scarti - report inaugurazione

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che cosa ci faremo i prossimi 25 anni? Le sfide del futuro, discusse con la comunità delle persone che credono in noi.

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Government & Nonprofit


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che cosa ci faremo i prossimi 25 anni?

Le sfide del futuro, discusse con la comunità delle persone che credono in noi.

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25 anni di città verde.La Città Verde è una cooperativa sociale che lavora nelle province di Bologna e Ferrara per fornire servizi e prodotti di qualità offrendo opportunità di lavoro a persone in situazione di svantaggio fisico, psichico e/o sociale.I servizi offerti dalla Città Verde sono la cura del verde, la gestione e il trattamento dei rifiuti, l’installazione e la manutenzione di arredi urbani e aree giochi per bambini, la produzione e la vendita di ortaggi biologici, la progettazione e la cura di percorsi di sviluppo dell’autonomia di persone con difficoltà legate alla disabilità e al disagio.La Città Verde oggi è composta di 104 soci che offrono lavoro a 107 persone, di cui un terzo svantaggiate.

Le fondamenta della Città Verde sono state gettate nel 1991. Quest’anno, quindi, compie compie 25 anni. Dobbiamo festeggiare e, al tempo stesso, gettare le basi per crescere e rendere ancora più Verde la nostra bella Città.25 anni fa.

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un sogno che si realizza.

La Città Verde è la prima cooperativa sociale in Italia a costruire un impianto per il compostaggio dei rifiuti organici. Il percorso è stato lungo e travagliato, ma oggi possiamo ben dire che ne è valsa la pena! Il complesso di Bevilacqua di Crevalcore, ideato e costruito in linea con le ultime tecnologie del settore, è in grado di coprire un fabbisogno ancora non interamente soddisfatto sul territorio ed è ancora più rilevante poiché crea un sistema di economia circolare che produce valore da ciò che è stato prodotto e consumato nel territorio. Grazie al nuovo impianto, la Città Verde trasformerà gli scarti in un fertilizzante ecologico, potrà creare nuove occasioni di lavoro, avere più fondi per rispondere ai bisogni della comunità. Tagliamo il nastro!

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il nostro futuro, insieme.

Abbiamo pensato che questa giornata di festa fosse una bella occasione per discutere su dei temi che sono fondamentali per le prospettive della cooperazione sociale.Un percorso di coprogettazione che viene da lontano, approfondito negli ultimi mesi dalla Città Verde con laboratori e altre attività. E’ infatti necessario confrontarsi e generare conoscenza condivisa sulle prospettive di sviluppo di realtà come quella della Città Verde, sulla capacità di generare impatto sociale e ambientale nelle comunità e nei territori.I gruppi di discussione sono partiti da domande provocatorie che individuano possibili traiettorie di analisi del contesto e di sviluppo della cooperazione sociale.

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a Bevilacqua manca il cinema.

Le cooperative di comunità nascono come risposta a un

duplice abbandono: quello delle istituzioni e quello del mercato. Intere comunità, progressivamente abbandonate dai servizi pubblici e dagli esercizi commerciali, vanno incontro a un lento spopolamento.Ci sono però alcune comunità re-attive: partendo dall’iniziativa di privati, associazioni o amministrazioni locali hanno dato vita a delle cooperative che hanno l’obiettivo di produrre servizi e occupazione sul territorio.Insomma: un modo più che valido per fornire a chi vi abita un motivo per restare e per promuovere lo sviluppo dell’intera comunità.

ad esempio

In Italia, dagli anni 80 ad oggi sono state create oltre 30

cooperative di comunità.La cooperativa Briganti di Cerreto (RE) nasce dall’entusiasmo di un gruppo di giovani con l’obiettivo di continuare a far vivere la montagna. Tra le altre cose organizza ciaspolate e percorsi acrobatici.Quella di Melpignano (LE) è la prima cooperativa ad investire nel campo energetico. Grazie all’installazione di impianti fotovoltaici tutti i cittadini di questo borgo usufruiranno di energia gratis per circa vent’anni.La cooperativa di Vallate Solandre (TN) è attiva nelle Valli di Rabbi e di Sole in Trentino con oltre 2.500 soci. I progetti più significativi sono l’esperienza di cohousing di Piazzola e una rete di punti vendita definiti “negozi di comunità” in ogni paese che aderisce alla cooperativa.

la governance del territorio e il ruolo della cooperazione nel coprire i buchi.

cosa sta succedendo?

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la discussioneLe cooperative di comunità servono a offrire un servizio al quale le singole persone non possono provvedere autonomamente o a soddisfare un bisogno al quale i singoli individui non possono rispondere. Sono emerse diverse “mancanze” del territorio di Bevilacqua: un campo da basket, un circolo, una palestra, un centro polifunzionale, una mensa, un museo. Ogni progetto dovrebbe rispecchiare il senso di appartenenza di ognuno alla comunità: deve essere un qualcosa in cui tutti possono riconoscersi. Infatti, è fondamentale che dietro alla cooperativa vi sia una comunità che investa, non solo finanziariamente.

L’Emilia Romagna è la Regione italiana col più alto numero di cooperative di comunità: per un primo approccio al tema può esser utile visitare i siti internet delle Cooperative di Comunità Briganti di Cerreto e Valle dei Cavalieri, due peculiari esperienze di sviluppo territoriale e di comunità. Per approfondire, il consiglio è scaricare la Guida alle Cooperative di Comunità http://www.coopstartup.it/wp-content/uploads/2014/07/GuidaCoopComunita2011_LEGACOOP.pdf

vuoi saperne di più?

E’ importante che la cooperativa non si basi solo sull’entusiasmo, ma anche su un progetto serio di sostenibilità economica, che le permetta non solo di partire, ma anche di consolidarsi, senza dover continuamente ricorrere a finanziamenti dei soci o di enti pubblici. Infatti un obiettivo è anche quello di creare occupazione e lavoro, e non può essere disatteso dopo qualche anno. Tutti i partecipanti erano d’accordo su una cosa: anche la Città Verde viene percepita come una vera e propria comunità, e la giornata di oggi lo dimostra benissimo! In definitiva, le parole chiave emerse sono VOLONTA’, PERSUASIONE e SOSTENIBILITA’.

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e una bella startup non la facciamo?

Le tecnologie digitali stanno sempre di più abilitando nuove forme di comunicazione e di collaborazione tra

le persone. Dal canto suo, la sharing economy propone servizi agli utenti in modo innovativo, rivoluzionando forme organizzative e modalità di produzione del valore economico. Il mondo della cooperazione ha la possibilità di sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia?

La cooperazione è qualcosa di molto diverso e più profondo della collaborazione in senso stretto: il mondo delle cooperative e del sociale è portatore di relazioni e legami che non possono essere sostituiti dall’utilizzo di un pc o di uno smartphone.Al tempo stesso, è utile e necessario immaginare nuove forme di inclusione e collaborazione degli utenti, confrontarsi con una visione dell’impresa come piattaforma di competenze e relazioni sociali.

ad esempio

Stocksy è una giovane cooperativa americana di 200 soci lavoratori, fotografi e artisti. Attraverso la

piattaforma Stocksy offre pacchetti di foto professionali che possono essere utilizzate per ogni necessità grafica.

TaskRabbit è una piattaforma di collaborazione: l’idea

di base è chiedere aiuto alla community nella realizzazione di piccoli compiti. Le persone possono quindi contribuire mettendo in gioco le proprie competenze, alimentando un circolo virtuoso di servizi resi gratuitamente.

sharing economy, nuovi servizi, nuovi modelli di di collaborazione.

cosa sta succedendo?

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vuoi saperne di più?https://www.stocksy.com/ ; https://www.taskrabbit.com/ ; http://blog.vita.it/cooperare/2014/02/10/share-to-coop/ Una importante ricerca della Fondazione Unipolis sull’economia collaborativa: http://www.fondazioneunipolis.org/wp-content/uploads/2015/12/Ricerca-Economia-collaborativa-e-Cooperazione.pdf

I sistemi di messagistica (sms, whattsapp, etc.) potrebbero fornire informazioni sul tipo di rifiuto che deve essere consegnato il giorno dopo. La Città Verde potrebbe gestire una piattaforma digitale dove le persone possono segnalare oggetti che vogliono regalare, in modo da garantire nuova vita alle cose. I fondi di caffè usati raccolti dai bar e dalle macchine casalinghe potrebbero essere utilizzati come terreno di coltura per i funghi, che potrebbero essere coltivati e venduti. I rifiuti gestiti da Città Verde potrebbero anche generare una piattaforma di condivisione tra artigiani per utilizzare i materiali riciclati.

la discussioneNumerose forme di collaborazione nei territori sono da sempre caratteristici del mondo delle cooperative (ad es. il cosiddetto cohousing). L’avvento delle nuove tecnologie ha introdotto nuovi strumenti e nuovi termini per descrivere queste attività. Le cooperative possono allargare i loro orizzonti e proporre nuovi servizi rispondendo ai bisogni delle comunità, senza la necessità di creare nuovi soggetti (ad es. start-up o spin-off), mettendo a sistema il patrimonio di relazioni e conoscenza dei territori. Il gruppo di discussione ha ragionato come un vero e proprio laboratorio, individuando una serie di servizi innovativi che potrebbero essere utili alla comunità e generare nuove opportunità di lavoro.

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la coop è uguale a una s.p.a?

Negli ultimi anni, sono sempre più numerose pratiche e organizzazioni ibride, a cavallo tra profit e nonprofit, che stanno lentamente erodendo la distanza percepita tra questi due mondi, producendo innovazione sociale con soluzioni nuove disegnate sui bisogni delle comunità.Per il mondo nonprofit, le pratiche ibride rappresentano la necessità di confrontarsi sul mercato per proporre nuovi servizi e cercare nuove forme di finanziamento. Per il mondo profit, le pratiche ibride sono un modo per esprimere responsabilità sociale, stringere legami con il territorio, fare investimenti verso benefici sistemici di lungo periodo.Di recente, è stata introdotta per legge in Italia la forma della “società benefit”: imprese profit che perseguono finalità di beneficio comune esplicitandole nell’oggetto sociale.

cosa sta succedendo? ad esempio

L’Ape Bianca è un progetto della cooperativa sociale

EcoLiving di Forlì attivo da diversi anni. Si tratta di un supermercato votato alla sostenibilità sociale ed ambientale in cui vengono proposti solo prodotti biologici e a Km 0.

L’azienda Fratelli Carli è una S.p.a. che dal 2014 ha ottenuto la certificazione di b-corporation. Ciò è stato

possibile grazie al grande rispetto per l’ambiente, alle buone pratiche poste in essere verso i dipendenti, alla relazione sinergica e di lungo periodo con i fornitori del territorio.

la convergenza delle forme organizzative nella produzione del valore sociale

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Nonostante siano state introdotte in Italia di recente da una legge, le “società benefit” appaiono come un oggetto abbastanza misterioso e di difficile interpretazione. Sono emersi diversi punti critici che portano ad un certo scetticismo verso questa nuova forma organizzativa, sia per le questioni legate alla reale terzietà della certificazione che dovrà essere acquisita, sia per la reale capacità di produrre impatto sociale di fronte a bisogni e necessità sempre più grandi e difficili.Un possibile punto di contatto e di partenership potrà instaurarsi se le società benefit saranno incentivate a rivolgersi alle cooperative sociali nella fornitura di servizi tramite le certificazioni.

la discussione

vuoi saperne di più?Sulle forme organizzative ibride: http://www.tempi-ibridi.it/ ; P. Venturi e F. Zandonai, Ibridi organizzativi, Il Mulino, 2014 .Sulle società benefit: http://bcorporation.eu/italy ; https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/314699.pdf .I casi presentati: http://www.lapebianca.it/ ; https://www.carli.com/oliocarli/default.aspx .

Le esperienze di cooperative sociali che si rivolgono al mercato fornendo prodotti e servizi innovativi sono numerose, soprattutto in un contesto come quello della Provincia di Bologna. Le storie di successo spesso contraddicono il principio secondo cui le cooperative sociali devono aggregarsi e diventare più “grandi” perchè sono fondamentali il rapporto con la comunità e il modo in cui le cose vengono fatte. I principali vincoli che spesso limitano l’accesso al mercato delle cooperative sociali sono la difficoltà di trovare finanziamenti e le competenze specifiche dei settori in cui sarebbe possibile entrare.

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come faremo crescere la città verde?

Come più volte ripetuto durante l’inaugurazione, per progetti ambiziosi e innovativi non sono sufficienti leader o intuizioni personali. E’ invece necessario lavoro di squadra, voglia di collaborare e di mettersi in gioco insieme. La Città Verde è addirittura qualcosa di più: è una comunità, è qualcosa che appartiene a tutti noi, è qualcosa che appartiene a tutto il territorio, è un bene comune.

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Questa splendida giornata di festa ha disegnato la rotta di un viaggio che diventa sempre più importante ed ambizioso. Bisogna continuare a lavorare per ingrandire l’equipaggio senza perdere nessuno, resistere alle intemperie, avere la capacità di toccare le mete più strategiche e significative.

La Città Verde vuole definire in modo partecipato un modo per tenere insieme e valorizzare le aree di intervento proposte, programmando al meglio le ulteriori attività con le quali festeggeremo le nostre nozze d’argento.

Guardando più avanti, sembra più che mai attuale l’ipotesi di avviare un cantiere che conduca alla creazione di un centro di competenza dedicato all’innovazione cooperativa in grado di coinvolgere il mondo della cooperazione e tutti gli stakeholder del territorio.

Per guardare lontano. Per crescere. Ancora insieme.

a presto.