università degli studi di pavia facoltà di economia economia aziendale - primo modulo cap. 3 –...
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Università degli Studi di PaviaUniversità degli Studi di PaviaFacoltà di EconomiaFacoltà di Economia
Economia Aziendale - Primo modulo Economia Aziendale - Primo modulo
Cap. 3 – BUSINESSCap. 3 – BUSINESS
Titolari: A/K-MODULO Economia Aziendale – Prof. ssa Anna Moisello MODULO Contabilità – Prof. Chiara Demartini
Titolari: L/Z – MODULO Economia Aziendale – Prof.ssa Michela Pellicelli MODULO Contabilità – Prof. Stefano Santucci
Collaboratori: Dott. Luigi GuardamagnaDott.ssa Nicoletta Spagnolo
Tutor: Federico Desperati Federico Dellanoce
Anno Accademico 2013/2014Anno Accademico 2013/2014
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3.1 - Business3.1 - Business
Significato comune: attività tramite la quale si possono ottenere utili (o profitti)”
solitamente ideando, producendo e/o distribuendo un prodotto, non importa di quale specie e in quali volumi. Può essere:
Business B2B: riguardano produzioni intermedie, solitamente strumentali, per la produzione.
Business B2C: riguardano produzioni finali per il consumo. Significato più preciso:
investimento economico produttivo (paragrafo 1.9) nel quale viene “posto in rischio” un capitale, per produrre beni da destinare, direttamente o indirettamente, al soddisfacimento di qualche bisogno e di qualche aspirazione.
È sinonimo di capital investment.
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Ciclo di vita di un businessCiclo di vita di un business
Il business nasce a seguito di una business idea.
Ogni business ha una durata economicamente utile, denominata vita economica del business.
A meno che il business non riguardi una commodity, la vita economica del business può essere rappresentata con un modello che espone la dinamica temporale dei costi, dei ricavi e dei risultati economici della produzione ed è denominato ciclo di vita del prodotto o product lifecycle con 4 fasi: Fase di introduzione del prodotto (introduction), Fase di crescita o espansione (growth), Fase di maturità (maturity), Fase di declino (decline).
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Fig. 3.1 – Fig. 3.1 – Il modello del ciclo di vitaIl modello del ciclo di vitaan
ni
cost
i
rica
vi
pro
fitt
i
cost
i cu
mu
lati
rica
vi c
um
ula
ti
pro
fitt
i cu
mu
lati
1 100 0 -100 100 - 100- 2 100 50 -50 200 50 150- 3 200 150 -50 400 200 200- 4 300 250 -50 700 450 250- 5 400 500 100 1.100 950 150- 6 500 600 100 1.600 1.550 50- 7 500 650 150 2.100 2.200 100 8 500 700 200 2.600 2.900 300 9 600 750 150 3.200 3.650 450
10 600 800 200 3.800 4.450 650 11 600 800 200 4.400 5.250 850 12 600 800 200 5.000 6.050 1.050 13 600 800 200 5.600 6.850 1.250 14 500 650 150 6.100 7.500 1.400 15 400 550 150 6.500 8.050 1.550 16 300 350 50 6.800 8.400 1.600 17 300 300 0 7.100 8.700 1.600 18 200 100 -100 7.300 8.800 1.500 19 100 100 0 7.400 8.900 1.500 20 100 50 -50 7.500 8.950 1.450 21 50 50 0 7.550 9.000 1.450
7550 9000 1450
-2.000
-
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
costi cumulati ricavi cumulati profitto cumulato
-200
-100
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
costi ammui ricavi annui profitto annuo
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3.2 – L’economicità del business3.2 – L’economicità del businessLa BEALa BEA
Per l’Economia Aziendale, il business rappresenta una delle più rilevanti unità osservative nelle aziende di produzione in quanto compendia in sé, contemporaneamente, le attività di produzione e di investimento, dalle quali dipendono l’attività di consumo e di risparmio della ricchezza.
È importante per l’Economia Aziendale, studiare la dinamica economica del business per valutarne le condizioni di economicità.
Ad un modello operativo ideale, particolarmente significativo ed utile, si perviene con la logica della Break-Even Analysis (BEA) che costituisce una semplice, quanto potente, forma di calcolo economico del business.
6
La logica delle BEALa logica delle BEA
Una particolarità della BEA è che tratta i costi, i ricavi non in funzione agli anni di vita del business ma in funzione dei volumi crescenti di produzione del processo produttivo, determinando il risultato operativo per ciascun volume di produzione.
La BEA considera il business – o l’investimento – come un trasformatore economico che produce un risultato operativo –RO(QP) – che non si riferisce ad un solo volume di produzione previsto ma al volume – QP, inteso come variabile – progressivamente ottenibile fino al termine del business.
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La funzione del risultato operativoLa funzione del risultato operativo
La BEA specifica la funzione di risultato economico – RO(QP) – come differenza tra altre due funzioni: la funzione di costo CP = f(QP) la funzione di ricavo RP = g(QP) rispetto alla variabile QP.
Pertanto: RO(QP) = RP – CP [1]
Non è necessario scrivere il pedice “m” alle variabili che indicano la produzione poiché la BEA considera sempre una sola produzione.
Il caso di due o più produzioni contemporanee, soprattutto in presenza di vincoli di capacità, richiede una BEA evoluta non trattata in questo primo testo (rinvio a Economia Aziendale Base).
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La BEA in forma lineareLa BEA in forma lineare
Ipotesi fondamentale della BEA è che le funzioni di costo, di ricavo e di risultato operativo siano lineari rispetto alla variabile indipendente QP. In particolare:
la funzione di ricavo viene posta pari a:
RP = pP QP [4]
la funzione di costo (si veda la [13] del Capitolo 2, o anche la figura 2.6) viene posta pari a:
CP = cP QP= (NI pI) + [(cM+cS+cL) QP] [3]
la funzione del risultato operativo risulta:
RO(QP) = RP - CP
RO(QP) = (pP QP) – [(cM+cS+cL) QP] – (NI pI) [5]
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La BEA in forma compattaLa BEA in forma compatta
Possiamo semplificare il modello, e renderlo ideale, ponendo in:
RO(QP) = (pP QP) – [(cM+cS+cL) QP] – (NI pI) [5]
costi fissi (non dipendono da QP) (NI pI) = CoF [8] costi variabili nel totale [(cM+cS+cL) QP] = CoV
costo variabile unitario (cM+cS+cL) = cv [7]
Otteniamo:
RO(QP) = RP – CP = RP – CV – CF = (pP QP) – [cv QP] – CoF Semplifichiamo ancora:
RO(QP) = [(pP – cv ) QP] – CoF [9] Infine:
RO(QP) = [mc QP] – CoF, [10]
con mc = pP - cv = margine unitario di contribuzione.
10
Funzione economica fondamentale del Funzione economica fondamentale del businessbusiness
La:RO(QP) = (pP QP) – [(cM+cS+cL) QP] – (NI pI) [5]
o, meglio, la:RO(QP) = [(pP – cv ) QP] – CoF [9]
o, meglio ancora, la:RO(QP) = [mc QP] – CoF, [10]
rappresenta la funzione economica fondamentale del business.
Occorre impararla bene e memorizzarla.
Da essa deriva la seguente legge generale del business - Tutti i business richiedono sempre un processo produttivo strutturato con un mix di costi fissi e di costi variabili.
11
L’equazione fondamentale della BEA L’equazione fondamentale della BEA
Dalla funzione economica fondamentale:
RO(QP) = [mc QP] – CoF, [10]
deriviamo l’equazione fondamentale della BEA che consente di calcolare la quantità obiettivo Q* che consente di coprire tutti i costi fissi e di ottenere un risultato operativo obiettivo RO*:
[11]
deriviamo anche la quantità di equilibrio QE che rappresenta la quantità minima da produrre per pareggiare i costi di produzione con i ricavi:
[12]
mc
CoF*RO
cvpP
CoF*ROQ*
mc
CoF
cvpP
CoFQE
Esercizi in
aula
12
3.3 – Il calcolo del BEP3.3 – Il calcolo del BEP
Da
[12]
si ricava il break-even-point (BEP), cioè il punto di intersezione della curva dei ricavi e dei costi complessivi, di coordinate:
BEP = (QE, RP(QE)).
mc
CoF
cvpP
CoFQE
Esercizi in aula
13
Tre ipotesi fondamentali della BEATre ipotesi fondamentali della BEA
Prima ipotesi: i parametri di costo variabile e di prezzo, quindi il mc, si suppone costante per ogni valore di QP. Ciò significa che la BEA è un modello perfetto che suppone
l’uso di dati unitari medi per ogni valore di QP.
Seconda ipotesi: QP ha un ambito di variazione ammissibile da QP=0 fino a QP=capacità produttiva massima corrispondente ai CoF.
Terza ipotesi: nella BEA le quantità prodotte corrispondono alle quantità vendute. Ciò significa che nel modello perfetto della BEA non vi sono
asincronie tra produzioni e vendite (ipotesi peraltro facilmente allentabile).
14
cFM,S,L
Q* < QE
CoF
CP = CoV + CoF
Q
CostiRicaviRisultato
RP
QE Q* > QE
CoVBEP
CostiRicavi
d’equilibrio
RO(Q*)
>0
<0
Fig. 3.5 - Modello grafico della BEA Fig. 3.5 - Modello grafico della BEA
QMAX
Esercizi in aula
QE
15
Fig. 3.3 – Modello di calcolo della BEA Fig. 3.3 – Modello di calcolo della BEA prototipo per calcoli a manoprototipo per calcoli a mano
COSTI VARIABILI per fattori a contantore M, S, LSpecie qF pF cvF
Materia A 2,0 2,0 4,0Materia B 3,0 1,0 3,0Lavoro diretto 1,0 25,0 25,0Servizi diretti 1,0 5,0 5,0Altri costi variabili 1,0 4,0 4,0Canone leasing 1,0 10,0 10,0(Macchina ZZ) 0,0
0,00,0
Coefficiente di costo variabile = cv 51,00 Costi variabili complessivi = cv QP 2.550.000,00
COSTI FISSI per fattori di capacità ISpecie NI pI CI
Macchinari XX 2,0 200.000,0 400.000,0Macchinari YY 3,0 100.000,0 300.000,0Macchinari ZZ 1,0 100.000,0 100.000,0Fitti e hoverhead 1,0 69.000,0 69.000,0Interessi mutuo 1,0 5.000,0 5.000,0
0,00,0
Costi fissi complessivi = CoF 874.000,0
CP(Q) = COSTO DI PRODUZIONE 3.424.000,0cP = costo unitario medio 68,5
PREZZO DI VENDITA = Pp 70,0Ricavi complessivi = pP QP 3.500.000,0Margine unitario di contribuzione = mc 19,0Margine complessivo = mc QP 950.000,0
QUANTITA' DI EQUILIBRIO 46.000,0
RISULTATO OPERATIVO = RO* 76.000,0
QUANTITA' OBIETTIVO = QP* 50.000,0Margine di sicurezza 8%
16
Fig. 3.2 – Modello di calcolo in forma di Fig. 3.2 – Modello di calcolo in forma di Conto economicoConto economico
QP=Volumi di produzione 5.000 BEP=Break Even Point 4.000
qI=fabbisogni servizi impianti 10 QI=fabbisogni totali impianti 50.000 KI=capacità produttiva 100.000 NI=Numero Impianti 1 pI=prezzo medio per impianto 200.000 CI=Costi Fissi 200.000
qM=Fabbisogno unitario Mat. 5,00pM=prezzo medio Mat. 10,00cM=Costo unitario Mat. 50,00qS=Fabbisogno unitario Serv. 5,00pS=prezzo medio Serv. 10,00cS=Costo unitario Serv. 50,00qL=Fabbisogno unitario Lavoro 5,00pL=prezzo medio Lavoro 10,00cL=Costo unitario Lavoro 50,00cM+cS+Cl=Costi variab.unitari 150,00 pP=prezzo unitario medio 200,00mc=pP-(cM+cS+cL) 50,00Costi variabili complessivi 750.000 CP(QP)=Costi di produzione 950.000 RP(QP)=Ricavi di produzione 1.000.000 cP=costo unitario medio 190,00 RP*=ricavi di equilibrio 800.000 RO(QP)=Risultato Operativo 50.000 MS%=margine di sicurezza 20,0%
Conto Economico della BEA
17
CoF
CP = CoV + CoF
Q
CostiRicaviRisultato
RP
QE
CoVBEP
CostiRicavi
d’equilibrio
3.6 - BEA e business multiperiodali3.6 - BEA e business multiperiodali
QE(T1)
BEP(T1)
qCI (T1)
QE(T2)
BEP(T2)
qCI (T2)
La suddivisione per periodisi può attuare qualunque sia ilvolume Q prodotto in ciascuno.
Le quote di costi fissi copertiIn ogni periodo si definiscono
QUOTE DI AMMORTAMENTO.
18
Fig. 3.8 - Fig. 3.8 - – La BEA nel quadro di controllo – La BEA nel quadro di controllo del business capitalisticodel business capitalistico
100,0 1,0 500.000 [= qM pM QP]
QM 500000,0
5,0 2,0 50.000 [= qS pS QP]
QS 25000,0
5000 200,0
5,0 4,0 100.000 [= qL pL QP]
QL 25000,0
cov = 130,0
5,0 50.000 250.000 [= qI pI = fisso] COF = 250.000
KP = 1000 70,0
%ammort 100% 900.000 RO = 100000
180 BEP = 3571,4
RO* = 500,01.000.000 QP* = 3578,6
250.000,0 Cash in Cash out 100.000 40,00%
1.250.000 991.500
Cash Flow = 258.500
DER = 1,50 roe = roi + ( spread DER ) (1-t) spread = 30,00%
cir = 3,6 42,50% 40,00% 30,00% 1,50 0,5
roc = 11,1% roi = cir x roc40,00% 3,6 11,1% 40,00%
i% = 10,00%
150.000 15.000 10,00%
D E B T PTP = 85.000
T = 42.500 % t = 50,0%
100.000 42.500 42,50%
E Q U I T Y Div = 34.000 d = 80%
mc = Pp-cov =
FORNITORI
CLIENTI
QP = pP =
qM =
qS =
qL =
QI =
pM =
pS =
pL =
pI =
CM =
CS =
CL =
CI =
CP =cP =
TRASFORMAZI ONEProduttiva/ Economica
RP =
TESORERI A - CASSA
INV. FINANZIARIO
a titolo di DEBIT
INV. FINANZIARIO
a titolo di EQUITY
CI =
D =
E =
RO =
I =
R =
roi =
rod =
roe =
Esercizi in aula
19
3.4 – Il capitale investito 3.4 – Il capitale investito ed il capitale reperitoed il capitale reperito
Il business rappresenta un investimento produttivo che richiede un capitale investito, CI.
L’entità di CI è pari ai costi fissi cui si aggiunge una quota di costi variabili che si sostengono prima di conseguire i primi ricavi che, come sappiamo, devono reintegrare sempre i costi variabili. Possiamo porre:
CI = CoF +(h% CoV) [17]o, anche, più speditamente:
CI = CoF (1+k) [18]
Sappiamo, dalla legge generale dell’investimento, che ogni investimento produttivo richiede investimenti finanziari, a titolo di Debt e a titolo di Equity: D ed E. Possiamo porre:
CI = D + E [19] Capitale produttivo = Capitale finanziario Capitale investito = Capitale reperitoCapitale investito dal business = Capitale investito nel business
20
Fig. 3.8 - Fig. 3.8 - – I capitali nel quadro di – I capitali nel quadro di controllo del business capitalisticocontrollo del business capitalistico
100,0 1,0 500.000 [= qM pM QP]
QM 500000,0
5,0 2,0 50.000 [= qS pS QP]
QS 25000,0
5000 200,0
5,0 4,0 100.000 [= qL pL QP]
QL 25000,0
cov = 130,0
5,0 50.000 250.000 [= qI pI = fisso] COF = 250.000
KP = 1000 70,0
%ammort 100% 900.000 RO = 100000
180 BEP = 3571,4
RO* = 500,01.000.000 QP* = 3578,6
250.000,0 Cash in Cash out 100.000 40,00%
1.250.000 991.500
Cash Flow = 258.500
DER = 1,50 roe = roi + ( spread DER ) (1-t) spread = 30,00%
cir = 3,6 42,50% 40,00% 30,00% 1,50 0,5
roc = 11,1% roi = cir x roc40,00% 3,6 11,1% 40,00%
i% = 10,00%
150.000 15.000 10,00%
D E B T PTP = 85.000
T = 42.500 % t = 50,0%
100.000 42.500 42,50%
E Q U I T Y Div = 34.000 d = 80%
mc = Pp-cov =
FORNITORI
CLIENTI
QP = pP =
qM =
qS =
qL =
QI =
pM =
pS =
pL =
pI =
CM =
CS =
CL =
CI =
CP =cP =
TRASFORMAZI ONEProduttiva/ Economica
RP =
TESORERI A - CASSA
INV. FINANZIARIO
a titolo di DEBIT
INV. FINANZIARIO
a titolo di EQUITY
CI =
D =
E =
RO =
I =
R =
roi =
rod =
roe =
Esercizi in aula
21
Ogni business, osservato nella sua forma completa di Fig. 3.8, è un capital investment, in quanto unisce in sé:
un investimento produttivo per dare vita al business due investimenti finanziari per ottenere i capitali come
Equity e come Debt.
La performance finanziaria complessiva si percepisce con i tre indicatori di rendimento:
1. ROI = RO/CI rendimento del business [21]
1. ROE= R/E rendimento dell’Equity [26]
1. ROD= I/D rendimento del Debt [25]
La performance finanziaria del capital La performance finanziaria del capital investmentinvestment
22
Legge generale dei rendimenti o relazione finanziaria fondamentale o di Modigliani-Miller): il ROE è funzione di ROI e di ROD secondo il modello perfetto:
ROE = [ROI + (SPREAD DER)] (1-tax) [27]
essendo:
SPREAD = [ROI – ROD], DER = [D/E] (Debit Equity Ratio)
o leva finanziaria
tax l’aliquota media di imposta (supposta costante).
G u a r d i a m o c i a t t o r n o!!!!
Legge generale dei rendimentiLegge generale dei rendimenti
23
Scriviamo la precedente :ROE = [ROI + SPREAD DER] (1-tax) nella forma equivalente, trascurando le imposte:
DROE - ROI = [(ROI – ROD) ––]
E
Osserviamo che se il business è in grado di ottenere un ROI maggiore del rendimento spettante al capitalista-finanziatore (ROD), allora il capitalista-imprenditore realizza un ROE maggiore del ROI, in quanto il ROE è spinto in alto dalla leva finanziaria con un fattore moltiplicativo pari al DER.
Fig. 3.7 – Effetto di financial leverageFig. 3.7 – Effetto di financial leverage
(ROI – ROD)
ROE - ROI ED
24
E&C 3.6 - Effetto di financial leverageE&C 3.6 - Effetto di financial leverage
Valori Business A Business B Business C
D 500 1.000 1.500
E 1.500 1.000 500
CI = D+E 2.000 2.000 2.000
DER = D/E 1/3 1 3
RO = 15% CI 300 300 300
I = 10% D 50 100 150
R = RO – I 250 200 150
ROE = R/E 16,7% 20% 30%
25
Il soggetto che avendo una business idea, conferisce l’Equity accetta il rischio assoluto per dare vita e gestire un business si definisce imprenditore capitalista.
Il soggetto che conferisce capitale a titolo di Debt ed accetta solo un rischio relativo, si denomina solitamente finanziatore dell’investimento.
I processi di trasformazione economica e di controllo del rischio sono gestiti da un terzo soggetto (o gruppo), che sviluppa il management dell’investimento.
3.5 – Il controllo dell’investimento3.5 – Il controllo dell’investimento
26
Solitamente il management conosce il business meglio dell’investitore.
L’investitore assume le decisioni di investimento sulla base di uno stock più limitato di informazioni.
Per il principio di razionalità, quando è possibile, l’investitore cerca di gestire direttamente il suo investimento.
Asimmetria informativaAsimmetria informativa
IMPRENDITORE CAPITALISTA MANAGEMENT
ha la proprietà del capitale investito Amministra direttamente CI
sopporta il rischio gestisce il rischio
ottiene RN = RO - IP attua il business e ottiene RO
27
Quando imprenditore e management sono disgiunti, l’investimento dà vita ad una gestione manageriale del business.
Il management del businessIl management del business
IMPRENDITORE CAPITALISTA MANAGEMENT
ha la proprietà del capitale investito gestisce CI per conto dell’imprenditore
dà mandato di gestire CI ha la responsabilità di amministrare CI
sopporta il rischio gestisce il rischio
Ha diritto ad un rendiconto dei risultati ha l’obbligo di rendere conto al
capitalista
ottiene RN = RO - IP attua il business e ottiene RO
28
Caso particolareCaso particolare
Al capital investment si affianca, come caso particolare, l’investimento di puro lavoro (labour investment) che si presenta quando: non si fa ricorso a capitale a titolo di equity; il business è finanziato solo da capitali conferiti a titolo di
debt.
Possiamo denominarlo anche investimento manageriale puro.
32
Calcolo economico del business e Calcolo economico del business e equazioni di macro controlloequazioni di macro controllo
Il calcolo economico del capital investment si attua con un semplice strumento denominato quadro di controllo (tableu de bord, cruscotto, ecc.) nel quale sono esposti e calcolati ordinatamente i valori delle equazioni fondamentali che rappresentano un modello ideale e perfetto di ogni business.
1. CoFQPcv-pP RO
2. E
DRODROIROIROE
3. CI = D + E [30] 4. RO = I + R 5. ROI=RO/CI, ROD=I/D, ROE=R/E.
33
Si possono utilizzare le equazioni della BEA anche per analisi di convenienza economica comparata.
Per esempio: dati due business con diverse strutture di costo e/o o di
prezzo, quale risulta dotato di maggiore economicità; come varia l’economicità al variare del prezzo e/o della
struttura dei costi e/o dei volumi di vendita; ecc.
Svolgere gli esercizi in aula!
Il calcolo economico Il calcolo economico Esercizi in aula
34
Fig. 3.8 - Fig. 3.8 - Modello di simulazione per il Modello di simulazione per il quadro di controllo del businessquadro di controllo del business
100,0 1,0 500.000 [= qM pM QP]
QM 500000,0
5,0 2,0 50.000 [= qS pS QP]
QS 25000,0
5000 200,0
5,0 4,0 100.000 [= qL pL QP]
QL 25000,0
cov = 130,0
5,0 50.000 250.000 [= qI pI = fisso] COF = 250.000
KP = 1000 70,0
%ammort 100% 900.000 RO = 100000
180 BEP = 3571,4
RO* = 500,01.000.000 QP* = 3578,6
250.000,0 Cash in Cash out 100.000 40,00%
1.250.000 991.500
Cash Flow = 258.500
DER = 1,50 roe = roi + ( spread DER ) (1-t) spread = 30,00%
cir = 3,6 42,50% 40,00% 30,00% 1,50 0,5
roc = 11,1% roi = cir x roc40,00% 3,6 11,1% 40,00%
i% = 10,00%
150.000 15.000 10,00%
D E B T PTP = 85.000
T = 42.500 % t = 50,0%
100.000 42.500 42,50%
E Q U I T Y Div = 34.000 d = 80%
mc = Pp-cov =
FORNITORI
CLIENTI
QP = pP =
qM =
qS =
qL =
QI =
pM =
pS =
pL =
pI =
CM =
CS =
CL =
CI =
CP =cP =
TRASFORMAZI ONEProduttiva/ Economica
RP =
TESORERI A - CASSA
INV. FINANZIARIO
a titolo di DEBIT
INV. FINANZIARIO
a titolo di EQUITY
CI =
D =
E =
RO =
I =
R =
roi =
rod =
roe =
Esercizi in aula
Economia Aziendale – Istituzioni 35
Fig. 3.9 – Quadro di controllo verticaleFig. 3.9 – Quadro di controllo verticalePARAMETRI FONDAMENTALI Dati Calcoli
R = risultato netto 6.000
I = interessi pagati 675
RO = risultato operativo = R + I 6675
E = equity 10.000
D = debt 1.500
CI = capitale investito = E + D 11.500
ROE = ROI + (SPERAD DER) 60%
ROD 45%
ROI 58%
DER = D/E = debt equity ratio o leva finanziaria 0,15
SPREAD = ROI – ROD = o differenziale di rendimento 13%
ROS = RO/RP = return on sales = ricarico sulle vendite
ROC = RP/CP = return on cost = ricarico sul costo 20%
CIR = CP/CI = cost investment ratio o rotazione del CI
QP = volumi di vendita ? 1670
pP = prezzo unitario medio ? 24
RP = pP QP =ricavi di vendita
cv = costo variabile unitario 14=8+6
mc = pP – cv = margine di contribuzione 10
CoF = costi fissi complessivi 10.000
CoV = cv costi variabili complessivi
MC = mc QP = margine di contribuzione complessivo
CP = cv QP + CoF = costo di produzione complessivo
k% = maggiorazione CoF per ottenere CI 15%
RO = RP – CP = MC – CoF = risultato operativo
cP = cum = CP/QP = costo unitario medio
BEP = CoF/mc = break-even-point o punto di pareggio
MS = (QP - QPE)/QP = margine di sicurezza
Esercizi in aula
36
Si definisce pluriciclico il business la cui trasformazione economica – acquisti, produzione e vendita – venga attuata più volte consecutivamente.
Nell’investimento è pluriciclico, l’approvvigionamento dei fattori e la vendita delle produzioni avviene in N cicli consecutivi.
Supponiamo che si possano attuare N cicli uguali, tali che, per 1 n N:
ROn = RPn – CPn
Ovviamente:
RO(T) = n ROn = N [RPn – CPn]
3.6 - L’investimento pluriciclico3.6 - L’investimento pluriciclico
37
Il capitale investito necessario per l’intero investimento risulta essere pari all’ammontare dei costi da sostenere in uno dei cicli:
CI(t0) CPn
Risulta allora immediatamente che:
CIR = N CP(t) / CI(t0) = N [31]
Il CIR(Cost Investment Ratio) rappresenta non solo il numero di cicli ma anche la rotazione del capitale nell’intero investimento.
Il Cost Investment RatioIl Cost Investment Ratio
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La rotazione consente di ridurre il fabbisogno di CI(t0).
E’ sufficiente aumentare la rotazione del capitale investito, CIR, mantenendo, per ciascun ciclo, lo stesso ricarico sul costo, ROC .
Il CIR è la leva che fa innalzare il ROI a parità di efficienza economica (prezzi) e produttiva (costi), quindi di ROC:
ROI(T) = RO / CI(t0) = ROC • CIR =
= [RO/CP] [CP/CI(t0)] [32]
La relazione fondamentale tra La relazione fondamentale tra ROI e CIRROI e CIR
39
3.7 – Dal business agli esercizi economici 3.7 – Dal business agli esercizi economici [cenno][cenno]
Il quadro di controllo del business ha carattere cumulativo e atemporale. Riguarda l’intero business.
Si può dimostrare che, se il business è scomposto in N sottoperiodi di uguale ampiezza, in ciascuno di essi si sviluppa un segmento di business che produce valori, riferiti al sottoperiodo
I costi ed i ricavi di ogni sottoperiodo formano un ESERCIZIO ECONOMICO e consentono di calcolare RISULTATI ANNUI particolari per ciascun sottoperiodo.
L’ipotesi di sincronia tra produzione e vendite – così come quella tra acquisti e consumi delle materie – deve essere abbandonata.
In caso di asimmetria si formano rimanenze di materie e di prodotti finiti che devono avere un particolare trattamento per calcolare correttamente il risultato operativo ed il risultato netto.
40
Fine capitolo 3
FineFine