scuola media g. amendola- sarno anno scolastico 2005-2oo6

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SCUOLA MEDIA “G. AMENDOLA”- SARNO ANNO SCOLASTICO 2005-2OO6

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REFERENTE DEL PROGETTO:

Prof. ANGELA SANTORELLI

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Nella dieta di ogni individuo la frutta non dovrebbe essere considerata un surplus ma un alimento indispensabile, questo perché i micronutrienti presenti hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione di talune malattie.

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In quest’alimento così unico, troviamo un’importante quota di fibra alimentare, oggi riscoperta per i suoi effetti anticolesterolemici (riduzione del colesterolo “cattivo”) e antitumorali. Tra le proprietà della frutta ci sono anche quelle legate alle caratteristiche organolettiche (sapore, profumo, colore) che rendono questo alimento veramente insostituibile nell’alimentazione di tutti i giorni e non un alimento accessorio o secondario.

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La frutta è classificata dal punto di vista nutrizionale in tre categorie

POLPOSAFARINOSA

OLEOSA FRESCA

La frutta polposa apporta un modesto contenuto calorico che varia da un minimo di circa 11 Kcall (per 100g di prodotto) per il limone fino ad un massimo di circa 70 Kcall nel mandarino, ed è importante per l’apporto di micronutrienti essenziali in piccole dosi quali vitamine, Sali minerali, carotenoidi.

La frutta farinosa apporta una quota calorica considerevole dovuta alla presenza di carboidrati per circa il 40% del totale, mentre la quota proteica si mantiene sul 3-3,5% e quella lipidica raggiunge 1’5-1,8%.

La frutta oleosa fresca a differenza delle altre due categorie ha un elevato contenuto lipidico dunque la quota calorica è molto alta

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Secondo la leggenda, fu il mitico Ercole a diffondere la coltivazione degli agrumi, dopo aver ucciso il mostro che era a guardia del giardino delle Esperidi, dove questi frutti erano custoditi. In realtà si sa che gli agrumi sono originari dell’Asia orientale e meridionale e che sono giunti in Europa in varie epoche a seconda delle zone. In Sicilia sono stati portati come piante ornamentali dagli Arabi nell’VIII secolo. Dapprima gli aranci e i limoni furono coltivati esclusivamente nei giardini dei palazzi e delle moschee e curati da esperti giardinieri persiani, ma poco alla volta si diffusero in tutta l’isola. Venivano utilizzati soprattutto per la preparazione di farmaci e profumi.

La storia del kiwi inizia nella valle del fiume Yang - Tze che ha dato al frutto il suo nome originario “Yangtao” più di 700 anni fa. Il frutto era considerato una delicatezza alla corte del Gran Khan. Fu portato in Europa fra il 1800 ed il 1900 da un membro della Royal Horticultural Society of Britain. Le prime esportazioni del frutto si hanno nell’anno 1962 verso gli USA dove il frutto viene chiamato “kiwifruit”, dal nome dell’uccello tipico della Nuova Zelanda.

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Le ciliegie, come narra Plinio, furono portate in Italia da Lucio Licinio Lucullo dalla regione del Ponto, quando il console tornò a Roma dopo aver sconfitto Mitridate. Gli archeologi, tuttavia, sostengono che le ciliegie erano già conosciute in età neolitica (dai 3 mila ai 5 mila anni prima di Cristo): gli scavi eseguiti negli insediamenti lacusti dei palafitticoli in Svizzera hanno infatti portato alla luce ingenti quantità di noccioli di ciliegi. Fu grazie ai romani che la coltivazione di ciliegio si diffuse in tutto l’Impero, fino alla Gran Bretagna. Il ciliegio esisteva allo stato selvatico: il console Lucullo si sarebbe limitato a importarne una varietà facilmente coltivabile.Già i Romani conoscevano le fragole, ma le prime notizie certe attorno a questo frutto risalgono alla metà del XVI secolo.Scrive uno storico francese: “I contadini raccoglievano le fragole e, dopo averle avviluppate in scorze d’albero, le portavano in città per la delizia delle signore che le mangiavano aggiungendovi zucchero e panna”.Nel 1661 Luigi XIV, il Re Sole, fece coltivare le prime fragole nel parco di Versailles.Se l’uomo ha scoperto le fragole da millenni e se già nel XVII secolo il Re Sole le fece coltivare negli immensi giardini della sua reggia alle porte di Parigi, per giungere alle nostre “fragolone giganti” dobbiamo aspettare fino all’Ottocento, quando i botanici si misero ad incrociare le specie della Virginia con quelle del Cile e con le fragoline nostrane.

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Gli archeologi hanno ritrovato nell’Asia occidentale e nelle zone temperate dell’Europa frutti tagliati a metà e disseccati, che, per forma e caratteristiche, sono stati riconosciuti con sicurezza come pere. Del resto, già Omero, ci parla dei peri coltivati in due giardini famosi, quello di Alcinoo, mitico re dei Feaci e padre di Nausicaa, e quello di Laerte, padre di Ulisse. Il nome latino del frutto, “pira”, secondo alcuni studiosi deriverebbe dal vocabolo celtico “peren”, secondo altri da Pirro, re dell’Epiro

Le mele furono consumate fin dalla preistoria, come dimostrano alcuni resti fossili rinvenuti in Svizzera. Nel corso dei secoli questa pianta si è diffusa nelle regioni dell’Europa orientale e in Egitto: il faraone Ramsete II ne volle molte piante nei frutteti del delta del Nilo. Citata da Marrone, Catone e Plinio, il mondo antico ne conosceva già 37 varietà.Nel 1600 la mela fu “esportata” dall’Europa verso l’America e l’Australia, dando luogo a una coltivazione che oggi è presente più o meno in tutto il mondo. Attualmente le varietà coltivate sono circa 1.400.

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Il primo riferimento storico dell’albicocca risale al 2205 a.C., in un documento cinese . I greci, che chiamavano “bericokia” l’albicocco e i latini che lo denominavano “praecoqua”, lo credevano di origine armena: non a caso il nome latino della pianta è “prunus armeniaca”. Gli storici hanno scoperto che fu Alesssandro Magno a diffondere in Europa la coltivazione di questa pianta rustica da lui conosciuta in una spedizione militarie nel vicino Oriente, proprio in Armenia.In alcuni paesi come la Francia, tuttavia, l’albicocca giunse molto più tardi, nel XVI secolo, mentre l’America l’ha conosciuta soltanto a metà del XVIII secolo.La pesca era presente già nel 2000 a.C. I romani la chiamarono “mala persica”, cioè “mele persiane”. Arrivò nelle regioni del Mar Caspio, dell’Iran e della Siria portato da nomadi e commercianti. La prima nazione europea a coltivare la pesca fu la Grecia che poteva beneficiarne già nel 332 a.C.A Roma arrivò solo nel I secolo d.C.; Plinio e Columella ne descrivono le varietà principali.Al tempo della dominazione araba la pesca attraversò una brutta stagione; i medici arabi la consideravano infatti dannosa alla salute e la giudicavano responsabile di molti malanni intestinali. Fu riabilitata nel Medioevo dalla scuola medica di Salerno, ma è con Luigi XIV, re di Francia dal 1643 al 1715, ghiotto di questo frutto, che la pesca conobbe la sua definitiva affermazione.

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Si sa con certezza che, prima ancora della comparsa dell’uomo sulla Terra, varie specie di vite erano diffuse in tutto il nostro continente. Poi l’Europa si coprì di ghiacci (periodo delle glaciazioni) e la vite non sopravvisse, ma continuò ad essere diffusa in Asia. La coltivazione della vite è datata fra il 6000 e il 4000 a.C. nelle regioni montuose del Mar Nero e del Mar Caspio da dove tornò in Europa con le migrazioni degli uomini che nel frattempo avevano imparato a coltivarla e a ricavarne il vino, dopo essersi cibati per millenni delle specie selvatiche.La vite si diffuse rapidamente in tutti i paesi del Mediterraneo, le Terre del Sole. Fu considerata un “dono degli dei”: secondo il mito greco, fu il dio Dioniso, inventore del vino, a regalarla al giovane Ampelo, che gli era molto caro ( in greco ampelos significa appunto vite).

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La castagna è un frutto consumato dall'uomo da tempo immemorabile. In Europa ne parlò per primo Senofonte, nel IV secolo a.C. definendo il castagno come 'albero del pane'. In seguito Marziale, nel I secolo a.C., e poi Virgilio descrissero il consumo e la coltivazione delle castagne. Per moltissimo tempo ha svolto un ruolo molto importante nell'alimentazione umana, ma il primo forte impulso alla coltivazione vera e propria si ebbe nel medioevo, grazie alla contessa Matilde di Canossa. Nel diciottesimo secolo in Francia si preparavano dolci a base di castagne: i marrons glacés e un preparato simile al cioccolato.

Gli ebrei la chiamavano “luz” come la città sotterranea dove, secondo la leggenda, gli uomini guadagnavano l’immortalità. La sua forma oblunga e il candore della sua pelle liscia e lucida sono state celebrate da famosi poeti. Scriveva Neruda “Vorrei mangiare la tua pelle come intatta mandorla”.

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NOME SCIENTIFICO : Fagaria FAMIGLIA : Rosacee ALTEZZA DELLA PIANTA : 10 – 30 cm ETÀ MASSIMA : 3 – 5 anni MATURAZIONE FRUTTI : tra maggio e luglio VARIETA’ PIÙ DIFFUSE : Surprise des Halles, Grandee, Regina di Verona, Cambridge, Gorella, Madame Moutot, Mount Everest. 

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NOME SCIENTIFICO: Ampelo (nome greco)FAMIGLIA : VitaceeALTEZZA PIANTA : le viti possono raggiungere notevole lunghezzaMATURAZIONE FRUTTI : la stagione migliore dell’uva è la tarda estate e l’autunno. Nelle altre stagioni si può trovare uva d’importazione, quella che arriva dai paesi come la California e il Cile. VARIETA’ PIÙ DIFFUSE : Ci sono moltissime varietà, con tanti colori diversi: giallo, verdognolo, rosso, rosato, violaceo, nero. Il modo più semplice di distinguerla è in uva da tavola e uva da vino. La prima ha buccia sottile, polpa compatta, e pochi semi; la seconda, dalla quale si produce il vino, ha polpa più succosa e tenera.

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NOME SCIENTIFICO : Malus communisFAMIGLIA : RosaceeALTEZZA DELLA PIANTA : 10 – 15 metriMATURAZIONE FRUTTI: tutto l’anno, a seconda della varietàVARIETA’ PIÙ DIFFUSE : Golden Delicious, Renette, Jonathan, Granny Smith, Limoncelle, Abbondanza.

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NOME SCIENTIFICO: Citrus LimoniaFAMIGLIA : Rutaceae GRUPPO–VARIETA’ : Di Sorrento IGP, Costa d’Amalfi IGP, Femminiello Comune, Monachello, Femminiello SiracusanoEPOCA DI RACCOLTA: Tutto l’annoORIGINE E DIFFUSIONE: Originario dell’Asia è coltivato nel sud Italia, in particolare lungo le coste campane e nelle sue isole, in Sicilia e sulle rive del Lago di Garda.

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NOME SCIENTIFICO : Citrus sinensis.FAMIGLIA : Rutaceae.ALTEZZA PIANTA : raramente superano i 9 metri d’altezza.ETÀ MASSIMA : fino a 80 anni.MATURAZIONE FRUTTA : si trova tutto l’anno, grazie alla presenza delle serre, ma senza di queste maturano da Novembre a Dicembre.VARIETA’ PIÙ DIFFUSE : “Dulcis”, detta Arancia dolce, Melarancia o anche Portogallo; Arancia amara, chiamata anche Arancia forte, Melangolo, Cetrangolo.

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NOME SCIENTIFICO : Prunus armeniacaFAMIGLIA : RosaceeALTEZZA DELLA PIANTA : 7 – 8 mETÀ MASSIMA : 50 anni MATURAZIONE FRUTTI : tra maggio e luglio VARIETA’ PIÙ DIFFUSE : Napoletana, Cafona, Canino, Palummella, Boccuccia, Prete, Reale d’Italia.

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NOME SCIENTIFICO : Ananas sativaFAMIGLIA : BromeliaceeALTEZZA DELLA PIANTA : da 50 a 100 mMATURAZIONE FRUTTI : in qualsiasi periodo dell’annoVARIETA’ PIÙ DIFFUSE : la più coltivata è la Cayenne Lisse; altre varietà sono : Smooth Cayenne, Queen Vittoria, Extra Sweet.

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NOME SCIENTIFICO : Prunus persicaFAMIGLIA : RosaceeALTEZZA DELLA PIANTA : 4 – 8 metri ETÀ MASSIMA : 30 anniMATURAZIONE FRUTTI : durante l’estateVARIETA’ PIÙ DIFFUSE : Cardinale, Precocissime Morettini, Crimson Gold.Le pesche si dividono in due tipi fondamentali: quelle dalla pelle vellutata e quelle dalla pelle liscia. Secondo un’altra distinzione le pesche si dividono in frutti dalla pelle aderente al nocciolo (“duracine”) e quelli nei quali la polpa si distacca facilmente dal nocciolo (“spaccarelle”).

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NOME SCIENTIFICO: Prunus avium (dolce); Prunus cerasus (acido)FAMIGLIA: RosaceaeEPOCA DI RACCOLTA: Fine maggio, inizio luglio.GRUPPO-VARIETÀ: Visciola, Ferrovia, Bigarreau della Recca, di Bracigliano, di Siano; Amarena di Pesaro, Marasca di Zar.ORIGINE E DIFFUSIONE: originaria dall’ estremo Oriente, in Italia si coltivano in Campania, Veneto, Emilia Romagna, Puglia.

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Secca ed esotica  Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta della grande famiglia dei frutti:noci, nocciole, mandorle, arachidi, Il fine pasto diventa ancor più cosmopolita. La familiare e irresistibile frutta secca e la misteriosa e intrigante frutta esotica chiudono in allegria pranzi e cene di festa. Un connubio senza frontiere che sposa la tradizione e strizza l’occhio al fascino di paesi lontani.

ma anche ananas, kiwi, papaia, mango, cocco…

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Ogni cibo ha una sua specifica valenza cromatica che va direttamente ad agire sui nostri livelli di energia, non solo fornendo i necessari principi nutritivi agli organi corrispondenti, ma anche influendo, con la sua vibrazione, sullo stato psicologico. Il colore dei cibi è dato da specifiche sostanze che hanno particolari funzioni nel nostro organismo. Non si tratta solo di percezione sensoriale, ma, ad esempio per il cibo di colore rosso, anche dell'assunzione di licopene e antocianine, pigmenti che facilitano il drenaggio dei liquidi e rinforzano vene e arterie.

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I cibi gialli sono adatti a disintossicare il fegato e la cistifellea, e quindi anche depurare l'organismo in generale. Limone, Uva bianca, Melone giallo, Ananas, Mais dolce, Germogli, Pesca bianca, Patata, Banana, Prugna gialla, Peperone giallo, Burro, Oli vegetali.

Il rosso stimola il metabolismo, riattiva tutte le funzioni dell'ultimo tratto dell'intestino facilitando l'eliminazione delle scorie e porta una ventata di energia alle ghiandole surrenali e al sistema nervoso autonomo. Gli alimenti rossi sono anche depurativi e, grazie al loro alto contenuto di potassio, rinnovano le energie vitali. Eccone alcuni: Pomodoro, Fragola, Prugna, Ciliegia, Peperone rosso, Cocomero, Mela rossa, Barbabietola, Ribes, Peperoncino, Ravanelli, ma anche Spinacio, Agretto, Porro, Crescione.

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Questi alimenti sono ricchi di enzimi che favoriscono la digestione, e di vitamine. Potenziano il sistema immunitario.. Eccoli:Arancio, Mandarino, Albicocca, Mango, Papaia, Pesca, Melone, Zucca, Carota, Tuorlo d'uovo.

Gli alimenti che si avvicinano alla zona ultravioletta dello spettro solare non sono numerosi come quelli della parte opposta. Gli alimenti blu hanno un'azione calmante e rinfrescante. Uva nera, Prugna selvatica, Mirtillo, Mora, Broccolo, Cavoletto di Bruxelles.

Eccellenti depurativi del sangue, favoriscono il drenaggio linfatico e irrobustiscono il sistema cardiocircolatorio. Tutte le verdure e gli ortaggi di colore verde. Legumi come Piselli e Fave.

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Scoperte nel 1911 dal medico polacco Kazimierz Funk, che estrasse per la prima volta dalla crusca una sostanza in grado di curare il beri beri, le vitamine sono nutrienti essenziali alla salute la cui regolare assunzione, tramite gli alimenti, può avere effetti importanti nella prevenzione di numerose malattie, tra cui varie forme di anemia, di disturbi del sistema nervoso, fino ad alcuni tipi di cancro.

VITAMINE

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vengono assorbite assieme ai grassi alimentari e accumulate nel fegato. La carenza si manifesta quindi in seguito a una mancata assunzione per tempi lunghi. Ne fanno parte la vitamina A, D, E e K.

VITAMINE

idrosolubili:

non accumulabili dall’organismo e quindi da assumere quotidianamente con l’alimentazione. Si tratta di tutte le vitamine del gruppo B, compreso l’acido folico, della vitamina H, PP e C.

liposolubili:

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Realizzato dagli alunni: Agovino Alfonso, Adiletta Lorena, Bigliardo Carmen, Catalano Armando, Cava Nunziata, Cerrato Luciano, Corrado Michele, Corrado Michele, Cratere Emauela Maria, De Filippo Antonio, Dinisio Maria, Esposito Carmela, Mancuso Adriana, Nappi Felice, Pinto Sara, Prisco Alberto, Salerno Massimiliano, Squillante Antonio, Volpe Francesco

Docente referente:

prof. Angela Santorelli

Hanno collaborato:

gli alunni del corso H

i docenti:

prof. Francesca Rainone

prof. Elisabetta Gilblas

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