unita 18062010

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Foto di Stefano Renna/AGNFOTO Paesi poveri Zero assoluto dai parlamentari del Pdl LA NUTELLA NON SI SCORDA MAI Sindaci in piazza Ricevuti dal Capo dello Stato da cui hanno avuto solidarietà p ALLE PAGINE 12-13 ActionAid I risultati di un monitoraggio sulle attività p ALLE PAGINE 26-27 Manovra Mercoledì la rivolta dei comuni p ALLE PAGINE 30-31 p ALLE PAGINE 4-8 chiama gratis 800-070762 www.linear.it RC Auto? NERO SU BIANCO Intervista a Paolo Rabitti La denuncia: «Hanno nascosto con l’esercito quello che non possono smaltire» Francesco Piccolo Napoli e Palermo: allarme rifiuti Strade sommerse dall’immondizia discariche al collasso, emergenza ambiente: ma non era tutto risolto? OGGI CON NOI... Carlo Lucarelli, Ilaria Cucchi, Luigi Manconi, Joyce Carol Oates, Massimo Cialente Se davvero i boss della mafia sono pronti a far saltare tappi di champagne per l’approvazione di questa legge burletta sulle intercettazioni, a soffrirne non saranno soltanto giornalisti e pubblici ministeri. Wall Street Journal, 16 giugno Napoli 17 giugno 2010 1,20Giugno 2010 Venerdì 18 www.unita.it Anno 87 n. 166

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Page 1: Unita 18062010

Foto di Stefano Renna/AGNFOTO

Paesi poveriZero assolutodai parlamentaridel Pdl

LANUTELLANON

SI SCORDAMAI

Sindaci in piazza Ricevutidal Capo dello Stato da cuihanno avuto solidarietàp ALLE PAGINE 12-13

ActionAid I risultati di unmonitoraggio sulle attivitàp ALLE PAGINE 26-27

ManovraMercoledìla rivoltadei comuni

p ALLE PAGINE 30-31

pALLE PAGINE 4-8

chiama gratis

800-070762

www.linear.it

RC Auto?

NERO SUBIANCO

IntervistaaPaoloRabittiLadenuncia: «Hannonascosto

con l’esercitoquellochenonpossonosmaltire»

Francesco Piccolo

Napoli e Palermo: allarme rifiutiStradesommersedall’immondiziadiscaricheal collasso, emergenzaambiente:manon era tutto risolto?

OGGICONNOI...Carlo Lucarelli, Ilaria Cucchi, Luigi Manconi, Joyce Carol Oates, Massimo Cialente

Se davvero i boss dellamafia sono pronti a far saltare tappi di champagne perl’approvazione di questa legge burletta sulle intercettazioni, a soffrirne non sarannosoltanto giornalisti e pubblici ministeri. Wall Street Journal, 16 giugno

Napoli 17 giugno 2010

“1,20€ Giugno 2010

Venerdì 18 www.unita.itAnno 87 n. 166

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PAG. 10 POLITICA

Brancher allo Sviluppo economico

PAG. 42-43 SPORT

Marchetti, saracinesca Italia

Il sindaco dell’Aquila: ci hanno abbandonato

Si è svelato il “grande” miracolo di Berlusco-ni e company. L’emergenza rifiuti in Campa-nia era solo sommersa. Scomparsa mediati-camente. Ma che si continuava a respirare.A Napoli come in periferia. Nella terra deifuochi del giuglianese come nelle terre digomorra nel casertano. Un film già visto. Emai terminato. Con un unico protagonista:la “monnezza” come si dice a Napoli. Mon-nezza nuova che si accumula su monnezzavecchia.. Ma i nodi cruciali sono rimastiirrisolti. Si continua a “produrre” rifiuti con lostesso ritmo di prima. La differenziata sten-ta a decollare. Non si raggiunge il 20% dipercentuale. La qualità della raccolta è peg-giorata. Con i comuni che barano sui dati.Mancano i siti di “compostaggio” funzionan-ti. Una telenovela infinita, frutto di indecisio-ne, incapacità e malapolitica. Impianti dicompostaggio necessari, anzi imprescindibi-li, dalla mancanza dei quali, ennesimo para-dosso, i più penalizzati sono i comuni virtuo-si, costretti a portare a centinaia di chilome-tri il proprio organico, a costi insostenibili. Adistanza di oltre un anno dall’inaugurazionedell'inceneritore di Acerra, in pompa magnadel premier l'impianto funziona a scappa-mento ridotto con numerosi sforamenti diPm10. Rimangono ancora da smaltire glioltre 6 milioni di ecoballe accumulate neglianni, dopo che le loro immagini hannosbigottito il mondo intero. A oggi, nessuno

sa bene cosa farne; nel frattempo, sonodiventate veri “monumenti” all'inefficienza,oltre a causare un vero e proprio disastroambientale.. Anche la cosiddetta provincia-lizzazione della gestione del ciclo rifiuti -cioè ciascuna delle cinque province dellaregione dovrebbe essere autonoma e auto-sufficiente - in pratica non è mai stata avvia-ta. E alla fine il miracolo di Berlusconi si èridotto nell’apertura di tanti buchi nel ven-tre del territorio campano. Niente program-mazione. Solo la politica del rattoppo. Edecco che le discariche fanno ancora la partedel leone, a discapito dei territori, moltospesso di eccellenza, e di comunità sofferen-ti. Sono sei funzionati. Altre tre chiuse. Giàesaurite. Ultimo capitolo, non meno impor-tante, quello delle bonifiche. Previste daanni e mai realizzate, mentre si sono apertediverse inchieste giudiziarie. È difficile quan-tificare il numero di discariche abusive, disiti oggetto di abbandono incontrollato dirifiuti di ogni genere. Saranno centinaia,migliaia, sparse su tutte il territorio regiona-le, nessuna provincia esclusa. L’unico datoufficiale arriva dall'Arpac che parla di 5.281siti potenzialmente inquinati. In totale, sol-tanto per 13 siti si sono concluse le procedu-re con certificazione di avvenuta bonifica.. Enon stiamo neanche parlando delle discari-che storiche dell'ecomafia, quelle citate agliinizi degli anni Novanta nei primi RapportiEcomafia di Legambiente (le stesse di cuiha parlato negli scorsi anni il collaboratoredi giustizia Gaetano Vassallo). E il risultatofinale nella “Campania delle balle” è sotto gliocchi di tutti. Un territorio massacrato doverifiuti, ecoballe e veleni sono i veri padroni,insieme a politici per tanti anni spesso as-senti, con industriali conniventi, camorristi ecolletti bianchi. Personaggi di un film chedura da sedici anni. E dove è ancora lonta-no la parola “fine”.

PEPPERUGGIERO

PAG. 20-21 ITALIA

Oggi nel giornale

Argentina già promossa agli ottavi

PAG. 11 POLITICA

G8 di Genova, in appellocondannato De Gennaro

Cucchi, chiesto il processoper tredici persone

PropostaMerkel: oravengano tassate le banche

Intercettazioni, il Pdl ancora diviso

GiornalistaCoautore di “Biutiful cauntri”

Diario

PAG. 28-29 ECONOMIA

PAG. 41 SPORT

www.unita.it

L’editoriale

Ecoballee balle

PAG. 22-23 ITALIA

PAG. 9 ITALIA

2VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 3: Unita 18062010

Staino

Duemiladieci battute

Par condicio

Buonanno

Propaganda Fide nonvende sognima solide realtà...

Chiama ancora gli immigrati “marocchini”, co-me nella Torino degli anni ’50. Se un detenutosi suicida approva incondizionatamente: “haposto fine alla sua vita scriteriata”. Il suo riferi-mento teorico è “la nostra gente che va al bar”.Ha disseminato la cittadIna che governa di sa-gome di cartone che ritraggono il Ministro Ma-roni(a che pro?). Du-ro e puro propone di“buttare fuori per sem-pre” i disonesti. Lui pe-rò cumula tre incari-chi: deputato, sindacodi un paese e vicesin-daco di un altro. Il suoaspetto rispecchia l’intima soddisfazione delpopulista realizzato: un volto nella folla. Se-gni particolari: zero. Espressioni due: il con-tento e l’incazzato. Non conosce il dubbio né ilpensiero. Si inebria delle suE dichiarazioni esi sente un eroe: “i mafiosi mi faranno la pel-le”. Tranquillo, Buonanno Gianluca: i mafiosipreferiscono Roberto Saviano. Il fascino di-screto della letteratura?❖

Il Governo non ammette al programmadi protezione Gaspare Spatuzza, il penti-to che accusa Berlusconi e Dell'Utri. I

suoi familiari, esposti alle lupare della Ma-fia, non avranno la scorta. Come si sposte-ranno? Il governo gli darà una limousine:una Lincoln quattro porte decapottabile del1961. Spatuzza, dicono, si è pentito fuoritempo massimo. Se ti ravvedi dopo più di15 anni non puoi pretendere di essere credi-bile. Al massimo, puoi fare il Presidente del-la Camera. Fini è così deciso a prendere ledistanze dalla legge bavaglio votata grazieai suoi parlamentari che ha già prenotatol'albergo a Fiuggi. A Gennaio del 2030. Nelfrattempo, Berlusconi spiega che la legge è

necessaria perché gli intercettati - 30mila se-condo i tecnici delle procure - sono in realtà7 milioni e mezzo. Deve averli fatti contarea Tremonti. È una cifra così palesementesparata a caso che ha fatto impennare WallStreet. Quella di Berlusconi è una corsa con-tro il tempo. La sua popolarità è ai minimiperché tra gli estimatori di un tempo aumen-ta la percentuale di chi «Non sa-non rispon-de». Per esempio: Scajola, Bertolaso, Matte-oli e Verdini. Sa e risponde soltanto Lunar-di, e spiega che da ministro ha fatto e ricevu-to favori da Anemone. Ma che razza di dife-sa è? Deve avere gli stessi avvocati di SarahFerguson. Lunardi, del resto, diceva ancheche bisogna imparare a convivere con la Ma-

fia. Aspetto solo che dica che è legittimo ru-bare un'auto e investire il proprietario peravere conferma dei miei sospetti: ha scam-biato la Costituzione con il regolamento diGrand Theft Auto. Quello che gli altri mem-bri del Governo non sanno o non dicono losi apprende dalle indagini: gli intrecci tragli affari della cricca le proprietà immobilia-ri del Vaticano, fino alla casa di via Giuliaofferta a Bertolaso. Ora il Papa chiede piùcontrolli sulle case di Propaganda Fide. Si èinsospettito quando ha visto che la targa«Propaganda Fide dirige l'opera di evange-lizzazione dei popoli» è stata sostituita conquella «Propaganda Fide non vende sogni,ma solide realtà». ❖

PARLANDODI...Scuola

Francesca Fornario

Lidia Ravera

Belen Rodriguez è la compagna di studi scelta per la «notteprima degli esami» di maturità. Lo rivela un sondaggio lanciatonei giorni scorsi da studenti.it.

Buonanno

PIÙ DI UN MILIONE E MEZZO LAVORA NEI SERVIZI, UNMILIONE NELL’INDUSTRIA, 230.000 NELLA PESCA ENELL’AGRICOLTURA E 220.000 NEL COMMERCIO. GLIIMMIGRATI SONO UNA RISORSA PER IL SISTEMAECONOMICO ITALIANO E, PER QUESTO, DA PIÙ DICINQUANT’ANNI CREDIAMO NEL LORO VALORE. ECCOLA BUONA NOTIZIA.

M I G R A Z I O N E E S V I L U P P O

3VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 4: Unita 18062010

Stefano Renna / AGNFOTO

It’s so typical!», ride di gusto laturista americana che immorta-la le montagne di rifiuti in piaz-za San Gaetano, il centro esattodella Napoli greco-romana, do-

ve ogni centimetro quadrato è patri-monio mondiale dell’umanità sottotutela Unesco. Alle undici del matti-no i Decumani sono un percorso diguerra: i motorini fanno gimkane tracumuli alti due metri – due metri emezzo, il caldo comincia a farsi senti-re, «e ‘a nervatura saglie, saglie sa-glie…», urlano i ragazzi di“Scugnizzi” nel must sparato a palladal basso a pochi passi dall’ingressodella Napoli sotterranea. Chissà selaggiù si sta più freschi. Sicuramentel’aria è più salubre: qua sopra in su-perficie il tanfo comincia a superareil livello di guardia. «Da tre notti stofacendo la sauna, dormo sigillato incasa: la puzza non la sopporto», sospi-ra don Ernesto, pensionato del Ban-co di Napoli badando bene a dovemette i piedi per non inciampare nel-la monnezza sparsa dappertutto. ASant’Agostino alla Zecca i cassonettinon si vedono più, sommersi comple-tamente. Stessa scena a Forcella e aiTribunali, dove alcuni vicoli lateralisono ostruiti: non si passa. Già chec’erano, quelli che hanno cambiato te-levisore per i Mondiali, si sono sbaraz-zati del vecchio, che adesso troneg-gia su una montagnola.

Amezzogiorno l’istantaneadel-la nuova emergenza che sta metten-do in ginocchio Napoli, nonostante lerassicuranti cartoline governative, lafornisce involontariamente un mez-zo dell’Asìa, la municipalizzata bloc-cata per circa 36 ore, prima da unosciopero, poi da una misteriosa epide-mia, attestata da una valanga di certi-ficati medici. Il compattatore se nesta parcheggiato sotto la statua di Ga-

ribaldi, nel centro della piazza doveimmigrati di ogni razza e colore fan-no commerci con le loro povere cose.Nessun operatore a bordo, e nemme-no nei paraggi. Mistero. Intorno, i so-liti cumuli che arrivano fino alla Fer-rovia, intralciando il traffico. Il per-corso della monnezza copre pure l’in-tero corso Umberto, il Rettifilo, ani-ma commerciale del reticolo di vicolidella città vecchia. Un commerciantetira fuori una mascherina, qualcun al-tro sbotta: «Ma Berlusconi, che dice?Non ci aveva liberato?». Toledo, a oc-chio e croce, è stata ripulita per dueterzi: restano piccoli cumuli nella par-te alta, verso piazza Carità. Ma i vico-li dei Quartieri spagnoli sono intasa-ti. Ripulite sommariamente piazzaMunicipio, l’area del Molo Beverello,il Plebiscito e parte del lungomare.Ma la sorpresa dura poco. Basta aggi-rare la Prefettura e, in piazzetta Caro-lina, a uno sputo dal Plebiscito, l’arca-no si svela: l’immondizia rimossa dalsalotto buono sta tutta qua. Nellostanzino delle scope. Lo scenario noncambia spostandosi in periferia: cu-muli giganteschi a Fuorigrotta e allaTorretta come a Barra e a San Giovan-

ni. A Secondigliano e Scampia, zonanord, è emergenza blatte.

I bollettini dell’Asìa promettono«il ritorno completo alla normalitàentro il fine settimana». Le disdettenegli alberghi hanno consigliato mes-saggi rassicuranti ma, da quando so-no tornati al lavoro, dopo due notti difuoco con decine di cassonetti incen-diati nella zona di via Cesare Rossa-rol e in piazza Carlo III, i netturbini sirifiutano di fare gli straordinari. E ilguaio è grosso, perché le 1500 tonnel-late accumulatesi nelle 36 ore diblack out richiederebbero uno sforzosupplementare. E invece da un gior-

Primo Pianowww.unita.it

Dal centro alla periferia migliaia di tonnellate in strada: discariche al collasso e allarme inquinamentoIl fiore dell’occhiello del governo era un bluff. Quella nube nera sopra il termovalorizzatore di Acerra...

Il reportage

NAPOLI

La rabbia della gente

Napoli soffoca tra i rifiutiMa non era tutto risolto?

MASSIMILIANO AMATO

«Berlusconi che dice?Non ci aveva liberatodalla monnezza?»

4VENERDÌ18 GIUGNO2010

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Stefano Renna / AGNFOTO Stefano Renna / AGNFOTO

no e mezzo si rimuove quello che lacittà produce quotidianamente, ilpregresso è destinato a rimanere perstrada almeno una decina di giorni,ad essere ottimisti.

«Sbaglia chi ritiene che la nuovaemergenza, sia frutto solo delle riven-dicazioni dei netturbini. La verità èche il ciclo prima promesso e poisbandierato da Berlusconi è un bluffgigantesco», afferma Anna Fava, delComitato Regionale Rifiuti, organo

di coordinamento dei comitati spon-tanei. Con un ricorso, il Co.Re.Ri. haimpedito l’ennesimo scempio: l’aper-tura di una seconda discarica nel-l’area protetta del Vesuvio. Dove cisono stati scontri tra manifestanti epolizia la settimana scorsa, un com-pattatore ha preso fuoco perché qual-cuno gli ha lanciato contro una tani-ca di benzina piena, e una cava chedoveva ospitare l’organico da stabi-lizzare è una pattumiera che ingoia

di tutto. Finora, 370mila tonnellatedi materiale indifferenziato. La spaz-zatura di Napoli in parte finisce qui,in parte a Chiaiano, dove dopo le 7 disera la gente si chiude in casa perchél’aria è irrespirabile: la cava sarà satu-ra in due anni. Poi si vedrà, perchénon c’è traccia di un piano industria-le. Per la gioia della camorra, checontinua a gestire il ciclo, con le sueimprese presenti nei Consorzi. «I sitidi compostaggio – spiegano al Comi-

tato – ospitano le ecoballe. La frazio-ne umida va in discarica e producepercolato. E gli ex Cdr, passaggio in-termedio prima della termovaloriz-zazione, non sono mai stati ammo-dernati: non separano niente. La set-timana scorsa dall’inceneritore diAcerra si è levata una nube tossica,nera, ma nessuno ne ha parlato». Zit-ta zitta, Napoli si avvia a grandi passiverso l’ennesima, very typical, cata-strofe ambientale. ❖

rifiutirisolto?

P

Le strade

del centro

storico

di Napoli sono

di nuovo

invase dai rifiuti

Migliaia di

tonnellate

rimaste a terra

dopo lo sciopero

degli operatori

ecologici

PARLANDODI...

Discaricheabusive

SequestrataaGiugliano(Napoli)un’areadi27.000metriquadratiutilizzatacomedisca-rica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi. L’operazione si è conclusa con il sequestro dell'areaedi51.000metricubidirifiutispecialiprovenientidall'attivitàdidemolizionedeifabbrica-ti, di un impianto di triturazione e vagliatura con annessi circa 1500 metri cubi di rifiuti.

������������ ���� ���canale813 diSkytv

LA MANOVRA È SBAGLIATAPER LA CRESCITA,PER L’EQUITÀ, PER IL LAVORO.

BERSANIPIER LUIGI

Prepariamo giorni migliori per l’Italia.

MANIFESTAZIONE NAZIONALESABATO 19 GIUGNO

ROMA-PALALOTTOMATICADALLE ORE 10.00

5VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 6: Unita 18062010

«Lo Stato c'è. Oggi possiamoinaugurare il termovalorizzato-

re di Acerra perchè lo Stato è ritorna-to a fare lo Stato», disse il premier Sil-vioBerlusconi il 26marzo2009 inau-gurando il termovalizzatore di Acer-

ra. «Oggi è una data storica per laCampania e per Napoli - disse - per-chécon l'inaugurazionedel termova-lorizzatoresiescedall’emergenzade-finitivamente. Non si tornerà più allasituazioneeallatragediachehaango-sciato i cittadini napoletani e campa-ni per diversi anni, perché si entra inunafasedismaltimentodei rifiutichepossiamodefinire industriale».

Il libroC

osa succede a Napolicon i rifiuti che spari-scono e riappaionoper le strade lo vorreb-bero sapere anche a

Bruxelles. In particolare i tecnicidella Commissione europea vor-rebbero sapere che fine faranno,chi pagherà per la bonifica ambien-tale. Il nuovo assessore regionaleall’Ambiente, Giovanni Romano,del Pdl, è stato convocato a Bruxel-les a fine giugno. Deve spiegare,tra l’altro, cosa si intende fare del-le famose «ecoballe», una monta-gna di rifiuti ibridi e tossici chenon è diminuita di un etto negli ul-timi due anni, che l’inceneritore diAcerra non ce la fa a bruciare e cheresta stoccata in impianti «provvi-sori», senza ancora una data dismaltimento o una destinazione fi-nale. Una montagna di 10 milionidi tonnellate di rifiuti: per inten-derci, l’equivalente in peso dell’in-tera produzione stagionale di agru-

mi nella Ue. Solo che si tratta di ma-teriali dannosi per l’ambiente e l’uo-mo. «Al momento non si sa a chi ap-partengano né chi pagherà i costidel risanamento», spiega l’ingegnerPaolo Rabitti che, oltre a varie peri-zie per la Procura di Napoli, sul te-ma ha scritto tanto di libro dal tito-lo, appunto, Ecoballe.Scusi, ingegnere,ma come è possibilecheaNapoli i rifiuti riappaionoadogniestate?«I rifiuti urbani sono tornati nellestrade della città semplicemente per-ché non è cambiato niente del siste-ma di gestione».Come?Dove li hannomessi quando cisono state le riunioni del governo e ivertici internazionali, sotto il tappeto?«Alcuni comuni, un centinaio, tra cuiil Comune di Salerno ha effettiva-mente attivato la raccolta differen-ziata, anche con una buona rispostadella popolazione: arriva al 50-60%,su livelli “nordici”. Ma per il resto lasituazione non è cambiate e le disca-riche, anche quelle costruite dal Ge-nio militare, che sono semplici piaz-zale di cemento, dichiarate però “siti

di interesse nazionale” e quindi presi-diate da soldati armati, si sono ormairiempite. È il caso ad esempio di Fer-randelle che tra l’altro era un terrenosequestrato ai Casalesi su cui sareb-be dovuta sorgere una fattoria di pro-dotti tipici e biologici. Adesso il sito,dove sono stati sbattuti qualcosa co-me un milione di tonnellate di rifiutital quali, è colmo».E cosa succederà?«Inshallah, cosa vuole che le dica?»Non so, sembrava che l’esercito aves-se risolto la situazione...«I militari hanno raccolto la monnez-za in città e l’hanno parcheggiata inquesti siti che però non erano attrez-zati. Nel frattempo i rifiuti accatasta-ti hanno creato altro percolato e bio-gas... Solo che ora i soldati sparano achi si avvicina».Questo perchè i napoletani facevano

Tutta la verità sulla gestionedell’emergenza in Campania

L’emergenzarimossa

I rifiuti di NapoliQuando disse l’emergenzaera «finita per sempre»

L’inaugurazione del termovalorizzatore

Intervista a Paolo Rabitti

«Hannonascostocon l’esercito ciòche ancora nonpossono smaltire»

L’altromiracolo

Dalla prima ordinanza dell’allo-raministrodell’InternoGiorgioNapo-litano(1998)finoaicommissaristraor-dinariealle “attenzioni”dellaUe.Eco-balle, Aliberti Editore, 15,50 euro.

[email protected]

PrimoPiano

Ariapesante

L’ingegnere e consulente della Procura spiega“il miracolo” che non c’è. «Le nuove discarichesono piene, e chi si avvicina rischia le pallottole»

RACHELE GONNELLI

Il centro di Napoli di nuovo sommerso dai rifiuti

6VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 7: Unita 18062010

Nelgiornodelsuocompleanno,(29 settembre 2009), Berlusco-

ninonsi fecemancareuna l’inaugura-zioni delle CASEa L’Aquila. «Abbiamofattounmiracolo», disse. «Gli aquilanidovrebbero esserne fieri», aggiunse.

«Abbasseremo le tasse». Impos-sibile tenere il conto di quante

volte lo ha detto. Più o meno ad ognicampagna elettorale. Intanto, però, letassenondiminuiscono.Anzi, lealzanogli enti locali strozzati dallamanovra.

le rivolte contro ogni discarica, così cihanno fatto capire.«La gente non vuole le discariche inCampania perché sono discarichetremende, dove finisce di tutto, conla puzza che si avverte da chilometridi distanza. Sa, se lei sotterra una cas-

sa di arance nel giardino non succe-de niente ma le casse cominciano ariempire una fossa di 40 metri di pro-fondità, probabilmente se ne deveandare di casa. A Macchia Soprana,per evitare le barricate della popola-zione, hanno trovato una soluzione

geniale».Me la dica, la prego.«Spruzzini di profumo attivati ad in-tervalli regolari lungo tutta la peri-metrazione della discarica».Basta. Mi dica di chi è la colpa. Per lamareaneraObamasaconchiprender-sela: con la Bp. E noi?«In America i vertici della Bp sonodovuti comparire coperti di piumee pece davanti al Congresso e al pre-sidente. Ad Acerra, all’inaugurazio-ne dell’inceneritore, che per altroancora funziona con tanti proble-mi, Berlusconi ha definito i funzio-nari della Impregilo di Romiti come“degli eroi”, “perseguitati“ dai magi-strati che indagano sullo scandalorifiuti, senza che il Procuratore ge-nerale Galgano, presente, spendes-se una parola in loro difesa. Ecco,questo succede da noi». ❖

Avete mai sentito dire: «ti-zio è morto di immondi-zia»? Avete mai letto, nel-l’Antico testamento, dicittà falcidiate dai rifiu-

ti? Le piaghe erano altre. I rifiuti no,gli antichi profeti non li avevano con-siderati. Bastavano, e avanzavano,cavallette e mosconi, grandine e ac-qua che trasmutava in sangue, lo stra-potere delle rane, persino, le ulcere,ma di cassonetti, non svuotati dalleautorità, lasciati a marcire, nelle cittàsacre della Bibbia, non c’è traccia. Sa-rà per questo che si può vivere fra l’im-mondizia. Che se fosse vero il contra-rio, gli antichi padri ci avrebbero mes-so in guardia, con infallibile occhioterrifico. Vivere nell’ immondizia,che male c’è? Non si muore, e non cisi ammala. E’ persino difficile sporcar-si. Si possono dribblare i cassonetti,cercare percorsi alternativi, o, turan-dosi il naso, tirare diritto, come fa ilsuperstizioso alla vista di un gatto ne-ro, ma nessuno direbbe che qualcunoè mai morto alla vista di un semplicegatto nero.

Ci vuole ben altro per morire diimmondizia. Ci vogliono le infezioni,le epidemie. Ma quanto occorre pri-ma che cumuli di liquami producanocontagio? E quante favelas, nel piane-ta, sorgono su colline, montagne dirifiuti? E non ha forse tutta l’aria diun girone infernale la miniera di Ser-ra Pelada, in Brasile, dove però, ine-

stricabilmente legate ai rifiuti, si tro-vano le pepite d’oro? E, cantava DeAndrè, «dal letame nascono i fiori».

Qualcheragguaglio. È di Paler-mo, città d’arte, ora che la stagioneturistica sta già dando incoraggiantisegni di vitalità, che stiamo parlan-do. Intendiamoci: di tonnellate di ri-fiuti inevasi, è costellata la storia po-litica di questa città, sin dai tempidella Dc, essendo sempre stati, i net-turbini, combattiva manovalanzaelettorale capace di condizionarePalazzo delle Aquile, sede del Muni-cipio. Da nove anni, è nominalmen-te sindaco Diego Cammarata, Pdl.L’azienda che raccoglie nominal-mente i rifiuti è al dissesto. La magi-stratura indaga. Cammarata è sottoinchiesta. I palermitani pagano unatassa immondizia che, nel 2006, fuaumentata del 75%, e il cui aumen-to fu considerato illegittimo dal Tar,che costrinse l’amministrazione alrimborso. L’altra notte, il centrode-stra intendeva confermare l’aumen-to, con un ulteriore incremento del-l’8%. L’emendamento è stato boccia-to, approvato, invece, quello delleopposizioni che riduce del 15% latassa 2006. Meno male: i palermita-ni piangeranno con un occhio solo.La politica non è forse l’arte dellamediazione? Di che lamentarsi allo-ra? Ragguagli. Il sindaco é in Suda-frica, segue i mondiali di calcio. Ma«a spese sue», precisa un comunica-to ufficiale. Di che lamentarsi, allo-ra? Cammarata sa bene che di im-mondizia non si muore. Lasciare i ri-fiuti dove stanno, moltiplicare le tas-se, allora. E se i palermitani non mo-riranno d’immondizia, difficilmen-te moriranno di Cammarata. ❖

Una delle visite sui luoghi del sisma Il no tax day del dicembre 2004

La riduzione delle tasseLa promessa delle promessePoi sempre rimandata

Il terremoto«Gli aquilani devonoessere fieri, è unmiracolo»

Il racconto

[email protected]

Città invasa dai rifiuti, ma il sindaco Cammarata è ai MondialiE intanto il centrodestra tenta il blitz sull’imposta comunale

Spruzzini di profumolungo la perimetrazioneper confondere la puzza

P

APalermo l’immondiziasommerge le stradePerò aumentano le tasse

PALERMO

AMacchia Soprana

PARLANDODI...

Amiantoa Capri

Sequestratauna discaricaa cielo apertodi amianto aCapridalla Guardia di Finanza. Imilitari hanno rinvenuto in un fondo quasi quattro quintali di rifiuti speciali in eternit. Ifinanzieri hanno sequestrato l'appezzamento e hanno denunciato a piede libero i proprie-tari, due cittadini dell'isola di 82 e 73 anni.

SAVERIO LODATO

È emergenza immondizia anche a Palermo

7VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 8: Unita 18062010

Quattro filoni

Il commissario: «Conme solo il procuratoree il cardinal Sepe»

C’era una volta l’inchie-sta Rompiballe, lasquadra di super Gui-do Bertolaso che dove-va togliere i rifiuti dal-

le strade di Napoli finita sotto in-chiesta per falso, truffa e traffico il-lecito di rifiuti. Era maggio 2008,due anni fa. Di quell’inchiesta giàallora pronta per andare a proces-so, oggi sono rimasti quattro rivolie solo l’idea, prossima e ventura, diun processo. Non più a Napoli, ov-viamente, bensì a Roma. Miracolidelle procedure, degli avvocati. Edel potere di certi imputati. Nelmaggio 2008 Napoli era sommer-sa dai rifiuti e Berlusconi, appena

tornato al governo, aveva una granvoglia di fare. Preferibilmente mira-coli. Tirò fuori bacchetta magica eapprendista stregone. E Bertolaso,nominato sottosegretario con dele-ga e poteri speciali per i rifiuti, sgom-berò le strade di Napoli e periferia inquattro e quattr’otto. Aprendo disca-riche in qua e in là e avviando i moto-ri del termovalorizzatore di Acerra(inaugurato a maggio 2009). Un mi-racolo, appunto. Un miraggio, sareb-be più corretto dire guardando la si-tuazione nelle strade di Napoli oggi.

L’incantodel miracolo fu rotto qua-si subito, a maggio 2008 appunto,con l’inchiesta Rompiballe relativa adieci anni di emergenza rifiuti a Na-poli dove le “balle” sono le ecoballeche, confezionate dopo accurate sele-zioni negli impianti di Cdr, avrebbe-ro dovuto rifornire il termovalorizza-tore di Acerra. Solo che le “balle” sele-

zionate erano «un mucchio di mer-daccia» come disse in una memora-bile intercettazione telefonica Mar-ta Di Gennaro, la vice di Bertolasonella prima emergenza rifiuti gesti-ta dal capo della Protezione civile,commissario speciale tra gli ultimimesi del 2006 e il luglio 2007 primadi alzare bandiera bianca e lasciareil tutto nelle mani del prefetto di Na-poli Alessandro Pansa.

Il cuore dell’inchiesta Rompibal-le era proprio questo: «Un sistemaimperniato su un’attività di lavora-zione dei rifiuti assolutamente fitti-zia» scrisse il gip Saraceno nell’or-dinanza con cui accoglieva le ri-chieste dell’aggiunto De Chiara edei pm Noviello e Sirleo. Altro cheecoballe, solo spazzatura impac-chettata. Una mega truffa oltreche un danno per la salute pubbli-ca. Con queste accuse furono rin-viate a giudizio 25 persone, tra cuiMarta Di Gennaro. I commissariBertolaso, Catenacci e Pansa era-no tra gli indagati. Con una batta-glia che si è trascinata fino al Csm,il procuratore di Napoli Giandome-nico Lepore ha stralciato (24 lu-glio 2008) le posizione dei sei com-missari. «Per approfondimenti»disse lui. «Per evitare conseguen-za di tipo politico» precisarono ag-giunto e sostituti. Bertolaso inter-rogato in procura a Napoli nel mag-gio 2009, in pieno miracolo al-l’Aquila, ammise: «Sapevo che gliimpianti non producevano ne’ eco-balle ne’ fos, servivano solo alla ri-duzione volumetrica dei rifiuti».

Ora quel maxi processo è divisoin quattro fascicoli. Il filone princi-pale, già a dibattimento, è finito aRoma davanti al gup per un nuovarichiesta di rinvio a giudizio. I fun-zionari della Fibe sono a giudizio aNapoli. Prefetti e commissari, leposizioni stralciate dal procurato-re tra cui Pansa e Bertolaso, sonostati archiviati per le accuse piùgravi. Resta in piedi solo una con-travvenzione. Bertolaso l’avevadetto: «Nei mesi roventi di Napoliavevo due sole sponde istituziona-li: il procuratore Lepore e il cardi-nal Sepe». Lo stesso che, a suo di-re, gli procura la casa in via Giulia.Ma questa è un’altra inchiesta.❖

L’interrogatorio

Campania regno delle Ecomafieper un giro d’affari da 4,5milioni

Campania capitale dell’ecoma-fia.Questo il tristeprimatoemer-

so dal rapporto Ecomafia 2010 di Le-gambiente che consegna alla regionela maglia nera nell'illegalità ambienta-le,del ciclodei rifiuti edel cementoperil 16˚ anno consecutivo. Illegalità chefrutta un giro di affari di 4,5 milioni dieuro agli 80 clan che gestiscono ilma-laffare. In Campania si viaggia allame-dia di 36 reati per ogni 100 chilometriquadrati. Un dato che pone Napoli eprovincia,con1.894infrazioni,alsecon-do posto a livello nazionale subito do-po Roma, segue Salerno con 1.196, Ca-serta con 838 e Avellino con 559. Dal2002 sono state arrestate 279 perso-ne, 74 le aziende coinvolte nei traffici.

Legambiente

A Roma il principaleda cui il procuratorestralciò Bertolaso

Foto Ansa

L’inchiesta

L’altromiracolo

Il processo Rompiballe, 25 a giudizio per truffa e falso per l’emergenzarifiuti a Napoli, trasferito a Roma. A Bertolaso resta una contravvenzione

[email protected]

PrimoPiano

L’inchiesta in frantumiper tutelare ilmiracolo

Teli neri coprono migliaia di ecoballe stipate nella discarica di Villaricca. Accanto al sito le serre per la coltivazione della fragole

CLAUDIA FUSANI

8VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 9: Unita 18062010

Ha marciato alla testadegli aquilani, ha oc-cupato l’autostrada.Dietro di lui e i sinda-ci del Cratere gli aqui-

lani, con le bandiere verdi e nere,che gridavano «L’Aquila», «L’Aqui-la». Oppure «Roma», nel senso di«Andiamo a Roma». E si può scom-mettere che ci andranno, anche apiedi sull’autostrada se necessa-rio. Ma non basta. Mercoledì prote-

stavano anche gli imprenditoriche hanno lavorato per il G8 e nonsono ancora stati pagati. MassimoCialente a Roma c’è venuto davve-ro. Da sindaco e da vicecommissa-rio alla ricostruzione. «C’è ancheChiodi», aggiunge. Dopo la prote-sta è la fase della trattativa.Cialente, è diventato un sindaco dilotta?«Io non sono cambiato dalla matti-na del terremoto. Ho cercato di agi-re sempre in scienza e coscienza,di usare l’intelligenza e fare la cosagiusta nell’interesse della città»Se non è cambiato lei è cambiata lasituazione?«Dall’inizio dell’anno mancano le ri-sorse per la ricostruzione e preten-dere che gli aquilani paghino il 100per 100 delle tasse con gli arretratiin 60 mesi è una situazione insoste-nibile, surreale. E’ come accollarsiun mutuo in più, non so se è chiaro».

Unsecondomutuo, oltreaquello chemolti aquilani pagano già case chemagari sono andate distrutte.«E’ naturale che io sostenga la lorolotta, in particolare sulla questionedegli arretrati. E poi capita anche disentirmi dare dell’ingrato, quandonon c’è nemmeno la liquidità per pa-gare i debiti lasciati dalla Protezio-ne civile»Statepagandoquello che laProtezio-ne civile non ha pagato?«Non c’è liquidità, abbiamo la com-petenza ma non c’è la cassa. E’ bloc-cata la ricostruzione delle case B e C(quelle con meno danni,ndr), nonesiste un tavolo a cui sedersi per af-frontare i problemi e la situazione èdisperata. Io faccio il mio lavoro, dasindaco o da vicecommissario, que-sto è secondario».IlsottosegretarioLetta,allavigiliadel-la manifestazione del 16, ha promes-so che i problemi si sarebbero risolti.Non è così?«Promesse... Ha confermato ciò cheera già previsto. Un rinvio di sei me-si e pagamenti al 100 per 100. Sono250 milioni di euro in più che gliaquilani devono pagare».La partecipazione alla manifestazio-ne di mercoledì è stata una cosa maivista. Qualcuno ricorda la rivolta del1971, Giovanni Lolli definisce L’Aquila«una polveriera». E’ così?«Diventerà una polveriera: c’è scora-mento, c’è rabbia, c’è delusione e di-sperazione. O la gente va via oppurediventerà una situazione sempre

più ingovernabile. E questa è la co-sa più incomprensibile, perché lacittà all’inizio aveva parzialmenterecuperato, anche per l’interventodel governo, con la città tempora-nea che ha evitato la diaspora .C’era la voglia di ripartire, si senti-va la solidarietà, il governo vicino.Ora, invece, gli aquilani hanno lanetta impressione di essere statimollati. C’è sfiducia, ed è un risul-tato kafkiano per un governo cheha investito un miliardo nella cittàtemporanea. A meno di non volerpensare che secondo loro quelladebba essere la città definitiva».Il sospetto c’è?«L’articolo 14 della manovra preve-de 800 milioni per la ricostruzione.Ma in realtà 400 vanno sul capitoloemergenza (sono i debiti per il pro-getto CASE e altri interventi nellafase dell’emergenza, ndr). Per la ri-costruzione ne resta la metà, tanto– dicono – “entro la fine dell’annonon ce la fate a spenderli”. Ma allo-ra ti chiedi se sia un caso che ci sonovoluti tre mesi e mezzo per l’ordi-nanza sulle linee guida per la rico-struzione delle case E (le case chehanno subito i danni maggiori,ndr)».❖

«Non c’è liquidità,abbiamo la competenzama le casse sono vuoteE paghiamo anche i debitidella Protezione Civile»

GIANNI CHIODI

Fondi e ricostruzione

Il sindaco de L’Aquila «C’è scoramento e rabbia, o la gente se ne vao la città può diventare ingestibile. È una situazione davvero disperata»

«Pronti 800mln»

Intervista aMassimoCialente

[email protected]

«Dopo l’emergenzaci hanno abbandonato»

Foto Ansa

L’altromiracolo

ROMA

«Un decreto legge del governorenderà immediatamente di-sponibili da parte del Commis-sario per la ricostruzione 800milioni di euro».

PrimoPiano

JOLANDA BUFALINI

Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente

9VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 10: Unita 18062010

Sarà Aldo Brancher il sostituto diScajola? Secondo indiscrezionidella vigilia che danno per probabi-le una poltrona governativa per«uno degli ufficiali di collegamen-to tra Bossi e il Cavaliere», Berlu-sconi cederà oggi l’interim del mi-nistero per le Attività produttive.Secondo altre interpretazioni, pe-rò, la scelta dovrebbe concretizzar-si dopo la manovra.

Giornata contrassegnata dall’en-nesima puntata del duello mediati-co Berlusconi-Fini quella di ieri.Oggetto: il disegno di legge sulleintercettazioni. Il Cavaliere non loriconosce più e lo lascia senza pa-dre. Il destino del provvedimentosembra segnato. Più si allarga laschiera di chi vorrebbe modificar-lo per «accelerarne» l’approvazio-ne (ieri Bossi si è iscritto a questopartito), più il Cavaliere lo sospin-ge verso il binario morto degli in-gombri da parcheggiare. Incapacedi venirne fuori - tra Fini che glioppone i regolamenti parlamenta-ri, Bossi che propone una poco isti-tuzionale intesa tra il Colle e Palaz-zo Chigi, la Bongiorno che non sela sente di dare via libera al testo«blindato» del Senato, l’opposizio-ne che mette bastoni tra le ruote, ilQuirinale che storce il muso e laConsulta pronta a riservare alle in-tercettazioni lo stesso trattamentodel Lodo Alfano - il premier alza lebraccia.

«Ho le mani legate», continua aripetere ai suoi (e al telefono), inmodo da far sapere in giro le «for-che caudine» sotto le quali devepassare per dare una drizzata al Pa-ese. Colpa degli altri se una nazio-ne di «spiati» dovrà parlare a mo-

nosillabi quando si attacca al cellula-re. Colpa di Fini, innanzitutto, tantoper cambiare. «Regista» della frena-ta inferta ad un provvedimento cheil Cavaliere - dopo la fiducia al Sena-to - faceva finta di ritenere in dirittu-ra d’arrivo. Ma le incognite sul Quiri-nale non sono certo sbucate fuoril’altro ieri, come quelle sui futuribiliresponsi della Corte costituzionale.

Modifichino o no il testo del Dise-gno di legge che già non gli piaceva -perché diverso da quello che imma-ginava - al premier importa poco.

VALZER EUROPEO

Nei giorni, per di più in cui il valzerdelle intercettazioni da cassare fadanzare l’Europa, e non solo. l'expremier belga Guy Verhofstadt - la

vicenda ha colpito particolarmenteil Cavaliere - ha inviato una letteraai capi di Stato e di governo per spie-gare che il provvedimento italianova contro la democrazia italiana.

Silvio «bloccato», quindi, come ilPaese che non riesce a governare.Con le divisioni del Pdl che mettono«zavorra» sulle ali riformatrici delsuo convoglio. Ieri, ad esempio - lapresidente della Commissione Giu-stizia della Camera, la finiana Giu-lia Bongiorno, ha chiesto «approfon-dimenti e modifiche» al disegno di

legge sulle intercettazioni giuntodal Senato. Immediata la presa di di-stanze del collega azzurro, EnricoCosta, che ha definito la posizionedella collega «un auspicio meramen-te personale».

BOSSI-FINI

Ma la scena, ieri, è stata occupatadall’inedita accoppiata tra Bossi e Fi-ni che filano d’amore e d’accordosulla strategia per il ddl intercetta-zioni. «Bisogna dare un'accelerazio-ne per trovare una via d'uscita - spie-ga il Senatur dopo l’incontro - Perfarlo bisogna parlare con Berlusco-ni e il capo dello Stato perché se ilpresidente della Repubblica non fir-ma siamo fregati». Insomma, «su al-cuni punti si può lavorare» per cam-biare il testo del Senato. Ma a chiinteresserà più farlo dopo che il Ca-valiere ha allentato la presa? Fini,ieri, ha spiegato a Bossi che il mecca-nismo previsto dalla legge sulle in-tercettazioni provoca difficoltà alleindagini e che bisogna tenere contodei dubbi del Quirinale. ❖

L’ira del Premier

PrimoPianoBavaglio

«Questa legge italianacontrasta con le regoledella democrazia»

«Ogni giorno sonocostretto a passare sottole Forche Caudine»

L’ex premier belga

Intercettazioni, Bossi si schieraconFini: «Intesa colQuirinale»Bossi incontra Fini per cercareun via d’uscita sulle intercetta-zioni. Ma il Cavaliere lascia sen-za padre il ddl della contesa. Eil nel Pdl il braccio di ferro trafalchi e colombe rende probabi-le un lungo parcheggio.

p Incontro fra il Senatur e il presidente della Camera. Berlusconi: «Gianfranco mi lega le mani»

p Brancher verso il ministero per lo Sviluppo Economico. Bongiorno: «Il testo del ddl va modificato»

ROMA

NINNI ANDRIOLO

LA PROTESTA. I fotogiornalisti di Napoli contro la "legge bavaglio". Han-no messo in atto in atto uno "shooting creativo" per sensibilizzare l'opinionepubblicasulle conseguenzenegativedelprovvedimento: si sono fatti fotogra-fare bendati e con lemacchine al collo in segno di protesta.

Foto Ansa

Shooting creativo contro il bavaglio

10VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 11: Unita 18062010

DonatellaFerranti (Pd)«Un testo che ci favergognare.Qualcuno vuole

che il Parlamento facciada passacarte all’ufficiodi presidenza del Pdl.Gli italiani devono saperlo»

FeliceBelisario (Idv)«Una legge ottimasoltanto peri delinquenti e gli

affaristi della cricca. Leintercettazioni fanno paurasolo a chi ha qualcosa danascondere. Una porcheriaassoluta, assurdo pensaredi poterla migliorare»

La sgrammaticatura costitu-zionale contenuta nellaconsiderazione di Umber-to Bossi che la soluzioneper la legge sulle intercet-

tazioni poteva essere trovata solo«tra Berlusconi e Napolitano» che «senon firma siamo fregati» la dice lun-ga sulle difficoltà della maggioranzaa condurre a conclusione la legge. Lablindatura al Senato aveva autorizza-to a supporre un rapido via libera an-che alla Camera. Magari con un’altra

fiducia. Ora è di nuovo tutto in discus-sione. La sparata di Berlusconi dell’al-tro giorno appare sempre più comel’acuto di un premier messo all’ango-lo. Oramai si parla tranquillamentedi modifiche. Ha provveduto Gian-franco Fini, nel pieno della sua fun-zione istituzionale, a ricordare a Bos-si quel è il ruolo autentico del Quiri-nale nella partita che si sta giocandosu più fronti. E nel corso di un collo-quio amichevole il presidente dellaCamera non ha mancato di ricordareal ministro che alcune modifiche dibuon senso certamente agevolereb-bero l’esame che a tempo debito, aconclusione dell’iter parlamentare, ilpresidente Napolitano dovrà portareavanti. Nessuna forzatura. Di blinda-tura neanche a parlarne.

Il Colle tace. Com’è consuetudinein presenza del Parlamento che lavo-ra. Ed la Camera ora deve lavorareperché «il testo non è blindato» si èricordato Maurizio Gasparri proprioperché dopo il Senato «è l’altro ramodel Parlamento» che deve esprimer-

si. Mentre Felice Belisario, esponen-te di spicco dell’Idv, il partito che anti-cipando i tempi del dibattito parla-mentare aveva già invitato Napolita-no a non firmare, ieri ha voluto sotto-linare che «le leggi le fa il Parlamentoe il Capo dello Stato le promulga» sen-za, ovviamente, nessuna intesa pre-ventiva che nella Carta non è previ-sta.

Il Colle tace. Ma il presidente hafatto, lui in prima persona o con noteufficiali, intendere chiaramente co-

me la pensa sull’iter delle leggi. E suquesta in particolare. Con tutta lafermezza necessaria a ottenere uncambio di rotta. La soluzione va tro-vata in Parlamento. Non ci sonoscorciatoie.

Il 2 giugno Napolitano dichiaròdi «seguire con attenzione il dibatti-to sulla legge sulle intercettazioniauspicando «una soluzione accetta-bile per tutti», quindi anche per lui.In una nota dell’8 di giugno si legge-va che la «presidenza della Repub-blica non è entrata e non entra nelmerito di nessuna formulazione enon è partecipe di alcun contatto»del tipo di quelli «infondatamente»attribuiti dai media. E poi c’è stataquella puntualizzazione a proposi-to degli inviti fatti «a vanvera» dachi gli chiede di non firmare una leg-ge che è ancora oggetto di un pas-saggio parlamentare. In queste oresi sta dimostrando quanto non siaopportuno anticipare le conclusio-ni. Il presidente della Repubblica at-tende che sulla sua scrivania arriviil testo definitivo. Poi partirà la valu-tazione e poi ci sarà l'eventuale fir-ma. Lo dice la Costituzione. ❖

GiancarloCaselli«Non si tratta diqualche ritoccoo aggiustamento.

È l’impianto complessivodella riforma che crea guastiirreparabili all’informazionee alla giustizia»

Le reazioni

Il retroscena

[email protected]

SCETTICO SULLE MODICIHE An-che se dovessero essere apportate mo-difiche al testo attuale del ddl sulle inter-cettazioni, l’Associazione Nazionale Ma-gistrati«nonèottimista»sullapossibilitàdi migliorareuna leggeche«mette ingi-nocchiol’attivitàdeipm»,e«limitainma-niera sensibile il diritto di cronaca». Lohaspiegatoieriilsegretariodell’AnmLu-ca Palamara secondo cui «la strada de-gli emendamenti difficilmente offrirà unprodottochetuteli losviluppodelleinda-gini e il diritto di cronaca». «Attendiamogli sviluppi - ha concluso Palamara - mail nostro giudizio resta comunque nega-tivo».«Tuttichiedonogiustiziaefficiente- ha poi aggiunto il pubblico ministeroromano - ma l’obiettivo di molti è unamagistratura docile, che non disturbi ilmanovratore di turno. A questo, giudicie pubblici ministeri non sono disposti.Tanto meno l'Anm».

Palamara: «Voglionomagistrati dociliche non disturbino»

Napolitano chiamatoin causa pernascondere i problemi

IX ASSEMBLEA NAZIONALECRISTIANO SOCIALICristiani epolitica:la laicitànon negoziabile

Roma, 19-20 giugno 2010Hotel Torre Rossa, via di Torre Rossa 94

Ore 15,00Apertura dei lavoriInsediamento della Presidenzae delle CommissioniOre 16,00Relazione introduttiva di Mimmo LUCÀDibattitoOre 20,00Sospensione dei lavoriOre 21,00 DibattitoÈ stato invitato Pier Luigi BERSANISegretario nazionale Pd

Ore 9,00 DibattitoOre 11,00Intervento diRosy BINDIPres. assemblea nazionale PdDibattitoOre 13,00Mozioni e votazioniOre 13,30Elezione organi nazionaliAlle ore 8,30è prevista la celebrazionedella S. Messa

Organizzato da Movimento dei Cristiano sociali e Cristiano sociali newscristianosociali.it

SABATO 19 GIUGNO DOMENICA 20 GIUGNO

P

Così la fermezzadel Colle ha pesatosul cambio di rottaIl Presidente in questi giorni ha più volte ricordato che luivaluterà solo il testo finale che uscirà dal ParlamentoLa sortita di Bossi, una sgrammaticatura costituzionale

ROMA

Il Pd

L’ANM

PARLANDODI...

Mastellae il suo ddl

L'ex Guardasigilli Clemente Mastella, una “vittima” illustre, interviene nel dibattitosullaleggesulle intercettazioni invitandopoliticaemagistratiaesprimersisul suoprogettodi legge, rispolverato per l’occasione, e, quindi, a verificare una volta per tutte se c'è davve-ro l'intenzione di fare una legge che riformi il ricorso alle intercettazioni.

MARCELLA CIARNELLI

11VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 12: Unita 18062010

Anche i sindaci in piazza. Dopo imagistrati (oggi le prime prote-ste), i medici, i governatori, anchei primi cittadini alzano il tiro sullamanovra: tutti in piazza mercoledìprossimo. All’appello dei sindacipotrebbero aderire anche le provin-ce, colpite in egual misura dalla«mannaia-Tremonti». Ieri una dele-gazione Anci ha incontrato il presi-dente della Repubblica Giorgio Na-politano, che «ha seguito con atten-zione« il loro caso, rivela il presi-dente Sergio Chiamparino. «Su 16miliardi di tagli alle spese previsti,14,8 riguardano regioni, provincee comuni. Tutto questo colpisce iservizi pubblici, dunque i cittadinie le imprese delle nostre città»,spiega il sindaco di Imola . In so-stanza si chiede una diversa riparti-zione: che i risparmi siano riorien-tati verso i ministeri, piuttosto chescaricati sulle amministrazioni lo-cali. Tra gli emendamenti propo-sti, anche quello dell’attribuzionedi una quota fissa dei risultati dellalotta all’evasione.

SANITÀ

Per i cittadini i rischi sono pesanti.Meno servizi, meno assistenza. Al-tro che mani nelle tasche degli ita-

liani: tra un po’ scompariranno an-che le tasche. Mentre nelle stanzeparlamentari i gruppi politici prepa-rano gli emendamenti (oggi la sca-denza per la presentazione), nel Pae-se monta la protesta. la cura è cosìpesante, che già si profilano parec-chie retromarce. Le Regioni hannoottenuto un tavolo tecnico per ridi-scutere il peso dei tagli. Sulla sanità,un comparto colpito al cuore, è statoil ministro Ferruccio Fazio ad annun-ciare una revisione. «Il blocco delturn over» previsto dalla manovra«secondo la nostra lettura pare nondebba interessare il comparto sanità

perchè interessa i dipendenti dellostato e non i trasferimenti delle re-gioni», ha spiegato il ministro. Sullaquestione, ha aggiunto il ministro,«stiamo procedendo ad un approfon-dimento anche con il ministero dell'Economia». Ma «gli stipendi dei diri-genti della sanità - ha aggiunto Fa-zio - vengono dai trasferimenti alleregioni del fondo sanitario naziona-le e non dallo Stato». Per questo«non sembrano essere affetti dallamanovra». Inoltre «esiste la possibili-tà di condividere un emendamentoper gli incarichi e per il precariato».Un’apertura che fa ben sperare i rap-presentanti sindacali del settore.

REGIONI

Un sostegno agli enti locali è arriva-

to ieri dal ministro Umberto Bossi.«La manovra non tocca il federali-smo ma le Regioni si sentono nude,dicono di avere troppo poco. Biso-gnerà - spiega, annunciando di ave-re in programma un incontro in sera-ta con Tremonti - trovare la via peraiutare le Regioni più virtuose». Evi-dentemente hanno fatto breccia gliallarmi di Roberto Formigoni, cheha prospettato tagli inesorabili ailombardi. Proprio il governatore del-la Lombardia ha commentato che«evidentemente qualcosa si sta muo-vendo». Sulla partita regionale è in-tervenuto anche il ministro RaffaeleFitto, indicando la possibilità di con-cordare con i governatori un percor-so condiviso sui tagli da effettuare. Ilministro ha detto che si potrebbe an-che ragionare sui fondi Fas «dove c'èmolta spesa pubblica» o sulle societàpartecipate «che costituiscono un'al-tra voce su cui riflettere per migliora-re i conti». Fissando nuove prioritàle regioni, infine, secondo Fitto po-trebbero anche «chiudere i rubinettidi certe leggi che incidono sulla spe-sa pubblica. I margini per contener-la ci sono», ha concluso.

Queste le reazioni istituzionali.Ma anche nella società civile l’impat-to è deflagrante. Nel mondo dellascuola il 90% degli addetti chiedemodifiche al testo. Applicare unamaggiore decurtazione a parlamen-tari, inclusi i ministri, e dirigenti pub-blici. Ridurre, invece, quella previ-sta per i lavoratori della scuola. Ladoppia indicazione giunge dal perio-dico specializzato Tuttoscuola, cheha rivolto a operatori scolastici, geni-tori e studenti domande sull'equitàdella manovra finanziaria.❖

Addio al CCT, arriva il CCTeu: ilministero dell'Economia e delle

Finanze annuncia l'emissione di unnuova classe di titoli a tasso variabileconcedolesemestrali indicizzateall'Eu-ribor 6 mesi che andranno gradual-menteasostituire iCCTincircolazione.

La Bialetti ha confermato la de-cisionedefinitiva di chiudere lo

stabilimentodiOmegnaesuquestoèstatoraggiuntounaccordoalministe-ro dello Sviluppo Economico. La Pro-vincia del Verbania Cusio Ossola cer-cherà nuovi investitori per il sito.

La scure del governosui più deboli

La Bialetti chiudela fabbrica di Omegna

La Bialetti va all’estero

Addio al Cctil Tesoro vara i Ccteu

Manovra, dopo leRegioniin rivolta anche i comuni

p Sindaci in piazza mercoledì. Chiedono meno tagli per gli enti locali, e più per i ministeri

p Il ministro Fazio: qualcosa può cambiare nella sanità. Aperture sul blocco del turn over

Eutelia

Il governo rispetti l'impegno diconvocare il tavolosulla exEute-

lia. Lo ha detto Cesare Damiano (PD),dopo che il sottosegretario Aldo Bran-cherharispostoadunasuainterpellan-zaaffermandocheilgovernononpren-deràpiùiniziativedopoilcommissaria-mentodell'aziendaavvenuto il20apri-le, attendendo le iniziative della magi-stratura. «Vogliamo una data e chie-diamche il Governo si esprima suque-sto punto: la data di un incontro con ilavoratori e le organizzazioni sindacalipresso la Presidenza del Consiglio».

Foto Ansa

I tagli

I sindaci ricevuti dal Capo del-lo Stato. A rischio servizi e assi-tenza per i cittadini. Sulla sani-tà possibili passi indietro. Bos-si in soccorso delle Regioni. EFormigoni ringrazia. Oggi il ter-mine per gli emendamenti.

ROMA

Pd: il governo onorigli impegni per un tavolo

Chiamparino saleal Quirinale«Napolitano sensibile»

PrimoPiano

L’Italia chearranca

BIANCA DI GIOVANNI

Chiamparino, presidente dell'Anci

Colle

12VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 13: Unita 18062010

Maramotti

La rivolta delle toghe con-tro la manovra è partita:ieri da Nord a Sud, in tuttii distretti di Corte d’Appel-lo, le udienze sono state

sospese per un’ora. Magistrati, avvo-cati e personale giudiziario, si sonoritrovati nelle aule magne dei Tribu-nali per discutere dei tagli del gover-no alla Giustizia e dello sciopero in-detto dall’Associazione nazionale ma-gistrati per il primo luglio. E per laprima volta nella storia anche i giudi-ci del Consiglio di Stato, almeno quel-li che fanno parte del Conma - coordi-namento per una nuova magistratu-ra amministrativa - hanno aderito al-la mobilitazione.

TUTTI UNITI

Diverse le iniziative di protesta che

anticiperanno lo sciopero di luglio: letoghe del Tar riunite nell’Anma - asso-ciazione magistrati amministrativi -a partire dal 21 giugno si asterrannoalternativamente dalle udienze pub-bliche. Mentre in molti Tribunali dal21 al 25 giugno sarà «sciopero bian-co», per far funzionare a singhiozzola macchina giudiziaria.

«Non arretreremo di un solo milli-metro, per la tutela e la difesa del si-stema Giustizia», ha detto all’aula ma-gna della Corte di Appello di RomaLuca Palamara, presidente dell’Anm.«La manovra è iniqua e irragionevo-le, anche in merito alle retribuzioni -ha aggiunto - E considera gli operato-ri della giustizia un costo, non una ri-sorsa». Ad oggi, l’unico merito dellaFinanziaria sembra quello di aver ri-compattato il fronte che si era creato

nel luglio del 2009 attorno al cosid-detto «patto per la Giustizia e per icittadini». Non solo magistrati quin-di, ma anche gli avvocati dell’Oua -Organismo Unitario dell’Avvocatu-ra - l’Associazione Magistrati Cortedei Conti, l’Anma, il Conma, l’Asso-ciazione Dirigenti Giustizia, il sinda-cato Uilpa-Uidag, la Federazionedei lavoratori del pubblico impie-go, la RdB-Cub, l’Associazione Av-vocati e quella dei Procuratori Del-lo Stato. Tutti contro la scure del go-verno che si abbatterà sul compar-to, già «svilito ed umiliato dalle deci-sioni del governo», secondo Massi-miliano Minerva, dell’Anm Cortedei Conti. Mentre per il Giudice Ma-rio Arosio, rappresentante dell’An-ma, la nuova sforbiciata è «lesivadei principi di autonomia e indipen-denza della magistratura». Una ma-novra «profondamente iniqua» an-che per Manuela Massenz, Anm Mi-lano, perchè «incide fortemente sul-le retribuzioni dei dipendenti pub-blici, senza toccare l’evasione fisca-le e i patrimoni illeciti, già ampia-mente beneficiati dallo scudo fisca-le».

All’assemblea milanese ha presoparte anche il procuratore aggiuntoArmando Spataro, secondo cui lamobilitazione andrebbe allargata atutto il settore pubblico, che è sottoattacco. Il procuratore è poi tornatosul ddl intercettazioni, definito un«scempio» in contraddizione con lavolontà del governo di tutelare la si-curezza dei cittadini. Tra l’altro haaggiunto Spataro, «non si può direche gli sprechi derivino dalle inter-cettazioni telefoniche e ambientali.I soldi si possono risparmiare in al-tri modi». Per esempio, ha consiglia-to il magistrato, regolando la giun-gla tariffaria in cui si muovono le so-cietà di servizi telefonici a cui si ri-volgono le procure.

Invece il governo preferisce tira-re una linea netta sulle voci di bilan-cio di tutta la Giustizia. L’entità deltaglio, secondo i calcoli della Fun-zione Pubblica Cgil - in sciopero ge-nerale il 25 giugno - è di quasi 48milioni (47,830) nel 2011 e di48,522 milioni nel 2012 e 2013.❖

Foto Ansa

Udienze sospese per un’ora. I magistrati contro la manovra

[email protected]

P

«Non arretreremo»Le toghe scendonosul piede di guerraL’Associazione Nazionale Magistrati promette battagliacontro i tagli alle retribuzioni previsti dal governoIeri udienze sospese per un’ore in tutti i distretti

GIUSEPPE VESPO

«Gli operatoridella giustizianon sono un costo»

PARLANDODI...

AccordoAlcatel

Siglato l'accordo tra Alcatel-Lucent e gruppo Vivado per lo stabilimento diBattipaglia,nel salernitano, oggetto di una vertenza occupazionale iniziata nell'aprile 2009. L'accordoporteràAlcatel-LucentacedereentrofinegiugnoaBtpTecno,controllataal100%,ilramodiazienda riguardante attività produttive di costruzione e integrazione di apparati di tlc.

Il fatto

Palamara

13VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 14: Unita 18062010

La Fiat è l’unica grande indu-stria italiana e Pomiglianoè «questione nazionale» intutti i sensi: quando si parla

di contratti (e di diritti), quando siparla di produzione (e di tecnolo-gie), quando si parla di lavoro e dilavoratori (e di licenziamenti e discioperi e di cassa integrazione).

La Fiat è anche una impresa globa-lizzata: in questa direzione si è subi-to mosso Marchionne, il più america-no dei manager italiani. Siccome ilpassato conta, bisognerebbe ricorda-re che Marchionne si presentò in Ita-lia con un intervento pubblico cheaveva lasciato intravvedere in luinon solo un modernizzatore, ma an-che, ai più volonterosi, un insospet-tabile simpatizzante della sinistra,un severo custode della democrazia(e dei diritti), un abile mediatore del-la politica, il teorizzatore di una sor-ta di consociativismo sindacale. Co-me se la Fiat volesse con lui superarela brutta storia di Romiti, dopo aversuperato decenni prima quella diValletta, come aveva indicato, benpiù di Gianni Agnelli, il fratello Um-berto (che presentò a Luciano Lamauno storico documento nel quale siparlava di «riconversione dell’appa-rato produttivo nel suo complesso»,ricercando la partecipazione del sin-dacato alle scelte strategiche). Forseci si è sbagliati a proposito di Mar-chionne. Forse si dovrebbe laica-mente riconoscere che lui fa il suomestiere di manager in una impre-

sa, che ha una testa a Torino (sempremeno), l’altra a Detroit, le braccia al-trove, tra il Brasile e la Polonia. Quan-do Marchionne presenta il suo pianoper Pomigliano, ammesso che vogliadavvero investire a Pomigliano, sipuò prevedere che pensi a una impre-sa globale, ma non gli si può chiedereuna strategia globale, una strategiache si preoccupi di superare gli squili-bri e di garantire buoni salari, diritti,condizioni di lavoro, salute, ecceteraeccetera. Sulla scena dovrebbe starela politica, che in Italia, però, rinunciaalla sua parte, a contraporre proprieidee e a inventarne di nuove dentroresponsabilità generali, e piuttosto siesercita a usare, strumentalizzare, cer-

cando di piegare le richieste (o l'ulti-matum) di un capo azienda a un pro-getto di tanti colpi e un obiettivo: l’as-salto alla Costituzione (e ai diritti chesancisce). Tremonti e Sacconi (nonparliamo neppure di Brunetta) sven-tolano semplicemente una bandierapadronale persino oltre gli orizzontidel padrone, infiammano lo scontro,indicano il «modello». Il governo, finoa non molti anni fa, in una infinità divertenze trattava in cerca di intese.Qui, all’opposto, fa l’aizzatore di rottu-re. Il sindacato, invece di cercare solu-zioni unitarie, per una condivisioneche significherebbe «pace sociale» infabbrica e quindi reale efficacia dell’in-novazione industriale, s’è diviso al pri-

mo comparire del centrodestra e pri-ma ancora che la Fiat presentasse lesue carte. In taluni atteggiamenti c’èqualcosa di psicopatologico più chedi ideologico: per il senso di una ri-valsa dopo stagioni di subalternità.Centrosinistra e sinistra non riesco-no ad esprimere un’intenzione co-mune. Ancora ieri Walter Veltroni sidichiarava per l’accordo, «duro, mainevitabile», chiamando in causal'assenteismo: «Questa è una azien-da in cui il giorno delle elezioni del2008 su 4 mila seicento lavoratori,milleseicento si misero in permes-so...». Spiegava anche che i sindaca-ti avrebbero dovuto concentrarsiproprio su due questioni: diritto disciopero e assenteismo. Ma avrebbedovuto chiarire il nesso tra l’uno el’altro, tra un diritto individuale euna piaga sociale.

Si arriverà al referendum e proba-

bilmente vincerà il sì: che cosa sipuò scegliere tra il lavoro e niente?Il problema è che la politica è appar-sa debole oppure invadente e puniti-va, imperativa piuttosto che dialo-gante. Una carta in mano all’antipo-litica. Un’occasione si è persa: dopotanto discutere sulla Cina che si sa-rebbe dovuta avvicinare a noi per di-ritti e per salari, saremo noi a corre-re verso la Cina, quella di ieri, neppu-re più quella di oggi, e ad allontanar-ci dagli Stati Uniti di Obama o dallaGermania della Merkel. Ci ritrovere-mo più poveri (non dimentichiamoche le nostre retribuzioni sono tra lepiù basse nei paesi Ue: diventeremocosì consumatori sempre più debo-li) e forse meno liberi, sicuramentemeno tutelati, secondo il «modello»che entusiasma Sacconi. Una voltasi credeva che da una crisi si potesseuscire in avanti. Adesso nella crisi cisi rimane guardando indietro. ❖

Marchionne

Una volta da una crisisi usciva in avantiadesso indietro

Oltre400lavoratoridellePres-sediMirafiorihannovotatoall'

unanimità, durante l'assemblea infabbrica, una lettera aperta a SergioMarchionne sulla vertenza di Pomi-gliano. Gli operai sono convinti cheprestoo tardi toccheràanchea loro.

LaFiomèilprimosindacatodel-lo stabilimento Sata diMelfi. Le

tutebluhannoottenutoil26,60%del-le preferenze espresse dai lavoratoridella fabbrica Fiat, e 18delegati eletti.LaUilmhapersoilprimatomahacon-quistato lo stesso numero di seggi.

Sscioperodi2oreproclamatonel corsodel primo turnodal-

la Fiomcontro la firma dell’accordoseparato, ha aderito, infatti - affer-ma la stessa Fiom - il 60% degli ad-detti alla lastraturae l'80%degli ad-detti al montaggio.

Prospettive

Ha avuto troppocredito. E lui fa soloil manager

Foto Reuters

L’analisi

AMirafiori raccolta di firmecontro l’accordo separato

AMelfi le tute blu Cgildiventano primo sindacato

Alla Sevel di Val di Sangro2 ore di sciopero

Lavoro e diritti

Le reazioniall’accordo

Un governo che aizza e un’opposizione senza idee. Non ci si rende contoche con l’intesa saremo meno liberi e più poveri. E più vicini alla Cina...

MILANO

PrimoPiano

Infabbrica

Pomigliano, l’occasionemancata dalla politica

ORESTE PIVETTA

Sulla trattativa per il rilancio di Pomigliano la politica è stata spettatrice

14VENERDÌ18 GIUGNO2010

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CaraUnità

La satira de l’Unità

Luigi CancriniDialoghi

La solitudine dei funzionari onesti

RISPOSTA La ricostruzione offerta da Carlo Bonini su la Repubbli-

ca di ieri a proposito dell’appalto relativo alla caserma è un esempioefficace del modo in cui si arriva, nell’Italia di oggi, all’arricchimentoillecito di persone legate fra loro da amicizie interessate o “mafiose”.Governato da politici compiacenti, il gioco delle nomine nei posti dimaggiore responsabilità apre vere e proprie autostrade all'ingordigiadegli imprenditori e i premi pagati in termini di case e regalie sono persi-no “modesti” se un appalto stimato all'inizio fra i due e i tre milioni sitrasforma in una torta da 12 milioni. Quello che più colpisce a questopunto è la solitudine umiliante dei servitori dello Stato, i funzionari delSisde, rimossi per aver tentato di opporsi alla prepotenza della cricca.Lasciati ancora più soli da un Governo che insiste sulla necessità di ren-dere impossibili le indagini (giudici) e le inchieste (giornali) che hannopermesso di ricostruire quello che è accaduto. Con chiarezza mostrandoda che parte batte il cuore di un capo cui non sono mai piaciute le regolee che non ha mai amato quelli che tentano di farle rispettare.

L’inchiestadell’Espresso titolata «Basta sprechi» evidenzia cinquecriti-cità: Parlamento, sanità, cultura, difesaeRai. Aquesti bendocumentatipunti occorre aggiungerne almenoun altro: l’eccessivo costo di realiz-zazione delle spese pubbliche, a volte più del doppio o del triplo diopere equivalenti nel resto d’Europa.

MAURIZIO TIRITICCO

Capitale e lavoro

Mi domando: che significato assumeil ricatto a cui i nostri operai di Pomi-gliano sono sottoposti? Riguarda lo-ro soltanto, i loro diritti messi in di-scussione, o non riguarda tutti noi,noi in quanto cittadini che a diversotitolo “facciamo scuola”, insegnanti,genitorie, inprimo luogo, i nostri stu-denti in quanto futuri lavoratori? APomiglianononèingiocosolounpo-sto di lavoro, non è in gioco solo lasottoscrizione di un contratto, per-ché la dinamica delle lotte sindacali

dal dopoguerra ad oggi problemi diquesto tipo li ha sempre affrontati. Enon sono problemi che hanno una di-retta ricadutasulla scuola! Il fattoèchelapartitachesistagiocandoaPomiglia-no,echesiègiocataaTermini Imerese,èmolto più importante! Non è un casochelaFiatabbiaadottatoconinconsue-ta arroganza termini assolutamenteprovocatori e ricattatori! O accettatequestaminestra o, io Fiatme ne vado!Me ne vado là dove il mercato globalemi permette profitti di cui qui in Italianonpossopiùgodere!Per tantiannihodovuto subire le vostre richieste, orabasta! Ed è ben più grave che tutto ungoverno è d’accordo con questa linea!

Nonoffreunautorevoletavolopertrat-tare! Assume in toto la linea di Confin-dustria. Il nostro Presidente ce lo dicetutti i giorni: laCostituzioneèun limite!E’datata!L’hannoredattaicatto-comu-nisti, tutti tesi a pensare solo ai lavora-tori e ai comuni cittadini! Non agli im-prenditori! E hanno pure scritto che laproprietà privata deve assicurare unafunzione sociale! E i poveri capitalisti?Il loro diritto al profitto non c’è scritto!Bisogna finirla con una Costituzionetutta tesa a proteggere la gente impo-verita dalla guerra e che non dice unaparola per chi i capitali li costruisce…ovviamente per sé!

RUGGERODAROS

Frattini e la geografia

NelrecentetentativodellaCoopdi farechiarezzasuiprodotticoltivatinelleco-lonie israeliane ed etichettati con“Made in Israele”, ilministro Frattini hacommentato con queste parole: «neiTerritori occupati lavorano decine dimigliaiadipalestinesi,quindiquestaini-ziativa può incidere sull'economia deiTerritori che dà lavoro ai palestinesi».Chiunqueabbiaunaminimaideadido-vesiano lecoloniee iTerritorioccupaticapisce che questa frase contiene di-versecosesbagliateechi l’hadettadif-ficilmente conosce la geografia israe-lo-palestinese.Ma nondovrebbe esse-rescontatocheunministrodegliEstericonosca bene la situazione del MedioOriente, dove si concentra la politicaestera di tutto il mondo?

GIANLUCA EMALDI

Sono pronto a firmare

Su l’Unità di domenica ho letto con at-tenzione l'intervista aMargheritaHacke, riflettendoci sopra, ho ritenuto che ilfirmarearticolicheinfrangonolalegge

bavagliosiaunaformadidisobbedien-za civile (io preferisco la parola lotta)molto intelligente. Immagino che, nelcaso peggiore, vada nei casini chi fir-ma l'ipotetico articolo e l'editore stes-so che lo pubblica, ma almeno chi“scova” lenotiziepuòcontinuareafar-lo. Per questo ho deciso di dare lamiadisponibilità a firmare articoli“fuorilegge”. Non fatevi scrupoli: houn'età, sono single e non posseggoniente. Quindi posso farlo tranquilla-mente.

ROBERTO

Non tutte le domeniche

Lavoro in un centro commerciale. So-nofelicediavereunlavoro,sonofelicedi avere un contratto e a tempo inde-terminato e sono felice che l'aziendapercui lavorosiaun'aziendaancorasa-na.Lescrivoperspiegarlecosanonmipiace del mio lavoro: forse non saràunacosaimportante,madaquandola-voronelcentrocommerciale lamiavi-ta sociale è diventata un inferno. Noinon abbiamo una vita sociale perchéogni domenica siamo costretti a lavo-rareelavoriamospessoanchenellefe-stivitàquandocipiacerebbepassare iltempo libero con la nostra famiglia. Iturnisonodifficiliperché ilpersonaleèridotto e abbiamo un giorno libero lasettimana, fisso. Che possiamo fare ilmercoledì quando gli altri lavorano?Nulla. Forse da fuori questo problemavieneminimizzato e il tutto si riduce aun "menomale che il lavoro ce l'hai diche ti lamenti?". Ma è possibile che lavita ruoti tutta intorno ai centro com-merciali? Che la gente la domenicanonabbianientedimeglioda farechepasseggiare in questi casermoni piut-tosto che andare nei musei, sui prati,giocare con i propri bambini? Io nonchiedomolto.Lachiusura in2domeni-chemensili credete che sia fattibile?

ASCANIO DE SANTIS

VIA BENAGLIA, 25 - 00153 - [email protected]

Forum

virus.unita.it

www.unita.it16

VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 17: Unita 18062010

UNARAICHIAMATATITANIC

Sms

Il 2 giugno la sede di Tripoli dell’Alto Commis-sariato per i Rifugiati dell’Onu è stata costret-ta a chiudere poiché, non aderendo la Libiaalla Convenzione di Ginevra, le attività svol-

te dall’ufficio venivano considerate “illecite”. Èuna questione che riguarda, e molto, l’Italia. E,infatti, il «Trattato di amicizia, partenariato e coo-perazione» siglato con la Libia ha appena compiu-to un anno. Una cooperazione nella «lotta al ter-rorismo, alla criminalità organizzata, al trafficodi stupefacenti, all’immigrazione clandestina» at-traverso «un sistema di controllo delle frontiereterrestri libiche». Così, dal 15 maggio 2009, vie-ne attuata una politica di respingimento di quan-ti tentano di approdare irregolarmente sulle no-stre coste. Gli effetti di questa politica sono dram-matici. Per un verso si è registrata una riduzionedelle richieste di asilo presentate agli organi ita-liani: dagli oltre 31mila del 2008 a poco più di17mila nel 2009. Per altro verso gli sbarchi, chenel 2008 sono stati 36.900, si sono ridotti a9.573 (ma quelli in Sicilia rappresentavano appe-na il 5% degli ingressi irregolari), con un calonotevole, del 90%, da maggio a dicembre. Ma larealtà che si cela dietro questi numeri rimandamette sotto accusa la pratica dei respingimenti epiù in generale l’inasprimento delle misure dicontrasto all’immigrazione. Ne conseguono la ri-nuncia al viaggio da parte di chi è a conoscenzadelle˘ politiche migratorie italiane, il pesantissi-mo controllo libico sul territorio e sulle coste, l’in-tercettazione e il respingimento in mare di quan-ti riescono a imbarcarsi. Quei migranti respinticon ogni probabilità, avevano diritto di ottenerelo status di rifugiati, ma di loro non sapremo piùnulla. Certo, avevamo solidi motivi per chiudereil contenzioso con la Libia per il nostro passatocoloniale, ma, evidentemente, nemmeno un mo-tivo qualunque per aiutare uomini e donne prove-nienti da paesi dove quel passato è stato ugual-mente disastroso. Intanto il ministro Franco Frat-tini vanta il fatto di aver salvato tanti dalla mortein mare. È immorale il tentativo di presentare al-l’opinione pubblica una sola faccia del fenomenomigratorio: se i morti sono morti (e i 419 del2009 a noi sembrano molti), qual è il destino deisalvati, dei “respinti”? L’alternativa possibile sa-rà tra la detenzione nei campi libici di cui sonostati ben documentati i livelli di civiltà giuridica,e il ritorno coatto alle situazioni di guerra, mise-ria, persecuzione dalle quali erano fuggiti. Ma,secondo l’articolo 16 del Trattato, le parti nondovrebbero adoperarsi «per la diffusione di unacultura ispirata ai principi della collaborazionetra i popoli»?❖

ErnestoRuffini

BRAVA NAPOLEONI

l’Unità è la mia stella polare. L’artico-lo di Loretta Napoleoni su capitale elavoro mi ha illuminato: grazie delleutili informazioni e avanti così.LUIGI, TORINO

BASTA CON IL CABARET

Non è più possibile rimanere insensi-bili alle battute da cabaret alle balleche tutti i giorni spara il Berlusca: sia-mo lo zimbello d’Europa. A tutto c’èun limite. Mostriamo anche noi la no-stra RABBIA, saremo così solidali coni terremotati dell’Aquila che final-mente hanno deciso di riappropriarsidella loro vita.PAOLA

IL METEOFEDERALISTA

Plaudo a Zaia che con le sue esterna-zioni circa le previsioni del tempoche in Veneto devono essere sempre“al bello” per far cassa - quindi previ-sioni feder-padan-leghiste - dimostrachiaramente che la politica leghista èfine a se stessa.PAOLA

IL SOGNODEGLI INDUSTRIALI

Gli industriali vogliono un lavoro co-sto zero per poi portare i soldi nei pa-radisi fiscali.RENATA, JESI

I PENSIERI DELLAMARCEGAGLIA

Cara Unità dice la Marcegaglia: «Miriesce inconcepibile il no dellaFiom». Ha provato ragionarci? Salu-ti.SALVATORE SANNA

MENOMALE CHE PIER LUIGI C’È

Trovo sull’Unità pagina che mi arric-chiscono di consapevolezza ma an-che di paura nell’apprendere tantemeschinità. Ma poi ecco comparire lafoto di una faccia pulita, onesta echiara, di una persona NORMALE co-me vorrei diventasse il nostro Pae-se... Sig. Bersani, grazie, grazie di esi-stere.FABRIZIOVIOLA

UNALTROCLN?

Sento puzza di fascismo, questa de-stra mi fa paura. Per liberarcene do-vremmo davvero costitituire un altroC.L.N.?FERRO

UNTG OTTOVOLANTE

L’impaginazione del Tg 1 é schizofre-nica: notizie importanti anticipatenei titoli vengono sepolte tra amemi-tà varie. Seguirlo é come fare un girosull’ottovolante! Minzo sta abusandodella pazienza di quegli utenti che an-cora resistono.LUIGI, PALERMO

L’ITALIA, LA LIBIAE IL TRATTATO

DELLAVERGOGNADOPOLA LETTERADI BERSANI

A BUONDIRITTO

Primo: la Rai è in crisi. Una crisi profonda siadi immagine sia economica. Non è davveroeccessivo parlare di una doppia emergen-za, come fa Pier Luigi Bersani nella lettera

al Corriere della Sera: una emergenza democratica(basta guardare il Tg 1 di Augusto Minzolini); unaemergenza industriale (il passaggio dal digitale ter-restre comporta grandi investimenti mentre il bucodi bilancio fa paura).

Secondo: la legge Gasparri non funziona. Non èmai stato così evidente come di questi tempi. Si èinventato un sistema di conduzione dell’aziendache fa ricadere tutta la responsabilità sulle scelte deipartiti di governo. Con il risultato che il consiglio diamministrazione assomiglia a un litigioso parlamen-tino, dove per altro la maggioranza si spartisce lepoltrone che contano. Ed è da qui che passano peressere votate tutte le proposte del direttore genera-le, in realtà un finto capo azienda. E per di più nonconsiderato all’altezza della sfida, anche dalla suaparte politica.

Ci sono poi alcuni fatti registrati negli ultimi mesiche sono sconcertanti: dalla gestione del “caso San-toro” allo stop ai talk show proprio in campagna elet-torale, quando ce ne sarebbe stato più bisogno; dal-la cacciata di Ruffini (con il Tribunale che impone ilsuo reintegro alla guida della Terza Rete, con il risul-tato che adesso un altro ottimo professionista comeAntonio Di Bella rischia di restare “a spasso”) allaminaccia del premier che occupa pro tempore an-che il posto di ministro di riferimento della Rai, dinon firmare il contratto di servizio, di lasciare a sec-co il servizio pubblico, fino alla minaccia del mini-stro leghista Calderoli di privatizzare non si capiscebene che cosa. E poi la maggioranza che in Vigilan-za pretende di far passare l’idea che alla fine di ognitrasmissione siano pubblicati nei titoli di coda i com-pensi di tutti, una demagogica gogna mediatica,che non verrà mai rispettata. Ebbene, è da qui chenasce l’idea di Pierluigi Bersani di fare un ultimotentativo per salvare la Rai. Cambiare subito la go-vernance. Una proposta di buon senso, fatta da chiha i piedi per terra, che sa di non essere maggioran-za ma che vuole cercare in parlamento interlocutoridisposti a salvare il servizio pubblico.

L’idea è piaciuta a tanti anche nel centro sinistra.E tuttavia non sono mancate osservazioni. La piùsorprendente? Che sia una proposta poco ambizio-sa! Troppo figlia della realpolitik del segretario delPd. Sic! Quella che vola più alto? Se non si supera ilconflitto di interessi… Come dire, meglio non farenulla? Quella di alzare sempre la palla è un vecchiovizio della sinistra. Sacrosanto ricordare il conflittodi interessi. Ma che non diventi, magari involonta-riamente. una scusa per non tentare di cambiare.❖

ValentinaBrinis

cellulare3357872250

Carlo Rognoni

La tiratura del 17 giugno 2010 è stata di 117.445 copie

I DISASTROSI EFFETTI DELL’ACCORDO

17VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 18: Unita 18062010
Page 19: Unita 18062010

LAFORZADICHIEDERE

SCUSA

Un commissione stabilisce le colpe dei militariper una strage di 38 anni fa e il premier chiede

perdono. Ovviamente non si tratta dell’Italia

«Non riesco a credere alle notizie dioggi / non riesco a chiudere gli occhi/ E a levarmelo dalla mente / quan-to a lungo dobbiamo cantare questacanzone?/ (…)/Bottiglie rotte sot-to i piedi dei bambini˘/

Corpi sparpagliati lungo la stra-da senza uscita»

(U2, Sunday Bloody Sunday)***

Ma perché in Italia no?Perché nel nostro Pae-se mai una volta e, in-vece, nel Regno Unito

- appena tre giorni fa - il premierDavid Cameron ha trovato forza eintelligenza per un importante attodi verità? La commissione Savillesulla “domenica di sangue” del 30gennaio 1972, a Derry in Irlandadel Nord, ha concluso i suoi lavori.Il rapporto risponde in maniera ine-quivocabile ad alcune essenziali do-mande: chi sparò il primo colpo? Imilitari inglesi. I manifestanti era-no armati? No. I militari hanno re-so false testimonianze? Sì. Il pre-mier Cameron ha chiesto scusa «innome dello Stato per quelle mortiingiustificate e ingiustificabili». Sipotrebbe eccepire: ma ci sono volu-ti 38 anni. Certo è un tempo lun-ghissimo, ma ciò rende ancora piùacuto lo scarto del confronto conl’Italia: perché qui mai? Perché, nelnostro Paese, le morti e le stragi, gliabusi e le violenze, in cui la respon-sabilità di questo o quello apparatosia risultata incontrovertibile, maihanno portato lo Stato a “chiederescusa”?

Il ferroviere Giuseppe Pinelli,una delle vittime della prima e piùintricata vicenda di collusione traterrorismo e uomini e settori delloStato, precipitò da una finestra delquarto piano della questura di Mila-no. Ammesso e non concesso che lasua morte sia stata accidentale, è as-sodato che il suo trattenimento inquestura si protrasse oltre i limitiprevisti dalla legge. È stato maichiesto scusa ai suoi familiari? Qua-rant’anni dopo, qualcuno ammette-rà che una lunga teoria di uominidello Stato ha negato a Stefano Cuc-chi il diritto fondamentale alla dife-sa e, ancor prima, quello all’incolu-mità personale? Palesemente, nonsi tratta solo di una questione dibuone maniere. Il chiedere scusa è,qui, l’ammissione di una responsa-bilità e può avere conseguenze si-gnificative. Innanzitutto, eviden-zia l’esistenza di un limite preciso -sempre identificabile - tra ciò che èlecito e ciò che non lo è, e la catalo-gazione di quest’ultimo tra le vocinegative di un bilancio, tra le passi-

vità e i fallimenti. L’istituzione, neldichiarare la propria debolezza(“ho sbagliato”) riconosce la pro-pria fallibilità e si impegna a porvirimedio. Indica l’errore per comuni-care che quell’errore è una patolo-gia, non l’espressione ordinaria diun sistema.

Una ulteriore e possibile con-seguenza va ancora più a fondo. Lacolpa, per la quale si chiede scusa,ha rotto il legame sociale, ovvero ilrapporto di reciprocità tra cittadi-no e Stato. Quel rapporto si fonda,sempre e comunque, su un patto co-stituente: io, cittadino, onoro ilmio vincolo di lealtà nei confrontidello Stato, se lo Stato garantisce lamia incolumità fisica. La legittimi-tà morale e politica dello Stato sifonda esattamente su tale patto. Selo Stato non protegge me e il miocorpo (e, tanto più, se lo Stato at-tenta a me e al mio corpo), il vinco-lo di lealtà va considerato sciolto al-l’istante.

Per questo la “domenica di san-gue” ebbe quel ruolo così atroce-mente simbolico: perché una politi-ca per l’Irlanda, già così piena dicontraddizioni e di errori, precipitòin abissale crisi morale: l’esercito diSua Maestà sparava su cittadiniinermi, alcuni giovanissimi. Lo scan-dalo fu enorme. Certo, seguironomille altri episodi, crudeltà e stragi,da una parte e dall’altra, ma la datae l’atto originari di quella crisi di le-gittimità politica e morale rimaseroindelebili. Poi, tra enormi fatiche esofferenze, la situazione si è evolu-ta verso un esito negoziale. Ma pro-prio il carattere dirompente di quel-l’eccidio esigeva una riparazione do-tata di un altrettanto intenso valoresimbolico. E così è stato. Esattamen-te ciò che in Italia, non dico non èstato fatto, ma nemmeno è statopensato. Si obietterà: ma in Italianon c’è stata una guerra civile. Giu-stissimo, e non è certo la sola diffe-renza tra due situazioni incompara-bili. Ma ciò nonostante il nostro Pae-se ha patito alcune conseguenzeproprie di una guerra civile (conflit-ti acuti, violenza diffusa, attentati,numerose vittime): o gli effetti, co-munque cruenti, di una “guerra civi-le simulata”. In quel contesto, le la-cerazioni prodotte dalle illegalità diStato, hanno avuto un ruolo deter-minante: non sono state mai ricuci-te, tendono a ripetersi, rischiano diriprodursi all’infinito, sedimentan-do una riserva di estraneità, un de-posito di rancore, un accumulo diostilità. Una frattura non sanata ten-de a non ricomporsi: anche nel cor-po sociale.❖

www.abuondiritto.it

Marcia per i diritti civili: la strage del Bloody sunday

Luigi Manconi

LAVOROAI FIANCHI

19VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 20: Unita 18062010

Foto Ansa

L’ex capo della polizia Gianni DeGennaro sapeva tutto dell’irruzio-ne nella scuola Diaz, l’aveva ordina-ta, magari non proprio quella ma-celleria che fu ma certo aveva datol’ordine. E poi ha mentito e indottoi suoi funzionari a mentire per co-

prire quel massacro. Nove anni dopoil sangue mai lavato nella scuolaDiaz durante il G8 di Genova (luglio2001) la corte d’Appello di Genovaribalta l’assoluzione di primo gradoe condanna il prefetto, ora gran capodi tutta l’intelligence, a un anno equattro mesi per istigazione alla fal-sa testimonianza dell’ex questore diGenova Francesco Colucci. Stessasorte, appena più lieve (un anno edue mesi), per all’allora capo dellaDigos di Genova, Spartaco Mortola,ora vicequestore vicario a Torino.

Il tempo passa ma non dimentica.Non lava il sangue di innocenti. Equelle che oggi una sentenza defini-sce «bugie».

Governo e maggioranza fannoquadrato intorno al prefetto diretto-re del Dis (l’ex Cesis): «Innocente fi-no alla Cassazione» (Alfano); «tota-le fiducia» (Maroni). Il Pd con Rea-

lacci esulta perchè «nessuno è soprala legge». E ottiene soddisfazionequella fetta di sinistra cancellata dalParlamento (Verdi, Rifondazione)testimone disarmata del macello ge-

novese.La forza e la violenza di quello che

è stato visto e vissuto in quei giornidel luglio 2001 alla fine presenta ilconto. Sembravano finite per sem-pre le inchieste sul G8, sepolte nellarabbia e nell’indifferenza sotto lequasi totali assoluzioni. Nel giro ditre settimane invece due diverse Cor-ti d’Appello riportano il dado alla ca-sella di partenza. Condannati tutti ivertici della polizia per l’irruzionenella scuola. Condannato De Genna-ro.

Era un fascicolo stralcio, questo.Avviato dai pm Zucca e Cardona Al-bini nei primi mesi del 2007 duranteil processo ai responsabili dell’irru-

Gianni De Gennaro

p La sentenza di Appello ribalta il primo grado: un anno e 4 mesi all’ex capo della Polizia

p I ministri Maroni e Alfano: siamo con lui. Un anno e due mesi per l’ex capo della Digos

Italia

In Appello ribaltata la senten-za di primo grado. L’ex capodella polizia De Gennaro sape-va dell’irruzione alla Diaz maha mentito. E ha indotto l’exquestore Colucci a ritrattare lesue dichiarazioni.

CLAUDIA FUSANI

[email protected]

Il 7 maggio 2007 DeGennaro a Colucci:«Haisbranato i pm»

www.unita.it

Diaz, indusse adire il falsoCondannatoDeGennaro

La telefonata

20VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 21: Unita 18062010

zione nella scuola Diaz. Accadde chedall’ufficio reperti della questura era-no sparite le bottiglie molotov, per lapolizia prova regina della provoca-zione dei black bloc e motivo dell’ir-ruzione.

Furono messi sotto controllo alcu-ni telefoni, quello di Colucci e di Mor-tola. Le intercettazioni chiave sonotra il 26 aprile e il 7 maggio 2007 acavallo delle testimonianze di Coluc-ci e De Gennaro al processo. Il que-store in una prima fase aveva dettoche nonostante fosse il responsabiledell’ordine pubblico, in quei giorni,era stato nei fatti esautorato dal Ca-po della polizia e dai suoi uomini in-viati a Genova. I quali erano in cimaalla catena di comando che aveva or-dinato l’irruzione. Quella versionefu ribaltata in aula da Colucci. Su ri-chiesta di De Gennaro. «Vabbè, devofare un po’ di marcia indietro rispet-to ai verbali, ma tu fammi leggere‘sti cazzo di verbali» dice Colucci aMortola il 28 aprile 2007. Il 3 mag-gio Colucci è in aula. «E annulla - scri-ve il pm - ogni contenuto delle dichia-razioni rese in istruttoria che poteva-no confliggere con quelle dei suoi ve-ertici». Il 7 maggio Colucci esulta altelefono: «Ho dato due legnate alpm. Anche il Capo mi ha telefonatoper dirmi “li hai messi alla sbar-ra”».❖

L'unico brivido di un processo cheancora stenta a decollare in attesa diun verdetto definitivo sulla compe-tenza territoriale – Firenze o Roma:il Tribunale prende tempo e rinviatutto al 6 luglio, in attesa delle moti-vazioni della Cassazione - è l'annun-cio, in aula, della decisione del Riesa-me: Angelo Balducci e Fabio De San-tis restano in carcere. A comunicarloalle parti, nel corso della secondaudienza del processo alla “cricca”per la Scuola Marescialli di Firenze,è il presidente del tribunale. De San-tis, unico imputato presente in aula,incassa il colpo in silenzio, mentre lemascelle degli amici dell’ex provve-ditore alle opere pubbliche della To-scana, seduti nell’ultima fila, si serra-no per il disappunto. «Non se lo meri-ta» dicono. La sentenza viene distri-buita, l’udienza si interrompe: avvo-cati e magistrati - in mezzo a loro,anche il procuratore capo GiuseppeQuattrocchi - si immergono nella let-tura. Cinque pagine per giustificareil protrarsi di una permanenza in car-cere che, per i due funzionari pubbli-ci, va avanti ormai da molti mesi.

«Uno stile di vita antigiuridico»,un «atteggiamento di totale chiusu-ra alle ipotesi accusatorie degli inda-gati» e «i legami profondi con sogget-

ti di livello istituzionale molto eleva-to»: sono questi, per i giudici del Rie-same, gli elementi che convinconodel fatto «che un sistema così oliatoe potente non possa ritenersi scardi-nato a seguito della detenzione».

Per il Riesame «le esigenze caute-lari sono correlate sia al pericolo d'in-quinamento probatorio, in relazio-ne alle possibilità d'intervento supersone che devono essere ancorasentite sia al pericolo di reiterazionedel reato». Scartata l’ipotesi dei do-miciliari: per la «mancata percezio-ne di antigiuridicità della condottada parte dell'indagato, rivelatrice dicarenza di autodisciplina» e «per ilcoinvolgimento di familiari e in par-ticolare delle mogli, ben inserite nelsistema di cui si avvantaggiano an-

che se in ruoli non penalmente rile-vanti».

Per il resto, l’udienza non riser-va colpi di scena. Le difese ribadi-scono la necessità di spostare tuttoa Roma e non solo per la Cassazio-ne - all’incontro fiorentino tra gliimprenditori Fusi e Piscicelli, so-stengono, non erano presenti pub-blici ufficiali - la pm GiuseppinaMione ribadisce che proprio in se-guito a quell’incontro si attiva «latask force per la reimmissione nelcantiere della Scuola Maresciallidella Btp di Fusi». Piscicelli, osser-va, era l'intermediario tra Fusi e ipubblici funzionari romani «affin-chè Balducci e De Santis non sisporcassero le mani trattando unarichiesta di denaro».❖

Gianpi Tarantinirinviato a giudizioper spaccio di droga

CASOUNIPOL-FAVATA

L’ESTATE SARDA Il gip del Tribu-naledi BariVitoFanizzihadispostoilritoimmediato per l’imprenditore Gianpao-loTarantiniealtrecinquepersone (tra lequali isuoidueamiciAlessandroManna-rini e Massimiliano Verdoscia) accusatedi spaccio di sostanze stupefacenti. Glialtri tre sono i presunti spacciatori Ono-frio Spilotros, Stefano Iacovelli eNico De

Palma. L’inchiesta riguarda l’estate da«sballo» del 2008 in Sardegna duran-te la quale Tarantini conobbe il pre-mier, Silvio Berlusconi. Fu proprio Ta-rantini a presentare al capo del gover-no30avvenentigiovanidonnetraset-tembre2008 egennaio2009.Sullavi-cenda delle escort, nella quale Taranti-nièindagatoperfavoreggiamentodel-laprostituzione,leindaginisonoincor-so. Secondo l’accusa, Tarantini avreb-be acquistato e ceduto coca durante ipartycheorganizzava nellesuecase aGiovinazzo e in Sardegna.

Cronologia

[email protected]

Di Pietro (Idv) ha chiesto al pre-mierdirispondereinaulasull’in-tercettazioneUnipol.Dopo la ri-sposta del sottosegretario Ca-liendo, Di Pietro: «Io chiedo fa-ve, lei mi risponde piselli».

p Per il processo il tribunale di Firenze prende tempo

p Tutto rinviato al 6 luglio in attesa delle motivazioni della Cassazione

PIndiscrezionisulladecisionedelgipdiPerugiasullarichiestadellaprocuradicommis-

sariamentodelle sei societàdelgruppo Anemone. Ilcostruttore, consideratofigura centra-le dell'inchiesta sui Grandi eventi, sarebbe stato interdetto dal prendere lavori nonchè con-tatti con l’amministrazione dello Stato per otto mesi.

IL SETTIMANALE CHE FA ARRABBIARE

FIAT, la ferocia contro gli ultimi

di NICHI VENDOLA

I padroni che comandano i governidi ANDREA COLOMBO

60 anni di Mondiali di calciodi DARWIN PASTORIN

Gli sbarellamenti di Apple e Googledi ALBERTO ABRUZZESE

diretto da Piero Sansonetti

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21 luglio2001 - Intornoalle22l’irruzionenella scuolaDiaz.66noglo-bal picchiati

Gennaio 2007 - Sparisconodalla questura le due bottiglie molo-tov.Eranoprove importanti. I pmmet-tono sotto alcuni telefoni.

Maggio 2007 - Colucci, l’exquestore, smentisce se stesso in aulanelprocessodi I˚ai verticidellapoliziaaccusatidiabusoeviolenza.Primaam-mettepoinegailcoinvolgimentodiDeGennaro nelle decisioni prese la seradel 21 luglio.

13novembre2008-Assol-ti i vertici di ps per l’irruzione alla Diaz

7ottobre2009- DeGennaroassolto in 1˚per falsa testimonianza

19maggio2010- Condanna-ti inappello iverticidipsper l’irruzione

16giugno2010-DeGennaroeMortolacondannati inappelloperfal-sa testimonianza

Dall’irruzionealle sentenze

FIRENZE

BARI

PARLANDODI...

GruppoAnemone

Cricca, Balducci eDe Santisrestano in carcere

Nulla di fatto per l’inizio del pro-cesso a carico di Balducci e deSantis, i due personaggi chiavedel comitato d’affari sugli appal-ti pubblici. Il tribunale di Firen-ze decide solo che i due devonorestare in carcere.

MARIA VITTORIA GIANNOTTI

21VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 22: Unita 18062010

Foto Ansa

Per la morte di Stefano Cucchi, ilragazzo 31enne deceduto lo scor-so 22 ottobre nel reparto detenti-vo dell’ospedale romano SandroPertini, la procura della capitaleha chiesto il processo per 13 perso-ne: si tratta dei tre agenti di poli-zia penitenziaria che lo avrebberopicchiato nelle celle di sicurezzadel tribunale di piazzale Clodo, di

sei medici e tre infermieri in servi-zio presso il nosocomio “SandroPertini” e del direttore dell'ufficiodetenuti e del trattamento delPrap, il Provveditorato RegionaleAmministrazione Penitenziaria. Ipm Vincenzo Barba e Maria Fran-cesca Loy hanno firmato ieri la ri-chiesta di rinvio a giudizio, ora alvaglio del gup Rosaria Liso. Inva-riata la sostanza dell’impianto ac-cusatorio già noto all’indomanidella chiusura delle indagini preli-minari: gli agenti della polizia pe-nitenziaria Nicola Minichini, Cor-rado Santantonio e Antonio Do-menici sono accusati di lesioni e

abuso di autorità; i medici AldoFierro, primario del reparto e i suoicolleghi Silvia Di Carlo, FlaminiaBruno, Stefania Corbi e Luigi PreiteDe Marchis, insieme agli infermieriGiuseppe Flauto, Elvira Martelli eDomenico Pepe, rischiano il proces-so per il reato di abbandono di inca-pace aggravato dalla morte mentreper un altro medico della struttura,Rosita Caponetti e per il dirigentedel Prap, Claudio Marchiandi, le ac-cuse sono quelle, rispettivamente,di falso referto e favoreggiamento.Marchiandi, secondo i pm, insiemecon Rosita Caponetti, medico di tur-no al momento del ricovero di Ste-fano Cucchi, furono d’accordo a fal-sificare la cartella clinica del giova-ne: così occultarono i sintomi delpestaggio con l’intenzione di preco-stituire una copertura per i tre agen-ti della penitenziaria. In particola-re, la dottoressa Caponetti scrisseche le condizioni generali di Cuc-chi, al suo ingresso in ospedale, era-no «buone», che il suo stato di nutri-zione era «discreto» e il suo appara-to muscolare «tonico trofico».

Dati «palesemente falsi - scrivo-no i magistrati - in ordine alle realicondizioni del paziente». Peraltro,quella diagnosi mendace, secondola procura , fece sì che Cucchi, inve-ce di essere trasferito in un repartoidoneo alle sue gravi reali condizio-ni, restasse all’interno del repartodetentivo dell’ospedale, assoluta-mente non adatto a pazienti affettida patologie acute come la sua.Cucchi infatti era arrivato al‘Pertini’ che neanche riusciva a reg-gersi in piedi e a camminare, eramagrissimo (pesava 45 chili) e pre-sentava i segni delle lesioni inferti-gli da tre agenti della penitenziariail giorno prima. Questi ultimi, scri-

vono i pm, «spinsero e colpironocon dei calci Cucchi» mentre si tro-vava nel bunker sotterraneo di piaz-zale Clodio in attesa di essere ac-compagnato in aula per l’udienzadi convalida. Quindi, «lo fecero ca-dere a terra e gli provocavano lesio-ni personali: un ematoma sul so-pracciglio, escoriazioni sul dorsodelle mani, escoriazioni intornoagli occhi, altre lievi lesioni e l’infra-zione della quarta vertebra sacra-le». Il ragazzo, è la convinzione del-la procura, tuttavia avrebbe potutosopravvivere, se soltanto gli fosse-ro state somministrate le cure più

elementari.Ma così non fu, scrivono i pm,

perché al «Pertini» i medici lo ab-bandonarono a se stesso, lasciando-lo morire di fame e di sete, assecon-dando il suo rifiuto a non nutrirsicon una sconvolgente indifferenza,senza avvertirlo di quale rischio cor-resse. Sarebbe bastato un bicchieredi acqua e zucchero per salvargli lavita e i medici non potevano non sa-perlo. Sta di fatto che quando Cuc-chi morì, in ospedale alterarono ilsuo certificato di morte, che venneregistrata falsamente come eventonaturale.❖

Stefano Cucchi insieme alla sorella il giorno della nascita del nipote

p Si tratta dei tre agenti di polizia penitenziaria di sei medici e tre infermieri del «Pertini»

p Tutti i sanitari rischiano il giudizio per il reato di abbandono di incapace aggravato dalla morte

[email protected]

Al «Pertini» il ragazzofu abbandonatoa se stesso

ROMA

Italia

I pm

Cucchi, chiestoil processoper tredicipersoneCon difficoltà enormi i pmstanno lavorando per arriva-re alla verità sulla morte diStefano Cucchi. Ieri è statochiesto l’arresto per 13 perso-ne. I reati contestati a tutti so-no gravi.

ANGELA CAMUSO

22VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 23: Unita 18062010

Il 20 marzo 1994 è domenica. A casa di IlariaAlpi verso le tre del pomeriggio arriva unatelefonata dalla redazione di Raitre. A rispon-dere è Luciana. «…Ilaria è morta…» le dico-no. Con sua figlia aveva parlato poche ore pri-ma. È «il più crudele dei giorni» in cui la vita

di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin veniva stroncata aMogadiscio in un agguato. È il più crudele dei gior-ni che sconvolge la vita di Luciana e Giorgio genito-ri di Ilaria e di Patrizia e Ian moglie e figlio di Miran.

Da subito si tenta di accreditare la tesi dell’incidenta-lità: un attentato dei fondamentalisti islamici, unarappresaglia contro i militari italiani, un tentativo disequestro, un tentativo di rapina. Ma fu un’esecuzio-ne. È quanto ha sostenuto anche il dottor EmanueleCersosimo respingendo la richiesta di archiviazionedel procedimento penale presentata dalla Procuradi Roma: «…la ricostruzione della vicenda appareessere quella dell’omicidio su commissione, assassi-nio posto in essere per impedire che le notizie raccol-te dalla Alpi e dal Hrovatin in ordine ai traffici diarmi e di rifiuti tossici…venissero portati a cono-scenza dell’opinione pubblica...»

LO SPECIALE

Premio Ilaria Alpi

MARIANGELA GRITTA GRAINERPortavoce dell’Associazione Ilaria Alpi

LA RESISTENZADELLA VERITÀ

A Riccione incontri e riflessioni sul giornalismo d’inchiesta: la voglia di raccontarela realtà per quello che è e le mille difficoltà in tempi di legge bavaglio

p SEGUE ALLA PAGINA II

Page 24: Unita 18062010

Dunque traffici illeciti, che solo ma-fia, ’ndrangheta e camorra posso-no gestire, come negli ultimi mesiindagini di procure, dichiarazionidi pentiti e collaboratori di giusti-zia hanno riconfermato a partire

dalle «navi dei veleni». Organizzazioni criminaliche possono crescere grazie a coperture e complici-tà nelle strutture di potere pubbliche e private: ledichiarazioni di collaboratori di giustizia su questocaso ma anche sulle stragi di quegli stessi anni lodimostrano. Nei mesi scorsi sulle navi dei veleni c’èstato un gran baccano. E poi? Un silenzio assordan-te. Non è la prima volta. Appena ci si avvicina allaverità ecco che si costruisce un depistaggio… Re-spinta la richiesta di archiviazione avanzata dalPm Amato della Procura di Roma e disposta invecel’imputazione coatta per il reato di calunnia, AliRage Hamed, detto Jelle è stato rinviato a giudizio.La prima udienza è il 23 novembre. Si tratta deltestimone d’accusa chiave nei confronti di HashiOmar Hassan in carcere da dieci anni, dopo con-danna definitiva a 26 anni. Un procedimento con-troverso per la diversità delle sentenze (innocente/colpevole) e che forse dà ragione a chi ha scrittoche si è voluto costruire in Hashi un capro espiato-rio. Ci sono testimoni che hanno dichiarato che Jel-le non era presente sul luogo del duplice omicidio;Jelle non ha testimoniato al processo e dunquenon ha riconosciuto in aula Hashi; c’è un’intercetta-zione in cui dichiara di essere stato indotto ad accu-sare Hashi ma di voler ritrattare e raccontare laverità. (Hashi Omar Hassan venne in Italia comevittima di violenze presunte subite da cittadini so-mali da parte di militari italiani).Cercare prove per individuare esecutori e mandan-ti è un dovere della magistratura e delle istituzioni.Sono tantissime le persone che hanno sostenuto labattaglia di Luciana e Giorgio Alpi per la giustizia everità. Centinaia le istituzioni locali, le scuole, lebiblioteche che portano il nome di Ilaria e Miran.L’appello che l’associazione Ilaria Alpi ha lanciatovuole dare voce e peso politico a loro e a tutti icittadini che «amano» questo paese e pensano chegiustizia e verità possano renderlo migliore.❖

RFRANCESCA FAGNANI DaFalconeaBorsellino.Per«LaStoriasiamonoi»Fagnani rievoca le stragi di Capaci e di via D’Amelio raccontate dal punto divista degli uomini della scorta. Voce narrante è quella dellamoglie di Borselli-no. Parla anche un superstite di via D’Amelio.

GABRIELLA GALLOZZI

La riunione «aperta»

ROBERTO ORAZI ScrittaconilgiornalistaAlessandroGilioli,un’inchiestatra iprotagonistidel trafficodiorgani: idonatori,spessocostrettiaesserloconl'ingan-noo il ricatto; imediatori e i trafficanti cheorganizzano il passaggiodaunoStatoall'altro, i chirurghi che operano a cottimo, sannoma fingono di non sapere.

Foto Di Riccardo Gallini

LO SPECIALE

Giornalismo d’inchiesta:raccontare la realtà cheaccade e le difficoltà per farlo,soprattutto in tempi dileggi-bavaglio. Se ne parla aRiccione, al Premio IlariaAlpi. Dove si è recata laredazione mobile dell’«Unità»Per esserci, resistere.

TestimonianzeL’importanzadi essere «doc»

La redazione mobile de «l’Unità» a Riccionedurante la riunione mattutina del giornaleinsieme al Premio Ilaria Alpi

«H.O.T. HorganHumanTraffic»

p SEGUE DALLA PAGINA I

«57 giorni a Palermo»

II | | VENERDÌ 18 GIUGNO 2010

Page 25: Unita 18062010

Un piccolo esempio percapire subito la salutedel giornalismo di in-chiesta in Italia. Pren-diamo la «rivolta» diRosarno, i lavoratoridi colore «trasformati»in bersagli umani da-gli abitanti della citta-dina calabrese. Al mo-

mento del dramma tutte le televisioni hanno acce-so i riflettori. Ma fin lì, fino a poco prima delloscoppio della violenza, nonostante i ripetuti allar-mi lanciati dalle associazioni sulle condizioni divita inumane degli «stagionali», nessuna testataitaliana si è spinta ad approfondire la realtà diquella «polveriera». A farlo è stata soltanto unatroupe della Bbc. Ecco, il Premio Ilaria Alpi raccon-ta anche questo. Le difficoltà di fare giornalismo,di raccontare la realtà, quella che accade davveroe che è ben altra da quella che passa in tv, soprat-tutto in questi tempi di leggi bavaglio. Per questol'Unità mobile ha scelto di essere a Riccione, dovefino al 19 giugno si svolgerà la 16esima edizionedel premio di giornalismo televisivo intitolata allamemoria dell'inviata del tg3 uccisa, insieme all'operatore Miran Hrovatin per le strade di Mogadi-scio, sedici anni fa. Un duplice omicidio, ancoraoggi, senza una verità giudiziaria. È in questo con-testo che ieri mattina si è svolta la nostra riunionedi redazione «aperta» e in diretta streaming sulnostro sito, condotta da Concita De Gregorio. Unmomento di approfondimento su come «l'informa-zione si fa», alla quale hanno preso parte le tante«voci» del premio e un numeroso pubblico. A co-minciare da Mariangela Gritta Grainer, portavocedell'Associazione Ilaria Alpi che da sedici anni sibatte contro il silenzio e i depistaggio per copriremandanti e responsabili di quel duplice omicidio.Un'occasione anche per rilanciare l'appello in cuisi chiede «verità e giustizia» per Ilaria e Miran eche vede uniti rappresentanti del giornalismo, del-la politica, della cultura, dello spettacolo. Tra i tan-ti firmatari, spiccano fin qui i nomi di Dario Fo,Lella Costa, Giovanna Mezzogiorno, Rosy Bindi,Walter Veltroni, Italo Moretti.

«Il caso Ilaria Alpi è uno dei più emblematici neldescrivere i rapporti che legano il potere politicocon la criminalità organizzata», dice Roberto Mor-rione, storico giornalista Rai, membro della giuriadel Premio e ora alla testa dell'Associazione Libera-ninformazione. Uno dei tanti «misteri italiani».Che ieri si sono «affacciati» nel nostro incontrocon l'arrivo della raggelante notizia della morteimprovvisa di Corso Salani, giovane e bravo regi-sta, ma anche interprete de Il muro di gomma, ilfilm di Marco Risi sulla strage di Ustica che An-drea Vianello, direttore scientifico del Premio, harievocato, appunto, come una delle tante inchie-ste in attesa della verità. Una verità messa semprepiù a rischio da un'informazione «malata», vittimadelle logiche dell'audience e della censura. Lo sabene chi l'informazione televisiva continua a far-la, fra mille difficoltà. Come i tanti finalisti del pre-mio che qui a Riccione hanno l'occasione di mo-strare i loro lavori, magari censurati dai network.È il caso di Vittorio Romano, giornalista freelance,ma anche «interno-precario» Rai. Suo è I furbettidella vasca, un'inchiesta sui mondiali di nuoto, Pro-tezione civile, scandalo grandi eventi. «L'ho giratoper conto mio, con le mie forze, ma nessuno l'havoluto mandare in onda». Non basta la buona vo-lontà, per autoprodursi servono soldi e tempo. Loconferma Alessandro Rocca, reduce da un lavorosul genocidio in Ruanda, che avrebbe voluto prose-guire il suo percorso in Sudan, ma si è dovuto fer-mare di fronte al totale disinteresse.Ma anche i giornalisti «interni» devono fare i conticon le logiche aberranti della «fabbrica dell'infor-mazione». Lo spiega con efficacia Tiziana Prezzo,inviata di Skytg24, presente al premio col suo re-portage sui saccheggi del dopo terremoto ad Hai-ti. Un drammatico servizio in cui ci mostra l'omici-dio a sangue freddo della popolazione da partedelle guardie private. «E pensare che quel giorno -racconta l'inviata – la redazione insisteva per unpezzo sulla riapertura delle scuole ad Haiti perchéavevano letto un'Ansa». E un altro finalista, Fran-cesco Lombardi aggiunge: «Che almeno la Rai ri-trovi il coraggio di fare servizio pubblico, perchéla realtà non è solo quella che passa in tv». Il pre-mio Ilaria Alpi lo dimostra.❖

FRANCESCO LOMBARDI L’inchiesta, realizzata per «Mi manda Raitre» sioccupadelle coltivazioni di vongolenella LagunadiVenezia. Daquegli alleva-mentivengonoprelevatiognigiornomolluschivelenosi,acausadell’altotassodi inquinamento, e finiscono sulle nostre tavole senza controlli.

OLIVIERO BERGAMINI E ROBERTO PADOVANI Le migliaia di stranieri deipaesipoverichelavoranoaDubai incondizionedisemi-schiavitù. Isolati inquar-tieri-ghetto non hanno diritti (giuridici, sindacali, civili). Il servizio è stato giratonel ghetto di Sonapur eludendo la sorveglianza delle guardie e della polizia.

Foto di Riccardo Gallini

Foto di Riccardo Gallini

PREMIO ILARIA ALPI

Il dibattitoIl direttore Concita De Gregorio insieme a AndreaVianello, direttore scientifico del Premio eMariangela Gritta Grainer, portavocedell’Associazione Ilaria Alpi

«Vongole tossiche» «Gli schiavi invisibili di Dubai»

VENERDÌ 18 GIUGNO 2010 | | III

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Verità e giustizia per Ila-ria Alpi e Miran Hrova-tin, assassinati 16 an-ni fa a Mogadisciomentre conducevanouna difficile inchiestasui traffici d’armi e ri-fiuti tossici fra Italia eSomalia. La verità è fa-ticosamente emersa

da indagini giudiziarie, testimonianze, inchiestegiornalistiche, ma la giustizia non l’ha fatta sua,condizionata da poteri che si sono rivelati troppoforti. L’appello lanciato dal Premio Alpi, sull’ap-passionata richiesta di Giorgio e Luciana Alpi,che non si sono mai arresi, è rivolto alla magistra-tura, al mondo politico, al Capo dello Stato, affin-ché sia ancora possibile trovare esecutori e man-danti del duplice omicidio.

Per troppi anni sono state archiviate e avolte bloccate le inchieste avviate dalle Procuredi Asti e Torre Annunziata come dalla Digos diUdine, mentre un valido magistrato di Roma èstato rimosso con sospette motivazioni. L’unicacommissione parlamentare di indagine dopo an-ni di lavoro si è conclusa nel 2006 con una vergo-

gnosa relazione di maggioranza voluta dal presi-dente Carlo Taormina, che negava l’evidenza earrivava a deridere il lavoro delle due vittime. Ilsolo processo celebrato si è concluso con la con-danna di un imputato, Hashi Omar Hassan, accu-sato di aver fatto parte del commando omicidapur non avendo sparato: è apparso come una vit-tima sacrificale, incastrato da un ambiguo testi-mone, Ali Rage Hamed, detto Jelle, non a casooggi accusato di calunnia. Mentre la procura diRoma chiedeva di chiudere per sempre il caso, ilGip Emanuele Cersosimo lo ha infatti mantenutoaperto, chiedendo nuove indagini con una signifi-

cativa motivazione: «la ricostruzione della vicen-da più probabile e ragionevole appare esserequella dell’omicidio su commissione, posto in es-sere per impedire che le notizie raccolte dalla Al-pi e da Hrovatin in ordine ai traffici di armi e rifiu-ti tossici avvenuti fra l’Italia e la Somalia venisse-ro portate a conoscenza dell’opinione pubblicaitaliana».

Eccodunquelaverità. Il 20 marzo 1994 Ilariae Miran furono vittime di un agguato ordinatoperché la giornalista del Tg3 non rivelasse la ra-gnatela di interessi criminali fra uomini della Co-operazione, allora gestita dall’entourage di Betti-no Craxi, faccendieri, organizzazioni mafiose,con l’aiuto di funzionari dei servizi segreti. Traffi-ci d’armi in cambio dell’autorizzazione a inviarein Somalia, per esservi seppellite a terra o affon-date in mare, enormi quantità di rifiuti tossici,che stanno seminando malattie e morte fra la po-polazione del Corno d’Africa. Nella vicenda si sus-seguono le menzogne, i depistaggi, i silenzi avvol-ti nel segreto di stato, le coperture dei Servizi allosporco affare. L’appello dell’associazione che di-fende la memoria di una giovane giornalista checredeva nella ricerca della verità risuona oggi co-me un allarme.Quegli stessi servizi segreti, non «deviati» comevengono comodamente definiti, ma ufficiali e isti-tuzionali, hanno lasciato scie di sangue e omertàin tanti fatti che hanno scosso la Repubblica. Finoai delitti di mafia e alle stragi degli anni 90, perproteggere interessi politici e affaristici, «longamanus» di coloro che fanno della corruzione laradice stessa del potere.Mentre incombe una legge liberticida, che vuolecolpire insieme l’autonomia dei giudici e dellastampa e i diritti dei cittadini, chi vuole derubareil Paese eludendo ogni principio di controllo so-ciale, cercare la verità su quanto accadde in So-malia è un obiettivo morale, civile, professionale.Trovare i mandanti di quei traffici e di quell’ag-guato di stampo mafioso non è solo un dovereverso chi è caduto, ma è combattere il male che,oggi come ieri, corrode l’Italia e di cui la libertàpuò morire.❖

L’inchiestaTutta la veritàsu Ilaria eMiranROBERTO MORRIONE

VITTORIO ROMANO Mondiali di nuoto, Roma 2009: come la Protezionecivile ha gestito il «grande evento» edificando con soldi pubblici piscine, centribenessere e hotel mai utilizzati. Romano spiega come dietro ogni piscina ci siaunesponentepoliticoe iparentidelcommissariostraordinarioAngeloBalducci.

TIZIANA PREZZO Levitedegli abitantidiHaiti valgonomenodiun frigori-fero. Il servizio di Prezzo ha ripreso i vigilantes che sparano ad altezza uomosulla folla che tenta di saccheggiare un negozio di refrigeratori. Muoiono trepersone, tra cui questo bambino.

PREMIO ILARIA ALPI

Anni di depistaggi e rinvii,ma il Gip Cersosimo tieneduro e chiede nuoveindagini. Per lui si tratta diun omicidio su commissioneper impedire che i duereporter raccontassero deitraffici di armi e rifiutitossici tra Italia e Somalia

«I furbetti della vasca» «Saccheggi e violenza a Port au Prince»

IV | | VENERDÌ 18 GIUGNO 2010

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Tornano a incendiarsi i grandi teatrid’opera italiani: i sindacati dichiara-no lo sciopero di tutte le prime e unosciopero nazionale con presidio da-vanti a Montecitorio nel giorno delladefinitiva approvazione alla Came-ra del cosiddetto decreto Bondi chedovrebbe avvenire il 22 giugno. È lareazione al primo via libera del Sena-to per la conversione in legge del de-creto avvenuta l’altro ieri: «Dopomolti sforzi fatti in sede di commis-

sione cultura per migliorare il testoattraverso gli emendamenti – spiegail Sentore del Pd Vincenzo Vita –,giunti in aula la maggioranza è tor-nata indietro sulle sue decisioni e ilministro Bondi sulle sue stesse pro-messe, mostrando il volto peggioree più vero». Il provvedimento colpi-sce in maniera pesante i lavoratoridei teatri, blocca il turnover così darendere impossibile il ricambio nelleorchestre delle Fondazioni lirico-sin-foniche –come la Scala, il Maggio fio-rentino, il San Carlo, il Regio di Tori-no e la Sinfonica di Santa Cecilia–,

così destinandole a trasformarsi inpochi anni in ensemble raccoglitic-ci: dopo una lunga mediazione suquesti due punti il testo era stato mi-gliorato, ma all’atto della votazionein Senato la maggioranza ha fattodietrofront. Inoltre il provvedimen-to sostanzialmente commissaria tut-ti i nostri grandi teatri lirici, toglien-do loro autonomia e mettendoli sot-to il giogo del ministro delle AttivitàCulturali e del suo entourage.

«È un decreto anticostituzionale,ingiusto e inutile» -ha più volte ripe-tuto Silvano Conti della Cgil che sta-volta ribadisce–: «Se passerà così laCgil e la Fials (il sindacato autono-mo) dopo questi scioperi continue-ranno le agitazioni questa estate e inogni possibile occasione, da San Ni-cola a Sant’Ambrogio», rispettiva-mente l’inaugurazione della stagio-ne del Petruzzelli e della Scala, valea dire da Sud a Nord. Sul futuro fino-ra sono invece apparse molto piùcaute la Csil e soprattutto la Uil.

Malgrado Bondi dopo il voto delsenato abbia esternato la sua soddi-sfazione - «abbiamo salvato la liri-ca»-, secondo molti il provvedimen-to, unito ai tagli apportati ai finanzia-menti alle attività culturali da partedel Governo, è il colpo di grazia allefondazioni lirico-sinfoniche, nel be-ne e nel male rappresentano l’unicosistema di produzione teatrale este-sa su tutto il territorio nazionale. Iprofili di possibile incostituzionalitàdel decreto sono parecchi –le attivi-tà culturali sarebbero materia su cuiil governo dovrebbe legiferare in ac-cordo con le regioni, il che non è av-venuto in questo caso. Tanto è veroche giunte come quella della Tosca-na stanno vagliando un possibile ri-corso se il decreto sarà convertito inlegge. ❖

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Intervista a Ilaria Cucchi

Aspettavamo questa noti-zia da giorni. Ero a casadi mia madre, a pranzocon lei e i miei bambini,e il telegiornale ha an-

nunciato la richiesta del rinvio a giu-dizio per 13 persone. L’aspettavamoquesta notizia eppure io e lei ci sia-mo guardate incredule, strette tra lagioia e il dolore». Un'altalena conti-nua per Ilaria Cucchi: la felicità nel«vedere che le cose vanno avanti» ela sofferenza per «l’ulteriore presa dicoscienza, un altro tassello» su quan-to è accaduto a suo fratello Stefanootto mesi fa. E poi anche un’altraamarezza: «Ci colpisce il fatto diaver saputo della decisione della Pro-cura dal tg, rispecchia un po’ quelloche è successo dall’inizio di questastoria, quando nessuno ci dava noti-zie di Stefano e tutti facevano fintadi non vedere e non sapere».Peròoggi ci sono 13persone indagatechepotrebbero finire sotto processo.«Certo è un motivo di soddisfazione.Se mi guardo indietro e vedo da do-ve siamo partiti, dal fatto che per Ste-fano si parlava di morte naturale... Èun enorme passo avanti. Ma sono si-cura che oltre ai 13 indagati ci sonoaltri responsabili. Tutti coloro che,appunto, hanno fatto finta di non ve-dere, che hanno avuto a che fare conmio fratello e non hanno dimostratoneppure un minimo di umanità. Ad

eccezione del medico che lo visitòper primo a Regina Coeli e si preoc-cupò di mandarlo subito al prontosoccorso del Fatebenefratelli».Lo sa che le altre responsabilità dicui parla probabilmente non avran-no riscontro giudiziario?«Lo so, ma la giustizia non ci ridaràne’ Stefano ne’ la pace. Certamen-te ci auguriamo che i colpevoli sia-no giudicati al processo e puniti.Ma a noi interessa la verità su quan-to accaduto in quei sei giorni. Oggiancora non riesco a ricostruire inmodo completo quello che è suc-cesso».Quali elementi e quali informazionilemancano?«Per esempio capire per quale moti-vo Stefano è stato mandato al Perti-ni. Perché non gli è stato dato l’av-vocato nonostante la sua richie-sta? Perché non è stato piantona-to? Perché è stato abbandonato?Queste domande non trovano an-cora risposta. E anche i capi di im-putazione per le guardie carcera-rie non ci soddisfano».Il vostro avvocato insiste sull’ipotiz-zabilitàdell’omicidiopreterintenzio-nale?«Sì. Stefano senza il pestaggio avu-to perché si lamentava e chiedevafarmaci non sarebbe mai arrivatoal Pertini. Continuerò a ripeterlo emi auguro che la posizione vengarivista. Non si possono legittimarecerte azioni, quello che succede vagridato e certi reati non devono re-stare impuniti». ❖

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«Lo abbiamo saputodal Tg, va bene lo stessoUn enorme passo avanti»

PArchiviata ieri la famigerata prova Invalsi. 580 mila ragazzi delle medie hanno sostenu-

to il test nazionale e, dai primi racconti non sono mancate le perplessità di docenti e studenti.Più facile arrivare alle soluzioni di italiano, anche se, sottolineano alcuni docenti, «c'erano do-mande a trabocchetto che potevano ingannare gli studenti: i punteggi alti sono stati scarsi.

ROMA

I teatri si infiammanoScioperodelle «prime»contro il decreto Bondi

ROMA

«Vanificato lo sforzofatto in commissionecultura»

PARLANDODI...

Scuola

TULLIA FABIANI

Il primo sì l’altro ieri al provvedi-mento che da qualche spiccioloalla cultura e nessuno emenda-mento dell’opposizione è statorecepito, differentemente daquanto annunciato. La primaprotesta il 22.

LUCA DEL FRA

Vita, pd

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FOTO ANSA

Il blocco si allenta. Il «Muro» dell’in-transigenza mostra le prime crepe.Questa volta le pressioni internazio-nali hanno fatto breccia. Reducedall'ondata di critiche seguite al san-guinoso assalto del 31 maggio con-tro la «Freedom Flotilla», e minac-ciato dallo spettro di un isolamentoconcentrico, il governo israelianoha deciso ieri di allentare la morsaattorno alla Striscia di Gaza: appro-vando una dichiarazione d'intentiche preannuncia misure per consen-tire un più ampio ingresso via terradi «beni» e «materiali d'uso civile»nell'enclave palestinese controllatadal 2007 da Hamas. La decisione èstata formalizzata in una riunionedel gabinetto di sicurezza presiedu-

to dal premier, Benyamin Netan-yahu. Che per il momento si è limita-to a rendere noto un documen-to-quadro, rinviando ai «prossimigiorni» la definizione di «passi con-creti per mettere in pratica questanuova politica». E lasciando comun-que intendere che le novità non toc-cheranno il blocco navale.

PRIMECREPE

Secondo il documento, il piano pre-vede «un cambiamento delle proce-dure in vigore (ai valichi terrestri)per ampliare l’ingresso di prodotticivili nella Striscia; sarà inoltre auto-rizzato un maggiore accesso di «ma-

teriali (come cemento e ferro, finoralimitati all'osso nel timore d'un lorouso a fini militari da parte di Hamas,ndr) destinati a progetti civili che sia-no sotto supervisione internaziona-le». Nel contempo, Israele si riservadi mantenere «tutte le misure di sicu-rezza esistenti allo scopo di preveni-re l'afflusso di armi e materiale belli-co» nella Striscia: affermazione checonferma chiaramente l'intenzionedi non estendere l'alleggerimento alblocco marittimo.

NAVIOFF LIMITS

In sostanza si tratta di decisioni chesembrano preludere a un'inversionedell'attuale sistema di controllo deivarchi di confine, secondo quantosuggerito giorni fa a Gerusalemmedall'emissario del Quartetto(Usa-Ue-Russia-Onu), Tony Blair:con l'introduzione d'una lista più ri-stretta di merci vietate al posto dell'at-tuale indicazione degli «articolì per-messi». Ma anche dell'apertura diqualche spiraglio in più al passaggioverso Gaza di singoli carichi di mate-riale edilizio, purché sotto direttocontrollo dell'Onu, destinato a dareun minimo d'ossigeno alla ricostru-zione degli edifici distrutti nella Stri-scia durante l'offensiva israelianaPiombo Fuso di un anno e mezzo fa:priorità assoluta per il milione e mez-zo di palestinesi che soffocano da or-mai tre anni, sotto Hamas e sotto em-bargo, in un fazzoletto di terra fra ipiù densamente popolati del Piane-ta. In cambio, il governo Netanyahufa sapere di aspettarsi «un interventodeterminato della comunità interna-zionale per la liberazione» del capora-le Gilad Shalit, prigioniero di Hamasdal giugno 2006. Positiva la reazionedi Washington. E sulla stessa lun-ghezza d’onda, dell’Italia: «Israele hacompreso che la strategia dell'asse-dio di Gaza è controproducente». Sot-tolinea il titolare della Farnesina,Franco Frattini. «Tenere Gaza blocca-ta vuol dire consegnare ad Hamas lechiavi del destino» della Striscia,«non aiutare Abu Mazen e mettere indifficoltà la comunità internaziona-le», aggiunge il ministro degli EsteriUna donna palestinese al check point di Erez, a nord della Striscia

pDopo il pressing internazionale Netanyahu disponibile a far passare beni per uso civile

pAbuMazen insoddisfatto. Duro Hamas: «Concessioni irrilevanti». Resta l’embargo alle armi

Mondo

Via libera al transitodi materiali ediliper la ricostruzione

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www.unita.it

I valichi

Gaza, Israele allenta il bloccoI palestinesi: nonbastaWashington plaude, l’Italia siaggrega, la Francia chiede dipiù: comunque qualcosa simuove ai confini di Gaza. Israe-le allenta la morsa sulla Stri-scia, ma avverte: il blocco nava-le resta.

UMBERTO DE GIOVANNANGELI

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Comunicati sindacaliitaliano. . Per la Francia, invece, la de-cisione di Israele «è un passo in avan-ti dall'inizio della crisi ma non è abba-stanza, l'embargo va abolito», men-tre l'Ue ha espresso «grande interes-se», ma anche prudenza in attesa dei«dettagli». Anche perché l'allenta-mento sulle merci potrebbe affiancar-si a una stretta nei confronti delle per-sone: almeno stando alle anticipazio-ni di media israeliani, secondo cui Ne-tanyahu avrebbe commissionato pa-rallelamente a una task force guidatadal ministro dei Trasporti, Israel Katz(un falco del suo partito, il Likud), distudiare l'ipotesi di scaricarne il flus-so sul solo valico egiziano di Rafah. Il

capo negoziatore dell'Anp, SaebErekat, ha liquidato dal canto suo ilpasso israeliano come «non sufficien-te», concetto ribadito in serata dalpresidente palestinese Mahmud Ab-bas (Abu Mazen ). Mentre le rispostepiù dure sono giunte da Hamas. Ilportavoce Sami Abu Zuhri, da Gaza,ne ha parlato come di concessioni «ir-rilevanti e secondarie». Mentre il suocollega Ismail Radwan ha denuncia-to la mossa del «nemico sionista» co-me una mistificazione volta ad «aggi-rare la volontà della comunità inter-nazionale». Dicendosi sicuro che, sen-za «una revoca piena dell'ingiusto as-sedio della Striscia di Gaza, l'intifadadelle navi» continuerà.❖

I leader dell’Unione europea han-no deciso di adottare ulteriori sanzionicontro l’Iran, in aggiunta a quelle Onu,provocando il disappunto della Russia.La Ue intende vietare i nuovi investimen-ti, i trasferimentiditecnologie,diequipag-giamenti e servizi nel settore del petrolioe del gas, soprattutto per quanto riguar-da le tecniche di raffinazione del greggioedi liquefazionedelgas.Nelsettorecom-merciale, le misure si estenderanno so-prattuttoaiprodotticherischianodiesse-re utilizzati a scopi militari. Seguendo lalinea dettata dall'Onu, gli europei propor-ranno sanzioni per la compagnia maritti-ma Irisl e allungheranno la lista delle per-sone cui saranno congelati i beni e sarànegato il visto d'ingresso. Sanzioni anchenel campo economico e finanziario, checolpiranno le banche iraniane.❖

Quarantotto campi, se posso-no essere chiamati così i rifugi fattidi niente ammassati intorno al vil-laggio di Suratash. È qui che si na-scondono, sperando in qualche aiu-to, la gran parte degli sfollati uzbekiche non è riuscito a varcare il confi-ne. Una settimana di violenza etni-ca feroce e sistematica ha ripulito lacittà di Osh e Jalalabad, in Kirghizi-stan. Sono ormai 400.000, secondole ultime stime Onu, le persone co-strette a lasciare le loro case, per sal-vare la pelle: 100.000 circa sono riu-scite a raggiungere l’Uzbekistan pri-ma che venissero chiuse le frontie-re, portandosi dietro racconti d’atro-cità che evocano uno scenario bosni-aco. Il 70% delle case di Osh è statoincendiato, solo 24 ore fa qualchenegozio ha riaperto in mezzo allemacerie. Il bilancio ufficiale è di 191morti, tra kirghizi e uzbeki. Ma lostesso segretario del Consiglio di si-curezza del Kirghizistan, Alik Oro-zov, ha ammesso che il numero del-le vittime «é assai maggiore».

La Croce rossa internazionalenon esita a definire quella del Kirghi-

zistan «una crisi immensa». Qual-che aiuto comincia ad arrivare, ma èancora poca cosa. Il governo ad inte-rim, subentrato dopo la rivolta chenell’aprile scorso ha costretto il pre-sidente Kumanbek Bakyev alla fu-ga, accusa l’ex capo di stato dell’on-data di violenza ed ha chiesto a Lon-dra l’estradizione del figlio Maxim,che domenica scorsa ha chiesto asi-lo politico in Gran Bretagna. «Stia-mo conducendo un’inchiesta e pro-veremo che Maxim Bakyev eZanysh Bakyev (fratello del depostopresidente, ndr) hanno commessoatti di terrorismo», ha detto il vice-premier Azimbek Beknazarov. Siparla di cecchini assoldati per scate-nare la pulizia etnica, Bishkek sostie-ne di aver arrestato molti mercenaricaucasici. Affermazioni che non col-limano però con i racconti degliscampati: i militari anziché impedi-re le violenze hanno spesso apertola strada a milizie irregolari.

Il governo ad interim ha comun-que confermato lo svolgimento delreferendum costituzionale il prossi-mo 27 giugno.❖

Nucleare in IranLa Ue decidenuove sanzioni

P

L’Associazione Stampa Romana, l’Asso-ciazione Stampa Lombarda, l’Associa-zione Stampa dell’Emilia Romagna el’Associazione Stampa Toscana espri-mono la propria solidarietà all’assem-blea e al Cdr de L’Unità, fatti oggetto diun duro attacco da parte dell’editoresulle colonne del quotidiano. Conun’asprezza che rischia purtroppo dipregiudicare le corrette relazioni sinda-cali, l’editore ha risposto pubblicamen-te a un legittimo documento dell’as-semblea biasimando l’organismo sinda-cale, nel tentativo di additarlo come re-sponsabile di ipotetiche scorrettezze.Che un testo consegnato dall’azienda edalla direzione al Cdr in un incontro uf-ficiale, col quale si prospetta una vera epropria rivoluzione negli assetti orga-nizzativi e produttivi della testata, ven-ga sottoposto a una discussione assem-bleare e che da quella scaturisca un do-cumento, ancorché critico, è comuneprassi nei sindacati di tutto il mondo.Che l’editore si appelli alla riservatez-za, quando nessun altro che i redattoriè stato messo a conoscenza dei conte-nuti di quel piano, fa pensare a fantasio-se e strumentali interpretazioni dellaprivacy oggi tanto di moda. Che l’as-semblea dei redattori, da oltre un annoalle prese con uno stato di crisi che ta-glia pesantemente le retribuzioni e pro-voca appesantimenti anche nella quoti-dianità professionale, si dica preoccu-pata del futuro è cosa che non dovreb-be far scandalo, ma se mai provocaremoti di solidarietà. Tanto più che il co-municato auspicava l’apertura di unconfronto il più ampio e articolato pos-sibile.Inaccettabile, infine, che l’editore cer-chi di dividere la redazione, per altrounita visto che il comunicato sindacaleè uscito da un’assemblea e a nome diquella parlava. Non è facendo appelloa sfide future, che nessuno ha mai rifiu-tato di affrontare, ma attenendosi alleregole delle leggi e del contratto che siaffronta un pur aspro confronto. La de-legittimazione del sindacato è una vec-chia prassi che non dovrebbe trovaresponde in un’azienda e una direzioneche si battono quotidianamente per idiritti dei lavoratori.

Il Consiglio Nazionale della Fnsi acco-glie e fa proprio questo documento esostiene ogni azione di chiarezza per ilrispetto e il ripristino del corretto corsodelle relazioni sindacali.

Stupisce l'attacco dell'Editore a un co-municato sindacale che tiene conto re-sponsabilmente anche dei rilievi dell'Amministratore delegato. Il documen-to sulla nuova organizzazione del lavo-ro è stato consegnato in sede formaledalla direzione giornalistica, alla pre-senza dell'Ad. Il Cdr ha espresso, sin dasubito, un primo parere negativo sullafilosofia di un piano che si voleva in par-te immediatamente operativo e che

era indispensabile confrontare con laredazione. Questo è il ruolo che compe-te al sindacato. Oggi apprendiamo chequel documento non rappresenta piùla base di partenza del confronto. Leforti riserve manifestate da redazione eCdr hanno indotto la direzione a com-piere un passo indietro. Ne prendiamoatto. Valuteremo il nuovo progetto cheoggi viene annunciato. In ogni caso l'in-tera partita andrà presentata al tavoloFieg-Fnsi e, se del caso, al Ministero dellavoro. Dall'assemblea è emersa l'esi-genza di legare la nuova organizzazio-ne a una riflessione approfondita cheparta dal rilancio del prodotto. L'allar-me sulle difficoltà economiche è statoriconfermato dalla stessa azienda in se-de Fieg, Oggi "gli eccellenti risultati" ri-schiano di appartenere a un passatoche si allontana, considerando il calodi vendite in edicola. Il Cdr non può es-sere imbavagliato. E spiace che il tenta-tivo di delegittimare un sindacato re-sponsabile, che ha la fiducia della mag-gioranza della redazione, giunga da uneditore Democratico. Contestare il ruo-lo del Cdr rimanda a vecchie suggestio-ni padronali. Come la lusinga di avva-lersi "della maggioranza della redazio-ne" - (a patto che sconfessi il sindaca-to?) - che ricorda noti "modelli innova-tivi" che non dovrebbero riproporsi nelnostro giornale.Il Cdr e i Fiduciari di Bologna e Firenze

L'Editore, che oggi il cdr attacca, è sem-mai da ammirare per la determinazio-ne e il coraggio con cui difende l'Unità,la sua Storia e il suo Futuro. Ha investi-to soldi e risorse per salvare l'autono-mia e l'indipendenza di un giornalesull'orlo del fallimento e i lavoratori,giornalisti compresi, dalla disoccupa-zione. Il cdr, mentre disconosce tuttoquesto, pare capace soltanto di accor-gersi di un calo di copie che peraltrocoinvolge, molto più pesantemente,l'intero comparto. E dimentica di direche dal settembre del 2008 il giornale ècresciuto in copie, abbonati e lettori, ol-tre che in innovazione e partecipazio-ne, mentre l'intero settore era attraver-sato della più grave crisi della sua sto-ria.L'Amministratore Delegato

La direzione aveva inteso condividerecon il cdr - non considerandolo merodestinatario di documenti conclusivi -un percorso di elaborazione del proget-to di integrazione carta-on line. Il pro-getto, nelle intenzioni della direzione,avrebbe dovuto essere discusso con l'or-ganismo sindacale prima di definire,nel mese di luglio, l'avvio del confrontoformale previsto dal contratto naziona-le di lavoro. All'indomani dell'incontrole prime bozze sono state rese pubbli-che ingenerando grande tensione. Sene deduce che il cdr non ha inteso acco-gliere l'offerta di condivisioneLa Direzione

Chiede ai Grandidi premere per laliberazione di Shalit

IL CASO

Per il governo ad interimè l’ex presidentea fomentare le violenze

PARLANDODI...

Fucilazionenegli Usa

Torna la fucilazione di Stato negli Usa. Alla mezzanotte di ieri era prevista l’esecuzio-ne di un detenuto di 49 anni, Ronnie Lee Gardner, condannato a morte per duplice omici-dio. Ha trascorso 25 anni di detenzione in un carcere dello Utah. È stato lo stesso Gardnerha chiedere la fucilazione, che non veniva eseguita negli Stati Uniti da 14 anni.

Pulizia etnicainKirghizistanL’Onu: i profughisono 400.000

Il premier israeliano

Le accuse

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Un cappuccino al gior-no per ogni famiglia.Meno del costo di tut-te le auto in dotazio-ne alle amministra-

zioni dello Stato e agli enti territo-riali e pari al 2% dell’evasione fi-scale nazionale o al 15% del costodella corruzione. Per l’Italia, rag-giungere lo 0,51% del Pil in AiutoPubblico allo Sviluppo (Aps) equi-varrebbe a questo. Un prezzo soste-nibile per un Paese che ambisce an-cora a mantenere una credibilitàinternazionale. Un prezzo chechiama una volontà politica: inesi-stente da parte del governo del Ca-valiere-Pinocchio.

L’Italia dimentica la cooperazio-ne allo sviluppo e mette in crisi lasua credibilità internazionale. Adenunciarlo è ActionAid nel rap-porto, presentato ieri, «L’Italia e lalotta alla povertà nel mondo». «SeL’Italia vuole mantenere un ruolonella nuova geopolitica mondiale,deve ristabilire la sua credibilità in-ternazionale come partner affida-bile», rileva Marco De Ponte, segre-tario generale di Actinidia. «E talericonoscimento avviene anche at-traverso il rispetto degli impegniinternazionali assunti in tema dilotta alla povertà e alla fame nelmondo». Impegni puntualmenteinevasi. Inevasi sul piano finanzia-rio, ma anche su quello della parte-cipazione personale da parte di Se-natori e Deputati. Illuminante è ilprospetto dei primi venti Deputatie Senatori per attività parlamenta-re sui temi della cooperazione allosviluppo nell’anno 2009. Su Qua-ranta, ci sono solo due esponentipartiti che sorreggono il Governo.Una presenza politicamente obbli-gata: quella (sedicesimo posto allaCamera) di Margherita Boniver,responsabile esteri del Pdl. E alventesimo posto, Fabrizio Cicchit-to che del Pdl è il capogruppo aMontecitorio. Per il resto, il nulla.Nessuna traccia di un leghista o diqualche altro rappresentante delpartito del Cavaliere. Il nulla. «Nel2010 - rileva il Rapporto di Actini-dia - c’è il rischio che il tema dellalotta alla povertà nel mondo ri-manga marginalizzato anche neilavori parlamentari, quando inve-ce sarebbe necessario che il Parla-mento riaffrontasse il dibattito del-l’anno precedente, aggiornandoloe valutando gli atti più appropriatiper ridare forza alla cooperazione

allo sviluppo». Una forza oggi ridot-ta al lumicino. Il Rapporto offre unquadro approfondito della situazio-ne. Un quadro sconfortante: l’Italiasi colloca all’ultimo posto in terminidi generosità dopo Paesi come Gre-cia, Portogallo, Malta e Cipro con so-lo lo 0,16% del Pil destinato all’Aiu-to Pubblico allo Sviluppo, a frontedi una media europea dello 0,44%.

Per l’Unione Europea - rimarcail Rapporto - il 2010 è l’anno dellascadenza dell’obiettivo collettivo eu-ropeo dello 0,56% del Pil da destina-re all’APS. Con la riconferma del ta-glio drastico del 2009 (-56% del2008), l’Italia sarà il maggiore re-sponsabile dell’ammanco di 15 mi-liardi di dollari per il raggiungimen-to dell’obiettivo europeo. Non solo.Per il G8, sotto la Presidenza canade-se, scadono alcune delle promessedel Vertice inglese del 2005: garanti-re l’accesso universale alle terapiesalvavita a 10 milioni di sieropositi-vi e 25 miliardi di dollari di aiuti dadestinare all’Africa. Per rispettare ta-le impegno - sottolinea ActionAid -l’Italia dovrebbe contribuire con 5

miliardi di dollari: «Una cifra impos-sibile da reperire, anche se si deci-desse di destinare alla regione tuttele risorse della cooperazione». Permolti, rimarca il Rapporto, la causaprincipale della crisi quantitativadell’aiuto italiano è da attribuirsi al-la difficile situazione economica delPaese. Tuttavia, rileva ActionAid, sel’Italia si fosse comportata alla paridegli altri paesi donatori che presen-tano gli stessi indicatori macroeco-nomici, nel 2009 l’APS al netto deldebito sarebbe stato pari allo 0,27%del PIL. Inoltre, i Paesi che hanno ac-cresciuto il loro livello di aiuti - co-me gli Stati Uniti (+ 5,4%) e la GranBretagna (12%) - dimostrano che,nonostante condizioni di bilanciodifficile, i tagli non sono dettati soloda necessità economiche ma ancheda scelte politiche.

Scelte di disimpegno. Politiche,finanziarie, di impegno personalein Parlamento. Disimpegno e sotto-valutazione che contrastano con undato messo in evidenza dal Rappor-to: nonostante la recessione, il 74%

Foto ansa

Tra i primi quarantaspiccano i nomidell’opposizione

I promossi

Il dossier

ActionAid monitora la presenza alle attivitàparlamentari legate agli aiuti allo sviluppoAccuse sulle promesse tradite: Italia avara

Monitorato il lavorodi senatori e deputatifino al 12 maggio 2010

UMBERTO DE GIOVANNANGELI

[email protected]

La lista

Mondo

Parlamentariimpegnatisulla cooperazioneIl Pdl non c’è

Maputo un orfanotrofio per bambini di genitori malati di Aids

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degli italiani considera importanterispettare le promesse di aiuto finan-ziario fatte ai Paesi in via di svilup-po. Questo - rimarcano gli autori delRapporto, «perché le risorse destina-te alla cooperazione allo svilupponon sono considerate un atto carita-tevole ma un investimento per la sta-bilità globale, incluso il controllodella minaccia terrorista».

Un altro passaggio-chiave èrappresentato dall’Assemblea gene-rale delle Nazioni Unite in program-ma a settembre. Sarà il momentodella valutazione dei progressi fattiper il raggiungimento degli Obietti-vi di Sviluppo del Millennio, a cin-que anni dalla scadenza. L’Italia - av-verte il Rapporto - si presenterà al-l’appuntamento con un livello di aiu-ti lontano da quello promessi, ina-

dempienza che indebolisce la forzadelle posizioni sostenute dal Paesenelle sedi multilaterali (ad esempio,sulla riforma del Consiglio di Sicu-rezza dell’Onu). Un disimpegno an-cor più grave se si tiene conto che,alla fine del 2010, in un solo anno,64 milioni di persone si aggiunge-ranno a quelle che già si trovano incondizioni di povertà estrema, il nu-mero di decessi infantili in AfricaSub-Sahariana aumenterà di30-50mila, il numero dei disoccupa-ti crescerà di 25milioni, 350milabambini in più non avranno conclu-so il ciclo d’istruzione elementare e100mila persone in più non avran-no accesso all’ acqua potabile.

Nei giorni del Vertice G8 deL’Aquila - ricorda ActionAid - il go-verno italiano si era formalmenteimpegnato di fronte al parlamento eall’opinione pubblica internaziona-le ad onorare entro fine anno impe-gni finanziari internazionali, quali:contribuire all’Aquila Food Initiati-ve (Afi) con 450 milioni di dollari,porre in essere nuovi strumenti peraumentare l’Aiuto pubblico allo svi-luppo italiano - come la de-tax - e va-lutare la possibilità di presentare unpiano di riallineamento nazionaleper i livelli di APS. Nessuno di taliimpegni è stato mantenuto. Le uni-che richieste di ActionAid parzial-mente soddisfatte riguardano il pa-gamento di alcuni arretrati verso leBanche e i Fondi di sviluppo, la desti-nazione di una maggiore quota diaiuto verso l’Africa Sub Sahariana el’approvazione di un piano di mo-dernizzazione gestionale della coo-perazione.

« Spenti i riflettori della Presiden-za italiana del G8 dell’Aquila - rilevaancora Marco De Ponte - l’Italia sem-bra essersi dimenticata della coope-razione allo sviluppo». «Tutti - con-clude il segretario generale di Actio-nAid - dovrebbero fare della lotta al-la povertà e alla fame una priorità,sia perché questa è la ragion d’esse-re dell’alta politica, sia perché allafine del 2010, 64 milioni di personesi aggiungeranno a quelle che già sitrovano in condizione di povertà.Ciò avrà dei costi enormi non solo intermini umani, ma anche di soste-gno economico».❖

La lotta alla povertà

Il nostro Paese maglianera dietro Grecia,Portogallo e Cipro

Ultimoposto

I soldi da stanziaresarebbero pari al 2%dell’evasione fiscale

Ilministrodell'Internoafghanoierihaammessoche«solonovedei364distrettiafghaniposso-no essere considerati totalmente sicuri». Da oltre un mese i talebani hanno avviato l'offensivaAl Fatah mostrando la capacità di colpire, oltre le loro tradizionali roccaforti nel sud del Paese,anche al Nord.

Foto Ansa

P

È salito a 22morti, soprattutto anziani, il bilancio delle inondazioni chehannocolpito il dipartimento francesedelVar, nel sud-estdelPaese, dopo lepiogge torrenziali dei giorni scorsi. SemprenelVar, 104.000abitazioni sonosenza corrente elettrica, 20.000 persone che non hanno ancora accesso alloro telefono fisso.

Fonte: Elaborazione Openpolis

PARLANDODI...

Guerraafghana

Ondata dimaltempo in Francia, 22morti

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Una tassa sulle banche, una sullespeculazioni e una governanceeuropea rafforzata e più attentaal debito. Dopo mesi di riunionid’emergenza con il fiato dei mer-cati sul collo, i capi di Stato e diGoverno europei si sono ritrovatiieri a Bruxelles per la prima riu-nione «normale» del ConsiglioUE da mesi e hanno tentato dipassare al contrattacco.

«Bisogna tassare chi ha messoa rischio il mercato», ha tuonatoil Cancelliere tedesco Angela Me-rkel, invitando i responsabili a«passare alla cassa». Dall'incon-tro però è uscita poco più di unalista di buone intenzioni a cui di-versi Stati membri hanno accon-sentito ben sapendo che a sfoltireci penserà il summit del G20 inprogramma a Toronto, in Cana-da, il prossimo 26 e 27 giugno.

DASOLI O INGRUPPO?

Non c'è ancora un consenso euro-peo infatti sulla tassa sulle transa-zioni finanziarie, voluta soprat-tutto da Germania e Francia e po-co popolare al G20. «La Ue puòfare qualcosa anche da sola», hainsistito la Merkel. Sulla tassa sul-le banche poi l’Italia preferisceaspettare gli altri, hanno riferitodelle fonti, perché senza l’accor-do «di tutto il mondo industrializ-zato muore la competitività dellebanche europee rispetto a quelleUsa».

La questione tornerà sul tavo-lo dei leader europei al Consigliodi ottobre. Entro luglio comun-que l'Ue ha invitato i 27 a pubbli-care i risultati degli stress test del-le banche, anche per smentire le

voci di crisi che circolano sulla Spa-gna.

Sul rafforzamento della gover-nance economica Berlusconi è riu-scito, con l’aiuto di altri Paesi, aconvincere i partner a non guarda-re solamente il livello del debitopubblico, ma a considerare anchele attenuanti degli altri parametri.L’idea del ministro dell’EconomiaGiulio Tremonti era di costringereBruxelles a riconoscere il basso li-vello di indebitamento privato del-le famiglie italiane, una virtù chein parte compensa i vizi pubblici.

DEBITO PRIVATO

Dopo un lungo negoziato con l’Uenel testo delle conclusioni non sicita il debito privato ma si affermache «nell’ambito della sorveglian-za sul bilancio, un ruolo molto più

importante sarà dato ai livelli dievoluzioni del debito e alla sosteni-bilità complessiva». Un concettoquesto, ha spiegato il presidentedel Consiglio Ue, Herman VanRompuy, «che comprende moltiparametri, anche quello del debitoprivato».

Dall’Italia Tremonti ha gridatosubito al «successo straordinario»,

mentre per il ministro degli Este-ri Frattini è addirittura una cosache «conferma l’Italia nel gruppodi testa».

In ogni caso nella riforma delPatto di Stabilità comunque, han-no ricordato a Bruxelles, il debitopubblico resta l’unico parametrocontemplato e per chi non si ade-gua si prevedono procedure di in-frazione. La soglia resta quelladel 60% e l'Italia è attualmente al118%, il debito pubblico più altoin Europa dopo quello greco.

Anche per questo forse Berlu-sconi è stato per l’ennesima voltal'unico leader europeo a non fareconferenza stampa e non rispon-dere nemmeno ai giornalisti chelo hanno inseguito nel suo shop-ping brussellese: «Tanto vi inven-tate tutto», ha detto.❖

Foto Reuters

NUOVOSCIOPERO INGRECIA

Il premier del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, con il cancelliere tedesco, Angela Merkel

p Far pagare la crisi a chi l’ha provocata I leader europei: sì a una imposta sulle transazioni

pA volerla la Cancelliera Merkel Cauta l’Italia. Berlusconi salta la conferenza stampa

I sindacati del settore pubblico,Adedy, e diquello privato, Gsee,hannoconvocatounnuovoscio-pero generale per il 29 giugnocontro la riformadelle pensioni,il quinto dall'inizio della crisi.

Economia

BRUXELLES

www.unita.it

LaUe vuole tassare le bancheMa sarà ilG20adecidereI leader della Ue dicono sì auna tassa sulle transazioni fi-nanziarie voluta da Angela Me-rkel. Il testo ora dovrà essere di-scusso al prossimo G20. Berlu-sconi unico leader europeo asaltare la conferenza stampa.

MARCO MONGIELLO

28VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 33: Unita 18062010

Nessuna novità. Nel giorno in cui ileader europei si sono misurati,confrontati, arrovellati sui modiper uscire dalla crisi, la Banca cen-trale europea si è “limitata” a ripete-re quella che è da mesi la sua ricettaper tirarsi fuori dai problemi, ovve-ro lotta al debito e riforme struttu-rali. Uno schema riproposto, ap-punto, nel bollettino Bce di giugno.In particolare, l'esame degli ultimi

dati macroeconomici non ha spo-stato la convinzione dei tecnici diFrancoforte relativa alla fragilità diuna crescita minacciata dall'incer-tezza finanziaria e politica interna-zionale. E per quanto riguardal’economia di Eurolandia, il pesodei vari debiti pubblici unito alla di-soccupazione record (oltre il10%), lascerà soltanto lievi margi-ni per lo sviluppo.

Nella sua analisi l’Eurotower av-verte che «tutti devono fare in mo-do di garantire la sostenibilità deiconti pubblici», e per questo affer-ma di apprezzare «l'adozione di mi-sure supplementari e la definizionedi obiettivi di bilancio più ambizio-si da parte di una serie di Paesi, per-ché è di fondamentale importanzache i nuovi obiettivi di bilancio sia-no raggiunti». Molta enfasi puresul fattore debito. «I paesi che pre-sentano problemi di competitività,nonché squilibri interni devono in-tervenire con urgenza», raccoman-da Francoforte. E a tal fine, viene

aggiunta una frase sibillina: «Le con-trattazioni salariali dovrebbero con-sentire un opportuno aggiustamen-to degli stipendi alle condizioni dicompetitività e di disoccupazione».Come dire che i salari possono cresce-re ma anche calare...

DISPONIBILITÀALCREDITO

Inoltre, tra le riforme strutturali invo-cate per la crescita e l'occupazione, ibanchieri centrali inseriscono e defi-niscono «importante» l'adeguata ri-strutturazione del settore bancario.«Situazioni patrimoniali sane - sotto-linea il bollettino della Bce -, un'effi-

cace gestione del rischio, nonchél'adozione di modelli imprendito-riali solidi e trasparenti, sono indi-spensabili per potenziare la tenutadelle banche agli shock e assicura-re un adeguato accesso ai finanzia-menti, gettando le basi per la cresci-ta sostenibile, la creazione di postidi lavoro e la stabilità finanziaria».Il tutto tenendo presente che «nonsi possono escludere ulteriori aggiu-stamenti nei bilanci e che gli istitutidevono dimostrarsi capaci di incre-mentare la disponibilità di creditoal settore non finanziario quandoaumenterà la domanda».❖

SVIZZERA

Liste evasoriIlParlamentosvizzerohaappro-

vatol'intesatraUbsegovernoUsasul-la divulgazionedei nomidi 4450pre-sunti evasori fiscali americani. Ora laSvizzerainvierà la listaaWashington.

AFFARI

COOP

Primo gruppoCoop si conferma primo grup-

podella grandedistribuzione italianacon una quota di mercato pari al18,1% (+0,3%), 12,8 miliardi di euro difatturato (+1,7%).

FTSEMIB

20568,91+0,03%

STATI UNITI

Deficit saleNeiprimitremesidel2010ildefi-

cit delle partite correnti Usaècresciu-to per il terzo trimestre consecutivo,conleimportazionidiprodottienerge-tici chehanno superato le esportazio-ni,nonostante il rialzodiquest'ultime.

SPAGNA

Bond okIl Tesoro spagnolo ha collocato

3,47miliardi in buoni a lunga scaden-za, pagando un rendimentomaggio-re rispetto alle ultime aste, ma incas-sando una richiesta molto solida, Ri-dottolospreadconil“bund”tedesco.

p Il bollettino di giugno ripropone le ricette anti-crisi di Francoforte

pDebiti pubblici sotto controllo. Le esortazioni agli istituti di credito

SIGMA

BilancioL'assembleadeisocidellaSigma

(grandedistribuzione) ha approvato ilbilancio 2009 con un volume di affaridi oltre 3miliardi di euro (+6%rispettoall'annoprecedente) realizzato suunarete di oltre 2.200 punti vendita.

[email protected]

ALL SHARE

21122,16+0,03%

RIFIUTI ELETTRONICI

Nuove regoleCambiano le regoleper losmal-

timentodeirifiutielettronici.Cellulari,pc, tv, ecc... dovranno essere ritirategratuitamente dai punti vendita se-condo la formula “uno contro uno”.

Ostacolo allo sviluppoil livello record, oltre il10%, dei senza lavoro

P

MILANO

L’emergenza

PARLANDODI...

Accordo sugasdotto

Turchia, ItaliaeGreciahannofirmatoieriunmemorandumd'intesaconilqualevienedatoil via alla realizzazionedelgasdotto Itgi chevedrà impegnatelesocietà energetiche ditutti e tre i Paesi. In particolare, coinvolte l'Azienda petrolifera di Stato turca, Botas, l'italianaEdison e l'azienda greca per il gas naturale Depa.

L’analisi Bce: crescita modestafrenata dalla disoccupazione

Nel giorno del summit dei lea-der europei la Bce ha ripropostola sua analisi e le ricette per af-frontare la crisi. Massimo rigoreper il contenimento dei contipubblici ed esortazioni alle ban-che per favorire il credito.

GREENBANKINGDal credito il volano per la green economy

e la diffusione delle energie rinnovabili

Bologna, venerdi 18 giugno, ore 17.00-20.00Sala delle Conferenze del Baraccano, via Santo Stefano 119

CONVEGNO NAZIONALE PROMOSSODALL’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTI DEMOCRATICI

Introduzione

Silvia ZamboniVice Presidente nazionaleEcologisti Democratici

Dino TartagniSenio Energia

Mario CavaniBanca Etica Bologna

Bruno CampriFederazione BCCEmilia-Romagna

Paola Restano CassuliniBanca Popolare di Milano

Stefania ZanghieriCNA Bologna

Fabio RangoniCommissione Ambiente Acriper Fondazione Monte di Bologna

Lorenzo FrattiniPresidente LegambienteEmilia-Romagna

Fabrizio VigniPresidente nazionaleEcologisti DemocraticiRelazioni

Interventi dal pubblico

Conclusioni

Gian Carlo MuzzarelliAssessore Emilia-RomagnaGreen Economy, Piano EnergeticoSviluppo Sostenibile

Roberto RavaniPresidente EnerCooperAttiva

Giorgio BarattiFondazione Carisbo

MARCO VENTIMIGLIA

EURO/DOLLARO 1,2370

29VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 34: Unita 18062010

Isalutisti sono come i genitori. Tuttoquello che fanno, lo fanno per il tuobene. Questo è il problema. Dei saluti-sti e dei genitori. Perché se protesti,se vuoi ribellarti, ti rispondono: ma èper il tuo bene.

I danni che fanno i genitori per ilbene dei figli, sono incalcolabili. Det-

ta in modo sbrigativo, condizionano il restodell’esistenza.

Tutto questo, è per parlare della nutella.Vogliono regole più rigide, spiegano che c’èbisogno di introdurre il miglior profilo nutri-zionale, lo fanno per il nostro bene e dobbia-mo esserne grati per tutta la vita. Nella sostan-za, ci proteggono dai danni che può fare svita-re il barattolo e spalmare la nutella su qualsia-si cosa e poi, prima di richiu-dere, affondare il cucchiainoper ingurgitarne una buonaquantità dritta sotto il pala-to. Lo fanno per il nostro be-ne, e quindi devono avereper forza ragione.

È il mondo che sta andan-do così. Sulla strada del ricatto affettivo. Tut-ti vogliono fare del bene all’umanità, miglio-rarla, preservarla, tutelarla. Tutti vogliono ca-pire cosa bisogna evitare e di cosa bisognanutrirsi per stare bene, per vivere più a lungo,per essere sani. E chissà perché, non succedemai che il cavolo bollito nuoce gravementealla salute, e la nutella è un antiossidante, masempre il contrario. Le cose buone fanno ma-le, le cose che non mangeresti mai fanno be-ne. Il piacere peggiora la qualità della vita, lanoia allunga la vita e ci si annoia per più tem-po.

Ma la questione non sarebbe nemmenoquesta. Perché, per quanto mi riguarda, mipiacciono anche i cavoli bolliti. È che c’è unproblema: non lasciano memoria. La nutellainvece me la ricordo quasi sempre. È una pic-

cola differenza, ma non è da poco.Per esempio, ho un ricordo molto netto del-

la mia adolescenza. Eravamo a casa io e miamadre, una domenica pomeriggio, quandola domenica pomeriggio era come Ferrago-sto, tutto chiuso, come se venisse ordinataun’evacuazione. Quei pomeriggi struggentidi noia. E io ebbi un desiderio potentissimo eimprovviso: voglio la nutel-la.

Ma non ne avevamo a ca-sa. Cioè: era finita e non erastata ancora ricomprata. Eraquel momento di transizio-ne tra un barattolo di nutellae il successivo, che a voltepuò durare anche qualchegiorno, e a volte può risultare letale per levoglie improvvise.

Mia madre disse che era finita come se perme fosse una risposta sufficiente, ma non lo

era. Era finita, quindi io lavolevo a maggior ragione;quella domenica pomerig-gio non riuscivo ad attraver-sarla, senza nutella. Così,mia madre disse: aspetta. Ecominciò a telefonare a tut-te le sue amiche vicine di ca-sa, e alla fine una le disse: sì,

ce l’ho.E io andai a prendere un barattolo mezzo

vuoto nel silenzio del pomeriggio di una cittàdi provincia silenziosa e assolata. La signoraaprì la porta con il barattolo in mano e me lo

consegnò. Sembrava che non solo mia ma-dre, ma anche lei capisse il piccolo drammache avevo vissuto. Era una richiesta inconsue-ta, ma negli occhi di mia madre prima e dellasua amica poi, non vidi stupore. E di questosono ancora grato a tutt’e due.

Questo non vuol dire che mia madre, per ilmio bene, non abbia fatto dei danni (compre-

so quel pomeriggio). Peròforse oggi, condizionata dal-le pressioni della protezionee della buona salute, direb-be che non è il caso, e mispiegherebbe con meticolo-sità quel che ha letto sul gior-nale. E mi offrirebbe in cam-

bio qualcosa di più sano. E io mangerei qual-cosa di più sano, però – questo è il problemaepico – lo dimenticherei.

La nutella si ricorda. Con la nutella abbia-mo superato domeniche pomeriggio noiose,giornate di sofferenze d’amore che sembrava-no insormontabili, un senso di godimento edi esagerazione che ci toccava come un pre-mio per qualcosa che non sapevamo. Forseperché non ha senso. In fondo, se il mondofosse organizzato in modo razionale, la nutel-la verrebbe eliminata, sarebbe un superfluo.Un mondo ben organizzato sfamerebbe la fa-me con alimenti sufficienti, nutrienti ed ener-getici. Un mondo ben organizzato sarebbepreda di un Grande Fratello (orwelliano –quando ci si riferisce a quello di Orwell è sem-pre bene specificarlo) organizzato con un so-lo motto: è per il tuo bene. E i padroni sareb-bero i salutisti, tutti gli altri subirebberoun’alimentazione perfetta.

Soltanto che poi non ci sarebbe memoriadi nessun pomeriggio, soltanto delle guerremondiali e della prima volta che si fa l’amore.Nient’altro.

La memoria di una domenica pomeriggionon bisogna toglierla a nessuno, o perlome-no non farlo per legge. Cioè, per il mio bene.Perché a me chi vuole il mio bene in modocosì accanito, ossessivo, sta cominciando a in-nervosirmi.❖

FRANCESCO PICCOLO

INDIMENTICABILEFatelo per ilmio beneDatemi la nutella

Dicono di volere una cosaper il tuo bene. Maquanti danni incalcolabilisi motivano così

LEGHISTI IN CAMPO

Dei cavoli bollitiche fanno anche benenon mi restaalcuna memoria

Nero su Bianco

L’Uecomeigenitori

Leghisti schierati con laNutellaecontroilprimosìdelParlamentoUeall'introdu-zione,perognialimento,delmigliorpro-filonutrizionale.RobertoCastellihafon-datoilcomitato«GiùlemanidallaNutel-la» per tutelare l'azienda piemontese.

Perché è unmito Ci sono sapori che si gustano e passano. Quello che nella vita si èassociato a questa cioccolata cremosa resta per sempre. Non sarà salutistama non toglieteci il gusto di una trasgressione iniziata nell’infanzia e arrivata fino ad oggi

Lamemoria

www.unita.it30

VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 35: Unita 18062010

Questo è il sito ufficialedell’Unione europea

Il sito dei produttori dellaNutella

europa.eu/index_it.htm www.ferrero.it/Per saperne di più Per approfondire

«Ho voluto richiamare l'attenzione suirischi di un approccio che nel tempo potreb-be portare a condizionare persino le abitudi-ni e gli aspetti più intimi della sfera privata,come i piaceri più sani e genuini che ci tra-mandiamo da generazioni». L'ambasciato-re Francesco Paolo Fulci, vicepresidente delgruppo Ferrero, che l’altro ieri ha lanciatol'allerta per la Nutella e molti prodotti dol-ciari italiani, spiega così le ripercussioni cheavrebbe il voto del Parlamento europeo sulprofilo nutrizionale degli alimenti.

L’Europa smorza le polemiche. Nessunaguerra santa contro la Nutella, assicural'Ue. Ma qualunque alimento, se promettebenefici nutrizionali, deve dimostrarlo. Ilportavoce del commissario europeo alla Sa-lute e protezione dei consumatori, John Dal-li, ha precisato a Bruxelles che le norme Uesull'etichettatura alimentare, così comequelle sulle indicazioni nutrizionali e saluti-stiche non hanno l'obiettivo di vietare certiprodotti, o la loro pubblicità, né quello diimporre al pubblico cosa debba o non deb-ba mangiare (o bere). Mirano solo a infor-

mare correttamente i consumatori sugli ali-menti che acquistano.

«Noi non diciamo che un alimento è buo-no o cattivo, ma solo che le indicazioni dibenefici nutrizionali e salutistici promessedalla pubblicità o riportate sulle etichettedei prodotti alimentari possono essere con-testate e devono essere provate scientifica-mente», ha detto il portavoce, Frédéric Vin-cent, parlando con alcuni cronisti italiani.«Il nostro fine - ha spiegato ancora il porta-voce - è informare correttamente i consuma-tori: non dire loro cosa mangiare e cosa no,ma spiegare che cosa c'è in quello che man-giano». Dopo un controverso voto del Parla-mento europeo sulla nuova normativa perl'etichettatura degli alimenti, si è parlato dimisure europee restrittive della pubblicitàdei prodotti dolciari e persino dell'imposi-zione di avvertenze allarmanti per gli effettidel consumo di prodotti come la Nutella sul-la salute, sul modello di quelle riportate sul-le scatole di sigarette. A causare l'allarmedella Ferrero è stata la bocciatura per un so-lo voto, da parte dell'Europarlamento, di unemendamento che avrebbe rimesso in di-scussione una normativa già in vigore nell'Ue sui benefici nutrizionali dei prodotti ali-mentari.❖

Nessuna guerra contro laNutella. I benefici alimentariperò si devono dimostrare

Ferrero all’Europa:non condizionatele abitudini privatedelle persone

In alto una immagine-mito di NanniMoretti dal film «Bianca». Qui sopra un classico barattolo di Nutella

L’Ue assicura

31VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 36: Unita 18062010

Di fronte a Joyce CarolOates per la secondavolta, la prima fu nel2001, dopo l’uscita diBlonde, il fluviale ro-manzo che racconta

Norma Jean prima e Marilyn Mon-roe dopo, mi viene ancora una voltada pensare a come questa autrice, og-gi settantaduenne, sia capace di scri-vere così tanto: solo in questo ultimodecennio una dozzina di corposi ro-manzi. Questa esilissima donna chesembra uscita da un’atmosfera goti-co vittoriana ha all’attivo quasi centolibri, tra romanzi, raccolte di raccon-ti, saggi critici, poesie, sceneggiatu-re, opere sotto pseudonimi (i gialli afirma Rosamond Smith e quelli Lau-ron Kelly). Di Joyce Carol Oates, aRoma stasera per Massenzio e poi l’8luglio alla Milanesiana, sono usciti initaliano i due ultimi romanzi: Sorel-la, mio unico amore (Mondadori,trad. di Vincenzo Costigliola,pp.671, euro 22,00) e il recentissimoUna brava ragazza (Bompiani, trad.Sergio Claudio Perroni, pp.217, eu-ro 17,00), ancora una volta romanziimperniati su figure femminili, anco-ra una volta il racconto delle storturedel sogno americano trasformatosiin incubo. Sorella, mio unico amore èsicuramente il libro migliore della re-cente produzione della Oates, menodispersivo nei temi e nei cambi di nar-razione di altri corposi affondi ro-manzeschi. Idealmente verrebbe dacollegarlo proprio a Blonde. In Sorel-la, mio unico amore la Oates, riscri-

vendo un famoso fatto di cronaca del-la fine del 1996, racconta di una bam-bina di sei anni, Bliss, baby campio-nessa di pattinaggio, su cui mammae papà hanno puntato le loro chanceper entrare dentro lo star system,non importa a quale prezzo. La bam-bina invasa dai sogni degli adulti vie-ne poi trovata uccisa nella casa deigenitori, a raccontarci questa cupa vi-cenda è, dieci anni dopo, il fratelloSkyler. In Una brava ragazza, operameno ambiziosa e anche meno pessi-mistica, assistiamo all’incontro tra ladiciassettenne baby sitter Katya Spi-vak con l’anziano artista Marcus Kid-

der, all’inizio sembra Lolita poi si vi-ra altrove ma anche qui non manca ilritratto di una madre terribile. Altrevolte, come nel precedente La madreche mi manca, Joyce Carol Oates, ametà tra autobiografia e invenzione,esplora legami di amore e odio trauna madre uccisa e la sua figlia piùsensibile. Non è solo per la violenzache caratterizza molte sue storie, maanche per questo affresco america-no, questa ricerca del Grande Ro-manzo Americano che la scrittrice pa-re davvero vicina, anche nella mole

dei suoi libri, ad un scrittore eccessi-vo e solo apparentemente diverso co-me James Ellroy.Da dove le viene questo piacere, que-sta fiducia nella scrittura a quaranta-sette anni dal suoesordio edopo tantilibri?«Io amo da sempre, e ancora adesso,lavorare con le parole, con la linguache conosco. Per me è una soddisfa-zione per il cervello, un vero piacereneurologico. Porre il finale di una sto-ria, dopo aver intrecciato fatti e pen-sieri, è un piacere semplice e chiaro.Certo in questi anni la mia modalitàdi vivere con la scrittura è cambiatamolto: da giovane scrivevo quasi digetto, a volte in un’intera notte, damolti anni sono diventata più ossessi-va, peso ogni pagina, mi faccio piùdomande su quello che ho scritto afine giornata».Lei rifiuta una visione organica dellasuaopera,preferisceparlaredeisingo-li libri,macisarannopuredellecatego-rie,dei romanzi chepossonoapparen-tarsi fra di loro?«Penso che si possa fare. Ci sono i ro-manzi lunghi, sono quelli imperniatisull’analisi della società americana ehanno sempre al centro le vicende diuna famiglia. Quelli brevi sono orga-nizzati intorno a singole persone,perlopiù giovani, lì mi interessa sor-vegliare quell’età e basta. I raccontifanno ovviamente storia a sé, c’è poiuna letteratura fantastica, gotica epoi c’è un romanzo come La figlia del-lo straniero che mi è arrivato dalla vo-glia di raccontare la vita di mia non-na».Nei suo romanzi le sembra voler risar-cire le donne, quelle che lei raccontaun po’ come le vittime dell’American

La scrittura«Amo lavorare conle parole, con la linguache conosco»

Intervista a Joyce Carol Oates

«Spesso pesco nelpassato, lontanodall’evento di cui scrivo»

Casimediatici

LA LETTERATURA

NEL NOME

DELLA MADRE

La serataQuesta sera, alle ore 21.00, ilFestival Letterature di RomaospitanellaBasilicadiMassen-zio la serata «Ossessione. Vitain fuga: l’amore del tempora-neo», con JoyceCarolOates eStefano Zecchi. La scrittricestatunitense leggeràun inedi-to dal titolo «La bambina difango nella terra di Moriah».LamusicasaràaffidataaMeg.InlugliolascrittricesaràaMila-no per la «Milanesiana».

Il romanzoDiJoyceCarolOatesèappenauscito in Italia «Una brava ra-gazza»(trad.diSergioClaudioPerroni) per i tipi Bompiani(pp. 224, euro 17,00). Salutatodal«NewYorkTimesBookRe-view» come un capolavoro, ilromanzo racconta la storiad’amore tra una sedicenne eun anziano artista.

SOGNIAMERICANI

Oggi aMassenzio

ROMA

CultureIL NOSTROVENERDì

La scrittrice statunitense ci racconta come nascono le sue storieal femminile: «Provo molta empatia per le donne - dice - Si domandanocome fare per essere amate e spesso stanno accanto a uomini violenti»

MICHELE DE MIERI

32VENERDÌ18 GIUGNO2010

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Dream? Anche se spesso queste don-ne, come nella relazione madre figlia,si fanno delmale fra di loro.«Provo molta empatia per le donne,sono persone che si domandano co-me stare in pubblico, come essereamate. Stanno accanto a uomini chespesso usano forme di sopraffazio-ne, anche fisica. La violenza è direttaspesso contro di loro, così io cerco diraccontarne le conseguenze. Perquanto riguarda il rapporto madre fi-glia ci troviamo davanti ad una sortadi estremo tentativo di seduzione, dimanipolazione. C’è poi la mia attra-zione per la dinamica ascensionale,tipica degli Stati Uniti, e anche inquesto caso mi sembra che sia la don-na quella più esposta ai compromes-si, più osteggiata e ricattata».Possiamo dire che lei spesso procedeselezionando un personaggio pubbli-co: è il caso dellaMonroe in «Blonde»,oppureun fattodi cronaca: l’incidentedovemorìMaryJoKopechne, lasegre-taria di Ted Kennedy, raccontato in«Acquamorta», o ancora il caso che èalla base di «Sorella, mio unico amo-re», e poi procede con la costruzionediun’ossessione,unafebbrechecipre-cipitadentrol’inconsciodeiprotagoni-sti?«L’inconscio non conosce il passaredel tempo, ecco perché spesso me neservo per dare forza ai personaggi,

pescando periodi lontani dall’eventodi cui scrivo in quel momento, in que-sto l’infanzia è un momento cruciale.Sono attratta certamente da casi, di-ciamo mediatici, ma in forme diver-se. Nel caso di Blonde volevo capire emostrare al lettore come in Marilyncoesistesse l’estremamente ordina-rio con l’eccezionale. Per Acqua mor-ta ero irritata dal fatto che dopo l’inci-dente di Chappaquiduick nessunoparlasse della segretaria del senato-re. Per Sorella, mio unico amore vole-vo raccontare una famiglia da ta-bloid, da talk show, un contesto pet-tegolo, una vita sotto i riflettori in cuii sentimenti vengono stravolti. Al-l’inizio avevo addirittura pensato difar nascere Bliss nella famiglia di OJSimpson».Stasera leggeràunbranodalsuopros-simoromanzo.Chestoriacidobbiamoaspettare?«In inglese il libro si chiamerà La don-na di fango, è di nuovo un libro incen-trato su un rapporto madre figlia.Stavolta ho scelto una figlia di succes-so, una quarantenne preside di unafamosa università che ad un certopunto vede affiorare una serie di ri-cordi dell’infanzia».●

En plein air Un ritratto di Joyce Carol Oates

Per chi, come noi, scrivedi narrativa e mercatoeditoriale e lo fa su que-ste pagine Gian CarloFerretti è un doppio refe-

rente: è l’antico responsabile dellapagina culturale milanese dell’Uni-tà, è il critico che su Rinascita «mili-tava» (la Rete documenta tempisti-ca e complessità con cui si procede-va, per esempio la sua immediata,bella recensione, il 9 agosto 1974,alla Storia di Elsa Morante, che inquelle settimane faceva fibrillarel’establishment letterario). Insom-ma, Ferretti per noi è quello di cuic’è un gran bisogno, è memoria sto-rica. Un’esperienza che, con impa-reggiabile levità, quando capitasbriga così: «Guarda che sono statoanch’io giornalista...». Ma Gian Car-lo Ferretti è - l’altra faccia - lo studio-so che dal 1964 indaga un croceviaoriginale: tra letteratura, editoria emercato. In quest’ottica dai primisaggi Letteratura e ideologia. Bassa-ni, Cassola, Pasolini (Editori Riuni-ti) e La letteratura del rifiuto (da Vit-torini al Gruppo 63, per Mursia), hastudiato figure centrali, aggiungia-mo Volponi, Calvino, Sereni, co-gliendole nel loro essere Giano bi-fronti, artisti ed editor, scrittori e or-ganizzatori di cultura. Lui stesso,prima di approdare all’Università(Roma, Parma) ha lavorato nellestanze dell’editoria: agli Editori Riu-niti (quelli gloriosi) dove, è la suabattuta, si sentivano «come DersuUzala», intenti a contrastare la tor-menta, costruire la capanna, salva-re il capospedizione. Da Dersu Uza-la anche il lavoro che (con StefanoGuerriero) ha svolto per la Storiadell’informazione letteraria in Italia(Feltrinelli) che ci dice «tutto», dal1925 al 2009, dalle riviste d’epocafascista ai blog. E la Storia dell’edito-ria letteraria in Italia (Einaudi)?Due Bibbie scritte con famelica curadel dettaglio, ma anche la passionedi chi crede che l’industria culturalesia il termometro di altro... Gian Car-lo Ferretti, 80 anni il 16 giugno. Daquesta colonna, auguri. ●

Più volte candidata al Nobel,JoyceCarolOates,vincitricedelNatio-nal Book Award, del Pen/MalamudAwardforAchievement inShortStoryedelPrixFemina, èprofessoreemeri-toinLetterepressol’UniversitàdiPrin-ceton, e dal 1978membro dell’Ameri-can Academy of Arts and Letters. Èuna delle più prolifiche e poliedriche,scrittrici statunitensi (nata a Lockport

nel 1938), e sperimentadiversi generi,dairomanzi-piùdisettanta-airaccon-ti -piùdisettecento -allesceneggiatu-re, alla poesia, ai saggi sulla boxe,sport che ama, ai libri per bambini. Hascrittoanchenumerosi romanziusan-doduepseudonimi: RosamondSmitheLaurenKelly.Dallasuavastissimabi-bliografia segnaliamo «Una famigliaamericana» (1996), «Perché sono uo-mini» (1997), «Blonde» (2000), «Stu-pro. Una storia d’amore» (2003), «Lafigliadello straniero» (2007), «Sorella,mio unico amore (2008).

[email protected]

«Sarà il mio prossimoromanzo. Protagonistauna figlia di successo»

P

Prolifica e poliedricapiù volte candidata al Nobel

FERRETTI80 ANNI

DAMAESTRO

Maria SerenaPalieri

La donna di fango

PARLANDODI...

Camillerie Lucarelli

Un gioco, un esperimento, una collaborazione letteraria senza precedenti: AndreaCamillerieCarloLucarellihannounitoleforzecostruendounastoriachevedeprotagonistii loro personaggi di maggior successo: il commissario Salvo Montalbano e l’ispettrice Gra-zia Negro. Il libro s’intitolaAcqua in bocca (minimum fax, pp. 108, 10 euro) .

L’autrice

LA FABBRICADEI LIBRI

33VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 38: Unita 18062010

Foto Ansa

Fra tutte le notizie, questa èl’ultima che avremmo vo-luto leggere e scrivere. Èmorto Corso Salani. È mor-

to all’improvviso, a 48 anni (48!),colpito da un infarto mentre pas-

seggiava sul lungomare di Ostia conla moglie Margherita. Era nato a Fi-renze nel 1961 (la sua famiglia erastata proprietaria dell’omonima ca-sa editrice, poi venduta). La notiziasi è diffusa ieri mattina, e tutto ilmondo del cinema italiano è entra-to in uno stato di shock.

Corso era atteso per il 24 giugnoa Bologna, per la proiezione in Piaz-za Maggiore del Muro di gomma, ilfilm di Marco Risi che nel 1991 l’ave-va reso improvvisamente famoso. Ilfilm, come ricorderete, racconta lastrage di Ustica basandosi in buonamisura sulle inchieste di Andrea Pur-gatori, sceneggiatore e giornalistadel Corriere della sera. Risi scelse Sa-

lani dopo un provino «dove riuscìad emozionarmi, recitando la scenadella telefonata sotto la pioggia, do-ve detta il pezzo al giornale… C’era,francamente, la coda per quel ruo-lo: ma mi piaceva molto l’idea di sce-gliere un volto sconosciuto. Poi miseguì nell’avventura di Nel continen-te nero, che era una sorta di remakedel Sorpasso in cui lui era Trinti-gnant e Abatantuono era Gas-sman… forse lì gli nacque, o gliesplose, il gusto di viaggiare. È sem-pre stato un grande giramondo, isuoi film documentari nascevanoda innamoramenti, di luoghi o didonne. Era un uomo vitale, vero,profondamente simpatico».

In realtà Corso non voleva farel’attore. Lo faceva con divertimen-to, ed era pure bravo, ma si sentiva -voleva essere - un regista. E non unregista normale. Entrato nel cinemadalla porta principale (assistente diMazzacurati sul set di Notte italia-na, e poi protagonista del Muro digomma e di Nel continente nero),aveva fatto di tutto per uscirne e poirientrare dalla finestra. Amava e pra-ticava un cinema marginale, a caval-lo fra finzione e documentario, ai li-miti dello sperimentale. Un cinemain cui, anche nelle parti di fiction,tutti dovevano «recitare» il menopossibile. Forse Corso inseguiva ilsogno impossibile - ma perseguito

Sul set Paloma Calle e Corso Salani in una foto di scena di «Palabras» di Corso Salani

ALBERTO CRESPI

p Lutto imprevisto Un infarto si porta via all’improvviso l’artista nato a Firenze nel 1961

p La carriera Era diventato famoso con «Muro di gomma» di Risi, poi girò film suoi e doc

Culture

ROMA

IL NOSTROVENERDì

AddioCorso Salani, attoreche inseguì il sognodella regiaÈ morto mercoledì sera a 48 an-ni Corso Salani. L'attore e regi-sta fiorentino è stato colpito daun malore improvviso mentrepasseggiava sul lungomare diOstia con la moglie. I funeralisi terranno domani a Firenze.

LA SCOMPARSA

34VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 39: Unita 18062010

Il paradosso è l’unico modo percompenetrare l’essenza dellecose», dice Tiziano Sclavi, il pa-pà di «Dylan Dog». È una frasealla quale pensavo spesso quan-

do studiavo da giornalista e mi sfor-zavo di raccontare la realtà in scalauno a uno. E mi dicevo: «Sento chemanca qualcosa. Precisamente, sen-to che ci sono troppe cose, troppetutte insieme. Ci sforziamo di rac-contarle tutte, ma sono così tanteche non le vediamo più, non le sen-tiamo più, non le notiamo più: perquesto poi sento che manca qualco-sa». Beh, finiva sempre che la trova-vo nelle vignette di Staino e di Al-tan. «Io non temo Berlusconi in sé,temo Berlusconi in me». E io, men-tre cercavo le forbici per ritagliarla:«Ecco, appunto». La satira, senza far-la troppo lunga, è quella cosa lì.

Lo sguardo altro, paradossale, sta-raniante, che ti racconta a realtà co-me non l’avevi mai vista, meglio dicome riuscivi a vederla, perché a fu-ria di fissarla lo sguardo si affatica ela vista si appanna. Per questo l’Uni-tà descrive l’Italia e il mondo ancheattraverso gli occhi della satira.Quella di Sergio Staino e di Mara-motti, di Lidia Ravera e di Paolo Vil-laggio, e quella dei ragazzi cresciuticon le vignette di Bobo, e che ognigiorno disegnano le loro strisce nel-la pagina delle lettere e invadono il

web con i loro video. Sono gli auto-ri di Virus, la satira virale dell’Uni-tà. Fino a sabato le loro opere sonoin mostra a Roma al «Crack! Fu-metti Dirompenti» al Forte Prene-stino (via Federico Delpino, a Cen-tocelle). Nelle celle del’ex carceresaranno esposte le strisce di Alecel-la, Betty Greco, Mauro Biani, Ceci-Gian (il duo Cecilia Alessandrini eLorenzo Ingrami), Fei, Fifo, FulvioFontana, Gava, Gilvia, Eva Macali,Fabio Magnasciutti, Natangelo,Francesco Schietroma, LoScorpio-ne e Vuckic.

Domenica sera gran finale alCircolo degli Artisti (via CasilinaVecchia 42, alle 21) con due ore disatira dal vivo. Sul palco, con meSimone Salis e Eva Macali, ci sa-ranno i formidabili stand-up come-dian Filippo Giardina, fomentato-re del gruppo Satiriasi (www.sati-riasi.com) e i sui sodali FrancescoDe Carlo («Avrei tanto bisogno dicredere in Dio, ma ho ricevutoun’educazione cattolica»), Danie-le Fabri («Ci sono due soli modiper avere successo nel mondo del-lo spettacolo: studiare o avere unaquarta di reggiseno. Siccome lamia ragazza non era molto d’acco-ro con l’operazione, ho deciso distudiare»), Saverio Raimondo(«Sono insicuro. Almeno credo»)e Pietro Sparacino («Sono un co-mico con il contratto a progetto.Un co.co.comico»).

Insieme proveremo a racconta-re l’Italia che si fa mettere il bava-glio, quella che si ribella, e quellache si fa mettere il bavaglino, cheè la più pericolosa di tutte. ●

da tanti cineasti prima di lui - di unatotale identità fra cinema e vita, diuna «camera-stylo» che sapesse rac-contare senza filtri la quotidianità.L’elettronica, in questo senso, l’ave-va molto aiutato: il suo era un cine-ma rubato alla realtà, a bassissimocosto, realizzato con mezzi minimi.Anche in senso produttivo, era co-me se volesse emanciparsi da quella«macchina-cinema» - le grandi trou-pe, le sceneggiature di ferro, i divi -all’interno della quale aveva esordi-to.

Per finanziare questi suoi lavori,continuava di tanto in tanto a lavo-rare come attore. Ai suddetti film diMarco Risi - sodalizio che, nella suacarriera, resterà decisivo e irripetibi-le - si aggiungono Cinecittà Cinecit-tà, La fine è nota, L’ospite segreto, Ilvento di sera, Piano solo, Mare Nero.Recitava, e poi andava in giro per ilmondo a girare i suoi film. Basteràcitare qualche titolo: Voci d’Europa,

Eugen si Ramona sulla rivoluzioneromena, Occidente, Gli ultimi giorni,Gli occhi stanchi, Palabras, Il peggiodi noi, Cono Sur (documentario suuna piccolissima troupe che percor-re l’Argentina da Buenos Aires allaTerra del Fuoco, alla ricerca delletracce dell’immigrazione italiana),Confini d’Europa (una serie di docu-mentari ad episodi che l’aveva porta-to nei luoghi più estremi ai marginidel nostro continente). Aveva appe-na finito di girare, con la collabora-zione dell’Enel, una docu-fiction sul-le morti sul lavoro intitolata I casidella vita. Quella di Salani era unacuriosità umana, antropologica, inultima analisi politica: ora saremocostretti a ripensare il suo cinemacome un’avventura esistenzialeche, in modo sottile, ci ha racconta-to aspetti importanti e defilati dellanostra contemporaneità. Sarebbebello e giusto (e magari qualche fe-stival lo farà) rivedere il suo cinemanella sua totalità, come un flusso co-erente di immagini e di racconti.«Per me i film sono la vita che hoscelto - scrisse una volta - voi nonpotete immaginare quanto mi costigirare anche una singola scena, unsingolo fotogramma, tutte le rinun-ce che faccio volentieri, tutta la vitache preferisco non vivere perché tan-to posso vivere quello che metto neifilm». ●

Speriamonon l’ultima Cena con gli amici di «Virus»

Andrea Purgatori

Satira

virus.unita.it

Il ricordo

PPARLANDO DI...

Beppe Grillotornaa teatro

Da stasera i comici virali dell’«Unità» in mostra a «Crack!»e domenica spettacolo live al Circolo degli artisti a Roma

«Non cercavala popolaritàInseguivail cinema d’autore»

francescafornario.splinder.com

«È sempre stato ungiramondo. Un uomovitale, vero, simpatico»

Dopo sette anni, mettendo da parte momentaneamente l’impegno politico, BeppeGrillo torna a teatro: dal 22 ottobre sarà in scena allo Smeraldo di Milano con un nuovospettacolo ancora senza titolo, tra provocazioni, temi di attualità, politica ed ecologia. Tragli altri nomi in cartellone Gigi Proietti, Massimo Ranieri, Corrado Guzzanti.

Un lungo lavoro in comunecontrassegna l’amicizia tra ilgiornalista Andrea Purgato-

ri (autore de Il muro di gomma diret-to da Marco Risi) e Corso Salani.«Con Corso Salani non abbiamo la-vorato insieme soltanto a Il muro digomma, dove lui era nella parte delgiornalista che indaga sulla strage diUstica, ma anche ne Il continente ne-ro» sempre di Marco Risi, di cui hoscritto la sceneggiatura - raccontaPurgatori -. Con questi due ruoli Cor-so ha raggiunto la popolarità, manon è quello che cercava. Infatti hascelto di fare il regista, inseguendoun cinema d’autore, di ricerca, quasidi nicchia».Che tipo di persona era?«Corso non ha mai cercato scorciato-ie, né compromessi, anzi. Ha sem-pre messo una grande passione nelsuo lavoro. Corso era una personaappassionata. Quando interpretò ilMuro di gomma, cercò di capire finoin fondo il lavoro del giornalista. E lostesso impegno lo mise anche nel se-guire tutta la vicenda della strage diUstica. Tanto che oggi, alla notiziadella sua scomparsa, mi hanno subi-to telefonato i familiari delle vitti-me».Avete scritto altro insieme?«Da quando aveva deciso di passaredietro alla macchina da presa abbia-mo scritto insieme anche un paio disceneggiature. Una quasi 20 anni fa:Mare nero. Ed era una storia moltocupa ambientata in Bulgaria, sulla vi-ta di un diplomatico corrotto a So-fia. Una storia complessa, difficile co-me i suoi film, perché Corso non pun-tava certo ad un cinema di cassetta».Tornerà il «Muro di gomma»?«Il prossimo 27 giugno sarannotrent’anni dalla strage di Ustica. Perl’occasione a Bologna è stata orga-nizzata una settimana di iniziative edibattiti. In questa occasione il 24 se-ra in piazza Maggiore sarà proietta-to Il muro di gomma. E ci sarà ancheun ricordo di Corso». GAG.

Virus, festa a striscelunga tre giorni

FRANCESCA FORNARIO

Marco Risi

35VENERDÌ

18 GIUGNO2010

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GLI ALTRIFILM

Una notte blu cobalto

Esordio catanese

Ititoli stupidi possono nascon-dere dei film belli. About Elly èil titolo «internazionale» di unfilm iraniano del 2009 che inoriginale si chiama DarbareyeElly. Si poteva intitolarlo A pro-

posito di Elly, ma qualche genio avràpensato che con un titolo in ingleseun po’ di allocchi abboccheranno, edentreranno in sala pensando di vede-re una commediola hollywoodiana.Invece A proposito di Elly – noi, persfregio, d’ora in poi lo chiameremocosì – somiglia alle migliori comme-

die all’italiana degli anni ’60, quelleche iniziavano con il sorriso e pianpiano trasformavano il riso in pianto.La struttura narrativa, poi, rendeomaggio a un classico italiano di tut-t’altro genere: A proposito di Elly èquasi un remake dell’Avventura di Mi-chelangelo Antonioni. C’è un gruppodi giovani in vacanza, una ragazzascompare, e la sua sparizione modifi-ca radicalmente i rapporti interni algruppo. Con la differenza che Anto-nioni la buttava decisamente sull’esi-stenziale mentre Asghar Farhadi, re-gista nell’Iran di Ahmadinejad, nonpuò fare a meno di essere più concre-to, e di parlare di quel mondo, quellasocietà.

Raccontiamo la storia dall’inizio.In una località di vacanza sul Mar Ca-spio arrivano da Teheran, a bordo dilussuose automobili, 11 villeggianti.Tre sono bambini, gli altri 8 sono gio-vani sui trent’anni. Ci sono tre coppie

Cinema

GITAAL MARCASPIO

CON ELLYIl 37enne Asghar Farhadi firma

un bel film sul l’Iran di oggiche ricorda le atmosfere di Antonioni

Corrado Fortuna è Dino Malaspina,unostudentecatanesefuoricorso.Lotro-viamopersoacontarei giorni,daquandola sua bella fidanzata Valeria lo ha lascia-to, preferendogli il teatro e la compagniadelle amiche. Il Dino catanese è pure unbel ragazzo, non gli manca niente ì, com-

presa una casa tutta sua. Eppure trascor-re lanotteeil giorno apietire i ricordi belli,chetornino ad alleviare la sua pena. Nien-te da fare. A volte i ricordi, come le donne,sono crudeli. Dino allora inizia a peregri-narenellanottecatanese,epercasosifer-ma dinanzi a una pizzeria che cerca unragazzo per consegna a domicilio. Dinoentra ed esce con una pila di pizze caldeinsellaaunamorettinaVespadelSud. Ini-zia così la sua storia di formazione a con-tatto con le solitudine di una Catania inat-tesa.Esordio di Gangemi, formazione per tut-ti… ad eccezione delle guest star, Valenti-na Carnelutti e Alessandro Haber, gesto-restrambodellapizzeria,amantedellelet-teratura sull’arte della guerra.D.Z.

IL NOSTROVENERDì

Una notte blu cobalto

Regia di Daniele Gangemi

Con Corrado Fortuna, Regina Orioli, Valentina

Carnelutti

Italia 2010

Bolero film

***

About Elly

Regia di Asghar Farhadi

Con Golshifteh Farahani, Taraneh Alidousti, Mani

Haghighi, Shahab Hosseini, Merila Zarei

Iran 2009

Mediaplex Italia

***

Ombre emisteri Una scena da «About Elly»

ALBERTO CRESPI

36VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 41: Unita 18062010

Lei è troppo per me5 appuntamenti...L’imbroglio nel lenzuolo

Aquando l’adattamentocinematografico di Dallaso di Dinasty? Cosa rimaneancora da pescare dal

gran sacco delle fiction anni Ottan-ta? Dopo la versione per il grandeschermo di Starsky e Hutch, di Char-le’s Angel, di Azard e ora questa di Ateam, cosa rimane? Il problema èche a ben vedere troppo rimane diquella stagione, e a qualche geniodegli Studios americani potrebbe ve-nire l’idea di dar fondo a quel sacco,e appunto proporre Magnum P.I. oDallas e chissa cosa d’atro.

Perdonate questo leggero ma sa-no sarcasmo, ma è naturale tirarlofuori dopo aver visto questo nuovo Ateam, tutto calato al presente e di-mentico di quello che era non dico lastoria ma l’ironia della antica serie.Maggior preoccupazione degli auto-ri e produttori, infatti, è stata innova-re il più possibile e rendere competi-tiva la pellicola con i blockbusterd’azione. E così l’antica squadra discapestrati ex militari delle forze spe-ciali reduci del Vietnam, si è trasfor-

mata in una super compatta squa-dra militare dei corpi speciali instanza nel Medio Oriente, che per-de durante una missione la credibi-lità dei vertici e tutti i gradi, vittimadi una imboscata di altre squadrespeciali. Costretta ad evadere conla complicità della Cia, la squadrasi ricompone per rtrovare l’onoremilitare e risolvere per conto delGoverno un brutto caso di furto dimatrici per stampare moneta ame-ricana. La domanda è: a che serveandare a scomodare una vecchia egloriosa fiction tv, con il carico del-la sua memoria e di quella dei suoitanti fan nostalgici, per tradurre iltutto in un film d’azione come tantie peggio di altri?

Il vecchio telefilm partiva daun’idea originale (si fa per dire) eben portata. Questa squadra sban-data era prima di tutto ben assorti-ta, e vedeva il colonnello Hannibal(esperto di piani incredibili), il go-rilla Baracus (meccanico perfettocon la paura di volare), il belloccioSberla e il pazzo Murdock (pilotasenza freni e senza bussola). Il sud-detto A-team era entrato in clande-stinità per una ingiusta accusa e siteneva allenato aiutando le perso-ne in difficoltà, vittime di qualsiasisopruso… insomma una sorta diRobin Hood dei nostri tempi. Ec-co, andate a vedere cosa è rimastodi tutto questo, a parte la caratte-rizzazione dei personaggi.●

Opera prima di Field Smith, una com-media romantica che gira intorno al te-ma del nerd e della biondona. Il nerd diturno lavora come agente di sicurezzaall’aeroporto edè deditoal rispetto delleregole… fino a quando non incontra lei,bella bionda e sicura di se... D.Z.

Il nerd e la biondona

Ricordate «Il miogrosso grasso matrimo-nio greco»? Fu una sorpresa, una comme-dia etnica fresca e simpatica. L’interprete eregista ora torna cercando la stessa fortu-na.Cisichiedeperchéunfilmcomequestonon sia uscito a San Valentino, giusto perraccogliere qualche spettatore in più. D.Z.

Dopo il grasso matrimonioIl cinema senza cinema

sposate con prole. Benestanti, spiglia-ti, molto «occidentali»: l’hijab indos-sato dalle donne (il foulard che copresolo i capelli) sembra l’orpello di unIran del passato che questa genera-zione ha ampiamente superato. Poici sono due «irregolari»: Ahmad, ap-pena tornato in patria dalla Germa-nia dopo aver divorziato, ed Elly.Quest’ultima è la maestra del figlio diSepideh, una delle sposate: è lei chel’ha invitata, ed è l’unica a sapere qua-le difficile momento stia passando El-ly nella sua vita. La ragazza è fidanza-ta con un uomo molto tradizionali-sta, e vorrebbe rompere questo lega-me combinato dalle rispettive fami-glie. Sepideh vorrebbe aiutarla e Ah-mad è uno specchietto per le allodo-le.

Secondo giorno di vacanza: unodei bambini rischia di affogare, c’è unmomento di panico, e quando il pic-colo è salvo tutti si accorgono che El-

ly è scomparsa. L’hanno vista tuffar-si, e poi nulla più. Occorre avvertirela polizia. Al momento della denun-cia si scopre che nessuno conosce ilcognome della ragazza. Tentativo ba-nale: si chiama l’ultimo numero inmemoria sul suo cellulare… e rispon-de un uomo, che si dichiara suo fratel-lo. Sepideh è l’unica a sapere una veri-tà imbarazzante: Elly è, o era, figliaunica e quel «fratello» è il suddettofidanzato. Il quale piomba in loco e fascoppiare lo scandalo, che si riverbe-ra sulle dinamiche interne al gruppo.Partono accuse reciproche violentissi-me. Gli uomini si rivelano assai poco«moderni». Sepideh decide di menti-re al fidanzato di Elly quando questile chiede se la ragazza le avesse parla-to di lui. Come in un dramma di Ib-sen, la «menzogna vitale» trionfa:l’ipocrisia, il moralismo, gli scrupolireligiosi regnano anche all’interno diquesta élite, gente che probabilmen-te si libererebbe volentieri degliayatollah ma è incapace prima di tut-to di liberarsi dei propri pregiudizi.L’ultima immagine del film vede i va-canzieri impegnati a spingere invanoun’automobile che si è insabbiata sul-la spiaggia: a furia di bugie, l’Irannon va da nessuna parte.

Asghar Farhadi ha 37 anni. Il suofilm, che a Berlino 2009 era in concor-so e avrebbe meritato l’Orso d’oro, èinterpretato da 9 attori uno più bravodell’altro, tra cui Taraneh Alidousti(Elly) e Golshifteh Farahani (Sepi-deh). Quest’ultima è la bellissima ra-gazza vista accanto a DiCaprio in Nes-suna verità: dopo quel ruolo ha avutomolti guai in Iran. Guai, per lei, co-minciati prima ancora di nascere(nell’83): le autorità decisero che ilnome «Golshifteh» non è lecito e i ge-nitori dovettero chiamarla Raha-vard. Lei, però, recita con il nomeproibito. In Iran, è un modo di resiste-re.●

LaWinslet porta al cinemastoria di Natascha Kampush

KateWinslet interpreterà Nata-scha Kampusch, la ragazza au-

striaca tenuta segregataper 8anni inun sottoscala dal vicino di casa. Rapi-ta all'età di dieci anni il 2 marzo del1998 è fuggita dal proprio rapitore,WolfgangPriklopil, il 23agosto2006.La sua storia è stata già raccontata inunabiografia nonautorizzatae ades-so sbarcherà a Hollywood. L'attrice32enneverràringiovanitaperesigen-zedicopione, laKampuschalmomen-to della sua liberazione aveva 20 an-ni. LaWinslet, cheha vinto l'Oscar nel2008 grazie all'interpretazione nelfilm«TheReader»,nonènuovaaruo-li difficili.

P

SFIDE

Nella Sicilia di inizio secolo approda l’in-venzione del cinematografo con tutto ilsuoportatodispettacolaritàemagia. Ilgio-vane Federico non ne vuole sapere di stu-diaremedicina,eanzisognaadocchiaper-ti, sperando di partecipare a qualche titoloall’avventurosa storia del cinema nascen-

te. Incontra un direttore di scena che s’in-ventaproduttore,conlasperanzadiporta-re sullo schermo storie piccanti. Prodottoe interpretato dalla Cucinotta, anche sen-zaveli,con Storaroalla fotografia eun castimportante… peccato che manchi proprioil cinema, quello che si racconta. D.Z.

PARLANDO DI...

SamRaimiper il prequeldi «Oz»

Robert Downey Jr. presterà il suo fascino «kooky» al nuovo film di Sam Raimi: «Oz: ilGrande e il Potente», prequel in 3D del più noto «Mago di Oz». Questo è il primo film a cuilavora Sam Raimi da quando ha abbandonato «Spider-Man 4». Downey Jr. comincerà agirare dopo aver finito le riprese di «Sherlock Holmes 2».

A-Team, quella squadranon è più la stessaDalla celebre fiction tv nasce un film che punta soltanto sullaazione a scapito delle doti originarie (ironia e valori sociali)

DARIO ZONTA

A-Team

Regia di Joe Carnahan

Con Liam Neeson, Bradley Cooper, Quinton

Rampage Jackson

Usa 2010

Twentieth Century Fox

*

Lei è troppo perme

Regia di Jim Field Smith

Con Jay Baruchel,

Alice Eve

Usa 2010

Universal

5 appuntamenti

per farla innamorare

Regia di Nia Vardalos

Con Nia Vardalos, John

Corbett, Judah Friedlander

Usa 2009

Eagle Pictures

**

L’imbroglio nel lenzuolo

Regia di Alfonso Arau

Con Maria Grazia Cucinotta, Primo Reggiani,

Anne Parillaud, Geraldine Chaplin, Ernesto Mahieux

Italia 2010

01 distribution

*

37VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 42: Unita 18062010

Zapping

06.00 Euronews. Attualità

06.10 Quark Atlante -Immagini dal pianeta. Rubrica.

06.30 Tg 1

06.45 UnomattinaEstate. Attualità.

10.40 Verdetto Finale.Rubrica.

11.35 Tg 1

11.45 La Signora ingiallo. Telefilm.

13.30 Telegiornale

14.00 Tg 1 Economia. Rubrica

14.10 Don Matteo 4. Telefilm

15.05 Raccontami Capitolo II. Miniserie.

16.50 Tg Parlamento

17.00 Tg 1

17.15 Mondiali Rai Sprint. Rubrica. Conduce Marco Mazzocchi.

18.45 L’eredità. Quiz. ConduceCarlo Conti.

19.55 Telegiornale

20.10 Campionati Mon-diali di Calcio 2010.Rubrica. All’interno:

21.00 The Longshots -

Una squadra molto

speciale.

Film commedia

(USA, 2008).

Con Ice Cube

K. Palmer.

Regia di F. Durst

22.45 Hotel Bau.

Film commedia

(USA/DEU, 2009).

Con E. Roberts

D. Cheadle. Regia di

T. Freudenthal

21.00 Questo piccolo

grande amore.

Film sentimentale

(ITA, 2009).

Con E. Bosi

M.P. Petruolo.

Regia di

R. Donna

23.00 Space Chimps -

Missione spaziale.

Film animazione

(USA, 2008).

Regia di

K. De Micco

21.00 Una pallottola

spuntata 33 1/3.

Film comico

(USA, 1994).

Con L. Nielsen

P. Presley.

Regia di P. Segal

22.30 La pazza storia

del mondo.

Film comico

(USA, 1982).

Con M. Brooks

D. De Luise.

Regia di M. Brooks

19.05 Ben 10 -

Forza aliena.

19.30 Let’ Goal! Football

Test. Rubrica

19.55 Star Wars:

The Clone Wars.

21.00 Batman:

la maschera del

fantasma.

Film animazione

(USA, 1993). Regia

di E. Radomski e

B.W. Timm

19.00 Come è fatto. Rubrica. “Fisarmoniche”

19.30 Come è fatto il calcio. Rubrica.“La punizione”

20.00 Top Gear. Rubrica

21.00 River Monsters.Documentario.

22.00 Orche assassine.Rubrica

23.00 Discovery SavedMy Life. Rubrica

19.35 Via Massena.

Musicale

20.05 The Club. Musicale

20.35 Hi Shredability.

Musicale

21.00 Quelli che guar-

dano le partite.

Rubrica

22.30 Via Massena.

Musicale

23.00 Hi Shredability.

Musicale

19.00 MTV News. News

19.05 TRL On The Road.

Musicale

20.00 MTV News. News

20.05 Jersey Shore.

Telefilm

21.00 Famous Crime

scene. Show

21.30 Storytellers.

Musica

22.30 Mtv World stage.

Musica

INGHILTERRA - ALGERIA

Rai 1 Rai 2 Rai 3 Rete 4 Canale 5 Italia 1 La 7

Sky Cinema 1 HD

Sky Cinema Family

Sky Cinema Mania

CartoonNetwork

DiscoveryChannel HD

Deejay TV MTV

RAIUNO - ORE: 20:30 - CALCIO

CAMPIONATO MONDIALE 2010

N.C.I.S.

RAIDUE - ORE: 21:05 - TELEFILM

CON MARK HARMON

SORVEGLIATO SPECIALERETE 4 - ORE: 21:10 - FILM

CON SYLVESTER STALLONE

IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICOCANALE 5 - ORE: 21:10 - FILM

CON JULIA ROBERTS

SERA

20.30 Inghilterra - AlgeriaGirone C. Da Città del Capo.(Algeria)

22.50 Tg 1

23.10 Notti Mondiali. Rubrica

01.00 Tg 1 - Notte

01.45 Sottovoce. Rubrica. ConduceGigi Marzullo.

02.10 Teatro in corto. Rubrica. “Deliro a due”

07.00 Cartoon Flakes.Rubrica.

09.55 Tutti odiano Chris.Telefilm.

10.15 Tracy e Polpetta.Situation Comedy.

10.30 Tg2 Mattina

10.45 Tg2 Costume e società. Rubrica.

11.00 Medicina 33.

11.15 The Love Boat. Telefilm.

12.05 Il nostro amicoCharly. Telefilm.

13.00 Tg2 Giorno

13.30 Tg2 Costume e società. Rubrica.

13.50 Tg 2 Eat Parade.

14.00 Dribbling Mondiale. Rubrica.

14.30 Ghost Whisperer.Telefilm.

15.15 Squadra SpecialeColonia. Telefilm.

16.00 La Signora delWest. Telefilm.

16.50 Las Vegas. Telefilm.

17.35 Art Attack. Rubrica

18.00 Tom & Jerry Tales.

18.25 Rai Tg Sport. / Tg 2

19.00 Mondiale Sera. Rubrica.

20.00 Classici Disney.Cartoni animati.

20.30 Tg 2 20.30

SERA

21.05 N.C.I.S. Telefilm.

Con Mark Harmon

23.25 Tg 2

23.40 Inganni di sangue.

Film Tv thriller

(Canada / USA, 04).

Con Linda Purl,

Perry King,

Andrew Kraulis.

Regia di

Douglas Jackson

01.10 TG Parlamento.

Rubrica

07.00 TGR BuongiornoItalia. Rubrica

07.30 TGR BuongiornoRegione. Rubrica

08.00 Cult book. Rubrica.

08.30 Citizen Report. Rubrica.

09.00 Obiettivo ragazze.Film commedia(Italia, 1963). Con Walter Chiari,Carlo Campanini.Regia di M. Mattoli

10.35 Cominciamo BeneEstate. Rubrica.

13.10 Julia. Telefilm.

14.00 Tg Regione / Tg 3

14.50 Cominciamo BeneEstate. Rubrica.“CondominoTerra...”

15.05 Roman Mysteries.Telefilm.

16.30 Nuoto - Internazio-nali d’Italia.

17.15 Doc Martin. Tele-film.

18.05 GEOMagazine2010. Rubrica.

19.00 Tg 3 / Tg Regione

20.00 Blob. Attualità

20.10 Seconda chance.Telefilm.

20.35 Un posto al sole.Soap Opera.

21.05 Tg 3

SERA

21.10 Gli archivi dellastoria. Rubrica.

23.10 Blu notte. Rubrica. ConduceCarlo Lucarelli

24.00 Tg3 Linea notte

01.10 Viva la crisi. Rubrica. ConduceMarisa Passera

01.40 Aprirai. Rubrica. ConduceCinzia De Ponti

01.50 Rainotte. Rubrica.

06.55 Media shopping.Televendita

07.10 Kojak. Telefilm.

08.15 Il fuggitivo. Telefilm.

09.10 Balko. Telefilm.

10.30 Agente specialeSue Thomas. Telefilm.

11.30 Tg4 - Telegiornale

12.00 Vie d’italia - Notiziesul traffico. News

12.02 Carabinieri. Telefilm.

13.05 Distretto di polizia.Telefilm.

14.05 Forum - Il meglio di. Rubrica. ConduceRita Dalla Chiesa

15.35 Sentieri. Soap Opera. Con Kim Zimmer,Ron Raines E Robert Newman

16.15 Orgoglio e pregiudizio. Film drammatico(USA, 1940). Con Maureen O’Sullivan, Laurence Olivier,Edmund Gwenn.

18.55 Tg4 - Telegiornale

19.35 Tempesta d’amore.Telenovela

20.30 Renegade. Telefilm.

SERA

21.10 Sorvegliatospeciale. Film azione (USA, 1989). ConSylvester Stallone,Donald Sutherland,Darlanne Fluegel.Regia di John Flynn

23.35 Prima di mezzanotte.Film commedia(USA, 1988). ConRobert De Niro,Charles Grodin,Yaphet Kotto. Regiadi Martin Brest

06.00 Prima pagina

07.57 Meteo 5. News

07.58 Borse e monete.News

08.00 Tg5 - Mattina

08.40 Finalmente soli. Telefilm

09.11 La banda Olsen Junior. Film Tv avventura(Danimarca, 2001).Con Aksel Leth,Jacob A. Bernit, C. Stoltenberg.Regia di P. Flinth

11.00 Forum. Rubrica.Conduce Rita DallaChiesa

13.00 Tg5 / Meteo 5

13.41 Beautiful. Soap Opera

14.10 Centovetrine. Soap Opera

14.45 Alisa - Segui il tuocuore. Telenovela

15.46 Baci a la carte. Film Tv commedia(Germania, 2008).Con J. Kunze, H. Deutschmann,Manuel Cortez.Regia di D.Klein.

17.45 A gentile richiesta.News.

20.00 Tg5 / Meteo 5

20.31 Velone. Show. ConduceEnzo Iacchetti

SERA

21.10 Il matrimonio

del mio migliore

amico.

Film commedia

(USA, 1997).

Con Julia Roberts,

Cameron Diaz,

Rupert Everett.

Regia di P.J. Hogan

23.30 Matrix Extra.

News. Conduce

Alessio Vinci

01.30 Tg5

01.59 Meteo 5. News

07.00 Beverly Hills,90210. Miniserie.

09.45 Capogiro. Rubrica

11.20 Champs 12. Telefilm.

12.25 Studio aperto

13.00 Studio sport. News

13.37 Motogp-quiz.Gioco

13.40 Camera cafe’. Situation Comedy.

14.05 One piece tutti all’arrembaggio.Cartoni animati.

14.35 I Simpson. Telefilm.

15.00 Champs 12. Telefilm.

16.00 Blue water high.Telefilm.

16.30 H20. Telefilm.

17.00 Chante!. Miniserie.

17.25 Kilari. Cartoni animati

17.50 Blue dragon. Cartoni animati.

18.10 Spongebob. Cartoni animati.

18.30 Studio aperto

19.00 Studio sport. News

19.28 Sport mediaset web.

19.30 Samantha chi?. Telefilm.

20.05 I Simpson. Telefilm.

20.30 Viva Las Vegas.Gioco.

SERA

21.10 C.S.I. - Scena del

crimine. Telefilm.

22.10 C.S.I. New York.

Telefilm.

23.05 The shield. Telefilm

01.00 Grand prix -

Prove sintesi.

01.55 Poker1mania.

Show

02.50 Studio aperto -

La giornata

03.05 Tv moda. Rubrica.

Con Jo Squillo

06.00 Tg La 7 / Meteo /Oroscopo / Traffico

07.00 Omnibus. Rubrica.

09.15 Omnibus Life. Attualità

10.00 Omnibus (ah)iPoroso. Attualità.

11.00 Due minuti un libro. Rubrica. ConduceAlain Elkann

11.05 Movie Flash. Rubrica

11.10 Matlock. Telefilm.

12.30 Tg La7

12.55 Sport 7. News

13.00 Movie Flash. Rubrica

13.05 The District. Telefilm.

14.05 La battaglia del Sinai. Film (Italia, 1969).Con Franco Giornelli,Assaf Dayan, LuigiCasellato. Regia diMaurizio Lucidi

16.10 Cuore d’Africa. Telefilm

18.05 Relic Hunter. Telefilm.

19.00 Crossing Jordan.Telefilm.

20.00 Tg La7

20.30 Otto e mezzo. Rubrica. ConduceLilli Gruber

SERA

21.10 L’anima e la carne.Film (USA, 1957).Con Robert Mitchum,Deborah Kerr Regiadi John Huston

23.30 Crozza Alive. Show. ConduceMaurizio Crozza

01.40 Tg La7

01.50 Allonsanfan. Film drammatico(Italia , 1974). ConM. Mastroianni, LeaMassari. Regia diPaolo Taviani.

www.unita.it38VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 43: Unita 18062010

I DIARI DEL DUCE AVALLESPLUGA

Le ultime volontà del Duce e partedei suoi diari sono in valle Spluga,al confine con la Svizzera. A rive-larlo è il figlio di Guglielmo DellaMorte, già console italiano a Berli-no, convocato dal Duce, a Milano,poche ore prima di essere cattura-to dai partigiani. «Mio padre rice-vette una borsa sigillata - ha rac-contato - con la promessa di nonaprirla prima del 2025. Non puòche contenere lettere e materialestorico di grande rilevanza».

A SEBASTE L’«ORIENT EXPRESS»

«Panchine. Come uscire dal mon-do senza uscirne» di Beppe Seba-ste (Laterza) ha vinto, nella sezio-ne narrativa, il Premio LetterarioOrient-Express, dedicato a Tom-maso Landolfi. Per l’Opera è statoscelto «Sono comuni le cose degliamici» di Matteo Nucci (Ponte alleGrazie). Il Premio della Giuria è an-dato a Franca Valeri. La cerimoniadi premiazione è il 21 giugno, alle19, al Teatro India di Roma.

POGORELICHA MANTOVA

Il pianista inaugura stasera il Festi-val «Teatro Arlecchino d’oro» conun omaggio a Chopin. Tra gli ospi-ti di questa quinta edizione dal te-ma «Anima e corpo», Filippo Timi,Fabrizio Gifuni e Sandro Lombar-di a cui va l’Arlecchino d’oro.

Il Tempo

PERIL 91%MENTE

Oggi

Apertura dei tg su Berlusconi,come da copione. E se no, ache serve il potere? Ed ecco

che lui, come da copione, si lamentadi non avere potere, perché tutto il po-tere, secondo il principio leninista, ap-partiene ai soviet, quelli dei magistra-ti spioni. Infatti siamo tutti intercetta-ti. Anzi no, non proprio tutti, diciamo7 milioni soltanto. Daniela Santan-ché di recente ha parlato di 12 milio-ni, ma Berlusconi preferisce tenersibasso, che è la sua dimensione natura-le. Intanto, i magistrati fanno sapere

che, al massimo, gli intercettati pos-sono essere 30.000. Insomma, le ci-fre ballano e sballano. E gli italiani achi credono? Basta guardare i son-daggi, come quello del tg7, che hachiesto in diretta al suo pubblico seBerlusconi diceva la verità. Gli spet-tatori hanno risposto al 91% che aBerlusconi non credono per niente.È vero che non si tratta di un regola-re campione demoscopico, ma sipuò dedurne con ragionevole certez-za che a Berlusconi non credono ne-anche quelli che lo votano.❖

Qualcuno ricorda la romanti-ca storia delle ronde? Leronde padane? Bei tempi.

Allora sì che la Lega si faceva senti-re, lasciava intendere al territorio

quanto bene gli volesse. «Sicurezza,sicurezza, primavera di bellezza» sicantava in fondo al cuore mentre siagitava bene prima dell’uso la sensibi-lità della «populace» destinata dallapaura indotta ad unirsi al coro. Cic-cia, tutto scorre, nemmeno la Lega èpiù quella di una volta. Infatti, men-tre si schiera in favore della legge ba-vaglio criminalizzando le intercetta-zioni che disturbano cosche e farabut-ti di Stato, ecco che a Treviso esulta

per aver piazzato ottanta nuovi oc-chi elettronici per controllare il ter-ritorio. Di cui non si fida. Valla a ca-pire. Si tratta di un progetto di vide-osorveglianza estesa a 27 comunidella Marca trevigiana. Per questo,hanno speso oltre cinque milioni dieuro, il prezzo della diffidenza. Il co-sto della conversione della culturadelle ronde a quella, più tecno, del-l’occhio elettronico. Fanno i fighettie qualcuno ancora li applaude. ❖

NORD nuvoloso ad iniziare dal-lezonealpineconrovescietemporalisparsi. Miglioramento in serata.CENTRO sereno o poconuvolo-so salvo addensamenti nuvolosi atratti intensi specie sui rilievi.SUD poco nuvoloso su tutte leregioni.

NORD condizioni di maltemposu tutte le regioni con precipitazionisparse.CENTRO nuvolososututte le re-gioni ad iniziare dal versante tirreni-co.SUD nuvoloso o parzialmentenuvoloso su tutte le regioni.

NORD graduale aumento dellanuvolosità con rovesci e temporali inintensificazione dal pomeriggio.CENTRO inizialmente soleggia-ta su tutte le regioni con tendenza apeggioramento.SUD nuvolositàvariabileconlo-cali addensamenti.

In Pillole

Un classico del Kabuki a Roma

ZOOM

Dopodomani

Domani

Maria Novella Oppo

Il prezzo delle ronde

A ROMA Debutta al Teatro Argentina (lunedì, con replicamartedì) ilGrand Kabuki di Tokyo con «Yoshitsune e i mille ciliegi», la più famosastorianel repertorioteatraledelKabuki.L’operaè interpretatadalcelebreattore Ebizo IchikawaXI, diretto discendente della dinastia Ichikawa.

Toni Jop

Foto di Shochiku

Culture

NANEROTTOLI

FRONTEDELVIDEO

39VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 44: Unita 18062010
Page 45: Unita 18062010

Supremazia e gioco brillante, l’Ar-gentina annienta la Corea delSud, quattro a uno tondo, con unatripletta di Higuain che chiude ledanze aperte da un autogol che sa-rebbe bello assegnare d’ufficio aMessi ma proprio non si può. Re-sta ora la modesta Grecia, la quali-ficazione a un passo, il vento sof-fia a favore. Il Pibe sta lavorandobene e questa è la vera sorpresa.Fin qui è stato bravo in tutto, so-prattutto a creare un’isola felice,in cui ognuno si sacrifica per lasquadra. Baci e abbracci a fine ma-tch sono ormai il tormentone delmondiale, la bellezza di Diegoquando si cimenta con la sua crea-tura. Aggiungiamo la lode quan-do limita le sue ostinazioni. Cosadire per esempio dell’Argentinasenza il suo «comandante»? ToltoVeron dalla regia - ma solo per pre-cauzione, però - il centrocampo ac-quista in velocità e scioltezza, tri-plicano i rifornimenti agli attac-canti e anche Di Maria sembra unaltro, molto più mobile e attivo ri-spetto alla gara con la Nigeria. LaCorea, che tanto aveva impressio-nato con la Grecia, si ritrova com-pressa fin dall’inizio e al 16’ va su-bito sotto dopo la deviazione for-tuita di Park Chu Young su crossdi Messi. Passa un quarto d’ora e

subisce il raddoppio con il primo goldi Gonzalo Higuain, bravo nel beffa-re il portiere asiatico con un colpo ditesta di contro balzo.

UNERRORE DIFENSIVO

Tra i primi due gol dell’albiceleste egli ultimi due, l’unico gol dei corea-ni apre vecchie ferite. Di una difesache contro la modesta Bolivia allequalificazioni ne prese ben sei. Fuo-ri Samuel per infortunio, Maradonasi affida a Burdisso, il giallorossosbaglia poco ma senza l’interista èl’intero reparto a perdere la bussola.Così, poco prima dell’intervallo, LeeChung Yong ringrazia Demichelische con uno sciagurato assist lo met-te in condizione di segnare un gol

facile facile. Dalla seconda giornatal’Argentina esce a pieni punti macon i cerotti in difesa: contro i greciSamuel è in dubbio mentre Gutier-rez è sicuro della squalifica, e quan-to avrebbe fatto comodo Zanetti.Per ora Maradona è stato bravo a te-

nere la calma nei momenti di af-fanno dei suoi, un altro, sul ritor-no di fiamma degli asiatici, ciavrebbe messo lo zampino. Lui in-vece pazienta, perseguita il rosa-rio da bordo campo, si pizzica conil tecnico dei coreani Huh JungMoo (fu lui a marcarlo a Messico’86), e alla fine azzecca anche lamossa di Aguero che serve l’assistdel 4-1, Milito resta un raro lussoda coccolare in panchina. Tutta laripresa è una corsa contro il tempoper vedere un gol di Messi che nonarriverà, prende tutto Gonzalo, tri-pletta e primo posto tra i cannonie-ri, a Leo ascriviamo un palo, i soli-ti, asfissianti fraseggi con i compa-gni e tanti calci sui polpacci.❖

pGoleada della squadra diMaradona Dopo un’autorete arriva il tris firmato da Higuain

p La Corea del Sud aveva accorciato le distanze alla fine del 1˚ tempo con Lee Chung Yong

GRECIA-NIGERIA 2-1

In ginocchiodaMessiL’Argentina vede gli ottavi

Nigeria in vantaggio con Ucheal 16’, la Grecia prima pareggiacon Salpingidis (44’) e poi vinceconTorosidis(71’).Gliafricaniso-noancoraa0puntimanonma-tematicamente eliminati.

[email protected]

COREA DEL SUD 1

www.unita.it

Sportmondiali 2010

ROMA

L’inchino Il difensore coreano Yeom Ki-hun sembra quasi inchinarsi al cospetto di Leo Messi durante il match di ieri a Johannesburg

ARGENTINA 4

SIMONE DI STEFANO

ARGENTINA:Romero; JonasGutierrez,Demi-chelis, Samuel (23’ pt Burdisso), Heinze; MaxiRodriguez, Mascherano, Di Maria; Messi; Hi-guain (36’ st Bolatti), Tevez (30’ st Aguero)COREA DEL SUD: Sung Ryong; Beom Seok,Yong Hyung, Jung Soo, Young Pyo; SungYueng (1’ st Nam Il), Jung Woo; Chung Yong, JiSung, Ki Hun; Chu Young (36’ st Dong Gook)ARBITRO: De Bleeckere (Belgio)RETI: nel pt 17’ Park Chu Young (autorete), 33’Higuain, 46’ Lee Chung Yong; nel st 31’ e 35’ Hi-guainNOTE: ammoniti Yeom Ki Hun, Lee ChungYong, Mascherano, Jonas Gutierrez e Heinze.Angoli 6-2 per l’Argentina. Spettatori 82.174

41VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 46: Unita 18062010

p Federico, 27 anni viene da Cassola, vicino Bassano del Grappa: «Ma da noi tutti tifano Italia»

p I suoi idoli «Taglialatela e Schmeichel». Importanti le parole di Buffon, «Gigi mi rasserena»

Poi un giorno piovve sul campettodi terra di Cassola, e le mamme ri-sparmiarono i figli e si evitarono ilsolito carico di panni fradici e in-crostati di fango da lavare. Lamamma del portiere era fra que-ste. «Chi ci va in porta?». Finiscesempre che tocca al più piccolo, al-l’ultimo arrivato. «Vai, Federico».Lui andò: «Avevo otto anni, era lasquadra dei Primi Calci, fino aquel giorno avevo solo parato i tiridi Stefano, mio fratello maggiore,nel garage di casa». Federico Mar-chetti calciava bene col destro epreferiva stare in campo, anchenella sfida in famiglia, ma i ruoli li

faceva l’età perché da piccoli quel po-sto o è una vocazione o una costrizio-ne. Il fango è avversario delle mam-me, ma può essere alleato della cu-riosità dei bambini: «In mezzo alpantano mi buttavo e mi divertivo,la sera ero felice, decisi che avrei fat-to il portiere».

Poi un giorno piovve sulla stradadi asfalto lucido di Fidenza. Un ac-quazzone di primavera, violento,passeggero: era maggio. La macchi-na va via, la vita a bordo diventa fra-gile, Andrea muore. È il miglioreamico di Federico. Che va in crisi,non gioca, vede il fiore dalla partedelle radici. Scrive sul braccio: «An-drea, sempre con me». Il tempo gli faaggiungere un nome: «Francesco,l’altro del gruppo, anche lui per lastrada». Quel braccio sembra uncamposanto, e Marchetti scrive an-cora: «Ho tatuato l’Ave Maria, tutta.Perché una notte ho visto la Madon-na». La conferenza stampa del no-stro prossimo numero 1 diventa unpo’ inquietante, lui fronteggia il coa-cervo di emozioni fra l’attesa di unapartita e il ricordo di una perdita con

Marchettin.1 a sorpresaÈ l’uomodella pioggia

Sportmondiali 2010

[email protected]

13,30 GERMANIA-SERBIASkymondiale1

14,00 DRIBBLINGMONDIALERai1

16,00 SLOVENIA-USASkymondiale1

17,15 MONDIALERAI SPRINTRai2

19,00 MONDIALERAI SERARai2

20,30 INGHILTERRA-ALGERIARai1 / Skymondiale1

23,05 NOTTIMONDIALIRai1

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INVIATO A CENTURION

Durante l’allenamento Federico Marchetti impegnato in un intervento in uscita

Mondialiin tv

MARCO BUCCIANTINI

Sotto il diluvio decise cheavrebbe fatto il portiere, sottoil diluvio rischiò di morire inun incidente d’auto, sotto il di-luvio ha fatto il suo esordio almondiale sudafricano. Buffonè ko e Lippi si affida a lui.

42VENERDÌ18 GIUGNO2010

Page 47: Unita 18062010

Il campione dell’82 non ha dubbi: Marchetti faràbene. «Buffon torni solo se è fisicamente al 100%»

Intervista a Dino Zoff

«Vai Federicofatti sentiree credi in te stesso»

GruppoA

Dino Zoff c’era 40 annifa, in Messico. L’ultimavolta di un portiere delCagliari titolare dellaNazionale in un Mon-

diale. Enrico Albertosi era il n.1, Zoffil 12˚. Ora tocca a Federico Marchet-ti. Cagliari di nuovo in porta.Si fida, Zoff, di Marchetti?«È un buon portiere, ha vissuto un an-no importante, positivo con la suasquadra. Mi sembra sicuro, freddo, equesto per un portiere è tutto».Glimanca esperienza internazionale.«Quello è l’unico handicap, non hamai giocato partite di questo livello.

Buffon invece è una garanzia da que-sto punto di vista. Ma va bene così,del resto dall’esordio bisogna neces-sariamente passare prima di accumu-lare esperienza. Marchetti la farà alpiù alto livello possibile. Sono convin-to che farà bene. E poi, chissà, non èancora finito il Mondiale di Buffon».Crede in un suo recupero?«Ma sì, il dolore può passare, tra duepartite vedremo come starà. Lui haun tempra fortissima ed è un valorefondamentale di questa Nazionale».Meglio un Buffon amezzo servizio diunMarchetti al 100per centoquindi?«Questo no, deve giocare solo se saràal massimo della condizione e tran-quillo della sua tenuta per 90 minuti.In caso contrario, meglio Marchetti,

tra l’inesperienza e la mancanza digaranzie fisiche scelgo la prima».NonèungrandeMondialeper ipor-tieri. Molte papere, errori strani. So-lo ilpallone?Nonsaràforseunpo’ incrisi il ruolo in generale?«In effetti non si son visti troppi por-tieri sicuri, ho visto molti errori. Ilpallone è molto leggero, cambia fa-cilmente traiettoria, per un portiereè la cosa peggiore possibile. Ho vi-sto cose buone da Enyeama, il nige-riano. Julio Cesar è molto sicuro,Neuer lo vedo bene, anche se conl’Australia non ha fatto molte para-te. In generale, il portiere risentepiù di altri giocatori dell’emozionee della responsabilità. Il ruolo è mol-to delicato e i suoi errori balzanoagli occhi molto più di errori di altriuomini di movimento».Ma tra Marchetti e De Sanctis, Zoffavrebbe scelto il primo?«Io mi fido di Lippi, lui li vede davicino, li conosce perfettamente.De Sanctis ha più esperienza, mameno classe, è comunque un portie-re di assoluto valore. Ma io puntosu Marchetti, lo vedo bene, farà be-ne».Inungironemoltosemplice,è l’occa-sione perfetta per fare esperienza.«Il girone è apparentemente facile,le squadre nella prima fase si equi-valgono un po’ tutte però, il Para-guay ad esempio ha una difesa mol-to forte ed era difficile scardinarlo.L’impressione è stata buona, tuttosommato, non abbiamo creato mol-to, ma nemmeno abbiamo subito.In fondo in un Mondiale bisognatrovare la forma gradualmente, noici saremo, quando conterà».Un consiglio per Marchetti dal piùgrandeportiereitalianodiognitem-po.«Deve stare sereno, lucido, ascolta-re i compagni, farsi ascoltare da lo-ro. Deve essere consapevole di esse-re arrivato all’apice della sua carrie-ra, sul palcoscenico massimo. Il suovalore, che è grandissimo, verrà fuo-ri quanto più sarà consapevole di sestesso. Deve avere soprattutto fidu-cia nei suoi mezzi». ❖

ConHernandez e Blancoil Messico batte la Francia

A un passo dall’eliminazionela Francia di Domenech dopo

la sconfitta (2-0) subita ieri a Polo-kwaneadoperadelMessico.DiHer-nandez al 64’ e di Blanco (su rigore)al 79’ le reti degli americani che oraconducono il girone A assieme al-l’Uruguay.Nell’ultimoturnobasteràlorounparinelloscontrodirettoperguadagnare l’accesso agli ottavi.

lo stesso tono di voce, e medesimaespressione. La Madonna non scesea visitarlo per caso: «Altro incidente,in macchina questa volta ci sono io.Vedo le lamiere piegate e la morte infaccia, ma sono vivo».

SARÀ IL FREDDO...

Poi un giorno piovve dall’altra partedel mondo, Città del Capo, dove l’ac-qua di mare s’imbroglia e due oceanisi combattono. Sarà il freddo, sarà laMadonna per riconoscenza della de-dica, sarà l’ernia ma la schiena delportiere si blocca. Va in campo unoche di solito è condannato a non es-serci, il numero 12, Federico Mar-chetti. Tutti gli altri stanno in panchi-na per servire a uso e intuito dell’alle-natore. Il portiere di riserva è lì comeun babau a ricordare che può capita-re qualcosa di brutto e imprevisto:un’espulsione, un infortunio del tito-lare. «Gigi mi dà consigli, mi rassere-na». Quasi sentisse quel posto comeusurpato, Marchetti rammenta Buf-fon a ogni risposta. Ma non è un gre-gario: è un solitario, un taciturno, se-reno ma non allegro. In campo è piùaperto, comanda la difesa e sa cheJabulani non potrà servirgli da alibi«perché i palloni sono truffatori, manoi siamo gli ultimi e dopo c’è solo dacontare il gol preso». È l’epica del por-tiere, l’uomo che rischia per l’esito ditutti, che non può sbagliare senza pa-gare il massimo prezzo.

Cassola è un paese sulla strada perBassano del Grappa. La gente del po-sto crede alla Lega ma non ne seguetutte le perversioni: «Là tifano Italia,come me, da bambino». Federico hala struttura ideale dell’atleta, un me-tro e ottantasei distribuiti con regola-rità in un corpo slanciato, forse piùmuscoloso ed esplosivo di Buffon,certamente meno tecnico. Aveva ido-li di periferia, «Taglialatela, perchéera spettacolare, e Schmeichel, cheera forte». Ascolta Vasco, «adessoche tocca a me», canta. Ha mani gran-di e occhi piccoli, lievemente incassa-ti. A Cassola un giorno piovve, e aquesto ragazzo la pioggia è rimastaaddosso, nelle ossa, nello sguardo.❖

PARLANDODI...

FedericaPellegrini

PFederica Pellegrini ha stabilito ieri, al “Sette Colli” in corsoa Pescara, la miglior presta-

zione stagionale mondiale nei 400 s l con il tempo di 4’03’’12. La primatista del mondo hapoiparlatodellavisitacompiutaall’Aquilaneigiorniscorsi:«Vederela catastrofedell’Aquiladal vivo ci ha lasciato un vuoto immenso, ma il calore degli aquilani ci ha riempito di gioia».

Finisce fuori Zoff in tuffo durante la semifinale di “Spagna 82” tra Italia e Polonia (2-0)

COSIMO CITO

43VENERDÌ

18 GIUGNO2010

Page 48: Unita 18062010

Bavaglioai blog?DAL WEB AL PD

IL FRONTE DEL NO

Montepremi • 3.203.556,68 5+ stella €

Nessun 6 Jackpot € 86.309.885,61 4+ stella € 37.629,00

Nessun 5+1 € 3+ stella € 1.990,00

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Vincono con punti 3 € 19,90 0+ stella € 5,00

VOCID’AUTORE

Nazionale 73 58 34 43 14Bari 3 83 37 76 47Cagliari 22 32 45 55 69Firenze 72 86 11 58 49Genova 20 81 62 77 26Milano 7 83 82 77 11Napoli 58 75 54 90 67Palermo 12 22 35 65 75Roma 84 79 35 64 63Torino 21 27 51 5 89Venezia 36 7 66 6 50

SCRITTORE

lotto

CarloLucarelli

I PADRIE

IMAFIOSI

I numeri del Superenalotto Jolly SuperStar20 46 50 52 69 86 64 20

GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010

10eLotto 3 7 11 12 20 21 22 27 32 3637 45 58 72 75 79 81 83 84 86

C’era una scena nel film«Così parlò Bellavista»,tratto da un libro di DeCrescenzo, in cui lo stes-

so scrittore parlava a un camorri-sta entrato nel negozio del figlioper chiedere il pizzo. Il professorBellavista partiva da una doman-da - se fosse davvero di Napoli, ilcamorrista, perché stava facendotalmente male alla sua città dafar pensare che fosse forestiero,come lo sono nell’anima i mafiosidi Cosa Nostra e del la‘Ndrangheta, i principali nemicidella loro gente - per arrivare auna considerazione. Scusate, di-ceva, ma la vostra mi sembra pro-prio una vita di merda.

Bellavista ha ragione, come haragione Saviano nella sua letteraaperta a Sandokan Schiavone. Vi-ta di merda, fatta di soldi e di po-tere, di tanta adrenalina, certo,ma col rischio costante di finireammazzati e in galera. Costruen-do ville che non si possono abita-re e vivendo da clandestini. Qual-cuno risponderà che quella vita -proprio grazie ai soldi e al potere- non è poi così clandestina, e chel’adrenalina di un giorno da leonivale i famosi cent’anni da pecora.Accetterei questa risposta - senzagiustificarla - se riguardasse solochi ha fatto la scelta di quella chein Montenegro chiamano “la stra-da dei cani”. Ma questa sceltacoinvolge altra gente. Non solo lemogli, che magari sapevano chistavano sposando, coinvolge so-prattutto i figli. Che il padre e lafamiglia non se li possono sceglie-re. E che saranno costretti a subi-re quella vita. Vita di merda.

È per loro, per il proprio futu-ro, per il proprio sangue che quel-li come Sandokan Schiavone do-vrebbero ascoltare l’appello di Sa-viano e “pentirsi”. Che significauna cosa sola: evitare ai propri fi-gli e ai propri nipoti, al sanguedel proprio sangue, quella vita dimerda. Essere padri, prima chemafiosi.❖

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www.unita.itVenerdì 18 Giugno 2010