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Approccio moderno alla protesica d’anca
Prof. F. Marcucci
I dati più recenti confermano l’Italia tra i primi posti in Europa per numero di protesi d’anca impiantate ( circa 100.000 nel 2013, dietro Francia e Germania) e, in base ai dati evidenziati dall’ OMS, al secondo posto assoluto per capacita'di risposta assistenziale universale in rapporto alle risorse investite
Si stima un incremento annuo del numero di impianti del 5%, nei prossimi anni
Grazie ai nuovi materiali, alle tecniche chirurgiche «dolci» che preservano al massimo i tessuti e alle protesi concepite per il risparmio del bone stock sono sempre di più il numero di persone giovani che si sottopongono all’intervento di artroprotesi d’anca ( 20.000 under 65 e 5.000 under 50, nel 2013)
La percentuale delle donne operate sale dal 65% al 75% del totale dei pazienti, se si includono gli interventi conseguenti alle fratture da osteoporosi
L’ introduzione delle protesi ANALLERGICHE ha aperto la strada all’ intervento nei pazienti sensibili ai materiali protesici tradizionali
Dati statistici
1948: Protesi cefalica in resina acrilica (JUDET)
1952: Endoprotesi metallica non cementata (THOMPSON-MOORE)
1958: Artroprotesi totale M/M (McKEE - FARRAR)
1961: Low Friction Arthroplasty (J. CHARNLEY)
1975: Artroprotesi totale non cementata (LORD)
1982: Artroprotesi a conservazione del collo femorale (PIPINO)
1980-1990: Sviluppo della protesi non cementata. Cementare o no?
1990-2000: Sviluppo della protesi a conservazione di collo femorale
2000-2010: Nuovi concetti sulla tribologia dei metalli. Quale accoppiamento utilizzare?
2010- : Nuovi concetti sull’allergia ai materiali protesici
I primi tentativi di artroplastica risalgono alla fine del 1800
CENNI STORICI
Una vasta esperienza che offre molte soluzioni
Intervento primario
Endoprotesi
Artroprotesi
Intervento di revisione
IN CASO DI USURA O FALLIMENTO
ENDOPROTESI
ARTROPROTESI
• FRATTURA SOTTOCAPITATA
• FRATTURA TRANSCERVICALE
• COXARTROSI
• MALATTIE REUMATICHE (AR)
• FRATTURE MEDIALI DI COLLO FEMORE
• OSTEONECROSI ASETTICA DELLA TESTA
• ESITI DI LUSSAZIONE CONGENITA
• DISPLASIE
• FALLIMENTO DI PRECEDENTI INTERVENTI ARTICOLARI
IN PAZIENTE CON
ACETABOLO NON
COMPROMESSO
Intervento primario
Dolore
Impotenza Funzionale
Zoppia
QUALI SONO I MOTIVI PRINCIPALI CHE SPINGONO IL PAZIENTE AD ANDARE DALL’ ORTOPEDICO?
BIVIO
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
INTERVENTOCHIRURGICO
DOPO UN’ ACCURATA ANAMNESI, LA VALUTAZIONE CLINICA E LE INDAGINI DI DIAGNOSTICA STRUMENTALE SONO IL PRIMO PASSO PER UNA CORRETTA SCELTA TERAPEUTICA
Harris Hip Score
(HHS)• Valutazione clinica e
funzionale del grado di
inabilità
Timed Up and
Go test (TUG)
• Tempo impiegato a
percorrere 6 metri,
partendo dalla
posizione seduta
Questionario
SF-36
• Valutazione della qualità di vita
prima e dopo l ’ intervento
chirurgico
TEST UTILI
ANCHE NEL
FOLLOW UP
VALUTAZIONE CLINICA
DIAGNOSTICA STRUMENTALE
Proiezioni:
Radiografia in AP del bacino
Radiografie in assiale (Frog Leg Lateral)
UTILI ANCHE PER
UN EVENTUALE
PLANNING
TC
Rx standard
Dexa
• Valutazione pre-operatoria
della BMD lombare e
femorale
CASI PARTICOLARI
PAZIENTE RX VALUTAZIONECLINICA
1. Terapia conservativa
FANS INFILTRAZIONI ALL’ ANCACONDROTROFICI PER OS
FKTTERAPIA FISICA
UTILE IN PREPARAZIONE DI UN FUTURO INTERVENTO CHIRURGICO PER RIDURRE I
TEMPI DI RECUPERO
2. Viene posta indicazione all’ intervento chirurgico
PAZIENTE
• Richiesta funzionale• Età (biologica)• Sesso• Osteoporosi• Allergie ai materiali protesici • Comorbilità• Rischio operatorio (ASA)
RX CLINICA
OBIETTIVI
• RISOLUZIONE DELLA SINTOMATOLOGIA ALGICA
• RIPRISTINO DELL’ AUTONOMIA FUNZIONALE
• STABILITA’ E LONGEVITA’ DELL’IMPIANTO
PLANNING
Percorso diagnostico-terapeutico
Obiettivi del planning pre-operatorio
Migliorare l’abilità del chirurgo nel:
• Ripristinare la lunghezza degli arti
• Ripristinare l’offset femorale
• Impiantare correttamente le componenti protesiche
• Assicurare una scelta corretta del tipo di impianto
Avere un’idea precisa:
• del quadro Anatomico-Patologico
• delle componenti che verranno impiantate
Evitare il malposizionamento delle componenti protesiche,
che può portare a:
• Aumento dell’usura delle componenti (wear debris)
• Rischio aumentato di lussazioni
• Mancata osteointegrazione delle componenti
• Dismetria degli arti
PLANNING
RX in AP del bacino
La posizione degli arti è
FONDAMENTALE
Gli arti devono essere
intraruotati di
15°-20° per annullare la
fisiologica antiversione del collo
femorale
• Paziente supino
• Anca flessa ed extraruotata
• Angolo tra ginocchio e tavolo
di circa 15°-20°
Assicura una
VISIONE ORTOGONALE
alla proiezione in AP
RX in assiale (Frog Leg Lateral)
PLANNING
Cenni di biomeccanica
XB
A
Forze che agiscono sul cingolo pelvico durante la deambulazione
Forza peso: che agisce sul un braccio di leva X-B
Forza muscoli abduttori dell’anca: che agisce sul un braccio di leva A-B
Per mantenere la stazione
eretta in appoggio
monopodalico i muscoli
abduttori dell’anca devono
esercitare una forza pari a
2,5 volte quella del peso
corporeo a causa della
differenza di lunghezza del
braccio di leva X-B/A-B
PLANNING
Bilancia di Pauwels
Cenni di biomeccanica
PLANNING
A-B: Teardrop Aspetto inferio-mediale dell’acetabolo
Il bordo mediale rappresenta il labbro inferiore del muro acetabolare
C-D: Linea passante per i piccoli trocanteri femorali
Utile per la valutazione di dismetrie
A B
Linea ileo-ischiatica
CD
Determinazione del
Centro di Rotazione
della testa femorale
(CRF)
Diversi Metodi
• Metodo Pagnano
• Metodo Pierchon
Step 1: riferimenti radiografici
Angolo cervico-diafisario (CCD)
• Valore medio 125° (115-140)
• Esprime il grado di
lateralizzazione del femore,
influisce sulla lunghezza dell’off-
set e del braccio di leva degli
abduttori
Offset
• Distanza perpendicolare tra asse del
femore e centro di rotazione della
testa (CRF)
• Quantifica il grado di
lateralizzazione del femore e
influenza il braccio di leva degli
abduttori (lever arm)
Lever Arm
• Distanza tra CRF e la linea tangente al gran trocantere
• Funzione del CCD e dell’offset
• Esprime la tensione degli abduttori e quindi il momento della forza
muscolare che controbilancia il peso corporeo (principi di Pauwels)
• Esprime anche la tensione degli extrarotatori
Step 2: posizionamento del cotile
Inclinazione ottimale di circa 45°
rispetto al piano orizzontale
Buona copertura ossea del neo-
cotile
Rispetto della linea ileo-ischiatica
come limite mediale
Minor diametro possibile,
maggior rispetto del bone-stock
Step 2: posizionamento del cotileSpesso bisogna trovare un compromesso
tra posizionamento del cotile e
corrispondenza del centro di rotazione
ideale
Dal punto di vista biomeccanico è
conveniente tenersi medialmente al
CRF ideale, in quanto si riduce il
rapporto tra i due bracci di leva delle
forze che agiscono sul cingolo pelvico
(Principi di Pauwels)
E’ conveniente, inoltre cranializzare il
nuovo CRF piuttosto che caudalizzarlo, in
quanto più facile recuperare la dismetria
generata attraverso la scelta della
lunghezza della testa e dell’affondamento
dello stelo femorale
Step 3: posizionamento dello stelo
Mantenere un buon allineamento con
l’asse longitudinale del femore
Mantenere un buon contatto tra il profilo
dello stelo e le corticali femorali
Scegliere offset e lunghezza della testa
in base al CRF pre-determinato
Considerazioni
Offset e Lever Arm• Funzione della lunghezza del collo e dell’angolo CCD
• Esprimono il grado di lateralizzazione “dell’anca”
• Influenzano l’asse meccanico dell’arto inferiore
• Se insufficienti determinano zoppia poiché avvicinano le inserzioni dei
pelvi-trocanterici
• Se eccessivi determinano difficoltà alla riduzione, una prevalenza degli
extrarotatori, una dislocazione postero-mediale del gran trocantere
Offset e CRF• Fondamentali elementi di influenza sulla lunghezza degli arti
inferiori oltre che sulla lateralizzazione o medializzazione
dell’impianto protesico
PAZIENTE RX
PLANNING
CLINICA
BIOMECCANICA
Percorso diagnostico-terapeutico
BIOMECCANICA FISIOLOGICA VS BIOMECCANICA PROTESICA
Con l’impianto di una protesi,
si modificano gli equilibri
meccanici fisiologici
Scopo di una articolazione
artificiale è realizzare un sistema
che, in accordo con la cinematica
fisiologica, consenta di sopportare
i carichi e di minimizzare l’usura e
l’attrito, garantendo la necessaria
stabilità ed evitando l’insorgere di
reazioni dannose nell’organismo.
PAZIENTE RX
PLANNING
CLINICA
BIOMECCANICABIOMECCANICA FISIOLOGICA VS
BIOMECCANICA PROTESICA
LE SCELTE DEL CHIRURGO, VALUTATE IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE, SONO FONDAMENTALI PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’ OBIETTIVO
FATTORI OSTEOGENETICI
FATTORI MECCANICI
SCELTA DEI MATERIALI TECNICA CHIRURGICA
OBIETTIVO FINALE
Percorso diagnostico-terapeutico
SCELTA DEI MATERIALI
• Acetabolo• Diametro testa • Tribologia• Modularità• Stelo• Rivestimenti• Finiture Speciali
TECNICA CHIRURGICA
• ACCESSO STANDARD ( laterale; postero-laterale)
• ACCESSO MINI-INVASIVO (incisione cutanea ridotta, minor danno dei tessuti molli)
• TSS «Tissue Sparing Surgery» (oltre i tessuti molli, viene preservato il bone-stock)
• Chirurgia Computer-Assistita (CAS)
• Active Robot Surgery(abbandonata)
ALETTE
FILETTATURA
VITI
METAL BACK E MODULARITA’
PRESS FIT
CEMENTO
ACETABOLO
TRIBOLOGIA
NUOVI MATERIALI
STELO
1. PROTESI CEMENTATA O NON CEMENTATA ?
2. INTRODUZIONE DELLO STELO CORTO
3. EVOLUZIONE DAL PASSATO
La stabilità di un impianto protesico si ottiene in due tempi distinti
Al momento della procedura chirurgica, determinata dal press-fit dell’impianto
Il design dello stelo e della sua superficie impediscono i movimenti nel sito di impianto
Insieme dei processi biologici che portano alla formazione di nuovo tessuto osseo attorno alla protesi
Protesi Cementate Protesi Non Cementate
Protesi Non Cementate
Rivestimento Poroso
•Esistono diverse tipologie di rivestimenti porosi
•Struttura tridimensionale che stimola la produzione di nuovo tessuto osseo, favorendo i fenomeni osteoinduttivi ed osteoconduttivi
•Alla fine dei processi osteointegrativi si avrà una interconnessione con l’osso circostante
Rivestimento in Idrossiapatite (HA)
•Fosfato di calcio e carbonato di calcio, che costituiscono la matrice inorganica dell’osso, si trovano normalmente sotto forma di HA
•HA conferisce una rapida colonizzazione dell’impianto
•Grazie alle nuove tecniche, come il plasma-spray, il rivestimento è più sottile, resistente alla corrosione chimica e distribuito omogeneamente
•Conferiscono una buona stabilità primaria
•Il cemento riempie gli spazi tra osso e impianto,
migliorando la trasmissione dei carichi
•Assenza di fenomeni osteointegrativi, per la
presenza di un’interfaccia osso-cemento e di una
cemento-impianto (rimodellamento periprotesico)
•Aumentato rischio di frattura in pz particolarmente
attivi
•Usate nei pz anziani, con scarsa bone-quality
INTRODUZIONE DEGLI STELI CORTI
JISRF Short Stem Classification System
1. Head Stabilized
2. Neck Stabilized
3. Metaphyseal Stabilized
4. Conventional – Metaphyseal/Diaphyseal Stabilized
INTRODUZIONE DEGLI STELI CORTI
INTRODUZIONE DEGLI STELI CORTI
INTRODUZIONE DEGLI STELI CORTI
LA FILOSOFIA PROTESICA INCONTRA LA TECNICA CHIRURGICA
(Neck Stabilization)• Diametro medio-laterale ampio con la
presenza di un appoggio laterale
• Diametro antero-posteriore crescente in
direzione medio-laterale
• Forma priva di qualsiasi tipo di spigolo
che permette una più uniforme
trasmissione di carico alla metafisi
femorale
• Ampia superficie di contatto seppur con
una minore lunghezza (assenza dello
stelo) dell’impianto stesso (rispetto agli
steli tradizionali)
IMPORTANTI RAPPRESENTANTI DELLA TISSUE SPARING SURGERY
(TSS)
La TSS, è un razionale che si diversifica dalla mininvasività,
recentemente introdotta con successo dagli
Autori statunitensi, che suggerisce una riduzione
dell’incisione
cutanea ed il rispetto delle parti molli, senza far
cenno al rispetto del bone stock osseo per cui non prevede
l’impiego di protesi dedicate (miniprotesi). La TSS
invece prevede il rispetto di tutti i tessuti molli e dell’osso
per cui sono state realizzate protesi dedicate, finalizzate
al risparmio del patrimonio osseo .
• Primo Impianto : 21 gennaio 2010
• Eredità dei successi della protesi di Spotorno
• Eccellente stabilità primaria
• Stelo dal design conservativo
• Corretto ripristino dell’offset
• Alette prossimali e distali per incrementare la fissazione e la
stabilità rotazionale
• Non cementato basato sulla riconosciuta osteointegrazione
del rough blast titanium
• Utilizzabile in tutti gli approcci, compresi i mini-invasivi
• Design brevettato della raspa
EVOLUZIONE DAL PASSATO
GTS FEMORAL STEM
PRIMARY CEMENTLESS
PAZIENTE RX
PLANNING
CLINICA
BIOMECCANICA
FATTORI OSTEOGENETICI
FATTORI MECCANICI
SCELTA DEI MATERIALI TECNICA CHIRURGICA
VENGONO SODDISFATTI TUTTI I REQUISITI…OBIETTIVO RAGGIUNTO
Percorso diagnostico-terapeutico
LA CHIRURGIA COMPUTER ASSISTITA (CAS) SI PROPONE DI OTTIMIZZARE IL
POSIZIONAMENTO DELLA COMPONENTE ACETABOLARE (E SI LIMITA ALLA SOLA
APERTURA DEL CANALE FEMORALE, IN QUANTO LA POSSIBILITA’ DI NAVIGAZIONE
DELLE RASPE NON E’ ANCORA DISPONIBILE)
ALL’ELEVATO COSTO DELLA PROCEDURA, SI AGGIUNGONO DELLE INSIDIE
TEMI DI DIBATTITO SONO RAPPRESENTATI DA:
• UNA SBAGLIATA POSIZIONE DEL PAZIENTE CHE PUO’ PROVOCARE
UN’ ACQUISIZIONE FALSATA DEL PROFILO OSSEO
• RISCHIO DI SPOSTAMENTO DEI SENSORI E ALTERAZIONE DELL’ ACQUISIZIONE TC
• PROLUNGAMENTO ECCESSIVO DEL TEMPO CHIRURGICO
UN’ INTERESSANTE ALTERNATIVA E’ OFFERTA
DALLA SOLUZIONE «CUSTOM-MADE»
TECNICHE CHIRURGICHE INNOVATIVE
Last but not least the joker...
sorry…THE SURGEON!
GRAZIE
Approccio moderno alla protesica d’anca
Prof. F. Marcucci