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Prevenzione delle malattie di grande prevalenza attraverso un corretto stile di vita Dott.ssa Daniela La Commare Specialista in Medicina Interna Master in Alimentazione e Dietetica Vegetariana

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Prevenzione delle malattie di grande prevalenza attraverso un corretto stile di vita

Dott.ssa Daniela La CommareSpecialista in Medicina Interna

Master in Alimentazione e Dietetica Vegetariana

AMBIENTE

GENI

SALUTE

SALUTE DEFINIZIONI

SCELTE INDIVIDUALI DETERMINANO IL NOSTRO STILE DI VITA

In Europa, si stima che più del 35% delle persone resti seduta per più di 7 ore al giorno

Sedentarietà, scarsa attività fisica, scorrettaalimentazione, abitudine al fumo e uso di alcoolsono riconosciuti come i principali fattori di rischiodelle malattie cardiovascolari e metaboliche (es. infarto, obesità, diabete di tipo II) e delle malattie dell’apparato osseo e delle articolazioni (osteoporosi, disturbi muscolo scheletrici e artrosi)

La presenza di più fattori di rischio aumenta laprobabilità di sviluppare queste patologie, le cosiddette “malattie non trasmissibili”, negli anni

http://www.salute.gov.it

STILI DI VITA “A RISCHIO”

Le malattie croniche non trasmissibili sono state responsabili del 68% dei decessi nel mondo nel 2012. Di questi più del 40 % sono state morti premature (persone con meno di 70 anni)

MALATTIE CRONICHE

●alte necessità di movimento●bassa disponibilità di cibo

ATTIVITA' FISICA

● basse necessità di movimento● alta disponibilità di cibo

Lieberman DE, 2009

http://www.salute.gov.it

ATTIVITA' FISICA

Sarebbe fondamentale facilitare la pratica dell’attività fisica negli ambienti di vita che si frequentano tutti i giorni

Il luogo di lavoro è uno dei principali ambienti in cuiattivamente si può promuovere la salute e ilbenessere di quanti vi si recano

Sul luogo di lavoro un’ampia fascia della popolazioneadulta trascorre molte ore della giornata e dellasettimana

FONTE : Regione Piemonte - Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità - Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DORS) Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica nei luoghi di lavoro

ATTIVITA' FISICA

https://www.inail.it/cs/internet/docs/allegato_promozione_attivita_fisica_e_lavoro_4443088827004.pdf

Il consumo di tabacco (tabagismo) rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile

L’OMS calcola che circa 7 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo, fra le vittime 900.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo (WHO 2018)

FUMO

https://it.wikipedia.org/wiki/Mortalit%C3%A0_evitabile

NON SOLO NICOTINA...

FUMO

Il fumo uccide una persona ogni 6 secondi ed è a tutti gli effetti un'epidemia fra le peggiori mai affrontate a livello globaleIl totale dei decessi entro il 2030 potrebbe raggiungere quota 8 milioni all’anno e si stima che nel XXI secolo il tabagismo avrà causato fino a un miliardo di morti

Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco in Italia dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno> 25% tra i 35 ed i 65 anni di età Rapporto 2018 sulla prevenzione e controllo del tabagismo (D.G. Prevenzione del Ministero della salute): in Italia nel 2016 i fumatori di tabacco sono circa il 20% della popolazione ultraquattordicenne, con forti differenze di genere (24,8% maschi e 15,1% femmine)consumo medio di sigarette al giorno: circa 12 sigarette; ¼ dei fumatori ne consuma più di un pacchetto al giorno

Fonti: https://www.epicentro.iss.it/fumo/https://salute.gov.it

Il fumo non è responsabile solo del tumore del polmone, ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, fra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore

Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni

Fonti: https://www.epicentro.iss.it/fumo/https://salute.gov.it

FUMO

La qualità di vita del fumatore è seriamente compromessa, a causa della maggiore frequenza di patologie respiratorie (tosse, catarro, bronchiti ricorrenti, asma ecc.) e cardiocircolatorie (ipertensione, ictus, infarto, arteriopatie ecc.) che possono limitare le attività della vita quotidianaIn questi anni a livello sia nazionale che internazionale si stanno sempre più sviluppando interventi di prevenzione e di cura per affrontare questa “epidemia” in modo complessivo

Fonti: https://www.epicentro.iss.it/fumo/https://salute.gov.it

FUMO

In Italia ogni anno 34.000 persone perdono la vita per un carcinoma polmonare e si stima che almeno l'85 per cento dei nuovi casi sia dovuto al tabacco. Fumare aumenta di 14 volte il rischio di cancro al polmone, di 20 volte per i forti fumatori (oltre 20 sigarette al giorno)

Negli ultimi anni l'incidenza, ovvero il numero di nuovi casi, è in calo fra gli uomini (- 1,6% l'anno), mentre aumenta fra le donne (+ 1,7% l'anno fra il 2006 e il 2014), rilfettendo l'aumento delle fumatrici di venti o trent'anni fa

FUMO PASSIVO

Il fumo di sigaretta è una fra le forme più pericolose di inquinamento indoor, ovvero l'inquinamento che avvelena l'aria degli spazi chiusi in cui viviamo e respiriamo giorno e notte

Contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, di cui una settantina sono cancerogeni riconosciuti. Permane nell'aria per alcune ore, anche quando non si vede e non si sente più all'olfatto

Fonte: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/fumo/i-danni-anche-poco-noti-del-fumo

Rapporto del Surgeon General Office degli Stati Uniti, “The Health Consequences of Involuntary Exposure to Tobacco Smoke” del 2006: la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e cancro al polmone aumenta rispettivamente del 25-30% e del 20-30% per i non fumatori esposti a casa o sul posto di lavoro

FUMO PASSIVO

Anche una breve esposizione a fumo passivo rappresenta un pericolo notevole: l’unico modo per proteggere la salute dei non fumatori è eliminare completamente il fumo all’interno dei locali chiusi

Non solo patologie cardiache e tumore al polmone: il fumo passivo può causare in generale problemi respiratori, sindrome della morte in culla, infezioni all’orecchio e attacchi d’asma nei bambini piccoli

“Il fumo passivo è un grave problema di salute che può portare a malattie e morte prematura di bambini e adulti non fumatori”

FUMO PASSIVO

FUMO PASSIVO

https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-il-fumo-di-tabacco-in-azienda.pdf

Secondo il “Global status report on alcohol and health” 2018 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato il 21 settembre 2018, l’uso di alcol nel 2016 ha causato nel mondo circa 3 milioni di morti, ossia il 5,3% di tutti decessi e il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura attribuibili all’alcol. Più di 3/4 dei decessi si è verificato tra gli uomini

ALCOL

Secondo il rapporto del progetto europeo “Alcohol Measures for Public Health Research Alliance”, nella Unione Europea (UE) un decesso su 7 per gli uomini e un decesso su 13 per le donne è attribuibile al consumo di alcol

In Europa oltre il 12% dei decessi nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni è attribuibile all’alcol. In Italia sono almeno trentamila i decessi ogni anno per cause alcol-correlate e l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani fino all’età di 24 anni

Nel nostro Paese le spese sociali dovute all’abuso di alcol (mortalità e morbilità, perdita di produttività, assenteismo, disoccupazione, costi sanitari, etc.) rappresentano mediamente il 3,5% del Prodotto Interno Lordo, pari ad un valore di circa 53 miliardi di euro l’anno se rapportato al PIL 2010

ALCOL

L’etanolo e l’acetaldeide, sostanze contenute in tutte le bevande alcoliche, sono fortemente tossiche, cancerogene, ovvero in grado di indurre l’insorgenza e l’evoluzione dei tumori

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC-organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito etanolo ed acetaldeide nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene (insieme a fumo, anche passivo, ed amianto)

“Anche il consumo moderato di alcol può determinare l’insorgenza di un tumore”, è la posizione ufficializzata attraverso le colonne del Journal of Clinical Oncology dall'ASCO (American Society of Clinical Oncology) e immediatamente ripresa nell'editoriale di apertura da The Lancet, che di fatto richiama la posizione da anni diffusa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (novembre 2017)

● fegato: steatosi, epatite cronica alcolica, cirrosi alcolica, cancro del fegato● apparato digerente: cancro della bocca, cancro della faringe, gastrite e ulcere gastriche,

esofagite, pancreatite fino alla pancreatite cronica, cancro dell’esofago e dello stomaco, cancro del colon-retto

● cuore: cardiomiopatia alcolica, scompenso cardiaco e aritmie, ipertensione arteriosa aumentato rischio di ictus

● apparato genitale: negli uomini disfunzione erettile e nelle donne alterazioni del ciclo mestruale e un incrementato rischio di insorgenza di lesioni e cancro della mammella

● metabolismo: gotta, obesità, ipertensione arteriosa● apparato respiratorio: cancro della laringe● occhi: nistagmo e paralisi dei muscoli oculari● sistema nervoso: neuropatia periferica, perdita della memoria, demenza, atrofia cerebellare,

allucinazioni, stato confusionale, convulsioni● sistema immunitario: riduzione delle difese immunitarie● gravidanza: sindrome feto-alcolica (dimorfismi facciali, ritardo nell’accrescimento, anomalie

nello sviluppo del sistema nervoso centrale del feto)● Psicologiche: insonnia, disturbi di personalità, depressione, amnesia, allucinazioni, tentati

suicidi

PATOLOGIE ALCOL-CORRELATE

ALCOL CONSUMO CONSAPEVOLE

Le nuove indicazioni italiane definiscono a “basso rischio” un consumo di:

Zero unità alcoliche fino a 16 anni (OMS fino a 15 anni)2 unità alcoliche al giorno per l’uomo adulto1 unità alcolica al giorno per donne adulte, giovani dai 16 a 18 anni (meglio fino a 20) e anziani (>65anni) di entrambi i sessi

N.B. Il “rischio zero” non esiste!

http://www.salute.gov.it/portale (agg. Aprile 2017)

ALIMENTAZIONE

Un’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute

Un’alimentazione inadeguata, infatti, oltre a incidere sul benessere psico-fisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose malattie croniche

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione

ALIMENTAZIONE

Le abitudini alimentari sono tra i maggiori determinanti della salute e del carico globale di malattia

La maggior parte dei Paesi nel mondo soffre di uno o più problemi legati alla malnutrizione o per difetto (carenza acuta o cronica di nutrienti) o per eccesso o per quella condizione che si verifica spesso nei Paesi industrializzati di carenza mista: eccesso energetico, di zuccheri e grassi e carenza di micronutrienti importanti, come ferro e calcio

Nel nostro Paese, errate abitudini alimentari sono responsabili di obesità e malattie ad essa correlate, quali diabete di tipo II, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore e sono purtroppo determinate (e spesso mantenute) da fattori inevitabili come la globalizzazione e l’urbanizzazione, ma anche da fattori modificabili come la perdita della cultura e tradizione alimentare o l’orientamento verso prodotti a basso valore nutrizionale

Fonte: https://www.crea.gov.it

ALIMENTAZIONE

Tra i rischi alimentari più importanti per la popolazione italiana sono annoverati il basso consumo di cereali integrali, di frutta secca in guscio, di frutta e verdura da un lato, e dall'altro il consumo eccessivo di sale

Una grande mole di evidenze scientifiche dimostra che uno stile di vita sano, con abitudini alimentari migliori e attività fisica regolare contribuisce al raggiungimento ed al mantenimento di un buono stato di salute, determinando un minore rischio di malattie croniche in tutte le fasi della vita, una minore spesa sanitaria, una maggiore produttività, un invecchiamento attivo

FATTORI DI RISCHIO

● GRASSI SATURI E TRANS

● ZUCCHERI E FARINE RAFFINATE

● SALE

● FERRO EME

● ORMONI

● FARMACI

● COLORANTI/CONSERVANTI

● SOSTANZE PRODOTTE DURANTE LA

LAVORAZIONE DELLA CARNE

● AGE (Advanced glycation end products)

FATTORI PROTETTIVI

● FIBRE

● FITOCOMPOSTI

● FITOESTROGENI

● VITAMINE

● MINERALI

● GRASSI MONO E POLIINSATURI

● STEROLI VEGETALI

DIETA MEDITERRANEA

Patrimonio mondiale dell'umanità 2010

FATTORI DI RISCHIO

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC-organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito le carni trasformate nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene (insieme a fumo, anche passivo, ed amianto)

● Carni trasformate (insaccati, wurstel, carni in scatola) classificate come sicuramente cancerogene

● Carni rosse classificate come probabilmente cancerogene

Diet, Nutrition, Physical Activity and Cancer : a global perspective" - 2018

PREVENZIONE

PREVENZIONE

Alla riduzione del rischio di cardiopatia ischemica, si aggiungono tutti i vantaggi emersi negli ultimi 20 anni dai vari studi sulla stessa popolazione EPIC-Oxford e su altri campioni di popolazione: - Riduzione del peso corporeo e del rischio di sovrappeso-obesità- rischio ridotto di sindrome metabolica- Valori più bassi di pressione arteriosa- Livelli più bassi di colesterolo "cattivo"

NUOVO STUDIO SUL BRITISH MEDICAL JOURNAL CONFERMA CHE LA DIETA VEGETARIANA SALVA DELLE VITE: MENO PERSONE COLPITE DA MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Risks of ischaemic heart disease and stroke in meat eaters, fish eaters, and vegetarians over 18 years of follow-up: results from the prospective EPIC-Oxford study Tammy Y N Tong et al. : BMJ 2019 Sep 4;366:l4897. 

In questa coorte di popolazione del Regno Unito, una dieta contenente pesce e una dieta vegetariana, presentavano una riduzione del rischio di cardiopatia ischemica rispetto alla dieta contente carne.

LA DIETA 100% VEGETALE RIDUCE IL RISCHIO DI MALATTIE CRONICHE

Miles FL, Lloren JIC, Haddad E, et al. Plasma, urine, and adipose tissue biomarkers of dietary intake differ between vegetarian and non-vegetarian diet groups in the Adventist Health Study-2., J Nutr. Published online February 15, 2019

Le persone che seguono una dieta vegan hanno un rischio minore di sviluppare malattie croniche, rispetto a chi segue altri tipi di dieta: è questo il risultato di uno studio effettuato dal National Cancer Institute statunitense e pubblicato sulla rivista scientifica "The Journal of Nutrition".

I ricercatori hanno analizzato la dieta di persone che seguivano un'alimentazione vegana, latto-ovo-vegetariana, onnivora con basso consumo di carne e pesce, onnivora senza consumo di carne ma con consumo di pesce, e onnivora standard

DIETE 100% VEGETALI

Il gruppo vegan è risultato avere il rischio minore per: cancro, malattie cardio vascolari, ipertensione. Questo stesso gruppo era quello con i livelli più elevati di acidi grassi essenziali omega-3 e di antiossidanti come carotenoidi e isoflavoni, associati a minore infiammazione

Era il gruppo con il consumo più elevato di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, il maggior consumo di fibra e di beta-carotene e il consumo minore di grassi saturi Quello vegan era l'unico gruppo tra quelli esaminati ad avere un peso corporeo nel range corretto, mentre tutti gli altri erano sovrappeso, in media

Miles FL, Lloren JIC, Haddad E, et al. Plasma, urine, and adipose tissue biomarkers of dietary intake differ between vegetarian and non-vegetarian diet groups in the Adventist Health Study-2., J Nutr. Published online February 15, 2019

• le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie.

• Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti.

DIETA VEGANA E DIABETE

La Canadian Diabetes Association (CDA) nelle sue linee guida del 2013

raccomanda l'uso delle diete Plant based come terapia nutrizionale

medica dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2

Nello stesso periodo, 2012-2013, l’Asl di Milano include, nelle direttive

indirizzate ai propri medici, l’uso della dieta vegana come primo

approccio alla terapia per i pazienti affetti da diabete di tipo 2

https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbl-alimentazione-e-lavoro.pdf

DATI ASSENZA PER MALATTIA 2015

In Italia le cattive abitudini alimentari hanno un costo sociale di circa 8,3 miliardi di euro/anno considerando i costi diretti e indiretti e generano una perdita di quasi 97 milioni di giorni lavorativi.

Melotti G, Rossi E, Turchetti G. Presentazione dei risultati di uno studio sui costi sociali dell’obesità Festival della Salute. Viareggio 24-27 Sett. 2009