weekly report n°22/2015
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Rassegna settimanale dell'Osservatorio di Politica Internazionale (OPI) // 26 luglio - 5 settembre 2015TRANSCRIPT
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N°22, 26 LUGLIO - 5 SETTEMBRE 2015
ISSN: 2284-1024
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Weekly Report Osservatorio di Politica Internazionale (OPI) © BloGlobal – Lo sguardo sul mondo
Milano, 6 settembre 2015 ISSN: 2284-1024 A cura di: Davide Borsani Agnese Carlini Danilo Giordano Antonella Roberta La Fortezza Violetta Orban Alessandro Tinti
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Weekly Report N°22/2015 (26 luglio-5 settembre 2015), Osservatorio di Politica Internazionale (OPI), Milano 2015, www.bloglobal.net
Photo credits: Press Tv; LaPresse/Reuters; Reuters ; Ansa; AP; AP; Getty Images; Reuters/Contrasto; Reuters.
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FOCUS
AFGHANISTAN/PAKISTAN ↴
La mattina del 29 luglio l’emittente afghana 1TVNews ha diffuso la notizia della
morte del Mullah Omar, sostenendo di averla ricevuta da un funzionario del gover-
no. In realtà, come hanno poi confermato sia i talebani che l’esecutivo afghano, il
Mullah Omar sarebbe morto in un ospedale di Karachi nell’aprile del 2013,
a seguito di una grave malattia, probabilmente tubercolosi.
Il Mullah Omar è stato il capo storico dei talebani, che aveva portato al potere
in Afghanistan nel 1996, dopo la vittoria nella guerra civile seguita alla ritirata delle
truppe dell’Unione Sovietica. Le voci di una sua possibile morte si sono susseguite
per mesi, ma sono sempre state smentite dai vertici dell’organizzazione: secondo
molti la conferma della notizia del suo decesso è stata fatta trapelare per ostacolare
i colloqui di pace tra il governo afghano e la leadership talebana. A seguito del dif-
fondersi della notizia, infatti, il secondo round di tali colloqui, previsto per il 31 lu-
glio, è stato rimandato a data da destinarsi. La morte del Mullah Omar ha generato
un terremoto politico all’interno del mondo talebano e dato il via libera ad una tre-
menda guerra tra fazioni: da una parte coloro che hanno sostenuto la no-
mina quale nuovo leader di Akhtar Mohammad Mansoor, vice comandante ta-
lebano, e dall’altra molte famiglie, tra le quali quella del defunto Omar, che vor-
rebbero una personalità condivisa da tutti.
La nomina di Mullah Mansoor, un moderato all’interno del movimento, non è
stata accolta bene da tutte le componenti della galassia talebana e secondo alcuni
sarebbe stato proprio lui ad ispirare l’uccisione di Mullah Mohammad Yakoob, figlio
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maggiore del Mullah Omar, da molti accreditato come il successore predestinato.
Nonostante le turbolenze interne i talebani hanno continuato la loro offensiva terro-
ristica primaverile, attaccando principalmente la capitale del Paese.
L’8 agosto un attentatore suicida si è fatto esplodere nei pressi
dell’Accademia di polizia di Kabul, causando la morte di 20 cadetti e ferendone
altri 27, mentre erano in attesa di entrare all’interno della struttura. L’attacco è av-
venuto 24 ore dopo l’esplosione di un camion bomba nei pressi del centro della ca-
pitale afghana - il primo attentato dopo l’annuncio della morte del Mullah Omar –
che ha causato 15 vittime ed il ferimento di oltre 240 civili. Alcuni giorni dopo nel
mirino dei terroristi talebani è finito l’aeroporto di Kabul: un’autobomba, piazzata
dinanzi all’ingresso dello scalo principale, è esplosa causando la morte di cinque ci-
vili, nonché numerosi feriti, tra i quali anche un bambino. Un’altra autobomba è
esplosa la mattina del 22 agosto nei pressi di una clinica privata, provocando la
morte di 12 persone, tra le quali tre contractors civili della NATO, ed il ferimento di
altre 105. In un comunicato ufficiale i talebani hanno negato la responsabilità di
questo attacco e, ad oggi, nessun gruppo ne ha rivendicato la paternità: secondo la
corrispondente di Al Jazeera, Jennifer Glasse, l’obiettivo dell’attacco era il pullmino
che trasportava i contractors. Ma la violenza talebana non si è concentrata esclusi-
vamente nella capitale: il 9 agosto un attentatore suicida si è fatto esplodere
a Kunduz, nel nord dell’Afghanistan, causando la morte di 29 membri di una milizia
pro-governativa.
Lashkar-e-Jhangvi, un gruppo terroristico legato ad al-Qaeda, ma in procinto di
affiliazione allo Stato Islamico, ha rivendicato la paternità dell’attentato avve-
nuto il 16 agosto nel distretto pachistano di Attock, a seguito del quale sono
morte 14 persone, tra le quali il ministro degli Interni dello stato del Punjab, Shuja
Khanzada. Nel rivendicare l’attentato, i terroristi di Lashkar-e-Jhangvi hanno rivela-
to che l’attacco è stato compiuto per vendicare la morte dello storico leader del
gruppo, Malik Ishaq, ucciso dalle forze di sicurezza pachistane.
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GRECIA ↴
Sullo sfondo della grave e persistente crisi economica e finanziaria, la Grecia ha af-
frontato una nuova serie di colloqui con i creditori internazionali. Il 27 luglio i rap-
presentanti di Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Eu-
ropea e Fondo Salva Stati sono giunti ad Atene per discutere il memorandum relati-
vo al terzo pacchetto di aiuti all’economia ellenica. Il piano predispone una lunga
serie di riforme, 25 delle quali da sbloccare velocemente, in cambio di prestiti
per 86 miliardi di euro, da impiegare principalmente per la ricapitalizzazione delle
banche. Il travagliato percorso negoziale, costellato da tensioni e da spaccature in-
terne al panorama politico greco, si è concluso l’11 agosto con il raggiungimento di
un accordo tra la Grecia e i principali creditori. Gli scenari previsti nel breve-medio
periodo stimano un deficit primario di bilancio dello 0,25% del PIL nel 2015, un
surplus dello 0,5% nel 2016, dell’1,7% nel 2017 e del 3,5% nel 2018. È stato pre-
disposto un accordo per deregolamentare il mercato del gas naturale ed è prevista
la creazione di un fondo per le privatizzazioni da 50 miliardi di euro, che
verrà utilizzato per ricapitalizzare le banche e ridurre il debito.
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto il Parlamento greco ha dato il via libera al
piano di salvataggio con il supporto anche delle opposizioni all’esecutivo
Tsipras, il quale aveva chiesto espressamente di votare il pacchetto di aiuti. In
contrasto con il premier, il presidente del Parlamento, Zoe Konstantopoulou, si è
detta fermamente contraria al piano europeo ritenendolo fonte di nuove misu-
re di austerità. L’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha espresso voto
contrario, rimettendo nelle mani di Tsipras anche il suo mandato parlamentare.
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Il 14 agosto il piano è stato approvato dall’Eurogruppo, garantendo ad
Atene un’iniezione di 86 miliardi di euro in tre anni subordinata
all’implementazione di riforme nei settori della sanità, dello stato sociale, del siste-
ma pensionistico, della tassazione e di uno schema di privatizzazioni. Il presidente
della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha affermato che «con queste ba-
si, la Grecia è e rimarrà irreversibilmente un membro dell’Eurozona». Nei giorni se-
guenti l’esecutivo ellenico ha sbloccato la prima privatizzazione, definita dal governo
precedente ma congelata da Tsipras al momento della sua vittoria alle elezioni, che
ha sancito la vendita per 1,23 miliardi di euro di 14 aeroporti regionali al con-
sorzio tedesco tra Fraport e Slentel. Successivamente il piano è stato approvato
dai Parlamenti di Spagna e Germania. Il terzo piano di aiuti ha consentito ad Atene
di rimborsare alla Banca Centrale Europea 3,4 miliardi di euro entro la scadenza del
20 agosto. I ministri delle Finanze dell’Eurozona hanno stabilito di rendere subito
disponibile la prima tranche da 26 miliardi proprio per consentire alla Grecia di rim-
borsare il debito con la BCE.
Le ampie divergenze createsi all’interno del partito di governo, Syriza, hanno spinto
il premier Tsipras ad annunciare le proprie dimissioni. In seguito alla decisione del
capo dell’esecutivo il presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos ha conferito
a Evangelos Meimarakis, leader del principale partito di opposizione Nea dimokratia,
l’incarico di formare un nuovo governo. Dopo l’insuccesso di Meimarakis il mandato
è stato affidato a Panagiotis Lafazanis di Unità popolare, già ministro del settore
energetico con Tsipras e leader della nuova formazione a sinistra. L’impossibilità di
trovare una nuova compagine governativa ha condotto all’annuncio di elezioni an-
ticipate, previste per il 20 settembre. La profonda crisi attraversata da Syriza è
testimoniata dalle dimissioni del segretario Tasos Koronakis, che si è opposto
alla linea ufficiale del partito e ha criticato la decisione di Tsipras di andare a nuove
elezioni senza discutere la questione in sede al partito e senza tenere in considera-
zione quando stabilito dal Comitato Centrale.
L’incarico di guidare il governo fino alle imminenti consultazioni è stato affidato al
presidente della corte suprema Vasiliki Thanou, prima donna a capo di un esecu-
tivo nella storia del Paese. Secondo il quotidiano conservatore Neftemporiki, qua-
lunque sarà l’esito delle urne, «l’unica soluzione per far uscire il Paese dal pantano
è una grande coalizione con Syriza e Nea dimokratia, che spingerebbe l’intero si-
stema politico ad assumersi le sue responsabilità».
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IRAQ/SIRIA ↴
A più di un anno dall’avvio delle operazioni militari coordinate dagli Stati Uniti,
l’esplosione del Tempio di Bel a Palmira, documentata dalle foto satellitari pub-
blicate dall’agenzia UNITAR, raffigura simbolicamente la tenuta dello Stato Islamico
(IS). L’8 agosto 2014 il governo Obama autorizzò i primi bombardamenti mirati in
Iraq, espandendo nel mese di settembre il mandato della missione anche alla Siria.
Da allora, tuttavia, l’auto-proclamatosi Califfato islamico non ha arretrato né
la presenza armata, né il controllo sovrano su ampia parte dei due paesi.
Nell’ultimo mese i miliziani dell’IS hanno rilanciato l’offensiva sul polo petroli-
fero di Baiji (3 agosto) e protetto Ramadi nell’Anbar sunnita, senza perdere la
capacità di mettere a segno attacchi suicidi su larga scala. Uno degli attentati più
brutali ha colpito il 10 agosto un mercato a Baquba, provocando la morte di quaran-
tasette persone e il ferimento di un centinaio. L’atto terroristico riecheggia la strage
di Khan Bani Saad, dove il 18 luglio scorso l’esplosione di un’autobomba insanguinò
la celebrazione dell’Eid al-Fitr di fine Ramadan, ed evidenzia la strategia di diverge-
re l’attenzione e le risorse delle forze di sicurezza dai principali fronti di combatti-
mento. Analogamente, i guerriglieri jihadisti hanno ripetutamente forzato le difese
irachene a Samarra e Haditha quando il contrattacco su Ramadi dell’esercito regola-
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re si faceva più intenso e determinato. Benché le forze al servizio di Baghdad in
questo frangente siano riuscite a isolare l’importante capoluogo dell’Anbar, avan-
zando pure nei quartieri sudorientali, l’intatta libertà di movimento delle colonne del
Califfato e la ripresa degli scontri su Baiji, dove il 14 agosto oltre duecento uomini
armati hanno fatto nuovamente irruzione nella maggiore raffineria del Paese, indi-
cano la persistente precarietà degli equilibri bellici.
Lo Stato Islamico mantiene un profilo offensivo anche in Siria, dove i miliziani
estremisti hanno ingaggiato le truppe governative a Damasco e strappato alle for-
mazioni ribelli alcuni villaggi al confine settentrionale, accerchiando la cittadina di
Marea, roccaforte delle opposizioni nei pressi di Aleppo, dove è stato documentato
l’impiego di agenti chimici (in particolare, di gas mostarda) da parte degli ag-
gressori. L’utilizzo di armi chimiche è stato registrato anche nelle aree di Salihiya, in
Siria, e Makhmur, in Iraq, dai Peshmerga curdi. Dal cuore dei possedimenti del Ca-
liffato giungono invece le immagini delle numerose esecuzioni sommarie e della di-
struzione sistematica degli antichi templi di Palmira.
Ciò nonostante, l’ingresso della Turchia nel conflitto pone le premesse per svi-
luppi notevoli nel teatro siro-iracheno. Nella notte del 29 agosto i caccia turchi han-
no partecipato alle operazioni della coalizione multilaterale diretta da Washington,
colpendo una serie di postazioni dell’IS in territorio siriano. Se già in luglio il gover-
no di Ankara aveva dichiarato guerra al Califfato autorizzando unilateralmente dei
bombardamenti di precisione (pur senza entrare nello spazio aereo della Siria),
l’accordo siglato il 24 agosto con le controparti statunitensi ha formalizzato
l’integrazione delle forze turche nella catena di comando della missione in-
ternazionale. In precedenza, il Primo Ministro Ahmet Davutoğlu aveva confermato
l’avanzamento dei colloqui per la creazione congiunta di una zona cuscinetto nel
nord della Siria a lungo richiesta dall’esecutivo turco e per il rafforzamento della
copertura aerea a beneficio delle fazioni ribelli moderate che combattono per
la destituzione di Bashar al-Assad. L’intento di mettere in sicurezza una striscia di
terra a cavallo del confine settentrionale non ha intimidito i movimenti dei miliziani
jihadisti, che anzi l’1 settembre hanno tentato una nuova sortita nelle vicinanze di
Kobane, ma ha provocato la reazione di Jahbat al-Nusra – movimento qaedista alla
testa del Jaish al-Fatah, l’”Esercito della Conquista” che ha raccolto in chiave anti-
Assad i gruppi ribelli d’impronta islamista. La leadership di al-Nusra ha infatti
deciso l’abbandono delle posizioni a nord di Aleppo, paventando la convinzio-
ne che la recente convergenza tra Washington e Ankara volga a sola tutela
dell’interesse turco, in relazione al temuto rafforzamento politico-militare curdo
nell’area.
Se la presidenza Obama ha incassato l’adesione dell’alleato mediorientale alle ma-
novre contro l’IS, gli Stati Uniti hanno però subito l’insuccesso del program-
ma di addestramento del gruppo di combattenti siriani che alla metà di luglio
era stato inviato in Siria per sostenere e coordinare sul campo le attività delle for-
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mazioni ribelli di segno moderato. Tuttavia, le cinquantaquattro unità addestrate ed
equipaggiate dal Pentagono hanno respinto la richiesta di combattere contro Jahbat
al-Nusra, nella lista nera delle organizzazioni terroristiche stilata da Washington e
divenuta punto di riferimento per un ampio ventaglio di brigate integraliste avverse
al regime alawita di al-Assad, accusando i finanziatori americani di tradire l’obiettivo
prioritario del contrasto al Califfato. Oltre al sorprendente disaccordo strategico, il
numero assai ridotto delle reclute istruite nelle basi turche e giordane (che avreb-
bero dovuto raggiungere almeno 5400 unità nelle attese dei vertici statunitensi)
ben descrive il fragile paravento dietro cui l’amministrazione Obama aveva riposto
le incertezze sulla crisi siriana.
A complicare il quadro del conflitto e appesantire ulteriormente le scelte statuniten-
si è il crescente coinvolgimento militare russo. L’1 settembre il quotidiano
israeliano Yedioth Ahronoth ha riportato l’arrivo in Siria di una forza di spedi-
zione russa, già operativa in una base aerea nei pressi della capitale a sostegno
del traballante governo di al-Assad, le cui truppe hanno perso nella prima metà
di agosto il controllo dei villaggi di Mansoura, Zeyara e Tal Waset nella piana di Sahl
al-Ghab. Fonti vicine ad al-Nusra hanno confermato le indiscrezioni di un intervento
diretto di Mosca nella guerra civile con la pubblicazione d’immagini di caccia e droni
russi in volo nei cieli di Idlib. Il 9 agosto il Ministro degli Esteri Lavrov aveva richia-
mato gli Stati Uniti a collaborare per portare le parti in conflitto (gli eserciti regolari
di Siria e Iraq, i guerriglieri curdi e le opposizioni armate siriane) a unire gli sforzi
contro la minaccia comune dell’IS. Una settimana più tardi, al termine di un incon-
tro bilaterale con la controparte iraniana Mohammad Javad Zarif, Lavrov ha rinno-
vato la vicinanza a Bashar al-Assad, bollando come inaccettabile la soluzione di un
allontanamento dell’attuale presidenza. Benché il Presidente Vladimir Putin si sia af-
frettato a giudicare come prematuro l’intervento russo nei combattimenti, il Segre-
tario di Stato americano John Kerry ha espresso preoccupazione per un simile svi-
luppo. Se la presenza armata russa fosse effettiva, questa porrebbe un veto note-
vole alle mosse delle potenze sunnite e occidentali, le quali guardano con favore
all’avvio di una fase di transizione politica escludente la dirigenza alawita. Peraltro,
l’aviazione siriana non ha attenuato gli attacchi su obiettivi civili: secondo
l’Osservatorio siriano per i diritti umani, tra il 15 e il 25 agosto i bombardamenti
sulla periferia nordorientale di Damasco hanno ucciso 247 persone e ferito circa un
migliaio.
A testimoniare un aggiustamento complessivo delle posizioni degli attori coinvolti,
Kerry ha per la prima volta dichiarato la necessità di un’operazione di terra
contro l’IS, tuttavia aggiungendo che la Casa Bianca non sta riconsiderando il ri-
fiuto di schierare militari statunitensi con funzioni di combattimento nel teatro siro-
iracheno, dove l’apporto statunitense resterà contrassegnato dalla forza ae-
rea. Intanto, il Washington Post riferisce che la CIA e i reparti speciali del Joint
Special Operations Command hanno aperto, indipendentemente dai raid della coali-
zione internazionale, un programma segreto per l’individuazione e l’eliminazione
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delle massime cariche del Califfato mediante l’impiego di droni. La sussistenza di
tale iniziativa invaliderebbe la linea politica sposata dall’amministrazione Obama,
che da tempo persegue l’indirizzo di circoscrivere le attività condotte dai servizi se-
greti in ambito di anti-terrorismo.
Infine, in Iraq le ultime settimane sono state scandite da dimostrazioni di prote-
sta in gran parte del Paese. Le interruzioni nella fornitura di energia e di acqua
acuite dalle elevate temperature estive hanno sollevato manifestazioni ed assem-
blee popolari nella capitale e in numerose provincie settentrionali e meridionali. I
temi scottanti della corruzione dei pubblici ufficiali e della disoccupazione sono pre-
sto divenuti centrali nei motivi della protesta, che tuttavia si è mantenuta per lo più
pacifica e apartitica, anche in ragione della scelta dei leader sciiti di non politicizzare
il diffuso malcontento. Nella circostanza, l’esecutivo presieduto da Haider al-Abadi
ha dimostrato accortezza ordinando all’esercito di rispettare i dimostranti e control-
lare le intemperanze delle forze di polizia locali, che tra il 21 e il 22 agosto ad al-
Hilla, capoluogo provinciale di Babil, avevano disperso la folla e imposto un copri-
fuoco, poi revocato dal governo centrale. Nell’arduo tentativo di rinsaldare la coe-
sione nazionale contro la minaccia jihadista, al-Abadi ha disposto una profonda
ristrutturazione politica allo scopo di incontrare le richieste di cambiamen-
to, pronunciate anche dal Grande Ayatollah Ali al-Sistani, influente guida spirituale
della comunità sciita in Iraq. Nonostante il preoccupante deficit di bilancio aggrava-
to dal ribasso dei prezzi petroliferi e lo sforzo bellico contro l’IS, la dirigenza irache-
na ha infatti deciso di varare un ambizioso programma di riforme. Il 5 agosto
l’esecutivo ha approvato un calendario di massima per l’implementazione della co-
siddetta Legge 21, che decentralizzerà a livello provinciale le competenze di otto
ministeri di primo piano - tra cui, Agricoltura, Istruzione, Sanità, Finanza, Lavoro e
Affari Sociali -, con l’esclusione del Kurdistan che manterrà il proprio grado di auto-
governo. A questo provvedimento ha fatto seguito la proposta di superare la ri-
partizione settaria delle più alte cariche istituzionali prescritta dalla carta co-
stituzionale redatta dietro le indicazioni statunitensi a seguito della caduta del regi-
me di Saddam Hussein. Il Premier ha inoltre avanzato l’intendimento di eliminare le
cariche di vice-Presidente e di vice-Primo Ministro (ad oggi tripartite secondo
l’appartenenza ai maggiori gruppi etnico-confessionali: sciita, sunnita, curdo) rac-
cogliendo consensi trasversali tra le fazioni parlamentari. In seguito, al-Abadi ha
deciso la riduzione del Consiglio dei Ministri - passato da trentadue a ventidue
membri -, limitato le dispendiose scorte per i pubblici ufficiali e formato un comitato
per la revisione degli stipendi dei funzionari del governo.
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BREVI
CINA, 11 AGOSTO-3 SETTEMBRE ↴
L’11 agosto la People’s Bank of China ha provveduto
inaspettatamente alla svalutazione dello yuan, la mo-
neta nazionale, replicando l’operazione altre due volte
e portando la propria valuta ad un deprezzamento fi-
nale del 5%. È stata una mossa classica di politica
monetaria, benché inaspettata in questi termini, atta
a rendere le merci cinesi più competitive sui mercati esteri. La mossa è scaturita dal
fatto che per anni il PIL cinese è cresciuto ad un ritmo a due cifre, mentre per
quest’anno è prevista una crescita intorno al 7%. Gli analisti economici ipotizzano
che il governo in realtà stia mentendo sulla reale situazione economica e che la cre-
scita possa essere addirittura inferiore a quanto prospettato, intorno al 5%, un va-
lore troppo basso per un paese che deve riscattare dalla povertà un miliardo e mez-
zo di persone. All’inizio di agosto l’indice manifatturiero cinese è sceso a 47.1, il va-
lore più basso degli ultimi due anni, così come negativi sono stati i dati riguardanti
l’export, le immatricolazioni di auto, i consumi di energia, la produzione industriale.
La sensazione diffusa di pessimismo si è trasmessa anche alla Borsa di Shanghai
che nelle ultime sedute di agosto ha ceduto quasi il 20% del suo valore, generando
la fuga incontrollata dei capitali stranieri. Il pessimo andamento della borsa cinese
si è ripercosso su tutti i mercati mondiali, portando a crolli diffusi sia nei mercati
asiatici, che hanno fatto registrare le peggiori performances degli ultimi quattro an-
ni, sia nei mercati europei e americani, dove si sono verificate alcune delle peggiori
sedute borsistiche dal 2008. È attesa con interesse la decisione della Federal Reser-
ve statunitense che, in considerazione degli squilibri economici in corso, potrebbe
decidere di mantenere i tassi di interesse invariati, anziché provvedere al loro rial-
zo.
COREA DEL NORD/COREA DEL SUD, 20-25 AGOSTO ↴
Il 20 agosto l’esercito nordcoreano ha colpito un’area
di circa 60 km a nord di Seul con l’obiettivo di abbat-
tere uno degli 11 altoparlanti posizionati al confine
della zona demilitarizzata tra le due Coree. All’azione
militare nordcoreana, Seul ha risposto lanciando
proiettili da 155 mm. Il 21 agosto il dittatore coreano
Kim Jong-un ha ordinato all’esercito di prepararsi ad
entrare in “semi-stato di guerra” dando a Seul un ultimatum di 24 ore entro le quali
interrompere le trasmissioni e smantellare la rete di altoparlanti al confine. La
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“guerra degli altoparlanti” non è un’invenzione recente; tuttavia, nel 2004 un ac-
cordo tra le due Coree aveva posto fine a questa guerra psicologica condotta a suon
di messaggi propagandistici. Dal 4 agosto la Corea del Sud aveva però ripreso a
trasmettere i suoi messaggi di propaganda democratica contro il suo vicino, accusa-
to di gravi violazioni dei diritti umani, come rappresaglia a seguito di un incidente
avvenuto al confine in cui due soldati sudcoreani erano rimasti mutilati. Il rischio di
escalation è stato tuttavia evitato da un negoziato tra i rappresentanti della Corea
del Sud e quelli della Corea del Nord iniziato il 23 e conclusosi soltanto nella notte
del 25 agosto, il quale ha permesso di giungere ad un accordo in sei punti.
L’accordo risulta fondamentale non soltanto per la regolamentazione della specifica
situazione - la Corea del Sud si è infatti impegnata a sospendere le trasmissioni de-
gli altoparlanti mentre, dal canto suo, la Corea del Nord ha espresso rammarico per
l’incidente del 4 agosto e si è impegnata a revocare il quasi stato di guerra -, quan-
to soprattutto perché sembra aprire alcuni spiragli relativi, in generale, alla sempre
precaria situazione esistente tra i due Paesi.
EGITTO, 6-26 AGOSTO ↴
Il Cairo continua a essere bersaglio del terro-
rismo di matrice islamica. Il 20 agosto tre or-
digni sono esplosi davanti al Palazzo della Si-
curezza nazionale e a un tribunale nel distret-
to di Shubra El-Kheima, a nord della capitale,
ferendo ventinove persone. Rivendicato dallo
Stato del Sinai, gruppo terroristico legato allo Stato Islamico, l’attentato è stato se-
guito il 24 agosto dal lancio di una bomba contro un pullman che trasportava poli-
ziotti nella provincia di Baheira, a 260 chilometri a nord del Cairo. Il bilancio è di
due morti e ventiquattro feriti. La tensione resta elevata nella penisola del Sinai,
dove il 26 agosto due poliziotti egiziani hanno perso la vita in un conflitto a fuoco
nei pressi di un ufficio postale ad Arish. Gli attacchi sopraggiungono dopo
l’approvazione della dura legge antiterrorismo voluta dal Presidente Abdel Fattah al-
Sisi. Il provvedimento prevede la costituzione di tribunali speciali e inasprisce le pe-
ne per il reato di terrorismo, includendo la pena di morte per l’istituzione e la dire-
zione di una cellula terroristica. Tuttavia, l’ampiezza della definizione di attività ter-
roristica («ogni atto che lede l’ordine pubblico con la forza») e l’introduzione di mi-
sure repressive della libertà di stampa, quali la previsione di elevate pene pecunia-
rie per i giornalisti che contraddiranno la versione ufficiale restituita dalle autorità in
merito ad un eventuale attentato, hanno alimentato il sospetto che l’entrata in vigo-
re della legge fornirà al governo egiziano un pericoloso strumento di censura e con-
trollo delle opposizioni. Di contrasto al terrorismo al-Sisi ha lungamente discusso
con Vladimir Putin, che il 26 agosto ha ricevuto per la terza volta il Presidente egi-
ziano. Al termine dell’incontro Putin ha lodato l’Egitto quale punto di riferimento
della regione mediorientale ed ha inoltre annunciato l’approfondimento della colla-
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borazione negli ambiti dell’aviazione civile, con l’avvio di trattative per la fornitura di
aerei Sukhoi Superjet 100 alla compagnia di bandiera egiziana, e nucleare, per la
costruzione della prima centrale atomica egiziana, cui parteciperà la compagnia di
Stato russa Rosatom. Intanto, il 6 agosto, alla presenza di numerose delegazioni in-
ternazionali, l’Egitto ha celebrato il raddoppio del Canale di Suez. L’opera consentirà
la diminuzione dei tempi di percorrenza (da 18 a 11 ore) e l’aumento dei transiti
(da 49 a 97 giornalieri), eliminando inoltre i limiti dimensionali che sinora hanno
impedito il passaggio delle navi cargo di ultima generazione. L’apertura del tratto
parallelo, costato circa 8 miliardi di dollari, dunque incoraggerà il sensibile incre-
mento dei traffici commerciali, più che raddoppiando nelle attese del governo egi-
ziano i proventi (che dai 5,3 miliardi odierni dovrebbero raggiungere i 13,2 nel
2023). Oltre a ricercare nuova centralità nei commerci mondiali, negli auspici di al-
Sisi l’espansione del Canale costituirà uno sfogo alla preoccupante disoccupazione
giovanile, che complice l’elevata pressione demografica costituisce un persistente
fattore di instabilità.
STATI UNITI, 4 SETTEMBRE ↴
Nonostante le elezioni per la Casa Bianca si tengano
tra oltre un anno, è già iniziata la corsa alla leader-
ship dei due partiti, Democratico e Repubblicano, da
parte degli aspiranti presidenti. Dal lato del Grand Old
Party, la situazione appare ancora molto incerta. Il
primo dibattito, che si è tenuto in agosto a Cleveland,
non ha contribuito a dare un indirizzo preciso al parti-
to repubblicano. Ad ora, comunque, in testa ai sondaggi c’è Donald Trump, seguito
da astri nascenti come il neurochirurgo Ben Carson, da giovani politici, ad esempio
Marco Rubio, e da nomi altisonanti come Jeb Bush. Sul versante dei Democratici, al
contrario, pare esserci meno indecisione sul front runner nel 2016. Sia in termini di
endorsement all’interno del partito che di consenso tra l’opinione pubblica, la gran-
de favorita resta l’ex Segretario di Stato, Hillary Clinton. Tuttavia, nel corso delle ul-
time settimane ha guadagnato terreno il Senatore indipendente, ma fortemente in-
tenzionato a divenire leader dei Democratici, Bernie Sanders, il cui pensiero sociali-
sta tende a far presa in particolare sull’ala liberal del partito. Sembrerebbe esserci
la possibilità che anche l’attuale vice-presidente, Joe Biden, possa partecipare alle
primarie democratiche. Ciononostante, dopo il recente lutto che l’ha colpito (la mor-
te del figlio), non ha ancora sciolto la riserva e sta sondando la disponibilità
dell’establishment democratico a sostenerlo. Nel frattempo, l’amministrazione Oba-
ma coglie un importante successo in termini di politica estera: l’accordo siglato nel
giugno scorso tra Iran e il gruppo P5+1 sul dossier nucleare di Teheran non verrà
affossato dall’opposizione del Congresso a maggioranza repubblicana. Il presidente
ha infatti raccolto il sostegno minimo all’interno del suo partito per evitare che un
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suo probabile veto possa venir scavalcato da una maggioranza qualificata a Capitol
Hill.
STATI UNITI/CUBA, 14 AGOSTO ↴
Dopo 54 anni di interruzione delle relazioni diploma-
tiche, il 20 luglio le ambasciate di Stati Uniti e Cuba
a L’Avana e Washington sono state ufficialmente ria-
perte. La visita in agosto del Segretario di Stato
USA, John Kerry, ha avuto un notevole valore simbo-
lico per le relazioni bilaterali, trattandosi del primo
viaggio nell’isola di un capo della diplomazia statuni-
tense dal 1945. Ciò nonostante permangono elemen-
ti di ostilità tra i due Paesi. I media di Stato cubani, in occasione del compleanno
del leader Fidel Castro e in suo nome, hanno pubblicato un articolo nel quale veniva
evidenziato il danno economico causato a Cuba dall’embargo statunitense. Da parte
sua, Kerry ha tenuto a ribadire che il Congresso non toglierà le restrizioni sul piano
economico a meno che Cuba non inizi a rispettare i diritti umani e attui una politica
a favore delle libertà di coscienza, di espressione e d’indipendenza. Molte sono le
critiche pervenute in seguito alla visita di Kerry, tra le quali il mancato invito dei
dissidenti cubani alla cerimonia presso l’ambasciata statunitense. Alcuni Senatori
americani, tra cui quello della Florida Marco Rubio, del New Jersey Bob Menendez e
l’ex Governatore della Florida Jeb Bush, hanno descritto l’evento come un «giorno
triste» per la storia dei due Paesi, poiché non è stato raggiunto nessun accordo sul
rispetto delle libertà fondamentali e sulla possibilità di svolgere elezioni democrati-
che. Nonostante il Presidente Barack Obama abbia semplificato alcune restrizioni
economiche e di viaggio, spetterà al Congresso revocare l’embargo - pratica difficile
da archiviare a causa della maggioranza repubblicana in entrambe le Camere.
YEMEN, 24 AGOSTO-2 SETTEMBRE ↴
L’aviazione dell’Arabia Saudita, che dal mese di mar-
zo è alla guida di una coalizione internazionale che
sta affrontando l’avanzata dei ribelli Houthi filo-
iraniani all’interno dello Yemen, ha bombardato la
base aerea di al-Dailami, situata nell’area nord della
capitale Sanaa, nei pressi dell’aeroporto. L’attacco è
avvenuto dopo il fallito lancio di un missile Scud da
parte degli Houthi, i quali erano entrati in possesso da alcune ore del deposito mu-
nizioni della struttura militare dell’ormai disciolta aviazione yemenita. In preceden-
za, il 26 agosto, militanti di al-Qaeda avevano attaccato una base dell’esercito nella
città di Mukalla e costituito alcuni checkpoints per rinsaldare il controllo di uno dei
capisaldi del network terroristico nello Yemen; il giorno precedente i jihadisti di al-
Qaeda avevano già bombardato una base della polizia segreta yemenita nelle im-
mediate vicinanze. Le forze saudite hanno cercato di riprendere le proprie posizioni
13
nella strategica città costiera di Aden, da luglio nelle mani degli Houthi: un contin-
gente di 100 soldati è stato schierato nei dintorni dell’aeroporto internazionale,
mentre continuano i raid dell’aviazione sulle postazioni dei ribelli sciiti. Nella matti-
nata del 2 settembre la branca yemenita dello Stato Islamico ha rivendicato il dupli-
ce attentato alla moschea di al-Mouawed, nel distretto di al-Jaraf della capitale Sa-
naa, che ha causato la morte di almeno 28 persone ed il ferimento di un centinaio.
Il doppio attacco è avvenuto in maniera sequenziale, con un attentatore suicida che
si è fatto esplodere all’interno della moschea ed un camion bomba che è esploso
mentre i superstiti si apprestavano a fornire i primi soccorsi ai feriti. La moschea di
al-Mouawed è frequentata principalmente dagli sciiti Houthi, considerati eretici dai
miliziani dello Stato Islamico, principalmente di confessione sunnita. Finora il con-
flitto ha causato la morte di 4500 persone e una seria crisi umanitaria ai danni della
popolazione civile. La Croce Rossa Internazionale ha ufficialmente dichiarato con-
cluse le sue attività di assistenza a causa dei numerosi attacchi subiti dai suoi ope-
ratori e ai danni delle sue strutture.
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ALTRE DAL MONDO
ARABIA SAUDITA, 6 AGOSTO ↴
Un attentatore del gruppo jihadista “Provincia di al-Hijaz”, affiliato allo Stato Islami-
co, si è fatto esplodere in una moschea di Abha, nella provincia di Asir, durante la
preghiera di mezzogiorno, provocando la morte di quindici persone, in gran parte
reclute della polizia locale. Si tratta del terzo attentato a firma jihadista in un luogo
di culto compiuto negli ultimi mesi, dopo gli attacchi nelle moschee di al-Qadeeh e
di al-Damman del 22 e 29 maggio.
BALCANI, 25-27 AGOSTO ↴
I premier di Serbia e Kosovo, Aleksandar Vučić e Isa Mustafa, hanno firmato a Bru-
xelles un accordo che costituisce un importante passo in direzione della normalizza-
zione dei rapporti bilaterali. Oltre a un’intesa nei settori dell’energia e delle teleco-
municazioni, è prevista una riforma giudiziaria per tutelare la minoranza serba in
Kosovo. L’accordo ha preceduto di pochi giorni l’inizio del secondo incontro del co-
siddetto “processo di Berlino”, una serie di incontri avviati il 28 agosto 2014 dal
Cancelliere tedesco Angela Merkel per rilanciare l’economia e lo sviluppo della re-
gione balcanica.
BRASILE, 16 AGOSTO ↴
Quasi un milione di persone ha manifestato nelle strade delle principali città brasi-
liane per chiedere le dimissioni del Presidente Dilma Rousseff, rieletta in ottobre ma
screditata dallo scandalo Petrobras e dalla crisi economica. Già nei mesi di marzo e
aprile i cortei di protesta avevano promosso l’impeachment per Rousseff, alla guida
della compagnia petrolifera nazionale prima di ottenere l’incarico presidenziale ma
dichiaratasi estranea al traffico di tangenti che vede coinvolti esponenti di spicco
della dirigenza brasiliana.
BURUNDI, 20 AGOSTO-2 SETTEMBRE ↴
Il 20 agosto é iniziato il terzo mandato presidenziale di Pierre Nkurunziza, vincitore
delle elezioni del 21 luglio con quasi il 70% dei voti. Nkurunziza ha nominato i
membri del suo governo, costituito da 20 ministri, tra i quali cinque scelti tra i par-
lamentari dell'opposizione. Nel frattempo, continuano le proteste della popolazione
per una rielezione ritenuta illegittima, a cui le forze di polizia e le milizie ruandesi
delle FDLR stanno rispondendo con inaudita ferocia.
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ECUADOR, 7 AGOSTO ↴
L’ultimo episodio della lunga disputa tra il governo di Quito e l’azienda statunitense
Chevron è la decisione di una Corte d’appello degli Stati Uniti che ha condannato
l’Ecuador a pagare un risarcimento di 96 milioni di dollari alla compagnia petrolifera
nordamericana. La controversia ha avuto inizio nel 1973, con la stipula di un accor-
do firmato dalla Texaco - successivamente acquisita da Chevron - che prevedeva la
rivendita di petrolio al governo ecuadoriano a prezzi inferiori a quelli di mercato in
cambio di prospezioni minerarie nel paese. Negli anni Novanta Chevron ha avviato
diverse cause legali contro l’Ecuador, accusandolo di violare l’accordo.
HAITI, 9 AGOSTO ↴
Per la prima volta da quando il presidente Michel Martelly è salito al potere nel
2011, si sono svolte le consultazioni per eleggere i rappresentanti della camera dei
deputati e due terzi del senato. Nel primo turno delle elezioni legislative, caratteriz-
zato da violenze e da un’affluenza alle urne di appena il 18%, sono stati eletti solo
tre deputati su 119 e nessun senatore. Il secondo turno è previsto per il 25 ottobre,
insieme al primo turno delle presidenziali e alle amministrative.
INDIA, 13 AGOSTO ↴
In seguito alla preghiera mattutina nella moschea del distretto di Shopian, nel
Kashmir, un ordigno è esploso all’interno del complesso ferendo 11 persone. Non vi
è stata alcuna rivendicazione dell’attacco, ma il governo indiano ha aumentato no-
tevolmente il livello di sicurezza nazionale in occasione delle celebrazioni
dell’anniversario dell’indipendenza dalla Gran Bretagna. Gli attacchi alle moschee
non sono frequenti nella regione; l’ultimo risale al 2001, nella moschea di Charar-e-
Sharief in cui persero la vita 4 donne.
ITALIA/INDIA, 24 AGOSTO↴
L’Italia ha proceduto, lo scorso 21 luglio, ad inoltrare presso il Tribunale internazio-
nale del diritto del mare (ITLOS) una richiesta relativa alle misure cautelari da ap-
plicare ai due Marò in attesa della decisione del Tribunale arbitrale, la cui attivazio-
ne è stata attivata dall’Italia lo scorso 26 giugno. Il 24 agosto l’ITLOS ha respinto la
principale richiesta italiana sul rientro in patria di Salvatore Girone e alla permanen-
za in Italia di Massimiliano Latorre, richiedendo all’Italia e all’India di sospendere
ogni iniziativa giudiziaria in essere e di non intraprendere nuove azioni che possano
aggravare ulteriormente la controversia. Le decisioni del Tribunale sono vincolanti
per le parti; a tal proposito, entro il 24 settembre Roma e New Delhi dovranno pre-
sentare una relazione circa l’applicazione delle misure. La situazione resterà così
congelata fino alla pronuncia, che si prospetta potrà arrivare anche tra qualche an-
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no, del Tribunale arbitrale relativa alla giurisdizione competente a giudicare nel caso
dei due fucilieri.
ITALIA/IRAN, 4-5 AGOSTO↴
In conformità con quanto annunciato a pochi giorni dallo storico accordo sul nuclea-
re iraniano siglato a Vienna, i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e dello Sviluppo
economico Federica Guidi si sono recati in visita a Teheran. La cornice politica della
missione è stata quella dell’incontro tra Gentiloni e il suo omologo Zarif. Nel quadro
della progressiva eliminazione delle sanzioni internazionali prevista dall’accordo,
l’Italia punta a un rafforzamento delle relazioni politiche ed economiche tra i due
Paesi, approfittando delle numerose opportunità offerte dal mercato iraniano.
MALI, 7 AGOSTO ↴
L’attacco jihadista contro l’hotel Byblos che ospita funzionari delle Nazioni Unite ha
visto il sequestro di ostaggi e l’uccisione di 12 persone, tra cui alcuni dipendenti
dell’hotel, cinque soldati, due attentatori e un contractor delle Nazioni Unite. Pur
non essendoci prove formali del suo coinvolgimento, i sospetti in merito alla re-
sponsabilità dell’attentato si sono concentrati sul gruppo islamista del Fronte di Li-
berazione del Macina, che prende la sua denominazione dal nome tradizionale di
una regione centrale del Mali. Il Fronte ha già rivendicato diversi attacchi ed è pre-
sumibilmente affiliato con al-Ansar al-Din, inserita da Washington nella lista delle
organizzazioni terroristiche nel 2013.
NIGERIA, 11-13 AGOSTO ↴
Nonostante gli sforzi del presidente Buhari per scacciare i militanti islamici di Boko
Haram da alcuni loro capisaldi nel nord-est del Paese, i guerriglieri bokisti continua-
no la loro attività terroristica ai danni della popolazione civile. L’attentato più cruen-
to è avvenuto lo scorso 11 agosto, nei pressi del mercato del villaggio di Sabon Ga-
ri, a sud di Maiduguri, nello stato di Borno, e ha causato la morte di 50 persone. Sul
piano della coalizione internazionale in supporto della Nigeria, il Ciad del presidente
Idriss Deby ha eseguito la condanna a morte per fucilazione di dieci presunti mem-
bri di Boko Haram.
PALESTINA, 22 AGOSTO ↴
L’emittente araba Al Arabiya ha diffuso la notizia delle dimissioni di Mahmoud Abbas
(Abu Mazen) da leader dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina)
insieme ad altri esponenti di alto livello del movimento. Abu Mazen è stato tempo-
raneamente sostituito da Saeb Erekat, capo negoziatore dell’organizzazione nelle
trattative con Israele, ma ha conservato il ruolo di presidente palestinese. Il Consi-
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glio nazionale palestinese ha chiesto le elezioni entro un mese per selezionare un
nuovo comitato esecutivo per l’OLP.
REGNO UNITO/IRAN, 23 AGOSTO ↴
Il Regno Unito ha riaperto la propria ambasciata a Teheran, chiusa nel 2011 in se-
guito all’attacco di alcuni gruppi studenteschi rivoluzionari iraniani. Alla cerimonia
per la riapertura della sede diplomatica hanno partecipato il ministro degli Esteri
britannico, Philip Hammond, e quello iraniano, Mohammad Javad Zarif. L’Iran ha
analogamente deciso di riattivare la propria rappresentanza diplomatica nel Regno
Unito. Hammond ha dichiarato che, malgrado permangano delle divergenze tra i
due Paesi, i rapporti bilaterali sono costantemente migliorati e la riapertura delle
ambasciate segna un ulteriore passo in avanti nel processo di riavvicinamento
dell'Iran alle potenze occidentali.
RUSSIA, 24 AGOSTO↴
Le Forze Armate russe hanno comunicato l’efficace collaudo del missile balistico in-
tercontinentale RS-12M Topol. Lanciato dal poligono di Kapustin Iar, nella regione
meridionale di Astrakhan, il razzo ha colpito con precisione l’obiettivo collocato nel
poligono di Sary-Shagan, in Kazakistan.
SOMALIA, 22 AGOSTO-1 SETTEMBRE ↴
I miliziani islamici di al-Shabaab hanno attaccato in due occasioni i soldati di AMI-
SOM, il contingente dell'Unione Africana in Somalia. Il 22 agosto un attentato kami-
kaze ai danni della base di Kismayo, utilizzata quale centro di addestramento reclu-
te, ha causato la morte di nove soldati. Gli al-Shabaab hanno inoltre rivendicato
l'attacco alla caserma di Jalane, situata nel sud del Paese, nel quale hanno perso la
vita 50 soldati ugandesi.
SRI LANKA, 17-19 AGOSTO ↴
Lo United National Party (UNP), partito di centro-destra al governo nello Sri Lanka,
ha vinto le elezioni parlamentari del 17 agosto, ottenendo 106 seggi sui 225 dispo-
nibili. La vittoria dello UNP consente al premier Ranil Wickremesinghe di formare un
governo stabile, dopo otto mesi di governo di minoranza, e di allontanare la possibi-
lità di un ritorno al potere dell'ex presidente Mahinda Rajapaksa.
TERRORISMO, 21 AGOSTO ↴
Il fallito attentato sul treno Thalys Parigi-Amsterdam ha riportato all’attenzione il
tema del terrorismo di matrice jihadista in Europa. L’autore, il cittadino marocchino
di 26 anni Ayoub al-Qahzzani, era schedato dai servizi segreti spagnoli per integra-
lismo islamico ed era stato segnalato anche ai servizi francesi. Al-Qahzzani sarebbe
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legato alla cellula jihadista smantellata a gennaio in Belgio, a Verviers. I tre cittadini
statunitensi e un britannico che sono intervenuti per bloccare il terrorista sono stati
insigniti della Legion d’onore dal Presidente della Repubblica Hollande. I ministri de-
gli Interni e dei Trasporti dell’UE riunitisi il 29 agosto a Parigi si sono proposti di di-
scutere «proposte molto concrete» per completare i dispositivi di vigilanza predi-
sposti nel quadro della lotta antiterrorismo.
THAILANDIA, 17 AGOSTO ↴
Il 17 agosto il centro di Bangkok, cuore dell’economia thailandese fortemente lega-
ta al turismo, è stato scosso dall’esplosione di una bomba che ha causato 22 morti
e un centinaio di feriti. Altri due ordigni rimasti inesplosi sono stati trovati nella
stessa zona dalle forze dell’ordine. Al momento non sembra essere pervenuta alcu-
na rivendicazione dell’attentato sebbene il 29 agosto un uomo di ventotto anni e di
nazionalità turca sia stato arrestato per complicità nei fatti. Resta, d’altronde, da
chiarire il movente: se sembra potersi escludere l’ipotesi del terrorismo internazio-
nale o quella di matrice religiosa, rimane in piedi quella legata alle tensioni interne
che si registrano ormai dallo scorso maggio, quando Prayuth Chan-ocha si è auto-
proclamato Primo Ministro a seguito di un colpo di Stato manu militari.
TURCHIA, 25-30 AGOSTO ↴
Dopo il fallimento delle trattative per la formazione di una coalizione di governo e la
decisione del presidente Recep Tayyip Erdoğan di affidare al premier uscente Ahmet
Davutoğlu l’incarico di formare un esecutivo ad interim per condurre il Paese al vo-
to, è stata ufficializzata la data delle nuove elezioni legislative, il prossimo 1 no-
vembre. Il 28 agosto si è insediato l’esecutivo di transizione di cui per la prima volta
fa parte una formazione filocurda, l’Hdp. Nei giorni seguenti si sono verificati episo-
di di violenza nelle province di Diyarbakır e Şırnak, nel sudest del Paese, in cui sono
morti tre poliziotti, tre ribelli curdi del Pkk e un ragazzo di 12 anni.
UCRAINA, 1 SETTEMBRE ↴
Dopo mesi di calma, quanto meno apparente, la situazione in Ucraina torna a com-
plicarsi in vista dell’imminente vertice tra Putin, Poroshenko, Hollande e Merkel. Il
Parlamento di Kiev ha dato un primo via libera ad una riforma che garantirebbe
maggiore autonomia alle province separatiste innescando, però, l’ira degli ultrana-
zionalisti, che hanno protestato con modalità violente di fronte alla Rada causando
la morte di tre persone.
VENEZUELA, 22 AGOSTO↴
Il Presidente Nicolás Maduro ha decretato la chiusura dei valichi sulla frontiera co-
lombiana ed imposto la legge marziale nello Stato di Tachira, dove sono stati inviati
oltre 1500 militari al fine di reprimere le attività di contrabbando. Già il 10 agosto le
autorità di Caracas e di Bogotà avevano concertato la chiusura notturna del confine,
19
ma un attacco armato nella città di San Antonio del Tachira ha sollecitato
l’inasprimento delle misure contro i contrabbandieri. La successiva espulsione di cir-
ca mille cittadini colombiani dalla regione ha tuttavia irritato il governo di Bogotà.
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ANALISI E COMMENTI
DINAMICHE E PROIEZIONE STRATEGICA DEL TERRORISMO IN AFRICA
VIOLETTA ORBAN ↴
ANALISI DISPONIBILE ANCHE COME RESEARCH PAPER: SCARICA
Continente dalle molteplici realtà statuali, culturali ed etniche, l’Africa è frequente-
mente trascurata dal dibattito politico internazionale e talvolta semplificata nelle
analisi tese ad indagarne problematiche e contesti socio-economici.
L’esperienza del colonialismo, che ha profondamente segnato le vicende e la stessa
auto-percezione delle società africane, ha per lungo tempo tralasciato gli elementi
di diversità, dinamismo e pluralità storica e culturale dei Paesi coinvolti, relegandoli
ad un unico insieme caratterizzato da omogeneità e pratiche tradizionali. Questo ti-
po di rappresentazione ha di fatto negato la storicità dell’Africa e le sue diversificate
condizioni interne e ha suggerito un’idea di staticità e difficoltà di intraprendere
processi di sviluppo. La decolonizzazione, a partire dagli anni Cinquanta del Vente-
simo secolo, ha costituito una fase di estremo rilievo, configurandosi come un fe-
nomeno di rottura con dinamiche e legami passati, di definizione degli assetti dei
nuovi attori politici e di maggiore attenzione da parte della comunità internazionale
per i nuovi Stati indipendenti. L’interesse mostrato negli ultimi decenni nei confronti
dell’Africa è tuttavia focalizzato principalmente sulle tematiche dei conflitti etnico-
religiosi, delle migrazioni e del terrorismo (…) SEGUE >>>
L’UE IN ORIENTE: I LIMITI DI UNA PARTNERSHIP SPECIALE
FEDERICA CASTELLANA ↴
La recente diffusione del concetto di “Secolo del Pacifico” (introdotto già nel 2002
dallo storico statunitense Warren Cohen) conferma la centralità crescente del gran-
de Oceano nelle dinamiche internazionali attuali, soprattutto della sua sponda asia-
tica. È qui infatti che si concentrano Paesi in vivace crescita – economica, demogra-
fica e urbanistica – e importanti flussi di merci, commodities, materie prime e inve-
stimenti: un richiamo innegabile per molti attori della scena globale, impegnati da
tempo nell’area con strategie di controllo, avvicinamento, dialogo e contenimento
(specie rispetto alla superpotenza cinese).
In questo scenario di “corsa al Pacifico”, come si inserisce l’Unione Europea?
L’azione europea nella regione pacifica ha assunto negli anni un’impronta decisa-
mente commerciale e bilaterale. Con la Cina e i Paesi del cosiddetto Sud-Est asiati-
co, in particolare, l’UE ha costruito una rete di rapporti basata sull’importazione di
prodotti a basso costo, la ricerca di nuovi sbocchi per il suo mercato e lo scambio di
conoscenze tecnologiche e scientifiche (…) SEGUE >>>
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CLAUSEWITZ E LA FOURTH GENERATION WARFARE AI TEMPI DELLO STATO ISLAMICO
ANTONELLA ROBERTA LA FORTEZZA ↴
Per secoli il panorama delle relazioni internazionali in riferimento al fenomeno guer-
ra è stato dominato da quelli che sono stati definiti conflitti convenzionali o simme-
trici. Per guerra simmetrica si intende un conflitto armato nel quale due Stati, di
forza più o meno equivalente, si affrontano in un combattimento aperto. Stiamo in
sostanza parlando di una logica perfettamente clausewitziana del conflitto. Almeno
a partire dalla seconda metà dello scorso secolo lo scenario appena descritto non
sembra più corrispondere alla realtà delle relazioni internazionali. Le guerre non so-
no più condotte da eserciti classici in quanto una molteplicità di gruppi armati non
statali partecipa ai conflitti, perseguendo del resto obiettivi spesso diversi e talvolta
divergenti. Nell’attuale scenario internazionale l’asimmetria ha raggiunto un livello
superiore rispetto alle semplici tattiche asimmetriche adottate in passato, divenen-
do caratteristica principale e multilivello degli attuali conflitti. Negli ambienti anglo-
sassoni si è a lungo parlato di Fourth Generation Warfare (4GW), un nuovo para-
digma che accanto al più classico conflitto tra Stati inseriva quello asimmetrico tra
Stato e attori non statali (…) SEGUE >>>
“AN ESCAPE FROM POVERTY”. IL NUOVO CETO MEDIO NELLE DINAMICHE DI CRESCITA
DELL’AMERICA LATINA
FRANCESCO TRUPIA ↴
ANALISI DISPONIBILE ANCHE COME RESEARCH PAPER: SCARICA
L’ultimo ventennio latino-americano è stato caratterizzato da una serie di profonde
trasformazioni sociali, effetto anche dei positivi risultati raggiunti in ambito com-
merciale, al miglioramento delle politiche di cooperazione all’interno del sub-
Continente e, infine, alla crescita economica dell’Alleanza del Pacifico (AP) in ambito
regionale e dei BRICS su scala globale, in cui il Brasile gioca un ruolo rilevante.
La volontà politica di ripristinare i rapporti internazionali con partner storicamente
ostili, come gli Stati Uniti, l’apparente superamento di storiche diatribe interne al
gruppo ABC (Argentina-Brasile-Cile) nella corsa alla leadership, nonché il migliora-
mento di politiche fiscali e monetarie, hanno riconosciuto all’America Latina lo sta-
tus di seconda migliore macro-regione in via di sviluppo dopo quella dell’Est Europa
nell’era post-sovietica. I programmi assistenziali brasiliani rivolti alle fasce di popo-
lazione più emarginate, i riconoscimenti internazionali al socialismo venezuelano e
cubano, le sfide costituzionali di Ecuador e Bolivia e la crescita esponenziale di Paesi
come Cile, Messico e Perù, hanno completato infine una “long march through insti-
tutions” che migliorerà ulteriormente le posizioni dei Paesi già citati insieme a quelle
di Argentina, Brasile e Colombia (…) SEGUE >>>
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SICUREZZA NAZIONALE IN CINA: IL PERCORSO ISTITUZIONALE E LA NUOVA LEGGE
MATTEO ANTONIO NAPOLITANO ↴
Parlare di sicurezza nazionale nel contesto cinese significa, in primo luogo, adden-
trarsi in un campo denso di criticità e, in secondo luogo, confrontarsi con un cre-
scendo in complessità di dinamiche composite, legate in maniera indissolubile con
la crescente competitività insita nei rapporti internazionali.
Negli ultimi anni, le prospettive in merito all’ottimizzazione organizzativa
dell’attività di sicurezza sono state interessate da importanti istanze evolutive che,
in stretta correlazione con il ruolo di potenza globale della Cina, hanno prodotto dei
risultati fondamentali per la realizzazione concreta del corpus normativo del primo
luglio 2015.
In sede di dibattito, nonostante la forte esposizione del tema a input di diversa na-
tura e tutti ugualmente degni di approfondimento, lo spazio più rilevante è stato
occupato dall’annosa questione istituzionale. Sotto l’influenza del Politburo e dello
stesso Comitato Permanente, nel tempo, molte istituzioni sono state coinvolte nel
processo di policy making inerente le problematiche della sicurezza nazionale, in-
clusi il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, la Commissione Militare
Centrale, il Consiglio di Stato, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero di Pubblica
Sicurezza (…) SEGUE >>>
IL PARLAMENTO EUROPEO DI FRONTE ALLA CRISI DELL’EUROZONA
DAVIDE VITTORI ↴
Nella pietra miliare della scienza politica, Essence of Decision: Explaining the Cuban
Missile Crisis di Graham T. Allison, uno dei modelli utilizzati dall’autore per spiegare
la crisi cubana è quello del “Governamental Politics”. In sostanza, si ritiene che la
scelta di uno Stato derivi dalle negoziazioni politiche che avvengono al proprio in-
terno, anche quando il potere è concentrato nelle mani di pochi, ossia quando il
“selettorato”, per utilizzare un’espressione di Bueno de Mesquita, è ristretto ad una
piccolissima oligarchia e non coincide affatto con l’elettorato. Queste negoziazioni e
i diversi poteri esercitabili, quindi, possono avere un peso sulle decisioni che vengo-
no prese.
Questo modello, applicato nel caso di uno Stato, sarebbe di difficile applicazione nel
contesto dell’Unione Europea non solo perché i livelli decisionali sono multipli e pos-
sono variare dal piano nazionale a quello sovranazionale (e non per forza europeo),
ma anche perché molto spesso la complicata architettura istituzionale europea, uni-
ta alla difficoltà di discernere chiaramente i limiti della sovranità nazionale in questo
contesto, rendono necessario guardare oltre al piano formale della divisione dei po-
teri e delle competenze, per concentrarsi sul dato squisitamente politico (…)SEGUE
>>>
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A cura di
OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE
Ente di ricerca di
“BLOGLOBAL-LO SGUARDO SUL MONDO”
Associazione culturale per la promozione della conoscenza della politica internazionale
C.F. 98099880787
www.bloglobal.net