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È il settantesimo compleanno dell’Ostificio Prealpino, l’azienda bergamasca di coni e cialde fondata nel 1938 dal mitico Franco Minetti, uno dei “personaggi” importanti del setto- re e della storia del gelato artigianale italiano. Dal 1983, anno della prematura scomparsa del pa- dre, alla guida dell’azienda c’è Arnaldo Minetti, che ama ripetere la frase che spesso gli viene detta per sottolineare la passione con cui parla del suo lavoro, e cioè “nel sangue scorrono i coni di suo padre”. Il dottor Minetti è un noto opinionista, giornalista dal 1976, oltre a collaborare con la nostra rivista (sua la rubrica Opinione da oltre vent’anni) è tito- lare di Puntogel, azienda leader della distribuzione OSTIFICIO PREALPINO Dal 1938 coni di alta qualità per valorizzare il gelato artigianale 78 - gelato artigianale a cura della redazione Da settanta anni è il riferimento della qualità e della ricerca dell’eccellenza, perché i coni devono valorizzare il buon gelato italiano. Tradizione artigianale e innovazione tecnologica hanno permesso all’azienda bergamasca di essere sempre all’avanguardia

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Page 1: per valorizzare il gelato artigianale - ostificioprealpino.com · Minetti, uno dei “personaggi” importanti del setto-re e della storia del gelato artigianale italiano. Dal 1983,

Èil settantesimo compleanno dell’OstificioPrealpino, l’azienda bergamasca di coni ecialde fondata nel 1938 dal mitico Franco

Minetti, uno dei “personaggi” importanti del setto-re e della storia del gelato artigianale italiano.Dal 1983, anno della prematura scomparsa del pa-dre, alla guida dell’azienda c’è Arnaldo Minetti,che ama ripetere la frase che spesso gli viene dettaper sottolineare la passione con cui parla del suolavoro, e cioè “nel sangue scorrono i coni di suo

padre”.Il dottor Minetti è un noto opinionista, giornalistadal 1976, oltre a collaborare con la nostra rivista(sua la rubrica Opinione da oltre vent’anni) è tito-lare di Puntogel, azienda leader della distribuzione

OSTIFICIO PREALPINO

Dal 1938 coni di alta qualitàppeerr vvaalloorriizzzzaarree iill ggeellaattoo aarrttiiggiiaannaallee

78 - gelato artigianale

a cura della redazione

Da settanta anni è il riferimento della

qualità e della ricerca dell’eccellenza,

perché i coni devono valorizzare

il buon gelato italiano.

Tradizione artigianale e innovazione

tecnologica hanno permesso

all’azienda bergamasca di essere

sempre all’avanguardia

078 - Intervista 30-04-2008 15:13 Pagina 78

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anniversari

specializzata, e detiene partecipa-zioni in altre significative realtà delsettore, come ad esempio la Domo-gel (termoscatole), ma ama soprat-tutto identificarsi con l’azienda difamiglia e con le pluriennali batta-glie condotte per coniugare la lavo-razione tradizionale artigianale conl’innovazione tecnologica, perseguen-do sempre l’obiettivo della qualità edella ricerca dell’eccellenza.Chiediamo di precisare il senso di

queste battaglie.

“È una soddisfazione - ci dice - pas-

sare in rassegna le testimonianze

concrete del contributo che la no-

stra azienda ha dato allo svilup-

po del settore e in particolare al

prestigio dei coni: già nel perio-

do pionieristico, fin dagli inizi de-

gli anni sessanta, le proposte di

formati diversi di coni da parte

di Ostificio Prealpino erano mol-

teplici e stimolanti, per quel mer-

cato molto conservatore, in una

situazione in cui moltissimi stam-

pi erano ancora montati su sem-

plici macchine manuali e solo al-

cuni sui modelli allora “rivolu-

zionari” di macchine automati-

che a tecnologia più evoluta.

Contemporaneamente il cuore

della produzione, la sala impa-

sti, era attraversata da nostre in-

novazioni nell’ambito delle at-

trezzature da miscelazione e, so-

prattutto, da una profonda qua-

lificazione dell’ingredientistica: il

cono fino ad allora piuttosto sot-

tovalutato e considerato come un

semplice contenitore, diventava,

nella nostra filosofia e strategia

aziendale, un alimento di quali-

tà, qualcosa a cui assegnare il

compito di valorizzare ancora di

più un buon gelato artigianale.

Basti pensare che ancora oggi, in

una realtà caratterizzata dal ri-

chiamo computerizzato dei ma-

cro-ingredienti negli impasti, cia-

scun nostro formato di coni ha

la sua ricetta specifica e speci-

fici miscelatori e alcune realtà ter-

ritoriali hanno ricette persona-

lizzate: un esempio concreto di co-

me lo sviluppo tecnologico può

essere al servizio dell’artigiana-

lità e di cosa intendiamo con la

strategia di coniugare innova-

zione e tradizione nel produrre

i nostri coni, affinché meritino

di essere il simbolo del gelato”.Cosa intende dire con questo?

“Il cono è il simbolo universal-

mente riconosciuto del gelato,

perché rappresenta il modo più

comodo e piacevole di mangiar-

lo: è comodo soprattutto se vo-

gliamo consumarlo passeggiando,

magari in compagnia e senza im-

pegnare entrambe le mani; è pia-

cevole, perché al piacere del gu-

sto e della vista aggiunge quel-

lo del tatto; è completo perché in-

tegra la degustazione del gelato

con la fragranza e croccantezza

della cialda.

“Mio padre era un grande uomo: pilotadi caccia, decorato per il periodo dellaResistenza, amante della montagna, at-tento alla solidarietà e al progresso so-ciale, imprenditore innovativo, ha lascia-to una impronta significativa nel setto-re e nel mondo della gelateria ed èstato una stella polare per i figli e inipoti”

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80 - gelato artigianale

“Una produzione artigianale con

ingredienti di alta qualità, con cura

delle ricette, delle metodiche,

con tecnologie d’avanguardia,

con personale esperto e motivato,

per garantire coni e cialde che

sappiano valorizzare il gelato:

sono tutti risultati che non si

improvvisano perché hanno

alle spalle settanta anni di

storia e di esperienza”

Naturalmente ciò deve avvenire

senza che ci sia una sovrapposi-

zione di sapore al gelato stesso:

il cono deve essere sicuramente

buono, ma non deve essere né

molto dolce né aromatizzato per-

ché coprirebbe le caratteristiche

del prodotto che deve invece va-

lorizzare. È per questo che da

anni invitiamo a evitare i sapori

dolciastri degli edulcoranti o l’u-

tilizzo di cialde troppo dolci o

pasticciate (colgo l’occasione, per

ricordare che ormai la legge vie-

ta di usare nei coni contempora-

neamente zucchero più edulco-

ranti!)”.

Può essere ancora più preciso?

“I coni stampati italiani sono più

adatti a valorizzare il gelato:

sono freschi e croccanti e rifug-

gono dall’eccesso di zuccheri, co-

sa che invece è inevitabile per i

coni arrotolati che per loro na-

tura hanno un trentacinque per

cento di zuccheri, percentuale

che nessun gelato ha, con la con-

seguenza che dopo la degusta-

zione l’unico sapore che resta

in bocca è quello dell’arrotola-

to, con buona pace del gelato e

degli sforzi profusi per farlo be-

ne. Già che ci siamo, ricordo an-

che che i coni stampati (e solo

essi) consentono di avere una

ghiera o balconcino che aiuta a

spatolare il gelato, così come la

tradizione gelatiera italiana im-

pone. Un gelato ben spatolato su

un bel cono è ben altra cosa ri-

spetto alla serialità triste delle

palline e al deprimente uso simil-

industriale del porzionatore.

Dico ciò senza polemica alcuna

verso l’abitudine tipicamente

veneta e tedesca di utilizzare il

porzionatore, ben sapendo che

questa modalità si era afferma-

ta quando gli ambulanti veneti

emigravano verso l’Austria e la

Germania per proporre il loro

gelato e adottarono questa abi-

tudine d’oltralpe: mi interessa

però ribadire che nel modello

vincente del gelato artigianale

italiano nel mondo, fondamen-

tale per mantenere il primato

del nostro Paese, c’è sicuramen-

te la proposta costante della la-

vorazione a spatola”.

Torniamo al ruolo dell’Ostificio

Prealpino …

“Un’altra battaglia titanica con-

dotta negli anni ottanta fu quel-

la di proporre un’ampia artico-

lazione di formati diversi e, so-

prattutto, coni di grandi dimen-

sioni e comunque, famiglie di co-

ni di grandi dimensioni, adatte

a coprire diverse fasce di prez-

zo da parte della gelateria.

Impugnature più lunghe ed ele-

ganti, corolle più marcate, ghie-

re importanti: lanciammo pro-

gressivamente il Goal 2, Goal 1,

Goal X, Goldengoal … e nel gi-

ro di pochi anni il mercato dei

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coni cambiò radicalmente e mi-

gliorò moltissimo. Nonostante il

nostro brevetto, ben sapendo che

è quasi impossibile brevettare

tutte le varianti, abbiamo avuto

più di venti imitazioni, ma è noto

a tutti che l’onore e l’onere di

questa rivalutazione dei coni ri-

sale a noi e ne siamo orgogliosi.

La stessa strada l’abbiamo poi

percorsa con altre famiglie di co-

ni, come ben dimostra il nostro

ricco catalogo: il lettore può sbiz-

zarrirsi cliccando sui diversi

formati del nostro sito internet

(www.ostificioprealpino.com).

Lo stesso spirito innovativo l’ab-

biamo esplicitato su altri due

fronti, uno interno e uno ester-

no, per l’integrazione di gamma

e la costruzione di rapporti uni-

tari fra produttori”.

Cosa intende dire?

“I produttori di coni del secolo

scorso avevano piccole aziende

individuali o familiari a caratte-

rizzazione territoriale limitata ed

erano chiusi nel loro orticello:

anche per questo molti di essi so-

no spariti, per mancanza di con-

tinuità o di prospettive.

Abbiamo voluto promuovere l’in-

terscambio, la crescita profes-

sionale congiunta, la condivisio-

ne di alcuni investimenti, l’inte-

grazione delle reciproche produ-

zioni, allargando la gamma con i

formati degli uni e degli altri.

Abbiamo costruito questo per-

corso associato con Ali d’Oro di

Teramo e Industria Cono Artic

di Torino e ancora oggi nelle ma-

nifestazioni fieristiche condivi-

diamo gli stessi stand e promuo-

viamo una immagine unitaria.

Anche sul piano internazionale,

soprattutto in relazione agli ar-

rotolati e a formati particolari

come le Conchiglie e il Fior di

Loto, abbiamo creato solide rela-

zioni di interscambio con quali-

ficati colleghi produttori, in parti-

colare per gli arrotolati a boc-

ca molto svasata da utilizzare co-

me gran coppe da passeggio”.

Quale è il vostro canale distributi-

vo principale?

“Mi interessa particolarmente

evidenziare che nella nostra va-

sta gamma produttiva abbiamo

risposte ad ogni tipo di esigen-

za e, sia in Italia che all’estero,

abbiamo distributori che copro-

no diversi segmenti di mercato,

partendo dall’alto profilo dell’ar-

tigianalità, passando per gela-

terie e locali misti come i bar-

gelateria fino ai capillari livelli

di somministrazione, compresi

soft e ice-cream.

Inoltre siamo fornitori del cana-

le Cash and Carry, che copre la

composita utenza della ristora-

zione. È giusto che sia così, con-

siderando anche la forza e la ca-

pacità produttiva della nostra

azienda.

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Ostificio Prealpino

Tra l’altro siamo all’avanguardia

nella tracciabilità, non solo con

la gestione computerizzata dei

lotti e delle scadenze, attraver-

so gli specifici codici a barre, ma

anche con verifica e controllo di

ciascuna partita delle singole ma-

terie prime in ciascun impasto.

Vogliamo in ogni caso eviden-

ziare che quello che ci caratte-

rizza (come priorità assoluta) è

la “Linea Alta Qualità Artigiana-

le”, specifica di alcune famiglie

di formati con cui viene identifi-

cata l’immagine dell’azienda.

“Il piacere del cono”, lo slogan della

campagna di comunicazione dell’ Osti-

ficio Prealpino, è nello sguardo del bim-

bo, nell’espressione della ragazza bionda,

nel sorriso della signora nera: è un mes-

saggio gioioso.

gelato artigianale - 83

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