villanova vanity

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46 I VANITY FAIR I 20.06.2012 20.06.2012 I VANITY FAIR I 47 Stefania Villanova, 43 anni, Pdl, è la moglie di Flavio Tosi (pagina a sinistra), 43, sindaco di Verona e da poco eletto segretario della Lega veneta. A sinistra: Stefania assieme al marito e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, 44, con la moglie Raffaella Monti, 45. QUELLO CHE NON MI LEGA A FLAVIO » una donna esuberante Ste- fania Villanova, esuberan- te nel corpo e nella mente, ma si impone di nascon- derlo. La pasionaria del Pdl e moglie di Flavio To- si – sindaco leghista riconfermato a Vero- na al primo turno, unico trionfatore nella disfatta del Carroccio – arriva in tacco 12, jeans attillati e giacca dalla profonda scol- latura, subito però chiede abiti accollati e discreti per le fotografe: «Altrimenti quel- li mi mangiano viva». «Quelli» sta per l’en- tourage di Tosi: la signora dev’essere sotto sorveglianza da quando a Un giorno da pe- cora di Radio2, prima delle Amministrati- ve, criticò il marito per la scelta di correre senza Pdl, e disse che, se avesse votato a Ve- rona (non può: ha la residenza a Thiene), per coerenza gli avrebbe preferito un can- didato del partito di Berlusconi. «Deva- stante», commentò Tosi. Così Villanova adesso si controlla, si lascia controllare. E durante l’intervista – condi- ta da un forte accento veneto – glissa su al- cune cose. Per esempio, i progetti politi- ci: c’è chi dice che abbia incontrato Pao- lo Berlusconi, fratello dell’ex premier. Sa- rebbe il suo primo gradino di un’ascesa nel Pdl. Pidiellina convinta, nonostante la batosta alle ultime elezioni? «Ovvio: sono stata di Forza Italia e conti- nuo nel Pdl. Certo, il segnale dalle urne è arrivato a tutti, e i dirigenti devono capire che c’è bisogno di un cambiamento radi- cale, di volti nuovi». Via Berlusconi? «No, lui sa quello che fa, è bravissimo. È tutto il resto che va ripensato». Basta con Alfano? «A queste cose penserà Berlusconi. Io non sono una politica di professione». Sta per partire una rifondazione del Pdl: farà parte del team? «Al momento no, ma se mi chiamano va- luterò». Suo marito potrebbe protestare, visto che Lega e Pdl non fanno più cartello? «Mi ha conosciuta che ero già di Forza Italia e non ha mai fatto problemi». Lei però non era alla festa quando è stato rieletto sindaco di Verona. E vi si vede di rado insieme. «Quello era un momento suo. Volevo che se lo godesse. Lo aspettavo a casa. Lui ha il suo lavoro e io le mie attività». Non c’era neanche quando è stato votato segretario della Lega veneta. «Come sopra». Oltre a essere capo Gabinetto dell’asses- sore alla Sanità in Regione, che cosa fa? «Fuori dall’orario di lavoro, organizzo eventi benefci. Il 25 aprile, per esempio, siamo riusciti a portare 10 mila persone alla Partita della Speranza a Vicenza: il triangolare Nazionale cantanti-Vicenza Cuore Biancorosso-Nazionale farmacisti ha dato un incasso di oltre 60 mila euro, che è andato alla Città della Speranza di Padova. E con Don Mazzi raccoglieremo fondi per il recupero dalle dipendenze». Lavora tutto il giorno, fa gli straordinari per benefcenza, ha la residenza a Thiene. Quindi vive lontano da Verona, dov’è Tosi. «Ho l’ufcio a Venezia e la residenza a Thiene da più di vent’anni». E suo marito quando lo vede? «Molto spesso. Raggiungo Verona in tre- NEWS UNA PRODUZIONE ESCLUSIVA LAPRESSE PER VANITY FAIR, ALMASIO CAVICCHIONE, BUENA VISTA VF no o in macchina. Lo faccio da 15 anni». Viaggia con la scorta? «No, giro da sola. Non ho neanche lo spray urticante in borsetta». Sarà sfnita quando vede Tosi. «Lui è più impegnato di me. Diciamo che è un marito non sempre presente, ma riesce a seguire ogni cosa: se si rompe un rubinetto, se ci sono bollette da pagare, si prende le sue responsabilità». Chi è il più nervoso? «Scatto più io. A volte sbotto con chi non dovrei, a partire dagli amici. Ma sono fat- ta così, mi conoscono». Cenate insieme? «Quando si può. Se c’è tempo faccio un risotto, ma è raro. Ero una brava cuoca, ora ho perso la mano». E magari è anche a dieta. «In ef etti seguo quella iperproteica. E faccio movimento quando posso. Tendo a non ingrassare ma, con tutte le colazio- ni cui devo partecipare per lavoro, devo tenermi in riga». Consigli di lavoro ne scambiate? «No, per niente. Tra noi parliamo di fa- miglia, genitori, fgli, nipoti». Lui non ha fgli, e lei ne ha uno. «Ha 23 anni, si sta per laureare in Infor- matica, vive a Padova. È un fglio d’oro, educato, nato da un matrimonio prece- dente, e con suo padre sono in buoni rap- porti». Quando nel 2001 ha incontrato Tosi, che cosa le è piaciuto di lui? «Era un bel ragazzo, con due occhi since- ri. Ed è rimasto spontaneo, anche umile». Allora lei era impiegata in Regione per 25 mila ero all’anno e lui assessore alla Sa- nità. Quando Tosi è diventato sindaco di Verona nel 2007, lei è stata promossa ca- po della segreteria dell’assessorato alla Sanità: 70 mila euro l’anno. «Come tutti i capi delle segreterie de- gli assessorati e dei gruppi del Consi- glio regionale, ho ricevuto il nuovo inca- rico, che è temporaneo, per fducia, do- po tanti anni di esperienza. E non era- no richiesti né concorsi né titoli di stu- dio particolari». Lei che studi ha fatto? «Ho preso il diploma al liceo scientif- co, indirizzo biologico-sanitario. Ho vin- to un concorso all’Istituto lattiero-casea- rio di Thiene, che era un organismo del- la Regione Veneto. Dopo poco più di un anno sono stata trasferita a Venezia, nella segreteria di quello che allora era l’asses- sore alla Sanità». La sua famiglia l’ha aiutata? «Mio padre era impiegato, mamma par- rucchiera: hanno fatto sacrifci per far- mi studiare. Papà è morto all’improvviso quando avevo 12 anni. La sera avevo un concorso di pattinaggio artistico. Dopo l’esibizione, tra l’altro andata benissimo, mi hanno detto che lui non c’era più. È stato il più grande choc della mia vita». Ancora ne risente? «Negli anni si superano tante cose. Ma mi è rimasta la paura, che riafora, di es- sere abbandonata, di perdere qualcosa». Dopo che è morto suo padre, che cosa è successo? «Ho fatto come mia madre: mi sono rim- boccata le maniche. A 14 anni ho comin- ciato a lavorare la sera alla pizzeria vicino a casa, servivo ai tavoli. Ho continuato f- no ai 18, quando mi sono diplomata». E poi? «Facevo pubbliche relazioni per alcuni locali in provincia di Vicenza. Assieme a un gruppo di amici, organizzavo feste». Si dice che tra quegli amici ci fosse Luca Zaia, oggi presidente della regione Vene- to, leghista. Che era anche alla festa per i suoi 42 anni, quando avete raccolto 40 mila euro per gli alluvionati del Veneto. «Certo che era presente: con sua moglie. Io non guardo al partito, vedo solo gli amici. Ne ho tanti, e mi vogliono bene». Suo marito Flavio ha più volte detto di amarla tanto. Un uomo romantico. «Sì, lui è romantico, ma io no. Lui è lui, e io sono Stefania Villanova». ´RIUSCIAMO COMUNQUE A VEDERCI SPESSO. RAGGIUNGO VERONA IN TRENO O IN AUTO. FACCIO COSÃ DA 15 ANNIª CASA PER LE LIBERTÀ Prima delle elezioni, STEFANIA VILLANOVA disse che non avrebbe votato il marito, TOSI , riconfermato sindaco leghista di Verona. PerchÈ, come spiega qui, li dividono troppe cose: la residenza, il lavoro, la fede politica. E il romanticismo di Tiziana Sabbadini ï foto Lidia Costantini

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CASA PER LE LIBERTÀ I VANITY FAIR I 20.06.2012 I VANITY FAIR I 47 Pidiellina convinta, nonostante la batosta alle ultime elezioni? «Ovvio: sono stata di Forza Italia e conti- nuo nel Pdl. Certo, il segnale dalle urne è arrivato a tutti, e i dirigenti devono capire che c’è bisogno di un cambiamento radi- cale, di volti nuovi». Via Berlusconi? «No, lui sa quello che fa, è bravissimo. È tutto il resto che va ripensato». Basta con Alfano? di Tiziana Sabbadini ï foto Lidia Costantini 46

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Page 1: VILLANOVA VANITY

46 I V A N I T Y F A I R I 2 0 . 0 6 . 2 0 1 2 2 0 . 0 6 . 2 0 1 2 I V A N I T Y F A I R I 47

Stefania Villanova,43 anni, Pdl, è la moglie di Flavio Tosi (pagina a sinistra), 43, sindaco di

Verona e da poco eletto segretario della Lega

veneta. A sinistra: Stefania assieme al marito e al

presidente della Regione Veneto Luca Zaia, 44,

con la moglieRaffaella Monti, 45.

QUELLO CHE NONMI LEGA A FLAVIO

»una donna esuberante Ste-fania Villanova, esuberan-te nel corpo e nella mente, ma si impone di nascon-derlo. La pasionaria del Pdl e moglie di Flavio To-

si – sindaco leghista riconfermato a Vero-na al primo turno, unico trionfatore nella disfatta del Carroccio – arriva in tacco 12, jeans attillati e giacca dalla profonda scol-latura, subito però chiede abiti accollati e discreti per le fotograf e: «Altrimenti quel-li mi mangiano viva». «Quelli» sta per l’en-tourage di Tosi: la signora dev’essere sotto sorveglianza da quando a Un giorno da pe-

cora di Radio2, prima delle Amministrati-ve, criticò il marito per la scelta di correre senza Pdl, e disse che, se avesse votato a Ve-rona (non può: ha la residenza a Thiene),per coerenza gli avrebbe preferito un can-didato del partito di Berlusconi. «Deva-stante», commentò Tosi.Così Villanova adesso si controlla, si lascia controllare. E durante l’intervista – condi-ta da un forte accento veneto – glissa su al-cune cose. Per esempio, i progetti politi-ci: c’è chi dice che abbia incontrato Pao-lo Berlusconi, fratello dell’ex premier. Sa-rebbe il suo primo gradino di un’ascesa nel Pdl.

Pidiellina convinta, nonostante la batosta

alle ultime elezioni?

«Ovvio: sono stata di Forza Italia e conti-nuo nel Pdl. Certo, il segnale dalle urne è arrivato a tutti, e i dirigenti devono capire che c’è bisogno di un cambiamento radi-cale, di volti nuovi».Via Berlusconi?

«No, lui sa quello che fa, è bravissimo. È tutto il resto che va ripensato».Basta con Alfano?

«A queste cose penserà Berlusconi. Io non sono una politica di professione».Sta per partire una rifondazione del Pdl:

farà parte del team?

«Al momento no, ma se mi chiamano va-luterò». Suo marito potrebbe protestare, visto che

Lega e Pdl non fanno più cartello?

«Mi ha conosciuta che ero già di Forza Italia e non ha mai fatto problemi».Lei però non era alla festa quando è stato

rieletto sindaco di Verona. E vi si vede di

rado insieme.

«Quello era un momento suo. Volevo che se lo godesse. Lo aspettavo a casa. Lui ha il suo lavoro e io le mie attività».Non c’era neanche quando è stato votato

segretario della Lega veneta.

«Come sopra».

Oltre a essere capo Gabinetto dell’asses-

sore alla Sanità in Regione, che cosa fa?

«Fuori dall’orario di lavoro, organizzo eventi benef ci. Il 25 aprile, per esempio, siamo riusciti a portare 10 mila persone alla Partita della Speranza a Vicenza: il triangolare Nazionale cantanti-Vicenza Cuore Biancorosso-Nazionale farmacisti ha dato un incasso di oltre 60 mila euro, che è andato alla Città della Speranza di Padova. E con Don Mazzi raccoglieremo fondi per il recupero dalle dipendenze».Lavora tutto il giorno, fa gli straordinari

per benef cenza, ha la residenza a Thiene.

Quindi vive lontano da Verona, dov’è Tosi.

«Ho l’uf cio a Venezia e la residenza a Thiene da più di vent’anni».E suo marito quando lo vede?

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no o in macchina. Lo faccio da 15 anni».Viaggia con la scorta?

«No, giro da sola. Non ho neanche lo spray urticante in borsetta».Sarà sf nita quando vede Tosi.

«Lui è più impegnato di me. Diciamo che è un marito non sempre presente, ma riesce a seguire ogni cosa: se si rompe un rubinetto, se ci sono bollette da pagare, si prende le sue responsabilità».Chi è il più nervoso?

«Scatto più io. A volte sbotto con chi non dovrei, a partire dagli amici. Ma sono fat-ta così, mi conoscono».Cenate insieme?

«Quando si può. Se c’è tempo faccio un risotto, ma è raro. Ero una brava cuoca, ora ho perso la mano».E magari è anche a dieta.

«In ef etti seguo quella iperproteica. E faccio movimento quando posso. Tendo a non ingrassare ma, con tutte le colazio-ni cui devo partecipare per lavoro, devo tenermi in riga».Consigli di lavoro ne scambiate?

«No, per niente. Tra noi parliamo di fa-miglia, genitori, f gli, nipoti».Lui non ha f gli, e lei ne ha uno.

«Ha 23 anni, si sta per laureare in Infor-matica, vive a Padova. È un f glio d’oro, educato, nato da un matrimonio prece-dente, e con suo padre sono in buoni rap-porti». Quando nel 2001 ha incontrato Tosi, che

cosa le è piaciuto di lui?

«Era un bel ragazzo, con due occhi since-ri. Ed è rimasto spontaneo, anche umile».Allora lei era impiegata in Regione per 25

mila ero all’anno e lui assessore alla Sa-

nità. Quando Tosi è diventato sindaco di

Verona nel 2007, lei è stata promossa ca-

po della segreteria dell’assessorato alla

Sanità: 70 mila euro l’anno.

«Come tutti i capi delle segreterie de-gli assessorati e dei gruppi del Consi-glio regionale, ho ricevuto il nuovo inca-rico, che è temporaneo, per f ducia, do-po tanti anni di esperienza. E non era-no richiesti né concorsi né titoli di stu-dio particolari».Lei che studi ha fatto?

«Ho preso il diploma al liceo scientif -co, indirizzo biologico-sanitario. Ho vin-to un concorso all’Istituto lattiero-casea-rio di Thiene, che era un organismo del-la Regione Veneto. Dopo poco più di un anno sono stata trasferita a Venezia, nella segreteria di quello che allora era l’asses-sore alla Sanità».La sua famiglia l’ha aiutata?

«Mio padre era impiegato, mamma par-rucchiera: hanno fatto sacrif ci per far-mi studiare. Papà è morto all’improvviso quando avevo 12 anni. La sera avevo un concorso di pattinaggio artistico. Dopo l’esibizione, tra l’altro andata benissimo, mi hanno detto che lui non c’era più. È stato il più grande choc della mia vita».Ancora ne risente?

«Negli anni si superano tante cose. Ma mi è rimasta la paura, che riaf ora, di es-sere abbandonata, di perdere qualcosa».Dopo che è morto suo padre, che cosa è

successo?

«Ho fatto come mia madre: mi sono rim-boccata le maniche. A 14 anni ho comin-ciato a lavorare la sera alla pizzeria vicino a casa, servivo ai tavoli. Ho continuato f -no ai 18, quando mi sono diplomata».E poi?

«Facevo pubbliche relazioni per alcuni locali in provincia di Vicenza. Assieme a un gruppo di amici, organizzavo feste».Si dice che tra quegli amici ci fosse Luca

Zaia, oggi presidente della regione Vene-

to, leghista. Che era anche alla festa per

i suoi 42 anni, quando avete raccolto 40

mila euro per gli alluvionati del Veneto.

«Certo che era presente: con sua moglie. Io non guardo al partito, vedo solo gli amici. Ne ho tanti, e mi vogliono bene».Suo marito Flavio ha più volte detto di

amarla tanto. Un uomo romantico.

«Sì, lui è romantico, ma io no. Lui è lui, e io sono Stefania Villanova».

´RIUSCIAMO COMUNQUE A VEDERCI SPESSO. RAGGIUNGO VERONA IN TRENO

O IN AUTO. FACCIO COSÃ DA 15 ANNIª

C A S A P E R L E L I B E R TÀ

Prima delle elezioni, STEFANIA VILLANOVA disse che non avrebbe votato il marito, TOSI, riconfermato sindaco leghista di Verona. PerchÈ, come spiega qui,

li dividono troppe cose: la residenza, il lavoro, la fede politica. E il romanticismo

di Tiziana Sabbadini ï foto Lidia Costantini