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Facoltà di Medicina e Chirurgia C.d.L. in Scienze Infermieristiche Corso Integrato di Area Oncologica Psico-Oncologia Docente: Barbara Muzzatti, PhD & PsyD Durata: 16 ore Anno di corso: II AA 2010-2011 Moduli 1, 2, 3

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Università degli Studi di Udine

Facoltà di Medicina e ChirurgiaC.d.L. in Scienze Infermieristiche

Corso Integrato di Area OncologicaPsico-Oncologia

 Docente: Barbara Muzzatti, PhD & PsyD

Durata: 16 oreAnno di corso: IIAA 2010-2011

Moduli 1, 2, 3 

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

2010/11 2

OBIETTIVI SPECIFICI DEL CORSO

• Conoscere le are e le modalità di intervento della psicologia e della psico-oncologia

• Comprendere i contributi che la psico-oncologia può offrire al professionista infermiere

• Comprendere l’impatto della malattia oncologica sulla vita dell’individuo che ne viene colpito, conoscendo i risvolti psicologici di ciascuna fase di malattia (dalla diagnosi alla terminalità o lungovivenza) e le peculiarità in termini psico-sociali di questa malattia

• Conoscere le peculiarità dell’esperienza oncologica nell’infanzia e nell’adolescenza

• Conoscere le credenze, gli atteggiamenti e i comportamenti tipici, rispettivamente, del cittadino ingenuo, del familiare e dell’operatore sanitario di fronte alla malattia oncologica

• Conoscere aspetti della comunicazione, della relazione e del counseling, funzionali all’attività infermieristica in ambito oncologico

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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CONTENUTI DEL CORSO

1) Contenuti, metodi e aree di pertinenza della Psico-Oncologia e suoi rapporti con la Psicologia in generale e con la Psicologia clinica ed ospedaliera in particolare

2) L’impatto della malattia oncologica nella vita dell’individuo: lo shock della diagnosi, la fase di crisi, il fronteggiamento dei trattamenti, la remissione, la ricaduta, la terminalità, la lungovivenza oncologica

3) Le principali dimensioni psico-sociali della malattia oncologica (distress emozionale, compromissioni dell’immagine corporea e del funzionamento intimo-sessuale, risvolti interpersonali e sociali, ripercussioni sul funzionamento cognitivo, cancer related fatigue, crescita post-traumatica)

4) I principali fattori socio-anagrafici, personali e clinici che possono amplificare o ridurre gli effetti psicosociali della malattia oncologica: genere, età, tratti di personalità, sostegno sociale, diagnosi, prognosi, trattamenti, preesistenti condizioni di salute

5) Normalità e psico-patologia in contesti oncologici

6) La malattia oncologica nel bambino e nell’adolescente

7) L’impatto della malattia oncologica negli “altri non malati”: nel cittadino ingenuo, nei familiari del malato, nell’operatore sanitario

8) Il ruolo dello psicologo nell’equipe curante oncologica

9) I principali “strumenti psicologici” a disposizione dell’infermiere che opera in ambito oncologico: la comunicazione, la relazione, le abilità di counseling

10) La ricerca in psico-oncologia

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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BIBLIOGRAFIA PER L’ESAME

1) Morasso G. e Tomamichel M. a cura di (2005). La sofferenza psichica in oncologia, Modalità di intervento. Roma: Carocci.

2) Guarino A. (2006). La psico-oncologia nell’età evolutiva. Trento: Edizioni Erikson (capitoli: 4-8).

3) Un testo a scelta tra:3.1 Verda S. (1994). Il male addosso. Torino Bollati Boringhieri.3.2 Casciaro E. (2004). Pianeta K. Castrovillari: Il Coscile. 3.3 Terzani T. (2004). Un altro giro di giostra. Milano:Longanesi.3.4 Bidinost M. (2008): Mi riprendo il biglietto; Un nuovo cielo dopo la chemio. Aviano: Donando (ristampato da Omino Rosso).3.5 Altro libro di narrativa incentrato sull’esperienza oncologica

concordato con la Docente. 4) Articoli e/o lucidi messi a disposizione in aula.

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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INFORMAZIONI DI CARATTERE PRATICO

Modalità di svolgimento dell’esame: prova scritta (15 domande a scelta multipla + 1 domande aperta breve in 30’).

Ricevimento studenti: al termine della lezione o prima del suo inizio

E-mail: per chiarimenti e richieste scrivere a [email protected]

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CONTENUTI

1) Contenuti, metodi e aree di pertinenza della Psico-Oncologia e suoi rapporti con la Psicologia in generale e con la Psicologia clinica ed ospedaliera in particolare

2) L’impatto della malattia oncologica nella vita dell’individuo: lo shock della diagnosi, la fase di crisi, il fronteggiamento dei trattamenti, la remissione, la ricaduta, la terminalità, la lungovivenza oncologica

3) Le principali dimensioni psico-sociali della malattia oncologica (distress emozionale, compromissioni dell’immagine corporea e del funzionamento intimo-sessuale, risvolti interpersonali e sociali, ripercussioni sul funzionamento cognitivo, cancer related fatigue, crescita post-traumatica)

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PSICOLOGIA

La psicologia può essere definita, in generale, come la scienza del comportamento e dei processi mentali, di cui cerca di descrivere e spiegare il funzionamento, al fine di stabilire le leggi che ne regolano l’attività

La professione di psicologo comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi e le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alle persone, ai gruppi, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito

Possiede numerosi ambiti di ricerca e applicazione

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CLINICA

Etimologia: “cline” = letto

Indica sia la condizione di malattia e cura, sia l’atteggiamento terapeutico, basato sulla vicinanza al paziente, e sull’intervento fatto direttamente a contatto con il malato, connotandolo nel suo specifico approccio metodologico di conoscenza personalizzata e di ricostruzione della storia della sua malattia

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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PSICOLOGIA CLINICA

E’ un’applicazione della psicologia E’ la disciplina che comprende l’insieme delle

conoscenze e delle competenze psicologiche utilizzate per affrontare i problemi delle persone; questi possono presentarsi come difficoltà di adattamento, stati di disagio e di sofferenza soggettivi, anche a livello corporeo, sintomi fisici, disturbi del comportamento e manifestazioni psicopatologiche

Psicologo clinico : Psicologo = Medico Internista : Medico Psicologia clinica <> Psichiatria  

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PSICO-ONCOLOGIA (BIONDI ET AL., 1995)

• E’ la disciplina che si occupa delle implicazioni psicosociali dei tumori

• Contribuisce all’approccio olistico (bio-psico-sociale) al paziente oncologico

• I suoi obiettivi principali sono:

1. Prevenzione, diagnosi precoce, adesione terapeutica2. Valutazione della morbilità psichiatrica/psicologica

in oncologia e sua prevenzione3. Qualità della vita del paziente e qualità degli

interventi psicologici 4. Formazione dei curanti

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TERMINOLOGIA

• Cancro

• Carcinoma

• Male brutto / Uno di quei mali

• Neoformazione

• Neoplasia

• Oncologia /Oncologico

• Tumore

Esiste un ampio ventaglio di termini ed espressioni che comprende le più tecniche e le più ingenue

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IL CANCRO: SIGNIFICATI PSICO-SOCIALI

• Minaccia esistenziale

• Compromissioni somatiche (temporanee o permanenti): dolore, fatigue, nausea/vomito, mutilazioni chirurgiche, modificazioni nell’aspetto e nell’immagine corporea

• Cambiamenti nella vita socio-relazionale: ruoli lavorativi, sociali, familiari

• Sconquasso per la vita e le dinamiche familiari

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LA DIAGNOSI NEOPLASTICA

• E’ un vero e proprio evento traumatico

• Dà origine ad una crisi

• Richiede un processo di adattamento

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IL CANCRO COME CRISI

Crisi• Evento o situazione il cui improvviso e inaspettato

insorgere, mettendo in pericolo l’abituale equilibrio e l’armonia esistenziale fino a quel momento raggiunti, può far emergere una molteplicità di fenomeni e di dinamiche emozionali che hanno le caratteristiche di uno sconvolgimento profondo

• Problema + Opportunità• Esperienza di pericolo e rischio + Esperienza di

separazione e perdita• Convenzionalmente dura 6-8 settimane

Per il 70% dei pazienti oncologici si esaurisce entro 3 mesi

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ADATTAMENTO ALLA MALATTIA: 4 FASI

Fase Problematiche Psicologiche

Shock Senso di catastrofe e frattura nel proprio corso esistenziale. Bisogno di dilazionare il confronto diretto e crudo con una realtà che non si è pronti ad affrontare

Reazione Si reagisce alla malattia, resa reale dai trattamenti, con angoscia, rabbia, disperazione, amarezza

Elaborazione Coincide con la fine dei trattamenti, quindi con una situazione obiettivamente mutataIl bisogno è quello di cercare un senso a ciò che è successo.Si mettono in discussione scelte passate e spesso si rivedono priorità, valori e progetti

Ri-orientamento

Segue ciascun follow-upVede il ripresentarsi delle problematiche delle fasi precedenti

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DETERMINANTI DELLA REAZIONE ALLA MALATTIA

1) La malattia stessa: il decorso, i sintomi, eventuali recidive, il tipo di trattamento, gli effetti collaterali

2) Tipologia e stili di fronteggiamento e adattamento alla malattia, alle avversità e allo stress, peculiari del singolo (coping)

3) Tratti di personalità: flessibilità, ottimismo, locus of control, stili attribuzionali, autostima…

4) Fase del ciclo di vita e stadio di realizzazione dei relativi obiettivi evolutivi

5) Fattori culturali, religiosi ed etnoantropologici

6) Supporto sociale disponibile e supporto sociale percepito

7) Disponibilità al lavoro psicologico (motivazione intrinseca, capacità introspettiva..)

8) Significato soggettivo attribuito alla malattia

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IMPATTO PSICOLOGICO DELLE DIVERSE TERAPIE: LA RADIOTERAPIA

• Ambiente rumoroso e nuovo

• Necessità che il paziente rimanga solo durante la terapia

• Diverse fantasie possibili: rimanere radioattivi, trasmettere radioattività, lesioni cutanee o di altri organi

Corrette e dettagliate informazioni sul trattamento attenuano le paure/preoccupazioni e dissipano le fantasie

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IMPATTO PSICOLOGICO DELLE DIVERSE TERAPIE: LA CHEMIOTERAPIA

• Effetti collaterali spesso pesanti (nausea, vomito, astenia, perdita dei capelli, fatigue) che interferiscono con la QdV

• Spesso vissuta come un’intrusione pesante e come un attacco alla propria integrità

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IMPATTO PSICOLOGICO DELLE DIVERSE TERAPIE: L’ORMONOTERAPIA

• In genere meglio tollerata della CT

• Fanno eccezione le donne in età fertile, che temono l’infertilità e le conseguenti minacce alla loro identittà femminile e alla propria vita relazionale/familiare

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IMPATTO PSICOLOGICO DELLE DIVERSE TERAPIE: LA CHIRURGIA

• Possibili timori collegati all’intervento, all’anestesia,

al decorso post-operatorio

• Preoccupazioni inerenti aspetti funzionali e/o di immagine corporea

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ALCUNI CONSIGLI PER GLI OPERATORI

• Seguire una linea operativa incentrata sul paziente e non solo sulla malattia (Cfr. i fattori soggettivi che influenzano l’esperienza di malattia)

• Comprendere ed accogliere sia i bisogni fisici che quelli psicologici

• Curare correttamente l’aspetto informativo• Aiutare il Pz. ad esprimere le proprie emozioni • Avvalersi di una comunicazione chiara ed efficace• Considerare il paziente un interlocutore “efficace”

e “potente”

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LA FINE DEI TRATTAMENTI

• Affaticamento e/o malessere per l’accumulo degli effetti collaterali dei trattamenti

• Incertezza perché non sono ancora chiari (o eclatanti) gli effetti della terapia

• Possibilità/Necessità di riappropriarsi dei tempi, prima occupati dalla malattia

• Nuovi spazi mentali per riflettere su sé e la propria esperienza

• Aspettative (proprie e/o altrui) per un ritorno alla normalità

Possibili difficoltà di adattamento (o riadattamento) e disagio emozionale

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LA REMISSIONE

• Temporanea o permanente

• Evolve nella guarigione o nella progressione (recidiva o metastatizzazione)

• Peculiarità psicologiche:

- Sindrome della spada di Damocle

- Variazione nell’immagine corporea

- Sintomi condizionati

• Tre modalità di coping prevalenti (Murru, 2002): evitamento, vissuto di crescita, preoccupazione costante

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LA PROGRESSIONE

• Le terapie non guariscono, ma possono “solo” tenere sotto controllo la malattia

• Vissuti di sconfitta e frustrazione

• E’ spesso più disorganizzante della diagnosi stessa

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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STADI AVANZATI DI MALATTIA E TERMINALITA’

• Sofferenza e limitazione fisica

• Restrizioni nella libertà e nella volontà

• Ricerca di sollievo contingente

• Modificazione nella percezione temporale

• Assenza di consapevolezza circa la propria reale condizione in un’ampia percentuale dei casi

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RREAZIONI ALLA PROSPETTIVA REALE DELLA PROPRIA MORTE (Kubler-Ross)

1) Shock e negazione

2) Rabbia (esistenziale, proiettata, verso i curanti)

3) Patteggiamento

4) Depressione (reattiva alle singole perdite e preparatoria)

5) Accettazione

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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ALCUNI DATI EPIDEMIOLOGICI (AIRTUM, 2007)

1 anno 3 anni 5 anni 1 anno

3 anni

5 anni

Prostata 94 85 80 Mammella

97 90 85

Polmone

39 16 12 Colon 76 63 58

Vescica 88 77 72 Polmone 41 19 15

Colon 78 64 58 Stomaco 53 35 32

I tumori più frequenti in Italia, distinti per sesso, e sopravvivenza relativa (tenendo conto dell’attesa di vita) a 1, 3 e 5 anni

Maschi Femmine

• La sopravvivenza relativa a cinque anni si aggira attorno al 53% per la maggior parte delle diagnosi • In Italia, si registrano circa 300.000 nuovi casi/anno • Nel complesso, si stimano attorno ai due milioni gli italiani con un passato oncologico

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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LA LUNGOVIVENZA ONCOLOGICA: PRINCIPALI DEFINIZIONI IMPIEGATE IN LETTERATURA

• Il survivor è: chiunque è stato curato dal cancro (Mullan, 1985)

• Chi, in conseguenza di una diagnosi di cancro e di un trattamento, rimane libero da malattia (Knobf, 2007)

• Chi ha ricevuto una diagnosi di cancro a prescindere dallo stato di salute e dall’essere sottoposti o meno a trattamenti (National Cancer Institute, 2007)

• Pur riconoscendo diverse accezioni del termine “survivor” (chiunque ha ricevuto una diagnosi di cancro, chiunque ha terminato i trattamenti...), si definisce tale la persona che si riconosce nella condizione dal momento della diagnosi (American Cancer Society, 2008)

• Chi è libero da malattia e ha terminato i relativi trattamenti da almeno cinque anni (Annunziata et al., 2008)

• I familiari di chiunque abbia ricevuto una diagnosi di cancro (Feuerstein, 2007)

• La condizione di sopravvivenza inizia dalla diagnosi e termina con la morte (Rowland et al., 2006)

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LA QUALITÀ DI VITA NELLA LUNGOVIVENZA ONCOLOGICA

Fisico/Funzionale Psico-emotivo Sociale Spirituale

Fatigue Paura di ricorrenza Variazioni nelle dinamiche familiari

Crescita post-traumatica

Dolore Paura per la propria salute

Distress e paura di ricaduta nei familiari

Rinnovata spiritualità

Linfedema Distress emozionale

Preoccupazione nei familiari di ammalarsi a loro volta

Disfunzioni genito-urinarie, escretorie

Immagine corporea compromessa

Difficoltà nella vita di coppia

Infertilità Modificazioni nella cerchia amicale

Tumori iatrogeni Ricerca di sostegno e comprensione nei colleghi e nei sanitari aziendali

Riduzione nell’ orario/ mansionario lavorativo

Benessere

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2010/11 30

LE PRINCIPALI DIMENSIONI PSICO-SOCIALI DELLA MALATTIA ONCOLOGICA

1) Distress emozionale

2) Compromissioni dell’immagine corporea e del funzionamento intimo-sessuale

3) Risvolti interpersonali e sociali

4) Ripercussioni sul funzionamento cognitivo

5) Cancer related fatigue

6) Crescita post-traumatica

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

2010/11 31

IL DISTRESS EMOZIONALE

• Il termine distress indica “un’esperienza multifattoriale, emozionalmente spiacevole, di natura psicologica (cognitiva, comportamentale, emozionale), sociale e/o spirituale che può interferire con l’abilità di affrontare efficacemente il cancro, i suoi sintomi fisici e il suo trattamento” (NCCN, 2010)

• Può essere visualizzato come un continuum, le cui ancore sono: normali sensazioni di vulnerabilità, tristezza, paura; condizioni che, invece, possono diventare disabilitanti, quali ansia, depressione, panico, isolamento sociale, crisi esistenziale e spirituale

• Si connota soprattutto per stati ansiosi, depressivi e/o disturbi dell’adattamento

• La sua prevalenza e la sua persistenza suggeriscono di considerarlo il sesto parametro vitale in oncologia (Bultz e Carlson, 2006)

• Prevalenza:25-50%

• > nelle donne, nei soggetti più giovani, in chi non è coniugato, in chi è sottoposto a CT; non sostanziali differenze imputabili alla fase di malattia (fatta eccezione per quella avanzata)

• Influenza la qualità di vita, l’adesione terapeutica, i bisogni

• Se ne raccomanda lo screening sistematico

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2010/11 32

COMPROMISSIONI DELL’IMMAGINE CORPOREA

L’immagine corporea• E’ una componente del concetto di sé• Coinvolge la percezione e la valutazione del proprio corpo, come

esso appare e funziona. Implica, quindi, aspetti cognitivi ed emozionali, che influenzano il modo di porsi nell’ambiente circostante e il modo di proporsi nella relazione con l’altro

• Prescinde dall’effettiva visibilità dell’eventuale anomalia

In oncologia, spesso• Alopecia, edema, rush cutaneo, cicatrici, amputazioni, variazioni

di peso, disturbi funzionali, difficoltà (oggettiva o soggettiva) riconducibile all’impiego di protesi o presidi

• L’immagine corporea sembra correlare con le preoccupazioni, con le capacità di fronteggiamento, con l’adesione terapeutica

• In alcuni casi risente dell’infertilità indotta

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2010/11 33

COMPROMISSIONI DELLA SFERA INTIMO-RELAZIONALE

• La sfera intimo-sessuale racchiude tutti i comportamenti, gli atteggiamenti, le fantasie, i pensieri e i valori connessi alla sessualità e che, più di altri, veicolano vitalità e vita

• Il funzionamento sessuale non dipende solo da compromissioni organiche dell’apparato genitale, ma può risentire anche di una cattiva immagine corporea e di una non accettazione del proprio corpo o di una titubanza a proporsi al partner

• In oncologia, tali problematiche sono spesso relegate in secondo piano (rispetto, per es., alla sopravvivenza)

• Barriere anche da parte degli operatori nel trattare il tema

• Alcuni trattamenti oncologici inducono (temporaneamente o stabilmente) l’infertilità

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

2010/11 34

RISVOLTI INTERPERSONALI E SOCIALI

• Self-perceived burden: è il vissuto di frustrazione, dispiacere e sofferenza, conseguente all’essere dipendenti da un’altra persona (il caregiver); si basa sul peggioramento, effettivo o presunto, della salute mentale e fisica e della qualità di vita del caregiver, nonché sulle ripercussioni finanziarie a cui si pensa il caregiver sia soggetto

• Il supporto sociale erogato dal/dalla partner si associa a qualità di vita, mortalità (in generale) e mortalità cancro-correlata

• Variazioni nelle dinamiche e nei ruoli familiari (cancro come malattia della famiglia)

• Preoccupazioni connesse alla possibilità di trasmettere una suscettibilità alla malattia e possibili difficoltà relazionali con discendenti e partner nel caso di tumori eredo-familiari

• Nei contesti lavorativi: rischio di subire discriminazioni ed importanza di sostegno da parte di colleghi, superiori, personale sanitario aziendale

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2010/11 35

RIPERCUSSIONI SUL FUNZIONAMENTO COGNITIVO

Funzionamento cognitivo = Insieme delle capacità cerebrali (memoria, attenzione, funzioni esecutive, linguaggio, abilità strumentali..); riveste un ruolo fondamentale per il mantenimento dell’autonomia personale, sociale e lavorativa, ovvero per la QdV

• Possono essere indotte (temporaneamente o permanentemente) da chirurgia, CT, RT

• Chemobrain = chemo fog syndrome = Cambiamenti cognitivi persistenti post-chemioterapici nei lungoviventi oncologici, indipendenti da depressione, ansia o fatigue

• Disturbi cognitivi transitori possono dipendere anche dal tono dell’umore

• Poiché il cancro è soprattutto una malattia dell’anziano, va fatta diagnosi differenziale anche rispetto ai processi normali di invecchiamento

• Discrepanza tra dati oggettivi e report soggettivi

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

2010/11 36

LA CANCER RELATED FATIGUE (CRF)

• E’ il senso soggettivo, persistente e disturbante, di stanchezza o esaurimento, fisico, emozionale e/o cognitivo, connesso al cancro o ai trattamenti, che non è proporzionale alle attività svolte e interferisce con il funzionamento abituale (NCCN)

• Va differenziata dalla normale stanchezza, dalla sindrome della stanchezza cronica, da disturbi del tono dell’umore

• E’ pervasiva e sembra essere presente in tutte le fasi di malattia (lungovivenza inclusa)

• Interferisce con l’adesione terapeutica e con la QdV

• Prevalenza: 25-61%; 75% in caso di Ca avanzato

• Non sostanziali differenze imputabili alle principali variabili socio-demografiche e cliniche

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

2010/11 37

LA CRESCITA POST-TRAUMATICA (PTG)

• E’ l’esperienza soggettiva, da parte dell’individuo, di un cambiamento psicologico positivo, conseguente a un evento traumatico (Tedeschi e Calhoun)

• Si differenzia dalla resilienza (Carver), che si riferisce alla capacità dell’individuo di mantenere le proprie competenze anche in condizioni avverse

• Tre domini: immagine di sè, relazioni, filosofia di vita (= maggiore senso di autoefficacia e padroneggiamento delle situazioni problematiche, maggiore apprezzamento delle relazioni interpersonali e senso di altruismo ed empatia verso persone in difficoltà, riorganizzazione delle proprie priorità e valori e rinnovata spiritualità)

• Crescita reale (= acquisizione di nuove competenze e di atteggiamenti diversi) VS. Crescita illusoria (= ottenuta da un’elaborazione cognitiva peggiorativa del passato)

• In oncologia, sembra comparire già a pochi mesi dalla diagnosi; inoltre i principali moderatori della relazione tra PTG e adattamento sembrano essere rappresentati dal tempo trascorso dall’evento stressante, dall’età e dall’appartenenza etnica

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Psico-Oncologia Moduli 1-3 AA

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La Crescita Post-Traumatica nel Cancro e un Incoraggiamento per Volontari ed Operatori

Poi, la chemioterapia finisce, i controlli cominciano ad andare bene, i medici si mostrano ottimisti e così, un po’ alla volta, ritorno alla vita. E ci ritorno arricchita dentro, in grado di apprezzare quei momenti e quelle cose ai quali in precedenza non ho dato nessuna importanza: un raggio di sole che mi scalda il viso, la pioggia che batte sui vetri della finestra, una passeggiata in campagna, e tutte le altre piccole cose di cui prima ero a malapena cosciente. Ma c’è una cosa che più di tutte ho imparato ad apprezzare: il calore umano della gente, tanta, che mi è stata vicina in questo mio percorso. Se ho trovato la forza per combattere è perché un intero paese si è stretto attorno a me, mi ha incoraggiata e sostenuta, ha lottato al mio fianco, ha combattuto con me la mia battaglia. E’ a tutte queste persone, parenti, amici o semplici conoscenti, che devo la mia sopravvivenza.

(Elvira Casciaro, “Pianeta K”).