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Guida a facili passeggiate nel territorio di Gardone Riviera, sul lago di Garda

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Page 1: Sentieri e passeggiate di Gardone Riviera
Page 2: Sentieri e passeggiate di Gardone Riviera

C O M U N E DI G A R D O N E RIVIERA

G A R D O N E È Gardone è il Vittoriale, è il lungolago, ma è anche le sue colline coronate di cipressi, le sue vallette in cui l'acqua zampilla tra il capelvene-re, i suoi antichissimi borghi con i giardini, le terrazze e le vecchie trattorie. Passeggiando si domina un lago i cui giochi di luce variano di ora in ora.

Lo scopo di questa piccola guida è proprio quello di far scoprire anche questo entroterra. E' stata ideata per quegli ospiti che desiderano trascorrere qualche ora nel verde facendo un po' di moto e amano inoltre sapere dove sono e cosa vedono.

Per questo abbiamo scelto nove percorsi che spaziano da agevoli passeggiate di un'ora, a camminate di mezza giornata. Per i percorsi "facili" non occorre nessuna preparazione par-ticolare. Abbiamo denominato 'impegnativi" quelli che salgono in collina e ridiscendono al lago, percorrendo anche tratti di stradine e sentieri n o n asfaltati, per cui si consigliano scarpe leggere da escursione. Lo stesso vale naturalmente anche per i percorsi denominati "molto impegnativi", che consistono nel supe-rare dislivelli f ino a 400 m., cosa che probabil-mente n o n è da tutti, specialmente nei mesi caldi d'estate.

Le descrizioni sono sintetiche ma, consultan-do la cartina allegata e seguendo la segnaletica sui percorsi, a cui questa guida è abbinata, ci si può facilmente orientare.

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Passeggiata facile di un'ora lungo la Gardesana da Gardone a Fasano.

La passeggiata ci porta attraverso la Gardone pre-dannunziana, ai tempi in cui la cittadina, prima della Grande guerra, fu stazione climati-ca invernale di fama internazionale. La prima testimonianza che incon-triamo e che risale a quei tempi, è il Savoy Palace, uno dei tre "Grand Hotels" storici. Costruito nel 1906 sull'esempio di modelli secessionisti viennesi, ebbe il suo periodo di massimo splendore fra le due guer-re, quando ospitò anche il principe Carol di Romania (1926) e il princi-pe ereditario Umberto di Savoia (1932). Percorrendo il Lungolago si giunge al Grand Hotel Gardone che aprì le sue porte già nel 1883 e fu, per decenni, il primo albergo di fama mondiale del lago di Garda.

La piazza adiacente porta il nome del suo fondatore, Luigi Wimmer , di origine austriaca considerato lo "scopritore" di Gardone Riviera.

Gli esempi più significativi di que-sta passeggiata sono disseminati lungo il lago ed il "viale rialzato", costruito prima della progettazione del Lungolago (1909), come "Kurpromenade della stazione cli-matica. Tra essi a destra ci sono Villa Acquarone, dépendance dell' Hotel Monte Baldo, Villa Turati Ruhland e a sinistra Villa Alba. Questa è, con la sua monumentale scalinata e le colonne ioniche, la più scenografica delle ville gardonesi. Fu costruita dal 1904 al 1910 dal-l ' industriale tedesco Richard

Langensiepen di Magdeburgo. Di fronte noterete la Torre San Marco ( già Torre Ruhland) in riva al lago, che fu voluta dal Langensiepen. Fu costruita, attor-no al 1900, come torre-belvedere, trasformata da D'Annunzio nel 1925, in stile veneziano-militare. A destra c'è l'elegante Villa Fiordaliso, oggigiorno r inomato ristorante. Fu ristrutturata nel 1930 in stile neo- rinascimentale ed ospi-tò per un anno Claretta Petacci durante la Repubblica di Salò.

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Nell 'adiacente Villa Itolanda lo scrittore Paul Heyse (1830-1914) passò gli inverni dal 1899 fino al 1909, prima di ricevere il Premio Nobel per la Letteratura. Con le sue " Novellen vom Gardasee" contribuì a far conoscere Gardone al di là delle Alpi.

Il "Casinò" è oggi un cinema. Fu, dal 1909, la "Kurhaus", cioè il centro mondano della stazione climatica. La loggia a lago, oggi ristorante, fu concepito sul modello degli stabili-menti di cura nordici, come "Wandelhalle", cioè passeggiata coperta per gli ospiti. Fino al 1911, e

per pochi anni dopo le due guerre mondiali, funzionò anche come casinò. Di fronte si può vedere la Chiesa Evangelica del 1897, in stile neo-gotico. Fu - ed è - unitamente a quelle di Arco, Nervi, Bordighera e Capri, una delle poche esistenti in Italia. Proseguendo per Fasano, sulla destra si trova il Grand Hotel Fasano, il terzo dei grandi alberghi storici di Gardone e a sinistra, immerso in un ampio parco l'Hotel Villa del Sogno, dalla cui vastissima terrazza si può godere una bellissi-ma vista lago. Si giunge infine al porticciolo di Fasano. Tornando col battello, si possono ammirare, in tutta la loro magnificenza i rigo-

gliosi giardini e le splendide facciate della Gardone

della Belle Epoque.

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Passeggiata facile di due ore da Morgnaga a Fasano Sopra, passando da Gardone Sopra.

Fino a pochi anni fa, l'antico e pic-colo borgo di Morgnaga si trovava -scriveva lo storiografo Paolo Guerrini - "come in un grande giardi-no degli olivi". Non per nulla fu qui che soggiornò e dipinse Gregorio Sciltian (1900-1985), all'estremità della caratteristica via di Premignaga. La piccola chiesa col suo caratteri-stico portichetto, riedificata nel 1740 e dichiarata m o n u m e n t o nazionale, risale alla fine del XIV secolo. Quattrocentesco è invece l'affresco - o quello che ne è rima-sto - sulla casa a fianco della chiesa, raffigurante una Madonna col Bambino e due santi.

A mezza costa della montagna che sovrasta Gardone, sorge il "Castello di Morgnaga" (1925). Sulla facciata principale con l'elemento centrale della rotonda a colonne, come su tutti gli esterni, ci stupisce la ric-chezza dei particolari decorativi con citazioni che vanno dal medievale al moresco.

Proseguendo, sulla destra dopo le scuole, si incontra una bella statua della Madonna, circondata da archi, posta sul sito di un antico cimitero di guerra tedesco.

Passando alle spalle del Palazzo Comunale con la sua bella Sala Consiliare dal soffitto ligneo dipin-to nel 1925 e salendo per largo Landi e piazza Garibaldi, arriviamo

Portico della chiesa di Morgnaga

Chiesa di S. Antonio Abate a Morgnaga

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municipale

in piazza dei Caduti con la domi-nante parrocchiale di San Nicolò da Bari. Il balcone dietro l'abside offre una magnifica vista sul lago e sui sottostanti resti di una delle trenta limonaie che, fino all'inizio del Novecento, caratterizzavano il pano-rama di Gardone.

Sul primo altare a sinistra della chie-sa vediamo, in una grande cornice impreziosita da arabeschi in lamina d'argento, la veneratissima immagi-ne della Madonna di Fraole. Secondo la tradizione, in seguito a un'apparizione, venne dipinta da un chierico intorno al 1540 sopra una grossa roccia posta in un campo chiamato "fraole" (fra ole = fra gli olivi). Per arrivare a tale luogo, scen-diamo lungo la via Vittoriale, giria-mo a sinistra in via dei Colli e, oltre-passando il "Portale Rivano", omag-gio del comune di Riva a D'Annunzio, saliamo alla cappella del 1789, ( ricostruita nel 1940 da Gian Carlo Maroni, l'architetto del Vittoriale ). Proseguendo si giunge al Museo del Divino Infante. Il resto della passeg-giata sarà dedicato alla natura e al panorama. Percorrendo via Enzo Tolu giungiamo ad un bivio con-traddistinto da due cedri imponen-ti. Si gira a sinistra e si percorre in salita la stradina in terra battuta fiancheggiata poco dopo da un fila-re di cipressi. Attraverso un uliveto inselvatichito e un ponticello alto sul ruscello Derino, si giunge in via Magria che ci porta subito in via Belvedere e quindi a Fasano Sopra.

La Madonna di Fraole nella Chiesa di San Nicola

San Nicolò a Gardone Sopra

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Il giardino è aperto al pubblico da marzo ad ottobre tutti i giorni, dalle ore 9 alle 19.

INFO: Tel. (0039) 336 410877 www.hellergarden.com e-mail: [email protected]

B E N V E N U T I N E L G I A R D I N O D E L L A " F O N D A Z I O N E A N D R É HELLER" GARDONE RIVIERA (BS) LAGO DI GARDA - ITALY

Su un t e r reno di circa 10.000 mq. pos to su un decl ivio del m o n t e Lav ino s i t rova una raccol ta di ol t re 2 .000 esemplari diversi di p i an t e p roven i en t i da tu t t i i c o n t i n e n t i e da tu t t e le zone c l ima t i che ( in par t icolare vi segna l iamo le maestose f ronde d e l l ' O s m u n d a regalis, le var ie specie di b a m b ù e la s tupenda f ior i tura pr imaver i le delle azalee). I l f amoso med ico e na tura l i s ta A r t h u r Hruska ha sv i luppato ques to paradiso tra il 1910 e il 1971 c o n ruscelli e laghet t i artificiali coper t i di n in fee e calle, p ien i di pesci, i l t u t t o immerso in un paesaggio do lomi t i co r icreato in min ia tu ra . N e l 1988 l 'artista mul t imedia le A n d r é Hel ler ha acquis ta to ques to t e r reno c o n la villa annessa, per creare un c e n t r o di coscienza ecologica. H a n n o t rova to col locazione a l l ' i n te rno del pa rco opere di scul tura c o n t e m p o r a n e a di artisti c o m e Ke i th Har ing , Roy Lich tens te in , M i m m o Paladino .

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Passeggiata impegnativa di due ore attraverso la valle del torrente di Barbarano e il borgo di Morgnaga.

Il punto di partenza si trova all'e-stremità occidentale di Gardone Riviera, al Rimbalzello, battezzato così da D'Annunzio osservando il rimbalzo dei sassi lanciati sull'ac-qua. Ci troviamo, infatti, in un "luogo dannunziano". Nella villa, già 'Villa Norsa", il sessantenne poeta ebbe, dal 1923 per lungo tempo, un quartierino, scena del suo amore travolgente con la venti-duenne Angèle Lager, la sua "Jouvence".

Il parco, coi suoi imponenti esem-plari di faggio e di cedro del Libano, fa parte del delta creato dal torrente Barbarano. Lo attraversiamo per arrivare alla via della Seriola, che deve il suo nome alla gora di mulino che una volta si trovava sotto i nostri passi. Il murale che vediamo sull'edificio retrostante nel cortile del panificio ci ricorda infat-ti, il "mulino della Via", uno dei sette mulini che, approf i t tando della forza motrice del torrente, hanno operato per settecento anni fino all'inizio del secolo scorso. La segheria che vedremo un po' più avanti ha mantenuto la tradizione fino ai nostri giorni.

Dopo le ultime case si aggira una villa bianca con i resti di una pesci-coltura e ci si addentra nella forra formata da pareti di scaglia variega-ta e di scaglia rossa coperta di capel-venere nelle sue parti più umide. Il sentiero, attrezzato lungo l'antica gora, attraversa due volte il torrente, passa per le rovine di una fucina che dà il nome alla nostra passeggiata e si arresta ai piedi di uno sbarra-mento artificiale con cascatella.

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Qui, a sinistra, si possono ammirare spettacolari formazioni rocciose. I ruderi dell'antica fucina ricoperta di edera ci ricordano i tempi in cui la Magnifica Patria forniva chiodi alla Serenissima. Sfornare "ferrarez-za" fu, infatti, per secoli il lavoro principale dei Gardonesi; gli "incu-di", come già osservava Grattarolo nel 1587, facevano "tal rumore che chi passa, e specialmente di notte, para appunto di passar tra Mongibello" (Etna).

Tornati al ponte, ci arrampichiamo a serpentina e superata l'angustia della gola, ci si trova all'improvviso davanti alla vastità della parte meri-dionale del lago. Una sosta ben meritata sotto i cipressi sul dosso a destra (207 m) ci permette di gode-re un panorama che spazia dalle punte di Maderno e Fasano a sini-stra, fino all'Isola di Garda e il golfo di Salò a destra.

Dalla parte settentrionale del nostro dosso, scendiamo sul suo lato orien-tale per il sentiero che ci porta al centro di Morgnaga. Poco prima vediamo sospesa sul muro a sinistra (numero civico 10/12) una rigogliosa cascata di cap-peri, particolarità botanica della Riviera.

I l d i p i n t o m u r a l e c o n L ' A n n u n c i a z i o n e che vediamo all'incrocio (via del Gurlo,l), risale al primo quarto del Seicento.

All'inizio di via Trieste in vista del "Castello di Morgnaga" scendiamo a destra qualche gradino e seguiamo sotto gli ulivi un torrentello che scorre allegramente verso il lago. Il sentiero sbuca in via Valle Fiorita che ci riporta al punto di partenza.

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Passeggiata impegnativa di due ore da Gardone Sotto, attraverso Morgnaga, fino alla Pagoda e ritorno attraverso Montecucco e Gardone Sopra. Dislivello: 350 mt. Il percorso ha inizio da via Val Fiorita che, nella sua parte superio-re, diventa un sentiero che attraver-sa un uliveto lungo un torrentello, per sbucare in via Trieste, in vista del "Castello di Morgnaga" circon-dato da un giardino a più livelli e arrichito da fontane e statue.

Invece di entrare a Morgnaga dalla stra-da principale, prendiamo, a destra, via della Fontanella, dove troviamo l'antico e caratteristico lavatoio, struttura super-

stite di altre epoche, quando le donne della borgata

scendevano a

lavare i panni. Più avanti, salendo la via Filippini, ci fermiamo ad un punto-sosta attrezzato nei pressi di un curioso gazebo a forma di pago-da, che dà il nome alla nostra pas-seggiata.

Si prosegue quindi fino ad incon-trare, alla quota massima di 356 mt, la strada di collegamento per San Michele. La vista che si apre davan-ti a noi ci ispira rispetto per la labo-riosità dei nostri antenati che, già trecento anni fa, seppero sistemare quella immensa rete di terrazzamen-ti per la coltivazione dell'olivo, che fino ai nostri giorni modella la forma e l 'aspetto di Gardone Riviera. Scendiamo e prendiamo a destra (cartello "Gardone Sopra") l'ac-ciotolata via Ceriolo che, fino al 1953, fu la principale via di comu-nicazione tra il monte ed il piano.

L'ultima parte della nostra passeg-giata presenta curiosità per gli amanti della botanica. Innanzi tutto in località Montecucco due cipressi secolari spiccano davanti alla santel-la dedicata a san Valentino. Il moti-vo della Madonna con l'uccellino sulla facciata della santella è ripreso liberamente da un rilievo marmo-reo tardotrecentesco della chiesa di San Nicolò di Gardone.

Tresnico con la chiesa di S. Martino

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Lasciando la santella a destra, pren-diamo via Montecucco, stretta e caratteristica via centrale dell'omo-nimo borgo sulla quale si aprivano le stalle dei contadini dediti soprat-tutto alla coltivazione degli ulivi. Scendendo via Dosso e già in vista di piazza dei Caduti troviamo, ad un incrocio, la seconda curiosità: un grosso gelso, ultimo testimone della bachicoltura, che, con 54 fornelli, fu un importante settore economico del paese fino a cent'anni fa. E a 100 metri, in piazza Garibaldi, eccone un'altra: un antichissimo

Castello di Morgnaga

Santella di Montecucco

mandorlo la cui fioritura avviene ogni anno a metà marzo ed è atte-sa con impazienza dai Gardonesi, perché annuncia l'arrivo della pri-mavera. "Dulcis in fundo" davanti al Palazzo municipale il leccio, a quanto si dice, più grande dell'Italia Settentrionale. E' così grande che il cedro del Libano ed il pino d'Aleppo ai suoi fianchi, monumenta l i anch'essi, passano quasi inosservati. E finalmente, a conclusione, l'ulti-ma meraviglia di questa passeggiata: un 'enorme Cinnamomum campho-ra che possiamo ammirare alla fine del lungolago.

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IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI

ORARI DA APRILE A SETTEMBRE: Su prenotazione è disponibile Vittoriale: 8.30/20.00 la visita guidata Visita guidata alla Prioria e al al Parco del Vittoriale Museo della Guerra: 9.30/19.00

INFO: DA OTTOBRE A MARZO: 0365/296511 Vittoriale: 9.00/17.00 [email protected] Visita guidata alla Prioria e al Museo della Guerra: PRENOTAZIONI VISITE GUIDATE: 9.00/13.00 - 14.00/17.00 [email protected]

Vittoriale aperto tutti i giorni. Prioria chiusa di lunedì. Museo della Guerra chiuso di mercoledì

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Passeggiata impegnativa di due ore e mezza da Gardone Sotto alla Val di Sur, passando per Gardone Sopra, Montecucco, Tresnico e San Michele. Dislivello 400 mt. Per il ritorno ci si informi sull'orario dell' autobus, ufficio informazioni: 0365.20347.

Partendo dall'Hotel Savoy Palace, percorriamo - passando dall'ufficio d'informazione turistica - il Corso Repubblica, "centro storico" di Gardone Sotto e caratteristico per i suoi negozi, caffè ... e una famosa

All'inizio di via Roma e al di sotto della piccola ma elegante chiesa della Natività di Maria, settecente-sca e ristrutturata nel 1921, scopria-mo la segnalazione per il Vittoriale, che ci porta tra ville e parchi al cen-tro di Gardone Sopra, la piazza dei Caduti. L'antico e suggestivo cuore del borgo è animato da locali pub-blici, ritrovo tradizionale degli attori dopo gli spettacoli della stagione estiva del vicino teatro del Vittoriale.

Veduta panoramica sul golfo di Salò. Sullo sfondo punta di S. Fermo e Rocca di Manerba

Verso monte, una lastra antica di pietra murata ("A Montecucco", "A Tresnico e Val di Sur ') ci indica l'i-nizio della nostra - popolarmente detta - "Via Irta" irta di nome e di fatto come noteremo subito: salia-mo la via Dosso e prendiamo al bivio, a destra, la "direttissima" che ci porterà a Tresnico attraverso ter-

razzamenti coltivati ad ulivi. Il carat-teristico suffisso in "-ico" ci rivela che il borgo pittoresco è di origine romana. Deve esserci stato un certo Tercenna o Tersinius, da cui deriva il suo nome.

Lasciamo a sinistra la chiesetta di San Martino, eretta dopo il 1578 e ricostruita nel 1720, e saliamo, di

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Santella con Annunciazione a Gardone Sopra

Gardone Sopra con la Parrocchiale

Scorci di Gardone Sopra

Albergo Ristorante AGLI ANGELI

Gardone Sopra - P.zza Garibaldi, 2 tel 0365 20832

nuovo, una ripida stradina acciotto-lata con pietre di porf ido. Arrivando, pian piano, alla quota di 400 metri, ci accorgiamo del cam-biamento della vegetazione: gii ulivi cedono il posto al bosco ceduo. All'inizio di San Michele la breve via degli Alpini (cartello "Punto panoramico") ci porta all'omonima chiesetta. Il panorama che si apre davanti a noi ci ricompensa di tutte le fatiche.

Proseguendo nella camminata si raggiunge il fresco e "montanaro" mondo della Val di Sur ( = valle di sopra): Tornati al bivio, prendiamo la stradina a destra (cartello "Autoriparazioni " ). Al prossimo bivio (numero civico 28) ancora a destra, seguiamo la strada nel bosco per un quarto d'ora prima in vista del Monte Spino (1486 mt) e dopo del Dosso delle Prae del massiccio del Pizzocolo. Si intravede, in alto, il sentiero che porta alla sua cima (1583 mt).

Arrivati all'alveo del torrente Poiano, torniamo verso sud per arri-vare alla località Colomber che deve il suo nome ad un luogo (columba-rium) dove nidificavano una volta i colombi. Qui si trova il capolinea dell'auto-bus per il ritorno a Gardone.

Scorci di Gardone Sopra Foto: Edo Saracco

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Passeggiata di due ore molto impegnati-va da Gardone Sotto a San Michele. Dislivello: 400 mt. Ritorno a piedi o con autobus di linea (info 0365.20347).

Il nostro punto di partenza è il Giardino Botanico della Fondazione André Heller, già "Giardino Hruska". Arturo Hruska (1880-1971), medico dentista con studi a Bad Reichenhall, San Pietroburgo, Milano e Gardone Riviera, ma anche naturalista e botanico apprezzato, creò il giardi-no raccogliendo durante molti viag-gi oltre due mila esemplari diversi di piante. Dal 1989 il giardino è pro-prietà dell'artista multimediale austriaco André Heller che, arric-chendolo di opere di Keith Haring,

Roy Lichtenstein e Mimmo Paladino, lo sta mutando in un "cen-tro che unisce l'arte e l'ecologia". Seguendo la segnalazione per il Vittoriale, arriviamo in piazza dei Caduti. A destra vediamo il caratte-ristico porticato sotto il quale si affacciano un bar e un negozio ubi-cati nell'edificio che, fino alla metà degli anni Venti, fu sede del Comune, della scuola elementare e dell'ufficio postale. L'antico centro di Gardone è dominato dalla faccia-ta barocca della chiesa parrocchiale di san Nicolò. Al santo vescovo sono dedicati quat-tro affreschi un po' nascosti dietro una porta a sinistra del presbiterio, tra cui quello di "Nicola e le tre fan-ciulle" (fine XVI sec.) e quello sul soffitto della chiesa principale raffi-gurante "San Nicola che protegge il popolo cristiano dai mussulmani", rea-lizzato da Francesco Monti attorno al 1750.

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• Giardino Hruska, ora Fondazione André Heller

Chiesa San Michele

Lasciamo a destra l 'entrata del Vittoriale, di cui costeggiamo i muri perimetrali, imboccando via delle Arche che prende il nome dai sar-cofagi marmorei del "Mausoleo", situato all'interno del Vittoriale stes-so, e che vedremo dalla strada dopo

pochi minuti. Il monumento, ispirato al tumulo

romano, è costituito da tre gironi che ricordano quelli della Divina Commedia. Al culmine sono collo-cate a raggiera dieci arche - con i resti di compagni d 'armi di Gabriele d'Annunzio e dell'architet-to del Vittoriale, Gian Carlo Maroni - a coronamento di quella centrale nella quale riposano le spo-glie del Comandante stesso. La strada che porta a San Michele può essere abbreviata con due scor-ciatoie (cartelli "San Michele"). All'altezza di un gruppo di case ( n. 30 e 32) si prende a destra la stradi-na che sale. Poco dopo l'ultima casa e all'altezza di una curva a sinistra, proseguiamo diritti per un sentiero che, attraver-so la boscaglia - con la vista sulle case del pittoresco borgo di Su piane - si immette sulla via della Calma, che saliamo sino a San Michele. Un cartello con la scritta "Punto panoramico" ci fa raggiungere l'o-monima chiesetta, ivi eretta in onore dell'arcangelo, nume tutelare dei barbari longobardi e che è nomi-nata per la prima volta nel 1279. Da lì il nostro sguardo spazia sulle colline moreniche della sponda sud del Lago di Garda e, verso est, fino al Monte Pastello, oltre la valle dell'Adige.

Motto dannunziano all'ingresso del Vittoriale

Albergo Ristorante AGLI ANGELI

Gardone Sopra - P.zza Garibaldi, 2 tel. 0365 20832

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Passeggiata facile di un'ora da Fasano Sotto a Fasano Sopra e ritorno.

"E per chi vuol viver sano, non c'è altro che Fa-sano" , sostengono i Fasanesi. Il nome del loro borgo, che si esten-de fra il torrente di Rio Torto e il torrente Bornico, sembra che deri-vi piuttosto da fagiano. Nelle anti-che mappe si trova, infatti, il nome di Fagitania, terra di fagiani.

Si parte dalla fermata dell'autobus di Fasano Sotto salendo lungo via Cipani. "A Fasano si chiama Cipani una famiglia su tre" osservava, già nel 1900, lo scrittore tedesco Paul Heyse nella sua Novella "Lettere Antiquarie" . Una visita al cimitero, da cui si passerà salendo a Fasano Sopra, ne darà conferma.

Al primo incrocio troviamo Villa Pedrazzi (anche Villa Ideale), costruita dall'architetto salodiano Beniamino Serri, lo stesso che ristrutturò anche la chiesa della Natività di Maria a Gardone Sotto. La villa, con le sue caratteristiche finestre ad arco ed eleganti lesene, venne ideata e costruita nel 1910 ad uso restaurant e poi affittata per vil-leggiatura privata. Qui, durante la Repubblica di Salò (1943-1945), visse Georg Zachariae, il medico personale di Mussolini.

Si gira a sinistra e si sale per via Resola. Un cartello "punto panora-mico" ci porta ad uno dei luoghi più suggestivi di Fasano Sopra. E' uno spazio al culmine di una col-linetta a forma circolare.

La Rocca di Manerba vista da Fasano

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La montagnetta, con le sue terrazze che dal basso verso l'alto si stringo-no in cerchi, assomiglia a una spira-le. E proprio a questo fatto è dovu-to il suo nome: Riolet (= "rotolo", in dialetto "riol"). Ritornati sulla strada principale si raggiunge la chiesetta di Fasano Sopra. Dopo la peste del 1575 venne dedicata ai Santi Martiri Fabiano, papa martirizzato nel 250, e Sebastiano, soldato romano mar-tirizzato nel 286, ritenuti taumatur-gici contro, appunto, le pestilenze. La loro festa si celebra solennemen-te la terza domenica di gennaio, occasione in cui tutto il borgo viene decorato a festa.

Per il ritorno seguiamo il percorso delle processioni di una volta che si svolgevano per propiziare la semina e il buon raccolto nei giorni prece-denti l'Ascensione. Una di queste cominciava proprio sotto la nostra chiesetta. Attraversiamo dunque, un volto (via Castello) e proseguia-mo, scendendo in direzione sud, cioè tenendoci a destra, tra uliveti e giardini. Raggiungiamo Villa del Sogno e Villa Gemma, per poi pro-seguire lungo Corso Zanardelli fino al nostro punto di partenza.

Fasano Sotto - Foto: La Rata

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Tel. e Fax 0365 290569

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Passeggiata impegnativa di un'ora e mezzo da Fasano Sotto a Supiane e ritorno. Dislivello: 300 mt.

Si parte dalla fermata dell'autobus di Fasano Sotto salendo via Cipani che i Fasanesi chiamano, forse un po' esagerando, la "Rata" ( = l'irta). L'edicola al primo incrocio è dedi-cata ai patroni di Fasano, i santi Faustino e Giovita, martirizzati a Brescia sotto l'imperatore Adriano. In seguito alla vittoria del 1438 con-tro le truppe di Niccolò Piccinino furono eletti patroni della diocesi e della città di Brescia. La popolarità, almeno del primo di loro, è dimo-strata dal f a t t o che il nome Fausti è molto diffuso nel bresciano.

Scendendo di cento metri, li rive-diamo nella parrocchiale di Fasano. Sono i due guerrieri ai lati del Cristo morto nella tela del 1577 sulla parete orientale del coro. Il pit-tore Camillo Ballini si considerava

allievo di Tiziano, come dimostra la piccola, orgogliosa iscrizione

("Camillus Ballinus Titiani alumnus faciebat...") ai

piedi del Cristo.

Saliamo per via Resola. Il suo nome è riconducibile all'esistenza di una Contrada dei Cerezoli ( = ciliegi, in dialetto locale sèresa). In alto trovia-mo una chiesetta dall'aspetto este-riore molto semplice, ma restaurata in modo grazioso all'interno, che meriterebbe una visita, se si avesse la fortuna di trovarla aperta.

Dall'altro lato di via Belvedere per-corriamo la ripida stradina tra muri di pietra per arrivare proprio all'en-trata di una pizzeria in mezzo a prati e uliveti. La vista che si gode dalla sua ampia terrazza ci fa presto dimenticare la fatica della salita.

Sulla via della Calma proseguiamo in salita fino al vicino borgo di Supiane, il cui nome (so le piane) significa, giustamente, "sull'altopia-no". Facciamo solo qualche passo su via Supiane per arrivare al punto culminante di questa passeggiata, l'antica chiesetta di San Rocco in Supiane.

Tornati all'inizio del borgo, lascia-mo la piccola santella dedicata alla Madonna del Carmine sulla destra

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Antiche scritte tedesche a Fasano Sotto

e scendiamo lungo una ripida stradi-na - con splendida vista su Gardone e sul Vittoriale - per raggiungere la via di comunicazione tra Gardone e San Michele. La percorriamo a sini-stra per qualche metro, girando in via Belvedere e subito dopo sulla destra in via Maglia che ci porta sulla Gardesana.

Prima di arrivarci, passiamo da Villa Gemma, dal 1928 rinomata casa di cura privata. Fu creata nel 1904 come 'Pension Quisisana" ed è, come il prospiciente Grand Hotel Fasano, superstite di quei tempi, prima della Grande Guerra, quando Fasano, insieme a Gardone, era stazione cli-matica "tedesca". Altre testimonianze di quei tempi lontani sono le scritte che trove-remo tra i numer i 115 e 119 del Cor so Zanardel l i ( " . .utsches Delicatessengeschäft...") e qualche passo più avanti, tra i numeri 137 e 139 (Deutsche Pension).

Chiesetta di San Rocco

Supiane con la chiesetta di San Rocco

Santella con i Santi Faustino e Giovita

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Il posto dove la stradina dalla gola, via Oleificio, si congiunge all'alto-piano di Monte Maderno si chiama Rocchetta del Bornico. Il 23 aprile 1706, durante la guerra di succes-sione spagnola fu teatro di una bat-taglia di quattro ore fra le truppe franco-spagnole ad ovest e quelle austriache a est, con la vittoria di queste ultime.

Giunti a Maclino (cartello stradale "Sanico", "Vigole" ...) non tralascia-mo di fare qualche passo attraverso il paese per raggiungere la chiesa dei Santi Faustino e Giovita in posi-zione stupenda sul lago.

Scendiamo quindi, a sinistra dell' indicazione "via Maclino Bezzuglio" , con la vista sul fianco occidentale del Monte Pizzocolo (1583 m), fino al letto del torrente. Lo attraversia-mo, proseguendo in salita sull'altro lato fino a Bezzuglio. Quello che ci stupisce in questo borgo sono i resti delle limonaie, localmente chiamate "limunere". Si tratta di quelle caratteristiche serre della Riviera benacense, dove

Fasano

Passeggiata impegnativa di due ore da Fasano Sotto, passando da Maclino e la valle del Bornico per salire a Bezzuglio e ritornare a Fasano. Dislivello 250 mt.

Il torrente Bornico ha le sue sor-genti in Val di Vesegna. Scarso d'ac-qua ma perenne, è riuscito comun-que a formare quei cono di deiezio-ne che costituisce il promontorio di Fasano, chiamato "Capo di Perotto". Il suo nome deriva dal gal-lico-francese "borne" che significa pietra di confine. Infatti, sin dall'e-poca romana, il torrente segnava il confine tra Maderno e Salò e, suc-cessivamente, tra Maderno e Gardone.

Si parte dalla fermata dell'autobus nella piazza di Fasano Sotto e si per-corre via Cipani che prosegue in via Bornico. Attraversato il torrente, seguiamo il cartello " Frantoio Olive del Bornico" a sinistra. Questo fran-toio è l'ultimo di quei sei "torchi" che funzionavano una volta a Fasano, alcuni azionati dal nostro torrente.

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Oleificio

si coltivavano - fino a cent'anni fa -cedri, limoni, aranci e bergamotti.

Prima di uscire dal paese, giriamo a sinistra in via Bezzuglio, che scende ripida e passa da un edicola con un affresco raffigurante "L'Immacolata Concezione tra i santi Ercolano e Carlo Borromeo". Sant'Ercolano (a sinistra) è il patrono della sponda occidenta-le del Lago di Garda. Più in basso vediamo, sulla punta di Fasano,

Targa in via Oleificio

Villa Zanardelli (1888-1892) con la caratteristica torretta, esempio tipi-co dell' architettura gardesana di fine Ottocento. Fu l'ultima dimora dello statista Giuseppe Zanardelli (1826-1903), cui l'Italia deve l'aboli-zione della pena capitale.

Con bella vista su tutta la Riviera tra Fasano e Gardone giungiamo in via Resola per scendere al nostro punto di partenza.

Limonaia

Santella con l'Immacolata concezione a Bezzuglio

Limonaia a Bezzuglio

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C O M U N E DI G A R D O N E RIVIERA

Testi consultati

MAFFEI CLAUDIO: "Fasano terra di confine" L'Editoria Grafica, 1995.

MAZZA ATTILIO: "D'Annunzio, il Vittoriale e Gardone Riviera" Electa, 1998

MAZZA ATTILIO: "Gardone Riviera. Appunti per una Storia" Fondazione Civiltà Bresciana, 1997.

COMUNE DI GARDONE RIVIERA - PLANIMETRIA EDIZIONI IMMAGE

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la prof.ssa Paola Ercolani Sari, il dott. Herfried Schiude il sig. Riccardo Zumiani

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