esperienze. Pure se a volte si hanno opinioni diverse o addirittura opposte, anche se spesso si fa a cazzotti (verbalmente). C'è stima, quindi c'è voglia e non si guarda ai soldi, alle prospettive, al futuro che professionalmente offre sempre meno. Son pochi quelli che stimo per davvero e son quasi tutti del mio stesso “ceto” (vedi te ed il sopraccitato Andrea D'Amico). Dei più grandi, quelli che vivono da nababbi, solo tre o quattro. Niente nomi chiaramente perché in tanti, tra i non citati, s'offenderebbero. Solo i cognomi o i soprannomi: Delle Cave, Spiezia, Acampora ed un certo Padre Pio, uno che traccia iperboli e fa miracoli perché è tra i grandi, ma continua a confrontarsi con tutti. Poi il vuoto, la miseria di chi pensa d'essere migliore perché ha un conto corrente più largo. Fin qui la stima, poi c'è l'amicizia e pensare che possa esistere nel calcio e nello specifico nel giornalismo sportivo è una sorta d'utopia. Eppure qualche volta si realizza.

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A mente fredda. Ops, scusami Giulia', quello è per il nostro amico Andrea. Nostro, giusto? Riflettevo proprio su questo. Averceli amici in quest'ambiente lurido. Roba rara, rarissima. Spesso si è amici per convenienza, altre volte perché non esiste un unico territorio da attaccare. La stima tra chi – come noi – vive di quattro spiccioli, poche soddisfazioni per una notizia data in anticipo e tanta merda da ingoiare nel ruolo di precaria-inducine-forever, è un sentimento quasi unico.

Nel mio caso c'è un unico grande amico: M.M., che a tanti sta antipatico semplicemente perché il più bravo. Da dodici anni scrivo e da dodici anni M.M. è stato un punto di riferimento, un collega, un amico, a volte un fratello maggiore, altre un fratello minore. C'è un bene che è andato oltre tutto, oltre le piccole incomprensioni, oltre gli steccati del bigottismo: eravamo pappa e ciccia pure quando si doveva essere concorrenti. I viaggi nella mia vecchia 600 rosso fuoco verso Scafati restano momenti di felicità. Così come lo sguardo incrociato di Foggia, lo speciale scritto con orgoglio e l'orgoglio successivo di vivere una serata speciale con lo Special ed il suo vice caricati in macchina dopo la festa. A mente fredda ti starai chiedendo, caro Giuliano, che cazzo c'entrano tutte queste divagazioni con la Nocerina. Me lo sono chiesto anche io e c'è una sola spiegazione: stavo Evacuando. Ne avevo un gran bisogno. Stammi bene.

Filippo Zenna © Ripr. Riservata

VOGLIO

RIFLETTERE

UN PÒ! VOGLIO

RIFLETTERE

UN PÒ!

Esimio ci sarà lei, caro mio. Crescenzi arieggia ogni tanto da Beckenbauer, senza poterselo permettere. Sbaglia cose grossolane, ma a me piace per il piazzamento e la fisicità. E' in ritardo di rendimento rispetto a Baldan, però farà bene. Come sistemare la difesa a quattro? Credo che si insisterà con Baldan a destra mentre tra un paio di settimane, diciamo dopo la sosta, Auteri sceglierà in De Franco o Scardina il partner di Crescenzi e darà la maglia da titolare a sinistra all'appena tornato Giuliatto. Senza dimenticare Chiosa, Garufo ed altri ancora. Credo che con un assetto del genere anche il gioco aereo possa migliorare. In caso contrario cercheremo di resuscitare Altamura, quello che s'inarcò al secondo piano per segnare un gol salvezza di qualche anno fa. Centrocampo: concordo e non ironizzo sulle seconde palle, a patto di non considerare un coglione quello che resta in mezzo (ci perdoni, capitano, noi siamo fatti così). Fatica distribuita, pressing migliorato, movimenti senza palla finalmente equilibrati. Continuando a giocare così, a gennaio prenderei uno con caratteristiche diverse, magari d'inserimento in zona gol. Si parla di Togni, non so se è il tipo giusto: potrebbe far scattare l'invidia circense di Tulimieri (siano incorreggibili), ma potrebbe andar bene al mio coetaneo d'altezza Corapi. Hai visto bene sull'effetto Bentegodi: prendiamo ripartenze micidiali da corner a favore, sembriamo in quelle occasioni “morettiani” al massimo; continuiamo così, facciamoci del male. Dell'attacco non vorrei parlare. Attacc' o ciuccio addo' vo' 'o patron: direi, traducendo Evacuo Amen, aggiungendo Negro e Mazzeo.

M

DIALOGHI ROSSONERIdi Giuliano Pisciotta e Marco Mattiello

Esimio Mattiello, veniamo con questa mia “addirvi” (una parola) che la vittoria di Avellino mi ha lasciato qualche piccola perplessità. Mo' tu mi dirai che vado contro, che c'ho sempre da ridire. E invece ti rispondo che, secondo me, è meglio analizzare eventuali mancanze quando si vince, perché così si ragiona con più serenità. Di quali mancanze parlo? Converrai con me che qualcosina c'è da rivedere là dietro, in terza linea. Stabilito che a quattro la Nocerina pare aver trovato un equilibrio migliore, resta sempre da correggere qualche sbavatura che, per un soffio, non ha provocato il patatrac. Qualche esempio. Il giovane Crescenzi ogni tanto dà l'impressione di giocare con tanta tensione addosso, concedendo qualche regalino di troppo agli avversari. E meno male che De Angelis non ne ha saputo approfittare! Ancora, nel gioco aereo, l'attacco dell'Avellino ha spesso avuto il sopravvento, facendo leva su una maggiore esperienza e malizia dei suoi terminali offensivi. Meglio è andata sulle cosiddette “seconde palle” (e non ironizzare!), ma questo è dipeso dall'ottima copertura del centrocampo, finalmente affiatato dopo un po' di battute a vuoto. E, per completare l'opera, nella ripresa mi sono ripassati davanti agli occhi i fantasmi di quel gol beccato nella passata stagione al Bentegodi di Verona: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, tutta la Nocerina riversata a ridosso dell'area di rigore dell'Avellino e una fuga ai limiti dell'autovelox. E meno male che De Angelis non ne ha approfittato! G

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ZZ PAGINACINQUE ZERO-ZERO.IT

A vedere la partita del Vigorito è sembrato di rivedere il derby dell'Agro, con il Benevento nei panni della Paganese - cattivo, voglioso, determinato - e la Paganese in quelli della Nocerina - abulica, svogliata e senza mordente. Una sconfitta meritata che non ammette repliche. Grassadonia è stato onesto, ammettendo di aver visto una squadra diversa dal solito. L'approccio alla partita è stato in double face. Un primo tempo dove si è tenuto il campo in maniera decente e una ripresa brutta, culminata con il classico punteggio all'inglese. Ma la sconfitta deve essere solo interpretata come monito per non ripetere certe prestazioni. Al Vigorito ci si attendeva la prova del nove per Fusco e compagni. Al di là dei moduli, quello che è mancato nella sfida con il Benevento è stata la solita fame di vincere una partita, contro una squadra che giocava con l'acqua alla gola e che sin dall'inizio l'ha messa sul piano della fisicità. La Paganese è mancata nella manovra - poca circolazione di palla - e soprattutto nella fase di proposizione è mancata la spinta delle corsie esterne, dove Ciarcià e Scarpa non hanno avuto modo di poter servire dalle fasce gli attaccanti Girardi e Tortori, costretti a prendere palle giocabili per vie centrali. Ma i processi non sono di nostra competenza. Questa settimana la squadra ha lavorato con serenità, mostrando di aver superato in modo tranquillo la sconfitta in terra sannita. All'orizzonte si profila la sfida con il Barletta di Stringara al Cosimo Puttilli. Contro i biancorossi, ossigenati dai tre punti conquistati a Sorrento contro una diretta concorrente alla salvezza, gli azzurrostellati devono dimostrare di essere la squadra bella e sbarazzina e dal gioco vivace riconosciuto da tutti dall'inizio di campionato. La sconfitta del Vigorito deve rappresentare solo un lontano ricordo. Tra i pali dovrebbe fare il suo rientro Marruocco, anche se Robertiello a Benevento non ha affatto sfigurato. Grassadonia in settimana ha lavorato su più moduli e ha fatto leva soprattutto su quello più congeniale alla squadra, quel 3-5-2 che in trasferta ha fatto tanto bene. Tre centrali di esperienza come Fernandez, Fusco e Pepe non li ha nessuno, un centrocampo forte e tecnico con Romondini, Soligo e uno tra Scarpa e Ciarcià, con i due esterni under Calvarese e Nunzella, fiori all'occhiello della squadra, viaggiano a grandi livelli.

PRIMA DIVISIONE | B - Paganese

Qualche cosa in attacco potrebbe variare. Tortori sta tirando la carretta e anche a Benevento è stato tra i più positivi. Lo stesso dicasi per Girardi, che ha letteralmente fatto a spallate con i difensori sanniti e talvolta è stato trattato in malo modo, con falli non ravvisati dalla giacchetta nera. Qualche chance di ritrovare la maglia da titolare potrebbe averla Fava, anche se in settimana Orlando e soprattutto Caturano hanno mostrato segnali importanti al tecnico salernitano, che non disdegna affatto questo tipo di situazione in fatto di scelte per la formazione.

Carmine Torino © Ripr. Riservata

DIMENTICARE BENEVENTOIL TECNICO MEDITA CAMBI

Dopo sette vittorie ed un pareggio, sabato scorso è arrivata la prima sconfitta per il Pro Pagani di Michele Califano, battuto 2-4 in casa dalla Vis Portici, che l'agguanta in vetta. «Al di là del risultato - ha affermato il tecnico - la mia squadra ha fornito una prova convincente. Ci ha penalizzato la sciocca espulsione rimediata da Francesco Marrazzo ad inizio gara e non tollererò più questo tipo di errori in futuro». Per ben due volte in vantaggio, la formazione paganese, pur con un uomo in meno, ha messo alle corde la compagine napoletana capace di vincere la partita solo nel finale. «Sabato - prosegue il trainer azzurro - ho avuto la conferma che questo campionato possiamo perderlo solo noi. D'ora in poi, andremo su tutti i campi rispettando come sempre gli avversari, ma dobbiamo avere la consapevolezza di portare via, sempre l'intera posta in palio». Contro il Real Nola mancheranno per squalifica Francesco Marrazzo e Francesco D'Amico. Amareggiato per il risultato ma convinto della bontà del proprio organico il patron Gino Sorrentino: «Una sconfitta che ci può stare. Il campionato è ancora lungo e abbiamo ancora margini di miglioramento. Qualcuno ancora non si è calato nella realtà e se non si allinea certamente lascerà questo gruppo. Col mister - prosegue Sorrentino - abbiamo constatato le carenze della squadra e gli interventi da fare in alcuni reparti. Noi come società non ci tireremo indietro. Abbiamo già in agenda alcuni nomi da contattare perché abbiamo voglia di vincere il campionato. Il gruppo di amici che rappresento sta facendo grossi sacrifici economici e per questo voglio ringraziarli pubblicamente. Sono proprio loro a spronarmi a fare sempre meglio». Intanto, c'è chi va e chi ritorna. Il massaggiatore Gerardo Marrazzo lascia per motivi familiari; al suo posto un uomo esperto e navigato come Catello Iannicelli, una vera e propria istituzione per i muscoli dei calciatori.

CaTo © Ripr. Riservata

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Vincenzo Marruocco, portiere della Paganese

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ZZ PAGINASEI ZERO-ZERO.IT

Assetti tattici simili saranno adottati dai tecnici Criscuolo e Salzano che hanno costruito i propri risultati attraverso moduli redditizi, concreti e spettacolari. Il Città di Angri è camaleontico, in diverse circostanze, anche a gara in corso, il trainer Criscuolo ha cambiato lo schieramento sul rettangolo di gioco, prediligendo comunque il consolidato 4-3-1-2, al versatile 4-4-2 che ha prodotto giocate e punti alla squadra doriana. Schieramento blindato per Salzano, che in diverse occasioni e con obiettivi diversi si è cautelato con un ermetico 4-4-2 affidando le chiavi della regia a Vitagliano. In campo si ritroverà di fronte il capitano storico dell'US Angri 1927, Antonino Amarante.La chiave tattica della partita potrebbe essere proprio la linea mediana e l'eventuale assenza

SFIDA SULLE FASCE

Sarà una data memorabile per il calcio angrese perché per la prima volta due compagini doriane si affronteranno nel massimo campionato regionale, per dare vita ad una “stracittadina” resa possibile solo a causa della scomparsa, nell'estate 2011, della gloriosa Unione Sportiva Angri 1927. Anni di storia del cavallino grigiorosso cancellati dall'immobilismo e dall'indifferenza di molte, troppe persone. C'è un match insolito, singolare, per una cittadina che dopo un anno di riflessione si ritrova ad avere due squadre nel medesimo campionato: Città di Angri e United Sporting Angri si confronteranno per dare vita a novanta minuti di mera intensità calcistica, ma nessuna delle due potrà prendere il posto della più blasonata e sicuramente più amata Us Angri 1927. Medesimi colori, storie diverse e ancora troppo vivo il ricordo del cavallino rampante che superò l'ultimo ostacolo in terra abatese prima di scomparire dal proscenio del calcio di serie D. Una ferita aperta difficile da cicatrizzare nonostante il proficuo lavoro delle due società che si sono messe all'opera per ritagliarsi uno spazio nel popolo sportivo angrese.

Andamenti agli antipodi per le due formazioni angresi, da un lato il Città di Angri, guidato da Enzo Criscuolo che nell'Angri che fu è stato capitano, diesse, commissario e allenatore, dall'altro la nuova realtà dello United Sporting traghettato da un ambizioso Giovanni Ferrara rientrato nel calcio nella passata stagione dopo anni di lontananza. Difficile ipotizzare che sfida sarà, lo United è reduce da brillanti prestazioni prodotte sotto la cura Salzano, mentre il Città di Angri dopo tre settimane di digiuno è tornato alla vittoria in quel di Siano, grazie alle giocate di Amarante, Galdi, Somma, Della Femina e Ferraioli, calciatori che hanno griffato la storia del cavallino rampante. Definirlo “derby” è fuori luogo e ci riesce davvero difficile immaginare che i pochi “irriducibili del pallone” che ancora sopravvivono in città e seguono il calcio nostrano possano schierarsi con l'una o l'altra squadra. L'insolita presenza di due compagini svanirà in tempi celeri per dare vita ad un unico progetto in grado di raccogliere l'eredità dell'Unione Sprtiva Angri 1927. Intelligenti pauca…

Luigi D'Antuono © Ripr. Riservata

“STRACITTADINA” DAL GUSTO AMAROtra i surrogati della us angri '27

dell'infortunato Rodio potrebbe alterare i piani tattici di Criscuolo. Iommazzo e il volenteroso Sandrigo, potrebbero creare scompiglio sulle corsie laterali, ma un simile discorso andrebbe fatto anche per Somma e Galdi, funamboli delle fasce. Gli attacchi appaiono leggeri e poco incisivi e se da un lato Citro cerca minutaggio e giocate importanti, sull'altra sponda i baby Montella e Giammetta garantiscono freschezza e profondità, ma peccano in esperienza. I pacchetti difensivi si fondano sulla navigata esperienza di De Bellis e Poziello per lo United Sporting, mentre il Città di Angri si è affidato alla collaudata coppia Abate-Correale. Assente ingiustificato sarà lo stadio “Novi”, che accoglierà le squadre con un rettangolo di gioco in pessime condizioni e al limite della praticabilità!

L.D'A. © Ripr. Riservata

LA STRACITTADINA

ECCELLENZA B - Città di Angri / US Angri

Via Orlando

(nei pressi dell’Osp. Umberto I)

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Page 7: Zero a Zero Anno 7 n 4

Dopo le dimissioni di Filippo Petti il Nocera calcio a 5 cerca di risollevarsi e puntare deciso alla salvezza. La sconfitta con il San Marzano è stato il segnale definitivo del feeling oramai interrotto tra giocatori ed ex trainer rossonero. Coach Petti in un lungo faccia a faccia, ritenendo fosse giunto a termine un ciclo, ha comunicato la sua decisione a Checchero e compagni. La squadra per il momento è sotto la supervisione tecnica di Alfonso Della Porta e Gerardo Villani. Sabato scorso, intanto, si è registrata una sonante vittoria a Pagani per 7-3. Il direttore sportivo Villani ha le idee chiare sulla stato attuale della squadra ed ha dichiarato: «Siamo alla ricerca di un nuovo allenatore, ma senza assillo, potremmo continuare in piena autogestione». E per il prosieguo del campionato ha aggiunto: «Il nostro obiettivo resta la salvezza, non abbiamo velleità di alta classifica adesso puntiamo solo a raddrizzare questa stagione». Indiscrezioni indicano in Ninì Conte il possibile nuovo mister. La settimana prossima sarà decisiva.

Gianluca Santangelo © Ripr. Riservata

PER LA PANCANINI' CONTE?

Per una compagine che pare aver invertito rotta dopo il cambio di guida tecnica, un'altra cui nemmeno l'avvicendamento in panchina sembra aver restituito la necessaria verve. La vittoria della Sarnese del neo-tecnico Palumbo in quel di Nola consente ai granata di ridurre a tre lunghezze il distacco dalla vetta, ora detenuta dal duo Turris-Sora; al contempo, fa piombare all'inferno l'Hyria di Mandragora. Un ultimo posto (in condominio con Civitavecchia, Selargius e Cynthia), quello dei bruniani, che spinge il presidente Gaglione ad annunciare una vera e propria rivoluzione in tutti i reparti, dopo gli svincoli già operati nelle scorse settimane. E, forte delle parole del suo presidente, il tecnico Mandragora promette di far salva la categoria, garantendo che «non sono mai retrocesso e mai retrocederò». Mentre presidente ed allenatore provano a far quadrato in ambito strettamente tecnico, è il diesse Delle Donne che alimenta la polemica, blindando al contempo la tifoseria. Nel mirino l'amministrazione comunale, che riserverebbe solo indifferenza nei confronti delle sorti del club, a fronte dell'impegno invece profuso da Gaglione e da quanti negli ultimi tre anni l'hanno preceduto. Il tutto a discapito di un pubblico sempre più mortificato, mai tutelato in alcuna circostanza.

Qualche polemica anche a Torre del Greco, nonostante il ritrovato primato. Tra le mura amiche la Turris non va oltre il pari col Progetto S. Elia, con qualche tifoso - una sparuta minoranza, per la verità - che avrebbe accompagnato con qualche mugugno di troppo il mancato successo. E così, puntuale, è arrivato il comunicato del presidente Mario Moxedano, che invita la piazza a restare unita, a garantire serenità a Fabiano e ai suoi ragazzi, ammonendo che, in caso contrario, non si arriverebbe da nessuna parte. Gli fanno eco proprio Franco Fabiano - «Accettiamo le critiche fondate, ma siamo primi e meritiamo di uscire tra gli applausi» - e Raffaele Moxedano: «So che non sto rendendo come dovrei, ma sto ancora recuperando dopo l'infortunio. Diventa difficile però se i miei errori sono sottolineati da continui dissensi. Mi assumo le mie responsabilità e saprò comunque far ricredere anche quella sparuta minoranza che sembra non avere molta pazienza. È il mio lavoro, l'ho sempre fatto e ci riuscirò anche stavolta». Torna invece il sereno a Caserta. Seconda vittoria consecutiva e vetta a meno sei, col tecnico Maiuri - alla pari del diggì Pannone - che però non si accontenta e bacchetta i suoi per l'involuzione di gioco a fronte del blitz di Sarno.

Raffaella Ascione © Ripr. Riservata

Testata giornalistica reg. c/o Trib. di Nocera Inf. N° Reg. St. 8/06 04/12/2006 Anno 7 - n. 4 - 15/11/12 - Chiuso in redazione: martedì 13 novembre 2012

--------------------------------------------------------Direttore Responsabile: Giuliano Pisciotta

Hanno collaborato: R. Ascione, M. De Biase, A. D’Acunto, A. Lenza, G. Annunziata, S. Faiella, F. Attianese, F. Faiella, M. Mattiello, F. Zenna,

A. Cuomo, G. Santangelo, L.C. La Mura, L. D'Antuono, C. Torino --------------------------------------------------------

Foto: Fernando Faiella - Luisa Rescigno - Cuofano Fotografi © Grafix di S. Faiella--------------------------------------------------------

Edito da: Grafix di S. Faiella - Noc. Sup. (SA) Via Nazionale 807 - 081 932792Stampa: Nuova Grafica Nocerina - Roccapiemonte (SA)

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Pino Palumbo, nuovo tecnico della Sarnese

E' iniziata con una vittoria la nuova stagione del Nuceria di Peppe Dello Ioio. L'esordio di coppa, gara di andata a Tramonti contro il Costa d'Amalfi, è caratterizzato dal 3-5 per le rossonere. Primi squilli stagionali per Pina Lamberti sotto forma di tripletta personale. Un gol a testa per Benny Dello Ioio e Angela Sassone. Nel primo tempo ben 32 conclusioni nello specchio della porta avversaria. Nel secondo, maggiore scioltezza nel primo tratto e qualche regalo in fase di disimpegno. Domenica il ritorno, appuntamento per le 16,00 sui campetti dell'Oratorio San Domenico Savio. Poi sarà campionato, con l'avvenuto ripescaggio in serie C1. Oltre alle tre “cannoniere” della prima uscita, la prima squadra versione 2012-13 vanta un lungo elenco di conferme: Anna Alfano, Carola Lamberti, Annaclaudia Dello Ioio, Francesca D'Amelia, Rosa Vuolo, Rosa Manzo, Raffy Sorrentino e le giovanissime Francesca Finelli e Liliana Palumbo.

Marco Mattiello © Ripr. Riservata

CALCIO A 5 - Futsal Nuceria

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Page 8: Zero a Zero Anno 7 n 4

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