tchaikovsky - mozartiana suite

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Programma n. 22 Stagione Sinfonica Čajkovskij Direttore Aldo Ceccato 6B%RRN66LQGG

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Alcune considerazioni sulla suite "Mozartiana" di Tchaikovskij.

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Page 1: Tchaikovsky - Mozartiana Suite

Programma n. 22Stagione Sinfonica

!ajkovskij

DirettoreAldo Ceccato

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!ajkovskijRomeo e Giulietta, Ouverture-Fantasia

Mozartiana, Suite n. 4 in Sol maggiore op. 61

Sinfonia n. 4 in Fa minore op. 36

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Aldo Ceccato

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Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti; 4 corni, 2 trombe; timpani, percussioni: glockenspiel, piatti, piatto sospeso; arpa; archi

Movimenti 1. Gigue (dalla Giga K. 574 per pianoforte, 1789) - Allegro2. Menuet (dal Minuetto K. 355 per pianoforte, 1787) - Moderato3. Preghiera, d’après une trascription de Liszt (Ave verum corpus, mottetto per coro, archi e organo K. 618, 1791) - Andante ma non tanto4. Thème et variations (dalle 10 Variazioni su Unser dummer Pöbel meint per pianoforte K. 455, 1774) Allegro giusto

Prima esecuzione Mosca, 26 novembre 1887, direttore Pëtr Il’i! "ajkovskij

Composizione1887

EdizioneKalmus

Durata25’ ca.

Mozartiana, Suite n. 4 in Sol maggiore op. 61

Pëtr Il’i! "ajkovskijKamsko-Votkinsk, 1840 – San Pietroburgo, 1893

Nel giugno 1886 "ajkovskij si trovava a Parigi: qui ebbe modo di incontrare Mozart. Quest’affermazione potrebbe suonare un po’ azzardata, ancorché storicamente inesatta: in effetti non si trattò di un incontro nel senso canonico del termine, quanto invece di un incontro - per così dire - mediato. Accadde infatti che il compositore russo venne ricevuto da una nota cantante dell’epoca, Pauline Viardot-Garcia e costei era in possesso del manoscritto del Don Giovanni di Mozart; "ajkovskij, di fronte a una tale reliquia, rivelò di essersi sentito come “in presenza di una divinità”.È difficile pensare di poter separare questo evento dalla composizione della Suite Orchestrale Mozartiana, avvenuta nel 1887, anno che segnava il centenario della prima rappresentazione dell’opera di cui il nostro compositore aveva consultato la partitura originale a Parigi. Già nel 1872 il pubblico russo aveva potuto godere di un punto di osservazione privilegiato sulla vicenda di Don Giovanni grazie al Convitato di pietra di Dargomy#skij, opera che segue fedelmente il testo teatrale di Pu$kin; il tema assurse poi nuovamente all’attenzione delle cronache europee nel 1888, quando Richard Strauss diede alla luce il suo Don Juan. Tuttavia la Mozartiana di "ajkovskij, pur essendo stata composta per celebrare il primo centenario dalla messa in scena del Don Giovanni, non contiene alcun riferimento musicale all’opera composta su libretto di Lorenzo Da Ponte. La suite si articola in quattro movimenti che ripercorrono altrettante composizioni di Mozart, delle quali una sola è nota al grande pubblico.Il brano che apre la partitura è una vivace giga, trascrizione orchestrale della Piccola giga K 574 per pianoforte solo; questo pezzo, a causa della sua breve durata, potrebbe quasi passare inosservato: è impossibile tuttavia non notare l’incongruenza di una suite che cominci con una giga, danza che - sin dagli albori della suite come forma musicale - ha sempre avuto un carattere conclusivo. Forse attraverso questo piccolo segnale "ajkovskij desidera tenere da subito desta l’attenzione del pubblico su una composizione che potrebbe apparire di semplice ascolto, ma che potrebbe anche riservare delle sorprese.Il movimento successivo è un minuetto, trascrizione del Minuetto K 355. Il brano è in tonalità di Re maggiore, in stretto contatto quindi con la tonalità d’impianto della suite, quel Sol maggiore che abbiamo ascoltato nel primo movimento. Anche questo brano sembra

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laVERDI ha eseguitolaVERDI ha eseguito Mozartiana, Suite n. 4 in Sol maggiore op. 61 nelle Stagioni: 1999/2000, Auditorium di Milano, direttore Tiziano Severini; 2009/10, Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, direttore Zhang Xian.

DiscografiaDiscografia

National Symphony Orchestra of Ireland, direttore Stefan Sanderling (Naxos)

Radio-Sinfonieorchester Stuttgart, direttore Sir Neville Marriner (Brilliant)

Philharmonia Orchestra, direttore Neeme Jarvi (Chandos)

voler comunicare un segreto nascosto: se lo si segue nella sua sinuosa linea melodica sarà impossibile non notare certi stilemi frequenti soprattutto negli Andanti mozartiani, che a tratti sono lasciati liberi di emergere per poi essere ricondotti all’interno del disciplinato ritmo ternario che anima la danza.Con il terzo brano l’atmosfera musicale cambia in modo piuttosto deciso; come ad indicare una deviazione di percorso rispetto a quanto ascoltato in precedenza, dei delicati arpeggi introducono la tonalità di Si bemolle maggiore, punto di maggiore distanza dalla tonalità d’impianto della suite. Eppure siamo proprio nel cuore della composizione di !ajkovskij, che al centro del suo omaggio a Mozart pone una trascrizione dell’Ave verum K 618, la Preghiera; anche in questo caso, per la verità, la fonte più diretta del brano è pianistica: il nostro compositore non prende infatti le mosse dall’originale mozartiano, ma dalla parafrasi del brano che Liszt inserì nel suo À la Chapelle Sixtine. È interessante notare come la creatività di orchestratore di !ajkovskij prenda sempre le mosse - in questa suite - da brani pianistici, siano essi composti originariamente per lo strumento o, come in questo caso, parafrasi di altre pagine. Il movimento conclusivo, nuovamente nella tonalità di Sol maggiore, è un tema con variazioni fedelmente tratto dal Tema con variazioni K 455; il tema, curiosamente, non appartiene a Mozart, bensì a Gluck: trattasi dell’aria Unser dummer Pöbel meint, dall’opera La rencontre imprévue, ou Les pèlerins de la Mecque. Da sola, dura più della somma dei tre movimenti ascoltati in precedenza: nel corso delle variazioni !ajkovskij ha quindi la possibilità di offrire un saggio formidabile della propria capacità di orchestratore; è forse questo il momento in cui l’autore della suite - nonostante quasi non una sola nota di quanto ascoltiamo sia di sua concezione - si manifesta con maggior evidenza al pubblico: sarà proprio la finezza dell’orchestrazione del maestro russo ad offrirci uno spunto interpretativo di questa composizione così particolare.Perché omaggiare Mozart - nel centenario della prima rappresentazione del Don Giovanni- con una suite di quattro movimenti, tre dei quali trascrizioni orchestrali di brani pianistici quasi sconosciuti? Non sarebbe stato più semplice attingere a qualche tema più noto, e forse anche più attinente alla ricorrenza da celebrare?In verità, per lo scopo che !ajkovskij si era prefissato, ovvero celebrare il genio di Mozart, questa selezione di brani è veramente una delle più felici che si potrebbero immaginare: presentare in una dimensione orchestrale dei piccoli pezzi mozartiani originariamente concepiti sulla tastiera permette al compositore russo di dimostrare le infinite possibilità timbriche, l’infinità vitalità di cui questa musica ancora gode a quasi cento anni di distanza dalla morte del suo autore.La scelta di !ajkovskij ci permette di apprezzare come anche le pagine più recondite del compositore austriaco fossero costantemente visitate dalla grazia del genio.Bisogna infine notare come la selezione di musiche che va a costituire la Mozartianapermetta a !ajkovskij di stupirci con la sua profonda conoscenza dell’arte dell’orchestrazione: l’aggraziata classicità che anima la musica di Mozart può entrare in una nuova dimensione grazie a dei colori che in origine non le appartenevano, quasi in un incontro con la contemporanea pittura impressionista capace di gettare su ogni oggetto una nuova luce.

Eugenio Della Chiara