toscana oggi 22.01.2012 vs margara

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Se le celle diventano «discariche» DI ANTONIO LovAsclo 12012 si è aperto con una nuova emergenza-carceri in Toscana. Tre gravi episodi avvenuti in pochi giorni nelle strutture di detenzione della regione (il suicidio di un giovane a Sollicciano, la fuga di due reclusi da un'ala fatiscente del «Don Bosco» di Pisa; un maxirogo nell'Istituto minorile di Firenze) hanno fatto aprire un «Dossier» al nuovo ministro della Giustizia Paola Severino, al direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria Franco Tonta ed al suo vice, Simonetta Matone. La situazione richiede interventi urgenti e la ricerca di ulteriori misure alternative, sollecitati anche dal presidente della Cet e Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, che ha denunciato con parole dure il Nella foto, Alessandro problema del sovraffollamento. Margara , dal luglio scorso Problema che di fatto «impedisce garante dei diritti dei alle carceri di essere luogo di detenuti per IaToscana recupero, comportando invece il venir meno di diritti inalienabili della persona umana e l'affermarsi di un contesto diseducativo». L'esplosione del sistema-carceri è racchiusa in pochi dati significativi. Al 31 dicembre 2011 erano 4.242 i detenuti rinchiusi nelle carceri toscane, ben 1.200 in più rispetto alla capienza regolamentare. Una situazione che riflette del resto il pesante quadro nazionale: 66.897 reclusi, ventimila in più del consentito. Contesto drammatico, ben noto al Garante dei diritti dei detenuti nominato nel luglio scorso dalla Regione Toscana, il dottor Alessandro Margara che alle problematiche carcerarie ha dedicato gran parte del mezzo secolo passato in Magistratura. Dottor Margara, dalle carceri toscane arrivano segnali inquietanti. Il sovraffollamento ha superato da tempo i limiti dell'emergenza e soprattutto della dignità umana . E proprio vero che i nostri istituti di pena - mi perdoni il termine forte - sono sempre più delle «discariche»? «La risposta, purtroppo, non può essere che affermativa. Il sovraffollamento è generalizzato. Quello nazionale è del 152% e siamo secondi in Europa, dietro la Bulgaria, prima con il 155%. Ma nella nostra regione, con Firenze- Sollicciano si arriva ad oltre il 200%. Altra spia sono i suicidi, uno avvenuto di recente proprio a Sollicciano. Al sovraffollamento si

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12012 si è aperto con una nuova emergenza-carceri in Toscana. Tre gravi episodi avvenuti in pochi giorni nelle strutture di detenzione della regione (il suicidio di un giovane a Sollicciano, la fuga di due reclusi Nella foto, Alessandro problema del sovraffollamento. Margara,dal luglio scorso Problema che di fatto «impedisce garante deidiritti dei alle carceri di essere luogo di detenuti per IaToscana recupero, comportando invece il DIANTONIO LovAsclo

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Se le cellediventano

«discariche»DI ANTONIO LovAsclo

12012 si è aperto con unanuova emergenza-carceri inToscana. Tre gravi episodiavvenuti in pochi giorni nelle

strutture di detenzione dellaregione (il suicidio di un giovane aSollicciano, la fuga di due reclusi

da un'ala fatiscentedel «Don Bosco» diPisa; un maxirogonell'Istituto minoriledi Firenze) hannofatto aprire un«Dossier» al nuovoministro dellaGiustizia PaolaSeverino, al direttoredel Dipartimentoamministrazionepenitenziaria FrancoTonta ed al suo vice,Simonetta Matone.La situazionerichiede interventiurgenti e la ricerca diulteriori misurealternative,sollecitati anche dalpresidente della Cete Arcivescovo diFirenze GiuseppeBetori, che hadenunciato conparole dure il

Nella foto, Alessandro problema del sovraffollamento.Margara , dal luglio scorso Problema che di fatto «impedisce

garante dei diritti dei alle carceri di essere luogo didetenuti per IaToscana recupero, comportando invece il

venir meno di diritti inalienabilidella persona umana e l'affermarsidi un contesto diseducativo».L'esplosione del sistema-carceri èracchiusa in pochi dati significativi.Al 31 dicembre 2011 erano 4.242 idetenuti rinchiusi nelle carceritoscane, ben 1.200 in più rispettoalla capienza regolamentare. Unasituazione che riflette del resto ilpesante quadro nazionale: 66.897reclusi, ventimila in più delconsentito. Contesto drammatico,ben noto al Garante dei diritti deidetenuti nominato nel luglioscorso dalla Regione Toscana, ildottor Alessandro Margara che alleproblematiche carcerarie hadedicato gran parte del mezzosecolo passato in Magistratura.Dottor Margara, dalle carceritoscane arrivano segnaliinquietanti. Il sovraffollamentoha superato da tempo i limitidell'emergenza e soprattutto delladignità umana . E proprio veroche i nostri istituti di pena - miperdoni il termine forte - sonosempre più delle «discariche»?«La risposta, purtroppo, non puòessere che affermativa. Ilsovraffollamento è generalizzato.Quello nazionale è del 152% esiamo secondi in Europa, dietro laBulgaria, prima con il 155%. Manella nostra regione, con Firenze-Sollicciano si arriva ad oltre il200%. Altra spia sono i suicidi,uno avvenuto di recente proprio aSollicciano. Al sovraffollamento si

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risponde con i letti a castello, chepossono rialzare la capienza inmisura sostanzialmente indefinita.Questo in violazione dell'art. 5dell'Ordinamento penitenziario, ilquale impone che le carceridebbano consentire presenze didetenuti modeste, in modo dapoter conoscere a fondo lesituazioni e le vite personali deipresenti. Cosa ormai impossibile,così che la detenzione diventa solocontenzione senza alcunaconoscenza di bisogni e senzapossibilità di intervenire.Ovverossia una discarica perpersone che hanno alle spalle giàforti deficit sociali».Qualche dato per aggiornare edinquadrare la situazione. Nellanostra regione quali sono lerealtà più pesanti ed intollerabili?«Tutte le carceri delle città toscanegrandi o medio-grandi hannosituazioni gravi. Di Firenze-Sollicciano si è già detto, ma a Pisa,Lucca, Massa, Pistoia ed anchenelle case di reclusione (adesempio San Gimignano o Prato,divenuto una casa di reclusione difatto), quelli con pene modesteriempiono gli istituti, chedovrebbero essere destinati adetenuti con ergastoli e peneelevate».C'è stato forse un irrigidimentodella Magistratura disorveglianza?«E pacifico che la Magistratura disorveglianza si sia data regole checercano di difendere la pena daquella che un tempo era unagestione impegnata e generosadella vecchia magistratura disorveglianza, che aveva concorsoall'approvazione della leggeGozzini. Ma è altrettanto pacificoche ci sia stata una restrizione dellanormativa, che ha concorso alsovraffollamento. Le leggi sonoben identificate: la Bossi-Fini sullaimmigrazione, la Fini-Giovanardisugli stupefacenti e la Cirielli stillarecidiva».Sotto accusa è il modellopenitenziario italiano , non certomigliore di quello europeo e delmodello statunitense. Lei hastudiato queste esperienze : cosa cisuggeriscono?«Il campione mondiale di carceripiene sono gli Usa. Però, anche lìc'è qualche segno di ripensamentoe di marcia indietro. Una cortedella California ha ordinatoall'Amministrazione penitenziariadi scarcerare 40 mila detenuti atempi brevi, In Europa i principisono difesi a vari livelli erispondono ai nostri principicostituzionali, ma una cortecostituzionale tedesca ha sancitoche non si può disporre l'arresto diun detenuto in carcere, se nonrisulta che questo rispetti le regole

europee sul trattamento deidetenuti. La Corte europea per idiritti dell'uomo ha condannatol'Italia per detenzione contraria aumanità e degradante: lo lia fattoriferendosi alla situazione disovraffollamento del 2003, quandoi detenuti erano meno di 60 mila,mentre ora, nelle stesse condizionidi accoglienza sono ormai 68 mila.Nel 2011 l'aumento di detenutisembra si sia bloccato. Perché? Inuovi arresti si sono fermati aquota 64 mila, mentre negli anniprecedenti supervano o eranoprossimi a 90 mila. La quota degliarrestati tossicodipendentiinteressa circa l'80% dell'interonumero di arrestati».Di fronte ad una detenzionecarceraria così elevata , immaginoci vogliano interventi di ediliziama soprattutto riforme legislativepiene, non basta cambiare icodici . Altrimenti non se neesce...«Il nuovo ministro ha "riscaldato"le riforme già fallite: non hannodiminuito il sovraffollamento, senon riducendo il contrasto dipolizia, come ho detto prima(minori arresti di oltre 25 milapersone). Si è abbandonata l'ideadi un monumentale piano carceri,si è scelto il miglioramento delpatrimonio edilizio esistente. Fra lecarceri delle città medio-grandi(l'esempio di Livorno, che non hocitato prima) è significativo. Lastruttura delle "Sughere" è messamolto male e da sempre laDirezione dell'istituto ha chiestointerventi. Ebbene: una visitaministeriale ha disposto la chiusuradei padiglioni centrali di alta emedia sicurezza. Il carcere si "ritira"nelle parti dell'edificio rimastesolide (almeno si spera), con unasopravvivenza di circa un centinaiodi posti. Nel frattempo, a Livorno èstato costruito un nuovopadiglione: speriamo, come pare,che il problema dei settoripericolanti non sia dovuto alterreno su cui sorge l'istituto. Sefosse così, non saprei comeandrebbe a finire».Da dove partirebbe per cambiarele cose?«Non ne ho idea. I responsabilidella gestione carceraria hannoportato la situazione a questoapprodo. Le leggi sono quelle chesono e ne abbiamo detto tutto ilmale possibile. Chi, in questomomento, ha voglia di cambiarle?Se la domanda è: da dove sipartirà? La risposta è: rimarremofermi».II nuovo ministro della Giustizia,Paola Severino, ha giàpredisposto un piano perintrodurre misure alternative alcarcere. A parte le polemichesull'uso delle camere di sicurezzae sulla carcerazione domiciliare,c'è però chi ha accusato ilGuardasigilli di aver avuto poco

coraggio . Condivide questopacchetto di provvedimenti?Come lo integrerebbe perrenderlo più funzionale?«In parte le ho già risposto prima.L'allargamento delle misurealternative della detenzionedomiciliare riguarda solo la Legge199 del 2010, di cui si amplial'entità della pena ammissibile daun armo a 18 mesi. Si potrebbedire soltanto che c'era già nellalegge la stessa misura per le penefino a due anni, con un limitelegato alla "Cirielli". Invece dimodificare quest'ultima normativa(cosa che pare impossibile, mentrebasterebbe un po' di voglia e unsemplice tratto di perora), la legge199 aveva aumentato la pena perevasione in misura cospicua a chi èin detenzione domiciliare.Comunque con serenità posso direche con la "199" si compensa latentazione dei magistrati disorveglianza di non dare le misure

alternative che, in molti casi,potrebbero concedere».Sulle pene alternative c'è però chifrena, evocando problemi disicurezza . Sono pauregiustificate? Possiamo definiresicure le città toscane, anche dovepiù pesanti e aggressivi sono iflussi di immigrazione?«Una ricerca fatta nel 2006 dallaDirezione generale Esecuzionepenale esterna (che segue le misurealternative) ira dimostrato che perchi utilizza la misura più ampiadell'affidamento in prova larecidiva, in sette anni, è stata del19%; per chi finisce la pena incarcere la recidiva è stata invece del68,5%. È pacifico che ilrendimento delle misurealternative è buono. Tant'è che,come si ricava dalla stessa ricerca,chi è in misura alternativacommette un altro reato nello0,25% dei casi. Vuol dire che indue casi e mezzo su mille unaffidato commette un reato, Michiede se queste misure sono lacausa dell'insicurezza regionale?Come vede, l'analisi di questi datilo smentisce. Ma poi, c'è veramenteun problema di sicurezza nellanostra regione?«La Regione Toscana ha istituito dapochi mesi la figura del "Garantedei diritti dei detenerti", Le è statoconferito questo incarico e così hatrasferito nel nuovo Ufficiol'impegno arricchito dalleesperienze fatte in oltre 50 anidedicati alla magistratura, allaSorveglianza ed alla direzionegenerale degli istituti di pena. Qualè il suo programma?«Questa è la domanda più difficile.Che cosa posso fare? Si cerca dirispondere alle tante lettere chepervengono dalle varie carceri

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toscane e di avere un quadropreciso di quali diritti non vengonorispettati. Il quadro è desolante e lecose da fare sono quelle che siricavano dalle analisi appena fatte.Tenendo conto di quanto ho dettoquando mi ha chiesto da dove sipotrebbe partire».Il Garante non dovrebbe essere amani vuote. Il Governatore Rossiha stanziato 650mila curo perrealizzare le prime misurealternative e di prevenzione per idetenuti con problemi didipendenza da alcol o droga.Bisogna infatti aver presente chepiù della metà della popolazionecarceraria è a rischio per malattienervose e infettive.«I programmi già varati dallaRegione e quelli che la Giuntaintenderà realizzare in futuro nonpossono essere gestiti dal Garante.Spero, quindi, che questi impegnitrovino altri canali di attuazione. Inquanto possibile, cercherò di farespendere, da chi può, i fondi messia disposizione».Ci vorranno poi risorse piùconsistenti per altri progettimirati?«Mi sembra ovvio. È d'obbligo unarisposta affermativa, in questoPaese in cui le risorse purtroppomancano per tutto. E il carcere,sicuramente, non è messo tantobene».Da qualche anno si cerca diabbattere almeno in parte il Muroche separa la società fiorentina daSollicciano , Il «Don Bosco» daPisa e «Le Sughere» dallacomunità di Livorno . Città ecarceri incominciano a parlarsi. Ilmerito è di alcune Istituzionicome la «Fondazione GiovanniMichelucci» - da lei presiedutafino all'assunzione dell'incarico diGarante - che operano peraccorciare queste distanze, per

creare all'interno degli Istituti dipena attività formative e diassistenza, ed all'esterno centri diaccoglienza e di reinserimento pergli ex detenuti . Esistono ulteriorispazi di impegno per ilVolontariato?«Parole sante! Ma come lamettiamo con la domanda che miha fatto sulle paure e sulla presuntainsicurezza dei toscani? Ritrovare lavia della solidarietà, ritrovare ivalori costituzionali sulla pena: ètanto necessario quanto difficile.Visto che ha citato Michelucci,vorrei ricordare quanto amavaripetere: "Il mio interessefondamentale non è il carcere, mala città: una città in cui il carcerenon sia compreso né comeconcetto, né come luogo". Cosìspiegava, a quanti se nemeravigliavano, il suo interesse peril carcere, che lui vedevasimbolicamente come la piùinsuperabile delle barriere che siandavano moltiplicando neltessuto urbano. Dalla sua e da altretestimonianze è fortunatamentescaturito l'impegno di tantivolontari ad attivare e tenerecostantemente aggiornatol'Osservatorio sulla situazionecarceraria in Toscana, che alimentala riflessione storica e attualesull'architettura penitenziaria, sulsistema dell'assistenza sanitarianelle carceri, sulla rete diaccoglienza degli ex detenuti, sullacondizione delle dorme detenutecon bambini».

L INTERVISTAIl suicidio di un giovane

a Sollicciano,la fuga di due reclusi

dal "Don Bosco" di Pisa,un maxirogo nel

minorile di Firenze.In pochi giorni

tre episodi hanno fattoaprire un "Dossier" sulla

situazione toscana.Al 31 dicembre 2011

erano 4.242 i detenutirinchiusi nella nostra

regione, ben 1.200 in piùrispetto alla capienza

regolamentare.In queste condizioni,

ci spiega in questaintervista il garante

toscano dei carcerati,Alessandro Margara,

«la detenzione diventasolo contenzione

senza alcuna conoscenzadi bisogni e senza

possibilità di intervenire.Ovverossia una discarica

per personeche hanno al e spalle

già forti deficit sociali»

DETENUTI PRESENTI PER POSIZIONE GIURIDICA-- --------------------------------------------------------------------------------POSIZIONE

-----------------------TOSCANA

-------------ITALIA

Imputati in attesa di primo giudizio 673 13.625Appellanti 481 7.409Ricorrenti 187 4.648Misto (*) 70 1.569

Condannati d nit 2.714 3&023internati 117 1.549

--Da

-impostare -(*") 0 74

-------------------=------------------------------------------------------------------------------------------------

(*) Detenuti imputati con a carico più fatti, ciascuno dei quali con il relativo statogiuridico, purché senza nessuna condanna definitiva.(**) Soggetti per i quali è momentaneamente impossibile inserire nell'archivioinformatico lo stato giuridico, non essendo ancora disponibili tutti gli attiDetenuti Italiani + Stranieri al 31 dicembre 2011 Fonte: Dipartimentodell'amministrazione penitenziaria - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistemainformativo automatizzato statistica ed automazione di supporto dipartimentale -Sezione Statistica

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DETENUTI IN ITA

REGIONEDI DETENZIONE

LIA AL 3

NUMEROISTITUTI

1 DICEMBRE

CAPIENZAREGOLAMENTARE

2011DETENUTIPRESENTI di cui

stranieri

DETENUTI PRESENTIIN SEMILIBERTÀ (*)

TOTALE DONNE TOTALE STRANIERI

Abruzzo 8 1.531 2 .006 64 372 8 0Basilicata 3 440 472 16 55 7 0Calabria 12 1.875 3 .043 59 604 16 0Campania 17 5.766 7 .922 313 990 207 3Emilia Romagna 13 2.453 4.000 145 2.065 40 6Friuli Venezia Giulia 5 548 854 30 518 18 6

Lazio 14 4.838 6.716 412 2.661 87 11Liguria 7 1 . 130 1 .807 85 1 .023 39 8Lombardia 19 5.416 9.360 594 4.080 86 10Marche 7 775 1. 173 34 506 9 3Molise 3 401 520 0 65 3 0Piemonte 13 3.628 5. 120 158 2.602 42 10Puglia il 2.463 4.488 214 886 89 0Sardegna 12 2.037 2 . 160 58 954 32 1Sicilia 27 5.406 7.521 196 1 .624 82 3Toscana 18 3.186 4.242 183 2 .130 83 17Trentino Alto Adige 2 520 376 15 265 11 4Umbria 4 1 . 134 1 .679 72 715 9 1Valle d'Aosta 1 181 282 0 203 0 0Veneto 10 1.972 3 . 156 160 1 .856 38 9---

(*) Nota: i detenuti presenti in semilibertà sono compresi nel totale dei detenuti presenti.Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzatostatistica ed automazione di supporto dipartimentale - Sezione Statistica

PI1F,5ENZE E CAPIENZE IN TOSCANA AL 31/1212011

San Gimignano

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Alessandro Margara,il magistrato anti-sbarre

/ a Toscana ha dato una forteLimpronta alla politica carcerariaattuata in Italia negli ultimi 30anni. Se il senatore fiorentinoMario Gozzini (per la legge cheporta il suo nome approvata nel1986 da tutti i gruppi parlamentariad esclusione del Msi ) fu definito,Alessandro Margara, massese dinascita, è stato sicuramente ilmagistrato che più di ogni altro,con competenza , sensibilità edequilibrio ha saputo interpretareed affermare la prevalenza dellafunzione rieducativa della pena,dando piena attuazione all'art. 27della Costituzione, che vieta unadetenzione senza il rispetto deidiritti umani . Lo ha dimostratoappena entrato negli organici dellaGiustizia ( 1958 ) come giudiceistruttore a Ravenna e poi dal1965 a Firenze ; ma soprattutto dal1976 quando ha incominciato adoccuparsi della Sorveglianza -anche come presidentedell'apposito Tribunale - prima aBologna e poi dal 1980 ancora nelcapoluogo toscano . Toccandol'apice quando per due anni (dal1997 al 1999) è stato chiamato allaDirezione generaledell'amministrazionepenitenziaria . Uno studioso deldiritto applicato all'espiazionedella pena che ha saputo fornire alParlamento , al Csm ed alle Regioniproposte concrete ed innovativeper migliorare le condizioniigienico-sanitarie e di vita nelle

carceri, favorire il reinserimentodegli ex detenuti nella società, perla riforma ed il superamento degliistituti psichiatrici giudiziari (apartire da quello di MontelupoFiorentino, oggetto di inchiesteministeriali e giudiziarie); progettoquest'ultimo presentato alleCamere dalla Regione Toscana.Lasciata la Magistratura, Margaranon ha interrotto la sua missione.Assumendo nel 2002 la presidenzadella Fondazione GiovanniMichelucci (il grande architettoideatore di quel «Giardino degliincontri» a SoIlicciano, punto dicontatto tra i detenuti e i lorofamiliari nell'orario delle visite) hacontribuito a tenere alta la tensionecivile verso i problemi dell'ediliziacarceraria e il crescentesovraffollamento delle strutturedeterminato dall'ingressomassiccio dei tossicodipendenti edei segmenti di immigrazionecoinvolti nell'illegalità. Conricerche e un monitoraggio attentoe costante di un «itinerario» che vadal carcere al territorio, dallaperiferia penitenziaria allesituazioni che nel cuore delle cittàtoscane producono marginalità,disagio, devianza. E quando laRegione Toscana nel luglio scorsoha finalmente deciso di istituire lafigura di un «garante dei diritti deidetenuti», la designazione deldottor Alessandro Margara èapparsa alle forze politiche e socialila scelta più naturale ed opportuna.