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Personale del pittore AGRON HOTI Inaugurazione venerdì 7 dicembre alle ore 11 Piazza Canneto Polo Chirurgico Confortini Ospedale di Borgo Trento La mostra resterà aperta dal 7 al 28 dicembre 2012 L’arte in Ospedale “Lo spazio che una società riserva all’arte è davvero la misura della sua salute.” Agron Hoti

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Personale del pittoreAGRON HOTI

Inaugurazionevenerdì 7 dicembre

alle ore 11

Piazza CannetoPolo Chirurgico ConfortiniOspedale di Borgo Trento

La mostra resterà aperta dal 7 al 28 dicembre 2012

L’arte in Ospedale

“Lo spazio che una società riserva all’arteè davvero la misura della sua salute.” Agron Hoti

PERSONALE DI AGRON HOTI

A Verona, nell’angolo di una stretta parallela di piazza Isolo, due vetrine piene di luce e colore occhieggiano alle auto che transitano accanto, ai passanti che si fer-mano attratti dalla magia cromatica della bottega di Agron Hoti, pittore albanese. Per conoscerlo e capirlo bisogna andarlo a scovare lì, nel suo laboratorio, e lasciarsi condurre dalla curiosità di osservarlo mentre si muove tra barattoli e tele, tra scaffali e pennelli: solo allora si verrà catturati dalla sua incalzante azione pittorica .Hoti è instancabile sperimentatore che da sempre ha intrapreso un emozionante viaggio nel profondo della propria interiorità, inventan-do un suo linguaggio informale: immerge gli occhi, le dita, tutto se stesso nel colore dove ogni tinta getta il proprio grido d’intensità, apostrofa, rilancia, stimola la nota vicina per poi nuovamente intrec-ciarsi, interferire, divergere e unirsi alla straordinarietà di una coralità totale, senza fine.Hoti avverte profondamente il fascino del tempo in cui vive, anni che hanno rivoluzionato la storia dell’Arte: lavora con coraggio e fanta-sia scosso da una vitalità profonda, da un movimento di note che balzano di scatto e nell’intrico ognuna sviluppa il proprio percorso timbrico: sono immagini slegate dal fenomenico che compongono forme non descrittive, avulse dalla realtà, che non ritraggono il mon-do oggettivo.Le sue tinte libere dal raccontare, dallo spiegare, diventano forme che rispondono al solo dettato del cuore dell’Artista, al mare tumultuo-so dello spirito: sanno commuovere e trattenere labilissimi pensieri, segreti desideri impastati quasi con furia, afferrati or ora, disperati di sogni, di speranze, in una spirale che sale da dentro e che porta al massimo della donazione, nell’apertura all’ “oltre”.Ogni sua opera è invenzione, è innovazione continua: frutto di ten-sione, di intima esplosione, del corposo colore che scrive solo la vita di se stesso, attraverso segni più riflessivi o gesti violenti d’istinto che germogliano sempre nuovi nella fluidità di colature che si incrociano, fuggono, si aggrovigliano, dilatano getti, macchie, rivoli, quasi lacri-me che scoprono ragioni e sentimenti. Sembrano presenze assolute, pentagrammi solcati dai silenzi del ver-de, dalla passionalità del rosso, dall’infinito dell’azzurro, le Opere di Hoti che crea una sua forma di scrittura dove ogni timbro incontra l’eco o l’altro da sé, approdando con energia e tenacia a soluzioni che sono frutto di una “casualità consapevole” sospesa tra i naturali prodigi, le eterne metamorfosi che tendono al vero con la libertà del gioco.L’Artista dipinge per esprimere la sua liricità che accentua dense cro-mie in una trama che balugina tra materia e luce, dove l’emozione fluisce tra il discorrere della pennellata umorosa e l’apparire di im-magini a tema strappate a comporre collage tra orditi incrostati di colore, continui rimandi che si danno e si ritraggono in suggestive evocazioni.Agron Hoti sa imporre con misura anche cadenze e ritmi e distanziare passaggi più intensi, dosando fervore e quiete in equilibrio: sa disten-dere le forze coloristiche per liberare un evento poetico veicolato tra le infinite occasioni del bianco e del nero, della memoria e dell’oblio, della luce radiosa del giorno e dell’ombra strisciante della notte su grandi tele, quali campi interminabili di emergenti misteri.

Marifulvia Matteazzi Alberti