peer education - la formazione dei peer educator - prima parte

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Indicazioni generali PreSaM Prevenzione e Salute Mentale Associazione Onlus, Roma Rosalia Giammetta Arezzo, 2010 La formazione dei peer educator

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La peer education inizia rivolgendo l’attenzione a quanto pensano i giovani in merito a come affrontare i problemi. Come fare?

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Page 1: Peer education - La formazione dei peer educator - prima parte

Indicazioni generali

PreSaM Prevenzione e Salute Mentale Associazione Onlus, Roma

Rosalia Giammetta Arezzo, 2010

La formazione dei peer

educator

Page 2: Peer education - La formazione dei peer educator - prima parte

La Peer Education

La Peer Education nasce all’interno di un radicale

cambiamento epistemologico che, negli anni Novanta, ha

attraversato tutti gli interventi di prevenzione e promozione

della salute, un cambiamento che poggia

� sulla crisi di una modalità trasmissiva del sapere e delle

competenze;

� su una nuova concezione dell’adolescenza all’interno della

quale ragazzi e ragazze sono considerati come soggetti

attivi.

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La Peer Education

Non si tratta di organizzare corsi per fornire agli utenti delle

risposte prefabbricate, una norma rassicurante cui adeguarsi

con atteggiamento passivo (ditemi come devo comportarmi,

vaccinatemi, ascolto l’esperto così imparo), ma di offrire delle

situazioni in cui sperimentare la possibilità di pensare con la

propria testa, di riflettere sui propri atteggiamenti, di valutare e

rivedere le proprie aspettative rispetto a se stessi e agli altri.

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Page 4: Peer education - La formazione dei peer educator - prima parte

La Peer Education

Secondo questo nuovo paradigma, la persona target

dell’intervento è ritenuta in possesso di risorse e di capacità

decisionali e in diritto di partecipare in modo attivo e

consapevole all’intervento che la riguarda.

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La Peer Education

È chiaro come in questo cambiamento diventino fondamentali,

oltre ai fattori cognitivi, anche quelli emotivi e che la parola

chiave sia rintracciabile nella modalità partecipativa.

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Page 6: Peer education - La formazione dei peer educator - prima parte

La Peer Education

La Peer Education (“educazione tra pari”) è, appunto, una delle

metodologie di educazione alla salute che si fondano su questo

nuovo paradigma, in cui la finalità non è allarmare, mettere in

guardia da qualcosa o vietare, ma incrementare il controllo e il

potere che gli individui hanno sulla loro salute (W.H.O., 1986) e

migliorare la qualità della loro vita e il livello di funzionamento

della comunità che abitano.

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La Peer Education

In termini generali, per Peer Education si intende una metodologia

d’intervento in cui alcune persone, opportunamente formate, cioè i peer

educator, intraprendono iniziative di vario tipo con altre, loro pari

quanto a età, condizione lavorativa, genere sessuale, status o etnia, allo

scopo di svilupparne atteggiamenti e competenze che le mettano in

grado, da un lato, di sviluppare consapevolezza e un pensiero critico su

comportamenti che possono mettere a rischio il loro benessere

psichico, fisico, relazionale e, dall’altro, migliorare le strategie di

coping.

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Una strategia territoriale

La Peer Education è un intervento che nasce all’interno

dell’ambiente fisico, sociale, economico e politico in cui vivono

i destinatari cui si rivolge, un intervento tagliato su misura

rispetto a questi ultimi, alle loro peculiari necessità e

problematiche.

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Page 9: Peer education - La formazione dei peer educator - prima parte

Con i destinatari

È un processo che deve iniziare rivolgendo l’attenzione a

quanto pensano i giovani in merito a come affrontare i

problemi, anche se i loro pareri possono apparire non

professionali o non convenzionali in rapporto alle teorie

consolidate.

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Con i destinatari

Fare Peer Education significa riconoscere un valore alle

esperienze di vita e alle idee di adolescenti e giovani.

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La Peer Education

Lo specifico della Peer Education è guardare agli adolescenti

come a dei partner alla pari, capaci di produrre idee, di

progettare possibili mondi alternativi e di impegnarsi per

realizzarli.

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I modelli di Peer Education

I progetti di Peer Education si sono andati declinando in

modalità spesso molto differenti, sia per quanto riguarda le

finalità dei progetti che per quanto riguarda i criteri di selezione

e formazione dei peer educator, nonché il ruolo degli adulti.

Proprio in base al diverso articolarsi di queste caratteristiche è

possibile identificare tre diversi modelli (Pellai et al., 2002): il

modello puro, quello misto e il modello dell’Empowered Peer

Education.

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Più è centrata sull’empowerment, più la formazione dei peer

educator, condotta in ogni caso in un setting gruppale, si

muoverà sul doppio binario dei contenuti e delle abilità.

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Oltre la trasmissione

dell’informazione

Più è centrata sull’empowerment, più la formazione dei peer

educator terrà presente che conoscere le conseguenze nocive

di un comportamento non è di per sé sufficiente a scoraggiare

l’attuazione di quel comportamento.

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Oltre la trasmissione

dell’informazione

In virtù di ciò, l’approccio informativo sulle conseguenze di un

comportamento verrà quanto più possibile integrato con

l’attenzione più generale alla funzione che tale comportamento

svolge nell’affrontare i compiti evolutivi caratteristici dell’età in

questo momento storico e culturale e ai vantaggi psicologici

connessi a esso.

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Oltre la trasmissione

dell’informazione

L’approccio informativo si accompagnerà alla individuazione di

comportamenti alternativi che consentano di soddisfare quei

medesimi bisogni e coinvolgerà ragazzi e ragazze nella

progettazione e nella realizzazione di azioni produttive sul loro

mondo.

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Oltre la trasmissione

dell’informazione

Ciò significa che la formazione dei peer educator mirerà a

sviluppare teste ben fatte e non soltanto teste ben piene

(Morin, 1999): essa consisterà nell’accrescere la loro capacità

di organizzare le conoscenze, di porre e risolvere problemi, di

riflettere su se stessi e sugli altri.

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L’esperienza nel gruppo

La formazione mirerà all’apprendimento esperenziale,

articolandosi in attività che prevedano il coinvolgimento attivo

dei peer educator e la rielaborazione in gruppo dei significati

affettivi delle esperienze.

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L’esperienza nel gruppo

Role playing, brainstorming, sessioni in piccoli gruppi,

realizzazione di disegni, visione di spezzoni di film, letture etc.

consentiranno, oltre che un incremento delle conoscenze sui

rischi connessi al comportamento cui l’intervento si rivolge, un

approfondimento dei bisogni cui tale comportamento può

rispondere e l’accrescimento delle abilità utili a far fronte a

quei bisogni in modo sano e a sviluppare un buon adattamento

psicosociale.

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Per approfondire

Di Cesare G. e Giammetta R. (2011). L’adolescenza come

risorsa. Una guida operativa alla peer education. Roma:

Carocci.

Pellai A., Rinaldin V. e Tamborini B. (2002). Educazione tra pari.

Manuale teorico-pratico di empowered peer education. Trento:

Erickson.

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