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Vita Olgiatese Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 17 - 11 novembre 2018 - € 1,00 www.parrocchiaolgiatecomasco.it Verso la “Giornata mondiale dei poveri” Domenica prossima, 18 novembre, celebrere- mo la seconda “Giornata mondiale dei poveri”, fortemente voluta da papa Francesco. Nel messaggio di que- st’anno il papa, citando un versetto del salmo 34, ci ricorda, anzitutto, che il povero “ grida”, che grida sempre anche se con modalità molto diver- se. “ La condizione di povertà diventa un grido. Che cosa esprime il grido del povero se non la sua sofferenza e solitudine, la sua delusione e speran- za?” Se non sentiamo la sua voce è perché siamo distratti o, peggio, perché siamo egoisti e ci tappia- mo volutamente le orec- chie. È urgente, quindi, superare le distrazioni, vincere l’egoismo e disporci, finalmente, all’ascolto. Ma poi, continua il papa, bisogna “rispon- dere”. Non basta ascol- tare, bisogna avere il coraggio di lasciarsi coin- volgere personalmente. Certo, quello che ciascu- no di noi può fare è poco, è come una goccia d’ac- qua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condi- visione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella.Infine è necessario impegnarsi per “libera- re” chi è oppresso dalla povertà. Infatti la povertà non è cercata, ma creata dall’egoismo, dalla superbia, dall’avi- dità e dall’ingiustizia.” In altri termini, non basta un aiuto immediato, sep- pure necessario e prezio- so; bisogna agire anche politicamente, cioè lavo- rare perché siano tolte le cause che generano povertà. Tre verbi, quindi, che, secondo la Scrittura, rias- sumono l’agire di Dio nei confronti dei poveri. Tre verbi che anche per noi devono diventare un pro- gramma di impegno con- creto. Ed è proprio que- sto che ci chiede papa Francesco per vivere nella giusta prospettiva la prossima “Giornata mon- diale dei poveri”. * * * Ci sono dei numeri, d’altronde, che parlano chiaro e ci lasciano allibi- ti. In Italia, cioè in una delle prime sette potenze industriali del mondo, i poveri sono circa 14 milioni, più o meno il 20% della popolazione, una persona su cinque. È il quadro drammatico emerso dai dati ISTAT relativi al 2017 pubblicati lo scorso mese di giugno e confermati, nella sostanza, anche dal rap- porto della Caritas Italiana pubblicato poche settimane fa. All’interno di questo dato generale, l’ISTAT distingue, poi, tra “poveri assoluti” e “poveri relati- vi”. I primi sono quelli che non riescono nem- meno a comprare il mini- mo vitale per vivere e sono circa cinque milioni, cioè l’8,3% della popola- zione italiana, raggruppa- ti in un milione e sette- centomila famiglie. Gli altri sono coloro che sono costretti a vivere a un livello economico sotto la media di quello del loro ambiente e sono più di tre milioni di famiglie con circa nove milioni di indi- vidui, cioè il 12% della popolazione italiana. E la cosa che più fa pensare è che tutti questi numeri sono in crescita rispetto agli anni prece- denti e hanno raggiunto livelli mai toccati da quando vengono fatti rilievi di questo tipo, cioè dal 2005. Ne consegue che quando diciamo “poveri” non dobbiamo pensare solo a chi vive nel cosid- detto “terzo mondo”, e nemmeno solo a chi ci chiede l’elemosina alle porte delle chiese o fuori dai supermercati. Se i dati sono giusti, fatte le debite proporzioni (tenendo conto, per esempio, che viviamo in una delle regioni più ric- che d’Italia e che siamo a ridosso della Svizzera). qui a Olgiate rientrano in questa categoria almeno 1500 persone, 600 delle quali si devono definire “poveri assoluti”. Forse si mimetizzano bene, forse non ci facciamo caso, ma… ci sono ed è una cifra enorme. Se teniamo conto, poi, del fatto che i numeri dell’ISTAT regi- strano solo dati economi- ci e che la povertà non è solo questa ma anche quella generata da malattie, da solitudine, da delusioni… di certo la schiera dei “poveri” che ci vivono accanto aumenta ulteriormente. * * * Alla luce di questi dati, allora, che cosa vuol dire vivere bene la prossima “Giornata mondiale dei poveri”? Di certo dovre- mo pensare alle centinaia di milioni di persone che ancora soffrono la fame, non hanno accesso all’ac- qua, non possono curarsi per mancanza di medici- ne… Di certo dovremo pensare a chi è costretto, per vari motivi, a vivere in strada, a mangiare alle “mense dei poveri”, a chiedere l’elemosina… Di certo dovremo pensare ai milioni di profughi che devono lasciare il loro paese afflitto da guerre, violenze e carestie… Ma non dovremo dimenticare neppure i poveri “della porta accanto”, le tante persone che anche tra noi sono bisognose e che soffrono in silenzio, senza dare nell’occhio per un più che comprensibile senso di pudore. Anzi, forse sono proprio questi i poveri che ci interpella- no più direttamente. Dovremo sforzarci di ascoltare il loro grido. Di solito è un grido che non fa rumore, ma non per questo è meno angoscia- to e insistente. Si tratta di guardarci intorno, di tessere relazioni con i vicini (a volte per rompe- re il ghiaccio basta un saluto…), di creare con loro un clima di fiducia reciproca e di fraternità, superando quel senso di diffidenza e di paura che spesso ci condiziona. Dovremo, poi, sfor- zarci di rispondere. Si tratta di capire che cosa si può fare subito per alleviare la loro sofferen- za e, se è possibile, intervenire con discre- zione, attenti sempre a non umiliare nessuno. Dovremo, infine, sfor- zarci di lavorare perché si proceda verso una sem- pre maggiore liberazione dalla povertà. Certo, sap- piamo benissimo che non riusciremo mai a debel- larla definitivamente. Ma questo non deve scorag- giarci. Si tratta di spinge- re, a livello sia locale che nazionale che internazio- nale, a scelte politiche che favoriscano chi ha più bisogno, che non riducano nessuno a uno “scarto”, che creino con- dizioni perché tutti pos- sano vivere dignitosa- mente. Si tratta di diffi- dare di proclami o slogan che riempiono solo la bocca, di informarsi bene sui meccanismi che pro- ducono povertà, di dare fiducia solo a persone serie, oneste e fortemen- te motivate a impegnarsi per il bene comune. Si tratta di investire nell’e- ducazione delle nuove generazioni, facendo capire che la politica non è necessariamente qual- cosa di brutto, ma un grande atto di carità a servizio soprattutto di chi ha più bisogno. don Marco I POVERI TRA NOI LETTURE DAL VANGELO DI LUCA Riprende, con il prossimo lunedì 12 novembre, la cate- chesi biblica rivolta agli adulti (ma non proibita anche per i giovani…). Durante il nuovo anno liturgico 2018-19 nelle Messe festive leggeremo gran parte del Vangelo di Luca. Proprio per capirlo e gustarlo di più, la nostra diocesi ha proposto di farlo oggetto anche di una catechesi più approfondita. Accogliamo volentieri questa proposta e con cadenza quindicinale lo approfondiremo con calma. Ecco qui una brevissima introduzione di padre Silvano Fausti, un gesuita che ha dedicato tutta la vita ad approfondire la Parola di Dio e a diffonderla con gioia ed entusiasmo. Dice le tradizione che Luca fu pittore e medico. In realtà egli è l’iconografo di Gesù, gloria di Dio e salvezza dell’uomo. Ogni autore abita in una parte del suo libro: ne fa il suo punto di osservazione, quasi la firma. Il nostro abita nel desiderio suscitato dalle parole di Gesù: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” (10,23). Esso risuona anche nel rammarico dei due di Emmaus, che constatano delusi: “Ma lui non l’hanno visto” (24,24). Luca vive l’anelito del pellegrino: contemplare la luce di quel volto. Le parole: “Beati quanti ascoltano la parola di Dio e la custodiscono” (11,28) indicano il cammino attraverso cui si compie questo desiderio. Attraverso l’ascolto Luca intende trasformare i linea- menti del credente in quelli di colui che è creduto. Questi è Gesù, parola di Dio, che ha rivelato nel suo il volto del Padre e il nostro di figli e suoi fratelli. Dante chiama Luca “Scriba mansuetudinis Christi”. Il suo infatti è il Vangelo della misericordia. “Diventate mise- ricordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (6,36) è il tema di tutta la sua opera, suonato e variato in tutti i fatti e le parole di Gesù. Egli vive e canta l’amore folle di un Dio innamorato dell’uomo, sua creatura. Quest’amore, principio della sua vita di Figlio del Padre, diventa per tutti i fratelli sorgente di un’esistenza nuova, che vince ogni male. Il Vangelo di Luca si presenta come una grande cate- chesi, che parte dal desiderio di vedere il Signore e ne indica la via al compimento nell’ascolto della sua parola. La prima parte del Vangelo è quindi una catechesi del- l’ascolto (1,1-9,50). La seconda parte è una catechesi della visione (9,51-24,43), che culmina nella “theoria” del Giusto crocifisso per misericordia. Il desiderio di Luca di ascoltare e di vedere – anzi, di ascoltare per vedere – è comprensibile se si pensa che né lui né i suoi lettori hanno visto il Signore. Eppure lo amano! Pur senza illudersi circa un suo imminente ritor- no, fanno dell’invocazione “Maranà tha, vieni o Signore” il senso della loro vita. Appartengono idealmente alla nostra generazione, che non è più sotto l’impressione della prima ed è cosciente di non essere l’ultima. Si trova- no a vivere la nostalgia per il loro Signore in un mondo estraneo. CATECHESI DEGLI ADULTI primo incontro “LETTURE DAL VANGELO DI LUCA” Lunedì 12 novembre: ore 16.30 in casa parrocchiale ore 20,45 a Somaino NB: servizio trasporto per Somaino: essendo previsto un solo incontro serale a Somaino, un pulmino partirà dalla piazza della chiesa alle 20.30 precise Vicariato di Olgiate e Uggiate Sabato 17 novembre 2018 In occasione della Giornata mondiale dei poveri presso la parrocchia di Gaggino Faloppio si terrà un momento di incontro sulla Carità “Centro di Ascolto 20 anni sul nostro territorio Passato - Presente - Futuro” ore 18.30 S. Messa ore 19.30 aperitivo ore 20.30 riflessione Aperto a tutte le comunità parrocchiali

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Page 1: Vi ta Olgiatese · sano vivere dignitosa - mente. Si tratta di diffi-dare di proclami o slogan che riempiono solo la bocca, di informarsi bene sui meccanismi che pro - ducono povertà,

Vita OlgiateseQuindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 17 - 11 novembre 2018 - € 1,00

www.parrocchiaolgiatecomasco.it

Verso la “Giornata mondiale dei poveri”

Domenica prossima,18 novembre, celebrere-mo la seconda “Giornatamondiale dei poveri”,fortemente voluta dapapa Francesco.

Nel messaggio di que-st’anno il papa, citandoun versetto del salmo 34,ci ricorda, anzitutto, cheil povero “grida”, chegrida sempre anche secon modalità molto diver-se. “La condizione dipovertà diventa un grido.Che cosa esprime il gridodel povero se non la suasofferenza e solitudine, lasua delusione e speran-za?” Se non sentiamo lasua voce è perché siamodistratti o, peggio, perchésiamo egoisti e ci tappia-mo volutamente le orec-chie. È urgente, quindi,superare le distrazioni,vincere l’egoismo edisporci, finalmente,all’ascolto.

Ma poi, continua ilpapa, bisogna “rispon-dere”. Non basta ascol-tare, bisogna avere ilcoraggio di lasciarsi coin-volgere personalmente.Certo, quello che ciascu-no di noi può fare è poco,“è come una goccia d’ac-qua nel deserto dellapovertà; e tuttavia puòessere un segno di condi-visione per quanti sononel bisogno, per sentirela presenza attiva di unfratello e di una sorella.”

Infine è necessarioimpegnarsi per “libera-re” chi è oppresso dallapovertà. Infatti “lapovertà non è cercata,ma creata dall’egoismo,dalla superbia, dall’avi-dità e dall’ingiustizia.” Inaltri termini, non bastaun aiuto immediato, sep-pure necessario e prezio-so; bisogna agire anchepoliticamente, cioè lavo-rare perché siano tolte lecause che generanopovertà.

Tre verbi, quindi, che,secondo la Scrittura, rias-sumono l’agire di Dio neiconfronti dei poveri. Treverbi che anche per noidevono diventare un pro-gramma di impegno con-creto. Ed è proprio que-sto che ci chiede papaFrancesco per viverenella giusta prospettiva laprossima “Giornata mon-diale dei poveri”.

* * *Ci sono dei numeri,

d’altronde, che parlanochiaro e ci lasciano allibi-ti. In Italia, cioè in unadelle prime sette potenzeindustriali del mondo, ipoveri sono circa 14milioni, più o meno il20% della popolazione,una persona su cinque. Èil quadro drammaticoemerso dai dati ISTATrelativi al 2017 pubblicatilo scorso mese di giugnoe confermati, nellasostanza, anche dal rap-porto della CaritasItaliana pubblicato pochesettimane fa.

All’interno di questodato generale, l’ISTATdistingue, poi, tra “poveriassoluti” e “poveri relati-vi”. I primi sono quelliche non riescono nem-meno a comprare il mini-mo vitale per vivere esono circa cinque milioni,cioè l’8,3% della popola-zione italiana, raggruppa-ti in un milione e sette-

centomila famiglie. Glialtri sono coloro che sonocostretti a vivere a unlivello economico sotto lamedia di quello del loroambiente e sono più ditre milioni di famiglie concirca nove milioni di indi-vidui, cioè il 12% dellapopolazione italiana.

E la cosa che più fapensare è che tutti questinumeri sono in crescitarispetto agli anni prece-denti e hanno raggiuntolivelli mai toccati daquando vengono fattirilievi di questo tipo, cioèdal 2005.

Ne consegue chequando diciamo “poveri”non dobbiamo pensaresolo a chi vive nel cosid-detto “terzo mondo”, enemmeno solo a chi cichiede l’elemosina alleporte delle chiese o fuoridai supermercati. Se idati sono giusti, fatte ledebite proporzioni(tenendo conto, peresempio, che viviamo inuna delle regioni più ric-che d’Italia e che siamo aridosso della Svizzera).qui a Olgiate rientrano inquesta categoria almeno1500 persone, 600 dellequali si devono definire“poveri assoluti”. Forse simimetizzano bene, forsenon ci facciamo caso,ma… ci sono ed è unacifra enorme. Se teniamoconto, poi, del fatto che inumeri dell’ISTAT regi-strano solo dati economi-ci e che la povertà non èsolo questa ma anchequella generata damalattie, da solitudine,da delusioni… di certo laschiera dei “poveri” che civivono accanto aumentaulteriormente.

* * *Alla luce di questi dati,

allora, che cosa vuol direvivere bene la prossima“Giornata mondiale deipoveri”? Di certo dovre-mo pensare alle centinaiadi milioni di persone cheancora soffrono la fame,non hanno accesso all’ac-qua, non possono curarsiper mancanza di medici-ne… Di certo dovremopensare a chi è costretto,per vari motivi, a viverein strada, a mangiare alle“mense dei poveri”, achiedere l’elemosina… Dicerto dovremo pensare aimilioni di profughi che

devono lasciare il loropaese afflitto da guerre,violenze e carestie… Manon dovremo dimenticareneppure i poveri “dellaporta accanto”, le tantepersone che anche tranoi sono bisognose e chesoffrono in silenzio, senzadare nell’occhio per unpiù che comprensibilesenso di pudore. Anzi,forse sono proprio questii poveri che ci interpella-no più direttamente.

Dovremo sforzarci diascoltare il loro grido. Disolito è un grido che nonfa rumore, ma non perquesto è meno angoscia-to e insistente. Si trattadi guardarci intorno, ditessere relazioni con ivicini (a volte per rompe-re il ghiaccio basta unsaluto…), di creare conloro un clima di fiduciareciproca e di fraternità,superando quel senso didiffidenza e di paura chespesso ci condiziona.

Dovremo, poi, sfor-zarci di rispondere. Sitratta di capire che cosasi può fare subito peralleviare la loro sofferen-za e, se è possibile,intervenire con discre-zione, attenti sempre anon umiliare nessuno.

Dovremo, infine, sfor-zarci di lavorare perché siproceda verso una sem-pre maggiore liberazionedalla povertà. Certo, sap-piamo benissimo che nonriusciremo mai a debel-larla definitivamente. Maquesto non deve scorag-giarci. Si tratta di spinge-re, a livello sia locale chenazionale che internazio-nale, a scelte politicheche favoriscano chi hapiù bisogno, che nonriducano nessuno a uno“scarto”, che creino con-dizioni perché tutti pos-sano vivere dignitosa-mente. Si tratta di diffi-dare di proclami o sloganche riempiono solo labocca, di informarsi benesui meccanismi che pro-ducono povertà, di darefiducia solo a personeserie, oneste e fortemen-te motivate a impegnarsiper il bene comune. Sitratta di investire nell’e-ducazione delle nuovegenerazioni, facendocapire che la politica nonè necessariamente qual-cosa di brutto, ma ungrande atto di carità aservizio soprattutto di chiha più bisogno.

don Marco

I POVERI TRA NOILETTURE DAL

VANGELO DI LUCA

Riprende, con il prossimo lunedì 12 novembre, la cate-chesi biblica rivolta agli adulti (ma non proibita anche per igiovani…).

Durante il nuovo anno liturgico 2018-19 nelle Messefestive leggeremo gran parte del Vangelo di Luca. Proprioper capirlo e gustarlo di più, la nostra diocesi ha propostodi farlo oggetto anche di una catechesi più approfondita.Accogliamo volentieri questa proposta e con cadenzaquindicinale lo approfondiremo con calma.

Ecco qui una brevissima introduzione di padre SilvanoFausti, un gesuita che ha dedicato tutta la vita adapprofondire la Parola di Dio e a diffonderla con gioia edentusiasmo.

Dice le tradizione che Luca fu pittore e medico. Inrealtà egli è l’iconografo di Gesù, gloria di Dio e salvezzadell’uomo.

Ogni autore abita in una parte del suo libro: ne fa il suopunto di osservazione, quasi la firma. Il nostro abita neldesiderio suscitato dalle parole di Gesù: “Beati gli occhiche vedono ciò che voi vedete” (10,23). Esso risuonaanche nel rammarico dei due di Emmaus, che constatanodelusi: “Ma lui non l’hanno visto” (24,24).

Luca vive l’anelito del pellegrino: contemplare la lucedi quel volto. Le parole: “Beati quanti ascoltano la paroladi Dio e la custodiscono” (11,28) indicano il camminoattraverso cui si compie questo desiderio.

Attraverso l’ascolto Luca intende trasformare i linea-menti del credente in quelli di colui che è creduto. Questiè Gesù, parola di Dio, che ha rivelato nel suo il volto delPadre e il nostro di figli e suoi fratelli.

Dante chiama Luca “Scriba mansuetudinis Christi”. Ilsuo infatti è il Vangelo della misericordia. “Diventate mise-ricordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (6,36) èil tema di tutta la sua opera, suonato e variato in tutti i fattie le parole di Gesù. Egli vive e canta l’amore folle di unDio innamorato dell’uomo, sua creatura. Quest’amore,principio della sua vita di Figlio del Padre, diventa per tuttii fratelli sorgente di un’esistenza nuova, che vince ognimale.

Il Vangelo di Luca si presenta come una grande cate-chesi, che parte dal desiderio di vedere il Signore e neindica la via al compimento nell’ascolto della sua parola.

La prima parte del Vangelo è quindi una catechesi del-l’ascolto (1,1-9,50). La seconda parte è una catechesidella visione (9,51-24,43), che culmina nella “theoria” delGiusto crocifisso per misericordia.

Il desiderio di Luca di ascoltare e di vedere – anzi, diascoltare per vedere – è comprensibile se si pensa chené lui né i suoi lettori hanno visto il Signore. Eppure loamano! Pur senza illudersi circa un suo imminente ritor-no, fanno dell’invocazione “Maranà tha, vieni o Signore” ilsenso della loro vita. Appartengono idealmente allanostra generazione, che non è più sotto l’impressionedella prima ed è cosciente di non essere l’ultima. Si trova-no a vivere la nostalgia per il loro Signore in un mondoestraneo.

CATECHESI DEGLI ADULTI

primo incontro

“LETTURE DAL VANGELO DI LUCA”

Lunedì 12 novembre:ore 16.30 in casa parrocchialeore 20,45 a Somaino

NB: servizio trasporto per Somaino: essendoprevisto un solo incontro serale a Somaino, unpulmino partirà dalla piazza della chiesa alle20.30 precise

Vicariato di Olgiate e Uggiate

Sabato 17 novembre 2018In occasione della Giornata mondiale dei poveri

presso la parrocchia di Gaggino Faloppiosi terrà un momento di incontro sulla Carità

“Centro di Ascolto20 anni sul nostro territorio

Passato - Presente - Futuro”ore 18.30 S. Messaore 19.30 aperitivoore 20.30 riflessione

Aperto a tutte le comunità parrocchiali

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2 Vita Olgiatese11 novembre 2018

Consiglio PastoraleSeduta del 5 novembre 2018

“Vidi la NuovaGerusalemme, come Sposaadorna discendere dal cieloper il suo Sposo” (cf. Ap21,2). La bella immagine disan Giovanni, che paragonala Chiesa dei Santi a unasposa pronta per incontrare ilsuo sposo, potrebbe esserefelicemente usata anche perparlare di Olgiate nei primigiorni settembrini del 1938.Su manifesti, insegne, festonie quant'altro campeggiava ilmonito, sacrosanto, di ricono-scere nell'Ostia divina il veroRe del mondo e della storia,che con la sua morte ha vintotutti i regni, tutti gli imperi,tutte le dittature e tutti i pote-ri. Per il fervore amorosodegli olgiatesi, tuttavia, quel-lo che doveva essere l'adu-nanza dei sudditi davanti alRe, stava per trasformarsi inuna splendida e memorabilefesta di nozze.

Si velocizzavano i lavorifinali per la predisposizionedel “Campo Eucaristico”: unappezzamento di 20.000 mq,concesso dal Cavaliere PioRoncoroni (collocato doveadesso sorge la palestracomunale) per i momenti piùsignificativi del Congresso.All'ingresso svettava un bel-l'arco trionfale che lungo unviale fiorito centrale portavaalla struttura del tempio: unagrande piattaforma rialzata(20m x 14m), con diecicolonne alte 12 m per unascenografia alta complessiva-mente 17 m. Gli abitanti dellefrazioni, dopo aver vissutocon entusiasmo le Messe fra-zionali dei mesi estivi, volle-ro emulare i lavori delCampo eucaristico ed eresse-ro così degli imponenti architrionfali per le strade princi-pali di Olgiate e lungo il per-corso delle processioni che sisarebbero svolte durante ilCongresso.

Intanto anche il program-ma dell'evento era stato defi-nitivamente approvato dalvescovo Alessandro Macchi;si sarebbe svolto in quattrogiorni, da giovedì 8 a dome-nica 11 settembre; tuttosarebbe iniziato al tramontodella festa della Natività diMaria: il giovedì sera, pressoil Campo Eucaristico, sareb-bero stati accolti i Vescovi, iPrelati e le Autorità e ci sisarebbe recati in chiesa par-rocchiale per la benedizionedei nuovi angeli ceriferi e peril canto del Veni Creator.

Venerdì 9 settembresarebbe stata la giornata dedi-cata al clero e ai bambini consessioni di studio per i primie processione e benedizioneper i secondi. La parrocchialesarebbe stata completamentesgomberata da banchi e sedieper ovvie ragioni di spazio ela mattina presto ci sarebbestata l'ordinazione sacerdota-le di padre Aldo Bollini,olgiatese.

Sabato 10 settembre toc-cava, invece, alle donne e allegiovani: comunione generalealla mattina presto, sessionidi studio, con al pomeriggiola Adunanza Generale deicongressisti e la processione“femminile”; in quella gior-nata padre Aldo avrebbeanche celebrato la sua prima

S. Messa. Alla sera, verso le23 gli uomini e i giovanisarebbero stati invitati adun'ora di AdorazioneEucaristica, al fine di prepa-rarli all'ultimo giorno diCongresso.

La domenica avrebbe pre-visto la Comunione generale,la Messa Pontificale al CampoEucaristico, i Vespri e la

Si celebra il Congresso80 anni fa il Congresso Eucaristico Diocesano a Olgiate

Solenne Processione di chiu-sura, con canto del Te Deum ebenedizione eucaristica.Lungo tutto lo svolgimentodelle giornate, oltre all'esposi-zione eucaristica in chiesaparrocchiale, erano previstelezioni di dottrina eucaristicaper sacerdoti, suore, uomini edonne in diversi luoghi prefis-sati, al fine di offrire a tuttiuna formazione spirituale perl'occasione.

Il tema del IV CongressoEucaristico Diocesano, infat-ti, era “l'Eucaristia e l'AzioneCattolica”, quest'ultima daintendersi, l'azione evangeliz-zatrice della Chiesa, che haassunto nei tempi diverseforme, anche e soprattuttonell'operato dei laici. I Pastoridella Chiesa, in tempi oscurie che si sarebbero rivelaticome catastrofici per l'Europae il mondo intero, si preoccu-pavano di sottolineare cheuna vita interiore e spiritualenutrita dall'Eucaristia, sisarebbe tradotta necessaria-mente in un apostolato amo-revole e tenace, capace ditestimonianza autentica ecarità evangelica.L'Eucaristia, carità perfetta eintensa, puro amore di Dioreso visibile, è un fuoco chenon può essere contenuto mache necessariamente divampae si estende. Sì: se l'eucaristiaè Sacramento dell'Amore diDio, allora necessariamente ilCongresso Eucaristico dove-va essere una festa di nozze,

Dopo la preghiera iniziale, si inizia il Consiglio prendendo inesame il primo punto all'ordine del giorno, cioè la verifica delmese passato e le iniziative per il prossimo mese.

La castagnata a Somaino ha avuto un buon afflusso di perso-ne, sia nelle due serate che nel pomeriggio della domenica, inparticolare si è notata una buona presenza di famiglie.

In concomitanza con questa iniziativa, si è avviata anche lacatechesi per la mistagogia e le superiori, rispettivamente il saba-to e la domenica. Per i ragazzi delle medie (mistagogia) sembraessere un po' problematico trovarsi il sabato, giorno in cui sisvolgono anche molte attività sportive: si valuterà col prosieguodegli incontri un'eventuale alternativa.

Per gli adolescenti delle superiori si è deciso di cambiare l'ap-proccio, non più per classi di età, ma per argomenti di interesse:sono stati proposti quattro ambiti tra cui scegliere: la Chiesacome comunità parrocchiale, la Santità, il Peccato, la “lectiodivina” del Vangelo di Marco.

Nel mese di ottobre sono cambiati gli orari di alcune Messe,come ampiamente pubblicizzato. Non ci sono stati particolaridisagi, né per la Messa festiva di Somaino, né per le Messe feria-li in Parrocchia e a San Gerardo.

Le due Veglie per la Giornata missionaria mondiale sonostate ben frequentate, da molte famiglie quella del venerdì sera,da tanti giovani quella del sabato sera.

I primi due incontri del Mercoledì del Sinodo hanno eviden-ziato una scarsa presenza, dovuta forse al modo in cui sono postele domande che sembrano difficili, teoriche e un po' vaghe.

Per quanto riguarda la programmazione, quattro punti.Con il tempo liturgico dell’Avvento inizierà il nuovo anno

pastorale; si concluderà l’anno catechistico per i gruppidell’Iniziazione Cristiana e dopo l'interruzione di una settimanaincomincerà il nuovo anno con l’inserimento anche dei bambinipiù piccoli, quelli che frequentano la prima elementare.

Comincerà anche il percorso fidanzati; inoltre è stato richie-sto da alcune coppie che hanno frequentato il corso negli ultimianni di proseguire gli incontri anche dopo il matrimonio: si stapensando come rispondere alla loro domanda.

Domenica 18 novembre si celebrerà la “Domenica dei pove-ri”, fortemente voluta da papa Francesco.

Con lunedì 12 novembre prenderà il via un nuovo ciclo dicatechesi biblica per gli adulti; quest’anno si leggeranno e siapprofondiranno alcuni tra i brani più significativi del Vangelo diLuca; per chi desidera, è disponibile anche un sussidio diocesano.

Una breve annotazione per quanto riguarda l'avvio del nuovoVicariato. Nell’ultima riunione sono stati assegnati alcuni ruoli alsuo interno: per quanto riguarda la nostra parrocchia, don Marcosi occuperà di pastorale sociale e del lavoro, don Romeo diIniziazione Cristiana, don Francesco di giovani e Chiara Spinellisarà la segretaria del Consiglio di Vicariato e collaborerà con ilvicario foraneo, don Giovanni Corradini, e con il moderatore,Luciano Galfetti.

Si affronta poi il tema della ristrutturazione dell'Oratorio. Siprende atto che le strutture attuali sono al limite, e che si devequindi iniziare a dare concretezza alle idee sviluppate fino adoggi. Si stabilisce di fare incontrare alcuni tecnici che copranotre aree di competenza: burocratica, progettazione e reperimentofondi. Si fissa anche una data per il primo incontro di questacommissione: il prossimo 21 novembre.

In ultimo viene comunicato che, come da locandine chesaranno esposte in città, dal 7 al 9 dicembre nelle sale del“Medioevo” si svolgerà una mostra in occasione dell'80° anni-versario del Congresso Eucaristico svoltosi in Olgiate nel 1938.In chiesa a san Gerardo la sera di domenica 9 dicembre si terràun concerto commemorativo, con canti tipici del periodo delCongresso.

Null'altro essendovi da prendere in esame, ci si dà appunta-mento al 3 dicembre e si conclude l'incontro con la preghiera.

Come sposa adorna

In casa parrocchiale è custodito un album di ricordi preziosissimo, per quanto suigeneris. Lo definiamo sui generis perché di fotografie quasi quasi non ce ne sono.Ma certamente rimane preziosissimo in quanto documenta, con freschezza inalte-rata, la cronaca parrocchiale dei mesi che prepararono il IV Congresso EucaristicoDiocesano, celebrato, per l'appunto, proprio ad Olgiate Comasco. Si tratta dellaraccolta dei numeri di Vita Olgiatese (che sotto il fascismo si titolava Bollettino Parrocchiale) dal gennaio 1937all'agosto del 1939, che raccontano la trepidante preparazione, la trionfale celebrazione e le immediate con-seguenze del Congresso. Lasciando ad altri la ricostruzione storica seria e documentata del grandioso even-to, noi vogliamo solamente “sfogliare” questo album di ricordi, per rivivere le storie, riconoscere alcuni volti,sorridere e commuoverci per l'Olgiate di ieri - che non è poi così diversa dall'Olgiate di oggi.

Come ogni sposa che si rispetti, anche la comunità diOlgiate aveva voluto dotarsi di un “abito da sposa” degnoper l'occasione: ecco allora comparire davanti a tutti unparato bianco, completo per una vera Messa Solenne, tuttoricamato con motivi floreali, di rara bellezza e finissima lavo-razione, frutto dei sacrifici di tanti Olgiatesi. Si compone diun piviale (v. foto) di una pianeta, di due tunicelle diaconali,di un velo omerale, di stole, manipoli, borsa e velo da calice.Oggi, nonostante siano passati solo 80 anni, è in pessimostato di conservazione.

una festa di Amore! E, comesi suol dire, “sposa bagnata,sposa fortunata”: alla vigliadell'apertura e per tutte leprime giornate di Congressoil cielo si era fatto grigio e gliacquazzoni scrosciavanol'uno dopo l'altro. Il program-ma fu un poco rivisto e, comericorda il BollettinoParrocchiale di quei giorni,

LXXX AnniversarioCongresso Eucaristico Diocesano

7 - 9 dicembre 2018

Mostra “Arte sacra olgiatese”Centro Congressi Medioevo

Inaugurazione ufficiale Mostra:Venerdì 7 dicembre ore 21Aperture:Venerdì 7: dalle 9 alle 12, dalle 15 alle 19Possibilità di prenotare visite guidate per le scuolechiamando lo 031 944384 dalle ore 9.30 alle 11.30Sabato 8: dalle 9 alle 12, dalle 15 alle 19Domenica 9: dalle 9 alle 12, dalle 15 alle 18

ConferenzaCentro Congressi Medioevo

IVenerdì 7 dicembre ore 21“Lo splendore dell’Eucarestia”

Relatore don Andrea Straffi, direttore dell’ufficio diarte sacra della diocesi di Como

Concerto conclusivoChiesa di san Gerardo

Domenica 9 dicembre ore 21“Laudi sacre”

Il canto sacro nella prima metà del ‘900, tra cantogregoriano, cecilianesimo e gusto operisticocon:soprano F. D’Addario tenore T. Cogliaticontralto E. De Gaudenzi basso e organo G. Bataloni

“l'ambizione che si era infil-trata nella nostra mentevenne purificata. […] maneppure l'acqua smorzava innoi il sacro fuoco!”.

Ecco allora il fatidico 8settembre: alla luce del cre-puscolo, che indorava le notegioiose delle nuove campanedi San Gerardo e di quellepiù longeve della parrocchia-le, la folla si era già radunataal Campo Eucaristico. Laprima delle tante processionisi snodava ordinatamente trale acclamazioni festanti, finoa giungere all'altare; da lì ilVescovo Macchi, circondatoda diversi Vescovi e da moltialtri sacerdoti, accoglieva ebenediceva, come da copio-ne, le suppellettili e i magni-fici doni per lo svolgimentodel Congresso. Vennero pre-sentate le ostie preparatedalle giovani di Olgiate,assieme all'incenso offertodai giovani e al vino offertodagli uomini, frutto delle lororinunce quaresimali. Inoltreanche il nuovo baldacchinoprocessionale, i paramentiliturgici e il famosoOstensorio del Tavani sareb-bero stati presentati a tutti ebenedetti. Ma gli olgiatesiriuscirono a sorprendereanche il saggio Vescovo:completamente a sorpresavollero fargli dono di un pre-zioso anello pastorale, segnodella loro gratitudine e delloro amore per lui. Il presule,osservando il suo nuovo anel-lo al dito, non riuscì a conte-nere la commozione e, tra lelacrime, si rese conto cheeran giunte le nozzedell'Agnello, la sua Sposa erapronta (cf. Ap 19,7)

(3, continua) don Francesco

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Vita Olgiatese11 novembre 20183

Può capitare a chiunquedi sentire un giorno squillareil campanello di casa e diavere di fronte uno o dueindividui, alle volte con unadivisa addosso, che chiedo-no di verificare l’impianto delgas, quello dell’acqua o del-l’energia elettrica. Di solito sirimane sorpresi ed imprepa-rati non avendo spessonemmeno il tempo di riflette-re sulle conseguenze che nepossono derivare qualoraquesti individui riescano adentrare in casa.

Più sconcertati, perchéfacilmente in preda all’ansiao alla preoccupazione chequalche impianto o qualcheapparecchio di casa si siaimprovvisamente guastatosenza essersene accorti,possono risultare gli anziani,specie se vivono da soli. Ipresunti controllori infattihanno un aspetto rassicu-rante, si mostrano gentili,attenti, premurosi ma decisia risolvere in fretta il lorocompito, se l’anziano èdisposto a seguire i loroconsigli.

Naturalmente gli obiettivida raggiungere per questipersonaggi sono tutt’altroche la riparazione del gua-sto o il controllo dei variimpianti, ma sono i soldi (incontanti), i gioielli e tutto ciòche può trovarsi di valore inun appartamento. Raggiuntolo scopo si dileguano, spes-so senza lasciare traccia.

Un caso del genere èuno degli episodi tra i piùfrequenti che si definisconocome “truffa”.

Altri esempi: il falso cara-biniere sopraggiunto per un“necessario” sopralluogodopo alcuni furti compiutinelle vicinanze; la telefonatadi un sedicente avvocatocon richiesta di risarcimentoper un incidente capitato aqualche figlio o parente; unfinto ambulante che, mentresi cammina soli per la stra-da, si avvicina con la scusadi regalare una cassetta difrutta o di verdura; presuntivolontari della parrocchiaalla ricerca di soldi peropere benefiche e molti altricasi, alcuni veramente inve-rosimili.

Secondo il Ministero

degli Interni in due anni dal2012 al 2014 le persone aldi sopra dei 65 anni, vittimedi truffe, sono salite da 300mila a 340 mila. I casidenunciati però sono soltan-to una parte perché moltianziani per orgoglio, per ver-gogna o per timore dei lorofamiliari che, se avvertiti,possono ritenerli non piùcapaci di gestirsi autonoma-mente, non denunciano gliepisodi di cui sono stati vitti-me.

Di queste truffe che stan-no diventando abbastanzafrequenti nella vita quotidia-na di chi ha già una certaetà, ma non solo, ha parlatoil luogotenente maresciallodei Carabinieri di GagginoFaloppio Giovanni BattistaGiordano, nel corso di un

incontro che si è svolto pres-so l’Auditorium dellaBiblioteca di Faloppio.

Dalle truffe ci si puòdifendere avendo sempremolta prudenza e una certadiffidenza nelle situazionitroppo facili o sempliciall’apparenza. Bisogna alza-re la guardia di fronte a pre-sunti operatori di Polizia inabiti civili, anche se mostra-no un tesserino. Chi vuoleingannare ha un aspettotranquill izzante; a voltebasta un sorriso per vincerela naturale diffidenza di unapersona anziana dispostanel giro di pochi minuti aconcedere la propria fiduciaa chi si finge di essernedegno.

È molto importante con-servare buoni rapporti con ivicini e con coloro che sisalutano e si incontrano tuttii giorni. Possono essere inquesti casi le persone giusteche corrono in aiuto ed inter-vengono prima di tutti glialtri.

Il consiglio più importanteè, in caso di dubbi sulla qua-lifica o sull’atteggiamento dipersone che suonano alcampanello o bussano allaporta in maniera pretestuo-sa, di avvertire il 112 o ditelefonare alla più vicina sta-zione dei Carabinieri o dellaPolizia Locale.

P.D.

Occorre molta attenzione e prudenza prima di aprire la porta agli sconosciuti

Pierre Teilhard De Chardin:una vita tra scienza e fede

“Chiedersi se l’universo si sviluppa ancora significa deci-dere se lo spirito umano è, o non è, tuttora in corso di evo-luzione. Ora, a questa domanda io rispondo senza alcunaesitazione: sì”. Queste parole del gesuita Teilhard De Char-din riassumono tutta la sua vita di ricerca e di studio e, cre-do, possono essere considerate la base del suo essere teolo-go e scienziato.

Ma chi era padre Pierre? Marie-Joseph Pierre TeilhardDe Chardin, questo il suo nome per intero, nasce il 1° mag-gio 1881 a Orcines, un borgo vicino a Clermont-Ferrand inFrancia, quarto di undici figli. Fino all’età di undici anni vi-ve in famiglia. Successivamente viene inviato in collegiopresso i Gesuiti. Qui sente nascere la vocazione per la vitareligiosa. A 18 anni, nel 1899, diventa novizio della Com-pagnia di Gesù. Ad Aix En Provence inizia la sua prepara-zione per il sacerdozio che, come per tutti i gesuiti, duraben tredici anni.

Nel 1901, l’ordine dei Gesuiti viene espulso dalla Franciapoiché erano stateapprovate nuoveleggi antireligiose.Teilhard continuacosì i suoi studi al-l’estero. Dal 1905al 1908 è al Caironel collegio gesuita“Sacra Famiglia”;qui, in qualità di“lettore di chimicae fisica” si interessadi geologia, pa-leontologia e, so-prattutto, ap-profondisce lo stu-dio della teoriadell’evoluzione.Viene ordinato sa-cerdote nel 1911.L’anno successivolavora presso ilMuseo Nazionaledi Storia Naturaledi Parigi dove col-labora con loscienziato che ave-va studiato loscheletro dell’Uo-mo di Neanderthal.

Partecipa, come barelliere, alla prima guerra mondiale.Si comporta valorosamente tanto da essere insignito dellacroce al merito e nominato Cavaliere della Legion d’Onore.

Terminata la guerra si laurea in Scienze naturali alla Sor-bona di Parigi. Nel 1920 ottiene la cattedra del corso di pa-leontologia e geologia all’Istituto Cattolico di Parigi.

L’impegno accademico di padre Pierre lo spinge a volerconciliare scienza e fede, ambiti che troppo spesso sono en-trati in conflitto. Ed è proprio nella ricerca di questa conci-liazione che padre Pierre, nel 1925 accetta la richiesta di al-cuni teologi e scrive un breve saggio nel quale sostiene lanecessità di stabilire un accordo tra il dogma del peccatooriginale e le nuove scoperte della paleontologia. Si trattadi uno scritto che, senza alcuna pretesa dogmatica, vuolesemplicemente proporre un’ipotesi di lavoro. Lo scrittoperò arriva a Roma e i suoi superiori lo costringono a di-mettersi dall’insegnamento e lo invitano a non pubblicarepiù nulla su questi temi e, infine, lo trasferiscono in Cinaper conto del Museo di Storia naturale di Parigi. Nel paeseasiatico padre Pierre rimane fino al 1946 partecipando anumerose spedizioni di ricerca. Tra una spedizione e l’altra,Teilhard scrive le sue considerazioni che, partendo dal datoscientifico in suo possesso, si spingono ad interpretare filo-soficamente e teologicamente l’universo in termini nuovi etalvolta, soprattutto per lo spirito religioso dell’epoca,sconcertanti. La sua elaborazione teologica-filosofica-scienti-fica è causa del difficile rapporto che padre Pierre, per tuttala sua vita, ha con i suoi superiori. Mai però la sua fedeltàalla vocazione, sia come uomo di ricerca che come figliodella Chiesa e gesuita, viene messa in discussione. Durantela lunga attività di ricerca, Teilhard entra in contatto conscienziati credenti e non-credenti. Per tutti padre Pierre haun grande rispetto; infatti così scrive: “in ogni persona, an-che non credente, non distruggere niente, ma far salire, farcrescere. Tutto ciò che cresce va verso il Cristo”.

Nel 1946 lascia la Cina e rientra in Europa, a Parigi.Continua il confronto con le gerarchie romane. È infatti im-pedita la pubblicazione del “Fenomeno umano”, una dellepiù importati opere del gesuita. Nel 1951 viene obbligato alasciare Parigi e si stabilisce a New York. Qui continua il suolavoro di ricerca e scrive gli ultimi grandi saggi dove esponeil suo sistema teologico-scientifico. Il mondo della scienza sirende conto però dei grandi meriti di padre Pierre tantoche nel 1950, un anno prima del suo definitivo trasferimen-to negli Stati Uniti, lo nomina membro dell’Accademia del-le Scienze di Parigi.

Il 10 aprile 1955, giorno di Pasqua, dopo aver assistitoalla solenne funzione nella cattedrale di Saint Patrick a NewYork, padre Pierre muore colpito da un grave infarto.

Dopo la sua morte vengono pubblicate numerose operefino ad allora rimaste inedite. Ma anche da morto padrePierre è oggetto delle “attenzioni” della chiesa ufficiale. Nel1962 il Sant’Uffizio pubblica un Monitum “contro gli errorie le ambiguità contenute negli scritti di Teilhard”. Due gran-di teologi, Henry De Lubac e Jean Danielou ne assumonola difesa.

La primavera conciliare permetterà finalmente di meglioconsiderare il pensiero di Teilhard De Chardin. Cercherò,nei prossimi numeri di Vita Olgiatese, di presentare sintetica-mente il pensiero del grande gesuita che, a ragione, è statodefinito il “Copernico dell’era nucleare”. (22 –continua)

erre emme

Profetidel nostro

tempo

Sono in aumento le truffe agli anziani

NUOVI SANTI…

A cura di Gabriella Roncoroni

Il documento finale delSinodo dei giovani, conclusonelle scorse settimane aRoma, si chiude con questebellissime parole:“Attraverso la santità dei

giovani la Chiesa può rinno-vare il suo ardore spiritualee il suo vigore apostolico. Ilbalsamo della santità gene-rata dalla vita buona di tantigiovani può curare le feritedella Chiesa e del mondo,riportandoci a quella pienez-za dell’amore a cui da sem-pre siamo stati chiamati: igiovani santi ci spingono aritornare al nostro primoamore.” (Documento finaledel Sinodo dei Vescovi suigiovani, la fede e il discerni-mento vocazionale, 167).

Continuiamo quindi ilcammino di conoscenza dinuovi santi giovani, nellacertezza che il loro percorsodi fede dà un nuovo respiro eun nuovo coraggio allanostra comunità.

MATTEO FARINAIl 19 settembre 1990

nasce a Brindisi MatteoFarina. Cresciuto in unafamiglia dai solidi valori cri-stiani, Matteo si rivela fin dapiccolo caratterizzato da unadolcezza interiore particolaree da una fede non comune. Anove anni come impegnoquaresimale legge tutto ilVangelo di Marco; si accostaspesso al sacramento dellaRiconciliazione e dopo aversognato padre Pio che loinvita a comunicare a tutti lagioia della confessione,nasce il lui il bisogno dievangelizzare coloro che glistanno intorno, seppure inmodo molto rispettoso.Scrive nel suo diario: “Sperodi riuscire a realizzare lamia missione di infiltrato trai giovani parlando loro diDio: osservo chi mi staintorno, per entrare tra loro

silenzioso come un virus econtagiarli di una malattiasenza cura: l’Amore!”

Ma un’altra malattia,senza cura, sta invadendo ilcorpo di Matteo: nel settem-bre 2003 gli viene diagnosti-cato un edema al cervello conla presenza sospetta di cellulemaligne. Matteo prosegue lasua vita normalmente. In que-sto periodo, a 13 anni, creaun fondo per le missioni inMozambico nel quale deposi-ta i suoi risparmi e convince ifamiliari a rinunciare agliacquisti natalizi, commutan-doli in offerte. Nel gennaio2005 si rende necessario unintervento per l’asportazionedi un tumore cerebrale.Matteo affronta il tutto conuno spirito di abbandonoincondizionato a Dio e trovaforza per proseguire i suoistudi. Non solo: è talmentesereno e aperto alla vita dainnamorarsi, ricambiato, diuna ragazza che definirà: “Ildono più bello del Signore”.Il calvario però è appena ini-ziato: dopo tre interventi elunghi mesi di degenza inospedale, rientra a casa conuna paralisi al braccio e allagamba sinistra. In questoperiodo ripete spesso unafrase: “Dobbiamo vivere ognigiorno come se fosse l’ultimo,ma non nella tristezza dellamorte, bensì nella gioia diessere pronti all’incontro conil Signore!” L’incontro conLui arriva, puntuale e attesocon gioia fino all’ultimo, il24 aprile 2009.

Per quanto possa sembraresorprendente in un giovane diappena 19 anni, Matteo avevacolto in profondità il valoredella vita; la responsabilità diavere ricevuto il dono dellafede; l’impegno a non buttarevia la vita in cose futili, mavivere in pienezza in sensoumano e cristiano:

Queste sono le sue parolescritte nel suo diario:

“Perché mi hai scelto?Perché la fede e tutti i tuoidoni? Chi sono io per merita-re questo? Sono un servoinutile.

Ma non è questa ladomanda giusta. Chi sei Tu?Chi sei Tu per accontentartidi me? Quanto è grande iltuo amore, se nonostante imiei peccati mi scegli cometuo servo? Perché me e nonaltri?

Vorrei immergermi nel tuoamore mio Dio, per potervedere il mondo come lo veditu, anche per poco, per capi-re come fai a vincere tuttocon l’amore.

Sono in mezzo a tantagente che non crede in Te.

Perché chiami me a testi-moniarti? Ti basta il mionulla? Quali sono i tuoi pro-getti per me? Come possoservirti?

È difficile vivere nelmondo quando la fede ci diceche non siamo del mondo.

Ma se me lo chiedi, se è

per questo che mi hai voluto,non è impossibile. Conosci imiei limiti, meglio di me.

Mio Dio ho due mani, fache una sia sempre stretta ate sicché in qualunque provaio non possa mai allontanar-mi da te, ma stringerti sem-pre più; e l’altra mano, tiprego, se è tua volontà,lasciala cadere nel mondo…perché come io ho conosciu-to te per mezzo di altri cosìanche chi non crede possaconoscerti attraverso me.Voglio essere uno specchio,il più limpido possibile, e, seè la tua volontà, riflettere laTua luce nel cuore di ogniuomo.

Grazie, per la vita.Grazie, per la fede. Grazie,per l’amore. Sono tuo”.

La causa di beatificazionedi questo giovane, dopo lafase diocesana, è attualmenteall’esame dellaCongregazione delle Causedei Santi.

SANTI GIOVANI“Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo,ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di

essere pronti all’incontro con il Signore!”

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4 Vita Olgiatese11 novembre 2018

Vita OlgiateseEsce la seconda e la quarta

domenica del mese

Autorizz. Tribunale Como n. 10/82.

Con approvazione ecclesiastica.

Direttore responsabile:Vittore De Carli

Redazione:Marco Folladori, Romeo Scinetti,Francesco Orsi, Paolo Donegani, RolandoMoschioni, Gabriella Roncoroni, ChiaraSpinelli.

Impaginazione grafica:Francesco Novati, Tarcisio Noseda.

Abbonamento annuale:

ritiro a mano: € 20,00spedizione postale: € 50.00

Stampa: Salin S.r.l. - Olgiate C.

Redazione e impaginazione:

Casa ParrocchialeVia Vittorio Emanuele, 522077 Olgiate ComascoTel. / Fax 031 944 [email protected]

sot to i l campanile del f ico

Incontri adolescenti delle superioriIncontri adolescenti delle superiori

Da un mese ormai è ini-ziata la mia esperienzapastorale a Olgiate. Uno tra icompiti che mi sono stati affi-dati è quello di seguire, insie-me a quattro altri baldi giova-ni, il percorso di catechismodei ragazzi di prima media.Si tratta della famosa“Mistagogia”, ovvero di quelcammino che accompagna ilgruppo alla riscoperta deisacramenti ricevuti negli anniprecedenti di catechismo(confessione, cresima ecomunione).

Il nome specifico del per-corso è “Antiokia”: in questacittà per la prima volta idiscepoli di Cristo, per il loronuovo modo di vivere nellacarità e nella condivisione,vengono chiamati cristiani.Per i nostri ragazzi questo èsicuramente un tempo impor-tante per capire che è ora dimettere in pratica e vivereconcretamente ciò chehanno vissuto e imparato nelcatechismo dell'iniziazionecristiana.

Nei primi incontri, noicatechisti, abbiamo comin-ciato a muovere i primi passicon il gruppo: sono una ven-tina di adolescenti, belli, checi hanno da subito colpito per

la loro disponibilità all'ascoltoe per la loro voglia di mettersiin gioco.

Un aspetto interessante èla modalità con cui vengonoimpostati gli incontri e il clima

che viene a crearsi: attraver-so il gioco, i lavori in piccoligruppi e il vivere esperienzeconcrete, l'aria che si respiraè quella di un ambiente fami-gliare, di amicizia vera e dilibera condivisione.

Per me è l'inizio di unanuova esperienza, e sonocontento di poterla vivereinsieme a dei bravi e freschianimatori, con cui mi trovo insintonia e con cui è, e saràbello lavorare.

Sarà sicuramente un per-corso di crescita, in primisper noi educatori, ma speria-mo anche per i nostri adole-scenti. Il nostro compito,come quello di tutta la comu-nità di Olgiate, sarà quello dimostrare a questi ragazzi labellezza di essere cristiani,per far nascere in loro il desi-derio di seguire Gesù Cristo.

Jacopo (seminarista)

Accanto alla tradizionale“Castagnata” a Somaino, si èdato il via al percorso cate-chistico con i ragazzi dellaMistagogia, sabato e delleSuperiori la domenica. Aproposito degli adolescentidelle Superiori.

Tra panini con la salamel-la e gustose caldarroste, in-fatti, don Francesco e i cate-chisti hanno voluto creare unmomento di presentazionedella proposta, ideata ad hocper quest’anno, bilanciandoserietà e convivialità comuni-taria.

Le novità sono molte, apartire dall’ampissima re-sponsabilità lasciata in manoai ragazzi stessi: rispetto aglialtri anni, sono stati proprioloro a scegliere il gruppo dicui fare parte, non essendopiù divisi per età, ma per te-matiche, quali la vita di alcu-ni Santi Martiri; un focus suipeccati e, infine, un gruppodedicato alla Lectio Divinasul Vangelo di Marco. I ra-gazzi, infatti, dopo una pre-sentazione creata dai catechi-sti e mostrata durante la se-rata a Somaino, hanno avutomodo di farsi una prima ideadei filoni previsti e, in un se-condo momento, aiutati daun piccolo test, hanno potu-to segnarsi per quei temi chepiù hanno risvegliato in lorol’interesse di crescita cristia-na. La decisione di optare

per questo nuova modalità,è stata ben ponderata dai ca-techisti, su spinta di donFrancesco. Questo perchél’esperienza dei ritiri svoltidurante l’anno catechisticopassato, ha mostrato comel’ottica di partecipazione eco-costruzione da parte deiragazzi delle superiori stessisia stata vincente in terminidi interesse, collaborazione,complicità e di coinvolgi-mento. Pertanto, sfruttandouna strategia monitorata nelcorso dell’anno e dai risultatipositivi, anche il catechismoha voluto essere segnale dipresa di responsabilità nellungo e affascinante percorsodel catechismo cristiano, inparticolar modo per i giova-nissimi che sono in cerca di

risposte e di spazi di con-fronto in Parrocchia.

Un discorso a parte, inve-ce, riguarda i ragazzi di pri-ma. Essi costituiranno ununico gruppo che verrà ac-

compagnato nei suoi primipassi all’interno del catechi-smo Superiori, che sottomolti punti di vista si diffe-renzia parecchio dal percor-so condotto sino ad ora. An-che con questo neogruppo sivogliono valorizzare le esi-genze portate direttamentedai ragazzi e favorirne il dia-logo fraterno.

Al termine degli incontri,che si terranno tutti pressol’oratorio dalle ore 18.00della domenica, sarà possibi-le prendere parte ad un“apericena”, resa possibilegrazie alle mamme dei ragaz-zi. Anche questo momento,leggero e conviviale, vuolefungere da facilitatore allarelazione tra i ragazzi e traquesti e i catechisti, nonchécome occasione per scambia-re pareri e opinioni sugli in-contri appena vissuti.

Il lavoro che ci aspetta èsolo all’inizio, ma con ener-gia e passione siamo tuttipronti per affrontare al me-glio questo cammino.

Simone G.

In cammino con la Mistagogia

Castagnatadi Somaino

2016 € 36682017 € 32452018 € 4583

Un sentito ringraziamento a tutti

I mercoledì del SinodoIn preparazione dell’incontro di mercoledì 28 novembre

Misericordia e giovaniVedi “Strumento per la consultazione” da pag. 39 a pag. 42

DALLA PREFAZIONE

La Chiesa imparadal Signore a guardare igiovani come membraelette del suo corpo,bisognosi di cura, maanche apostoli corag-giosi per la missione,testimoni e annunciato-ri loro stessi della mise-ricordia. Solo unosguardo di tenerezzapuò suscitare nei giova-ni la gioia di una rispo-sta, pur restando, essi,sempre liberi di rifiuta-re l'invito, come accadde al giovane ricco (cf Mt 19,16-22).Guardiamo dunque con simpatia agli adolescenti e ai gio-vani, riconoscendo in essi i tratti peculiari che li caratteriz-zano: l'entusiasmo, la curiosità, la spinta a sperimentarecose nuove, la ricerca di senso, l'apertura al futuro, ladomanda sulla propria identità e sul loro posto nel mondo.Li vediamo desiderosi di assumere responsabilità, di sce-gliere a chi appartenere, di scoprire il contributo che posso-no dare alla famiglia e alla società, cercando dei punti fermiper il cammino; ma anche faticare nel riconoscere la pro-pria vocazione nella Chiesa e nel mondo e nel vivere auten-ticamente le esperienze della relazione e dell'affettività.

Indubbiamente il contesto odierno pone alcune sfide.Papa Benedetto XVI ha richiamato più volte l'attenzionesull'«emergenza educativa», sul fatto che quanti hannoresponsabilità educative spesso si sentono scoraggiati e ten-tati di rinunciare. Per questo ha invitato a rinnovare l'impe-gno di tutti per una formazione integrale della persona,affinché sia resa capace di vivere la vita in pienezza,offrendo il proprio contributo alla costruzione dell'unità delgenere umano.

DOMANDE

Il desiderio di Dio Ti chiedo di indicare [a.] quali esperienze umane e di fedepermettono ai giovani che incontri nei nostri ambienti divita di sentirsi amati per quello che sono, [b.] quali sono leforme con le quali essi esprimono – anche solo implicita-mente – la loro ricerca di Dio e [c.] in che modo sperimen-tano la sua misericordia.

Il Vangelo della MisericordiaTi chiedo di suggerire atteggiamenti e modalità concreteattraverso cui la comunità cristiana (parrocchia, comunitàpastorale, gruppi ecclesiali, etc.) può annunciare ai giovaniche il nome di Dio è misericordia.

Giovani «apostoli dei giovani»Ti chiedo [a.] di indicare in che modo i giovani possonopartecipare alla missione della Chiesa negli ambienti in cuivivono (scuola, oratorio, sport, lavoro, tempo libero) inqualità di «apostoli dei giovani» e [b.] tenendo conto anchedelle proposte (spirituali, vocazionali, missionarie, caritati-ve, etc.) già in atto nella nostra diocesi, di suggerire espe-rienze e nuove iniziative nelle quali essi stessi siano annun-ciatori di misericordia.

Misericordia e vita secondo lo Spirito Ti chiedo [a.] di offrire suggerimenti affinché i giovani pos-sano riscoprire l’importanza della vita spirituale – secondolo Spirito – mettendo al centro del loro sguardo l’incontrocon la misericordia di Dio che si attua, in modo particolare,nella liturgia della Chiesa, nella preghiera personale, nell’a-scolto orante e assiduo della Parola di Dio, nell’accompa-gnamento vocazionale. [b.] Nello stesso tempo, ti chiedo diindicare come possono dedicarsi con passione alle opere dicarità (volontariato, servizio ai più piccoli e ai poveri, espe-rienze di missione, etc.).

BattesimiCastro Vittoria di Dario eGrossi ManuelaP. Castro Marco e GrossiLauraFarris Federico di Andreae Mazzotta SilviaP. Fomasi Alessandro eFarris PamelaMongiello Alessio diMichele e Ciccone ValeriaP. Mongiel lo Antonio eBrumana FedericaFontana Leonardo diDavide e Boz AlessiaP. Stecchini Michelangelo eFontana Maria LauraLeonardi Samuele di Lucae Calati AlessandraP. Leonardi Giorgio e CalatiCinziaPalmisano Chiara di Lucae Bulgheroni ValentinaP. Rampoldi Francesco eOrsenigo CleliaMangino Leonardo Carlodi Alessandro e RusconiVeronicaP. Ferrari Claudio eBonassi Lucia

MortiFavaro Livio di anni 81,Via Volta 4Nardon Maria Grazia dianni 76, Via Michelangelo 6Ballerini Maria ved.Ragazzo di anni 91, ViaMonte Generose 5

Per i bisogni della Chiesa

Funerale di Bay Luciana €50 – Funerale di CattoniMarina € 1000 – Funerale diMalacrida Ines € 200 –Gruppo Parrocchiale TerzaEtà € 200 – Battesimi € 330- Malati € 360 + 20 – Peruso Cappellina € 100 – N.N.€ 500 – Per uso sala € 50 +50 + 50 + 50 + 50 + 50 –Offerta funerale € 150 perOratorio – N.N. € 500.

Chiesa di S. GerardoPer esposizione reliquia € 30.

Restauro organoN.N.€ 50.

Note di bontà

Pane di S.Antonio € 190 –Progetto mettici i l cuore€ 100 – N.N. € 60.

Dai registriparrocchiali