Presentazione a cura di:

Dottoressa Raffaella Carchio – Psicologa

Dottoressa Mariolina Gaggianesi - Psicologa

I disturbi del comportamento alimentare(anoressia, bulimia…) sono in costanteaumento, al momento riguardano circa 3 milionidi italiani.Anche l’obesità infantile desta preoccupazione:in Europa un bambino su 5 è obeso.Per poter prevenire queste problematiche èimportante l’educazione alimentare.Il cibo non deve essere vissuto come un“nemico”; il momento dell’andare a tavoladovrebbe essere piacevole.

Per avere un buon rapporto con il cibo in etàadolescenziale e adulta, è necessario…giocare d’anticipo!I bambini possono essere aiutati prima ditutto a vivere piacevolmente il momentodella cena. Questo è il momento in cui lafamiglia si riunisce, si ritrova dopo unagiornata in cui si è stati separati. La tavolaacquista così un significato positivo di unità,amore, calore.Non è un luogo da cui scappare primapossibile per andare a giocare, ma dove sista volentieri perché ci si sente accolti eamati. Come fare?

1. Mangiare tutti insieme2. Mettere i bambini al centro della cena3. Rispettare i tempi di tutti aspettando che i

bambini finiscano prima di passare allaportata successiva

4. Non pretendere che i bambini stiano atavola delle ore: una volta che hannoterminato permettere loro di alzarsi

5. Stimolare la conversazione e il raccontodella propria giornata (sia i bambini che igenitori raccontano)

6. Evitare di accendere la televisione7. Evitare litigi, rimproveri, urlate

1. Cercare di mangiare tutti le stesse cose: i genitoridanno il buon esempio ai figli mangiando cibisani

2. E’ meglio non chiedere ai bambini sotto i diecianni cosa vogliono mangiare: li si manda inconfusione e rischiano di scegliere sempre lestesse cose

3. Si tiene conto dei gusti dei bambini nella sceltadel menù da proporre, introducendo però anchecibi non conosciuti per stimolare il gustodell’assaggio

4. I bambini vengono invitati ad assaggiare un po’ ditutto, ma senza insistere troppo sulle quantità

1. Il carrello della spesa dovrebbe essere pensatoper avere in casa cibi sani: spesso la golosità deibambini rispetto a merendine e bibite deriva dalfatto che è facile trovarli in casa

2. I bambini potrebbero essere coinvolti nelcucinare e nell’apparecchiare la tavola: da un latociò li avvicina al cibo e li incuriosisce nel provarenuovi sapori, dall’altro si introduce una ritualitànella cena

3. Spesso i bambini a cena non hanno fame:arrivano a casa da scuola affamati e si ingozzanodi merendine; poi saltano la cena e magarichiedono cibo prima di dormire… Questo non fabene!

1. E’ importante che tutte le persone che sioccupano dei bambini siano d’accordo sui principigenerali della loro alimentazione: nonni, babysitter, ex coniugi…

2. E’ importante sentire il parere del pediatra sullacrescita del proprio figlio, tenendo d’occhiosituazioni di eccessiva magrezza o al contrario disovrappeso.

3. Se il bambino è normopeso, quanto detto finoraè valido, in caso contrario occorrono degliaggiustamenti che occorre pensare insieme alpediatra, anche se un clima sereno a tavola fabene a tutti!

Vediamo ora più nel dettaglio alcuni disturbialimentari che possono insorgere e comecomportarsi.In generale i disturbi alimentari tendono ainsorgere nella preadolescenza enell’adolescenza, anche se l’età si è abbassata(IV-V elementare)Questi disturbi indicano un disagio nel ragazzo(più spesso ragazza) e vanno affrontati non solodal punto di vista alimentare, ma anchepsicologico.

Ciò che caratterizza l'anoressia nervosa è il rifiutodel cibo da parte della persona e la pauraossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi cipuò essere amenorrea (perdita del ciclomestruale) a causa dell’eccessivo dimagrimento.

Ciò che caratterizza la bulimia è che la personaingurgita una quantità di cibo esorbitante(abbuffate) per poi ricorrere a diversi metodi perriuscire a non ingrassare (vomito autoindotto,utilizzo di lassativi e purghe).

Tra le ragioni che portano allo sviluppo di questicomportamenti, c’è:- la sensazione di essere sottoposti a un eccessodi pressione e di aspettativa- la sensazione di essere fortemente trascurati- il sentirsi oggetto di derisione per la propriaforma fisica- la difficoltà a raggiungere i risultati desideratiper problemi di peso e apparenza- la presenza di situazioni particolarmentetraumatiche

Come fare a rendersi conto dei disturbi alimentariin un figlio?

- Ci deve essere un cambiamento nelle abitudinialimentari molto importante, tenendo conto chenel passaggio dall’infanzia alla preadolescenza,un cambiamento c’è comunque

- Occorre identificare altri segnali di disagio nelfiglioSe si hanno dubbi può essere utile rivolgersi alpediatra e poi eventualmente allo psicologo perun parere

Laura ha un figlio, Paolo, che è sempre stato unbambino con poco appetito; il momento della pappaera un vero incubo… Ora che ha quattro anni lasituazione non è migliorata e il bambino mangiapoco, non sta mai seduto a tavola. Laura riesce adargli da mangiare solo imboccandolo davanti aicartoni animati…

Maria e Luca hanno due figli, Stefano e Sofia, disette e cinque anni. I bambini non mangianoverdura, ma anche il papà non ne mangia. Lamamma cerca di convincere tutti, ma alla fine simangiano solo patate o pomodori…

Andrea è un bambino di otto anni che ama moltomangiare; è un po’ sovrappeso, adora le merendine,la pizza e i gelati. Spesso sta con i nonni che non glinegano mai un dolce…

Nella famiglia di Elena (12 anni) tutti hanno oraridiversi; ognuno mangia quando vuole, prendendo ilcibo dal frigo. Elena che è sempre stata una bambinarobusta, vorrebbe dimagrire e spesso è tentata dinon mangiare, tanto nessuno la vede…

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Dottoressa Raffaella Carchio – Psicologa

Dottoressa Mariolina Gaggianesi - Psicologa