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60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

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60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Questo e-book è il risultato di un esperimento: il Coaching pop up temporary

spot. Ossia una settimana di coaching a porte aperte sulla mia pagina

Facebook, in cui per ogni domanda suggerivo spunti utili, riflessioni, risorse,

esercizi,

Quando l’ho proposta non sapevo come sarebbe andata, ma questa iniziativa è

stata un grande successo, ha moltiplicato i like sulla mia pagina e mi ha

portato nuovi contatti, nuove clienti, ma soprattutto la soddisfazione di essere

stata utile a qualcuno.

Anzi, tra i commenti più frequenti che ho ricevuto c’è stato quello sul fatto

che le risposte fossero utili non solo per la persona che aveva fatto la

domanda, ma anche per chi leggeva. Aggiungi anche il fatto che ritrovare il

materiale su Facebook non è per nulla facile, a causa della timeline un po’

incasinata, e quindi tutto quel lavoro rischiava di svanire nel nulla cibernetico.

E invece… eccolo qui, riorganizzato in 8 pratiche sezioni: #amorecercasi,

#altrerelazioni, #emozioni, #lavoro, #organizzarsi, #sbloccarsi, #scelte, #talenti,

con i link funzionanti a risorse utili, miei post e corsi che organizzo (quando il

link non c’è significa che quel corso non è più disponibile).

Per essere sempre aggiornata su quello che faccio ti invito a visitare spesso il

mio sito: www.gioiagottini.com

E adesso, buona lettura.

Gioia

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#amorecercasi

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Antonella

Questa domanda – non proprio una domanda, più un desiderio – nasconde una

“trappola”: una aspettativa eccessiva che invece di aiutare ti complica la vita. Sì,

perché quest’uomo deve essere non solo “gentile, vicino e affidabile”, ma anche

risolutivo nella gestione di un grande progetto lavorativo. Insomma, più che un

uomo un deus ex machina. Risultato: il tempo passa e se Mr. Perfect non arriva,

tu rimani al palo sia in amore che sul lavoro.

E allora, scorporiamo: continua pure a cercare un uomo con quelle

caratteristiche, ma nel frattempo metti in moto il lavoro. Se davvero l’attività

che desideri intraprendere è troppo difficile da fare da sola, cerca una socia o un

socio. Un partner, insomma, ma solo d’affari. E lanciati in questo sogno.

Probabilmente la tua rinata passione ti renderà più bella e attraente, ti

permetterà di conoscere altre persone, e magari tra queste proprio l’uomo giusto.

Che però non si troverà addosso il carico da 100 di dover far ripartire tutta la tua

vita, ma verrà conquistato proprio dalla tua capacità di realizzarti in modo

autonomo e propositivo. Autonomia, ottimismo, coraggio, creatività: tutte cose

che agli uomini piacciono molto. Vero?

Salvatore

Risposta in 3 passi (valida anche per molte signorine):

1. Cerca di capire se puoi cambiare qualcosa per renderti più attraente per

l’altro sesso (chiedi consigli ad amiche ed amici gentili e costruttivi): piccoli

dettagli possono fare una grande differenza. Valorizzati, fisicamente e

come personalità. Convinciti che sei un partner appetibile, perché se tu per

primo non lo pensi, non lo penseranno neanche le altre.

2. Forse la stai cercando nei posti sbagliati: cambia giri, creati nuovi interessi,

fai il contrario di quanto hai fatto fino ad ora. Mai provato il dating on

line? Dagli una chance, molte coppie sono nate così!

Vorrei trovare un uomo che oltre ad essere gentile, vicino e affidabile, mi fosse anche

di supporto nell'attività che desidero intraprendere da anni e per la quale mi preparo

da anni e ho una certa identificazione. Ma completamente sola è troppo difficile.

Non riesco a trovare la ragazza...da tantissimi anni!

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

3. Spargi la voce! Fai pure sapere ad amici e parenti che sei pronto per un

impegno sentimentale, accetta qualche appuntamento al buio, ma senza

l’ansia di doverti sposare con la prima con cui esci. Prima di decidere quali

sono i tuoi standard, esci con alcune ragazze solo per il piacere di passare

del tempo con loro, ma senza fretta. In questo modo riprenderai fiducia e

ti sentirai sempre più a tuo agio.

Ginevra

Ciao Ginevra, io non riesco a spiegarmelo, ma forse tu sì. Ossia: quali

meccanismi metti in atto per “cascare” nei compagni sbagliati? Ipotesi:

1. non metti in chiaro cosa stai cercando (quindi, continui un rapporto nella

speranza che si aggiusti da solo)

2. parti in quarta con l’idea di una relazione stabile (e gli uomini si

spaventano… lo so, non dovrebbero, ma lo fanno)

3. hai smesso di divertirti. Qual è lo scopo di stare in coppia? Stare meglio

che da soli. Prima ancora di promettersi amore eterno, sarebbe giusto

promettersi un quarto d’ora di grande meravigliosa gioia. E poi a salire. Se

possibile.

4. non ti fidi degli uomini (per motivi tuoi, ma ti porti dietro questa sfiducia,

e gli uomini la captano, e si comportano proprio come tu “inconsciamente”

chiedi loro di comportarsi, per confermare il tuo sospetto).

Come se ne esce? Io ti propongo un rovesciamento. Prova a pensare che un uomo

con cui avere una lunga, serena e stabile relazione non arriverà. Non è nelle carte

del destino. A questo punto, esclusa questa ipotesi, che tipo di relazione vorresti

avere con un uomo che ti piace? Solo amicizia? Una passionale relazione di

sesso? Una complicità da reinventarsi giorno per giorno? Trova un’alternativa

che ti attiri quasi quanto la relazione classica in stile matrimonio. E datti la

possibilità di sperimentarla per un anno. Osserva come questa esperienza

cambia te, e come cambia il modo in cui l’uomo in questione – o gli uomini – si

pone verso di te. Insomma, fai tabula rasa di aspettative e di richieste. E riscrivi

questa esperienza in modo nuovo, con parole nuove. Hai visto mai?

Riesci a spiegarmi per quale motivo non riesco a trovare un compagno per avere una

serena relazione stabile? Ho fatto corsi su autostima, eft, psicoterapia coach, ma alla

fine nulla, incontro sempre uomini che magari son liberi ma non vogliono una

relazione stabile, che non gli scatta, che hanno problemi coi figli, magari poi scopro

che fino a 2 mesi prima una relazione ce l’avevano… ma cos’è che sbaglio?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Alice

Cara Alice, il modo migliore per riconquistare la fiducia nei confronti del genere

maschile è sostituire le tue convinzioni limitanti con altre più incoraggianti.

Fai una lista delle tue paure e diffidenze: del tipo “Tanto lo so che gli uomini sono

tutti…” “Se do fiducia a un uomo poi succede che…” “La fregatura dell’amore è

che…”. Scatenati: puoi dire quello che vuoi.

Adesso che hai tirato fuori questi slogan negativi, riguardali uno ad uno. Sono

verità universali, o conclusioni che hai tratto tu in conseguenza di una delusione?

E soprattutto, ti servono per raggiungere il tuo obiettivo, ossia entrare in

relazione con il mondo maschile?

Credo che la risposta sarà no. A questo punto, sostituisci ogni convinzione

limitante con una potenziante. Es: “Ci sono tanti tipi di uomini, al mondo, è

quello che cerco io è….”; “Mi fido di un uomo che….”; “Il bello dell’amore

perché….”. Ripetiti queste frasi – e simili – fino a quando hanno scalzato quelle

vecchie, che ora non vanno più bene per te.

Basta questo? No, ma crea un’apertura che permette all’uomo giusto di

avvicinarsi. Magari non sarà il primo, forse neanche il secondo, ma se inizi a

pensare che anche tu ti meriti di amare ed essere amata, e vai incontro al tuo

lui a metà strada, vi troverete. Promesso.

Morena

Cara Morena, prima di tutto prendi spunto da altre risposte le cui domande

abbiano questo tag, #amorecercasi. Per esempio quella di Alice, a cui ho risposto

subito prima di te. Poi secondo me molto dipende da che definizione dai di

“anima gemella”. Qual è la tua? Pensi che esista, per ognuno di noi, solo

un’anima gemella, o molte? E in ogni caso, da cosa capisci che ce l’hai davanti,

che è proprio quella persona lì, e non un’altra? Come vedi anche qui le tue

Come fare a tornare in relazione con il mondo maschile quando, dopo una delusione,

la diffidenza e la paura hanno preso il sopravvento? A riprendermi ci sto mettendo

anni.

Come si fa ad attirare la nostra anima gemella, l’altra metà della mela, chiamala

come vuoi. Dove la si trova?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

convinzioni personali giocano un ruolo fondamentale. Per esempio, se pensi che

ce ne sia una sola al mondo, forse ti stai complicando la vita: e se per caso,

chessò, la tua abita in Alaska? Come facciamo? Allora io ti propongo una

domanda diversa: perché vuoi incontrare la tua anima gemella? A quale scopo?

Suppongo che la tua risposta sia “per trovare una persona da amare, con cui

dividere la mia vita, con cui sentirmi completa”. O qualcosa di questo genere,

vero? Ok. Ecco una tecnica da provare. Vivi, da oggi, come se l’avessi già

trovata. Come se tu fossi già – perché lo sei! – una bella mela rossa tutta intera.

Non dico che devi abbracciare il cuscino come se fosse vivo, dico che dentro ti

devi sentire così. Appagata, felice, amata ed entusiasta. Se esiste un modo sicuro

per attirare l’uomo giusto come un’ape al miele, è questo: smetti di pensare che

ne hai bisogno. Sostituisci il bisogno con l’appagamento, e zac! Sarà lì in men

che non si dica. Perché una persona appagata, felice e dalla vita piena è

irresistibile. Una persona a metà molto meno. Aspettiamo aggiornamenti!

Lettura consigliata: Soul Coaching, Denise Linn (è in italiano)

Giulia

Cara Giulia, se leggi altre risposte con il tag #amorecercasi che ho messo nella

tua domanda troverai già del materiale su cui riflettere, per capire, come dici tu

“come aggiustare il tiro”. Quello che cerchi è un uomo raro, ma non impossibile.

E’ quello che cerchiamo tutte, a qualsiasi età. Poi lo troviamo, forse non proprio

così, ma comunque ne siamo innamorate, che è una sensazione ancora diversa,

come qualcosa di inevitabile. Se incontri solo persone sfuggenti, forse questa

prevalenza serve a te, per capire qualcosa. Qual è il messaggio tra le righe?

Quale rapporto con il maschile devi prima risanare dentro di te, per poi riflettere

questa nuova armonia anche fuori? A volte le persone si incastrano alla

perfezione con le nostre difficoltà, e se vogliamo cambiare persone dobbiamo

cambiare incastro.

La cosa che più mi preme maggiormente è quella di ritrovare, o forse è meglio dire

trovare, una stabilità affettiva… con un ragazzo serio ma divertente, stabile ma

curioso, bello (almeno per me) ma non farfallone, con cui costruire qualcosa di

duraturo, con complicità, attrazione, comunanza di intenti, voglia di scoprire e

divertirsi… invece incontro quasi sempre persone "difficili", sfuggenti, che non

vogliono costruire nulla o non sanno cosa vogliono, o che sono già impegnate...

senza contare che io sono un misto tra aggressivo quando non devo esserlo e super-

accondiscendente -che rasenta lo zerbino- sempre quando non devo esserlo! Cosa

fare per aggiustare il tiro?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Cosa fare per aggiustare il tiro: innanzitutto, convinciti che là fuori è pieno di

uomini come dici tu e che tu vuoi e puoi incontrare quelli. Convinciti, soprattutto,

che anche loro vogliano incontrare te, che te lo meriti ecc. Fai piazza pulita di idee

negative o di “sempre” e “mai” (questi pensieri non ti aiutano, quindi sostituiscili

con altri più amichevoli).

Tratta bene te stessa (ossia con amore, empatia e gentilezza)

Leggi questo libro: Come te non c’è nessuna, Marie Forleo

Rifletti sui tuoi rapporti con il maschile (dal padre in poi): quale

“rappresentazione” non vuoi più ripetere?

Adriana

Allora Adriana, anche tu rileggiti con calma le altre domande su questo

argomento. Ma con te vorrei parlare anche di un altro risvolto: il potere. Cosa

c’entra, dirai tu? Tutto. Il potere in amore conta moltissimo, nel senso che è

fondamentale, quando si interagisce con qualcuno, non mettergli in mano tutto il

potere. Il potere di decidere per entrambi, per esempio. Il potere di scandire il

rapporto secondo solo le SUE esigenze. Il potere di farti mettere i suoi bisogni

davanti ai tuoi.

Quindi la prima cosa che devi fare è riprenderti il potere. TU che cosa vuoi da

una relazione? Qual è il minimo sindacale che richiedi a un uomo per dargli

l’onore di definirsi il tuo compagno? Quali sono 3 richieste/qualità o valori morali

su cui non sei disposta a transigere? E quali sono invece abitudini, gusti e

interessi che magari non condividi ma che puoi tollerare? La parola d’ordine di

ogni relazione dovrebbe essere rispetto. Poi certo, un po’ di flessibilità aiuta. Ma

non se passi sopra al rispetto.

Facciamo un esempio. Nelle fasi iniziali, magari vuoi un uomo che ti inviti a cena,

in un posto carino, una volta a settimana. E invece, sei disposta ad accettare che

la domenica segua la sua squadra del cuore. Puoi accettare che esca a volte con

gli amici, ma non con una sua ex. E così via. Ti invito ad avere chiare queste

misure – e a comunicarle al lui di turno (con gli uomini meglio essere chiari

piuttosto che aspettarsi che ci leggano nel pensiero) – fin dall’inizio: è più facile

perché sei meno coinvolta. Ed è anche più facile dire “grazie, ma così non va” se

sgarra. E allora succedono due scenari possibili: lui sparisce, perché non era

davvero interessato e/o capace di farti felice; oppure lui capisce che se non

Le mie relazioni con l'altro sesso rimangono sempre in forse... forse si è dimenticato,

forse è di un'altra.... forse si è pentito....

Ci ho messo due anni di sedute per separarmi e non ferire nessuno e sono sempre

qui con due farfalloni che mi guardano e non combino nulla....

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

cambia atteggiamento ti perde, e lo cambia. Ma almeno non sei tu quella che

aspetta un cenno: tu sei quella che definisce le regole del gioco. Posta in palio: la

tua felicità.

Leggi: Mangia, prega, ama, Elizabeth Gilbert

Silvia

Ciao Silvia, ho come l’impressione che la risposta che ho dato ad Adriana, prima

di te, ti possa essere molto utile per mettere a fuoco le cose. Si parla di rispetto e

potere, concetti che ti serviranno. Ma nel tuo caso c’è un altro elemento, ossia

una costante frequentazione di uomini già impegnati, a vario titolo. Accettando

una relazione con un uomo già impegnato, è come se ti mettessi già fuori gioco

da sola (statisticamente, sono pochi gli uomini che lasciano una compagna

stabile per quella nuova): quindi la domanda qui è: perché hai scelto di stare –

per anni – in relazioni di questo tipo? Bada, non ti sto facendo la morale: è

proprio una questione di capire il meccanismo che ha fatto partire una serie di

relazioni analoghe. Forse dovevi imparare qualcosa: secondo te che cosa? Qual è

la lezione più grande – e UTILE per il futuro – che trai dal tuo percorso

sentimentale? Se hai imparato davvero, non hai più bisogno di sperimentare lo

stesso copione. Non sei una “ormai” quarantenne: sei una giovane signora pronta

per una relazione SANA. Una pianta sana lo è dalle radici: cura quelle, ossia le

“basi” della tua prossima storia. Evita come la peste situazioni ingarbugliate:

hai già visto che non funzionano. Hai bisogno di – e ti meriti – una storia alla luce

del sole, non all’ombra di qualcun’altra. La panchina l’hai già fatta: adesso sei

pronta per una maglia da titolare.

Leggi: I Due Volti dell'Amore - Come far funzionare l'amore nei rapporti affettivi,

Bert Hellinger

Sylvia

Ormai quarantenne ho collezionato storie pluriennali con uomini più grandi, sposati o

variamente impegnati (il mio fidanzato era fidanzato con un'altra, anche). Come

posso fare a trovare finalmente una relazione sana?

La mia domanda è semplice: come capire se l’uomo che vedo e mi piace e mi ha reso

più serena è quello giusto per me? Ma specialmente, come fare per prendere un

impegno reciproco e abitare/condividere lo stesso spazio?

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Come capire se lui è quello giusto? Da come ti fa sentire. Quando pensi a lui, e

quando sei con lui, come ti senti? Appagata, felice, rilassata, amata, allegra

almeno il 90% delle volte? Allora è quello giusto. Lo sai, come quando sai che quel

vestito è giusto per te: perché ti fa sentire uno schianto.

Impegno reciproco: bisogna avere un obiettivo in comune. Se state insieme da 6

mesi magari ancora no, ma se state insieme da 2 anni sì. L’obiettivo in comune

può essere un figlio, un matrimonio, un viaggio intorno al mondo, aprire un

rifugio per cani abbandonati… non tutte queste cose eh! Solo una, ma forte,

importante, che parli di valori e progetti condivisi. Però tenetevi anche delle cose e

degli spazi solo per voi. E’ importante. Vale sia per la casa (tipo un divano, un

cuscino, un angolo solo tuo) che per la vita: un’uscita settimanale solo con le

amiche, una partita di calcetto, un hobby, una pratica spirituale… La formula è:

valori, e macro obiettivi in comune. Quotidianità con spazi di autonomia e

interessi personali e individuali (più qualcuno condiviso, certo!).

Marina

Marina, intanto io non lo so, e nemmeno tu, se da qualche parte il tuo primo

fidanzatino del liceo non si sta struggendo guardando una tua foto con

l’apparecchio ai denti. Magari per qualcuno indimenticabile lo sei stata. Però sta

di fatto che qui secondo me il “problema” è tutto tuo, che stai chiedendo a un

eventuale lui (passato, futuro) di dimostrarti inequivocabilmente che tu sei la

NUMBER 1. MA io ti chiedo: perché te lo deve dimostrare qualcuno? Tu sei la

number 1, nel senso che COME TE NON C’E’ NESSUNA. Esiste una sola Marina

C. e sei proprio tu la titolare di questa maglia. Portala con fierezza! Gioisci

dell’essere te. Innamorati pazzamente di te stessa, e va’ a cercarti in capo al

mondo, se occorre, ma poi riportati a casa. E fatti un bel discorsetto. Del tipo:

“Cara Marina C., ti stavo proprio cercando, ma ti cercavo invano negli occhi

luccicosi e adoranti di un principe azzurro. Poi a forza di aspettare mi sono

stufata e mi sono detta: sai che c’è? Mi trovo da sola. Ho seguito le tracce delle

tante cose che hai realizzato e costruito, ho visto i ruderi delle cose che ti sei

lasciata alle spalle, ho osservato i sorrisi e i complimenti delle persone che ti

vogliono bene, ho ascoltato le storie delle tue lacrime e l’eco dei tuoi dubbi e alla

Mi chiedo sempre perché non sono mai riuscita ad essere indimenticabile,

insuperabile, unica, con i ragazzi con cui sono stata? E' vero, non sono molti, ma a

volte mi sembra di esser la protagonista di quel film tanto carino, “La verità è che

non gli piaci abbastanza”. Dove sbaglio??? Ora sono single e vorrei trovare una

persona che per me farebbe pazzie…che mi verrebbe a cercare in capo al mondo!

Chiedo troppo forse?

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fine ti ho trovata. Per dirti cosa? Che sei un salame! Ma sei un adorabile,

fantastico, unico salame. Il mio. E adesso torniamo a casa che mi è venuta fame”.

Un giorno non lontano, Marina, questo discorso te lo farà anche l’uomo che

amerai, e che ti amerà. Quel giorno fagli presente, però, che sei già sposata con te

stessa, e che al massimo sei disponibile per una cosa a tre, ma senza impegni e

sarà meglio che lui sappia stirare, perché tu e Marina C. non ne volete proprio

sapere.

Leggi (e scaricati il pdf gratuito) qui: http://gioiagottini.com/2012/02/la-verita-e-

che-ti-piaci-abbastanza/

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#altre relazioni

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Giulia

La domanda non è affatto idiota, ma gli uomini sono creature spesso semplici e

lineari: se una bella fanciulla mostra loro interesse, si confida, arriva a fare

discorsi profondi essi immaginano che voglia andare in profondità anche in altri

campi. Se non è il tuo caso, puoi mettere bene in chiaro la cosa da subito (ossia

“Sai, sto cercando amici, ma proprio amici amici, giacché sono fidanzata e

felice/profondamente religiosa/in attesa di un cambio di sesso”). Potrebbe

funzionare, ma non è detto. E’ che spesso gli uomini sono poco a loro agio con

un’amicizia profonda: non ne hanno nemmeno tra di loro! Se ti interessa

diventare amica di un uomo, osserva che amici ha, di cosa parla con loro, e poi

chiediti se sei interessata a replicare quel tipo di rapporto.

Oppure puoi fare così: trova qualcosa che ti piace davvero fare. Una tua

passione. Iscriviti a un corso, vai a delle conferenze sul tema, frequenta forum

ecc. Incontrerai persone (uomini e donne) con cui condividi quella passione. E

sarà quella a cementare la vostra amicizia.

Giulietta

Eh, Giulietta, un problema molto sentito. Come si fa a voltare pagina, a guardare

avanti, a mantenere alta la fiducia, a crederci ancora? Si fa sospendendo il

giudizio. Si fa “come se”. Come se significa che all’inizio dovrai fingere di essere

quella persona fiduciosa, allegra, ottimista e aperta che desideri essere, per poi

diventarlo, progressivamente. Si fa scrivendo tutte le tue paure, paranoie e

pensieri ricorrenti su un quaderno – molto privato – e spostandole così dalla tua

testa (e dal tuo cuore) alla pagina bianca. Si fa dandoti – sì, a te, prima ancora

che a un lui – una seconda possibilità, perché tutti possono sbagliare e pure

Forse la domanda è un po' idiota, ma è un cruccio che ho da un po' di tempo a

questa parte. Come posso sviluppare delle sane amicizie maschili? Quando conosco

un uomo che a pelle mi ispira simpatia e con cui sento il desiderio di costruire

un'amicizia, appena inizio ad aprirmi e confidarmi (facendo discorsi profondi o che

toccano "zone sensibili" della mia/sua vita), molto spesso il mio "nuovo amico" inizia

a provare un interesse diverso nei miei confronti. Io me ne accorgo, mi inibisco e

l'amicizia si rovina.

Dopo la rottura di un rapporto di amicizia/amore che ha avuto un'importanza forse

eccessiva in passato, come si fa a proseguire, creare nuovi rapporti di amicizia

(imparando dagli errori commessi...)? lo chiedo perché sento di aver perso un po' della mia capacità di aprirmi, di condividere e comunicare quello che sono.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

John Lennon con Yoko Ono era al secondo matrimonio. Per dire. Si fa facendo il

primo passo verso gli altri, meglio se con un sorriso e un vassoio di cupcakes in

mano.

Sito consigliato: http://www.secondfirsts.com/

Film consigliato: Across the Universe, http://youtu.be/QZC-qQ6qA20

Antonella

Primo passo: volerlo. Se per tuo volere fai la dura e maschile, decidi che adesso

non ti è più utile.

A proposito: perché hai deciso che non è più utile per te? Qui c’è la tua

motivazione. Per un cambiamento forte, come questo, ci vuole una motivazione

valida e importante. Qualcosa in cui credi. La fiducia che questo cambiamento ti

cambierà la vita in meglio.

Ecco invece alcune motivazioni sbagliate: per conquistare un uomo; perché

qualcuno ti ha fatto notare che è sbagliato; perché alla tua amica “dolce e

affettuosa” le cose vanno meglio. Insomma, un cambiamento così non si

improvvisa, ma si ottiene con una motivazione forte e positiva.

Abbiamo visto il perché, adesso vediamo il come. La tua vera natura come si

esprime? Ossia: quando è che sei dolce? Cosa stai facendo? Quando sei

affettuosa? In che circostanze? E quando ti concedi tenerezze?

Un segreto: prima di essere queste cose con qualcuno, devi fare pratica con te

stessa. Devi, cioè, essere dolce, affettuosa, e tenera con te stessa. Prendere

confidenza con la tua natura. Poi inizia con dosi piccole e omeopatiche con gli

altri: ma non una persona specifica – magari quella che ti interessa - : random!

Sii dolce con la vicina di casa; affettuosa con un cagnolino; riserva tenerezze a

una cugina.

E se non ti viene? Allora forse non è la tua natura. La tua natura è quello che

sei da sola, quando nessuno ti guarda. Quello che scrivi su un diario che

nessuno legge. Quello che fai nei primi 3 minuti di un imprevisto. Quello che eri

da piccola.

Come faccio io, che passo (per mio volere) per quella dura anche con modi maschili

a far uscire la mia vera natura che è quella dolce, affettuosa a cui piace fare e

ricevere tenerezze?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

E per conoscerti meglio, leggi: Risvegliare l'eroe dentro di noi. Dodici archetipi per

trovare noi stessi, Carol S. Pearson

Barbara

Domandona davvero, Barbara! Potrei risponderti: bastando a se stessi. Ma ci si

riesce? E come? Ti dico come funziona per me, ma ovviamente tu fai le tue prove.

Secondo me la natura umana è in parte gregaria quindi ci sta che ognuno di noi,

da animale sociale, cerchi l’approvazione del gruppo: in effetti è così che ci

siamo evoluti, quindi un individualismo spinto non è utile alla nostra crescita. E’

anche vero però che conformarsi del tutto alle aspettative altrui finisce per

smorzare la nostra personalità e le nostre specificità. Quindi: equilibrio

innanzitutto. L’attenzione invece: ne esistono di vari tipi. C’è l’attenzione

affettuosa che chiedo ai genitori, poi quella che ricerco nel partner seducendolo,

fino a quella per cui mi farebbe piacere che la mia capa mi ascoltasse quando

parlo. Anche qui, niente di strano o sbagliato: ricevere attenzione significa

essere visti, quindi esistere per il mondo.

Il problema secondo me non sta qui, in aspirazioni tutto sommato legittime, ma

nel fatto di PRETENDERE attenzione o approvazione anche da chi per vari motivi

non è disposto a darcela. E quindi: ci incaponiamo a fare il contrario di quello che

desideriamo, nella speranza di piacere a qualcuno che evidentemente non ci

apprezza così come siamo. Oppure, ricerchiamo in modo spasmodico l’attenzione

di chi invece ha tutt’altro per la testa. Allora lì occorre ricordarsi che non si può

piacere a tutti e sempre. Si può al massimo piacere a qualcuno qualche volta.

Ed è già una bella cosa, no?

Io non ho mai visto una pesca dispiacersi perché non è una mela, o restarci male

perché ad alcune persone le pesche non piacciono. Né ho mai visto una pesca

cercare di diventare una mela a tutti i costi. Quindi: cambiare per piacere agli

altri è innaturale e il risultato è sempre un ibrido poco appetibile. Abbraccia

il tuo essere pesca e siine fiera, orgogliosa e felice. Gli altri? In fondo, gli altri non

esistono.

Leggi: http://gioiagottini.com/2013/06/gli-altri-non-esistono/

Come si impara ad amare se stessi e ad accettarsi completamente, prescindendo del

tutto dalla ricerca di approvazione e attenzione da parte degli altri? Domandona eh?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Alessandra

Le conclusioni in genere sono affrettate quando le prendi sotto pressione.

Quando non sei serena. Quando non hai fatto, prima, un adeguato vuoto zen.

E quindi non è quasi mai una questione di tempistiche, ma di stato d’animo. Puoi

decidere – perché lo senti – che quello è l’uomo della tua vita dopo averci parlato

5 minuti. Puoi partire per la Danimarca dopo averci pensato per 6 mesi, ma non

avevi prima zittito il coro di pareri esterni e interni, e quindi non è stata una

scelta consapevole.

Ma tu parli di conclusioni, più che di scelte, il che mi fa pensare che qui sono in

ballo delle cose che vengono concluse, e tu ti chiedi se hai detto “no grazie” troppo

in fretta. Allora forse è paura. Paura di prestare il fianco a qualcosa che in

potenza può fare male, e allora sai che c’è, forse meglio dire no subito.

Un buon libro si giudica dall’incipit? Sì, forse, se sei brava. Ma una persona,

spesso, si capisce dalla fine. All’inizio siamo tutti imbranati, imperfetti, desiderosi

di apparire al meglio.

E quindi? E quindi empatia. Mettiti nei panni di chi hai davanti e chiediti come

puoi aiutarlo a dare il meglio di sé. Poi, se quel meglio comunque non è quello

che fa battere forte il cuore a te, che ti entusiasma, che fa partire nella tua testa

tutta la discografia dei Rolling Stones, allora ok, quella può essere una

conclusione. Che lascia migliori entrambi. Ecco, forse la risposta è questa.

Leggi: meno.

Come faccio a non andare sempre a conclusioni affrettate, ovvero quando le

conclusioni si possono dire realmente affrettate?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#emozioni

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Roberta

Intanto Roberta qualche passo l'hai già fatto: hai preso consapevolezza del

problema, hai identificato la voce del tuo Critico Interiore che ti blocca, hai anche

acquistato il corso Sos Autostima. E adesso? Adesso devi pensare che la tua

autostima è come un muscolo, e il tuo è un po' atrofizzato, quindi va recuperato

lentamente, giorno per giorno, fino a quando non è tornato forte e gagliardo. E'

come se volessi correre una maratona: non puoi iniziare facendo 30 km al giorno,

a 500 metri. Con costanza. Allora ecco come puoi impostare la cosa:

1. Procurati un quaderno e scrivici su tutti i giorni (tipo la sera, se hai più

tempo). Che cosa? 5 cose che hai fatto, bene, durante il giorno, cose per

cui puoi dirti “brava”. Anche piccole: una frittata fantastica, un sorriso

alla vicina di pianerottolo, una telefonata all’amica in crisi, una mail

convincente, un acquisto azzeccato. All’inizio farai fatica ma tu insisti: è

come con i pesi, piano piano ti abitui. E poi scrivi anche tutti gli

apprezzamenti che ti arrivano durante la giornata (un complimento

volante del tuo capo, un grazie dal tuo compagno…), tutti quelli che in

genere il tuo critico interiore “filtra” e non ti fa sentire.

2. Vai avanti così per almeno 3 settimane, e ogni volta che sei in dubbio o in

crisi di autostima rileggi tutto quello che hai fatto, e tutte le cose positive

che ti hanno detto. Sono pasticcini di benessere (a zero calorie!)

3. Impara a ridere del tuo critico interiore, quando serve (lettura consigliata:

http://gioiagottini.com/2012/05/i-5-arcinemici-dellautostima/)

4. Passato questo tempo, sei pronta per iniziare il corso Sos Autostima: a fine

mese vieni a dichiarare al mondo che hai iniziato!

Elena

3 concetti importanti su cui lavorare: fiducia, autonomia e piacere.

Io ti propongo di rovesciare la triade e partire dal fondo. Prima il piacere! Il

piacere di vivere è un sentimento che va coltivato. Ed è anche molto soggettivo:

Come posso aumentare la mia autostima?

Come posso trovare la fiducia in me per arrivare ad essere autonoma in tutto con

tutto il piacere che dovrebbe dare vivere, io ancora sento soltanto la fatica di vivere?

Come mai?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

inizia con il fare una lista dei piccoli e grandi piaceri che arricchiscono la tua vita.

E concediteli, tipo uno al giorno. Non aspettare di aver raggiunto i tuoi obiettivi

per sperimentare il piacere: fallo subito! Altrimenti poi dove la trovi la forza per

renderti autonoma?

Sospinta dal piacere lavora alla tua autonomia. Autonoma in tutto non lo so, ma

individua il settore in cui hai più margini di crescita e concentrati su quello.

Famiglia? Lavoro? Amore? Assapora il piacere, di nuovo, di poter fare le cose a

modo tuo. Di essere libera, o almeno meno vincolata. Di avere delle responsabilità

in prima persona. Responsabilità vuol dire poter fare scelte! E non dover chiedere

sempre il permesso ad altri. E poter dire sì – o no – a quello che vuoi.

Punto d’arrivo? Mi sa che hai indovinato: la fiducia in te stessa. Perché se puoi

scegliere, vuol dire che hai una testa pensante, e se hai una testa pensante vuol

dire che puoi e devi usarla per mettere la tua felicità al primo posto.

Il blog che ti consiglio (è in inglese): http://tonyaleigh.com/

Il libro: Progetto felicità, Gretchen Rubin

Valentina

La tua domanda non è affatto fessa, Valentina, e credo che molte qui ti siano

grate di aver sollevato il problema. Non è fessa perché, come dici tu, si collega a

tante cose. Non solo a valle, cioè come conseguenze, ma anche a monte, come

cause. E dici bene poi: il problema non è dimagrire, ma dimagrire in maniera

definitiva, cioè mantenere il nuovo peso.

In effetti dimagrire di per sé non è difficile: un po’ noioso, forse, ma possibile. Di

diete ce ne sono tante, e a parte alcuni eccessi e mode, una vale l’altra. L’assunto

è sempre: assumo meno calorie di quelle che brucio, quindi dimagrisco. Oppure

puoi andare anche all’Isola dei Famosi! Insomma: se mangi meno, il peso lo perdi,

no excuses.

Il problema è che qui non si tratta solo di bilancio calorico. Il cibo è anche altre

cose: quali sono le tue? E’ una coccola? E’ un tranquillante? E’ un piacere

segreto? E’ un bisogno di perdere il controllo? Se diminuisci il cibo, devi trovare

qualcosa che ti faccia pressappoco lo stesso effetto. Altrimenti, se non trovi

alternative valide – e sane – appena finisce la dieta (perché una dieta dimagrante

prima o poi deve finire) ci ricaschi subito. E’ come uno che si disintossica

Come posso perdere peso in maniera definitiva? sembra fessa ma è collegata a tante

cose, la disciplina, il rapporto con sé, il rapporto col tempo, con gli amici...

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

dall’eroina: il problema non è stare 3 mesi in comunità senza eroina – ovviamente

con tutti gli aiuti del caso – ma resistere alla tentazione di una pera appena

uscito. Perché evidentemente la pera è il massimo. Se non trovi un altro

“massimo”, non ne esci.

Prova a scrivere come ti senti subito prima, durante e dopo aver mangiato non

per fame. Come fai a riconoscere che non è fame? Stai a digiuno per 12 ore. Quel

brontolio allo stomaco? Quella cosa per cui dopo 12 ore qualsiasi cosa è buona?

Era fame. Tutti gli altri stimoli non sono fame, quindi se rispondi con il cibo in

realtà stai dando la risposta sbagliata. E quella giusta? E’ dentro di te! Nel senso

che se riesci a capire quali sensazioni fanno tra “trigger” al cibo, puoi anche

trovare soluzioni più furbe per rispondere. Ti senti sola e mangi? Sollievo

immediato, ma poi… non è che sei meno sola! Hai paura e mangi? Il tempo di

digerire e la paura torna… E così via.

Libro consigliato: The Writing Diet: Write Yourself Right-size, Julia Cameron

Manuela

Quello che cerchi, Manuela, è un “centro di gravità permanente”, come cantava

Battiato. Che non ti faccia mai cambiare idea… sulle cose buone che hai e su di

te, sulla tua vita. Insomma, un tuo centro stabile, fisso, sereno e quasi zen,

quindi imperturbabile. Ci si arriva? Diciamo che puoi tendere a questo “distacco”:

se ci riesci sempre e comunque sei Buddha, e allora accomodati pure e rispondi

tu alle prossime domande ;-). Ma diciamo che vuoi riuscirci, chessò, il 70% delle

volte? E’ già tanto. Vediamo come fare.

La prima cosa da fare è sospendere il giudizio. Ossia, non decidere che quello

che ti accade sia a priori una cosa “sfigata”. Perché a volte delle sfighe apparenti

si rivelano, sulla distanza, delle grandi fortune – e viceversa. Decidi che sei

agnostica: non sai se una cosa è buona o meno buona per te, fino a quando ci sei

immersa dentro, o se è appena capitata. Limitati a prenderne atto: ti affacci e

Come fare a vivere in pienezza la mia vita, sentendomi centro di tutto ciò che mi

succede e vivendola con soddisfazione? Sto vivendo un periodo molto faticoso

professionalmente parlando, che sta minando un pezzo della mia vita che fino ad

oggi era stato il più "sicuro"… Vorrei vivere con maggiore serenità le scelte che la

vita mi mette di fronte, senza dovermi sentire sempre e per forza una "sfigata"...

Come fare insomma a viver con soddisfazione la propria esistenza, accettando sia i

periodi grigi che quelli belli, impedendo ai pensieri "tristi" e "angoscianti" di farsi

spazio, sapendo di poter contare sulle proprie forze?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

piove. C’è poco da arrabbiarsi, o almeno sai che non servirà: se piove piove,

indipendentemente dal tuo umore. Questo significa che ti devi far andare bene

qualsiasi cosa? No: puoi decidere che una situazione non è desiderabile, e

cambiarla/andartene/darti una scadenza, ma senza amarezza. Come quando

senti che l’estate è finita, è stata bella, ma adesso devi proprio metterti le calze.

Tutte queste metafore meteorologiche per dirti che sei immersa in un flusso che

tende a cambiare. Puoi decidere di farti trasportare emotivamente dalla corrente,

facendo in modo che siano i fatti a dettarti come ti devi sentire, oppure puoi

decidere di coltivare la tua serenità indipendentemente da quello che accade

fuori da te o che esce dal tuo controllo.

Ogni volta che ti succede qualcosa, trattieniti da mettergli l’etichetta “giusto” o

“sbagliato”, “buono” o “cattivo”. Mettiti un’unica etichetta: utile. E poi chiediti:

dato che ho deciso che questo avvenimento è utile per me, qual è esattamente la

sua utilità? Ti assicuro che se la cerchi, la trovi sempre. E poi, con gratitudine

per l’occasione che ti si presenta, usa quell’avvenimento a tuo vantaggio, per la

tua crescita, per la tua evoluzione personale.

Quando sei in dubbio, pesca da qua:

http://www.osho.com/Main.cfm?Area=Magazine&Sub1Menu=Tarot&Sub2Menu=

OshoZenTarot&LanguageId=4

Il sito e la tecnica: http://www.thework.com/italiano/il-lavoro.asp

Il libro: Amare ciò che è, Byron Katie

Flavia

Cara Flavia, la tua domanda riecheggia quella di Manuela, quindi il primo

consiglio è di leggere la sua risposta e trarne ispirazione. E poi ti metto qualche

altra riflessione qui: per tenere “accesa” la tua serenità devi coltivarla. Soprattutto

nei momenti buoni, ossia quelli in cui la vita non ti sta sottoponendo delle

“prove”. Una tranquilla domenica pomeriggio, per esempio? Ecco. Immergiti con

gioia in ogni momento sereno che la vita ti presenta. Assapora la tua serenità, e

Come posso fare a tener costantemente accesa una mia serenità d'animo che possa

sostenermi al di là delle prove piccole o grandi che la vita mi mette davanti? Perché

credo che se riuscissi a portarla sempre con me avrei maggiore forza e calma x

affrontar cambiamenti, momenti negativi, litigi ma anche per viver appieno e

godermi i momenti belli e portarli sempre con me. Ci tengo molto perché credo che

veramente questa qualità mi permetterebbe di migliorarmi e di viver al meglio il

mio cammino…

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

rendila tridimensionale. Sì, falla proprio diventare una persona, una compagna di

viaggio. Immaginatela: che aspetto ha? Che età? Com’è vestita? Quali sono le sue

caratteristiche? Come si chiama? Descrivila, disegnala, dalle un volto.

Fai delle brevi meditazioni in cui dialoghi con la tua serenità. Chiedile consigli,

fatti raccontare da lei qual è il modo migliore per restare sempre in contatto,

domandale in quali situazioni e facendo che cosa è più facile che lei venga da te.

Tutte le volte che stai vivendo un momento piacevole, ricordati di chiamarla,

come faresti con una cara amica. Divertitevi ad apprezzare la vita insieme.

Ascolta i suoi consigli e suggerimenti per potenziale la tua serenità.

E poi? Adesso che siete in confidenza, impara a “richiamarla” anche tutte le volte

che affronti una situazione difficile. Ricorda: lei è la rappresentazione della

serenità, quindi nulla la turba né la scompone. Tienila al tuo fianco prima,

durante e dopo. Mentalmente, chiedile come affrontare quella situazione difficile

senza “perderla”. Sì, forse qualche volta ti sorprenderai a bisbigliare e sorridere

quando sei da sola.

Ma, cosa più importante, renderai la serenità una presenza costante e amica delle

tue giornate.

Leggi anche: Parole dalla Quiete, Eckhart Tolle

Alessandra

Ciao Alessandra, una tecnica può essere quella che suggerisco a Flavia, a cui ho

risposto nel post prima del tuo. Ma vediamo di aggiungere qualche suggerimento

utile, soprattutto quando si tratta di situazioni potenzialmente ansiogene (un

esame, un incontro, un colloquio di lavoro) che puoi prevedere. L’esercizio – tratto

dal mio libro Astrocoaching - è quello del “worst case scenario”, ossia lo scenario

peggiore. La premessa è che più a lungo vivi una situazione nella tua mente,

prima che accada davvero, più è facile arrivare preparati – e più sereni –

all’appuntamento reale. Sì, anche preparandosi al peggio. Quindi qualsiasi sia la

situazione che ti preoccupa, concediti una ventina di minuti per immaginare

l’esito più disastroso possibile. Non immaginare solo che vada maluccio, ma

amplifica più che puoi gli effetti negativi fino ad arrivare al catastrofico. Può darsi

che visualizzando la situazione ti venga da ridere: buon segno. Ma anche se i

sentimenti prevalenti sono di vergogna e di imbarazzo, non preoccuparti.

Continua fino in fondo. Concediti di vivere, anche se solo con l’immaginazione, le

tue più grandi paure. Sali sul palco e non ti esce una parola; sorridi alla persona

che ti interessa e lei non ti riconosce nemmeno; sbagli matrimonio e te ne accorgi

Come posso gestire meglio l'ansia in situazioni di maggiore pressione?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

solo al ricevimento… Quando hai finito la tua visualizzazione però rispondi con

sincerità alle seguenti domande:

1. Qual è la cosa peggiore che può capitarti, anche nel caso in cui tutto vada

storto?

2. Quanto è probabile che le cose vadano davvero come le hai immaginate?

Fatto questo, passa ora a una visualizzazione ben diversa: ossia quella in cui

tutto va incredibilmente bene, in una successione di colpi di fortuna. Anche

questa situazione è poco probabile, ma ti aiuta a rispondere alla domanda

seguente:

1. Considerando lo scenario peggiore e quello migliore, dove collochi l’esito più

probabile?

Arrivata a questo punto sarai riuscito a prendere le distanze, almeno in parte,

dalle tue ansie, ridimensionandole. Non hai la possibilità di eliminare ogni

rischio, ovviamente, ma permettendoti di vivere i tuoi peggiori incubi con

l’immaginazione li hai svuotati della loro forza e della loro suggestione.

Quando poi la situazione immaginata arriva davvero, prendi nota del suo esito:

in una scala da 0=scenario peggiore e 10=scenario migliore, dove lo collochi? Il

risultato ti sarà utile per fare le tue valutazioni future con maggiore realismo.

Leggi anche: Ok Panico!, Fabio Lubrano

Veronica

Sai Veronica, secondo me molte persone si sentono – anche solo per un periodo –

proprio come te, solo che non hanno il coraggio di ammetterlo, a volte nemmeno

con se stessi. Quindi: brava, e coraggiosa. E adesso? Adesso andiamo alla ricerca

della felicità perduta, che magari si nasconde anche lei in una madeleine. Di base

Ho passato i primi 28 anni della mia vita a perseguire strenuamente e contro ogni

avversità i miei obiettivi, grazie a tanta fortuna ho ottenuto il mio titolo di studi, una

professione (e grazie a SOS autostima anche un ottimo lavoro, finalmente). Ho un

marito onesto e leale e un bambino felice e in salute. A questo punto mi chiederai

"ecchealtrovuoi, la luna?" beh io temo di essermi persa qualcosa perché non riesco

ad assaporare niente e il senso di colpa per non essere abbastanza felice dà un

retrogusto amaro a tutti i momenti migliori. Mi sfuggono. Sono sempre disconnessa.

Ho spuntato la mia check-list delle aspirazioni, non voglio altro. Vorrei essere, ma

non ci sono.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

hai un sacco di cose desiderabili. Lo racconti tu stessa. Però sembra che tu non

te ne prenda il merito, parlando di fortuna: il tuo titolo, il lavoro, un marito leale

e un bambino felice sono cose che hai conquistato soprattutto grazie alle tue

capacità. E, certo, un pizzico di fortuna. Magari in questa sensazione di essere in

balia della sorte, nel bene e nel male, c’è una delle radici della tua

insoddisfazione? Pensaci su. Perché magari ti impedisce di godere appieno delle

cose, come se ti riguardassero solo in parte.

L’altra domanda è: quella disconnessione, quando è iniziata? Sei sempre stata

così, un po’ “affacciata” sulla vita, o è un cambiamento recente? E se lo è, lo puoi

legare a qualche avvenimento? Qualcosa che ti ha un po’ tolto il terreno da sotto i

piedi?

Infine, quella frase che dici alla fine: “Vorrei essere, ma non ci sono”. Se non ci

sei, nei momenti di gioia, felicità e benessere, vuol dire che sei altrove. Ma dove?

In quale paesaggio o momento nel tempo ti sei smarrita? Tra mente, corpo e

anima quale è più difficile per te rintracciare? Su quale piano vivi, nella maggior

parte del tempo? Lo so, più che una risposta è un treno di domande. Ma credo

che la strada per vivere fino in fondo la felicità passi dal vivere fino in fondo quello

che stai provando ora, qualsiasi cosa sia, accendere una luce e poi con calma

trovare la strada per venirne fuori, possibilmente non da sola.

Leggi: http://gioiagottini.com/2012/10/feelings-are-guests-not-residents/

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#lavoro

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Federica

E’ possibilissimo! L’ho fatto anche io, a 36 e con una bimba sola, ma si può fare.

Intanto, devi iniziare con calma a capire

1. che cosa sai fare,

2. che cosa ti piace fare

3. quanto tempo hai per farlo.

Inizia dal punto 1: un’attività che puoi intraprendere anche subito, con le

competenze che già hai. Non importa, adesso, se è quella della tua vita. Ma

importa che tu la possa svolgere in autonomia e con i tuoi ritmi (legati immagino

a quelli dei bambini), e che sia spendibile sul mercato del lavoro. Ecco un buon

sistema per riprendere il giro con calma: http://www.networkmamas.it/.

Poi passa al punto 2: che cosa ami tantissimo fare? Hai le competenze per farlo?

Se la risposta è no, procuratele (magari usando i soldi guadagnati con il punto 1).

Se la risposta è sì, metti su un sito, un blog, un qualcosa per parlarne. Guarda

come guadagna chi fa quella stessa cosa. Ispirati. Trova la quadra. E per un

po’, fai sia l’attività 1 che la 2. Molla la 1 solo quando la 2 inizia a rendere. Hai

bisogno di un’idea per mettere a fuoco questa attività? Prova con il mio corso

Talent Factory (disponibile sia on line che dal vivo a Torino)

Il punto 3 aumenterà con il tempo. Ma tu inizia ora, perché in questi anni

imparerai a gestire al meglio scadenze, emergenze, imprevisti e opportunità. In

più crescerai dei bambini belli, sani e creativi (avranno imparato da te).

Libro consigliato: La mia mamma sta con me, Claudia Porta (insomma, la terza via

è possibile!)

Laura

Cara Laura, ho poche informazioni qui sul lavoro in questione, e quindi ti rigiro la

domanda: come fai a sapere se l’uomo che stai per sposare è quello giusto

per te? Non so se tu sia sposata o meno, ma prova a rispondere. E se sei onesta,

sai che… non lo sai, ma lo speri tanto! Sei innamorata di lui, lui di te, credi nella

Come reinventarsi a 34 anni con 2 bimbi piccoli da gestire?! Fare solo la mamma ho

capito che non mi basta...

Come faccio a sapere se la strada che sto pensando di intraprendere lavorativamente

parlando è quella giusta per me?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

vostra unione, sai che stare con lui ti sprona a dare il meglio di te, e viceversa.

Sai anche che un matrimonio non è una passeggiata, ma sei disposta a fare

qualche sacrificio, a trovare compromessi utili, perché lo ami. Perché insieme

siete più forti. Perché ci credi, anima e corpo. E funzionerà? Le premesse ci sono

tutte, ma la verità è che non puoi saperlo prima. Puoi saperlo solo facendolo,

ossia vivendo il tuo matrimonio giorno per giorno, con amore e coraggio.

Vale lo stesso per il lavoro? Sì. Non puoi sapere se quello è il lavoro giusto per te,

se vivrete per sempre felici e contenti finché morte o pensione integrativa non vi

separi, ma ci speri. E le premesse sono ottime. Quella professione ti ispira. Ti

rende migliore. Sai di poter aiutare gli altri al meglio, facendola. Ti appassiona

al punto che ne parli con le amiche anche se non richiesta (proprio come fai

quando ti innamori di qualcuno!). La fatica non ti spaventa: sai che ne vale la

pena. Sei disposta a mettere la vostra “unione” nero su bianco. A cambiare i tuoi

dati sulla carta d’identità. Ad affrontare eventuali difficoltà con la certezza che

andrà bene finché siete uniti. Chiarisciti su questi punti, vedi che cosa ti dice il

cuore, un occhio al portafoglio per non sforare budget e poi… inizia il tuo

meraviglioso, emozionante, impegnativo matrimonio con il lavoro giusto per te.

Rossella-Doll

Intanto: brava! Coraggiosa, motivata e capace. Ossia, una donna. C’è bisogno di

chi, come te, crede nelle sue capacità e si mette in gioco. Tu ora hai bisogno di

farti conoscere, ossia di fare marketing. Ecco qualche consiglio in pillole:

1. Crea un bel sito per quello che fai: è il tuo biglietto da visita, non lesinare.

2. Sii presente nei social media, soprattutto quelli “visivi”: instagram,

pinterest ecc

3. Crea un bel filmato che mi faccia vedere come lavori: perché secondo me è

affascinante e fa capire la tua bravura e pazienza. Mettilo sul sito e su un

canale youtube

4. Fai community: cerca in rete siti di artigiane – del lusso e non – e fai

squadra con chi fa cose complementari alle tue: troverai amiche, sostegno e

nuovi contatti commerciali

5. Seleziona i tuoi clienti ideali (ditte, oppure privati) e manda samples e

piccoli esempi del tuo lavoro per farti ricordare e apprezzare

A giugno ho aperto una ditta di ricamo a mano di alta moda e pret-a-portèr, nello

specifico faccio ricami su abiti e realizzo accessori. Per adesso collaboro con 2

piccole aziende e alcuni negozi volevo chiederti a tal proposito: come faccio a farla

crescere e conoscere?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

6. Non cercare di fare tutto, ma specializzati con il tempo in un settore/una

lavorazione. Diventa la più brava e competente in quello.

7. Chiedi agli amici e ai famigliari di spargere la voce: falli lavorare per te!

Libro consigliato: (se sai l’inglese) http://ohmyhandmade.com/shop/guide/

altrimenti fai solo un giro sul sito.

Corso consigliato: uno di branding può esserti utile. Io ne faccio qualcuno dal

vivo a Torino quest’autunno, e nel 2014 anche on line. Stay tuned!

Isabella

Isabella mi ha raccontato anche che oggi lavora 12 ore al giorno come grafica. E

ha due bambini. Quindi: pochissimo tempo.

Partiamo da qui: come puoi ritagliarti del tempo per i tuoi progetti? Io direi:

delegando. Delega tutto quello che puoi e che non è vitale per te. O anche:

non farlo.

Nei week-end: non occuparti della casa, al massimo dei tuoi figli! Fai il minimo

indispensabile per evitare che l’ufficio d’igiene ti venga a bussare. Fai gruppo con

altre amiche/mamme e aiutatevi a vicenda: potete tenere i figli dell’altra diciamo

un giorno al mese? I nonni ci sono? Di solito non aspettano altro! Il partner va

arruolato con entusiasmo e con la promessa che una donna riposata è anche una

donna più caliente.

Il tuo obiettivo è avere 2 ore a settimana per disegnare le tue collezioni, e

altre 2 – anche non consecutive – per capire come far partire il tuo business

(sì, vale anche il blog).

Come si fa?

La creatività ce la devi mettere tu, ma su questo mi sembri già a posto.

E il know-how? Prova così: identifica (su etsy, su altri canali di creative italiane)

qualcuna che ti piace e che fa un lavoro simile a quello che vorresti fare tu.

Scrivile, falle i complimenti, e chiedile dei consigli.

Il mio sogno è realizzare texture/disegni da applicare poi a tessuti, oggetti per la

casa, abbigliamento ecc, così da creare una mia linea. Veniamo alla domanda: Dopo

che avrò disegnato le varie collezioni (quando avrò trovato il tempo!) come potrò

fare in modo che si materializzino? Non so proprio da dove partire e a chi

rivolgermi. Tra le idee, per partire in piccolo, c’è il blog. E’ impostato da aprile ma

non sono ancora riuscita a fare un post.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Vai a vedere cosa fanno all’estero. Spesso le americane sono più in gamba e piene

di iniziativa: http://ohmyhandmade.com/

Non sai l’inglese? Allora pazienta un paio di settimane perché sta per partire

un’iniziativa analoga in Italia [post scriptum: è partita! E la trovi qui:

http://cpiub.com/].

Il segreto per farcela è FARE RETE. Una rete di gente che ti aiuta con le

incombenze quotidiane, una rete di gente che ti vuole bene e crede in te, e una

rete di persone che fanno quello che fai tu (o simile) con cui ispirarsi e consigliarsi

a vicenda.

E se qualche amica qui sente di avere affinità con te mi scriva, così vi metto in

contatto. Fosse mai… una bella partnership!

Stefania

Domanda precisa e diretta. Rispondo con tutte le mie competenze, indicandoti

quali risorse devi procurarti:

1. Risorse tecniche. Quali strumenti hai già acquisito, e cosa ti manca?

Riguarda i corsi che hai fatto tu come utente, che cosa ha funzionato, che

cosa faresti diversamente, quali piattaforme fanno al caso tuo, raccogli

informazioni e fai qualche test per capire se preferisci appoggiarti a un

portale, usare un servizio di email marketing o altre risorse. Per iniziare in

genere l’on line consente di abbattere i costi e anche di raggiungere più

persone.

2. Risorse didattiche. Cosa sei davvero brava a insegnare? Cosa ti

appassiona al punto tale che ne potresti parlare per ore? Per cosa gli altri ti

chiedono spesso consigli? Individua 2 o 3 concetti su cui ti senti preparata,

competitiva e originale. E trasformali in corsi, workshop e teleseminari.

3. Risorse “umane”. Sarebbero i tuoi clienti, certo. Ma come fai a sapere se

un corso funziona prima di farlo? Devi fare un beta test. Ossia una

versione gratis e “sperimentale” del tuo corso. Individua tra le tue

conoscenze una decina di riceventi ideali, disposti a seguire il corso, a darti

un feedback finale e anche una testimonianza che puoi mettere sul tuo sito

(non hai un sito? Allora provvedi subito!).

Come faccio a creare dei corsi executives (online e non) a cui tutti i manager

vorranno iscriversi?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

4. Risorse materiali. Il tuo budget (anche se ridotto all’osso, verifica quanto ti

costerà far partire un corso e gestirlo) e il tuo capitale di tempo (quanto

tempo ti ci vorrà per preparare ed erogare il corso?). Questa valutazione ti

farà anche capire quanto farti pagare.

Siti utili: http://www.docebo.com/it/; http://www.skillshare.com/

Loredana

Cara Loredana, la tua è una domanda di marketing, ossia “saper vendere”. E che

si tratti dei tuoi scritti o dei tuoi prodotti di agente, il successo è legato ad alcuni

fattori (verifica se ora sono soddisfatti, oppure fai gli aggiustamenti del caso):

1. La bontà del prodotto: solo le multinazionali, che hanno somme stellari da

spendere in pubblicità, possono permettersi di mettere sul mercato – e

vendere – prodotti così e così. Tu devi puntare sulla qualità: dei tuoi

prodotti, dei tuoi scritti. Il che significa che devi esserne convinta tu per

prima. E che anche gli altri, provandoli, devono darti la stessa conferma.

Lascia i tuoi prodotti in prova a chi li devi vendere, se ancora non li

conoscono. Chiedi se puoi regalare qualche sample ai loro clienti. E per i

tuoi scritti? Falli leggere a qualcuno, ma non amici: amici di amici. Hai

bisogno di pareri imparziali per capire se sono buoni prodotti.

2. L’efficacia della tua comunicazione: se tu nella vita sei una persona

schietta, concisa e convincente va benissimo che questa cosa te la porti

anche nel modo in cui vendi. Ma mantieni il focus dell’attenzione non su di

te, ma sul tuo interlocutore. Di cosa ha bisogno? Come puoi aiutarlo al

meglio? Come puoi convincerlo parlando la sua lingua e soprattutto

ascoltando le sue necessità? Mettiti nei SUOI panni, e chiediti che tipo di

proposta commerciale troveresti interessante e utile per il tuo lavoro.

Dimostra che conosci quello che fa e come. Vale sia se proponi i tuoi

prodotti (è una zona ricca e residenziale, o di passaggio? Cosa chiede la

Sono un'agente di commercio e lavoro per me stessa. Giro in lungo e in largo per

poter vendere i miei prodotti. Come posso essere molto convincente con poche

parole e molti clienti? Non amo perdere e far perdere tempo parlando e parlando,

quindi in 3 parole massimo devo aver ricevuto un “Sì”. Punto ad essere schietta,

concisa e “convincente” al massimo. Inoltre, per passione scrivo articoli per riviste

cartacee e on line, ma non sono retribuita, altrimenti non mi farebbero più

pubblicare nessun rigo, quindi giusto per farmi un nome. Ma non si vive solo di

gratificazione morale, ho bisogno anche di moneta, cosa mi suggerisci?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

clientela media?) sia i tuoi scritti (è il target giusto per i tuoi pezzi?

Pubblicano cose simili? Pagano e quanto, in genere?) Insomma, fai i compiti

e studia bene clienti e area di lavoro: così sarai più credibile e competente.

3. L’innovazione: se vuoi distinguerti dal mucchio (di agenti, di collaboratori

editoriali) fai le cose in modo diverso, e più efficace. Tutti gli agenti passano

di mattina? E tu passa di pomeriggio, o in orari più tranquilli. Tutti i

collaboratori contattano via mail? Tu telefona, o chiedi un appuntamento in

redazione. Invece di mandare un tuo pezzo, scrivi in redazione

complimentandoti per il pezzo di un altro, e spiegando bene perché ti è

piaciuto. E dopo una settimana, riscrivi dicendo che ti piacerebbe poter

dare un tuo contributo, se c’è lo spazio.

4. La fidelizzazione del cliente: non vuoi vendere un solo prodotto, o

piazzare un solo articolo. Vuoi diventare un punto di riferimento in quel

campo e per quella persona. E quindi: fai di più rispetto alla concorrenza.

Annota mentalmente quello di cui il tuo cliente può avere bisogno. Fai un

omaggio extra. Risolvigli un problema. Mandagli gli auguri per il

compleanno. Fallo sentire importante, e fagli sentire che lavorando con te

non ti fa un favore: se ne fa uno. Lo stesso vale per i tuoi pezzi: proponi di

coprire un’area ancora scoperta. Leggi le riviste su cui vuoi pubblicare e se

noti errori o spazi di miglioramento fallo presente con entusiasmo. Fai

squadra con i tuoi clienti: siete dalla stessa parte.

5. La tua reputazione: una reputazione positiva è il tuo miglior biglietto da

visita. Te la procuri facendo quanto visto nei punti sopra, ma anche

gestendo bene i no, le critiche (al tuo prodotto, e ai tuoi scritti) e le giornate

storte. Se rimani serena e costruttiva, darai credibilità al tuo lavoro. E i sì

aumenteranno, insieme al passaparola.

Emanuela

Ciao Emanuela, la tua mi sembra proprio un’iniziativa utile e preziosa. Secondo

me se i tuoi prezzi sono competitivi per Parma, non dovrebbe essere difficile

Ho 30 anni e tutti gli attestati e i documenti per fare un asilo nel mio domicilio. Abito

a Parma, ma ho cambiato quartiere da 2 anni e conosco solo una 20ina di mamme.

Ho messo volantini e fatto una pagina Facebook: Mamma Shalma, scuola, eppure

nessuno mi chiama. La mia domanda è: come posso avere un buon passaparola di

mamme che mi portino qui i loro bambini? Perché molte mi scambiano per una

baby sitter e non danno il giusto valore al mio lavoro, non capiscono perché non

vado da loro ecc.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

trovare mamme interessate. Quindi rivediamo tutto quello che devi fare per

lavorare bene a questa impresa:

1. Chiarisciti bene sul perché la tua offerta è utile e conveniente: devi poterlo

spiegare in non più di 3 frasi. Qual è il valore aggiunto del TUO nido

rispetto a tutti gli altri? La cosa che possono trovare solo da te?

2. Chiarisciti bene su chi sono le tue clienti ideali: a chi ti rivolgi? Chi

potrebbe preferire la tua soluzione di nido domestico rispetto alle altre, tipo

asili e baby parking?

3. Una volta che hai capito a chi ti rivolgi, chiediti: dove trovo più facilmente

queste mamme? On line? Sui quotidiani locali? Nei negozi per bambini?

Alle feste per bambini? Insomma, chiediti dove vanno, cosa fanno, e fai in

modo di essere lì, o di persona o con dei depliant ben fatti e convincenti

(ossia con quello che hai definito al punto 1)

4. Fatti intervistare dalla stampa o da una tv locale, sempre alla ricerca di

storie di donne imprenditrici: così ti faranno pubblicità loro!

5. Chiedi ad amiche e conoscenti di far girare il tuo sito e la tua pagina FB tra

i loro contatti.

6. Ho visto il tuo sito: è molto allegro e colorato, ma mettiti nei panni di una

mamma che sta cercando di capire se questa scelta fa per lei: cosa si

aspetterebbe di trovare? In che modo puoi invogliarla e rassicurarla?

Qualche idea: metti una tua foto! Perché se affido i miei bambini a una

persona, voglio vedere che faccia ha, meglio se nella foto sorridi, guardi in

macchina e sei con dei bambini! Metti in risalto anche tutte le tue

qualifiche (così so che sei preparata e competente), metti uno spazio per le

testimonianze (altre mamme che hanno già provato i tuoi servizi e

testimoniano per te), e crea uno spazio FAQ dove rispondi a tutte le

domande più probabili e frequenti. Togli invece tutto quello che non c’entra

e distrae l’occhio (immagini scintillanti comprese!)

7. Su FB: usa questo spazio non solo per raccontare che ci sei, ma anche per

dare consigli e idee educative: fammi capire qui i tuoi valori, le tue

strategie e qualche trucco che mi può servire se sono una mamma e mi

devo organizzare e gestire tempo e figli. Per esempio: 10 cose da fare con i

bambini quando piove, oppure Cosa fare quando si sveglia sempre la notte.

Insomma, fai in modo che chi viene sulla tua pagina trovi sempre

informazioni utili, e poi alterna anche le tue offerte del mese, qualche foto

della tua attività e dei tuoi progetti.

Facci sapere!

Leggi: Smarketing, Marco Geronimi Stoll

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Laura

Ciao Laura, mi sembra di capire che il tuo problema sia riassumibile con

“rompere il ghiaccio”. Non è facile per nessuno, in realtà. Ma con qualche piccolo

trucco può diventare più fattibile e anche divertente. Vediamo come:

1. Se con le amiche sei invece socievole e comunicativa (ed è quindi solo un

problema di timidezza, non di personalità chiusa) fai finta… che quella

persona che hai davanti sia una tua vecchia conoscenza. Non per tutto il

tempo, e non chiamandola apertamente con un altro nome. Solo

immaginandoti che non sei in ufficio a colloquio con un potenziale cliente,

ma al bar con un tuo caro amico d’infanzia. Questo ti permetterà di

rilassarti un po’ proprio all’inizio, quando è più difficile sentirsi a proprio

agio. Poi ti verrà più naturale.

2. Metti al centro l’altra persona. Se sei un po’ introversa, non ti sarà

difficile: si tratta di lasciare il palcoscenico tutto al tuo interlocutore, e

lasciare che sia lui a condurre – almeno inizialmente. E tu? Sorridi, fai

domande, ascolta con interesse e partecipazione le sue risposte, come se

fosse un’intervista, e non un colloquio. Tutti amano essere ascoltati e

sentirsi importanti, quindi il tuo interlocutore sarà benevolmente disposto

verso di te. E poi non hai idea di quante informazioni utili puoi ricavare

mettendoti davvero in ascolto: gusti, preferenze, progetti, idee… tutte cose

che sul lavoro possono tornarti molto utili.

3. Con i colleghi – e i capi – puoi usare la tecnica del mirroring (specchio):

usa le stesse espressioni, lo stesso tono di voce, mettiti in una posizione

speculare, adatta la tua presenza e il tuo modo di comunicare al loro.

Risulterai subito più simpatica, perché… ognuno di noi si trova simpatico,

e quindi questo si riflette su chi ci si assomiglia di più.

4. A volte ti senti intimidita dagli altri? Immaginateli davanti a te… ma

com’erano da bambini a 5 anni. Oppure miniaturizzati. O ancora vestiti da

protagonisti di un film comico sui gladiatori. Insomma, ridimensionali,

rendili umani, buffi e simpatici. Come probabilmente – e in gran parte –

sono davvero: ma anche per loro è difficile “sciogliersi”, e fanno un po’ i

sostenuti. Ecco perché per fare dei buoni lavori di Team fanno fare quelle

arrampicate o le corse nei sacchi: per tornare bambini, e farsi meno

problemi. Perché non le organizzi tu, le prossime olimpiadi dell’ufficio?

Forse per timidezza, forse per scarsa autostima faccio fatica ad essere - almeno

all'inizio - socievole e comunicativa con le nuove conoscenze. Non mi preoccupa

tanto per la mia vita privata, ho delle solide amicizie, ma mi rendo conto che risulta

un po' un problema sui posti di lavoro. Sono molto ambiziosa, tengo molto alla

carriera, e so che non essere bravi a fare “PR” con colleghi e superiori è uno scoglio

non da poco... Come si può migliorare?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Leggi: http://gioiagottini.com/2013/06/il-potere-del-network/

Francesca

Ciao Francesca, senti che bello questo detto inglese: “where there’s a will, there’s

a way”. Quando c’è volontà, la strada si trova. E secondo me questo è proprio il

tuo caso. Non solo una volontà, anzi, ma una motivazione forte. Qual è la tua?

O meglio: esattamente, perché vuoi realizzare questo sogno? Qual è la tua

visione? Fermati a riflettere un attimo su questo, perché è il tuo carburante. Nei

momenti di crisi, quando andrai a caccia di sponsor, quando avrai dubbi o ci

saranno defezioni, quella motivazione ti darà forza ed entusiasmo, e l’entusiasmo

è contagioso. Se questo progetto è desiderabile non solo per te, ma perché rende il

mondo un posto migliore (più armonioso, più unito, più poetico) meglio ancora,

perché puoi condividere la tua Visione con gli altri e renderla più forte e reale. E

poi? Poi passa a capire qual è il prossimo traguardo (diciamo da qui ad 1 anno):

cosa vuoi ottenere? Datti un primo obiettivo impegnativo ma non impossibile.

E poi dovrai passare alla fase attuativa. Adesso che sai cosa vuoi fare e perché

dovrai:

1. Fare gruppo (per fortuna un gruppo ce l’hai già) e suddividere i compiti in

base alle attitudini e al tempo di tutti.

2. Cercare sostenitori (non solo economici: ma anche persone che in vari

modi vi aiutano oppure offrano degli spazi)

3. Far conoscere quello che fate (vale tutto: un sito, Facebook, stampa

locale, video, pro loco ecc)

4. Farvi notare dalle persone giuste (gli addetti ai lavori, ma anche chi

avendo più esperienza può aiutarvi ad evitare trappole)

5. Liberare spazio in agenda e metterti in aspettativa per il prossimo tour.

Leggi anche: http://gioiagottini.com/2013/05/mettersi-in-proprio-le-10-

domande-da-farsi-prima/

Sono un'insegnante, ma il mio sogno nel cassetto è trovare la strada per promuovere

l'attività del gruppo di musica classica di cui faccio parte. Ho ben chiara la meta, ma

tutto il resto è confuso. La domanda: come posso organizzare il percorso per

realizzare questo grande desiderio?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Stella

Cara Stella, intanto ti invito a leggere qualche risposta sul tema delle scelte, per

esempio quella alla domanda di Flora. Poi: nel tuo caso ci sono alcuni fattori

positivi (ti piace l’azienda, stai bene con i colleghi) e altri meno (la difficoltà a

trovare spazi e a crescere).

Prima di tutto verifica se questa immobilità è proprio una caratteristica

dell’azienda, oppure no. Ossia: altri sono cresciuti in azienda? Hanno fatto

progressi? Con che tempistiche? Devi capire se è un problema diffuso, oppure

solo una circostanza.

Poi: parlane con il tuo capo. Spiega con chiarezza che ci tieni davvero a crescere e

a contribuire al successo dell’azienda. Proponiti per nuovi incarichi. Prendi

qualche iniziativa. Chiedi corsi di formazione. Trasmettigli entusiasmo ma

anche l’idea che sei una risorsa preziosa e utile.

Datti un tempo massimo. Quanto tempo sei disposta ad aspettare – dopo aver

fatto le cose sopra – per vedere un cambiamento? Ecco, quel tempo usalo bene,

aggiornati, fai rete, chiedi agli amici come si trovano nel loro lavoro.

Infine, prima di lanciarti in un nuovo lavoro – se sarà necessario – fai una lista

delle 10 cose che cerchi in un lavoro ideale. Per esempio crescita, team work, una

mensa… Scegli tu le tue 10 priorità. Poi passa da 10 a 5. E infine da 5 a 3.

Queste sono le tue top 3: verifica quanto sono soddisfatte dal lavoro attuale, ma

usale anche per capire se un eventuale nuovo lavoro può piacerti di più.

Facci sapere!

Valentina

Come faccio a capire se è arrivato il momento di cambiare lavoro? La mia

indecisione nasce dal fatto che mi piace molto l’azienda in cui lavoro e ho dei

colleghi con i quali sto molto bene. Ho chiesto di crescere internamente, ma

nonostante mi dicano che sono in gamba e che puntano su di me, non vedo nulla di

concreto. Sono ferma nell’indecisione perché mi piace l’ambiente ma per questo mi

sembra di sacrificare un mio obiettivo.

Vorrei tanto capire qual è il lavoro adatto a me!!! Come posso fare? Sono sempre

insoddisfatta.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Cara Valentina, se cerchi tra le risposte del tag #scelte troverai quella per Anna

che secondo me potrebbe già instradarti un po’. Secondo me devi usare

quell’insoddisfazione come grimaldello per capire un po’ di più quello che invece

vuoi. Prima domanda: sei una che tende all’insoddisfazione? Perché se ti capita

anche in altre aree, allora non è un problema di lavoro, ma di aspettative

esagerate. Nessun lavoro ti può far sentire bene tutto il tempo. Come in una

relazione, ci sono momenti belli e momenti difficili, vittorie e prove da superare.

Se invece la tua insoddisfazione è circoscritta solo al tuo lavoro attuale, allora è

più facile: devi solo capire se puoi cambiare qualcosa stando lì, oppure se devi

proprio passare ad altro. E per farlo devi capire soprattutto cosa non ti piace del

lavoro: è un aspetto marginale, ossia il rapporto con il capo/i colleghi, o proprio il

cuore del lavoro (ad esempio, fai la grafica ma odi la grafica)? Una volta che ti sei

chiarita su questo, puoi decidere con consapevolezza che vuoi cambiare proprio

lavoro, e allora lo step successivo è: sai cosa non ti piace fare, ma che cosa invece

ti piace fare? Per capirlo devi guardarti dentro, tornare alla tua infanzia, chiedere

agli amici, andare a vedere quali libri e giornali non mancano mai in casa tua,

dare un’occhiata alle ultime 3 conferenze a cui sei andata, fare una lista delle tue

eroine professionali, chiederti chi invidi per il suo lavoro e perché. Sono tutti

indizi utili… e altri li trovi qui sotto.

Leggi: http://gioiagottini.com/2013/05/come-capire-quando-e-ora-di-smettere-

la-mia-esperienza-con-glamour-e-con-loroscopo-on-line/

Il corso per te: Talent Factory, dal vivo oppure on line, sul mio sito

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#organizzarsi

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Caterina

La risposta è una sola: organizzandoti. Ma l’organizzazione è l’ultimo anello di

un percorso che fa così:

1. Individui l’obiettivo giusto (ossia quello che adesso è giusto per te, a cui

vuoi dare priorità, che ti chiama, che vuole la tua attenzione, che ti fa

sentire felice)

2. Costruisci una mappa per arrivarci: se il tuo obiettivo è “B” e tu sei in “A”,

cosa devi fare per arrivarci? Parti a ritroso e costruisci il tuo percorso.

3. Ti dai un tempo massimo.

4. A questo punto ti organizzi, e metti in agenda tutto quello che devi fare da

qui alla data che hai scelto come arrivo.

Sembra facile? No, è infatti non lo è. Ma sai qual è il punto più difficile? Il primo.

Te lo dico per esperienza: la maggior parte delle persone si incarta su qual è

l’obiettivo primario.

Lettura consigliata: http://gioiagottini.com/2013/07/secondo-tempo/

Corso consigliato: Progetta il tuo anno magico, a novembre!

Anna Maria

Anna Maria, 1000 progetti e 1000 idee sono davvero troppi anche per una donna,

ossia l’essere multi-tasking per eccellenza. Non è una sensazione, quell’imbuto: è

proprio la realtà! E se partissimo da 1 progetto, e 1 idea? Meglio? A questo punto

so già che stia dicendo: sì, ma quale? La mia risposta sarà lapidaria: non

importa, basta che sia 1. Perché? Perché hai bisogno di sporcarti le mani. Di

trasformare una cosa che adesso esiste solo nella tua mente in qualcosa che si

possa toccare, annusare, condividere con gli altri. Il processo, il passaggio tra il

dire e il fare (con in mezzo appunto quel mare di indecisioni, paure, mini-

traguardi ed emozioni che si porta dietro) ti sarà utilissimo per acquisire un

metodo. Anzi, guarda: meglio ancora se punti su un’idea o un progetto che non

Come posso essere meno dispersiva e puntare decisa verso i miei obiettivi?

1000 progetti, 1000 idee ma da tempo una fatica enorme a portarli avanti, come se

qualcosa mi bloccasse e una sensazione di “imbuto”.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

sei sicura sia il più importante: perché così anche se sbagli non succede niente di

grave.

E quindi ecco come ti consiglio di procedere: fai una lista di 10 idee o progetti che

ti frullano per la testa da un po’. Tutti devono avere come tempo di realizzazione

non più di 6 mesi (quindi indirizzati su progetti medi, e fattibili come tempi e

costi), o se proprio non ne trovi almeno che possano già produrre qualche

risultato tangibile in 6 mesi. Fatto? Poi tira a sorte: fai dieci bigliettini numerati

da 1 a 10, mettili in un barattolo e voilà: ecco il tuo progetto n.1. Prima che la

lista sia finita, scommetti che avrai individuato il progetto su cui vuoi impegnarti

davvero?

Leggi anche: http://gioiagottini.com/2013/09/grazie-al-caso/

Nadia

Pianificazione: qualche consiglio.

1. Fai dei programmi sostenibili (ossia, non ammassare troppi impegni in

poco tempo, se no ti metti fuori gioco da sola)

2. Alterna impegni piccoli e quotidiani a iniziative più ampie, ma dividi tutto

in “pezzi” gestibili (max 1 ora su ogni attività)

3. Abbi una Visione di dove stai andando: datti un obiettivo a media scadenza

(3-6 mesi) e poi vai a ritroso: cosa devi aver fatto tra 5 mesi? E tra 3? E

entro la prossima settimana? E oggi?

4. Scrivi tutto quello che vuoi fare, mettilo in agenda: altrimenti non esiste

5. Trova un buddy, qualcuno a cui comunicare i tuoi obiettivi e le tue

scadenze: se sai di dover rendere conto delle tue attività, è più facile

mantenerti in carreggiata

Lettura consigliata: il mio post di oggi (che tempismo!)

http://gioiagottini.com/2013/09/grazie-al-caso/

Corso consigliato: Progetta il tuo anno magico (ti permette di individuare il

tuo obiettivo dell’anno e di costruire una mappa per raggiungerlo)

Come posso pianificare le piccole cose che desidero realizzare alfine che ciò diventi

sempre più un valido strumento anche per pianificare le cose più importanti

mantenendo la concentrazione sugli obiettivi per realizzarli?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Vivana

Mi è capitato, Viviana? Oh yes! Ma la mia opinione è che si lavora meglio quando

si fa una cosa per volta. Sì: sono del tutto unitasking. Non perché non riesca ad

essere multi-tasking (tutte noi donne abbiamo i geni per farlo) ma perché mi sono

convinta con il tempo che fare tante – troppe – cose insieme equivale a farle male,

o comunque meno bene. Oggi tratto i miei progetti come potenziali partner:

sono monogama e tendenzialmente fedele, a meno che non mi disamori di un

progetto per innamorarmi di un altro.

Ma veniamo a te. Diciamo che ti viene una bella idea, un’idea che ti fa dire “wow”.

Decidi che vuoi metterla in pratica, ma ci vuole tempo, qualche sforzo, magari un

budget, l’aiuto di amici… a questo punto perdi interesse (perché farlo è più

difficile che pensarlo) e saresti tentata di passare oltre. Se succede una volta, ok,

ma se succede sempre quello che sta capitando è che realizzare l’idea ti

spaventa/mette ansia, mentre pensarla ovviamente no. Se pensi che la creatività

stia solo nel farsi venire l’idea, ripensaci. La vera parte creativa sta nel dare

vita all’idea. Nel darla alla luce, nel farla diventare qualcosa. Lì sì che devi essere

creativa, ispirata, geniale: perché devi risolvere un sacco di problemi pratici,

contingenti.

E quindi, su quale idea puntare? All’inizio, ti direi: su quella che è più facile

realizzare. Le idee che ti vengono nel frattempo? Scrivile: quando avrai realizzato

quella ne sceglierai un’altra. Perché la soddisfazione di aver portato a termine

quel primo progetto farà da volano anche per la successiva. Ma anche perché se

sai che un’idea, dopo averla pensata, la devi realizzare, sarai molto più selettiva.

E alla fine dal mucchio tirerai fuori proprio e solo le idee che si meritano di

diventare concrete.

Leggi: http://gioiagottini.com/chi-sono/chi-sei-tu/messaggio/

Il corso per te: Progetta il tuo anno magico, in arrivo a novembre, perché ti fa

lavorare su un unico obiettivo dell’anno

Ho sempre mille idee e progetti. Come si fa a passare all'azione e congelare la

creazione delle idee per dedicarsi all'azione di una di esse? Ti è mai capitato che

mentre implementi un'idea, ne crei altre mille e tutto ciò ti distrae dall'implementare

la prima?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Clara

Ciao Clara, il primo passo da fare è proprio ridimensionare il perfezionismo:

niente peggiora una cosa come cercare di migliorarla di continuo. Ti metto un

estratto da una vecchia newsletter, ho la sensazione che faccia al caso tuo.

“Buona la prima”: Conosci questa espressione? La usano i registi quando

vogliono dire “La scena è venuta bene, passiamo alla successiva”. Ho deciso di

farla diventare il mio mantra, dopo aver a lungo lottato con le mie manie di

perfezionismo. Credevo che fare le cose bene volesse dire limarle più e più volte,

invece sai che cosa ho scoperto?

Il più delle volte, il meglio è nemico del bene.

Mi spiego. Prendi proprio il regista di cui sopra: se non si accontenta di come la

scena è venuta e la fa ripetere al protagonista 2, 3, 10 volte, siamo sicuri che

otterrà un risultato migliore? Oppure finirà per diluire il pathos, l'intensità e

l'espressività della scena solo per avere una luce o un'angolazione più ricercata?

Ecco, ora al posto del regista metti la tua voce interiore, quella che spesso non è

contenta di quello che fai e ti sprona a migliorarti sempre. Ha una sua utilità,

certo, e sicuramente ti è servita quando dovevi preparare un esame ostico

all'università, ma molto spesso riesce a complicarti la vita impedendoti di

rilassarti e di seguire la corrente.

Le ho testate già io per te, quindi permettimi di elencarti qui le regole auree del

metodo “Buona la prima”:

1. Il momento ideale per fare una cosa? Quando ti viene in mente. Non

rimandare, perché perderesti lo slancio iniziale. Al limite se non hai molto tempo

butta giù le idee essenziali o manda un sms. Non aspettare il momento perfetto: è

ADESSO, quando hai pensato che volevi fare quella cosa.

2. Il primo tentativo è quasi sempre il migliore. Non ci credi? Fai una prova:

scrivi una lettera, o una poesia. Tema: l'estate. Salvala. Fai altre 5 composizioni.

Rileggi tutto il giorno dopo: quale è venuta meglio? Di solito la prima. E sai

Come faccio ad impormi delle scadenze e rispettarle? Collaboro saltuariamente

con una rivista e mi riduco sempre a scrivere all'ultimo momento, magari mi sono

prefissata una scadenza (per dedicarmi poi ad altro), che però non rispetto mai

perché mi dico "vabbè tanto c'è tempo”! Un altro motivo che mi porta con l'acqua

alla gola è una certa ansia da prestazione; voglio che il lavoro venga benissimo ma

allo stesso tempo so che non potrò raggiungere la mia aspettativa mi dico che

sottopressione (quando l'ansia mi ha già divorata) produco meglio. Il risultato è

sempre un Nì. (mi succede la stessa cosa con la stesura della tesi, che poverina

aspetta di prendere vita da tempi immemori)

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

perché? Perché all'inizio la tua mente era fresca, creativa, ispirata e fantasiosa. Al

quarto tentativo, probabilmente anelavi solo l'arrivo dell'autunno.

3. Non fare la stessa cosa due volte. Se ti hanno tirato su con il mito della

brutta copia, farai più fatica ad abbandonarlo, ma credimi: ne guadagnerai in

tempo e leggerezza. Se ti metti al lavoro pensando: è solo una prova, un tentativo,

poi ci torno su ecc. è come se avessi deciso di lavorare al 20% delle tue

possibilità. Immagina invece che sia l'unica volta in cui potrai dedicarti a quel

compito: darai il meglio di te e sarà già la versione definitiva, almeno al 90%.

4. Se continui a rimandare qualcosa, non la vuoi fare davvero. E hai davanti

due strade: o lasci perdere, deleghi a qualcun altro e ti dedichi a ciò che ti

appassiona, oppure cambi completamente modo di fare quella cosa: se di solito

scrivi, detta tutto al registratore; se telefoni questa volta manda una mail; se ti

organizzi con metodo allora improvvisa. Sì perché a volte è il come che ti

spaventa, non il che cosa. Cambia il come, e troverai nuove energie e un

rinnovato interesse.

Leggi anche un’altra mia newsletter (e scaricati l’infografica):

http://us2.campaign-

archive2.com/?u=8a425a123284fbf919a0eb48d&id=b2ea859b9b&e=e596b49d9b

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#sbloccarsi

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Rossella

Punto di crisi: interessante. Immagino voglia dire che tu costruisci e poi le cose si

sfaldano. O no? Un’amica molto spirituale – che si chiama come te! - mi diceva

spesso che questa sensazione di ritornare sui propri passi è un po’ giusta e un po’

sbagliata. Perché quando ci ritorniamo non siamo più le stesse della volta

precedente, ma siamo più evolute, più consapevoli. Non è un cerchio, ma una

spirale, e siano sempre più su di un livello. Troppo spirituale? Forse. Ma magari

un’iniezione di spiritualità è proprio quello che ti ci vuole per cambiare modus

operandi. Prova così:

Libro consigliato: Psicosintesi, per l’armonia della vita, Roberto Assagioli

Ritrova la strada con: http://www.rosannabasile.net/

Francesca

Ciao Francesca, non so né che facoltà è né a quanto sei del tuo cammino, ma la

domanda ci vuole. Ti piace quello che studi? Ti interessa? Lo sbocco professionale

a cui portano i tuoi studi è desiderabile per te? Ti ci vedi a fare quel lavoro?

Perché bisogna capire di che natura è questo blocco. Le possibilità sono 3,

vediamole:

1. Non ti piace quello che studi e non ti piace il tuo probabile lavoro futuro.

2. Il lavoro ti piacerebbe anche, è lo studio che non ti va proprio giù.

3. Le materie sono interessanti, il lavoro futuro anche, ma tu ti senti

comunque bloccata e non vai avanti.

Il blocco numero 1 è un blocco sano, e va ascoltato. Stai studiando qualcosa che

non ti piace per un lavoro che non ti interessa: perché il tuo cervello e la tua

volontà dovrebbero collaborare? Resetta tutto, prenditi un mese per decidere cosa

vuoi fare di diverso, e poi fallo.

Il blocco numero 2 è un blocco comprensibile, e vuol dire che hai

temporaneamente perso di vista l’obiettivo finale, ossia un lavoro che ti piace,

Passano gli anni e ho la sensazione di camminare in cerchio (lavoro, musica (canto),

amici, uomini, uomini sposati) e ritornare sempre allo stesso punto di crisi. Come

posso fare a cambiare modus operandi?

Sono “bloccata”, persa, stanca di una facoltà in cui non riesco ad andare avanti,

quello che studio lo dimentico in un giorno. Sono incerta di tutto.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

soffocata dallo studio. Fai un bel piano d’azione degli esami da dare, e trovati una

buddy, ossia una compagna di studi. Funziona per la palestra, funziona per gli

esami! E fai una bella visual board motivazionale con immagini e parole che

associ al tuo futuro lavoro dei sogni, tanto per ricordarti perché ti alzi al mattino.

Il blocco numero 3 si chiama paura. Hai paura di andare incontro al tuo futuro

perché non ti senti pronta, capace, abbastanza adulta per farcela. Hai paura di

sbagliare? Forse. Ma secondo me hai più paura di farcela, perché poi non ci sono

più alibi, devi metterti in gioco, diventare grande. E allora come si fa? Si fa

prendendone atto, parlando con la tua paura, ascoltando le sue legittime istanze,

e rassicurandola come faresti con una vecchia zia apprensiva. Sì il mondo là fuori

può essere difficile, ma se non ci vai mai, come farai a trovare il tuo posto al sole?

Prima o poi il nido bisogna lasciarlo, e il tuo biglietto è questo.

Leggi: http://gioiagottini.com/2012/10/paura-30/

Eleonora

Eleonora, ricomincia da quella rabbia, per favore. Quella rabbia secondo me è

sana, e non solo: è anche utile, se inizi a parlarci. Perché sei arrabbiata? Sì, nella

domanda lo spieghi bene, molti avvenimenti insieme, ma tu scava un po’ di più:

che cosa, DAVVERO, ti fa rabbia? Scavando trovi quasi sempre dei bisogni non

soddisfatti. Esempio: il bisogno di essere amata. Il bisogno di esprimerti. Di

essere vista e riconosciuta. Di fare la differenza. Di dare la vita a qualcosa o

qualcuno che resti. Sono solo esempi, eh. Le tue risposte sono solo tue e nessuno

può suggerirtele. Quella rabbia è utile perché ti aiuta a portare alla luce quello di

cui hai bisogno. Quella rabbia non molla, quindi non farlo tu. E poi, quando hai

messo a fuoco i tuoi bisogni comincia a colmarli, uno per volta. Come, dirai tu?

Comincia da piccole cose, e poi, quando vedi che funzionano, osa un po’ di più.

Adesso sei troppo tesa, e le tue ali sono troppo fragili, per spiccare il volo. Adesso.

Metti al centro i tuoi bisogni. Ascolta ogni tuo bisogno come faresti con un

bambino che piange e che hai ignorato per troppo tempo. Abbraccialo. Consolalo.

Aiutalo a crescere con te. Poi sarai pronta per fare scelte importanti, scelte che

ti assomigliano, scelte che ti fanno spiccare il volo. Poi. Ma adesso insegna con

pazienza ai tuoi bisogni a camminare, dando loro la mano.

Da quasi tre anni mi sto avvitando su me stessa: non lavoro più, non riesco a trovare

un nuovo lavoro (sono sociologa), la relazione d'amore ha cominciato a vacillare (da

parte di lui), frustrazione, rabbia per i mancati successi e sogni realizzati. Tanta

procrastinazione e dolore per i mille talenti mai messi a frutto veramente. Mi sto

chiudendo in me stessa, non amo più nulla e tutte le certezze sono crollate. Da dove

ricomincio?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Barbara

Cara Barbara, domanda interessante a cui probabilmente un induista ti

rispondere più o meno così: “succede sempre quello che deve succedere”. Ma il

nostro destino, quindi, è scritto oppure lo scriviamo noi? Secondo me entrambe le

cose. A me piace pensare che magari alcuni appuntamenti sono lì che ci

aspettano, ma la nostra libertà consiste nel decidere come reagire a quello che

capita, come utilizzarlo. Per dire: magari quell’inverno sugli sci era scritto che ti

saresti rotta la gamba, quindi era inevitabile. Però non era scritto come avresti

passato la degenza: arrabbiata con il mondo perché non partecipi alla fiaccolata,

o circondata da amici solerti che disegnano sederi pelosi sul tuo gesso (e sono

stata fine)? Pensiamo a te: magari avresti voluto fare altro, ma non è successo

(finora!). Magari sei andata un po’ a rilento (finora). Magari ti è mancato il

coraggio (finora). Magari hai portato avanti tutto senza partecipazione (finora). Ma

quello era ieri (passato, è andata così, è stato Saturno ecc).

Pensiamo a oggi. Come vuoi capitalizzare tutte queste cose? Come vuoi fare

tesoro di quello che hai fatto e non hai fatto? Cosa vuoi cambiare nel qui ed ora?

Vuoi andare più veloce e bruciare le tappe d’ora in poi? Vuoi essere coraggiosa e

cambiare le carte in tavola? Vuoi riscoprire una nuova partecipazione per quello

che fai? Secondo me le strade sono ancora aperte, se non tutte molte. Non

lasciare che il passato abbia più potere di quello che ha. Se queste sono le

carte che hai in mano, come te le vuoi giocare? E se giochi, cerca di divertirti: lo

scopo è quello. Non vincere, o perdere, ma giocare con entusiasmo e passione.

Ecco un altro motto per te (girava ieri su Fb): Alla fine tutto andrà bene. Se non

andrà bene, non è la fine.

Leggi anche: http://gioiagottini.com/2013/01/trova-il-tuo-ritmo-e-rispettalo/

Il corso per te: Progetta il tuo anno magico

Io vorrei sapere quale è la mia strada nella vita. Ci ho messo troppo a laurearmi

perché mi è mancato l'entusiasmo nello studio e non mi sono costruita una salda

autostima negli anni, tale da farmi affrontare le prove con coraggio. Ora sto

preparando l'esame di stato del mio corso di studi, senza grossa partecipazione. Se

a suo tempo non ho potuto frequentare nessuno dei corsi di studi per i quali mi

sentivo portata ed invece mi si è aperta la porta per intraprendere la strada

frequentata, non potrebbe invece essere un segno che comunque non ho fatto una

scelta tanto sbagliata?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Morena

Beh, Morena, il modo migliore per guardare al futuro con entusiasmo è coltivare

l’idea che il bello deve ancora venire, non è alle tue spalle. E come fai a

convincertene? Vivendo intensamente il presente. Sì, proprio il qui ed ora, come

se ogni momento fosse un dono specialissimo che la vita ti fa. Se ci pensi, tutti i

tuoi bei ricordi si basano su questo: momenti in cui apprezzavi il tuo presente e

ti ci immergevi completamente. In cui eri protagonista, e non spettatrice della tua

vita. Per recuperare quel gusto, devi raddrizzare un po’ la tua prospettiva, ossia

pensare che oggi stai costruendo i migliori ricordi di domani. E come piccolo

reminder, scrivi ogni sera 5 cose per cui sei grata. Il presente, se ci pensi, è tutto

quello che abbiamo, perché è l’unico momento in cui puoi fare la differenza.

Ma forse la tua domanda cela un dubbio: e se stessi perdendo tempo/facendo la

cosa sbagliata? Allora ti propongo un piccolo esercizio rivelatore: Immagina di

svegliarti domani mattina e scoprire che hai 80 anni. Sei ancora in discreta salute

fisica e mentale, ma comunque sei una persona anziana.

Che cosa ti dispiace non aver fatto/detto/visto/provato?

Che cosa diresti, ottantenne, alla te stessa di oggi, per trasformare il futuro

in un passato pieno di soddisfazioni?

A volte è solo una questione di prospettive: se metti una distanza sufficiente tra

te nel qui ed ora e le tue aspirazioni, è più facile definire priorità e minimizzare

ostacoli.

Soprattutto, evita di rimandare all'infinito le cose che desideri davvero.

Perché un giorno, molto probabilmente, ti sveglierai e avrai davvero 80 anni.

E se vuoi arrivarci sentendoti felice, con un sorriso soddisfatto e tanti ricordi

meravigliosi, devi iniziare oggi.

Leggi: Il potere di adesso, Eckhart Tolle

Roberta

Come posso riuscire a guardare al futuro senza ogni volta crogiolarmi sul passato e su

quanto mi sembri migliore e più bello del presente?

Se chiudo gli occhi ho ben presente CHI voglio essere, come mi vedo nel futuro e i

mille e più sogni che VOGLIO realizzare. Ogni volta, però, mi sembra di mettere da

parte la mia vera "essenza" per università, lavoro, persone che amo

ripromettendomi che appena avrò un po' di tempo farò quel corso di disegno, andrò

a correre ogni giorno, riuscirò a organizzare i viaggi che sogno. Come scrollarsi da

questa "gabbia" che mi costruisco intorno?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Bene, bene: partiamo da qui, dalla tua Visualizzazione. Se ce l’hai ben presente, è

un grande passo avanti. Questo è un esercizio che ho imparato da Danielle

LaPorte, che è bravissima e il suo sito è questo http://www.daniellelaporte.com/

(ti sarà molto utile). Descrivi la tua giornata ideale, ma mi raccomando, nei

dettagli: cosa fai, con chi sei, dove ecc.

Dopo che l’hai descritta, tutta intera, dal risveglio all’ora di andare a letto, chiediti

come ti sei sentita a vivere quella giornata lì. Con 3- 4 aggettivi. Esempio:

Felice? Ricca? Potente? Creativa? Non importa, ma anche qui: cerca proprio le

parole giuste, quelle che ti fanno annuire. Ecco: tu vuoi quello che vuoi (quel

lavoro, quella casa con terrazzo, quel corpo scolpito) non di per sé, ma per come ti

fa sentire. Insomma, quello che vuoi non è un COSA, ma un COME. Il bello è che

il COME te lo puoi procurare subito. Come? Dando spazio a scelte –anche piccole,

anche minimal – che ti facciano sentire così.

Quindi: gira con un post it che abbia sopra le tue “sensazioni desiderabili” (in

inglese Core desired feelings) e lascia che ti guidino in ogni decisione, scelta, sì e

no che dici. Presto quella visualizzazione – o meglio, come ti fa sentire – sarà la

tua vita. Le scelte diverse verranno, ma perché sarai diversa tu.

Chiara

Ciao Chiara, intanto: wow! Mi sembra che tu abbia fatto un passo molto

importante, decidendo di cambiare vita. Adesso il contachilometri si riazzera, stai

per partire, la meta è stabilità… oppure no? Immagina proprio, visto che questa

metafora l’hai usata tu, di essere al volante di una macchina. Hai le chiavi, la

benzina è nel serbatoio, hai voglia di partire, sei sveglia e lucida. Adesso devi

impostare il navigatore. Al quale non puoi dire “ho un semi-piano in mente”. Devi

Da una settimana ho cambiato vita. Chiuso col lavoro, trasferimento momentaneo.

Ora PIT-STOP nella mia casa natale (che mi deconcentra terribilmente!) per poi

ripartire. Credo di sapere dove voglio andare, ma credo anche che la realizzazione

non dipenderà solo da me! (ma questa si sta trasformando un po' in una buona

scusa per non agire). Mi piace guardare la mia vita a distanza, rifletto spesso su

dove sto andando e ho paura di farmi trascinare dagli eventi, senza il mio controllo,

senza un piano... e per assurdo, ora che sono libera e ho anche un semi-piano in

mente, mi sto incartando, non so nemmeno io dove! Ho bisogno di concentrazione.

Di disciplina, fornirmi motivazione costante, senza lasciarmi condizionare

dall'esterno. Ogni tuo consiglio sarà prezioso. Il mio è un pit-stop e voglio ripartire

da questa sosta, in modo nuovo e competitivo!

?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

proprio dargli una destinazione. Ossia un luogo, come una città, ma meglio

ancora se gli dai anche un indirizzo preciso, sennò… ti incarti.

E come faccio, dici tu, a essere sicura che sia la direzione giusta? Di base: non

puoi essere sicura che lo sia. Ma devi sperarlo e desiderarlo tanto. Insomma, sei

al volante e stai per metterti in viaggio: dove vuoi andare? Quale meta ti ispira?

La Spagna, focosa e caliente? Ok. Ma quale città? E quale quartiere? L’Olanda?

Ottimo! Amsterdam oppure Rotterdam? Vuoi passare vicino ai canali? Quella

zona è transitabile in auto? Come vedi dalla prima risposta (quella macro) ne

discendono molte altre (quelle micro). Quindi la prima cosa che devi fare è

scegliere la tua meta. Un posto che ti ispiri. La Spagna è meglio dell’Olanda? No,

certo: è questione di gusti. Ma magari tu adesso senti che è Siviglia che ti chiama,

e non Utrecht. Sono esempi ovviamente. Falli tuoi.

E non perdere tempo a chiederti se Siviglia è davvero come sembra, o magari se

non è il caso di fare una deviazione su Valencia. Il fatto è che lo puoi sapere solo

andandoci. Vai a Siviglia, lasciati contagiare dalle sue atmosfere andaluse, e una

volta che lo hai fatto scegli con calma se ti ci vuoi fermare un semestre, o

comprare i biglietti per Amsterdam. Detto anche: “non puoi sapere se i mirtilli ti

piacciono, se prima non li assaggi”. Appena hai scelto la tua meta, fai un bel

programma di viaggio. Vietato cambiare idea in corso: il navigatore è impostato e

ti porta proprio lì.

Leggi: Il viaggio dell'eroina, Maureen Murdock

Il corso per te: Progetta il tuo anno magico

Barbara

Sai Barbara, secondo me i due problemi che sollevi sono legati tra di loro: la

confusione in casa riflette la confusione nella tua testa, per cui ti affanni a

cercare pareri e consigli. E quindi, data questa corrispondenza, ogni passo che fai

per risolvere uno di questi due disordini avrà una ricaduta positiva anche

sull’altro.

Ho 46 anni sono sposata ed ho 2 figlie, lavoro in proprio. Sono un'eterna indecisa,

disordinatissima (ma non lo ero e mi disturba il disordine) ma non riesco a

modificare le mie abitudini, per cui niente cambia. Trovo mille modi per chiedere

(anche indirettamente) consigli e pareri che o seguo e mi mettono ancora più dubbi.

Come posso avere più sicurezza? Ah, dimenticavo, “accumulo cianfrusaglie” e

spendo un po' troppo...

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Io ti consiglio di partire dal disordine esterno, perché “mettere ordine” è anche

una pratica zen che poi puoi trasferire anche al tuo modo di pensare. Come

partire? Scegli un angolo della tua casa che ha bisogno di ritrovare un suo ordine

e una sua pulizia. Attenzione però: deve essere una zona limitata, che tu possa

sistemare in un’ora, massimo 2, altrimenti rischia di diventare una di quelle

imprese che iniziano e non finiscono più. L’ideale sarebbe: 1 ora per selezionare

cosa tenere e cosa no, 1 ora per rimettere tutto a posto. Parti quindi con un

cassetto, uno scaffale, una mensola, uno scatolone…

Come fare a capire cosa tenere e cosa no? Ecco una piccola guida: Passa in

rassegna ogni oggetto, toccalo e chiediti, per ognuno:

1. Mi è utile?

2. Mi piace?

3. Lo collego a sensazioni o ricordi piacevoli?

4. Se potessi, lo cambierei?

Gli oggetti che possono restare sono quelli per cui hai risposto sì alle prime 3

domande, e no all'ultima. In questo modo contribuirai a creare intorno a te un

ambiente davvero nutriente, fatto di oggetti che ami e che ti rispecchiano.

Quelle stesse domande che hai applicato agli oggetti puoi applicarle ai consigli e

ai pareri che ti arrivano. Sapendo che, proprio come in casa hai tante cose,

anche nelle decisioni sei più che autosufficiente, e hai tutto quello che ti serve per

fare le tue scelte. Anzi, scegliere cosa tenere e cosa no sarà anche un’ottima

pratica per imparare a prendere decisioni in autonomia.

Leggi: Spaceclearing, Lucia Larese

Chiara

Chiara, mi hai scritto una lunga spiegazione che ho sintetizzato un po’. Ma al di

là delle parole e della tua storia mi hanno colpito i tanti puntini di sospensione

che hai usato. Non è un caso, secondo me, perché la tua vita ora sembra proprio

Non capisco che direzione dovrebbe prendere la mia vita: non ho tempo per me

stessa, non ho un giorno libero a settimana (si lavora anche sabato e domenica in

negozio), non riesco a seguire le mie passioni, i miei familiari e amici. E la mia

misantropia sta aumentando! Mi sento fuori luogo, e le altre commesse (la maggior

parte) non capiscono come sono fatta... sicuramente ho un carattere un po'

particolare per loro, sempre nei binari.

Ho anche una religione un po' particolare, che prevede allenamento e studio, che

non riesco a seguire... Però ho assoluto bisogno di stabilità economica…

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

così: sospesa. Sei molto impegnata nel quotidiano, ma manca un obiettivo sentito

a lunga scadenza, qualcosa che ti “accenda”. Nel tuo messaggio accenni al

matrimonio, ma più come a una cosa che “si potrebbe fare” che al coronamento di

un amore. Perché? Perché sei stanca, credo, e non hai il tempo di alzare gli occhi

al cielo – nonostante la religione che per te è importante. Come si fa? Si fa che

devi ripartire da te, metterti al centro e capire per quale obiettivo importante e

speciale vale la pena di farsi ancora qualche anno come commessa, per esempio.

Ti invito a leggere la risposta a Nicole nella sezione scelte, perché secondo me lì

c’è del materiale utile per la tua riflessione. Il lavoro ti peserebbe molto meno se

fossi sicura che è un mezzo per arrivare prima dove vuoi tu, e non solo ciò che

ti permette di pagare l’affitto. Le colleghe che ti stanno intorno magari non hanno

i tuoi stessi valori, ma possono renderti le giornate meno pesanti: provare a fare

un passo verso di loro. Renditi la vita più semplice e scorrevole, coltiva un po’ di

leggerezza, perché la sensazione è che ci sia una cappa pesante che ti avvolge e

ti rende meno ricettiva, meno viva. E se i week-end sono precettati dal negozio…

fai venire le tue amiche e i tuoi familiari a trovarti lì! Creati intorno un ambiente

di supporto e di aiuto reciproco, non devi mica farcela sempre da sola, anche se

ti mantieni da quando hai finito il liceo. La tua fede può essere una grande

risorsa, e magari la puoi praticare anche così, durante i tuoi impegni quotidiani,

esercitando la presenza e il qui ed ora. E appena avrai sollevato un po’ lo

sguardo, metti a fuoco dove vuoi essere tra 10 anni. Come ti vedi? Che traguardi

vuoi aver raggiunto? E poi muoviti a ritroso per capire cosa puoi fare oggi, per

arrivare proprio lì, dove splende il sole. Ogni giorno, un passo in quella direzione.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#scelte

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Agnese

Cara Agnese, intanto togliti l’etichetta di eterna indecisa, perché questa ti può

limitare più delle pressioni altrui. Insomma, decidi che da oggi nasce l’Agnese 2.0

che ogni volta che deve prendere una decisione – dalla più banale alla più

vitale, ma magari per iniziare esercitati con le più banali – fa questo:

1. dice “ci penso un momento” (così azzera gli interventi esterni)

2. si immagina mentre fa la cosa A e la cosa B e sceglie quella che le viene più

facile/divertente/utile da immaginarsi

3. una volta che ha detto la sua (A, B, C) passa alla prossima scelta (detto

anche: vietato guardarsi indietro).

Vuol dire che non sbaglierai mai, con questo metodo? No! Vuol dire che quando

sbaglierai, sarà di testa tua. E niente come uno sbaglio fatto in prima persona ti

può insegnare a fare scelte migliori. Quindi ringrazialo!

Leggi anche: http://gioiagottini.com/2013/07/come-fare-la-scelta-giusta/

Flora

Ah, l’eterna battaglia tra testa e cuore. Ma siamo sicuri che sia sempre così?

L’ideale, Flora, è che testa e cuore siano allineati. Quindi: inizia ad ascoltare il

cuore, ma davvero solo in ascolto. Senti tutto quello che ti deve dire. Il cuore

parla per emozioni, sensazioni e impulsi. Annotali tutti, ma prendili per quello

che sono: moti del cuore. A questo punto, passa alla mente. Fai entrare in gioco le

tue considerazioni razionali. La mente quello sa fare: interroga, ipotizza, trova

cause ed effetti. Infine, fai dialogare questi due preziosi interlocutori. Hai bisogno

di due occhi, per vedere bene. E per prendere la strada giusta.

La tua scelta? Dovrete essere tutti e 3 d’accordo (anzi, tutti e 4 se contiamo anche

l’uomo che ami), ma con un importante riferimento. Le decisioni migliori sono

quelle in cui non “scappi da” ma “vai verso” qualcosa. Perché partono da uno

Come posso smettere di essere un'eterna indecisa? Dalle cose più banali alle scelte

importanti mi lascio trascinare e non riesco a fare una scelta senza avere

l'approvazione degli altri. In particolar modo per quanto riguarda la vita privata.

La mia vita attuale non mi soddisfa pienamente, testa e cuore sono scollate, è un po’

che ci penso e pur non avendo ancora un piano certo sento che dovrei

probabilmente decidermi a seguire il cuore e quindi licenziarmi da un lavoro che

tutto sommato mi piace, cambiare città e vita per stare con l’uomo che amo. Come

faccio a capire se è questa la scelta giusta e poi a trovare il coraggio?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

stato d’animo sereno, e se sei serena vuol dire che cuore e mente già si parlano.

Tu quanto sei serena ora?

Per diventarlo di più, un libro: Vivi nella bellezza. L'incertezza, il cambiamento, la

felicità, Pema Chodron

Nicole

Bella domanda. Costruita su una dicotomia che andrebbe azzerata, in un mondo

ideale: responsabilità e desideri non stanno da parti opposte, ma dalla stessa

parte. O almeno dovrebbero: vediamo come fare a eseguire la transizione.

Desideri: fai una lista dei tuoi desideri, e poi decidi su quale (UNO!) vuoi lavorare

quest’anno. Trasforma il tuo desiderio in un obiettivo: non “vorrei andare in

Patagonia” ma “tra un anno al massimo voglio essere stata in Patagonia”. Metti

tutte le tue energie e il tuo tempo libero in questa impresa, arruola gli amici,

cerca sponsor, ritaglia foto e immagini della Patagonia e mettile su una visual

board, apri un blog chiamata Patagonia mon amour… insomma, ci siamo capite:

respira, bevi e dormi Patagonia.

A questo punto guarda con occhio comprensivo i tuoi doveri/responsabilità. In

che modo ti aiutano a realizzare il tuo obiettivo? Non guardare come ti ostacolano

– in parte lo faranno perché si sovrappongono – ma come ti supportano.

Esempio: il lavoro. Certo, sottrae tempo al tuo progetto, ma ti permette di

guadagnare soldi che puoi destinare al viaggio. Ecco che un dovere si trasforma

in uno sponsor. Il tempo che dedichi al partner: un partner felice è un ottimo

compagno di viaggio, ergo il tempo che gli dedichi si traduce in un viaggio più

bello e complice.

In poche parole, usa questa piccola formula magica. Tutte le volte che “devi”

fare qualche cosa, chiediti anche perché “vuoi” fare quella cosa. Es. “devo”

pulire casa? Certo, ma “voglio” pulire casa perché voglio una casa accogliente,

dove invitare gli amici – e far vedere loro le diapo della Patagonia! “Devo” aiutare

mia mamma? Certo, ma “voglio” aiutare mia mamma perché so che lei ricambia

Come posso fare in modo che la mia vita mi assomigli? Nelle scelte lavorative ma

anche in quelle quotidiane mi piacerebbe riuscire a trovare il giusto equilibrio tra

senso di responsabilità/necessità di concretezza e desideri/aspirazioni. Spesso la

mia bilancia propende troppo verso il primo duo e quindi io passo sempre in

secondo piano. Ovviamente, quando me ne accorgo sono già quasi sull'orlo...

dell'esplosione!

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

con ottime lasagne che mi permettono di passare meno tempo in cucina – e più

tempo a studiare le mappe della Patagonia.

Capito l’idea? Ci aspettiamo come minimo una cartolina dalla Patagonia, qua.

Impara da qui, a piccole dosi: http://hellomonth.com/

Marina

Mi sembra di capire che la musica sia molto, molto importante per te. Una

passione, ma anche una necessità. Parti da qui: cosa ti dà la musica, che niente

altro ti dà? Come ti senti quando canti? Cosa ti manca del periodo in cui cantavi

su un palco? E’ importante che tu possa continuare a:

- fare quello che ti entusiasma e ti emoziona

- gestire bene il tuo tempo e le tue forze

La tua storia mi ha fatto pensare a una bravissima coach, Michelle Ward

(http://www.whenigrowupcoach.com/). Prima di fare la coach ha fatto per molto

tempo l’attrice: il suo sogno era sfondare a Broadway, ma poi ha capito che non

era la sua strada. Però: puoi togliere una performer da Broadway, ma non

Broadway dalla performer. E quindi, lei fa sì la coach, ma incide anche bellissimi

video dove suona l’ukulele e canta (i suoi problemi, le sue soluzioni). E scrive libri

di coaching… in rima, pronti per essere cantati!

Cosa ti dice questo? Che se sei una cantante nell’anima, lo sei in tutto quello

che fai. Con i tuoi bambini. Con gli amici. Quando vai a sentire un concerto. Il

tuo diritto-dovere è coltivarti: scegli una strada facile, ma anche entusiasmante.

Canto da tanti anni; ho studiato tecnica vocale e ho avuto esperienza in gruppi e

contesti molto differenti, passando dal rock, al jazz, al canto a cappella, al canto in

orchestra, ecc... Da 3 anni per motivi legati alla poca disponibilità di tempo, con

due bambini piccoli, ho diminuito sempre più questa attività, fino ad arrivare a non

avere più alcun progetto aperto; per scelta ho lasciato tutto, avevo bisogno di

tempo per me.

Vorrei però mantenere un pensiero su questo tema che per me è importante e

capire cosa fare in futuro, come fare a trovare la situazione musicale che fa per me,

il genere che può farmi stare bene, emozionarmi.

Non so se investire nuovamente in un po' di formazione (tecnica vocale, teatro, ...)

o buttarmi in un nuovo progetto?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Tutte le idee che hai pensato vanno bene, ma quale ti fa battere il cuore? Quale ti

sembra onori di più il tuo dono?

E se sei ancora indecisa: http://gioiagottini.com/2013/07/come-fare-la-scelta-

giusta/

Anna

Ok, allora riassumo: non sai cosa ti piace fare. Hai già cambiato in passato. Devi

cominciare un altro percorso universitario, ma non sei convinta.

Fermati un attimo e fai un bel respiro.

Immagina per un attimo che non esistano limitazioni di soldi, tempo e

certificazioni: che cosa vorresti fare? Che lavoro sceglieresti? Cosa ti renderebbe

davvero FELICE?

Se una risposta chiara ce l’hai, allora si tratta di riportare questa visione alla

tua realtà: come puoi andare comunque in quella direzione? Faccio un esempio:

magari vorresti fare la rockstar. Invece non puoi, ma puoi: cercare un lavoro che

di tanto in tanto ti porti a parlare su un palcoscenico. Creare un tuo stile “rock”

in quello che fai. Cantare o suonare per hobby.

Se una risposta non ce l’hai, anzi, l’idea di non avere limiti ti ha confusa ancora

di più, il problema è lì: non ti sei data il tempo di capire cosa vuoi fare. Ma

soprattutto ti manca il passaggio dallo studio alla realtà. L’attività pratica,

insomma. Come puoi fare? Io ti propongo di individuare 2 o 3 possibili strade

professionali su cui sei indecisa e:

1. provare a vivere un giorno facendo quel lavoro (arruola gli amici: puoi

fingere, ma devi farlo in modo plausibile)

2. Chiedere a chi conosci – o amici di amici – che fa quel lavoro se puoi fare da

osservatrice per un giorno

Sono arrivata ad un punto della vita che non so che strada prendere, per l'ennesima

volta, e non so come capire ciò che mi piace veramente fare, soprattutto

lavorativamente parlando.

All'università non sono mai stata convinta che quello che stavo facendo fosse la mia

strada e così ho cambiato in corso d'opera. Ho quasi concluso un percorso

universitario e ora dovrei intraprenderne un altro, di cui non sono ancora convinta

perché non lo sento nelle mie corde, ma appare come l'unica strada sensata da

percorrere. Vorrei capire ciò che mi piace davvero per poter seguir LA STRADA,

lavorare in quell'ambito per potermi sentire “felice”.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

3. Selezionare qualcuno in quel campo che secondo te è arrivato al successo,

prendere un appuntamento e chiedere luci e ombre della sua professione.

Insomma ti serve fare un’indagine sul campo. Potresti anche scoprire che

nessuna di queste alternative ti sorride. Allora torna alla domanda iniziale. Pensa

a quando sei stata felice in passato, e cosa stavi facendo. Quali libri, film o

racconti ti hanno mai fatto venire voglia di prendere e cambiare tutto. Forse la

risposta che cerchi è lì, tra le pieghe di qualche desiderio inespresso.

Sito consigliato: http://www.cirquedusoleil.com/it/welcome.aspx

Ninetta

Intanto congratulazioni per la tua attività! Perché non ti fai un po’ di pubblicità

qui, e ci dici di cosa ti occupi? Ci sono molte milanesi in ascolto.

E veniamo alla tua domanda, o meglio alla domanda che ti faccio. Che cosa ti

dava Roma che a Milano non trovi? Voglio dire: sono due belle città, grandi,

cosmopolite, con uno stile diverso, certo, ma: cosa ti manca davvero di Roma?

Com’è Roma per te? Con quali 3 aggettivi descriveresti questa città? Pensaci

subito, e poi continua a leggere.

Te lo chiedo perché a volte non è il posto, ma come ci sentivamo noi lì, che ci

manca. Io ho fatto l’Erasmus ad Amsterdam, che per me è una città dinamica,

vivace e accogliente (ed in parte è vero, anche se ci sarà chi non la ama affatto) e

sai perché? Perché ero io, novella studentessa appena affacciata sul mondo, ad

essere così. Quindi: quei 3 aggettivi che hai scelto per Roma… dicono molto di

te, e poco di Roma.

Allora: cosa devi fare per sentirti così, come ti sentivi a Roma, anche a Milano?

Chiedi a Milano di farti sentire così. Magari avete iniziato con il piede sbagliato,

oppure a Milano ti sei sentita, in passato, in modi che non ti piacevano. Non deve

cambiare Milano: devi cambiare tu, e come ti senti lì. Fai una prova senza

A marzo sono tornata a vivere dai miei dopo il licenziamento dal posto di lavoro che

avevo da 4 anni e che mi aveva portato a vivere fuori dalla mia città, Milano. Ho

vissuto tra Roma e le Isole Eolie e tornare qui mi è pesato davvero molto, Milano non

mi piace ma qui mi si è presentata la possibilità di aprire un'attività mia (il mio

sogno!) insieme a una cara amica...ma nel mio cuore c'è Roma...la mia domanda è:

scegliere di realizzare un sogno a metà (nel senso nel posto "sbagliato") o prendere

la via molto più impervia e che potrebbe non portare alla realizzazione del sogno?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

“pregiudizi”, datti un anno di tempo, anche per vedere come va l’attività e poi

decidi. Nel frattempo fai la turista nella tua città, scopri posti nuovi e incantevoli.

E poi Roma è a poche ore di Alta velocità. I tuoi sogni invece, possono germogliare

ovunque posi il tuo cappello.

Fai colazione qui: http://www.pavemilano.com/

Ascolta: http://youtu.be/Ml86ZqL2EtE

Leggi questo blog: http://www.s-notes.net/

Federica

Ciao Federica, intanto: evviva! Evviva perché hai capito qual è il tuo sogno, e non

è cosa da poco. Adesso devi trasformare il tuo sogno in un progetto, e quindi devi

passare dal “vorrei proprio” al “ok, mi organizzo e mi vado a prendere quello che

desidero”. Questo è il momento di fare i conti: budget di tempo, budget di

denaro. E tu con il tempo sei riuscita a trovare una quadra. Adesso vediamo di

farlo anche con il denaro.

Quanto ti costa il tuo sogno in termini di spesa diretta (è un corso, quindi:

quanto ti costa il corso dall’inizio alla fine)? E poi: di quanti soldi hai bisogno per

vivere mentre frequenti questo corso?

Qui devi essere precisa, attendibile e concreta. Scrivi pure il tuo budget anche se

la somma ti spaventa. E poi chiediti: come posso arrivare a quel totale? Di quanto

dispongo già subito, e quanto devo reperire? E inizia a capire come puoi colmare

la differenza tra quello che hai già e quello che manca.

Con il tuo corso di autostima sono riuscita a capire qual è la mia strada...prima

barcollavo un po’ nel buio, ora ho davvero capito cosa voglio fare ma c'è un piccolo

problema: la realizzazione del mio sogno costa, in termini di denaro e tempo, il

tempo si trova ma il denaro no, perciò per poterlo realizzare ho bisogno di trovare

un lavoro piccolo, anche poco gratificante (tanto lo scopo è un altro). La mia

domanda è: investo lo stesso quel poco che ho nella speranza di trovare un lavoro

che poi mi aiuterà a realizzare il mio sogno (col rischio che non trovandolo dovrò

interrompere il percorso che ho intenzione di intraprendere) oppure rinuncio al

mio sogno in attesa che arrivi un lavoro?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Un modo, come dici tu, è un lavoro – part time? – che ti permetta di portare a

casa un guadagno tutti i mesi. Come dici tu, non è importante che ti piaccia

moltissimo, ma che ti finanzi nel tuo progetto. E che non ti rubi troppo tempo!

Altri modi per risollevare un po’ le finanze? Sii creativa!

Chiedendo un prestito a familiari o a una banca?

Vendendo quello che hai e che non ti serve su ebay?

Usando un sito di crowdfunding?

Non ultimo: consulenze nella disciplina su cui ti stai formando. Ovviamente

chiarisci che sei agli inizi, ma molto motivata e seria. E che fai prezzi molto

abbordabili proprio perché stai imparando. Così avrai modo di crearti un

piccolo gruppo di clienti affezionati – magari tra amici e conoscenti – che ti

faranno conoscere con il passaparola. E il tuo sogno comincerà a fruttarti

qualcosa!

Ricorda: c’è sempre un modo (e spesso più di uno). Parla del tuo progetto con

tutti, trasmetti entusiasmo: potresti trovare sponsor e sostenitori, dritte utili su

internet, bonus che ti portano più vicino al tuo obiettivo… Sii molto chiara (e

sincera) su quanto ti serve, e poi lascia che l’Universo ti dia una mano.

Alessia

Intanto Alessia ti invito a leggere le altre domande con il tag #scelte, perché puoi

trovare spunti utili. La tua scelta, probabilmente, non è tra due uomini, ma tra

due possibili percorsi di vita (ognuno di loro te ne offre uno diverso). Il

problema è che tu, come scrivi, hai “perso i tuoi punti di riferimento” e anche “la

gioia di vivere”. La tua ricostruzione deve partire da qui, altrimenti qualsiasi

relazione, anche con l’uomo migliore al mondo, parte su basi troppo fragili.

Partiamo dai punti di riferimento, ossia valori e situazioni stabili, su cui

contare. Sicura di non averne qualcuno? Azzardo qualche ipotesi: la salute?

Un’amica? Dei famigliari? Un lavoro? Insomma, cosa c’è di – per fortuna – stabile

nella tua vita, da cui attingere sicurezza? Quella è la tua base di partenza.

Sto vivendo in un frullatore…da un anno ho perso tutti i punti di riferimento di una

vita. Devo ritrovare la mia gioia di vivere e scegliere tra due uomini...chi scelgo?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Poi ci sei tu, appunto: i tuoi valori. Quelli non te li tocca nessuno. Quali sono? Io

non lo so, ma tu sì. Trova i tuoi top 5: amore? Indipendenza? Successo?

Armonia? Pensaci su e scegli. Sono le tue colonne portanti.

E poi la gioia di vivere. Quello è il tetto che protegge la tua “casa” dalla pioggia.

La gioia di vivere come si riconquista? Non si riconquista, si percepisce. E’ la gioia

di vivere appunto: la gratitudine e la felicità che percepisci perché sei viva. Oggi,

adesso. Un regalo inestimabile da non perdere mai di vista. Ora, hai il tuo terreno

di partenza, le colonne portanti, il tetto. Chi vuoi fare entrare in questa bella

casa? Quale partner la completa, e si combina meglio con i tuoi valori, e la rende

più solida? O forse vuoi prima godertela un po’ tutta per te?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

#talenti

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Miranda

Prima buona notizia: certo che ne hai, e anche tanti. Si tratta solo di riconoscerli

come tali, e decidere su quali puntare. E per identificare un talento, per prima

cosa devi capire che cos’è. Il talento, secondo me, è l’unione di una passione e

una competenza. Così è più facile? Prova a fare due elenchi, e a vedere dove e

come si sovrappongono.

Una volta che hai individuato i tuoi talenti, scegline uno. Quello su cui vuoi

puntare adesso. Mettiamo che tu abbia scoperto che sei brava a scrivere – e ti

piace pure. Come vuoi usare questo talento (se non lo usi, è come se non

esistesse!)? Fai anche qui un elenco di possibilità:

- Scrivo un blog

- Scrivo un racconto e partecipo ad un concorso letterario

- Chiedo sul lavoro se posso occuparmi io di attività che comprendono la

scrittura (presentazioni, brochure, comunicati stampa, bollettino

aziendale)

- Chiedo agli amici se posso mettere il mio talento al loro servizio (con gli

amici, almeno all’inizio, gratis. Con gli amici degli amici: si paga)

- Mando un articolo ad una rivista on line

- Per Natale, ho deciso che regalerò cose scritte da me, personalizzate, agli

amici

- Scrivo per due amici che si sposano la loro storia

Come vedi le possibilità sono 1000. Tu scrivile pure, e poi scegline una al mese.

Metti alla prova il tuo talento, fallo vivere, fagli prendere aria. E ti porterà in posti

che neanche immaginavi!

Leggi questo: http://torinoforyou.blogspot.it/2013/03/il-talento-e-

contagiosogioia-gottini.html

Il corso per te: C’è da chiederlo? Talent Factory (dal vivo e on line, controlla le

prossime edizioni sul mio sito)

Come riuscire a capire quali talenti sviluppare, se ne ho, per creare una vita

soddisfacente?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Ambra

Bella domanda!

I tuoi talenti e punti di forza hanno già un punto in comune: si chiama Ambra.

Sei tutte quelle cose – e molte altre – ma non devi necessariamente essere tutte

quelle cose contemporaneamente. E non è neanche scritto che devi usare tutti i

tuoi talenti sul lavoro. Magari sai cucinare bene, ma lo fai volentieri per gli amici:

ti ci vedi a farlo come lavoro, per 3 anni di seguito?

La prima cosa da fare è chiederti: quali di questi talenti devono stare in primo

piano nel mio lavoro?

Quali sono gli attori protagonisti, che stanno in scena l’80% del tempo?

E quelli che invece compaiono solo per un 20%? E le comparse?

Poi, un giorno, magari cambierai proprio rappresentazione, e distribuirai

diversamente le parti.

Parti da quello che vuoi fare oggi: quali punti di forza sono più utili? Dai spazio a

quelli. E coltiva gli altri in ambiti diversi: tempo libero, coppia, sport,

spiritualità…

Io credo molto nel focus: se do la mia energia a una cosa, la faccio crescere bene,

in modo organico. Tu a quale punto di forza vuoi dare il tuo spotlight ora? Qual è

quello che ti chiama con forza, oggi? Dagli spazio. Hai un’orchestra a

disposizione, vero, ma c’è sempre uno strumento che predomina, altrimenti è il

caos. Sii un buon direttore d’orchestra, e gli altri ti ascolteranno rapiti. E tu

saprai di avere azzeccato il RITMO.

Un post: http://www.daniellelaporte.com/inspiration-spirituality-

articles/mavens-connectors-visionaries-promoters-identifiers-which-are-you/

Un libro: The Truth About You: Your Secret to Success, Marcus Buckingham

Come posso valorizzare alcuni dei miei punti di forza/abilità che sono molto lontani

tra loro e dargli coerenza o almeno una parvenza di senso logico? (e non parlo solo

di farlo capire agli altri ma anche e soprattutto per me stessa). Se ho chiaro chi sono

riesco meglio a focalizzare obiettivi e azioni da compiere.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Serena

Cara Serena, avere tante passioni non è affatto un male. Ci sono persone curiose,

che vogliono sempre scoprire novità, a cui la routine non giova affatto. Tu sei una

di queste persone, e quindi: evviva. Però (c’era un però in sospeso, si capiva?):

qualunque sia la tua dotazione di base di curiosità ed entusiasmo, ti scontri con

dei limiti che non dipendono da te: quelli di tempo e di individualità. Lo so che

se potessi clonarti lo avresti già fatto, ma nell’attesa tu sei una sola, e hai 24 ore

a disposizione al giorno, anzi spero solo 16, visto che devi anche dormire. E

quindi devi decidere bene come usarle, quelle 16 ore. Cosa metterci dentro. E

soprattutto, devi guardare un po’ più in là: dove vuoi essere tra 1 anno, tra 2?

Perché se hai in mente un obiettivo, ci vuole un percorso, che prevede un

progresso costante, da A a B.

Forse la tua vita può essere come quella della protagonista di una serie TV

americana (quelle fatte bene): ad ogni puntata ti succedono cose nuove, incontri

nuovi personaggi, impari delle lezioni utili. Ma nel corso della stagione ci sono

anche presenze constanti, una storia più lunga che si evolve, insomma, si

mettono insieme alla fine o lui parte per il Perù? Ecco: se la tua vita – colorata,

appassionata, allegra, straripante – fosse un telefilm, qual sarebbe la domanda

che ci terrebbe incollati fino alla fine della stagione? Cosa stiamo aspettando di

scoprire noi spettatori? E tu?

Il blog: http://puttylike.com/

Alessandra

Io sono compulsiva, ingorda nelle mie passioni che sono tante... forse troppe? Mia

mamma ha sempre detto che questo è sia un punto di forza che di debolezza perché

forse se incanalassi tutta questa energia in meno cose riuscirei meglio ... non lo so,

ma non ci riesco. Se una cosa mi piace, mi incuriosisce, mi interessa diventa quasi

un'ossessione... e andrebbe bene se fosse una cosa sola per volta! In realtà lo sono

anche sul mangiare, questa è la verità. Come posso incanalare meglio le mie

energie straripanti e avere più controllo su me stessa?

Sono una ragazza di 26 anni che sta per laurearsi in giurisprudenza e da qualche

tempo sono assalita dai dubbi sul "dopo" o meglio non so cosa mi piace! il mio

problema è che non sono molto consapevole dei miei punti di forza e dei miei talenti

e più mi sforzo di cercarli e non li trovo! quindi la mia domanda è: come trovare i

miei talenti e punti di forza per costruirmi il lavoro e la vita che amo?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Eccomi! Allora, domanda legittima e più che normale. I talenti, come abbiamo

visto, sono l’unione di una competenza e una passione. Quali sono i tuoi? Cosa ti

appassiona? Cosa sei brava a fare? Per cosa ti cercano gli altri/o si

complimentano con te? Sono tutte indicazioni utili. E i punti di forza? Beh, quelli

sono… cose che ti viene da fare facilmente, e che ti fanno sentire FORTE mentre

le fai. Insomma, talenti e punti di forza non sono cose nascoste, da cercare con

sforzo: sono capacità e doti che possiedi in modo quasi naturale (o comunque,

che non ti pesa studiare, perché ti appassionano). Dubito che tu abbia un talento

per gli scacchi se non ti ha mai incuriosito giocarci. Quindi: i tuoi talenti sono già

qui, magari da quando eri piccola. Poi magari hai un talento per una cosa nuova,

tipo il rap, che prima non esisteva. O magari hai un talento per una cosa che

ancora non esiste, ma è solo uno dei talenti che hai. Il problema è quasi sempre il

contrario (vedi domanda di Ambra): troppi talenti, e la difficoltà a capire a quale

dare una prevalenza. Io dico con il più utile per te e per quello che vuoi fare ora.

Lettura consigliata: http://gioiagottini.com/2013/07/anche-le-idee-invecchiano/

Corso consigliato - davvero, e non solo perché lo faccio io, il corso Talent Factory

Ginetta

Ti capisco benissimo: è la sindrome dell’eterno studente. In teoria è anche bello:

non si finisce mai d’imparare, no? E ora su internet si trova di tutto. Perfetto?

Mica tanto. Perché si rischia di continuare ad accumulare sapere su sapere,

senza mai passare all’azione. Fino a quando l’apprendimento diventa un alibi

per non fare (hai presente quegli studenti fuoricorso da 15 anni? Ecco: non è che

amano tanto studiare. E’ che hanno paura del mondo là fuori). Ecco una via

d’uscita in 3 mosse:

1. Decidi che imparerai UNA cosa nuova all’anno. E’ tantissimo, se ci pensi.

Un corso on line, un workshop, un ciclo di conferenze… quello che vuoi,

Quello è il tuo apprendimento annuale.

2. Una volta che hai appreso in linea teorica questo nuovo sapere, mettilo in

pratica. Se è clown terapia, vai a fare volontariato in ospedale, oppure

organizza un corso nelle scuole. Insomma, hai 6 mesi di tempo finita la fase

“scolastica”, per trasformare il tuo sapere teorico in esperienza pratica.

Accumulo informazioni su un argomento che mi interessa (es. la clown terapia)

scarico materiale da internet compro qualche libro sull'argomento, se mai faccio

anche qualche seminario, ma non ho la costanza e il metodo di organizzare questi

materiali per “renderli miei” per acquisire nuove abilità non solo informazioni.

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

3. Adesso, e solo adesso, quando hai unito sapere a esperienza, sei nella

posizione di decidere cosa farne: vuoi continuare, o passare ad altro?

La verità è che l’unico modo per imparare qualcosa davvero è farlo. E condividere

quello che sai con gli altri, rendendolo un sapere utile, usufruibile, che fa la

differenza e cambia la vita a qualcuno, anche solo per 10 minuti.

Alessandra

Cara Alessandra, confesso che mi sono persa un po’ anche io tra i tuoi talenti. E

per questo ti rimando alla risposta di Ambra: anche lei alla ricerca di come

conciliare le sue tante “anime” professionali e non. Si può fare? Sì, ma devi essere

creativa e… anche un po’ archeologa, perché c’è un lavoro di scavo da fare. Devi

andare in profondità nelle cose che ti piace fare, e chiederti PERCHE’ ami fare

proprio quelle cose e non altre. Però non ti accontentare della prima risposta

preconfezionata che tiri fuori. Richiediti lo stesso perché almeno 5 volte.

Fallo per tutte le tue passioni/talenti (archeologia, scrittura, organizzazione) e

quando hai raccolto le risposte relative osservale – anzi, meglio se lo fai il giorno

dopo. Ci sono dei tratti in comune? Se sì, bingo! Hai trovato la quadra, ossia il

modo in cui fondere le tue passioni nella tua MISSION, da declinare in tanti modi

diversi, finché trovi quello che ti intriga di più. E se la risposta è no? Lascia

andare quella che si allaccia meno alle altre: potrà sempre trasformarsi in un

hobby.

Una volta che hai capito cosa vuoi e sai fare, ti servirà il modo per comunicarlo al

mondo: ossia un bel corso di personal branding. Anche io ne tengo: li trovi sul

mio sito.

Ho iniziato sicura di voler fare ed essere una cosa (l’archeologa), poi negli anni mi

son ritrovata a fare altre esperienze (spesso esaudendo dei sogni nel cassetto), ma

senza “essere”. Oggi mi sento dispersa tra mille interessi. Amavo intensamente

scavare e vorrei riprovare questa emozione, trovando il MIO lavoro. Amo raccontare

storie: forse la mia strada è scrivere. Organizzare, trovare una soluzione ai problemi

di spazio, mi fa sentire bene: forse la mia strada è l’organizzazione domestica.

La mia domanda è: posso percorrere queste due strade contemporaneamente e

farle diventare un lavoro, senza perdermi?

60 DOMANDE ALLA COACH GIOIA GOTTINI

Grazie per essere arrivata qui, e grazie a tutte le persone che hanno

partecipato al coaching pop up con le loro domande. E’ stata una bellissima

esperienza, e sono felice che adesso, tramite questo e-book, sia disponibile a

tutti e a lungo.

Qualche domanda ti ha colpito più delle altre? Ti sei riconosciuta? Vorresti

approfondire una risposta?

Ti aspetto sul mio sito,

www.gioiagottini.com e sulla mia

pagina Facebook, per continuare la

conversazione.

Gioia