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27 7 Relé ciclico (relé interruttore) Il relè ciclico, altrimenti conosciuto anche come relè/interruttore, dispone di una ruota sagomata chiamata “camme” che ruotando a scatti provoca con il suo particolare profilo isolante, l’apertura o la chiusura di un contatto. La camme viene fatta ruotare di uno scatto dall’àncora ogni volta che la bobina la attira verso di se. Il comando di un relè ciclico deve quindi essere ad impulsi, cioè realizzato tramite pulsanti di tipo NO. Generalmente i relè ciclici posseggono due contatti azionati da due camme sfalsate ma solidali meccanicamente tra loro in modo da dar luogo ad una sequenza ciclica tipica delle applicazioni civili che si ripete ogni quattro scatti. Sequenza 1° 2° 3° 4° scatto scatto scatto scatto 1° contatto chiuso aperto chiuso aperto 2° contatto chiuso chiuso aperto aperto In presenza di sequenze complesse, la norma CEI EN61082-2 prevede la possibilità di rappresentazione della funzione con un grafico. La sequenza sopra descritta risulterebbe gra- ficamente espressa così: 1 2 3 4 OFF ON OFF ON Schema interno dei componenti il relé ciclico (relé interruttore) Nei relè ciclici è fondamentale conoscere la tensione di alimentazione della bobina (nell’esempio la tensione è quella di rete a 230V) ed il numero dei contatti. Il relè ciclico BTicino in esame ha due contatti con la sequenza di funzionamento indicata in tabella e con lo schema equivalente sopra rappresentato. Segno grafico R A1 A2 bobina molla camme 1 2 1 3 A1 A2 4 2 230V~ Principio elettromeccanico di funzionamento di un relè ciclico ad un contatto Relè ciclico BTicino per applicazioni civili da installare in scatole di derivazione o centralini I morsetti della bobina vengono indentificati con una lettera (A) seguita dai numeri 1 e 2, mentre i morsetti del contatto hanno come identificativo solo i numeri. Relè ciclico Bobina con aggancio meccanico

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Page 1: Relé ciclico (relé interruttore) - univpm.it · Relé ciclico (relé interruttore) Il relè ciclico, altrimenti conosciuto anche come relè/interruttore, dispone di una ruota sagomata

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7Relé ciclico (relé interruttore)Il relè ciclico, altrimenti conosciuto anchecome relè/interruttore, dispone di una ruotasagomata chiamata “camme” che ruotandoa scatti provoca con il suo particolareprofilo isolante, l’apertura o la chiusura di uncontatto.La camme viene fatta ruotare di uno scattodall’àncora ogni volta che la bobina la attiraverso di se. Il comando di un relè ciclicodeve quindi essere ad impulsi, cioè realizzatotramite pulsanti di tipo NO.Generalmente i relè ciclici posseggono duecontatti azionati da due camme sfalsatema solidali meccanicamente tra loro in mododa dar luogo ad una sequenza ciclica tipicadelle applicazioni civili che si ripete ogniquattro scatti.

Sequenza 1° 2° 3° 4°scatto scatto scatto scatto

1° contatto chiuso aperto chiuso aperto

2° contatto chiuso chiuso aperto aperto

In presenza di sequenze complesse,la norma CEI EN61082-2 prevedela possibilità di rappresentazione della funzionecon un grafico.La sequenza sopra descritta risulterebbe gra-ficamente espressa così:

1 2

3 4 OFFON

OFFON

Schema interno dei componenti il relé ciclico (relé interruttore)

Nei relè ciclici è fondamentale conoscerela tensione di alimentazione della bobina(nell’esempio la tensione è quella di retea 230V) ed il numero dei contatti.Il relè ciclico BTicino in esame ha duecontatti con la sequenza di funzionamentoindicata in tabella e con lo schemaequivalente sopra rappresentato.

Segno grafico

R

A1

A2bobina

molla

camme

1

2

1 3 A1 A2 4 2

230V~

Principio elettromeccanico di funzionamento di un relè ciclicoad un contatto

Relè ciclico BTicinoper applicazioni civilida installare in scatoledi derivazione o centralini

I morsetti della bobina vengono indentificati con una lettera(A) seguita dai numeri 1 e 2, mentre i morsetti del contattohanno come identificativo solo i numeri.

Relè ciclico Bobinacon agganciomeccanico

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Comando di lampade a relé

L’utilizzo più diffuso ed importante del relèciclico è il comando di lampade da più puntiin sostituzione di deviatori ed invertitori.Il suo impiego è tanto più conveniente quantipiù sono i punti di comando, infatti, comesi vede dagli schemi, il comando lo sirealizza mediante normali pulsanti di tipo NOche hanno un costo limitato e richiedonosolo due conduttori di collegamento.

Schema unifilare

Schema funzionale

Comando da tre punti di duelampade mediante relè interruttoreE’ importante rilevare che lo specificosegno grafico della bobina adaggancio meccanico identificala funzione ciclica del dispositivo.E’ stato utilizzato uno dei due contattidisponibili; la sceltaè indifferente. Il pulsante tratteggiatosta a significare che ne possonoessere aggiunti altri, teoricamenteall’infinito, semplicemente ponendoliin parallelo tra loro.

Comando di lampade da più punti mediante relé interruttoreSi utilizzerà uno solo dei due contatti del relèche svolgerà la funzione di interruttoredel circuito principale, mentre adogni pressione su uno qualsiasi dei pulsantisi avrà l’accensione o lo spegnimentodelle lampade. Installazioni di questo tiposi ritrovano frequentemente nei corridoicon molte porte di accesso ai locali, negliambienti ampi, sulle scale multipiano, ecc

A1

A2

1

2

3

4

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Pulsante di comando di tipo NOserie Living international

NL

1 3 A1 A2 4 2

Relèinterruttore

1 L 1 L1 L

pulsante pulsante pulsante

Schema di collegamento

Schema topografico

Comando lampade da tre punti mediante relè interruttore

1 3 A1 A2 4 2

12V~

Schema dell’internodel relé ciclico (relé interruttore)

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Comando di lampade a reléComando di lampadario con relé interruttoreCon il relè ciclico è possibile alimentareun lampadario con due gruppi di lampade,sfruttando entrambi i contatti disponibilisul relè.Il comando lo si effettua con un unicopulsante e quindi si avrà l’accensione deidue gruppi di lampade secondo la sequenzariportata nelle pagine precedenti chequi si ricorda in una tabellina figurata di facile

comprensione anche per persone non edottedi schemistica. Con questa soluzioneimpiantistica, l’operatore potrà esserecostretto a premere il pulsante più volte finoad ottenere la situazione desiderata.E’ da notare che, anche in questo caso,basta aggiungere altri pulsanti in parallelo alprimo, per ottenere quanti punti di comandosi desiderino.

Schema funzionale con sequenza ciclica di accensione

L1 L2

L2

L1

1 2 3 4

A1

A2

1

2

3

4

Schema di collegamento

LN

1 3 A1 A2 4 2

relèinterruttore

1 LL1

L2pulsante

Corrente nominale dei contatti del reléTra i dati di targa dei relè interruttori è sempreindicata anche la corrente nominaledei contatti; si tratta cioè del valore in Ampereche questi contatti possono sopportare.Ovviamente l’assorbimento del carico dovràessere pari od inferiore a tale valore.Ne consegue una considerazione indiretta

importante: i relè possono essere ancheusati per comandare carichi elevati(fino al limite della corrente nominale del relèstesso) usando pulsanti con correntenominale insufficiente in quanto sarannoattraversati solo dalla corrente necessariaad alimentare la bobina.

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Schema funzionale

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Schema di collegamento

Trasformatore di sicurezzadella serie Btdin da installarein un centralino od a parete utilizzandole apposite calotte in dotazioneIl trasformatore utilizzato, è dotato di 2morsetti per l’alimentazione a 230V(primario) e un’uscita (secondario) doppia:è possibile scegliere 12V o 24V.In questo caso è stata scelta la tensionedi 12V utilizzando i morsetti 3 e 4come indicato dalla serigrafia riportatasul frontale dell’apparecchioed opportunamente ingrandita.

Relé interruttore con comandoin bassissima tensione di sicurezzaCome si è visto, il relè è costituito da dueparti meccanicamente ed elettricamentedistinte: la bobina (circuito di comando)ed i contatti che pilotano il carico (circuito di potenza). Ciò consente di realizzare relè contensione di alimentazione della bobina diversada quella di rete, ad esempio più bassa, al finedi ottenere un circuito di comando sicuro.Le tensioni più utilizzate sono 24V o 12V,valori definiti dalla norme CEI “bassissimatensione di sicurezza” purchè ottenutemediante un trasformatore di sicurezza(costruzione speciale).Come noto dall’elettrotecnica, il trasformatoreè un apparecchio che funziona sfruttandole leggi dell’elettromagnetismo e separagalvanicamente la rete dal circuito secondario.Il circuito in bassissima tensione di sicurezzaprende la sigla SELV e tutti i componentiinseriti nel circuito devono garantirel’indispensabile livello di isolamento delleparti in bassissima tensione dalla rete.Il relé è un dispositivo critico perché al suointerno interno coesistono le due tensioni;il costruttore deve garantire il livellodi sicurezza previsto dalla normativa.

A1

A2

1

2

230/12V

trasformatoredi sicurezza

N

L

1 3 A1 A2 4 2

relèinterruttore

1 L

1 2

543

trasformatoredi sicurezza

1 L

pulsante pulsante

Circuito per comando di lampada da due punti mediante relèinterruttoreIl circuito di comando è in bassissima tensione di sicurezza(circuito SELV).

1 2

3 4 5

1224

230V

1 3 A1 A2 4 2

12V~

Schema dell’internodel relé ciclico(relé interruttore)

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R

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Lampade fluorescenti

Le lampade fluorescenti ad uso abitativo/terziario si distinguono in due categorie:- lampade fluorescenti a catodo caldo:

destinate all’illuminazione interna hannodimensioni standardizzate

- lampade fluorescenti a catodo freddo:destinate alla realizzazione di insegneluminose vengono realizzate su misurae con le scritte ed i colori desiderati

Le lampade fluorescenti a catodo caldo sonocostituite da un tubo di vetro riempitocon vapori di mercurio a bassa pressione;la superficie interna del tubo è rivestitadi fosfori.Questi tubi vengono attraversati per tuttala lunghezza da un arco che sollecita gli atomidi mercurio i quali emettono radiazioniultraviolette non visibili; il rivestimento in fosforo, colpito da queste radiazioni, emettea sua volta radiazioni nella gamma d’onda

Lampade fluorescenti a catodo caldovisibile dall’occhio umano dando luogoal flusso luminoso.Per consentire l’innesco dell’arco ed il suomantenimento, è necessario inserirenel circuito elettrico degli apparecchi ausiliari.Il circuito di alimentazione standard di unalampada fluorescente comprende il reattoree lo starter; il più diffuso tipo di starter,a luminescenza, è costituito da unaampollina di vetro contenente neon e duelamine bimetalliche affacciate tra loroed aperte.Alimentando il circuito, alle lamine risultaapplicata la tensione di 230V che provocaun arco luminescente, il riscaldamentodelle lamine con conseguente deformazione,fino a toccarsi.La corrente può così defluire a pieno valorenei filamenti del tubo preriscaldandoli,contemporaneamente l’arco nello starter si èestinto e le lamine, raffreddandosi si riaprono.L’interruzione di corrente che ne derivadetermina nel reattore, che è una induttanza,un impulso di tensione che innesca l’arconel tubo, favorito anche dalla temperaturadei due filamenti.La lampada è attraversata dalla normalecorrente di funzionamento, limitatadal reattore ai cui capi si verifica una cadutadi tensione.La tensione residua di funzionamento dellalampada (circa 130V) è insufficientead innescare un nuovo arco nello starter cherimane inattivo con le lamine bimetallicheseparate.La completa comprensione delle fasidi funzionamento del circuito di alimentazionedelle lampade fluorescenti presupponela conoscenza dei fenomeni elettriciconnessi all’impiego della corrente alternata.

Schema funzionale

gas argone vapori di mercurio

elettrodo

salifluorescentiluce

starterreattore

cond

ensa

tore

di ri

fasa

men

to

Schema di principiodi funzionamento di una lampadafluorescente a catodo caldocon starter a luminescenzaNel circuito è inserito, in paralleloalla rete, anche un condensatoredenominato di rifasamento chenon ha influenza sul funzionamentodella lampada ma serve per riportareil fattore di potenza (cos ϕ) a circa 0,9dopo il sensibile abbassamentodovuto al reattore.In effetti, anche all’interno dello starter,è presente un piccolo condensatoreposto tra le sue laminecon la funzione di soppressionedei disturbi radiofonici.

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8Componenti per l’accensione di una lampada fluorescentea catodo caldo mediante starter normalmente utilizzatinelle scatole portalampade del sistema di distribuzionea soffitto BTicino denominato Interlink office

Starter

Reattore (in inglese Ballast)

Condensatoredi rifasamento

Esistono altri sistemi di accensionedelle lampade fluorescenti a catodo caldoche fanno ricorso ad alimentatori complessio ad alimentatori elettronici che assumonodenominazioni diversificate (ad esempio:tachi-start, rapid-start, istant-start ecc).In questi casi l’accensione è più rapidae senza i lampeggi iniziali tipici del sistematradizionale a starter, ma il rendimentocomplessivo è inferiore a causadelle maggiori perdite termiche nei reattori.

Le versioni più diffuse di lampadefluorescenti sono quelle lineari con diametro26mm e 38mm oltre a quelle circolari (tipichedei lampadari da cucina) e quelle compattecontenute in un involucro che racchiudeanche il sistema di accensione e sostituibilialle lampade ad incandescenzaperché dotate di attacco a vite Edison E27Il maggior costo iniziale della lampadafluorescente e del relativo circuito rispettoad una incandescente è ampiamentecompensato dall’alto rendimento e dallalunga durata (fino a 7.000 ore contro le 1.000).Per contro la luce emessa dalle lampadefluorescenti è in genere meno gradita perchépiù fredda rispetto a quella delle lampadead incandescenza, anche se i costruttorisono ormai in grado di fornire lampadecon varie tonalità di luce bianca.

Lampada fluorescente

Reattore

Lampadaad accensioneistantaneaconpreriscaldamentodegli elettrodialimentatada reattoretipo rapid-start

Reattore elettronico impiegatonelle scatole portalampadeInterlink office BTicino

La finitura cromatadel diffusore Dark-Light

e le lamelle di cui è dotatopermettono la diffusione

di elevati flussi luminosi con fortelimitazione dell’abbagliamento longitudinale.

Potenzadella lampada

collegabile 18W

Portastarter

Tratto di canale di distribuzionea soffitto Interlink Officecon integrata una scatolaportalampada fluorescentemunita di diffusoretipo Dark-Light

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R

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Lampade fluorescenti

Comando di lampade fluorescenti acatodo caldoDa quanto detto nelle pagine precedentisi può concludere che tutti gli schemi finoad ora visti per le lampade ad incandescenzaconservano la validità anche nel casodi alimentazione dei tubi fluorescentia catodo caldo; naturalmente la parteterminale “lampada” deve comprendereanche gli accessori di funzionamento.A titolo di esempio riportiamo gli schemirelativi al comando, mediante deviazione,di due tubi fluorescenti a catodo caldo

Segni grafici per tubi fluorescenti

3x36W

3x36W

segno grafico generale

segni grafici alternativi tra loroper indicare un apparecchiodi illuminazione con più tubifluorescenti. (nell’esempio:3 tubi da 36W)

Il simbolo sottintende la presenzaanche degli accessori di funzionamento(reattore,starter).

Schema unifilare

2x18W

Esempio di comandoda due puntidi un apparecchiodi illuminazionecostituitoda 2 lampadefluorescenti a catodocaldo da 18W

Schema di collegamento

Schema topografico

2x18W

1 L 1 L

N

L

2 2S S

Deviatore serieLiving International

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Schema di principio di inserzione di una insegna luminosa al neon alimentatada un trasformatore elevatoreIn questi circuiti è sempre opportuno un comando con interruzione bipolare; in questo casoè stato realizzato con un interruttore/sezionatore della serie Btdin da installare in appositocentralino munito di guida DIN35 di aggancio.

8Lampade fluorescenti a catodo freddoLe lampade fluorescenti a catodo freddopossono essere realizzate di qualsiasidiametro, forma e lunghezzae si differenziano da quelle a catodo caldoper l’accensione che avvieneindipendentemente dal preriscaldamentodegli elettrodi ricorrendo ad alimentatori contensione molto elevata (alcune migliaia di volt).Come lampade da illuminazione sono

disponibili in poche versioni con dimensionistandardizzate il cui impiego è molto piùlimitato rispetto alle lampade a catodo caldo;inoltre per il loro collegamento bisognafar riferimento agli specifici schemi di ognireattore.Si riportano a titolo di esempio duetra i circuiti più utilizzati per l’accensionedi lampade a catodo freddo.

Schema funzionale

reattore reattore

Accensione di lampada a catodo freddocon reattore tradizionale

Accensione di lampada a catodo freddotipo Slim-line con reattore rifasato

Insegne luminoseLe “catodo freddo” trovano larga diffusionecome insegne al neon; in questi impiantii corpi illuminanti (ad esempio lettere) sonoconnessi in serie tra loro e quindi occorreun alimentatore capace di fornire la tensionetotale necessaria all’innesco dell’arco.Per insegne lunghe, si spezza la scritta in piùtratti, ciascuno con il proprio alimentatore,

al fine di evitare l’impiego di tensionitroppo elevate.Le tensioni in gioco fornite dall’alimentatore(autotrasformatore elevatore)sono comunque sempre dell’ordine dellemigliaia di volt, per cui l’installazionedi queste insegne richiede conseguentiprecauzioni.

Interruttoreserie Btdin

Schema di collegamento

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R

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Commutatori

Schema unifilare Segno grafico

Segno grafico

Commutatore 1-0-2 a due tastiIl commutatore a due tasti interbloccatiè dimensionalmente ed esteticamentesimile al doppio pulsante visto nelle pagineprecedenti per il comando motorizzatodi tapparelle.Anche questo dispositivo può essereimpiegato allo stesso scopo con la differenzache, se si preme un tasto rimanein posizione ON fino a quando manualmentenon lo si riporta in OFF.Ciò significa che se l’operatore abbandonail commutatore, l’apparecchio comandatocontinua a funzionare; nel caso si trattassedi una tapparella motorizzata sarebberonaturalmente indispensabili i fine corsa.Oltre alla funzionalità, nello scegliereil commutatore 1-0-2, va evidentementetenuto presente l’eventuale pericoloderivante da dispositivi in movimento senzail diretto controllo umano.Diverso, è il caso del comando

di un aspiratore con possibilità di inversionedi rotazione al fine di aspirare l’ariadall’ambiente oppure di soffiarla; in questacondizione il commutatore a due tasti trovaideale utilizzo.L’indicazione 1-0-2 sta a significarele tre posizioni stabili che il commutatore puòassumere.

I due tasti hanno i morsetti liberiper consentire la realizzazionedi collegamenti anche speciali.Nella maggioranza dei casiperò verrà utilizzato realizzandoun “comune” come si vede nelloschema di comandodell’aspiratore/soffiatoree pertanto lo schema equivalentediventa quello rappresentatosotto nello schema unifilare.

1

2 L

aspirazionecomunesoffiatura

N

L

M

Comandodi un aspiratore/soffiatoredi ventilazione ambientale

Schema di collegamento

Commutatorea due tastiinterbloccatidella serieLiving International

Specie nel settoreelettronico,questo tipodi commutatoreè a volte definitodeviatorecon zero centrale

L’aspirazione o la soffiaturaè determinata dalla rotazionein senso orario od antiorariodella ventola.

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9Commutatore rotativoIl commutatore rotativo è dotatodi una manopola che ruotata manualmentesi arresta in posizioni prefissate alle qualicorrispondono altrettante commutazioni.E’ costruttivamente realizzato con unmorsetto “comune” e con tanti altri morsettiquante sono le posizioni che può assumere,eventualmente senza quello corrispondenteallo zero.E’ spesso usato nel settore impiantisticoindustriale ed in quello elettronicoin configurazioni complesse denominatea “pacco” in quanto trattasidi più commutatori unipolari assemblatisul medesimo perno.A volte anziché la dizione unipolare, bipolareecc, viene usata quella di commutatoread una via, due vie, ecc.Nel settore impiantistico civile l’impiegoè solitamente limitato alla versione unipolareper la variazione di velocità di motori.

Segno grafico

Schema unifilare Segno grafico

Schema di collegamento

Commutatore rotativo unipolaredella serie Living International

0 1 2 3

Il simbolo qui sopra rappresentatoè il più usato per commutatoricon molte posizioni mentre l’altrodi uso più limitato è rappresentatoqui sotto nello schema unifilare.Il segno grafico è stato integratocon il simboloper informare che trattasi di uncommutatore a comando rotativo

0 1 2 3

V1 V2 V3

Comando della velocitàdella ventola di un ventilatoreV1—V4 avvolgimentidel motore dell’elettroventolaai quali corrispondono3 differenti velocità.Il morsetto corrispondenteallo zero normalmentenon viene utilizzato ma èdisponibile per una eventualelampada di segnalazionedi ventilatore spento.

3 C 1 0 2

0123

NL

Ad esempio, lo si può trovare in cameredi albergo, in camere di cliniche o in uffici peril controllo della ventola dei condizionatori.

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R

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Richiesta udienza per ufficio

Sistema elettrico tradizionaleL’impianto tradizionale di richiesta di udienzaper ufficio è costituito da un minicentralinodi segnalazione fuori porta con il qualeil visitatore si annuncia e da una pulsantierada tavolo.Facendo riferimento allo schema riportatonella pagina a lato, il funzionamento è ilseguente:● il visitatore preme il pulsante (4) che aziona

il ronzatore (4A) sulla pulsantiera● il dirigente può rispondere in tre modi:

- con l’interruttore (1) illuminaper un tempo indeterminato la scrittaOCCUPATO (1B) sul centralinoed ha conferma sulla pulsantiera tramite lalampada (1A)- stessa procedura per la scritta ATTENDA(3), (3B) e (3A)- con il pulsante (2) accendemomentaneamente la scritta AVANTI (2B)accompagnata dal richiamo del ronzatore(2C) e dalla conferma luminosa (2A)

La lampada (5A) comandabileda un interruttore esterno illuminala targhetta portanome sul centralino.

Tutto il circuito è alimentato in bassissimatensione di sicurezza (SELV) tramiteun idoneo trasformatore; le lampadineimpiegate sono del tipo a siluro con attaccoS6x38 (diametro x lunghezza in milllimetri).Esistono a catalogo due versioni di richiestaper udienza: a 12 o 24V a.c.

Pulsantiera interna da tavoloper richiesta udienza Magic BTicino

Centralino fuori porta per richiesta di udienza Magic BTicino

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1010

1A 2A 3A

5A 1B 2C 2B 3B 4

4A3215

Equipaggiamentodella pulsantiera

Equipaggiamentodel centralinofuori porta

illuminazioneportanome

occupato avanti attenda chiamata

15VA

230V~ 12 (24) V~

5

32

14A

1A 2A 3A

4

Pulsantiera Centralino fuori porta

15VA

V~ 12 (24) V~

3B

1B

2B

5A 2C

Schema di collegamento

Schema funzionale

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R

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Richiesta udienza per ufficio

La richiesta di udienza può essere realizzataanche mediante un sistema elettronicoappositamente predisposto; in questo casole scritte appaiono su un visore in formaalfanumerica. Un unico apparecchio, aseconda di come viene configurato, puòassolvere a diverse funzioni:

master = costituisce il cuore del sistema e vaposizionato sulla scrivania; con esso sipossono selezionare i messaggi da replicaresugli altri moduli che verranno posti inposizioni remote, ad esempio fuori porta. Imessaggi più comuni sono preregistrati, maè possibile avere una completapersonalizzazione utilizzando un telecoman-do opzionale. Sul dispositivo è presente unpiccolo pulsante che può essere utilizzatoper la selezione dei messaggi, ma è possibi-le collegare anche un pulsante tradizionaleda affiancare inserendo il tutto in unportapparecchi da tavolo.

fuoriporta = in questo caso il modulo èinstallato in una scatola da incasso o daparete e permette al visitatore di annunciarsi

tramite il pulsantino incorporato od unoaffiancato. Successivamente sul visorecomparirà la scritta inviata dall’internodell’ufficio (es: occupato, attendere, avanti,ecc)

segretaria/ricerca persone = su questomodulo vengono replicati tutti i messaggiselezionati sul master

Completa il sistema uno o più alimentatori (infunzione dell’estensione del numero dimoduli inseriti nell’impianto) che trasforma latensione di rete da 230V in quella di funzio-namento a 9V e provvede, tramitecomponentistica elettronica, a convertirla dacorrente alternata in corrente continua.I dispositivi elettronici sono sempre piùpresenti nell’impiantistica moderna e neces-sitano di una tecnica di installazione differen-te dagli schemi tradizionali. In particolare varilevato che non si conosce e non ci sipreoccupa del funzionamento elettronicodelle apparecchiature ma ci si limita alleconnessioni e alle programmazioni come daistruzioni del produttore.

Sistema elettronico

ITNAVAITNAVAITNAVA

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C+ + - S F

10

Schema di collegamento per un sistema di richiesta diudienza elettronico che comprende: alimentatore,master, modulo fuori porta, modulo segretaria, e modulofattorino. Occorre prestare la massima attenzione nellarealizzazione del cablaggio perché eventuali errori nonsolo provocherebbero il mancato funzionamento delsistema, ma potrebbero anche determinare il danneggia-mento di qualche apparecchio. In questi casil’installatore non è in grado di riparare il dispositivo edeve necessariamente rivolgersi al produttore.

Schema di collegamento

Il sistema richiesta di udienza puòassolvere anche alla funzione di ricercapersone in funzione della programma-zione e della dislocazione di moduli. E’disponibile per le serie LivingInternational, Light e Light Tech edoltre ai due elementi principali, moduloed alimentatore, può essere completa-to con il telecomando.

C+ + - S F

C+ + - S F

C+ + - S F

C+ + - S F

+ -

MASTER

SEGRETARIA

FUORI PORTA

FATTORINO

Alimentatore4930/1

230V~

+-

Telecomando art. 392123

display

lente di ricezione segnali IR datelecomando

tasto per impostazione ora

* tasto di chiamata, accesso alleimpostazioni o selezione messaggi

morsetti per alimentazionee configurazione

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R

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Relé monostabili

Relé monostabili per impieghi civiliI relè monostabili hanno una parte mobilemantenuta stabile in una posizione medianteuna molla. Quando la bobina vienealimentata, la parte mobilesi sposta ed i contatti modificano il loro stato.Il tutto rimane in questa situazionefino al cessare della alimentazione; la bobinaè quindi costruttivamente realizzataper poter essere alimentata in continuazione.L’impiego di questi relè è alla base di moltiautomatismi sia nel settore civileche in quello industriale dove, per le elevate

correnti nominali in gioco, le dimensioni del reléaumentano sensibilmente ed il nome diventa“contattore” (prestare attenzione alle due“t” in quanto termine derivato da contatto.Il contatore con una sola “t” è invecelo strumento di misura dell’energia elettricaconsumata installato in casa).Anche nel settore elettronico l’impiegodei relè monostabili è molto diffusocon la funzione di stadio finale del circuitoe cioè comando dell’utilizzatore; spessoquesta caratteristica è definita “uscita a relè”.

BC

A

BC

A

Bobina non alimentata:posizione stabile di riposo

Bobina alimentata: posizione mantenutafino al cessare della alimentazione

A = àncora mobileB = bobinaC = molla di richiamoNotaIn questa rappresentazione,i simboli dei contattiprincipali non corrispondonoalle norme.

E’ noto dalla elettrotecnica che la correntenominale di un interruttoredeve essere superiore (o al limite uguale)a quella assorbita dall’utilizzatore comandato.Se ciò non fosse le soluzioni sono due:o si cambia interruttore, oppure è possibilerisolvere il problema con il relè monostabile.In questa prima applicazione del relèmonostabile, si realizza il comando indirettodi un motore mediante interruttore; vieneusato il contatto di tipo NO del relè, conidonea corrente nominale per l’interruzionedell’alimentazione del carico.

Relèmonostabiledella serieLivingInternational

M

Q

S

M

Q

Impieghi del relé monostabile negli impianti civili

Quest’altro schemariporta la stessasituazione elettricadel precedentecon rappresentazionedistribuita: la partedi potenza è staccatadallo schema funzionaleche riporta la partecomando.I contatti della bobinasono disegnatiseparatamente edidentificati da una letterache ne designal’appartenenza.

In questo schemasi è utilizzatala rappresentazioneche le normedefiniscono riunita:la parte di potenzae quella di comandosono assieme.Il contatto del relèè disegnato accantoalla sua bobinacon il tratteggioche indicail vincolo meccanicoesistente tra loro.

Principio di funzionamento elettromeccanico di un relé monostabile con due contatti: 1NO+1NC

Comando indiretto di motore con corrente assorbita 20ASi utilizza un interruttore con corrente nominale In = 16A (insufficiente per il comando diretto) per alimentare un relémonostabile con bobina a 230V a.c. e contatto di potenza con In = 25A (idoneo al comando del motore in oggetto).

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11I relè monostabili sono disponibili in varieesecuzioni; nell’immagine a lato si vede unaversione intercambiabile con inserimentoa spina su apposito zoccolo.I numerosi spinotti di connessione visibilifanno capo a più contatti, alcuni dei qualidetti di potenza perché adatti ad alimentareil carico ed altri ausiliari, da impiegareper segnalazioni, in quanto caratterizzatida una limitata corrente nominale. Neglischemi sotto riportati si ripropone il comandodi un motore già visto nella pagina precedente,con l’interruzione di entrambi i conduttoridi alimentazione e con l’aggiunta di duelampade spia (rossa = apparecchioin funzione e verde = apparecchio fermo)connesse ai contatti ausiliari. Si notiche con un interruttore unipolare, medianteil relé monostabile, si ottiene l’interruzionebipolare dell’alimentazione del motore.

M

L1 L2

L1 = lampada rossaL2 = lampada verde

QS

M

Q

L1 L2

Q

Q

Rappresentazionedistribuita

della situazioneprecedente

Rappresentazioneriunita;si noti cheil movimentodei contattiè convenzionalmenteda intendersida sinistraverso destra.

➟Relè con terminalidi collegamento(a volteimpropriamentein gergo chiamatipiedini) per circuitistampatiIn questo caso il circuitoelettronico effettueràil controllo di unagrandezza fisica(esempio la temperaturadi un ambiente)e alimenterà la parte elettrica di potenzatramite i contatti del relè (esempio caldaia).Parecchi dei dispositivi elettroniciche verranno incontrati più avanti dispongonodi una uscita a relè.

Circuito stampato * con relè monostabile

spinottidi connessione

reléestraibile

predisposizioneper installazionein centraliniequipaggiaticon guida DIN 35

zoccolo

relé

Impiego del relé monostabile in circuiti elettronici

* Il circuito stampato è una basetta in materiale isolante con delle“piste” in rame che collegano tra loro i vari componenti elettronici.Le connessioni sono realizzate mediante saldature a stagno.

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R

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Tasca portabadge per alberghi

La tasca portabadge trova tipico impiegonegli alberghi dove può essere utilizzataper dare il consenso alla accensione delle lucied eventuali altri utilizzatori, solo in presenzadell’ospite in camera. E’ dotata di una sedesporgente nella quale va inseritoil badge/portachiavi usato per l’apertura dellaporta; il badge inserito determina e mantienela chiusura di un contatto interno con il qualeè possibile abilitare, tramite un relèmonostabile, l’accensione delle luci in camerae nell’annesso bagno.Per facilitarne l’individuazione notturna,la tasca è equipaggiata con una lampadadi localizzazione a scarica sempre accesa.

RONIS

RONIS

Principio elettromeccanico di funzionamento della tasca portabadge

Badge portachiavi inserito= contatto chiuso

Badge portachiavi estratto= contatto aperto

circuitocamera

N L

N

L

Schema di collegamento

Schema elettricodella tasca portabadgecon relè monostabileesterno di potenzaper alimentareil circuito della cameraQuesto è un altroesempio di impiego del relèmonostabile come“interfaccia” tra undispositivo di comando nonin grado di agire direttamentee il circuito di potenza.

Prese di correnteNello schema che segue vengono inseriteanche le prese di corrente.La simbologia relativa alle prese più utilizzatein ambito civile, è quella qui a fianco riportata.

10 16 10/16

Presa Presa Presadi corrente di corrente di corrente2P+T 2P+T 2P+T10A 16A 10/16A

(bipasso)

Tasca portabadge serie Living Internationalcon placca in legno

Tasca per abilitazione circuito in camera

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12

Schema topografico

commutatorerotativo

motorecondizionatore

Q

tascaportabadge

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Q 10 10 M1010 10

10

10

10

4

3 32

2

1010

5 11

8

76

7

12

162

10

9

Schema funzionale

1) tasca portabadge2) lampada principale in camera con accensione

alla porta ed al letto3) lampada testaletto (funzione di abat-jour)4) presa 2P+T 10A in camera prossima al letto5) presa 2P+T 10A in camera per televisore6) lampada principale in bagno

In questo schemanon si sono rappresentatii collegamentiin quanto ritenuti superfluie in numero tale da creareconfusione grafica.Ci si è limitati a darela posizione fisicadei vari elementi facendosempre riferimentoai numeri riportatinella didascalia.

Schema elettrico di una piccola camera ad un posto letto in un albergo in grado di offrire un confort minimoIn alberghi di prestigio al cliente vengono offerte prestazioni elevate dal punto di vista elettrico con automatismi, circuiti elettronici,ecc; ovviamente il circuito finale risulta molto più complesso. Lo schema è sezionato in “colonne” ciascuna della quali ha unnumero di riferimento. Nella legenda è chiarita la funzione attribuita a ciascun dispositivo

7) lampada su specchiera in bagno8) presa in prossimità di specchiera in bagno9) presa 10A in camera all’ingresso per servizi (aspirapolvere ecc.)10) presa da 10A in camera per frigobar (sempre alimentata)11) commutatore rotativo per comando ventilatore del condizionatore

(sempre alimentato)12) pulsante a tirante per comando ronzatore allarme in bagno

(sempre alimentato)

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R

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Chiavi codificate

Le chiavi codificate possono essere usateper consentire l’uso di determinateapparecchiature solo a personale autorizza-to, infatti sono dispositivi che rendonooperativo un comando solo se precedutodall’inserimento di un codice di accesso dadigitare su apposita tastiera. Sostituisconovalidamente il tradizionale interruttore achiave meccanica evitando i problemi dismarrimento o duplicazione della chiavestessa. Sono dispositivi elettronici chenecessitano di una alimentazione continuati-va per il funzionamento del circuito delcodice di accesso e per l’alimentazione dellabobina del relè incorporato; questo è uncaso tipico di apparecchiatura elettronicacon uscita a relè.

Chiave codificata “interruttore”modifica lo stato ON/OFF ad ogni inserimen-to della combinazioneimpiego tipico: in ambienti pubblici, uffici,ospedali, scuole, per abilitare il comando diapparecchiature solo da parte del personalepreposto. (potrebbe essere il caso dellafotocopiatrice, del fax, ecc).

Dispositivi elettronici a combinazione numerica

Sono disponibili due versioni della chiave codificata, rispettivamente con funzione di interrut-tore e di pulsante; entrambe hanno l’uscita a relè con un contatto in “scambio”.

In questo circuito è impiegata una chiavecodificata “interruttore” per comandare,tramite una presa dedicata, una fotocopiatri-ce. I contatti del relè interno delle chiavicodificate hanno una corrente nominale di6A, insufficienti ad alimentare la presa da16A ed il relativo carico, per cui si è inserito,con funzione di interfaccia, un relèmonostabile.

Chiave codificata “pulsante”l’inserimento del codice segreto provoca loscambio del contatto per un tempo brevissi-mo (programmabile).impiego tipico: come nel caso precedente,ad esempio per comandare unaelettroserratura e quindi realizzare un con-trollo accessi.

In questo circuito, con la chiave codificataviene comandata una serratura elettricafunzionante a 12V e quindi alimentatatramite un trasformatore.

Schema funzionale

16

X/Y

X/Y 230V~12V~

chiave codificata serieLiving International

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Schema di collegamento

L N

N

L

schema di collegamento del circuito con chiave codificata con funzione interrutto-re. Funzione realizzata: presa comandata per alimentazione di una fotocopiatrice.

Come relè monostabile, è statoimpiegato un apparecchio della serieBtdin, anziché un piccolo relè delleserie civili, in quanto garantisce lacorrente nominale di 16A sul contat-to. La fotocopiatrice è infatti unutilizzatore ad elevato assorbimento econ caratteristiche di tipo induttivo

chiave codificata“interruttore” L4531

relé monostabilebtdin FM1AC/230

presa 16ALiving International

Schema di collegamento

schema di collegamento del circuito con chiave codificata con funzione pulsante.Funzione realizzata: apertura di una porta mediante elettroserratura.

E’ stato utilizzato il trasformatoreF92/12/24 della serie Btdin in gradodi garantire la tensione di 12V concircuito SELV (circuito di sicurezza) ela potenza di 16VA necessaria perlÔalimentazione della elettroserratura.

chiave codificata“pulsante” L4532

trasformatoreF92/12/24

12V

L N

N

L

1 2

543

trasformatoredi sicurezza

1 2 3

4 5 6

7 8 9

0

Il codice di accesso che provocal’intervento della chiave codificata, lo sicompone sulla apposita tastiera nume-rica; un led verde, conferma l’esattezzadel codice introdotto. Il codice ècostituito da 4 cifre che l’utente puòscegliere e modificare in qualsiasimomento seguendo le istruzioni forniteall’acquisto del dispositivo.

Segno grafico

X/Y

chiave codificatasimbolo nonnormalizzato

13

230V~

543

1 2

1224

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R

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Variatori di tensione

DimmerE’ noto dall’elettrotecnica che gli utilizzatorivengono costruiti per funzionare ad unadeterminata tensione, che viene definitatensione nominale. Alcuni utilizzatori posso-no però funzionare anche a tensione inferio-re senza subire danneggiamenti, ovviamentefornendo prestazioni inferiori alle nominali.Questa opportunità a volte viene sfruttataper ottenere effetti particolari come adesempio la riduzione di luminosità in unambiente domestico, mentre si guarda iltelevisore. Le lampade ad incandescenzapossono infatti essere alimentate ad unatensione ridotta senza particolari problemi. Ilmetodo più semplice per ottenere questorisultato è l’inserzione in serie di una resi-stenza, meglio se variabile, per modificare apiacere il livello di luminosità. Purtroppoquesto metodo comporta la dissipazione sulreostato di una discreta parte di potenza ed

il riscaldamento della resistenza stessa che,per disperdere il calore, deve avere dimen-sioni opportune. Un altro metodo consistenell’utilizzo di un trasformatore con più uscitecommutabili; in questo caso lo spreco dienergia è minimo rispetto alla situazioneprecedente, ma si ottiene una regolazione ascatti e un apparecchio, il trasformatore, dicosto elevato e con sensibili dimensioni,tanto da non essere collocabile nelle normaliscatole da incasso. Per risolvere il problema,sia economicamente all’atto della installazio-ne, sia durante la gestione, sono disponibilidei dispositivi elettronici, comunemente noticon il nome di dimmer. Questi dispositivi“parzializzano” elettronicamente la tensionecon un sensibile risparmio energetico e sonorealizzati nei moduli delle serie civili, quindipossono essere integrati con il resto dell’im-pianto installandoli con i normali supporti eplacche.

Una lampada, alimentata dalla tensionealternata di rete, è sottoposta ad una formad’onda di tipo sinusoidale. Il dimmer è ingrado di lasciar passare solo una parte diquesta sinusoide, cioè di parzializzarla equindi di ridurre l’energia elettrica trasferitacon conseguente diminuzione di emissioneluminosa. La parzializzazione può variare dazero fino a circa il 95% del valore di rete;questo risultato lo si ottiene agendo su unpiccolo reostato (trimmer) nel quale circolauna corrente bassissima in grado di “pilota-re” la parte elettronica a semiconduttori. Ilcircuito elettronico lascia passare nel caricouna corrente proporzionalmente elevata. Ildimmer può essere quindi usato per accen-dere, spegnere e regolare una lampada con

Schema funzionale

un comfort maggiore rispetto ad un coman-do tutto/niente come l’interruttore. Si ottieneanche un buon risparmio di energia anchese, va precisato, che una minima parte dienergia viene dispersa all’interno del dimmer.Durante il funzionamento si scalda un po’,per cui, in fase di installazione, è beneposizionarlo in una scatola che abbia dellospazio libero per favorirne il raffreddamento.Per loro natura, i circuiti elettronici deidimmer provocano disturbi agli apparecchiradiotelevisi ed alle diffusioni sonore ingenere; per limitare questi radiodisturbi, lenormative impongono l’inserimento diopportuni filtri elettronici. Questi filtri sono lacausa del leggero ronzio che spesso si senteprovenire da un dimmer in funzione.

F

circuito semplificato di un dimmerE = circuito elettronico a semiconduttoriR = resistenza variabile di regolazione (reostato, potenziometro)F = filtro antidisturbi radioL = lampada controllata

manopola di impostazione luminosità(regolazione del reostato interno)

morsetti posterioridi collegamento

Dimmer serie Living international

L

E

R

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forma d’onda sinusoidale normaledella tensione di rete

Forme d’onda

Tra le altre caratteristiche di un dimmer sonosempre specificate la potenza massima e laminima comandabile alle quali occorreprestare attenzione (es.:100-500W). Supera-re la potenza massima significa far surriscal-dare il dimmer e causarne la rottura. Bisognaperò verificare che la potenza della lampadada collegare sia superiore alla minimacomandabile, in caso contrario si avrebbeuno “sfarfallio” della fonte luminosa ed uneccessivo ronzio del dimmer. Se consentitoda motivi di opportunità, qualora la potenzadi una singola lampada fosse inferiore allaminima controllabile, è possibile ovviareall’inconveniente ponendo un’altra lampadain parallelo.

Segno grafico

esempio di forma d’ondaparzializzata dal dimmer

Se la potenza di una lampada è inferiore allaminima del dimmer, è possibile porre inparallelo un’altra lampada in modo che lapotenza di L1+L2 superi la minima

Gli interruttori, deviatori ecc, sononormativamente da considerarsi comandifunzionali, cioè in grado di far funzionare omeno un utilizzatore. Qualora fosse necessa-rio intervenire sull’impianto elettrico pereffettuare manutenzione od anche semplice-mente per sostituire una lampada, unfusibile, ecc, si deve operare aprendo uninterruttore bipolare posto a monte. Anche idimmer sono comandi funzionali, tenendoancor più presente che, essendo dispositivia semiconduttore, al loro interno non effet-tuano mai la separazione galvanica, nemme-no se regolati in posizione di lampadaspenta.

Ultima ma fondamentale avvertenza nellascelta di un dimmer è il tipo di caricocontrollabile. Il dimmer tradizionale è in gradodi variare la luminosità di una lampada adincandescenza (dimmer per carichi resistivi),ma dispositivi dell’ultima generazione per-mettono il controllo della velocità di motoriper ventilatori o la regolazione di lampadealogene alimentate in bassissima tensionemediante trasformatori.

esempio di immagine tratta da un foglioistruzioni “illustrato” relativo a un dimmer ingrado di pilotare solo carichi resistivi

NO

60÷500W

230V~

14

dimmer

L1 L2

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R

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Variatori di tensione

Impianti con dimmerIl dimmer può essere inserito in un impiantoin sostituzione dell’interruttore; nel casorappresentato si è usato un dimmer amanopola rotativa. I dimmer necessitano diun piccolo fusibile da porre in serie conportata 2,5A al fine di proteggere il circuitointerno; alcuni dimmer hanno il fusibile

Schema funzionale

incorporato, in posizione raggiungibile perl’eventuale sostituzione. Nei due schemi cheseguono si è usato un dimmer senza fusibilee quindi si è provveduto ad inserirne unoutilizzando l’apposito portafusibile livinginternational art. L4321.

Schema di collegamento

N

L

Il dimmer può essere inserito anche inimpianti con deviatori od invertitori semplice-mente ponendolo in serie alla lampada dacomandare. Qualora si volesse realizzareuna nuova installazione, è convenienteimpiegare un dimmer con deviatore incorpo-rato che offre i seguenti vantaggi: in un unicomodulo accorpa due dispositivi, la parteelettromeccanica consente la separazionegalvanica del carico, ha il fusibile incorporato

ed un costo inferiore a due apparecchiseparati. Naturalmente lo si può usare dasolo con funzione interruttore od inabbinamento con un altro deviatore, odanche con invertitori. In tutti questi casi saràpossibile accendere e spegnere la lampadada tutti i punti da noi predisposti con laluminosità impostata sul dimmer, unicapostazione che consente tale regolazione.

portafusibileliving internationalL4321

dimmerliving internationalL4406

portafusibile edimmer

Dimmer con deviatore incorporato

comando deviatore incorporato regolazione luminositàmorsetti dicollegamento

fusibileincorporato

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Schema unifilare

Schema di collegamento

Schema funzionale

Segno grafico

N

L

1 L

2

Il dimmer con deviatore incorporatopresenta tre morsetti di collegamentocome un deviatore tradizionale. Laparte elettronica è connessa interna-mente in serie al carico

schema funzionaleper il comando dadue punti di unalampada (deviata)con regolazione diluminosità mediantedimmer (Il dimmerutilizzato incorporaun deviatore ed ilfusibile).deviatore esterno dimmer con deviatore e

fusibile incorporato L4402lampadacomandata

deviatoreesterno

dimmer condeviatore incorporato

Questo segno grafico non è presente nellanormativa e quindi è stato costruito abbinando alsimbolo di un deviatore tradizionale il triangoloindicante “variazione di luminosità (vederesimbolo normalizzato del dimmer alle pagineprecedenti).

Schemi per il comando di una lampada da due punti

14

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R

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Variatori di tensione

E’ disponibile un dimmer con comando apulsante che permette di aggiungere inparallelo dei normali pulsanti da ciascuno deiquali, è possibile sia comandare sia regolare

Schema funzionale

Dimmer a pulsante

PL

dimmer a pulsante della serie LivingInternational art. L4413 con potenzacontrollabile 60-500VA (fusibile incorporato)

I collegamenti sono semplificati in quanto ivari pulsanti esterni sono connessi al dimmermediante due soli conduttori. Per controllarela lampada si agisce o sul pulsante incorpo-rato del dimmer o su quelli esterni conanaloga modalità: un tocco breve provocal’accensione o lo spegnimento della lampa-

da al livello luminoso memorizzato, mentre,un tocco prolungato consente di aumentareo diminuire ciclicamente la luminosità.Questo dimmer può funzionare anche peralimentare lampade alogene a 12V mediantetrasformatore elettromagnetico.

Dimmer slave (ripetitore)Se la potenza da controllare con il dimmer apulsante L4413, descritto sopra, è superiorealla massima consentita (500VA) si puòutilizzare il dimmer ripetitore art. L4416 (slave= schiavo). Questo dispositivo è in grado dicontrollare dei carichi solo se pilotato dal

dimmer a pulsante, al quale va opportuna-mente abbinato. Tenendo presente cheanche la potenza massima del ripetitore è di500VA, praticamente è possibile raddoppia-re i carichi da regolare. La luminosità dellelampade sarà regolata in maniera identica.

Schema funzionale

Il dimmer slave è simile esteticamente aldimmer con pulsante L4413. Sul frontalenon ha però organi di comando; ha il fusibileincorporato.

PL LC

la luminosità della lampada. Sostituisce esemplifica quindi validamente impianti connumerosi punti di comando ed estendeconsiderevolmente il comfort di impiego.

dimmer slaveL4416

dimmer apulsanteL4413

60 ÷ 500VA 60 ÷ 500VA

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Schema funzionale

Come noto, le piccole lampade alogene inbassissima tensione (12V) vengono utilizzatesempre più spesso anche nelle abitazioni perottenere effetti luminosi particolari; a secon-da del diffusore nel quale sono collocate sipossono ottenere illuminazioni diffuse olocalizzate. Nel settore terziario, in particola-re nei negozi, sono sovente impiegate perevidenziare oggetti d’arte, preziosi, alimenta-ri, ecc. Queste lampade sono pressochèidentiche alle lampade ad incandescenza,ma l’aggiunta di alogeni nel gas di riempi-

Dimmer per trasformatori elettronicimento interno consente loro di emettere unflusso luminoso superiore di circa il 20% econferisce una durata mediamente doppia.Per alimentarle, oltre ai tradizionali trasforma-tori, sono stati studiati trasformatori elettroni-ci ad alto rendimento. Per regolare l’intensitàluminosa di lampade ad alogene a 12V sideve però utilizzare uno specifico dimmer,compatibile con le caratteristiche del trasfor-matore sul quale si va ad agire dal lato“primario”.

P L

Il dimmer serie Living International art. L4405 èrealizzato con una particolare tecnoclogia (Mos-Fet)che riduce drasticamente i radiodisturbiemessi e permette l’accensione e lo spegnimentograduale del carico per evitare fenomeni diabbagliamento (soft-start e soft-stop).

Dimmer art. L4405 con manopolarotativa di regolazione e comando diaccensione push-push (premi-premi).Esso è dedicato esclusivamente allaalimentazione di trasformatori tipoL4405/60 o L4405/105.

Trasformatore elettronico di alimenta-zione per lampade ad alogeni a 12V.Ne esistono due versioni:- L4405/60 = per lampade da 20W a

60W (esempio 3 lampade da 20W- L4405/105 = per lampade da 35 a

105W ( esempio 3 lampade da 35W)

Lampada alogena alimentata inbassissima tensione (12V) con unparticolare tipo di diffusore dettodicroico in grado di ridurresensibilmente il calore indirizzatosull’oggetto illuminato.

Segno grafico

14

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R

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Interruttori orari

Nei primi automatismi realizzati dall’uomo, èemersa l’opportunità e la comodità di averedei meccanismi vincolati al trascorrere deltempo. Nel campo elettrico sono statirealizzati gli “interruttori orari” noti anchecome “orologi programmatori” dapprimaesclusivamente di tipo elettromeccanico esuccessivamente, parallelamente alla tecno-logia dell’oreficeria, di tipo elettronico.L’interruttore orario serve per far funzionare espegnere un utilizzatore in determinate oredel giorno; le applicazioni sono innumerevoli:illuminazione di vetrine od insegne, avvia-mento impianti di riscaldamento, campanellascolastica, rintocco di campane allo scaderedelle varie ore, apertura di ingressi, ecc.

Interruttori orari elettromeccaniciL’interruttore orario tradizionale è quelloelettromeccanico. E’ costituito da un piccolomotore elettrico detto “sincrono” perché ilnumero di giri è vincolato alla frequenza dellarete (in Europa 50Hz). Si ottiene in tal modoun dispositivo di buona precisione e con unottimo rapporto qualità/prezzo che, tramiteopportuni ingranaggi, apre o chiude uncontatto. Costruttivamente, la soluzione piùricorrente è costituita da un disco/quadranteche ruota con indicate le ore e dotato diminislitte (chiamate cavalieri) da spostare perimpostare il programma. Durante la rotazio-ne del disco i cavalieri “spostati” provocanola chiusura o l’apertura di un contatto internoad una determinata ora e per un tempoprestabilito da una delle caratteristichefondamentali di un interruttore orario: l’inter-vallo minimo di programmazione.

Impostazione programmazionemediante spostamento dei cavalieri

0 I

24

68

10 12 14

161

8202224

12 1

23

4

567

89

10

11

Sincronizzazionecon l’ora effettiva

In figura è rappresentato un interruttoreorario a disco con programmazione giorna-liera; intervallo minimo di programmazione15 minuti. Ciò significa che, al massimo, sipuò far commutare il contatto ogni 15 minutie che anche la durata minima di accensionedell’utilizzatore è di 15 minuti. Nell’esempiosi intende usare l’interruttore orario peralimentare un radiatore elettrico da faraccendere nei seguenti orari: dalla 6.00 alle9.00 del mattino e dalle 19.00 alle 22.00 disera. Quando l’interruttore orario vienealimentato per la prima volta deve esseresincronizzato con l’ora effettiva ruotando ilquadrante fino a far coincidere l’ora delmomento con un punto fisso sull’apparec-chio (nell’esempio sono le 15.00); duelancette rosse, simili a quelle di un comuneorologio, facilitano l’operazione.

Un altro aspetto importante nel funziona-mento di un interruttore orario è la “riserva dicarica”; la versione descritta con motorinoalimentato direttamente dalla rete, in caso dimancanza di alimentazione, si ferma eriparte sfasato con le evidenti conseguenze.Se si desidera un interruttore orario in gradodi proseguire anche in assenza di alimenta-zione, lo si deve dotare di una batteriainterna ricaricabile e di un circuito elettronicocon un oscillatore locale (in pratica unorologio al quarzo). Il movimento è semprefornito da un motorino ma in questo caso èalimentato in corrente continua, normalmen-te ottenuta dalla rete mediante conversioneac/dc ed in emergenza fornita dalla batteria.

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Schema funzionale

Schemi per l’inserzione di un interruttore orario con funzione di accensione e spegni-mento di un radiatore elettrico fisso a muro.

R1 4 2U1 U2

M

0 I

24

68

10 12 14

161

8202224

L

N

0 I

0 I

0 I

1 4 2

1 4 2

Schema di collegamento

Oltre che per installazione fissa, gli interrutto-ri orari esistono anche in versione “a spina”;essi sono dotati di una spina che provvedealla alimentazione interna (svolge anche lafunzione meccanica di supporto) e di unapresa comandata dal contatto interno.

Interruttori orari a spinaRestano valide tutte le altre considerazionifatte per le versioni ad installazione fissa.Questi apparecchi sono molto utili per gliutilizzatori mobili dotati di spina quali stufetteelettriche, ventilatori, acquari, alberi di natale,ecc..

L’interruttore orario adottato, art. F66GR/3 perinstallazione in custodie o centralini DIN, èdotato di:- un contatto in commutazione che, in questo

caso, viene usato tra i morsetti 1-4- un commutatore a tre posizioni che consente

di avere tre condizioni: utilizzatore semprespento, utilizzatore comandato dalla pro-grammazione, utilizzatore sempre acceso

- riserva di carica pari a 100 ore

Segno grafico

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discoprogrammatore

commutatore a 2 posizioni:- presa sempre alimentata- presa temporizzata

presa comandata

Page 30: Relé ciclico (relé interruttore) - univpm.it · Relé ciclico (relé interruttore) Il relè ciclico, altrimenti conosciuto anche come relè/interruttore, dispone di una ruota sagomata

R

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Segno grafico Schema funzionale

Interruttori orari

Gli interruttori orari elettromeccanici esistonoanche con programmazione settimanale, inquesto caso il disco riporta sette settoricorrispondenti ai giorni della settimana,all’interno dei quali c’è la suddivisione in orecon i corrispondenti cavalieri da spostareEssendo il disco della medesima dimensionedi quello giornaliero, logicamente l’intervallominimo di programmazione è più grossola-no. La fase di sincronizzazione, all’atto dellaprima alimentazione, deve essere effettuatasul giorno effettivo e il più correttamentepossibile sull’ora.

Interruttori orari settimanali

I

giorno dellasettimana

intervallo minimo diprogrammazione 2 ore

Avere un intervallo minimo di programmazio-ne pari a due ore può essere inaccettabile intalune applicazioni. L’elettronica permetteoggi di avere a disposizione interruttori oraridigitali, in pratica degli orologi controllati alquarzo con uscita a relè. Sono apparecchi dialta precisione, dotati di un display chefornisce tutte le informazioni sulla stato difunzionamento del dispositivo. La program-mazione si effettua mediante pressione di

Interruttori orari digitalipiccoli tasti posti sul frontale del dispositivoseguendo le indicazioni che appaiono sulvisore. Pur esistendo in versione giornaliera, ipiù usati sono quelli settimanali per lenumerose prestazioni che sono in grado difornire, a partire dall’intervallo minimo diprogrammazione solitamente pari ad unminuto ma che, nei modelli più sofisticati,scende fino ad un secondo.

Nella foto si vedono due interruttori oraridigitali per centralini DIN. In un solo modulopossono essere incorporate numerosefunzioni in genere sufficienti a soddisfare lamaggior parte delle esigenze installative;i modelli a 2 o più moduli offrono più canalidi uscita e prestazioni sofisticate qualil’adeguamento automatico all’ora legale, ilcomando manuale provvisorio, ecc... Tutti gliapparecchi digitali sono dotati di riserva dicarica che può andare da un minimo di 100ore ad un limite di alcuni anni; in questi ultimicasi la memoria dei dati non è affidata ad

una batteria bensì ad una particolare memo-ria interna simile a quella dei computerchiamata eeprom.Il collegamento elettrico è identico a quellodelle versioni elettromeccaniche: sono,infatti, apparecchi che vanno alimentaticostantemente con la tensione di rete a230V e dispongono di un relè di uscita conun contatto, solitamente in commutazione.Se il dispositivo ha più canali equivale ad uninterruttore orario multiplo e quindi disponedi più relè di uscita ciascuno pilotato da unprogramma differente.

riferimento