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1 PRIMA PROVA (fitopatologia) 1° PROVA SESSIONE D’ESAME 2000 Il candidato, individuata una specie arborea a piacere, descriva e commenti le strategie di lotta biologica attuabili per ottenere frutta a basso residuo di prodotti chimici. 1° PROVA SESSIONE D’ESAME 2002 Scelta una specie arborea del gruppo delle Pomacee o delle Drupacee il candidato, dopo aver illustrato esaurientemente i caratteri della zona nella quale la coltura prescelta verrà praticata, illustri i criteri per l’impostazione della difesa integrata , descriva le modalità ed i momenti di intervento e sottolinei le fasi critiche delle operazioni in dipendenza della biologia delle cultivar e delle condizioni ambientali.

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PRIMA PROVA (fitopatologia)

1° PROVA SESSIONE D’ESAME 2000Il candidato, individuata una specie arborea a piacere, descriva e commenti le strategie di lotta biologica attuabili per ottenere frutta a basso residuo di prodotti chimici.

1° PROVA SESSIONE D’ESAME 2002Scelta una specie arborea del gruppo delle Pomacee o delle Drupacee il candidato, dopo aver illustrato esaurientemente i caratteri della zona nella quale la coltura prescelta verrà praticata, illustri i criteri per l’impostazione della difesa integrata, descriva le modalità ed i momenti di intervento e sottolinei le fasi critiche delle operazioni in dipendenza della biologia delle cultivar e delle condizioni ambientali.

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Fitopatologia

Studia le malattie delle piante prodotte da virus, fanerogame, cause abiotiche e microrganismi

(batteri, funghi, nematodi, protozoi)

Malattie delle piante sono antiche come le piante stesse Conoscenza delle malattie: fino al Medioevo pochi progressi,

considerate di natura sovrannaturale, magica Prime osservazioni sui microrganismi: intorno al 1600, grazie

all’invenzione del microscopio Funghi trovati su piante infette ritenuti ancora strutture

anomale delle piante

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FitopatologiaMondo agricolo: per moltissimo tempo le malattie vengono

considerate come una forma di castigo divino, con rimedi spesso associati a riti magici –religiosi:

Es. Romani: frequenti ruggini dei cereali (non sapendo come combatterle non restava loro che pregare e sacrificare animali ad una specifica divinità)

Es. in letteratura araba di fine 1100: indicazioni contro il marciume del grappolo della vite (botrite?)in cui si consigliava di rimuovere le foglie attorno ai grappoli, affinchè il vento portasse via il diavolo

….

Es. 1800-1900: Napoleone Passerini, docente a Pisa, era convinto che la comparsa dell’oidio della vite fosse correlata alla diffusione delle locomotive a vapore.

Es. 1970: epidemia di Helminthosporium maydis razza T che devasto la “corn belt” nordamericana fu attribuita, a livello popolare, da un agente patogeno importato dalla Luna nel corso delle missioni spaziali Apollo;

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FitoiatriaMetà 1800: grandi calamità che colpirono vite e patata fanno aumentare di

importanza fitoiatria, inizia l’uso di p.a. quali rame, zolfo, arseniati (=primi antiparassitari), migliorano le conoscenze (si stabilisce definitivamente che i funghi microscopici associati a molte malattie delle piante ne sono i veri agenti e non uno sviluppo anomalo da fattori ambientali avversi).

Nascita moderna fitoiatria: identificata con l’introduzione della Poltiglia bordolese (solfato di rame neutralizzato con idrossido di calcio);

1882: pubblicazione risultati positivi in viticoltura con poltiglia bordolese (prima utilizzata come conciante del frumento). L’introduzione recente della Plasmopara viticola dall’America (1874) stimolò la ricerca del primo prodotto anticrittogamico impiegato con criterio in agricoltura.

Risultati ottenuti casualmente dall’osservazione:- filare vicino alla strada con verderame (contro furti) = grappoli indenni- viti con tutori legnosi impregnati di solfato di rame = esenti dall’infezione.

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Fitoiatria

Da allora vengono scoperte e studiate molte sostanze…

1934: data storica che apre la seconda era, quella dei ditiocarbammati: nel giro di pochi decenni vengono introdotti composti di largo impiego: dinocap, ftalimmidici (captano, dodina, mancozeb, clortalonil….);

Fine 1960: inizia la terza era con introduzione di prodotti:- anticrittogamici ad azione sistemica (oxatine, benzimidazolici);- translaminare con azione perlopiù antioidica (fenarimol);- antiperonosporici curativi (cimoxanil).

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Fitoiatria1962: l’uscita di un best-seller americano porta l’attenzione dell’opinione

pubblica sui problemi di tossicità legati all’impiego di insetticidi.

problemi legati all’impiego dei cloro-organici (innanzitutto DDT) ma non solo; tecniche più affidabili x valutazione dei rischi, eliminazione prodotti non

sufficientemente sicuri per uomo e ambiente (introduzione patentino, concetto di residui e intervalli di sicurezza).

Moderna fitoiatria: non è un elenco cronologico di molecole sintetizzate

Rientrano nella fitoiatria anche: regolamentazione commercializzazione di materiale vegetale (impedire

l’ingresso di parassiti in aree in cui è assente); selezione del materiale a fini anche fitosanitari (es. esenzione infezioni virali); Miglioramento genetico; Difesa biologica e realizzazione di modelli epidemiologici (più precisa

centratura momento ottimale intervento).

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Malattia: situazione in cui lo scostamento dalla norma

(nella morfologia, struttura e funzioni di una pianta), comporta un danno

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Sintomatologia

Malattie: si manifestano attraverso svariati sintomi

Quadro sintomatologico: insieme di tutti i sintomi di una malattia

Non esiste corrispondenza univoca tra manifestazione sintomatologica e causa che la determina

(= cause diverse possono causare sintomatologie molto simili)

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Sintomatologia

Alterazioni: dell’intera pianta: nanismo, gigantismo, apoplessia (=morte

immediata pianta) foglie: variazioni colore (eziolamento, clorosi, mosaico, argentatura),

morte dei tessuti (necrosi, ustioni), alterazioni della consistenza (avvizzimento, allessatura), asportazione tessuti (impallinatura), deformazioni (bollosità, arrotolamenti)escrescenze e alterazioni varie(galle, mine, melata), filloptosi.

fiori: (fillomania, cascola fiori) frutti: vitrescenza, rugginosità, spaccature, marciumi, cascola..) rami e fusti (gommosi, spacchi, cancro, tumori, carie legno,

fasciazioni, scopazzi) radici: galle, tumori, marciumi.

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Diagnosi fitopatologica

Analisi di campo: analisi visiva (ed eventuale raccolta campioni x ulteriori accertamenti: rappresentativo, di stadi diversi, varie parti pianta, mappa con indicati prelievi + informazioni collaterali);

Analisi di laboratorio: x identificare il M.O.(funghi, virus, batteri)

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Fase inoculazione

INOCULO (potenziale): massa di patogeno sotto qualsiasi forma presente in un ambiente

DIFFUSIONE inoculo: Anemofila - maggior parte funghi:spore/conidielevate distanze;- no virus;- scarsa batteri;

Idrofila- importante x batteri,- poco importante x funghi (determina diffusione sull’ospite);

Zoofila (importante x tutti i patogeni, soprattutto x virus);

Fitofila (importante x tutti).

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Conservazione inoculo

Funghi

fase gamica=spore ( spesso contenute in strutture protettive,es. periteci)

fase agamica=conidi/zoosporangi

strutture vegetative R (es. sclerozi= masse di micelio aggomitolato);

Batteri: in parti infette ospite, terreno;

Virus: in ospite o vettore.

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Fase penetrazione

FUNGHI

Diretta - cuticola = perforata meccanicamente con stiletto d’infezione; - cellule epidermiche = lisi enzimaticaifa(endoparassiti:ifa invade tessuti; ectofita: ifa differenzia austorio che invade tessuti) Es. Venturia inaequalis

Aperture naturali (stomi, lenticelle ife direttamente nei tessuti) Es. Plasmopara viticola

Ferite (=funghi da ferita) Es. vite: Botrytis si insedia dopo infezione oidica

BATTERI: No penetrazione diretta (necessitano di aperture naturali/artificiali);

VIRUS: penetrazione passiva (occorrono vettori meccanici o biologici).

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Reazione dell’ospite alla malattia

Suscettibilità (ereditarietà/fattori esterni non ereditari);

Comportamenti intermedi;

Resistenza (caratteristiche biologiche, fisiche, chimiche):

- refrattarietà (ostacolo: raggiungimento ospite e penetrazione)sfasatura ciclo

- immunità (ostacolo diffusione patogeno e patogenesi)caratteristiche fisico-chimiche barriere ospite

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Metodologie di lotta

Recentemente: aumento sensibilità opinione pubblica verso un’agricoltura sostenibile, a basso impatto ambientale.

Tappe percorse dall’agricoltura sostenibile:

Lotta guidata: primo passo di una evoluzione verso tecniche di lotta a basso impatto:(iniziata negli anni ’70: razionalizza l’uso dei prodotti chimici attraverso:

riduzione quantità fitofarmaci utilizzati; lotta non più a calendario ma secondo rilievi in campo; Mezzi chimici rispettosi dell’ambiente e degli insetti utili; Monitoraggio visivo in campo (trappole sessuali, soglie di tolleranza, sfruttamento nemici

naturali, rilievi meteo, modelli previsionali capaci di indicare fasi fenologiche e momento di sviluppo del fitofago);

trattamenti eseguiti solo quando il danno dovuto alla presenza del parasita diventa economicamente significativo.

INTERVENTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

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Metodologie di lotta

Lotta integrata: iniziata anni ’80, mantiene soglie di intervento lotta guidata + introduzione concetto “priorità ai fattori naturali di limitazione”(=controllo bio).

Basata su: individuazione momento ideale intervento (campionamenti e modelli previsionali) scelta tipo di lotta da eseguire (= mezzo migliore per quella situazione):

agronomica, fisica, chimica, biotecnologica, biologica seguendo quanto indicato nei disciplinari di produzione integrata.

Produzione integrata: Iniziata anni ’90, si interviene su tutta la tecnica colturale (non solo sulla lotta) per ottenere produzioni di qualità.

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Metodologie produzione integrata

Prevede:

scelta cultivar (resistenti e adattate alla zona);

Materiale vivaistico (certificato: viruesente e con requisiti agronomici);

Ambiente vocato; Portainnesti idonei

Preparazione terreno all’impianto (attenzione ai ristagni);

Concimazioni (attenzione N, all’inquinamento falde e lisciviazione, analisi terreno);

Gestione terreno (preferibile inerbimento);

Lotta ai parassiti secondo lotta integrata (riduzione quantità, distribuzione omogenea..);

Raccolta e conservazione: (epoca ottimale, riduzione trattamenti post-raccolta..)

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Mezzi di difesaAgronomici: pratiche colturali regolarmente eseguite in modo da rendere più difficoltoso l’instaurarsi della malattia (es. potatura: rimozione organi infetti e modifica l’ambiente consentendo maggior arieggiamento);

Chimici: si interviene per combattere il parassita;

Fisici: utilizzo di agenti fisici (acqua, fuoco, calore, radiazioni) per risanare piante o loro parti (semi), per trattare ambienti (terreno) infestati o creare condizioni ambientali sfavorevoli alla malattia.

Genetici: forma più “pulita” di intervento, quella con maggiori prospettive future. Miglioramento genetico può portare all’ottenimento di materiale resistente.

Biologici: sfruttano l’azione di organismi viventi che svolgono azione antagonista o predatoria nei confronti del parassita;

Mezzi legislativi: iniziative volte ad escludere l’introduzione di un organismo nocivo o a circoscriverne la diffusione.

Tali forme di difesa antiparassitaria non si escludono a vicenda ma spesso coesistono dando luogo alla cosiddetta difesa integrata.

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Prodotti fitosanitari

Principio attivo: agisce contro l’avversità da combattere;

Coadiuvanti o coformulati: completano prodotto fitosanitario (migliorano l’azione del principio attivo, ne favoriscono la distribuzione e la persistenza):

tensioattivi: riducono la tensione superficiale delle miscele:

emulsionanti: migliorano la dispersione di un liquido in un altro;

bagnanti: migliorano l’uniformità di distribuzione sugli organi trattati;

adesivanti: migliorano il contatto tra soluzione irrorata e superficie (+ persistenza);

umettanti: rallentano evaporazione della soluzione (+ persistenza);

sinergizzanti: esaltano azione del principio attivo;

diluenti inerti: facilitano distribuzione prodotto soprattutto con dosi impiegate ridotte.

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Distribuzione prodotti fitosanitari

Dosaggio

Sulle confezioni dosaggio/hl di acqua

NB il vero riferimento deve essere il terreno

Consigliato il dosaggio in etichetta (rischio ceppi resistenti): Inibitori della Sintesi dell’Ergosterolo (IBS); Dicarbossimidi; Anilopiridine; Strobilurine.

Consigliato un dosaggio minimo (ma attrezzatura ben tarata!): Insetticidi; Acaricidi; Fungicidi di copertura.

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Distribuzione antiparassitari

Miscela di prodotti

Formulazioni: reazione acida/basica/neutra in f. delle sostanza contenute.

Importante x valutare la miscibilità con altre sostanze: un prodotto alcalino reagisce con gli acidi; Un prodotto acido reagisce con le basi; Un prodotto neutro ha caratteristiche intermedie e non è né acido né basico.

Etichetta: vengono riportate le indicazioni relative alla loro miscibilità.

Miglior efficacia prodotti miscele con al massimo 2 prodotti

DIRADANTI: possibilmente utilizzarli da soli, aggiungendo solo olio o bagnanti.

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Formulazioni antiparassitari

polveri secche: elevata capacità copertura e adesività grazie a ridottissime dimensioni;

granuli: usati soprattutto terreno (lento rilascio sostanza attiva al contatto con acqua);

polvere bagnabile (PB – WP): non solubili in acqua, originano soluzioni che tendono poi a depositarsi sul fondo: spesso addizionate a tensioattivi.

polveri solubili (PS, WS): devono essere diluite in acqua, originano sospensioni stabili;

concentrati emulsionabili (EC): Formulazioni liquide solubilizzate in un solvente organico: diluite in acqua originano emulsioni.

sospensione concentrata (SC – SE): costituite da particelle ultramicronizzate mantenute stabilmente in sospensione.

granuli idrodispersibili (WG – DF): sostanza attiva omogeneamente distribuita all’interno del granulo (+ sicuri rispetto alle polveri=minor rischio inalazione);

microincapsulati (CS): sostanza attiva racchiusa da un sottile film polimerico biodegradabile, liberazione graduale della sostanza attiva con evaporazione della capsula.

sacchetti idrosolubili: la sostanza attiva è contenuta in un sacchetto idrosolubile;

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Distribuzione antiparassitari

Atomizzatori: forniti di un generatore di corrente d’aria (ventola)sfruttata: per il trasporto delle goccioline (=atomizzatori ad aeroconvezione); Per la polverizzazione + trasporto delle soluzioni (atomizzatori pneumatici).

Nebulizzazione spinta

Corrente d’aria: consente maggiore omogeneità del trattamento (x movimento della vegetazione e finezza delle goccioline (in particolare nell’atomizzatore pneumatico).

Tali caratteristiche hanno permesso una riduzione del volume di acqua/ha (basso volume: 150-300 l/ha) pur distribuendo una quantità di p.a. uguale ai modelli ad alto volume

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Distribuzione fitofarmaciTecnica di trattamento:

VOLUME ACQUA: distribuzione più diffusa è ad alti volumi d’acqua:

ALTI VOLUMI (oltre 1000 l/ha): generalmente ottimali 500 l acqua/metro d’altezza pianta (Impianti della zona: ritenuti sufficienti 1000-1500 l/ha)

RIDUZIONE VOLUMI:q. fitofarmaco SEMPRE rapportata ai 1500 litri.

VELOCITA’ DI AVANZAMENTO Altezza pianta inferiore a 4,5-5 m 4,5-5 km/h

PRESSIONE DELLA POMPA Ugelli tradizionali: 15 bar con un max di 20 bar (oltre=perdite di prodotto).

VOLUME D’ARIA L’aria è il veicolo per il trasporto della miscela:

Piante alte/molta vegetazione: velocità elevata ventola ( 540 giri p.d.p.); Piante basse: procedere con marcia ridotta (regime giri inferiori).

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Verifica funzionalità irroratrici

PARAMETRI INDICATI (volume acqua, velocità avanzamento, pressione pompa, volume aria)

sono validi se la macchina è EFFICIENTE sottoposta a controlli periodici (obbligatori per aziende aderenti al PSR).

Controlli effettuati durante la taratura: Efficienza manometro; Funzionalità sistema regolazione; Individuazione direzione del flusso d’aria; Determinazione portata degli ugelli; Controllo velocità avanzamento; Determinazione uniformità distribuzione; Verifica funzionalità della macchina.

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Classi tossicologiche

MOLTO TOSSICO (T+): ex 1° classe (teschio)

TOSSICO (T): ex 1° classe (teschio)

NOCIVO (Xn): ex 2° classe (croce)

IRRITANTE (Xi): ex 3°- 4° classe (manipolare con prudenza)

NON CLASSIFICATO: ex 3° - 4° classe (manipolare con prudenza)

patentino

nopatentino

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Revisione europea agrofarmaci

Direttiva europea 91/414: negli ultimi mesi ha portato alla revoca molti vecchi prodotti, essa è stata però compensata dalla scoperta e introduzione di nuove molecole

IMPORTANTE RINNOVAMENTO PRODOTTI REGISTRATI(migliore efficacia e sicurezza verso operatore/consumatore/ambiente)

2008: termine programma europeo di revisione

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Difesa fitosanitaria del melo

Ticchiolatura Sverna nel fogliame caduto. In primavera, con pochi mm di pioggia, le spore si diffondono e in condizioni ottimali di T e sufficiente durata di bagnatura iniziano le infezioni primarie.

Nord Italia:spore si esauriscono a fine maggio-inizio giugno, possono seguire infezioni secondarie (T superiori ai 30° = basso rischio, aumenta in autunno al diminuire T).

Strategie preventive e di difesa: pratiche che riducano presenza fogliame caduto (aumentando attività microbiologica e dei lombrichi nel suolo);

pratiche che riducano durata di bagnatura degli organi degli alberi (forma allevamento, potatura, concimazione…);

varietà resistenti adatte all’ambiente e ai canali commerciali; Impiego p.a. ad azione preventiva (a base di rame, zolfo, polisolfuro di calcio): scelta p.a. dosaggi da applicare e strategia applicativa dipendono dalla varietà coltivata, fase fenologica.

Centri assistenza tecnica= attraverso strumentazione meteorologica, apparecchi captaspore dislocati sul territorio e gestione di modelli matematici di simulazione forniscono al tecnico gli elementi necessari alla decisione sul tipo di trattamento da consigliare.

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Difesa integrata ticchiolaturaEfficace controllo malattia: trattamenti prioritari contro infezioni I°.Iniziare gli interventi quando si verificano le seguenti condizioni: presenza organi suscettibili (stadio fenologico: da punte verdi in avanti); presenza ascospore; sufficiente periodo bagnatura degli organi recettivi + idonea temperatura.

Valutazione contaminazioniPossibile contaminazione: in f. varietà, condizioni climatiche ed entità inoculo.

Carico potenziale ascospore: valutato in autunno prima filloptosi. Su 600 germogli: 50 o meno foglie infette: livello basso di inoculo; 50-100 foglie infette: livello medio inoculo; oltre 100 foglie infette: livello elevato inoculo.

Teoricamente: con inoculo basso si può ritardare il 1° intervento a inizio fioritura.

Velocità di sviluppo vegetazione: x valutare il rischio infettivo (la protezione dei fungicidi di copertura è legata alla crescita vegetativa). Massima recettività: foglia di 5-6 giorni.

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Difesa integrata ticchiolatura

Quando effettuare il trattamentoConsiderare:

caratteristiche sostanze attive che si utilizzano; la sua persistenza residuale nel tempo; velocità di crescita della vegetazione; potenziale dell’inoculo; attendibilità previsioni meteo.

Prodotti di copertura: utilizzati da rottura gemme e bottoni rosa (retroattività di 36-48 ore) o con anilinopirimidine (retroattività 72 ore) non influenzati dalle basse temperature molto probabili a inizio primavera. Per evitare di trattare durante la fioritura è consigliabile intervento cautelativo a inizio fioritura con fungicidi a lunga persistenza (es. strobilurine, ditianon, anilino-pirimidine).

Prodotti curativi: se non si è potuto intervenire prima di piogge infettanti o il prodotto è stato dilavato (IBE=inibitori degli ergosteroli o anilinopirimidine). Attenzione a T inferiori a 10°C= scarsa efficacia IBE.

NB Per evitare fenomeni di resistenza: non superare 4 interventi/anno con fungicidi IBE e anilinopirimidine, 3 con le strobilurine. miscelare fungicidi IBE con prodotti di copertura (applicabili anche su vegetazione bagnata).

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Difesa integrata carpocapsa meloFitofago temibile su tutte le varietà (gruppo Red Delicius= cultivar maggiormente suscettibili).

Rischi infestazione: correlati alla q. frutti con larve vive alla raccolta dell’annata precedente e a quelli bacati a terra.Sverna: larva nel bozzolo corteccia alberi;Prima decade aprile: inizia volo adulti, accoppiamento e deposizione uova 20 gg dopo.Deposizione uova: 1° generazione sulle foglie, 2° generazione sui frutti.

Confusione e distrazione sessualeConfusione sessuale= se applicata correttamente riduce il fitofago:

Tecniche frequentemente abbinate:

alla difesa chimica: idonee per frutteti di una certa ampiezza (distribuzione, prima dell’inizio dei voli, di specifici dispenser erogatori);

alla difesa con preparati microbiologici.

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Difesa integrata carpocapsa melo

Interventi insetticidiTrappole sessuali a feromoni di sintesi: indispensabili per seguire l’andamento dei voli (=il numero di individui catturati spesso non è correlato alla reale popolazione). Soglia di attenzione: indicativamente 2 adulti/trappola/settimana.

Difesa 1°generazione: fondamentale la massima efficacia contro la 1° generazione (la presenza di appena l’1% di frutti con larve vive costituisce fattore di rischio x la restante stagione vegetativa).

Per impostare interventi corretti: attenersi ai modelli previsionali (medie climatiche storiche, dati capannine meteo) per conoscere l’evoluzione degli stadi dell’insetto.

Controllo 1° generazione: fondamentale trattamento ovicida nell’immediata pre-ovideposizione o su uova bianche: chitinoinibitori (triflumuron, diflubenzuron..)+ 1 o più interventi larvicidi (in funzione preparati utilizzati, es. clorpirifos, fosmet, spinosad, granulovirus).

Controllo 2° generazione: frutti con larve vive della prima generazione: sotto l’1%: difesa della 2° generazione può essere realizzata solo con larvicidi; oltre l’1%: consigliabile primo intervento ovicida con chitinoinibitori per chiudere il programma con metossifenozide, tiacloprid...NB. I granulovirus, agendo x ingestione sulle larve, non limitano il bacato secco di conseguenza il suo impiego è sconsigliabile in presenza di elevati attacchi larvali.

Controllo 3° generazione: (coincide con maturazione o inizio raccolta), difesa può essere realizzata con spinosad, indoxacarb, sifenozide.

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Difesa integrata Cidia e AnarsiaSpecie carpofaghe più importanti nel programma di difesa insetticida.

Frutta senza residui: fondamentale riduzione popolazione nelle ultime fasi di permanenza in campo dei frutti (=possibile riduzione dei “trattamenti di chiusura” alla raccolta).

Metodi di lotta con feromoniImpiego di dispenser erogatori di feromoni per confusione e distrazione sessuale. Opportuna difesa insetticida contro 1° generazione (meno numerosa). Attenzione al vento (può allontanare nube feromoni artificiali lasciando scoperto il frutteto).

Metodi di lotta chimici: revoca diazinfos-metile e fenitrotion. Attualmente:Cidia molesta:

1° generazione: ovicida (chitinoinibitori)+larvicida o larvicidi sistemici (es. thiacloprid);

Successivamente larvicidi: thiacloprid (sistemico), Spinosad (adatto anche a interventi di chiusura per breve periodo di sicurezza, interessante anche x zone ad elevata presenza di Ceratitis capitata in quanto efficace anche contro di essa), etofenprox (molto usato nei trattamenti di chiusura);

Anarsia: 1° generazione: ovicidi; successivamente larvicidi: ottimi sia etofenprox (molto usato nei trattamenti di

chiusura) che Bacillus thuringiensis var. kurstaki e aizawai (persistena limitata, spesso occorre ripetere l’intervento).

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Difesa integrata peronospora e oidio vite

Peronospora e oidio: malattie più importanti della vite (ancora oggi è difficile prevedere come e quando compariranno nel corso dell’annata)

Difesa integrataFondamentali: scelta del sito d’impianto e, compatibilmente con disciplinari produzione, vitigno (portainnesto, sesto impianto, forma allevamento); cure colturali: potature invernali, concimazioni equilibrate, corrette irrigazioni, accorta gestione suolo, potature verdi;

Interventi curativi: operando bene, non dovrebbero essere necessari;

consigliabile difesa preventiva

Modelli previsionali: anche se non ancora completamente affidabili forniscono un aiuto per gestione razionale della difesa.

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Difesa integrata Peronospora e oidio vite

Prodotti utilizzabili: Antiperonosporici prodotti di contatto: utilizzati x apertura e chiusura trattamenti (=riduzione costi difesa), es. ditianon, mancozeb, prodotti rameici (ossicloruro, poltiglia bordolese); Prodotti citotropici; Prodotti sistemici; Prodotti translaminari: analoghi strobilurine;

Antioidici prodotti di contatto: varie forme di zolfo (bagnabili, in polvere, liquidi..), possibili problemi di fitotossicità e disturbo alcuni insetti utili; IBS e sistemici: impiego previsto dalla fase di fioritura fino alla pre-chiusura grappolo; Translaminari: elevata azione preventiva (es. analoghi strobilurine tipo kresomil-metil…); Fungicidi microbiologici: Ampelomyces quisqualis.

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Difesa integrataPeronospora e oidio vite

Fasi fenologiche: riposo vegetativo: potatura invernale(attenzione a oidio sui tralci…); abbozzi fogliari: no trattamenti specifici; foglie distese: necessari interventi antioidici(=attacchi tardivi annata precedente: es. zolfo); grappoli visibili-grappoli separati: regola 10-10-10 peronospora o modelli previsionali

difesa peronosporica (prodotti di copertura: es. rame…)+ antioidica (es.zolfo, analoghi strobilurine, A. quisqualis… miscelati con molecole antiresistenza);

bottoni fiorali-inizio fioritura: difesa antiperonosporica + eventuale antioidica (es. zolfo);

fioritura-allegagione: una delle fasi massimo rischio peronospora (=sistemici, analoghi strobilurine)+ difesa antioidica (IBS, zolfi, Ampelomyces quisqualis);

allegagione-chiusura grappolo: altro periodo critico, antiperonosporici (prodotti di contatto es. rame, poltiglia bordolese)+antioidici (IBS, zolfo, Ampelomyces quisqualis, analoghi strobilurine….).

chiusura grappolo-invaiatura: antiperonosporici (es. rameici, analoghi strobilurine, IBS…)+ antioidici (zolfi);

maturazione: Italia settentrionale (possibile necessità antioidici e antiperonosporici=poltiglia bordolese), Italia centrale e meridionale (=le elevate T bloccano ulteriori sviluppi fungini).

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Difesa integrata mosca delle olive

Dittero (Bactrocera oleae) fitofago più dannoso coltura dell’olivo: non interferisce sulla vegetazione della pianta ma danneggia la produzione dal punto di vista quantitativo/qualitativo.

Ciclo insettoPresente praticamente in tutti i territori dove si coltiva l’olivo: sverna come pupa (anche come adulto e larva). Generalmente compie il suo ciclo biologico in 1 mese: in media 4-5 generazioni/anno (2-3 più dannose da settembre a novembre sulle olive da olio). Normalmente viene deposto 1 uovo/oliva (possono essere anche più di 1).

Difesa Contro gli adulti:

metodo delle esche proteiche avvelenate: irrorare, su parte della pianta proteine idrolizzate avvelenata con insetticida;

utilizzando dispositivi Attract and kill: posizionare, a inizio ovodeposizione, 100-150/ha trappole.

Contro uova e larve: intervento chimico tramite campionamento punture fertili. Soglia intervento: prelevare a caso 100 olive da 10 piante rappresentative dell’oliveto: soglia di intervento: 10% di olive colpite

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Mosca delle olive (Dacus oleae Gmel.)

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Metodologie produzione biologica

Fondata su eliminazione prodotti chimici di sintesi, impiego di fertilizzanti organici, uso di tecnica colturale che valorizzi l’ambiente. Attraverso:

scelta cv resistenti;

Portainnesti vigorosi (x avere piante robuste);

Forme allevamento che assecondino il portamento naturale;

Fertilizzazione organica (sovescio, concimi organici, minerali naturali);

Infestanti controllate con inerbimentio controllati;

Lotta malattie: diretta (preparati naturali)e indiretta (resistenza);

Consigliate consociazioni.

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Difesa in frutticoltura biologica

BASATA SU:

Metodi indiretti Metodi indiretti (PREVENTIVI)

Scelta varietà tolleranti/resistenti; Favorire riproduzione insetti utili; Tecnica agronomica: - fertilizzazione equilibrata, - inerbimenti, - sovesci; - Irrigazioni corrette, - Lavorazioni corrette.

Metodi direttiMetodi diretti

Se il danno compromette la resa della coltura è consentito l’uso dei prodotti elencati nell’Allegato II/B del Reg. CEE 2092/91 (tale Reg. è stato modificato con il Reg. CE 834/2007).

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DIFESA DA PARASSITI

L’Allegato II B divide i prodotti fitosanitari in:L’Allegato II B divide i prodotti fitosanitari in:

Sostanze di origine vegetale o animale;

Microrganismi;

Sostanze da usare in trappole e/o distributori automatici;

Altre sostanze di uso tradizionale in AB.

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1. Estratti di origine vegetali: PIRETRO

Insetticida estratto dai fiori di alcune composite (Chrysanthemum cinerariaefolium), coltivato in Kenia, Australia, Sud America.

PRINCIPIO ATTIVOPRINCIPIO ATTIVO:: è una miscela di 6 sostanze naturali definite piretrine. agisce x contatto; paralisi: rapida metabolizzazione, a volte l’insetto non muore (= aggiunta sinergizzanti) elevata fotolabilità; pH soluzione: ottimale con valori inferiori a 7 (piretrine efficaci + a lungo); bassa tossicità (x rapida metabolizzazione).

POTENZIALITA’ APPLICATIVEPOTENZIALITA’ APPLICATIVE: contro afidi, aleurodidi,

cicaline, tripidi, psille, tingidi.

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1. Estratti di origine vegetali: ROTENONE

Revocato nel 2008 ma utilizzabile fino a ottobre 2011

Insetticida estratto da leguminose tropicali (es. Derris spp,), tossico verso animali. Popolazioni indigene: usato x uccidere animali a sangue freddo e pesci (piante tritate nelle pozze d’acqua). Fino Anni 60 usato x pesca di frodo in Sicilia. Il 75% del suo impiego mondiale è in pescicoltura (disinfestazione vasche).

PRINCIPIO ATTIVOPRINCIPIO ATTIVO: è una miscela di rotenoidi. agisce x contatto e ingestione; azione a livello cellulare: inibizione utilizzo ossigeno; elevata tossicità acuta ma rapida degradazione: inattivato dalla luce (fotolabile).

POTENZIALITA’ APPLICATIVEPOTENZIALITA’ APPLICATIVE:: no selettivo insetti/acari utili, persistenza 3-4 giorni. Contro: afidi, tripidi, dorifora, cicaline, mosca ciliegie.

Usato da solo o in miscela (ottima con piretro naturale=sinergia).

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1. Estratti di origine vegetali: AZADIRACTINASostanza origine indiana, estratta dall’albero del neem (Azadirachta indica). Conosciuta da 2000 anni ma da poco utilizzata come insetticida (Anni 60: studio sulle locuste in Sudan: neem era risparmiato dagli ortotteri).

PRINCIPIO ATTIVOPRINCIPIO ATTIVO:: miscela di sostanze concentrate soprattutto nei semi, in particolare azadiractina A ed E. Fondamentale la giusta maturazione delle drupe da cui ottenere i semi e la modalità di estrazione p.a. agisce x contatto e ingestione; azione sistemica nella pianta; effetto chitino-inibitore (muta: la larva/neanide non riesce a formare la cuticola);

POTENZIALITA’ APPLICATIVEPOTENZIALITA’ APPLICATIVE:: contro afide grigio, tripidi,

aleurodidi, cicadellidi, dorifora.

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1. Altri insetticidi di origine vegetale: QUASSIO

L’Alleagato II B ammette solo le quassine estratte da legno di Quassia amara.

Caratteristiche legno di quassio: debole persistenza in campo; selettivo verso insetti pronubi; tossicità trascurabile verso uomo (usato

anche x dare amarognolo a bibite); azione x contatto, inalazione e

ingestione; azione sul sistema nervoso contro afidi;

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Altri insetticidi di origine vegetale: OLI VEGETALI

Gruppo eterogeneo di sostanze, azione insetticida-fungicida.

Oli vegetali: interessante l’attività preventiva e curativa.

Olio estratto dall’aglio (azione insetticida); Olio estratto dal peperoncino (azione insetticida); Olio estratto da agrumi (azione insetticida); Olio estratto da girasole, soia, colza (azione anti-oidica); Olio estratto vinaccioli uva (azione anti-botritica e anti-oidica);

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2. Prodotti a base di microrganismi

Ammesso uso qualsiasi M.O. (batteri, virus, funghi) purchè non ogm.

Il DPR 290 liberalizza la vendita degli agrofarmaci microbiologici purchè venduti senza nome di fantasia, ma non da’ garanzia su efficacia/salubrità del prodotto x uomo/ambiente.

Vantaggi:

Facilità di applicazione (+ degli insetti) con comuni macchine irroratrici; Carenza breve; Bassa tossicità uomo/ambiente;

Svantaggi: conservazione formulati a T controllata;

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2. Insetticidi: Bacillus thuringiensis

Impiegato già prima II° Guerra Mondiale, poi accantonato da insetticidi di sintesi,ora riutilizzato grazie all’AB.

E’ un batterio sporigeno: in condizioni sfavorevoli origina una spora e dei corpuscoli cristallini di origine proteica con azione insetticida.

Principio attivo: le proteine del cristallo sono delle pro-tossine che, con pH superiore a 9 (intestino alcuni lepidotteri), si attivano e svolgono azione insetticida.

Azione x ingestione (paralisi muscoli intestino/bocca…setticemia); Ceppi più conosciuti: - sottospecie kurstaki e aizawai: contro lepidotteri; - sottospecie tenebrionis: contro colotteri crisomelidi; - sottospecie israelensis: contro ditteri culicidi e simulidi.

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2. Insetticidi: Bacillus thuringiensis

Vantaggi: Efficacia; Carenza breve; Assenza residui su colture.

Applicazione: Larve lepidotteri: tortricidi (Lobesia botrana, Pandemis spp, Archips spp,

Eulia sp, Cydia molesta, Cydia funebrana), Anarsia lineatella, Hyphantria cunea e Ostrinia nubilalis su peperone;

Larve dorifora patata: B. thuringiensis var. tenebrionis e ceppo kurstaki EG2424

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2. Insetticidi: Beauveria bassiana

In natura: il fungo produce spore che, a contatto con cuticola dell’insetto, germinano. Sviluppano ifa di penetrazione, invade epidermide e ipoderma, inizia produzione di tossine che in 3-5 giorni uccidono insetto.

In commercio: il fungo non produce tossine. L’insetto muore per disidratazione (il fungo penetra nell’insetto mediante enzimi chitinolitici che perforano la cuticola: disidratazione).

Applicazione: Aleurodidi, tripidi, afidi, ragnetto rosso, elateridi, balanino nocciolo e castagno. Può essere necessario ripetere il trattamento (no potere abbattente come piretro/rotenone).

Azione: ingestione, contatto

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2. Insetticidi: CpGV

CpGV: sigla che indica “Virus della granulosi carpocapsa delle pomacee”.

Conosciuto in Italia dagli Anni 90, capace di contenere infestazioni fitofago.

Modalità d’infezione: x ingestione capside proteico (=protezione virione).

Principio attivo: il capside proteico, raggiunto l’intestino (pH sup. 9), libera i virioni che portano a morte il fitofago in 3-5 giorni (x blocco attività organi vitali).

Azione: altamente virulento, rapida degradazione raggi UV, elevata selettività verso entomofauna utile (colpisce solo la carpocapsa).

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2. Insetticidi: CpGV

Fondamentale il monitoraggio popolazione (=trappole, ispezioni).

Distribuzione: in prossimità schiusura delle uova tortricide (serve ingestione virus).

Applicazione: I generazione: migliori condizioni di impiego.

Circa il 90% delle uova deposte sulle foglie (+ probabilità ingestione capside), larve in fase di vagabondaggio: 3-4 trattamenti per coprire l’intera durata del volo.

Generazioni successive: uova deposte soprattutto sul frutto (15-20% su foglie): minori probabilità di ingestione capside. Consigliata confusione sessuale (x popolazione ridotta)+ virus ai bordi (x soccorso).

Virus ingerito: non blocca funzionalità apparato boccale larva, possibili lievi danni (tentativi di penetrazione nel frutto: “bacato secco”).

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2. Fungicidi: Ampelomyces quisqualis

Ceppi R. ai fungicidi di sintesi: stimolato ricerca per questo fungo.

mico-parassita specifico degli oidii

Sviluppo: micelio di Ampelomyces si sviluppa nel micelio dell’ospite (oidio) per 5-7 giorni, poi si forma il picnidio (corpo fruttifero) e l’oidio muore in 2-4 giorni (si nutre delle cellule vive dell’ospite, non produce tossine).

Applicazione: col trattamento potenziamo un M.O. già presente in zona: contro= oidio vite, cucurbitacee, solanacee, fragola e rosa, melo; per successo del trattamento= almeno 3 trattamenti settimanali; efficacia= basso livello infezione (sup. fogliare attaccata: meno 3%).

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2. Fungicidi:Trichoderma harzianum

è uno dei principali componenti della microflora del suolo

A seconda del ceppo agisce: sulle foglie (T 39): competizione nutrienti, produzione enzimi, induzione R. nel terreno (T22): lo sviluppo costituisce barriera all’attacco dei parassiti;

Applicazioni: contro muffa grigia (Botrytis cinerea); Patogeni tellurici: Phytium spp, Phytophtora spp, Fusarium spp.).

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MEZZI BIOTECNICI

FEROMONI (messaggeri chimici, interessanti applicazioni con quelli sessuali.

Utilizzo: cattura massale (cossidi), confusione sessuale (elevato q. di feromone in campo impedisce maschi trovare femmine).

Efficacia confusione sessuale: Appezzamenti omogenei, superiori a 1 ha; Livelli di infestazione medio-bassi; Erogatori distribuiti regolarmente nell’appezzamento (meglio se di + ai bordi). No alte T ed eccessiva ventilazione: causano rilascio feromone troppo rapido. Erogatori: prima della I generazione o durante stagione dopo trattamenti abbattenti.

Es: - Prima generazione: virus granulosi; - II generazione in poi: confusione sessuale.

Disponibilità commerciale: diversi erogatori (a spaghetto, piastrine…sperimentazione in Trentino distribuzione a nastro, a spray..), specifici x fitofagi.

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MEZZI BIOTECNICI

PROTEINE IDROLIZZATE (a base di aminoacidi e polipeptidi)

Azione attrattiva x femmine di alcune specie (x maturazione ovari): mosca della ciliegia (Rhagoletis cerasi); mosca della frutta (Ceratitis capitata)

Controllo fitofago: sostanza proteica + insetticidi (piretro, rotenone).

Cattura massale adulti: bottiglie di PE: riempite con 1/2 litro di una soluzione (formulato commerciale + acqua). miscela molto attrattiva x femmine che rimangono intrappolate nella bottiglia. pulizia con sostituzione della miscela ogni 2 settimane x tutto il volo. mediamente sono appese 8-10 trappole/ha.

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4. Mezzi di impiego tradizionale

Comprendono: Rame; Zolfo; Polisolfuro di calcio (arboree); Oli minerali e oli estivi (arboree e orticole); Terre diatomee (fitofagi derrate alimentari); Sale di potassio di acidi grassi (arboree); Ortofosfato di ferro (molluschicida): non registrato in Italia; Altre sostanze: fosfato di ammonio (solo in trappole x attirare insetti).

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4. Mezzi di impiego tradizionale: rame

Fondamentale x crittogame, soprattutto peronospore (no oidio)

Vantaggi: ampio spettro d’azione anticrittogamico; buona azione antibatterica; no rischio resistenze; buona selettività organismi utili;

Svantaggi: infezioni elevate: protezione insufficiente; elevata carenza (anche 20 giorni); fitotossicità (in f. spp, stadio, ambiente); scarsa degradabilità ambientale.

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4. Mezzi di impiego tradizionale: zolfo

Prodotto principale x controllo oidio.

Attività anticrittogamicaAttività anticrittogamica:: zolfo a livello di vapore (entra nella membrana cellulare del fungo e causa disidratazione).

Efficacia dipendeEfficacia dipende: Finezza particelle; UR (efficacia è I.P. all’UR); T (sublimazione inizia a 12°C, fino a 38-40°C); Attivo contro: oidio, ruggini (susino), ticchiolatura (polisolfuro), acari (vite, pero).

Svantaggi:Svantaggi: fitotossicità (T elevate=rischio, finezza ecc.);melo a rischio: Golden Delicious,

Imperatore, Jonathan, Rome Beauty. Pero a rischio: William, Decana, Kaiser. Incompatibilità tra zolfo e oli minerali (distanziati 12-14 giorni).

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4. Mezzi di impiego tradizionale: polisolfuro di Ca

Uno dei primi insetticidi immessi sul mercato già nell’800: sfruttato come insetticida/fungicida.

Inserito nell’allegato II/B come “ZOLFO CALCICO” da qualche anno.

Principio attivo: il polisolfuro di Ca è un “cocktail solforoso”

Azione: x contatto (azione caustica su tegumento insetti + azione tossica x impedimento respirazione).

Impiego: In passato: a causa azione caustica veniva utilizzato lontano da fase vegetativa. Oggi: grazie a riduzione dei dosaggi è possibile utilizzarlo anche durante attività vegetativa, soprattutto contro crittogame come ticchiolatura del melo.

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4. Mezzi di impiego tradizionale: polisolfuro di Ca

Fitotossico organi riproduttivi, compatibilità limitata (miscele sconsigliate)

Attività insetticidaContro: Cocciniglia di S. Josè, Cocciniglia bianca del pesco, Tripidi, cicadellidi (stadi giovanili).Azione: caustica (distoglie il follicolo protettivo e tegumento fitofagi).Trattamento anti- coccidico: invernale (a ingrossamento gemme, non oltre): - pomacee: il prodotto va disciolto in acqua al dosaggio del 20-25%; - drupacee: il prodotto va disciolto in acqua al dosaggio del 15%. a fine inverno: possibili danni agli ausiliari già presenti (Allothrombium fuliginosus).

Attività fungicida: Contro: ticchiolatura, bolla, oidio, corineo, monilia, fumaggini.

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Nuove ammissioni con Reg. CE 404/2008

Autorizzazioni/estensioni con il regolamento CE n.404/2008:

la Commissione Europea ha autorizzato l'uso dello spinosad, del bicarbonato di potassio e dell'octanoato di rame, oltre all'estensione dell'uso dell'etilene, già utilizzato in agricoltura biologica.

spinosad: insetticida di origine microbica, da usarsi con cautela, per minimizzare il rischio per gli insetti utili(api) e la comparsa di resistenze. L'uso dello spinosad è ammesso solo in caso di necessità riconosciuta da parte dell'organismo di controllo.Es. carpocapsa melo octanoato di rame è un nuovo prodotto a base di rame. Come noto, nella normativa europea sull'agricoltura biologica esistono limiti abbastanza rigidi all'uso del rame in campagna: l'impiego dell'octanoato di rame può ridurre il quantitativo totale di rame da applicare in ciascuna stagione.

bicarbonato di potassio è molto utile nella lotta contro varie malattie fungine che colpiscono una serie di colture (in particolare gli alberi da frutto: ticchiolatura e oidio); può contribuire a ridurre l'impiego di rame e zolfo nell'ambito della lotta contro alcuni attacchi combinati di parassiti.

etilene (estensione impiego) già ammesso per lo sverdimento di banane, kiwi e cachi e per l'induzione alla fioritura nell'ananas, viene ora esteso anche per lo sverdimento degli agrumi, solo nell'ambito di una strategia per ridurre gli attacchi della mosca della frutta, e l'inibizione della germinazione nelle patate e nelle cipolle.

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Siepi e agro-ecosistema

Siepi/boschetti/filari alberati: fondamentale x diversità biologica del territorio

Ecosistema più stabile (rifugio a predatori, parassitoidi)

Lotta naturale: a differenza della lotta biologica non prevede l’intervento diretto dell’uomo (lanci insetti utili) ma l’intervento indiretto (es. favorisce insetti utili salvaguardando siepi).

Buoni risultati nella lotta agli afidi

Principali predatori: coleotteri coccinellidi: predatori di afidi sia stadio larvale che adulto; Neuroteri crisopidi: predatori a stadio larvale, alcune spp. predatrici da adulte; Ditteri sirfidi: solo alcune spp. sono predatrici allo stadio larvale.

Parassitoidi: imenotteri braconidi; Imenoteri afelinidi (dimensioni minori).

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Forme larvali dell’acaro Allothrombidium fuliginosum che attaccano forme giovanili di un afide

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Adulto di Crisopa (gen. Chrysopa) e larva di Crisopa mentre preda un afide

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1.Coccinella in predazione su Hyalopterus pruni 2. larva di Coccinella septempunctata

(divoratori di afidi sia da adulti che da larve)

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1. Adulto di dittero Sirfide (gen. Syrphus) 2. Larva di dittero Sirfide mentre preda un afide

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1. Afide parassitizzato dall’imenottero Praon volucre 2. Larve di Aphidoletes su afidi

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Difesa biologica melo

Avversità chiave su cui impostare la difesa:

Carpocapsa (Cydia pomonella);

Afide grigio del melo (Dysaphis plantaginea);

Ticchiolatura (Venturia inequalis)

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Carpocapsa (Cydia pomonella L.)

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Difesa melo: carpocapsa

Carpocapsa (Cydia pomonella): lepidottero tortricide, sverna come larva matura, primi adulti da metà aprile a settembre, 1-3 generazioni/anno.

I generazione: circa 80% uova deposte sulle foglie; II, III generazione: circa il 90% uova deposte sui frutti.

Nemici naturali: Trichogramma (parassitizzano uova), Beauveria bassiana, virus granulosi.

Difesa: fondamentale contenimento I generazione (attacco sup. a 1-2% in I generazione si può trasformare in un danno alla raccolta del 20-30%).

Mezzi di lotta disponibili: Confusione sessuale; Virus granulosi; Ryania speciosa: efficace ma impiego non autorizzato. Oli minerali estivi: discreta efficacia contro uova ma dosaggi elevati e ripetuti; Bacillus thuringiensis var. kurstaki: no efficacia ottimale.

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Difesa melo: carpocapsa

Corretta strategia di lotta:

I generazione fitofago: virus della granulosi;

II, III generazione: applicazione confusione sessuale (+ virus).

Aprile: esposizione trappole x monitoraggio voli.

Trattamenti con virus: iniziano in prossimità schiusura uova (fase “testa nera”): solitamente sono necessari 3-4 interventi per coprire tutta la I generazione.

Confusione: servono bassi livelli di popolazioni (eventuale uso bio-insetticidi). Erogatori efficaci x 60-150 giorni. Si consiglia di intervenire con virus sui bordi. L’ideale sarebbe disporre di 2-3 ha di superficie.

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Afide grigio del melo (Dysaphis plantaginea P.)

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Difesa melo: afide grigio melo

Afide grigio del melo (Dysaphis plantaginea): punture di alimentazione causano aborti fiorali, accartocciamenti fogliari, alterazioni dei frutti. Sverna come uovo durevole sui rametti. Ospite I (melo: 3-4 generazioni), ospite II (plantago: 4-8 generazioni, poi torna al I x deposizione uovo durevole).

Nemici naturali: parassitoidi e predatori (coccinellidi, crisopidi, sirfidi) ma purtroppo la popolazione raggiunge livelli significativi quando il danno è compiuto.

Difesa: Azadiractina: contro stadi giovanili (1-2 trattamenti fase prefiorale/caduta petali); Piretro/rotenone: possono essere usati ma molto meno efficaci.

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Ticchiolatura: f. asc. Venturia inaequalis Wint. f. con. Spilocaea pomi Fr.

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Difesa melo: ticchiolatura

Ticchiolatura (Venturia inequalis/Fusicladium dendriticum): principale avversità fungina del melo.

Infezione: primavera: ascospore iniziano infezione I° (pioggia); penetrazione del fungo nel tessuto con sviluppo del micelio; dopo incubazione, formazione macchie scure da cui si sviluppano le strutture agamiche di Fusicladium dendriticum che avviano le infezioni II°.

Possibile strategia di lotta: scelta varietà resistenti (florina, primiera, gold rush, gold mira, golden lasa, enterprise …). Purtroppo non sempre sono richiesta dal consumatore…

Varietà sensibili: è importante programmare fin dall’inizio piani di interventi tempestivi x quasi tutta la stagione produttiva.

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Difesa melo: ticchiolatura

Max attenzione ticchiolatura: clima umido e piovoso, primavere miti con elevata UR, varietà sensibili (in AB no mezzi di controllo curativi).

Difesa: basata essenzialmente su zolfo; rame (problemi: rugginosità in cv sensibili, riduzione futura del q. di rame utilizzabile); polisolfuro di calcio (fungicida + affidabile contro ticchiolatura);

Strategia di lotta: Rottura gemme: trattamento iniziale con polisolfuro di calcio; Fino alla fioritura: Poltiglia bordolese; Durante fioritura: proteinato di zolfo oppure zolfo+olio di pino; Dopo fioritura: intervenire ogni 6-8 giorni con poltiglia bordolese, polisolfuro (1-2 kg/ha) o proteinato di zolfo (700 g/hl);

Da fase di allegagione a quella di frutto noce: intervenire entro 24h da pioggia infettante;Dopo: possibile rallentamento trattamenti.

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Difesa melo: altre avversità Ricamatori fogliari (Archips podanus, Pandemis heparana, Argyrotaenia pulchellana)Problema in agricoltura convenzinale, in AB ben controllati dai limitatori naturali. Aree a rischio: occorre monitoraggio + eventuale intervento con B. thuringiensis var. kurstaki.

Tignola orientale del pesco (Cydia molesta)Ultimamente rinvenuta anche su melo. Fondamentale la distinzione tra Cydia molesta (ha pettine anale) e Cydia pomonella. Interventi con B. thuringiensis var. kurstaki e confusione sessuale.

Rodilegno (Cossus cossus, Zeuzera pyrina)C. Cossus attacca parte basale piante, Z. pyrina l’apice dei germogli. Controllato da picchi. Interventi con fili di ferro o feromoni sessuali (x cattura massale).

Afide lanigero del melo (Eriosoma lanigerum)Danno causato dall’azione tossica della saliva (formazioni ipertrofiche radicali, tumori, fessurazioni corteccia). Solitamente sufficiente il controllo dell’imenottero Aphelinus mali. Forti attacchi: intervento precoce con piretro, rotenone...

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Difesa melo: altre avversità

5. Cemiostoma (Leucoptera malifoliella), Litocolleti (Phyllonorycter spp.)Minatori fogliari. Solitamente ben controllate dai limitatori naturali. Intervento con Neem.

6. Afide verde del melo (Aphys pomi)Normalmente non crea problemi (un certo livello di popolazione richiama predatori e parassitoidi).

7. Metcalfa (Metcalfa pruinosa)Rincote di recente introduzione dal Nord America. Produce melata che imbratta la vegetazione (substrato ideale x sviluppo fumaggini). Interventi con oli estivi miscelati con piretro e/ rotenone.

8. Ragnetto rosso fruttiferi (Panonychus ulmi)Dannoso in agricoltura convenzionale, ben controllato da limitatori in AB (fitoseidi, coccinellidi).

9. Oidio (Podosphaera leucotricha/Oidium farinosum)Controllato con zolfo e polisolfuro di calcio. Frequente in Florina, Granny Smith.

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Eulia (Argyrotaenia pulchellana Haw.)

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Tignola orientale del pesco (Cydia molesta)

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Afide lanigero del melo (Eriosoma lanigerum Hausmann)

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Afide verde del melo e del pero (Aphis pomi D.G.)

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Mal bianco melo: f. asc. Podosphaera leucotricha Salm. f. con. Oidium farinosum Cooke)

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Cocciniglia di S. Josè (Comstockaspis perniciosa Comst.)

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Difesa pero

Avversità chiave su cui impostare la difesa:

Carpocapsa (Cydia pomonella);

Psylle del pero (Cacopsylla pyri C. pyricola, C. pyrisuga);

Maculatura bruna (Stemphylium vesicarum)

Colpo di fuoco (Erwinia amylovora)

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Difesa pero: carpocapsaCarpocapsa (Cydia pomonella): lepidottero tortricide, sverna come larva matura, primi adulti da metà aprile a settembre, 1-3 generazioni/anno.

Difesa: simile al melo (fondamentale contenimento I generazione)

Corretta strategia di lotta:

I generazione fitofago: virus della granulosi;

II, III generazione: applicazione confusione sessuale (+ virus).

A differenza del melo, il virus della granulosi si può impiegare con maggior successo anche in II, III generazione (su alcune cv rugginose come Kaiser, Abate Fetel e Conference il danno è minimo perché la penetrazione avviene nel canale stilare).

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Difesa pero: Psille del pero

Delle 3 spp. note, soltanto la Cacopsylla pyri causa qualche problema in AB (problema chiave in agricoltura convenzionale). 5 generazioni/anno, sverna come femmina adulta.

Limitatori naturali:Limitatori naturali: rincoti antocoridi (Anthocoris nemoralis, Orius spp.), coccinellidi, neurotteri crisopidi, ditteri sirfidi.

Difesa:Difesa: in AB solitamente non necessaria. A volte necessaria nei pereti in conversione: saponi potassici: x dilavare la melata, nelle prime ore del mattino (espongo le neanidi più giovani all’azione del sole: disidratazione);

Lancio di Anthocoris nemoralis: (=potenziamento delle popolazioni naturali) 1000-1500 predatori/ha pereto;

Estratti di Neem: allo stadio di gemme ingrossate (x uova e neanidi)

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Psylla (Psylla piri L.)

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Difesa pero: maculatura bruna

Principale patologia del pero, soprattutto in zone umide. Danni: marciumi circolari ai frutti, spesso con alone rossastro.

Esiste una sensibilità varietale all’attacco: SENSIBILI: Abate, Passa Crassana, Decana del Comizio, Kaiser, Conference; TOLLERANTI: William, S. Maria, Coscia.

Difesa: sali di rame (valutare problema di fitotossicità Cu in cv non rugginose).

Importante gestione colturale/agronomica:Piante + soggette alla maculatura: piante deboli, clorotiche, in terreni asfittici;Da evitare: impianti fitti:Consigliati: interramento foglie, asportazione frutti infettati.

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Difesa pero: colpo di fuoco batterico

Danni: annerimento mazzetti fiorali; imbrunimento e disseccamento frutticini; imbrunimento lamina fogliare con arrotolamento verso l’alto; Fiori, frutti, foglie disseccati rimangono attaccati al ramo

Occorre segnalarne la presenza al Servizi Fitosanitario regionale

Penetrazione batterio nella pianta: stigmi/nettari dei fiori, stomi/lenticelle vegetazione, ferite (grandine, potatura).

Difesa: preventiva (materiale sano, bruciatura parti infette). Interventi con sali di rame: Fioritura: fase più a rischio; In seguito: intervenire su ferite dopo grandinata, potature verdi.

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Colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora (Burrill) Winslow et al.)

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Difesa pero: altre avversità

1. Ricamatori: IDEM MELO

2. Tignola orientale del pesco (Cydia molesta): IDEM MELO;

3. Rodilegno (C. cossus, Z. pyrina): IDEM MELO;

4. Ticchiolatura (Venturia pyrina/Fusicladium pyrinum): IDEM MELO (no varietà R.).

5. Cecidomia fogliare del pero (Dasyneura pyri);Danni: alle foglie (la saliva delle larve causa arrotolamenti fogliari a forma di sigaro,

con disseccamenti e imbrunimenti). Limitatori: antocoridi, imenotteri. Interventi: piretro miscelato con aminoacidi.

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Difesa pesco

Fitofagi chiave della coltura:

Tignola orientale del pesco (Cydia molesta);

Anarsia dei fruttiferi (Anarsia lineatella)

Afidi;

Bolla del pesco;

Monilia.

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Difesa pesco: Tignola orientale del pesco

Principale fitofago su pesco, 4-5 generazioni/anno, sverna come larva matura.

Adulti compaiono marzo-aprile: I generazione: uova deposte sulla vegetazione e sui primi frutticini non tomentosi. II generazione: giugno (attacco soprattutto ai germogli: punte cidiate); III generazione: luglio (attacco soprattutto ai germogli: punte cidiate); IV-V generazione: fine luglio-ottobre (elevato rischio x frutti).

Nemici naturali: pochi perchè è spp. esotica (importato inizio ‘900 da Oriente).

Reazione pianta: emissione di resina dai frutti/germogli(= mortalità del 30-40%).

Difesa: B. thuringiensis var. kurstaki e confusione sessuale (da soli o combinati).

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Difesa pesco: Tignola orientale del pesco

Efficacia confusione sessuale: varietà non troppo tardive; T estive non troppo elevate; popolazione del fitofago media-bassa; appezzamenti regolari superiori a 3-4 ha.

Erogatori: durata dell’erogazione diversa a seconda della tipologia (scelta: occorre protezione della coltura fino alla raccolta), applicati all’inizio dei voli degli adulti.

Vicino alla raccolta: spesso interventi “di soccorso” con B. thuringiensis var. kurstaki

Appezzamenti inferiori a 1-2 ha: la confusione non basta, occorre intervenire con B. thuringiensis (monitoraggi con trappole a feromoni).

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Tignola orientale del pesco (Cydia molesta)

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Difesa pesco: Anarsia dei fruttiferi

3 generazioni/anno, sverna come larva II età

I volo: metà maggio-inizio giugno (uova su vegetazione e frutticini) II volo: inizio luglio-agosto III volo: fine agosto-settembre (generazione + pericolosa x frutti).

Danni: sia ai germogli che ai frutti.

Nemici naturali: imenotteri.

Difesa: B. thuringiensis var. kurstaki confusione sessuale;

Consiglio: prima riduzione popolazione con B. thuringiensis, poi la confusione.

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Anarsia (Anarsia lineatella Zellr)

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Difesa pesco: afidi

Possibilità di trasmissione virosi

Afide farinoso del pesco (Hyalopterus amygdali)Ciclo: ospite I (pesco) + ospite II (erbacee);Danni: abbondante melata sulle foglie.Difesa: rotenone, piretro, oli minerali estivi, azadiractina.

Afide verde (Myzus persicae): specie più dannosa al pesco. Ciclo: ospite I (pesco) + ospite II (piante erbacee); Danni: accartocciamenti fogliari, ingiallimenti fogliari, melata, fumaggini;Difesa: rotenone, piretro, oli minerali, azadiractina.

Afide sigaraio del pesco (Myzus varians)Ciclo: ospite I (pesco) + ospite II (Clematis)Danni: con le punture causa arrotolamento fogliareDifesa: rotenone, piretro, oli minerali estivi, azadiractina.

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Afide verde del pesco (Myzus persicae Sulzer)

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Difesa pesco: altre avversità

Tripide migrante pesco (Thrips meridionalis e T. major ).Problema x nettarine, soprattutto in zone collinari.Danni: necrosi, emissioni gomma, cicatrici e rugginosità epicarpo frutticini;Difesa: piretro, rotenone, Neem, B. bassiana.

Bolla del pesco (Taphrina deformans): solo interventi preventivi.Danni: su vegetazione e frutticini;Difesa: poltiglia bordolese, polisolfuro di bario (alla caduta delle foglie).

Oidio Danni: vegetazione e frutticini;Difesa: zolfo e/o polisolfuro di calcio

Monilia (Sclerotinia laxa/Monilia laxa)Danni: fiori (rinsecchiti sui rami), frutti (mummificazione sui rami), rami.Difesa: distruzione parti infette, irrigazione sottochioma, sesti distanziati, polisolfuri.

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Bolla del pesco (Taphrina deformans (Berk.) Tulasne

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Mal bianco del pesco f. asc. Sphaerotheca pannosa Lev.f. con. Oidium leucoconium Desm.

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Moniliosi: f. asc. Monilinia fructigena Honey f. asc Monilinia laxa Honey

f. con. Monilia fructigena Pers. f. con. Monilia laxa Sacc.)

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Cancro rameale del pesco (Fusicoccum amygdali Delacroix)

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Corineo (Coryneum beijerinkii oud.)

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Difesa ciliegio

Mosca delle ciliegie (Rhagoletis cerasi)

Dittero che vive esclusivamente a carico delle ciliegie. 1 generazione/anno, sverna come pupa nel terreno..

Ovideposizione: con l’invaiatura del frutto (1 uovo/frutto grazie marcatura frutti x emissione feromone). La larva impiega 2-4 settimane x giungere a maturità.

Difesa: lavorazioni superficiali terreno: difficoltoso in AB (si privilegia l’inerbimento); monitoraggio adulti: trappole cromotropiche gialle (colla + s. attrattive); cattura massale: 1-8 trappole/pianta; bottiglie di plastica: miscela di acqua + proteine idrolizzate (anche 2 x pianta); piretro o rotenone all’invaiatura (risultati non costanti).

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Mosca delle ciliegie (Rhagoletis cerasi L.)

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Afide nero del ciliegio (Myzus cerasi F.)

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Difesa susino

Cidia delle susine (Cydia funebrana)

Preferenza x susino ma attacca anche pesche, albicocche, ciliegie..2 generazioni/anno. Sverna come larva matura.

Deposizione: direttamente sul frutto.Reazione dei frutti: emissione gommosa e cascola precoce frutti (=difesa pianta).

Difesa: Fondamentale controllo I generazione (anche se è la II a dare + danni) B. Thuringiensis var. kurstaki; oli estivi; Confusione: erogatori appesi alle piante in aprile, prima del volo degli adulti.

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Cidia del susino (Cydia funebrana Treitschke)

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Difesa vite

Avversità chiave della coltura:

Tignoletta (Lobesia botrana)

Tignola della vite (Eupaecilia ambiguella)

Peronospora (Plasmopara viticola)

Oidio (Uncinula necator)

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Difesa vite

Tignoletta della vite (lobesia botrana): 3 generazioni/anno.Danno: fiori (formazione dei nidi in cui si incrisalidano le larve), acini.Difesa: B. thuringiensis var. kurstaki, confusione sessuale.Può veicolare botrite e marciume acido.

Tignola della vite (Eupoecilia ambiguella): 2 generazioni/annoFrequente in Piemonte, in zone umide, comportamento simile tignoletta (nidi sericei con i fiori) Difesa: idem tignoletta della vite.

Fillossera vite (Viteus vitifoliae): innesto su vite americana.

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Fillossera della vite (Viteus vitifoliae Fitch)

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Difesa vite: peronospora

Peronospora della vite (Plasmopara viticola), tradizionalmente combattuta con Cu

Danno: tutte le parti verdi della vite, grappoli compresi.

Infezione I° necessita:

temperatura: almeno 10°C; lunghezza tralcio: almeno 10 cm; pioggia: almeno 10 mm entro le 24-48 ore.

Infezioni II°: possono continuare fino a settembre-ottobre.

Difesa: attualmente solo con derivati del rame (problema: riduzione progressiva quantitativo utilizzabile di rame). Si ricercano soluzioni alternative. poltiglia bordolese: contenuti elevati di rame metallo (dovrà essere abbandonata); idrossido di rame (minore contenuto in rame).

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Peronospora (Plasmopara viticola (B. et C.)

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Difesa vite: oidio e muffa grigia

Oidio (Uncinula necator/Oidium tuckeri)Danni: tessuti vegetali, danni più gravi sui grappoli.Sensibilità all’oidio: dalla sfioritura all’invaiaturaRiduzione sensibilità all’oidio: acino supera i 6 mmDifesa: zolfo, Ampelomyces quisqualis…

Muffa grigia (Sclerotinia fuckliana/Botrytis cinerea)Dannosa soprattutto con cattiva difesa verso tignoletta/oidio (x spaccature).Difesa: misure agronomiche (forma allevamento, sesto impianto, potatura); lotta a tignoletta e oidio (ridurre le lesioni); Trichoderma harzianum (ceppo T39); silicato di sodio.

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Mal bianco: f. asc. Uncinula necator Burr. f. con. Oidium tuckeri Berk.)

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Difesa vite: botrite e mal dell’esca

BotriteAttacca i grappoli causando ammuffimento e marciume.Massimo rischio infezione: da inviatura alla raccolta.Condizioni predisponenti infezione: bagnatura almeno 15 ore e T di almeno 15 °C.

Difesa preventiva: opportuna forma allevamento; Preferire in zone a rischio cultivar a grappolo spargolo, con bucce spesse; tecniche colturali razionali (irrigazione, lavorazioni, potature, concimazioni equilibrate..); controllo insetti che possono favorire ingresso botrite (oidio, tignole); Impiego prodotti a base di rame (= irrobustiscono vegetazione).

Mal dell’escaCausata da funghi (= deperimento organi legnosi), decorso malattia lento o rapido che porta a morte pianta.

Difesa preventiva: materiale propagazione sano; eliminazione e distruzione parti colpite; attenzione alla potatura (per ultime le piante infette); usare tutori morti (non attaccabili da funghi); esecuzione tagli di risanamento (= allevare un nuovo germoglio).

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Muffa grigia: f. asc. Sclerotinia fuckeliana Fuckel f. con. Botrytis cinerea Pers.

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Mal dell’esca (Phellinus ignarius Pat. Stereum hirsutum Pers.)

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Difesa vite: flavescenza dorata

Causata da un fitoplasma, trasmessa da cicalina (Scaphoideus titanus).

Si manifesta con: improvviso arresto attività vegetativa; mancato ingrossamento grappolo; disseccamento acini; germogli tendono ad incurvarsi; foglie si arrotolano verso pagina inferiore assumendo colorazione giallo-

dorata o rossastra in funzione della varietà; tralci con difficoltà a lignificare.

Difesa indiretta: impiego materiale di propagazione sano; controllo insetto vettore: attualmente la cicalina vettore è localizzata nei

vigneti del nord, in certe aree la lotta è obbligatoria (trattamenti mirati contro le prime forme giovanili);

eliminazione piante colpite.

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Flavescenza dorata vite

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Dialeurode (Dialeurodes citri Ashm.)

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Rogna dell’olivo (Pseudomonas syringae)

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Maculatura batterica dell’actinidia (Pseudomonas viridiflava (Burkholder) Dowson)

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Cameraria (Cameraria ohridella)

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Grafiosi dell’olmo (Ceratocystis ulmi)

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Fonti consultate

Fonti consultate: Fonti consultate:

Rivista settimanale “L’Informatore Agrario”; Arboricoltura generale e speciale – Rolando Valli – Edagricole; Schede fitopatologiche – Flavescenza dorata – Regione Piemonte; Schede fitopatologiche – Ed. L’Informatore Agrario; Difesa fitosanitaria in agricoltura biologica – M. Benuzzi, V. Vacante – Edagricole.