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Previdenza obbligatoria e complementare: conoscere per comprendere, comprendere per scegliere

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Previdenza obbligatoria e complementare: conoscere per comprendere, comprendere per scegliere. Premessa. Già da quando si comincia a lavorare e, comunque, prima possibile se abbiamo una carriera lavorativa già avviata, dobbiamo porci le seguenti domande. - PowerPoint PPT Presentation

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Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica

Premessa

Già da quando si comincia a lavorare e, comunque, prima possibile se abbiamo una carriera lavorativa già avviata, dobbiamo porci le seguenti domande.

1. Quanto reddito mi garantirà la pensione pubblica in rapporto all’ultimo stipendio?

2. Lo ritengo sufficiente? Se no, di quanta integrazione potrei avere bisogno per raggiungere il livello che ritengo sufficiente e/o adeguato?

3. Qual è il livello di contribuzione ad una forma di previdenza complementare che devo e/o posso sostenere per assicurarmi questa integrazione?

4. Quali sono gli strumenti e le modalità da usare (tra le forme pensionistiche complementari e, nel loro ambito, tra le linee di investimento) per costruirmi questa integrazione?

2L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Premessa

L’intento di questa presentazione è stimolare ciascuno a porsi queste domande e a cercare di rispondervi anche attraverso un percorso di informazione e di conoscenza del nostro sistema previdenziale.

Da soli o con l’aiuto di persone che operano in campo previdenziale dobbiamo verificare se il reddito che ci attende è “adeguato e sostenibile” per le nostre esigenze.

Dobbiamo inoltre decidere se fare scelte di risparmio previdenziale aggiuntivo attraverso la previdenza complementare.

3L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Premessa

Per una scelta coerente e consapevole occorre:

conoscere il tasso di sostituzione atteso della propria pensione in base alla situazione personale

pianificare la pensione in base ai propri bisogni previdenziali avere qualche conoscenza di nozioni di previdenza al fine

di fare le scelte coerenti rispetto alle aspettative conoscere le tipologie delle rendite ed i prodotti offerti dalle

forme pensionistiche complementari

4L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Premessa

Nel tempo numerosi sono stati i traguardi raggiunti nella direzione del miglioramento e del rafforzamento del nostro sistema di stato sociale (welfare state). La sicurezza sociale è stata estesa ad un numero crescente di lavoratori e cittadini ed è migliorata per ciascuno.

Le difficoltà della finanza pubblica e l’allungamento della vita media hanno però costretto a rivedere alcune regole di funzionamento dei sistemi pensionistici. Cambiano i sistemi di protezione sociale e cambia la tutela previdenziale .

Per affrontare e programmare il futuro occorre conoscere questi cambiamenti che incidono sulla vita di ognuno di noi.

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Principi fondamentali della previdenza italiana

Art. 38 Costituzione

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.

Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.

L'assistenza privata è libera.

6L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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LE PENSIONI OBBLIGATORIE DEI DIPENDENTI PUBBLICI

I SEZIONE

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Sistemi di gestione e finanziamento e criticità dei sistemi pensionistici pubblici

I sistemi di finanziamento della previdenza possono essere:- A ripartizione e basati sui contributi sociali : i contributi

dei lavoratori attivi servono a pagare le prestazioni di chi è in pensione

- A capitalizzazione: la pensione è pagata utilizzando i contributi versati per singolo lavoratore o gruppi di lavoratori e i rendimenti ottenuti investendo quei contributi

- A ripartizione a fiscalità generale: le pensioni sono a totale carico del sistema fiscale

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Sistemi di gestione e finanziamento e criticità dei sistemi pensionistici pubblici

Il sistema pensionistico pubblico a ripartizione subisce l’influenza de’:

- l’allungamento della vita media

- la diminuzione del tasso di natalità

- la diminuzione del rapporto tra il numero degli occupati e quello dei pensionati

Dalla fine degli anni 70, anche per effetto di questi fattori, si è determinato l’aumento della spesa pensionistica

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Per contenere la spesa pensionistica e stabilizzarla, queste le leve utilizzate:

Riduzione dell’ammontare delle pensioni pagate

(= minori uscite)

Aumento dei contributi versati

(= maggiori entrate)

Aumento dell’età minima per andare in pensione

(= minori uscite e contemporaneamente maggiori entrate)

Le linee guida delle riforme degli anni 90

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Il sistema pensionistico obbligatorioI metodi di calcolo e di accesso

… da dove vengo e dove vado ?…

Esistono tre diversi sistemi di calcolo delle pensioni a seconda dell’anzianità maturata al 31 dicembre 1995 (Legge 335/1995) : Retributivo: applicabile a coloro i quali possono far valere al 31

dicembre 1995 almeno 18 anni di contributi

Contributivo: applicabile a coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 e non possono far valere in alcun modo contributi fino a quella data (neanche con accrediti figurativi o da riscatto)

Misto: applicabile a coloro i quali hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995

Le differenze riguardano anche alcune regole di accesso alle prestazioni

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La pensione di vecchiaia - Il diritto nel sistema retributivo e misto

Si acquisisce in seguito alla cessazione dal servizio con 65 anni di età con almeno 20 anni di contributi.

•Le donne lavoratrici dipendenti del settore privato conseguono il diritto al compimento dei 60 anni ma possono continuare a lavorare fino ai 65•Le donne lavoratrici del settore pubblico, a partire dal 2012, conseguono il diritto non prima dei 65 anni (art. 12, c. 12-sexies legge 122/10).

Deroghe Restano fermi i più bassi limiti di età per il personale delle forze armate e di polizia, sia donne che uomini. Mantengono il diritto a pensione le lavoratrici iscritte all’Inpdap che hanno maturato i requisiti contributivi ed anagrafici prima del 1°/1/2012.

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La pensione di anzianità – il diritto nel sistema retributivo e misto

Il diritto si acquisisce in seguito alla cessazione dal servizio avvenuta

prima di aver raggiunto il limite di età per la pensione di vecchiaia, se in possesso di determinati requisiti anagrafici e/o di servizio.

dal 1° gennaio 2008 sono in vigore due diverse modalità:

1. Requisito dei 40 anni di contributi a prescindere dall’età (di cui all’articolo 1, comma 25, lettera b), della legge n°335/95);

2. Requisiti contributivo (minimo 35 anni) e di età accompagnati dalle cosiddette quote (somma di età e contributi). I requisiti di età salgono gradualmente fino a 62 anni. Si tratta dei cosiddetti “scalini” della legge n°247/2007 che hanno sostituito lo “scalone” (innalzamento in una sola volta) della legge 243/2004, che avrebbe dovuto intervenire dal 1° gennaio 2008.

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La pensione di anzianità – il diritto nel sistema retributivo e misto

In dettaglio ecco i requisiti anagrafici e/o di servizio per la pensione di anzianità oggi ( con le cosiddette quote) La decorrenza è un anno dopo la maturazione dei requisiti

(Allegato 1 – Tabella B Legge n. 247/2007)

Anno di pensionamento

“quota” da raggiungere tra età anagrafica ed

anzianità contributiva

Età anagrafica minima per l’accesso al pensionamento

Anzianità contributiva

Dal 01/07/2009

Al 31/12/2010

95 59

oppure 60

36

e 35

Dal 01/01/2011

Al 31/12/2011

96 60

oppure 61

36

e 35

Dal 01/01/2012

Al 31/12/2012

96 60

Oppure 61

36

e 35

Dal 01/01/2013 9761

oppure 62

36

e 35

Con 40 anni di contributi si prescinde dal requisito dell’età

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La pensione di vecchiaia (e di anzianità)- Il diritto nel sistema contributivo

Nel sistema contributivo la pensione è unica e comprende quella di vecchiaia e quella di anzianità

I requisiti sono quasi gli stessi del sistema retributivo e misto

Uomini : 65 anni di età ed almeno 5 di contribuzione effettiva; Donne: 60 anni di età ed almeno 5 di contribuzione effettiva; Donne lavoratrici del settore pubblico: a partire dal 2012 65 anni di età ed

almeno 5 di contribuzione effettiva

Mantengono il diritto con i vecchi criteri coloro che avevano maturato i requisiti entro il 31/12/2010

(continua …)

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La pensione di vecchiaia (e di anzianità)- Il diritto nel sistema contributivo

(… segue)

I requisiti sono quasi gli stessi del sistema retributivo e misto

Per l’accesso alla pensione prima dell’ età pensionabile, valgono le stesse regole per l’accesso alla pensione di anzianità del sistema retributivo e misto (almeno 35 anni di anzianità contributiva in combinazione con le età e le quote) oppure almeno 40 anni di anzianità contributiva, senza vincoli di età anagrafica. Nel computo dei 35 o 40 anni non rientrano i versamenti a titolo di riscatto o prosecuzione volontaria, fatta eccezione per i riscatti di periodi di studio, la cui valutazione è stata introdotta con la legge 247/2007

E’ possibile accedere al pensionamento prima del compimento del 65° anno di età, a condizione che l’importo della pensione sia di almeno 1,2 volte quello dell’assegno sociale

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I nuovi limiti di età a partire dal 2015 (Legge n. 102/2009 e legge n. 122/2010 - manovre 2010 e 2011)

Dal 2015 è previsto l’adeguamento dei limiti di età per le pensioni di vecchiaia ed anzianità e quindi l’aggiornamento del valore delle quote (che combinano età e contributi per le pensioni di anzianità) in ragione dell’incremento della speranza di vita.

L’adeguamento ha periodicità triennale ed è adottato con regolamento da emanarsi da parte del Ministro del Lavoro entro l’anno precedente a quello in cui ha effetto.

Il primo incremento, previsto per il 2015, non potrà superare i 3

mesi

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La decorrenza delle pensioni di vecchiaia e anzianità nei tre sistemi (retributivo, misto, contributivo)

PER CHI MATURA IL DIRITTO A PENSIONE PER LA PRIMA VOLTA A PARTIRE DAL 2011 LA PENSIONE E’ MESSA IN PAGAMENTO 12 MESI DOPO LA MATURAZIONE DEL REQUISITO

Alcune deroghe (per la pensione di vecchiaia)Per coloro i quali hanno già maturato il diritto alla pensione ed alla decorrenza secondo le vecchie regole non viene applicato il differimento di un anno;tra questi rientrano anche i soggetti che maturano l’età per la pensione di vecchiaia anche dopo il 2011 ma che l 2010 avevano acquisito il diritto alla pensione di anzianità;continua l’esclusione dalle finestre, sia fisse che mobili, per i lavoratori del comparto scuola, la cui decorrenza della pensione coincide con l’inizio dell’anno scolastico (1° settembre di ogni anno)

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La misura della pensione – nel sistema retributivo

… Se mi trovassi nel sistema retributivo come sarebbe calcolata la mia pensione?...Il calcolo della pensione è basato sull’importo delle retribuzioni percepite nell’ultima parte della vita lavorativa e rapportato a coefficienti di rendimento collegati agli anni di anzianità contributiva. … nel dettaglio …

Con il d. lgs. 503/92 la pensione, viene calcolata sulla base di due quote:

QUOTA A, la quale è basata sull’importo della retribuzione percepita l’ultimo giorno di lavoro, rapportata al coefficiente di “rendimento” maturato al 31/12/1992 in base all’anzianità contributiva maturata alla stessa data;

QUOTA B, determinata sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi 10 anni precedenti il pensionamento e rivalutate in base agli indici del costo della vita (più un punto) e riferita all’anzianità contributiva maturata dal1/1/1993

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La misura della pensione – nel sistema contributivo

… se la mia pensione fosse calcolata con il sistema contributivo …

Il calcolo della pensione con il sistema contributivo è basato sul montante derivante dai contributi accantonati e rivalutatati durante tutta la vita lavorativa (Montante Contributivo) e “restituiti” al lavoratore sotto forma di pensione, rapportati ad un coefficiente, detto di trasformazione , legato all’età alla data del pensionamento (art 1 comma 6 L. 335/95)

Calcolo pensionistico utilizzato per coloro che sono privi di anzianità contributiva al 31/12/1995 o che optino per tale sistema (L. 335/95)

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La misura della pensione – nel sistema contributivo. I coefficienti di trasformazione vecchi e nuovi a confronto

COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE (legge 247/2007)

Divisori Età' Valori Attuali in %Valori Norme

PrecedentiDifferenza in %

22,627 57 4,419 4,720 -6,377

22,035 58 4,538 4,860 -6,626

21,441 59 4,664 5,006 -6,832

20,843 60 4,798 5,163 -7,070

20,241 61 4,940 5,334 -7,387

19,635 62 5,093 5,514 -7,635

19,024 63 5,257 5,706 -7,869

18,409 64 5,432 5,911 -8,104

17,792 65 5,620 6,136 -8,409

tasso di sconto = 1,5 %

Fonte: Allegato 2 tabella A Legge 247/2007, in vigore dall'1/1/2010

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La misura della pensione – nel sistema contributivo

Montante Contributivo Euro 700.000,00 :Età al pensionamento anni 62 : anni 18,1369 = Pensione annua lorda Euro 38.595,00

PERCENTUALIZZAZIONE DEI DIVISORIDETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE

100 : 18,1369 = 5.514%

Montante Contributivo Euro 700.000,00 XEtà al pensionamento anni 62 coeff. Trasf. 5,514% =Pensione annua lorda Euro 38.598,00

Esempio di calcolo della pensione con i coefficienti vigenti fino al 31.12.2009

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La misura della pensione – nel sistema contributivo

Montante Contributivo Euro 700.000,00 :Età al pensionamento anni 62 : anni 19,635 = Pensione annua lorda Euro 35.651,00

PERCENTUALIZZAZIONE DEI DIVISORIDETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE

100 : 19,635 = 5,093%

Montante Contributivo Euro 700.000,00 XEtà al pensionamento anni 62 coeff. Trasf. 5,093 % =Pensione annua lorda Euro 35.651,00

Esempio di calcolo della stessa pensione con i criteri di oggi(tabella A allegato 2 legge 247/2007)

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Col sistema contributivo la misura del trattamento pensionistico dipende, quindi, da:

Ammontare dei contributi versati Età al momento del pensionamento Tasso di crescita del Pil Tasso di crescita del proprio reddito (contratti e carriera) Coefficienti di trasformazione (speranza di vita al

momento del pensionamento)

La misura della pensione – nel sistema contributivo

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Il sistema misto – regole di accesso e calcolo

… per chi ha contributi prima del 1996 in numero inferiore ai 18 anni …

Per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi

Le regole di accesso sono quelle del sistema retributivo La pensione sarà calcolata in parte con il sistema retributivo ed in

parte con il sistema contributivo e sarà data dalla somma di più quote:

- la quota o le quote calcolate secondo il sistema retributivo, relative all'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995;- la quota calcolata secondo il sistema contributivo, relativa all’anzianità contributiva maturata dopo il 31 dicembre 1995. 

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Le riforme intervenute dagli anni 90 stanno producendo le seguenti conseguenze

Riduzione del tasso di copertura rispetto all’ultimo stipendio (tasso di sostituzione = rapporto tra la prima rata di pensione e l’ultima retribuzione)

Incremento dell’età media di pensionamento

In tempi recenti la diminuzione delle prestazioni pensionistiche è dovuta anche a cambiamenti del lavoro:

- ingresso ritardato nel mondo lavorativo

- crescente ricorso ai contratti atipici (lavori a progetto, flessibili, part-time etc) che prevedono sottocontribuzioni

- periodi prolungati privi di tutela previdenziale per mancato lavoro

I tassi di sostituzione dopo le riforme

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I tassi di sostituzione in dettaglio

… misurare la mia prima pensione rispetto all’ultimo stipendio …

Il tasso di sostituzione esprime il rapporto fra l’importo della prima rata di pensione e l’ultima retribuzione. Misura, pertanto, la variazione del reddito del lavoratore nel passaggio dalla fase attiva a quella di pensionamento.

I tassi di sostituzione, calcolabili al lordo e al netto del prelievo contributivo e fiscale, mostrano di quanto il reddito disponibile si modifica a seguito del pensionamento.

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I tassi di sostituzione in dettaglio

… un’occhiata alle previsioni ufficiali …Fonte: Ragioneria generale dello Stato – Le tendenze di medio lungo periodo

nel sistema pensionistico e socio sanitario – aggiornamento 2009

Figure tipo e parametri utilizzati

- Dipendenti con 63/65 anni di età e 35 di contribuzione

- Dinamica retribuzione individuale periodo 2010 – 2060 pari al tasso di crescita medio annuo per occupato della produttività usato nello scenario di previsione (1,55% annuo reale, al netto dell’inflazione)

- Tassi di variazione effettivi della retribuzione media per gli anni fino al 2009

- Revisione triennale dei coefficienti di trasformazione secondo l’evoluzione della speranza di vita nello scenario demografico di riferimento

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I tassi di sostituzione in dettaglio

Tassi di sostituzione lordi - pensionamento a 63/65 anni con 35 anni di contribuzione

Fonte: Ragioneria generale dello Stato – Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario – aggiornamento 2009

La riduzione dei tassi di sostituzione dipende in misura significativa dalla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione

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Anno di pensionamento

2008 2020 2030 2040 2050 2060

Sistema di calcolo Retributivo Misto (10 retrib. + 25

contrib.)

Contributivo Contributivo Contributivo Contributivo

Tasso di sost. a 63 anni 68,7 60,1 55,0 52,4 51,8 50,8Tasso di sost. a 65 anni 68,7 62,6 58,4 55,5 54,8 53,7

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Alcune prime valutazioni

ATTENZIONE!I TASSI DI SOSTITUZIONE ESPOSTI RIGUARDANO UNA SITUAZIONE TIPO.

È IMPORTANTE CHE CIASCUNO FACCIA UNA PREVISIONE DEL PROPRIO TASSO DI SOSTITUZIONE CHE TENGA CONTO DELLE CARATTERISTICHE DELLA STORIA CONTRIBUTIVA E DI CARRIERA PERSONALI

… se dopo il pensionamento intendo mantenere lo stesso tenore di vita di adesso, questi livelli di copertura saranno sufficienti?

Se non li riteniamo sufficienti è importante Acquisirne la consapevolezza in tempo utile per potervi porre rimedio Individuare qualche soluzione che possa compensare la differenza

tra tasso di sostituzione desiderato e tasso di sostituzione atteso Tenere presente sempre le proprie esigenze previdenziali e

monitorarle nel tempo al fine di calibrare al meglio le soluzioni

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LE PRESTAZIONI DI FINE LAVORO DEI DIPENDENTI PUBBLICI

II SEZIONE

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Le “liquidazioni” dei dipendenti pubblici

Pensare alla pensione richiama quella che è chiamata comunemente “ la liquidazione” anche nel pubblico impiego, vale a dire le prestazioni di fine servizio. Esse entrano in gioco sia per la determinazione del reddito disponibile, quando si è pensionati, sia nella scelta dell’adesione ad una forma pensionistica complementare

Analizziamo in sintesi i diversi trattamenti che, alla cessazione del rapporto di lavoro, vengono erogati ai dipendenti pubblici e che si possono classificare in due tipologie:

Trattamenti di Fine Servizio (indennità di buonuscita – indennità premio di servizio – indennità di anzianità) – Consistono in una somma di denaro “una tantum” corrisposta al dipendente al momento della cessazione dal servizio (a condizione che l’iscritto abbia almeno un anno di iscrizione)

Trattamenti di Fine Rapporto

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I diversi trattamenti di fine servizio – La buonuscita

Destinatari: riguarda i dipendenti delle amministrazioni dello Stato, ivi comprese forze armate e di polizia, dipendenti di Senato, Camera e del Segretariato del Presidente della Repubblica

Retribuzione di riferimento: voci fisse e continuative più la quota variabile dell’ indennità integrativa speciale

Finanziamento della prestazione: contribuzione la cui misura è pari al 9,60% dell’80% della retribuzione di riferimento

Calcolo dell’indennità prima della riforma del 2010: la prestazione è pari all’80 % dell’ultima retribuzione mensile rapportata ad anno (moltiplicata 13 e divisa12) moltiplicata per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore)

33L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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I diversi trattamenti di fine servizio – L’indennità premio di servizio

E’ disciplinata dalla legge 8/3/68, n. 152 e s.m. Destinatari: riguarda i dipendenti di ruolo, sanitari e salariati

degli EE.LL., dipendenti di Regioni, Province, ASL, Consorzi comunali, provinciali e Comunità montane

Retribuzione di riferimento: voci fisse e continuative più la indennità integrativa speciale

Finanziamento della prestazione: contribuzione la cui misura è pari al 6,10 % dell’80 % della retribuzione di riferimento

Calcolo dell’indennità prima della riforma del 2010: la prestazione è pari a un quindicesimo dell’80 % della retribuzione di riferimento dell’ultimo anno moltiplicato per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore)

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I diversi trattamenti di fine servizio – L’indennità di anzianità

E’ disciplinata dalla legge 30/03/75, n. 70 e s.m. Destinatari: riguarda i dipendenti degli Enti pubblici non

economici (parastato) Retribuzione di riferimento: stipendio base, retribuzione

individuale di anzianità (ria), indennità di vacanza contrattuale Finanziamento della prestazione: annuale copertura in

bilancio del relativo onere Calcolo dell’indennità prima della riforma del 2010: la

prestazione è pari al 100 % dell’ultima retribuzione mensile rapportata ad anni interi (moltiplicata 13 e divisa 12), moltiplicata per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore)

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Il trattamento di fine rapporto (TFR)

Che cos’è: consiste in una somma di denaro corrisposta al dipendente alla risoluzione del rapporto di lavoro il cui diritto sorge al termine di un servizio pari ad almeno 15 giorni continuativi nel mese, regolato dall’art . 2120 del codice civile (settore privato) esteso al settore pubblico con l’Accordo quadro Aran – Sindacati 29/07/1999 e dal Dpcm 20 dicembre 1999

Destinatari: i dipendenti del settore privato e pubblico. Nel settore pubblico riguarda i dipendenti a tempo determinato con contratto in corso al 31/05/2000 ovvero assunti successivamente e i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato a decorrere dal 1°/1/2001

E’ costituito da accantonamenti annui di quote del 6,91% della retribuzione utile. Gli accantonamenti vengono annualmente contabilizzati e rivalutati con l’applicazione del tasso dell’1,5% in misura fissa e del 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo Istat. La rivalutazione è applicata agli accantonamenti maturati fino al 31/12 dell’anno precedente e non opera per gli accantonamenti dell’anno in corso.

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Il regime fiscale di TFS e TFR

La tassazione dei trattamenti di fine servizio è diversa da quella del trattamento di fine rapporto. Di seguito il confronto

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TFS

defiscalizzazione di € 309,87 (£ 600.000) per ogni anno di servizio

quota esente del 26,04% (IBU) e del 40,98% (IPS)

tassazione in funzione del reddito di riferimento

TFR

rendimenti tassati dell’11%

applicazione dell’aliquota media individuale degli ultimi 5 anni sulla prestazione lorda

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La riforma del 2010: il TFS calcolato come TFR per i periodi successivi al 31 dicembre 2010

Il comma 10 dell’art 12 legge 122/10 stabilisce che:

“Con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1° gennaio 2011, per i lavoratori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per i quali il computo dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, in riferimento alle predette anzianità contributive non è già regolato in base a quanto previsto dall'articolo 2120 del codice civile in materia di trattamento di fine rapporto, il computo dei predetti trattamenti di fine servizio si effettua secondo le regole di cui al citato articolo 2120 del codice civile, con applicazione dell'aliquota del 6,91 per cento”.

38L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Che cosa è cambiato con la riforma del 2010

Per tutte le anzianità maturate a partire dal 1° gennaio 2011 varia la modalità di calcolo del TFS. Il calcolo si effettua accantonando il 6,91%, ma sulla retribuzione utile considerata nella misura dell’80% (invariata quindi rispetto all’imponibile previsto in precedenza) e segue il criterio di rivalutazione previsto per i TFR.

Nulla è innovato nelle modalità di tassazione, che continua ad applicarsi secondo le norme già vigenti sul TFS.

Per la valutazione di eventuali riscatti occorre distinguere se temporalmente il periodo oggetto di riscatto si colloca entro il 31/12/2010 o in epoca successiva. Se è precedente aumenta l’anzianità utile con lo stesso tipo di calcolo del TFS. Se successivo si trasforma in quota di retribuzione da accantonarsi insieme alle altre quote

39L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Che cosa è cambiato per chi è in servizio prima e dopo la riforma del 2010

Per coloro in servizio al 31/12/2010 con diritto acquisito per la corresponsione del TFS la prestazione finale sarà determinata su due quote: la prima per l’anzianità utile al 31/12/2010 calcolata con le vecchie modalità ; la seconda basata sugli accantonamenti del 6,91% per tutti gli anni successivi.

Per l’arrotondamento dei servizi, ogni periodo segue le norme pertinenti al tipo di calcolo effettuato

Nulla è innovato in tema di individuazione dei beneficiari in caso di decesso dal servizio

Un esempio

Un dipendente con 10 anni di servizio al 31/12/2010 ed altri 10 nel periodo successivo si vedrà erogare un TFS calcolato per i primi 10 anni con le vecchie modalità e gli ultimi 10 con il sistema degli accantonamenti. I due importi, sommati insieme, daranno l’importo lordo su cui calcolare la tassazione prevista dalle vecchie norme sul TFS

40L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La riforma 2010 e le nuove regole per il pagamento del TFS/TFR

Sia che si tratti di prestazioni di fine servizio comunque denominate , sia che si tratti di TFR, a partire dalle cessazioni intervenute dal 31/5/2010 sono state introdotte nuove modalità riguardanti l’accesso al pagamento.

Se la prestazione dovuta ha un importo massimo di 90.000 € lordo viene erogata in un’unica soluzione e seguendo la scadenza già prevista per la generalità dei casi

Nel caso in cui la prestazione superi l’importo di 90.000 € lordo ma sia inferiore a 150.000€ lordo, fermo restante il pagamento del primo acconto nei modi sopra stabiliti, la seconda rata sarà erogata dopo 12 mesi dalla decorrenza del diritto al primo pagamento

Nel caso in cui la prestazione superi l’importo di 150.000€ lordo, fermi restanti i pagamenti dei primi due acconti nei modi sopra stabiliti, la terza ed ultima rata sarà erogata dopo 24 mesi dalla decorrenza del diritto al primo pagamento

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La riforma 2010 e le nuove regole per il pagamento del TFS/TFR - deroghe

La disciplina inerente alla nuova modalità di pagamento del trattamento di fine servizio dilazionato in più rate non si applica, in via transitoria, per alcune situazioni:

Collocamenti a riposo per limiti di età intervenuti entro il 30/11/2010;Collocamenti a riposo per dimissioni intervenuti entro il 30/11/2010 a condizione che la cessazione sia stata comunicata/accolta entro il 31/5/2010 I trattenuti in servizio, comunque cessati entro il 30/11/2010, il cui collocamento a riposo è da considerarsi comunque come avvenuto per “limiti di età”

Per mancanza di espressa previsione legislativa le deroghe non sono applicabili in tutti i casi di cessazione per decesso, per inabilità e per limiti di servizio (in mancanza di domanda prodotta entro il 30/5/2010)

42L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEI DIPENDENTI PUBBLICI

III SEZIONE

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La previdenza obbligatoria e complementare – qualche differenza

Previdenza complementare

1. Criterio di stretta corrispettività e principio della capitalizzazione

2. Libertà di attivazione dei piani da parte delle “fonti istitutive”

3. Libertà di adesione

Previdenza obbligatoria

1. Automaticità della prestazione …

2. Obbligo diretto per lo Stato di previsione e assicurazione

3. Iscrizione obbligatoria

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Principi fondamentali della previdenza complementare

Complementare al I pilastronon alternativo alla pensione pubblicaconcorre ad assicurare un adeguato tenore di vita

dopo il pensionamento

Capitalizzazione individuale i contributi, versati e investiti, sono restituiti (con i

relativi rendimenti) al lavoratore sotto forma di prestazione

Adesione libera e volontariaogni lavoratore può decidere se e dove aderire, in

piena consapevolezza e autonomia

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La previdenza complementare - Destinatari

Lavoratori dipendenti privati e pubblici

Soci lavoratori cooperative di produzione e lavoro

Lavoratori autonomi e liberi professionisti

Soggetti che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari e che non prestano attività lavorativa (d.lgs.vo 565/96)

Titolari di redditi diversi da lavoro (capitale, impresa, ecc.)

Familiari a carico46L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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L’adesione ad una forma pensionistica complementare

… Tipologie di forme pensionistiche complementari …

Il mercato della previdenza complementare è costituito da diverse tipologie di forme pensionistiche complementari cui è possibile aderire:

Fondi pensione negoziali Fondi pensione aperti Fondi pensione preesistenti PIP “nuovi” (conformi al d.lgs. 252/05)

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Il dipendente pubblico e l’adesione ad una forma pensionistica

I dipendenti pubblici possono aderire a:

al fondo pensione negoziale (ai sensi del decreto legislativo n. 124/93 e da altre norme speciali) istituito dalla contrattazione di comparto o categoria

forme pensionistiche individuali (Fondo aperto e Pip) , mediante contribuzione volontaria a totale carico dell’aderente (in questo caso al pari di un privato cittadino ferma restando l’impossibilità di devoluzione del Tfr e del contributo datoriale)

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Le forme pensionistiche complementari – Il fondo negoziale

Contribuzione definita

È definita l’entità della contribuzione ma non l’ammontare delle prestazioni, che dipendono da diversi fattori fra i quali:

gli anni di contribuzione i rendimenti l’entità della contribuzione la rendita che si sceglierà al termine della fase di

accumulo

49L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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I fondi negoziali di categoria

Il fondo pensione negoziale nasce da contratti o accordi collettivi (anche aziendali) che individuano i destinatari sulla base dell’appartenenza ad un determinato comparto, impresa o gruppo di imprese o ad un determinato territorio (es. regione o provincia autonoma).

ll fondo pensione negoziale è un soggetto giuridico autonomo, può essere una associazione o una fondazione e può avere, pertanto, personalità giuridica

Non ha scopo di lucro

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Gli Organi sociali del Fondo negoziale

AssembleaAssemblea dei delegati, organo che esprime la volontà degli associati (approvazione bilancio, variazioni statutarie, elezione organi di amministrazione e controllo ecc.)

Consiglio di AmministrazioneConsiglio di Amministrazione, organo esecutivo (stipula convenzioni, indirizzo per strategie di investimento finanziario e per l’organizzazione del fondo, predisposizione bilanci ed informative, ecc.)

Collegio dei RevisoriCollegio dei Revisori, con funzioni di controllo sull’attività del Fondo

PresidentePresidente, eletto in seno al Consiglio di amministrazione (presiede il Cda e rappresenta il fondo)

51L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione ed i soggetti con cui interagisce

Fondo pensione

PensionatiIscritti

Gestori finanziari:- Sgr- Sim- Banche - Assicurazioni

Banca depositaria Assicurazione per la gestione delle rendite

Datori di lavoro

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Le fasi del ciclo di gestione del fondo pensione

1. La raccolta dei contributi ed il loro accumulo

2. La gestione delle risorse accumulate

3. L’erogazione delle prestazioni

53L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La contribuzione a un fondo pensione di un dipendente pubblico e le implicazioni per il TFS-TFR

La principale voce di finanziamento della previdenza complementare è il TFR, il dipendente pubblico in regime di TFS che voglia aderire ad un fondo negoziale può farlo solo esercitando l’opzione per la trasformazione del TFS in TFR.

L’opzione, in base all’accordo quadro Aran sindacati del 2 marzo 2006, è esercitabile fino al 31 dicembre 2010. Non è da escludere un nuovo accordo di proroga di questo termine.

Vediamo in dettaglio quello che avviene al momento dell’adesione al fondo pensione negoziale, in cui si determina il passaggio dal TFS al TFR

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La contribuzione a un fondo pensione di un dipendente pubblico e le implicazioni per il TFS-TFR

Il passaggio dal TFS al TFR

Si effettua il calcolo del TFS maturato fino al momento dell’adesione e lo si trasforma in TFR. Successivamente viene rivalutato annualmente dall’Inpdap del 75% del tasso di inflazione e dell’1,5% fisso.

Al fondo viene destinata la quota dell’accantonamento di Tfr, che matura dopo l’adesione, nella misura prevista dalla contrattazione (di norma pari al 2%) che è versata al fondo pensione (al momento della cessazione)

La restante quota di TFR non destinata a previdenza complementare (di norma pari al 4,91%), rivalutata anch’essa, è corrisposta al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro, unitamente all’importo di TFR derivante dalla trasformazione del TFS spettante sino all’adesione

. Per incentivare l’adesione alla previdenza complementare è previsto

che l’Inpdap accrediti ai dipendenti iscritti alle proprie gestioni del Tfs un contributo pari all’1,5% della base contributiva utile del Tfs

55L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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L’opzione per il TFR e la previdenza complementare

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TFR: max 2% al Fondo + 1,5% base TFS

TFSAderisce alla Prev Compl : intero TFR al

Fondo

Non aderisce: intero TFR al

lavoratore

Scadenza per l’opzione: 31/12/2010

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Il TFR e la previdenza complementare per i tempi determinati

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Intero TFR al Fondo

TFR al lavoratore

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L’opzione per il TFR e la previdenza complementare - Il reale e la posizione figurativa

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Contribuzione versata periodicamente

Accantonamenti figurativi versati alla cessazione

L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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A precisazione dello schema precedente è da sottolineare che: La posizione individuale dell’aderente del pubblico impiego che si costituisce

presso il Fondo è formata da due parti:

- “il montante presso il fondo” comprendente gli accantonamenti fatti tempo per tempo e che includono la contribuzione obbligatoria del dipendente, la contribuzione obbligatoria datoriale, la contribuzione volontaria aggiuntiva del dipendente, l’eventuale ‘bonus’ spettante per 12 mensilità a chi si iscrive nei prima due anni di vita del Fondo; in questo montante possono entrare a far parte anche le quote di tfr provenienti dall’Inpdap quando si smette di lavorare ma non si ha diritto al pensionamento;

- “il montante figurativo presso l’Inpdap” corrispondente agli accantonamenti di Tfr (in misura parziale o intera), all’eventuale accantonamento aggiuntivo calcolato sull’imponibile Tfs spettante per coloro (iscritti Inpdap ai fini Tfs) che aderendo esercitano il diritto all’opzione da Tfs a Tfr. Questi accantonamenti vengono conferiti al Fondo solo al momento della cessazione del servizio che abbia almeno un giorno di interruzione rispetto al successivo.

Le specificità per il pubblico impiego:la posizione figurativa

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

Dopo l’adesione gli iscritti destinano a previdenza complementare i loro contributi e il tfr. Queste risorse non vengono messe in un salvadanaio e restituite così come sono alla fine della vita lavorativa ma sono investite per ottenere un rendimento che punta ad essere mediamente pari o superiore quello assicurato dal tfr con le sue rivalutazioni (benchmark ombra).

Questo è il processo di investimento dei fondi pensione

60L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

I soggetti abilitati alla gestione:

Banche Imprese assicurative Società di gestione del risparmio (SGR) Società di investimento mobiliare (S.I.M.)

I soggetti abilitati devono rispettare le regole di prudente gestione e di stabilità rispetto alle quali sono controllati dalle rispettive autorità di vigilanza di settore ( Consob, Banca d’Italia, Isvap)

61L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

Il processo di selezione dei gestori

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Deliberazioni preliminari

Definizione dei criteri, del bando e del questionario

Pubblicazione del bando e raccolta delle offerte

Valutazione delle offerte e individuazione dei vincitori

Stipula della convenzione e avvio gestione

L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

L'asset allocation è l’attività di investimento delle risorse nei vari strumenti finanziari ( azioni, obbligazioni, titoli si stato etc) :

strategica: indica la ripartizione generale delle risorse tra le varie classi di attivi (azioni, obbligazioni, titoli di stato etc) in rapporto anche ai comparti di investimento presenti nel fondo secondo un orizzonte temporale di medio/lungo periodo. La scelta di istituzione di uno o più comparti di investimento e delle loro caratteristiche rientra in questa attività. È tipica degli organi di amministrazione del fondo.

tattica: è quella che considera (con orizzonti temporali anche di breve) la situazione di mercato e che consiste nell’acquisito e nella vendita dei singoli titoli (azionari , obbligazionari etc), selezionati tenendo conto dei vincoli e delle linee guida dell’asset allocation strategica. È attività tipica del gestore finanziario.

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

La definizione del benchmark

E’ il riferimento per individuare la ripartizione degli investimenti nel lungo periodo delle risorse finanziarie tra le diverse classi di attivo

Il benchmark è anche il parametro attraverso il quale valutare i risultati della gestione finanziaria

Il CdA individua il benchmark di riferimento nell’ambito dell’asset allocation strategica

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Il fondo pensione e la gestione finanziaria

I Fondi possono avere più linee di investimento

Si ha il multicomparto quando un fondo pensione prevede più comparti d’investimento con differenti profili di rischio-rendimento

gli investimenti sono classificati in base alle seguenti categorie: obbligazionario puro (solo obbligazioni con esclusione dell’investimento in azioni); obbligazionario misto (è consentito l’investimento in azioni, che assume carattere residuale e comunque non superiore al 30 per cento); azionario (almeno il 50 per cento del comparto è investito in azioni); bilanciato (in tutti gli altri casi)

Comparti garantiti sono le linee di investimento dei fondi pensione in cui si prevede la restituzione del capitale versato o la corresponsione di un rendimento minimo. Devono essere obbligatoriamente previsti nei fondi pensione per recepire i flussi comparti destinatari del TFR conferito con modalità tacite

65L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo

I controlli interni

Del consiglio di amministrazione sui gestori finanziari Del responsabile del fondo Del collegio dei revisori sulla gestione degli amministratori Dell’assemblea (indiretto) in sede di approvazione del bilancio

e di elezione dei componenti degli organi di amministrazione e controllo

(continua …)

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Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo

(… segue) I controlli interni

Della banca depositaria. I compiti Custodire il patrimonio Controllare tutte le operazioni disposte dal gestore, con riferimento

– alle leggi generali e di settore– alle prescrizioni dell’Autorità di Vigilanza– agli statuti e alle convenzioni di gestione

Eseguire tutte le operazioni che incidono sul patrimonio– acquisti e vendite– pagamenti e riscossioni– consegna e ritiro titoli– stacco cedole e dividendi– distribuzioni, sottoscrizioni e rimborsi

Calcolare i valori dei titoli in portafoglio e della quota

67L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo

La Commissione di vigilanza sui fondi pensione – Covip

Unica autorità di vigilanza sul settore dei fondi pensione per: Specificità del risparmio per fini previdenziali Peculiarità del rischio previdenziale Pluralità degli attori in campo (disomogeneità) Differenza tra i fondi pensione e gli altri intermediari finanziari e

assicurativi

I suoi poteri di vigilanza :- Esercita il controllo sulla gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale,

contabile- Verifica il rispetto dei principi di trasparenza- Verifica il rispetto dei criteri di individuazione e ripartizione del rischi

68L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Come si alimenta il conto pensionistico del lavoratore

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Rendimenti gestione finanziaria

Trasferimenti altri fondi

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Come si rivaluta il conto pensionistico del lavoratore dipendente pubblico

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- Il montante presso il fondo si rivaluta in base ai rendimenti maturati dalle risorse investite

- Il montante figurativo presso l’Inpdap si rivaluta:nella prima fase di vita del fondo, in base alla media

dei rendimenti di un paniere di 13 fondi pensione individuati da un decreto del ministro dell’economia e delle finanze (del 2005);

una volta consolidata la struttura finanziaria del fondo pensione, con lo stesso tasso di rendimento del fondo

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Il conto pensionistico individuale del lavoratore

Il patrimonio del fondo è suddiviso in quote. La quota è l’unità di misura della posizione individuale oltre che del patrimonio del fondo .

Il numero delle quote si incrementa in funzione delle contribuzioni successive che affluiscono sul conto e diminuisce in funzione delle prestazioni erogate e dei trasferimenti in uscita eseguiti.

Il valore della quota varia in funzione dei rendimenti realizzati per il periodo di riferimento.

Si può quindi sinteticamente dire che il patrimonio individuale (posizione) dell’aderente si incrementa in ragione dei versamenti mensili e della variazione positiva del valore quota

71L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La previdenza Complementare del dipendente pubblico –Circolazione e portabilità nell’ambito delle forme pensionistiche complementari (d.lgs. 124/93)

Le regole vigenti con il d.lgs. 124/93

• Deducibilità fiscale dei contributi collegata all’adesione ai Fondi contrattuali

• Destinazione tfr e contributo datoriale al solo Fondo contrattuale

• Possibilità di trasferirsi ad un’altra forma dopo un periodo di permanenza minimo di 3 anni (elevato a 5 anni nei primi 5 anni di vita del Fondo)

72L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Le prestazioni erogabili da un fondo pensione

Le anticipazioni I riscatti per perdita dei requisiti di partecipazione

o premorienza Il trasferimento La pensione complementare

73L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La previdenza complementare del dipendente pubblico – prima del pensionamento

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Le anticipazioni• Prevista l’anticipazione della posizione presso il fondo (non di quella

presso l’Inpdap), con 8 anni di iscrizione, per spese sanitarie, acquisto e ristrutturazione prima casa per lavoratori o figli

• Possibilità di anticipazioni per congedi formazione e parentali• Possibilità reintegrazione (ricostruzione della posizione “anticipata”

mediante versamenti aggiuntivi)

Il Riscatto• Se si smette di lavorare senza aver raggiunto il diritto alla prestazione può

essere chiesto il riscatto di tutto il maturato (liquidazione entro 6 mesi)• In caso di decesso, la posizione stessa viene riscattata dal coniuge, dai

figli, dai genitori a carico. In mancanza di tali soggetti o di diverse disposizioni del lavoratore la posizione rimane al Fondo contrattuale

• In caso di decesso, la posizione va agli eredi per gli iscritti a forme pensionistiche individuali

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La previdenza complementare del dipendente pubblico - Le prestazioni

Quale pensione complementare? le regole vigenti

• Prestazione pensionistica di vecchiaia: 5 anni di partecipazione al Fondo ed età pensionabile del sistema pensionistico obbligatorio

• Prestazione pensionistica di anzianità: cessazione attività lavorativa, 15 anni di partecipazione al Fondo ed età inferiore di 10 anni al massimo rispetto a quella prevista per la pensione pubblica di vecchiaia

• La liquidazione del maturato può essere richiesta in rendita o in capitale nella misura max del 50%; se la rendita che si ricava dalla conversione del montante è inferiore all’assegno sociale, può essere richiesto tutto in capitale

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E’ il momento del pensionamento: le rendite offerte

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Rendita vitalizia

immediata differita

costante rivalutabile indicizzata

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E’ il momento del pensionamento: le rendite offerte

Caratteristiche generali

La rendita vitalizia immediata o differita si differenzia a seconda della data di inizio pagamento delle rate

Una rendita, oltre che immediata o differita, può essere: Costante: l’l’importo della rendita non varia nel corso dell’erogazione Rivalutabile: le prestazioni sono indicizzate al rendimento di un fondo

di riferimento dove sono investite le riserve a copertura degli impegni assunti dall’assicuratore

Indicizzata: le prestazioni sono indicizzate alla variazione del tasso di inflazione preso a riferimento

77L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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E’ il momento del pensionamento: le rendite offerte

Per ottenere il calcolo della prima annualità di rendita si moltiplica il montante finale per il coefficiente di “conversione”

Tale coefficiente dipende da tre elementi:Basi demograficheTasso tecnicoCaricamenti

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E’ il momento del pensionamento: le rendite offerte

Le basi demografiche sono lo strumento che le compagnie d’assicurazione utilizzano per definire il valore della rendita da erogare. Si basano sulla speranza di vita in relazione al sesso e all’età al momento di richiesta della rendita

Il tasso tecnico nelle assicurazioni vita è il rendimento minimo che viene riconosciuto dalla compagnia in via anticipata sulla rata di rendita (accrescendone l’importo).

I caricamenti sono una parte significativa dei costi gestionali delle imprese assicurative.

79L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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E’ il momento del pensionamento: le rendite offerte

Concludendo: ecco i fattori che influenzano il valore della rendita vitalizia

A parità di altre condizioni:

un uomo prende più di una donna a una maggiore età corrisponde una rendita maggiore un caricamento maggiore riduce la rendita una tavola demografica con incorporate maggiori aspettative

di vita (di norma quella più recente) riduce la rendita una rendita posticipata è maggiore di una rendita anticipata

80L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale

della contribuzione Regole vigenti con il d.lgs. 124/93

I contributi versati sono deducibili dal reddito imponibile entro il limite più basso tra:

il 12% del reddito complessivo l’importo assoluto di € 5164,57 annui il doppio del TFR versato a previdenza complementare

dei rendimenti

Imposta sostitutiva dell’11% applicata sul risultato netto di gestione del fondo, annualmente maturato

81L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni

Regole vigenti con il d.lgs. 124/93

• Le prestazioni in forma periodica sono soggette a tassazione ordinaria (Irpef), al netto di quanto già tassato (rendimenti)

• Le prestazioni in capitale sono soggette a tassazione separata (con particolarità)

82L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni

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CCCAAAPPPIIITTTAAALLLEEE TTTAAASSSSSSAAAZZZIIIOOONNNEEE

< 1/3

Favorevole (separata) Sui contributi dedotti. No sui rendimenti e contributi non dedotti

> 1/3 ma

< 1/2

Sfavorevole (separata) Anche sui rendimenti. No su contributi non dedotti

RRREEENNNDDDIIITTTAAA TTTAAASSSSSSAAAZZZIIIOOONNNEEE

Ordinaria Solo su contributi dedotti. No sui rendimenti e no su contributi non dedotti

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La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni

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Le regole vigenti per anticipazioni e riscatti, ai sensi del d.lgs. N.124/1993

• Anticipazioni: tassazione separata, sull’ammontare anticipato, al lordo delle rivalutazioni già tassate ed al netto dei contributi non dedotti. Alla definitiva liquidazione si conguaglia l’imposta già versata

• Riscatti: se per cause non dipendenti dalla volontà del lavoratore e del datore si applica la tassazione separata.

Quando il rapporto di lavoro è cessato per volontà delle parti (anche di una sola), si applica la tassazione ordinaria (Irpef), ma al netto di quanto già tassato.

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I dipendenti pubblici e il decreto legislativo 252/05

Il decreto 252/2005 non si applica ai dipendenti pubblici (art. 23, comma 6) ai quali si applica il d.lgs. 124/93 con altre norme speciali

Non è stata esercitata la delega di estensione delle novità del decreto 252/2005 ai dipendenti pubblici (lettera p) del comma 2 dell’art. 1 Legge 243/2004)

Fino a quando rimarranno in vigore le regole previste dalla previgente normativa?

Permanenza della previgente normativa … qualche problematicità in sintesi …

a) Diversità di regole di accesso alle prestazioni, ai riscatti ed alle anticipazioni tra pubblici e privati

b) Permanenza vincoli alla libertà di circolazionec) Diversità di regole di tassazione

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La previdenza complementare e le regole sulla comunicazione obbligatoria e volontaria

A favore degli iscritti Statuto/Regolamento, Nota informativa, Bilancio,

Comunicazione Periodica, Progetto esemplificativo personalizzato, comunicazioni al momento dell’erogazione delle prestazioni, comunicazioni relative a particolari eventi, quando ricorrenti

A favore dei potenziali aderenti Statuto/Regolamento, Nota informativa, Progetto

esemplificativo standardizzato

A favore del mercato (trasparenza) Bilancio, Nota informativa

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La previdenza complementare e le regole sulla comunicazione obbligatoria e volontaria

Gli elementi fondamentali di comunicazione da esaminare con attenzione sono: La Nota informativa con la scheda sintetica, una

delle principali fonti di informazione che esprime in dettaglio tutte le caratteristiche del fondo

Il Progetto esemplificativo, che serve a valutare con maggiore consapevolezza la propria scelta e se questa è adeguata alle nostre aspettative

La comunicazione volontaria è: l’insieme integrato e coerente di strumenti, messaggi e

canali ulteriori (siti, web, brochure ecc.) rispetto a quelli previsti dalla comunicazione obbligatoria messi a disposizione dai fondi

87L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il settore del pubblico impiego ed i fondi oggi:il punto sul Fondo “Espero”…

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È il fondo nazionale per i lavoratori del comparto “Scuola”, operativo dal 1° gennaio 2005.

A fine 2009 le adesioni hanno superato le 85.000. Il 14/10/ 2006 sono stati eletti i delegati dell’assemblea.

Il 26/4/2007 si è insediato il primo C.d.A. eletto dall’assemblea.

Nato come fondo monocomparto, si struttura, ora, in due comparti: “garanzia”, destinato a raccogliere anche i flussi di TFR conferiti tacitamente da parte dei dipendenti privati, e “crescita”, con profilo di rischio medio basso

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E’ un Fondo multicomparto a carattere territoriale destinato ai lavoratori residenti nel Trentino Alto Adige.

Tra le sue circa 113.000 adesioni a fine 2009 oltre 45.000 riguardano i dipendenti di amministrazioni pubbliche locali. I dipendenti in DPCM gestiti da Inpdap sono oltre 12.000

Operante dal 2000 A partire dal 2008 la sua gestione finanziaria è passata

da monocomparto a multicomparto, prevedendo le linee d’investimento: “bilanciata”, “garantita”, “prudente-etica” e “dinamica”

Il settore del pubblico impiego ed i fondi oggi:il punto sul Fondo “Laborfonds”…

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E’ un Fondo multicomparto a carattere territoriale destinato ai lavoratori residenti nella Valle d’Aosta.

Dei suoi oltre 6.000 aderenti al 31/12/2009 circa 3.500 sono dipendenti di amministrazioni pubbliche locali, dei quali 2.100 gestiti da Inpdap

Autorizzato all’esercizio dell’attività dal 2003. Sono stati eletti gli organi definitivi

La sua gestione finanziaria prevede tre linee d’investimento: “prudente”, “garantita” e “dinamica”

Il settore del pubblico impiego :il punto sul Fondo “Fopadiva”…

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A seguito della sottoscrizione, il 14 maggio 2007, dell’accordo istitutivo il 21/12/2010 è nato Perseo

Riguarda un bacino di potenziali aderenti di circa 1.300.000 lavoratori, suddivisi in circa 700.000 per la Sanità ed in circa 540.000 per Regioni ed Autonomie locali

Era stato inizialmente previsto che le categorie di Segretari comunali e Dirigenti sanitari potessero scegliere in un successivo momento l’ingresso nel Fondo; il 5 marzo 2008 sono stati sottoscritti gli accordi che prevedono l’adesione allo stesso fondo anche per il personale medico e dirigente del servizio sanitario nazionale

Si è nella fase di costituzione con atto pubblico presso il notaio. La piena operatività è prevista entro la fine dell’anno

Il settore del pubblico impiego :il punto sul Fondo “Perseo” (Enti locali – Sanità)…

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Sottoscritto il 1° ottobre 2007 l’accordo istitutivo Riguarda una platea di potenziali aderenti composta da circa 260.000

dipendenti pubblici, ripartiti tra i Ministeri, la Presidenza del Consiglio, gli Enti Pubblici non Economici, l’Enac ed il Cnel

La categoria del personale dipendente dalle Agenzie Fiscali potrà scegliere di aderire in un secondo momento, previa stipula di specifico accordo

Si è nella fase di costituzione con atto pubblico presso il notaio

Il settore del pubblico impiego ed i fondi oggi:il punto sul Fondo “Sirio”…(Ministeri ed Enti pubblici non economici)

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E’ un Fondo “preesistente” operante prima del decreto legislativo n. 124/93

Vi sono iscritti anche i giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni e che sono contestualmente iscritti all’Inpdap ai fini del Tfs/Tfr

Il settore del pubblico impiego ed i fondi oggi:il punto sul “Fondo di previdenza dei giornalisti italiani”…

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il punto sugli altri comparti del pubblico impiego …

Università (personale amministrativo) e ricerca: le parti hanno espresso la volontà di dar vita a un fondo

Altre categorie contrattuali: si attendono le prime indicazioni sulla contrattazione collettiva

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LE VALUTAZIONI E LE SCELTE DA FARE PER LA PIANIFICAZIONE PREVIDENZIALE

IV SEZIONE

95L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il check up e la pianificazione previdenziali

IL CHECK UP PREVIDENZIALE

Poter rispondere agli interrogativi su quanto ammonterà la mia pensione pubblica e se sarà adeguata alle mie esigenze, comporta una serie di operazioni che possono essere così sintetizzate:

1. Verifica della posizione previdenziale e pensionistica, della sua correttezza e completezza mediante estratti conto (anche on line) degli enti previdenziali

2. Simulazione dell’importo finale della pensione sulla base della carriera attesa e dell’anno di pensionamento. Si può fare utilizzando i programmi di simulazione (P3 – programma personalizzato di previsione - pianificazione) disponibili sul web e presso l’Inpdap

3. Simulazione dell’importo finale del trattamento di fine lavoro, in base alla carriera attesa e agli effetti del passaggio a Tfr. È possibile presso le sedi provinciali e territoriali dell’Inpdap

96L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il check up e la pianificazione previdenziali

IL CHECK UP PREVIDENZIALE

È importante ricordare che le valutazioni servono non solo per la scelta della previdenza complementare ma anche per verificare costi e benefici delle seguenti operazioni per le prestazioni previdenziali pubbliche:

- riscatto laurea;- riscatto di maternità al di fuori del rapporto di lavoro;- ricongiunzioni di contribuzioni versate presso più enti

previdenziali- contribuzione volontaria e/o riscatto di periodi di non lavoro- accredito del servizio militare o civile.

97L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il check up e la pianificazione previdenziali

CHECK UP PREVIDENZIALE

Tassi di sostituzione netti o lordi?

Il tasso di sostituzione netto, che esprime il rapporto tra la prima pensione netta e l’ultima retribuzione netta, è più preciso nell’indicare il reddito effettivo disponibile e può meglio aiutare ad analizzare il bisogno di un eventuale reddito aggiuntivo alla pensione pubblica. È più elevato rispetto a quello lordo perché sulla pensione non gravano i contributi alle gestioni previdenziali (invece trattenuti sulla retribuzione).

L’affidabilità delle previsioni di questo tasso dipende dall’invarianza nel tempo dei livelli di contribuzione e tassazione o meglio dall’invarianza del rapporto tra tassazione della pensione e tassazione della retribuzione.

Il tasso di sostituzione lordo è meno preciso nel rappresentare il reddito disponibile ma non è influenzabile dalle modifiche della tassazione e della contribuzione nel corso del tempo.

98L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Il check up e la pianificazione previdenziali

IL PIANO PREVIDENZIALE

È il momento delle eventuali scelte da fare non solo sul secondo pilastro ma anche sul primo in funzione del tasso di sostituzione complessivo atteso.

Sempre utilizzando i modelli di simulazione sulla pensione attesa (P3) ed anche i progetti esemplificativi dei fondi pensione è possibile

1. Verificare la convenienza di riscatti, ricongiunzioni e contribuzioni volontarie nella previdenza pubblica ed eventualmente attivarli.

2. Programmare, per quanto dipende da noi, l’età di pensionamento

3. Scegliere se, quanto versare alla previdenza complementare e presso quale comparto di investimento per conseguire il tasso di sostituzione atteso.

4. Scegliere la forma pensionistica a cui versare.

Il check up previdenziale, come quello sanitario, va ripetuto periodicamente anche per verificare ed eventualmente aggiornare il “piano previdenziale”

99L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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Elementi generali di valutazione per la convenienza della previdenza complementare

Disponibilità del contributo datoriale

Nel caso in cui si scelga, infatti, di non aderire a previdenza complementare tale contributo non è reso fruibile in alcun modo;

Deducibilità fiscale della contribuzione

La contribuzione è deducibile fiscalmente dal reddito complessivo del lavoratore, senza alcun adempimento formale da sostenere;

Quota aggiuntiva dell’1,5%

Esclusivamente per i cosiddetti “optanti” iscritti alle gestioni Tfs Inpdap è previsto il versamento aggiuntivo della quota a carico dell’Inpdap dell’1,5% sulla retribuzione di riferimento del TFS

Rendimento, nel medio lungo periodo, presumibilmente superiore a quello del TFR

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Un’occhiata ai rendimenti dei fondi pensione negoziali

Rendimento annuo dal 2003 Fonte: Covip

101

Anno Rendimento

2003 5,00%

2004 4,60%

2005 7,50%

2006 3,80%

2007 2,10%

2008 -6,30%

2009 8,50%

2010 3,00%

   

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Un’occhiata ai rendimenti del montante figurativo presso l’Inpdap - 2010

La rivalutazione degli accantonamenti figurativi delle quote di Tfr (e dell’eventuale 1,5% aggiuntivo su base Tfs per gli “optanti”) avviene sulla base della media ponderata dei risultati conseguiti dai maggiori fondi pensione negoziali, individuati con il decreto del ministro dell’economia e delle finanze del 23 dicembre 2005. Tali fondi sono:

ALIFOND, ARCO, COMETA, COOPERLAVORO, FONCHIM ,FONDENERGIA, FOPEN, LABORFONDS, PEGASO, PREVIAMBIENTE, PREVICOOPER, QUADRI E CAPI FIAT, SOLIDARIETA' VENETO

102

Anno Rendimento

2002 -3,36%

2003 5,03%

2004 4,45%

2005 7,32%

2006 3,90%

2007 2,25%

2008 -6,42%

2009 9,15%

2010 2,89%

   

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Un’occhiata ai rendimenti del montante figurativo presso l’Inpdap - 2010

Andamento paniere fondi pensione da Gennaio 2002 Fonte Inpdap

V.P.

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I tassi di sostituzione lordi della previdenza obbligatoria + previdenza complementare

Fonte: Ragioneria generale dello Stato – Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario – aggiornamento 2009

Figure tipo e parametri utilizzati

Per la previdenza obbligatoria, gli stessi già visti nella precedente diapositiva

- Dipendente con 63/65 anni di età e 35 di contribuzione- Dinamica retribuzione individuale periodo 2010 – 2060

pari al tasso di crescita medio annuo per occupato della produttività usato nello scenario di previsione (1,55% annuo reale, al netto dell’inflazione)

- Tassi di variazione effettivi della retribuzione media per gli anni fino al 2009

- Revisione triennale dei coefficienti di trasformazione secondo l’evoluzione della speranza di vita nello scenario demografico di riferimento

104L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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I tassi di sostituzione lordi della previdenza obbligatoria + previdenza complementare

Fonte: Ragioneria generale dello Stato – Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario – aggiornamento 2009

Figure tipo e parametri utilizzati

Per la previdenza complementare

- Dipendente con 63/65 anni di età

- Inizio della contribuzione a partire dal 2008

- Aliquota di finanziamento della complementare 6,91% (=Tfr)

- Rendimento annuo netto della complementare 2% reale (netto dell’inflazione)

- Prestazione interamente in rendita

- Indicizzazione della rendita pari al tasso di inflazione.

105L'Inpdap per gli iscritti - iniziativa 2011

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I tassi di sostituzione senza e con previdenza complementare

Tassi di sostituzione lordi - pensionamento a 63/65 anni con 35 anni di contribuzione senza e con previdenza complementareFonte: Ragioneria generale dello Stato – Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario – aggiornamento 2009

La riduzione dei tassi di sostituzione dipende in misura significativa dalla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione

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Anno di pensionamento

2008 2020 2030 2040 2050 2060

Anni di contributi alla prev. complementare

0 12 32 35 35 35

Tasso di sost. a 63 annisenza complementare

68,7 60,1 55,0 52,4 51,8 50,8

Tasso di sost. a 63 annicon la complementare

68,7 64,1 62,3 63,0 63,3 62,2

Tasso di sost. a 65 anni senza complementare

68,7 62,6 58,4 55,5 54,8 53,7

Tasso di sost. a 65 anni con la complementare

68,7 66,8 66,1 66,8 67,0 65,8

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107107

GrazieA cura dell’INPDAP

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