pagine da mondo nuoto

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6 Mondo Nuoto capitolo 1 Indice capitolo 1 Imparare a nuotare Imparare a nuotare – il programma di base 7 Struttura del manuale 7 Respirazione – galleggiamento – scivolamento – propulsione: il modello di base del nuoto 9 Rendere possibili esperienze di successo 13 Ambientamento – imparare a conoscere l’acqua 15 Entrare e muoversi in acqua 17 Muovere l’acqua 20 Respirazione e immersione 23 Considerazioni generali 23 Mettere il viso in acqua 25 Mettere la testa sott’acqua – riuscire a controllare la respirazione! 28 Mettere la testa sott’acqua – immergersi è divertente! 31 Galleggiamento – i piedi si staccano dal fondo 38 Galleggiare sott’acqua – i piedi si staccano dal fondo 40 Galleggiare in superficie – percepire la spinta verticale dell’acqua 45 Scivolamento – percepire la resistenza dell’acqua 49 Scivolare sott’acqua 53 Scivolare in superficie 57 Propulsione – utilizzare la resistenza dell’acqua 61 Propulsione con braccia e gambe 63 Propulsione con movimenti di tutto il corpo 70 Test conclusivo: imparare a nuotare 74 Imparare la prima tecnica di nuotata 75 Con quale stile iniziare? 75 Apprendere una tecnica di nuotata – dall’aereo al crawl 76

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Mondo nuoto M. Bissig; L. Amos; C. Gröbli; S. Cserèpy; P.A. Weber http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/mondo-nuoto

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Page 1: Pagine da mondo nuoto

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Mondo Nuoto capitolo 1

Indice capitolo 1Imparare a nuotare

Imparare a nuotare – il programma di base 7Struttura del manuale 7Respirazione – galleggiamento – scivolamento – propulsione: il modello di base del nuoto 9Rendere possibili esperienze di successo 13

Ambientamento – imparare a conoscere l’acqua 15Entrare e muoversi in acqua 17Muovere l’acqua 20

Respirazione e immersione 23Considerazioni generali 23Mettere il viso in acqua 25Mettere la testa sott’acqua – riuscire a controllare la respirazione! 28Mettere la testa sott’acqua – immergersi è divertente! 31

Galleggiamento – i piedi si staccano dal fondo 38Galleggiare sott’acqua – i piedi si staccano dal fondo 40Galleggiare in superficie – percepire la spinta verticale dell’acqua 45

Scivolamento – percepire la resistenza dell’acqua 49Scivolare sott’acqua 53Scivolare in superficie 57

Propulsione – utilizzare la resistenza dell’acqua 61Propulsione con braccia e gambe 63Propulsione con movimenti di tutto il corpo 70Test conclusivo: imparare a nuotare 74

Imparare la prima tecnica di nuotata 75Con quale stile iniziare? 75Apprendere una tecnica di nuotata – dall’aereo al crawl 76

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Il primo capitolo di questo manuale didattico mostra come si possa fare apprendere a nuotare attraverso un semplice programma d’insegnamento. Dopo il primo contatto con l’acqua il processo didattico viene sviluppato fino alla padronanza di un primo stile natatorio. Al centro viene posto lo strumento principale per chi insegna: la variazione di una forma di esercizio. Le capacità dell’allievo possono essere adattate individualmente e stimolate dirigendole verso un obiettivo specifico attraverso aggiustamenti mirati del livello di difficoltà di un movimento chiave o di una forma di gioco. Questo vale per gli adulti come per i bambini. Il capitolo si completa con un esempio di percorso didattico verso un primo stile natatorio.

Esercizi chiaveAl centro del processo didattico, basato sugli elementi di base respirazione, galleg-giamento, scivolamento e propulsione, vi sono gli esercizi chiave. Si tratta di esercizi specifici sui contenuti dell’apprendimento, che possono essere sviluppati a piacere grazie a variazioni mirate.

Forme di giocoCome forme di gioco sono stati scelti esercizi che sono molto adatti a presentare e trasmettere i contenuti dell’apprendimento in forma ludica.

Controlli dell’apprendimentoOgni fase di apprendimento si conclude con due esercizi di controllo.

Questo capitolo è dedicato all’apprendimento dei quattro stili classici di nuotata.

Imparare la tecnica del nuotoLa parte fondamentale del capitolo contiene percorsi didattici e indicazioni metodiche per acquisire correttamente la tecnica delle nuotate a crawl, a dorso, a rana e a delfi-no. Il capitolo è completato dall’analisi del tuffo di partenza e della virata.

Nel terzo capitolo si descrivono le basi di una tecnica ottimale di nuotata.

Le basi di una tecnica ottimale di nuotataTramite numerose figure sono spiegate e illustrate le basi di una tecnica ottimale di nuotata e come possono essere evitate o risolte difficoltà nell’apprendimento di esse.

Imparare a nuotare Il programma Struttura

Imparare a nuotare – il programma di baseStruttura del manuale

Imparare a nuotare I capitolo

Imparare la tecnica del nuotoII capitolo

Migliorare la tecnica del nuotoIII capitolo

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Mondo Nuoto capitolo 2

Indice capitolo 2Imparare la tecnica del nuoto

Imparare la tecnica del crawl 85Principi della tecnica del crawl 86Indicazioni metodologiche 91Progressione didattica per la tecnica di base del crawl 92Esercizi di sviluppo e consolidamento 95

Imparare la tecnica del dorso 97Principi della nuotata a dorso 98Indicazioni metodologiche 102Progressione didattica per la tecnica del dorso 103Esercizi di sviluppo e consolidamento 105

Imparare la tecnica della rana 107Principi della nuotata a rana 108Indicazioni metodologiche 112Progressione didattica per la tecnica della rana 114Esercizi di sviluppo e consolidamento 117

Imparare la tecnica della nuotata a delfino 119Principi della nuotata a delfino 120Indicazioni metodologiche 124Progressione didattica per la tecnica del delfino 125Esercizi di sviluppo e consolidamento 129

Il tuffo di partenza 131Fasi della partenza del crawl 132Imparare il tuffo di partenza 136

La virata 138Imparare la virata 139La virata semplice (con rovesciamento) 139La virata con capovolta nella nuotata a crawl 141Passaggio al movimento di nuotata dopo virate e partenze 142

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Imparare la tecnica del nuotoNel tempo le tecniche di nuoto sono notevolmente cambiate. Dal gran numero di possibili varianti nel nuoto di competizione, attualmente, si sono imposte quattro nuotate classiche. Ad eccezione del crawl, che è la tecnica più utilizza-ta nello stile libero, la loro forma d’esecuzione è chiaramente definita e disci-plinata dai regolamenti. Nell’insegnamento bisogna tenere in considerazione queste regole. Spesso ciò che sarebbe ideale non è permesso. La ricerca di una tecnica ottimale non può dunque basarsi unicamente sulle leggi della fisica e della biomeccanica.

Questo capitolo è dedicato all’apprendimento delle quattro tecniche tradizionali di nuotata. Sono indicate le possibilità di apprendimento delle tecniche di nuotata orien-tandosi sulle capacità. Per ogni stile è indicata una progressione didattica. L’apprendimento di una tecnica di nuotata è molto più facile quando gli allievi hanno già acquisito le basi del movimento in acqua. Questi elementi di base, che abbiamo trattato nel primo capitolo, rappresentano il presupposto essen-ziale all’apprendimento delle tecniche del nuoto.

Termini tecnici

Spiegazione

Forma grezza della tecnica da apprendere. Prima fase della bracciata «presa d’acqua». Fase della bracciata che inizia nel momen-to in cui il braccio si trova all’altezza della spalla.

Le braccia hanno concluso la trazione e, uscendo dall’acqua o sott’acqua (p. es. rana), sono riportate nella posizione iniziale per la bracciata successiva.

Movimento di tutto il corpo, con o senza integrazione della propulsione delle gambe (detto anche movimento a delfino). Rotazione verso l’interno.

Rotazione verso l’esterno.

Termine

Tecnica di base

Fase di appoggio

Fase di spinta

Fase di recupero

Ondulazione

Pronazione

Supinazione

Fase di spinta

Esempio

Esempio bracciata a delfino: le braccia vengono riportate in avanti fuori dall’acqua.

Esempio della bracciata: l’avambraccio ruota in modo tale che il pollice guardi verso il basso.

Esempio della battuta delle gambe a rana: movimento con i piedi ruotati all’esterno.

Direzione di nuotata

Entrata in acqua

Fase di appoggio

Imparare la tecnica del nuotoVisione generale Introduzione

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Mondo Nuoto capitolo 3

Indice capitolo 3Ottimizzare la tecnica di nuotata

Le basi di una tecnica ottimale di nuotata 147Elaborare la struttura del movimento 150

Ottimizzare la tecnica del crawl 158La struttura del crawl 159Le fasi della tecnica del crawl 165Le varianti nella coordinazione della bracciata 1664 esercizi “top” 167

Ottimizzare la tecnica del dorso 169La struttura del dorso 170Le fasi della tecnica del dorso 1764 esercizi “top” 177

Ottimizzare la tecnica della rana 179La struttura della rana 180Le fasi della tecnica della rana 1854 esercizi “top” 186

Ottimizzare la tecnica del delfino 189La struttura del delfino 190Un caso particolare: coordinazione tra propulsione delle braccia e delle gambe 193Le fasi della tecnica del delfino 1954 esercizi “top” 196

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Ottimizzare la tecnica di nuotata Basi Quadro generale

Le basi di una tecnica ottimale di nuotataAbbiamo sinora concentrato la nostra attenzione sulle capacità di base per muoversi a proprio agio in acqua e sui movimenti essenziali della tecnica del nuoto. In questo paragrafo ci poniamo la domanda se le singole tecniche di nuotata abbiano origine da uno stesso nucleo.

Nel nuoto di competizione, l’obiettivo è ottenere la massima velocità possibile su di una determinata distanza. La tecnica di nuotata, la forza e i fattori mentali, vengono formati in modo tale da raggiungere la migliore prestazione possibile. In teoria l’optimum si ottiene quando ogni singolo fattore è portato al massimo. Tuttavia, ogni processo di ottimizzazione ha i suoi limiti. Se un singolo fattore viene spinto al suo massimo, spesso nella pratica si osserva che ciò ha per conseguenza un effetto limitante o negativo su altri fattori.

Il processo di ottimizzazione è in fin dei conti un compromesso, nel quale i fattori della prestazione sono calibrati gli uni rispetto agli altri e diretti all’obiettivo. Una tecnica di nuotata ottimale e la relativa prestazione ideale non sono il risultato del massimo sviluppo di fattori singoli, ma rappresentano l’equilibrio ideale di tutti i fattori in gioco. Ciò vale per la competizione come per l’allenamento.

L’allenamento della tecnica è al centro sia dell’insegnamento che dell’allenamento del nuoto. Con il miglioramento del livello tecnico, deve progredire anche il livello della condizione fisica. La propulsione dipende dalla forza impiegata, dalla resistenza e dalla mobilità articolare. Se il nostro obiettivo finale è nuotare velocemente, allora dobbiamo dare la priorità alla tecnica e allenare contemporaneamente la condizione fisica necessaria ad applicarla. Ne consegue che non vi può essere allenamento della condizione fisica senza tecnica, né tecnica senza condizione fisica.

Al centro troviamo ancora una volta la spinta idrostatica e la resistenza dell’acqua. Tuttavia, a un livello di perfezionamento più elevato, spinta idrostatica e resistenza non sono semplicemente utilizzate, come già descritto nel primo capitolo sull’apprendimento del nuoto. Ora l’obiettivo è l’ottimizzazione. Le forze frenanti di resistenza vanno ridotte al minimo, mentre vanno sviluppate al massimo le forze di propulsione.

La struttura di una tecnica di nuoto ottimale si fonda sulle funzioni degli elementi di base.

Galleggiamento

Scivolamento

Respirazione

• Spinta idrostatica• Resistenza

Regolare in modo ottimale la spinta idrostaticaLa spinta idrostatica può essere regolata attraverso la respirazione. Questa regolazione del galleggiamento adattata alla situazione ha un ruolo importan-te per equilibrare, tra l’altro, la posizione in acqua.

Utilizzare la resistenzaLa resistenza può essere utilizzata per la propulsione. L’obbiettivo è produrre grandi forze propulsive.

Minimizzare la resistenzaIl corpo viene frenato nel suo avanzamento da forze di resistenza. La resistenza che non serve ad avanzare deve essere mantenuta quanto minore possibile.

Propulsione

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Mondo Nuoto capitolo 4

Indice capitolo 4Le leggi della fisica. In acqua funziona così

Principi della fisica in acqua 201La spinta verticale statica o di galleggiamento – sperimentare l’assenza di gravità 201La spinta verticale dinamica 203La pressione idrostatica 204Usare e vincere la resistenza 205La velocità nel ciclo di nuotata 213

Esperimenti nell’acqua e con l’acqua 214Organizzazione e metodologia degli esperimenti 214Percepire la pressione dell’acqua 216

1. Gonfiare un palloncino sott’acqua 2162. Il cambiamento del volume 2173. Il tubo con il palloncino 2174. La macchina per fare la schiuma 2185. La fontana 2196. Il secchio volante 2207. La pressione nelle orecchie 220

Percepire la spinta verticale statica 2211. Immergere una tavoletta 2212. Il trasporto della statua 2223. Archimede 2224. L’aliscafo 2235. La maschera da sub 2246. Il sottomarino 224

Percepire la resistenza dell’acqua 2251. Zig-zag 2252. Rendere visibili le correnti 2263. Lo spazzaneve 227

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Principi della fisica in acquaLa fisica si preoccupa di descrivere e di spiegare i fenomeni legati al movimen-to. Grazie a queste conoscenze è anche possibile individuare cause ed effetti nello svolgimento di una tecnica di nuotata e trarne conclusioni per ottimizzarne l’efficacia. Negli ultimi anni ci sono stati molti ricercatori che si sono occupati intensamente del movimento del corpo umano in acqua. Tuttavia ancora oggi si vede come molti fenomeni non siano stati ancora chiariti.Per questo motivo i contenuti di questo capitolo si concentrano sui principi universalmente riconosciuti, la cui conoscenza è importante per l’insegnamen-to e per la comprensione delle tecniche di nuotata.Al centro dell’attenzione ci sono le proprietà fisiche dell’acqua, con le quali si deve confrontare il nuotatore che si muove in questo elemento. In ciò ri-troviamo il filo conduttore del modello di base, che ci accompagna sin dal primo capitolo. Gli elementi di base utilizzano funzioni legate alle proprietà dell’acqua. Per tale ragione al centro di questa esposizione vi sono la spinta di galleggiamento (o spinta verticale statica) e la resistenza.

La spinta idrostatica

Un corpo che si trova in acqua (o in un fluido) sembra perdere peso. In realtà ciò non è dovuto a una minore forza di gravità, ma all’aumento della spinta di galleggiamento o spinta verticale statica. Quando una persona si trova in acqua, agiscono due forze: la forza di gravità, che attira il corpo verso il basso, ed una spinta verticale statica, che dipende dal volume del corpo. Se essa è maggiore della forza di gravità, il corpo galleggia. In caso contrario affonda.

Le forze verticali che agiscono sul corpo in un modello semplificato:

> La spinta verticale statica: agisce sul centro del volume del corpo (in rosso) ed è diretta verticalmente verso l’alto.

> La forza di gravità: agisce sul baricentro del corpo (in giallo) ed è diretta verti-calmente verso il basso.

Una persona che pesa circa 70 Kg è immersa in acqua fino al bacino. Una parte della forza di gravità è compensata dalla spinta verticale statica che agisce in senso opposto. La bilancia indica solo circa la metà del reale peso corporeo.

Alexander Popov mentre nuota a crawl. La spinta verticale statica e la forza di gravità agiscono sia se il corpo si muove sia se resta fermo.

La spinta verticale statica o di galleggiamento –sperimentare l’assenza di gravità

forza di gravità

spinta verticale statica

Fisica Principi Spinta verticale statica

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Mondo Nuoto capitolo 5

Indice capitolo 5Gli sport natatori – un apprendimento multilaterale

L’immersione – il fascino del mondo subacqueo 231I settori dell’apprendimento 232

La sicurezza 232L’attrezzatura – maschera, boccaglio e pinne 234La tecnica d’immersione – le principali abilità 235La comunicazione – il linguaggio subacqueo 237

Raccolta di esercizi sull’immersione 238Esercizi – immergersi con la maschera 238Esercizi – la tecnica del boccaglio 239Esercizi – nuotare con le pinne 240Esercizi – la tecnica del boccaglio con attrezzatura completa 241Comunicare sott’acqua 242L’orientamento 243

Il salvamento – il nuoto al servizio della sicurezza 245Principi 245Raccomandazioni sulla sicurezza 246Il salvamento – apprenderne i principi fondamentali 247

Le basi 247Esercizi e forme di gioco 249

I tuffi – l’esperienza del volo 251Gli elementi base: saltare – ruotare – estendere 251Saltare – vincere la forza di gravità 252Ruotare – controllare l’accelerazione 255Estendere – mantenere la posizione del corpo 258Metodologia: dal saltare in acqua ai tuffi 262Imparare i tuffi 264

Il tuffo in avanti ritornato 264Tuffo teso all’indietro 266Salto mortale in avanti 267

La pallanuoto – giocare in acqua con la palla 269Lo sviluppo del gioco – apprendere il gioco della pallanuoto 270

La tecnica 271La squadra 272Le regole 273La tattica 275

Progressione metodologica nella pallanuoto 276Esempio: sviluppo progressivo del gioco 278Migliorare le capacità di gioco 279

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Gli sport natatori Immersione Principi

L’immersione – il fascino del mondo subacqueoImmergersi sott’acqua e in particolare l’immersione con maschera e boccaglio diventa sempre più popolare. Per avvicinarsi al mondo subacqueo non c’è ne-cessariamente bisogno di un’attrezzatura da sommozzatore con apparecchia-tura e bombole per respirare sott’acqua. Con un minimo di materiale il mondo subacqueo può essere osservato, esplorato, vissuto. Già una maschera, un boccaglio e un paio di pinne permettono di realizzare esperienze interessanti e positive sott’acqua. Il presupposto per farlo è che si apprendano alcune capacità e abilità. Gli obiettivi dell’apprendimento nel campo dell’immersione non si limitano alle capacità motorie e all’allenamento: una priorità speciale va dedicata agli aspetti legati all’individuazione dei pericoli e alla capacità di comunicazione.

Ritorniamo per un momento all’inizio del nostro manuale sul nuoto e riprendia-mo un’affermazione fatta nel primo capitolo: l’apprendimento del nuoto inizia sott’acqua! Se gli allievi hanno realizzato completamente il percorso didatti-co dalla respirazione all’immersione e dal galleggiamento sott’acqua ad una prima tecnica di nuotata subacquea, allora già dispongono dei requisiti per apprendere l’immersione in modo specifico ed essere in grado di assumersi da soli la responsabilità di un’immersione sicura.

In questo capitolo vengono presentati i fondamentali dell’immersione con ma-schera e boccaglio. Non sostituiscono la formazione presso una scuola spe-cializzata nel nuoto subacqueo. Tutti gli esercizi e i contenuti di questo capitolo possono essere usati con o senza boccaglio.

Gli allievi imparano le abilità motorie necessarie per immergersi e ritornare in superficie, per equilibrare la pressione nelle orecchie e per svuotare sott’ac-qua la maschera e il boccaglio. Sono messi in grado di orientarsi sott’acqua, di controllare attivamente la loro posizione subacquea di galleggiamento e di usare i movimenti di nuotata per spostarsi come vogliono. Vengono sensibiliz-zati ai possibili pericoli e apprendono quali siano le precauzioni da rispettare per ridurre al minimo i rischi legati all’immersione. Durante le immersioni gli allievi si osservano e sono in grado di comunicare tra loro con i principali segni convenzionali.

Durante l’apprendimento delle tecniche di immersione, si evidenziano sem-pre difficoltà e limiti dei partecipanti che, nella maggior parte dei casi, sono originati da un deficit nella base stessa dell’apprendimento del nuoto e della relazione con l’acqua. Quanto meglio sono state apprese le capacità fonda-mentali del movimento in acqua e sott’acqua, più sarà facile apprendere a im-mergersi in modo sicuro. I prerequisiti minimi per riuscirvi sono rappresentati dalle capacità acquisite per quanto riguarda l’ambientamento e il movimento sicuro nell’acqua.

Metodologia – i prerequisiti per apprendere la tecnica dell’immersione!

Obiettivi

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Mondo Nuoto capitolo 6

Indice capitolo 6Insegnare a nuotare

L’apprendimento 285

Gli stadi d’apprendimento 286

Il modello dell’apprendimento attraverso vari stadi

L’esempio dell’immersione 287

Le capacità – i presupposti della prestazione 287

I sensi e la percezione 289

Impostazione dell’insegnamento e dell’allenamento 291

Più facile, più difficile – esercizi orientati alle capacità 291

La variazione come chiave del successo nell’apprendimento 292

L’insegnamento con bambini e adolescenti 295

Mezzi e attrezzi ausiliari 296

Dirigere le lezioni e l’allenamento 299

Lo stile personale di conduzione 299

Istruzioni 300

Osservare – Valutare – Consigliare (O–V–C) 301

Osservare: fonte d’informazioni 302

Valutare: elaborazione delle informazioni 303

Consigliare: applicazione delle informazioni 305

Esempio di analisi del movimento

secondo il modello O–V–C 306

La realizzazione dell’insegnamento 308

Organizzazione della lezione 308

Forme di organizzazione 309

Bibliografia 310

Indice delle illustrazioni 311

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L’apprendimentoChi insegna si pone sempre la domanda su come può essere reso possibile o migliorato il processo di apprendimento. Come debbono essere impostati un insegnamento o un allenamento, se si vuole che siano efficaci?L’apprendimento è un processo che si basa sulla percezione e l’elaborazione di informazioni rilevanti, che producono un cambiamento del comportamen-to attraverso l’esperienza. Ciò può avvenire attraverso l’apprendimento di un nuovo movimento o la correzione di un movimento già noto (trasformazione di quanto appreso). In un apprendimento riuscito c’è un continuo avvicinamento al compito asse-gnato, all’obiettivo, che si raggiunge esercitandosi regolarmente. Esercitarsi è un concetto che non significa assolutamente ripetere continuamente gli stessi compiti. Un insegnamento orientato sullo sviluppo delle capacità – e quindi riuscito – si realizza soprattutto quando il compito assegnato contiene aspetti «sconosciuti» o una capacità che non viene richiesta nella forma abituale fino a quel momento. Le nostre capacità possono continuare a svilupparsi solo se sono utilizzate continuamente per realizzare un nuovo compito motorio (apprendere un nuovo movimento, combinare tra loro movimenti già appresi, imparare nuovamente correggendoli movimenti appresi in modo sbagliato…). Le esercitazioni orientate sulle capacità fanno proprio e realizzano questo concetto. Le esperienze positive si producono solo quando un compito viene realizzato attraverso le proprie capacità, senza però che l’allievo sia eccessi-vamente sollecitato. Le variazioni permettono di adattare il compito al livello degli allievi. Le capacità che si acquisiscono con lo sport permettono di risolvere un com-pito motorio. Esse rappresentano in un certo qual modo le potenzialità delle quali dispone un individuo per assimilare, elaborare e infine applicare i conte-nuti dell’apprendimento.Le capacità possono essere di varia natura e nell’apprendimento motorio por-tano all’esecuzione di un movimento concreto. Il livello delle capacità si mani-festa in modo evidente quando agli allievi sono assegnati compiti in una for-ma sino allora sconosciuta. I controlli dell’apprendimento quindi dovrebbero sempre presentare una componente nuova, sconosciuta. Solo così si possono trarre delle conclusioni sulle capacità reali. Le capacità motorie non vengono stimolate quando si tratta di riprodurre situazioni stereotipate. Per questa ragione nell’applicazione di serie di test occorre molta cautela. Essi possono aiutare a verificare gli obiettivi dell’apprendimento, ma chi tra-sforma in materia d’insegnamento solo gli esercizi dei test – facendo diventare l’obiettivo l’unico contenuto – esclude ogni possibilità di un apprendimento orientato sulle competenze.

Ogni esercizio, quindi, deve permettere di sviluppare ulteriormente le proprie capacità!

Le abilità motorie sono movimenti e compiti motori concreti. Per l’esecuzione delle abilità sono necessarie le capacità. Solo con la variazione di un’abilità si migliorano anche le capacità.

Le capacità rendono possibile l’apprendimento

Le abilità – componenti del comportamento motorio cosciente

Insegnare a nuotare L’apprendimento Principi