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La “Solese” di Cascina del Sole Storie di calcio a cura di Maurizio De Filippis

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La “Solese” di Cascina del Sole

Storie di calcioa cura di Maurizio De Filippis

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L’attività sportiva, nella sua dimensione sociale ed educativa, rappresenta un tòpos letterario “irreale” e “tangibile” allo stesso tempo. Un “luogo” immaginario e “incantato” in cui i sogni adolescenziali, le aspettative dell’età adulta e le differenti vicende soggettive si armonizzano e si concretizzano sino a formare un insieme stratificato di “storie” che, se convenientemente esaminate, rivelano lo stretto legame esistente tra memoria collettiva, identità personale e passione individuale. Il tentativo di stabilire un “dialogo” fatto di ricordi, racconti e cronache “minime” con tutti coloro che hanno condiviso “l’esperienza” formativa di una “vita” vissuta correndo dietro un pallone o praticando uno sport presso la Polisportiva Solese di Bollate, costituisce l’oggetto del presente lavoro. In un’epoca in cui le logiche economico-organizzative globali sembrano prevalere

sugli aspetti puramente culturali, sociali, ludici ed educativi dello sport, occorre ricordare con Eduardo Galeano che, “per quanto i tecnocrati lo programmino, per quanto i potenti le manipolino”, il calcio e, più in generale, le discipline sportive, continuano ad essere “l’arte dell’imprevisto. Dove meno te l’aspetti salta fuori l’impossibile, il nano impartisce una lezione al gigante, un nero allampanato e sbilenco fa diventar scemo l’atleta scolpito in Grecia”. In tale contesto, occorre sottolineare come la “Solese” abbia sempre messo al centro del proprio progetto etico-sportivo il rispetto delle regole e l’educazione dei giovani calciatori aiutandoli -attraverso il gioco e l’apprendimento- a sperimentare in piena autonomia e libertà un sistema di valori condivisi ed una pratica sportiva equa ed appassionata, al di là dell’obbligo del risultato e della vittoria ad ogni costo.

I N T R O D U Z I O N E

1. Il brano introduttivo è tratto da M. De Filippis, Sta Luigi Re di Francia con tre pulci sulla pancia in La testa nel pallone. Storie di calcio e d’altri sport, Edizioni Della Vigna, 2014.

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La Polisportiva “Solese” di Cascina del Sole ha alle spalle una lunga storia, forse non molto conosciuta, ma profondamente radicata nel territorio cittadino.2 Nata nel 1974 grazie ad uno piccolo gruppo di amici, ha rappresentato per molti decenni, assieme alle altre società sportive (Polisportiva Ardor3, U.S. Bollatese1919 -guidata negli anni venti dal presidente Bruno Mascherpa- Polisportiva Cassina Nuova, SS. “La Benvenuta” e Ospiate calcio)4, un punto di riferimento e di aggregazione fondamentale nella vita della comunità bollatese, contribuendo in maniera decisiva alla nascita e alla conservazione di un senso di appartenenza e identità collettiva che ha caratterizzato le vicende storico-sportive della città di Bollate sino ai giorni nostri.5

Nella seconda metà del Novecento, la crescita demografica, economica e industriale dell’antico borgo contadino procedeva spedita: nel 1951 a Bollate si contavano 11.932 abitanti, nel 1961 i residenti erano più che raddoppiati (24.073 unità). Cifre destinate a crescere ulteriormente nel decennio successivo, a causa del trasferimento di manodopera dal Meridione e dal Veneto. Nel 1971 la popolazione era salita a quota

1 . B O L L A T E EI L

S U O T E R R I T O R I O

42.770, a testimonianza dei profondi cambiamenti strutturali avvenuti nell’arco di un ventennio. Durante i censimenti del 1981 e del 1991 la popolazione bollatese passò poi da 42.298 e 42.923 abitanti.6 Per ciò che concerne, invece, l’espansione economica e industriale, occorre ricordare che Bollate sino al 1940 circa, poteva considerarsi un borgo agricolo data la modesta presenza di impianti di tipo industriale (secondo i dati del censimento industriale, in quell’epoca esistevano solo un’industria tessile, una di coloranti e una di ceramica). Nell’arco di vent’anni le cose cambiarono radicalmente: nel 1961 vi erano 6.912 addetti nel settore industriale che contava su 335 unità, mentre gli impiegati nelle attività commerciali raggiungevano quota 740 distribuiti nelle 344 imprese locali.Nel corso degli anni settanta del XX secolo, a fronte della complessità delle trasformazioni demografiche, economiche e sociali che abbiamo sommariamente descritto, nacquero o vennero rifondate anche la maggior parte delle società calcistiche citate in precedenza.

2. All’interno della Polisportiva Solese convivono diverse realtà sportive. Oltre al calcio, vi è una sezione bocciofila (affiliata FIB) presieduta da Enrico Confalonieri ed un gruppo arcieri fondato nel 1988 e guidato attualmente da Walter Panont. Gli arcieri hanno ottenuto -sino ad ora- ben 33 medaglie ai campionati italiani con 9 record nazionali, a cui occorre aggiungere un record mondiale ed uno europeo. Accanto alla Polisportiva di Cascina del Sole, svolge dal 1976 la propria attività educativa e sportiva anche il GOSS Asd (gruppo oratorio sportivo solese). Nel 2008 il GOSS ha diviso il settore della pallacanestro (US ACLI GOSS) da quello della pallavolo. Il gruppo oratoriano organizza anche numerose manifestazioni: tra queste va ricordata la “Caminada tra i Viulett” (giunta alla 34esima edizione) che si tiene la prima domenica di settembre.3. La Polisportiva Ardor, posta di fianco alla parrocchia S. Martino di Bollate, è affiliata alla FIGC, alla FIP, alla FIPAV e PGS ed è sorta nel dopoguerra.4. Nata nel 1947, La Benvenuta è una delle società sportive storiche della città di Bollate. Ha ottenuto il suo massimo traguardo nella stagione 1959/1960 partecipando al campionato di promozione. Nel 1988/89 è stata istituita anche la sezione femminile che ha ottenuto nel 2001 il titolo italiano under 15. Attualmente, La Benvenuta schiera tre squadre femminili (la prima squadra milita in serie C) e una squadra amatoriale maschile.5. L’origine etimologica di Bollate deriverebbe dal celtico beola o betullate (vocabolo da collegare alla presenza dei numerosi boschi di betulla di cui era ricca la zona), oppure dai termini di origine latina bulla, bullus o bola (pozza d’acqua o terreno acquitrinoso).6. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si assistette alla nascita di una serie di istituzioni fondamentali per la vita pubblica del piccolo borgo agricolo. Nel 1875 furono progettate le scuole; nel 1890 venne costituita la Con- gregazione di Carità; nel 1892 fu realizzato l’asilo infantile; nel 1896 venne restaurata la chiesa parrocchiale di San Martino; nel 1898 si costruì la prima rete fognaria; nel 1902 si dette inizio ai lavori per la costruzione delle scuole, nel 1910 fu terminato il Municipio mentre nel corso del 1921 vennero portati a termine gli impianti di illuminazione. Il censimento del 1911 rappresentò, senza dubbio, il primo atto ufficiale di una certa importanza compiuto dal Municipio bollatese: secondo i dati raccolti in quell’anno e custoditi presso l’archivio cittadino, il numero dei residenti sul territorio comunale ammontava a 6.785 unità. In particolare, a Bollate risiedevano ben 3.809 persone mentre, nelle frazioni circostanti, era distribuita la restante parte della popolazione. Nelle frazioni di Cassina Nuova e Baranzate, aggregate a Bollate nel 1869, risiedevano rispettivamente 835 e 670 abitanti. Seguivano poi Ospiate con 606, Cascina del Sole con 405 e Castellazzo con 360 residenti. Cfr. M. Maggi, Bollate nel XX secolo, Bollate, Il Melograno Editore, 1995, p. 12. Nell’antico borgo di Castellazzo, all’interno del Parco delle Groane, si trova la gentilizia Villa Arconati risalente al XVII secolo. Su Villa Arconati si veda, P. B. Conti, P. Ferrario, Un giorno al Castellazzo degli Arconati. Guida storico-artistica alla villa e ai suoi giardini, Garbagnate Milanese, Anthelios, 2001.

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S o l e s e a n n i ‘ 7 0 In piedi da sinistra: Porro, Masin, Negrato, Botton, Simetti. Accosciati: Nichetti, Grassi, Giordano “Peppone”, Rubin

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Negli anni settanta, la piccola frazione bollatese di Cascina del Sole attraver- sava un periodo di grandi trasformazioni: le vecchie corti agricole versavano in uno stato di abbandono, le famiglie contadine originarie del luogo avevano diversificato le proprie attività tradizionali trovando impiego nelle fabbriche, una forte corrente migratoria proveniente dal Mezzogiorno e dal Veneto aveva modificato la realtà socio-economica precedente.7

Accanto alla parrocchia dedicata a Sant’Antonio di Padova, retta in quegli anni da Don Cesare Restelli, uno dei luoghi più celebri della Cascina del Sole d’an- tan era il “Bar del Moro” di Cesare Andreasi, una volta “Trattoria Asnaghi” celebre negli anni quaranta per i famosi asparagi coltivati nei dintorni. Fu proprio al “Bar del Moro” che un gruppo di amici, solesi autotocni, decise di dare vita ad una squa- dra di calcio chiamandola “Solese”. In realtà, Cascina aveva già avuto una piccola

società calcistica negli anni trenta che aveva il proprio campo da gioco situato su- bito dopo la risorgiva del “Funtanin”, tra via Zara e via S. Pellico. La passione per il football, attenuatasi durante gli anni della II guerra mondiale, tornò prepoten- temente alla ribalta a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta. Il Circolo cooperativo di Cascina, meglio conosciuto come il “Circolino”, attivo dal 1958 al 1980, partecipava con una sua squadra ad importanti tornei estivi serali (il tor- neo “Coca-Cola”, il torneo “Amaro 18 Isolabella”, il torneo “Oransoda”) che coin- volgevano decine di squadre e mettevano in palio sostanziosi premi per la prima classificata. 9 Tali tornei richiamavano l’attenzione anche di numerosi giocatori di categoria che venivano contesi e ingaggiati dai vari team. Esaurita nei primi anni settanta l’esperienza calcistica promossa dal “Circolino”, nel panorama calcistico bollatese emerse ben presto una nuova realtà sportiva.

2 . L A “ S O L E S E ” P R I M A

D E L L A“ S O L E S E ”

7. Cascina del Sole è una frazione di Bollate, posta al confine tra Cormano e Novate Milanese. I suoi abitanti vengono chiamati solesi. Le prime testimonianze storico-documentarie che attestano l’esistenza del borgo agricolo risalgono al XIII secolo: una pergamena del 1289 della Chiesa di S. Lorenzo in Milano insieme ad un documento del Comune di Milano del 1290, citano fra le proprietà del Monastero di S. Maria del Lentasio due campi situati “ad Cassinam de Sole”. A tale proposito, lo studioso di toponomastica Dante Olivieri afferma che la località è stata così chiamata in questo modo perché risultava esposta al sole. Cfr. D. Olivieri, Dizionario di toponomastica lombarda (1931); G.B. Sordelli, Cascina del Sole - Cenni Storici, 2008. La Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova è un edificio religioso risalente alla fine dell’Ottocento che conserva al suo interno due dipinti raffiguranti il “Cristo Flagellato” e il “Cristo Portacroce” risalenti al XVII secolo.8. Il torneo “Amaro 18 Isolabella” sponsorizzato dall’azienda che produceva il celebre liquore nacque nel 1960, grazie all’impegno del sacerdote Don Vittorio Rosa. Il torneo -giocato di sera nel campo dell’oratorio salesiano Rondi- nella di Sesto San Giovanni- prevedeva l’impiego di sette giocatori (molti dei quali militavano nelle squadre professionistiche) e costituiva per gli appassionati un appuntamento irrinunciabile sino al 1971, anno in cui si tenne l’ultima edizione. I tornei “Oransoda” e “Coca-Cola” si giocavano a Milano al piccolo stadio S. Siro con il Masseroni (società fondata nel 1948 da Carlo Masseroni, allora presidente dell’Inter) nella veste di promotore.9. Tra i numerosi giocatori che hanno militato per la squadra del “Circolino” di Cascina diretta da Vincenzo Galli, vanno ricordati: Candido Beretta (1941-2003), mezzala del Como, dell’Udinese e del Brescia, Antonio Seveso (nato a Bollate nel 1933 e deceduto a S. Giovanni Valdarno nel 2001), portiere del Milan e del Catania, Giovanni Migliorini nato nel 1931, centrocampista del Como, dell’Inter e della Lazio.

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S o l e s e I I m e t àa n n i ‘8 0In piedi, da sinistra: Di Milia, Rossetti, Lampertico, Ranucci, Guadagnolo M., Guadagnolo R., Ruta, Magri, Grassi, Luppi, Giordano, Confalonieri, Accosciati: Sante, Goffi, Panzi, Sorte, Falcone sr., Alicastro, Falcone jr., Rocchitelli, Catalano, Catalano Sr.

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La riunione decisiva ebbe luogo nel giugno del 1974, dopo una serie di incontri preparatori tenutisi al Bar “Caruso”. Sull’onda dell’entusiasmo generato dalla decima edizione dei Campionati mondiali di calcio vinti dalla Germania Ovest di Beckenbauer sull’Olanda di Cruyff si incontrarono -nei locali dell’impresa edile Bonfanti- Enrico Confalonieri, i fratelli Baraldi, Gianni Scappaticcio, Elios Nichetti, Cesare Andreasi e Armando Pogliani, futuro direttore sportivo del nascente team giallo-verde.10 Al termine della riunione, le cariche sociali vennero così suddivise: a Dino Bonfanti la carica di presidente, al dott. Confalonieri la vicepresidenza, a Scapaticcio la segreteria. Il ruolo di allenatore venne affidato a Giuseppe Lasaponara. Poiché il campo da gioco non esisteva ancora, le partite del campionato FIGC di III categoria 1974-1975 vennero disputate dalla “Solese” presso il centro dell’USVA San Francesco a Paderno Dugnano (Villaggio Ambrosiano) e a Cassina Nuova di Bollate. Al termine della stagione agonistica, la compagine giallo-verde, pur classificandosi al penultimo posto davanti al Napoli club di Novate Milanese, ottenne l’ambita Coppa Disciplina per il corretto comportamento dei suoi giocatori. Il primo incontro ufficiale giocato “in casa” dalla “Solese” si disputò nel 1978/79.

I lavori per la realizzazione del nuovo campo sportivo, avviati nel 1976, ven- nero portati a termine poco prima dell’inizio del campionato. I promotori dell’opera furono Elios Nichetti e il presidente Confalonieri -subentrato nel 1975 a Bonfanti- che riuscirono a condurre a termine quella che si può definire -visto i pochi mezzi a disposizione- una vera e propria impresa pionieristica. Si narra che le mura di cemento forato costitutive del primo nucleo edificatorio comprendente la mitica “Baracchina”

-cioè il Bar gestito dal carismatico Giulio Goffi e da Elios Nichetti- e gli spogliatoi vennero rinforzate dalle decine di bottiglie di vino e “sgnappa” bevute dagli improvvisati soci-muratori veneti, calabresi, pugliesi e napoletani tra una pausa e l’altra dei lavori, cioè durante quello che oggi definiremmo una sorta di coffee-break global-local. La superficie in erba del campo da gioco venne invece ottenuta integrando il terriccio già presente in loco con quello proveniente dai numerosi camion che trasportavano la terra degli scavi edilizi circostanti alla cava situata nei pressi del nascente impianto sportivo. Gli autocarri diretti al deposito venivano “invitati amichevolmente” a scaricare il loro prezioso materiale sul luogo in cui sarebbe sorto uno dei manti erbosi più belli della città di Bollate.Nel corso degli anni novanta vennero edificate anche la palestra comunale e la bocciofila che hanno rappresentato, per la società sportiva e per il territorio cittadino, un plus di grande significato.In quarantadue anni di storia i nomi e le “gesta” delle centinaia di calciatori che hanno onorato con i loro goal i colori della società sfumano nella nebbia dei ricordi. Alcuni di questi però meritano di essere menzionati: Ferron, il bomber Von Fitze, Marazzi, Valle, Portella, Maggio, Bergamaschi, Di Luca, Lampertico, Giordano, Ghioni, Goffi, Magri, Petrozza, Nichetti, Ruta, Manganella, Scattarella, Boniardi, Pennati, Gusmaroli, “Bet” Confalonieri, Calcagnile, Grassi, Bozzolan, Porro, Botton, Masin, Walter Confalonieri, Simeti, Sanvito, Falcone, Baiardi, Giumella, Lecchi, Ranucci, Verga, Papaleo. 11

In questi decenni la “Solese” si è confrontata con tutte le realtà calcistiche mila-

3 . L A N A S C I T A

D E L L A

“ S O L E S E ”

10. In un secondo momento, il nucleo originario venne arricchito da R. Masin, G. Cracco, E. Croci, A. Bassani, S. Catalano, M. Grassi, R. Ingiardi detto il “Biondo”, E. Luppi, V. Nichetti, G. Goffi, A. Di Bari, G. Lanzin, G. Figini, S. Bassani, N. Aldini, G. Bagatin, V. Lampariello, M. Di Milia, I. Albuzzi, L. Ranucci, D. Ghioni e A. Merati. A questo primo gruppo si aggiunsero successivamente alcuni soci del “Circolino”, tra i quali vanno ricordati, L.Bergamaschi, M. Pozzi, C. Asnaghi, S. Cecchetto, P. Ballabio, Sordello, A. Nichetti e preziosi collaboratori come Oriano Pini, magazziniere e arbitro, Renato De Pieri e Paola Colonna, allenatore della scuola calcio “Solese”. Cfr. E. Confalonieri, Venticinque anni di calcio a Cascina del Sole, Infostudio, Monza, 2000.

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nesi conseguendo, dopo le iniziali difficoltà, lusinghieri risultati anche a livello giovanile: nel 1996/97 e nel 1997/98 la Juniores vinse per due anni consecutivi il campionato provinciale, la prima squadra ha a lungo militato in seconda categoria conseguendo alcune promozioni nella categoria superiore. In particolare, nella stagione 2012-2013 la prima squadra ha ottenuto il passaggio in I categoria al termine di una stagione esaltante.Nel 2012 e nel 2016 i Pulcini giallo-verdi (i colori sociali richiamano il sole e i prati di Cascina) hanno vinto i rispettivi campionati riscuotendo ampi consensi per il gioco spumeggiante messo in mostra. Nel 2016 si è assistito ad un rinnovo dello staff dirigenziale e all’elezione di un nuovo direttivo della Polisportiva che ha consen- tito al neo presidente Giuseppe Ranieri, successore di Carlo Colella e Massimo Fabbri, di rilanciare l’attività di base del movimento calcistico giallo-verde grazie alla preziosa collaborazione della società “NUMERO 12” che si occuperà di seguire e riorganizzare il settore giovanile della Polisportiva ora affiliato al Varese calcio.12

Le “imprese” calcistiche del passato, i racconti di “vite sportive” ormai dimenticate, le “prodezze atletiche” che hanno fatto sognare intere generazioni di tifosi possono oggi rivivere attraverso la pubblicazione degli scatti fotografici recuperati dagli archivi della Polisportiva Solese grazie a Michele Di Milia, masseur della prima squadra dal 1982 al 2010. Tali documenti sono in grado di trasmetterci i valori e la cultura sportiva delle generazioni precedenti facendone intravedere i contesti sociali che hanno contribuito a generarle e conservarle sino ai nostri giorni. Se opportunamente indagate queste immagini, oltre a riprodurre un frammento oggettivo

della realtà del decennio ‘70-‘80, ci permettono di gettare uno sguardo significativo sulla reale consistenza dei rapporti che intercorrono tra una comunità cittadina e la sua storia urbana, sociale e sportiva: memoria storica e attività sportive sono state considerate per molto tempo concetti inconciliabili tra loro, categorie da sacrificare di fronte alla crescita disordinata dell’hinterland milanese. La salvaguardia del valore del patrimonio storico-sportivo, specie in una città ricca di cultura e di tradizioni come Bollate, non può prescindere dal tentativo di riscoprirne le radici e le vocazioni passate armonizzando, nel contempo, i programmi di consolidamento e rilancio delle attività sportive amatoriali territoriali con le aspettative e le necessità della popolazione residente.Terminiamo questa breve cronaca citando le parole di Enrico Confalonieri, past president “storico” della Polisportiva Solese: “Un grazie di cuore va rivolto anche ai tanti tifosi che con la squadra hanno gioito e sofferto. Quella della “Solese” è insomma la storia di un “miracolo”, voluto tenacemente ed amorevolmente da tantissimi residenti di Cascina del Sole; è la realtà di un centro sportivo cresciuto negli anni; la presenza di un’istituzione che significa moltissimo per la periferia bollatese; la possibilità concreta per numerosi bambini di fare sport”; e quelle del nuovo presidente Giuseppe Ranieri: “la Polisportiva Solese è pronta a ripartire dal settore giovanile. Tanti i progetti in cantiere, anche grazie a “Numero 12”. Vogliamo permettere a questi bambini di crescere in un ambiente calmo e pulito”. 13

Maurizio De FilippisSi ringraziano per la collaborazione il presidente della “Solese” calcio Giuseppe Ranieri ed Enrico Confalonieri, presidente della Bocciofila della Polisportiva. Un ringraziamento particolare va poi rivolto a Giancarlo Pasquali, (C[h]erotto) www.minimalinc.it cui si deve la realizzazione del progetto gra- fico editoriale e a Michele Di Milia per la sua preziosa opera di recupero dell’inedito materiale fotografico. Un grazie di cuore anche a tutti i membri del consiglio direttivo e ai soci della Polisportiva che hanno reso possibile, con il loro impegno, la realizzazione di questo libro.

11.Fabrizio Ferron, estremo difensore negli anni novanta di Atalanta, Sampdoria, Inter, Verona, Como e Bologna ha iniziato la propria carriera nel settore giovanile della “Solese” calcio.12.Nel nuovo direttivo, eletto dai soci della Polisportiva nel 2016, si è registrato l’ingresso, in rappresentanza della sezione calcio, dei neo consiglieri Marco Mollicone, Marco Sapio, Gianni Spataro, Michele Di Milia e Giuseppe Uccelli, allenatore della prima squadra. La società “NUMERO 12”, cui è affidato il compito di rilanciare l’attività calcistica di base, è guidata da Ettore Menicucci e Gianluca Porro che ha militato, tra il 1996 e il 2012, nel Varese, nell’Empoli, nell’Ascoli, nel Perugia e nel Pisa. Tra i vari allenatori che si sono alternati alla guida delle giovanili della “Solese” occorre ricordare Aldo Di Bari, Lino Panaccio, trainer e DS di “lungo corso”, Giuseppe Casabianca (giocatore, tra il 1985 e il 1997, del Palermo, del Piacenza, del Chievo, del Bologna, del Novara e della Pro Patria) e Mauro Boccafresca, calciatore negli anni ottanta e novanta dell’Avellino, del Monza, del Pisa e della Ternana.13. “Settegiorni”, 01/07/ 2016.

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Nella foto in alto Ferron. Nella foto in basso a sinistra Pavani.

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4 . L U G L I O 1 9 6 0A Bollate si gioca uno dei più prestigiosi tornei serali calcistici a sei della provincia di Milano. Vi partecipano numerose squadre tra le quali la blasonata Penelope di Desio che annovera tra le proprie file giocatori come Enrico Arienti e Giuseppe Maraviglia entrambi titolari del Lecco che, in quell’anno, milita in serie A. Nello stesso torneo giocano altri noti atleti come Sandro Salvadore, Mario Trebbi, Bruno Ducati dell’A.C. Milan e altri ancora. In finale giunsero “La Benvenuta” di Bollate e la “Solese” di Cascina del Sole. La vittoria arrise alla “Solese” (3-1 il risultato finale), davanti ad un pubblico strabocchevole (la sera della finale gli abitanti di Cascina del Sole si portarono in massa a Bollate per sostenere i propri atleti).

Vincenzo Galli

5 . O R I A N OP I N IOriano Pini nacque il 23 gennaio 1955 a Nogara (VR) e visse a Cascina del Sole, dove si era trasferito al seguito dei genitori, per più di cinquant’anni. Le vicende umane e professionali di Oriano e quelle sportive della Solese si intrecciarono in modo indissolubile a partire dagli anni ottanta del XX secolo. Dopo aver prestato servizio all’Alfa Romeo di Arese, la passione per il football (era di provata fede interista), lo spinse a collaborare in modo stabile con la società calcistica giallo-verde giungendo a ricoprire molti ruoli tra i quali quello di arbitro e quello di magazziniere. L’impegno e le capacità organizzative mostrate in queste attività contribuirono a farlo diventare un punto di riferimento importante all’interno della società sportiva bollatese. Oriano Pini era un uomo pieno di entusiasmo e benvoluto da tutti: austero e scrupoloso sul lavoro, si era dedicato in gioventù alla corsa campestre e aveva frequentato con profitto il corso per arbitri di calcio organizzato dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA). La sua cortesia e la sua competenza hanno rappresentato per i giovani calciatori della Solese un esempio e un modello di comportamento. A tale proposito, va ricordato che, dal 10 giugno all’8 luglio 2015, si è tenuto in suo onore, presso il campo sportivo di via Ospitaletto, il primo “Memorial Pini”. Concludiamo questo breve profilo biografico con la frase affettuosa pronunciata da Enrico Confalonieri, presidente emerito della Polisportiva, al termine dell’intervista concessa il 12 settembre 2014 al settimanale “Settegiorni”: “Oriano lascia un vuoto difficile da colmare; era molto più che un amico”.

A M A R C O R D

S o l e s e Formazione della Solese in piedi, da sinistra a destra: F. Toia,G. Migliorini, Strada (militava nel Marsala, in serie C), V. Galli (commissario tecnico), M. Corsi (capitano della Sampdoria). Accosciati: N. Pogliani, V. Vaglia (portiere del Fanfulla di Lodi, serie B), F. Nizzola, direttore sportivo.

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Sommario

Introduzione di Maurizio De

Filippis

1.Bollate e il suo territorio2.La “Solese” prima della “Solese”3.La nascita della “Solese”

AMARCORD4.Luglio 19605.Oriano Pini

La “Solese” di Cascina del Sole

Storie di calcioa cura di Maurizio De Filippis

La “Solese” di Cascina del SoleStorie di calcio

a cura di Maurizio De Filippis

Sommario

Introduzione

1. Bollate e il suo territorio

2. La “Solese” prima della “Solese”

3. La nascita della “Solese”

AMARCORD

4. Luglio 19605. Oriano Pini

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Gli amici e gli sportivi che conoscono la storia della “Solese” sanno quanta passione ed entusiasmo siano stati profusi in quarantadue anni di attività sul territorio di Bollate dai soci e dalla dirigenza giallo-verde. L’attività sportiva, nella sua dimensione sociale ed educativa, svolge un ruolo fondamentale nel rivelare lo stretto legame esistente tra società civile, identità personale e passione individuale. In un’epoca in cui le logiche economiche sembrano prevalere sugli aspetti puramente culturali, ludici ed educativi dello sport, il tentativo compiuto dalla Polisportiva Solese di stabilire un “dialogo” tra ragazzi appartenenti ad ambiti differenti per età e provenienza, ha rappresentato un’occasione di gioco e incontro e ha creato i presupposti per un modello di socialità inclusiva in grado di vivere la differenza come risorsa con accanto una squadra di calcio a tener viva una passione e una bandiera.